Progetto di circolo

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PRESENTAZIONE Il progetto di circolo per l'anno 2010-2011 “Quante voci nel silenzio” ha coinvolto tutte le sezioni delle Scuole dell’Infanzia e tutte le classi della Scuola voci Primaria in percorsi che bene si sono inseriti nel Progetto pluriennale “Verso una Scuola Amica”. Il tema del silenzio richiama immediatamente l’atteggiamento dell’ascoltare: ascoltare se stessi, ascoltare gli altri, ascoltare il mondo nel quale siamo immersi, ascoltare la natura che ci respira accanto, ascoltare la voce delle stelle che ci narrano lo scorrere del tempo e della storia. L’attenzione è stata centrata su molti articoli dei diritti dei bambini, in particolare sul diritto di espressione attraverso la scrittura, l’arte, la musica, la parola; il diritto di mantenere la propria cultura, la propria religione, la propria lingua; il diritto di giocare, il diritto di essere istruiti per sviluppare al meglio la propria personalità, i propri talenti e per vivere in maniera responsabile e pacifica in una società libera. La scuola tutta, insegnanti, genitori, collaboratori ha cercato di fare proprio il concetto che un adulto deve sempre fare ciò che è meglio per i bambini. Così lungo tutto l’anno scolastico la didattica si è aperta a tematiche fondamentali che hanno coinvolto i bambini, dai più piccoli ai più grandi, facendoli crescere emotivamente e intellettualmente. Lo sguardo ha indagato via via i diversi aspetti della conoscenza da quella sensoriale a quella più astratta con una lente speciale: a partire da se stessi, dalle proprie esperienze, dal proprio ambiente allargando la visuale fino ad accogliere l'altro e gli altri, a scoprirne bisogni, peculiarità, grandezza, bellezza, per poi ritornare a se stessi, ricalibrare il proprio modo di guardare alle cose e alle persone, riaggiustare il cammino, rinnovare lo sguardo. Attraverso la lente dell'ascolto e dell'attenzione consapevole i bambini sono entrati nel mondo della solidarietà non solo per donare una tantum, ma per capire e costruire un vero senso dell'accoglienza come scambio; hanno scrutato l'ambiente intorno a loro per scoprirne i punti di forza e di debolezza in modo da costruire comportamenti orientati alla sostenibilità; hanno viaggiato nel pianeta del benessere personale scoprendo il valore del gioco come momento essenziale per la propria crescita, o di un'alimentazione corretta capace di proteggere la propria salute ma anche di educare ad un consumo consapevole; i bambini hanno incontrato sul loro percorso personaggi che hanno contribuito a costruire la democrazia e una società libera; hanno realizzato all'interno delle classi, delle sezioni, dei plessi piccole comunità in cui le diversità sono state punti di forza per un confronto e uno scambio continuo tra storie, esperienze, lingue, culture, religioni. Tutto questo poi si è tradotto in linguaggi espressivi, dalla pittura alla musica, dal teatro al canto che hanno reso immediatamente comprensibile per tutti e a tutti la forza educativa di una scuola che è laboratorio di conoscenza, di comunicazione, di accoglienza, di scambio, una scuola che muove dal bambino, con il bambino, per il bambino per arrivare alla comunità e costruirne un'identità basata sulla libertà, la consapevolezza, la partecipazione che nascono da una vera conoscenza interiore.

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SCUOLA DELL’INFANZIA SAN GUALTERO

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SCHEDA PRESENTAZIONE PROGETTO DI CIRCOLO QUANTE VOCI NEL SILENZIO

2010/2011

Classe/sezione Sezione : A , B, C. Titolo del progetto QUANTE VOCI NEL SILENZIO ( laboratori di ascolto ) Ambito (ambiente e storia – solidarietà e intercultura – teatro – espressione artistica) Il sé e l’altro. I discorsi e le parole . Linguaggi, creatività , espressione. Presentazione del percorso (obiettivi, metodologia, strumenti e materiali utilizzati, collaborazioni…) Obiettivo: Comprendere e decodificare comunicazioni di vario tipo utilizzando diversi linguaggi : grafico – pittorico, gestuale, sonoro. Inizio progetto : Ottobre. Fine progetto : Maggio. Il progetto si è esteso per l’intero anno scolastico con una struttura ciclica. I bambini attraverso i laboratori hanno imparato a riconoscere il silenzio e il rumore, pause e ritmi, suoni dell’ambiente, colori abbinati al suono ed alle emozioni.. Nel laboratorio di espressione creativa, si è passati dall’osservazione di opere d’arte alla rappresentazione creativa di esse. I bambini attraverso conversazioni, osservazioni di immagini , fotografie e l’ascolto di racconti hanno raggiunto una prima consapevolezza dei propri diritti e dei doveri. Materiale e tecniche utilizzate : pennarelli, tempere, pennelli, pastelli a cera, cartoncino, forbici, collage con carte di vario tipo, musiche. Evento/prodotto finale Cartelloni di gruppo. Libretto finale (racconti , riproduzioni grafiche sui diritti dei bambini.) Raccolta di materiale fotografico

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SCHEDA PRESENTAZIONE PROGETTO DI CIRCOLO DIVERSI…UGUALI

2010/2011 Classe/sezione Sezione : A , B, C. Bambini coinvolti n° 13 Titolo del progetto DIVERSI…UGUALI (intercultura ) Ambito (ambiente e storia – solidarietà e intercultura – teatro – espressione artistica) Il sé e l’altro. I discorsi e le parole . Linguaggi, creatività , espressione. Corpo e movimento. Presentazione del percorso (obiettivi, metodologia, strumenti e materiali utilizzati, collaborazioni…) Obiettivo: Sviluppare la padronanza d’uso della lingua italiana e arricchire il proprio lessico. Inizio progetto : Gennaio. Fine progetto : Maggio. I bambini giocando e lavorando in modo costruttivo e creativo, ascoltando racconti, storie, sono stati guidati alla conoscenza delle diversità per giungere a una loro positiva integrazione. Materiale e tecniche utilizzate : Carta, pennarelli, cartoncino, forbici, colla, materiale plastico. Evento/prodotto finale Raccolta di lavori svolti durante il periodo del progetto.

ARTE IN GIOCO

Il laboratorio di arte, proposto quest’anno ai bambini è stato improntato sull’osservazione di opere d’arte; dall’osservazione si è passati poi alla reinterpretazione creativa di esse attraverso l’uso di tecniche e materiali differenti. La sperimentazione compiuta nel laboratorio ha portato, almeno per i più grandicelli, alla verbalizzazione di impressioni e sensazioni. Per permettere una maggiore libertà di espressione, le opere visionate hanno riguardato in massima parte l’arte astratta, partendo dagli elementi base del punto e della linea per arrivare all’osservazione di opere legate alle figure geometriche semplici. Per rendere questo momento laboratoriale un tempo “speciale”, ogni incontro è stato introdotto da una canzone che partendo dai colori ha potuto veicolare agli alunni valori di accoglienza e fratellanza. Il momento dell’ascolto acquista nell’esperienza di ciascun bambino un significato di particolare importanza per il clima di reciproco legame emotivo e affettivo che si crea fra il narratore e gli ascoltatori. Ascoltando il bambino sviluppa la propria immaginazione e condivide con altri le proprie sensazioni. Il laboratorio “Arte in gioco “ è stato improntato sull’osservazione di opere d’arte, dall’osservazione si è passati alla reinterpretazione creativa di esse attraverso varie tecniche.

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GALLERIA D’ARTE

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SCUOLA DELL’INFANZIA S.F. CABRINI

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PROGETTO DI CIRCOLO

PAROLE E SILENZIO NEL TEMPO CHE TRASFORMA E FA CRESCERE.

L’ATTESA E L’EVENTO.

Diritto a crescere con una corretta alimentazione OBIETTIVI: -Conoscere i principali costituenti per una corretta alimentazione -conoscere le proprietà degli alimenti -provare a elaborare gli alimenti trasformandoli -assaggiare il prodotto PERCORSO Siamo partiti indagando sulle preferenze dei bambini riguardo il cibo, tramite il gioco della spesa al supermercato; abbiamo proposto la conoscenza di un cibo presente settimanalmente nel menu scolastico ricercando la sua origine (vegetale o animale), attraverso lettura di libri, esecuzione di disegni e cartelloni, elaborandolo attraverso ricette semplici; infine abbiamo assaggiato il prodotto finito. Abbiamo scoperto il valore dell’alimento nella “costruzione “ del nostro organismo distinguendo il cibo in “difensore”(frutta e verdura), “costruttore” ( carboidrati, proteine, cereali, zuccheri),”energetico” (grassi, zuccheri), per mezzo di canzoncine e confrontando la piramide alimentare abbiamo imparato che anche la quantità del cibo da assumere è importante in una alimentazione corretta. L’ultima verifica teorica fatta sull’argomento ha dimostrato che buona parte dei bambini aveva interiorizzato le regole di una buona alimentazione, la realtà è che adesso si devono impegnare anche i genitori……

BIBLIOTECA E DINTORNI

SCUOLA”AMICA DEI BAMBINI” DIRITTO DEI BAMBINI AL GIOCO

Nell’ambito del progetto”Biblioteca e dintorni” noi insegnanti della scuola dell’infanzia,ogni anno cerchiamo di abbellire una parte della nostra scuola. Quest’anno abbiamo individuato la parete sulla scala adiacente alla nostra scuola. Era già stata addobbata più e più volte con diversi cartelloni che avevano lasciato segni rovinosi. Pensando che dovesse illustrare una caratteristica dei bambini abbiamo individuato la peculiarità del gioco, desiderando che fosse un diritto per tutti loro, interpretando lo spirito dell’UNICEF che ci aveva conferito il titolo di SCUOLA AMICA. Con l’aiuto delle insegnanti di sezione e di una volontaria ex insegnante, i bambini di 4 anni a gruppi di 5 o 6, tutte le settimane si sono alternati, muniti di spugne e pennelli e colori appositi per trasformare una parete triste e vecchia in un quadro che dona gioia al primo sguardo. Grazie a tutti

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GALLERIA IMMAGINI ROGETTO SULL’ALIMENTAZIONE

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VOLEVO SOLO UN PO' DI SILENZIO Copione teatrale

XXIV Rassegna Teatro delle Scuole Teatro alle Vigne 14-19 maggio 2011

Apertura sipario PESCIOLINI

E' un pomeriggio come tanti altri Bruna assonnata viene accompagnata a letto dalla mamma e si addormenta senza troppa fatica. TR.1 NINNA NANNA Entrano Bruna (Alice) e la mamma (Camila): al centro del palco la mamma sistema Bruna nel letto e poi esce. SFUMA LA MUSICA Bruna rimane sola nella sua cameretta, il sonno sembra procedere tranquillo finchè ad un certo punto uno strano rumore insistente disturba i suoi sogni... TR.2 OROLOGIO Entra l'orologio che circonda il letto di Bruna mimando le lancette e con la voce fa: TIC TAC TIC TAC TIC TAC TIC TAC Uscita orologio SFUMA LA MUSICA Bruna si sveglia quasi impaurita ma è soltanto l'orologio nuovo che lo zio gli aveva regalato da pochi giorni, così si volta dall'altra parte. Sopra al suo letto un'enorme finestra dava proprio su una delle vie più trafficate del paese e fuori un viavai di gente, macchine, camion TR.3 TRAFFICO Entrano: macchine (1), moto (2), camion (3), con la voce fanno i rumori: VUUM VUUM VUUM VUUM VUUM SFUMA LA MUSICA

ORSETTI (Cambio Bruna: .........) Bruna è infastidita, così non riesce ad addormentarsi... e proprio mente cerca la soluzione ai suoi problemi ecco che uno spiffero di vento misterioso... TR.4 VENTO Entra il vento con i tubi di plastica e vanno a "soffiare" su Bruna Esce il vento SFUMA LA MUSICA Ma non basta il vento a rovinare il sonno di Bruna ecco all'improvviso qualcosa di molto più acuto TR.5 CAMPANELLO Ingresso campanellini

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Uscita campanellini SFUMA LA MUSICA Ingresso Mamma che dice: "CHI E'?" guardandosi attorno poi esce Ma il tutto sembra complicarsi quando anche il vicino di casa inizia a metterci lo zampino: apre il rubinetto, tira lo sciacquone, canticchia una canzone TR.6 VICINO Ingresso vicini con oggetti bagno (spugne-paperette,...) Uscita vicini SFUMA LA MUSICA Bruna è disperata, lei infondo vuole solo dormire un po' e per dormire ha bisogno di silenzio!

COCCINELLE

(Cambio Bruna: Marta) Ma Bruna finalmente trova un'idea che le sembra proprio quella giusta: decide di mettere la testa sotto il cuscino e detto fatto, si addormenta, ed ecco che sul più bello: TR.7 RUSSARE Ingresso bambini che russano (cartelli ZZZZZZ) Uscita cartelli SFUMA LA MUSICA Entrano dei piccoli gattini TR.8 GATTI Entrano i gatti che fanno: MIAOOO Uscita gatti SFUMA LA MUSICA Una mandria di canguri irrompe al piano di sopra TR.9 CANGURI Entrano i canguri saltando Uscita canguri SFUMA LA MUSICA

DRAGHETTI (Cambio Bruna: Carolina) Bruna ormai ha quasi perso del tutto le speranze di poter dormire anche solo per un minuto... infatti anche gli animali sembrano avercela con lei, ma non solo loro: TR.10 BANDA Ingresso banda (dalla platea) con strumenti Arrivo sul palco e uscita SFUMA LA MUSICA - PAUSE

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Al suono di quella musica tutti gli elettrodomestici si animano e iniziano a danzare TR.11 ELETTRODOMESTICI Ingresso elettrodomestici Uscita SFUMA LA MUSICA E addirittura si sentono in lontananza dei fuochi d'artificioso alti nel cielo TR.12 FUOCHI D'ARTIFICIO Ingresso fuochi uscita SFUMA LA MUSICA Ma proprio sul punto più gioioso di quei fuochi ecco che una voce chiama: Ingresso Francesca che dice: "Bruna! Sveglia!" Eh si Bruna si era finalmente addormentata e aveva iniziato a sognare un sacco di rumori a cui infondo non aveva mai prestato tanta attenzione.

IL MIO LABORATORIO TEATRALE

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IL DIRITTO AL GIOCO

UNA PARETE SI TRASFORMA

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SCUOLA DELL’INFANZIA DON GNOCCHI

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“L’ISOLA CHE NON C’E’”

Copione teatrale XXIV Rassegna Teatro delle Scuole Teatro alle Vigne 14-19 maggio 2011

PERSONAGGI : Peter Pan Wendy + Wendy anziana Trilly ( fate) Baia delle Sirene ( mare, sirene, meduse, polpi, squali ) Capitan Uncino Spugna Pirati Indiani Giglio Tigrato Coccodrillo SCENA 1 . VOCE INTRODUTTIVA E MUSICA…..( traccia 1 ) LUCE SUL PALCOSCENICO E ARRIVO DI NONNA WENDY CHE SI SIEDE SULLA SEDIA INGRESSO BAMBINI CHE SI SIEDONO ATTORNO A WENDY BAMBINI: ( tutti)…nonna, oggi ci fai volare!? Ci racconti di quando volavi? NONNA : ormai bambini miei è solo un lontano ricordo, ora non posso più volare BAMBINI: perché!!? NONNA: perché sono diventata vecchia, e i grandi non possono volare BAMBINI: perché!? NONNA : perché non hanno il cuore puro e si sono dimenticati come si fa! Ma ora, silenzio….. Una notte di molti anni fa, dormivo nel mio letto, avvolta dal silenzio, senza neppure un fruscio di lenzuola, il respiro lento e impercettibile, l’orecchio teso ad un suono che temevo non avrei mai sentito……quando, i suoi singhiozzi mi svegliarono, allora io mi alzai, andai da lui e gli dissi…… SCENA 2 . PETER PAN E WENDY + TRILLY PETER è SEDUTO IN SCENA E PIANGE WENDY : hei!! bambino, perché piangi!? PETER: non riesco a sistemare la mia ombra WENDY : ti aiuterò io, come ti chiami? PETER : Peter, e tu? WENDY : Wendy PETER : ti ascolto sempre, sei brava a raccontare storie, vuoi venire con me? WENDY : ma dove abiti? PETER : seconda stella a destra e poi dritto

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WENDY : che buffo indirizzo! Come ci si arriva? PETER : non lo sai! volando naturalmente! WENDY : io non so volare… PETER : è facile, basta avere un pensiero felice, prova!! WENDY: …un pensiero felice….trovato! vorrei sopra il mare volare e vorrei con le sirene giocare….. ( Wendy si guarda e non è successo niente, Peter pensa….) PETER : ma certo!! La polvere di fata! ……. SCENA 3 . MUSICA ( traccia 2) ENTRANO LE FATE TUTTI : vorrei sopra il mare volare e vorrei con le sirene giocare i bucanieri sfidare e contro gli indiani lottare ora proviamo cerca di sognare solo chi sogna può volare riproviamo, riproviamo accipicchia, noi voliamo ………. (traccia 3 ).. MENTRE ESCONO entra il mare( cielo..) VOCE NONNA WENDY: se chiudi gli occhi, può capitarti di vedere una chiazza informe, delicatamente colorata, sospesa nel buio; allora, se stringi di più le palpebre, la chiazza comincia a prender forma e i colori diventano vividi, che se stringi di più, li vedi farsi fuoco. Ma prima del fuoco, tu vedi la laguna; ed è un momento divino; se di questi momenti ce ne potessero essere due, udiresti le sirene cantare.. SCENA 4 . ……( traccia 4) CAMBIO SCENA SULLA MUSICA….( il mare si sposta sul fondo al centro della scena) ARRIVO DEL VELIERO DI CAPITAN UNCINO

- Capitan Uncino che ripete il testo della canzone - Alla pausa tutti i pirati :

: buongiorno all’isola che non c’è!!!! - fine canzone UNCINO : spugna!! SPUGNA : ai vostri ordini capitano UNCINO : portami giglio tigrato SPUGNA: portatemi giglio tigrato UNCINO : legatela sullo scoglio

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SPUGNA : legatela allo scoglio UNCINO : sono un genio, Peter verrà a salvarla, e noi lo sconfiggeremo ( tutti ridono) UNCINO : adesso nascondiamoci SCENA 5. …TORNA NONNA WENDY…. L’attacco dei pirati era stato una completa sorpresa: una sicura prova che uncino, uomo senza scrupoli, l’aveva condotto in modo sleale. Perché sorprendere i pellirossa è cosa impossibile; rapire poi la figlia di Toro seduto, impresa straordinaria. Che avveniva intanto dei ragazzi? i bimbi sperduti, che tanto amano il gioco e la guerra con gli indiani, ignoravano che quel rapimento dovesse segnare la loro sorte… …..( traccia 5 )…INGRESSO INDIANI CON BIMBI SPERDUTI PRIGIONIERI BIMBI SPERDUTI : bravi, ci avete catturato! Ora liberateci e facciamo festa. INDIANI: oggi niente festa! Voi rapito giglio tigrato, noi tenere voi prigionieri! BIMBI SPERDUTI : non siamo stati noi! Liberateci e vi aiuteremo…. INDIANI : noi non credere a voi! ( arriva Peter con Wendy) PETER : fermi! Loro non centrano, è stato Uncino! Forza, ora bisogna salvare giglio tigrato …………….( mentre tutti escono inizio musica coccodrillo e passaggio ????? )……… SCENA 6 . -BIMBI, INDIANI, WENDY E FATE DA UN LATO DEL PALCO MENTRE PETER LIBERA GIGLIO TIGRATO… - APPARE UNCINO CON I PIRATI DALL’ALTRO LATO …… UNCINO : prendeteli!!! TUTTI : non capisci Uncino….tu non puoi vincere, almeno fino a che esisteranno la fantasia, il coraggio, i sogni e i Bambini …( traccia 6 ) canzone FINE CANZONE INIZIO TRACCI 7 INGRESSO COCCODRILLO TUTTI SI SIEDONO E RESTA SOLO UNCINO - viene portato via dal coccodrillo SCENA 7 . TORNA NONNA WENDY SEDUTA SULLA SEDIA ..BAMBINI : nonna!? Quale è l’ultima cosa che ti a detto Peter? WENDY : l’ultima cosa che mi ha detto è questa: aspettami sempre, e una notte o l’altra mi sentirai fare chicchirichi…. ……( traccia 7 )…Wendy si alza e riscende il palco

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Tutti i bambini: stelle fatate della notte proteggete in silenzio il sonno dei miei piccoli brillate in cielo splendenti e sicure stanotte. si sente il chicchirichi di Peter

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SCUOLA PRIMARIA DE AMICIS

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I DIRITTI DEI BAMBINI IN PAROLE SEMPLICI Art 13 Hai il diritto di imparare e di esprimerti per mezzo delle parole, della scrittura, dell’arte e così via, a meno che queste attività non danneggino i diritti degli altri.

LA MARCIA DEI DIRITTI

Un-due, un-due, un-due, un-due. È la marcia dei diritti dei bambini.

Della Carta dei Diritti dei bambini… Marsch!

Ho aperto un libricino e ho letto che un bambino da mangiare non ce l’ha. E c’è chi non ha da bere con il rischio di morire: senza acqua come fa?

Ma come fanno io non ci credo. Non si può fare io non ci credo.

Ho sfogliato bene bene quelle foto di bambine invecchiate dal lavoro.

E di quelli senza un tetto e di quelli senza affetto

senza un poco di decoro. Ma come fanno, io non ci credo.

Non si può fare, io non ci credo. Non si può.

I diritti sono di tutti, l’ha spiegato la maestra

c’è una carta scritta apposta per difendere i bambini. Tutti i capi delle nazioni hanno fatto le riunioni:

hanno detto e hanno scritto sui diritti dei bambini

Allora perché? Allora perché?

Quando gioco al girotondo, penso che su questo mondo

c’è qualcosa che non va. Che ci sono dei bambini,

sulle strade abbandonati senza mamma né papà.

Ma come fanno, io non ci credo.

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Non si può fare, io non ci credo.

Poi da un’altra parte ancora c’è chi non può andare a scuola.

Chi giocattoli non ha. E c’è pure chi si ammala e gli manca quella cura

che il suo medico non ha. Ma come fanno, io non ci credo.

Non si può fare, io non ci credo. Non si può.

I diritti sono di tutti, l’ha spiegato la maestra

c’è una carta scritta apposta per difendere i bambini. Tutti i capi delle nazioni hanno fatto le riunioni:

hanno detto e hanno scritto sui diritti dei bambini.

Allora perché? Allora perché? Allora perché?

C’è un bambino che lavora,

chi subisce una tortura. Chi è venduto come schiavo. Chi è costretta per le strade

già per vendere l’amore da qualcuno assai cattivo.

Ma come fanno, io non ci credo. Non si può fare, io non ci credo.

C’è chi muore appena nato:

non è stato vaccinato. C’è chi cresce malnutrito. C’è chi viene emarginato,

c’è chi un handicap ha avuto. C’è chi viene malmenato.

Ma come fanno, io non ci credo. Non si può fare, io non ci credo. Non si può.

I diritti sono di tutti,

l’ha spiegato la maestra c’è una Carta scritta apposta

per difendere i bambini. Tutti i capi delle nazioni hanno fatto le riunioni:

hanno detto e hanno scritto sui diritti dei bambini

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Art 28 Hai il diritto di ricevere un’istruzione. Devi ricevere un’istruzione primaria e deve essere gratuita. SCUOLA RAP

Rap…rap…rap…rap… Alla mia maestra piace tanto Jovanotti,

viene a scuola tutti i giorni per interrogarci, sì, però, non fa mica come gli altri, che, si sa, danno voti bassi o alti.

Bassi o alti… Bassi o alti…

Lei pretende invece che rispondiamo a tempo “yea”.

E si dica la lezione con bravura e precisione con il fare stravagante che distingue quel

cantante. Con quel passo snoccolato e quel ritmo sincopato

Che fa Tum-cha tum-tum-cha Tum-cha tum-tum-cha

Rap scuola rap... È proprio tanto bello imparare con il rap…

Rap… maestra rap Sei forte, sei un mito, sei il meglio che c’è.

Se tu rappi geografia, storia, scienze e geometria Saprai bene le lezioni, non avrai preoccupazioni!

Rap scuola rap... Mi piace andare a scuola Se la scuola è così rap!

Sei per tre diciotto, sei per quattro ventiquattro, sei per cinque fanno trenta, sei per sei trentasei,

sì, però, tu sai dirmi esattamente come mai il sole nasce sempre a oriente.

Con l’armata a Waterloo fu sconfitto Bonaparte, il pianeta più vicino alla nostra terra è Marte. Se qualcuno chiede a me cosa mai è l’erre tre

lo collego col pi greco, con la sfera e poi ti dico. Che fa Tum-cha tum-tum-cha

Tum-cha tum-tum-cha Rap scuola rap...

È proprio tanto bello imparare con il rap… Rap… maestra rap

Sei forte, sei un mito, sei il meglio che c’è. Se tu rappi geografia, storia, scienze e geometria

Saprai bene le lezioni, non avrai preoccupazioni!

Rap scuola rap... Mi piace andare a scuola Se la scuola è così rap!

Fotosintesi si dice quel processo strano con la luce e con le foglie, è il clorofilliano.

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E, se vuoi, ti rispondo alla domanda guarda che solo in Cina vive il panda.

Stanno in Africa i leoni, dappertutto gli scimmioni per cui Cesare, si sa, non fu per fatalità

che in quel marzo sfortunato cadde a terra pugnalato! E ora che ti ho dimostrato che col rap ho ben studiato,

tutti a Tum-cha tum-tum-cha Tum-cha tum-tum-cha

Rap scuola rap... È proprio tanto bello imparare con il rap…

Rap… maestra rap Sei forte, sei un mito, sei il meglio che c’è.

Se tu rappi geografia, storia, scienze e geometria Saprai bene le lezioni,

non avrai preoccupazioni! Art 31 Hai il diritto di giocare

E’ SOLO UN GIOCO!

Chi non sa che è solo un gioco. Eh? Eh? Chi non sa che è solo un gioco. Eh? Eh? Finalmente è cominciato il campionato,

Ma la peste del girone dei pulcini E' quel babbo sugli spalti scalmanato

Che si crede in "Serie A" con i bambini. Al mio Mister dal suo solito consiglio:

Quello sì che è forte, non perché è mio figlio. E poi l'arbitro per lui no, no non può sbagliare.

Manco fossi il bomber della Nazionale! Dai! Dai!

Papà non ti agitare se mi fanno lo sgambetto. Di me tu non puoi dire che sia proprio un angioletto.

Non fare il lavativo Se mi parano un rigore

C'è anche il lato positivo,

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Pensa al babbo del portiere! Dai!

Papà non ha importanza se non ti ricordo Zico, Oò! Ma se perdi la pazienza sei tu quello in fuorigioco.

Se questo è il grande sogno che tu avevi da bambino. Il mio è soltanto quello di sentirti più vicino...

Tira tira tira eh? Di sentirti più vicino! Vai vai vai vai vai vai

Chi non sa che è solo un gioco. Eh? Eh? Vai vai vai vai vai vai

Chi non sa che è solo un gioco. Eh? Eh? Quando mamma poi ci chiede il risultato

Dille solo che mi sono divertito, Non spieghiamole se ho perso e nemmeno se ho segnato.

Il suo abbraccio tanto è sempre Garantito

Dai! Papà non ti agitare se mi fanno lo sgambetto Che nemmeno la moviola può marcarmi così stretto.

Oò! Ci pensi e mi rispondi che da oggi starai buono.

Poi ti giri e te la prendi Pure con il "quarto uomo"!

Dai! Papà non ti sognare la mia faccia in figurina.

Ho deciso di imparare anche a starmene in panchina. Non puoi farci niente il mio intrepido parente.

Che precipitevolissimevolmente grida: Tira, passa, Buttalo giù, Occhio al 10 Curalo tu,

Dribbla, corri, Salta più su, Ehi, papà, è solo un gioco!

Dai la palla, Tienila tu, Cambia gioco Non farlo più,

Salta in piedi Rimani giù, Dai papà non ti agitare

Tu lo sai che è solo un gioco! Chi non sa che è solo un gioco!

Tira, passa, buttalo giù, Occhio al 10 curalo tu,

Dribbla, corri, salta più su, Ehi, papà, è solo un gioco!

Dai la palla, tienila tu, Cambia gioco, non farlo più,

Salta in piedi, rimani giù, Ma sei proprio un brontolone

Guarda che combinazione Stai andando nel pallone,

Ma il pallone E' solo un gioco!

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Art 24 Hai il diritto di godere di buona salute. Ciò significa che dovresti ricevere cure mediche e farmaci quando sei malato. Gli adulti dovrebbero fare di tutto per evitare che i bambini si ammalino, in primo luogo nutrendoli e prendendosi cura di essi.

ETCIU’!!!

All'aria aperta me ne sto Giocherò finché mi va

Sciarpa e guanti non li ho Perciò hurrà

Questa sì che è libertà... Ma qualcosa che non va Dal mio naso cola giù

Etciù... Etciù... Ma che bestia che sei tu

Hai beccato il raffreddore Etciù... Etciù... Etciù...

Ma qualcosa che non va Dal mio naso cola giù

Etciù... Etciù... Ma che bestia che sei tu

Hai beccato il raffreddore

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Etciù... Etciù... Etciù... Come un pinguino me ne sto

Dentro il mare qua e là Tutto il giorno giocherò

Perciò hurrà Questa è la felicità...

Ma qualcosa che non va Dal mio naso cola giù

Etciù... Etciù... Ma che bestia che sei tu

Hai beccato il raffreddore Etciù... Etciù... Etciù...

Ma qualcosa che non va Dal mio naso cola giù

Etciù... Etciù... Ma che bestia che sei tu

Hai beccato il raffreddore Etciù... Etciù... Etciù...

Art 32 Hai il diritto di essere protetto dal lavorare in posti o condizioni che possano danneggiare la tua salute o impedire la tua istruzione. Se il tuo lavoro produce un guadagno, dovresti essere pagato in modo adeguato.

E’ SOLO UN GIOCO !

Mi han detto che il pallone con cui gioco

la domenica mattina forse è fatto da un bambino,

un bambino come me. È così; sì, sì purtroppo è così!

E pure le mie scarpe, quelle nuove,

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quelle tutte colorate, con le luci incorporate,

che "più belle non si può". È vero o no?

Forse sì, forse no! Chi sa se tutti i miei giochi

elettronici, i tuoi peluche e tutte le mie bambole

sono fatti da bambini di un paese lontano

dove il cielo si confonde con il mare. Se è così, non si può, se è così, non si può!

Quattro quarti di silenzio per ricordare che più in là,

oltre i monti ed il mare c'è chi ha solamente un sogno di felicità. Quattro quarti di silenzio per chi una

voce non ce l'ha un silenzio perché

forse, meglio di me, può dar voce alla voce del cuore.

Quest'istante è per te, solamente per te.

"Batti un cinque" da lontano con me. E parlare di te, raccontare di te

e dar voce alla voce del cuore. Quest'istante è per te,

solamente per te. "Batti un cinque", il più forte che c'è! Vorrei chiamarti amico perché certo,

come me ci correresti dietro quel pallone;

e forse nei tuoi sogni anche tu somigli a me:

saresti tu a segnare, tu il campione! Mi insegneresti come si può vincere in certi giochi nuovi di elettronica;

diventeremmo amici, come è bello che sia,

perché un bambino vive in allegria. Oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh

Sssss... Quattro quarti di silenzio, ma dopo

"batti un cinque", vai! Sarà un ponte grande intorno al mondo,

ci farà incontrare in tutte le città. "Batti cinque", "batti un cinque"

per dire a tutti che ci sei, che hai diritto anche tu a un domani anche tu

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come tutti i bambini del mondo; che il domani è di tutti è il futuro del mondo

e il futuro ha bisogno di te. "Batti un cinque" anche tu, "batti un cinque" anche tu,

Come tutti i bambini del mondo. Perché il "tanto lontano, oltre i monti

ed il mare... " il lontano è a due passi da qui.

Batti cinque! Batti cinque!

il lontano è a due passi da qui Batti cinque!

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SCUOLA PRIMARIA DON GNOCCHI

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SCHEDA PRESENTAZIONE PROGETTO DI CIRCOLO QUANTE VOCI NEL SILENZIO

2010/2011

Scuola: Primaria Don Gnocchi Classe/sezione I A Titolo del progetto Spettacolo teatrale: “SSST! CHE PAURA!!!” Ambito (ambiente e storia – solidarietà e intercultura – teatro – espressione artistica) Teatro, espressione artistica e coreografica Presentazione del percorso (obiettivi, metodologia, strumenti e materiali utilizzati, collaborazioni…) Obiettivi Esprimere la propria creatività attraverso la recitazione, la danza, il mimo. Sviluppare la capacità di collaborazione, interazione, partecipazione. Manifestare le emozioni che scatenano le paure nel mondo infantile. Potenziare la capacità di memorizzazione. Metodologia Ricerca di personaggi che danno forma alle paure nella cultura e nell’immaginario infantile: vampiri, mummie, lupi, ladri,… Discussioni e riflessioni. Stesura del copione. Drammatizzazione e danza. Strumenti e materiali utilizzati Realizzazione di costumi con materiali di recupero. Oggetti per la scenografia. Lettore cd Evento/prodotto finale Spettacolo teatrale: “SSST! CHE PAURA!!!” presso il Teatro alle Vigne il giorno Martedì 17 Maggio ore 20.30. Collaborazione con il Laboratorio degli Archetipi

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SST! CHE PAURA!

Copione teatrale XXIV Rassegna Teatro delle Scuole Teatro alle Vigne 14-19 maggio 2011

Primo gruppo: ingresso uno alla volta ‘io ho paura di…’ Collocazione di spalle al pubblico Vittoria Io ho paura dei fantasmi Diletta Io ho paura degli zombie Giulia Io ho paura dei ragni Alessandra Io ho paura dei ladri Daniele Io ho paura dei brutti voti Filippo Io ho paura del serpente solitario Renato Io ho paura dell’elefante che mi calpesta Alexandra Io ho paura del buio Giorgia Io ho paura di mio fratello Matteo Io ho paura del Minotauro Benedetti Io ho paura del fuoco Topollaj IO NON HO PAURA DI NIENTE Gabriele T. guida il serpentone che esce sulla destra Secondo gruppo: ingresso uno alla volta ‘io ho paura di…’ Collocazione in riga di spalle al pubblico Andrea Sara Io ho paura degli zingari Emanuel Io ho paura del Tirannosauro Rex Sasha Io ho paura dei topi Jasmina Io ho paura del colore rosso Andrea Io ho paura dei vampiri Gabo Io ho paura delle mummie Martina Io ho paura dei cani

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Aurora Io ho paura delle streghe Alessia Io ho paura del fischietto della maestra Elia Io ho paura dei centauri Francesca: Io ho paura degli scheletri, MA A VOLTE NO!!! Francesca guida il serpentone che esce sulla sinistra E’ UNA NOTTE SCURA SCURA DI FANTASMI E PIPISTRELLI (Jasmina) E’ UNA NOTTE DI PAURA DA FAR TORCERE I BUDELLI (Andrea F.) LE MUMMIE Elia + Andrea Sara: La cosa che più ci fa paura di notte sono le MUMMIE!!!

1. Entrano le mummie dal fondo a destra in fila indiana: Giulia Renato Giorgia Daniele Vittoria Gabriele

2. due giri intorno ai bambini

3. in riga su e giù

4. due girotondi mummie + bambini

5. gincana a zig zag

man mano si esce a destra

I LADRI Gabo + Alessia: La cosa che più ci fa paura di notte sono i LADRI!!!

1. Entrano i ladri dal fondo a sinistra in fila indiana: Emanuel Jasmina Francesca Andrea F. Martina. Vado – stop – giù: si spostano in modo da formare un quadrato intorno ai 2 bambini seduti al centro

2. I ladri si nascondono dietro ai bambini e gli rubano le caramelle

3. I ladri in cerchio attorno ai bambini si passano il fagotto (un giro completo da una

parte e uno dall’altra)

4. I bambini scappano inseguiti dai ladri. Poi l’inseguimento si interrompe improvvisamente

5. I ladri scappano inseguiti dai bambini ed escono a sinistra I VAMPIRI

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Sasha + Aurora: La cosa che più ci fa paura di notte sono i vampiri!!!

1. entrano i vampiri da destra davanti: Diletta Filippo Alessandra Matteo Alexandra Gabriele T. in fila indiana nascosti dal mantello. 5 passi poi BUUU!!!

2. intorno ai bambini i vampiri, spiegando i mantelli, si allargano e si stringono per 3

volte 3. le bambine scappano e si fermano in un punto del palco. I vampiri dietro di loro

agitano i mantelli

4. le bambine scappano di nuovo e quando sono ferme i vampiri le raggiungono e da dietro ancora agitano i mantelli

5. le bambine scappano x 4 volte poi escono tutti a destra

LE PAURE DI GIORNO da sinistra entrano i ladri:

Emanuel Jasmina Francesca Forni Gabo

fanno 3 passi poi si voltano a controllare

escono a destra

da destra entrano in coppia le mummie:

Giulia+Vittoria Renato+Daniele Giorgia+Benedetti Elia+AndreaSara

fanno 3 passi poi si voltano a controllare

escono a sinistra

da destra entrano in coppia i vampiri:

Diletta+Giulia

Filippo+Aurora

Sasha+Alexandra

Topollaj+Matteo

raggiungono il centro del palco, urlo – mani – gambe

escono a sinistra

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SCHEDA PRESENTAZIONE PROGETTO DI CIRCOLO

LA VOCE DEL SILENZIO 2010/2011

Scuola: Primaria “Don Gnocchi” Classe/sezione 2A e 2B Titolo del progetto Spettacolo teatrale: “IL SILENZIO E’ D’ORO?” Ambito (ambiente e storia – solidarietà e intercultura – teatro – espressione artistica) Teatro, espressione artistica e coreografica, educazione musicale, educazione alla cittadinanza Presentazione del percorso (obiettivi, metodologia, strumenti e materiali utilizzati, collaborazioni…) Obiettivi Esprimere la propria creatività partecipando alla vita artistica e culturale della società in cui si vive (art. 31della “Convenzione dei diritti dei bambini”) Sviluppare la fiducia in se stessi, la capacità di autocontrollo, di collaborazione e di interazione. Potenziare la capacità di memorizzazione. Manipolare testi linguistici e non, in contesti e situazioni concrete. Metodologia Discussioni, riflessioni, stesura di frasi da inserire nel copione teatrale, drammatizzazioni e canti corali. Strumenti e materiali utilizzati: Oggetti per la scenografia realizzati con materiali di vario tipo. Lettore CD. Evento/prodotto finale Rappresentazione teatrale presso il Teatro Alle Vigne il giorno 16 maggio 2011

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IL SILENZIO E’ D’ORO?

Copione teatrale XXIV Rassegna Teatro delle Scuole Teatro alle Vigne 14-19 maggio 2011

Personaggi BAMBINI: Tutti Oggetti Teli mostri della notte IIA Palloncini bianchi con telo per fantasma IIB UN CD A TESTA per fare lo specchio IIA e IIB Teli o eventuali oggetti per: VIAGGIO (FAGOTTO DA VIANDANTE) IIA

NATURA IIB NOTTE IIA OCCHI e ACQUA IIB

COPIONE VOCE ESTERNA: Una volta tre raccontastorie fecero una gara , e avrebbe vinto quello che sapeva la fiaba più corta. Il primo raccontastorie raccontò una fiaba di cento parole. Il secondo raccontò una fiaba di cinquanta parole. Il terzo stette zitto e nulla raccontò. - Bè , allora? – dissero gli altri due. – Non dici niente, tu? - Ho già finito. La mia fiaba s’intitola : Il silenzio è d’oro. I suoi compagni riconobbero che la sua era stata la fiaba più corta e gli dettero il premio. Ma io non so che premio sia stato. (Si apre il sipario) MUSICA: entrata uno alla volta della classe IIB in ordine di parlata in posizione per pensare. Al segnale cambiano posizione 4 volte. Poi chi parla si alza in piedi. IIB GIOVANNI: Che barba il silenzio! CHIARA: Che pizza! ANDREA: Io odio il silenzio SEBA: Il silenzio non è affatto divertente! LUDMILLA: Il silenzio mi rattrista CRISTIAN: Come è difficile stare in silenzio! MIRIAM: Come è difficile trovare….il silenzio. FABRIZIO: Il silenzio è quasi insopportabile… STEFANIA: In silenzio non mi rilasso per niente, continuo a immaginare di essere altrove. ALBERTO: Il tempo in silenzio diventa lunghissimo e non finisce mai. ALESSIA: Non voglio stare in silenzio MATTEO V: Il silenzio è noioso AURORA: Il silenzio è proprio noioso RICCARDO V: Il silenzio mi fa paura TUTTI: Che fatica questo silenzio! MUSICA: posizione scuola in ginocchio. Chi parla si mette in ginocchio alzato. JEGLIA: Quando c’è silenzio ci scappa da ridere. RICCARDO B: Lo soffriamo come il solletico e dobbiamo subito interromperlo. REGINA: A scuola smontiamo le penne e ne suoniamo i pezzi

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ALESSANDRO: o costruiamo torri pendenti e le collaudiamo MATILDE: e…. Intorno, scoppiano risatine MATTEO S: e piccole cose cadono. (espressione) TUTTI: Ecco fatta la magia che il silenzio porta via! LIA: A casa è più facile. MARCO: Si preme un tasto e si accende il rumore. (posizione telecomando) IIB Frasi sui rumori di casa (chi parla si tappa le orecchie) GIOVANNI: La televisione CHIARA: il ticchettio dell’orologio ANDREA: Il rumore della stufa SEBA: Bù,bù,bù… ffffff, ciuf ciuf ciù, uueee…uueee! LUDMILLA: L’orologio a cucù CRISTIAN: Le voci che vengono dal parchetto MIRIAM: La porta che si apre FABRIZIO: La sorellina che piange STEFANIA: Il signore del TG5 ALBERTO: il ferro da stiro ALESSIA: i bambini che urlano MATTEO V: La lavatrice che va AURORA: La mamma che apre e chiude i mobili RICCARDO V: L’ascensore, il nonno al computer JELIA: Mio papà martella, i miei fratelli urlano, cade una sedia… RICCARDO B: Papà che russa, mio fratello al telefono REGINA: la radio che canta ALESSANDRO: schiocchi, scricchiolii, pum pum, ciufffff, ccccccccc, bzzzz MATILDE: L’ambulanza che passa MATTEO S: il temporale LIA: Il cellulare MARCO: Le auto che passano TUTTI: Bastaaaaaa! TUTTI: Anche i grandi non amano il silenzio MUSICA: 2 (LA II B si schiera dietro, uno alla volta dai lati arrabbiati. Evviva e si sgonfiano a terra. II A entrano uno alla volta in ordine di parlata in posizione di urlo. Al segnale: tifo, sgridare, band, discoteca, cellulare, moto, auto sx, dx, frenata, guerra e caduta. Urlo muto. Da qui chi parla giù le mani) MARIANNA: … e in breve tempo LEO: caos, LUCREZIA:confusione, FEDERICO: tutto è invaso dal rumore, MARTINA: rumore di auto, DAVIDE: di teste scollegate, ARIANNA: di televisioni sempre accese…: GIADA: Il caos è nella mente! MUSICA: (girare la testa) RACHAD: Confusione! MATTEO: Tutti parlano sempre e a sproposito, ANDREA R: a volte sembrano parlare lingue diverse ALE: e non si capiscono mai. GIOVANNI: Nessuno sa più ascoltare GIULIA CO: e nessuno è più ascoltato…

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ANDREA G: Ciascuno cerca inutilmente di comunicare, GIULIA CA: ma spesso le sue parole sono incomprensibili per gli altri. ORI: Non si capisce più niente! GIULIA A: Ognuno vuole avere ragione, FOSCA: Quello che faccio io è giusto, quello che fai tu è sbagliato! LUCA: Ognuno sembra voler imporre il suo modo di pensare. MARCO: Quello che penso io è giusto, quello che pensi tu è sbagliato! TUTTI: (ripetono guardando pubblico): Pensare? FEDERICO: Come si poteva pensare in un luogo dove non c’è mai silenzio? (spallucce e dicono) TUTTI: Boh! Proviamoci IIA (Chi parla indica punti diversi) MARIANNA: I bambini che muovono le sedie e i tavoli LEO:il treno che passa LUCREZIA: Gli uccelli che cinguettano FEDERICO: Ho sentito il fruscio di un mostro fluttuante MARTINA:La mamma che svuota la lavastoviglie DAVIDE: Il rumore della matita sul foglio ARIANNA: L’acqua dei termosifoni GIADA: La sveglia RACHAD: La tosse MATTEO: La campana della chiesa ANDREA R: Le pentole che fanno BLO BLO BLO… ALE: La caldaia GIOVANNI: Gli aerei GIULIA CO: I miei pesci che fanno le bolle ANDREA G: DRIIIN TIC TAC TIC TAC GIULIA CA: L’orologio che segna le ore ORI: la tele che parla di morti GIULIA A: Il cane che abbaia FOSCA: La mamma che parla al telefono LUCA: Sento il vento che batte MARCO: Il telefono che squilla TUTTI: Rumori, rumori, rumori… sempre rumori! (mani sulle orecchie: BLA BLA BLA MUTO) MARIANNA: Eh sì, perché il silenzio è un problema…. LEO: un vero problema LUCREZIA: Un problemone! FEDERICO: Nel silenzio si rischia di pensare…. MARTINA: E quando manca la luce è un super problema: DAVIDE: un SILENZIO BUIO è sempre affollato… MUSICA: 3 fantasmi palloncini IIA (IIB: Riccarco B, Marco, Matilde, Alessia, Jeglia e Christian escono a prendere i palloncini fantasmi e sono poi gli ultimi a rientrare in scena. IIA:Al segnale: Paura, tremare, muovere la testa dx, sx, alto, basso (2 volte), si accucciano. Per primi si alzano i FANTASMI (Giulia CA, Ori, Rachad, Martina, Giada) dopo aver girato tra gli altri, si mettono in foto. Così anche gli altri nell’ordine: ZOMBIE (Ale, Luca, Giulia Co, Andrea Ga, Lucrezia, Arianna, Marco), STREGHE (Fosca, Giulia A, Leo, Martina), MOSTRI (Gio, Matteo, Andrea, Federico, Davide). Si aggiungono i FANTASMI IIB)

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ARIANNA: Non serve accendere la pila. GIADA: E neanche recitare “Io non ho paura”. RACHAD: Solo il ritorno dell’elettricità i mostri silenziosi caccerà! MATTEO: Poi una mattina ti svegli prima dell’alba ANDREA R: e c’è un gran silenzio… ALE: Neanche un grillo ritardatario GIOVANNI: o un galletto in anticipo. TUTTI: Nulla di niente. GIULIA CO: Ma un SILENZIO VUOTO è peggio di un incubo! ANDREA G: Ti senti così solo da cacciare la testa sotto le coperte. GIULIA CA: E lì magia….. Sei in compagnia del BUM BUM del tuo cuore. MUSICA: 5 (mani sul cuore) ORI: Sonoro e potente come il tamburo di un grande capo indiano. GIULIA A: Con quello pensi di sconfiggere il silenzio. E metti il naso fuori… FOSCA: A volte il SILENZIO VUOTO si popola di fantasmi sforacchiati, LUCA: ma un cuore-tamburo è capace di farli ballare fino all’esaurimento… MARCO:… e uno scoppio di risa può spararli via come palloncini bucati! (I bambini della IIB lasciano volar via i palloncini e corrono al loro posto in riga e la II A si dispone in due fila laterali una a destra da Marianna ad Andrea R, l’altra a sinistra da Ale a Marco) (CANZONE DI LIA e LUDMILLA: La scomparsa della stella) LIA: E’ lì magia….. Quando finalmente sei in compagnia del tuo cuore e della tua mente Allora il silenzio vuoto è pronto a riempirsi di quel che immagini. MUSICA: 6 (IIB avanzano tutti in riga abbracciati poi uno alla volta si mettono in posizioni nello spazio ognuno con la sua frase) II B GIOVANNI: Nel silenzio non devo essere disturbato CHIARA: Nel silenzio dormo bene ANDREA: Nel silenzio faccio i compiti SEBA: Nel silenzio riesco a scrivere LUDMILLA: Nel silenzio sento le onde del mare CRISTIAN: Nel silenzio ascolto la natura MIRIAM: In silenzio gioco a Shangay FABRIZIO: Nel silenzio faccio i puzzle STEFANIA: mangio in silenzio ALBERTO: Nel silenzio faccio Yoga ALESSIA: Nel silenzio gioco da sola MATTEO V: Nel silenzio mi rilasso AURORA: Nel silenzio mi concentro RICCARDO V: In silenzio ascolto il vento JELIA: Nel silenzio guardo le foglie che cadono RICCARDO: In biblioteca c’è silenzio REGINA: Nel silenzio ascolto la terra ALESSANDRO: Quando si lavora c’è silenzio MATILDE: In silenzio penso a cosa fare dopo MATTEO S: Quando gioco con i miei giochi LIA: C’è silenzio MARCO: Quando nessuno parla (TUTTA LA IIB POSIZIONE YOGA. POI I ABBASSANOE LA IIA SI ALZA E SI POSIZIONE NELLO SPAZIO) IIA MARIANNA: Quando facciamo le schede difficili

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LEO: quando si dorme LUCREZIA: quando faccio il bagno FEDERICO: in cameretta MARTINA: a casa mia mai DAVIDE: nello spazio ARIANNA: in ospedale RACHAD: sott’acqua GIADA: in montagna MATTEO: forse in paradiso ANDREA R: in chiesa ALE: in biblioteca GIOVANNI: nel deserto GIULIA CO: di notte ANDREA G: sulla luna GIULIA CA: quando il mare è calmo ORI: nei sogni GIULIA A: sul mare FOSCA:Nella mia mente LUCA: su un’isola deserta MARCO: quando dormo TUTTI: Gusto il silenzio… immagino rifletto MARCO IIA: Quante cose si scoprono in questo mondo ascoltando il silenzio! IIB: E’ il modo migliore per viaggiare in nuovi mondi MUSICA DI VIAGGIO: 7 IIA (Matteo, Marco, Luca, Andrea R, Lucrezia, Ori, Fosca, Gio, Leo, Rachad) Sia II A che II B girano nello spazio fingendo di avere la valigia i bambini della II A della scena escono a prendere il fagotto. Gli altri tornano al loro posto in scena poco alla volta. I bambini del viaggio rientrano con fagotti e girano nello spazio. Al segnale: tenda, giro, fuoco, giro e uno alla volta fagotto in spalla e direzione e poi uno alla volta nello spazio.) ORI: Ascolto il giorno, MATTEO: ascolto il mondo, FOSCA: Ascolto le voci, LUCA: ascolto i suoni, RACHAD: ascolto i rumori…. GIO: ascolto la gente, MARCO:ascolto i paesi, ANDREA R: ascolto le città, LEO: ascolto la vita LUCREZIA: Fuori di me! MUSICA NATURA: 8 IIB (Giovanni e Sebastiano= terra; Regina e Ludmilla= cielo; Chiara= Sole; Riccardo e Lia= prato fiorito; Aurora= Acqua) (La II A dei fagotti va al posto e mettono i fagotti dietro. La IIB compone il quadro della natura) SEBASTIANO: Ascolto in silenzio la terra, GIOVANNI: ascolto i suoi movimenti LUDMILLA: ascolto il cielo REGINA: ascolto le nuvole che passano leggere

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LIA: ascolto il canto dei fiori RICCARDO V: Ascolto i sottili fili d’erba AURORA: Ascolto l’acqua che porta la vita CHIARA: ascolto il vento che passa leggero come una carezza e canta una lieve melodia MUSICA NOTTE: 9 IIA (TELO NOTTE 1: Giulia Ca, Giulia Co, Giulia A, Ale; TELO NOTTE 2: Andrea Ga, Davide, Martina, Federico, LUNA: Marianna, STELLINE: Arianna, Giada) (Il gruppo NATURA IIB esce dall’ultimo uno alla volta e tornano al loro posto in scena dopo aver messo dietro i tessuti. Il gruppo NOTTE IIA forma il suo quadro) ARIANNA: Ascolto la notte, GIADA: Ascolto la luna GIULIA CA, GIULIA CO, GIULIA A, ALE: Ascolto il buio. ANDREA GA, DAVIDE, MARTINA, FEDERICO: Ascolto le stelle MARIANNA: Le sento vibrare insieme al mio cuore. MUSICA OCCHI: 10 IIB (Andrea e Ale; Stefania e Fabrizio; Matteo V e Matteo S; Miriam e Alberto) (Il gruppo notte esce uno alla volta dall’ultimo entrato. Il gruppo Occhi II B entra a coppie e si dispone nello spazio. Al segnale occhi verso dx, centro, sinistra ci si copre il viso. Poi in riga verso il pubblico e di nuovo occhi a dx, centro, sx e copro il viso. Chi parla scopre il viso e si ricopre) ANDREA: Apro gli occhi e … ALE: Guardo in silenzio gli occhi che mi guardano. MIRIAM:… a volte mi spaventano, a volte mi rassicurano. MUSICA ACQUA: 11 IIB (Uno alla volta girano gli occhi che diventano pesci e nuotano in fila nello spazio tornano sulla riga e parlano) ALBERTO: Ascolto l’acqua che scorre STEFANIA: Immagino di essere sott’acqua. FABRIZIO: E’ divertente! MATTEO V:Subito il silenzio si riempie del mio respiro forte MATTEO S:e della vita fluttuante di un fondale marino. (escono i pesci nuotando liberi nello spazio) MUSICA SPECCHI: 12 IIA + IIB (tutti in posizione con cd a specchio nello spazio. Al segnale cambio posizione 4 volte.)) IIA: Nel silenzio mi ascolto IIB: scopro chi sono GIOVANNI: scopro i miei occhi CHIARA: scopro i miei occhi che mi guadano ANDREA: guardo il mio viso SEBA: i miei capelli LUDMILLA: il mio naso CRISTIAN: e scopro a chi assomiglio di più.

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MIRIAM: In silenzio davanti allo specchio FABRIZIO: gioco STEFANIA: con la bambina che ho davanti ALBERTO: con il bambino che ho davanti ALESSIA: è divertente e buffo MATTEO V: mi assomiglia proprio molto AURORA: a i miei stessi occhi RICCARDO V: il mio stesso sorriso JELIA: forse anche le mie stesse idee RICCARDO: i miei stessi pensieri REGINA: In Silenzio ho scoperto un nuovo mondo. ALESSANDRO: Ho scoperto un silenzio PIENO DI IDEE, MATILDE: che frullavano come tante lucciole nella mia testa MATTEO S: Guardo le piccole cose, LIA: le ascolto MARCO: e capisco che… TUTTI: Sono grandi! CANZONE 13 (base 14)

UNA CANZONE PER LO SPETTACOLO

NEL SILENZIO… INVENTA UNA POESIA C'e' un gabbiano che plana in montagna e un cammello che sta al polo nord c'e' la pioggia che sale e non bagna che dico non lo so eppure c'e' una spiaggia di neve in agosto e una luna che abbronza lassu' un deserto che non trovi un posto forza dai prova anche tu (lasciamo sotto ai banchi le penne e i fogli bianchi le gomme le matite e puntiamo il naso in su' pensaci) c'e' se ti guardi attorno c'e' tutto quello che non c'e' sai cos'e'? e' un po' di te... pensaci c'e' tra le nuvole un'idea e' una specie di magia falla tua la fantasia inventa una poesia (na na na na na na na na na na na na na na na sentirai quanta energia...)

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c'e' un oceano dentro un acquario e una stella marina nel po un alpino che fa il marinaio o il contrario che ne so' (prendiamo i fogli bianchi le penne sotto i banchi una poesia si inventa immaginandosi di piu'... eccoci) c'e' se ti guardi attorno c'e' tutto quello che non c'e' sai cos'e'? e' un po' di te... pensaci c'e' tra le nuvole un'idea e' una specie di magia falla tua la fantasia inventa una poesia anche tu che colori di blu' ogni angolo buio del cielo metti in rima se vuoi i tuoi sogni coi miei perche' insieme noi ce la faremo... na na na na na na na na na na na na na na na falla tua la fantasia inventa una poesia (inventa una poesia) inventa una poesia (qualunque cosa sia) qualunque cosa sia (inventa una poesia) falla tua la fantasia inventa una poesia...

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IL SILENZIO E’ D’ORO ?

Recita il proverbio: “Il silenzio è d’oro”: siamo tutti d’accordo con questa affermazione? Chi sì e chi un po’ meno. Certo se ci fosse più silenzio si avrebbe modo di pensare meglio e forse si direbbero e ascolterebbero meno sciocchezze. Ma innanzi tutto bisogna precisare di che silenzio parliamo… C’è un silenzio per pensare, uno per ascoltare, ma c’è anche quello che ci fa paura, soprattutto se siamo da soli, oppure quando c’è buio e anche quando non riusciamo a rispondere alla maestra che ci interroga e tutti i compagni ascoltano il nostro silenzio… Poi c’è un silenzio bello, quello che ci calma, che aiuta a concentrarci e a capire meglio chi siamo. In silenzio si possono anche ascoltare i nostri pensieri, trovando soluzioni ai problemi che ci preoccupano. In questo silenzio nella nostra mente frullano idee splendide, che trasformano le piccole “cose” che ci circondano e le fanno diventare grandi. Volete unirvi a noi in questo viaggio alla scoperta del silenzio?

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SCHEDA PRESENTAZIONE PROGETTO DI CIRCOLO LA VOCE DEL SILENZIO

2010/2011

Scuola: primaria statale Don Gnocchi Classe/sezione 3 A e 3 B Titolo del progetto Ambito (ambiente e storia – solidarietà e intercultura – teatro – espressione artistica) teatro Presentazione del percorso (obiettivi, metodologia, strumenti e materiali utilizzati, collaborazioni…) Gli obiettivi che ci siamo proposte sono: Sviluppare nuove modalità comunicative e utilizzare in modo personale il linguaggio gestuale e motorio per esprimere individualmente e collettivamente stati d’animo, idee, situazioni. Assumere un atteggiamento di fiducia verso le potenzialità del proprio corpo confrontandosi e cooperando con i compagni. Percepire il ritmo silenzio-rumore attraverso la musica, giochi corporei e dialoghi alternati. Comprendere, sulle orme di Ghandi, l’importanza del silenzio come momento di ascolto e riflessione. L’operatore ha stimolato l’incontro dei bambini con Gandhi utilizzando una sua immagine collocata in un angolo della palestra da dove proveniva una musica: i bambini si sono avvicinati spontaneamente e hanno incominciato a fare domande… successivamente ha letto alcune pagine del libro “Il gioco del silenzio” di Clements coinvolgendo direttamente i bambini nel libro e nel gioco. La costruzione delle scene è stata effettuata ricreando gesti e parole spontanee dei bambini stessi. Per la canzone è stata riadattato un brano molto noto cambiandone il testo. Il lavoro è stato svolto in parte nel contesto classe ed in parte a classi aperte, sia nei momenti con l’operatore sia nei momenti di lavoro con le maestre. In classe è stata approfondita la conoscenza di Gandhi, si è costruita la sceneggiatura di qualche scena e si è lavorato sulla canzone. La costruzione della scenografia ha richiesto l’utilizzo di alcune panchine della palestra e della scuola dell’infanzia che i bambini hanno riutilizzato in maniera creativa. Per i costumi stile anni ’50 è stata proposta la rielaborazione creativa dei propri abiti, cercando di cogliere alcuni dettagli tipici dell’epoca ( visione d’immagini di Happy Days e Grease ) La collaborazione del Teatro degli Archetipi ha garantito un’alta qualità della proposta e del percorso. Evento/prodotto finale Rappresentazione teatrale nell’ambito della rassegna del Teatro-Scuola

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IL GIOCO DEL SILENZIO Copione teatrale

XXIV Rassegna Teatro delle Scuole Teatro alle Vigne 14-19 maggio 2011

PERSONAGGI : Ragazzi della scuola Primaria INTRO : suono della campanella tutti i ragazzi si riversano nell’atrio della scuola per l’intervallo ( MOVIMENTO IN TUTTO LO SPAZIO SCENICO- DURATA 20 SEC…– entrate e uscite ) SCENA 1. ( musica, luce piena, ingresso ragazzi a gruppi per sequenza passi fino allo stop finale )

1. Dave era nel bel mezzo della sua 4 ora di silenzio 2. Dave aveva una buona ragione 3. per essere nel bel mezzo della sua 4 ora di silenzio 4. ma non è questo il momento di parlarne…. 5. questo è il momento di parlare 6. di che cosa aveva capito 7. nel bel mezzo del suo silenzio 8. Dave aveva capito che restare in silenzio a scuola TUTTI : è molto difficile!! 9. Dave infatti 10. stava provando a restare in silenzio TUTTI : per un giorno intero!! 11. voleva tenere le labbra sigillate 11b.fino alla fine della giornata 12. non dire nemmeno una parola fino al trillo dell’ultima campanella 13. e la ragione per cui Dave aveva deciso di non parlare…. 14. no! Non è ancora questo il momento di parlarne! 15. ora è il momento di parlare 16. di che cosa fece nel bel mezzo dell’interrogazione di storia 17. Dave guardò il suo raccoglitore 18. guardò il resto della classe 19. e apri bocca TUTTI: ma non parlò!!

19b.si mise a tossire 20. tossi e continuò a tossire finché…..

- VOCE FUORI CAMPO : Vai Dave, vai pure a bere un sorso d’acqua; esporrai la tua ricerca più tardi SUONO DELLA CAMPANELLA ( TUTTI CORRONO ED ESCONO)Tranne Dave DAVE: restare in silenzio? No problem!!!

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SCENA 2. NARRAZIONE : ( maschi 1.-femmine 2.)- due narratori che parlano forte e chiaro anche non a memoria 1.Quando succede qualcosa, c’è sempre una spiegazione semplice. 2. ma questa spiegazione semplice non dice mai tutto. 1. Ad ogni modo, ecco la spiegazione semplice: Dave aveva deciso di smettere di parlare per un’intera giornata per qualcosa che aveva letto in un libro. Visto? Molto semplice, molto chiaro! 2. Ma questo non dice tutto. 1. allora, ecco qualche altro dettaglio. Dave doveva fare una ricerca sull’India insieme ad un compagno Non una cosa lunga Solo i fatti principali Qualche accenno sulla storia Qualche accenno sul governo Qualche accenno sul territorio Qualche accenno sulla popolazione Qualche accenno sulla cultura Qualche accenno sulla cucina Qualche accenno sul … DAVE: Basta così!!! Solo un esposizione di cinque minuti 2. il compagno di ricerca di Dave era Lynsey 1. hai hai hai hai!!!!! 2. troppo difficili le relazioni maschi femmine. 1. comunque, Dave pensava che il personaggio più affascinante nella storia dell’indipendenza dell’India fosse il Mahatma Gandhi La sua era una storia incredibile, ma vera E quel qualcosa che aveva letto in un libro era: VOCE FUORI CAMPO: frase di Gandhi……. DAVE: restare in silenzio? No problem!!! Se le ragazze fossero costrette a stare in silenzio 5 minuti scommetto che gli esploderebbe la testa! - Arriva Linsay LINSEY: ti è passata la tosse!? Mi è sembrato di aver sentito una vocina lamentosa, hai detto qualcosa? DAVE: in effetti si…..se voi foste costrette a stare in silenzio per 5 minuti vi esploderebbe la testa. LINSEY: ritira quello che hai detto!!! DAVE: ritirare cosa!? ma lo sanno tutti…; e c’è un modo per dimostrarlo SCENA 3.

- canzone tre parole…… -Ok, ecco il patto: un intero giorno di scuola senza parlare. Da nessuna parte!

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Una gara maschi contro femmine, chi parla di meno vince SCENA 4. Preparazione panche e sedie - fermo immagine immobili per 30 secondi - Sfida maschi femmine, gara delle tre parole ( gioco di velocità con errori già inseriti) - ( i maschi alla fine della sfida dovranno essere in penalità di 21 parole )- - ( servirebbero oggetti per fare suoni o rumore……campanella, maracas, trombetta…….) LINSEY: ho cambiato idea, sui maschi dico. Siete stati grandi, avete combattuto lealmente. E sullo stare in silenzio? Bravi anche in quello, tutti quanti…..Grazie.

DAMMI TRE PAROLE Adattamento della canzone

(maschi) c'e' solo una prova e io so qual è e' una vera gara maschi contro femmine (femmine)

bravo sai pensare solo cose stupide sei un bambinone stai nel tuo mondo

(maschi) solo otto parole potremo utilizzare ..vi potranno bastare!? e' quello che ci vuole prendere o lasciare magari volete scappare sono le istruzioni stringiamoci le mani noi siamo così buoni oooooye!!!!! (femmine)

parlate a voce bassa spiegateci perché

ne e' sempre pieno il mondo di maschi come voi

lasciateci un momento stiamo pensando che sarà più bello il gioco giocando fino in fondo

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solo tre parole a noi potran bastare

per dire ciò che ci pare e' questo che ci vuole

prendere o lasciare la sfida può iniziare

sono le istruzioni prendiamoci le mani

non siamo mai così vicini (maschi) blèèèèè!!!!!! ……………. …………….. ( tutti x 2

volte) Saranno tre parole che potremo utilizzare ora la sfida può iniziare e' quello che ci vuole prendere o lasciare stavolta non potremo sbagliare! noi certo vinceremo ora diamoci la mano e in silenzio cominciamo… Ooooook!!!!

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SCHEDA PRESENTAZIONE PROGETTO DI CIRCOLO LA VOCE DEL SILENZIO

2010/2011

Scuola: Primaria Don Gnocchi Classe/sezione 4^ A Titolo del progetto LE VOCI DEL SILENZIO – NOTTE IN BIBLIOTECA: TRE STORIE SENZA VOCE Ambito (ambiente e storia – solidarietà e intercultura – teatro – espressione artistica) Ambiti: linguistico, storico, teatrale, espressivo artistico e letterario. Presentazione del percorso (obiettivi, metodologia, strumenti e materiali utilizzati, collaborazioni…) Premessa L'attività teatrale offre al bambino la possibilità di giocare con la fantasia,di assumere ruoli e vivere situazioni fantastiche o reali. A teatro si gioca con gli altri, si balla, si imita,ci si trasforma,si ride e si conosce, si conoscono storie che ci fanno meditare,discutere,arrabbiare e che ci fanno crescere. Quest'anno abbiamo voluto rappresentare la voce del silenzio con tre storie,storie che non hanno voce,dove,i protagonisti principali, tratti dalla letteratura e dalla storia,sono bambini,la cui voce è stata soffocata,i loro diritti calpestati. Obiettivi

I linguaggi artistici come contenitori ed esaltatori di codici comunicativi; sviluppare la sicurezza di sé e l’autostima; far acquisire capacità relazionali fondate sul senso civico, sul rispetto degli altri e della diversità e dell’ambiente; usare il corpo e la voce per interpretare e raccontare; scoprire il gioco teatrale e saper drammatizzare.

Metodologia, strumenti e materiali utilizzati:

laboratori teatrali; letture e discussioni in classe di brani storici e letterari relativi all’argomento teatrale; ricerca di usi e costumi relativi alle epoche storiche trattate con l’utilizzo di internet; costruzione di oggetti di scena con materiali riciclabili; costumi e scenografie; utilizzo di musiche varie.

Collaborazioni:

Esperto del Laboratorio degli Archetipi. Evento/prodotto finale Il 17 maggio 2011 nella struttura del “Teatro Alle Vigne” di Lodi si è svolto lo spettacolo teatrale.

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NOTTE IN BIBLIOTECA Tre storie senza voce

Copione teatrale

XXIV Rassegna Teatro delle Scuole Teatro alle Vigne 14-19 maggio 2011

Classe 4A

PERSONAGGI /AZIONI/ musica/ Luce

preparare la scena : pile di libri sul palco luce sul corridoio centrale e poi sul palco.

Musica n 1

IL GRUPPO DEGLI STUDENTI ENTRANO DAL CORRIDOIO

CENTRALE, BALLANO POI SALGONO ED ENTRANO IN

BIBLIOTECA (abbassare musica quando si siedono in cerchio 35) yassine con

cartello biblioteca RAGAZZI FANNO UN PO’ DI

CHIASSO. Voce fuori campo, quella del

bibliotecario:

I BAMBINI RISPONDONO narratore

I BAMBINI RISPONDONO narratore

abbassare le luci effetto notte

narratore

luce blu e verde seguendo la musica musica 2

BALLETTO “LIBRI NOTTE” CHE ENTRANO, SI MUOVONO, CADONO ,

ESCONO I PE RSONAGGI,AL CAMBIO DI

MUSICA (PEZZO LENTO) I 3 LIBRI ESCONO CON I PERSONAGGI

AVVOLTI NELLE PAGINE , I TRE

TRAMA 1^ scena “Silenzio! Il silenzio in biblioteca è essenziale e voi dovete rispettarlo! Perché il silenzio è della biblioteca e quando la sera chiudo il portone , non rimane più nessuno, eccetto il silenzio…..,ma ditemi cosa pensate che accada in una biblioteca quando gli ultimi studenti chiacchieroni, per esempio …come voi se ne sono andati? Forse pensate che il locale sia vuoto? “ certo!” Che non ci sia vita? Ovvio! No, cari ragazzi, in questo luogo cala il silenzio e la biblioteca apre le sue pagine.” E’ notte, nel silenzio profondo, la biblioteca apre le sue pagine; i libri escono dagli scaffali, prendono vita, parlano raccontando le loro storie. Le voci dei personaggi infrangono il silenzio e diventano ombre, anime che trasformano la biblioteca in una sorta di teatro vivente.

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PERSONAGGI ESCONO ROTOLANDO. RIPRENDE BALLO.

TUTTI ESCONO DI SCENA TRANNNE ROSSO MALPELO E IL LIBRO VITA

DEI CAMPI. Luce in penombra

musica 3 Mascagni sottofondo

narratore

luce su Malpelo

SI POSIZIONA IN CENTRO Lorenzo

luce sul palco ENTRANO I MINATORI E

LAVORANO narratore

MUORE IL PADRE (Cedric) Lorenzo

narratore

solo luce davanti E PADRE E MINATORI ESCONO DI SCENA

Lorenzo

2^ Scena Questa novella scritta da Giovanni Verga più di cento anni fa si svolge in Sicilia, in una miniera. Quello di cui si narra potrebbe accadere anche adesso. Ovunque nel mondo ci sono bambini soli, sfruttati e maltrattati, contro i quali è lecita ogni violenza; bambini che non hanno voce. In Sicilia viveva un ragazzo rosso di faccia e di capelli, tanto che tutti lo chiamavano Rosso Malpelo. “Mi chiamano Russu Malupilo picchi aio lu core ea faccie ei capiddi russi.”… Rosso Malpelo è povero, così povero che suo padre se lo porta a lavorare in miniera. Poi un giorno il padre muore in una remota galleria, schiacciato da una frana e Malpelo rimane solo. “Me pactri u chiamavanu Masciu Misciu Bestia è muriu sutta na muntagna ri rina .A rina è traritura ,me pactri a battia sempre e a rina su manciò a tradimento,picchi era chiù foite ri iddu… Malpelo vive in miniera dove lavorano tanti altri bambini, ma ce n’è uno a cui Malpelo vuole un po’ di bene: Ranocchio. Ranocchio è gracile, non è abituato al buio e alla mancanza d’aria e ben presto si ammala. “Mi ricuordo ri una sira d’estate,i stidde splendevano luscenti sulla sciara,io e Ranocchio taliavamo u scielo . … “ Malpelo, talia chi spettaculu: i stidde dell’Orsa Maggiure e più in là ra croce ru Signuri. “Ranocchio,quantu sugnu bedde di steddi,ma pi nautri ca siemu fatti pi campare suttaterra avisse esseri scuro siempre, na tutti i paiti.

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Ranocchio

musica 4 luce sul palco bianca

BALLO DELLE STELLE

Musica 5 solo luce davanti

Lorenzo

5 MUORE RANOCCHIO

Lorenzo

5 luce sul palco

ENTRANO I MINATORI Casian

Aquino

Casian Musica 6 (al 7sec. abbassare)

Lorenzo musica alzare e sfumare quando esce

luce che si abbassa sempre più LORENZO PRENDE LA LANTERNA E

VA IN GALLERIA. I MINATORI ESCONO.

BUIO

solo luce davanti

musica 7 ENTRA IL SECONDO LIBRO “ IL NAZISMO E L’EUTANASIA DEI

MALATI DI MENTE” CON LOSSA ( Elena L: - Ale V.)

narratore su musica 7

luce sul palco musica Sting n 8

ENTRANO I BAMBINI E SI

“ Io sugno Malpelo e se muoro nuddu mi cerca” “ Picciotti venite ca! Dobbiamo fare 2 metri di scavo laggiù; chi ci va? chi ci va? “Picchè non va aissa, ingegnere? Chi va suttuterra non torna chiù!” “chi ci va? chi ci va?” “ Ci vado io” 3^ Scena Dal 1939 al 1945 migliaia e migliaia di persone, uomini donne e bambini furono eliminati nella Germania nazista. La loro colpa fu quella di non rientrare nei parametri che l’ ideologia di Hitler aveva stabilito in nome di una razza forte,sana e bella . Si eliminarono disabili,malati mentali,asociali, schizofrenici, epilettici,sordi e muti,tutto questo con la complicità di sedicenti psichiatri .La capacità produttiva diventa il metro di valutazione della vita umana.”Se non sei produttivo non conti, se non conti la tua vita non vale nulla, se la tua vita non vale nulla tanto vale morire”.Questo era lo schema logico capovolto della Germania nazista. In data 1° settembre 1939 fu emanato l’ordine scritto di Adolf Hitler che legalizzava la morte per grazia ai malati considerati incurabili. L’eugenetica nazista “Aktion T4” venne estesa anche a quelle persone che, per stili di vita e comportamenti fuori dalla norma venivano considerati una minaccia biologica. Si giunse all’eliminazione di un numero elevato di persone affette solo da lievi disturbi della personalità insieme ad

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DISTRIBUISCONO A SCACCHIERA narratore dopo prima fila

Musica sottofondo

Sfumare musica e stop silenzio

narratore

I BAMBINI ALZANO LA MASCHERA SULLA FACCIA AD ONDA

LA INDOSSANO

GIRANO LA MASCHERA,

musica 9 I BAMBINI DELL’ ORFANOTROFIO SI

DISPONGONO IN SCENA Ale V.

BALLO IN SILENZIO

SEMICERCHIO PER ASCOLTARE LA

POESIA

Aurora legge la poesia di Garcia Lorca

musica 9 solo luce davanti

alcolisti, ragazzi problematici ma mentalmente sani, spesso solo ospiti di orfanotrofi. Così l’eugenetica nazista nata nel 1933 come strumento di prevenzione delle patologie fisiche e psichiatriche divenne strumento di repressione ideologica. “ Io, ero uno di quei bambini,guardate quello biondo laggiù (INDICA FEDERICO) mi chiamo Ernest Lossa sono uno tedesco, zingaro, bianco. Non avendo più i genitori finii in un orfanotrofio, non ho molti ricordi ma mi piaceva giocare e ascoltare la mia insegnante leggere poesie. “….La tristezza che ha la mia anima la lascio sulla bianca strada per vedere se la trovano i bambini e l'affondano nell'acqua, per vedere se nella notte stellata se la portano i venti, lontano.” “ Un giorno arrivò una fredda e gelida dottoressa, dico questo perché le toccai le mani, sembravano di cera e gli occhi erano tristi ma feroci. Lei mi osservò per qualche giorno e decise che con me non ci sarebbe stato nessun successo educativo, ero anormale e asociale. Io anormale e asociale? Ma se mi piacciono le poesie e voglio bene ai miei compagni… Ma una fredda notte mi portarono a Kaufbeareu e lì… la musica cambiò. Lossa è vivace e inquieto, ruba e non si capisce cosa gli dà tanta energia dato che non mangia. Tende alla ribellione, forse pensa. Dopo alcuni tentativi di educarlo Lossa ruba ancora. “ Non rubavo per me, ma per gli altri ammalati. C’erano delle belle mele rosse, come la mela di Biancaneve… lucide nella cantina.. Ho rubato la chiave (sussurrando) e ho riempito la cesta. Dovevate vedere i miei compagni come erano contenti di morderle, di assaporarle. Sono felice di averlo fatto li ho visti più allegri; non ci meritavamo tutto questo”.

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Ale V.

luce sul palco psichedelica musica 10 Sting

ENTRANO IN SCENA I BAMBINI DEL MANICOMIO

narratore

Ale V. ALE V. VA A PRENDERE LA CESTA E

LA PORTA A FEDERICO. GLI AMMALATI ANNUSANO E

MORDONO LE MELE. sfumare musica e luci

narratore

solo luce davanti

musica 11 ENTRA IL TERZO LIBRO

“SEPPELLITE IL MIO CUORE A W…K..” ( Sara- Paola )

musica 12 yeha-noha

narratore

luce sul palco ENTRANO I BAMBINI INDIANI

Lossa muore il 9 AGOSTO 1944. La diagnosi è broncopolmonite. 4^ scena 1860 – 1890 è il trentennio della soluzione finale per il problema indiano che approda alla distruzione della cultura e della civiltà dei pellerossa. Nasce il grande mito del West mentre muoiono i Navaho, i Lakota, i Sioux, gli Apache; muoiono Fulmine Bianco, Lupo Coraggioso, Manuelito, Orso Veloce e la dolce Mary e con la stessa America. Il silenzio è un bene interiore, è un nostro diritto come è un nostro diritto la pace, la serenità e vivere nella nostra terra. “ Insegnavamo ai bambini a restare seduti immobili come se fosse un gioco. Si insegnava loro a sviluppare l’olfatto, / a guardare là dove apparentemente non c’era nulla da vedere/ e ad ascoltare con attenzione là dove tutto sembrava calmo”. Un uomo sacro ama il silenzio ci si avvolge come una coperta; un silenzio che parla con voce forte come il tuono e gli insegna tante cose. “ La voce del silenzio fu rotta dal rumore delle armi, dal rumore del sangue, dalle grida di dolore e dal pianto di un intero popolo”. “Di chi era la prima voce che riecheggiò su questa terra. La voce del popolo rosso che aveva solo archi / e frecce./ Quando l’uomo bianco arrivò nel mio paese lasciò una traccia di sangue dietro di sé. “ Tutti gli indiani devono danzare, dovunque, tra poco, la prossima primavera, viene il Grande Spirito. Egli riporterà tutto, tutti gli indiani morti vivranno di nuovo.

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narratore

Paola

Alzare musica

PAOLA BALLA IN MEZZO AI BAMBINI CON LO SCIALLE

narratore

Paola

musica 13 ENTRANO GLI INDIANI A PICCOLI

GRUPPI ( 2/3 PER LATO) CAMBIO DI MUSICA ENTRA IL 1° CAPO INDIANO Alessandro MIMA

SALUTO E PREGA POI COLORA GLI INDIANI PER LA

BATTAGLIA 2° CAPO Riccardo

Alzare musica

3° CAPO Mattia

ENTRANO I SOLDATI

AMERICANI CON LE ARMI . DALLE QUINTE ESCONO UNO ALLA

VOLTA GLI INDIANI A CAVALLO CON GLI ARCHI E LE FRECCE-

ACCERCHIANO I SOLDATI INIZIA LA BATTAGLIA

INIZIANO A MORIRE ALCUNI INDIANI

I SOLDATI SI SPOSTANO DIETRO

AGLI INDIANI ESCONO NELLE QUINTE

Abbassare musica 1° CAPO Alessandro A.

MUORE ANCHE LUI

PAOLA PRENDE LE COPERTA E CAMMINA FRA GLI INDIANI MORTI COPRE IL GRANDE CAPO Alessandro

“Non sapevo in quel momento che era la fine di tante cose. Quando guardo indietro ancora vedo i miei guerrieri massacrati e sparsi lungo il burrone. Posso vedere che con loro morì un’altra cosa, lassù sulla neve insanguinata, morì il sogno di un popolo. Era un bel sogno… Continuo a sognare tutte le notti i lupi, i bisonti, le infinite praterie, i venti agitati sopra le cime delle montagne,la frontiera incontaminata dei miei amici e parenti,la terra consacrata al Grande Spirito. Continuo a credere in ogni notte, in ogni giorno, io sono come il caribù e voi come i lupi che mi fanno più forte. Noi non vi dobbiamo nulla, il nostro unico debito è una vita per nostra Madre. Il nostro Spirito era qui da tempo, prima di voi, prima di noi e a lungo vi sarà dopo che la vostra superbia vi porterà alla vostra fine. È l’alba, i personaggi rientrano nelle pagine dei libri e la biblioteca ritorna ad essere il regno dell’ordine. Ma io… aspetto la notte per ascoltare le storie del silenzio, un silenzio che dà voce e dignità ai personaggi e a me… consolazione forse o forse consapevolezza.

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A. POI SI SIEDE IN MEZZO A LORO E PREGA.

narratore

CONTINUA LA CANZONE CON LE PAROLE DELL’INDIANO,AL TERMINE BUIO SUL PALCO.

Musica 14 ultimo del Moicani RIMANGONO IN SCENA TUTTI E SI

ALZANO LENTAMENTE ENTRANO IN SCENA 5 LIBRI

(Cassian, Samuele, Federico, Matteo e Yassine)

narratore Sceneggiatura Sonia Bignami Scenografia Sonia Bignami insegnanti e alunni Coreografia Coffi Tossou e Sonia Bignami

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SCHEDA PRESENTAZIONE PROGETTO DI CIRCOLO LA VOCE DEL SILENZIO

2010/2011

Scuola: Primaria Don Gnocchi Classe/sezione 4^ A/ tre sezioni Scuola dell’Infanzia Titolo del progetto COLORIAMO LA SCUOLA: LA VOCE DEI COLORI Ambito (ambiente e storia – solidarietà e intercultura – teatro – espressione artistica) ambiti: linguistico, ambientale e storico, espressivo e artistico. Presentazione del percorso (obiettivi, metodologia, strumenti e materiali utilizzati, collaborazioni…) Premessa La Carta dei diritti dei bambini all’arte e alla cultura, un progetto composto da diciotto principi , a cui hanno aderito istituzioni culturali che si occupano di arte per l’infanzia di numerosi Paesi d’Europa, si basa sul questo principio :“I bambini hanno diritto a partecipare all’arte in tutte le sue forme ed espressioni, a poterne fruire; praticare esperienze culturali e condividerle con la famiglia, le strutture educative, la comunità, al di là delle condizioni economiche e sociali di appartenenza; asviluppare, attraverso il rapporto con le arti, l’intelligenza; a godere di prodotti artistici di qualità;all’integrazione, se migranti, attraverso la conoscenza e la condivisione del patrimonio artistico e culturale della comunità in cui vivono; a progetti artistici e culturali pensati nella considerazione delle diverse abilità. L’intento del progetto “Coloriamo la scuola:la voce dei colori” è, da anni, quello di avvicinare i bambini all’arte intesa come strumento di conoscenza ma anche di espressione personale; come strumento di coinvolgimento e di collaborazione fra bambini coetanei, fra bambini della Scuola dell’ Infanzia e della Scuola Primaria e infine tra bambini e insegnanti per poter “stare bene a scuola”,per aumentare la propria autostima vedendo realizzata “un’opera d’arte” creata dalle proprie mani. La storia dell'arte c'insegna che tutto il materiale che appartiene al visibile può essere oggetto di studio e di esperienza estetica: sia una macchina industriale o un albero, sia una fotografia o un quadro medievale. L'obiettivo generale da perseguire nella scuola primaria è quello di portare l'alunno ad essere in grado di tradurre le esperienze vissute in immagine, che impari a capire i significati e i linguaggi di queste e che potenzi la sua creatività espressiva. Obiettivi Produzioni di immagini : s'invitano i bambini ad osservare con molta attenzione "l' oggetto" o l’opera d’arte da riprodurre, cercando di verbalizzare quanto vissuto per poterlo disegnare nel modo più realistico possibile. Dopo la raffigurazione, si confronta il disegno con la realtà o con l’opera d’arte cercandone le somiglianze e le differenze. Il confronto avviene anche tra diversi disegni del medesimo oggetto al fine di stabilire qual è più somigliante alla realtà.

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SCHEDA PRESENTAZIONE PROGETTO DI CIRCOLO PAROLE IN CAMMINO

2010/2011

Scuola: primaria Don Gnocchi Classe: IV B Cipolla- Mantovani Titolo del progetto: “Corso d’arte” Ambito (ambiente e storia – solidarietà e intercultura – teatro – espressione artistica) Espressione artistica Presentazione del percorso (obiettivi, metodologia, strumenti e materiali utilizzati, collaborazioni…) : Realizzazione grafica, creativa ed espressiva dei contenuti dei vari progetti sviluppati durante gli anni scolastici. Obiettivi principali: utilizzo intenzionale dei colori; utilizzo e consolidamento di tecniche e materiali diversi per produzioni finalizzate; sviluppo della fantasia e della potenzialità espressiva; presa di coscienza dell’importanza e uso di materiali riciclati per il rispetto dell’ambiente e per la cultura del risparmio; sviluppo delle attività individuali e di gruppo; responsabilizzazione per l’uso dei materiali, per l’organizzazione dei lavori e per il riordino ed il riciclo del materiale e dello strumento avanzato; pianificazione, organizzazione delle attività per la costruzione di un oggetto. Metodologia, collaborazione e pianificazione delle attività: insegnanti Cipolla Cristina e Mantovani Maria, operatori e ragazzi diversabili della scuola d’arte “La Borgognone” di Lodi; dieci lezioni frontali, da gennaio ad aprile, di un’ ora e mezza ciascuna, teoriche ma soprattutto dimostrative e operative, atte alla produzione espressiva, tenute nel massimo silenzio possibile e nella concentrazione. Organizzazione dei materiali da parte dell’adulto, ma anche dell’alunno, con collettivo riordino e riciclo dei materiali, degli strumenti e ripulitura della classe. Materiali, matite, gessetti, pennarelli, acquarelli, colori ad olio, ad acqua ed acrilici; chine colorate e china nera; materiale di riciclo: carte colorate, spartiti musicali, cartoncini, ovatta, carta pesta, das, stoffe, bottoni, legnetti, conchiglie… Finalità : Attraverso la libera espressione, lo sviluppo della creatività e il suo potenziamento, si vuole favorire il consolidamento dei concetti appresi durante i vari anni scolastici, espressione di valori importanti come la libertà, i diritti e i doveri; soprattutto il consolidamento del concetto che la solidarietà ha una lingua sola, anche se ha tanti suoni, tante forme e colori diversi. Evento/prodotto finale Realizzazione per ciascun alunno di uno scrigno privato, guardabile come una piccola pinacoteca, costituito da uno scatolone di grandezza media, sui cui lati sono riportate le opere grafiche, anche tridimensionali, svolte quest’anno dai ragazzi, in forma personale. Le parti di supporto sono decorate con mosaici, applicazione di perline e altro materiale riciclato. L’apertura di ogni scrigno sarà contrassegnata dalle impronte personali dell’alunno proprietario, e dalla chiusura mediante filo di metallo. L’interno sarà utilizzato liberamente dai ragazzi, ma soprattutto verrà usato come “cassaforte” di segreti, diari, e oggetti preziosi.

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SCHEDA PRESENTAZIONE PROGETTO DI CIRCOLO LA VOCE DEL SILENZIO

2010/2011

Scuola: Primaria Don Gnocchi Classe/sezione 5^B Titolo del progetto Il silenzio delle parole Ambito (ambiente e storia – solidarietà e intercultura – teatro – espressione artistica) teatro Presentazione del percorso (obiettivi, metodologia, strumenti e materiali utilizzati, collaborazioni…) Obiettivi: saper ascoltare le parole che producono silenzio; sviluppare comportamenti prosociali ; esprimere sentimenti ed emozioni con il linguaggio corporeo. Metodologia: l’attività di preparazione è stata curata , nella prima fase, da un’esperta, nella seconda fase dalle insegnanti di classe. Gli spazi utilizzati sono stati: l’aula, la palestra e l’atrio della scuola. Le fasi di sviluppo dell’attività sono state le seguenti:

1- Un “brain storming” riguardante la parola “silenzio” 2- Registrazione delle risposte degli alunni. 3- Stesura del canovaccio. 4- Attribuzione del titolo. 5- Esercizi sull’espressione mimico-gestuale. 6- Assegnazione dei ruoli. 7- Ricerca e produzione del materiale scenico. 8- Prove per la rappresentazione.

Evento/prodotto finale E’ stato realizzato lo spettacolo nell’ambito della rassegna teatrale 2011.

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IL SILENZIO DELLE PAROLE

Copione teatrale XXIV Rassegna Teatro delle Scuole Teatro alle Vigne 14-19 maggio 2011

IL SILENZIO DELLE PAROLE E’ SEMPRE PRESENTE , BASTA ASCOLTARLO… STA NEGLI ALBERI CHE VENGONO MOSSI DAL VENTO bimbi si muovono come alberi hanno guanti con rami e foglie alle dita STA IN DUE INNAMORATI CHE CAMMINANO TENENDOSI PER MANO un cuore appeso in mezzo STA NELLA SOLITUDINE DELLA PAZZIA uno cammina nello spazio senza senso senza una direzione precisa STA NELLE RISA DEI BAMBINI tutti ridono STA NEGLI UCCELLINI CHE CONTANO OGNI MATTINA preparare uccellini appesi STA IN UN FIUME CHE SCORRE INESORABILE muovono il telo blu STA NELL’INDIFFERENZA DELLE GENTE gente cammina senza guardarsi in faccia STA NELLE PAROLE SENZA SENSO CHE CI RIEMPIONO LA TESTA bambini hanno davanti alla bocca un BLA e circondano un bimbo al centro che si tappa le orecchie STA NELLA NEVE CHE CADE LEGGERA preparare pezzettini di neve STA IN UN AUTOBUS AFFOLLATO ALLE SETTE DI MATTINA tutti attaccati al maniglione STA NELLA PAURA DEL BUIO tutti si chiudono impauriti STA NELLA POVERTA’ CHE NON HA PIU’ SOGNI …vestiti di stracci si coprono con un cartone STA NEI SOGNI SENZA TEMPO nuvolette appese con dentro cose da fare STA NEL VENTO CHE TI ACCAREZZA IL VISO a occhi chiusi STA NEI PENSIERI pensierosi STA NELLA LETTURA DI UN LIBRO leggono libri sdraiati di pancia con gambe che si incrociano indietro…..cambi di posizione ogni tot STA NEL PORSI DELLE DOMANDE punti di domanda appesi STA NEL RACCOGLIERE UN FIORE raccolgono fiori STA DAVANTI ALLA MORTE DI QUALCUNO bambini guardano un bimbo sdraiato STA NEGLI ANGELI i bimbi che lo guardano aprono le braccia e hanno ali lo portano via STA NEGLI OCCHI DI UN GATTO CHE SI PREPARRA ALLA CACCIA si mettono coda e orecchie e si mettono in posizione di punta STA NELLA MADRE CHE CULLA IL BAMBINO piu’ mamme che cullano bambolotti STA IN UNA DONNA CHE PREGA STA IN UN TRENO AFFOLLATO CHE PASSA ALL’INTERNO DI UNA GALLERIA BUIA buio? STA NEGLI OCCHI DELLA GENTE STA NELLA PAURA DEL NEMICO si muovono guardinghi STA NEL PIANTO SOMMESSO STA IN UN URLO CHE NON SI PUO’ SENTIRE STA NEL SUONO DI UN VIOLINO si sente solo violino al buio STA IN UN DIRETTORE D’ORCHESTRACHE NON E’ MAI TROPPO VECCHIO si prepara direttore con orchestra STA IN UN VECCHIO SEDUTO FUORI CASA CHE GUARDA AVANTI E PENSA INDIETRO nuvolette escono dalla sua testa e se ne vanno

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STA IN UN PESCATORE IN ATTESA DI UNA POSSIBILITA’ seduti su sedie con canna da pesca STA IN UN BIMBO CHE SI SPECCHIA IN UNA POZZANGHERA uno che fa le facce specchiandosi STA NELL’INAFFERRABILITA’vanno in giro cercando di prendere qualche cosa STA NELLA SFUGGENZA allungano la mano e la perdono STA NEL COMODO DIVANO DAVANTI AD UN FILM si siedono con un telecomando in mano STA NELLA RABBIA CHE COVA IL RANCORE atteggiamento rabbioso STA NELLA CONSAPEVOLEZZA PROFONDA si mettono in posizione di hom STA NELLA CAMMINATA STORTA DI UN UBRIACO camminano barcollando STA NELLA RINUNCIA ALLA VITA pistola alla tempia STA NELL’ATTESA CHE SI RAFFREDDI IL TE aspettano davanti ad una tazzina STA NELLO SCRIVERE UNA POESIA scrivono su un foglio di carta STA NELL’ATTESA DI GUARIRE DALLA MALATTIA con termometro e una garza in testa STA NEL PUBBLICO DI UN TEATRO DURANTE UNA RAPPRESENTAZIONE STA IN UN TRAMONTO E IN UN ALBA preparare un sole tutti seduti di spalle lo guardano STA NELLA NOTTE STELLATA preparare le stelle STA SOPRA E SOTTO segnano con le mani STA DAVANTI E DIETRO segnano con le mani STA IN UNA NINNA NANNA STA IN UN FETO CHE FLUTTUA NEL GREMBO MATERNO IN UN FETO CHE FLUTTUA NEL GREMBO MATERNO…IN UN FETO CHE FLUTTUA NEL GREMBO MATERNO …IN UN FETO CHE FLUTTUA NEL GREMBO MATERNO… IL SILENZIO DELLE PAROLE STA ALL’ORIGINE DELLA VITA…E ANCHE ALLA SUA FINE …

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SCHEDA PRESENTAZIONE PROGETTO DI CIRCOLO

Progetto” Ci metto il naso” 2010/2011

Scuola:primaria Don Gnocchi Classe/sezione 5^ B -5^A Titolo del progetto Ci metto il naso Ambito (ambiente e storia – solidarietà e intercultura – teatro – espressione artistica) ambito scientifico e tecnologico Presentazione del percorso (obiettivi, metodologia, strumenti e materiali utilizzati, collaborazioni…) Obiettivi:Osservare e conoscere i processi che portano alla riutilizzazione del vetro raccolto come rifiuto. Maturare un’adeguata coscienza ecologica. Metodologia: -discussione in classe sull’importanza della raccolta differenziata e conseguenti effetti a livello ambientale; -analizzare tramite ricerca su web la raccolta differenziata del vetro; -visita ad un’azienda di riciclo del vetro a Liscate; -attuazione della raccolta del vetro a livello familiare; -raccolta di dati in una tabella ed eventuali riflessioni. Evento/prodotto finale Realizzazione di un cartellone murale sulle fasi di riciclo del vetro e raccolta di materiale fotografico sull’esperienza fatta.

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SCHEDA PRESENTAZIONE PROGETTO DI CIRCOLO LA VOCE DEL SILENZIO

2010/2011

Scuola: Primaria Don Gnocchi Classe/sezione Tutto il plesso Titolo del progetto La voce dei bambini sui diritti Ambito (ambiente e storia – solidarietà e intercultura – teatro – espressione artistica) Educazione alla cittadinanza, espressione artistica, ambito linguistico. Presentazione del percorso (obiettivi, metodologia, strumenti e materiali utilizzati, collaborazioni…) Obiettivi: Leggere ed approfondire gli articoli che stabiliscono i diritti dei ragazzi e i doveri degli adulti nei loro confronti. Suscitare ed aumentare il piacere della lettura come mezzo per poter accedere a campi del sapere ancora inesplorati e soddisfare nuove e personali esigenze di cultura, per la maturazione di capacità di riflessione. Metodologia: Letture, riflessioni, progettazione e realizzazione di un “mega-puzzle” con disegni relativi ai diversi diritti trattati Strumenti e materiali utilizzati: Libri vari, immagini, foto, testi, documentazioni, accesso ad internet, disegni. Evento/prodotto finale Maxi cartellone murale risultante come puzzle di tutti gli elaborati delle 10 classi.

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SCUOLA PRIMARIA GRAMSCI MONTANASO LOMBARDO

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SCHEDA PRESENTAZIONE PROGETTO DI CIRCOLO LA VOCE DEL SILENZIO

2010/2011 Scuola: primaria A. Gramsci – Montanaso Lombardo Classi: tutte Titolo del progetto: Nel silenzio...parole, note, voci Ambito:storia – teatro – musica – cittadinanza e Costituzione Presentazione del percorso (obiettivi, metodologia, strumenti e materiali utilizzati, collaborazioni…) Attivazione del laboratorio musicale coordinato dal M.o Carlo Rognoni. A partire da gennaio sono state effettuate lezioni di classe secondo un calendario predefinito finalizzate:

alla conoscenza del genere gospel (origini storiche e caratteristiche musicali specifiche) all’educazione alla vocalità (riscaldamento della voce, vocalizzi, corretta intonazione) all’esecuzione corale di brani gospel (in polifonia per le classi quarte e quinte).

Durante le lezioni è stato individuato un piccolo gruppo di alunni solisti che, nell’esecuzione dei brani si alternano al “coro”. A partire dal mese di marzo si è anche costituito il gruppo dei “papà-coristi” che, durante alcuni incontri serali col M.o Rognoni hanno imparato ad eseguire gli stessi brani appresi dai bambini per partecipare al concerto finale. Nel mese di aprile è stata preparata la presentazione dei brani del concerto arricchita dalla scelta di testi poetici il cui contenuto è collegato al significato dei brani stessi. Nel mese di maggio sono state effettuate alcune prove generali del concerto con l’inserimento di semplici coreografie e della presentazione dei brani e sono state infine realizzate piccole “lanterne” da utilizzare al momento dell’ingresso degli alunni in scena all’inizio della rappresentazione. La realizzazione del progetto è stata resa possibile dalla collaborazione con le Amministrazioni Comunali di Montanaso Lombardo e Galgagnano che hanno finanziato l’attività dell’esperto e fornito l’impianto voci e luci per il concerto finale. Evento: Concerto gospel nel parco giochi di Montanaso

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NEL SILENZIO:PAROLE, NOTE,VOCI Copione spettacolo musicale

BUONA SERA A TUTTI E GRAZIE FIN D’ORA PER ESSERE VENUTI AL NOSTRO SPETTACOLO DI FINE ANNO SCOLASTICO 2010-2011. E’ IL MOMENTO CONCLUSIVO DEL PROGETTO DI CIRCOLO CHE HA UN TITOLO MOLTO SUGGESTIVO: “QUANTE VOCI NEL SILENZIO”. ABBIAMO SCOPERTO CHE IL SILENZIO NON E’ SOLO ASSENZA DI SUONI O DI RUMORI. IL SILENZIO CI PARLA E SE SAPPIAMO ASCOLTARLO CI FA AVVICINARE ALLA NATURA, ALLE SUE MAGIE ED AI SUOI INFINITI SEGRETI; CI AIUTA A SCOPRIRE MEGLIO NOI STESSI, I NOSTRI SENTIMENTI E LE NOSTRE EMOZIONI; CI AIUTA A CAPIRE DI PIU’ LE PERSONE CHE VIVONO VICINO A NOI ANCHE SE NON CI PARLANO. QUELLO DI STASERA E’ UN CONCERTO GOSPEL, CIOE’ DI CANTI CHE NACQUERO CIRCA 400 ANNI FA QUANDO I NERI DEL CONTINENTE AFRICANO FURONO PORTATI COME SCHIAVI A LAVORARE NELLE PIANTAGIONI DI COTONE DEGLI STATI UNITI AL DI LA’ DELL’OCEANO ATLANTICO. TANTE PERSONE ALLORA AFFIDARONO ALLA VOCE DELLA MUSICA IL COMPITO DI COMUNICARE LA TRISTEZZA ED IL DOLORE PER DOVER VIVERE LONTANE DA CASA E DA COLORO CHE AMAVANO MA ANCHE LA SPERANZA DI POTER AVERE UN GIORNO UNA VITA MIGLIORE E PIENA DI GIOIA. CANTANDO LE LORO CANZONI, STASERA VOGLIAMO DAR VOCE ANCHE AL LORO SILENZIO... UNA POESIA GIAPPONESE DICE: ASCOLTO LE NOTE DEL MIO E DEL TUO SILENZIO FORSE E’ MUSICA. (Da punti diversi della scena le voci di alcuni bambini leggono la poesia. Poi sulle note del primo canto gospel in programma, tenendo in mano una piccola lanterna, i bambini entrano in scena, lasciano la piccola luce sul terreno fino a formare la scritta “nel silenzio...” infine si dispongono a semicerchio e, dopo la presentazione del brano, cantano). LA CONTA DEI SILENZI Conta il silenzio tra le parole per ascoltare la luna e il sole; conta il silenzio tra il dire e il fare per ascoltare la terra e il mare; conta il silenzio tra tanto e poco per ascoltare la luce e il fuoco; conta il silenzio così com’è per ascoltare anche te. Il primo brano che il nostro coro eseguirà si intitola “SHINE YOUR LIGHT” che significa “Risplenda la tua luce”. E’ un’invocazione attraverso la quale si chiede aiuto al Signore per superare le difficoltà della vita e per trovare la forza di proseguire nel proprio cammino. “Fa splendere la tua luce su di me sollevami, così che possa vedere; fa splendere la tua luce quando non ci sarai.

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Dammi la forza per andare avanti, andare avanti. ******************************** LA VITA (di Madre Teresa di Calcutta) La vita è un’opportunità, coglila; la vita è bellezza, ammirala. la vita è una sfida, affrontala; la vita è preziosa, abbine cura; la vita è una ricchezza, conservala; la vita è amore, godine; la vita è mistero,scoprilo; la vita è dolore, superalo; la vita è un inno, cantalo; la vita è lotta, accettala; la vita è un’avventura, rischiala; la vita è felicità, meritala; la vita è vita, salvala! Sicuramente riconoscerete subito il gospel che ora canteremo. Si tratta di “OH HAPPY DAY” che vuol dire “Che giorno felice!” E’ il pezzo gospel più famoso nel mondo ed è diventato nel tempo il simbolo stesso di questo genere musicale. E’ stato composto negli Stati Uniti più di 300 anni fa ma è ancora emozionante cantarlo e ascoltarlo. E’ una preghiera che esprime tanta gioia per la vita. Il testo dice: “Che giorno felice quando Gesù mi insegnò a pregare e vivere ogni giorno con gioia!” ********************** DOVE TERMINA L’ARCOBALENO (di Richard Rive) Dove termina l’arcobaleno deve esserci un luogo, fratello dove si potrà cantare ogni genere di canzoni. E noi canteremo insieme, fratello tu ed io, anche se tu sei bianco e io sono nero. Non esiste una canzone nera non esiste una canzone bianca: Esiste solo musica, fratello ed è musica quella che canteremo dove termina l’arcobaleno. Questo terzo brano è un “HALLELUYA” cioè un canto di lode e letizia che ognuno di noi dovrebbe esprimere con la propria vita. Nel testo si dice: “Ogni nostro respiro chiama un halleluya e anche se tutto andasse male arriverò davanti al Signore con nient’altro nella mia voce che un halleluya" ***********************

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LIBERTA’ (di Zehor Zerari) Se tu fossi un edelweiss io scalerei la montagna azzurra per coglierti. Se tu fossi un fiore acquatico io mi tufferei nelle verdi profondità sottomarine per prenderti. Se tu fossi un uccello io andrei nelle immense foreste per ascoltarti. Se tu fossi una stella io veglierei tutte le mie notti per vederti: LIBERTA’ “AMAZING GRACE” è un altro canto gospel molto famoso e fra i più amati. Fu scritto da John Newton che era un mercante di schiavi. Infatti con la sua nave trasportava gli schiavi neri dalla loro patria, l’Africa, in America per farli lavorare nelle piantagioni. Egli però vedendo la loro condizione di vita si pentì di ciò che faceva e rinunciò a continuare questo triste commercio di uomini. Il canto è un inno di ringraziamento a Dio che sa aprire il cuore al bene. Il testo dice: “Meravigliosa grazia! Quale lieta novella ha salvato un miserabile come me! Un tempo ero perduto ma ora mi sono ritrovato. Ero cieco ma ora ci vedo”. ******************************** Dal film “IL GRANDE DITTATORE” di Charlie Chaplin “L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha fatto precipitare il mondo nell’odio. Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. Pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchine ci serve umanità, più che abilità ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità la vita è vuota e tutto è perduto.” “JERICO” è un altro dei canti gospel più noti ed interpretati. Si ispira al testo biblico di Giosuè che narra la vicenda della presa della città di Gerico. Il racconto ci fa capire che se l’esercito di Israele è riuscito a conquistare la Terra Promessa e con essa la libertà è stato per merito di Dio e non per la forza del suo esercito. “Gerico, Gerico, Giosuè combattè con la lancia in mano la battaglia di Gerico e le mura caddero giù”. **************************** Dalla colonna sonora del film “FRATELLO SOLE, SORELLA LUNA” di Franco Zeffirelli. DOLCE SENTIRE... Dolce sentire come nel mio cuore ora umilmente sta nascendo amore. Dolce capire che non son più solo ma che son parte di un’immensa vita

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che generosa risplende intorno a me dono di lui, del suo immenso amor. E’ ora la volta del canto gospel del cantautore afro-americano Kirk Franklin “NOW BEHOLD THE LAMB” che significa “Ora ecco l’agnello di Dio”. L’Agnello è simbolo dell’umiltà, della mitezza e ci richiama ad ascoltare ed essere vicini agli altri con comprensione, disponibilità e discrezione soprattutto nei momenti di difficoltà. Il brano è un canto d’amore che vuole abbracciare tutte le creature. **************************** Dalla colonna sonora della serie televisiva “I RAGAZZI DI PADRE TOBIA”. CHI TROVA UN AMICO... Chi trova un amico trova un tesoro. La cosa più importante è non essere soli, trovare in ogni istante uno che ti capisca, che ti porga la mano. Nei momenti belli e brutti di ciascuno noi siamo tutti per uno e uno per tutti. Possediamo mille cose, le più preziose ma io dico che sei più povero di me, sei più povero di me se non possiedi un amico.” “LEAN ON ME”: appoggiati a me. Anche le parole di questo gospel di Franklin mettono in luce il valore dell’amicizia che crea un grande legame di fratellanza fra tutti gli uomini superando ogni barriera, ogni differenza. Il testo dice: Tu sei mio amico ma sei anche mio fratello. Io sono qui, tu non ti devi preoccupare:vedo le tue lacrime. Quando chiamerai, gli amici saranno lì, per prenderti quando cadi. Ecco la mia spalla, puoi appoggiarti a me”. **************************** SILENZIO (di Romano Battaglia) “C’è il silenzio del cielo prima del temporale, delle foreste prima che si levi il vento, del mare calmo della sera di quelli che si amano, della nostra anima poi c’è il silenzio che chiede soltanto di essere ascoltato.” Il brano gospel che ora canteremo concluderà il nostro concerto. Si tratta di “MY LOVE, MY LIFE, MY ALL”, sempre di Franklin, e significa:” Ti dono la mia vita, il mio amore, tutto me stesso” E’ un messaggio d’amore che invita tutti noi a migliorare il mondo ogni giorno con i nostri piccoli passi, con i nostri piccoli gesti. Conserviamo la pace in noi stessi pur nella rumorosa confusione della vita. Nonostante tutto, il nostro è ancora un mondo stupendo. Insieme...cerchiamo di essere felici!!!.

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SCUOLA PRIMARIA SANTA FRANCESCA CABRINI

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IL VOLTO SILENZIOSO DELLA LUNA

Copione teatrale XXIV Rassegna Teatro delle Scuole Teatro alle Vigne 14-19 maggio 2011

Classi 1A, 1B

BUIO TR.1 DEBUSSY – CLAIRE DE LUNE – SOTTOFONDO PROLOGO LETTRICE Di giorno la luna dorme, silenziosa, scompare ai nostri occhi. Ma….. che fa la luna quando di notte torna a splendere nel cielo? SFUMA LA MUSICA Silvia: Abbassa il tuo sguardo, bella luna, e inonda questa scena

CONTROLUCE

TR.2 NAIF – CANTICO DELLA LUNA Ingresso bambini Ingresso bambine con luna TR.3 RUGGIERO – LA LUNA TI GUARDA BOLLO CENTRO Uscita coppie - lune al centro Escono tutti tranne Davide, Sofia, Giulia, Princess SFUMA LA MUSICA Giulia: Tu che sei pallida Sofia: Perché sei stanca di scaldare il cielo e fissare la terra, Gisella: Tu che ti aggiri senza compagnia tra le stelle, Davide: Tu che cambi sempre, pur mostrando il tuo pallore trasparente Princess: E punteggi d’argento Sofia: Le cime degli alberi TR.4 CAPOSSELA – SIGNORA LUNA Luna davanti Dx (braccia) Semicerchio sul fondo Vento 1 Passaggio sotto gambe Nanna SFUMA LA MUSICA Chi parla si alza in piedi Sabbiano e Alex: Appena alzata Silvia: Ti metti a disegnare migliaia di stelle per la Via Lattea, Pietro: Percorri lande e foreste per levare le nebbie dai prati Edward: E mostri i sentieri di ciò che è impenetrabile. Jia Jia: Scacci via il rumore da città e paesi, Daniele: Chiudi ogni persiana e tenda

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Camilla: E tutti mandi a nanna, Francesca: Semini sogni per donarli a grandi e piccini Aurora: E rinchiudi i nostri incubi negli armadi. Mattia: Circondi la notte di mistero, Freddy: Spargi un po’ di rugiada Giada: Per far bello il mondo al sorgere del sole. Joan: Poi torna il giorno Sindy: E la luna si addormenta. TR.5 AUBRY – DEMI LUNE Ingresso e passaggio fra i dormienti Fila proscenio SFUMA LA MUSICA – PAUSE Abballa: Allora tu sole Giorgio: Sorgi e illumini il mondo, Marilyn: Riscaldi con i tuoi raggi uomini e paesi, Jacopo: Riporti suoni, voci e canti che il vento diffonde in ogni dove. Ionela: Risvegli la natura, Giovanni: Accompagni il vociare dei bambini che vanno a scuola, Jacopo: Allontani i sogni e ci riporti alla realtà, Annachiara: Asciughi la rugiada della notte e ci riscaldi il cuore. TR.5 (REPRISE) Ingresso di un bambino alla volta che prende dal proscenio un altro e lo porta al centro Passaggi intorno ai dormienti Vento 1 Vento 2 Vento 3 SFUMA LA MUSICA Jessica: Così al termine di una giornata così ricca di tante cose Mattia: Luce e calore Gabriel: Suoni e rumore Simo: Studio e lavoro Raffaella: Gioie e dolori Jara: Finalmente Flavio: Ecco ritornare il silenzio e la pace della notte. TR.6 BATTIATO – LUNA INDIANA Tutti seduti Ingresso luna grande Avanzamento bambini proscenio LA MUSICA SI ABBASSA POESIA Silvia: Quando la sera scende e tutto imbruna E un velo di silenzio avvolge il mondo, Giovanni: S’apre una porticina nella luna

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E viene fuori un omettino tondo. Giada: Questo omettino, che somiglia ai nani Sofia: E ai folletti di libri e novelle, Raffaella: Porta una lunga canna tra le mani Edward: E gira per accendere le stelle. Silvia: Al suo passaggio sbocciano tranquille Le stelle per il vasto firmamento Davide: E restano sospese a mille a mille Jara: Simili a tante lampade d’argento. Jacopo: E mentre in terra fuma ogni camino Jessica: E ogni mamma dondola una cuna Annachiara: L’ometto si ritira, fa un inchino E chiude lo sportello della luna. TR.7 BASE DELLA CANZONE – CANTO DEL PASTORE ARABO Canto corale di tutti i bambini. TESTO Luna, Luna là, che solitaria in cielo stai, e tutto vedi, e nulla sai. Luna, Luna là, che sui confini nostri vai, e fronti e limiti non hai, e tutti noi uguali fai! Tu, che risplendi sui nostri visi bianchi o neri, tu che ispiri ed infondi uguali brividi e pensieri, a tutti noi quaggiù. Luna, Luna là, silente nell’oscurità! Presenza muta di ogni Dio, del tuo e del mio, del Dio che sa! Tu, che fai luce, all’uomo errante in ogni via, dacci pace la tua pace, la bianca pace, e così sia, a questa umanità! Oh! Oh! Bianca Luna, bianca luna ….

(Ad Lib)

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PAROLE, VOCI, SUONI NEL SILENZIO DELLA NATURA Spettacolo teatrale a cura delle classi 2A – 2B

IL PROGETTO TEATRALE La Natura si snoda con i suoi ritmi, i suoi segni, i suoi tempi. Lo fa silenziosamente tanto da apparire indifferente a tutto e a tutti. Silenziosamente anche di fronte a ciò che potrebbe colpirla a morte al punto da subire in silenzio anche ai tentativi di autodistruzione che l’Uomo, noi, mettiamo in atto, magari inconsapevolmente, perché non abbiamo capito che l’ Uomo e la Natura sono una cosa sola: sono due facce della stessa medaglia. E’ così che seguendo il racconto di una fiaba gli alunni, trasformandosi in piccoli attori, penetrano i segreti dello scorrere del tempo nel succedersi delle stagioni. Conoscono i lati oscuri e misteriosi dell’ Inverno dominato dalla Strega Freddolina e l’allegra spensierata vitalità portata dalla Fata Primavera. Guardiamo, leggiamo, comprendiamo, diamo voce alla Natura, diamo voce ai nostri sentimenti, diamo voce a nostro essere Uomini su questo pianeta Terra, diamo voce al senso della Vita che è dentro di Noi.

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Copione teatrale XXIV Rassegna Teatro delle Scuole Teatro alle Vigne 14-19 maggio 2011

INTRODUZIONE

musica1- voce narrante-passaggio in scena dell’uccellino Taci. Su le soglie del bosco non odo parole che dici umane; ma odo parole più nuove che parlano gocciole e foglie lontane. Ascolta. Ascolta,

a poco a poco più sordo si fa sotto il pianto che cresce; più sordo e più fioco s'allenta, si spegne. Sola una nota ancora trema, si spegne, risorge, trema, si spegne. musica2- ingresso alberi Amo il freddo, la neve, il gelo. Gli uccelli faccio migrare. Con un soffio spazzo terra e cielo, gli animali in letargo addormentare. Creo tempeste, lampi e vento, tesso ricami come fili d’argento. Via dagli alberi foglie e nidi, voglio solo tronchi e rami nudi. Amo la nebbia, la brina, il ghiaccio. Ogni cosa ricopro, tutto nascondo. Sono sgarbata, per questo non piaccio,

con le mie dita trasformo il mondo. Vorrei l’inverno ogni mattina, Sono - la strega - Freddolina!!

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IL RISVEGLIO DEI CONIGLIETTI Musica 3 Narratore: Intanto il tempo passava e non succedeva niente; gli animali se ne stavano rintanati in attesa che l’ Inverno finisse e la Strega Freddolina se ne andasse. L’agitazione e l’impazienza crescevano; così che, qualche coniglietto più coraggioso degli altri o forse solo più stanco e annoiato dall’ inverno, mise fuori il suo musetto dalla tana dove aveva passato tutto l’inverno, sperando di vedere prati verdi e fioriti e di sentire il tiepido calore del sole primaverile. Solo un passerotto se ne stava lì vicino accovacciato sotto un cespuglio per ripararsi dal freddo e dal gelo che FREDDOLINA aveva steso su tutto. Notò il simpatico musetto dei coniglietti spuntare fra le fogli secche e i rovi. Coniglietto 1: “ Uffa, che cielo grigio, ma qui è ancora inverno! Sono veramente stanco di freddo, neve, ghiaccio.” Coniglietto 2: “Che barba! Che noia! Dormire è bello, ma è già passato tanto tempo!”.” “Quando arriverà la Primavera?” Coniglietto 3: “ Non ne posso più di rimanere qui fermo, non vedo l’ ora di correre e saltellare un po’ fra l’erba fresca!” Coniglietto 4: E io che speravo nella primavera per poter finalmente uscire! “ Coniglietto 5: “Uuhmm… Sono stanca di stare chiuso al buio!” “ Ho le zampe paralizzate , non son più capace di muovermi.” Coniglietto 6: “ FREDDOLINA sei proprio antipatica! Tornerà la Primavera?”

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L’UCCELLINO E LA FATA PRIMAVERA .Uccellino: “ Che cosa fate qua, con il freddo e il gelo che c’è?” Tutti i Coniglietti: “ Siamo stanchi di starcene rintanati, vogliamo uscire, correre e giocare. Quando arriverà la Primavera?” Uccellino: “Anch’io sono stanco di freddo e gelo, vorrei un po’ di raggi di sole per riscaldarmi, ma…” Coniglietto…:(uno solo) “Perché non voli dalla Fata PRIMAVERA a chiederle di ritornare? Uccellino: “ Con questo freddo faccio fatica perfino a volare, ma ci proverò.” Coniglietti: “ Fai attenzione e buon viaggio!”

Musica 4 –volo del’uccellino- fata prinavera Narratore: Fu così che l’ uccellino, anche se a fatica, si levò in volo per andare dalla Fata PRIMAVERA. Quando arrivò le chiese: Uccellino: “ Fata PRIMAVERA quando ritorni? Tutti gli animali ti stanno aspettando con ansia.” Fata:(le 4 fate assieme) “ Io ritornerei volentieri, ma finché la Strega FREDDOLINA non si addormenta io non posso arrivare.” Uccellino: “Allora non ci resta che aspettare? E se non se ne va più?” Fata: (le 4 fate assieme)

“ Se vuoi ti insegno una magia che la farà addormentare immediatamente.” Uccellino: “ Grazie, grazie, la insegnerò subito agli animali!”

IL PIANO PER SCONFIGGERE LA STREGA

Narratore:

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Intanto, nel bosco, i coniglietti mentre attendevano con impazienza il ritorno dell’uccellino, avevano chiamato gli altri animali del bosco: la volpe, l’orso, lo scoiattolo, anche il ghiro

dormiglione era ormai sveglio. Tutti si erano dati appuntamento alla grande

quercia. Al suo arrivo, l’uccellino riferì quanto gli aveva detto la fata Primavera e spiegò loro quello che dovevano fare… Coniglietti: “Udite, udite! Si cercano animali astuti, forti e coraggiosi! Tutti si presentino alla grande quercia! ( annuncio da fare in più

ripetizioni a più voci) Uccellino: “Ecco sono tornato con una cattiva notizia, ma anche con una buona. La fata PRIMAVERA può arrivare solo dopo che FREDDOLINA si sarà addormentata. Ne ho anche una buona: la fata PRIMAVERA mi ha insegnato una magia per far addormentare la strega FREDDOLINA” Orso:

“ Siii…, ma come facciamo?” Scoiattolo: “Bisogna pensare a un piano, anzi una trappola, perché FREDDOLINA è furba. “ Ghiro: “Ma io sono ancora addormentato!” Volpe: “ Ho avuto un’idea, venite ….” ( gli animali confabulano tra loro)

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LA SCONFITTA DELLA STREGA

FREDDOLINA Narratore: Tutto era pronto, i nostri amici stavano aspettando il momento giusto per sferrare l’attacco decisivo. Strega Freddolina: “Che cosa succede qui? Ah, ma sei tu uccellino, che cosa state combinando!?” Tutti: “ Niente”….. ( Immediatamente tutti gli animali iniziano una “danza rituale scacciainverno” recitando la formula magica) Faccio due passi e ti vengo vicino, (fare due passi in avanti) strega che giochi con me a nascondino. Poi giro in tondo e sollevo una mano, (fare una giravolta e alzare una mano)

strega vattene molto lontano. Batto tre volte le mani e poi salto, (battere tre volte le mani e poi saltare) è la primavera che vieni dall'alto. Poi come un fiore apro tutte le dita, (unire le mani a calice) Si accende un sorriso che porta la vita!

IL RITORNO DELLA PRIMAVERA Musisica 5 – Improvvisamente la natura si trasforma: gli alberi riprendono vita, le gemme si aprano e fanno uscire le foglioline nuove, i prati si rivestono di nuovi colori, gli animali si spogliano del vestito dell’ inverno, gli amici partiti in autunno ritornano, il cielo grigio dell’ inverno è spazzato via dal vento primaverile, la vita rinasce e la gioia, l’ allegria, l’amore esplode in una grande festa di canti, balli e colori.

IL FINALE

Musica 6 - Voce fuori campo - sottofondo musicale NOI siamo il mondo. Mari e monti sono il nostro corpo. Il sole è il nostro occhio. Il vento il nostro respiro. La pioggia la nostra vita. Giorno e notte, autunno e inverno

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primavera ed estate scorrono senza fine, in un ciclo continuo. SENTI L’ acqua che scorre lenta La pioggia che cade dolce o violenta. Il vento che s’infila fra i rami I canti degli uccelli... OSSERVA Le gocce di rugiada che brillano al sole del mattino. Le nuvole che si rincorrono nei cieli di primavera. Il passero che sceglie il ramoscello per il suo nido. I papaveri, le margherite, le primule…. PENSA TUTTO è in NOI. TUTTO è nelle nostre mani. ABBIAMONE CURA.

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IL GIARDINO DEI BAMBINI (liberamente ispirato dal racconto “Il gigante egoista” di O. Wilde)

Copione teatrale

XXIV Rassegna Teatro delle Scuole Teatro alle Vigne 14-19 maggio 2011

MUSICA N° 2 Andrea entra e gli altri lo seguono in fila. Uno alla volta si fanno cenno di non parlare (SSSSHHHHH), si guardano intorno perché sono incuriositi, stanno cercando qualcosa. Ad un certo punto Roberta parla e si fermano ROBERTA Uffa! Ma perché dobbiamo fare silenzio? MARIA SOLE A me piace parlare ANDREA Con il silenzio mi concentro DANIELE come quando facciamo gli allenamenti. MUSICA RITMATA, fino a quando Xhonny ferma tutti XHONNI Silenzio! Con questo rumore non riesco a concentrarmi. ALESSIA Ho trovato la strada per entrare nel giardino del gigante! SOFIA Allora seguiamola (i bambini cominciano a mettersi in fila) LEONARDO Ma non sarà un po’ pericoloso? Ci potrebbe mangiare! Io ho paura! MARCO Ma no, i giganti mangiano i bambini solo nelle fiabe! VALENTINO Ma il gigante ha un occhio solo? NOEL Ma no, sciocchino, quello è Polifemo! MUSICA (in fila seguono Alessia, fino a quando trovano l’entrata del giardino e strisciando entrano dentro. Entrati preparano il giardino posizionando i cespugli, i cesti, la frutta e i fiori. Gli ultimi due sono Salma e Maikol) SALMA Ma è un posto bellissimo! MAIKOL Qui si può giocare molto bene!! FEDERICO Ci possiamo arrampicare sugli alberi! SAAD Giochiamo a nascondino MARIA SOLE Io ci sto. SAAD Allora conti tu! MARIA SOLE Ma no! ROBERTA Tu ci stai, allora conti tu. MUSICA : i bambini giocano a nascondino e dicono alcune frasi MARIA SOLE Dove si saranno nascosti? ANDREA Speriamo che non mi veda, speriamo che non mi veda SALMA Speriamo che prenda prima un maschio LEONARDO Speriamo che prenda prima una femmina MAIKOL Questo nascondiglio è perfetto FEDERICO Maria Sole, guarda dietro il cespuglio MARIA SOLE Preso!!! NOEL Non è valido! Non è giusto! Lui ha fatto la spia! MUSICA, I bambini corrono e giocano fino a quando tocca a Sofia a contare forte fino a 30, e i bambini si nascondono. E ricomincia il gioco. Ad un certo punto una voce forte MARCOGIGANTE Chi è che fa tutto questo rumore? (bambini immobili con la bocca

aperta) TUTTI Ohhhhh! (rimangono con la bocca aperta) MARCOGIGANTE Silenzio!!! Chi disturba la mia calma?

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Su, parlate! SOFIA Ma noi volevamo solo giocare! SALMA Sofia ha ragione, volevamo solo giocare ROBERTA Scusa noi non sapevamo che qui abitava qualcuno LEONARDO Ma noi siamo solo bambini! NOEL Scusaci tanto, non volevamo disturbarti! DANIELE A me piace giocare a nascondino. XHONNI Per favore lasciaci giocare! ANDREA E’ bello stare qua! SAAD E’ bello questo giardino! MARCOGIGANTE No! Questo è il mio giardino! Tornatevene a casa! ALESSIA Ma dai, non mandarci via! FEDERICO Ma tra tutti proprio il Gigante ci doveva scoprire! MAIKOL E’ un gigante egoista! MUSICA (I bambini tristi si rimettono in fila ed escono dal giardino. Una volta fuori si posizionano davanti ed esprimono la loro tristezza). SOFIA Ma siamo proprio sfortunati! SALMA Non è giusto! ROBERTA Io non mi arrendo così facilmente! VALENTINO Fai presto tu. NOEL Lui è il gigante egoista! ALESSIA Non potremmo più annusare quei bei fiori! MARIA SOLE La vita è proprio dura! ANDREA Uffa! SAAD Che bello il giardino! LEONARDO Non potremo più giocare! DANIELE Neanche arrampicarci! FEDERICO Che egoista il Gigante egoista! MAIKOL Era bello giocare a nascondino. MARCO Io mi stavo divertendo così tanto! ROBERTAMAMMA Xhonni!!! Vieni a casa la cena è pronta! XHONNI Uffa! E’ proprio la nostra rovina! MUSICA (i bambini tristi si girano per tornare ma Noel li blocca). NOEL Eh no! TUTTI Cosa? NOEL Non possiamo mollare così! Dobbiamo escogitare un piano! ANDREA Sì, prendiamo un martello, buttiamo giù il muro! LEO Andiamoci con le torce di notte. MAIKOL Prendiamo una motosega e tagliamo tutto! SALMA No! Arrampichiamoci su per il muro e poi saltiamo giù! XHONNI Scaviamo una buca sotterranea ROBERTA Facciamo lo stesso passaggio segreto come la prima volta! SOFIA Ma non possiamo rientrare, l’ha chiusi con i mattoni VALENTINO Eppure ci deve essere un modo per poter ritornare lì a giocare. DANIELE Usiamo una corda per entrare. NOEL Scusate, ma questi non sono dei piani. Dobbiamo pensare bene, per

poter giocare senza farci vedere. ALESSIA Noel ha ragione, e poi lì dentro c’è sempre il gigante! SAAD Allora cosa facciamo! MARIA SOLE Andiamo a casa, dormiamoci su, magari ci viene una bella idea.

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FEDERICO Incontriamoci qui domani alla stessa ora. MARCO Siamo tutti d’accordo? TUTTI Sì io ci sto! Anch’io ci sto. Io sono con voi. MUSICA I bambini vanno a dormire MUSICA (I bambini si salutano e vanno a dormire, cominciano a progettare il piano). FEDERICO Ho fatto uno strano sogno ANDREA Oh no! Sono in ritardo! SALMA Non ho dormito molto bene questa notte ANDREA Ma che ore sono? E’ ora di andare all’appuntamento! ROBERTA Oh no! Sono molto in ritardo! NOEL Ho dimenticato di fare il piano! MARIA SOLE Dove l’ho messo? Dove ho messo il piano? LEO Speriamo che qualcuno abbia pensato ad un piano. SOFIA Ieri sera non ho finito in tempo tutto il piano come faccio? MUSICA (Tutti i bambini dietro fanno dei piccoli gruppi e avanzano scambiandosi le idee). Maria Sole-Federico- Valentino, Maikol-Alessia-Sad, Marco-Daniele- Salma, Sofia-Xhonni, Roberta-Noel-Andrea DANIELE Allora ce l’abbiamo un piano? TUTTI (I bambini si guardano e scuotano la testa e dicono ) No! VALENTINO E se scrivessimo una lettera ai vari giganti per mandarlo da un’altra

parte del mondo? ALESSIA Non conosciamo la lingua dei giganti! ANDREA Io sì ! Ho un libro! XHONNI Ma come fai a conoscere il linguaggio dei giganti? MARIA SOLE Quello è il mondo della fantasia, non la realtà. NOEL Non troveremo più il vecchio passaggio! DANIELE Sono finiti i bei giorni di gioco! MAIKOL E poi sta anche arrivando l’autunno! MUSICA (Le bambine cominciano a raccogliere i fiori, i frutti e li mettono nei cesti. I maschi si mettono ai lati della scena di schiena, entra Marco il Gigante) MARCO Ah come si sta bene nel mio giardino! Che silenzio senza quei

bambini rumorosi! Adesso posso riposare bene! Tra poco comincerà l’autunno e poi anche l’inverno, così in tutto questo silenzio io potrò dormire meravigliosamente!

BAMBINI (Fanno il vento e si muovono come mossi dal vento) NOEL Io sono il vento forte dell’autunno! LEO Io sono Eolo il re dei venti! SAAD Aiuto il vento mi porta via! VALENTINO Che freddo che fa! DANIELE Anche gli uccelli se ne stanno andando! TUTTI Ormai l’autunno è qui in mezzo a noi!

(i bambini seguono Noel che fa un giro e poi ritorna nella posizione iniziale) Le bambine raccolgono le foglie gettate prima dai bambini dell’autunno.

MUSICA (per l’inverno! ) ANDREA Io sono il Dio del freddo! (lancia la neve) MAIKOL Etciù, che freddo che fa! XHONI Quest’anno sarà l’inverno più freddo del freddo! FEDERICO A me piace l’inverno! TUTTI L’inverno è arrivato!

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MUSICA (Tutti in piedi si danno la mano la e danzano davanti al gigante, allargano e stringono il cerchio). Dopo la danza le bambine raccolgono i segni dell’inverno e così Marco il Gigante si può svegliare. MARCO Ho dormito proprio bene! Adesso mi alzo e vado a vedere il mio

bel giardino! Ma come mai non c’è la primavera? E dove sono tutti i fiori? Le foglie, gli uccellini? Ma come è brutto il mio giardino con questo silenzio! Questo silenzio non mi piace!

I bambini si siedono davanti e cominciano a parlare tra loro. VALENTINO A che gioco giochiamo? LEONARDO Giochiamo a 1, 2, 3 stella? DANIELE No, dove ci mettiamo a contare? MAIKOL Giochiamo a rialzo? ANDREA Ma non abbiamo alberi dove salire! MARIA SOLE Giochiamo a nascondino? SOFIA No, non abbiamo dei bei nascondigli. SAAD Nel giardino sì che potevamo nasconderci! XHONI Chissà come sarà bello adesso ROBERTA Pieno di fiori e foglie! ALESSIA Chissà come saranno buone le ciliegie NOEL Ma vi ricordate che bel fresco c’era tra gli alberi? SALMA Sì, sì mi ricordo bene! FEDERICO Sarebbe bello se il Gigante ci facesse giocare di nuovo! Il gigante che ha ascoltato i loro discorsi li chiama e li fa rientrare per ridare gioia e colore al suo giardino MARCOGIGANTE Bambini venite qui a giocare, il mio giardino senza di voi non è

bello! SALMA Ma sei sicuro che ti piacerà il nostro rumore? VALENTINO Noi siamo dei bambini vivaci! ANDREA A noi piace giocare, gridare, scherzare! FEDERICO E poi tutti insieme siamo proprio rumorosi! MARCO GIGANTE Sì, lo so che siete vivaci, ma al mio giardino piace il rumore dei

bambini, perché vuol dire che siete felici, quando giocate tutti insieme!

NOEL Allora se dici così veniamo subito! ALESSIA Forza amici andiamo a ridare gioia al giardino con le nostre belle

voci! DANIELE Sì andiamo a giocare! Il gigante apre le porte ai bambini che entrano nel giardino e ricominciano a giocare a nascondino!!! MUSICA

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MI FACCIA IL PIACERE! (percorso didattico a carattere artistico - espressivo)

Classe 3B

L’ idea è suggerita ancora una volta dal repertorio artistico e narrativo di Bruno Munari, in particolare dalla lettura e dall’ analisi del testo “Alla faccia!”.

Spesso intorno a noi c’è troppo chiasso, tutti parlano con tante, troppe parole, fanno rumore, si muovono e comunicano a volte anche con linguaggi freddi e veloci come quelli

informatizzati. Il laboratorio vede i bambini impegnati nella manipolazione della comunicazione non verbale,

basata essenzialmente sull’ espressione mimico-facciale, sulla personale realizzazione di maschere e sul loro utilizzo.

Il percorso favorisce l’ osservazione e l’ ascolto, la libera espressione artistica e corporea, l’ esplorazione della realtà circostante nel rispetto di sé e degli altri e nella cooperazione attiva.

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MI FACCIA IL PIACERE!

Copione teatrale XXIV Rassegna Teatro delle Scuole Teatro alle Vigne 14-19 maggio 2011

Possiamo parlarci senza voce, senza parole, senza alcun rumore o verso.

In silenzio la faccia comunica, si racconta,...

CONTROLUCE + FONDALE TR. 1 RUPA - SOY PAYASO Ingresso e passaggi verso le posizioni in fondo caos: ripetizione tipi di facce

PROSCENIO + CENTRALE avanzamento con presentazione prima faccia: MATTIA: "Faccia da sbronzo" FILIPPO: "Faccia feroce" SIMONE: "Faccia finta di niente" GIUSEPPE: "Faccia di gomma" MELISSA: "Faccia pulita" FRANCESCO: "Faccia in fretta" JAMES: "Faccia d'angelo" GRETA: "Faccia da modella" MICHEL: "Faccia da coniglio" STEPHAN: "Faccia di pietra" VALENTINA: "Faccia pallida" ANDREA: "Faccia a faccia" DAVIDE: "Facciamo fifty fifty" ALICE: "Faccia incantata" STEFANO: "Faccia da guai" KATALIN: "Faccia tosta" coppie - scambio facce (5) riga a coppia (5) riga verso pubblico (5) MASCHERE

SOLO PROSCENIO Sfumare la musica

PIAZZATO CALDO TR. 2 DEVENDRA BANHART - PENSANDO EN TI due file cerchi - coreografia ai lati del palco presentazione a due e avanzamento riga seduti di spalle proscenio Sfumare la musica

+ PROSCENIO TR. 3 DEVOTCHKA - CONTRABANDA testa destra-sinistra (6v) spostamento verso fondo di spalle uno alla volta alzandosi e ritorno in riga ci si gira verso pubblico a coppie (dalle estremità al centro)

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FACCIA ALLEGRA - TRISTE - ALLEGRA - TRISTE - FURBA Uscita serpentone

BUIO Si abbassa la musica (nel silenzio) Entrano a gruppi singoli e poi escono a Dx

BOLLO CENTRALE ALICE: "Mi faccia il favore, faccia i suoi conti" JAMES: "Faccia di serpente, si faccia i fatti suoi" MATTIA: "Faccia come a casa sua" GRETA: "Faccia con comodo" FRANCESCO: "Faccio in fretta" VALENTINA: "Diglielo in faccia" KATALIN: "Voltafaccia" DAVIDE: "Ho perso la faccia" FILIPPO: "Faccia presto" ANDREA: "Facciamo finta di niente" MICHEL: "Torta in faccia" GIUSEPPE: "Faccia lavata" STEPHAN: "Faccia asciugata" MELISSA: "Faccia pulita" STEFANO: "Faccia uguale" SIMONE: "Faccia diversa" INSIEME: "Faccia lo stesso"

CONTROLUCE + RINFORZO TR. 4 CAPOSSELA - CORVO TORVO ingresso di tutti posizioni coppie inizio danza velocissima degli occhi, del naso, della bocca, della lingua, delle sopracciglia, delle orecchie, della testa, dei piedi, di tutto il corpo - stop Ci si gira di spalle Riga sul fondo Braccia su spalle Coreografie: 3 passi sx 3 passi dx (2v insieme - 1v gruppi - 1v singoli) Fila al centro - uno dietro l'altro Sfumare la musica TR.5 CRISTINA DONA' - MIRACOLI Serpentone Posizioni al centro

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Passaggio facce al compagno davanti Riga proscenio Maschere in mano - movimento su e giù (x4) Saluti

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Un albero, solo un albero Copione teatrale

XXIV Rassegna Teatro delle Scuole Teatro alle Vigne 14-19 maggio 2011

Classe 4A Presentazione

Un’aula (la nostra aula) e, fuori da quell’aula, un albero. Alto e slanciato dal suo posto

privilegiato guarda e viene guardato. Un’aula e, dentro l’aula, dei bambini….una finestra. I

bambini guardano l’albero e l’albero guarda loro

Guarda e, in silenzio, ascolta. Guarda e in silenzio parla

Quell’albero ha tanto da raccontare nel suo silenzio: con le sue radici saldamente impiantate

nella terra, attraversa il tempo e le stagioni; in silenzio racconta del fiore che sboccia, della

solitudine e del freddo , della neve che si adagia come piuma leggera, di una porta che si

chiude, di chi tace verità o bugie, di chi ride e di chi piange, di chi parla e di chi sta zitto…

A lui i bambini rivolgono lo sguardo quando le mura dell’aula stanno strette, quando la mente

va “ ….e i vetri ridiventano sabbia, l’inchiostro ridiventa acqua, i banchi ritornano alberi…”

E l’albero diventa un animale fantastico, i suoi rami fanno solletico alle nuvole, le sue foglie

bagnate dalla pioggia, piangono, oppure, spinte dal vento, danzano nell’aria, fanno le capriole

nel cielo.

Che rumore fa una foglia che cade? Che rumore fa un albero che cresce?

Nel silenzio un albero e dei bambini si guardano e nel silenzio si parlano e si raccontano.

Ad accompagnare il silenzio dell’albero, che non è silenzio assoluto, le voci della poesia e

della musica, che aiutano a ritrovare l’idea di un tempo e una natura tra loro e con noi

intrecciati.

Così, nel dialogo muto che si intesse tra l’albero e i bambini, le parole diventano immagini e

le immagini riescono a fare a meno delle parole. Il silenzio illumina, sussurra e unisce, porta

lontani, racchiude in sé tutte le paure e tutti i sogni del mondo.

Le parole di Carlo Lucarelli, Gianni Rodari, Eugene Borches e Alda Merini si intrecciano ai

pensieri e alle emozioni di un gruppo di alunni che, nel corso di un anno scolastico entra in

sintonia con l’albero che, fuori dalla finestra, da giorni, impassibile è fermo ad osservare e ad

ascoltare e raccontano l’a m i c i z i a, se possiamo chiamarla così, fra un albero e dei

bambini nel dipanarsi delle stagioni e nel silenzio della natura.

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UN ALBERO, SOLO UN ALBERO Copione teatrale

XXIV Rassegna Teatro delle Scuole Teatro alle Vigne 14-19 maggio 2011

Classe 4A

MUSICA: THE LAMB (Kagermann) Albero in scena- (i b. lo vanno a comporre disponendosi uno dietro l’altro) I bambini lettori si dispongono sul davanti, lateralmente LORENZO: Sono un albero, spilungone…. posso vedere tutta la vita del mondo: d’estate sui miei lunghi rami si posano uccellini di tutti i colori che incominciano a cantare. Intorno tante farfalle multicolori che si posano sui molti fiori e api che succhiano il nettare. Con i miei rami prendo le nuvole e formo grappoli di zucchero filato ANNA: La cosa brutta è che quando arriva un cagnetto carino e io penso: “ Guarda quant’è carino!” lui mi viene vicino, alza la sua zampetta carina e…. mi fa la pipì addosso….a me. A volte anche la popò! Insomma : sono diventato una toilette per i cani GIADA: Che bello in estate…. A volte i bambini prendono un libro e si mettono a leggerlo sotto di me che faccio loro ombra. Uno di loro… no… tre di loro, sono qui…adesso I bambini che impersonano gli animali si ritirano ai lati TRE BAMBINI ENTRANO GIOCANDO, POI SI SIEDONO SOTTO L’ALBERO (Andrea P., Sabrina, Sofia W.) NOEMI: Chissà che silenzio c'è nella loro testa,…….. Che tipo di silenzio c'è. Se ronza, come succede a volte, riempie le orecchie, da fuori, come un tappo di cera, si infila, prima sottile come un velo, ALESSIA: poi si infittisce, stringe le maglie e da una rete diventa una tenda compatta e spessa, che schiaccia sul timpano e impedisce agli altri rumori di passare, li copre con quel volo fitto di vespe con quello stridere rovente, insistente, di grilli di cicale, col raschiare acuto e isterico di olio che frigge. ALESSANDRO: Il silenzio è pauroso come stare da solo GABRIELE: …..è un caffè amaro che si beve in solitudine Una noce già schiacciata. Pronto per essere mangiato GIADA: Il silenzio è cattivo come un ladro. …….fa terrore come la morte. SOFIA F.:Il silenzio è come un vetro, appannato per nascondere la verità ALESSIA…..è oscuro come una stanza al buio (I bambini si distendono come per dormire) LORENZO :Il silenzio è come una nuvola concentrante che mi attira quando sono da solo Il silenzio è paura, una nuvola che copre ogni voce

MUSICA (WATERMARK- ENYA) Luce bassa

Sabrina si alza e si muove seguendo la musica. Nel contempo distribuisce le strisce azzurre, acqua. Man mano fa girare i compagni che, come lei diventano acqua I bambini e alzano e abbassano le braccia, muovendo le carte-acqua (Al termine tutti a semicerchio fanno la OLA)

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ANDREA P.: (venendo avanti) Oppure è un silenzio liquido, uno di quei silenzi neri che si formano dentro la testa, tra le orecchie in un punto imprecisato al centro del cervello, un puntino minuscolo, una piccola macchia, un vuoto, che si allarga lentamente e intanto assorbe tutto, EMANUELA: toni, frequenze, vibrazioni, timbri, alti, bassi, parole, suoni, li attira e li inghiotte in un gorgo di piombo, SABRINA: denso, opaco e ottuso, un buco nero che si espande, scivola giù lungo la gola e si mangia anche il cuore, i polmoni, l'intestino, e non ha più confini, se non la pelle, inutile, del corpo.

MUSICA (WATERMARK- ENYA) Sabrina, Andrea, Emanuela, si muovono intorno facendo danzare fazzoletti neri fissati alle tasche dei pantaloni) Gli altri continuano a muovere le carte-acqua SOFIA W: Il silenzio è come la notte, pauroso e buio - è piacevole come quando disegno da sola - è come un vento che porta via la voce. Il silenzio è noioso, quando non c’è molta gente ( si siede e prende lo strumento musicale già posizionato) ADRIAN: Il silenzio è come un vetro. Muto e liscio. Bello…Mi dà tranquillità ANNA: Il silenzio è come un’onda che a volte ti rilassa e a volte ti fa pensare a cose brutte. Il silenzio è come un foglio bianco che dà la negazione ANDREA P.:Il silenzio è come la paura: complicato da sentire. E’ una barriera che a differenza della paura ti difende dal rumore e ti rende felice. Alcune volte pauroso,altre sicuro,senza che nessuno ti disturbi. ANDREA G.:Il silenzio è come un uccello che vola piano. Il silenzio è come una voce paurosa che mi spaventa di notte. Il silenzio è come tante parole rumorose che mi spaventano sempre, mi confonde. ALESSANDRA: è come la paura: mi fa battere forte il cuore , ma nel mio cuore non si sente niente FABIO : ti isola dalla felicità e dall’allegria. Tutto è silenzioso e si sentono dei bisbigli nell’aria.

Bisbigliando Gabriele: Il silenzio è nero (+ Arber, Paolo, Lorenzo) Chiara: Il silenzio è rosso (+Chiara, Giada, Emanuela) ALESSANDRO: Il silenzio è bianco (+ Alessia, Sabrina, Elisa) SOFIA F.: È un gomma che cancella (+ Anna, Andrea P., Sofia W.) NOEMI: Dà luce ai pensieri (+Alessandra, Gipponi, Erik) ADRIAN: illumina (+ Thomas, Riccardo, Fabio) LUCE BIANCA Dopo la prima volta mentre si avvicinano tutti insieme al bordo del palco, alzano la voce e ripetono quasi urlando SOFIA F. (dopo alcuni secondi di silenzio assoluto) Oppure no, è una goccia, una goccia che cade, che si raccoglie alla sommità del cranio, dentro 1a testa, come l'acqua sulla volta di una caverna, gonfia, si allunga e si

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stacca, e precipita giù, velocissima, lungo la colonna vertebrale, fino a battere contro il sedile della poltrona, (tutti mimano la goccia e si abbassano) THOMAS: (balza in piedi e si tocca i pantaloni) dentro i calzoni, costante, precisa, serrata, una goccia dietro l'altra, un rintocco pungente che non si ferma mai, vibra sottile e ipnotico e intanto accorda su di sé tutti i rumori, ( Alessia suona) ELISA: li impasta e li sfuma, li fa scivolare sul sfondo e li annulla, come un triangolo ( musica triangolo) in una sinfonia d'orchestra, che insiste, insiste, insiste, finché non resta soltanto lui, con la sua goccia, a risuonare dentro. (i b. riproducono le gocce) (Suono del triangolo ad interrompere il concertino)

MUSICA: THE PERFECT STORM -( J. Horner) I bambini accoccolati, guardano impauriti RICCARDO: Il silenzio è come una palla di cotone, morbido, è come un’acqua limpida che scorre piano. Il silenzio è come un bambino che gioca da solo NOEMI:….è oscuro come il buio della mia cameretta di notte SABRINA: …….è come una tomba isolata da tutti, una nave che naviga e una foglia che cade. Il silenzio impaurisce tutti. Il silenzio è …. TUTTI: PAURA ! PAOLO: Il silenzio è pauroso come un coltello pieno di sangue E’ un ventilatore che non si fa sentire, soffia via il rumore si risvegliano sul tema “ARIA”- G. ALLEVI ………………………………. Si riforma l’albero: Arber, Emanuela, Parpinel,Alessandra, Sabrina, Anna. Thomas, Elisa, Adrian, le rondini, volano via.. I compagni lanciano le foglie (I lettori seduti) Mentre Chiara legge, nominando le foglie gialle, Elisa, Sofia F., Giada con un lungo filo di foglie si allontanano svolazzando) Quando viene nominato Palla di Fuoco, tutti si scaldano al sole, quando soffia il vento i bambini, disposti su due lati, alternativamente soffiano, mentre l’albero si piega al vento) CHIARA: Che silenzio tutt’intorno, dopo la partenza delle rondini! Muta era la campagna e s’udivano di quando in quando i sospiri delle foglie gialle che, dopo aver tanto lavorato, sa-lutavano con dolore l’albero e si staccavano da lui. Tutto diventava ogni giorno più triste. FABIO: Da qualche tempo, infatti, Palla di fuoco si alzava di malavoglia, pallido, arrancava fra le nubi che gli sbarravano il cammino e solo di rado riusciva a mandare qualche tiepido raggio ma ben presto le forze gli mancarono e sparì in mezzo alle nebbie. ANDREA G.: Ora lavorava forte il vento che, tornato dal mare più robusto che mai, spingeva tante nuvole pigre a riempire il cielo. Pian piano il bel cielo azzurro diventò grigio come il fumo, senza un buchino da cui filtrasse un raggio di sole.

Cadono le foglie

ANNA: E viene il tempo degli alberi che lasciano cadere foglie d’oro. EMANUELA: E viene il tempo dei giorni che si accorciano. SABRINA: Le notti sono lunghe

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e ogni sera ha un nome. ARBER: sempre nuovo di fiabe. ALESSANDRA: Nel vano della finestra ANDREA P.: una stellina si ferma ad ascoltare. ELISA: Il silenzio d’autunno è aria che soffia tra i miei rami e i miei amici alberi GIADA: L’albero è uno scimmione, grosso: i suoi rami sono peli diritti, vanno verso il cielo…..strade marroni e strette, piene di curve. ALESSANDRA:Ora l’albero è triste, bagnato di goccioline: le sue lacrime. ERIK: Le foglie corrono per il cielo con il vento. Giocano a nascondino. THOMAS:Le foglie cadono: il vento le spinge. ALESSIA: Le foglie danzano, suonano, girano e saltano. ALESSANDRA Tutto è in silenzio, ad ascoltare le foglie che cadono.

MUSICA: PAINT THE SKY WITH STARS- ENYA

(I bambini lanciano le foglie) NOEMI( venendo avanti schiaccia le foglie: Per terra una foglia scricchiola quando noi la calpestiamo (Tutti si fermano si siedono dove si trovano) ELISA: Tutte le foglie scricchiolano,calpestate dagli uomini. Piangono per il male SOFIA F.:Le foglie: tremano lentamente, ballano con stile, giocano vivaci, volteggiano nell’aria e, volteggiando, cadono. ANDREA G. …..fan capriole nel vento: si divertono! ELISA:……sono piume che cadono: fanno le capriole con il vento.

MUSICA: SMAOINTE - Enya

L’albero si ricompone

CHIARA: Ora l’albero è triste, è tutto nudo è un leopardo che salta tra una nuvola e l’altra PAOLO: Il suo mantello copre la terra SOFIA W. : I suoi rami sono aculei che pungono le nuvole ALESSANDRA: bagnato di goccioline THOMAS: sembra quasi che pianga ALESSANDRO: L’albero si muove con il vento: è agitato e non si calma… Il vento è tanto forte! ERIK: L’albero sta aspettando: …. Ha fame! ELISA: …….. è un uomo intirizzito: piove e c’è il vento. No! sono fiocchi di neve!!!

MUSICA :SMAOINTE

THOMAS: E’ Inverno: quest’anno sono infreddolito, triste e mi sento solo. tutti gli altri alberi non parlano più: tacciono per il freddo ADRIAN: Sento la pioggia e la neve: uffa sono sempre bagnato! ELISA: Silenzio: il freddo fa giocare i bambini con la neve EMANUELA: E’ un silenzio nero, scuro

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Alcuni teli bianchi rappresentano la neve. Sotto il più grande si stendono i bambini che rappresentano gli angeli della neve. Gli altri bambini, dopo aver giocato man mano si fermano e si mettono a dormire sotto i teli

ANDREA G. : C’è un silenzio bellissimo

Da dove si trovano, mentre tutti sono seduti

SABRINA: Un caldo e bravo silenzio

PAOLO: Il vento mi infreddolisce

Tutti i bambini si mettono distesi sotto i teli, a dormire

RICCARDO: Toglietemi la neve: ho freddo!! (esce dal telo)

MUSICA: HAVA (Kagermann)

SI RICOMPONE L’ALBERO COME NELLA SCENA INIZIALE

Riccardo si gira e seguito dagli altri b., seguendo la musica si allontana verso il fondo. Lì tutti si fermano e si girano. Un gruppo di b.(Alessandra, Sofia W., Parpinel, Noemi, Giada, Sabrina) raccoglie gli oggetti e li porta via: l’inverno se ne va)

THOMAS: Ora è primavera, mi sento già un pochino meglio.

Sull’albero vengono posizionate le strisce di carta che rappresentano i fiori e le foglie

THOMAS: Adesso sono più vestito con i miei bellissimi fiori ELISA: In silenzio crescono tra le mie radici e quelle degli altri alberi Giada, Sofia w., Alessandra vengono avanti e si siedono

SOFIA W.: Sono qui, sull’albero e sui rami intorno a me ci sono tante foglie. Sono salita fin quassù perché voglio prendere le nuvole, ma non ci riesco perché sono troppo bassa. Mi alzo per afferrare le nuvole: voglio farmi una morbida parrucca. Non ho paura perché i rami mi sostengono e ci sono uccelli che mi fanno compagnia. GIADA: Mi sento allegro e felice: le mie amiche foglie svolazzano come uccellini pieni di gioia che danzano ALESSANDRA: Ero un albero pieno di foglie in una giornata di primavera: in cielo il sole….lontano si intravedeva anche un arcobaleno. Sotto e intorno a me un prato verde, chiarissimo, come se fosse invisibile… fiori: rose, margherite, gelsomini e fiori di ciliegio. Ora i miei amici fiori e le mie sorelle foglie non ci sono più e io devo cavarmela da solo. Ricordo i racconti dei miei amici volati qui da lontano. Sono rimasto da solo…… Ricordo …

MUSICA: HAVA ( Kagermann) In città: i bambini camminano avanti e indietro THOMAS: E’ Estate: sono contentissimo e non so proprio cosa dire!

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ARBER: Sono un grande albero con una gigantesca chioma e i bambini vengono a giocare sotto di me dove crescono i miei amici fiori NOEMI: Sento il rumore del mare e in alto c’è un bel sole caldo Che Bello!!! FABIO: Fa caldo e per le vie della città non c’è nessuno: sono molto, molto triste ANNA: Il silenzio è troppo caldo: non c’è neppure un filo d’aria EMANUELA: Eccomi qui, nel mio mondo, la mia casa Dove incontro tutti quelli che mi vogliono bene, Mi trovo in un prato verde, fiorito.. Davanti a me un fiume, ….. lungo……. Ho trovato tutto quello che volevo Tutti si sistemano a formare una grande chioma EMANUELA: l’albero, grande e grosso, è un papà che ogni giorno va a fare la spesaper i suoi piccoli. ARBER: L’albero sorride quando è in compagnia e gioca sempre con le sue amiche foglie. PAOLO: Sai: io sono un albero. Guardo dentro la finestra davanti a me e …………………………………………. e vorrei essere un bambino.

ANNA: I miei piedi sono radici Il mio corpo è un tronco Rami le mie braccia, alzate verso l’alto I miei capelli foglie SOFIA F: … le mie braccia si allungano sempre più e ….ora posso vedere Vedo tanti bambini…una classe. Anche loro mi guardano e io mi imbarazzo NOEMI: ……. Vorrei andare lì, giocare e correre con i bambini, anche andare al mare, ma le mie radici, cattive, me lo impediscono.. ANDREA G.:…quando piove mi bagno tutto E non mi piace A volte i miei rami con il temporale si rompono: RICCARDO: è come se mi staccassero le braccia! ARBER: Anche le macchine che posteggiano mi vengono addosso a volte Mi fanno un mare di male! CHIARA: Che caldo: il mio tronco è pieno di goccioline: quel sole giallo fuoco che fa caldo a tutti fa sudare anche me ANNA: Con i miei rami salgo in alto nel cielo, oltrepasso le nuvole Ed eccomi GIADA: …..un posto bellissimo ….un posto tranquillo e solare …..non si sente nessuno. Silenzio e calma intorno. ALESSANDRA: Silenzio….. per non sprecare energie! SABRINA: I bambini sono corsi via e mi sono ritrovata con un seme: io e un seme! Sono passate un po’ di settimane e il seme è diventato un germoglio….l’ho curato d è diventato un albero. Sono invecchiata e l’albero è invecchiato con me… sono morta, ma l’albero è rimasto, lì….solo senza nessuno che pensasse a lui. Tutti e due sentivamo la nostalgia e la mancanza dell’altro…. Poi è morto anche l’albero. Ed ecco un bambino: nelle sue mani un seme….. MUSICA: LISTEN TO THE RAIN- THE EVANESCENCE ALESSANDRA: Silenzio ANDREA P. : Ho bisogno di silenzio ……………………… FABIO: il suono della mia stessa voce GABRIELE: adesso sarebbe rumore

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SABRINA: non parole ma solo rumore fastidioso ERIK: che mi distrae dal pensare. PAOLO: Ho bisogno di silenzio ………………………. ARBER: è arrivato il tempo di tacere RICCARDO: di raccogliere i pensieri ANDREA G.:allegri, tristi, dolci, amari, THOMAS: ce ne sono tanti dentro ognuno di noi. ALESSIA: Gli amici veri, pochi, uno ? EMANUELA: sanno ascoltare anche il silenzio, NOEMI: sanno aspettare, capire. LORENZO: Chi di parole ….ne ha avute tante ADRIAN: e non ne vuole più, ALESSANDRO: ha bisogno, come me, di silenzio. ANNA: Ascolta ELISA: Il silenzio suggerisce SOFIA W.:Ci dice cosa fare o non fare CHIARA: Anche quando dormi GIADA: C’è sempre una voce che ci parla Sabrina con il dito davanti alla bocca, richiama al silenzio, poi solo Sofia ripete: SOFIA F.: C’è sempre una voce che ci parla.

MUSICA: HAVA I bambini salutano il pubblico e ringraziano

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LA LIBERTA’

Pensieri in libertà in occasione del 150° dell’Unità d’Italia

Classe 4A La libertà è stare da solo su uno spazio vuoto (PAOLO) Essere liberi vuol dire comandare se stessi e decidere la cosa giusta (EMANUELA) …..significa esplorare il mondo, fare tutto quello che voglio e niente che mi circondi e nessuno che mi dica cosa fare. E’ vivere selvaggi, come un leone che comanda (ALESSANDRA) La libertà per me è essere da sola, serena tranquilla e felice. (NOEMY) ….è quando uno è libero può fare quello che vuole. E’essere tra i prati, rotolarsi tra i fiori: questo vuol dire essere liberi (ALESSIA) E’ andare dove voglio, senza regole, senza avere qualcuno che mi dice cosa fare: è essere felice, non come quei bambini “schiavi”. Poverini! (ELISA) E’ stare all’aperto con gli animali, gli amici e i miei genitori, non in prigione o chiusa in casa. (SABRINA) La libertà è quando puoi dire quello che pensi, non sei in prigione, puoi correre in un prato, buttarti nell’erba senza che nessuno te lo impedisca, è provare affetto, divertimento e gioia Poveri quelli non liberi. devono sempre lavorare: lavori che alcuni non sanno fare. In più devono sopportare il dolore, la tristezza, la noia e la prigionia (ANDREA P. ) La libertà è essere liberi di fare quello che si vuole! (THOMAS) E’ un bene di tutto il mondo e io credo che alcuni stati devono smettere di fare la guerra perché muoiono un sacco di persone, anche i bambini La libertà vuol dire che tutti i bambini schiavi devono essere liberi, tutti. La libertà vuol dire fare la pace. (ARBER) Per me la libertà è stare da solo. Non si è liberi quando si è costretti a rimanere lontani da casa per molto tempo, come Mosè in Egitto, o quando c’è la guerra, o si spara continuamente (LORENZO) Sono libero quando sto da solo e gioco felice. (ANDREA G.) Libertà significa poter dire quello che si vuole, essere allegri e felici e giocare con qualcuno. (GIADA) Per me libertà significa che ogni uomo e ogni animale devono poter stare in un posto tutto loro e non in prigionia. (ERIK) La libertà è correre nei prati dell’Isola Carolina (GABRIELE) E’ stare in casa da solo e pensare a delle belle cose. (RICCARDO) E’ un prato senza fine e un arcobaleno tutto colorato. (CHIARA) …..è non essere obbligata a fare qualcosa che io non voglio fare. POSSO PENSARE QUELLO CHE VOGLIO, IO: non seguire gli ordini. ESSERE SCATENATA. In poche parole la libertà è fantastica, il contrario della prigionia., il contrario dell’infelicità. La libertà è un sacco di cose: è una regione senza confini, una stanza senza pareti né muri, una scatola aperta, una torre con migliaia di porte LA LIBERTA’ è ….la LIBERTA’

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(ANNA) ASCOLTA

Copione teatrale

XXIV Rassegna Teatro delle Scuole Teatro alle Vigne 14-19 maggio 2011

Classe 4B

INTRODUZIONE

Finalmente un po' di silenzio! Ma cos'è il silenzio? E' stare zitti, è non fare rumore! A qualcuno non piace stare zitto. Silenzio a scuola, niente musica o televisione o chiacchiere. A qualcuno fa addirittura paura, perché fa pensare al lutto, al dolore a qualcosa di misterioso. Poi, pian piano, l'idea di silenzio si modifica: il silenzio è anche rilassante, è un momento per pensare, per concentrarsi, per ascoltare se stessi, per ascoltare anche quello che sta attorno a noi come le voci della natura. Ascoltare il fruscio delle onde quando il mare è calmo o il silenzio della foresta prima del temporale, come nelle poesie che abbiamo letto. Più importante ancora è prestare attenzione alle persone che ci passano accanto nella vita. Quante persone sole avrebbero bisogno di essere ascoltate: gli anziani che spesso vengono ignorati, ma che avrebbero molte cose da raccontarci e da insegnarci. A volte il silenzio diventa una richiesta di aiuto, ad esempio padri e figli spesso non riescono più a comunicare fra loro. Anche la conclusione del nostro spettacolo è un invito ad ascoltare, perché: "Amare vuol dire soprattutto ascoltare in silenzio". Allora...... quante voci nel silenzio!!!

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ASCOLTA Bambini in fila dietro a Bilal con mosse “arrabbiate” (musica) Allo stop si fermano in fila e alcuni escono dalla fila lateralmente, in diagonale

Bilal Sono arrabbiato perché dobbiamo fare silenzio Jean Pierre Non mi piace stare in silenzio Isabella A scuola dobbiamo sempre stare in silenzio Mohamed Io non lo faccio mai! Sergio Silenzio o non silenzio ?……. Victoria (Malik) questo è il problema! Paola ma…….a me il silenzio piace Tutti Uffa, sei sempre la solita!!!! Riparte la musica poi STOP Francesca Fermi! Ma perché ti piace il silenzio? Paola Perché mi fa sentire in pace, i miei pensieri sono più sereni Mohamed Io rimango della mia idea, il silenzio è tremendo! Matteo Silenzio a scuola, quando la maestra spiega! Nicolò Che tristezza!!! Vichi (Raul) Il silenzio mi fa un po’ paura, soprattutto con il buio Maddalena È lutto e dolore Noemi Qualche volta sì, ma è anche riposo Paola Certe volte vien voglia di restare da soli Ale un po’ in tranquillità Viola e in pace! Io lo so, ho tre sorelle! Costa Forse Paola ha ragione Franci È un momento per pensare Giada o per sognare, Bilal È come stare in mezzo a un bel prato verde Saul per ascoltare la natura, J. P. i rumori del vento, Yuossef il fruscio delle onde. I bambini vanno a prendere i foulards

I bambini in 4 gruppi, fanno le onde prima a terra poi in piedi con un telo in mano Poesia (x II volta) Viola C’ è il silenzio del cielo prima del temporale (Sergio,Raul,Moham.,J. P) Aleksandra delle foreste prima che si levi il vento (Noemi, Viola, Bilal) Noemi del mare calmo della sera (Giada, Paola, Vichi) Costantino di quelli che si amano (Isa, Franci, Ersid, Saul) Nicolò della nostra anima (Erik, Maddi, Ale) Malik Poi c’è il silenzio che chiede soltanto (Matteo, Costa, Malik) Matteo di essere ascoltato (Nicolò, Youssef) ( di Romano Battaglia) In fila ripetono la poesia (alcuni seduti) Giada Ah, il temporale!!!

Musica del temporale Scena del temporale, i B. si nascondono coprendosi la testa e guardando in su ogni tanto per controllare. Saul dà il segnale di fine temporale Saul Il temporale è finito (Tutti: sospiro Ah!

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Erik A Paola piace il silenzio, a me no! Isa Hai ragione, anche a me piace quando c’è la musica e tanto rumore Maddalena Che ne dite di ballare? Tutti : Sììì I B. depongono i foulards Musica forte e ballo.

Matteo Che bello scatenarsi così! Raul Sì, però adesso che ci siamo scatenati andiamo al parco! Tutti: Sììì Raul e Francesca vanno a prepararsi Musica e nel parco tutti che passeggiano a gruppi parlando fra loro mentre il nonno e la nonna entrano in scena e camminano in mezzo alla gente indifferente. Ogni tanto si fermano, si guardano attorno, sembrano voler parlare con qualcuno che non li ascolta. Proseguono fino alle panchine e si siedono. Gli altri B. si dispongono nei giochi a gruppi: 4 ai videogiochi (Erik, Sergio;J. P., Costa)

3 in bicicletta ( Matteo, Nicolò, Malik), 4 a pallacanestro ( Saul, Bilal, Youssef, Mohamed), 5 a palla ( Noemi, Maddi, Isa, Paola, Viola), 4 a fare collane di fiori (Vichi, Ersid, Giada, Ale). I bambini con le bici passano in mezzo ai gruppi e disturbano. Le due scene dei nonni avvengono in modo alternato

NONNA (Franci): Una palla rotola fino alla nonna e Isa va a riprenderla, Noemi accenna alla compagna che la nonna le sta guardando: Piano piano si avvicinano e iniziano a parlare (come ti chiami).

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NONNO (Raul): (Il nonno guarda i B. che hanno i videogiochi) ma che gioco è? Costa. È il gioco della PSP Nonno Ps cosa??? Ai miei tempi si giocava con i tappi I b. giocano a tappi con il nonno (musica vecchia) Quando cambia la musica tocca alle femmine . La nonna fa capire che lei, quando era piccola imparava a lavorare a maglia e a ricamare ( Viola tiene la matassa, Noemi avvolge il gomitolo, le altre ricamano o lavorano a maglia)

Saul (al nonno) Che bel gioco ci hai insegnato! Ale (alla nonna) Grazie che ci hai ascoltato! Nicolò Magari potessi chiacchierare così con il mio papà Nonno Perché non chiacchierate? Nicolò Non lo so! Papà spesso non ha tempo!

Il Papà (J.P.) guarda la televisione. Il figlio (Nicolò) lo chiama

Nicolò Papà! (non risponde) Papà! …….. mi aiuti a fare i compiti? Papà Sì (ma non si muove)

Mamma (Vichi) Viola! Dove sei? Viola (sbuffa e si prepara per uscire) Mamma Viola, perché non rispondi? Viola Mi sto preparando! Mamma Esci sempre e quando sei a casa non parliamo mai! Viola Non posso adesso, mi aspettano gli amici, devo andare!

Quando Il papà si muove e va da Nicolò è il figlio che non vuole parlare con lui perciò J. P. se ne va sconsolato. Le Bambine si alzano per la seconda poesia

Ho conosciuto il silenzio delle stelle e del mare, (Noemi) il silenzio dei boschi prima che (Paola) sorga il vento di primavera. Il silenzio di un grande amore, (Ale) il silenzio di una profonda pace dell'anima (Isa) Il silenzio tra padre e figlio (Giada)

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e il silenzio dei vecchi carichi di saggezza (Franci) (Edgar Lee Masters)

Raul Amare vuol dire soprattutto ascoltare in silenzio (di Antoine De Saint-Exupery)

perciò Ssss ascolta!

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OGOA. MAGIA D’AFRICA

Classe 5A Scuola Primaria S.F. Cabrini Classe 3B Liceo Statale Maffeo Vegio

Un lento ritmo di jambè rompe il silenzio della scena: un narratore e una piccola narratrice avanzano nello spazio; le loro voci alternate danno il via al racconto. “Prima che ci fosse l’uomo, sulla terra non esisteva nulla, solo un albero alto e forte nel mezzo della pianura…”. La storia si snoda tra immagini di alberi e nuvole, tra squarci di lampi e rombi di tuoni fino alla comparsa della grande madre Woyengi che nel silenzio dell’universo plasma uomini e donne e li affida alla vita. A tutti chiede ciò che desiderano, a tutti dà una possibilità di realizzare i propri sogni. C’è chi vuole fortuna, chi non disdegna la sventura purché accompagnata da avventure, chi aspira ad una vita da vivere intensamente, chi desidera tanti figli . E la risposta della dea è sempre “Ciò che vuoi sarà”. Ma Ogoa, fanciulla coraggiosa e libera, si rivolge a Woyengi chiedendo poteri magici per guarire le malattie, per penetrare i pensieri, per comprendere i linguaggi di tutti gli esseri viventi. E la grande Madre ancora una volta risponde “Ciò che vuoi sarà”. Per Ogoa la vita diventa così ricerca continua che con il trascorrere del tempo si fa tristezza: le manca qualcuno da cullare, un volto da consolare, la possibilità di accompagnare un figlio alla soglia della vita e di iniziarlo al mondo. Cerca allora di tornare da Woyengi, di ricominciare una nuova esistenza. Infiniti ostacoli si frappongono tra lei e la meta: Isembi l’uomo delle fronde, Egbé il signore dei villaggi e delle città, l’oceano infinito, il dio Ada. E tutti le sconsigliano il viaggio. Lotta Ogoa, lotta fino al limite della morte e arriva di nuovo nella grande pianura ai piedi del sacro albero. Rivede lo straordinario spettacolo della creazione. La grande madre la scopre e le rivela l’impossibilità di ricrearla di nuovo. Può però farle il dono di essere la madre dell’umanità che cerca, di tutti coloro che non si accontentano di vivere giorno per giorno, ma vogliono incontrare nel cammino quotidiano il potere immenso del silenzio che crea e ricrea. Lo spettacolo si costruisce nel gioco del movimento dei corpi che disegnano le scene nella semplicità dei gesti sottolineati dal suono del tamburo, dei bongos e di canti africani in lingua Igbo. Prendono così vita immagini simboliche come l’albero, le nuvole, il villaggio delle mamme, il roveto, il mercato nelle varie lingue - araba, albanese, filippina, rumena, peruviana - gli incontri scontri tra la maga e i vari personaggi. Un viaggio in un mondo dove i canti, le voci della natura, i suoni trovano la loro massima espressione nelle pause dei movimenti, nei silenzi delle attese, nella sospensione che la narrazione di scena in scena crea e trasforma in azione. Percussioni e canto a cura di Christopher Onwendimma.

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OGOA

Copione teatrale

XXIV Rassegna Teatro delle Scuole Teatro alle Vigne 14-19 maggio 2011

Classe 5A

TESTO DRAMMATURGIA GIORGIO Prima che ci fosse l’uomo, sulla terra non esisteva nulla solo un albero alto e forte nel mezzo della pianura

Christopher inizia a suonare Giorgio e Silvia entrano dal fondo

Vengono sul davanti e poi si posizioneranno vicino a Christopher

Christopher CANTA

Duru anyi na ga

Entrano i 4 giovani come scimmie (Alessandro, Stefano, Andrea, Taomi)

Si posizionano come albero Entrano i 4 bambini (Giulia, Rebecca,

Madalin, Ersi) Si costruisce l’albero(Lucia, Mikail, Marina, Francesco, Ilaria, Viola, Eleonora, Fatima,

Ronaldhinio, Ricardo, Naira, Leigh) Quando è composto

Stop canzone

SILVIA Una mattina, sulla cima di quest’albero si posarono grosse nuvole scure GIORGIO Il tuono tuonò, SILVIA il lampo squarciò il cielo, da quello squarcio discesero un tavolo, una sedia, una pietra celeste e discese anche la Prima Madre, Woyengi

Christopher SUONA RITMO Entrano le nuvole (Lorenzo, Veronica,

Miriana, Sorina, Catalin, Noemi, Zuchra, Jacopo, Valentina, Anna, Gaia, Beatrice) Fanno due giri e poi si fermano in fondo

Stop ritmo

Christopher – un colpo-

Christopher – un colpo l’albero si disfa e ogni elemento si trasforma in sasso Si forma la tavola (Nicolas e Luca)

appare dalle nuvole Woyengi (Benedetta, Denise, Laura)

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GIORGIO Ella si sedette sulla sedia, SILVIA posò i piedi sulla pietra celeste, GIORGIO sulla tavola mise dell’argilla bagnata e con essa plasmò gli umani. SILVIA Poi soffiò su quelle forme e con il suo fiato diede loro la vita. BENEDETTA Puoi essere una donna o un uomo. DENISE, LAURA Scegli. BENEDETTA Quale genere di vita vuoi? DENISE Quali fortune? LAURA Quali speranze? ALESSANDRO Io voglio la ricchezza CORO Ciò che vuoi sarà RICARDO Io desidero tanti figli CORO Ciò che vuoi sarà

Christopher CANTA

Duru anyi na ga

La dea avanza e i sassi rotolano di lato per poi disporsi a scacchiera su file parallele

La canzone si stoppa quando la dea è accanto al tavolo

Riprende la canzone I sassi si trasformano in vegetali e quindi in

uomini I volti tutti verso il pubblico

Stop canzone

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GIULIA A me dona una lunga vita CORO Ciò che vuoi sarà FRANCESCO Io invece vorrei una vita breve ma intensa. CORO Ciò che vuoi sarà ANDREA Dammi pure delle sventure, ma fa’ che la mia vita sia piena di avventura. CORO Ciò che vuoi sarà GIORGIO C’erano due donne SILVIA Sembravano sorelle GIORGIO grande era l’amicizia che le univa. GIORGIA A me dona figli forti e ricchi CORO Ciò che vuoi sarà BENEDETTA Due maschi e due femmine usciranno dal tuo grembo due femmine e due maschi cammineranno nelle strade del tuo villaggio, allieteranno le tue giornate LAURA Io sono Ogoa, non desidero figli, non voglio ricchezze, dammi poteri magici, il dono di guarire le malattie, la capacità di penetrare i pensieri, anche quelli lontani, la possibilità di comprendere la lingua

Avanzano le due donne (Giorgia e Laura C.) Naira, Leigh, Flogert, Ronald raggiungono Giorgia Lei li prende e va verso il fondo Laura si porta sul proscenio

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di tutti gli esseri viventi. BENEDETTA Ciò che vuoi sarà Ogoa

Laura si gira verso il gruppo alza le braccia Christ dà un colpo Il gruppo si disperde

GIORGIO E Ogoa divenne una maga Celebre e temuta SILVIA Ma era triste LAURA Non ho nessuno a cui cantare la ninna nanna non ho nessuno da cullare non ho nessuno da consolare. Amo quei bambini, ma non saranno mai i miei bambini. Tornerò da Woyengi mi farò creare di nuovo, le ridarò i miei poteri, cambierò il mio destino. Nel sacco racchiudo i miei segreti Nella bisaccia imprigiono i miei poteri Le mie invincibili magie Porterò a Woyengi. Camminò molto,

CHRIST CANTA

UMO NNUNIU NKE EGWE Giorgia con i bimbi entrano e impastano il pane Gaia e Miriana giocano con i capelli Veronica, Sorina e Lorenzo lavano Valentina Jacopo ninna nanna Beatrice Noemi cucinano Anna Zuchra Catalin fuoco Laura si aggira da sola, poi si ferma in centro

stop canzone

Christ riprende la canzone Il gruppo delle donne e bambini se ne va e intanto si forma il roveto Stefano, Mikail, Viola, Nicolas,Alessandro, Lucia, Taomi, Marina, Martina, Eleonora, Ilaria, Andrea, Benedetta, Denise, Laura, Lucia, Francesco, Ricardo, Ersi, Giulia, Rebecca Stop canzone

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attraversò la savana, entrò nella foresta, si avventurò tra rovi e cespugli. Passi pesanti sento dietro di me passi pesanti nel buio della sera.

Christ suona un ritmo Laura si aggira fra i rovi

FRANCESCO Sei tu la maga Ogoa di cui tutti parlano? LAURA Esiste una sola Ogoa e sono io FRANCESCO Vieni a casa mia sarai mia ospite. LAURA Ma tu chi sei? FRANCESCO Io sono Isembi, l’uomo verde, il re delle fronde. Dove stai andando Ogoa? Questa strada non porta in nessun luogo LAURA Io sono una donna. Vorrei dei figli. Vado da Woyengi perché cambi il mio destino. FRANCESCO Il tuo è un viaggio inutile nessun essere umano può vedere Woyengi. LAURA Ho potentissimi poteri. FRANCESCO Non ti basteranno. LAURA Ne vuoi la prova? Andiamo nella radura e misuriamo le nostre forze.

Francesco si alza e fronteggia Ogoa I rovi formano un gruppo alle spalle di Isembi Ogoa combatte da sola contro Isembi e i suoi

GIORGIO Isembi recitò le sue formule più efficaci e il sacco di Ogoa si svuotò: SILVIA

Cade Ogoa

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i suoi segreti, le sue magie si dispersero come fumo nel vento. GIORGIO Danzava Ogoa sull’erba tenera invocava le potenze oscure SILVIA i segreti e le magie di Isembi riempirono il suo sacco GIORGIO Danzava veloce Ogoa nell’erba tenera A braccia aperte volteggiava nell’aria SILVIA Isembi cadde a terra morto. LAURA Riprendo il mio sacco riprendo il mio cammino. MARINA Fermati, aspetta. Ridà la vita al mio uomo Gliel’hai presa per niente. LAURA Ti rendo la vita Isembi, addio.

Ogoa si rialza e danza un ritmo di guerra Cade Isembi Entra la moglie di Isembi Ogoa tocca la fronte a Isembi

SILVIA Ripartì Ogoa GIORGIO Camminò fino alla città di Egbé, il villaggio dalle grandi capanne. TAOMI Ogoa, sei tu la maga di cui tutti parlano? LAURA Esiste una sola Ogoa e sono io TAOMI Vieni nel mio palazzo

Christopher canta il mercato Si forma il mercato: ad ogni suono di tamburo entra una bancarella; quando la bancarella è posizionata tace il tamburo e viene intonato il grido dei venditori Entrano Taomi e Laura che si aggirano nel mercato Taomi zittisce il mercato

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LAURA Tu chi sei? TAOMI Io sono Egbé il re di questo paese. Dove stai andando Ogoa? LAURA Vorrei che il mio ventre si gonfiasse, vorrei poter allattare, vorrei essere madre. Vado a cercare Woyengi perché mi crei di nuovo TAOMI Solo i morti vedono Woyengi perché ritornano da lei perciò il tuo viaggio è inutile. LAURA Tu sei misero e pauroso, ti sfido, combatti con me. GIORGIO Uscirono in cortile SILVIA Il vento ululava. GIORGIO Egbé recitò le sue formule e i suoi incantesimi: il sacco di Ogoa si svuotò. SILVIA Danzò Ogoa Cantò Ogoa nella polvere sollevata dal vento. GIORGIO I suoi poteri ritornarono. Egbé cadde a terra morto LUCIA Restituiscimi mio marito

Egbé e Ogoa si scontrano. Cade Ogoa, si rialza danzando. Egbé cade Accorre la moglie di Egbé urlando e alzando le braccia al cielo

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LAURA Donna asciuga le tue lacrime Alzati Egbé e rivivi GIORGIO Camminò Ogoa lontano dalla città Sotto il peso dei suoi grandi poteri. SILVIA Arrivò sulla spiaggia, arrivò in riva all’oceano LAURA Io sono sola al mondo Sono Ogoa senza figli, così mi chiamano Vado da Woyengi, fammi passare OCEANO Io sono il vasto oceano che inghiotte colui che lo affronta. GIORGIO L’acqua le arrivò alle caviglie, SILVIA – GIORGIO alle ginocchia, alla vita SILVIA L’acqua le arrivò al petto LAURA Sto per morire. Dove sono i figli che non ho mai avuto? O vasto Oceano ascolta! GIORGIO Ogoa cantò con la sua voce forte e chiara i suoi canti segreti. SILVIA Il mare lentamente si ritirò. GIORGIO Fra due pareti d’acqua comparve un sentiero E Ogoa raggiunse l’altra sponda del mare

Otto ragazze e bambine formano l’oceano con lunghe strisce dei colori dell’acqua Sullo sfondo si forma un semicerchio di donne e il muro del palazzo del dio Ada Ogoa cammina tra le acque Si ritirano i teli

DONNE Sei la maga Ogoa di cui tutti parlano?

Canto di Laura

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LAURA Esiste una sola Ogoa e sono io DONNE Cosa sei venuta a fare fin qui? LAURA Voglio vedere la nostra Prima Madre Woyengi Coro Ada Nessuno la può vedere. Né tu, né io, nessuno. Tornatene indietro LAURA Desidero mettere al mondo un figlio. Se me lo impedisci il mio desiderio ti distruggerà Coro Ada Ma chi è questa donna che vuole misurarsi con la forza di un dio? LAURA Hai paura di me dio Ada? Coro Ada Ti staccherò la testa Ogoa. DONNE Come una palla d’erba volerà verso il cielo GIORGIO Allora la voce di Ogoa risuonò nell’aria azzurra SILVIA E si staccò la testa di Ada GIORGIO Il suo corpo cadde nella polvere SILVIA Sollevata dal vento turbinoso. GIORGIO Tutti i suoi poteri entrarono nel sacco di Ogoa, Curva sotto il peso di tutte le magie conquistate.

Si ode la voce del dio Ada sulle spalle dei ragazzi Scontro verbale tra Ogoa e Ada

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SILVIA Ecco allora Ogoa ripartì GIORGIO Giunse lontano presso una grande roccia ai confini tra i regni del Tutto e del Nulla GAIA Fermati Ogoa. Nessuno può andare da Woyengi GIORGIO Ogoa nel silenzio pronunciò il suo incantesimo SILVIA La roccia prese fuoco Tutto fu avvolto dal fumo GIORGIO E il vento se lo portò via SILVIA E Ogoa vide un grande campo. GIORGIO In mezzo al campo c’era un albero Alto e forte SILVIA Si nascose Ogoa tra le radici Aspettò GIORGIO Il cielo si coprì di nuvole SILVIA Il tuono tuonò GIORGIO Il lampo squarciò lo spazio SILVIA Dal cielo vide scendere una tavola, una sedia, una pietra celeste GIORGIO Vide scendere Woyengi SILVIA La vide plasmare con l’argilla gli umani, farli uomini e donne,

Il gruppo dell’oceano forma la roccia. Al centro si trova Gaia Canto La roccia si innalza come fiamma Si riforma il grande albero centrale Ogoa si nasconde tra le radici Si formano le nuvole

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GIORGIO spingerli verso il loro destino. BENEDETTA Figlia mia perché ti nascondi? DENISE Conosco il tuo desiderio GIORGIA Ti ho seguito nel tuo viaggio. BENEDETTA Ho visto la tua lotta contro coloro che volevano fermarti. DENISE Hai voluto grandi poteri. GIORGIA Io te li ho dati BENEDETTA Ora vuoi vedere il tuo ventre farsi gonfio. DENISE Sei senza figli e soffri. GIORGIA Sono io che ti ho dato la forza e la debolezza. BENEDETTA Non posso darti figli tuoi, ma tu diventerai la madre di tutti coloro che cercano, di quelli che vogliono incontrare il mistero della vita, l’incantesimo del silenzio che crea. GIULIA Ogoa vide sparire Woyengi MIRIANA E se ne andò via LEIGH Camminò a lungo ZUCHRA Poi un giorno si specchiò negli occhi di una donna

Dialogo tra la dea e Ogoa Canto Si forma il gruppo dell’umanità

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NOEMI e non si sentì più sola. REBECCA Quando una donna vi guarda, NAIRA assetata d’amore, SORINA è Ogoa che vi guarda, FATIMA Ogoa la sapiente, ZUCHRA-NOEMI Ogoa la madre del silenzio da cui tutto nasce.

Canto corale e danza finale

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IL DONO E’… Progetto Ti voglio donare in collaborazione con AIDO e Centro Espianti di Lodi

Per me i doni più importanti sono la vita, l’amicizia , l’amore, il rispetto per ogni essere. Dono è avere il pane quotidiano, dono è in nostro corpo prezioso, dono è condividere ciò che si ha con chi non ha nulla. Il dono che amo di più è il viaggio che compio da quando sono nato nella conoscenza che viene dalla scuola, dagli incontri con le persone e con la bellezza del Mondo. Ecco perché il dono di se stessi agli altri è l’atto d’amore per la vita più alto. (Ricardo) Il dono è gratuito, non chiede in cambio nulla, se non un sorriso e una preghiera. A me hanno donato la famiglia, la felicità che viene dall’essere nata al mondo, e con me le mie sorelle. E’ un dono grande avere genitori come i miei. Quando guardo negli occhi una persona penso allo splendido dono che è lo sguardo. Io spero di poter donare sempre una parte di me stessa agli altri, come gli altri fanno ogni giorno con me. Sento che tutto ciò che ho non è mio soltanto ma è patrimonio di tutti. (Sorina) Il dono è qualcosa che ti fa stare bene, che ti rende felice. Per me stare insieme agli altri è un dono immenso così i miei genitori, i miei compagni, le mie insegnanti sono doni che mi fanno sentire protetto da un muro alzato contro le intemperie (Lorenzo). Io ho ricevuto tanti doni: la vita, la possibilità di conoscere il mondo, una famiglia bellissima che mi ama e mi aiuta. Ma il dono più bello è vivere. Credo che la vita vada condivisa con chi ci sta attorno. E allora quando qualcuno ha bisogno di una parte di noi è bello poterla donare. A volte basta solo un sorriso, una stretta di mano, un po' del proprio tempo, a volte può essere molto di più. E allora penso sia bellissimo poter donare anche i propri organi perché nel far vivere una persona che ne ha bisogno si può continuare a vivere in lei attraverso il suo respiro, il suo amore, il suo sguardo, il suo battito.(Silvia) Dono è qualcosa che ricevi o dai gratuitamente, che testimonia l'amore e la capacità di condividere la bellezza della vita. Io ho ricevuto tanti doni: la vita, l'amore dei miei genitori, la casa, gli amici, il dono di essere a scuola, di riuscire a camminare, a vedere, ad essere sano, il dono della natura, la pioggia che fa crescere le piante, il sole e la luna che ci danno la luce. La loro bellezza accompagna i nostri giorni e ci consola. Sento che quando la vita si dovesse spegnere per me vorrei tanto che i miei occhi potessero continuare a vedere in qualcun altro che ne ha bisogno, il mio cuore continuasse a battere per far sognare chi ancora può continuare a vivere, i miei polmoni continuassero a donare respiro. Donare una parte di se stessi è come dire alla vita “grazie”per ciò che ho avuto. (Ronaldhinio) Per me il dono è stato l'amore di papà e mamma che ha dato la vita a mio fratello e a me. Mi sento felice perché ho una famiglia stupenda. Poi da quando sono arrivata in prima elementare e ho guardato i miei compagni per la prima volta, ho scoperto un altro grande dono, una seconda famiglia. Proprio per questo sento che è giusto allargare lo sguardo e il cuore a chi ha bisogno di aiuto. (Noemi) Il dono è quella cosa che viene dal cuore e non si può comprare in nessun luogo. Il dono più bello è la mia famiglia e il suo grande amore. L'altro grande dono sono i miei amici, il loro sostegno, la loro allegria, la fiducia che mi offrono sempre. Non si può vivere la vita da soli, non si possono affrontare gli ostacoli di ogni giorno senza qualcuno che ti dia una mano e ti consoli. Così a volte le malattie rendono la vita triste ma se sai che accanto a te c'è qualcuno pronto a darti una mano allora tutto riacquista luce e calore. Io dentro di me sento che donare anche una parte di se stessi è un modo per ringraziare per i doni ricevuti e dare la possibilità

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ad altri di continuare a vivere insieme a noi per godere la bellezza del mondo in cui viviamo. (Giulia) Il dono è una cosa meravigliosa. Donare una parte di se stessi è l'atto più grande che si possa fare, è perpetuare la meraviglia per l'esistenza. Io da grande vorrei aiutare le persone malate, dare loro la speranza, aiutandole a ritrovare il sorriso e la gioia di vivere. Io ho la fortuna di avere una famiglia che mi ha dato la gioia di venire al mondo, in questo mondo stupendo. E non voglio sprecare una attimo della mia vita. So che ci sono persone generose che alla fine della loro vita hanno donato i propri organi per salvare altre vite. Credo che questo sia una cosa straordinaria perché ci insegna che la vita ci è stata donata non per noi stessi ma perché noi possiamo condividerla con chi abita insieme a noi questo splendido pianeta. (Naira) Il dono non si compra e non si vende, si offre come un bene prezioso e unico per amore. A scuola incontriamo ogni giorno la maestra Ivana che ha ricevuto in dono per due volte un rene e per due volte la sua vita è rinata. Abbiamo così scoperto l'importanza di crescere con la consapevolezza che la nostra vita non è un qualcosa di esclusivo e egoisticamente privato, ma va vissuta bene, con cura perché va condivisa con gli altri. Amo la mia vita fatta d'amore, ricca di volti che mi sorridono, di mani che mi accarezzano, di braccia che mi stringono. Non vorrei perderla, ma se succedesse vorrei che altri potessero godere del mio sguardo, del mio cuore, del mio respiro. (Rebecca) Il dono è qualcosa che rende migliore la vita. I genitori, i fratelli, gli amici sono doni perché non si possono comprare. Ci riempono le giornate e sono lì giorno dopo giorno a dirci che non siamo soli. Io sono fortunato e vorrei che tutti lo fossero come me. (Catalin) Il dono è una cosa molto bella perché se una persona è sola può incontrare nell'altro il dono di un sorriso, di una parola gentile, di un'amicizia che aiuta a superare gli ostacoli. Io sono stata messa al mondo da due genitori speciali che mi hanno “donato” la vita. Ma ho incontrato tante persone che con il sorriso mi hanno insegnato a non arrendermi mai, ad andare sempre avanti con fiducia. Così io cercherò di fare della mia vita un dono per gli altri che incontrerò sul mio cammino. (Fatima) Io sono molto fortunata. Ho una famiglia numerosa ma straordinaria, ho la scuola , la possibilità di imparare, amici con cui parlare e giocare. Ci sono tanti bambini condannati alla fame, alla sete, alla solitudine, alla guerra. Ogni giorno io apro gli occhi e guardo il mondo intorno a me, cammino, sento, annuso, tocco. Quanti non lo possono fare perché sono malati e soli. E' bellissimo il gesto di quei genitori che donano gli organi del proprio figlio che muore. La vita continua attraverso un grande gesto d'amore. (Zuchra) Non è racchiuso in una carta dorata. Il dono più bello nasce dal profondo, dall'amore che non si acquista e non si vende. E' la vita che ho ricevuto dai miei genitori, è l'amicizia che viene dallo sguardo dei miei compagni, è il sorriso di mio fratello. Dono sono le esperienze che ho fatto a scuola, la scoperta del mondo, l'incontro con persone straordinarie che mi hanno svelato aspetti della vita. Mi ha stupito scoprire come si possa giungere a donare parte di si stessi per aiutare altri a vivere. Ma è bellissimo. Ci si sente meno soli in questo mondo a volte tormentato. (Miriana) Noi tutti possiamo donare un sorriso, la gioia, la sincerità, la pace... Noi tutti riceviamo doni ogni giorno: l'amore dei genitori, il soffio del vento, la goccia d'acqua che disseta, il pane, la bellezza di un paesaggio, l'amico che ti cammina a fianco e ti sostiene nelle difficoltà. Ci lamentiamo spesso, poi però se ci guardiamo dentro scopriamo la grande corrente d'amore che ci fa camminare sempre avanti. Così ho scoperto che si può andare oltre, che si può decidere che alla fine della nostra vita noi possiamo diventare dono per gli altri, far vivere altre persone con parte di noi stessi e continuare a vivere insieme a loro. Grandioso! (Flogert)

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L’ALBERO PICTOR Presentazione

Pictor è un pittore continuamente alla ricerca di nuovi stimoli per i suoi quadri ed è proprio la sua ricerca che lo porta in Paradiso. Avendo la possibilità di trasformarsi Pictor sceglie di diventare albero per poter stare in silenzio ad osservare la vita che scorre e carpirne i segreti. Pictor è felice della sua scelta fino a che qualcosa non lo aiuterà a realizzare che essere spettatore silenzioso della vita che lo circonda non gli basta e ha bisogno di essere protagonista attivo e viverla. Pictor riuscirà a compiere questo cambiamento grazie all’amore per il prossimo….

L’ALBERO PICTOR

Copione teatrale

XXIV Rassegna Teatro delle Scuole Teatro alle Vigne 14-19 maggio 2011

Classe 5B

Simona: siamo qui per raccontarvi la storia di un uomo qualunque o di un qualunque uomo, dir si voglia Parte prima Questa e’ la storia di Pictor, Pictor era un pittore…sempre in cerca di nuovi stimoli per i suoi quadri. Pictor era un uomo, in cerca della felicità. Pictor era un bambino in cerca di colori e posti nuovi da scoprire. Fu così che Pictor ( Vittorio sale lentamente le scale del palco e alla parola Paradiso si apre il sipario)insieme pittore, uomo e bambino arrivo’ in Paradiso, trasportato dalla sua curiosità. Narratore: Erika. Appena giunto Pictor(Vittorio) si trovò di fronte ad un albero che era in sè Uomo e Donna ( Tommaso e Lucrezia). Pictor lo salutò e gli chiese: Sei tu l’albero della vita? Ma l’albero non rispose, così Pictor andò avanti e ne incontrò un altro che era insieme Sole e Luna (Vincenzo e Jessica) e gli chiese: sei tu l’albero della vita? L’albero gli sorrise e non rispose. Fiori meravigliosi lo guardavano con una moltitudine di colori e luminosi sorrisi, una moltitudine di occhi e di visi. Alcuni annuivano e ridevano, altri ebbri tacevano e nel loro profumo si perdevano. Un fiore cantò la canzone dei lillà, l’altro cantò la profonda ninna nanna azzurra. Uno dei fiori aveva grandi occhi blu , l’altro gli ricordava il primo amore. Uno aveva il profumo del giardino dell’infanzia, il suo dolce profumo risuonava come la voce della mamma. Un altro ridendo allungò verso di lui i petali. Pictor lo annusò, aveva un sapore forte e selvaggio come di resina e di miele ma anche come di un bacio di donna. Ci sono 5 fiori (Alexandra, Mariana, Amalia, Kinga e Giulia) ed ognuno di questi fa le azioni di cui sopra. Pictor si abbandona sui corpi dei fiori, che lo muovono, lo spostano e lo accarezzano. Tra tutti questi fiori stava Pictor pieno di struggimento e di gioia inquieta. Il suo cuore , quasi come fosse una campana batteva forte, batteva tanto..il suo desiderio ardeva verso l’ignoto…. (Pictor si sdraia tra i fiori).

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Parte seconda Narratore: Giulia.Mentre se ne stava sdraiato a farsi coccolare dai fiori Pictor vide 4 uccelli (Simone, Tommaso, Riccardo, Edoardo ) posati sull’erba e di colori luminosi ammantati e gli chiese: dov’è la felicità? “La felicità amico mio? (Simone). La felicità è ovunque,( Tommaso) sui monti e nelle valli (Riccardo) nei fiori nei cristalli” (Edoardo). Con queste parole gli uccelli rimasero seduti immobili e fermi nell’erba ed ecco che erano diventati anch’essi fiori variopinti, le piume si erano trasformate in foglie, le unghie in radici. Ma dopo poco i fiori incominciarono a muovere le radici, erano già stanchi di essere fiori. Scuotendosi un po’ si innalzarono e divennero una stupenda farfalla che si cullò nell’aria senza peso. Pictor spalancò gli occhi dalla meraviglia. Le meravigliose farfalle volarono intorno a Pictor stupefatto, luccicarono al sole e scesero a terra lievi come fiocchi di neve, si sedettero vicino ai piedi di Pictor, respirarono dolcemente, tremarono con le ali splendenti e si trasformarono in cristalli colorati che irraggiavano una luce rossa. Stupendamente brillavano tra erba e piante , come rintocco di campana festante, le rosse pietre preziose. Ma la sua patria, la profondità della terra , sembrava chiamarle e subito incominciarono a rimpicciolirsi e sparire. Pictor, estasiato da cotanta bellezza temette di vederla svanire così la tirò a se. All’improvviso, strisciando sul ramo di un albero disseccato un serpente (Pablo, Lorenzo, Vincenzo, Giulia) gli sibilò all’orecchio :” La pietra ti trasforma in quello che vuoi , presto ,dille il tuo desiderio prima che sia troppo tardi”. Pictor si spaventò e temette di veder svanire la sua fortuna così pronunciò la parola: albero! Aveva tanto desiderato diventare l’albero della vita. Osservando gli alberi ne aveva sempre invidiato la maestosità e la quiete. La loro stabilità e il loro silenzio. La possibilità di osservare le cose da più altezze. Sono le pietre a vestirlo. Lo circondano, lo vestono e poi lo lasciano vestito e spariscono. E subito divenne albero, penetrò con le radici nella terra e si allungò verso l’alto, foglie e rami germogliarono dalle sue membra. Era molto felice, con fibre assetate succhiò nelle fresche profondità della terra e con le foglie sventolò alto nell’azzurro. Ai suoi piedi abitavano il porcospino e il coniglio, tra i suoi rami gli uccelli. Parte terza Narratore: Ilaria. L’albero Pictor (tutti i maschi diventano alberi e lo circondano) era felice e non contava gli anni che passavano. Se ne stava fermo in silenzio ad osservare quel paradiso in perenne trasformazione, spettatore di quella meraviglia. Vide che intorno a lui gran parte degli esseri si trasformavano assai spesso proprio come l’uccello che aveva incontrato, e tutto scorreva in un flusso incantato. (tutte le femmine si muovono intorno agli alberi librandosi come uccelli e farfalle ) Lui però rimaneva sempre lo stesso e non poteva più trasformarsi. Dal momento in cui capì questo la sua felicità svanì. Si rese conto che gli mancava qualcosa per essere l’albero della vita anzi….si sentiva morire ogni giorno di più. Era stufo di essere uno spettatore immobile, desiderava entrare nel movimento delle cose e trasformarsi a sua volta. Si sentiva Solo e assunse sempre più un aspetto stanco e afflitto (i maschi muovono lentamente i rami) che si può osservare in molto vecchi alberi. Lo si può vedere tutti i giorni anche nei cavalli, negli uccelli e negli uomini: quando non possiedono il dono della trasformazione sprofondano nella tristezza e nell’abbattimento. Parte quarta Narratore : Simone . Un bel giorno una fanciulla (tutte le femmine danzano aggraziate davanti agli alberi) si perse in quella parte del paradiso. Cantando e ballando la bionda fanciulla correva tra i fiori e prima di allora non aveva mai pensato di desiderare il dono della

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trasformazione. Più di un fiore sorrise al suo passaggio, più di un cespuglio l'accarezzò lieve con le sue propaggini, più di un albero fece cadere i suoi frutti senza che lei vi badasse. Quando l'albero Pictor scorse la fanciulla, lo prese un grande struggimento (gli alberi allungano i loro rami nel tentativo di toccare le fanciulle), un desiderio di felicità come non gli era ancora mai accaduto. E allo stesso tempo si trovò preso in una profonda meditazione poiché non poteva sfiorarla, perché era come se il suo stesso sangue gli gridasse :" Ritorna in te! Ricordati in questa ora di tutta la tua vita, trovane il senso, altrimenti sarà troppo tardi e non ti sarà più data alcuna felicità". Ed egli ubbidì. Rammemorò la sua origine, i suoi anni di uomo, il suo cammino verso il paradiso, e in modo particolare quell'istante prima che si facesse albero, quell'istante meraviglioso in cui aveva avuto in mano quella pietra fatata. Allora, quando ogni trasformazione gli era aperta, la vita in lui era stata ardente come non mai! Si ricordò dell'uccello che allora aveva riso e dell'albero con la luna e il sole; lo prese il sospetto che allora avesse perso, avesse dimenticato qualcosa, e che il consiglio del serpente non era stato buono. Parte quinta Narratore: Edoardo . La fanciulla udì un fruscio tra le foglie dell'albero Pictor, alzò lo sguardo e sentì, con un improvviso dolore al cuore, nuovi pensieri, nuovi desideri, nuovi sogni muoversi dentro di lei. Attratta dalla forza sconosciuta si sedette sotto l'albero (le fanciulle si siedono accanto a ciascun albero,lo accarezzano, lo guardano rapite). Esso le appariva solitario, solitario e triste, e in questo bello, commovente e nobile nella sua muta tristezza; era incantata dalla canzone che sussurrava lieve la sua chioma. Si appoggiò al suo tronco ruvido, sentì l'albero rabbrividire profondamente, sentì lo stesso brivido nel proprio cuore. Il suo cuore era stranamente dolente, nel cielo della sua anima scorrevano nuvole, dai suoi occhi cadevano lentamente pesanti lacrime. Cosa stava succedendo? Perché doveva soffrire così? Perché il suo cuore voleva spaccare il petto e andare a fondersi con lui, con esso, con il bel solitario? L'albero tremò silenzioso fin nelle radici, (i maschi-alberi scuotono le fronde dei loro rami ) tanto intensamente raccoglieva in sè ogni forza vitale, proteso verso la fanciulla, in un ardente desiderio di unione. Ohimè, perché si era lasciato raggirare dal serpente per essere confinato così, per sempre, solo in un albero! Oh, come era stato cieco, come era stato stolto! Davvero allora sapeva così poco, davvero era stato così lontano dal segreto della vita? No, anche allora l'aveva oscuramente sentito e presagito, ohimè! E con dolore e profonda comprensione pensò ora all'albero che era fatto di uomo e di donna! Parte sesta Narratore: Edoardo .Venne volando un uccello, rosso e verde era l'uccello, ardito e bello , mentre descriveva nel cielo un anello (Lucrezia vola tra gli alberi e dona a ciascuna fanciulla un rubino). La fanciulla lo vide volare, vide cadere dal suo becco qualcosa che brillò rosso come sangue, rosso come brace, e cadde tra le verdi piante, , il richiamo squillante della sua rossa luce era tanto intenso, che la fanciulla si chinò e sollevò quel rossore. Ed ecco che era un cristallo, un rubino, ed intorno ad esso non vi può essere oscurità. Non appena la fanciulla ebbe preso la pietra fatata nella sua mano bianca, immediatamente si avverò il sogno che le aveva riempito il cuore. La bella fu presa, svanì e divenne tutt'uno con l'albero, si affacciò dal suo tronco come un robusto giovane ramo che rapido si innalzò verso di lui (le fanciulle si alzano, si accostano agli alberi- maschi, prendono dalle loro mani un ramo e iniziano con loro a muoversi in sincronia). Ora tutto era a posto, il mondo era in ordine, solo ora era stato trovato il paradiso, Pictor non era più un vecchio albero intristito. Era trasformato. E poiché questa volta aveva raggiunto la vera, l'eterna trasformazione, perché da una metà era diventato un tutto, da quell'istante poté continuare a trasformarsi, tanto quanto voleva.

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Incessantemente, il flusso fatato del divenire scorreva nelle sue vene, perennemente partecipava della creazione risorgente ad ogni ora. Divenne capriolo, divenne pesce, divenne uomo e serpente, nuvola e uccello. In ogni forma però era intero, era un "coppia", aveva in sé luna e sole, uomo e donna, scorreva come fiume gemello per le terre, stava come stella doppia in cielo. Colonna sonora: “Lezioni di piano” di Michael Nyman “Favola” di Eros Ramazzotti