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Prof. Mario Benassi Economia e Gestione delle Imprese CdL Informatica per le TLC (2) 1 Seconda Lezione Il funzionamento dell’azienda Acquisizione dei fattori produttivi aspetto economico (costi e ricavi) aspetto finanziario (entrate e uscite) Trasformazione dei fattori in prodotti/servizi Vendita dei prodotti/servizi ottenuti Concetto di reddito Soggetto Economico La Corporate Governance Le forme giuridiche d’impresa

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Seconda Lezione Il funzionamento dell’azienda

Acquisizione dei fattori produttivi aspetto economico (costi e ricavi) aspetto finanziario (entrate e uscite)

Trasformazione dei fattori in prodotti/servizi Vendita dei prodotti/servizi ottenuti

Concetto di reddito

Soggetto Economico La Corporate Governance Le forme giuridiche d’impresa

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Il funzionamento

Le operazioni di base per soddisfare un bisogno

1. Acquisizione di mezzi finanziari

2. Acquisizione di fattori produttivi

3. Trasformazione dei fattori in prodotti/servizi

4. Vendita dei prodotti/servizi ottenuti

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Il funzionamento: secondo passoacquisizione di fattori produttivi

Impiego dei mezzi finanziari per acquisire fattori produttivi, svolgere i processi di produzione, collocare sul mercato gli output

Fattori produttiviSpecifici

Processi che danno vita a

PRODOTTI E SERVIZI

AcquisizioneFattori

produttivi

MercatoFattori

produttiviVenditaprodotto

Mercati di sbocco

Mezzi monetari

Entrate di denaroUscite di denaro

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Il funzionamento: secondo passoacquisizione di fattori produttivi: i costi

Acquisire fattori produttivi comporta il sostenimento di costi

Un costo è una cessione di risorse (quasi sempre monetarie) al fine di ottenere fattori produttivi; tale cessione è misurata in termini monetari, ossia rapportata all’elemento fungibile “denaro” In questo senso un costo è misurato dal sacrificio di ricchezza, ossia dal

sacrificio delle risorse in nostro possesso

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Diverse tipologie di fattori produttivi: a fecondità semplice e ripetuta Differenze esistenti nei fattori produttivi:

A fecondità semplice Esauriscono la funzione in un singolo ciclo produttivo (es. materie

prime, energia elettrica, ecc.) Il costo sostenuto per l’acquisizione del fattore produttivo rientra con

la vendita del bene generato nel singolo ciclo A fecondità ripetuta

Esplicano l’attività di trasformazione in più cicli produttivi (es. impianti, computer, fabbricati, ecc.)

Il costo del fattore alimenta ricavi su arco temporale lungo e rientra quindi su un numero molteplice di vendite

Problema dell’individuazione della durata temporale Ripartizione del costo tramite l’ammortamento

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Costi a fecondità semplice e ripetuta:il caso “Lemon Juice” Tre amici stanno trascorrendo le vacanze sulla riviera romagnola quando, immancabilmente,

finiscono i soldi e si trovano a scegliere se tornare a casa, nella canicola milanese infestata di zanzare, oppure trovare il modo di “finanziarsi” la prosecuzione della vacanza.

Scartate tutte le ipotesi di guadagno ai margini della legalità (…sono bravi ragazzi), uno di loro ha una brillante idea: venderanno spremute di limone sul lungomare. Basterà comprare un po’ di limoni e uno spremiagrumi e il gioco è fatto! con il caldo che fa, non mancheranno certo i clienti.

L’idea incontra subito il favore degli altri due amici e i tre si mettono immediatamente all’opera per realizzarla. Cominceranno con una prova: calcolando di utilizzare un limone per fare una spremuta, faranno 50 spremute il primo giorno e vedranno se riescono a venderle tutte. Mettendo insieme i soldi rimastigli comprano uno spremiagrumi elettrico, cinquanta limoni e i bicchieri di plastica.

Mentre si arrovellano nei calcoli, nel silenzio del sole più caldo sulla spiaggia, non si accorgono di essere ascoltati da un vicino che ruba loro l’idea e decide di fare la stessa cosa.

Fatte le limonate rimane un interrogativo: se lo spremiagrumi è costato 25 euro, i cinquanta limoni 15 euro e i cento bicchieri di plastica 1 euro, a quanto dovranno vendere ciascuna limonata per non rimetterci?

Uno dei tre amici, dopo avere a lungo riflettuto, propone una soluzione brillante: se cento bicchieri costano 1 euro, ciascun bicchiere costa 1 centesimo. Se con dieci chili di limoni pagati 15 euro otteniamo 50 spremute, in ciascuna spremuta entra 1 limone, che costa evidentemente 30 centeseimi (15 euro diviso 50 limoni). Con lo spremiagrumi è ancora più semplice: per ogni spremuta dobbiamo usarlo tutto, e quindi ogni spremuta richiede 25 euro di spremiagrumi. In conclusione, ogni spremuta costa 25,31 euro: non la si può vendere a meno di 25,31 euro!, altrimenti ci si rimette. I tre decidono così di vendere ogni spremuta a 28 euro, accontentandosi di guadagnare per ciascuna vendita 2,69 euro.

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Costi a fecondità semplice e ripetuta:il caso “Lemon Juice”; segue Il vicino di ombrellone che ha rubato l’idea compra pure lo spremiagrumi a 25 euro, i cinquanta

limoni a 15 euro e i cento bicchieri a 1 euro, ma al momento di calcolare il prezzo di vendita, avendo appena superato l’esame di Economia e Gestione delle Imprese, decide di vendere una limonata a soli 1,20 euro, calcolando di ottenere un notevole guadagno

La mattina seguente, per lo stupore dei tre amici, due banchetti si contendono i clienti sul lungomare di Riccione! Ma succede una cosa inaspettata: tutti i clienti comprano la limonata dalla “Lemon Discount” a 1,20 euro, mentre la “Lemon Juice” viene completamente disertata. Fra i clienti che si soffermano davanti al cartello con il prezzo di 28 euro il commento, prima di allontanarsi, è unanime: “A questo prezzo mi compro lo spremiagrumi e mi faccio io le limonate”

I tre amici non sanno proprio spiegarsi come il concorrente possa vendere una limonata ad un prezzo così basso: “sicuramente ci rimette!”, “Fa apposta a vendere sotto costo (dumping) per eliminare la concorrenza e poi imporre il proprio prezzo!” sono i loro commenti. Decidono di ribassare il prezzo, ma non oltre i loro costi di 25,31 euro, altrimenti “regaliamo i nostri soldi ai clienti”!

La scelta commerciale di ridurre il prezzo non funziona. Non riescono a capire perché; per tutto il giorno si domandano dove abbiano sbagliato, finchè, mettendo da parte l’orgoglio imprenditoriale che li aveva animati, si avvicinano al concorrente e gli chiedono come faccia a vendere ad un prezzo così basso.

“E’ semplice, ragazzi: vedete, ogni spremuta mi costa 1 centesimo per il bicchiere, 30 centesimi per il limone e 50 centesimi per lo spremiagrumi; infatti lo spremiagrumi produce 50 spremute, e forse di più, e pertanto posso dividere il suo costo di 25 euro per le 50 spremute che con esso ottengo”.

E adesso vi propongo un affare: che ne direste di vendermi tutte le vostre spremute a 65 centesimi e il vostro spremiagrumi usato a 10 euro?”

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Costi a fecondità semplice e ripetuta e cicli produttivi

Avvio dell’impresa Termine dell’impresa

Vita dell’impresa

Salto tecnologico Salto tecnologico Salto tecnologico

Cicli produttivi

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Il funzionamento: terzo passotrasformazione dei fattori

I fattori produttivi vengono impiegati in operazione di interna gestione al fine di generare l’output da immettere sul mercato: trasformando materia prima in prodotti lavoratiaggiungendo servizio ad un prodotto Imparando nel tempo a svolgere sempre

meglio il processo di trasformazione

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Il funzionamento: quarto passola vendita dei prodotti/servizi Vendere prodotti porta ad ottenere ricavi

Ricavo = “quantità di denaro ottenuta vendendo una determinata quantità di prodotto”)

Ricavi ed entrate monetarie sono due concetti differenti: spesso l’azienda vende il prodotto senza incassare immediatamente il corrispettivo monetario, ma concedendo credito al cliente. La dilazione di pagamento, che è norma nei rapporti di fornitura,

può portare ad avere carenze monetarie (difficoltà finanziarie dovute ad uscite monetarie superiori alle disponibilità e alle entrate) a fronte tuttavia di risultati economici positivi (ricavi superiori ai costi)

Esistono dunque due binari paralleli, quello economico (ricavi/costi) e quello finanziario (entrate/uscite)

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Il funzionamento: sintesiLa formazione della ricchezza

La ricchezza disponibile per l’impresa si modifica per effetto delle operazioni di gestione

Le operazioni di gestione sono classificabili in Interna gestione (trasformazione di fattori produttivi in

prodotti o servizi)

Esterna gestione (consistono nello scambio con fornitori, clienti e finanziatori)

Differenza tra ricavi e costi rappresenta il reddito (“incremento o decremento che la ricchezza disponibile all’inizio di un determinato periodo subisce per effetto della attività produttiva nel periodo precedente”)

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Il funzionamento: sintesiAspetto economico e finanziario

Tempi di pagamento dei fattori e di incasso dei beni-servizi possono essere disgiunti

Entrate di denaro sostituite da crediti Uscite di denaro sostituite da debiti

Aspetto economico acquisto di fattori, vendita di prodotti, oneri e proventi per acquisizione-

cessione, indipendentemente da entrate ed uscite monetarie

Aspetto finanziario modifiche dei mezzi monetari, dei crediti e debiti di funzionamento e di

finanziamento, di disponibilità monetarie, modifiche del capitale di proprietà

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Esercitazione Supponete di dovere spiegare con termini semplici ma

esaustivi ad un marziano in cosa consiste la vostra ultima iniziativa: insieme a vostro cugino Pippo avete deciso di fondare una azienda famigliare, che si chiamerà “La spremuta di limoni”

Sulla base di quanto discusso fin qui, spiegate: In che cosa consista l’iniziativa (cosa è una

azienda) Quale ne sia la attività, quali bisogni soddisfi Quali fattori vengano utilizzati In che modo vi procurerete i mezzi Quali operazioni verranno svolte A quali condizioni potrà continuare e svilupparsi

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Il marziano dovrebbe avere capito che.. Attività economica consiste nelle operazioni di

produzione e di consumo di beni economici Beni economici: merci e servizi utili per il

soddisfacimento dei bisogni delle persone e scarsi rispetto ai loro bisogni

L’attività economica: si attua in istituti (famiglie, imprese, istituti pubblici); é variamente articolata (trasformazione fisico-

tecnica, negoziazione di beni, di capitale di prestito, di rischi specifici (assicurazione), di capitale proprio, di lavoro)

richiede l’impiego di fattori diversi (terra, capitale e lavoro) che debbono essere appropriatamente remunerati

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La nozione di Soggetto Economicoil caso Brambilla “L’azienda Brambilla si trovava in un momento particolare della

sua esistenza. Nel proprio settore (produzione di valvole pressofuse per impieghi altamente critici) Brambilla aveva una posizione di leadership sul mercato nazionale; tuttavia, dopo molti anni di relativa tranquillità, la concorrenza si era fatta molto più aspra, soprattutto ad opera di imprese asiatiche, che potevano sfruttare differenziali a loro favorevoli nei costi del lavoro e delle materie prime.

L’ingresso di nuovi concorrenti e la loro aggressiva politica dei prezzi richiedeva peraltro risposte adeguate. La proprietà, rappresentata dalla famiglia, si trovava spaccata tra due opzioni: investire per ammodernare l’impresa (posizione propria alle ‘nuove leve’), oppure cercare una opzione di uscita vantaggiosa (posizione degli eredi del fondatore)

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La nozione di Soggetto Economicoil caso Brambilla (segue) Tra i managers assunti di recente dalla Brambilla ve ne erano

alcuni molto brillanti, che avevano fatto esperienza in un contesto internazionale; resisi conto della situazione in cui si trovava la Brambilla, prepararono un lungo dossier, ricco di dati, informazioni e prospettive di soluzioni (la migliore: cercare un partner estero, senza cedere il controllo)

Furono invitati ad una riunione con la proprietà, e si sentirono rispondere che “le decisioni opportune sarebbero state prese dal soggetto economico” …

Di lì a poco Giovanni e Giacomo Brambilla, figli del fondatore ed in possesso del 60% delle azioni della azienda, decisero di vendere ….

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Il Soggetto Economico

Il Soggetto Economico è l’insieme di persone cui pertengono gli interessi istituzionali economici che fanno capo all’azienda

Interessi istituzionali si esprimono nel lungo termine

Al Soggetto Economico spettano le decisioni ultime sui fatti inerenti agli interessi istituzionali

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Soggetto Economico

Perché è importante il Soggetto Economico: Perché alcune decisioni … pesano più di altre (decisioni del

soggetto economico sono basate su un potere decisionale acquisito e ‘protetto’ da una cornice istituzionale)

Per capire quali siano i fini e gli obiettivi della azienda (e come questi possano cambiare nel corso del tempo dato che … il soggetto economico non è immutabile)

Per capire come potrà evolvere nel corso del tempo (… che fine farà la Fiat?)

Per comprenderne meglio i comportamenti praticati (che dipendono molto di più dal soggetto economico che non da altri attori)

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La nozione di governance Mercato e Impresa sono diversi per il modello di governo

delle transazioni che li ispira e li guida libero scambio vs autorità

Corporate Governance: è l’insieme di principi, istituzioni e meccanismi che regolano l’esercizio del potere di governo (autorità) d’impresa regolamentando i rapporti fra il soggetto economico e gli altri attori interni rilevanti Specificità nazionali: i modelli di governance variano da Paese a

Paese, in base alle previsioni legislative in ordine alle forme giuridiche e ai meccanismi che regolano il funzionamento d’impresa e al sistema economico in cui si inseriscono (efficienza dei mercati finanziari)

Obiettivo del legislatore: garantire il finanziamento delle iniziative d’impresa (convogliare il risparmio negli investimenti), garantire la gestione più efficace ed efficiente delle imprese, tutelare il corretto funzionamento del sistema finanziario (tutela del risparmio)

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Modelli di Corporate Governance

I modelli di governance sono funzione del rapporto fra proprietà e potere di gestione dei fattori produttivi pertanto sono collegati ai modelli proprietari

Proprietà Controllo

Due variabili essenziali: Composizione della compagine proprietaria

Responsabilità Stabilità nel tempo della compagine stessa

Autonomia dell’impresa dalla figura personale dei singoli soci

I modelli: a proprietà chiusa (padronale) a proprietà aperta (manageriale)

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L’impresa padronale

Coincidenza fra proprietà e potere di governo Largamente maggioritaria nelle economie avanzate (e

soprattutto in Italia) Proprietà concentrata nelle famiglie (o in un individuo) Ben visibile la presenza dell’imprenditore-fondatore (one-

man company) Controlla l’impresa dal punto di vista proprietario La governa dal punto di vista decisionale

Fini dell’imprenditore coincidono (sono tutt’uno) con quelli dell’impresa Massimizzazione dei profitti

Orizzonte temporale Propensione al rischio

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L’impresa padronaleIl sistema di valori: il caso Olivetti Un esempio dell’importanza dei valori extra-economici è dato dal caso

di Adriano Olivetti, che fu a capo della azienda dal 1938 (anno della successione del padre Camillo), all’anno della morte, avvenuta nel 1960.

Accanto alla attività imprenditoriale coltivò molteplici interessi, occupandosi di urbanistica, di attività editoriali, e di politica, divenendo parlamentare nel 1958 per conto di un movimento chiamato Comunità, che aveva costituito nel 1948 per affermare principi di socialismo umanitario e di libertà al di fuori dei tradizionali partiti politici

Questi interessi segnarono profondamente la vita e la cultura della Olivetti, che si distinse, negli anni ‘50 e ‘60, per la grande attenzione prestata allo sviluppo e alla valorizzazione delle persone (la Olivetti fu tra l’altro antesignana in Italia dei programmi di formazione e di sviluppo manageriale), per lo sviluppo di modalità organizzative poco improntate alla gerarchia, per il grande impegno ad integrare la fabbrica con il territorio del Canavese, in modo da promuovere, attraverso la azienda, la crescita della intera comunità sotto il profilo del benessere economico, del livello culturale e della qualità dei servizi sociali

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L’impresa padronale

Punti di forza Vis imprenditoriale Dedizione Agilità

Punti di debolezza Fragilità finanziaria Fragilità manageriale Problemi successori Dipendenza da una-poche risorse Dimensione non adeguata a reggere la concorrenza

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L’impresa manageriale Viene meno la coincidenza delle figure di

proprietario (capitale di rischio) e gestore (potere esecutivo)

Individuazione del soggetto economico è più difficile: azionisti

Finanziano la azienda Sono interessati al profitto (dividendi,aumento di valore delle azioni) Svolgono un controllo sui manager tramite il CdA e le assemblee

dirigenti e manager Organizzano i fattori della produzione Hanno potere decisionale e sono interessati alla crescita Partecipano al CdA come amministratori delegati

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L’impresa manageriale:il caso Laika Fondata nel 1964 da Giovanni Moscardini, la azienda produce

camper ed ha un elevato grado di integrazione per meglio controllare la qualità del prodotto finito. Laika, nonostante le dimensioni, è una azienda sui generis, perché molto orientata alla ricerca di nuove soluzioni.”

Da questo punto di vista, la presenza di un imprenditore accentratore può essere un problema, se tale presenza condiziona il funzionamento e la sua assenza si rileva come un grave problema. In Laika tutti sono utili ma nessuno é indispensabile; l’attuale vertice aziendale ricorre a managers professionisti per le responsabilità funzionali lasciando loro ampio spazio nell’ambito delle rispettive funzioni. In questo senso la azienda è diversa da altre del settore, contraddistinte dalla presenza di un imprenditore accentratore”

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L’impresa manageriale

Punti di forza Professionalizzazione dell’attività dirigenziale Maggiore meritocrazia Orientamento alla continuità dell’impresa

Punti di debolezza Problema di delega

moral hazard del mngt monitoring

Maggiore burocrazia

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La public company

Polverizzazione estrema del capitale tra una moltitudine di azionisti

Minima identificazione tra azionista e impresa Trasparenza Vantaggi per gli investitori

Possono investire i loro capitali se le remunerazioni sono interessanti;

Possono diversificare il rischio… a condizione che vi sia un mercato di Borsa Efficiente

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La public company:il caso Magona

Magona SpA è una società ultracentenaria che si occupa della trasformazione di prodotti siderurgici. Nonostante abbia avuto sempre un capitale sociale molto limitato, si è costantemente configurata come una ‘mini public company’. La proprietà ha sempre avuto un ruolo distaccato rispetto alla conduzione della impresa, occupandosi della raccolta dei capitali necessari ed astenendosi dal pronunciarsi sugli indirizzi strategici da intraprendere. Anche quando, sul finire degli anni ‘80, Magona passa sotto il controllo del gruppo Lucchini, la operatività quotidiana dei fatti dell’impresa rimane nelle mani del management aziendale, mentre l’indirizzo strategico si accentua nella persona del Presidente.

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La public company Punti di forza

Accesso al capitale di rischio Orientamento alla crescita Governo del management Contendibilità

Punti di debolezza “L’impresa di tutti rischia di essere l’impresa di nessuno” (Sloan,

1963): nella maggior parte dei casi il vero padrone è il mngt Interessi di azionisti e managers possono divergere

principal-agent Divergenza di obiettivi

azionisti: profitto; managers: crescita Le remunerazioni possono essere ‘solo’ soddisfacenti, invece

che ‘massime’

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L’impresa a proprietà ristretta

Nucleo ristretto di azionisti stabili Nessun azionista è da solo dominanteVi sono forti interessi familiariVi è spesso la presenza di banche ed altri

istituti finanziari Elevata polverizzazione delle quote di

capitale rimanente

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Impresa a proprietà ristretta:il caso SAES Getters

SAES Getters nasce nel 1940 su iniziativa della famiglia Della Porta, per lo sfruttamento industriale del brevetto una originale valvola (il getter appunto) in grado di creare e mantenere la condizione di assenza d’aria necessaria nei tubi catodici delle televisioni.

Il successo mondiale delle valvole prodotte in Italia non si ferma tuttavia ai soli tubi catodici: l’esperienza che in cinquanta anni l’azienda accumula nel campo delle valvole per il vuoto porta alla leadership mondiale in questo settore ad elevatissima tecnologia, con la proprietà di numerosi brevetti. Attualmente in ogni situazione in cui è necessario il mantenimento del vuoto, dai sistemi di produzione dei chip alle sofisticate apparecchiature del CERN di Ginevra, è presente tecnologia SAES Getters.

Nonostante il successo mondiale, la presenza di numerosi stabilimenti nei cinque continenti e la quotazione alla Borsa di Milano nel 1986 e al Nasdaq americano dieci anni dopo (1986), l’azienda rimane saldamente in mano ai tre fratelli Della Porta, che insieme detengono più del 70% del capitale azionario e siedono nel CdA (Paolo Della Porta è presidente, il fratello Massimo è AD e Giuseppe è consigliere). Un pacchetto di azioni pari al 2% è detenuto da Mediobanca (una clausola statutaria di Mediobanca impedisce alla banca di detenere partecipazioni in proporzioni superiori), la quale fu advisor della quotazione alla Borsa di Milano. Il resto è appunto suddiviso fra una miriade di piccoli azionisti europei e americani.

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Impresa a proprietà ristretta

Punti di forza Crescita privilegiata rispetto a redditività Significativo coinvolgimento del management

Punti di debolezza Non contendibilità di fatto Forti necessità di mediazione tra gli interessi Rischi di conservatorismo

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Quadro di sintesi

manageriale

padronale

Public company

Proprietà ristretta

separazionefra

proprietàe

controllo

+

-proprietà chiusa

proprietà aperta

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Modelli di Corporate GovernanceMODELLO CG IMPRESA

PADRONALEIMPR. CONSOCIATIVA

PUBLIC COMPANY

struttura proprietaria

stabilità proprietà

valori guida

soggetti chiave

principali interlocutori

orizzonte di riferimento

obiettivi economici tradiz.

potenziale finanziario

costo del capitale

managerialità

flessibilità

Trasparenza

ruolo della borsa

Criticità

unitaria articolata polverizzata

alta alta (nocciolo) bassa

imprenditorialità crescita ritorno economico/ crescita

imprenditore/proprietario mngt/finanziatori management

famiglie azioniste dipendenti investitori istituzionali

medio lungo medio/breve

utile valore aggiunto valore delle azioni

basso alto alto

alto basso medio-basso

bassa alta alta

alta bassa medio-alta

limitata limitata elevata

marginale limitato fondamentale

rischio/pass.generaz. livello di redditività orient. al breve termine

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Le forme giuridiche d’impresa

La forma giuridica, prevista dalla legge prescrittivamente a tutela del funzionamento del sistema economico, definisce i soggetti responsabili patrimonialmente per le obbligazioni contratte nel funzionamento dell’impresa

La forma giuridica stabilisce inoltre talune modalità di funzionamento dell’impresa, contemperando le esigenze della libera iniziativa imprenditoriale con l’esigenza di tutela del risparmio, del lavoro e dell’affidabilità del sistema economico

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Le forme giuridiche: tassonomia Diverse tipologie di forme d’impresa, a seconda

del grado di responsabilità patrimoniale dei soci e delle prescrizioni di funzionamento: Ditte individuali Società di persone

snc: società in nome collettivo sas: società in accomandita semplice

Società di capitali srl: società a responsabilità limitata spa: società per azioni

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Tipologie giuridiche

Obblighi formali

Responsabilità patrimoniale

Autonomia del patrimonio

- +

snc sas srl spaditta ind.

illimitata limitata

quasi nulla totale

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Ditta individuale

L’azienda appartiene ad una unica persona, detta “imprenditore”, che detiene pieno potere di amministrazione (esempio tipico: artigiano)

Per le obbligazioni patrimoniali dell’impresa risponde la persona con tutto il proprio patrimonio (no separazione fra patrimonio dell’impresa e patrimonio della persona)

Formalità procedurali molto ridotte

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Società di persone L’impresa appartiene a più persone, che hanno veste di soci

Per le decisioni vige il principio della collegialità, ispirato all’unanimità (salvo diverse pattuizioni statutarie dei soci)

Coincidenza di qualifica di socio con quella di amministratore (amministrano i soci)

Per le obbligazioni patrimoniali risponde prima il patrimonio della società (capitale sociale più riserve) e solo in seconda battuta il patrimonio personale di ciascun singolo socio per l’intero (responsabilità sussidiaria)

Gli obblighi formali procedurali sono limitati alla registrazione dei patti sociali e al rispetto del criterio collegiale nelle decisioni

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Società di capitali Distinzione fra patrimonio sociale e patrimonio personale dei soci

per le obbligazioni patrimoniali sociali risponde esclusivamente la società (responsabilità limitata: riconoscimento della cd. “personalità giuridica”)

Separazione fra qualifica di socio e di amministratore Separazione fra proprietà e controllo Il potere di amministrare è delegato ad uno o più amministratori eletti

dall’assemblea Principio collegiale della maggioranza (inderogabile)

Distinzione di fatto fra soci di maggioranza e di minoranza Centralità del momento assembleare per l’esercizio dei diritti

amministrativi dei soci (limitati alla nomina e controllo degli amministratori)

Previsione obbligatoria di stringenti procedure burocratiche Deposito dei bilanci (informativa verso i soci e verso l’esterno) Convocazione di assemblee