PROBLEMATICHE DELLÕAPPRENDIMENTO NELLÕETË … · La teoria di Piaget sullo sviluppo mentale del...

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PROBLEMATICHE DELL’APPRENDIMENTO NELL’ETÀ EVOLUTIVA Convegno: “La scuola dell’infanzia nella società contemporanea” Carapelle, 29 marzo 2012 Prof. Crescenzio Gallo Università di Foggia Facoltà di Medicina e Chirurgia [email protected] www.crescenziogallo.it/convegno29-03-2012

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PROBLEMATICHE DELL’APPRENDIMENTO

NELL’ETÀ EVOLUTIVA

Convegno:“La scuola dell’infanzia nella società contemporanea”

Carapelle, 29 marzo 2012

Prof. Crescenzio GalloUniversità di Foggia

Facoltà di Medicina e [email protected]

www.crescenziogallo.it/convegno29-03-2012

Cenni Storici

• Per tutto il Medioevo: scarsa attenzione al bambino; frequente il maltrattamento, frequente l’infanticidio (femmine)

• Nel Rinascimento: il bambino è un ‘piccolo uomo’

• Nel Settecento: rinasce l’interesse per la specificità dell’età infantile

• Studi sul ritardo mentale e sull’intelligenza

• Nell’Ottocento: studi sulla delinquenza minorile

• John Locke: la mente del bambino è una “tabula rasa”

• Jean Jacques Rousseau: il bambino è un “nobile selvaggio”

• Si definisce un campo specifico per l’età infantile e per l’adolescenza

• Nella seconda metà del diciottesimo secolo incominciarono le prime osservazioni sistematiche del bambino (Pestalozzi)

• Diciannovesimo secolo: numerose pubblicazione su “ biografie di bambini” (autore più famoso Charles Darwin)

• Fine diciannovesimo secolo: studio sistematico di gruppi di bambini; G. Stanley Hall inventò e perfezionò una nuova tecnica d’indagine: il “questionario”

• Sigmund Freud e la sessualità infantile

• Piaget e lo sviluppo cognitivo

• Maria Montessori: attenzione al lato educativo e riabilitativo

Cenni Storici

• Ventaglio di variazioni delle condotte

• Appropriatezza alla specifica fase evolutiva

• Capacità di adattamento e flessibilità

• Assenza di malattia

• Sensazione di benessere

• Progettualità

Normalità “psichica” del bambino

• Il termine sviluppo indica le alterazioni del comportamento che danno luogo a modalità nuove e più efficaci di risposta, quindi più evolute.

• Obiettivi psico-pedagogici: la descrizione e la misurazione dei cambiamenti nella fascia d’età detta evolutiva

ETA’ EVOLUTIVA

infanzia e adolescenza: 0-18 anni

Età evolutiva

• Le opportunità ambientali costituiscono risorse ed ostacoli per mezzo di, e contro cui, le competenze che compaiono progressivamente si confrontano, si esercitano, ed evolvono

• Le competenze dello sviluppo sono ereditarie non solo come qualità ma anche come successione e tempi di realizzazione

Sviluppo

• Senso-motorio (0 – 2 anni)

• Pre-concettuale (2-4 anni)

• Pensiero intuitivo (4 – 7 anni)______________________________________

• Operativo concreto (7 -11 anni)

• Operativo formale (11-14 anni)

Stadi dello sviluppo

scuoladell’infanzia

Jean Piaget (1896-1980) ha dimostrato sia che la differenza tra il pensiero del bambino e quello dell'adulto è di tipo qualitativo (il bambino non è un adulto in miniatura ma un individuo dotato di struttura propria) sia che il concetto di intelligenza (capacità cognitiva) è strettamente legato al concetto di "adattamento all'ambiente".

La teoria di Piagetsullo sviluppo mentale del bambino

Strategie di insegnamento efficaci

La speculazione cognitivista ha investito buona parte del propria ricerca nella formulazione di

strumenti e modelli che consentissero di analizzare l’apprendimento sotto

un’ottica scientificamente corretta.

Strategie di insegnamento efficaci

Si pensi alla formulazione di un nuovo modo di intendere la didattica che non tralascia di

considerare e contempla le molteplici funzioni che caratterizzano l’azione cognitiva, sia sotto l’aspetto

dell’apprendere, della soluzione di problemi, che nell’atto creativo: la metacognizione.

Strategie di insegnamento efficaci

Metacognizione

Potremmo definirla come l’insieme di attività di regolazione, di automonitoraggio, che presiedono al funzionamento dei processi cognitivi.

Strategie di insegnamento efficaci

Quindi, una azione didattica non più centrata sull’insegnante e i suoi materiali e programmi, né basata sul rapporto insegnamento/apprendimento unilaterale, spesso attento, esclusivamente, a fornire conoscenze puramente nozionistiche.

Bensì a formare nel soggetto un comportamento progettuale (strategico) che lo renda consapevole di quello che sta facendo, del perché, del come e del quando è più opportuno farlo.

Strategie di insegnamento efficaci

Una didattica metacognitiva, dove lo studente viene così ad essere il fulcro attivo e partecipe

dell’attività della classe, nonché gestore nell’autodirigere i propri processi cognitivi.

Strategie di insegnamento efficaci

Il fatto di attribuire a sé stesso i meriti di un’operazione portata a compimento, spinge il soggetto ad assumere un atteggiamento

positivo nei confronti dell’apprendere, nonché nel favorirne

l’autostima.

Strategie di insegnamento efficaci

Così come attribuire un successo, o un fallimento ad altri fattori esterni (fortuna, bontà dell’insegnante, etc.)

può portare il bambino ad un atteggiamento passivo, una sorta di

vittimismo, da cui seguirà un rifiuto dell’approccio

educativo.

Strategie di insegnamento efficaci

Compito dell’insegnante, soprattutto nella scuola dell’infanzia, è quello di agire da

sostegno psicologico, incoraggiando attivamente l’alunno con informazioni di ritorno che confermino la validità delle strategie usate e il merito di questi nel raggiungimento positivo dell’obiettivo

fissato.

Strategie di insegnamento efficaci

In caso contrario, cioè di insuccesso, il ruolo del docente è quello di rendere comunque consapevole l’alunno, tramite la ricognizione delle tappe, degli errori commessi, cercando di non scoraggiarlo con rimproveri spesso frustranti, ma di incitarlo ad un’analisi più attenta del proprio iter cognitivo, ricostruendo, così, quelle premesse di benessere e di autostima.

Strategie di insegnamento efficaci

Questa sensazione positiva che l’insegnante infonde nell’alunno, potenzia il senso di autoefficacia, rinforza la capacità di regolare il proprio apprendimento, aumenta il senso di competenza e la fiducia nelle proprie possibilità.

Strategie di insegnamento efficaci

Accresce inoltre la voglia di apprendere e di confrontarsi con il gruppo dei pari, favorendo la presa di coscienza dei processi di pensiero comuni a qualsiasi attività umana e il valore positivo dell’uso di strategie.

Strategie di insegnamento efficaci

Considerando il concetto di neurodidattica e apprendimento precoce, bisogna prioritariamente analizzare alcuni aspetti della questione come l’adattabilità della rete neuronale, le emozioni e la formazione della memoria che, se non chiariti, possono inficiare la comprensione dell’insieme.

Strategie di insegnamento efficaci

Prima di definire l’adattabilità della rete neuronale e come questa adattabilità sia strettamente legata all’età, necessariamente dobbiamo addentrarci in una breve analisi della struttura del cervello puntando l’attenzione, in particolare, sul decremento che, dalla nascita all’età adulta, interviene nella quantità di connessioni tra i neuroni dello stesso.

Strategie di insegnamento efficaci

Nell'uomo adulto il cervello pesa mediamente da 1,3 a 1,4 kg. e

contiene circa 100 miliardi di cellule nervose (neuroni), una struttura

evolutasi per favorire la ricezione, l’integrazione e la trasmissione

degli impulsi nervosi.

Strategie di insegnamento efficaci

Molti autori descrivono il cervello come un sistema attivo, cioè un sistema che, partendo da un originario nucleo di

conoscenza (presente già alla nascita) attraverso le sollecitazioni che l’ambiente circostante propone, attiva le condizioni

affinché si formulino interrogazioni e interpretazioni continue che lo portano,

appunto attivamente, ad apprendere.

Strategie di insegnamento efficaci

Geneticamente, loro affermano, è prefissata solo la base sulla quale

l’afflusso di informazioni provenienti dagli organi di senso e la continua interazione con l’ambiente circostante determinano lo sviluppo

del cervello stesso.

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Le connessioni che i circa 100 miliardi di neuroni presenti in un cervello possono stabilire sono, teoricamente, stimate in

cento trilioni(1 trilione = 1 miliardo di miliardi = 1018)

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A partire dalla nascita e nel corso della vita, le connessioni neuronali attivate variano

(aumentando dal 10% fino ad un massimo del 50%)

Strategie di insegnamento efficaci

Se ne deduce che le capacità cerebrali non sono legate solo alle strutture innate (anche se queste sono presenti e fanno da base) ma, anche se non soprattutto, al tempo, all’esposizione, alla motivazione.

Strategie di insegnamento efficaci

Un aspetto di tale evoluzione è la presenza dopo la nascita, soprattutto nei primi due anni, di un elevato numero di strutture (i dendriti) dedicate specificamente allo scambio di segnali tra neuroni.

Strategie di insegnamento efficaci

La considerevole presenza di sinapsi in eccesso possono consentire l’attivazione di una grande

quantità di connessioni tra i neuroni del cervello.

Strategie di insegnamento efficaci

La particolare natura evolutiva delle strutture

cerebrali porta, prendendo il via da questo periodo

dello vita del bambino, ad avere, successivamente,

un decremento costante nel tempo

dei dendriti, processo che si conclude circa

verso il quindicesimo anno d’età.

Strategie di insegnamento efficaci

Da questo se ne deduce che il rapporto tra il numero di connessioni presenti nei primi due anni è considerevolmente più elevato rispetto a quelle attivati nel corso dell’intera vita di un essere umano.

Quanto sopra descritto ci porta a formulare le seguenti considerazioni.

Strategie di insegnamento efficaci

Se è vero che dalla nascita fino alla pubertà il numero delle connessioni che sono presenti nel sistema nervoso è considerevolmente maggiore rispetto a quello conclusivo del percorso di vita dello stesso sistema, è

fondamentale in questa periodo di riordino delle strutture nervose attivare tutti quei processi che possono consentire un efficiente utilizzo di tali prerogative della struttura

cerebrale.

Strategie di insegnamento efficaci

In tale ottica, risulta fondamentale l’apporto della famiglia, in quanto principale fonte di

esperienze nella primissima fase della vita.

Strategie di insegnamento efficaci

La società e, soprattutto, le istituzioni educative che affiancano un lungo percorso della vita del bambino

devono adottare strategie che consentano di sviluppare lo schema di connessione di base delle cellule cerebrali stimolando le sinapsi il più possibile anche attraverso la ridondanza delle informazioni fornite.

Strategie di insegnamento efficaci

Knudsen ha definito la perdita della capacità di apportare modifiche su larga scala nelle connessioni neuronali da parte del cervello adulto come un compromesso tra l’affidabilità e la flessibilità.

Strategie di insegnamento efficaci

Nelle aree del cervello che devono essere affidabili negli adulti, come la capacità di analizzare il mondo, è disattivata la possibilità di effettuare grandi cambiamenti strutturali già in giovane età, lasciando l'adulto con una mappa stabile.

Strategie di insegnamento efficaci

Altre parti del cervello, come quelle coinvolte nella memoria e nell’apprendimento, restano aperte ai cambiamenti nel corso di tutta la vita.

Strategie di insegnamento efficaci

La conseguenza logica a cui gli studiosi arrivano è che un ricco, stimolante ambiente o l’uso di strumenti

didattici adeguati può incidere in modo determinante nell’acquisizione delle abilità e delle conoscenze nei

bambini, riuscendo a modificare e, quindi, a lasciare un’impronta permanente sul loro cervello.

Strategie di insegnamento efficaci

Eric Knudsen afferma a tal riguardo: «This work shows the importance of investing in childhood experiences. (...) Early learning can have long-lasting effects on the architecture of the

brain».

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Ma come si può impostare l’azione didattica per non perdere l’opportunità offerta dalla naturale strutturazione del sistema nervoso dei fanciulli?

Strategie di insegnamento efficaci

Occorre un metodo come «un modo di ragionare» che dia origine ed ordine ai «propri pensieri», ma anche «forza alle argomentazioni, levità alle sensazioni, dolcezza alla spinta del cuore». Atteggiamenti che inevitabilmente chiamano in causa «la volontà, oltre che la coscienza, dunque la mente» (L. Rosati)

Strategie di insegnamento efficaci

Quindi il metodo è «una costruzione personale, un atto voluto e dominato da intelligenza e ragione che si esprime in una serie di atti che possono essere evidenziati e valutati, anzi autovalutati individualmente».

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Costruzione personale che, in estrema sintesi, può essere considerata come la capacità di essere creativi.

Creatività intesa non come «bizzarria, estrosità, vivacità, disordine», ma piuttosto come «faticoso lavoro di incubazione delle informazioni, un’attività rielaborativa ed ermeneutica che condurrà poi alla comprensione rigorosa, ordinata, innovativa e divergente».

Strategie di insegnamento efficaci

Le attività didattiche da approntare per far realizzare tale processo devono prevedere

strategie «consistenti nel motivare all’apprendere, nell’improvvisare soluzioni nuove, nell’articolazione corretta del linguaggio, nella capacità di esprimersi in maniera essenziale e sintetica, di fare ricorso a quadri di sintesi, ad appunti e dossier che possono dare la misura della sistematizzazione dei dati e

degli elementi acquisiti con informazioni pertinenti».

Strategie di insegnamento efficaci

L’organizzazione didattica deve orientare la propria azione verso la formazione di un

processo educativo che fornisca ai discenti stimoli intelligenti ottimali, per far sì che le loro capacità

possano meglio essere sviluppate, favorendo ed agevolando lo studio.

Strategie di insegnamento efficaci

Soprattutto nella scuola materna ed elementare (nell’età compresa tra i tre e i dieci

anni) le capacità espresse dai giovani, relativamente alle risorse delle strutture cerebrali sovrabbondanti, dovrebbero essere maggiormente attivate attraverso

un’organizzazione didattica che preveda di mettere a loro disposizione un elevato numero di stimoli.

Strategie di insegnamento efficaci

Stimolazioni che la vita di tutti i giorni somministra loro intensamente attraverso tutti gli organi di senso ma

che, al contempo, stranamente, la scuola non fornisce o, ne fornisce in un numero considerevolmente inferiore.

Strategie di insegnamento efficaci

Ciò accade, probabilmente nella erronea interpretazione di considerare tale

sovrabbondanza di stimoli come possibile fonte di sovraffaticamento mentale per i giovani.

Strategie di insegnamento efficaci

Al contrario, il permettere di nutrire il cervello, sempre in continua ricerca di nuovo nutrimento, può consentire loro di realizzare la base di collegamenti

neuronali su cui, in futuro, possano essere consolidati i nuovi apprendimenti.

Strategie di insegnamento efficaci

L’attivazione di prassi educative che attuino l’apprendimento precoce può fornire una rete di

informazioni utilizzabili come base per gli apprendimenti futuri.

Strategie di insegnamento efficaci

Attività che necessariamente devono essere configurate non tralasciando l’aspetto

emotivo-motivazionale dell’apprendere.

Strategie di insegnamento efficaci

Proprio l’aspetto emotivo dell’apprendere può essere considerato come una forza in più da sfruttare nell’organizzazione e nell’erogazione

dell’intervento educativo.

Strategie di insegnamento efficaciRiuscire a sfruttare, per fini didattici, tale

funzionalità del sistema cerebrale è una condizione necessaria per rendere efficienti ed efficaci le

pratiche educative che si intende adottare.

Strategie di insegnamento efficaci

A tal proposito la multimedialità, o meglio gli strumenti multimediali, possono essere considerati (a ragion veduta) degli ottimi stimolatori intelligenti proprio per la loro stessa natura intrinseca e per la modalità di fruizione ed interazione che

forniscono agli utenti.

Strategie di insegnamento efficaci

I nostri bambini, ormai “nativi digitali”, hanno tutte le potenzialità (se adeguatamente stimolati) per utilizzare correttamente il mix adeguato di tecnologia e strumenti didattici tradizionali in modo da pervenire ad una sintesi didattico-pedagogica sconosciuta alle generazioni precedenti...

GRAZIE PER L’ATTENZIONE

Convegno:“La scuola dell’infanzia nella società contemporanea”

Carapelle, 29 marzo 2012

Prof. Crescenzio GalloUniversità di Foggia

Facoltà di Medicina e [email protected]

www.crescenziogallo.it/convegno29-03-2012