OPERE CORRENT PEDAGOGIA COGNITIVISTA E ......PEDAGOGIA COGNITIVISTA COSTRUTTIVISMO (perché...

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Pensiero Psicologo svizzero studiò scienze naturali all'Università di Neuchâtel, laureandosi nel 1918. Si dedicò in seguito, sotto la guida di E. Claparède (1873-1940) 1 , agli studi di psicologia dell'infanzia, perfezionandosi a Ginevra e a Parigi. Nel 1922 divenne professore di psicologia dell'età evolutiva dell'Istituto Jean Jacques Rousseau fondato a Ginevra da Claparède e nel 1940 ne fu nominato direttore. Nel 1955 creò, sempre a Ginevra, il Centro Internazionale d'Epistemologia Genetica, ( che consiste nello studio del significato che hanno concetti quali spazio, tempo, velocità, causalità, ecc., attraverso la loro acquisizione) . Parole e concetti chiave. NATO (1896-1980) Psicologo svizzero OPERE Il Linguaggio e il Pensiero del Fanciullo (1923); Giudizio e Ragionamento nel bambino (1924); La Rappresentazione del Mondo nel Fanciullo (1926); La nascita dell'Intelligenza (1936); La Psicologia dell'Intelligenza (1947); Trattato di Logica (1949); Saggezza e Illusioni della Filosofia (1965); Biologia e Conoscenza (1967); Lo strutturalismo (1968); La presa di Coscienza (1974); Riuscire a Capire (1974). CORRENT E PEDAGOGIA COGNITIVISTA COSTRUTTIVISMO (perché l’apprendimento sè un processo personale , costruttivo e intenzionale) FONDA Jean Piaget è stato uno dei più importanti studiosi della psicologia infantile. Ha elaborato una teoria sistematica dello sviluppo dell’intelligenza che ci permette di capire l’evolversi del pensiero del bambino alla luce dell’esigenza dell’organismo di adattarsi all’ambiente circostante (EPISTEMOLOGIA GENETICA, è lo studio della genesi, origine e sviluppo della conoscenza, di come apprende il bambino e la persona.) JEAN PIAGET Metodo usato Metodo clinico, quello del colloquio, intervista. Usato da Piaget per la prima volta nel 1926. I metodi precedenti erano quelli dei tgest o della semplici osservazione. MI VUOI INTERVISTARE? VA BENE. COSA PENSO DEI BAMBINI? E intanto, mentre si misurano con il mondo attraverso spintoni, cascatoni, giochi di movimento, la rottura di oggetti e tante altre cose, i bambini cercano di spiegare il mondo, le loro sensazioni ed emozioni, usando un tipo di pensiero particolare, che io ho chiamato PREOPERATORIO; un pensiero diverso da quello di noi adulti. Il pensiero dei bambini somiglia di più al pensiero dei primitivi . L’animismo è uno degli aspetti del pensiero del bambino che più colpisce: gli oggetti, ma anche la luna , le nuvole, sono animate, “pensano e agiscono”. Gli eventi, le azioni non sono regolate dai rapporti di causa-effetto. Nel mondo del bambino l’acqua può allo stesso tempo entrare nella bottiglia o uscire da questa senza essere capovolta. Il pensiero del bambino è il regno dove tutto è possibile, anche l’impossibile, e quello che è vero in un momento subito dopo può essere cambiato nel suo esatto contrario. Questo tipo di pensiero è tipico del pensiero fantastico. E’ per questo che le favole, le fiabe hanno una così forte attrazione per i bambini. I bambini sono meravigliosi. E’ grazie ai miei figli che ho capito il loro modo di pensare. E’ tutto molto semplice. Basta ascoltarli, guardarli con i loro occhi, e il gioco è fatto. Loro non pensano come noi. Per loro tutto è più semplice. Però senza il loro pensiero non si diventerebbe mai grandi. Questa è la prima cosa che ho capito: l’uomo per maturare deve attraversare delle fasi di sviluppo diverso. Io ne ho indicate 4, ma potrebbero essere di più. Nella prima fase di sviluppo, quella più semplice, che io ho chiamato SENSOMOTORIA, il bambino pensa con la bocca, con le mani, con il movimento. In questo periodo, che va fino ai 2 anni e mezzo il bambino pensa attraverso il movimento, scopre il mondo attraverso il fare. Guai a non farlo muovere, giocare, gattonare! Sarebbe una vera violenza. Mi vengono i brividi a pensare come una volta i bambini venivano fasciati credendo che così sarebbero cresciuti forti e dritti; sembravano delle piccole mummie. Brrr.!... E’ stato un periodo terribile per i bambini. A cura di Vincenzo Riccio [email protected]

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PensieroPsicologo svizzero studiò scienze naturali all'Università di Neuchâtel, laureandosi nel 1918. Si dedicò in seguito, sotto la guida di E. Claparède (1873-1940)1, agli studi di psicologia dell'infanzia, perfezionandosi a Ginevra e a Parigi. Nel 1922 divenne professore di psicologia dell'età evolutiva dell'Istituto Jean Jacques Rousseau fondato a Ginevra da Claparède e nel 1940 ne fu nominato direttore. Nel 1955 creò, sempre a Ginevra, il Centro Internazionale d'Epistemologia Genetica, (che consiste nello studio del significato che hanno concetti quali spazio, tempo, velocità, causalità, ecc., attraverso la loro acquisizione).Parole e concetti chiave.

NATO (1896-1980) Psicologo svizzero

OPERE Il Linguaggio e il Pensiero del Fanciullo (1923); Giudizio e Ragionamento nel bambino (1924); La Rappresentazione del Mondo nel Fanciullo (1926); La nascita dell'Intelligenza (1936); La Psicologia dell'Intelligenza (1947); Trattato di Logica (1949); Saggezza e Illusioni della Filosofia (1965); Biologia e Conoscenza (1967); Lo strutturalismo (1968); La presa di Coscienza (1974); Riuscire a Capire (1974).

CORRENTE

PEDAGOGIA COGNITIVISTACOSTRUTTIVISMO (perché l’apprendimento sè un processo personale , costruttivo e intenzionale)

FONDA Jean Piaget è stato uno dei più importanti studiosi della psicologia infantile. Ha elaborato una teoria sistematica dello sviluppo dell’intelligenza che ci permette di capire l’evolversi del pensiero del bambino alla luce dell’esigenza dell’organismo di adattarsi all’ambiente circostante (EPISTEMOLOGIA GENETICA, è lo studio della genesi, origine e sviluppo della conoscenza, di come apprende il bambino e la persona.)

JEAN PIAGET Metodo usato

Metodo clinico, quello del colloquio, intervista. Usato da Piaget per la prima volta nel 1926. I metodi precedenti erano quelli dei tgest o della semplici osservazione.

MI VUOI INTERVISTARE?VA BENE. COSA PENSO DEI

BAMBINI?

E intanto, mentre si misurano con il mondo attraverso spintoni, cascatoni, giochi di

movimento, la rottura di oggetti e tante altre cose, i bambini cercano di spiegare il mondo,

le loro sensazioni ed emozioni, usando un tipo di pensiero particolare, che io ho chiamato

PREOPERATORIO; un pensiero diverso da quello di noi adulti. Il pensiero dei bambini

somiglia di più al pensiero dei primitivi . L’animismo è uno degli aspetti del pensiero del

bambino che più colpisce: gli oggetti, ma anche la luna , le nuvole, sono animate, “pensano

e agiscono”. Gli eventi, le azioni non sono regolate dai rapporti di causa-effetto. Nel mondo

del bambino l’acqua può allo stesso tempo entrare nella bottiglia o uscire da questa senza

essere capovolta. Il pensiero del bambino è il regno dove tutto è possibile, anche

l’impossibile, e quello che è vero in un momento subito dopo può essere cambiato nel suo

esatto contrario. Questo tipo di pensiero è tipico del pensiero fantastico.

E’ per questo che le favole, le fiabe hanno una così forte attrazione per i bambini.

I bambini sono meravigliosi. E’ grazie ai miei figli che ho capito il loro modo di pensare.

E’ tutto molto semplice. Basta ascoltarli, guardarli con i loro occhi, e il gioco è fatto. Loro

non pensano come noi. Per loro tutto è più semplice. Però senza il loro pensiero non si

diventerebbe mai grandi. Questa è la prima cosa che ho capito: l’uomo per maturare

deve attraversare delle fasi di sviluppo diverso. Io ne ho indicate 4, ma potrebbero

essere di più.

Nella prima fase di sviluppo, quella più semplice, che io ho chiamato

SENSOMOTORIA, il bambino pensa con la bocca, con le mani, con il movimento. In

questo periodo, che va fino ai 2 anni e mezzo il bambino pensa attraverso il movimento,

scopre il mondo attraverso il fare. Guai a non farlo muovere, giocare, gattonare!

Sarebbe una vera violenza. Mi vengono i brividi a pensare come una volta i bambini

venivano fasciati credendo che così sarebbero cresciuti forti e dritti; sembravano delle

piccole mummie. Brrr.!... E’ stato un periodo terribile per i bambini.

A cura di Vincenzo Riccio [email protected]

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Proprio le sfide! Io le ho chiamate così proprio perché il bambino cresce, si sviluppa, scopre

il mondo grazie alle continue sfide che deve affrontare e superare. La sfida è rappresentata

dalla difficoltà, dall’ostacolo che il bambino incontra lungo il suo cammino. E di ostacoli, di

sfide troppe ne dovrà affrontare! E’ per questo che i grandi lo devono addestrare, abituare a

superare le difficoltà nel modo giusto.

E il modo giusto si realizza rispettando due regole fondamentali:

Uno. Le sfide, le difficoltà , non debbono essere eccessive, superiori alle capacità di

superarle da parte del bambino. Se al bambino sono presentate sfide eccessive il bambino

non le affronta, le evita. RICORDATE, lo dico ai genitori, agli educatori, i bambini di successo

sono quelli che sono stati abituati a superare sfide superabili in modo graduale e con gioia.

E questa è la secondo regola: le sfide , gli ostacoli presentati al bambino nei primi anni di

vita, devono essere automotivanti e autogratificanti. Il superarle deve contenere in sé la

gratificazione. Come è possibile? Pensateci bene e da soli troverete tanti esempi. Per

aiutarvi vi faccio l’esempio di un novello sciatore, ma vale per tutti gli sport. Per migliorare il

proprio stile, imparare a sciare senza cadere, raggiungere traguardi significativi, ha bisogno

di superare continue e graduali sfide. Se venisse messo all’inizio su una pista nera,

ripetutamente, il risultato sarebbe il suo abbandono, nella migliore delle ipotesi; nelle

peggiore finirebbe in ospedale.

Tutto qua, la cosa è semplice. Il bambino scopre, conquista il mondo attraverso continue

sfide che richiedono continui accomodamenti. L’esempio che faccio sempre è quello della

digestione. Per crescere il bambino ha bisogno di mangiare cibo, quindi lo deve

ASSIMILARE attraverso la digestione. Quando poi si introduce un alimento nuovo all’inizio il

bambino è un po’ schizzinoso, si deve abituare al nuovo cibo; si dice che deve

ACCOMODARSI a questa novità. Quando lo ha ormai accettato, quando lo gusta come gli

altri cibi, il bambino si è ADATTATO al nuovo alimento: ha fatto una nuova conquista.

Il cibo dell’apprendimento dei bambini sono le sfide motivanti, il gioco, l’attività motoria, nel

rispetto sempre del suo modo di pensare; anzi, meglio ancora, occorre imparare a pensare

con il suo pensiero.

Gli schemi appresso riportati dovrebbero essere un aiuto a chiarire quanto fin qui detto,

almeno spero!

UN’ALTRA COSA IMPORTANTE E’

IL NUTRIMENTO. BISOGNA NUTRIRE

I BAMBINI. IL PRIMO NUTRIMENTO

E’ IL LATTE MATERNO, MA IL

SECONDO, NON MENO

IMPORTANTE, SONO LE SFIDE.

Scheda 2

A cura di Vincenzo Riccio [email protected]

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IL PROCESSO DI ADATTAMENTO:

dall’assimilazione all’accomodamento

Il bambino impara ad adattarsi all’ambiente attraverso un processo che prevede una fase in cui

utilizza uno SCHEMA (un comportamento, una competenza),che già conosce, che già

padroneggia, per esplorare, manipolare un nuovo oggetto; che essendo nuovo (quindi un po’ più

difficile da usare) richiede per essere utilizzato, delle nuove capacità rispetto a quelle già

possedute.

A questo punto il bambino, attraverso una serie di prove, di tentativi, cercherà di adattare il proprio

schema, quello che già padroneggia, alla nuova situazione.

Quando avrà raggiunto tale accomodamento il bambino sarà in grado di manipolare, prendere,

gestire, il nuovo oggetto.

Si è realizzato l’ADATTAMENTO, e allo stesso tempo il bambino ha elaborato un nuovo schema di

comportamento, più raffinato e più adatto ad affrontare l’ambiente.

Il bambino

appena nato

possiede una

serie di schemi

innati

(comportamenti,

abilità,

competenze)

che

immediatamente

usa per

soddisfare i

propri bisogni

Schema

suzione

Che usa per:

Succhiare il latte,

Questo è una schema

semplice, unitario.

Schema

prensione

Poi anche

per

“conoscere il

mondo”

Porta tutto in

bocca. Uno

schema

diventa

Mobile:

quando viene

applicato

(usato)

per stimoli

diversi e in

occasioni

diverse

Che usa per:

afferrare,

Questo è una schema

semplice, unitario.

Poi anche

per “afferrare

tutto”

Estendere lo schema della prensione a tutti gli oggetti non vuol dire che il risultato del prendere

sia immediatamente adeguato.

All’inizio la prensione degli oggetti è goffa, solo dopo molti tentativi e con il passare dei mesi

riuscirà ad afferrare in modo adeguato oggetti di forma, peso, dimensione diversa.

LO SCHEMA INIZIALE SI E’ EVOLUTO.

Schema

locomozione

Che usa per:

Muoversi, spostarsi

Questo è una schema

semplice, unitario.

Poi anche

per

strisciare,

gattonare,

ecc.

Scheda 3

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Schema prensione

1

Il b. sa afferrare

bene un oggetto

piccolo e

rotondo. Si dice

che l’oggetto è

ASSIMILATO.

Voglio afferrare quel cubo, ma non ci

riesco, come faccio?

Il bambino prova tante volte nel tempo.

Si avvede che lo schema della prensione

che usa è inadeguato. A questo punto

modifica lo schema lo ACCOMODA al

nuovo oggetto, fino a quando il nuovo

schema che si è creato non soddisfa in

pieno il bambino. Si è formato un nuovo

schema che è più raffinato e complesso di

quello precedente.

Nuovo Schema prensione

2

Il nuovo schema si

perfeziona fino a

diventare uno schema

ASSIMILATO, cioè il

bambino lo usa in modo

spedito, inconsapevole,

senza più nessuno

sforzo.

Nuovo Schema Prensione

3

Nuovo Schema prensione

4

SFIDA

(2 prendere

un bicchiere)

SFIDA

(3 tagliare)

SFIDA

(1 prendere

un cubo))

è un

alimento

Nuovo Schema prensione

4

Nuovo Schema Prensione

3

Nuovo Schema prensione

2

Schema prensione

1

EVOLUTUZIONE DEGLI

SCHEMI: lo schema ultimo

contiene le competenze di tutti

gli schemi precedenti.

Lo schema ultimo è uno schema

complesso giacché è il risultato

di più accomodamenti.

Un insieme di schemi mentali

forma un insieme più grande che

possiamo definire STRUTTURA

attraverso un processo che

possiamo definire integrazione

gerarchica degli stadi.

Tipologia

degli

schemi

Senso-motori (schemi di azione)

Suzione, prensione, deambulazione, ecc

Cognitivi (schemi mentali)

Sistema numerico, raggruppamenti, classificazione,

Leggi della logica

Gli schemi cognitivi derivano da quelli senso-

motori attraverso un processo di

interiorizzazione:Il bambino prima fa con l’azione, il movimento, poi “fa” con la mente.

SCUOLA: osservazioni.

L’IMPORTANZA DELLA SFIDA: le attività presentate al bambino debbono essere tali che il bambino le sappia gestire per un 70/80%, quindi

non troppo difficili altrimenti non si motiva e abbandona; e neppure troppo facili altrimenti non è motivato. La giusta difficoltà rappresenta un

ALIMENTO, la motivazione per impegnarsi in un lavoro.

L’importanza del movimento: base per lo sviluppo dei concetti astratti.

L’importanza dell’osservazione: capire il rapporto tra stimoli presentati e competenze del bambino.

Dalla SFIDA tra quello

che sa fare e quello

che di nuovo vuole fare

nasce la motivazione

ad impegnarsi a

formare nuovi schemi

Nuovo oggetto da manipolare

Gli schemi sono i comportamenti, le competenze, quello “che il bambino sa fare” sia dal punto di vista pratico (schemi senso

motori) sia dal punto di vista mentale (schemi cognitivi).

Scheda 4

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Abbiamo visto che il bambino impara, scopre attraverso il

fare. Tutte queste azioni pratiche sono immagazzinate

nella sua mente come AZIONI INTERNE,

INTERIORIZZATE. Nella mente del bambino è come se si

formassero tanti video clips dell’esperienza reale. Ma

queste clips all’inizio sono isolate, non sono messe in

relazioni le une con le altre, non le mette in relazione

logico-temporale.

L’EGOCENTRISMO INTELLETTUALE, Questo tipo di egocentrismo si

evidenzia nel fatto che il bambino non riesce ad avere punti di vista diversi

dal suo; il bambino non riesce a concepire che altri possano vedere le cose

in modo diverso, provare emozioni ed avere pensieri diversi da quelli che ha

lui.

Solo più tardi verso 5/6/7 anni si comincia a sviluppare la consapevolezza

che esistono punti di vista diversi dal proprio, capacità che si afferma in modo

certo verso 9/10 anni.

Gli altri sono, per il bambino, un mezzo per giocare, un pretesto per parlare a

ruota libera. Le altre persone non hanno diritto ad avere proprie idee o a

pensarla in modo diverso: “tutti zitti fino a quando lo dico io.”; gli altri hanno la

stessa funzione di un giocattolo vivente.

L’egocentrismo intellettuale lo porta ad elaborare delle spiegazioni del mondo del tutto

personale. Tali spiegazioni sono organizzate intorno a tre modalità di vedere il reale:

FINALISMO: esiste un ordine prestabilito, tutti i fenomeni hanno uno scopo e loro esistono

per realizzare quello scopo, e tutti gli scopi sono finalizzati a realizzare la felicità dell’uomo.

Se una pallina rotola su di un piano inclinato (dal punto di vista del bambino che la guarda

scorrere) è perché “vuole andare verso il bambino”. La fiamma scotta il bambino perché è

stato cattivo.

ANIMISMO: le cose sono viventi e dotate di intenzionalità.

ARTIFICIALISMO: tutto quello che esiste è stato costruito secondo le modalità di

costruzione dell’uomo: i fiumi, i laghi sono stati scavati, le montagne sono state costruite.

Non esiste il concetto di eterno, di esistenza senza l’intervento dell’uomo.

Il pensiero pre-logico del b. è detto anche INTUITIVO perché la

soluzione ai problemi pratici viene trovata utilizzando le immagini

mentali che riguardano le percezioni e i movimenti, non coordina

più schemi logici mettendoli a confronto: le soluzioni vengono

trovate per corrispondenza visiva non logica.

Scheda 5

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Dalle considerazioni fatte citati possiamo tranquillamente affermare che:

Il bambino scopre,conosce, elabora, codifica le esperienze secondo

delle regole prelogiche, dove le categorie organizzative ed

interpretative hanno la caratteristica:

dell’animismo

le cose, gli oggetti, sono animati, hanno vita,

possono sentire e agire.

della magia

le cose, l’ambiente, le persone, possono essere influenzate da rituali,

da atti di magia.

dell’egocentrismo

per il bambino esiste un unico punto di vista, il suo.

dell’atemporalità

l’oggi, il domani, l’anno prossimo, il tra poco, non hanno senso per il

bambino piccolo.

Vive nella contemporaneità, nel presente.

della mancanza di relazione di causalità

i nessi e i rapporti tra causa ed effetto non rispondono alla realtà logica.

della mancanza del principio di non contraddizione:

un oggetto può essere una volta una sedia e

un’altra volta un automobile o un orso.

In una parola.

Il pensiero del bambino è di tipo prelogico,

e, secondo l’antropologo Lévy Bruhl, tale tipo di pensiero é tipico dei primi uomini.

Questa affermazione ci permette di comprendere come nel pensiero del bambino

sia racchiusa e viva la storia dell’uomo.

Scheda 6

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PensieroSTADI DELLOSVILUPPO0-2 anni - Stadio sensomotorioIl bambino esplora il mondo con i sensi e con il movimento e attraverso l’intenzionalità comincia a differenziare il proprio corpo dagli oggetti (rompe i giocattoli, lancia gli oggetti lontano). Tra i 18-24 mesi il bambino non agisce solo attraverso prove ed errori, ma immagina (anticipa) le azioni che può compiere (pensiero rappresentativo)2-6 anni – Stazio preoperatorioIl bambino si avvale dell’immaginazione, ma non sa compiere operazioni mentali reversibili.Progressi nel pensiero rappresentativo. Capacità di risolvere problemi complessi.Gioco simbolico. Sviluppo del linguaggio. Acquisizione delle prime regole sociali.Egocentrismo = incapacità di valutare oggetti e situazioni dal punto di vista degli altri.Linguaggio egocentrico, inefficace alla comunicazione, contrapposto al linguaggio socializzato.

7-12 anni - Stadio delle operazioni concreteIl bambino è capace di azioni mentali reversibili: cioè sa mettere in relazione con il pensiero più azioni.Un esempio di Piaget è quello dei gettoni.A 5 anni per il bambino un mucchietto di gettoni è più numeroso della fila di gettoni.A 7 anni il mucchietto può diventare di nuovo una fila di gettoni.Vi è la comprensione dell’idea di serie e nasce la capacità di classificazione.Superamento dell’egocentrismo.La morale da eteronoma comincia a diventare autonomaDa 12 anni in poi - Stadio delle operazioni formaliIl pensiero diviene astratto. Acquisizione dell’autonomia dell’adolescente, inizio dipensieri e progetti autonomi.

Dinamina del processo di apprendimento.

Scheda 7 Riepilogo concetti base di J.Piaget

ECOLALIA MONOLOGO MONOLOGOCOLLETTIVO

Il bambino imita gli adulti ripetendosillabe e parole di cui non conosce il

significato

Il bambino accompagna con leparole le proprie azioni

In presenza di altrepersone

Oggetto assimilato: che so già utilizzare

Nuovo oggetto da assimilare: ancora non lo

so usare.

Quando è avvenuto l’accomodamento, la

capacità di usarlo viene ASSIMILATA.È AVVENUTOUN NUOVO

ADATTAMENTO

adattamento

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Stadi dello sviluppo cognitivo secondo Piaget

Scheda 8 Riepilogo concetti base di J.Piaget

Stadio Età descrizione

Sensomotorio 0-2 anni A 2 anni “comprende” il mondo in base a ciò che può fare con gli oggetti e con le informazioni sensoriali

Preoperatorio 2-6 anni Si rappresenta mentalmente gli oggetti e comincia a comprendere la loro classificazione in gruppi

Inizio stadio preoperatorio (2ann).CONQUISTA DELLA RAPPRESENTAZIONE.

Principali manifestazioni1) Imitazione differita 2) Gioco simbolico 3) Linguaggio

Si riferiscono a una realtà non percepita in quel momento e la evocano

Operatorioconcreto

6-12anni

La capacità logica progredisce grazie allo sviluppo di nuove operazioni mentali (addizione, sottrazione, ecc.)

Operatorioformale

Dai 12 anni

È capace di organizzare le informazioni in modo sistematico e pensa in termini ipotetico-deduttivi

Il PENSIERO È DI TIPO IPOTETICO-DEDUTTIVOConsente di compiere operazioni logiche su premesse ipotetiche e di ricavarne le conseguenze appropriateUna volta individuati i potenziali fattori coinvolti in un fenomeno, li varia in modo sistematico per verificare quali causino quel fenomeno

Stadio Età descrizione

1 0-1 mese L’esercizio dei riflessi

2 1-4 mesi Le reazioni circolari primarie e i primi adattamenti acquisiti

3 4-8 mesi Le reazioni circolari secondarie

4 8-12mesi

La coordinazione degli schemi secondari e la loro applicazione alle situazioni nuove

5 12-18mesi

Le reazioni circolari terziarie e la scoperta di mezzi nuovi mediante sperimentazione attiva

6 18-24mesi

L’invenzione di mezzi nuovi mediante combinazione mentale

Ciascuno stadio prevede una particolare forma di organizzazione psicologica Il passaggio da uno stadio al successivo può essere graduale e l’età può variare da un bambino all’altro Ogni stadio è qualitativamente diverso dal precedente, presenta forma e regole proprie Le acquisizioni di uno stadio non si perdono con il passaggio allo stadio successivo, ma vengono integrate in strutture più

evolute (integrazione gerarchica tra stadi)

A cura di Vincenzo Riccio [email protected]