Principali forme di tumore professionale. Problematiche (sanitarie e non) relative allesposizione...
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Principali forme di tumore professionale. Problematiche (sanitarie e non) relative all’esposizione
Prof. Vincenzo CupelliProf. Vincenzo Cupelli
Prato 03.10.2008
I cancerogeni: I cancerogeni: generalitàgeneralità
Il processo di cancerogenesi è ancora oggi da chiarire in tutti i suoi aspetti.
Si tratta di uno sviluppo complesso (multi-step)all’interno del quale
intervengono numerosi fattori contemporaneamente e per il quale è
difficile identificare una “causa” prima.
I cancerogeni: I cancerogeni: generalitàgeneralità
Occorre distinguere
i cancerogeni propriamente detti
(mutageni / genotossici)
da quei composti che agiscono con meccanismo epigenetico
(promotori).
Solamente i primi agiscono
determinando un danno agli acidi nucleici
con conseguente mutazione genetica
(trasmissibile alle cellule figlie)
I cancerogeni: I cancerogeni: generalitàgeneralità
L’effetto cancerogeno è del tipo tutto o niente[stocastico]
non esiste dunque la possibilità di determinare una curva dose-effetto.
Allo stato attuale delle conoscenze
non è possibile individuare dosi-soglia
al di sotto delle quali non si verifichi un aumento di incidenza di tumoriper la quasi totalità delle sostanze con potere cancerogeno (genotossiche)
sembra invece che esista una dose-soglia
per le sostanze promotrici (epigenetiche).
all’aumentare della dose non si incrementa l’effetto
ma la probabilità che esso si verifichi
Organi bersaglio dei cancerogeniOrgani bersaglio dei cancerogeni
Cancerogeni diretti: agiscono prevalentemente
su cute e polmone
Cancerogeni indiretti: possono agire
a livello delle vie d’ingresso nelle sedi di metabolismo nelle sedi di accumulo o di eliminazione di sostanze attive
Principali sedi dei tumori professionaliPrincipali sedi dei tumori professionaliPrincipali sedi dei tumori professionaliPrincipali sedi dei tumori professionali
- Cute
- Cavità nasali e seni paranasali
- Polmone
- Sierose
- Vie urinarie
- Apparato emopoietico
- Fegato
Tumori professionali sedi principaliCUTE
AGENTI CHIMICI
Idrocarburi policiclici aromatici
fuliggine [3,4-benzopirene](epiteliomi dello scroto degli spazzacamini)
catrame / pece
Olii minerali non raffinati (meccanici / addetti alle raffinerie)
Arsenico e sui composti
Insetticidi arsenicali(tumori dell’ epidermide palmo-plantare)
AGENTI FISICI
Raggi UV [ radiazioni solari ](pescatori / marinai / agricoltori)
Radiazioni ionizzanti [ raggi X e gamma ] (radiologi e tecnici)
tendono a colpire le parti della cute più esposte ai cancerogeni tendono a colpire le parti della cute più esposte ai cancerogeni (volto / collo / dorso / braccia / gambe)(volto / collo / dorso / braccia / gambe)
e si sviluppano a partire da lesioni precancerose e si sviluppano a partire da lesioni precancerose (ipercheratosi / papillomatosi)(ipercheratosi / papillomatosi)
gli esami istologici gli esami istologici sono utili per definire il tipo esatto del tumore sono utili per definire il tipo esatto del tumore
ma non ne indicano l'eziologiama non ne indicano l'eziologia
non sono diversi non sono diversi dai tumori analoghi di origine non professionaledai tumori analoghi di origine non professionale
I TUMORI CUTANEI PROFESSIONALII TUMORI CUTANEI PROFESSIONALI
CHERATOSI ATTINICACHERATOSI ATTINICA
Post radioterapia per acnePost radioterapia per acneDa raggi UV in zona fotoespostaDa raggi UV in zona fotoesposta
I TUMORI CUTANEI PROFESSIONALII TUMORI CUTANEI PROFESSIONALI
Basalioma su lesioni di cheratosi attinicaBasalioma su lesioni di cheratosi attinica
I TUMORI CUTANEI PROFESSIONALII TUMORI CUTANEI PROFESSIONALI
risulta il più aggressivo tra tutti i tumori cutanei risulta il più aggressivo tra tutti i tumori cutanei e pertanto è fondamentale la diagnosi precocee pertanto è fondamentale la diagnosi precoce
I TUMORI CUTANEI PROFESSIONALII TUMORI CUTANEI PROFESSIONALI
MELANOMA CUTANEOMELANOMA CUTANEO
più colpite sono le razze di pelle più chiarapiù colpite sono le razze di pelle più chiara
altri fattori predisponenti sono: altri fattori predisponenti sono: traumi / cicatrici / immunodepressione / infezioni viralitraumi / cicatrici / immunodepressione / infezioni virali
I TUMORI CUTANEI PROFESSIONALII TUMORI CUTANEI PROFESSIONALI
Tumori professionali sedi principali:CAVITÀ NASALI E SENI PARANASALI
Nichel e composti (raffinatura con vecchie tecniche)
Produzione alcool isopropilico (metodo con acidi forti)
Lavorazione del legno (inalazione di polveri di legni duri)
Produzione di scarpe (inalazione di polveri di cuoio)
Produzione di cromati(esposti a composti di cromo)
Tumori professionali sedi principali:POLMONE
Amianto
Arsenico e composti di arsenico inorganico• insetticidi arsenicali (produttori, utilizzatori quali i viticultori)• minerali di arsenico (minatori all’estrazione)
Composti di cromo esavalente (produzione cromati, cromatori)
Composti di nichel (fusione, elettrolisi del Ni)
IPA esposizione al catrame negli asfaltatori produzione di alluminio, di coke, di gas dal carbone
Cause principali
Tumori professionali sedi principali:POLMONE
• BCME Bis (clometil) etere: produzione di clorometil-metiletere
• Berillio: soggetti molto esposti, spesso già affetti da berilliosi
• Cadmio: di recente definizione, in soggetti molto esposti
• Silice: aumentata frequenza nei soggetti già silicotici
• Radon: nei minatori di uranio e di ematite
Altre cause
Carcinoma polmonare da amiantoCarcinoma polmonare da amianto
• Tutti i tipi di amianto
• Non specifico per sede o quadro istologico
• Latenza di almeno 20 anni dall’esposizione
• Possibile complicanza di asbestosi polmonare
• Sinergia con il tabagismo
Principali settori industriali• Estrazione
(in Italia Balangero - crisotilo)
• Cemento-amianto (in Italia Eternit Casale Monferrato - spec. crisotilo)
• Coibentazione (cantieri navali, mezzi di locomozione[ F.S.]- crisotilo, amosite, crocidolite)
• Freni e frizioni (crisotilo)
• Industria chimica (filtri, guarnizioni)
• Materiali tessili
[ OGGI ] Addetti alla bonifica (rimozione)
Tumori professionali sedi principali:PLEURA E ALTRE MEMBRANE SIEROSE
• Localizzazione prevalentemente pleurica talvolta peritoneale
• Scarsa relazione dose-risposta
• Più pericolosa la crocidolite rispetto al crisotilo
• Tempo di induzione medio 30 aa (da 10 a 40)
• Problema anche ambientale
• Prognosi infausta
Mesotelioma maligno da amianto
Relazione dose-risposta per il mesotelioma
Previsione del numero di morti per anno per mesotelioma pleurico in Italia
(Peto et al. 1998)
Tumori professionali sedi principali:VIE URINARIE
• Tumori vescicali a cellule di transizione
• Vario grado di malignità
• Papillari e non papillari
• Età della diagnosi : 10-15 aa inferiore alle neoplasie vescicali non professionali
PRINCIPALI CANCEROGENI URINARI PRINCIPALI CANCEROGENI URINARI DI INTERESSE PROFESSIONALEDI INTERESSE PROFESSIONALE
gli IPA sono composti
costituiti da due o più anelli benzenici condensati
che possono avere gruppi alchilici o cicloalchilici brevi sostituiti
essi si formano per combustione
in carenza di ossigeno dai derivati del petrolio e del carbone
e -più in generale-
per processi termici di combustibili fossili, legna, o materiale organico
Gli IPA possono entrare nell’organismo umano:
per via respiratoria
per via percutanea
per via alimentare
sulla base delle evidenze scientifiche disponibili i singoli IPA
a cui più solidamente risulta associato un potenziale cancerogeno sono i seguenti:
benzo(a) antracene (classe 2A IARC) benzo(a) pirene (classe 2A IARC) dibenzo(a,h) antracene (classe 2A IARC) benzo (b) fluorantene (classe 2B IARC) benzo (j) fluorantene (classe 2B IARC) benzo (k) fluorantene (classe 2B IARC) dibenz(a,h) acridina (classe 2B IARC) dibenz(a,j) acridina (classe 2B IARC) dibenzo(a,e) pirene (classe 2B IARC) dibenzo(a,h) pirene (classe 2B IARC) dibenzo(a,i) pirene (classe 2B IARC) dibenzo(a.l) pirene (classe 2B IARC) indeno(1,2,3-cd)pirene (classe 2B IARC) crisene.
sul piano pratico
è pressoché certo
che una esposizione a qualunque miscela di IPA
comporti anche una esposizione
-più o meno importante sul piano percentuale-
ad uno o più degli IPA con potenziale rischio cancerogeno
per questo è ragionevole assumere
che negli ambienti di lavoro in cui vi sia esposizione ad IPA
vi sia sempre un più o meno elevato rischio
di cancro occupazionale da IPA
all’esposizione ad IPA
sono stati attribuiti
gli eccessi di cancro vescicale osservati in:
TREMBLAY C, ARMSTRONG B,
“ Estimation of risk of developing bladder cancer among workers exposed to coal tar pitch volatiles in the primary aluminum industry”.
Am J Ind Med 1995; 27: 335-348.
• Gli addetti dei comparti “Fonderie, stampaggio, forge, laminatoi” e “Prima trasformazione dei metalli” presentano un incremento significativo dell’incidenza del cancro della vescica.
• Tali lavoratori sono esposti ad elevati livelli di IPA, per i quali è stato dimostrato un effetto dose-risposta con il rischio di cancro vescicale.
Industria metalmeccanica
Produzione di gas
DOLL R, FISHER RE Mortality of gasworkers with special reference to cancers of the
lung and bladder, chronic bronchitis, and pneumoconiosis. Br J Ind Med 1965; 22: 1-12
:
Spazzacamini GUSTAVSSON P, HOGSTEDT C
Mortality and incidence of cancer in a cohort of Swedish chimney sweeps.
Br J Ind Med 1993; 50: 450-459
Autotrasportatori
PORRU S, AULENTI V, DONATO F, et al: Bladder cancer and occupation: a case-control study in northern Italy.
Occup Environ Med 1996; 53: 6-10
prodotti derivanti dall’ammoniaca di cui almeno un atomo di idrogeno
è sostituito da un radicale aromatico (es. Benzene / Naftalene / Difenile)
si tratta di una famiglia di composti il cui capostipite è rappresentato dall’anilina
si dividono in:• primarie• secondarie• terziarie
in base al numero di atomi di idrogeno che sono sostituiti sul radicale -NH2
dal punto di vista chimico-fisico le amine aromatiche presentano una elevata reattività con conseguente capacità di formare molecole complesse proprietà catalizzanti ed ossidanti
caratteristiche sfruttate soprattutto:
– nei settori della produzione di coloranti– nell’industria della gomma – nell’industria delle materie plastiche– nell’industria della petrolchimica– nell’industria della farmaceutica – nei laboratori chimici– nella produzione di pesticidi
ASSORBIMENTO AMINE AROMATICHE
ASSORBIMENTO AMINE AROMATICHE
VIA RESPIRATORIA
VIA RESPIRATORIA
VIA PERCUTANEA
(sostanze lipofile)
VIA PERCUTANEA
(sostanze lipofile)
IARCGRUPPO I
IARCGRUPPO I
solo tre amine aromatiche primarie appartengono al gruppo 1 secondo la classificazione IARC
per la loro provata azione cancerogena sul tratto urinario nella specie umana :
4-Aminodifenile Benzidina 2-Naftilammina
Attualmente sono vietate la produzione e l’utilizzo delle seguenti amine aromatiche:
2-Naftilamina e suoi sali 4-Aminodifenile e suoi sali Benzidina e suoi sali 4-Nitrodifenile
VIENE FATTA ECCEZIONE
nel caso in cui siano presenti in concentrazione inferiore allo 0.1% in peso.
all’esposizione ad AMINE AROMATICHE
sono stati attribuiti gli eccessi di cancro vescicale osservati
nella:
INDUSTRIA DELLA GOMMAINDUSTRIA DELLA GOMMAINDUSTRIA DELLA GOMMAINDUSTRIA DELLA GOMMA
L’industria della gomma
è classificata
come produzione sicuramente cancerogena per l’uomo (classe 1)
dall’Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro (IARC)
• nel comparto della produzione di manufatti in gomma sono emerse importanti evidenze di neoplasie vescicali e uroteliali
in genere tra gli “utilizzatori di amine aromatiche e di prodotti che le contengono" .
• in alcuni paesi (Gran Bretagna) le amine aromatiche sono state utilizzate nella produzione
come antiossidanti, liberandosi durante il processo di vulcanizzazione
• la funzione delle amine aromatiche
è quella di proteggere i manufatti di gomma
dai fenomeni distruttivi legati all’invecchiamento
dovuti all’azione dell’ossigeno atmosferico (azione antiossidante) dell’ozono (azione antiozonizzante)
che si manifestano principalmente
con la formazione di crepe nel pneumatico
• le amine aromatiche mescolate alla gomma
migrano lentamente in superficie
e rigenerano continuamente lo strato protettivo superficiale
che difende il prodotto finito
dall’azione dell’ossigeno e dell’ozono presenti nell’aria
NEGRI E, PIOLATTO G, PIRA E, NEGRI E, PIOLATTO G, PIRA E, (1989(1989) )
““Cancer mortality in a northern Italian Cancer mortality in a northern Italian cohort of rubber workers”cohort of rubber workers”..
Br J Ind Med 45: 624-628Br J Ind Med 45: 624-628 • coorte di 6629 lavoratori
ciascuno dei quali aveva operato
per almeno un anno
nello stabilimento di produzione di pneumatici MICHELIN di Torino
dal 1946 al 1981
• il follow up dei soggetti inclusi nello studio il follow up dei soggetti inclusi nello studio
iniziò in data 1.06.1946 e si concluse il 31.12.1981iniziò in data 1.06.1946 e si concluse il 31.12.1981
RISULTATI DELLO STUDIO
16
7 4 31,541,43
2
8,75
0
5
10
15
20
25
30
totale addetti ai servizi vari addetti allamescolazione
addettiall'assemblaggio
N° DI CASI
attesi
osservati
L’aumento di incidenza di queste patologie
è stato attribuito
all’uso delle amine aromatiche di prima classe.
Queste considerazioni hanno spinto i paesi industrializzati
ad una progressiva regolamentazione dell’uso di tali sostanze
che sembra abbia portato
-in associazione ad un costante miglioramento delle condizioni igienico - ambientali dei luoghi di lavoro- ad una riduzione dell’incidenza di queste neoplasie
Le due amine aromatiche attualmente utilizzate
nell’industria della gomma
sono derivati della parafenilendiammina:
N-isopropil-N-fenil-p-fenilen diammina (IPPD)
N-(1,3-dimetilbutil)-N-fenil-p-fenilendiammina (6PPD)
Industria dei colorantiIndustria dei colorantiIndustria dei colorantiIndustria dei coloranti
Eccessi di neoplasie vescicali importanti furono evidenziati
tra gli addetti alla sintesi delle amine aromatiche nel loro utilizzo per la produzione di coloranti azoici
già sulla base della semplice osservazione clinica [al di fuori di qualunque contesto epidemiologico]
In tale comparto si raggiungevano -soprattutto nel passato meno recente-
livelli di esposizione estremamente elevati
I primi casi di neoplasie vescicali attribuiti ad amine aromatiche
in lavoratori addetti alla produzione dei “coloranti all'anilina”
furono segnalati per la prima volta
dal chirurgo tedesco REHN già nel 1895
I principali rischi cui sono esposti
gli addetti alle mansioni specifiche
derivano
• dal contatto cutaneo
• dall’inalazione di prodotti nocivi presenti sulle superfici dei locali da lavoro
(pavimenti,banchi, pareti e scaffali) diffusi nell’ambiente circostante
(sotto forma di polveri o di vapori)
La cessazione della produzione e uso di 2-naftilamina e benzidina
dalla fine degli anni ’50
nell’industria dei coloranti
ha ridotto nell’ultimo decennio
l’incidenza di neoplasie vescicali nei lavoratori
PRODUZIONE DI AURAMINA E MAGENTACON IL METODO MICHLER
PRODUZIONE DI AURAMINA E MAGENTACON IL METODO MICHLER
AUMENTATO RISCHIO DI TUMORI VESCICALI
AUMENTATO RISCHIO DI TUMORI VESCICALI
INDUSTRIA TESSILEINDUSTRIA TESSILE
La IARC sottolinea che..La IARC sottolinea che..
““Vi è evidenza limitata Vi è evidenza limitata che lavorare nell'industria tessile che lavorare nell'industria tessile
comporti un rischio cancerogeno”. comporti un rischio cancerogeno”.
Questa valutazione Questa valutazione è basata prevalentemente su casi è basata prevalentemente su casi
di tumori della vescicadi tumori della vescica tra i tintoritra i tintori (dovuti a esposizione a coloranti) (dovuti a esposizione a coloranti) ed i tessitoried i tessitori
di cancro dei seni paranasalidi cancro dei seni paranasali per i tessitoriper i tessitori
Nei cicli produttivi sono presenti:Nei cicli produttivi sono presenti:
Benzidina e bicromato di potassio
coloranti a base di benzidina
4-cloro-o-toluidina
dietil solfato
formaldeide, percloroetilene
toluidina, tricloroetilene
PROBABILICANCEROGENI
PROBABILICANCEROGENI
SICURI CANCEROGENISICURI CANCEROGENI
l’attenzione prestata -sia a livello scientifico sia istituzionale- ai problemi dell’industria tessile
soprattutto per quanto riguarda l’utilizzazione di sostanze pericolose ha condotto ad un generale miglioramento
del livello di sicurezza sul lavoro
tuttavia sono ancora in uso sostanze e preparati con potenzialità cancerogene
che devono essere tenute sotto controllo soprattutto per quanto riguarda i nuovi cicli tecnologici
INDUSTRIA CHIMICAINDUSTRIA CHIMICA
Benzidina e derivati -seppure in piccole dosi-
vengono tuttora usati in ambiente laboratoristico
-anche medico-
per l’effettuazione di reazioni colorate
e possono pertanto rappresentare un rischio
se non si lavora con le opportune precauzioni.
importanti esposizioni respiratorie ad IPA
si determinano :
in ambienti di lavoro confinati
come ad esempio: magazzini di stoccaggio di merci officine di riparazione di automezzi pesanti depositi di autobus camion per la raccolta di rifiuti
laddove il traffico autoveicolare sia particolarmente intenso
MOTORI DIESELMOTORI DIESEL
in cui sostano a motore acceso camion, furgoni e altri automezzi pesanti
con motorizzazione Diesel
I principali composti chimici presenti nei gas emessi dai motori Diesel
sono rappresentati da:
• IPA, nitro-IPA, idrocarburi alifatici, benzene, toluene, aldeide, anidride carbonica, monossido di carbonio, ossido e diossido nitrico, solfuro d’idrogeno.
Il POLMONE è il principale bersaglio di questi composti ma l’azione cancerogena è sospettata anche per la VESCICA
gli studi epidemiologici hanno evidenziato una relazione dose-risposta significativa
tra esposizione a IPA e rischio di cancro del polmone e della vescica
in particolare, una metanalisi effettuata da Boffetta et al. (2001) su 35 studi epidemiologici
ha mostrato come l’esposizione occupazionale a fumi Diesel sia correlata con lo sviluppo di cancro alla vescica
l’interazione dei nitro-IPA (4-nitrobifenile, 1-nitropirene) con l’urotelio vescicale potrebbe essere responsabile della mutagenicità dei fumi diesel
nei confronti di quest’organo
INDUSTRIA DELLA STAMPAINDUSTRIA DELLA STAMPAINDUSTRIA DELLA STAMPAINDUSTRIA DELLA STAMPA
Stampanti laser e fotocopiatrici sono apparecchiature in grado di produrre
polveri ultrasottili nocive, gas volatili organici (VOC) materiali di abrasione [come selenio, cadmio, nichel e polveri di toner]
una ricerca scientifica australiana pubblicata sulla rivista dell'American Chemical Society
evidenzia che lavorare accanto a una stampante o a una fotocopiatrice in funzione
equivale
a inalare fumi di sigaretta o a respirare gas di scarico di ingorgo stradale
tra i rischi lavorativi nell’industria della stampa particolare attenzione meritano
gli inchiostri [costituiti da un pigmento disperso in opportuno veicolo]
I pigmenti possono essere:
• inorganici (bleu di Prussia e i gialli di cromo)• organici (gialli diclorobendizinici, rubino, ftalocianinabeta e nerofumo).
dovrà essere prestata particolare attenzione ai pigmenti organici a base azoica
in quanto possono dar luogo a rilascio di ammine aromatiche
Lynge (1995),Lynge (1995), in uno studio di in uno studio di incidenza tumori nei lavoratori alla incidenza tumori nei lavoratori alla stampa in Danimarca, identifica un stampa in Danimarca, identifica un incremento di rischio del tumore incremento di rischio del tumore alla vescica pari a 1,5, tra tipografi alla vescica pari a 1,5, tra tipografi nelle stamperie.nelle stamperie.
Lynge (1995),Lynge (1995), in uno studio di in uno studio di incidenza tumori nei lavoratori alla incidenza tumori nei lavoratori alla stampa in Danimarca, identifica un stampa in Danimarca, identifica un incremento di rischio del tumore incremento di rischio del tumore alla vescica pari a 1,5, tra tipografi alla vescica pari a 1,5, tra tipografi nelle stamperie.nelle stamperie.
… … letteraturaletteratura scientifica scientifica
… … letteratura scientificaletteratura scientifica
Hourse (1994)Hourse (1994) aggiunge che per le aggiunge che per le vittime di tumori alla vescica con vittime di tumori alla vescica con esposizione a inchiostri, il rischio esposizione a inchiostri, il rischio aumenta con la durata dell'attività aumenta con la durata dell'attività
lavorativa, e il rischio è altissimo tra i lavorativa, e il rischio è altissimo tra i soggetti esposti dopo venti anni soggetti esposti dopo venti anni
lavorativi.lavorativi.
Hourse (1994)Hourse (1994) aggiunge che per le aggiunge che per le vittime di tumori alla vescica con vittime di tumori alla vescica con esposizione a inchiostri, il rischio esposizione a inchiostri, il rischio aumenta con la durata dell'attività aumenta con la durata dell'attività
lavorativa, e il rischio è altissimo tra i lavorativa, e il rischio è altissimo tra i soggetti esposti dopo venti anni soggetti esposti dopo venti anni
lavorativi.lavorativi.
TONERTONERNei toner neri è utilizzato moltissimo
il carbon black o nerofumo.
Cos’è il nerofumo?
è talvolta confuso con la fuliggine
ma è un materiale composto di carbone polverizzato prodotto da una pirolisi controllata di idrocarburi.
USI DEL NEROFUMOUSI DEL NEROFUMO
• Nella produzione della gomma• Come colorante nel toner• Nella produzione di cavi, funi metalliche, di elettrodi per
saldatura, inchiostri, prodotti per tipografie • Nella preparazione, trattamento e rifinitura di pelli• Nella produzione di pitture e vernici• Nell’industria petrolchimica
Recenti studi evidenziano
la capacità del nerofumo in presenza di IPA
di produrre diverse patologie tumorali
compresi i tumori uroteliali e alla vescica.
Il nerofumo penetra nell’organismo
attraverso la cute dei lavoratori esposti.
Il fenomeno portuale GenoveseIl fenomeno portuale Genovese
Gli epidemiologi dell’Istituto di Genova hanno dimostrato per la prima volta al mondo
che una forte esposizione a polvere di nerofumo è in grado di provocare tumori alla vescica nell’uomo
Lo studio pubblicato su Lancet (agosto 2001)
è stato effettuato a seguito della richiesta di risarcimento all’INAIL
di 19 lavoratori portuali colpiti da tumore alla vescica tra il 1990 ed il 1999
I lavoratori erano stati addetti al carico-scarico di merci varie nel porto di Genova tra il 1947 ed il 1963.
In tale periodo
nel porto di Genova lo scarico del nerofumo contenuto in sacchi
veniva effettuato manualmente.
I sacchi perdevano polvere nera e talvolta si rompevano
I lavoratori erano sempre ricoperti di tale polvere finissima ed untuosa
per l’intero turno di lavoro
I risultati della ricerca hanno evidenziato un raddoppio del numero dei tumori alla vescica.
TOSSICITA’:– Epato e nefro tossico– IARC: Gruppo 2A
USI
INDUSTRIALI
1. Sgrassante per metalli
2. Pulitura a secco
EXTRAINDUSTRIALI
1. Smacchiatore (trieline commerciali)
1,8
5,77
3,71
0
1
2
3
4
5
6
7
industrie conesposizione a TRI
sgrassatura dimetalli
sintomi narcotici
ODDS RATIO
Bruning T., Pesch B.Bruning T., Pesch B.Am J Ind Med 2003; 43: 274-285Am J Ind Med 2003; 43: 274-285
“Carcinoma a cellule renali ed esposizione occupazionale a TRI: i risultati di uno studio”.“Carcinoma a cellule renali ed esposizione occupazionale a TRI: i risultati di uno studio”.
L’articolo illustra i risultati di uno studio caso-controllo su base ospedaliera condotto in Germania.
E’ stata confrontata la storia lavorativa di 134 casi e 401 controlli.
Dopo aggiustamento per età / genere / abitudine al fumoè stata trovata un’associazione significativa
tra RCC e l’aver ricoperto a lungo una mansione in industrie con esposizione a TRI (OR=1,80), l’aver svolto sgrassatura di metalli (OR=5,77) e l’aver lamentato sintomi riferibili a narcosi. (OR=3,71).
Gli autori concludono
che tali risultati rafforzano l’ipotesi
di un ruolo nefrocancerogenico nell’uomo del TRI.
Deve essere rimarcato
che l’esposizione di tipo massivo
(tale da produrre sintomi narcotici)
sembra essere più fortemente associata all’insorgenza di RCC
rispetto ad esposizioni più prolungate e contenute a TRI.
Tumori professionali sedi principali:APPARATO EMOPOIETICO
Causa principale Benzene : leucemia acuta non linfoblastica
Benzene
formazione del radicale instabile epossido
formazione di addotti al DNA per elevata affinità con gli acidi nucleici
Tumori professionali sedi principali:APPARATO EMOPOIETICO
• Radiazioni ionizzanti :
leucemie mieloidi croniche e acute (radiologi anni ’40-’60)
• Ossido di etilene (sterilizzante) : sospetto responsabile
di tumori dell’apparato linfoemopoietico
Altre cause
Tumori professionali sedi principali:FEGATO
Cloruro di vinile monomero:
angiosarcoma epatico
tumore molto raro [il rischio è stato marcatamente ridotto
per la drastica riduzione dell’esposizione professionale]
Problematiche relative all’esposizioneProblematiche relative all’esposizione Nel caso dei cancerogeni la valutazione del rischio
coincide con la valutazione dell’esposizione
allo scopo di definire i criteri quantitativi di esposizione che concorrono ad individuare i soggetti
per i quali si può configurare un rischio per la salute considerato che
non tutti i livelli di esposizione possono essere idonei a produrre effetti efficaci si propone di considerare i lavoratori :
Non espostiesposizione contenuta nei limiti previsti per la popolazione generale, ove definiti
Esposti a dossi basseconcentrazioni inferiori al 25 % del TLV
Esposti a dose intermedieconcentrazioni comprese tra il 25% ed il 50 % del TLV
Esposti a dosi elevate superiori al 50 % del TLV o a sostanze per cui il TLV non sia definito
La valutazione dell’esposizione dei lavoratori deve La valutazione dell’esposizione dei lavoratori deve permettere la loro classificazione in:permettere la loro classificazione in:
LAVORATORI ESPOSTI: il valore di esposizione ad agenti cancerogeni e/o mutageni
risulta superiore a quello della popolazione generale
LAVORATORI POTENZIALMENTE ESPOSTI il valore di esposizione ad agenti cancerogeni e/o mutageni
risulta superiore a quello della popolazione generalesolo per eventi imprevedibili e non sistematici
tale "esposizione anomala" [causata da un "evento non prevedibile" o da un "incidente“]
potrebbe far sì che gli addetti non esposti o potenzialmente esposti diventino
lavoratori esposti per il periodo e sulla base delle modalità in cui si sono svolti quei fenomeni
e quindi sucessivamente lavoratori ex-esposti
solo i lavoratori esposti a cancerogeni vengono sottoposti a sorveglianza sanitaria da parte del medico competente
che
fornisce ai lavoratori informazioni adeguate sulla sorveglianza sanitariacon particolare riguardo
all’opportunità di sottoporsi ad accertamenti sanitari anche dopo la cessazione dell’attività lavorativa a rischio
istituisce / aggiorna e custodisce presso l’azienda per ogni lavoratore una cartella con
le informazioni sulle caratteristiche della esposizione i risultati degli accertamenti sanitari cui è sottoposto il lavoratore
Sorveglianza sanitaria degli espostiSorveglianza sanitaria degli esposti
Sorveglianza sanitaria degli esposti
eventuali proposte di screening per identificare
"quelle categorie di lavoratori
per i quali l’esposizione a taluni a.cancerogeni presenta rischi particolarmente elevati"
vanno considerate con estrema cautela
sia che si alluda ad una ipersuscettibilità acquisita
sia che si alluda ad una ipersuscettibilità genetica [spesso ignota al portatore]
sulla base delle conoscenze attuali
non ha senso sottoporre i lavoratori a screening genetico per i tumori
la potenziale intrusività nella sfera privata di una tale pratica
richiede che le decisioni vengano prese
a un livello più alto - e partecipato - di quello del medico competente
Sorveglianza sanitaria degli esposti
il medico competente stabilisce il programma di sorveglianza sanitaria
e lo attua secondo criteri e protocolli basati sull’evidenza
nella definizione di tali protocolli si pone anche il problema di impiegare
accertamenti finalizzati alla ricerca degli effetti biologici precoci mediante idonei indicatori
la giustificazione di tale pratica
è costituita fondamentalmente dal valore predittivo di tali indicatori rispetto alle condizioni patologiche (nel caso specifico i tumori maligni)
ad oggi tuttavia non sono disponibili
indicatori idonei per la sorveglianza sanitaria degli esposti a cancerogeni e/o mutageni
la visita medica
costituisce un’occasione opportuna per il medico competente
per provvedere alla informazione dettagliata :
sul rischio e sulle modalità per ridurlo al minimo
alla azione di "counseling" per la riduzione di rischi aggiuntivi (il fumo di tabacco) alla informazione sul significato ed i limiti delle pratiche di diagnosi precoce
al controllo sanitario di altri rischi concomitanti
Sorveglianza sanitaria degli ex espostiSorveglianza sanitaria degli ex esposti
nell'ottica di una corretta valutazione costi/benefici è utile ricordare vantaggi e svantaggi di un programma di sorveglianza sanitaria
I vantaggi :
a) utilità clinica (possibilità di efficace diagnosi precoce e controllo dello stato di salute)
b) utilità di sanità pubblica (riduzione del rischio aggiuntivo)c) utilità etico-sociale (possibilità di informazione capillare e contatto
individuale)d) utilità medico-legale (tempestività di certificazione di malattia professionale)e) utilità epidemiologica (migliore conoscenza del rapporto causa/effetto)
Gli svantaggi :
a) impegno economico rilevante prevalentemente pubblico, senza certezze sui benefici indotti sul singolo e sulla collettività
b) rischio di eccessiva medicalizzazione c) possibilità di indurre inappropriate aspettative di risarcimento ed eccessive
preoccupazioni sullo stato di salute sia nei singoli che nelle collettivitàd) mancato abbandono di comportamenti a rischio (ad es. fumo) motivato dal
fatto di essere inseriti in un programma di sorveglianza sanitaria.
Sorveglianza sanitaria degli ex espostiSorveglianza sanitaria degli ex esposti
Nella sorveglianza sanitaria degli ex esposti a cancerogeni occupazionali si perde ovviamente la valenza di prevenzione primaria sulla collettività
di cui fanno parte i soggetti in esame ma rimane quella di prevenzione secondaria a livello individuale.
In questo caso ha senso prevedere una procedura vera e propria di sorveglianza [cioè una procedura periodica di identificazione di effetti sanitari]
solo se questa è in grado di configurarsi come una vera diagnosi precoce
Qualora non sia possibile mettere in atto un vero e proprio screening di gruppi di popolazione finalizzato alla diagnosi precoce di patologie attese
è opportuno che la sorveglianza sugli ex esposti si configuri come un'indagine trasversale che consenta
di ricostruire la storia di esposizione laddove mancante di informare e comunicare al singolo soggetto -se a lui non noti- quegli aspetti di
rischio e preventivi legati alla passata esposizione nonché le informazioni sulle possibilità diagnostico-terapeutiche e medico-legali
per le eventuali patologie correlate
Norme operativeNorme operative
in alcune regione ci sono leggi e norme che prescrivono la sorveglianza sanitaria degli ex esposti
i lavoratori ex esposti
devono necessariamente fare riferimento ai servizi di prevenzione nei luoghi di lavoro
[i quali devono essere a contatto con i medici di medicina generale] essere dotati di libretto sanitario e di rischio
Per il problema inerente i controlli medici da eseguire non è possibile dare una risposta certa e uguale per tutti
perché questa dipende da tanti fattori [soprattutto i livelli di esposizione, la sua durata, le condizioni generali della persona]
Modello operativo proposto per l’amiantoModello operativo proposto per l’amianto
Interventi su domanda di singoli soggetti o di gruppi di lavoratori
a 2 stadi:• Percorso iniziale: campagna informativa esame documentazione sanitaria visita medica
• Percorso di approfondimento: PFR e DLCO (per asbestosi) visita pneumologica esami Rx e/o TC
Modelli proposti per altri cancerogeniModelli proposti per altri cancerogeni
• Organo bersaglio vescica (es. IPA):
proposta di studi controllati con citologia urinaria ematuria microscopica ecografia vescicale a periodicità da precisare
• Organo bersaglio fegato (es. CVM):
proposta di studi controllati con ecografia epatica a periodicità da precisare
• Organo bersaglio naso e seni paranasali (es. polvere di legno e cuoio):
proposta di studi controllati con questionario rinologico annuale visita ORL in base al questionario
Commento finaleCommento finalesui modelli operativisui modelli operativi
Appare ovvio che tutti i modelli proposti sono suscettibili di essere modificati alla luce degli inevitabili progressi in campo medico
Per la problematica relativa alla identificazione e gestione degli ex esposti a cancerogeni professionali
è imprescindibile
il coinvolgimento di tutte le componenti istituzionali sociali e scientifiche del settore [quali università / enti di ricerca / organi del SSN / regione / parti sociali]
la stretta collaborazione tra la medicina generale / l’oncologia / la medicina del
lavoro