Primaparte - UniBG Nievo... · Come soave sur rinato fiore L’antico ramo l’arbore distende, E...
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Prima parte: Biografia d’Ippolito Nievo
Ippolito Nievo (1831-‐1861)
1) Nascita e infanzia
Ippolito è nato il 30 novembre 1831 a Padova.
Antonio Nievo magistrato e Adele Marin.
Adele Marin veneziana e friulana.
(1832-‐1837) palazzo di Soave di Verona. Carlo (1836)
Udine 1837-‐1844. ElisabePa (1837) e Alessandro (1839)
Colloredo di Monte Albano
Castello Nievo a Colloredo
1840-‐1847: Ippolito a Verona.
Ippolito e il nonno materno Carlo Marin.
Al nonno Come soave sur rinato fiore
L’antico ramo l’arbore distende, E lo vagheggia ognora e lo difende Dalla procella e dall’estivo ardore
Sul figlio tal del figlio suo, l’amore Dell’avo dolce e genial discende Ei colla madre a pregar Dio gli apprende E a puri affetti gli dischiude il cuore.
Son io, Nonno, quel fior, tu sei la pianta! Il mio tremulo piè tu sorreggesti Con una mano poderosa e santa.
Finì l’ufficio tuo: ma se alla gloria Nacque il mortale e al riso dei celesti Eterna in me vivrà la tua memoria.
1843: ritorno dei Nievo nel Mantovano.
Antonio giudice a Sabbioneta.
« Sapete dove abitava mio padre? In un bel paesone, colle strade tagliate ad angoli retti, con piazze spaziose, con due belle chiese, con terrapieni magnifici, e con sei bastioni da Fortezza, e nulla più. Perché riguardo alle creature ragionevoli, vi era deficienza radicale. »
Antiafrodisiaco per l’amor platonico
Sabbioneta vista da Ippolito:
Casa dei Nievo a Fossato di Rodigo.
CaraPerisTche della famiglia Nievo
• Mésalliances.
• Patrio<smo e cospirazione.
2) A Mantova (1848-‐1852)
L’anno 1847-‐1848
• Autunno 1847: incontro con A<lio Magri. • Primavera 1848 : liceo chiuso.
• Manifestazioni in tuFa l’Italia : è successo un quarantoFo !
MaTlde Ferrari
Ippolito a Firenze: studi e rivoluzione.
Pisa: Ippolito e Fanny.
« Ad un finestrone d’una modesta casa, scopersi una bella giovinetta dagli occhi e dai capelli neri, snella, e bianca come un angelo. »
Antiafrodisiaco per l’amor platonico.
Le lePere a MaTlde Ferrari
« Oh non v’ha bisogno, Matilde, di scrivere ch’io l’amo! S’ella sapesse quante volte quella parola l’ho proferita. L’ho proferita nell’ebbrezza dell’estasi e nell’orrore della sciagura, nelle veglie e nei sonni, nelle allegrezze, negli stenti ! Il suo nome è stato il mio angelo, e l’amore la sola mia vita » Lettera del 26 febbraio 1850.
« Questa storiella fu condotta a termine nell’aprile 1851 sotto l’impressione di avvenimenti spiacevoli e di rabbie puerili – gli è perciò che ora, non avendo il coraggio civile di abbrucciare questo libro, come esso meriterebbe, perché pure ei serve a richiamarmi alla mente qualche caro momento, e vedendo d’altronde le cose come sono e come erano e non attraverso il prisma del rancore vendicativo dichiaro, false assolutamente tutte le proposizioni in cui intacco minimamente l’onore, o la delicatezza di quelle persone a cui alludo coi nomi immaginarii. – E ciò a regola di coloro che travedessero il vero personaggio sotto il velo dell’incognito. Padova, 16. 11. 52. »
Fine della relazione con Matilde, stesura dell’Antiafrodisiaco per l’amor
platonico.
Descrizione dell’Italia nell’An#afrodisiaco:
« Si parlava di politica. Io diceva: la nostra patria è una donna ammalata che ha la tegna in testa, l’artritide, e il sangue bleu al braccio destro, che è monca del sinistro e cha ha finalmente un canchero nel ventre,e una gotta dolorosissima ai piedi. Ma in un paese occidentale fu scoperto due anni fa un sugo onnipotente che può guarirla da tutti i suoi malanni. L’applicazione del rimedio è cominciata dall’interno. Non si conosce ancora all’epidermide il vantaggio, ma finita la cura le sue membre ch’erano fracide, e discordi una dall’altra, si rianimeranno e formeranno un corpo solo pieno d’avvenire e di forza. »
Belfiore (1852-‐1855)
• La congiura di Belfiore. • Ippolito e Belfiore. • Repressione della congiura: arresQ e carcere. • Processi e condannazioni. • Esecuzioni.
Don Enrico Tazzoli capofila della
congiura di Belfiore.
La cupa Mantova delle lePere di Nievo.
« Avete un bel dire voialtri, un bel predicare sulla nostra pigrizia perché dormite nella bambagia, perché avete il buon umore nelle saccoccie e lo spandete per la via ! bisognerebbe investirsi nei nostri panni ! entrare un pochetto in questa benedettissima cassa di morto che ha nome Mantova e allora vedremmo che bella voglia avreste di udire e di scrivere delle sciocchezze ! Vorrei tagliarmi il naso se non cadreste tutti morti dalla noja e dalla melanconia » Lettera del 4 febbraio 1852.
Gli studi universitari: 1850-‐1855
• Maturità agosto 1850. • Primi due anni a Pavia, 1850-‐51 e 1851-‐52. • Tre anni seguenQ a Padova. • Laurea il 22 novembre 1855.
3) La scelta della lePeratura (1852-‐1858)
1852-‐1854 : la scelta della lePeratura
• Belfiore. • La difesa degli ebrei. • La miseria dei contadini (Versi).
• Incontro con Arnaldo Fusinato.
1855-‐1857: l’inizio della narraTva
• 1855: Angelo di bontà e Consuelo. • Poesie de Le Lucciole. • Il conte pecoraio. • Novelliere campagnuolo.
(La nostra famiglia di campagna, L’avvoca@no, ecc.)
Incipit de La nostra famiglia di campagna: « Voglio rappresentarti, o ingenuo lettore, per ischizzi e profili quella parte più pura dell’umana famiglia che vive nei campi; e per vivere intendo io lavorare in essi di braccia, non passeggiarvi un’orettina pei freschi della sera come tu per avventura costumi. Né di codesta tua spensierata opulenza cerco farti carico per ora, sibbene innamorarti di coloro che allenano per te, e di cui conosci ben poco indole mente e costumi. Ma quando io t’abbia sincerato della cosa, e dimostrato splendidamente quanto a te sovrastino per bontà d’animo e rettitudine di coscienza quelle genti che gridi maestre di malizia scioperate e imbecillite, allora non potrai più adagiarti all’ombra di simili calunnie, lasciando le cose rovinare alla peggio per quei poveretti. »
1856-‐1857
• Ippolito e suo padre. • Il processo de L’avvoca@no. • Milano: autunno 1857. • Periodici saQrici « Il Pungolo » « L’uomo di pietra ».
• Riviste per le donne :« La Ricamatrice » « Le ore casalinghe ».
1857-‐1858
• Preparazione de Le Confessioni d’un Italiano.
• Amore per una contessa di Milano.
• La stesura delle Confessioni in Friuli.
Citazioni di lePere a Caterina: « Da Milano ho portato via molte memorie dolcissime; ma una turba più numerosa di desiderii. Si figuri! Le memorie sono care e tranquille bambine che si lasciano educare con buona grazia, e rimeritano l’amore del Papà con baci con carezze e colle più tenere canzonette di Metastasio. Ma i desiderii? Oh maledetta la loro semenza! Mi somigliano proprio quei maschietti petulanti e diabolici, che sguinzagliati in un giardino distruggerebbero, a dir poco, la Primavera. » Lettera del 7 aprile 1858. « …beati coloro che godono l’umiltà della sepoltura. È un’umiltà senza dispregio, senza dolori, senza disinganni. La morte giovane è un’amica melanconica ma fedele, assidua, indissolubile. Ma io, io son pazzo, Donna Caterina, di funestarla con tali fantasticherie di cattivo gusto. Straccerei quello che ho scritto… » Lettera del 22 aprile 1858
Prima pagina del manoscriPo de Le Confessioni d’un Italiano
4) Da Milano alla Sicilia (1858-‐1861)
1858-‐1859
• PreparaQvi della campagna di Lombardia: gli accordi di Plombières.
• Autunno a Regoledo per una cura termale. • Emigrazione clandesQna dei giovani veneQ e lombardi.
• Collaborazione con varie riviste. • Il barone di Nicastro, ulQme puntate.
Ippolito Nievo con la divisa dei Cacciatori delle Alpi.
La campagna di Lombardia
• Matrimonio di Elisa il 6 luglio a Gemona. • Gli amori garibaldini raccolta di poesie. • 11 luglio, accordi di Villafranca. • Delusione d’Ippolito : « Pianse amaramente e si sollevò un poco, L’idea di rimanere suddito austriaco gli era intollerabile. »
Le conseguenze di Villafranca
• Mantova, Venezia e il Friuli possessioni austriache.
• Autunno a Fossato. • 10 novembre : traFato di Zurigo. • Storia filosofica dei secoli futuri. • Il pescatore di anime (incompiuto). • Venezia o la libertà d’Italia. • Ritorno a Milano fine 1859.
1860 • Rimproveri dei genitori.
• Collaborazione con varie riviste. • Rivoluzione poli@ca e rivoluzione nazionale. • L’imbarco con i Mille (4 maggio). • Vice-‐Intendente dei Mille.
A Marsala e in Sicilia
• Lo sbarco a Marsala (12 maggio). • I Mille a Palermo (27 maggio). • Giornale della spedizione. • 7 seFembre: i garibaldini a Napoli. • Nievo a Palermo.
Gli ulTmi mesi
• 18 dicembre 1860 partenza per Milano.
• Capodanno a Fossato con la famiglia. • Il 13 gennaio, lascia i genitori. • Torna a Milano dove rimane fino al 26.
• Il 7 febbraio è a Napoli. • Il 17 arriva a Palermo.
La morte nel Tirreno il 5 marzo 1861
• I documenQ dell’Intendenza.
• Imbarco sull’Ercole (4 marzo).
• Naufragio a Capri (5 marzo).
• Ippolito non ancora trentenne. • La nave perduta.
LePera di condoglianze di Garibaldi alla famiglia Nievo
Seconda parte:
Le Confessioni d’un Italiano
1) Il passato e il futuro: storia e modernità
L’unificazione dell’Italia
« Io nacqui Veneziano ai 18 ottobre del 1775, giorno dell’Evangelista San Luca; e morrò per la grazia di Dio Italiano quando lo vorrà quella Provvidenza che governa misteriosamente il mondo. Ecco la morale della mia vita. E siccome questa morale non fui io ma i tempi che l’hanno fatta, così mi venne in mente che descrivere ingenuamente quest’azione dei tempi sulla vita d’un uomo potesse recare utilità a coloro che da altri tempi son destinati a sentire le conseguenze meno imperfette di quei primi influssi attuati. »
L’individuo e la storia
Carlo come una goccia nella pioggia « L'attività privata d'un uomo […] mi pare in alcun modo riflettere l'attività comune e nazionale che la assorbe; come il cader d'una goccia rappresenta la direzione della pioggia. Così l'esposizione de' casi miei sarà quasi un esemplare di quelle innumerevoli sorti individuali che dallo sfasciarsi dei vecchi ordinamenti politici al raffazzonarsi dei presenti composero la gran sorte nazionale italiana. Mi sbaglierò forse, ma meditando dietro essi potranno alcuni giovani sbaldanzirsi dalle pericolose lusinghe, e taluni anche infervorarsi nell'opera lentamente ma durevolmente avviata, e molti poi fermare in non mutabili credenze quelle vaghe aspirazioni che fanno loro tentar cento vie prima di trovare quell'una che li conduca nella vera pratica del ministero civile. »
La cucina di FraPa
« E qui mi dimanderanno alcuni perché nelle mie descrizioni io torni sempre alla cucina e non nel tinello o nella sale io abbia introdotti i miei personaggi. Cosa naturalissima e risposta facile a darsi! La cucina, essendo la dimora abituale del mio amico Martino e l’unico luogo nel quale potessi stare senza esser sgridato (in merito forse del buio che mi sottraeva all’attenzione di tutti) fu il più consueto ricovero della mia infanzia […] È un ambiente poco poetico, lo so; ma io scrivo per dire la verità, e non per dilettare la gente con fantasie prettamente poetiche. »
Camino friulano come nel castello di FraPa
La tenerezza negli uomini
Il vecchio che fa da balia
« Io sono fratello di latte di tutti gli uomini, di tutti i vitelli e di tutti i capretti che nacquero in quel torno nella giurisdizione del castello di Fratta; ed ebbi a balie oltre tutte le mamme, le capre e le giovenche, anche tutte le vecchie e i vecchi del circondario. Martino infatti mi raccontava che vedendomi qualche volta innaspato per la fame, avea dovuto compormi un certo intingolo di acqua burro zucchero e farina, col quale m'ingozzava finché il cibo giunto alla gola mi impedisse di piangere. »
Le fanciulle coraggiose • « La Pisana che era accosciata con me fra le ginocchia di
Martino, si avanzò baldanzosamente verso il focolare, offrendosi ad andar lei in traccia della sorella; ma erano tanto costernati che nessuno fuori di Marchetto sembrò accorgersi di quella fanciullesca e commovente temerità. »
• « A Portogruaro intanto vi fu gran consiglio di famiglia in casa Frumier su quello che dovesse farsi, e il caso era abbastanza nuovo, perché di donzelle allora che si opponessero con tanta pertinacia al voler dei parenti, non ve n'erano tante. »
• « In queste parole abbrancandosi ad un ramo che sporgeva noderoso e flessibile si spenzolò dalla rupe; indi abbandonò il ramo e la vidi scendere strisciando come poco prima avea fatto io. Potete credere che non volli mostrarmi dammeno d'una donna. »
Le donne nella storia
2) Infanzia e libertà
L’infanzia libera nella natura
« Le praterie vallive dove s'erano aggirati i primi viaggi, declinavano a ponente verso una bella corrente di acqua che serpeggiava nella pianura qua e là, sotto grandi ombre di pioppi d'ontani e di salici, come una forosetta che abbia tempo da perdere, o poca voglia di lavorare. Là sotto canticchiava sempre un perpetuo cinguettio d'augelletti; l'erba vi germinava fitta ed altissima, come il tappeto nel più segreto gabinetto d'una signora. Vi si avvolgevano fronzuti andirivieni di macchie spinose e d'arbusti profumati, e parevano preparare i più opachi ricoveri e i sedili più morbidi ai trastulli dell'innocenza o ai colloqui d'amore. Il mormorio dell'acqua rendeva armonico il silenzio, o raddoppiava l'incanto delle nostre voci fresche ed argentine. »
La bambina ribelle
« tirammo entro a far lega tutta la ragazzaglia all'intorno, con grande scandalo delle cameriere che per paura della padrona ci portavano via la Pisana non appena se ne accorgevano. Questa però non si lasciava sbigottire; e siccome tanto la Faustina che la Rosa avevano via il capo dietro i loro belli, non le mancava agio di tornar loro a scappare per rimescolarsi con noi. Cresciuta la banda, era cresciuta in lei di pari passo l'ambizioncella di tener cattedra; e siccome l'era una fanciulletta, come dissi, troppo svegliata e le piaceva far la donnetta, cominciarono gli amoretti, le gelosie, le nozze, i divorzi, i rappaciamenti »
L’amore tra fanciulli
Il paesaggio lePerario
Il piacere della lePura
« Spesso tutti gli abitanti del castello dormivano della grossa che il lume della lampada traluceva ancora dalle fessure del suo balcone; e quando poi ella prendeva in mano o la Gerusalemme Liberata o l'Orlando Furioso (gli identici volumi che non avean potuto decidere la vocazione militare di suo zio monsignore) l'olio mancava al lucignolo prima che agli occhi della giovine la volontà di leggere. Si perdeva con Erminia sotto le piante ombrose e la seguiva nei placidi alberghi dei pastori; s'addentrava con Angelica e con Medoro a scriver versi d'amore sulle muscose pareti delle grotte, e delirava anche talora col pazzo Orlando e piangeva di compassione per lui. »
3) Amore e educazione
L’amore appassionato
Le difficoltà dell’amore
L’educazione
L’educazione : da Carlino fanciullo a Carlo educatore
« Ed ora vivo coi miei figli e coi figliuoli dei miei figli, contento di aver vissuto e contento di morire. »