La storia di Samad, rinato in un incontro · 2020. 11. 7. · Fiorenzo Facchini, sacerdote della...

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www.bo7.it conversione missionaria ultimo Dpcm non tocca le chiese e le attività pastorali. Di conseguenza si potrà continuare a tenere le chiese aperte, entrarvi per pregare singolarmente, per celebrare la liturgia feriale e festiva. Nell’orizzonte complessivo questo è un elemento che attira l’attenzione, di cui rendere ragione. Trovare la porta della chiesa aperta, anche quando non vi si entra, permette di rimanere saldi nella certezza che c’è un luogo che ci attende sempre, una casa accogliente dove ognuno può trovare posto, un rifugio dove trovare pace, una tenda della presenza di Dio in mezzo al suo popolo. Trovare la porta della chiesa chiusa è esperienza traumatica di chiusura che va ben oltre le ragioni degli orari e dei divieti normativi. Ma la Chiesa non è sola; è piuttosto il capofila di una ben più diffusa esigenza di garantire tutte le dimensioni spirituali, culturali, affettive, che costituiscono la base delle relazioni che danno alla società l’impronta umana. La saggezza legislativa sa distinguere le diverse situazioni per tutelare il bene prezioso della salute, lasciandosi guidare da una visione integrale dell’uomo. La chiesa si pone per quello che è: la casa di Dio fra le case degli uomini, condividendone le gioie e le sofferenze. Tenere la chiesa aperta non è un privilegio di una casta, né pretesa clericale, ma un dovere da assumere per favorire la serenità psicologica, sociale e spirituale delle persone: è servizio al bene comune e porta di speranza. Stefano Ottani L Chiese aperte, servizio alla città Messa del cardinale per i morti di Covid Il vescovo di Fidenza sul nuovo Messale Preti da sostenere con le donazioni a pagina 3 a pagina 2 a pagina 4 Domenica, 8 novembre 2020 Numero 42 – Supplemento al numero odierno di Avvenire L A CURVA DELL UMANO FRA LIMITI E SPERANZE ALESSANDRO RONDONI on c’è dubbio che fra limitazioni e speranze di ripresa si giochi una partita che riguarda la salute, l’economia e tutto l’umano. Per questo occorre tanta responsabilità, senza banalizzare o enfatizzare, e guardare in faccia la realtà cercando, con curiosità e creatività, la speranza anche dentro le condizioni in cui siamo costretti dalla pandemia. Il virus insidia ancora pericolosamente la nostra gente. I segni del bene sono comunque diffusi a piene mani. Da chi? Dal seminatore che esce in campo aperto nella zona gialla, per le strade, negli ospedali, nei centri di accoglienza, e ora anche in webinar, per comunicare con l’uomo. E un riconoscimento per chi sa seminare è il Nettuno d’Oro a monsignor Fiorenzo Facchini per l’aiuto offerto a tutta la comunità bolognese. Chiusi, distanziati e con la mascherina, possiamo ugualmente trasmettere e ricevere parole, sguardi e gesti che, nell’ospedale da campo che è in questa nostra società, infondano fiducia e creino legami. Curare l’umano, non solo il corpo ma anche lo spirito, porta, infatti, un nuovo annuncio. Esiste una contabilità del contagio da virus dei bollettini sanitari, utili per capire la curva epidemiologica. Esiste, altrettanto importante, la contabilità delle relazioni umane, il numero dei rapporti coltivati, magari con una telefonata, un messaggio, una visita, una videochiamata. Siamo in mezzo al cambiamento d’epoca, quindi assistiamo al crollo del già visto e dobbiamo attraversare questo passaggio come chi ha valicato i muri della storia. Guadiamo qui un millennio, un secolo, addirittura un’epoca dentro una pandemia. Che sguardo abbiamo e cosa cerchiamo? Solo sopravvivenza? Chi ci accompagna e a chi diamo (virtualmente oggi…) la mano? Non è solo un percorso per le nuove generazioni, che pagano il prezzo più alto. Oggi il cardinale Zuppi nella Messa in Cattedrale ricorda gli anziani deceduti a causa del Covid e le loro famiglie. Preghiera e vicinanza perché la disperazione non vinca e nessuno sia solo, nemmeno di fronte alla morte. E perché gli anziani non siano considerati «un di più». Gli attentati di Nizza e poi di Vienna, il terrore e la paura, fanno venire i brividi ma la convivenza civile, creatasi nel corso dei secoli, va portata avanti con cammini di pace, educazione, nella cultura dell’incontro. Tutti abbiamo una responsabilità da giocare per non cadere in interpretazioni solo parziali. Chiamati, in questo duro passaggio, a mettere alla prova la nostra responsabilità, anche dopo l’ultimo Dpcm. Le chiese aperte sono un segno di accoglienza e fiducia, di ristoro per la domanda esistenziale dell’uomo e per la sua risposta. E proprio la solitudine, infatti, è un male come il peggior virus. Nel desiderio di socialità emerge il bisogno di vincerla perché non cresca la paura ma la curva dell’umano. N particolare dal Delegato diocesano per il Dialogo interreligioso, che fino a giugno è stato fra De Francesco. «Ho lavorato nel “Gruppo per il dialogo islamo– cristiano” dell’Ufficio ecumenismo della Cei – racconta De Francesco – e con loro ho organizzato nel 2019 in una “Summer School” per universitari a Monte Sole, in collaborazione con la Scuola di Pace: era incentrata sul documento di Abu Dhabi “sulla fratellanza umana, per la pace mondiale e la convivenza comune”, firmato da papa Francesco e dal Grande Imam di Al–Azhar. Poi ho promosso iniziative di conoscenza dell’Islam in diocesi, in collaborazione con le parrocchie della Dozza e della Beverara, con la Comunità di Sammartini, il Comune e i Quartieri. E anche diversi momenti di confronto con altre Chiese e religioni, per trovare temi comuni e un comune impegno nella società che è di tutti». Abbiamo detto delle iniziative di dialogo interreligioso in carcere «a cui si è aggiunta recentemente una radio, “Liberi dentro”, creata con l’aiuto della diocesi. Con essa trattiamo temi come la lotta al radicalismo e una strada spirituale che non sfoci in esso». Bella e importante anche l’esperienza di suor Maria Cristina Ghitti, della Piccola Famiglia dell’Annunziata, che da anni fa parte del Dim, «Dialogo interreligioso monastico», «che riunisce monache e monaci di varie parti d’Italia e di varie religioni. La parte monastica infatti è molto presente in quasi tutte le religioni, anche più che nel cristianesimo: basti pensare ad Induismo e Bhuddismo, che hanno grandi monasteri anche in Italia». Mentre Dino Cocchianella, che lavora nel Comune di Bologna, Area Nuove cittadinanze e Quartieri, richiama il forte impegno del Comune per il dialogo einterreligioso, con tante iniziative fra le quali, nei Quartieri e in collaborazione con associazioni e l’Ufficio diocesano, momenti di incontro e testimonianza con cristiani, ebrei e mussulmani». DI CHIARA UNGUENDOLI amad è un giovane marocchino di fede mussulmana, che è stato rinchiuso nel carcere della Dozza per reati di droga. Nel carcere il rischio che i detenuti mussulmani si «radicalizzino», cioè diventino estremisti o addirittura terroristi è molto alto, come del resto è altissima la percentuale di stranieri: circa un terzo. Samad però ha avuto fortuna: in carcere ha conosciuto Pier Cesare Bori, tra i primi che hanno creato gruppi di riflessione e confronto fra carcerati di diverse religioni. Invitato da lui, e poi dal suo successore fra Ignazio de Francesco, della Piccola Famiglia dell’Annunziata, in questi gruppi ha riscoperto la verità della propria fede e i valori della nostra Costituzione, tanto che ha contribuito al documentario «Dustur» (in arabo: «Costituzione») sulla cittadinanza. Non solo: ha abbandonato la droga, si è laureato in Giurisprudenza, ha un’attività in proprio, si è sposato e sta per avere una figlia: insomma, una nuova vita. Questa bellissima storia è un chiaro esempio di quanto siano necessari ed efficaci i rapporti, la comprensione reciproca, il dialogo tra le religioni per promuovere la pace e combattere la violenza e il terrorismo, tanto più se compiuti «in nome di Dio». Cosa oggi più che mai necesaria dopo i terribili attentati compiuti da terroristi islamici in Francia. La settimana scorsa abbiamo raccontato come dopo l’attentato di Marsiglia, Yassine Lafram, presidente nazionale dell’Ucoii (Unione delle comunità islamiche in Italia) abbia incontrato in Cattedrale il cardinale Matteo Zuppi per porgere le condoglianze delle Comunità che rappresenta e manifestare la ferma condanna di ogni violenza. Ma nella nostra diocesi sono tante, già da anni, anche le iniziative di conoscenza e dialogo interreligioso «di base», coordinate dall’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso guidato da don Fabrizio Mandreoli e in S Le iniziative di dialogo tra Cristianesimo, Islam e altre fedi promosse in diocesi stanno dando buoni frutti, soprattutto in carcere, dove il rischio della radicalizzazione è più forte: la bella vicenda di un giovane musulmano La storia di Samad, rinato in un incontro Zuppi: «La Pira, uomo mistico e concreto» cco il segreto di La Pira, innamorato di Dio e per questo innamorato dell’uomo, mistico e concreto come deve essere un cristiano, che cerca il cielo e per questo trova la terra, che contempla il volto di Dio e lo trova nell’uomo, anche il più lontano da Dio secondo gli uomini». Questo è stato Giorgio La Pira secondo il cardinale Matteo Zuppi, che lo ha così descritto nell’omelia tenuta giovedì scorso nella Messa nella basilica di San Marco a Firenze, nel 43° anniversario della morte di La Pira. Un ricordo che ha spaziato nell’esperienza cristiana e politica del sindaco, tra le maggiori figure dell’impegno cattolico del ‘900. La ricostruzione del dopoguerra e l’esperienza dell’Isolotto, le missioni di pace e il suo «sogno» concreto di fratellanza che costruiva con le diplomazie. Firenze come laboratorio per percorsi di comprensione e dialogo. Un confronto necessario in questo tempo di pandemia e crisi, ma anche con la speranza portata dall’enciclica di Francesco «Fratelli tutti». «Ecco La Pira, quello che ha vissuto e che Papa Francesco ci ripropone – ha detto ancora – . Seguendo il suo maestro andava sempre a cercare la pecora perduta, fosse nella disperazione di non avere casa, di non potersi curare o nell’angoscia di non avere lavoro. Noi sentiamo la mancanza di quella pecora?». Alcuni stralci dell’omelia sono riportati a pagina 2; il testo completo sul sito della diocesi www.chiesadibologna.it (L.T.) E « Messa a Firenze Un incontro–merenda di donne di diverse religioni nella parrocchia di San Bartolomeo della Beverara (foto scattata prima della pandemia Covid–19) a Giunta comunale di Bologna ha deliberato l’assegnazione del Nettuno d’Oro 2020 a monsignor Fiorenzo Facchini, sacerdote della diocesi e docente di Antropologia e Paleontologia umana all’Università di Bologna, emerito dal 2007. La cerimonia di conferimento si terrà domani alle 12 nella Sala del Consiglio comunale di Palazzo d’Accursio, alla presenza dell’arcivescovo Matteo Zuppi. Nel rispetto del Dpcm del 3 novembre, non sarà possibile partecipare in presenza, ma la cerimonia sarà trasmessa in diretta streaming sul canale YouTube del Comune di Bologna. Don Fiorenzo ha collaborato intensamente con Aldina Balboni, premiata anch’essa col Nettuno d’Oro nel 2013, nella fondazione della cooperativa sociale Casa Santa Chiara, che ha un approccio alla disabilità basato non sull’assistenzialismo ma sulla partecipazione, ed è stato promotore della onlus «Insieme per Cristina» per i diritti delle persone in stato vegetativo e delle loro famiglie. È stato assistente dell’Azione Cattolica, vicario episcopale per l’Università e la Scuola, vicario episcopale per la Carità dal 1976 al 1979 quando fu istituita la Caritas diocesana di Bologna come frutto del Congresso Eucaristico del 1977. È consulente ecclesiastico dell’Associazione medici cattolici e dell’Associazione docenti universitari di Bologna. «È un riconoscimento civile che gradisco molto – commenta monsignor Facchini, che proprio domani compirà 91 anni – visto che ho sempre operato in ambiti civili, anche oltre l’Università. Ho fondato l’Ipsser per la formazione degli Assistenti sociali e per affrontare i problemi del territorio e ho scoperto la carità attraverso Aldina Balboni, a fine anni ’60». (A.C.) L Il Nettuno d’oro a monsignor Fiorenzo Facchini ologna nel 2021 sarà sede del summit del «G20 delle fedi». Il prossimo 1° dicembre l’Italia subentra all’Arabia Saudita, dove si è appena svolto il 7° «Interfaith Forum» con i rappresentanti delle religioni dei 20 più importanti Paesi del mondo. Proprio mentre a Riad si celebrava il passaggio di testimone con Bologna, ritornavano in Europa i massacri da parte di fanatici islamisti: Parigi, Nizza, Vienna. Insieme esplodeva il contagio Covid, con chiusure e altre sofferenze sanitarie, sociali, economiche. A Riad hanno partecipato via streaming il cardinale Matteo Zuppi e lo storico Alberto Melloni, presso il cui Istituto di Scienze religiose si articolerà il Forum. Bologna è chiamata a un compito tanto importante quanto complesso. Fare uscire il dialogo fra religioni dai luoghi di culto e di sapere parlare a potenti, lavorare per i poveri e insieme riuscire a raggiungere la gente comune che fatica a comprendere, cerca identità – anche cristiane – che si sentono schiacciate e insicure. Unire l’alto e il basso, mescolando gerarchie, la conoscenza e le pratiche quotidiane. Per un incontro continuo, non solo quando ci si abbraccia per i morti: diffondere i gesti, da simbolici a normalità fra fratelli. Il «G20 delle fedi» si propone di partire dalle «comunità più vulnerabili». Il rischio – è emerso a Riad – è di un dialogo tra leader, separato dalla realtà di comunità e di popoli divisi. Quindi un rapporto alla fine con i governi, i G20 e le loro ambiguità. E che insieme le Chiese si «riducano» ad organizzazioni sociali. In sostanza fedi «imprigionate» fra potenti e poveri del mondo. Tutte funzioni indispensabili ma che possono divenire gabbie. Sinceramente, quante e quali mescolanze di popolo, spontanee, continue, estese, ci sono a Bologna, città solidale, fra cattolici, italiani e mussulmani? Quali e quante amicizie? Perché? L’epidemia ha inasprito differenze e sensibilità. Il virus, persino le stragi folli possono spingere a trovare delicatissime unità. Amicizie. Non è solo obbligo delle fedi provarci. Marco Marozzi B Monsignor Fiorenzo Facchini nel 2021. Forum per il dialogo tra le fedi Pagine a cura del Centro di Comunicazione multimediale dell’Arcidiocesi di Bologna Via Altabella 6 Bologna tel. 051 64.80.755 - 051 051 64.80.797 fax 051 23.52.07 email: [email protected] Abbonamento annuale (48 numeri): euro 60 Conto corrente postale n.° 24751406 intestato ad Arcidiocesi di Bologna Per informazioni e sottoscrizioni: 051. 6480777 (dal lunedì al venerdì, orario 9-13 e 15-17.30) La Pira

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www.bo7.itconversione missionaria

ultimo Dpcm non tocca le chiese e le attività pastorali. Diconseguenza si potrà continuare a tenere le chiese aperte, entrarvi

per pregare singolarmente, per celebrare la liturgia feriale e festiva.Nell’orizzonte complessivo questo è un elemento che attira l’attenzione, di

cui rendere ragione. Trovare la porta della chiesa aperta, anchequando non vi si entra, permette di rimanere saldi nella certezza che

c’è un luogo che ci attende sempre, una casa accogliente doveognuno può trovare posto, un rifugio dove trovare pace, unatenda della presenza di Dio in mezzo al suo popolo. Trovare laporta della chiesa chiusa è esperienza traumatica di chiusura cheva ben oltre le ragioni degli orari e dei divieti normativi. Ma la

Chiesa non è sola; è piuttosto il capofila di una ben più diffusaesigenza di garantire tutte le dimensioni spirituali, culturali,affettive, che costituiscono la base delle relazioni che danno alla

società l’impronta umana. La saggezza legislativa sa distinguere lediverse situazioni per tutelare il bene prezioso della salute, lasciandosiguidare da una visione integrale dell’uomo. La chiesa si pone perquello che è: la casa di Dio fra le case degli uomini, condividendone legioie e le sofferenze. Tenere la chiesa aperta non è un privilegio di unacasta, né pretesa clericale, ma un dovere da assumere per favorire laserenità psicologica, sociale e spirituale delle persone: è servizio al

bene comune e porta di speranza. Stefano Ottani

’L

Chiese aperte, servizio alla città

Messa del cardinaleper i morti di Covid

Il vescovo di Fidenzasul nuovo Messale

Preti da sostenerecon le donazioni

a pagina 3

a pagina 2

a pagina 4Domenica, 8 novembre 2020 Numero 42 – Supplemento al numero odierno di Avvenire

LA CURVADELL’UMANO

FRA LIMITI E SPERANZE

ALESSANDRO RONDONI

on c’è dubbio che fra limitazionie speranze di ripresa si giochiuna partita che riguarda la

salute, l’economia e tutto l’umano. Perquesto occorre tanta responsabilità,senza banalizzare o enfatizzare, eguardare in faccia la realtà cercando,con curiosità e creatività, la speranzaanche dentro le condizioni in cuisiamo costretti dalla pandemia. Il virusinsidia ancora pericolosamente lanostra gente. I segni del bene sonocomunque diffusi a piene mani. Dachi? Dal seminatore che esce in campoaperto nella zona gialla, per le strade,negli ospedali, nei centri di accoglienza,e ora anche in webinar, per comunicarecon l’uomo. E un riconoscimento perchi sa seminare è il Nettuno d’Oro amonsignor Fiorenzo Facchini perl’aiuto offerto a tutta la comunitàbolognese. Chiusi, distanziati e con lamascherina, possiamo ugualmentetrasmettere e ricevere parole, sguardi egesti che, nell’ospedale da campo che èin questa nostra società, infondanofiducia e creino legami. Curarel’umano, non solo il corpo ma anchelo spirito, porta, infatti, un nuovoannuncio. Esiste una contabilità delcontagio da virus dei bollettini sanitari,utili per capire la curva epidemiologica.Esiste, altrettanto importante, lacontabilità delle relazioni umane, ilnumero dei rapporti coltivati, magaricon una telefonata, un messaggio, unavisita, una videochiamata. Siamo inmezzo al cambiamento d’epoca, quindiassistiamo al crollo del già visto edobbiamo attraversare questopassaggio come chi ha valicato i muridella storia. Guadiamo qui unmillennio, un secolo, addiritturaun’epoca dentro una pandemia. Chesguardo abbiamo e cosa cerchiamo?Solo sopravvivenza? Chi ciaccompagna e a chi diamo(virtualmente oggi…) la mano? Non èsolo un percorso per le nuovegenerazioni, che pagano il prezzo piùalto. Oggi il cardinale Zuppi nellaMessa in Cattedrale ricorda gli anzianideceduti a causa del Covid e le lorofamiglie. Preghiera e vicinanza perchéla disperazione non vinca e nessuno siasolo, nemmeno di fronte alla morte. Eperché gli anziani non sianoconsiderati «un di più». Gli attentati diNizza e poi di Vienna, il terrore e lapaura, fanno venire i brividi ma laconvivenza civile, creatasi nel corso deisecoli, va portata avanti con camminidi pace, educazione, nella culturadell’incontro. Tutti abbiamo unaresponsabilità da giocare per noncadere in interpretazioni solo parziali.Chiamati, in questo duro passaggio, amettere alla prova la nostraresponsabilità, anche dopo l’ultimoDpcm. Le chiese aperte sono un segnodi accoglienza e fiducia, di ristoro per ladomanda esistenziale dell’uomo e perla sua risposta. E proprio la solitudine,infatti, è un male come il peggior virus.Nel desiderio di socialità emerge ilbisogno di vincerla perché non crescala paura ma la curva dell’umano.

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particolare dal Delegato diocesanoper il Dialogo interreligioso, chefino a giugno è stato fra DeFrancesco. «Ho lavorato nel“Gruppo per il dialogo islamo–cristiano” dell’Ufficio ecumenismodella Cei – racconta De Francesco –e con loro ho organizzato nel 2019in una “Summer School” peruniversitari a Monte Sole, incollaborazione con la Scuola diPace: era incentrata sul documentodi Abu Dhabi “sulla fratellanzaumana, per la pace mondiale e laconvivenza comune”, firmato dapapa Francesco e dal Grande Imamdi Al–Azhar. Poi ho promossoiniziative di conoscenza dell’Islamin diocesi, in collaborazione con leparrocchie della Dozza e dellaBeverara, con la Comunità diSammartini, il Comune e iQuartieri. E anche diversi momentidi confronto con altre Chiese ereligioni, per trovare temi comuni eun comune impegno nella societàche è di tutti». Abbiamo detto delleiniziative di dialogo interreligioso incarcere «a cui si è aggiunta

recentemente una radio, “Liberidentro”, creata con l’aiuto delladiocesi. Con essa trattiamo temicome la lotta al radicalismo e unastrada spirituale che non sfoci inesso». Bella e importante anchel’esperienza di suor Maria CristinaGhitti, della Piccola Famigliadell’Annunziata, che da anni fa partedel Dim, «Dialogo interreligiosomonastico», «che riunisce monachee monaci di varie parti d’Italia e divarie religioni. La parte monasticainfatti è molto presente in quasitutte le religioni, anche più che nelcristianesimo: basti pensare adInduismo e Bhuddismo, che hannograndi monasteri anche in Italia».Mentre Dino Cocchianella, chelavora nel Comune di Bologna, AreaNuove cittadinanze e Quartieri,richiama il forte impegno delComune per il dialogoeinterreligioso, con tante iniziativefra le quali, nei Quartieri e incollaborazione con associazioni el’Ufficio diocesano, momenti diincontro e testimonianza concristiani, ebrei e mussulmani».

DI CHIARA UNGUENDOLI

amad è un giovane marocchinodi fede mussulmana, che è statorinchiuso nel carcere della

Dozza per reati di droga. Nel carcereil rischio che i detenuti mussulmanisi «radicalizzino», cioè diventinoestremisti o addirittura terroristi èmolto alto, come del resto èaltissima la percentuale di stranieri:circa un terzo. Samad però ha avutofortuna: in carcere ha conosciutoPier Cesare Bori, tra i primi chehanno creato gruppi di riflessione econfronto fra carcerati di diversereligioni. Invitato da lui, e poi dalsuo successore fra Ignazio deFrancesco, della Piccola Famigliadell’Annunziata, in questi gruppi hariscoperto la verità della propria fedee i valori della nostra Costituzione,tanto che ha contribuito aldocumentario «Dustur» (in arabo:«Costituzione») sulla cittadinanza.Non solo: ha abbandonato la droga,si è laureato in Giurisprudenza, haun’attività in proprio, si è sposato esta per avere una figlia: insomma,una nuova vita. Questa bellissimastoria è un chiaro esempio diquanto siano necessari ed efficaci irapporti, la comprensione reciproca,il dialogo tra le religioni perpromuovere la pace e combattere laviolenza e il terrorismo, tanto più secompiuti «in nome di Dio». Cosaoggi più che mai necesaria dopo iterribili attentati compiuti daterroristi islamici in Francia. Lasettimana scorsa abbiamoraccontato come dopo l’attentato diMarsiglia, Yassine Lafram, presidentenazionale dell’Ucoii (Unione dellecomunità islamiche in Italia) abbiaincontrato in Cattedrale il cardinaleMatteo Zuppi per porgere lecondoglianze delle Comunità cherappresenta e manifestare la fermacondanna di ogni violenza. Ma nellanostra diocesi sono tante, già daanni, anche le iniziative diconoscenza e dialogo interreligioso«di base», coordinate dall’Ufficiodiocesano per l’ecumenismo e ildialogo interreligioso guidato dadon Fabrizio Mandreoli e in

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Le iniziative di dialogo traCristianesimo, Islame altre fedi promossein diocesi stannodando buoni frutti,soprattutto in carcere,dove il rischio dellaradicalizzazione èpiù forte: la bellavicenda di ungiovane musulmano

La storia di Samad,rinato in un incontro

Zuppi: «La Pira, uomo mistico e concreto»cco il segreto di La Pira, innamorato di Dio e per questoinnamorato dell’uomo, mistico e concreto

come deve essere un cristiano, che cerca il cielo eper questo trova la terra, che contempla il volto diDio e lo trova nell’uomo, anche il più lontano da Diosecondo gli uomini». Questo è stato Giorgio La Pirasecondo il cardinale Matteo Zuppi, che lo ha cosìdescritto nell’omelia tenuta giovedì scorso nellaMessa nella basilica di San Marco a Firenze, nel 43°anniversario della morte di La Pira. Un ricordo cheha spaziato nell’esperienza cristiana e politica delsindaco, tra le maggiori figure dell’impegno cattolicodel ‘900. La ricostruzione del dopoguerra e l’esperienza dell’Isolotto, lemissioni di pace e il suo «sogno» concreto di fratellanza che costruivacon le diplomazie. Firenze come laboratorio per percorsi dicomprensione e dialogo. Un confronto necessario in questo tempo dipandemia e crisi, ma anche con la speranza portata dall’enciclica diFrancesco «Fratelli tutti». «Ecco La Pira, quello che ha vissuto e chePapa Francesco ci ripropone – ha detto ancora – . Seguendo il suomaestro andava sempre a cercare la pecora perduta, fosse nelladisperazione di non avere casa, di non potersi curare o nell’angosciadi non avere lavoro. Noi sentiamo la mancanza di quella pecora?».Alcuni stralci dell’omelia sono riportati a pagina 2; il testo completosul sito della diocesi www.chiesadibologna.it (L.T.)

Messa a Firenze

Un incontro–merenda di donne di diverse religioni nella parrocchia di San Bartolomeo della Beverara (foto scattata prima della pandemia Covid–19)

a Giunta comunale di Bologna hadeliberato l’assegnazione del

Nettuno d’Oro 2020 a monsignorFiorenzo Facchini, sacerdote delladiocesi e docente di Antropologia ePaleontologia umana all’Università diBologna, emerito dal 2007. Lacerimonia di conferimento si terràdomani alle 12 nella Sala delConsiglio comunale di Palazzod’Accursio, alla presenzadell’arcivescovo Matteo Zuppi. Nelrispetto del Dpcm del 3 novembre,non sarà possibile partecipare inpresenza, ma la cerimonia saràtrasmessa in diretta streaming sulcanale YouTube del Comune diBologna. Don Fiorenzo ha collaboratointensamente con Aldina Balboni,premiata anch’essa col Nettuno d’Oronel 2013, nella fondazione dellacooperativa sociale Casa Santa Chiara,

che ha un approccio alladisabilità basato nonsull’assistenzialismo masulla partecipazione, ed èstato promotore della onlus«Insieme per Cristina» per idiritti delle persone in statovegetativo e delle lorofamiglie. È stato assistentedell’Azione Cattolica, vicarioepiscopale per l’Universitàe la Scuola, vicarioepiscopale per la Carità dal1976 al 1979 quando fuistituita la Caritas diocesana diBologna come frutto del CongressoEucaristico del 1977. È consulenteecclesiastico dell’Associazione medicicattolici e dell’Associazione docentiuniversitari di Bologna. «È unriconoscimento civile che gradiscomolto – commenta monsignor

Facchini, che proprio domani compirà91 anni – visto che ho sempre operatoin ambiti civili, anche oltrel’Università. Ho fondato l’Ipsser per laformazione degli Assistenti sociali eper affrontare i problemi del territorioe ho scoperto la carità attraversoAldina Balboni, a fine anni ’60». (A.C.)

LIl Nettuno d’oro a monsignor Fiorenzo Facchini

ologna nel 2021 saràsede del summit del«G20 delle fedi». Il

prossimo 1° dicembrel’Italia subentra all’ArabiaSaudita, dove si è appenasvolto il 7° «InterfaithForum» con irappresentanti dellereligioni dei 20 piùimportanti Paesi delmondo. Proprio mentre aRiad si celebrava ilpassaggio di testimonecon Bologna, ritornavanoin Europa i massacri daparte di fanatici islamisti:Parigi, Nizza, Vienna.Insieme esplodeva ilcontagio Covid, conchiusure e altre sofferenzesanitarie, sociali,

economiche. A Riad hanno partecipatovia streaming il cardinaleMatteo Zuppi e lo storicoAlberto Melloni, presso ilcui Istituto di Scienzereligiose si articolerà ilForum. Bologna èchiamata a un compitotanto importante quantocomplesso. Fare uscire ildialogo fra religioni dailuoghi di culto e di sapereparlare a potenti, lavorareper i poveri e insiemeriuscire a raggiungere lagente comune che fatica acomprendere, cercaidentità – anche cristiane –che si sentono schiacciatee insicure. Unire l’alto e ilbasso, mescolando

gerarchie, la conoscenza ele pratiche quotidiane. Perun incontro continuo, nonsolo quando ci siabbraccia per i morti:diffondere i gesti, dasimbolici a normalità frafratelli. Il «G20 delle fedi» sipropone di partire dalle«comunità piùvulnerabili». Il rischio – èemerso a Riad – è di undialogo tra leader,separato dalla realtà dicomunità e di popolidivisi. Quindi un rapportoalla fine con i governi, iG20 e le loro ambiguità. Eche insieme le Chiese si«riducano» adorganizzazioni sociali. In

sostanza fedi«imprigionate» fra potentie poveri del mondo. Tuttefunzioni indispensabilima che possono diveniregabbie. Sinceramente, quante equali mescolanze dipopolo, spontanee,continue, estese, ci sono aBologna, città solidale, fracattolici, italiani emussulmani? Quali equante amicizie? Perché? L’epidemia ha inaspritodifferenze e sensibilità. Ilvirus, persino le stragi follipossono spingere a trovaredelicatissime unità.Amicizie. Non è soloobbligo delle fedi provarci.

Marco Marozzi

B

Monsignor Fiorenzo Facchini

nel 2021.Forum per il dialogo tra le fedi

Pagine a cura del Centro di Comunicazionemultimediale dell’Arcidiocesi di Bologna Via Altabella 6 Bologna tel. 051 64.80.755 - 051 051 64.80.797 fax 051 23.52.07email: [email protected]

Abbonamento annuale (48 numeri): euro 60Conto corrente postale n.° 24751406intestato ad Arcidiocesi di BolognaPer informazioni e sottoscrizioni:051. 6480777 (dal lunedì al venerdì,orario 9-13 e 15-17.30)

La Pira

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non aver potuto accompagnarenell’ultimo tratto di strada terrena ipropri familiari. Il necessario isolamentosanitario ha lasciato tanta solitudine eabbracci spezzati. La celebrazione di oggivorrà ricomporre quell’abbraccio «traterra e cielo» per ricordare le personeanziane morte per la pandemia neicentri residenziali, negli ospedali e inaltre strutture di accoglienza e perun’attenzione particolare alle lorofamiglie. Abbraccio che si allarga amedici, infermieri e operatori che hannoassistito fino all’ultimo le personeanziane. La Messa sarà trasmessa in

streaming sui canali YouTube e Facebookdi «12Porte» e sul sitowww.chiesadibologna.it. «In queste settimane la disperazione dimolti – aveva detto l’Arcivescovonell’omelia della Messa dei defunti loscorso 2 novembre in Certosa – è stataquella di non avere potutoaccompagnare i propri cari nel passaggiodella frontiera della vita. Dovremmoricordarcela questa disperazione perchénessuno mai muoia da solo e tuttiabbiano vicino qualcuno che sia, e non èun problema di sangue ma di amore, ilsuo prossimo. E l’amore del prossimo

aiuta a sentire quello di Dio per la nostravita. Nella preghiera esprimiamovicinanza e attenzione anche a tutte lefamiglie che hanno perso i loro cari inquesto tempo». Sono stati mesi difficili quelli dellascorsa primavera, e i prossimi sipreannunciano altrettanto duri. Mal’umanità e la solidarietà con cui ilpersonale delle strutture di accoglienzahanno accudito i loro ospiti rimangonoindelebili nel ricordo dei familiari checon tanta sofferenza hanno vissuto ildistacco dai loro congiunti. «Nondimenticherò mai le vostre carezze e cure

Esempio ed eredità di Giorgio La PiraZuppi a Firenze per l’anniversario

DI LUCA TENTORI

n momento e un luogo in cuipiangere insieme i propri cari. Maanche una celebrazione che

infonde speranza e consolazione. Oggiin Cattedrale alle 17.30 l’Arcivescovopresiederà una Messa in suffragio deglianziani deceduti a causa del Covid–19 eper le loro famiglie. «È una celebrazione– ha spiegato Rosanna Favato,amministratrice unica di Asp Città diBologna – che va al di là di qualunque,pur essenziale, aspetto confessionale, perabbracciare tutte le persone e tutta lacittà metropolitana. Un momento perdire addio a chi ci ha lasciato, perriaffermare i legami nei quali ciriconosciamo e per ringraziare tutto ilpersonale che ha accudito, lottato eaccompagnato i più fragili tra di noi.Una cerimonia di raccoglimento, quindi,sollecitata da tutto il mondo delleIstituzioni del territorio che gestisconostrutture residenziali per anziani».Un punto fermo in cui depositare unlutto; una ripartenza per un pezzo distrada in cui sicuramente il distacco dallepersone amate si farà sentire. Tra le piùgrandi amarezze di questo periodo dipandemia c’è sicuramente il dolore di

Udata alla mia mamma – scrive Anna inuna testimonianze proveniente dalle Cradell’area metropolitana –. Scrivo questepoche righe perchè voglio ringraziaretutto il personale del reparto per illavoro svolto con attenzione,professionalità e umanità che ho potutoconstatare di persona prima del 5 marzoe soprattutto dopo, quando a noi parentiè stato negato l’accesso alla struttura pervia del coronavirus. Grazie per averlofatto subito a protezione dei nostri cari.Nel cercare notizie della mamma vi hosempre trovati cortesi, pazienti erassicuranti. Grazie alle videochiamateho potuta rivederla ancora».«Fatemi tornare dove ero prima – dicevaAldo, un altro ospite nei suoi ultimiricoveri in isolamento in ospedale –. Làc’è la mia stanza, le mie cose, gli amiciche mi vogliono bene». Lo hannoscritto nero su bianco i suoi parenti inuna lettera di ringraziamento alpersonale di un’altra Cra bolognese. Insegno di riconoscenza hanno regalato iliquori preparati dal padre quando erain vita con bacche e piante varie.«Speriamo vi siano graditi – hannoscritto – perchè tanti di voi hanno resomeno duri i lunghi periodi diisolamento di nostro padre».

Pubblichiamo alcuni stralcidell’omelia del cardinale MatteoZuppi tenuta a Firenze giovedì5 novembre nella basilica diSan Marco, nell’anniversariodella morte di Giorgio La Pira.Il testo integrale sul sito delladiocesi www.chiesadibologna.it.

DI MATTEO ZUPPI *

una gioia profonda,per me e per noi tutti,ricordare il venerabile

Giorgio La Pira. Ne abbiamobisogno. Le sue parole, resevere da tutta la sua vita,hanno molto da dirci oggi,per aiutarci a discernere ilnostro tempo, per nonrestare indecisi e mediocri,ma scegliere cosa fare. E’ unincontro che non ci lasciacome siamo. La santità noninvecchia ed è quella lucenella notte che orienta e faalzare lo sguardo. Perorientarsi sulla terra, infatti,dobbiamo cercare le cosealte, altrimenti conta soloquello che siamo noi, oggi etutto ruota attorno a sé. Senon si cercano le cose alte sidiventa solo amministratoridel proprio e sempre piùcatturati dalle coseirrimediabilmente piccole.Certo, queste ci fanno crederefacilmente affannati eimportanti, ma sempredentro un mondo piccolo,alla fine un po’ meschino,rivolto al passato e al non alfuturo. La crisi che viviamo ciimpone oggi di scegliere ildomani, che inizia con

quello che facciamo o nonfacciamo. Troveremo futurosolo se cerchiamo Dio e sepensiamo non a noi ma a chiviene dopo di noi. Altrimentici accontentiamo diconservare quello cheabbiamo e di ritornare noi acome eravamo. Il futuroviene se perdiamo quello chesiamo e abbiamo perqualcun altro e non ce loteniamo stretto: finirebbecon noi! Per La Pira e tutta lasua generazione la crisi fu laguerra e le macerie che questa

aveva provocato. Non osoparagonarle alle nostre.Manteniamo le proporzioni econserviamo la vergogna cheil nostro diffuso vittimismo,il narcisismo e il pessimismofa perdere! Avevachiarissimo, La Pira, che lepersone sono sulla stessabarca, che solo insieme sivincono le pandemie. Nonvoleva che la fraternitàdiventasse al piùun’espressione romantica!(FT 109) Era laico e cristiano.Davanti a tutti e scegliendo diparlare con tutti – lo dico in

una stagione in cui qualcunopensa che dialogare siaperdere identità, e pensa didifendere la Chiesachiudendosi perché ha pauradi andare oltre il confine cheabbiamo tracciato da soli,dimenticando come ilSignore ci manda fino aiconfini ultimi della terra,quindi senza confine – sipresentava così: «Io sono uncredente cristiano e dunqueparto da un’ipotesi di lavoroche, per me, non è soltanto difede religiosa marazionalmente scientifica».Oggi non starebbe fermo unmomento. La Pira pensandoal suo Mediterraneo, che èsempre Mare Nostro, mentreè diventato di nessuno. Nona caso è proprio pensando aLa Pira che il CardinaleBassetti – a voi e a me moltocaro e per il quale vi chiedodi pregare perché siristabilisca presto –immaginò il recente incontrodi Bari. La santità aiuta lasantità. La Pira nonaccetterebbe certo che il MareNostro sia ridotto ad uncimitero, attraversato da unmuro di divisione invisibile etragico o che l’altra sponda,che è anche quella nostra, siateatro – da anni, da anni! –diviolenze inaudite, concomplicità e cause da cercarelì, certo, ma anche inquest’altra riva! Che penaavrebbe e come sidannerebbe a cercaresoluzioni e incontri!

* arcivescovo

’E A sinistra, la preghiera del cardinale Matteo Zuppisulla tomba di Giorgio La Pira nella basilica di San Marco a Firenze. Sopra, padre Luca Vitali della comunità di Villaregia di Vedrana di Budrio, partito per raggiungere la sua parrocchia a S. Paolo

oggi

Giornata ringraziamentoacqua, benedizione dellaterra» è il tema al centro

delle celebrazioni della Giornataprovinciale del Ringraziamento diBologna, in programma oggi conla Messa che verrà officiata dalcardinale Matteo Zuppi alle 12 inCattedrale. A causa dell’emergenzasanitaria in corso quest’anno nonsono previste iniziative parallelealla Messa durante la quale ècomunque in programma iltradizionale rito dell’offerta deiprodotti della terra. Altre Giornateprovinciali del ringraziamento inEmilia Romagna sono previste peroggi: a Ferrara nella chiesa di S.Francesco e a Piacenza in duomo.Il 15 novembre toccherà invece aRavenna nella basilica di Classe ea Parma. Tema centraledell’agricoltura, quello dellerisorse idriche e quanto maid’attualità e fonte dipreoccupazioni, oggi che il fiumePo – fa sapere Coldiretti EmiliaRomagna – alla stazione diBoretto (Re) fa rilevare un livelloidrometrico di – 0,92 metri, conuna perdita di 1,48 metri rispettoall’1.40 di un anno fa nello stessoperiodo. Allarmante è anche latendenza dell’ultima settimana,laddove il 29 ottobre nella stessastazione il livello era di 2,55 metri.«Per essere di sollievo la pioggia –comunica Coldiretti regionale –deve durare a lungo, cadere inmaniera costante e non troppointensa, mentre i forti temporali,soprattutto con precipitazioniviolente provocano danni». La«Giornata del ringraziamento»,destinata a render grazie a Dio peri doni della terra, ha lontaneorigini nelle tradizioni religiose inItalia, ed è stata promossa, conlodevole iniziativa, negli ultimianni da movimenti sociali diispirazione cristiana.

’L«

Oggi alle 17.30in Cattedralel’arcivescovopresiederàuna Messa di suffragioper le vittime

Anziani e Covid-19Un lungo abbraccio

DI ALESSANDRO RONDONI

adre Luca Vitali, della Comunitàmissionaria di Villaregia diVedrana di Budrio, è partito per

San Paolo del Brasile domenica primonovembre per raggiungere la suamissione, una comunità di circa80.000 persone alla periferiameridionale della metropolisudamericana.Il sacerdote, nato a Forlimpopoli nel1974 e cresciuto nella parrocchia diSan Pietro frequentando gli scout el’Azione cattolica, è entrato nellacomunità di Villaregia nel 1998 e nel2004 è diventato prete.Ha vissuto in diverse sedi dellacomunità, sempre dedicandosi allaformazione missionaria, inparticolare dei giovani, e anche a Forlìha diretto per diversi anni l’ufficio

missionario diocesano.Ha pubblicato recentemente il libroBenedetta Bianchi Porro apostola deigiovani, scritto insieme a CristinaEmiliani, e in precedenza Lacompassione nell’esistenza di AnnalenaTonelli che l’anno scorso durante ilviaggio di una delegazione forlivesein Kenya, monsignor Livio Corazza,vescovo di Forlì-Bertinoro, ha donatonella traduzione inglese al vescovo diGarissa, nel cui territorio si trovaWajir, la prima missione di Annalenain Africa. Nel 2018 Vitali ha coordinato ilconvegno nazionale che si svolse aForlì sulla missionaria uccisa nel2003, curando anche lapubblicazione degli atti, AnnalenaTonelli. Una donna che ha fatto fiorire ildeserto.«Parto – ha affermato padre Vitali –

perché so che il Signore mi attendegià a San Paolo del Brasile e midomanda di vivere semplicemente ilVangelo della fraternità». In quartieridove abbondano droga, alcool,violenza, «vogliamo pace – spiega ilmissionario – con il sorriso e la vogliadi spendersi per gli altri. Lavoriamosoprattutto con i giovani nello spiritodi Annalena per fare fiorire vite chealtrimenti sono destinate a nonesserlo». E prosegue: «Con la mia nuovaparrocchia, una diocesi da servire,alcuni progetti per sostenere il futurodi bambini, ragazzi e giovani, tantesono le sfide, le necessità e le feritealle quali si aggiunge quella dellapandemia. Ma parto consapevole chela vera forza di cambiamento nascedal Vangelo condiviso inun’esperienza di fraternità».

P

«Vogliamo ricordare –spiega Rosanna Favatodell’Asp – le personemorte per la pandemianei centri residenziali,negli ospedali e in altrestrutture di accoglienzamostrando vicinanzaalle famiglie e a tuttigli operatori»

Padre Luca Vitali missionario in Brasile

focus2 BOLOGNASETTE

Domenica8 novembre 2020

«Non voleva – hadetto l’arcivescovonella Messa a SanMarco – che lafraternità diventasseun’espressioneromantica!»

Page 3: La storia di Samad, rinato in un incontro · 2020. 11. 7. · Fiorenzo Facchini, sacerdote della diocesi e docente di Antropologia e Paleontologia umana all’Università di Bologna,

Il nuovoMessale,tradizioneaggiornata

Cultura e film in diretta streamingImprese e banche a San Domenico

timologie» è un progetto che perquattro lunedì, alle 21, si concentra

sulla forza delle parole e la loro resistenza;va in streaming sui canali di Emilia–Romagna Teatro Fondazione. Otto terminiaffidati a otto figure del pensierocontemporaneo, introdotti dagli interventidella linguista Valeria Della Valle, chescavano nell’etimologia di ciascun lemma.Modera gli incontri il direttore di Rai Radio3,Marino Sinibaldi, curatore dell’iniziativainsieme al direttore di Ert Claudio Longhi.Domani della parola «coraggio» parlerà VitoMancuso, mentre su «popolo» interverràDonatella Di Cesare. Tutti gli incontrisaranno trasmessi in diretta streaming sullapagina Facebook ErtFondazione.Il quinto incontro del ciclo «Povertà,economia, lavoro» promosso dal Centro SanDomenico, martedì 10 ore 21, sarà sul tema«Confronto fra banche ed imprese».Intervengono Stefania Brancaccio, Cavalieredel Lavoro e vicepresidente Coelmo S.p.A., e

E« Daniele Ravaglia, direttore generaleEmilbanca. Per informazioni tel.051581718, mail :[email protected] la sua settima edizione, Mente Locale –Visioni sul territorio, primo festival italianodedicato a raccontare il territorio attraversola narrazione audiovisiva, si sposta sullapiattaforma docacasa.it, creatadall’associazione Der – DocumentaristiEmilia–Romagna, su cui saranno visibili ifilm alla paginahttps://festivalmentelocale.docacasa.it,attiva da mercoledì 11 a lunedì 16.L’edizione 2020 presenta 22 film in concorsotra i quasi 4000 arrivati. Protagonista è ilcontinente asiatico, al centro di 9 film constorie che vanno dalla vita nella città diGyumri in Armenia ai 30 anni dal terremotofino all’educazione dei bambini soldato inRussia. Tutti i film sono visibili in streamingnel giorno di programmazione, a partiredalle 10 per le 24 ore successive. (C.S.)

Al via il riordino dell’Archivio musicalestata attivata da alcune settimana la catalogazionedell’Archivio Musicale di San Petronio, secondo la

procedura «Sebina Next», nella linea concepita per lamusica, che alimenta contemporaneamente le basi dation line del Polo bolognese e del Servizio bibliotecarionazionale (Sbn). In questo modo si renderà disponibilel’Archivio Musicale della Basilica, che contiene circa3mila volumi manoscritti e a stampa, tra il primoCinquecento e il primo Novecento, con musica di grandevalore artistico e storico. Il progetto di catalogazionerientra in quello più ampio di valorizzazionedell’Archivio Musicale con interventi di adeguamentodei locali, degli arredi e dei contenitori, tutti a normaantincendio ed antipolvere per garantire una lungaconservazione. Vi è stata quindi la verifica capillare delmateriale posseduto e la sua accurata descrizione, ancheper il nuovo Inventario bibliografico a cura di AlessandraChiarelli. «L’Archivio ha sempre ricevuto cure mirate nonsolo a conservare ma anche ad informare – dicono ivolontari della Basilica – come attestano gli Inventaristorici studiati dal precedente responsabile, ilmusicologo e bibliotecario musicale Oscar Mischiati ecosì come inseriti nell’Inventario a stampa dell’Archiviodella Fabbriceria, pubblicato da Mario Fanti». (G.P.)

È

omenica 15 si celebra la IV «Giornatamondiale dei Poveri» che papa Francesco ha

voluto assieme alla Domenica della Parola comemomenti di celebrazione e riflessione su questedue dimensioni generative della vocazionecristiana. Il titolo che il Papa ha dato almessaggio per questa Giornata è «“Tendi la tuamano al povero” (cfr. Sir 7,32)» e scrive: «Lapreghiera a Dio e la solidarietà con i poveri e isofferenti sono inseparabili». In occasione dellaGiornata, domenica prossima l’arcivescovo MatteoZuppi celebrerà la Messa alle 10.30 in Cattedrale. In diocesi fra le iniziative più interessanti eoriginali a favore dei poveri c’è «Il Té delle tre». «IlTè – spiegano i responsabili della Caritasdiocesana che lo hanno ideato – affonda le sueradici nella convinzione che ognuno di noi, anchechi attraversa periodi di difficoltà, ha risorse econoscenze e che la comunità/il gruppo è capacedi accogliere e curare le ferite proprio attraversolo scambio di risorse ed esperienze. Così dalnovembre del 2015 alle tre del pomeriggio lepersone che si rivolgono al Centro di Ascolto sonostate invitate a prendere un tè insieme alleoperatrici e ad altri amici. La metodologiaprescelta per “condurre” l’incontro è stata laTerapia comunitaria integrativa sistemica,particolarmente adatta a favorire lo scambiodelle esperienze personali in un clima diaccoglienza, rispetto e fiducia». «Sono arrivato inItalia tanti anni fa – racconta uno deipartecipanti al «Tè» – e nella mia vita ho vissutodi tutto, ho fallito in alcuni progetti, ho fattoscelte buone e sbagliate, e sono finito a vivere inun dormitorio. Per questo mi son fermato aBologna, qui ho trovato un letto, poi un pranzo,un assistente sociale, un gruppo teatrale, una

cena e una operatriceCaritas. Strana la vita, ioche non credo in Dio, espesso neanchenell’uomo, sono finito araccontare di me alCentro d’Ascolto dellaCaritas. E proprio qui,quattro anni fa, horicevuto uno stranoinvito: “Lunedì prossimoti va di venire al Tè delletre?”. Chiesi subito dicosa si trattasse, e leoperatrici mi spiegaronoche avremmo bevuto untè caldo e mangiato unafetta di tortachiacchierando. Eranopassati secoli dall’ultimavolta che qualcuno miaveva invitato a bere untè. Da quel lunedì sonoiniziati i nostriappuntamenti mensili inpiazzetta Prendiparte. Cisediamo intorno a queltè, senza ruoli, non cisono senza dimora, nonci sono operatrici,

volontari, utenti, ma siamo solo uomini e donneche senza vergogna e senza giudizio siraccontano. Maura gestisce gli incontri, e ognivolta ci propone un argomento, sul quale,liberamente, chi vuole può condividere la suaesperienza riguardo a quella specifica tematica.Io posso raccontare come ho vissuto unparticolare momento della mia vita, come l’hosuperato, se l’ho superato… e tutti mi ascoltano.Posso rileggere quell’episodio attraverso ilracconto degli altri… e davvero rileggo sfumatureche prima erano nascoste… Spesso mi capita dirielaborare poi quanto ho vissuto, affrontato. Avolte torna la tristezza in me, a volte invecesorrido perché scopro che altre persone hannoprovato le mie stesse emozioni. Mi ascoltano, micredono, il momento del Tè delle tre è unmomento unico, perché finalmente non devochiedere niente, io che per sopravvivere devochiedere un posto letto, un pasto, un bagno, unamedicina… qui racconto semplicemente di me».«È proprio azzeccato il titolo della lettera delPapa per la Giornata mondiale del povero: “Tendila mano al povero” – commenta don MassimoRuggiano, vicario episcopale per la Carità –.Tendigli la mano, perchè lui poi ti conduce allatua umanità, nella quale scopri una presenza cheti accompagna misteriosamente: Dio». (C.U.)

D

Giornata dei poveriVite davanti a un tè

Pubblichiamo una parte dell’intervistarealizzata dalla redazione del settimanalediocesano di Fidenza, «Il Risveglio» amonsignor Ovidio Vezzoli, vescovo diFidenza e presidente della Commissioneliturgica dell’Emilia–Romagna, sul nuovoMessale Romano.

DI MARTINA PACINI *

iamo di fronte ad una nuovatraduzione condotta alla luce dellaIII «editio typica in latino». La sfida è

sempre coniugare fedeltà al testooriginale con accessibilità da parte delpopolo di Dio. Lo sforzo di cambiarealcune formulazioni (es.: nel Padrenostro, nel Gloria, ecc.) va nelladirezione giusta? L’opera di revisione e di traduzione inlingua italiana è stata migliorativadell’impianto generale della celebrazioneeucaristica. Non vi è alcun cambiamentosostanziale che concorra a stravolgere ledue parti fondamentali: liturgia dellaParola, liturgia eucaristica. L’autenticatradizione della Chiesa è stata rispettata,non rinunciando a quel processo diadattamento e di rinnovamento liturgicorichiesto dal Vaticano II al fine diraggiungere quella partecipazionedell’assemblea che il mistero celebratorichiede. I testi liturgici rivisti nello stileletterario sono certamente più fedeliall’originale latino e cercano dimantenere una aderenza coerente con iltesto più antico, evocandomaggiormente il riferimento al datobiblico in modo esplicito. Tutto ciòfavorisce senza equivoci l’ascolto el’utilizzo dei formulari liturgici nelcontesto della catechesi e della

S

formazione del popolo cristiano. Ognitesto, poi, per la sua correttainterpretazione necessita della media–zione dei pastori. Permane, comunque,un principio fon–damentale: non èsufficiente la revisione o la redazione diun nuovo testo liturgico per un processodi rinnovamento della liturgia dellaChiesa; è necessario che la mentalità deicredenti si converta. La bellezza del Messale Romano ed. IIIcolpisce subito il lettore; con ilcontributo dell’arte e della musicaesalterà ancor di più l’immenso tesoro

della liturgia, ma soprattuttopermetterà ai sacerdoti e ad ognicomunità di far sì che la celebrazionevenga vissuta come nutrimentoindispensabile al cammino della fede. Il Messale Romano 2019 è un dono e, alcontempo, una responsabilità affidataalla comunità cristiana. Da un lato, iltesto liturgico è un dono in quanto siinserisce in quel lungo solco della storiadocumentata dalle testimo–nianze dellalex orandi – lex credendi del camminodella Chiesa del Signore. Il Messale non èsemplice strumento cartaceo funzionale

all’esecuzione del rito eucaristico; ètestimonianza fedele di una comunità,che prega nella storia tenendo ben fissolo sguardo sul Cristo. Dall’altro lato, ilMessale Romano è una responsabilità inquanto alla comunità cristiana di questotempo è chiesto di esse–re riflesso dellalex vivendi di cui la liturgia della Chiesa ètestimone in un cammino incessante diconversione. Questa responsabilitàcompete alla comunità dei creden–ti.Chiamati, in forza del battesimo, arendere ragione del–la speranza che è innoi a chiunque ce ne chieda conto, lopossiamo senza falsità mediante lacelebrazione del mi–stero di Cristo perl’umanità di ogni tempo e il servire conumile obbedienza la causa dell’Evangelo.Questo chiede, anzitutto, un pazientericominciare in un cammino di rin–novata conoscenza del mistero di Cristo,che ancora non abbiamo esauritoappieno. In secondo luogo, domandauna sottomissione all’azione delloSpirito perché ci inizi all’arte dellapreghiera. La celebrazione del mistero diCristo è cammino che ri–conduce laChiesa alla sua sorgente, dalla qualesgorga il fondamento della sua speranzae l’anima della sua diakonìa.Nell’Eucaristia impariamo a diventareogni giorno il Corpo di Cristo che è lasua Chiesa, nella quale da discepoliapprendiamo che nulla possiamo senzail Cri–sto e nemmeno senza l’altro. Lapartecipazione all’Eucaristia è magisterodi crescita umana e spirituale, che si faaccoglienza e incontro nel nome di Gesù,Signore unico delle nostre vite e speranzaper tutti coloro che lo cercano conamore, in un cammino di comunionefraterna nella Chiesa.

* redazione «Il Risveglio», Fidenza

Razzismo e antisemitismo, mali da estirpare in nome della ragionee l’indice indica laluna, l’imbecilleguarda l’indice»: un

proverbio cinese fatto proprioanche dalle contestazionistudentesche che si sonosuccedute nel nostro Paese apartire dagli anni Settanta. Unadagio che mi viene ogni voltain mente quando sento undiscorso o leggo un articolorazzista o antisemita erede diquella ideologia la quale,fondandosi su di una teoriapriva di qualsiasi connotatoscientifico, ritiene di poterasserire che esistono dellesottospecie stabili della specie«Homo sapiens». Talisottospecie possiederebbero, asuo parere, connotati biologiciben precisi tramandati, di

generazione in generazione,per via ereditaria.Indubbiamente sono statimolti nel corso della storia, trala fine dell’Ottocento e ilNovecento, a guardarequell’«indice» anziché allaluna. Un esempio è dato daHans Gunther, uno deimassimi scienziati nazistidella razza, il quale si trovònella incresciosa situazione diammettere che gli zingarierano inequivocabilmentedegli ariani. Lopseudoscienziato risolse laquestione ammettendo cheessi effettivamente avevanoconservato alcuni elementidella loro origine nordica,tuttavia, discendendo dalleclassi più basse della

popolazione di quella regione,nel corso del loro continuonomadismo avevano assorbitoil sangue delle popolazionicircostanti, divenendo unastrana miscela razziale diorientali e asiatici occidentalicon aggiunta di flussi indiani,centroasiatici ed europei. Inbreve, i rom furonoperseguitati non in quanto«non ariani», ma in quanto«ariani degenerati» e, pertanto,furono rinchiusi nei lagerinsieme agli ebreicondividendo con costoro ilmedesimo destino. D’altraparte, quanti di noi sono aconoscenza che il 2 agosto,data fissata nel 1996, è ilgiorno in cui si ricorda losterminio di circa 500 mila

Sinti e Rom per mano delle SStedesche? Quanti di noiriflettono su unantisemitismo, su unrazzismo non più celati, anzisempre più manifestati anchee soprattutto in occasionidella normale quotidianità?Come quel tale all’aeroportodi una città del nord Italia, dicui parlava un noto giornalistaqualche tempo fa in unatrasmissione televisiva, ilquale senza scomporsiminimamente mostrava la sua«brava» svastica tatuata sullanuca. Una manifestazione diappartenenza ideologica che,in tutta la sua aberrazione,passa come un dato di fatto,esattamente come il salutoromano dei neofascisti di

Forza Nuova. La luna, quellaluna indicata dal ditodell’antico proverbio cinese,l’ho sempre intesa come lasperanza di un mondo senzaguerre, senza odii né rancori,senza fame né egoismi, el’indice come uno spezzare gliangusti orizzonti in cui siamoormai caduti. Viviamo in unasocietà plurale, in cui leidentità si scompongono perricomporsi in segmenticulturali del tutto inediti e ciòcostituisce un’occasione danon perdere avendo in mentela risposta che diede AlbertEistein quando, giunto negliStati Uniti, gli chiesero a qualerazza appartenesse: «Umana!».La luna quella sera sorrise.

Domenico Segna

L’intervista a monsignor OvidioVezzoli, vescovo di Fidenza epresidente della Commissioneliturgica regionale

È una delleiniziative piùoriginali a favoredegli indigentiideate dallaCaritasdiocesana

basilica San Petronio

Le grandi novità della «Sacrosantum Concilium»l Messale Romano di Paolo VI recepisce la riforma liturgica del Concilioalla luce della Costituzione Sacrosanctum Concilium. Rispetto a quello

tridentino, quali le principali novità? «La Costituzione SacrosanctumConcilium è stato il primo documento del Concilio ad essere approvato econsegnato alle comunità cristiane per un rinnovamento – spiegamonsignor Vezzoli nella sua intervista al settimanale diocesano IlRisveglio di Fidenza –. I Padri conciliari intesero avviare un notevolesforzo pastorale attraverso la liturgia, affinché si manifestasse lacentralità del mistero pasquale di Cristo. Superando una letturaesclusivamente giuridico-estetica delle celebrazioni liturgiche, intesecome cerimonie, evidenziarono che la liturgia è immagine della Chiesain preghiera, presenza efficace di Cristo nella storia mediante la Scritturae il Sacramento. Parola, liturgia e vita si proposero, così, come le trecoordinate teologiche fondamentali che guidavano il rinnovamento dellaChiesa. Nella liturgia i credenti celebrano il mistero pasquale di Cristocrocifisso, risorto e veniente, che invoca da ogni credente la consegna disé. La liturgia è ritenuta anche luogo permanente dell’incontro deicredenti con Gesù Signore, ma anche dell’apertura all’altro. Lapartecipazione al mistero pasquale accoglie la Scrittura come parola diDio viva ed efficace che raggiunge la vita dei credenti configurandola allavita di Cristo. Infine, nella liturgia l’incontro col Signore domanda didiventare realtà nella storia di ogni battezzato».

I

il focus

vita ecclesiale & società BOLOGNA 3SETTE

Domenica8 novembre 2020

Dal documentario «I giorni nel tempo» al festival «Mente locale»

Il Messale; nel riquadro, monsignor Ovidio Vezzoli

Page 4: La storia di Samad, rinato in un incontro · 2020. 11. 7. · Fiorenzo Facchini, sacerdote della diocesi e docente di Antropologia e Paleontologia umana all’Università di Bologna,

La Lercaro presenta Bonzagnittemperando al Dcm del 3 novembre la RaccoltaLercaro rimarrà chiusa fino a nuovo aggiornamento

«ma attiverà sul sito e sui canali social del museo tutte leiniziative possibili – spiega il direttore FrancescaPasserini – per rendere fruibile la collezione permanentee il focus espositivo “Aroldo Bonzagni e il suo tempo”».Proprio all’artista centese è dedicata un’iniziativa la cuiinaugurazione avverrà venerdì 13, alle 18,30, incollegamento webinar. A cura di Passerini, Ilenia Carozzae Guicciardo Sassoli De’ Bianchi Strozzi, con il contributodella Fondazione Carisbo, essa sarà fruibile attraverso isocial. Racconta Passerini: «Quando, nella primavera2019, la Raccolta Lercaro ha deciso di procedere alrestauro della grande tela “Cavalieri antichi” di AroldoBonzagni (1887–1918), una tra le opere più interessanti emeno note del nucleo storico della collezione, l’idea didoversi confrontare con una pandemia non eranemmeno nell’aria. Da allora molte cose sono cambiate.L’idea di offrire al pubblico la fruizione di un’operatornata a nuova vita si è trasformata nel desiderio diaprire la proposta espositiva a una dimensione piùampia, per assolvere a ciò che la cultura deve fare, tantopiù in periodi come quello attuale: ripercorrere le

O vicende di chi ci ha preceduto per capire secondo qualiprospettive uomini come noi, prima di noi, hannoaffrontato il problema della fragilità dell’uomo». Fragilitàche Bonzagni conosceva e sperimentò personalmente.Prosegue il direttore: «L’intenzione è di offrire unospaccato su un periodo della storia delicato quantoquello presente: l’inizio del XX secolo, tra Grande Guerra,tentativi di rinnovamento espressivo e il drammadell’epidemia di influenza “spagnola”. Il centro di tuttorimane Bonzagni, di cui la Raccolta Lercaro conserva un“corpus” composto da tre opere donate negli anni ‘70della sorella Elva, prima direttrice del museo, e da alcunerecenti acquisizioni: 8 cartoline e un foglio che recastrepitosi studi di figure in movimento». Bonzagnicertamente meritava questo omaggio: «Ricordato per lasua adesione al primo Manifesto dei Pittori futuristi, èmolto di più – spiega Passerini –. È un artista europeo,modernissimo. La sua produzione, composta da pitture,disegni e illustrazioni, mostra una cifra stilisticapersonalissima, caratterizzata da un segno vibrante e daun’impostazione influenzata dall’espressionismo e dallaconoscenza degli esiti secessionisti».

Chiara Sirk

Le erogazioni liberali a favore delSostentamento dei sacerdoti e la sceltadell’8xmille sono i due pilasti per«sostenere le necessità della Chiesa»

Convegno, aiuto economico ai pretiin streaming dal Veritatsi Splendor

artedì 24 novembre 2020 alle 17.30 incollegamento streaming dall’Istituto

Veritatis Splendor sul canale YouTube12portebo e sul sito dell’Arcidiocesi di Bolognawww.chiesadibologna.it si terrà il convegnoonline «Il Prete nella città degli uomini (anchenella pandemia)», promosso dal Serviziodiocesano per la Promozione del Sostegnoeconomico alla Chiesa cattolica in occasionedella Giornata 2020 di sensibilizzazione per ilsostentamento dei sacerdoti. Dialogano sultema Ivano Dionigi, presidente della PontificiaAccademia di Latinità, già Magnifico Rettoredell’Università degli Studi di Bologna, StefanoZamagni, presidente della Pontificia Accademiadelle Scienze sociali, professore ordinariodell’Università degli Studi di Bologna,l’arcivescovo cardinale Matteo Zuppi. ModeraMichele Brambilla, direttore QN – Il Resto delCarlino. Introduce e coordina Giacomo Varone,responsabile del Servizio diocesanoPromozione del Sostegno economico allaChiesa Cattolica.

M

Una Chiesa da sostenereDI GIACOMO VARONE *

i celebra domenica 22 novembrela Giornata Nazionale delleofferte per il sostentamento dei

sacerdoti. «Sovvenire» richiamal’antico concetto del «sovvenire allenecessità della Chiesa». Due i pilastriche caratterizzano questo ambito:l’8Xmille come «scelta» in fase didichiarazione dei redditi e leerogazioni liberali a favore delSostentamento dei sacerdoti dellaChiesa Cattolica. Nel 2019 su circacinquanta milioni di contribuentioltre 17,5 milioni (il 43%) hannooperato una scelta per la destinazionedell’8xmille. Tra questo 43% lapercentuale di scelte valide a favoredella Chiesa Cattolica è stata pari al79,9%.E’ certamente un attestato di fiduciaverso la Chiesa ma i dati mostrano

Scome la percentuale di scelte negliultimi anni sia in calo ed è evidenteche questa fiducia nella ChiesaCattolica debba essere, anno dopoanno, rinnovata e mai data perscontata. Nel 2019 le diocesi italianehanno ricevuto dalla Cei oltre 811milioni di euro dei fondi 8xmille.Sono stati impiegati per il 19,2% peropere di culto e pastorale, 18,5% peropere diocesane di carità, 18,5% perl’edilizia di culto e beni culturali,43,8% per il sostentamento deisacerdoti. Anche nella diocesi diBologna i fondi dell’8xmille sono statiimpiegati in linea percentuale con ildato nazionale. Il secondo pilastro èquello delle offerte (erogazioni liberalideducibili fiscalmente) dedicatespecificamente al sostentamento deisacerdoti. In Italia, ci sono, remuneratidall’attuale sistema di sostentamento,circa 34.000 sacerdoti. Ma chi pensa

alle risorse per il sostentamento deisacerdoti? Relativamente all’Arcidiocesidi Bologna, nell’anno 2019 sono statisostenuti in media 380 sacerdotidiocesani . La copertura avviene per il53,7% con i fondi dell’otto per mille,la restante parte deriva dall’ IstitutoDiocesano Sostentamento Clero, dallepensioni proprie dei sacerdoti, dallapiccola quota spettante alle parrocchiee solo il 3,4 % dalle erogazioni liberalidelle persone fisiche (in 25 anni leerogazioni liberali si sono dimezzate).Le parole chiave sono due:corresponsabilità e cura.Corresponsabilità, perché come ciricorda il Cardinal Matteo Zuppi«dobbiamo essere in grado di riportarel’istituto dell’8Xmille dall’indifferenzache pare attanagliarlo all’assunzione diuna responsabilità personale». Curaperché come ha detto Papa Francesco«se la Chiesa italiana è forte lo deve ai

suoi parroci» e se i nostri sacerdoti siprendono «cura» di noi , noi siamochiamati a prenderci «cura» deisacerdoti anche con lo strumento diuna piccola offerta che unita a quelladi tanti rafforza lo stile della gratuitànel servizio alla Chiesa. Conoscenza,informazione e trasparenza(www.8xmille.it) accrescono il sensodi «corresponsabilità» soprattutto inquesti mesi difficili di pandemia. LaChiesa di Bologna con occhi attenti edaperti ha agito tramite le Caritas, leparrocchie e i Sacerdoti per esserepresente nel momento del bisogno,anche grazie a un contributostraordinario di due milioni di euroricevuto dai fondi dell’8x1000 che hamesso a disposizione sul territoriotramite le parrocchie per far fronte alleemergenze causate dalla pandemia.

* responsabile servizio «Sovvenire» Chiesa di Bologna

Aroldo Bonzagni «Cavalieri antichi», 1912 (particolare)

società & cultura4 BOLOGNASETTE

Domenica8 novembre 2020

Page 5: La storia di Samad, rinato in un incontro · 2020. 11. 7. · Fiorenzo Facchini, sacerdote della diocesi e docente di Antropologia e Paleontologia umana all’Università di Bologna,

I danni subitidall’anticachiesa diCaselle diCrevalcore nelterremoto del2012

Una Messa a SanLuca ha conclusoidealmente laprima edizione delcircuito dei«Santuari marianidell’Appenninobolognese» (fotoBevilacqua)

La sera del 31 ottobre a SanGirolamo della Certosa si è svoltala veglia per la festa di Ognisssantipresieduta dal cardinalearcivescovo (foto Minnicelli)

Un momento del percorso «Arte efede» giovedì scorso nella basilica deiSanti Bartolomeo e Gaetano sotto leDue Torri, con la guida di monsignorStefano Ottani

Fedeli alla Certosa.«Il 2 novembre –ha detto Zuppinella Messa– ciricorda che illimite della mortesi supera solo conl’amore,guardando allacroce che illuminadi speranza»

L’inaugurazione domenicadella chiesa di San Giuseppe aCaselle di Crevalcore,danneggiata dal sisma 2012(foto Tommasini)

La fotocronaca della settimanaeventi.Preghiere in Certosa, ciclopellegrinaggi, arte e fede

La Messadell’arcivescovo aCalderara di Reno,mercoledì scorso,per la festa delpatrono delComune san Vitale(foto Melli)

La chiesa di Caselle,dell’inizio del ’700,costruita per lacomunità troppolontana dal centro diCrevalcore. Ilcampanile ospita 4campane su due piani(foto Tommasini)

ella settimana appena trascorsal’arcivescovo ha presieduto due momentidi preghiera per i defunti, una Veglia e

una Messa, sempre nella chiesa della Certosa.Ha anche inaugurato una chiesa gravementedanneggiata dal terremoto del 2012 e ora rinata,quella di San Giuseppe a Caselle di Crevalcore:un’inaugurazione a lungo desiderata e giàrimandata a causa della pandemia. Poi lacelebrazione nella parrocchia di Santa Maria di

Calderara di Reno, in occasione della festa delpatrono dell’intero Comune, san Vitale. Sabatoscorso a San luca una Messa ha idealmenteconcluso la prima edizione del circuito deiSantuari mariani dell’Appennino bolognese. Haportato il suo saluto anche il ciclista monsignorErnesto Vecchi, vescovo ausilare emerito diBologna. Prosegue il percorso «Arte e fede» cheha fatto tappa a San Bartolomeo, conl’accoglienza di monsignor Stefano Ottani.

N

album BOLOGNA 5SETTE

Domenica8 novembre 2020

Page 6: La storia di Samad, rinato in un incontro · 2020. 11. 7. · Fiorenzo Facchini, sacerdote della diocesi e docente di Antropologia e Paleontologia umana all’Università di Bologna,

Vittime strada, Messa di Zuppiomenica 15 alle 12 in Cattedrale il cardinale MatteoZuppi celebrerà una Messa per la «Giornata mondiale

delle Vittime della Strada». Sono già tre anni chel’Arcivescovo presiede la celebrazione eucaristiva inoccasione di questa Giornata, istituita dall’Onu nel 2005 eche si prefigge un importante obiettivo: «Dare giustoriconoscimento per le vittime della strada e le loro famigliee rendere omaggio ai componenti delle Squadre diemergenza, agli operatori di Polizia e ai sanitari che sioccupano delle conseguenze traumatiche della morte edelle lesioni sulla strada». In Italia è stata istituita nel 2017.Alla Messa saranno presenti l’«Associazione italianaFamiliari e Vittime della Strada onlus» e diverse autorità.Nell’area metropolitana di Bologna, nello scorso anno sonostati registrati ben 3.805 incidenti stradali, che hannocausato 68 morti e 5.197 feriti, con un costo sociale di oltre363 milioni di euro. In più, i dati provvisori relativi agliincidenti mortali in regione al 15 ottobre scorso attestanoche sono morte già 126 persone; ed occorre considerarel’impatto della pandemia in atto da mesi, di cui due inlockdown. Anche per questi numeri tanto elevati,l’Osservatorio per l’Educazione alla sicurezza stradale dellaRegione, la cui «mission» è il monitoraggio del fenomeno

D dell’incidentalità e la sensibilizzazione per un cambioculturale degli utenti della strada, ha rivolto anchequest’anno l’invito a presiedere la Messa all’Arcivescovo,che ha risposto positivamente dimostrando una sensibilitàanche civica. I motivi che causano gli incidenti sonodiversi. Il primo è la distrazione, causa o concausa di oltrel’80% degli incidenti. Poi il mancato rispetto della distanzadi sicurezza: circa il 45% degli incidenti in autostradavedono coinvolti veicoli commerciali e sono innescati datamponamenti. Altro particolare importante è l’abitudineal percorso, che porta ad un distacco dell’attenzione allaguida e ad una (falsa) sicurezza sulla conoscenza delpercorso, che ci induce ad una minore attenzione. È poi incostante aumento l’aggressività tra gli utenti della strada,con insulti e minacce verbali e gestuali in particolarecontro le donne e gli anziani, anche per futili motivi. Equesta «rabbia stradale» è anche causa di scarssaattenzione alla guida. Guidare poi sotto l’influenza di alcole stupefacenti incrementa il rischio di incidente di 35,9volte e quasi il 50% degli incidenti stradali mortali haquesta concausa La novità è che il fenomeno colpisceprevalentemente gli over 40, mentre si sono ridotte le«stragi del sabato sera».

Il cardinale lunedì scorso, 2 novembre,ha presieduto una Celebrazioneeucaristica nella chiesa di San Girolamodella Certosa in ricordo di tutti i defunti

L’amore vince la mortePubblichiamo alcuni stralci dell’omeliatentua dall’arcivescovo lunedì scorso, 2novembre, nella Messa di commemorazionedei defunti nella chiesa di San Girolamodella Certosa. Il testo integrale è disponibilesul sito della diocesi.

DI MATTEO ZUPPI *

a morte non inizia mai con ilcertificato clinico di fine vita, maprima. E’ la vera pandemia del

mondo, quella che accompagna lanostra condizione umana. Questadovremmo combattere invece didividerci e combatterci tra noi! Certo,la manifestazione piena e definitivadella morte è il limite ultimo della vita,passato il quale questa sembra perdersiper sempre. La morte è una frontierache spesso vogliamo ignorare o comese riguardasse sempre altri. Credere dipotere aspettare tutto quaggiù dalla

L

terra ci fa dimenticare che nonabbiamo qui permanente città per ilnostro soggiorno. «Una delle illusionipiù comuni è quella di stabilirciquaggiù come eterni padroni delpugno di terra su cui teniamo i piedi: di

vivere e considerarci come proprietari enon come semplici conservatori di beniche sono forniti all’uomo a comunesostentamento secondo gliordinamenti di una giustizia divina eumana», diceva San Giovanni XXIII. Lamorte attraversa la vita ordinaria, si

palesa dove noi non immagineremmo,come il virus che colpisce e ci sembrasempre incredibile che avvenga. Illimite tra vita e morte passa per lenostre strade, si intreccia con le nostreesistenze, interrompe e condiziona lerelazioni. «La vita è una prefazione allamorte, la morte è una prefazioneall’amore», diceva con acume MadeleinDelbrel, mistica innamorata di Dio eper questo attentissima all’umano. Lamorte la riconosci nelle parole di odio,nell’incapacità a dialogare e capirel’altro, nello spreco delle possibilitàperdute per ignavia e per presunzione.Quando si muore si muore soli,cantava un poeta. In queste settimanela disperazione di molti è stata quelladi non avere potuto accompagnare ipropri cari nel passaggio della frontieradella vita. Dovremmo ricordarcelaquesta disperazione perché nessunomai muoia da solo e tutti abbiano

vicino qualcuno che sia, e non è unproblema di sangue ma di amore, ilsuo prossimo. E l’amore del prossimoaiuta a sentire quello di Dio per lanostra vita. Ti ricordiamo Signore i nostri cari. Tusei sceso dal cielo e sei diventato uomoperché gli uomini del mondodiventino cittadini del cielo. La vitanon è un cerchio che si chiude e finiscecon se stessa ma un cammino verso lapienezza che è il tuo amore. Tu nonvuoi la tristezza ma la beatitudine. Iltuo vangelo è gioia, è luce che nonconosce tramonto perché dona l’amoreche vince il male. I tuoi santi sonodifesi e protetti da te, perché Tu non civuoi con te. Forte come la morte èl’amore e Tu sei il mistero di amore dacui veniamo e verso cui andiamo.Grazie nostra speranza e nostra forza.Signore salvali! Signore salvaci!

* arcivescovo Un momento della Messa in Certosa

(Foto di Leon Wallis da Pixabay)

«La disperazione di molti– ha detto Zuppi – è statanon aver accompagnato ipropri cari nel passaggiodella frontiera della vita»

primo piano6 BOLOGNASETTE

Domenica8 novembre 2020

L’agendadell’arcivescovo

DOMENICA 8 Alle 10 nella parrocchiadi Crespellano conferiscela cura pastorale a donRemo Borgatti. Alle 12 in CattedraleMessa per la Coldiretti inoccasione della«Giornata delRingraziamento». Alle 16 nella parrocchiadi Anzola conferisce lacura pastorale a donGraziano Pasini.Alle 17.30 in CattedraleMessa per i defunti acausa del Covid–19 e ilpersonale delle Cradell’Asp Citta di Bologna.

GIOVEDI 12 Alle 18 nella chiesadi Santa Maria delle

Grazie Messa ebenedizione dellanuova Cappellaferiale.

SABATO 14 Alle 18 nellaparrocchia diSant’Antonio daPadova alla DozzaMessa e Cresime.

DOMENICA 15 Alle 10.30 inCattedrale Messaper la «Giornata deipoveri». Alle 12 in CattedraleMessa per laGiornata dellevittime della strada. Alle 16 nellaparrocchia diMadonna delLavoro Messa eCresime.

Page 7: La storia di Samad, rinato in un incontro · 2020. 11. 7. · Fiorenzo Facchini, sacerdote della diocesi e docente di Antropologia e Paleontologia umana all’Università di Bologna,

richiederlo, dopo il 10 novembre, a: [email protected] EVENTI. Questi i prossimi appuntamenti per Gaia Eventi: oggi alle 15,16.30 e 18, «Acqua, saponi e pratiche da toilette tra vapori profumati estanze segrete». Ritrovo alla fontana del Nettuno. Domenica 15 alle 15.20 ealle 17.10 «Viaggio nelle terre dei Rasna», indimenticabile viaggiocronologico e territoriale attraverso la civiltà etrusca. Ritrovo dieci minutiprima nell’atrio del Museo archeologico in via dell’Archiginnasio 2. Info:0519911923, [email protected] SOLO A BOLOGNA. Questi i prossimi appuntamenti dell’associazione«Succede solo a Bologna»: oggi alle 16 «Signori (non) si nasce», storie diintrighi a Palazzo, famiglie potenti che hanno contribuito a costruire lastoria della città (Bentivoglio, Malvezzi, Pepoli, Bolognini, ecc) nomi celebriche tutti riconosciamo, ma chi erano? E come vivevano? Un tour checonduce dentro alla vita di corte e alle vicende politiche della città. Ritrovopresso il Voltone del Podestà in Piazza Maggiore 1. Sempre oggi alle 18«Carducci… non ripete», visita guidata dedicata alla vita e alle opere di unodei più grandi poeti italiani: Giosuè Carducci. Un viaggio non soloattraverso la poesia ma anche attraverso la sua quotidianità, i luoghi chefrequentava e la città che lo ha ispirato. Ritrovo sul sagrato della basilica diSan Petronio. Per informazioni 051226934.

errata corrigeMARIA PARMA. Nell’articolo di apertura di pagina 2 di Bologna Sette del 25ottobre è saltato, per un errore redazionale, il nome di una componentedell’équipe del Servizio diocesano per la Tutela dei Minori e delle Personevulnerabili: Maria Parma, avvocato canonista. Ce ne scusiamo conl’interessata e con i lettori.

diocesiNOMINE. L’Arcivescovo ha nominato padre Marco Grandi S.C.I. vicarioparrocchiale di Santa Maria del Suffragio; don Gian Domenico Covaofficiante ai Santi Bartolomeo e Gaetano; il canonico Federico Badialiofficiante a San Cristoforo di Ozzano dell’Emilia; don Gianmario Fenucoadiutore del parroco di San Giovanni Battista in San Giovanni in Persicetoe cooperatore per la Zona pastorale di Persiceto. VILLA PALLAVICINI. Prosegue a Villa Pallavicini (via M. E. Lepido 196) ilcorso di catechesi e formazione sui Dieci Comandamenti«#dieciparoleperaprirelavita». Domani alle 20.30 il quarto incontro. Il corsoprosegue tutti i lunedì alla stessa ora. Per informazioni: don MassimoVacchetti, 3471111872 ([email protected]); don MarcoBonfiglioli, 3807069870 ([email protected]); don Marco Malavasi3383100829 ([email protected]).ZONA MELONCELLO–FUNIVIA. Oggi alle ore 16 (in streaming sul canaleYouTube Meloncello–Ravone) si terrà l’Assemblea della Zona PastoraleMeloncello–Funivia sul tema «Non chiudiamoci in noi stessi. La vita nellenostre comunità in questo momento particolare». Interverranno il gesuitapadre Flavio Bottaro e la giornalista Maria Elisabetta Gandolfi.LUTTO. È morta nelle prime ore di domenica scorsa Maria Luisa Cervetti,mamma di monsignor Valentino Bulgarelli. Le esequie sono state celebratemercoledì nella chiesa parrocchiale di Argelato. A monsignor Valentino allasorella Anna Lisa e al padre Alfredo Bulgarelli le condoglianze dellaredazione di Bologna Sette.DEFUNTI. Nell’Ottava dei defunti (2–9 novembre) nella cattedrale di SanPietro (via Indipendenza 7) le Messe vengono celebrate alle 7.30, 9.30,11.30 e 17.30. Ogni pomeriggio nella recita del Rosario alle 16.45, siricorderanno tutti i defunti e particolarmente le vittime della pandemia. Chidesidera comunicare i nomi dei propri defunti può telefonare allo051222112.LOVE IN PROGRESS. Riprende «Love in progress», il cammino per giovanicoppie tra i 18 e i 30 anni circa non prossime al matrimonio che desideranofare un cammino di crescita insieme, promosso dagli Uffici per la Pastoraledella famiglia e dei Giovani e dall’Azione cattolica. Gli incontri, animati daalcune coppie sposate under 35 e da un presbitero diocesano si terrannonella parrocchia di S. Michele Arcangelo di Quarto Inferiore (via Badini 2,Granarolo dell’Emilia). Il primo incontro si terrà domenica prossima dalle17 alle 19.15. Per ogni incontro è previsto un momento prolungato diconfronto e di dialogo all’interno della coppia e uno sguardo sui temitrattati alla luce della fede. Per info: [email protected] [email protected]; tel. 0516480736; Giacomo 3495154042;Marco 3389143157.DIVORZIATI E RISPOSATI. L’Ufficio Pastorale famiglia propone sabato 14 nellachiesa di Sant’Ambrogio di Ozzano dell’Emilia (piazza Allende) unagiornata di ritiro spirituale per separati, divorziati e risposati in cammino.Iscrizione obbligatoria entro oggi con e–mail a:[email protected] oppure 3495763099 (solo pomeriggio). Ilprogramma dell’incontro prevede alle 10 accoglienza, alle 10.10 meditazionedi don Gabriele Davalli, alle 11 riflessione personale e possibilità diconfessione/dialogo con i sacerdoti presenti, alle 12.30 pranzo, alle 13.30condivisione e risonanze, alle 15.15 momento di preghiera, alle 16 saluti.

culturaMUSEO DELLA BEATA VERGINE DI SAN LUCA. In ottemperanza all’ultimoDPCM il Museo della Beata Vergine di San Luca (piazza di Porta Saragozza2/a) rimarrà temporaneamente chiuso: la Direzione sta realizzando video epower point di cui daremo notizia a tutti gli amici del Museo e soprattutto aquanti avevano già progettato di essere presenti alle conferenze, inparticolare a quella sulla Sindone del 12 novembre. Chi desidera il link può

Riprende «Love in progress», cammino per giovani coppie non prossime al matrimonioCon «Succede solo a Bologna» visita guidata dedicata alla vita e alle opere di Giosuè Carducci

L’arcivescovo riceve la nuova presidenza regionale Acli na delegazione della nuova presidenza regionale Acli, eletta al re-cente Congresso del 10 ottobre, è stata ricevuta in Arcivescovado dal

cardinale Matteo Zuppi. Il presidente regionale Luca Conti ha illustrato idocumenti approvati dal Congresso e si è particolarmente soffermato sul-le presenza del Movimento nell’associazionismo di promozione sociale enel Forum del Terzo settore, la presenza nel territorio attraverso i circolicollaborando con parrocchie e Caritas, mentre il vicepresidente Paolo Pa-storello e la consigliera Francesca Maletti sulle iniziative intraprese in pe-riodo di Covid con Caritas e Associazioni del mondo cattolico, servizi Cafe Patronato. Il segretario regio-nale Walter Raspa ha consegna-to al cardinale la pubblicazionesulle Acli dell’Emilia–Romagna a75 anni dalla costituzione. Il car-dinale, richiamandosi alla recen-te Enciclica del Papa «Fratelli tut-ti», ha sottolineato il significatodella fratellanza umana e l’ im-pegno di ogni cristiano e soprat-tutto dei movimenti a diffonde-re il messaggio papale, che è unasollecitazione rivolta a tutti, cre-denti e non credenti, ma anchediversamente credenti ed infinesi è richiamato ai valori dell’e-sperienza cristiana di BenignoZaccagnini.

U

Dal Centro Dore il Calendario liturgico per la famigliadisponibile il Calendario liturgico per la famiglia «La famiglia nel

tempo di Dio» contenente le indicazioni delle letture quotidiane cheseguono il ritmo dell’anno liturgico (infatti il calendario contiene 13 me-si: dalla prima Domenica di Avvento 2020 all’ultimo giorno di dicembre2021). Viene preparato dal Centro «G. P.Dore» con l’Ufficio Pastorale Famigliaper aiutare le famiglie ad avvicinarsi al-la parola di Dio. Le offerte ricevute ser-viranno per le attività del Centro Dore eper sostenere le famiglie in difficoltà se-guite dal Centro di ascolto della Caritasdiocesana. Si può ritirare il Calendarioin Ufficio Pastorale Famiglia, il martedìe il venerdì (10.30–12.30) o al Centro Do-re il martedì (10–12).

È

A Filippo Diaco il Premio don Oreste Benzil Premio internazionale don Oreste Benzi arriva a Bologna.Quest’anno, infatti, il prestigioso riconoscimento è stato assegnato a

Filippo Diaco, già presidente delle Acli provinciali di Bologna, premiatoex aequo con Margaret Archer, inglese e giàpresidente della Pontificia accademia delleScienze sociali. Nella motivazione dellagiuria si legge che «entrambe queste figuredi laici, seppure in contesti e con ruolidiversi, hanno avviato un cambiamentointerno alla società in risposta all’urgenzadella liberazione delle vittime di tratta: l’unaaprendo una struttura di accoglienza perdonne, a sue spese non avendo unriconoscimento del governo inglese, l’altrospronando all’interno delle Acliun’attenzione al reinserimento sociale delledonne migranti vittime di violenza e ditratta». In particolare, «Diaco è un giovanelaico attivo nelle Acli di Bologna, conun’attenzione alta per l’educazione dellegiovani generazioni su questo tema a partire

dall’esperienza degli sportelli di consulenza delle Acli, delle attività disensibilizzazione e impegnato a livello sociale e politico, in unconfronto aperto con la città». «Sono stupito ed orgoglioso di questoinaspettato riconoscimento» – ha detto Diaco, raggiunto dalla notizia –

. Il premio è, in realtà, per tutte le Aclidi Bologna. Da anni i nostri sforziprogettuali e di innovazione sonoorientati all’inclusione sociale elavorativa delle donne fragili, siano essestraniere, vittime di tratta o di violenza.Molte sono, ormai, le attivitàdell’Associazione dedicate ad esse,perché crediamo che la verainnovazione sociale passi proprio dalwelfare femminile». «Con l’AssociazionePapa Giovanni XXIII abbiamo condivisodiverse battaglie negli ultimi anni. Hogrande ammirazione per il lavorodell’Associazione e del suo fondatore.Le Acli restano a disposizione perlavorare ancora, insieme, per il benecomune», ha concluso Diaco.

IDonna e ministeri nella Chiesa, un percorso di riflessione

re anni fa con un seminario all’interno della Scuola di Formazione teologica si èavviata una piccola tradizione di riflessione sulla presenza della donna nella

Chiesa. Il primo seminario è stato dedicato alla possibilità del Diaconato femminile.Era stata istituita la prima Commissione da papa Francesco e parve utile offrirel’occasione per raccogliere le diverse riflessioni, per potersi esprimere in modo noningenuo. Quest’anno, riprendendo l’idea saltata l’anno scorso per il Covid, vorremmocontinuare: il tema sono i Ministeri istituiti. Il Sinodo della Montagna ha individuatoalcune forme di Ministeri femminili e laquestione sta all’interno del dibattito in diocesi.Come leggiamo nel Bollettino diocesano: «Il temadei Ministeri sarà da riprendere in modo piùconsistente anche l’anno prossimo (vorremmoavviare concretamente alcuni nuovi Ministeri).Andando verso una pastorale di zona la presenzadei Ministri sarà sempre più necessaria»(Bollettino Gennaio–Marzo 2020). Partecipare allariflessione con cognizione di causa non può cheessere un servizio alla vita della comunità. Saràtenuto da remoto e l’iscrizione serve per poterriceve il link di invito. Per iscrizioni: RosannaBenassi. [email protected]

T

«Buono come il pane», un cofanetto «solidale» da Antoniano e Alce Neroconclusione di un anno senza precedenti, Antoniano e l’azienda specializzata in prodotti biologici

Alce Nero realizzano un cofanetto gastronomico per festeggiare il Natale riscoprendo la qualità delcibo fatto in casa e donando un pasto caldo a chi vive in povertà. Si tratta di «Buono come il pane», unaspeciale confezione regalo che include un pacco di farina di grano duro Cappelli biologica e dieci ricet-te per riscoprire il piacere di preparare il pane firmate dai celebri chef e pasticcieri Matteo Aloe, Giusep-pe Boccuzzi, Matteo Calzolari, Gino Fabbri e Simone Salvini. Il regalo solidale può essere prenotato da a-ziende (come dono benefico per clienti, dipendenti e fornitori) e singoli cittadini. In particolare, le a-ziende possono prenotare il cofanetto inviando una mail all’indirizzo [email protected],mentre i singoli cittadini potranno richiedere il regalo solidale attraverso il sito internet di Alce Nero (al-cenero.com). Il ricavato sarà destinato ai progetti di Antoniano in favore dei più fragili e, in particolare,alle famiglie in difficoltà di cui si prende cura, aibambini con fragilità seguiti dal centro terapeu-tico Antoniano Insieme e alla mensa francescana«Padre Ernesto» di Bologna che, in questo perio-do di emergenza ha dovuto fronteggiare un im-portante aumento delle richieste di aiuto. Le per-sone servite ogni giorno dalla mensa sono infattipassate dalle 130 ante Covid alle 150 attuali, conuna crescita del 15%. Antoniano e Alce Nero inquesto periodo difficile hanno attivato nuove ini-ziative per intensificare il sostegno nei confrontidei più fragili. Alce Nero, in particolare, ha aderi-to al «Fondo Emergenza» attivato da Antoniano perfronteggiare l’aumento delle richieste di aiuto edonato prodotti alimentari alle famiglie in diffi-coltà seguite dalla realtà francescana.

A

in memoria Gli anniversaridella settimana

DOMANIArmaroli don Aldo (1975) Zaccanti don Giuseppe (2014)

10 NOVEMBRE Mesina don Alfonso (1954) Zanardi don Giuseppe (1957) Donati don Duilio (1990) Baroni monsignor Agostino (2001)

11 NOVEMBRE Marani don Luciano (1992)

13 NOVEMBRE Casanova don Riccardo (1952)

14 NOVEMBRE Rambaldi don Vincenzo (1960) Girotti don Nerio (1987)

15 NOVEMBRE Montevecchi don Carlo (1963)

Scienza e Fede, Facchini in videoconferenzaartedì 10 dalle 17.10 alle 18.40 all’Istituto Veritatis Splendor (via Ri-va Reno 57) in diretta streaming si terrà una videoconferenza nel-

l’ambito del Master in Scienza eFede, percorso formativo pro-mosso dall’Ateneo Pontificio «Re-gina Apostolorum» in collabora-zione con l’Ivs. Tema della confe-renza, che sarà tenuta da monsi-gnor Fiorenzo Facchini, «Evolu-zione e fede cristiana». Per rice-vere le credenziali della direttacontattare la segreteria Ivs allo051656 6211. La conferenza è in-serita nell’ambito di un più am-pio percorso formativo sul rap-porto tra Scienza e Fede offerto indue modalità: Master I livello eDiploma di specializzazione. Èpossibile iscriversi al Master/Di-ploma all’inizio di ogni semestre.

M

Dalla Fter un seminario sul Vangelo di Marcoa venerdì 20 e per otto venerdì, dalle 19 alle 20.40, la Scuola diFormazione Teologica proporrà, in versione online, un

seminario di approfondimento esegetico e teologico su alcuni branidel Vangelo di Marco («E voi chi dite che io sia?»), il Vangelo che saràproclamato nella liturgia domenicale nel prossimo anno liturgico. Ilseminario vuole essere un’occasione di formazione di base rivoltasoprattutto a chi, nel corso di quest’anno pastorale, darà la propriadisponibilità ad animare Gruppi della Parola nelle case, secondoquanto indicato nella nota pastorale. Per Informazioni: [email protected] /05119932381. Iscrizioni online: www fter it/sezione SFT Il seminariosarà coordinato dai professori Michele Grassilli e Giovanni Bellini.

Questo il calendario degli incontri:venerdì 20, «”Originedell’evangelizzazione di Gesù Cristo,figlio di Dio”. Titolo e prologo delVangelo secondo Marco» (MaurizioMarcheselli e Giovanni Bellini); venerdì27, «La purificazione del lebbroso» (M.Grassilli, P. Bovina); venerdì 4dicembre, «La guarigione/salvezzadell’emoroissa e della figlia di Giairo»(G. Bellini, F, Badiali); venerdì 11dicembre, «Il riconoscimento “miope”di Gesù come il Messia» (G. Carminati,

G.D. Cova); venerdì 18 dicembre, «Il momento della rivelazione deltempio come casa di preghiera per tutte le genti» (M. Marcheselli, P.Bovina); venerdì 15 gennaio 2021, «Il duplice comandamentodell’amore» (M. Grassilli, G. Davalli); venerdì 22 gennaio, «Losvelamento di Dio nella morte di Gesù in croce» (G. Bellini, G.Gardini); venerdì 29 gennaio, «Il rilancio della sequela del Risorto»(G. Carminati, D. Baraldi).

D

Il Mcl e le nuove disposizioni anti Covid ra i vari soggetti che, a seguito delle misureanticontagio, hanno dovuto sospendere le proprie

attività figurano anche i Centri culturali, i Centri sociali e iCentri ricreativi, compresi quindi i Circoli associativi delMovimento cristiano lavoratori. Si tratta di una prescrizionerestrittiva che evidentemente intacca la socialità di tantepersone e abbassa la qualità della vita di interi territori. Ma,dato che la limitazione delle frequentazioni e ildistanziamento interpersonale sono unanimementericonosciuti come i principali antidoti attualmente adisposizione contro la diffusione del Covid–19, noi nonintendiamo accodarci a quanti pensano che ad adottare icomportamenti virtuosi (soprattutto se dolorosi) debbanoessere sempre gli altri. Il Mcl di Bologna e dell’Emilia–Romagna, pertanto,accolgono con senso diresponsabilità, per il benecomune, le ultimedisposizioni, invitando ipropri Circoli asperimentare nuovemodalità di aggregazione, dicondivisione e di servizioalle comunità e al territorio.

Marco Benassi, presidente regionale Mcl

F

L’evangelista Marco

Filippo Diaco, ex presidente Acli Bologna

notizie

[email protected]

Domenica8 novembre 2020

BOLOGNA 7SETTE

Ottimi risultati per la raccolta fondil traguardo della raccolta fondi per larealizzazione del laboratorio cinematografico

del film «La Sorpresa» è stato superato: 5685euro rispetto ai 5000 previsti, 114%dell’obiettivo; generosamente offerti da 50sostenitori del territorio. Questi i numeri dellacampagna di crowdfunding terminata il 30ottobre: cifre che, in un momento di crisieconomica come quello attuale, risultano unchiaro messaggio di speranza. La diocesi diBologna desidera ringraziare sinceramente chi,credendo nel progetto, ne permetterà larealizzazione, concorrendo alla diffusione dellagrande umanità di padre Marella. Per chivolesse sostenere il progetto può continuare afarlo: bonifico bancario intestato all’Arcidiocesidi Bologna identificato dall’IBANIT32L0538702400000002011697; oppure ContoCorrente postale intestato all’ArcidiocesiBollettino, coordinateIT66N0760102400000020657409, indicandonella causale «Contributo liberale al progettofilm Padre Marella».

Emanuela Susmel

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film su padre Marella