Realizzazione delle insegnanti: FACCHINI MONICA BELLIN CRISTINA BELLIN CRISTINA.

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Realizzazione delle insegnanti: FACCHINI MONICA

BELLIN CRISTINA

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LA STORIA

San Nicola, noto anche come san Nicola di Myra, san Nicola Magno e san Nicolò, è conosciuto anche fuori dal mondo cristiano perché la sua figura ha dato origine al mito di Santa Claus, conosciuto in Italia come Babbo Natale. La sua fama è universale, documentata da chiese e opere d’arte, da istituzioni e tradizioni legate al suo nome, ma sulla sua vita le notizie certe sono pochissime.

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San Nicola nacque probabilmente a Pàtara di Licia tra il 260 e il 280, da Epifanio e Giovanna, che erano cristiani e benestanti. Cresciuto secondo i principi del cristianesimo, perse prematuramente i genitori a causa della peste. Divenne così erede di un ricco patrimonio che impiegò per aiutare i poveri e bisognosi. In seguito lasciò la sua città natale e si trasferì a Myra, dove fu ordinato sacerdote. Alla morte del vescovo metropolita di Myra fu acclamato dal popolo come nuovo vescovo. Imprigionato ed esiliato nel 305 da Diocleziano, fu poi liberato da Costantino nel 313 e riprese l’attività apostolica. Nicola si occupò anche del bene dei suoi concittadini di Myra: ottenne dei rifornimenti durante una grave carestia e la riduzione delle imposte da parte dell’imperatore. Si racconta che fosse in grado di compiere miracoli e che portasse sempre in salvo le imbarcazioni che si perdevano nelle tempeste. Un altro racconto narra che Nicola, già vescovo, risuscitò tre bambini che un macellaio malvagio aveva ucciso e messo sotto sale per venderne la carne. Anche per questo episodio san Nicola è venerato come protettore dei bambini.

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VERIFICA LE TUE CONOSCENZE

• Dove nacque san Nicola ?

• Egli fu…

• È protettore…

ROMA PATARA ATENE

VESCOVO

DEI BAMBINI DEGLI ANZIANI DEI MALATI

PAPA DIACONO

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Morì a Myra il 6 dicembre, presumibilmente dell’anno 343, forse nel monastero di Sion, e si dice che, come aveva fatto in vita, continuò a compiere miracoli e apparizioni anche dopo la sua morte. Le sue spoglie furono conservate con grande devozione di popolo nella cattedrale di Myra fino al 1087. Quando Myra cadde in mano musulmana, Bari (al tempo dominio bizantino) e Venezia, che erano dirette rivali nei traffici marittimi con l’Oriente, entrarono in competizione per il trafugamento delle reliquie del santo. Una spedizione barese di 62 marinai, tra i quali i sacerdoti Lupo e Grimolo, partita con tre navi di proprietà degli armatori Dottula, raggiunse Myra e si impadronì delle spoglie di Nicola che giunsero a Bari il 9 maggio 1087.

Secondo la leggenda, le reliquie furono depositate là dove i buoi che trainavano il carico della barca si fermarono. Si tratta in realtà della chiesa dei benedettini (oggi chiesa di San Michele Arcangelo) sotto la custodia dell’abate Elia, che in seguito sarebbe diventato vescovo di Bari. L’abate promosse tuttavia l’edificazione di una nuova chiesa dedicata al santo, che fu consacrata due anni dopo da papa Urbano II in occasione della definitiva collocazione delle reliquie sotto l’altare della cripta. Da allora san Nicola divenne patrono di Bari e le date del 6 dicembre (giorno della morte del santo) e 9 maggio (giorno dell’arrivo delle reliquie) furono dichiarate festività per la città.

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LA TRASLAZIONE VENEZIANA

I veneziani non si rassegnarono all’incursione dei baresi e nel 1099-1100, durante la prima crociata, approdarono a Myra, dove fu loro indicato il sepolcro vuoto dal quale i baresi avevano trafugato le ossa. Qualcuno rammentò di aver visto celebrare le cerimonie più importanti non sull’altare maggiore, ma in un ambiente secondario. Fu in tale ambiente che i veneziani rinvennero una gran quantità di frammenti ossei che i baresi non avevano potuto prelevare. Questi vennero traslati nell’abbazia di San Nicolò del Lido. San Nicolò venne quindi proclamato protettore della flotta della Serenissima e la chiesa divenne un importante luogo di culto. San Nicolò era infatti il protettore dei marinai, non a caso la chiesa era collocata sul porto del lido, dove finiva la laguna e cominciava il mare aperto. A San Nicolò del Lido terminava l’annuale rito dello Sposalizio del Mare.Altre reliquie sono conservate a Soriano nel Cimino (VT).

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IL suo emblema è il bastone pastorale (simbolo del vescovato) e tre sacchetti di monete (o anche tre palle d’oro), queste in relazione alla leggenda della dote concessa alle tre fanciulle. Tradizionalmente è quindi rappresentato vestito da vescovo con mitra e pastorale.

Nella Chiesa ortodossa russa, san Nicola è spesso la terza icona insieme a Cristo e a Maria col bambino nell’iconostasi delle chiese.

Il santo oggi è patrono di marinai, pescatori, farmacisti, profumieri, bottai, bambini, ragazze da marito, scolari, avvocati nonché delle vittime di errori giudiziari. Inoltre è il patrono dei mercanti e commercianti e per questo la sua effige figura nello stemma della Camera di commercio di Bari.

Questa tavola con bordo a rilievo è custodita nel Tesoro delle icone del Monte Sinai. Facente parte delle cosiddette icone “crociate” , è il dipinto su tavola di San Nicola a mezza figura (ambito sinaita o crociato, fine del XIII secolo, tempera e foglia d’oro su legno), che ritrae il santo protettore di Bari, con dolci e raffinati lineamenti, barba folta e corta, canizie e calvizie pronunciata a sottolineare la veneranda età del santo.

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ICONOGRAFIA 2A san Nicola, vescovo di Mira in Asia Minore, é stato attribuito il titolo di taumaturgo, ovvero di “colui che compie miracoli". Viene spesso rappresentato come vescovo, vestito con lo sticharion (tunica), il polystavrion (casùla bianca ricoperta di croci nere poiché il vescovo è testimone della Passione e della Risurrezione del Cristo) e con l’omophorion (stola di lana bianca che simboleggia la pecora smarrita che il Buon Pastore porta sulle spalle).

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LA FESTA DI SAN NICOLA DI BARI

La festa di san Nicola, patrono della città di Bari, si svolge ogni anno, nella prima decade di maggio, tra le vie del centro storico e del lungomare del capoluogo pugliese. Sono decine di migliaia i “pellegrini” che arrivano in città, spesso a piedi, nei giorni della sagra. La festa ricorda l’arrivo a Bari, il 9 maggio del 1087, delle reliquie del santo. Già il giorno della vigilia, prima dell’inizio delle celebrazioni ufficiali, si svolgono in città una serie di riti tradizionali, come l’offerta del pane alla basilica e il corteo storico che rievoca l’arrivo delle preziose reliquie. I giorni di festa sono tre: il primo si apre con la solenne messa celebrata dall’arcivescovo di Bari, dopodiché la statua del santo viene trasportata in mare a bordo di un’imbarcazione. Al calar della sera l’icona del santo fa ritorno sulla terraferma attraverso una solenne processione lungo le vie della città, addobbate a festa. Il clou dei festeggiamenti si raggiunge l’ultimo giorno: dopo la santa messa si procede all’estrazione della manna, ovvero del liquido che fu ritrovato vicino alle reliquie del santo. La cerimonia termina con uno spettacolo di fuochi pirotecnici e il giorno dopo, a chiusura della festa, la statua del santo fa ritorno nella basilica.

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RICONOSCI SAN NICOLA( segna con una crocetta)

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IL SANTO, IL LUOGO

• San Nicola è patrono di Camisano Vicentino che vi dedica la sua chiesa…

Dal 1540 la chiesa è elevata a rango di chiesa abbaziale. In questa sede viene anche trasferita la sede del Santissimo Sacramento. L'edificio originario è stato ristrutturato e ampliato più volte. Il

rifacimento più importante risale agli anni 1744 -1752, quando con la distruzione dell'antica chiesa dedicata a san Daniele fu possibile

riutilizzare molto materiale.All'interno è possibile ammirare la pala d'altare di Giovanni Antonio de

Pieri (1671-1751), che rappresenta i santi Nicola e Valentino ai piedi della vergine, il coro in legno e gli affreschi di Ludovico Dorigny.

Il 4 maggio 1921 un fulmine incendia la cuspide in legno alta 19 metri, costruita dall'abate Zamperetti nel 1858. L' 8 ottobre 1923 il vescovo

Ferdinando Rodolfi benedice il campanile ristrutturato con la ricostruzione dell'ottagono in pietra di Costozza, la nuova cuspide, la

quale fa raggiungere al campanile l'altezza di 64 m., e le nuove 6 campane, costruite dalla ditta Luigi Cavadini di Verona.

Chiesa di San Niccolò a Camisano Vicentino

Raccogli tu ulteriori notizie su san Nicola chiedendo al tuo parroco

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Ora tocca a te: prova a riprodurre l’icona

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LA VERA STORIA DI BABBO NATALE

• Era una fredda notte d'inverno, fra gli anni 243 e 366 d.C., quando nell'antica Roma imperiale amici e parenti si scambiarono le prime "stranae" per festeggiare il "dies natalis". Agli auguri di buona salute si accompagnarono presto ricchi cesti di frutta e dolciumi, e poi doni di ogni tipo, perché la nascita di Gesù e, insieme, l'anniversario dell'ascesa al trono dell‘imperatore, divenissero il simbolo di una prosperità che avrebbe dovuto protrarsi per l'intero anno.

• Passarono i secoli e un bel giorno del 1800 il rito trovò la sua personificazione in un vecchio rubicondo dalla barba bianca, residente al polo nord dove, secondo la tradizione, aiutato da numerosi gnomi, costruirebbe dei giocattoli da distribuire come doni durante la notte di Natale, con l'ausilio di una slitta trainata da renne volanti e passando attraverso i camini delle case.

• Raggiunta una certa età, veniamo a conoscenza di una spiacevole realtà: Babbo Natale altro non è che un personaggio fantastico. Ma tale affermazione non è del tutto vera. Babbo Natale, o almeno un personaggio molto simile è realmente esistito; si tratta di San Nicola.

• Negli anni che seguirono la sua morte, si diffusero numerosissime leggende. Una tra le più famose e confermata da Dante nel Purgatorio (XX, 31-33) è quella delle tre giovani poverissime destinate alla prostituzione. Nicola, addolorato dal pianto e commosso dalle preghiere di un nobiluomo impossibilitato a sposare le sue tre figlie perché caduto in miseria, decise di intervenire lanciando per tre notti consecutive, attraverso una finestra sempre aperta del vecchio castello, i tre sacchi di monete che avrebbero costituito la dote delle ragazze.

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• La prima e la seconda notte le cose andarono come stabilito. Tuttavia la terza notte san Nicola trovò la finestra inspiegabilmente chiusa. Deciso a mantenere comunque fede al suo proposito, il santo dalla lunga barba bianca si arrampicò così sui tetti e gettò il sacchetto di monete attraverso il camino, dov'erano appese le calze ad asciugare, facendo la felicità del nobiluomo e delle sue tre figlie.

• In altre versioni posteriori, forse modificate per poter essere raccontate ai bambini a scopo educativo, Nicola regalava cibo alle famiglie meno abbienti calandoglielo di nascosto attraverso i camini o le finestre. Secondo altre leggende questo santo sarebbe entrato in possesso di un oggetto mitico, il Sacro Graal, che, oltre a essere responsabile della sua capacità di "produrre in abbondanza" da regalare, fu anche causa del trafugamento delle sue spoglie per volere di papa Gregorio VII. In ogni caso san Nicola divenne nella fantasia popolare "portatore di doni", compito eseguito grazie a un asinello nella notte del 6 dicembre (san Nicola, appunto) o addirittura nella notte di Natale.

• Il nome olandese del santo, Sinter Klass, venne importato in America dagli immigrati come Santa Claus, la cui traduzione in italiano è solitamente Babbo Natale. Oggi, però, Babbo Natale ha perso ogni connotazione religiosa e grazie all'inventiva dei pubblicitari di una nota bevanda, la Coca-Cola, è diventato il vecchietto vestito di rosso che conosciamo.

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COME VIENE CHIAMATO SAN NICOLA NEL MONDO?

in Francia - Colin, Colette, Nicol, Colas in Germania- Niklas, Klaus, Nikel in Olanda - Niklas e Klass in USA - Klaus in Spagna - Nicolas in Danimarca - Niels, Nils in Gran Bretagna - Collins, Cole in Polonia- Mikolaj in Ungheria - Miklos in Russia - Russia- Nikolai Kolia

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VERIFICO

RACCONTA E SPIEGA … Come e quando nacque il rito dello scambio delle “stranae”? In chi trova personificazione questo rito nel 1800? Quale leggenda su San Nicola racconta Dante nella Divina

Commedia? Perché nella fantasia popolare San Nicola porta

doni? Esprimi il tuo parere riguardo l’uso

consumistico della figura di San Nicola.

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RAPPRESENTAZIONE DELLE LEGGENDE DI SAN NICOLA

FINE