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HAPPY MONDAYS Uncle Dysfunktional Una band che potrebbe porsi come esempio storico per un movimento epo- cale che cambiò per sempre la musica inglese. Stiamo parlando di “Madchester” a fine anni ‘80: l’inghilterra è in ginocchio e cresce l’alienazione giovanile. I ragazzi annegano le proprie frustrazioni in una musica allucinata e allucinante, dalle fosche inclinazioni e dalle dubbie certez- ze. La musica di cui si fanno portavoce gruppi come gli Happy Mondays, è una musica ibrida che discioglie elementi elettronici in movimenti chitarristici anche abbastanza energici. Passano quasi quindici anni di anonimato e Shaun Ryder decide oggi di riesumare il vecchio nome per tornare sulle scene. La band parte subito in quarta e sembra stupire. Jelly- bean (prima traccia del lotto) fa gridare al miracolo; un lento incedere di bassi pul- santi si intersecano a lamenti elettronici che rendono l’atmosfera acre e fascinosa allo stesso tempo. Il cantato e l’accompa- gnamento chitarristico ricorda da vicino le vittorie raggiunte dai Primal Scream con Screamadelica all’inizio degli anni ’90. Un approccio Dance negli arrangiamenti si fonde in maniera perfetta alle inclinazioni Pop-rock delle melodie. L’album non si fa imbrigliare però sotto un solo schema percettivo e finisce che l’ascoltatore si trovi piutosto spiazzato, viaggiando tra buoni momenti di Garage Rock (In The Blood è forse in questo senso la traccia che più si affida al modello classico di forma canzone) ed episodi di dubbia uti- lità (Weather rappresenta in effetti tutto quello che non va in questo disco, distri- candosi tra una batteria sintetica che alla lunga stanca e un cantato debole e pre- vedibile). Un disco che difficilmente verrà amato al rimo ascolto. KULA SHAKER Strangefolk I più li ricorderanno come gli ultimi pio- nieri di un Brit Pop che non c’è più, come gli ultimi esponenti di una scena che cambiò l’Inghilterra intorno alla metà degli anni ’90. A undici anni dal debut- to e a otto da “Peasants, Pigs & Astro- nauts” la band londinese capitanata da Crispian Mills torna ora con un disco che non cambierà certo la storia della musica, ma che si mostra senza paura per quello che è: puro intrattenimento Pop. La formazione inglese ripropone i costrutti che tanto portarono fortuna nei ’90 e non sbaglia il colpo; il lavoro fonda la sua forza tra l’equilibrio che intercorre tra le soluzioni Pop-Rock di stampo Indie (Out on the Highway viaggia tra melodie accattivanti, condite efficacemente da chitarre vigorose) e i fraseggi più psiche- delici (la traccia che dà il titolo al disco si mostra come uno sfogo parlato che si distende su un sottofondo di arpeggi orientaleggianti). I bassi pulsanti di Song Of Love si intrecciano piacevolente con il lento incedere della voce (che pare anch’essa essere indecisa se calcare le orme di un Liam Gallagher ancor più isterico oppure di accontentarsi di una timbrica più tenera e rilassata). Le con- tinue scorribande di un Hammond dav- vero ben incastonato nei pezzi, l’energia che scaturisce dalle sei corde (subito sedata da puntuali inframezzi strumen- tali dal sapore d’oriente) e una certa voglia di riscatto che pervade l’intero lotto di pezzi, consegna alla critica un lavoro onesto e ben riuscito. Non certo originale e coraggioso ma molto fruibile. Crediamo del resto che nel 2007 essere originale faccia ormai rima con il seguire le proprie inclinazioni artistiche, ignoran- do le mode e le tendenze. WILCO Sky blue sky Prima o poi tutte le band di successo incappano nelle crepe d’approvazione che il tempo insinua nella loro carriera. È quanto è successo ai Wilco di Jeff Tweedy (fondati nel 1994 sulle ceneri degli Uncle Tupelo). Il gruppo propone oggi, dopo tre anni d’attesa, “Sky blue sky”, un disco piut- tosto maturo e raffinato che mal si sposa con il passato da rivoluzionari (in ambito musicale) dei giovani musicisti in questione. Come da copione il disco divide dunque i fan della prima ora. C’è chi per esempio non vede di buon occhio la puli- zia e la bontà (intesa come pacatezza d’intenti) di certi passaggi e chi dunque rimpiange l’elet- tricità di un fulgido passato che non esiste più. Noi invece ci schieriamo con la dolce genialità di pezzi come You are my face, costruiti attorno a semplici giri d’accordi di piano e chitarra (con- diti efficacemente dall’approccio vocale di Jeff Tweedy, sempre delicatamente delizioso). Pop, Folk, e leggere inclinazioni all’elettronica rendo- no il disco un’opera da ascoltare con attenzione e da gustare con estrema cura. Nulla è lasciato al caso. Il lavoro risulta ben suonato e ben arran- giato; sebbene non manchino stralci di infuocata dedizione chitarristica, il meglio della band viene fuori in pezzi sussurrati come Sky blue sky. Il pezzo che da’ il nome al disco si pone a metà strada tra i Coldplay più ispirati e i Radiohead più intimisti. Arpeggi spettrali reggono il filo di una melodia che prende allo stomaco tanto è diretta e ben strutturata. Hate it here richiama poi alla mente le soluzioni adottate qua e la dai Beatles nel corso della loro carriera. Chitarra e voce si rincorrono piacevolmente tra corde pizzicate con rigore e vocalizzi che sembrano più un deliro che una performance vocale. L’atmosfera del disco dunque non si discosta mai da quella che sem- bra una dolce passeggiata in compagnia in riva ad un bel lago. A voi giudicare se ciò rappresenti un bene o un male; noi nel frattempo promuo- veremo sempre dischi così raffinati e coinvolgeni come questo. DI ENRICO MAINERO CIAO AMORE, CIAO AMORE, CIAO! Cécile Slanka Kowalski Cento modi per dirgli ti lascio. Una raccolta di frasi e pensieri per mollare il vostro uomo con stile. Più o meno, nel senso che alcu- ne di queste uscite di scena sono proprio di pessimo gusto, insomma, cadute di stile, per la verità. Ma almeno fanno ridere, o quanto meno sorride- re. C’è la tipa delusa “ quando ci siamo conosciuti non volevo esserti amica perché ti desideravo come amante. Ma da quando sono diventata la tua amante mi chiedo se invece tu non avessi ragione fin dall’inizio: non sarebbe meglio se fossimo solo amici? Senza offesa…”. E c’è quella sadica “caro Ettore, so per espe- rienza che la cosa più dolorosa, quando si viene lasciati, è non comprenderne le ragioni. Quindi non ti spiegherò le mie”. Anche se, per dirla proprio tutta, a leggerne un po’ di queste frasi si fini- sce per pensare a delle donnine più o meno frustrate che, dopo essere state mollate, si mettono lì e scrivono quello che nella loro testa, a parti invertite, avrebbero voluto dire ai rispettivi ex. Se ne avessero avuto il coraggio. O magari la possibilità. Uno sfogo post rottura? Chissà. Comunque, senza starci tanto a pensare su, è un libro che può essere piacevole da sfogliare, magari sul- l’autobus! MARK 2.0 Chris Farnell Fazi Editore A volte ritornano. Leggendo questo romanzo viene subito in mente il titolo della raccolta di Stephen King. Sì, perché Mark 2.0 significa che Mark è tornato, dopo la morte, con un corpo tutto nuovo e soprattutto sano. Il vecchio Mark, quello morto, per intenderci, era un ragazzino malato. Dopo la sua scomparsa i genitori si sono rivolti ad una compagnia specializzata nella clonazione di esseri umani e in capo a qualche mese hanno ricevuto a casa questa versione di Mark, nuova di zecca e senza difetti di fabbricazione. Il clone, grazie alla tecnica dell’Apprendimento Veloce, ha inca- merato tutti i ricordi di Mark e ha imparato a usare il suo stesso linguaggio. I genitori, storditi dal dolore, si godono il clone come se fosse veramente loro figlio. Ma Phil, il suo migliore amico e Lauren, la sorellina più piccola, arricciano il naso perché sentono puzza di bruciato. Mark 2.0 è geneticamente identico all’altro, anzi migliore, dal momento che è in salute, ma per il resto? Il carattere, i pensieri, le sensazioni del vecchio Mark, dove sono finite? Si può voler bene al clone e fingere che nulla sia cam- biato? Molte di queste domande rimangono in sospeso ed altre trovano una risposta solamente quando vengono alla luce verità angosciose. Il libro di Chris Farnell ha dei limiti: la caratterizzazio- ne dei personaggi è a tratti superficiale e la narrazione procede per blocchi scarsamente armonizzati. DI SIMONA MASTRANGELO 46 47 cOSA STAI LEGGENDO? I più letti da Giovani.it 1) Gomorra - Roberto Saviano 2) Meno male che ci sei - Maria Daniela Ranieri 3) Il cacciatore di aquiloni - Khaled Hosseini 4) Tu più di chiunque altro - Miranda July 5) La scomparsa dei fatti - Marco Travaglio “UGOLE ROSA” La voce femminile più bella 1) Giorgia 2) Anastacia 3) Elisa 4) Whitney Houston 5) Nelly Furtado LENTAMENTE PRIMA DI MORIRE Patrick Fogli Edizioni Piemme Un thriller così bello non lo legge- vo da un po’. E se anche Carlo Lucarelli ne ha parlato in termini estremamente positivi, evidente- mente non sono la sola a pensar- la in questo modo. Patrick Fogli, al suo esordio letterario, ha costruito una storia avvincente, ricca di suspen- ce e colpi di scena. La trama è complicata, si snoda tra Bolo- gna e la Sicilia e vede agire una moltitudine di personaggi, tra principali e secondari, le cui vite, in qualche modo, si rivelano legate da fili sot- tili. Sottili d’accordo, ma taglien- ti. Fili che a volte possono girare intorno alla gola e stringersi fino a diventare un cappio mortale. Per fermare la scia di sangue e morte che lo circonda, il commissario Gabriele Riccardi deve pensa- re velocemente, penetrare nella mente perversa del suo avver- sario e prevedere le sue mosse in tempo utile per bloccarne gli effetti esiziali. Come in una partita a scacchi. Solo che il commis- sario gioca su due piani paral- leli: da una parte c’è il suo ruolo sociale di poliziotto sulle tracce di un killer spietato; dall’altra c’è il suo lato umano che lo spinge a lottare disperatamente contro il tempo per salvare Alice, la donna che ama. Quest’ultima è in coma da diversi giorni per aver mangia- to un cioccolatino in cui qualcuno aveva inoculato un batterio alta- mente tossico. Tutto ciò avviene mentre Gaspare Nunia, un mafio- so detenuto in un carcere di mas- sima sicurezza, riesce ad evade- re simulando una colica renale. La sua fuga innesca una catena di eventi che si susseguono a un ritmo incalzante, tinteggiando la narrazione del colore del san- gue. Gaspare Nunia è fuggito dal carcere per soddisfare il suo desiderio di vendetta e chiudere i conti col passato. Il suo obietti- vo numero uno è colpire l’uomo che gli ha sterminato la famiglia. Storie di mafia. Ma poi ci sareb- be da sistemare il poliziotto che lo ha incastrato e che, per erro- re, ha ucciso la sua ragazza, Teresa, vittima innocente di un pericoloso gioco tra guardie e ladri. Se il nome di quel poliziot- to è Gabriele Riccardi, allora i conti sembrano tornare. Alice è il prezzo da pagare per aver stron- cato la vita di Teresa. Occhio per occhio e dente per dente. Ma la realtà è molto più complicata e lo stesso Gaspare Nunia, assassino spietato, non è che una pedi- na manovrata da un giocatore molto più abile e insidioso. Una sorta di scienziato, un killer fred- do e meticoloso che gioca a fare il piccolo chimico e sintetizza nel suo laboratorio virus letali e sco- nosciuti. Inseguendo ancora una volta una vendetta da consu- mare lentamente. Delle storie a incastro, come le scatole cinesi, congegnate per catturare l’at- tenzione del lettore e tenerla viva, in un crescendo di tensione, per tutte le quattrocento e oltre pagi- ne del romanzo. La prosa alterna momenti di rapida essenzialità a momenti in cui la narrazione sembra procedere per immagini e avvolgersi attorno ad esse per trasmettere delle sensazioni. Da leggere quanto prima!

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Di Valentina Grispo

HAPPY MONDAYSUncle Dysfunktional

Una band che potrebbe porsi come esempio storico per un movimento epo-cale che cambiò per sempre la musica inglese. Stiamo parlando di “Madchester” a fine anni ‘80: l’inghilterra è in ginocchio e cresce l’alienazione giovanile. I ragazzi annegano le proprie frustrazioni in una musica allucinata e allucinante, dalle fosche inclinazioni e dalle dubbie certez-ze. La musica di cui si fanno portavoce gruppi come gli Happy Mondays, è una musica ibrida che discioglie elementi elettronici in movimenti chitarristici anche abbastanza energici. Passano quasi quindici anni di anonimato e Shaun Ryder decide oggi di riesumare il vecchio nome per tornare sulle scene. La band parte subito in quarta e sembra stupire. Jelly-bean (prima traccia del lotto) fa gridare al miracolo; un lento incedere di bassi pul-santi si intersecano a lamenti elettronici che rendono l’atmosfera acre e fascinosa allo stesso tempo. Il cantato e l’accompa-gnamento chitarristico ricorda da vicino le vittorie raggiunte dai Primal Scream con Screamadelica all’inizio degli anni ’90. Un approccio Dance negli arrangiamenti si fonde in maniera perfetta alle inclinazioni Pop-rock delle melodie. L’album non si fa imbrigliare però sotto un solo schema percettivo e finisce che l’ascoltatore si trovi piutosto spiazzato, viaggiando tra buoni momenti di Garage Rock (In The Blood è forse in questo senso la traccia che più si affida al modello classico di forma canzone) ed episodi di dubbia uti-lità (Weather rappresenta in effetti tutto quello che non va in questo disco, distri-candosi tra una batteria sintetica che alla lunga stanca e un cantato debole e pre-vedibile). Un disco che difficilmente verrà amato al rimo ascolto.

KULA SHAKERStrangefolk

I più li ricorderanno come gli ultimi pio-nieri di un Brit Pop che non c’è più, come gli ultimi esponenti di una scena che cambiò l’Inghilterra intorno alla metà degli anni ’90. A undici anni dal debut-to e a otto da “Peasants, Pigs & Astro-nauts” la band londinese capitanata da Crispian Mills torna ora con un disco che non cambierà certo la storia della musica, ma che si mostra senza paura per quello che è: puro intrattenimento Pop. La formazione inglese ripropone i costrutti che tanto portarono fortuna nei ’90 e non sbaglia il colpo; il lavoro fonda la sua forza tra l’equilibrio che intercorre tra le soluzioni Pop-Rock di stampo Indie (Out on the Highway viaggia tra melodie accattivanti, condite efficacemente da chitarre vigorose) e i fraseggi più psiche-delici (la traccia che dà il titolo al disco si mostra come uno sfogo parlato che si distende su un sottofondo di arpeggi orientaleggianti). I bassi pulsanti di Song Of Love si intrecciano piacevolente con il lento incedere della voce (che pare anch’essa essere indecisa se calcare le orme di un Liam Gallagher ancor più isterico oppure di accontentarsi di una timbrica più tenera e rilassata). Le con-tinue scorribande di un Hammond dav-vero ben incastonato nei pezzi, l’energia che scaturisce dalle sei corde (subito sedata da puntuali inframezzi strumen-tali dal sapore d’oriente) e una certa voglia di riscatto che pervade l’intero lotto di pezzi, consegna alla critica un lavoro onesto e ben riuscito. Non certo originale e coraggioso ma molto fruibile. Crediamo del resto che nel 2007 essere originale faccia ormai rima con il seguire le proprie inclinazioni artistiche, ignoran-do le mode e le tendenze.

WILCOSky blue sky

Prima o poi tutte le band di successo incappano nelle crepe d’approvazione che il tempo insinua nella loro carriera. È quanto è successo ai Wilco di Jeff Tweedy (fondati nel 1994 sulle ceneri degli Uncle Tupelo). Il gruppo propone oggi, dopo tre anni d’attesa, “Sky blue sky”, un disco piut-tosto maturo e raffinato che mal si sposa con il passato da rivoluzionari (in ambito musicale) dei giovani musicisti in questione. Come da copione il disco divide dunque i fan della prima ora. C’è chi per esempio non vede di buon occhio la puli-zia e la bontà (intesa come pacatezza d’intenti) di certi passaggi e chi dunque rimpiange l’elet-tricità di un fulgido passato che non esiste più. Noi invece ci schieriamo con la dolce genialità di pezzi come You are my face, costruiti attorno a semplici giri d’accordi di piano e chitarra (con-diti efficacemente dall’approccio vocale di Jeff Tweedy, sempre delicatamente delizioso). Pop, Folk, e leggere inclinazioni all’elettronica rendo-no il disco un’opera da ascoltare con attenzione e da gustare con estrema cura. Nulla è lasciato al caso. Il lavoro risulta ben suonato e ben arran-giato; sebbene non manchino stralci di infuocata dedizione chitarristica, il meglio della band viene fuori in pezzi sussurrati come Sky blue sky. Il pezzo che da’ il nome al disco si pone a metà strada tra i Coldplay più ispirati e i Radiohead più intimisti. Arpeggi spettrali reggono il filo di una melodia che prende allo stomaco tanto è diretta e ben strutturata. Hate it here richiama poi alla mente le soluzioni adottate qua e la dai Beatles nel corso della loro carriera. Chitarra e voce si rincorrono piacevolmente tra corde pizzicate con rigore e vocalizzi che sembrano più un deliro che una performance vocale. L’atmosfera del disco dunque non si discosta mai da quella che sem-bra una dolce passeggiata in compagnia in riva ad un bel lago. A voi giudicare se ciò rappresenti un bene o un male; noi nel frattempo promuo-veremo sempre dischi così raffinati e coinvolgeni come questo.

Di enrico Mainero

CIAO AMORE, CIAO AMORE, CIAO!Cécile SlankaKowalski

Cento modi per dirgli ti lascio. Una raccolta di frasi e pensieri per mollare il vostro uomo con stile. Più o meno, nel senso che alcu-ne di queste uscite di scena sono proprio di pessimo gusto, insomma, cadute di stile,

per la verità. Ma almeno fanno ridere, o quanto meno sorride-re. C’è la tipa delusa “ quando ci siamo conosciuti non volevo esserti amica perché ti desideravo come amante. Ma da quando sono diventata la tua amante mi chiedo se invece tu non avessi ragione fin dall’inizio: non sarebbe meglio se fossimo solo amici? Senza offesa…”. E c’è quella sadica “caro Ettore, so per espe-rienza che la cosa più dolorosa, quando si viene lasciati, è non comprenderne le ragioni. Quindi non ti spiegherò le mie”. Anche se, per dirla proprio tutta, a leggerne un po’ di queste frasi si fini-sce per pensare a delle donnine più o meno frustrate che, dopo essere state mollate, si mettono lì e scrivono quello che nella loro testa, a parti invertite, avrebbero voluto dire ai rispettivi ex. Se ne avessero avuto il coraggio. O magari la possibilità. Uno sfogo post rottura? Chissà. Comunque, senza starci tanto a pensare su, è un libro che può essere piacevole da sfogliare, magari sul-l’autobus!

MARK 2.0Chris FarnellFazi Editore

A volte ritornano. Leggendo questo romanzo viene subito in mente il titolo della raccolta di Stephen King. Sì, perché Mark 2.0 significa che Mark è tornato, dopo la morte, con un corpo tutto nuovo e soprattutto sano. Il vecchio Mark, quello morto, per intenderci, era un ragazzino malato. Dopo la sua scomparsa i genitori si sono

rivolti ad una compagnia specializzata nella clonazione di esseri umani e in capo a qualche mese hanno ricevuto a casa questa versione di Mark, nuova di zecca e senza difetti di fabbricazione. Il clone, grazie alla tecnica dell’Apprendimento Veloce, ha inca-merato tutti i ricordi di Mark e ha imparato a usare il suo stesso linguaggio. I genitori, storditi dal dolore, si godono il clone come se fosse veramente loro figlio. Ma Phil, il suo migliore amico e Lauren, la sorellina più piccola, arricciano il naso perché sentono puzza di bruciato. Mark 2.0 è geneticamente identico all’altro, anzi migliore, dal momento che è in salute, ma per il resto? Il carattere, i pensieri, le sensazioni del vecchio Mark, dove sono finite? Si può voler bene al clone e fingere che nulla sia cam-biato? Molte di queste domande rimangono in sospeso ed altre trovano una risposta solamente quando vengono alla luce verità angosciose. Il libro di Chris Farnell ha dei limiti: la caratterizzazio-ne dei personaggi è a tratti superficiale e la narrazione procede per blocchi scarsamente armonizzati.

Di siMona MastranGelo 46 47cOSA STAI LEGGENDO?I più letti da Giovani.it

1) Gomorra - Roberto Saviano2) Meno male che ci sei - Maria Daniela Ranieri

3) Il cacciatore di aquiloni - Khaled Hosseini 4) Tu più di chiunque altro - Miranda July

5) La scomparsa dei fatti - Marco Travaglio

“UGOLE ROSA”La voce femminile più bella

1) Giorgia 2) Anastacia

3) Elisa 4) Whitney Houston

5) Nelly Furtado

LENTAMENTE PRIMA DI MORIREPatrick FogliEdizioni Piemme

Un thriller così bello non lo legge-vo da un po’. E se anche Carlo Lucarelli ne ha parlato in termini estremamente positivi, evidente-mente non sono la sola a pensar-la in questo modo. Patrick Fogli, al suo esordio l e t te ra r io , ha cost ru i to una storia avvincente, ricca di suspen-ce e co lp i d i scena. La trama è complicata, si snoda tra Bolo-gna e la Sicilia e vede ag i re una moltitudine di personaggi, tra principali e secondari, le cui vite, in qualche modo, si rivelano legate da fili sot-tili. Sottili d’accordo, ma taglien-ti. Fili che a volte possono girare intorno alla gola e stringersi fino a diventare un cappio mortale. Per fermare la scia di sangue e morte che lo circonda, il commissario Gabriele Riccardi deve pensa-re velocemente, penetrare nella mente perversa del suo avver-sario e prevedere le sue mosse in tempo utile per bloccarne gli effetti esiziali. Come in una partita a scacchi. Solo che il commis-sario gioca su due piani paral-leli: da una parte c’è il suo ruolo sociale di poliziotto sulle tracce di un killer spietato; dall’altra c’è il suo lato umano che lo spinge a lottare disperatamente contro il tempo per salvare Alice, la donna che ama. Quest’ultima è in coma da diversi giorni per aver mangia-to un cioccolatino in cui qualcuno aveva inoculato un batterio alta-mente tossico. Tutto ciò avviene mentre Gaspare Nunia, un mafio-so detenuto in un carcere di mas-

sima sicurezza, riesce ad evade-re simulando una colica renale. La sua fuga innesca una catena di eventi che si susseguono a un ritmo incalzante, tinteggiando la narrazione del colore del san-gue. Gaspare Nunia è fuggito dal carcere per soddisfare il suo desiderio di vendetta e chiudere i conti col passato. Il suo obietti-vo numero uno è colpire l’uomo che gli ha sterminato la famiglia.

Storie di mafia. Ma poi ci sareb-be da sistemare il poliziotto che lo ha incastrato e che, per erro-re, ha ucciso la sua ragazza, Teresa, vittima innocente di un pericoloso gioco t ra guard ie e ladri. Se il nome di quel poliziot-to è Gabr ie le Riccardi, allora i conti sembrano tornare. Alice è il

prezzo da pagare per aver stron-cato la vita di Teresa. Occhio per occhio e dente per dente. Ma la realtà è molto più complicata e lo stesso Gaspare Nunia, assassino spietato, non è che una pedi-na manovrata da un giocatore molto più abile e insidioso. Una sorta di scienziato, un killer fred-do e meticoloso che gioca a fare il piccolo chimico e sintetizza nel suo laboratorio virus letali e sco-nosciuti. Inseguendo ancora una volta una vendetta da consu-mare lentamente. Delle storie a incastro, come le scatole cinesi, congegnate per catturare l’at-tenzione del lettore e tenerla viva, in un crescendo di tensione, per tutte le quattrocento e oltre pagi-ne del romanzo. La prosa alterna momenti di rapida essenzialità a momenti in cui la narrazione sembra procedere per immagini e avvolgersi attorno ad esse per trasmettere delle sensazioni. Da leggere quanto prima!

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Di FulVio rossetti

ESPIAZIONEdal 21 settembre

Espiazione è, prima che un bel film, un bellissimo libro (e io sono di parte, perché ne sono stata innamorata). L’autore è Ian McEwan, uno scrittore inglese ormai famoso, originale e cupo, sensibile e dal tratto intel-ligente e fresco, che ha scritto un romanzo mera-vigl ioso e mai noioso. Romanzo che, per l’ap-punto, mi ha rapito per circa una settimana: non appena avevo del tempo libero mi iso-lavo per immergermi nella vita di Bryoni, la protagonista della storia. E man mano che le pagine nella mia mano destra diminuivano, io diventavo Bryoni. E se una parte di me diventava vorace nella lettura, curiosa di sapere come sarebbe andata a finire, l’altra non voleva affret-tarsi troppo (poteva non esserci il lieto fine. La vita è così...). Ma ora andiamo al cinema. Il film è bello innanzitutto perché la storia è molto bella (mi ripeto). Non perché sia propriamente originale l’idea di fondo (il tema dell’erro-re, anche involontario, è stato racconta-to tante volte) ma per come gli effetti di questo sbaglio nella successiva esisten-za di colei che l’ha commesso e di quelli che l’hanno subito vengono raccontati. Ci si immedesima, anche se estranei.Siamo nel 1935, e fuori i l caldo è opprimente. Bryoni ha 13 anni, un’im-maginazione sfrenata, una passione per la letteratura, la scrittura, e una scarsa esperienza della vita. Vede dalla finestra una scena tra sua sorella e Robbie, il figlio della cameriera che è cresciuto con loro, legge furtivamente una lettera di Robbie che non è destinata a lei, coglie di sorpresa Robbie e la sorella appartati in biblioteca, e quando nel buio

del giardino vede una figura maschile che si allontana dalla cugina Lola, lei ha già deciso il nome del molestato-re. Ma sbaglierà. E la pesante accusa distrug-gerà la vita di due per-sone innocenti. Comin-cia così l’espiazione di Bryoni, che culminerà nella stesura di un libro,

da pubblicare dopo la sua morte per-ché lì ci sono i nomi dei colpevoli del silenzio. E finisce anche la vita di Bryoni, a sessantacinque anni, svanisce la sua memoria per una malattia crudele che le è appena stata diagnosticata, e che in fin dei conti pare essere anche la fine della sua espiazione, perché le cancella la memoria, e il ricordo quindi anche di quel giorno. E il lettore capisce alla fine di avere in mano proprio quel libro: insom-ma, un libro del libro.Bryoni è interpretata tredicenne da Saoir-se Ronan, brava per la sua capacità di catturare l’attenzione dello spettatore e di manifestare tutti gli sconvolgimen-ti della sua tenera età. Il suo battere sui tasti della macchina da scrivere scandi-sce la storia, la memoria. Da adulta ha il volto di Keira Knightle, che a volte oscu-ra il suo partner James McAvoy (a parte lo sguardo languido che spezzerebbe il cuore a qualsiasi ragazza). La regia basata su sguardi e gesti più che sui dia-loghi, dimostra di tenere al particolare e alla precisione, e spesso Wright si ferma su primi piani di oggetti che diventano quindi più importanti degli attori nel-l’esprimere un sentimento. Da vedere. E assolutamente da leggere.

FUNERAL PARTYdal 21 settembre

Avvertenze: si consiglia la visione solo ad un pubbli-co con spiccato umorismo inglese. Come anche i meno arguti potranno capire, si scherza sulla morte, sugli errori, sulla rottura di schemi che dovrebbero governare momenti come un funerale, vincolato a ferree regole ceri-

moniali. E invece no, non qui (anche perché – dire-te voi – altrimenti sarebbe stato difficile far ridere). “Mio nonno era un uomo inutile. Al suo funerale il carro funebre seguiva le altre auto” sarebbe stata una battuta perfetta per Funeral Party (se non fosse stata usata da Woody Allen). Gli ingredien-ti non sono nuovi, un funerale e una serie di ele-menti e personaggi destabilizzanti come in Quat-tro matrimoni e un funerale. Conscia del fatto che ormai esista una buona dose di rischio quando si entra al cinema per vedere un film comico, stavol-ta ho tirato un sospiro di sollievo. Filmetto piace-vole, divertente e soldi non buttati. Combinazione vincente.

HAIRSPRAYDal 28 settembre

Questo film forse vi farà ride-re, o forse vi farà solamente sorridere, ma su di me non ha avuto nessun effetto. Ma possibile che John Travolta travestito da donna grassa debba far ridere a prescinde-re? Io non riesco a sbellicar-mi – questo dovrebbe esse-re l’effetto voluto no? – solo

perché a fine carriera un noto attore si ricicla in ruoli che non avrebbe mai ricoperto da giovane. D’ac-cordo che cambiare ruolo è naturale e fisiologico (e cronologico, aggiungerei) ma adesso il Vincent Vega di Pulp Fiction me lo devo ritrovare anche nei panni di Edna, la casalinga di Hairspray? Gli atto-ri sono ovviamente bravi, e il film è colorato e si lascia guardare, ma a parte il fatto di non essere amalgamato al meglio (regia più concentrata sulle coreografie spesso non lega bene le musiche alle scene) è l’umorismo di fondo a non convincermi. E’ come vedere gente che ride perché qualcuno ha raccontato una barzelletta divertente. Ma io, la barzelletta, non l’ho neanche sentita.

48 Di Valentina GuiDucci

49

“CHE FIGOOOOO!!!”L’attore italiano più sexy

1) Raoul Bova 2) Gabriel Garko

3) Luca Argentero 4) Kim Rossi Stuart

5) Alessandro Gassman

KOMITIVA“Parti dal Web e finisci in TV” (www.komitiva.it)

Ad ottobre è partita KOMITIVA (www.komitiva.it), la nuova vlog community di GXT dedicata a tutti i ragazzi che hanno voglia di raccontarsi senza vincoli e in totale libertà.

KOMITIVA è un po’ Web e un po’ TV. Anzi è meglio, è tutte e due le cose insieme. E’ uno spazio aperto a cui puoi dare qualsiasi forma e contenuto, in cui puoi dire e uploadare quello che vuoi: foto, immagini, commenti, link….

Realizza un video con i tuoi amici. Usa il tele-fonino, la webcam, la digitale o la videocame-ra, qualsiasi formato andrà bene, e racconta tutto quello che vi passa per la testa.

Vai su www.komitiva.it e fai l’upload. Commen-ta e vota i video degli altri e fatti votare perchè le comitive più votate andranno in TV su GXT, solo su SKY canale 702.

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HALO 3

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A cura di Pietro Quattrone

Nel pomeriggio di giorno 21 settembre abbiamo avuto modo di incontrare Jonty Barnes uno dei produttori responsabili di Halo 3. Con relativa calma, in una stanza riservata in uno degli hotel che circondano il padiglione fieristico di Tokyo, ci sono stati mostrati uno spezzone del single player e la modalità Forge, dedicata invece al multiplayer.

Single+Forge Sullo showfloor del TGS 2007 Halo era presente solo sotto forma di multiplayer tra otto postazioni collegate fra loro e vi possiamo garantire che l’afflusso è stato continuo per giocare al titolo più importante presente nello stand Microsoft. Noi abbiamo colto l’occasione e grazie a Bungie abbiamo potuto vedere anche una piccolissima parte della campagna. Quello che in realtà ci è stato mostrato riguardo al single player è un filmato preso tramite la eccezionale funzione del gioco Bungie che permette di registrare ogni nostra partita. Nello specifico la sfida memorizzata era ambientata nel livello chiamato Judgement e si è svolta in multiplayer in modalità cooperativa. Mr. Barnes ha insistito molto sul fatto che giocare ad Halo 3 deve essere una cosa di gruppo, improntata alla socializzazione, pur essendosi comunque dichiarato un grande amante della modalità in singolo. Per il produttore è fondamentale che giocando si possano mandare continui feedback agli amici collegati via Xbox live, ecco che per rispondere a questa necessità ad esempio è nata la modalità “movie” che permette di registrare le nostre partite, ma non solo visto che poi è possibile inviarle agli amici, oppure ottenere delle foto dal filmato e mandarle “in giro” a tutti i contatti della friend list. Con Halo 3 tutto questo è diventato realtà e ci immaginiamo solo quante amichevoli prese in giro nasceranno via Xbox Live. I video possono inoltre essere guardati insieme sempre tramite il servizio internet di Microsoft oppure semplicemente salvati e archiviati. I due giocatori, un Master Chief ed un Arbiter si sono subito dati da fare nel mezzo della grande battaglia in corso all’aperto, all’esterno di una base. Abbiamo potuto gustare ogni frangente della sfida mettendo in pausa il filmato, ruotando la telecamera, spostandola liberamente e stringendola sui dettagli. Nella lotta contro gli invasori alieni i due del team Bungie si sono trovati di fronte uno Scarab, una sorta di grandissimo carro armato alieno su quattro zampe. Abbiamo visto due diversi modi per abbatterlo, puntando con armi pesanti (come le torrette al plasma o le mitragliatrici) contro le giunture delle gambe meccaniche, oppure saltando sulla schiena

dello Scarab distruggere la sala comandi, azzerando quindi la potenza distruttiva del mezzo dei Covenant. Una volta messo ko lo Scarab questi esploderà in centinaia di pezzi, e frame dopo frame abbiamo potuto ammirare la bontà degli effetti particellari e la polverizzazione estrema della grossa creatura meccanica aliena.

Multiplayer creativoUna sfida ulteriore è senza dubbio data dai teschi e soprattutto dall’Iron Skull che una volta preso legherà a doppio filo la nostra energia alla vita dell’alleato, se lui verrà ferito noi di conseguenza, e pensate a cosa potrebbe succedere in caso di morte… La seconda parte della presentazione si è basata sulla modalità Forge, per chi non lo sapesse un’invenzione di Bungie che consente di modificare in tempo reale i dettagli dell’area di gioco, in pratica è possibile alterare ogni cosa, tranne i dati fisici della mappa. Entrambi i contendenti dell’uno contro uno messo in piedi per l’occasione, ci hanno fatto vedere con che facilità ed immediatezza è possibile entrare nel menu di Forge, scegliere l’elemento da posizionare e modificare così in un attimo le strategie e l’equilibrio del gioco. State perdendo di molto? Ok la soluzione è un bel carro armato Scorpion, detto fatto è questione di secondi. Ovviamente non si possono inserire oggetti all’infinito, ma tutto è sottoposto ad un accurato sistema di bilanciamento della sfida, tenendo sempre presente il contesto in cui si gioca. Una mappa piccola non potrà certamente essere riempita di veicoli. E’ possibile modificare anche gli spawn point, si potrà ad esempio far rinascere l’avversario faccia alla parete in modo da confonderlo per i secondi necessari a piazzare un’altra kill. Ci è stato mostrato anche una pazza variante nata grazie a Forge e cioè il baseball, i due giocatori armati rispettivamente con un lanciarazzi e con un martello gravitazionale si tiravano e ribattevano un razzo come fosse una palla. In Bungie sono scatenati e sanno proprio come divertire, questo è certo. Questo dal TGS è sicuramente uno degli ultimi articoli dedicati ad Halo 3 prima dell’imminente recensione, non possiamo che ribadire che la voglia di buttarsi sulla campagna in single player e sul vasto mondo multiplayer è tanta, ma proprio tanta. Manca poco al 26 settembre 2007, una data che ricorderete a lungo.

A cura di Pietro Quattrone

Se c’è un titolo Xbox 360 molto atteso in Giappone questo è di sicuro Lost Odissey, il secondo progetto, il primo è stato Blue Dragon, nato dalla mente di Hironobu Sakaguchi, il mai abbastanza osannato padre di Final Fantasy. Sullo showfloor del Tokyo Game Show, a parte una rapida presentazione completamente in giapponese in una sorta di teatro all’interno dello stand Microsoft, non c’era traccia del nuovo titolo dei Mistwalker, ma noi non ci siamo arresi. Siamo riusciti ad avere accesso ad una visione a porte chiuse e ve la proponiamo in esclusiva sulle pagine di Multiplayer.it.

RPG epicoL’incontro è stato condotto da Hees Kyung, Global Product Manager di Lost Odissey, che ci ha mostrato alcuni spezzoni tratti da momenti diversi della lunga storia ideata da Sakaguchi-san. Lost Odissey, per chi si fosse distratto, è un RPG di stampo classico ambientato in un mondo fantastico in cui il protagonista di nome Kaim dopo una vita da immortale lunga 1000 anni perde la memoria, e qui inizia la nostra storia. Tutto il gioco, infatti, ruota attorno al concetto di recuperare le informazioni sul personaggio, i suoi ricordi collegati a luoghi e a persone che incontreremo. Queste tracce faranno affiorare i primi elementi, colpendo Kaim con la forza opprimente che solo un dolore intenso può causare. Nel corso dell’avventura, che durerà tra le 40 e le 50 ore, Kaim cadrà sarà spesso preda di flashback che sono serviti a Sakaguchi per raccontare il passato dell’immortale, e che a noi servono per comprendere a pieno lo sviluppo della storia. Nel primo spezzone che ci è stato mostrato, Kaim si trovava su una catena montuosa, le Ipsilon Mountains, in un ambiente particolarmente ostile, selvaggio e brullo, ed in più con una forte pioggia battente che ne rallenta l’avanzata. Durante la salita è stato attaccato più volte, senza preavviso e da un nemico in pratica invisibile. Un bagliore e l’improvviso cambio dell’immagine ci hanno fatto ricordare che Sakaguchi ha impostato Lost Odissey con combattimenti generati in maniera casuale, senza la possibilità di vedere e quindi schivare i nemici. Durante gli scontri, il più emozionante dei quali contro un grifone che ha attaccato dall’alto, il party si è “scomposto” mostrando i tre componenti: Kaim, Sarah e un mago misterioso. Nel corso dell’intero gioco, che si sviluppa attraverso 4 dvd, incontreremo altri 9 personaggi principali i quali potranno tutti entrare a far parte del nostro gruppo e, di volta in volta, sarà possibile scegliere chi inserire nel team da 5 che affronta le battaglie. I combattimenti sono rigorosamente a turni e ci è stato mostrato il “precision aiming system”, un sorta di temporizzatore dell’attacco in corpo a corpo. Sul nemico compare un mirino circolare e per

ottenere i migliori effetti possibili dalla nostra mossa dovremo tenere premuto il grilletto per poi rilasciarlo al momento giusto. Ci è inoltre stato spiegato come funziona il sistema difensivo dei personaggi presenti su schermo durante le battaglie. La formazione di base è costituita da due linee e tra queste sarà possibile cambiare la disposizione dei soggetti, ovviamente sarà meglio mettere i guerrieri più robusti davanti in modo da proteggere i più deboli situati nelle retrovie. Un indicatore in alto sulla destra dello schermo indica il livello ottenuto dai giocatori che compongono il primo fronte difensivo, e questo altro non è se non la somma dei loro valori proprio in questa caratteristica. Una volta raggiunta la sommità della montagna un flashback molto intenso ci fa vedere Kaim sotto varie angolazioni, come se fosse emerso dall’acqua o da un lungo sonno, ma di più non è dato sapere.

Non solo filmati Il party si separerà più volte nel corso della storia, creando sotto gruppi che si muoveranno autonomamente. Nel corso della dimostrazione è stato mostrata proprio una di queste occasioni, quello che sembra un assalto ad una fortezza con un macchinario emerge dal sottosuolo e dal quale partono all’assalto decine di guerrieri armati di tutto punto. A questo assalto partecipano anche Sarah ed un altro personaggio, Torpen, un cavaliere biondo ed insicuro, che sappiamo essere l’erede al trono del mondo in cui è ambientato Lost Odissey. Nella città sono in corso moltissimi combattimenti ed il gruppo, ridotto a sole due unità, si trova ad affrontare diversi incontri fino a quando trova e libera un uomo anziano che sembra avere un rapporto di parentela proprio con Sarah (nel dettaglio sembra che Sarah sia la madre di questo “vecchietto”, come questo sia possibile lo sapremo solo giocando Lost Odissea). Gli intermezzi che raccontano questi eventi sono talvolta realizzati con la computer grafica, come nel caso dell’assalto, oppure con il motore del gioco come nella liberazione del nuovo componente del party. In entrambi i casi il risultato ottenuto è ottimo ed il coinvolgimento massimo, ci è inoltre stato assicurato che il bilanciamento tra parti giocate e parti “raccontate” è stato valutato con molta attenzione proprio per evitare di opprimere il giocatore con pezzi non giocabili troppo lunghi.

LOst Odissey

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A cura di Antonio ‘Tanzen’ Fucito

Anche se a prima vista può essere scambiato per una semplice appendice della saga principale, Metal Gear Online è un titolo completo a tutti gli effetti, e rappresenta la visione di Kojima della componente multiplayer e online di Metal Gear Solid. Al TGS era possibile partecipare ad una sessione di gioco sei contro sei, e ci siamo subito messi in fila per prenderne parte. Prima di cominciare la partita, siamo stati accompagnati in una saletta, assieme agli altri elementi della nostra squadra, per una sorta di briefing nel quale un’avvenente signorina Giapponese, dotata di frustino e tenuta militare, ci ha illustrato i comandi del gioco, le strategie di gara e la mappa, con tutte le nostre posizioni (non stiamo scherzando, abbiamo solo enfatizzato un po’ il tutto). Una volta seduti nella nostra postazione, ci si è presentata una schermata

con alcune informazioni, a partire dal nome della mappa, la tipologia di partita (in questo caso il deatmatch a squadre) e alcune opzioni, come quella per visualizzare la mappa stessa, lo stato dei propri compagni e le abilità correlate con il grado di confidenza relativo ad ogni tipo di arma. Una seconda schermata ci ha permesso di selezionare l’arma primaria, quella secondaria (e in questo caso si possono scegliere mitra, fucili da cecchino, pistole con silenziatore e così via) ed infine il tipo di bomba, se fumogena, esplosiva o altro. Giunti finalmente in partita, il motore grafico ci è parso lo stesso del quarto capitolo della saga, debitamente modificato per permettere a tutti i giocatori (il numero massimo sarà sedici nella versione finale) di godere di un’esperienza fluida e non penalizzante. Anche il sistema di controllo è lo stesso identico di Metal Gear Solid 4. Innanzitutto la telecamera è completamente configurabile con l’analogico destro del pad, sia in altezza che lateralmente; premendo il tasto R3 viene invece posizionata alle spalle di Snake. Il tasto X serve per abbassarsi e camminare quindi in maniera silenziosa, per eseguire un salto in avanti in corsa e per abbassarsi completamente e strisciare se premuto per qualche istante. La selezione degli armi e oggetti avviene come in passato, rispettivamente mediante la pressione dei dorsali L2 e R2, mentre l’uso delle armi è demandato ai dorsali superiori, L1 per mirare, R1 per sparare. Assoluta novità del quarto capitolo è l’uso del tasto triangolo, relativo al

A cura di Andrea PalmisanoPer l’esordio su Nintendo Wii, Namco ha deciso di cambiare le carte in tavola della serie Soul Calibur realizzando uno spin-off esclusivo. Niente combattimenti uno contro uno quindi; al contrario, Soul Calibur Legends è un action/adventure che conserva alcuni dei personaggi del franchise cambiando però un po’ tutto il resto. La breve demo provata sullo showfloor ci ha permesso di affrontare un livello con due personaggi; giocando in singolo questi potevano essere scambiati istantaneamente con la pressione di un tasto, mentre con la modalità cooperativa vengono controllati da due giocatori tramite split screen verticale. Come già detto, il prodotto di basa su una componente esplorativa che ha pari valore con quella di combattimento all’interno dell’economia complessiva. La demo ci ha permesso di attraversare un paio di ambientazioni montane, sia all’aperto che all’interno di una caverna, per poi raggiungere un enorme drago ovviamente tutt’altro che pacifico. La volontà dei programmatori è

evidentemente quella di creare un prodotto accessibile a tutti, ed infatti Soul Calibur Legends appare come un gioco semplice tanto nella struttura quanto nel sistema di controllo. Il progresso nella demo si è svolto infatti in maniera molto lineare, senza nessun rischio di perdersi all’interno delle ridotte ambientazioni ne di venire sconfitti durante le battaglie; gli incontri con branchi di lupi e golem di roccia hanno permesso di prendere confidenza con le meccaniche di combattimento, che utilizzano i movimenti del wiimote per i colpi di spada, mentre quelli del nunchuk per effettuare spostamenti rapidi (dash) e semplici combo di attacco. Purtroppo la scarsa intelligenza artificiale degli avversari porta a mortificare gli scontri coi nemici, che spesso si risolvono così in un furioso e poco ragionato mulinare dei controller per avere facilmente la meglio delle creature. Anche la componente grafica, pur potendo contare sui 60 fps, lascia abbastanza a desiderare per quanto riguarda la complessità delle ambientazioni e dei modelli poligonali. Non possiamo quindi ritenerci particolarmente soddisfatti dalla prova di questa demo; pur non peccando clamorosamente in nessun particolare aspetto, la sensazione è quella di trovarsi di fronte ad un action game banale ed un po’ approssimativo, privo di quel qualcosa in grado elevarlo dalla massa. Lungi da noi però voler dare giudizi definitivi prima di avere tra le mani la versione finale, attesa per gli ultimi mesi di quest’anno.

Lo aspettiamo!Un filmato molto interessante riguarda Torpen, l’erede al trono, che in una parentesi realizzata con il motore del gioco, in cui è possibile ammirare ogni più piccolo dettaglio dei modelli poligonali dei personaggi e soprattutto la loro eccezionale mimica facciale, si vede recapitare per cena una zuppa avvelenata. Solo grazie all’intervento di un nobile di nome Gongora l’assassinio viene evitato, è evidente che qualcuno vuole il trono, e proprio alla fine si capisce che è proprio lo stesso Gongora ad aver ordito tutta la diabolica trama. L’ultima scena che ci è stata mostrata è ambientata in un luogo oscuro, fumoso, una sorta di vecchia centrale della città di Grand Staff. Prima l’incontro con dei temibili maghi, poi un’esplosione, e tutti e dieci i personaggi del nostro gruppo si trovano in estremo pericolo salvandosi solo per miracolo. Subito dopo i maghi oscuri si rifanno sotto e sarà battaglia. Durante questo scontro, abbastanza lungo in realtà, vengono messe in evidenza tutte le ottime doti del motore grafico creato da Mistwalker, con ottimi effetti di luce, con fulmini e meteoriti che piovono dal cielo per effetto delle magie e colpi molto spettacolari, senza tralasciare poi la cura con la quale sono stati realizzati i modelli poligonali e i

loro abiti, ricercati e molto appariscenti. Di sicuro è stata sfruttata pienamente l’abilità di Takehiko Inoue nel caratterizzazione degli interpreti, come anche sono evidenti gli omaggi fatti al grande Moebius. Tecnicamente il gioco ideato da Sakaguchi dà certamente il meglio di sé nelle fasi di combattimento e negli intermezzi video, siano essi in computer grafica o realizzati con il motore del gioco. Nelle scene esplorative molti aspetti, come ad esempio l’architettura della città o i dettagli dei membri del party sono molto curati, altri invece sembrano essere stati realizzati con minor attenzione, vedi alcune texture non molto definite animazioni certamente da rivedere. Tutti gli spezzoni da noi visionati avevano già il parlato in inglese, complice anche il fatto che tale lingua è stata scelta per sincronizzare il labiale dei personaggi. In Italia il gioco uscirà a febbraio completamente tradotto, per la gioia dei numerosi fan amanti degli RPG. L’impressione che abbiamo ricevuto da questo rapido sguardo a Lost Odissey è quella di essere in presenza di un RPG epico, con un buon motore grafico che riesce a realizzare scene molto coinvolgenti in puro stile cinematografico, se anche la trama si rivelerà all’altezza saremo in presenza di un ottimo gioco, probabilmente un capolavoro.

MetAL GeAr OnLine

contesto in cui si trova Snake: in prossimità di un cadavere serve per spostarlo, vicino ad un muro per avvicinarsi di spalle e muoversi in maniera furtiva, magari per sporgersi da un’estremità ed attaccare. La mappa con i propri compagni di squadra è situata infine in alto a destra dello schermo, Il ritmo di gioco tende al lento e al ragionato, l’ideale è muoversi almeno in coppia e in maniera furtiva, oppure appostarsi col fucile da cecchino per colpire il nemico in lontananza. L’incontro si è quindi svolto con meccaniche più simili ad uno sparatutto tattico (pur mancando di alcune componenti proprie di questo genere) che ad un fps frenetico e, grazie alla possibilità di muovere liberamente la telecamera, basta davvero poco per impratichirsi col sistema di controllo. Dopo sette minuti la partita è terminata con la vittoria della nostra squadra, e si è così conclusa la nostra prova. Al momento non sono ancora disponibili informazioni su quali e quante saranno le modalità di gioco, in quali aspetti sarà possibile personalizzare la partita e quante mappe ci saranno a disposizione, per adesso ci ha colpito sicuramente l’immediatezza degli scontri e il giusto tempismo dell’azione, rimandiamo ad una prova più approfondita ulteriori giudizi su Metal Gear Online.

sOuL CALibur LeGends

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MAX PEZZALIPeriodo d’oro per l’ex 883 che con il suo nuovo album “Time out” ha venduto oltre 300.000 copie ricevendo per ben quattro volte il disco di platino ed è stato per dieci settimane in testa alle classi-fiche di vendita. Il 29 maggio ha presentato all’Alcatraz di Milano, per la prima volta dal vivo, il suo nuovo album e dopo diversi mesi di tour arri-va a Roma con il suo ultimo spettacolo. Curiosità: l’album è in vendita anche su i-tunes.

3 novembre – Palasport di Parma5 novembre – Stadium di Rimini7 novembre – Palalottomatica di Roma16 novembre – Palasport di ferrara17 novembre – Palaprtenope di Napoli

ZUCCHERO

Zucchero registra il tutto esaurito a ogni data dei suoi concerti e, dopo il grande successo al Paleo Festival di Nyon in Sviz-zera, arriverà in provincia di Caserta al Palamaggiò esibendo-si nello spettacolo del suo nuovo tour “World fly 2007”. Il tour riscuote un grandissimo successo e porta il cantautore in Italia e all’estero. Sarà possibile acquistare sia biglietti per il parterre numerato sia per il posto unico, decisamente più economico. 13, 14 novembre – Palalottomatica di Roma16 novembre - Castel Morrone

MOstRE

JAPONICA NAtURALIAArriva una mostra speciale dedi-cata al Giappone. Nella tradizio-ne figurativa, letteraria e poetica di questo paese le piante, i fiori e gli animali sono portatori di significati profondi che toccano la conoscenza e l’utilizzo delle risor-se ambientali da parte dell’uomo. Attingendo al vasto patrimonio artistico del museo, la rassegna mostrerà molte meravigliose immagini di creature immagina-rie e spirituali, animali viventi e oggetti naturali.Dal 30 ottobre Museo Chiassone di Genova

INsOMNIAPersonale di Alberto di Fabio. Sono trascorsi due anni dalla sua prima personale alla Galleria milanese e oggi l’artista espone le opere in rela-zione all’articolazione della galleria per cui vi troverete di fronte a tre progetti per tre stanze. Si inizia con ‘un

mare di atomi’ nella prima sala per arrivare a un’installazione con 15 carte intelate in posizione aerea, fino alla terza: tele di contatti neuronali.Fino al 10 novembre - Galleria d’arte Pack di Milano

JACOB PHILIPP HACKERtNell’incompara-bile cornice della reggia di Caserta sarà allestita, fino a dicembre, la mostra “ Jacob Philipp Hac-kert – La linea anali-tica della pittura del passaggio in Euro-pa” che valorizza questo straordinario artista su un territorio che attraverso le sue opere testimonia la potenza, la magni-ficenza del regno borbonico. L’esposizione propone l’intera opera del pittore, dagli esordi berlinesi al soggiorno a Parigi e in Francia fino all’arrivo in Italia. ottobre- dicembre - Reggia di Caserta

EvENtI

GIORGIO PANARIELLOPanariello apre ufficialmente la stagione del Teatro Colosseo di Torino e ritorna, dopo il successo clamoroso dello scor-so anno, con lo spettacolo ‘Faccio del mio meglio…anco-ra’, che esplora il tema dell’incomunicabilità al tempo delle moderne tecnologie. Dopo un periodo dedicato a cinema e tv ecco un ritorno al teatro vero, fatto di affabulazioni, immaginazione, tanto umorismo e sogni. Il divertimento è assicurato.Dal 22 al 24 ottobre - Teatro Colosseo di Torino

FEstIvAL DEL CINEMA LAtINO AMERICANOAl Cinema Teatro Miela verran-no presentati oltre 160 tra film e documentari sulla realtà cultura-le, artistica, storica e sociale del-l’America Latina. Il Festival, arri-vato alla ventiduesima edizione, si propone annualmente come la rassegna più ampia in Europa sulla produzione cinematografica, video e televisiva del continente latino. È già annunciato un omag-gio allo scrittore Gabriel García Márquez e una sezione intitolata a Salvador Allende.Dal 3 all’11 novembre – Trieste

DELIRIUM

Arriva il nuovo attesissimo spettacolo del Cinque du Soleil! Delirium propone un mix di musica e acrobazie arricchite da magnifiche e impressionanti visioni multimedia. Per la prima volta sono inserite parole vere e non inventate tratte da diverse lingue. I cantanti e i ballerini in scena trasportano gli spettatori in un mondo fatato e gioioso in cui il corpo si mischia con la musica creando un nuovo equilibrio tra l’uomo e una realtà ricreata11 novembre - Adriatic Arena di Pesarodal 18 al 21 novembre - DatchForum di Assago di Milano

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CONCERtI

MICHAEL BUBLÈ

Michael Bublè è cresciuto a ritmo di swing e ormai è giun-to alla vetta delle star della canzone internazionale. Lui, che è stato definito il vero erede di Frank Sinatra si gode il suo successo e gira il mondo con il suo ultimo tour. Ora torna a Milano con un concerto che non si può perdere. 24 ottobre – Palalottomatica di Roma26 ottobre - DatchForum di Assago27 ottobre – Mandela Forum di Firenza

I tOKIO HOtEL tORNANO IN ItALIA

La giovanissima band tedesca, il più “vecchio” ha venti anni, torna in Italia con’esibizione all’Alcatraz di Milano. I quattro giovani del rock, grazie anche alll’enorme successo del loro ultimo singolo “Monsun” sono ormai conosciuti in tutta Euro-pa e le loro esibizioni live sono già richiestissime30 ottobre - Alcatraz di Milano

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MILANO

26 ottobreAMY WINEHOUsE

Dopo aver scalato le classifiche di tutto il mondo la cantante jazz-pop arriva anche in Italia. Dopo “Frank”, il suo album d’esordio del 2003, Amy Winehouse ha pubblicato un nuovo lavoro dal titolo “Back to black” che contiene uno dei tormentoni radiofonici di questa estate: il singolo “You know I’m no good”. La sua ultima produzione abbandona un po’ le sonorità jazz e hip hop per lasciare spazio a sonorità anni ’50 e ’60Rolling Stones

dal 30 ottobre al 25 novembre JEsUs CHRIst sUPERstAR

Riapre la stagione del Teatro della Luna con lo storico musical di Andrei Loyd Webber. Sarà possi-bile assistere alla rappresentazio-ne, per la prima volta tradotta in italiano. Lo spettacolo è prodotto dalla Compagnia della Rancia, che ormai da anni propone in tutta la penisola i più importanti musical internazionali in italiano. La regia è di Fabrizio Angelici, già coreografo

della compagnia e risconosciuto tra i migliori registi di musicalTeatro della Luna

25 e 26 ottobre LUCIO DALLA A tEAtRO

Il cantautore bolognese torna a teatro esibendosi con il suo nuovo album “Il contrario di me”. Lucio Dalla porta la sua musica nei teatri presentando le sue nuove canzoni con una performance dal vivo che promette un grande spettacolo. Oltre ai nuovi pezzi il cantautore proporrà ai suoi spettatori anche una selezione delle sue canzoni più famose e indimenticabili.Teatro Ventaglio Smeraldo

11 novembre APERItIvO IN CONCERtO

Due artisti apparentemente lontani presentano un’inedito mix tra jazz europeo e jazz afro-americano, i protagonisti di questo legame musicale sono Jack De Connet-te, africano- americano, e John Surman, inglese. Il primo dei due artisti vanta un curriculum ecce-zionale come strumentista di stelle del jazz quali ‘Bitches Brew’ e Miles Davis. John Surman non è da meno, musicista eccellente e fortemente espressivo, sperimen-ta anche l’elettronica Teatro Manzoni

Fino all’11 novembreNEW PAINtINGs

Flavia Mantovan, giovane artista romana porta le sue opere nelle sale Stragapede & Perini Art Gallery. I suoi dipinti e disegni puntano alla ricerca della purezza e dell’essenza nella raffigurazione della figura umana. Al centro dei suoi dipinti e dei lavori su carta, Flavia Mantovan pone corpi in dialogo con lo spazio, in una sorta di universo senza centro di gravità permanente. Ancora una volta il suo stile si caratterizza per la puli-zia formale, frutto della ricerca di purezza ed essenza della pittrice. I venti dipinti e gli altrettanti disegni esposti sono il risultato delle espe-rienze vissute dalla Mantovan tra Maui, New York e Roma, tra eden incontaminati e il caos delle città.Spazio Fitzcarraldo

Fino a gennaiovIvIENNE WEstWOOD

Omaggio alla carriera dell’eccen-trica stilista inglese. La mostra, nata nel 2004 al Victoria & Albert Museum di Londra, è il più grande omaggio che sia mai stato dedi-cato a un designer, esponendo outfit selezionati direttamente dalla collezione privata del V&A e dall’archivio personale della stilista

inglese. Quella italiana rappresen-ta la più importante tappa di un tour che negli ultimi quattro anni ha toccato Canberra, Shangai, Taipei, Tokyo, Dusseldorf, Ban-gkok e San Francisco.Palazzo RealeROMA dal 18 al 27 ottobre FOCUs sULL’INDIA

Si intrecceranno i vari percorsi dedicati alla musica, con i concerti “Bhangra”, jam session di jazzisti indiani e italiani, all’arte contem-poranea con una grande mostra, cui prenderanno parte grandi artisti indiani e al cinema una serie di incontri con sceneggiatori e autori della più recente cinemato-grafia indiana, con le attrici della “nuova generazione” ei produttori di Bollywood e del nuovo cinema indipendente. Casa del Jazz e Auditorium - Parco della Musica

dal 24 ottobre al 5 novembre GLI ULtIMI sARANNO ULtIMI

Arriva in scena Paola Cortellesi che porta sul palco un operaia incinta che si ritrova disoccupata alla vigilia del parto. La donna

è disperata e la sua reazione è improvvisa quanto maldestra: irrompe sul posto di lavoro e pren-de in ostaggio la responsabile del suo licenziamento. Una vicenda vissuta tutta in una notte, in cui si incrociano i destini persone distanti tra loro: una fredda diri-gente d’azienda piegata alle leggi di mercato, una ingenua poliziotta di provincia, un transessuale sar-castico e disillusoe un bambino che sta per nascere…Ambra Jovinelli

Fino al 4 novembre EPIDEMIA

Spettacolo di Claudio Beccaccini: Epidemia, che prende spunto da “Il gioco dell’epidemia” di Eugene Ionesco e racconta dell’improvvi-so insorgere e diffondersi di uno morbo che produce una morte istantanea. In una città non chia-ramente identificata e in un’epoca altrettanto indefinita un bel giorno le persone iniziano a morire come mosche. 26 attori, con le musiche originali di Massimiliano Pace, portano in scena una nuova com-media dell’arte.TeatroSala1

Fino al 4 Novembre ’50 ’60 sCULtURA IN ItALIA

La scultura italiana tra gli anni cinquanta e gli anni sessanta rap-presenta un momento di profonda riflessione sulle avanguardie stori-

che e un aperto campo di indagi-ne all’interno del complesso pano-rama artistico internazionale sca-turito dal secondo dopoguerra. Gli artisti italiani della generazione che esce dal conflitto mondiale hanno voglia di stravolgere i canoni este-tici figurativi ed espressionisti che ancora residuavano nei movimenti antinovecentisti degli anni qua-ranta, hanno voglia di recuperare la sperimentazione futurista dei materiali, di sovvertire il meccani-smo di fruizione passiva dell’im-magine e di esprimere concetti e situazioni che aprano spiragli di interpretazione plurimi. Galleria Nazionale d’Arte moderna

Dal 17 al 26 novembre LIGABUE

Dopo 10 mesi di silenzio dall’ul-timo concerto Luciano Ligabue tornerà a novembre sulle scene musicali con una serie di concerti e il primo “Best of” della sua ven-tennale carriera. Terrà ben 7 con-certi al palalottomatica, I biglietti costano 35,00 euro (posto unico) e 50,00 euro (posto numerato), oltre al diritto di prevendita.Palalottomatica

fino a dicembre MACRO HALL

È il momento dell’Atelier Van Lie-shout con Technocrat, un’instal-lazione site specific: una grande macchina che ricicla materiale organico. Atelier Van Lieshout, gruppo mul-tidisciplinare fondato nel 1995 da Joep van Lieshout, opera a livello internazionale nel campo dell’arte contemporanea, del design e del-l’architettura. Il loro intento è quello di oltrepas-sare le barriere che hanno carat-terizzato e spesso forzato le arti visive. Atelier Van LieshoutMacro

19 novembre OMAGGIO ALLA MUsICA POPOLARE BRAsILIANA

La musica è senz’altro il segno caratteristico del Brasile, quasi una “stigmate” per il suo popolo. Come dire che ogni brasiliano, oltre al suo patrimonio genetico, possiede un patrimonio fatto di note e ritmi musicali. La Musica Popolare Brasiliana e un genere che ha tutte le caratteristiche della musica prettamente popolare poi-ché ha tre anime: quella (europea e portoghese), quella nera e quella indio.Teatro Sistina

BOLOGNA

dal 24 al 27 ottobre PROFONDO ROssO… A tEAtRO

L’ormai mitico film horror degli anni ’70, per molti il capolavoro di Dario Argento, sbarca a teatro.La pellicola ebbe da subito un ottimo successo e col passare degli anni divenne una pellicola di culto e ora la Lorenzo Vitali Enter-teiment lo porta in scena con un allestimento che sarà un musical a tutti gli effetti con cori, balletti e un impianto scenico spettacolare . Lo spettacolo sarà ricco di effetti spe-ciali affidati a Sergio Stivaletti Teatro Celebrazioni

fino al 30 ottobre CHAPLINIANA

Appassionati di cinema sbriga-tevi! Sta per volgere al termine la splendida mostra ‘Chaplin e l’immagine’ dedicata a una delle figure più importanti della storia del cinema. Dalla sua apertura presso la sala del Jeu de Paume a Parigi nel 2005 oltre 300.000 per-

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sone hanno visitato la mostra tra Amburgo, Bruxelles e Rotterdam. Si è registrato un successo di pubblico senza precedenti grazie allo spettacolare allestimento tra multimedialità e passatoBiblioteca Sala Borsa

dall’8 al 10 novembre JACOPO FO

‘La vita potrebbe essere meravi-gliosa se non ci fossero disastri sentimentali. Non ci sarebbero neanche le guerre’, così incalza Jacopo Fo quando parla del suo nuovo spettacolo ‘Calzini sul comò. Ti amo ma proprio non riesco a trovarli’. Torna in scena il figlio d’arte che propone uno spettacolo sui rapporti di coppia, sull’amore offrendo analisi di pro-blemi, paradossi e soluzioni sulla vita in due il tutto condito dalla sua ironiaTeatro celebrazioni

Fino al 30 ottobre GIOvANI IN MUsICA

Dopo il successo delle prime due edizioni a Ravenna si replica con ‘Giovani in musica’, rassegna di concerti e conferenze dedicati alla visibilità di giovani talenti musicali ravennati. La manifestazione è organizzata dall’Associazione

Musicale Angelo Mariani. L’orche-stra è nata agli inizi del secolo e fin dalla sua fondazione ha mostrato caratteristiche peculiari e ora si prodiga nel lancio dei nuovi talenti Sala Corelli, Teatro Alighieri

dal 30 ottobre al 3 novembre RAvENNA NIGHtMARE FILM FEstIvAL

La quinta edizione del film del-l’orrore si sposta ad halloween! Cinque giorni per il festival più importante dell’ambiente horror e fantastico. I due eventi principali sono: il concorso internazionale per lungometraggi e il concorso europeo per cortometraggi che presentano quanto di meglio a livello internazionale sia stato pro-dotto dal cinema di genere. Inoltre ci saranno anteprime, eventi spe-ciali e feste e tema HalloweenCinemacity Ravenna

dal 9 al 12 novembre GIOvINBACCO IN FEstA

GiovinBacco torna in festa a Ravenna con l’inizio della nuova stagione enologica e la città fa festa con il nuovo Sangiovese di Romagna. L’appuntamento uni-sce intenditori ed estimatori del vino di qualità ed è una festa per tutti, con ottanta espositori – più di quaranta cantine, trenta aziende agricole e otto presidi Slow Food – e migliaia di espositori. Una

festa per tutti. Addetti al settore e amanti di BaccoPer la città

11 novembre MARAtONA INtERNAZIONALE RAvENNA CIttÀ D’ARtE

Sportivi correte, a Ravenna si replica con la nona edizione della maratona all’interno della città. Il percorso si snoda attraverso i tesori ravennati ricchi di cultura, storia e arte che costeggiano il perimetro della corsa. La partenza è prevista alle 9.15 e successiva-mente ci sarà la premiazione dei partecipanti. Sport e cultura si uniscono in una splendida manife-stazione che esalta il benessere e il piacere dell’arte e della storiaRavenna

NAPOLI

27 e 28 ottobre FIERA DEL BARAttO E DELL’UsAtO

Una fiera curiosa è organizzata a Napoli e prevede un enorme afflusso. È un evento aperto chiunque voglia vendere o barat-tare i propri oggetti usati. Non c’è distinzione di settore, collezioni-smo, modernità, artigianato creati-vo, antiquariato, tutto è utile per la vendita o per uno scambio. Molti

espositori infatti, sono privati citta-dini che vendono i contenuti delle loro cantine e soffitte generando una vera e propria caccia al tesoroMostra D’oltremare di Napoli

Fino al 30 ottobre PERCORsI DI LUCE 2007

Lo splendido parco della Reggia ospita ancora lo spettacolo “Per-corsi di luce”. Il percorso si snoda tra i sontuosi viali e si insinua nei sentieri del giardino inglese. Si passeggia al chiarore delle fiacco-le accompagnati da musiche del ‘700, guidati da esperti storici del-l’arte. Alla luce delle lanterne ver-ranno narrati i segreti massonici che sottostanno alla creazione del giardino, immergendosi in un’at-mosfera magica in cui la natura sembra prendere vita.Reggia di Caserta

dal 31 ottobre al 1 novembre tERRItORI sOttERRANEI

Sta per volgere al termine il progetto “Voglia di teatro” che, articolato in tre grandi eventi, (due già rappresentati). Si esibiscono i maggiori esponenti della scena teatrale che da queste terre trag-gono ispirazione artistica, affian-cati da nuovi talenti emergenti. Gli eventi saranno dislocati scenari diversi: Castel dell’Ovo, la Mostra D’Oltremare e il Litorale Flegreo. L’ultimo spettacolo a cui si può assistere è “Territori sotterranei”Litorale Flegreo

20 novembre BIAGIO ANtONACCI

La provincia casertana, in parti-colare Castel Morrone, è ancora il fulcro dei concerti campani. Si esibisce in questa data “Biagio Antonacci in tour”. Il suo ultimo album svela il senso di una ricerca di naturalezza, di essenzialità e di spontaneità che da sempre carat-terizzano l’opera di questo artista. “Wickylove” è composto da undici canzoni ognuna delle quali va all’essenza nuda della storia ris-pecchiando l’umore e lo stile del cantautore.Palamaggiòdi Castel Morrone

Ottobre, novembre LA CIttÀ CHE sALE - LEs FLEURs DU MAL

Il museo ARCOS presenta fino a dicembre due mostre interessanti. “La città che sale”: prevede la partecipazione di alcuni architetti insieme ad artisti contemporanei. La seconda mostra “Les fleurs du mal” si sofferma invece sulla forza delle passioni che guidano la ricerca artistica, uno sguardo ironico sulle passioni dell’arte, sui legami, la sensualità interpretati con il linguaggio fotografico, in punta di pennello, con il ricamo e la video arte.Museo Arcos di Benevento

tORINO

19 ottobreMIKA

Con ‘Grace Kelly’ e ‘Realx-take it easy’ il giovane artista di origine libanese si conferma protagonista assoluto delle classifiche. MIKA è il nuovo volto della musica pop internazionale. In Italia il suo album ‘ Life in Cartoon Motion’ è già da tempo disco d’oro mentre in Inghilterra l’album è disco di platino.Mazda Palace

Dal 9 all’11 novembresCOOBY DOO LIvE ON stAGE

Show di Jim Millan, adattamen-to e regia di salvatore vivinetto. Dopo il grande successo ottenuto in Inghilterra e negli Stati Uniti, dove lo spettacolo ha registrato il tutto esaurito, debutta in Italia il musical tratto dal celebre cartoon di Hanna e Barbera. Dal vivo, Scooby, Shaggy, Velma, Daphne e Fred si destreggeranno in una nuova e avvincente avventura per

risolvere un intrigante mistero in puro stile Scooby-Doo. Mazda Palace

FIRENZE Ottobre novembre CONtROMODA

200 abiti dei più importanti desi-gner che hanno cambiato la moda negli ultimi anni, provenienti dalla collezione permanente del County Museum of Art di Los Angeles (LACMA), saranno esposti a Firen-ze nelle sale di Palazzo Strozzi, nella mostra: ControModa. La moda contemporanea della colle-zione permanente del Los Angeles County Museum of Art. sarà orga-nizzata in 4 sezioni :costruzione, forma, materiali, concetto.Palazzo Strozzi di Firenze

BARI

9 novembre W.t.t.P. – BackJumper & stonecutters

Questi ragazzi sono incredibili, bravi e scatenati. Esplosivi e magnetici sul palco danno vita a un sound stupefacente e vio-lentissimo. Le loro canzoni si insinuano nella mente e riman-

gono lì generando un incessante headbanging! Ma ancora non è finita perché con i BackJumper ci saranno i leccesi Stonecutters: irruenti, schizzati, potenti e tre-mendamente adrenalinici. Il tutto promette un grande show a un prezzo bassissimoTarget Club – Bari

DAL 25 AL 28 OttOBREFEstIvAL DELLA CREAtIvItA’

Appuntamento per la seconda edizione del Festival della Crea-tività. 40.000 mq di superficie espositiva, 400 eventi, oltre 1600 tra artisti e relatori provenienti da 42 paesi del mondo, un palinse-sto ricco di incontri e dibattiti con grandi esponenti della cultura con-temporanea, del mondo dell’arte e del design e della scena musicale italiana e internazionale. Energia creativa allo stato puro è quella che circolerà negli incontri Carta Bianca, un’ora a disposizione di grandi maestri della creatività con-temporanea: Derrick De Kerckho-ve, guru indiscusso dei massa media, Joshua Davis, il designer newyorkese che ha rivoluzionato la grafica pubblicitaria degli ultimi anni e il grande Dario Fo, che ha preannunciato una conversazione spettacolo su Leonardo Da Vinci.Fortezza da Basso di Firenze

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delmese

Di clauDia catalli

HOLLYWOOD IS HEREDalla magrissima ma fascinosa Keira Knightley alla solare Charlize Theron, le dive hanno sfilato tutte con i loro abiti rigorosamente sexy e very glamour, ammaliando puntualmente fotografi e festivalieri del Lido, pronti a dare numerosi il benvenuto a stelle di Hollywood sempre acclamate, come la sto-rica coppia di amici George Clooney e Brad Pitt (quest’ultimo con tanto di compagna e bimbi al seguito). Non sono mancati talenti universalmente rico-nosciuti tali, dal geniale Woody Allen al fantasioso Tim Burton, passando per Ken Loach, Brian De Palma, Paul Haggis, Ridley Scott e molti altri ancora. Neanche le ragazze, accorse come ogni anno in massa con la speranza di avvistare i beniamini di turno, sono rimaste scontente, grazie alle fascinose presenze di attori del calibro di Johnny Depp, Jude Law, James Mc Avoy, Heath Ledger, e persino Richard Gere, già visto mesi prima presso la Festa del Cinema di Roma con “the Hoax”.

GRANDI NOMI, PICCOLE SORPRESEPiù di venti pellicole in concorso quest’anno, tutte in anteprima mondiale. Una selezione faticosa, avvenuta fra 4585 lavori pervenuti, ha proposto una serie di film il cui fil rouge è stato talvolta, con le dovute variazione sul tema, il binomio (artisticamente abusato, ma spesso coinvolgente) di amore e pericolo. Un primo sentore si ebbe già il 29 agosto, con l’attesa apertura affidata ad

Espiazione, melò d’autore incentrato sul tema della colpa e sul dramma di un amore impossibile, ispirato al best-seller di Ian Mc Evan. La certezza si è avuto con il vincitore, un entusiasta Ang Lee al suo ambo dorato dopo il Leone del 2005 (per Brokeback mountain), che in Lust, caution racconta una (dis)avventura piena di souspance fra una sensuale spia e un austero (ma non troppo) despota sanguinario. Anche in Suyaki Western Django, voluta parodia del genere western ripropo-sto in salsa nuova, con un esilarante Quentin Tarantino in una parte secon-daria ma efficace, si assiste a continue lotte e vendette personali, intrecciati ad arte con ricordi mai assopiti di sentimenti impossibili da seppellire.Tensione (omo)erotica sospesa sul filo del rischio è anche una costante di Sleuth, black comedy firmata Branagh che schiera in un duello all’ultimo colpo l’irriverente Jude Law (l’amante) contro l’arguto Michael Caine (il mari-to), in un cineteatro dell’assurdo che porta il marchio inconfondibile di Harold Pinter. Se Nightwatching traccia il profilo goliardico e complesso dell’artista Rem-brandt, focalizzandosi su tutte le sue relazioni più o meno serie, eros e politi-ca governano l’egiziano Chaos, tutto incentrato sulle tragiche conseguenze di una passione morbosa che s’insinua nelle viscere di un ometto meschino e corrotto, pronto a usare il suo potere pur di accaparrarsi l’oggetto del desi-derio. Amori e intrecci di destini vari anche in Les Amours d�Astrée et Céladon di Eric Rohmer e Help me Eros, mentre a metà Mostra spunta dal mazzo, silen-zioso e modesto, ma folgorante in tutta la sua delirante visionarietà, The sun also rises, piccolo gioiello orientale figlio di un esplosivo tripudio di colori e

di un sapiente utilizzo della tecnica narrativa del flash-back. Anche lì, storie d’amore intenso e capace di superare qualunque ostacolo tracciano reti di amanti e complici, fra desideri, fantasie e piccoli gesti quotidiani.

PELLICOLE IMPEGNATE E PREMI IMPEGNATIVIApplausi per le pellicole impegnate di Ken Loach (It’s a free world, titolo iro-nico per denunciare una realtà di precariato e dis-integrazione sociale che della libertà non conserva più nulla) e Paul Haggis (con l’avvincente The Valley of Elah, detective movie ad ampio respiro sull’attualità della guerra), mentre Brian De Palma conquista il Leone d’Argento per la miglior regia con Redacted, docu-fiction sulle misfatte dei soldati in Iraq. Il Leone d’Oro alla carriera va invece, rullo di tamburi, al genio creativo di Tim Burton, padre impareggiabile di opere destinate a rimanere impresse negli annuari della storia del cinema, dal commovente Edward mani di forbice al tenero Bigfish, fino al divertente La sposa cadavere, che richiama talvolta alla memoria il famoso Nightmare before Christmas, proiettato in 3d come even-to speciale.Se il Leone del 75° va a Bernardo Bertolucci, la giuria ha scelto di assegnare due premi a ex-aequo a La Graine et le mulet di Kechiche, saga familiare sul-l’utopia di un ristorante di cous cous mai aperto, e a I’m not There di Haynes, opera dai molteplici aspetti tutta dedicata alla figura di Bob Dylan. Coppe Volpi finite nelle mani di due attori di calibro internazionale che lavorarono in coppia nel meraviglioso Babel di Iñárritu (lì regista, qui membro della giuria): Brad Pitt e Cate Blanchett, quest’ultima pronta a volare a Roma per l’apertu-ra della Festa del Cinema di quest’anno.

NO VIP, NO PARTYPuntuali ogni sera le cene lussuose e i party esclusivi appositamente realiz-zati in onore dei divi di Hollywood e delle stelline nostrane di turno, una vasta gamma di eventi blindati organizzati da uffici stampa e promotori vari, dal party d’apertura per Espiazione, agli show pirotecnici organizzati in onore di Ennio Morricone, fino alle scatenate feste al noto locale “Pachucka” aperte ai più. Dalla “spaghetti-western” night in cui si ballava al gusto di spaghetti continuamente sfornati e fagioli messicani fino alle 5 di mattina, al party per non pensarci, dove il cast si scatenava a ritmi discotecari spinti (vedi Paolo Briguglia) o si adagiava su comodi divanetti (Giulio Battiston). Elio Germano, premiato con il Biraghi dai giornalisti cinematografici italiani per la sua profes-sionalità, se ne andava invece in giro con una birra in mano, mentre Valerio Mastandrea distribuiva saluti qui e là vicino al Palazzo del Cinema. Insom-ma, forse l’unico aspetto apprezzabile della sfrenata mondanità del festival veneziano è che ogni anno regala ai suoi curiosi avventori l’emozione di poter guardare, rincorrere, conoscere a volte (benché rare) i suoi personaggi più amati. Un intero squadrone figlio dello star system messo a disposizione di tutti coloro che fanno file interminabili pur di accaparrarsi un autografo, un saluto, una stretta di mano. Però poi, nel bel mezzo di un sogno ad occhi aperti, capita un Pitt che rifiuti di togliersi gli occhiali davanti ai fotografi e un Clooney che risponde acido ad una legittima domanda sulle multinazionali, suscitata dalla visione del suo Michael Clayton, testuali parole: “devo pur guadagnarmi da vivere”. E’ allora che il sogno si spezza, Hollywood ridiventa, per fortuna, lontana e gli spettatori tornano ad essere semplici cinefili, fieri di essere degli onesti signori nessuno.

VENEzIA LIDO, 29 AGOSTO-8 SETTEMBRE 2007. SI è DA pOCO CONCLUSA LA 64° MOSTRA D’ARTE CINEMATOGRAFICA, CHE HA VISTO LA STORICA COppIA ORGANIzzATIVA MARCO MULLER - DAVIDE CROFF pRONTA A SFODERARE I SUOI ASSI NELLA MANICA pER L’ULTIMA VOLTA. UN ADDIO ‘COL BOTTO’, VERREBBE DA ESCLAMARE, SCORRENDO RApIDAMENTE L’INTERMINABILE LISTA DI VIp E GUESTSTAR CHE HANNO pRESO pARTE AD UNO DEI FESTIVAL CINEMATOGRAFICI pIù FAMOSI E, VA

pUR DETTO, pIù MONDANI DI EUROpA.

Venezia 2007: the show must go on

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6362artista

delmese

Di Giulia serVenti lonGhi

E’ oggi una delle più giovani promesse dell’arte mondiale. Vive in svizzera, ha 26 anni e sembra già aver vissuto mille e una vita. E’ stato colui che si è inventato uno stile, una filosofia, una scienza e quasi un filone socio-logico. Un’idea che lo manda direttamente nei manuali di Storia dell’Arte perché ha messo in pratica il principio che l’arte deve finirla di tirarsela e devi scendere a patti con noi comuni mortali. Basta a galleristi succhiasoldi e ad artisti con la puzza sotto il naso. Il lavoro si Saul Zanolari dimostra che si può diventare conosciuti e apprezzati mettendo al servizio degli altri la propria creatività.L’idea di Saul è stata portare l’oggetto d’arte ad abbattere quel muro che divide lo spettatore dall’opera. L’opera d’arte classica, un quadro ad esempio, arriva a contenere un oggetto di uso comune come può esse-re una borsa. La quale ad un certo punto ritorna nel suo habitat abituale, la strada dello shopping ad esempio, portando con sè quell’arte che l’ha generata.Sembra difficile ma in realtà è semplicissimo. Si tratta di borse prodotte come se fossero elementi di un quadro, che poi vengono rimossi e lasciati andare per la loro strada. “La borsa viene installata sulla tela come parte di un’opera più complessa che se ne sta lì, magari appesa a un muro, mentre lei (la borsa) è... in giro a fare shopping!”, raccontava all’epoca (era

il 2000!) lo stesso Saul. Non solo borse però ma anche jeans, magliette, accessori: tutti legati dal comune denominatore artistico di nascere come parte di oggetti d’arte come dipinti, fotografie o sculture.L’idea di Saul è che: “non è necessario che un oggetto d’arte stia in una gal-leria o in un museo per essere oggetto d’arte. Può (e secondo noi dovreb-be) scendere per le strade e vivere insieme a chi può comprenderlo pur essendo rivestito di quell’aura che lo distingue da un oggetto di uso comu-ne”, ci dice. Un Rousseau dell’arte, Saul ha le idee precise contro chi ne fa qualco-sa per pochi: “È sempre stupefacente pensare che l’arte sia un’espres-sione umana riservata a pochissimi appartenenti a questa catego-ria. Non perché chi non ne fruisce non sia in grado di comprendere o apprezzare ma perché il mercato e quel retroterra intellettuale ergo-no muri inesistenti anche se ritenuti validi (per pigrizia o convenzione)”. Dopo il successo dell’ Arte-à-porter la carriera di Saul è andata avanti alla grande anche se è ancora agli inizi: “Ho iniziato per ‘caso’ due anni fa entrando in una galleria milanese e mostrando i miei lavori al gallerista. Dopo la prima mostra collettiva a Milano ho cominciato con la rielabora-zione di DJ e Drag Queen. Questo lavoro mi ha portato ad entrare in con-tatto con le case discografiche e a lavorare con alcune di queste”.Una casa discografica di New York che gli ha commissionato addirittura Duran Duran e Fischerspooner. “Da lì ho presto trovato le gallerie che mi rappresentano stabilmente e in

modo continuativo a Londra, Parigi e Milano”. Oggi dopo tanti riconoscimenti può permettersi di definirsi artista anche se questa attività dice di avercela nel sangue: “Da che ne ho memoria mi sono sempre occupato d’arte, in vari modi e forme; però è sempre stata una di quelle cose che mi hanno profondamente attratto”. Nonostante la fisionomia da artista puro non stupisce che Saul abbia sfio-rato il sociologico con la sua personale concezione di arte. Nella sua forma-zione sono state infatti, irrimediabilmente escluse le scuole d’arte: “prima di dedicarmi all’arte a tempo pieno mi sono laureato in Filosofia tre anni fa. L’ho trovata una “buona base” per fare quello che in realtà faccio oggi. Migliore di una scuola d’arte”, afferma convinto. Saul è anche procuratore di se stesso e senza false vanità si dedica

SAUL SA BENE CHE NON BASTA ESSERE SOLO BRAVI NELL’ARTE OGGI BISOGNA IMpARARE A pROMUOVERE E VENDERE BENE IL pROpRIO LAVORO. CON L’UMILTà DI CHI pER GIà ANNI

ORSONO pROMOSSE UN ARTE AD USO COMUNE zANOLARI CI RACCONTA SOGNI E INCUBI

DELL’ARTISTA CONTEMpORANEO

L’artista (non) in vendita

anche a quelle attività meno nobili che compongono comunque il lavoro del creativo: “Il mio essere artista si compone soprattut-to di quell’attività più propriamente creativa che è l’elaborazio-ne di nuovi “oggetti o immagini d’arte” ma anche di tutto quel retroterra burocratico, promozionale, redazionale, che sono imprescindibili considerando il mondo dell’arte (e soprattutto il mercato dell’arte) contemporaneo. Essere artista oggi sembra proprio che significhi avere una professione indipendente che comprende gli aspetti più classici dell’arte (la “creazione”) ma anche quelli più “moderni” della vendita, della promozione, della critica sulla “creazione”. Il successo di Saul oggi dipende dai suoi quadri appassionanti e appassionati che raffigurano vari charachers: dai dj alle drag queen, dalle bambole a personaggi religiosi. Sono dei ritratti che qualcuno scambia per qualcosa di superficiale: “Una gallerista, un paio di anni fa parlando dei miei lavori li ha definiti carica-ture”. Per il futuro Saul ci sta dando dentro: “Ora sto lavoran-do ad una nuova serie di ritratti “il crepuscolo delle dee”. Inoltre sto preparando e organizzando le mostre di Milano, Londra e Roma. Dopodiché mi trasferirò per sei mesi in Cina dove ho in programma (fino a febbraio 2008) mostre personali a Pechino, Shanghai e Hong Kong”.Dagli incontri col pubblico Saul trae le maggiori soddisfazioni: “Non amo partecipare alle inaugurazioni delle mie mostre. Ho partecipato solo a quella di Parigi a settembre dell’anno scorso. Mi ha stupito vedere quanti ragazzi sotto i vent’anni si sono spostati solo per vedere il mio lavoro. E mi ha ancor più impressionato il fatto che conoscessero ogni mio pezzo, che fossero già stati alla mostra personale di Londra due mesi prima … Se non è un complimento questo…”

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ALLE PRIME ARMI ciao, sono un dj alle prime armi, alle primis-sime armi, anzi disar-mato....perchè ditemi come faccio a permet-termi tutti i cd originali se le uniche serate che faccio sono a feste di amici, gratis, solo per farmi conoscere?? ho

appena speso poco meno di 1000euro(solo 180 di cuffie)solo per la consolle e vivo di paghetta settimanale xchè devo finire la scuo-la.... non penso essere l\’unico, anzi altri migliaia di giovani come me direbbero la stessa cosa!!! grande chi è con me!!!! bravissimo l\’autore del sito.... adatto per sfogarmi!!!! ciao ciao

Inviato da dipa dj

SI VIVE…si vive una volta sola nella vita ed a ogni sbaglio non cercare l’erro-re MA IL RIMEDIO! ! !

Inviato da babydavil, [email protected]

APPENA ISCRITTA (SU CLUB.GIOVANI.IT/TRIBU)Ciao, mi sono appena iscritta vi va di conoscermi? ascolto molto il rap,l’hip hop e il punk,e a voi?

punk

MA VOI???ma voi non riuscite a parlare di THE LAST GOODNIGHT??sono fantastici!!!!!!!!!!!!!

Inviato da [email protected]

MAI PIù IN GITA salve a tutti ... :) (per piacere non mi condannate ... ma non sapevo a chi rivolgermi) sono uno studente di terza media , e oggi è successa una cosa a dir poco Atroce.Oggi la nostra professore coordi-natrice di classe, ci ha fatto sapere che al consiglio di istituto ieri hanno parlato delle visite di istruzione (gite di 3 o 5 giorni) e la preside con l’appoggio di alcuni prof hanno deciso di non PERMETTERE NESSUNA VISITA DI ISTRUZIONE SUPERIORE AD UN GIORNO ALLE CLASSI TERZE MEDIE. Credo che questo non sia per niente giusto sia per noi che per alcuni professori . La nostra prof. ci ha fatto notare il suo disappunto in merito a que-sta faccenda dell’abolizione delle gite scolastiche di 3 o 5 giorni alle classi terze. In poche parole, vorrei sapere se qualcuno sa se esiste qualche legge, o qualche diritto di noi studenti delle terze medie , che ci consenta di organizzare la gita scolastica di fine anno (5 giorni), senza organizzare scioperi e agire pacificamente. PER FAVORE AIUTATE ME e altri circa 600 alunni (fra seconda e terza media) grazie mille e come ben vedete .. non solo le scuole superiori hanno dei problemi, ma anche noi ... comunque grazie 1000 in anticipo e aspetto il vostro aiuto ! :) grazie di nuovo

Inviato da Dionisio

io leggo un libro! oppure guardo la tv fino ad addormentarmi stremato

Inviato da pinko

PRIMA DI DORMIRE…

Conti le pecore, leggi un libro, guardi la tv, fai le coccole al tuo lui/la tua lei, ti dai 100 colpi di spaz-zola come Melissa P., conti i tuoi sbadigli o...? Qual è il tuo rito per cadere nelle braccia di Morfeo

Inviato da redazione

guardo un po di tv o cado stre-mata

Inviato da leyra

Dopo essere stato per lungo tempo al computer per frequentare gli altri forum che frequento, pren-do uno dei miei manuali di D&D e mi metto a leggere finché non sono stanco. Quando succede, lo prendo e lo metto per terra o sopra il comodino, a seconda di quanto sono stanco. :D

Inviato da Tokis

Io guardo la tv.. mi fa venire sonno.. l’unica cosa.. mi piacerebbe legge-re un libro, ma non mi fa dormire! perchè mi piacciono, mi coinvol-ge e allora anche dopo che l’ho chiuso ci sto a pensare sopra.. e a pensare.. e non dormo! la tv inve-ce.. dopo un po’ mi fa sbadigliare ;)

Inviato da Cristina96

Promostudents è la rete distributiva di StudentiMediaGroup.Il nostro gruppo raggiunge 13 città, 217 luoghi intorno

alle più importanti facoltà di tutta Italia e 372 scuole superiori

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ARIETEIl vostro umore oscilla come i titoli quotati in borsa!le Non è colpa del tempo che cam-bia, del global warming, del vicino di casa che non vi ha

fatto dormire, e di nessun altro. Provate almeno per questo mese, ad essere più gentili e tolleranti con tutti. Spiazzerete i vostri amici che non rico-noscendovi penseranno ad un’invasione aliena. Questo se non altro appagherà la sensazione di noia che vi ha attanagliato per tutto il mese di set-tembre.

TOROSiete sempre andati controcor-rente, quando era il tempo delle creste voi sfoggiavate capelli cotonati, quando andavano pantaloni oversize voi indos-

savate jeans ascellari, quando catene d’argento spiccavano sui polsi di tutti sui vostro imperava no orologio e bracciali della prima comunione. Vi siete mai chiesti perché durante l’ora di edu-cazione fisica nessuno vi passa la palla. Fossi in voi opterei per un acconciatura in pieno stile Tokio Hotel.

GEMELLIOttobre si prospetta un mese all’ insegna dell’ambiguità. Argomento del tutto scono-sciuto a voi gemelli!!! Il numero degli “amici” con i quali flirtate

è aumentato vertiginosamente nel giro dell’ultimo mese. Da abili incantatori di serpenti e cantastorie quali siete vi divertite a corteggiare ogni possibile preda, gli astri vi consigliano di controllare scru-polosamente il destinatario di tutti i vostri sms. Pericoli e fraintendimenti sono in agguato. Ne vale della vostra reputazione.

CANCROÈ sempre la sol i ta stor ia! Smettetela per una volta di pretendere troppo da voi stes-si. Staccate la spina e conce-detevi delle sane e stravaganti

trasgressioni come leccare il dorso di una rana albina. Assaporate la fantastica sensazione di non avere necessariamente tutto sotto con-trollo e urlate al mondo che siete liberi. Okkey adesso smettetela e tornate sui libri… saltan-doci sopra però!

LEONELa crisi isterica è in rapida ascesa, le interrogazioni a sorpresa si nascondono negli angoli più bui delle vostre paure primordiali, i voti sono pari

alla vostra voglia di studiare. Zero. Per uscirne vivi dovrete smetterla di sognare le prossime vacan-ze... soprattutto, dovrete smettere di farlo dormen-do sul banco. Pensate piuttosto all’arrivo del primo freddo… una fantastica occasione per darvi allo shopping sfrenato senza cedere un secondo dopo ai vostri incontenibili sensi di colpa.

VERGINESiete fantastici. Impeccabili nel look. Smaglianti nella forma. Ottobre per voi è il mese delle grandi conquiste, nessuno potrà resistere al vostro fasci-

no magnetico e alle vostre brillanti argomentazio-ni. Siete a un passo dalla perfezione. Però smet-tetela di stare col cellulare in mano ad aspettare che qualcuno si accorga di tutto ciò. Prima o poi squillerà una suoneria familiare… per ricordarvi che sono le dieci di sera e che la cena è in tavola da più di due ore.

BILANCIAPrima o poi, è solo una que-stione di tempo, il vostro dia-rio esploderà. Smettetela di trascrivere tutti gli sms che la memoria del vostro cellulare

non riesce a contenere, le frasi più belle dei film, i testi delle canzoni, le poesie dei grandi scrittori e tutto quello che vi passa in mente. È tempo di azione! Dovete solo chiedere e vi sarà dato. Non proprio tutto… [ovviamente!].

SCORPIONESaturno contro non è solo un film, ma anche il riassunto del vostro ultimo anno. Finalmen-te il muro delle delusioni crolla, e potrete lanciarvi a capofitto

in decisioni estreme e definitive. Viaggi all’estero, soldi, studio... tutto sembra andare per il meglio. Un solo, ultimo consiglio: LIMONATE - LIMONA-TE – LIMONATE!!! Con chiunque vi capiti sotto tiro.

SAGITTARIOOttobre sarà un mese di tran-sizione. Non aspettatevi trop-po, affidatevi piuttosto al fato. Vi chiedo un piccolo sforzo, rinunciate al bisogno di dover

spiegare scientificamente tutto quello che vi suc-cede. Date libero sfogo alla vostra fantasia… iniziate a preoccuparvi solo nel momento in cui vedrete un elfo travestito da postino suonare due volte alla vostra porta.

CAPRICORNOUn incontro casuale scon-volgerà la vostra routine. Le vostre certezze inizieranno a vacillare, e mai come que-sta volta sarà così piacevole.

Sentirete farfalle nello stomaco, camminerete tre metri sopra il cielo e scriverete “TI AMO” su tutti i muri. Siete scettici? Non credete agli oroscopi? Allora spiegatemi a cosa serve la bomboletta spray che nascondete dietro alla schiena!

ACQUARIOÈ tempo di cambiamento. E non è assolutamente il caso di aspettare il nuovo anno. Gli astri sono dalla vostra parte e sapranno consigliarvi

al meglio. Plutone ad esempio vi suggerisce di rinnovare il look facendo molta attenzione ai pic-coli dettagli [sono sempre quelli che fanno la dif-ferenza!]. Aggiungete delle spille alternative alle vostre T-shirt e comprate accessori vintage nei mercatini agli angoli della vostra città. Il succes-so è assicurato.

PESCISiete nervosi e intrattabili, que-sto mese in particolar modo. È colpa degli influssi negativi del terzo anello di Giove. Allenta-te lo stress partecipando a un

corso di Yoga o molto più semplicemente colti-vando un nuovo entusiasmante hobby! Che ne dite di costruire una nave all’interno di una bot-tiglia? Troppo impegnativo? Lasciate perdere… piuttosto comprate un cannocchiale e iniziate a prendervela con quel maledetto terzo anello pla-netario che vi sta complicando la vita!

Chiedetelo alle stelle

(non a me)

Ottobre 2007

DI SIMONE ZACCARIA

ILLUSTRAZIONI DI ILARIA VESCOVO

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c l u b . g i ova n i . i t/ t r i b u

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africa cosa puoi fare per aiutarla?

konfessa i tuoi segreti d’amore:

tribu#041club.giovani.it/tribu

in redazioneGiulia Serventi Longhi

[email protected] Grossi

[email protected] e impaginazione

Michele Pinna

tUttO IL MERItO vA A:Stilosyssimo progetto grafico by Studio Fupete & Giulio Fermetti

progetto editorialeLanas & Morbìn

copertinaFabio Catapano

fumetti, illo e vignette Ilaria Vescovo, Luciano Damiano, Claudio

Cerri, Michele “Dokhaus” Del Nobolotesti e foto

pagg 50-53: testo a cura di Multiplayer.it, Cristiana Raffa, Valentina Grispo, Joyce Hueting, Valentina Guiducci, Simone

Zaccaria, Enrico Maniero, Claudio Lo Russo, Simona Mastrangelo, Art Kitchen, Cllaudia

Catalli, Cristina Maccarrone

protezione spirituale e patroni Zandor 4ever nei ns quori e nei ns nasi, S. Yet dal Cyelo delle Riviste - ciao al papà di Gianni e Taddeo, a Canone fifone Jack e a

canetto “rocky” Piko.Un benenuto da tutta la tribu al piccolo

(manco tanto 3.8 kg) Niccolò,buona vita... ai genitori ‘mo so’ bipppp vostri!

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Direttore responsabileGiulia Serventi Longhi

stampaFerpenta Editore, Roma

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EMERGENZA ALLUVIONI: L’APPELLO DI AMREF PER L’UGANDA

Sale il livello di emergenza per le alluvioni che hanno colpito oltre 300.000 persone in Uganda negli scorsi giorni, proprio alla vigilia dei raccolti,distruggendo case, scuole, edifici pubblici, strade e latrine. E il peggio deve ancora arrivare: il governo ugandese calcola che 1,7 milioni dipersone nei prossimi mesi soffriranno

la fame per la distruzione dei raccolti. A ciò si aggiunge l’emergenza sanitaria: si temono soprattutto epidemie di colera e di malaria. L’acqua stagnante del Nilo che ha rotto gli argini in prossimità del lago

Kyoga, ad esempio, sarà terreno fertile per milioni di zanzare che diffonderanno la malaria tra le fasce più vulnerabili di popolazione.

“La vita di migliaia di bambini e di donne incinte è a rischio – ha dichiarato Joshua Kyallo, Direttore di AMREF Uganda

– Chiediamo un intervento immediato della comunità internazionale per arginare le conseguenze devastanti di questa tragedia”.

AMREF Italia lancia un appello di raccolta fondi per sostenere gli interventi a sostegno della popolazione colpita:

progetti contro la malaria, il colera e altre terribili malattie che hanno già iniziato a svilupparsi.

“L’Uganda ha bisogno di aiuto – dichiara Francesco Aureli, Direttore di AMREF Italia – Non commettiamo ancora una volta l’errore di abbandonare l’Africa. Con il vostro sostegno possiamo

ancora fare qualcosa per impedire che l’Uganda nei prossimimesi sia messo in ginocchio”.

AMREF è già sul posto e si sta mobilitando. Abbiamo bisogno d’aiuto per distribuire urgentementezanzariere antimalaria eattivarci per la prevenzione del colera.

L’Uganda ha bisogno di aiuto non commettiamo ancora una volta l’errore di abbandonare l’Africa. Con il vostro sostegno possiamo ancora fare qualcosa per impedire che l’Uganda

nei prossimi mesi sia messa in ginocchio.