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Corso di Laurea Magistrale CRVBAA LM-10 – CAR 19 REST– LAB Laboratorio di Restauro INSEGNAMENTO: «ESPERIENZE DI CONSERVAZIONE E RESTAURO DEL PATRIMONIO MONDIALE» Prof. Arch. Simonetta Valtieri Docente: Prof. Ing. Arch. Maurizio Di Stefano Anno Accademico 2012/2013 Prof. Ing. Arch. Maurizio Di Stefano 1

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Corso di Laurea Magistrale CRVBAA LM-10 – CAR 19 REST– LAB Laboratorio di Restauro

INSEGNAMENTO: «ESPERIENZE DI CONSERVAZIONE E RESTAURO DEL PATRIMONIO

MONDIALE» Prof. Arch. Simonetta Valtieri

Docente: Prof. Ing. Arch. Maurizio Di Stefano Anno Accademico 2012/2013

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Indice Premessa ed Introduzione al corso pag. 5 Obiettivi e contenuti pag. 6 Inquadramento internazionale della conservazione pag. 7 Un caso emblematico: Le isole Galapagos pag. 18 Figure eminenti nel campo della conservazione pag. 20 Gli strumenti internazionali per la conservazione del Patrimonio Mondiale pag. 21 Definizione ed individuazione della documentazione posta a base degli studi e delle attività concernenti il patrimonio culturale pag. 24 Le Convenzioni - Le Dichiarazioni -Le Carte Internazionali per la conservazione ed il restauro dal 1931 ad oggi -I Principi - Le Risoluzioni - I Documenti pag. 25 La Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale (PARIGI,1972) Le Premesse pag. 29 Navigazione su siti web di argomento specifico pag. 67 Linee guida per l’attuazione della Convenzione (Aggiornamento Novembre 2011) pag. 68 Linee guida per l’attuazione della Convenzione –Approfondimento sui capitoli I-II-III pag. 81 Il Documento di Nara (1994) pag. 95 La Carta Di Burra (1979) pag. 101 Note sulla Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale del 1972 pag. 126 Cronologico delle tappe fondamentali sui principi della conservazione dopo la Convenzione del 1972 pag. 127

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Historic Hurban Landscape , Proposte relative l'opportunità di uno strumento normativo per i Paesaggi Storici Urbani (Conferenza Generale 36a Sessione Parigi 2011) 36C/23 del 18 Agosto 2011» pag. 129 Un nuovo strumento internazionale: Le raccomandazioni proposte dall’ UNESCO sul paesaggio storico urbano (HUL)- Relazione al Comitato intergovernativo di esperti (UNESCOHQ, 25-27 maggio 2011) Raccomandazioni concernenti l’HUL pag. 131 Convenzione di Faro, Consiglio d'Europa - Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sul valore del patrimonio culturale per la Società cfr. allegato 1 DICHIARAZIONE DI FIRENZE SUL PAESAGGIO, 2012, Dichiarazione finale del Convegno internazionale UNESCO sul tema "La protezione internazionale dei paesaggi" tenutosi a Firenze il 19-21 settembre 2012 cfr. allegato 2 Inquadramento nazionale della conservazione pag. 165 L’Ufficio del patrimonio Mondiale MIBAC- UNESCO pag. 166 La Commissione Nazionale UNESCO: ruolo e competenze pag. 170 Modalità per la presentazione delle candidature nazionali per l’iscrizione di elementi nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità pag. 176 La procedura per la “Tentative list”- (Delibera C.N.I. UNESCO del 06/05/2011) pag. 178 Club e Centri UNESCO pag. 182 Il Dossier di candidatura nella WHL pag. 184 World Monuments Fund – World Monuments Watch pag. 203

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Il corpus delle carte e dei documenti ICOMOS pag. 213 Il piano di gestione –Introduzione pag. 234 Il modello del Piano di gestione dei Beni Culturali iscritti alla Lista del Patrimonio dell’Umanità Linee Guida Paestum 25 e 26 maggio 2004 pag. 239 La legge 20/02/2006 n.77 ed il decreto di attuazione pag. 290 Il Centro storico di Napoli – L’iscrizione del 1995 – Dalla «Clarification» al Piano di Gestione pag. 302 Roberto Di Stefano : filosofia della conservazione e prassi del restauro pag. 384 Esempi di restauro monumentale :Il complesso di san Pietro Martire in Napoli pag.413 Esempi di restauro monumentale ed urbanistico: Chiesa di Santa Chiara in Napoli pag. 461

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REST – LAB LABORATORIO DI RESTAURO Esperienze di Conservazione e Restauro del Patrimonio Mondiale

Il Corso mira a fornire allo studente la conoscenza delle procedure e dei criteri internazionali e nazionali per l’individuazione dei siti del patrimonio mondiale UNESCO. La conoscenza dei criteri, dei principi e delle procedure, necessaria per la redazione dei piani di gestione successivi alle candidature dei nuovi siti e dei siti inclusi nella World Heritage List. Tutti i temi del corso saranno sistematicamente affrontati con riferimento alla loro natura teoretica e applicativa. In particolare, le metodologie acquisite verranno applicate a casi di studio che saranno concordati all’interno del Laboratorio

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Premessa

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Laboratorio WHAT – LAB WORLD HERITAGE APPLICATION TECNOLOGY

Docente : Ing. Arch. Maurizio Di Stefano

OBIETTIVI L’obiettivo del corso è di fornire agli studenti le conoscenze e le abilità necessarie ad affrontare gli aspetti professionali della conservazione nello scenario internazionale oltre che italiano.

CONTENUTI PARTE PRIMA

PARTE SECONDA

PARTE TERZA

1)Inquadramento dello scenario internazionale della conservazione con specifico riferimento al rapporto UNESCO – U.E. – Italia. Sono proposti i principi della disciplina e i criteri di applicazione per la redazione delle principali convenzioni e carte internazionali La mappatura internazionale dei siti e la loro classificazione in Italia è presa in esame la conoscenza delle strutture e dell’albero delle relazioni internazionali.

Sono affrontati gli aspetti di riconoscimento della O.U.V. Outstanding Universal Value per la valutazione dei siti per la W.H.L. World Heritage List; i riferimenti normativi, procedurali e progettuali per l’iscrizione e le condizioni per la presenza e la permanenza nelle cinque regioni del mondo: Europa,Americhe,Asia, Africa, Oceania.

L’attenzione sarà rivolta a: la lista dei beni a rischio, i Piani di Gestione e la loro caratterizzazione, gli strumenti di natura tecnico – progettuale e a quelli di valutazione dell’efficacia di politiche e interventi pubblici e privati per la valorizzazione del patrimonio culturale. Casi di studio di interventi per tipologie: centri storici, monumenti, aree archeologiche , ecc.

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Inquadramento internazionale della conservazione

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INQUADRAMENTO INTERNAZIONALE DELLA CONSERVAZIONE Il sistema delle Nazioni Unite, che si configura intorno al nucleo centrale costituito dall'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), è articolato in una decina d'istituzioni intergovernative, ognuna delle quali si dedica ad un settore determinato dell'economia, della società e della cultura. Ma, forse meglio ancora che nel loro fine, è nella loro maniera di raggiungere questo fine che si afferra meglio come tali istituzioni armonizzino con il senso dell'evoluzione generale della nostra civiltà. Esse effettivamente si propongono di considerare i problemi di cui si occupano da un punto di vista universale e cercano di darne le soluzioni precise che essi richiedono, tenendo conto dell'organizzazione della umanità nel suo insieme. L'UNESCO - Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura - è una di queste istituzioni specializzate. La sua creazione è avvenuta il 4 novembre 1946, a Parigi, dopo che una ventina di Stati avevano accettato l’Atto costitutivo, redatto un anno prima a Londra, durante una conferenza organizzata per invito dei Governi della Gran Bretagna e della Francia, cui avevano partecipato i rappresentanti di 44 Paesi.

Centro Patrimonio Mondiale Il Centro del Patrimonio Mondiale fu istituito nel 1992. Esso assicura la gestione quotidiana della Convenzione. Organizza gli incontri statutari previsti dalla Convenzione per il Patrimonio Mondiale, l'Assemblea Generale biennale degli Stati Membri, gli incontri annuali del Comitato per il Patrimonio Mondiale e gli incontri dell'Ufficio.

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INQUADRAMENTO INTERNAZIONALE DELLA CONSERVAZIONE

Lo SCUDO BLU INTERNAZIONALE (ICBS International Commitee of the Blue Shield), fondato nel 1996, prende il nome dal simbolo specificato nella Convenzione de L’Aja (1954) a protezione dei Beni Culturali, per la difesa dei quali vengono promosse azioni di protezione, prevenzione e sicurezza in tutte le situazioni rischiose, come i conflitti armati e le calamità naturali. Vede l’adesione di un gruppo di ONG: ICA (Council of Archives) ICOM (International Council of Museums) ICOMOS (International Council on Monuments and Sites) IFLA (International Federation of Library Associations and Institutions).

Su richiesta di uno Stato Membro, il Centro organizza l'assistenza nella preparazione degli elenchi preliminari e delle nomine per La Lista del Patrimonio Mondiale; mobilita l'assistenza internazionale, organizza corsi di formazione ed assistenza di eventuali emergenze; assiste le attività di monitoraggio e di preparazione delle relazioni sullo stato di conservazione dei Beni del Patrimonio Mondiale; gestisce le informazioni e le relazioni sulle minacce ai Beni del Patrimonio segnalate dal pubblico, dagli Stati Membri e dagli Enti Consiliari e le porta all'attenzione degli organi statutari del Patrimonio Mondiale; organizza seminari tecnici e workshop, sviluppa materiale didattico per promuovere la consapevolezza del concetto di Patrimonio Mondiale e per tenere informato il pubblico rispetto alle questioni del Patrimonio Mondiale ; tiene i registri degli Organi statutari e i documenti relativi al Patrimonio Mondiale, i film educativi, i CD-ROM, i libri e gli altri materiali.

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L’ICCROM Centro Internazionale di Studi per la Conservazione e il Restauro dei Beni Culturali è un’organizzazione intergovernativa internazionale istituita a Roma nel 1959, per decisione della IX Conferenza Generale UNESCO del 1956; attualmente vi aderiscono 120 Stati. In seguito alla completa attuazione dello Statuto originario, l’ICCROM vede oggi riconosciuta la propria capacità giuridica internazionale, quale Organizzazione indipendente, distinta dall’UNESCO, che se ne era avvalso in un primo momento quale organo sussidiario, per raggiungere finalità istituzionali in materia di tutela e conservazione del patrimonio culturale. Il Centro svolge funzioni di consulenza scientifica del Comitato UNESCO per il Patrimonio Mondiale, per la definizione e l’attuazione di progetti di recupero e salvaguardia dei Siti iscritti nella Lista, oltre alle primarie attività di ricerca, formazione, divulgazione e promozione nel settore del patrimonio materiale e immateriale, in sinergia con le direttive e le Convenzioni approvate dall’UNESCO. Il Ministero degli Esteri ne sostiene l’attività con un contributo annuale obbligatorio, erogato dalla Direzione Generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale e con contributi volontari della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo.

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L'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) L'Unione Internazionale per la Protezione della Natura (IUPN) viene istituita, a seguito della conferenza internazionale di Fontainebleau, il 5 Ottobre 1948. L'organizzazione ha cambiato il suo nome in Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e Risorse Naturali nel 1956 e nel 1990 è stata abbreviata in IUCN - Unione Internazionale per la Conservazione della Natura. L'IUCN è un'organizzazione internazionale all'interno della quale partecipano ben 140 Paesi, con una eterogenea rappresentanza espressione di 77 Stati, 114 agenzie governative, più di 800 organizzazioni non governative, più di 10,000 scienziati ed esperti internazionalmente riconosciuti provenienti da più di 180 Paesi che lavorano all'interno delle Commissioni. Nel 1999, gli Stati Membri dell'ONU hanno accordato all'IUCN lo status di Osservatore all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite Gli obiettivi dell'IUCN sono quelli di "influenzare, incoraggiare e assistere le società del mondo al fine di conservare l'integrità e la diversità della natura e di assicurare che qualsiasi utilizzo delle risorse naturali sia equo ecologicamente sostenibile".

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INQUADRAMENTO INTERNAZIONALE DELLA CONSERVAZIONE

L’ICOMOS International Council on Monuments and Sites, è l’associazione mondiale di professionisti che attualmente annovera circa 11.000 esperti in tutto il mondo. L’ICOMOS si dedica alla conservazione e alla tutela dei monumenti, degli edifici e dei siti del patrimonio culturale. E’ l'unica ONG internazionale nel suo genere per la promozione di teoria, metodologia e tecnologia applicata alla conservazione, tutela e valorizzazione dei monumenti e dei siti. Il suo lavoro si basa sui principi sanciti nella Carta internazionale del 1964 sulla conservazione e restauro di monumenti e siti, conosciuta come la Carta di Venezia. ICOMOS opera attraverso una rete di esperti che genera uno scambio interdisciplinare continuo tra architetti, storici, archeologi, storici dell'arte, geografi, antropologi, ingegneri e progettisti impegnati in 28 comitati Scientifici Internazionali. I membri del ICOMOS contribuiscono al miglioramento della conservazione del patrimonio, alle norme e alle tecniche per tutti i tipi: edifici patrimonio culturale, città storiche, paesaggi culturali e siti archeologici. L’ICOMOS è organo consultivo dell’UNESCO.

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Le azioni interne / L’UNESCO La missione dell'UNESCO è di contribuire a costruire la pace, l'eliminazione della povertà, lo sviluppo sostenibile ed il dialogo interculturale attraverso l'educazione, la scienza, la cultura, la comunicazione e l’informazione. L'Organizzazione si concentra in particolare per : • assicurare una formazione di qualità per tutti e l'apprendimento per tutta la vita • mobilitazione delle conoscenze scientifiche e politiche per lo sviluppo sostenibile • affrontare emergenze sociali ed etiche • promuovere la diversità culturale, il dialogo interculturale e una cultura della pace • creazione di società del sapere attraverso l'informazione e la comunicazione

L’ UNESCO lavora per creare le condizioni per un dialogo tra le civiltà, le culture ei popoli, basati sul rispetto dei valori condivisi. E 'attraverso questo dialogo che il mondo può raggiungere i concetti generali di sviluppo sostenibile, il rispetto dei diritti umani, il rispetto reciproco e la riduzione della povertà, che sono tutti al centro della missione dell’ UNESCO e del suo lavoro.

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Le azioni interne / Il WHC – World Heritage Centre Creato nel 1992, il World Heritage Centre (WHC) coordina le attività relative al patrimonio mondiale e assicura la gestione quotidiana della Convenzione. E’ stato istituito dalla Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Culturale e Naturale Mondiale del 1972 di cui quest’anno si celebra il 40° anniversario. Su richiesta di uno Stato Membro, il Centro organizza l'assistenza nella preparazione degli elenchi preliminari e delle nomination per l'Elenco del Patrimonio Mondiale. Art.13 comma 7 della Convenzione Il Comitato coopera con le organizzazioni internazionali e nazionali, governative e non governative, con scopi analoghi a quelli della presente convenzione. Per l’attuazione dei suoi programmi e l’esecuzione dei suoi progetti, il Comitato può fare appello a queste organizzazioni: • ICCROM - CENTRO INTERNAZIONALE DI STUDI

PER LA CONSERVAZIONE ED IL RESTAURO DEI BENI CULTURALI

• ICOMOS - Consiglio Internazionale dei Monumenti e dei Siti

• UICN - Unione internazionale per la conservazione della natura e delle risorse naturali

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WHS / I siti patrimonio mondiale

La Lista del patrimonio mondiale è composta da 936 beni che costituiscono il patrimonio culturale e naturale che il Comitato del Patrimonio mondiale considera come aventi un valore universale eccezionale. Questa Lista comprende 725 beni culturali , 183 naturali e 28 misti ripartiti in 153 Stati Parte. Dal marzo 2012, 189 Stati Parte hanno ratificato la Convenzione del Patrimonio Mondiale 15

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Nazioni con almeno 10 patrimoni riconosciuti dall'UNESCO. Legenda: nazioni con 40 o più patrimoni nazioni con da 30 a 39 patrimoni nazioni con da 20 a 29 patrimoni nazioni con da 15 a 19 patrimoni nazioni con da 10 a 14 patrimoni

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WHS/ I siti patrimonio mondiale

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WHS/ I siti patrimonio mondiale in Italia

SITI CULTURALI n. 44 * SITI NATURALI n. 3 SITI IMMATERIALI n. 3 *(di cui 2 transfrontalieri)

Italia Settentrionale 46,8%

Italia Centrale 27,7%

Italia Meridionale 25,5%

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UNESCO's world heritage sites A danger list in danger In its care for precious places, the UN cultural agency is torn between its own principles and its members’ wishes; the principles are losing ground Siti del Patrimonio mondiale UNESCO In pericolo una lista di siti in pericolo Nella sua cura per I luoghi preziosi, l’agenzia culturale dell’ONU è lacerata tra i propri principi e le aspirazioni dei suoi membri; I principi stanno perdendo terreno

….“The decision to remove the islands from the list of “world heritage sites in danger”—taken at the 34th Committee Meeting in Brasília (August 3rd 2010)—was only one of several signs that the UN agency is bending its own rules under pressure from member states. And since UNESCO is supposed to be an unprejudiced protector of the whole world’s built and natural environment, such slipping standards are not merely of concern in remote Pacific islands.” “La decisione di rimuovere le isole dall’elenco dei “siti del patrimonio mondiale in pericolo”- presa nella riunione del 34° Comitato del 3 agosto 2010 a Brasilia – è stato solo uno dei segni che l’Agenzia dell’ONU pieghi le proprie regole sotto la pressione degli Stati membri. E poichè l’UNESCO si suppone che sia un forte protettore dell’ambiente naturale per il mondo intero, tali deroghe dalle norme non sono semplicemente di preocupazione in remote isole del pacifico.

GALAPAGOS

Aug 26th 2010

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..“For man-made sites, UNESCO relies on advice from the International Council on Monuments and Sites (ICOMOS), a conscientious fraternity of conservation professionals. Its head, Gustavo Araoz, says that “we respect the UNESCO committee’s right to reject our views.” But as far as it can, his institution tells the UN body to ponder not just whether a site is nice or interesting, but whether it has been cared for, and will be in future. “We urge a renewed emphasis on conservation,” he sighs. ..”Per i siti di origine antropiche, UNESCO si basa sulla consulenza dell’International Council on Monuments and Sites (ICOMOS), una confraternita coscienziosa di professionisti della conservazione. In capo , Gustavo Araoz, dice: “noi rispettiamo il diritto del Comitato UNESCO di respingere le nostre opinioni”. Ma per quanto possibile, l’ICOMOS invita l’organismo delle Nazioni Unite a riflettere non solo sul fatto che un sito sia piacevole o interessante, ma se sia stato curato o se lo sarà in futuro. “Chiediamo una rinnovata enfasi sulla conservazione”, egli lamenta.

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La storia del restauro e della conservazione parla italiano Tomaszewski amava ricordare i principali personaggi della conservazione e del restauro

• Camillo Boito (Roma, 30 Ottobre 1836 – Milano, 28 Giugno 1914)

• Gustavo Giovannoni (Roma, 1 Gennaio 1873 – Roma, 15 Luglio

1947)

• Roberto Pane (Taranto, 21 Novembre 1897 – Sorrento, 29 Luglio

1987)

• Cesare Brandi (Siena, 8 Aprile 1906 – Vignano (Siena), 19 Gennaio

1988)

• Piero Gazzola (Piacenza, 6 Luglio 1908 – 14 Settembre 1979)

• Giovanni Urbani (6 Roma, 1925 – Roma, 8 Giugno 1994)

• Giovanni Spadolini (Firenze, 21 Giugno1925 – Roma, 4 Agosto 1994)

• Roberto Di Stefano (Napoli, 20 Novembre 1926 – Napoli, 14 Giugno

2005)

Il professor Andrzej Tomaszewski nasce nel 1934. Si laurea in storia dell'arte presso la Facoltà di Storia dell'Università di Varsavia (1959) e la Facoltà di Architettura del Politecnico di Varsavia (1962). Consegue il dottorato di ricerca nel 1976. Autore di oltre 250 pubblicazioni di storia dell'arte, archeologia, storia della cultura e teoria della conservazione. Tra il 1973-1981 e 1987-1988 ricopre la carica di Direttore dell’Istituto dell’ Architettura e Storia dell'Arte, Facoltà di Architettura del Politecnico di Varsavia; dal 1998 è responsabile dei monumenti storici (Conservation Department). Professore presso l’Istituto per lo studio avanzato a Berlino (1985) e l'Università Johannes Gutenberg di Magonza-(1986-87).

Tra il 1988-1992 è Direttore Generale dell'ICCROM a Roma. Presidente del Comitato Internazionale ICOMOS Formazione (1984-1993), poi presidente onorario del comitato stesso. Conservatore Generale dei Monumenti Storici presso il Ministero della Cultura della Repubblica di Polonia (1995-99). Tra il 2003-2009, Presidente del Comitato Nazionale ICOMOS Polonia. Dal 2009, Presidente del Comitato Nazionale ICOM polacco e vice-presidente del ICOMOS Comitato Nazionale polacco. Ha ricoperto la carica di presidente del consiglio dei monumenti storici e della conservazione per il presidente di Varsavia. Il professore era membro di numerosi comitati scientifici, centri scientifici esteri e Accademie. Ha co-presieduto il gruppo di lavoro polacco/tedesco degli storici dell'arte. Delegato polacco per i Beni Culturali, per la commissione CE e per il Comitato del Patrimonio Mondiale UNESCO. Nel 2009 gli è stato assegnato il Premio Fondazione Kronenberg.

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Gli strumenti internazionali della conservazione

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• Legge 364/1909 che stabilisce e fissa le norme per l’inalienabilità delle antichità e delle belle arti

• Legge 778/1922 ''Per la tutela delle bellezze naturali e degli immobili di particolare interesse storico'‘ (Benedetto Croce)

• 1923 Legge di innovazione per la scuola detta ‘’Riforma Gentile’’ • 1931 Conferenza Internazionale di Atene. Carta di Atene • 1932 Consiglio Superiore per Le Antichità e Belle Arti. Norme per il restauro dei monumenti.

Carta Italiana del restauro • 1932 Proposta di legge sui Musei e sulla tutela dei Beni Artistici e dei Monumenti • Legge 1089 del 1 giugno 1939 - Tutela delle cose di interesse artistico e storico

• Convenzione dell’Aja del 14 maggio 1954 Convenzione per la salvaguardia del Patrimonio culturale in caso di

conflitto armato (documento di indirizzo politico)

• Carta di Venezia (1964) (principi scientifici)

Convenzione del Patrimonio Mondiale” Parigi 16/11/1972

UNESCO (16/11/1945) ICOMOS (1965)

WORLD HERITAGE CENTRE (1992)

1996 International Committee of

the Blue Shield (ICA, ICOM,

ICOMOS, IFLA)

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UNESCO - 1945 CONSIGLIO D’EUROPA - 1949

Dichiarazione universale dei Diritti umani Parigi, 10 dicembre 1948

Convenzione per la protezione dei Beni Culturali in caso di conflitto armato

(L’Aja, 1954)

1950 - Roma 4 novembre CEDU - Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali

1954 – Convenzione culturale europea - Patrimonio e paesaggi come elementi

fondamentali dei diritti umani 1985 (1989) – GRANADA – Convenzione per la

salvaguardia del patrimonio architettonico d’Europa

1992 (1996) – VALLETTA – Convenzione per la salvaguardia del patrimonio archeologico d’Europa

2000 (2006) – FIRENZE - Convenzione sul Paesaggio Europeo

2008 - International Committee on cultural diversity

and intercultural dialogue 2005 (2011) – FARO - Convenzione quadro del

Consiglio d’ Europa sul valore del patrimonio culturale per la società

2001 – Dichiarazione Universale UNESCO sulla Diversità Culturale per il dialogo e lo sviluppo

2005 – Convenzione per la difesa della diversità

delle espressioni culturali

1954 - SCUDO BLU

1964 – Carta di Venezia 1972 – Convenzione per la protezione del

Patrimonio Culturale e Naturale (GL) 1987 – Carta internazionale di Washington 1994 – Documento di Nara sull’‘’Autenticità’’ 2001 – Convenzione UNESCO sulla protezio- ne del patrimonio culturale subacqueo 2003 – Convenzione per la salvaguardia del

patrimonio culturale immateriale

OING

1927 – IFLA 1946 – ICOM 1948 – IUCN 1963 – Europa Nostra 1965 – ICOMOS

2011 – HISTORIC URBAN LANDSCAPE

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DEFINIZIONE ED INDIVIDUAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE POSTA A BASE DEGLI STUDI E DELLE ATTIVITA’ CONCERNENTI IL PATRIMONIO CULTURALE Le attività di studio e di lavoro relative al Patrimonio culturale si svolgono tramite la consultazione o produzione dei seguenti documenti che costituiscono gli strumenti della conservazione:

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CARTA: Generalmente la carta è la regola fondamentale di un’organizzazione ufficiale (es. Carta delle Nazioni Unite)

PRINCIPI: (sottointeso da applicarsi) – Generalmente il principio è una regola di azione che si appoggia sul processo di valore e costituente un modello, una regola, uno scopo.

DOCUMENTI: Generalmente un documento viene scritto perché serva come prova, o insegnamento

RISOLUZIONE: Generalmente la risoluzione è una decisione volontaria creatasi dopo una delibera e con l’intenzione di confermarla

CONVENZIONE: Patto, accordo tra più persone, organismi o Stati per regolare una determinata attività nel rispetto dei reciproci impegni A

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DICHIARAZIONE: Atto preparatorio ai trattati internazionali giuridicamente vincolanti

F

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• 1899 e del 1907 Stralci dalle Convenzioni dell'Aja riguardanti la protezione dei Beni Culturali

• (L'Aja, 14 maggio 1954) Convenzione per la Protezione del Patrimonio Culturale in Caso di Conflitto Armato, con annesso Regolamento - I Protocollo Aggiuntivo 14 maggio 1954 - II Protocollo Aggiuntivo 26 marzo 1999

• (Londra, 6 maggio 1969)Convenzione europea per la protezione del patrimonio archeologico • (Parigi, 14 Novembre 1970)Convenzione concernente le misure da adottare per interdire e

impedire l’illecita importazione, esportazione e trasferimento di proprietà dei beni culturali • (Ramsar, 2 febbraio 1971) Convenzione relativa alle Zone Umide di importanza internazionale • (22novembre 1972)Convenzione di Parigi sulla Protezione del Patrimonio Culturale e Naturale

mondiale

• (Ginevra, 8 giugno 1977) - Art. 53 I Protocollo Aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra del 1949 • (Granada, 3 ottobre 1985)Convenzione per la salvaguardia del patrimonio architettonico d'Europa • (La Valetta, 1992)Convenzione europea per la protezione del patrimonio archeologico (riveduta) • (Rio de Janeiro, 5 giugno 1992)Convenzione sulla diversità biologica

GLI STRUMENTI DELLA CONSERVAZIONE

Le Convenzioni A

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• (Roma, 24 giugno 1995) Convenzione UNIDROIT sui beni culturali rubati o illecitamente

esportati • (Firenze, 20 Ottobre 2000)Convenzione Europea sul Paesaggio • (Parigi 2 Novembre 2001) Convenzione dell'UNESCO sulla protezione del Patrimonio Culturale

subacqueo • (Parigi, 17 Ottobre 2003) Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale

Immateriale • (Parigi, 20 Ottobre 2005) Convenzione sulle Protezione e Promozione della Diversità delle

Espressioni Culturali

• (Faro ,2005 -2011) Convenzione quadro del Consiglio d’ Europa sul valore del patrimonio culturale per la società

GLI STRUMENTI DELLA CONSERVAZIONE

Le Convenzioni

A

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Le Dichiarazioni • (Parigi, 10 Dicembre 1948) Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 Dicembre 1948.

B

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GLI STRUMENTI DELLA CONSERVAZIONE

Le Carte Internazionali per la conservazione ed il restauro dal 1931 ad oggi • (1931) Carta di Atene per il Restauro dei Monumenti Storici • (1964) Carta internazionale sulla conservazione e il restauro dei monumenti e dei siti detta Carta di

Venezia • (1979) Carta dell’ICOMOS Australia per la conservazione dei luoghi e dei beni patrimoniali di valore

culturale detta Carta di Burra • (1981) Carta dei giardini storici detta Carta di Firenze

• (1987) Carta internazionale per la salvaguardia delle città storiche detta carta di Washington • (1990) Carta internazionale per la gestione del Patrimonio Archeologico • (1996) Carta internazionale sulla protezione e la gestione del Patrimonio culturale subacqueo • (1999) Carta del patrimonio architettonico vernacolare • (1999) Carta internazionale del turismo culturale • (2008) Carta ICOMOS degli Itinerari Culturali • (2008) Carta ICOMOS per l’interpretazione e la presentazione dei siti beni culturali

C

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• (1996) Principi per la Creazione di Archivi Documentari, di Monumenti, Insiemi e Siti • (1999) Carta dei Principi da seguire per la conservazione delle strutture storiche in legno • (2003) Principi per l’analisi, la conservazione e il restauro del patrimonio architettonico • (2003) Principi per la salvaguardia e la conservazione/restauro delle pitture murali

GLI STRUMENTI DELLA CONSERVAZIONE

I PRINCIPI

I DOCUMENTI • (1994) Documento Nara sull’Autenticità

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LE RISOLUZIONI • (1972) Risoluzione del simposio sull’inserimento dell’architettura contemporanea negli

agglomerati antichi (ICOMOS 3a Assemblea Generale) • (1975) risoluzione sulla Conservazione delle piccole Città Storiche (ICOMOS 4a Assemblea

Generale)

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GLI STRUMENTI DELLA CONSERVAZIONE Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale

(PARIGI,1972)

LE PREMESSE

Agli inizi del secolo scorso si decise di costruire una diga ad Aswan per regolare le inondazioni del Nilo. Dal 1907 al 1912 fu innalzata la prima diga e già allora, i monumenti dell'isola di Philae (che si trovava nel bacino della diga) venivano talvolta allagati.

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Nel periodo 1929-1933 la diga fu innalzata una prima volta.

Nel 1946, il livello dell'acqua giunse quasi a superare la diga, e nel 1952 si decise di non alzare ancora la diga bensì di costruirne una nuova 6 chilometri più a monte. La questione della costruzione della diga di Assuan entrò nel pieno della geopolitica della guerra fredda. Inizialmente dovevano essere gli Stati Uniti a costruirla ma, per ragioni politiche, nel 1956 si ritirarono. Infatti Nasser, allora Presidente dell'Egitto (al potere dal 1954), aveva il 26 luglio 1956 nazionalizzato il Canale di Suez (i cui proventi finanziarono gran parte della costruzione della diga) e si era rifiutato di entrare nel blocco anti-sovietico.

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Prima diga

Seconda diga 30

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La decisione presa dal governo egiziano nel 1954, dopo profonda riflessione, di costruire a sud della città di Aswan una gigantesca diga destinata a trasformare e modernizzare l'economia del paese poneva all' Egitto e al Sudan un grave problema culturale: una regione di grande ricchezza culturale, conosciuta fin dall'antichità col nome di Nubia, con decine di edifici e di siti archeologici rischiava di essere sommersa dalle acque dell'immenso bacino di raccolta della futura diga, che si sarebbe estesa per 500 km nella parte nubiana della valle del Nilo a cavallo della frontiera tra Egitto e Sudan.

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Nel 1959 i governi di Egitto e Sudan chiesero all’UNESCO di aiutare i loro paesi per la protezione e la conservazione di monumenti e siti ubicati sul lago Nasser ed in via di estinzione. Nel 1960, il Direttore Generale dell'UNESCO lanciò un appello agli Stati membri per una campagna internazionale per salvare i monumenti della Nubia.

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Questo appello comportò lo scavo e la registrazione di centinaia di siti, con il salvataggio di migliaia di oggetti ed il trasferimento di importanti templi sulle alture, i più famosi dei quali quelli di Abu Simbel e Philae. Aderirono 113 paesi e dopo anni di approfondimenti fu deciso di spostare di 300 metri e 65 metri più in alto l'intero complesso di Abu Simbal. L'operazione scattò nel 1964 e si concluse nel 1968. Alla straordinaria operazione parteciparono oltre 2000 persone tra cui tecnici, marmisti e scultori italiani di Carrara. Il tempio di Iside fu invece spostato dall'isola di Philae alla vicina isola di Agilikia.

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Lo spostamento iniziò nel 1977 e fu concluso il 10 marzo 1980. Ad attuare lo spostamento, finanziato dal governo italiano, furono le imprese italiane Condotte Acque di Roma e Mazzi di Verona, consorziate nella Condotte Mazzi Estero (l'impresa è raccontata anche nel testo "Condotte nei restauri", edito dalla Erma nel 1992).La campagna è stata un successo completo e spettacolare.

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Come parte della campagna internazionale, l'UNESCO ha svolto il ruolo di coordinatore e intermediario tra gli Stati donatori e i governi di Egitto e Sudan, facilitando i loro sforzi per la salvaguardia del patrimonio culturale della Nubia. In quanto organo di controllo per queste attività, il Comitato Esecutivo della Campagna Internazionale fu creato nel 1960 e fu stabilito un fondo di deposito. A seguito del successo di questa campagna, nel 1982 fu promossa la Campagna internazionale per la creazione del Museo della Nubia ad Assuan e il Museo Nazionale della Civiltà egiziana al Cairo. Il sito Patrimonio dell’Umanità UNESCO denominato Monumenti nubiani da Abu Simbel a Philae ed inserito nel 1979 con la sua storia molto singolare ha ispirato la firma della Convenzione sul Patrimonio dell'Umanità del novembre 1972 e la nascita della lista, che a partire dal 1978, includerà e proteggerà i Patrimoni dell’Umanità del mondo intero.

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Il successo della campagna per i Monumenti nubiani da Abu Simbel a Philae aprì la strada ad altre campagne di tutela, quali quella per salvare Venezia (Italia) Moenjodaro (Pakistan) e restaurare Borobodur (Indonesia).

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‘’La complessa calamità naturale che il 4 novembre 1966 devastò le due città d'arte italiane Firenze e Venezia conosciute e amate in tutto il mondo, influì sulla determinazione dell'UNESCO di accelerare i tempi per la costituzione di un settore di studiosi dediti a stabilire norme e principi per la scelta e la tutela dei beni che da lì a poco avrebbero costituito la Lista del patrimonio mondiale dell'Umanità. La risposta all'appello di solidarietà, rivolto al mondo dall'allora Direttore Generale dell'UNESCO René Maheu, fu immediata e imponente e coinvolse vari livelli istituzionali e sociali.

Il caso di Venezia

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A Venezia, l'acqua alta, eccezionale per altezza e durata - un giorno intero- aveva provocato danni tali da bloccare l'erogazione dell' acqua e della luce a causa della fuoruscita dei combustibili liquidi dai serbatoi degli impianti di riscaldamento. La nafta e il gasolio, saliti in superficie in base al loro peso specifico, avevano aggravato lo stato di degrado segnando sui muri, con strisce nere, i vari gradi di deflusso delle acque. La collaborazione dell'UNESCO si articolò in varie direzioni: un ufficio UNESCO fu istituito a Roma con il compito di affiancare le autorità italiane e seguire l'iter delle misure legislative da adottare; su idea delle Organizzazioni Internazionali, in particolare dell'ICOMOS (Conseil International des Monuments et des Sites) e insieme alla Soprintendenza ai Musei si preparò la descrizione dello stato di conservazione delle opere d'arte danneggiate mentre con la Soprintendenza ai Monumenti fu allestito un inventario degli edifici.

Un laboratorio del restauro fu istituito nella chiesa di San Gregorio. L'anno successivo usciva già il "Rapporto su Venezia", conosciuto più tardi anche sotto il titolo di "Sauver Venise".

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Laboratorio del restauro nella chiesa di San Gregorio 37

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Nel rapporto si descrivevano non solo la complessità dei restauri da affrontare, ma anche le possibilità per effettuarli. Si descriveva la situazione del patrimonio artistico e culturale della città, le sue difficoltà dal punto di vista economico e sociale e lo stato fisico della laguna. Si formulavano inoltre ipotesi di recupero del patrimonio. Questo lavoro aveva lo scopo di mettere a disposizione degli specialisti valutazioni, analisi approfondite e raccomandazioni precise sui lavori di restauro più urgenti.

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Nel 1970 apparve anche un altro studio sul Patrimonio monumentale di Venezia finanziato dall'UNESCO e realizzato in collaborazione con l' "Osservatore Economico" di Venezia.Nel maggio 1973, subito dopo l' adozione della legge speciale 171 per la salvaguardia di Venezia, l'Ufficio UNESCO si trasferì a Venezia. Da quel momento e ancora oggi i suoi compiti sono: • Coordinare le diverse forme della cooperazione internazionale; • Promuovere studi scientifici; • Programmare animazione culturale; • Curare le relazioni pubbliche, l'informazione, le mostre; • Offrire cooperazione tecnica alle autorità italiane, regionali e comunali. I primi interventi di restauro furono finanziati e eseguiti da Istituzioni, Fondazioni, Comitati e Associazioni italiane, ma anche con il concorso imponente dei Comitati e dei Fondi internazionali per Venezia .Molti di questi Comitati continuano ancora oggi ad interessarsi del restauro di Venezia e molti altri se ne sono aggiunti nel tempo.’’ 38

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Il sito conserva i resti di una città immensa nella Valle dell'Indo, costruita interamente in mattoni crudi nel terzo millennio a C. L'acropoli, impostata su alti argini, i bastioni e la precisione dell’impostazione della città bassa riflettono la rigorosa pianificazione.

Nel 1974, a seguito della richiesta del governo pakistano, l'UNESCO ha lanciato la Campagna Internazionale per la salvaguardia di Moenjodaro. La campagna è durata fino al 1997 e ha mobilitato diversi milioni di dollari provenienti dagli Stati membri per finanziare misure di conservazione su larga scala volte a proteggere il sito da inondazioni, per implementare le attività, per rafforzare le capacità nazionali, per creare un laboratorio per la conservazione e il monitoraggio.

Il caso di Moenjodaro (Pakistan)

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La campagna internazionale per la salvaguardia del sito è stata incentrata soprattutto al controllo delle acque sotterranee, alla conservazione dell’impianto strutturale, all’ architettura del paesaggio. Tutte queste attività sono state svolte da esperti nazionali ed internazionali con il sostegno della popolazione locale. Attraverso la campagna, vi sono circa 150 milioni di persone, tra cui studenti, che hanno ricevuto informazioni su Mohenjodaro e la civiltà dell’Indo. Inoltre, è stato attuato con successo un progetto UNDP (United Nations Development Programme) per lo sviluppo di capacità nella gestione del Patrimonio Mondiale, in particolare attraverso i fondi di investimento giapponesi. Gli obiettivi immediati sono stati di fornire le attrezzature e le conoscenze in modo da poter sviluppare metodi di laboratorio per la conservazione delle strutture in mattoni antichi. Il progetto ha sviluppato metodi di conservazione basati sulla raccolta di dati sul sale e l'umidità.

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Borobodur, al centro dell’isola di Java, in Indonesia, è la sede di uno dei più notevoli monumenti buddisti al mondo. Databile a partire dal IX secolo d.C., questo magnifico tempio è costituito da un’immensa piramide tronca, rivestita di blocchi di pietra interamente scolpiti ad illustrare la vita di Buddha ed i suoi insegnamenti.

Il caso di Borobodur (Indonesia)

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Nel 1972 l’UNESCO lanciò la Campagna Internazionale per la Salvaguardia di Borobodur con il supporto economico di alcuni Stati Membri tra cui il Giappone, la Repubblica Federale Tedesca, l’Australia, il Belgio, e la Gran Bretagna. Il progetto durò fino al 1985, coinvolse 600 persone, ed ebbe un costo totale di circa 700 milioni di dollari. Le fondazioni del monumento furono consolidate e i 1460 pannelli furono ripuliti. Nel 1991 il sito di Borobodur fu inscritto nella lista del Patrimonio Mondiale e nel 2003 fu oggetto di una seconda fase di restauri da parte dell’UNESCO, che indirizzò questa volta l’attenzione sulle comunità locali, favorendo imprese ed attività di profitto. Borobodur costituisce oggi il monumento più visitato dai turisti in Indonesia.

Note bibliografiche relative alla parte ‘’Le Premesse’’: Chiara Dezzi Bardeschi, Archeologia e Conservazione – Maggioli Ed. 2007 Sito WEB http://whc.unesco.org/ 42

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La Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale (PARIGI,1972)

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GLI STRUMENTI DELLA CONSERVAZIONE

Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale (PARIGI,1972) Data Firma Accordo: 16/11/1972 - Vigenza Internazionale: 17.12.1975 - Accordo Tipo: MULTILATERALE

Provvedimento Legislativo: L. N. 184 DEL 06.04.1977 - GU N. 129 DEL 13.05.1977 Data della Ratifica, Notifica, Adesione: ADERITO IL 23.06.1978. - COMUNICATO IN GU N. 261 DEL 18.09.1978

Depositari accordo: UNESCO

I. Definizioni del patrimonio culturale e naturale (Artt.1,2,3)

II. Protezione nazionale e protezione internazionale del patrimonio culturale e naturale (Artt. 4,5,6,7)

III. Comitato intergovernativo per la protezione del patrimonio mondiale, culturale e naturale (Artt. 8,9,10,11,12,13,14)

IV. Fondo per la protezione del patrimonio mondiale, culturale e naturale (Artt. 15,16,17,18) V. Condizioni e modalità dell’assistenza internazionale (Artt. 19,20,21,22,23,24,25,26) VI. Programmi educativi (Artt. 27,28) VII. Rapporti (art.29) VIII. Clausole finali (Artt. 30,31,32,33,34,35,36,37,38,)

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Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale (PARIGI,1972)

CAP. I Definizioni del patrimonio culturale e naturale

Art.1 Definizioni del patrimonio culturale

Art.2 Definizioni del patrimonio naturale

I monumenti Gli agglomerati I siti

I monumenti naturali Le formazioni geologiche I siti naturali

GLI STRUMENTI DELLA CONSERVAZIONE

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Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale (PARIGI,1972)

Cap. II (Artt. 4,5,6,7) Protezione nazionale e protezione internazionale del patrimonio culturale e naturale

Art.4 Ogni Stato parte dalla presente Convenzione riconosce che l'obbligo di assicurare l'identificazione, la tutela, la conservazione, la valorizzazione e la trasmissione alle future generazioni del patrimonio culturale e naturale….

All’incombenza diretta (in prima persona) di garantire • L’identificazione • Protezione • Conservazione • Valorizzazione • Trasmissione

(Comunicazione)

Art.5 Politiche culturali, Protezione Nazionale ed Internazionale

Assegnare una funzione nella vita collettiva Programmare la pianificazione generale a)politiche generali b)servizi territoriali di

protezione c)sviluppare studi e ricerche d) norme giuridiche, tecniche,amministrative e finanziarie e) centri nazionali o regionali di formazione

GLI STRUMENTI DELLA CONSERVAZIONE

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Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale (PARIGI,1972)

Cap. II Protezione nazionale e protezione internazionale del patrimonio culturale e naturale

Art.7 Definizioni di protezione internazionale

Art.6 Principio del Patrimonio Universale

1. Riconoscimento dell’esistenza di un WH (Patrimonio Mondiale)

2. Identificare ,proteggere, conservare, e valorizzare ….di cui ai paragrafi 2 e 4 art.11

3. Tutela reciproca: ogni stato si impegna a non danneggiare gli altri (reciproca tutela)

Attuazione di un sistema di cooperazione ed assistenza internazionale

GLI STRUMENTI DELLA CONSERVAZIONE

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Cap. III Comitato intergovernativo per la protezione del patrimonio mondiale, culturale e naturale COMITATO DEL PATRIMONIO MONDIALE

Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale (PARIGI,1972)

Art.8 Comitato del patrimonio mondiale presso l’ONU

1. la composizione iniziale prevede 15 stati eletti dagli stati partecipi UNESCO nel corso dell’Assemblea Generale delle sessioni UNESCO. Il numero dei componenti da 15 a 21 oggi è 40

2. I membri devono rappresentare la “equa” presenza delle regioni e culture

3. Sono membri di diritto: un rappresentante ICRROM (Roma) ICOMOS (Parigi) IUCN ( Roma) altre Intergov eOING

Art.9 Durata e modalità di Partecipazione al Comitato

1. Esercizio del mandato triennale che scade alla terza sessione ordinaria e successiva alla Conferenza generale di nomina

2. I membri designati sono sorteggiati dal Presidente della Conferenza Generale UNESCO e possono rimanere in carica per due mandati

3. Gli stati membri scelgono esperti

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Cap. III Comitato intergovernativo per la protezione del patrimonio mondiale, culturale e naturale COMITATO DEL PATRIMONIO MONDIALE

Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale (PARIGI,1972)

Art.10 Funzionamento

1. Il Comitato del patrimonio mondiale adotta il proprio regolamento.

2. Il comitato può in qualunque momento invitare alle proprie riunioni organismi pubblici o privati, nonché persone fisiche per consultazioni relativamente a questioni particolari.

3. Il Comitato può creare gli organi consultivi che ritiene necessari per l'assolvimento dei propri compiti.

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Cap. III Comitato intergovernativo per la protezione del patrimonio mondiale, culturale e naturale COMITATO DEL PATRIMONIO MONDIALE

Art.11 Regolamentazione

1. Ogni Stato membro sottopone un inventario dei beni iscrivibili; l’inventario è aggiornabile (WHS)

2. Elenco del patrimonio

mondiale(lista)dei beni considerati (WHL)

3.1 Lo Stato membro è sovrano per la proposta di iscrizione

3.2 Se il bene è sovranazionale ed è

oggetto di rivendicazione ciò non pregiudica i diritti delle parti contendenti

Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale (PARIGI,1972)

GLI STRUMENTI DELLA CONSERVAZIONE

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4. Istituzione dell’elenco del patrimonio mondiale in pericolo: • Appartenenti alla WHL • Non appartenenti alla WHL • Iscritti d’ufficio

- L’elenco contiene la valutazione economica dell’intervento di tutela. - La condizione che determinano l’iscrizione è costituita da gravi e precisi pericoli:

• Degrado accelerato; • Progetti di grandi lavori pubblici o privati; • Rapido sviluppo urbano e turistico; • Distruzione dovuta a cambiamenti di utilizzazione • o di proprietà terriera; • Alterazioni profonde dovute a causa ignota; • Abbandono indiscriminato; • Conflitto armato o minaccia di tale conflitto; • Calamità e cataclismi :

•grandi incendi •terremoti •scoscendimenti •eruzioni vulcaniche •modificazione del livello delle acque •inondazioni •maremoti

GLI STRUMENTI DELLA CONSERVAZIONE

Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale (PARIGI,1972)

Cap. III Comitato intergovernativo per la protezione del patrimonio mondiale, culturale e naturale COMITATO DEL PATRIMONIO MONDIALE

Art.11 Regolamentazione

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Cap. III Comitato intergovernativo per la protezione del patrimonio mondiale, culturale e naturale COMITATO DEL PATRIMONIO MONDIALE

Art.11 Regolamentazione

5. Il Comitato definisce i «criteria» in base ai quali il bene può essere iscritto nella WHL (culturale-naturale) 6. Prima dell’iscrizione il comitato consulta obbligatoriamente lo Stato Parte 7. Il Comitato coordina e promuove studi e ricerche

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Art.12 Aspetti di appartenenza alla WHL

Il fatto che un bene non appartenga alla WHL non significa che non abbia valore universale eccezionale

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Cap. III Comitato intergovernativo per la protezione del patrimonio mondiale, culturale e naturale COMITATO DEL PATRIMONIO MONDIALE

Art.13

1. Il Comitato del patrimonio mondiale riceve ed esamina le domande di assistenza internazionale per i beni della WHL. Le domande possono vertere su: • Protezione • Conservazione • Valorizzazione • Recupero 2. Le domande possono vertere anche su: • Identificazione dei beni della WHL

quando ricerche preliminari abbiano permesso di accertare che queste ultime meritino di esser proseguite

3. Il Comitato decide circa il seguito da dare a queste domande, determina all’occorrenza la natura e l’entità del suo aiuto e autorizza la conclusione in suo nome degli accordi necessari con il governo interessato

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Cap. III Comitato intergovernativo per la protezione del patrimonio mondiale, culturale e naturale COMITATO DEL PATRIMONIO MONDIALE

Art.13

Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale (PARIGI,1972)

4. Il Comitato stabilisce un ordine di priorità di intervento tenendo conto • dell’importanza rispettiva dei beni da

tutelare per il patrimonio mondiale culturale e naturale

• della necessità di garantire l’assistenza internazionale ai beni più rappresentativi della natura o del genio della storia dei popoli del mondo e dell’urgenza dei lavori da intraprendere…

5. Il Comitato stabilisce, aggiorna e diffonde un elenco dei beni per cui un’assistenza internazionale è stata fornita

6. Il comitato decide circa l’impiego delle risorse del fondo istituito (vedi art.15)

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Cap. III Comitato intergovernativo per la protezione del patrimonio mondiale, culturale e naturale COMITATO DEL PATRIMONIO MONDIALE

Art.13

Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale (PARIGI,1972)

7. Il Comitato coopera con le organizzazioni internazionali e nazionali, governative e non governative, con scopi analoghi a quelli della presente convenzione. Per l’attuazione dei suoi programmi e l’esecuzione dei suoi progetti, il Comitato può fare appello a queste organizzazioni: • CENTRO INTERNAZIONALE DI STUDI

PER LA CONSERVAZIONE ED IL RESTAURO DEI BENI CULTURALI

• ICOMOS Consiglio Internazionale dei Monumenti e dei Siti

• UICN Unione internazionale per la conservazione della natura e delle risorse naturali

• Organismi pubblici o privati - Persone private

8. Le decisioni del Comitato sono prese alla maggioranza dei due terzi dei membri presenti e votanti. Il quorum è costituito dalla maggioranza dei membri del Comitato.

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Cap. III Comitato intergovernativo per la protezione del patrimonio mondiale, culturale e naturale COMITATO DEL PATRIMONIO MONDIALE

Art.14

1. Il Comitato del Patrimonio Mondiale è assistito da una Segreteria nominata dal Direttore Generale dell’ONU per l’educazione ,la scienza e la cultura.

2. Il direttore Generale dell’ONU impiegando il più possibile i soggetti di cui all’art. 13/7 nei campi delle loro competenze e possibilità rispettive, prepara la documentazione e l’ordine del giorno delle riunioni del Comitato e garantisce l’esecuzione delle loro decisioni.

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Cap. IV Fondo per la protezione del patrimonio mondiale, culturale e naturale COMITATO DEL PATRIMONIO MONDIALE

Art.15

1. E’ istituito un fondo per la protezione del patrimonio mondiale, culturale e naturale di valore universale eccezionale, denominato «Fondo del Patrimonio mondiale» (WHF)

2. Il fondo è costituito di fondi di deposito, conformemente alle disposizioni del regolamento finanziario dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura.

3. Le risorse del Fondo sono costituite da: a. i contributi obbligatori e i contributi volontari degli Stati partecipi della presente Convenzione; b. i pagamenti, doni o legati che potranno fare: (i) altri Stati, (ii) l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, le altre organizzazioni del sistema delle Nazioni Unite, segnatamente il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite e altre organizzazioni intergovernative, (iii) organismi pubblici o privati o persone private; c. qualsiasi interesse dovuto sulle risorse del Fondo; d. il provento delle collette e manifestazioni organizzate in favore del Fondo; e. qualsiasi altra risorsa autorizzata dal regolamento elaborato dal Comitato del patrimonio mondiale. 4. I contribuenti al Fondo e le altre forme di assistenza prestate al Comitato possono essere destinati unicamente agli scopi da esso definiti. Il Comitato può accettare contributi vincolati ad un dato programma o progetto particolare alla condizione che l’attuazione di questo programma o l’esecuzione di questo progetto sia stata decisa dal Comitato. I contributi alFondo non possono essere corredati di alcuna condizione politica. Prof. Ing. Arch. Maurizio Di Stefano

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Cap. IV Fondo per la protezione del patrimonio mondiale, culturale e naturale COMITATO DEL PATRIMONIO MONDIALE

Art.16

1. Impregiudicato qualsiasi contributo volontario completivo, gli Stati partecipi della presente Convenzione si impegnano a pagare periodicamente, ogni due anni, al Fondo del patrimonio mondiale contributi il cui ammontare, calcolato secondo una percentuale uniforme applicabile a tutti gli Stati, sarà deciso dall’assemblea generale degli Stati partecipi della Convenzione……In nessun caso, il contributo obbligatorio degli Stati partecipi della Convenzione potrà superare l’1 per cento del loro contributo al bilancio ordinario dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura. 2. Tuttavia, ogni Stato di cui all’articolo 31 o all’articolo 32 della presente Convenzione può, al momento del deposito degli strumenti di ratificazione, accettazione o adesione, dichiarare che non sarà vincolato dalle disposizioni del paragrafo 1 del presente articolo. 3. Lo Stato partecipe della Convenzione che ha fatto la dichiarazione prevista nel paragrafo 2 del presente articolo può in ogni momento ritirarla mediante notificazione al Direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura. Tuttavia, il ritiro della dichiarazione ha effetto sul contributo obbligatorio di questo Stato soltanto a contare dalla data dell’assemblea generale successiva degli Stati partecipi della Convenzione. 4. Affinché il Comitato sia in grado di prevedere efficacemente le proprie operazioni, i contributi degli Stati partecipi della presente Convenzione che hanno fatto la dichiarazione prevista nel paragrafo 2 del presente articolo devono essere pagati periodicamente, almeno ogni due anni, e non dovrebbero essere inferiori ai contributi ch’essi avrebbero dovuto pagare se fossero stati vincolati dalle disposizioni del paragrafo 1 del presente articolo. 5. Ogni Stato partecipe della Convenzione in mora nel pagamento del proprio contributo obbligatorio o volontario per quanto concerne l’anno in corso e l’anno civile immediatamente precedente non è eleggibile al Comitato del patrimonio mondiale, fermo restando che questa disposizione non s’applica alla prima elezione Il mandato di un tale Stato già membro del Comitato cesserà al momento di qualsiasi elezione prevista nell’articolo 8 paragrafo 1 della presente Convenzione. Prof. Ing. Arch. Maurizio Di Stefano

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Art.17

Cap. IV Fondo per la protezione del patrimonio mondiale, culturale e naturale COMITATO DEL PATRIMONIO MONDIALE

Gli Stati partecipi della presente Convenzione prevedono o promuovono l’istituzione di fondazioni o associazioni nazionali pubbliche e private intese a incoraggiare le liberalità in favore della protezione del patrimonio culturale e naturale definito negli articoli 1 e 2 della presente Convenzione. Gli Stati partecipi della presente Convenzione cooperano alle campagne internazionali di colletta organizzate in favore del Fondo del patrimonio mondiale sotto gli auspici dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura. Essi facilitano le collette fatte a tal fine dagli organismi menzionati nel paragrafo 3 dell’articolo 15.

Art.18

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Art.19

Cap. V Condizioni e modalità dell’assistenza internazionale COMITATO DEL PATRIMONIO MONDIALE

Ogni Stato partecipe della presente Convenzione può domandare un’assistenza internazionale in favore di beni del patrimonio culturale o naturale di valore universale eccezionale situati sul suo territorio…. Riservate le disposizioni del paragrafo 2 dell’articolo 13, del capoverso c dell’articolo 22 e dell’articolo 23, l’assistenza internazionale prevista dalla presente Convenzione può essere connessa soltanto a beni del patrimonio culturale e naturale che il Comitato del patrimonio mondiale ha deciso o decide di far iscrivere in un elenco di cui ai paragrafi 2 e 4 dell’articolo 11. 1. Il Comitato del patrimonio mondiale definisce la procedura d’esame delle domande di assistenza internazionale che è chiamato a prestare e precisa segnatamente gli elementi a sostegno della domanda, la quale deve descrivere l’operazione prevista, i lavori necessari, una valutazione del costo, l’urgenza e i motivi per cui le risorse dello Stato richiedente non permettono di far fronte alla totalità delle spese. Le domande, qualora sia possibile, devono fondarsi sul parere di esperti. 2. Visto che certi lavori dovranno essere intrapresi senza ritardo, le domande fondate su calamità naturali o catastrofi devono essere esaminate d’urgenza e in priorità dal Comitato, il quale deve disporre di un fondo di riserva per tali eventualità. 3. Prima di decidere, il Comitato procede agli studi e alle consultazioni che ritenesse necessari.

Art.20

Art.21

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Art.22

Cap. V Condizioni e modalità dell’assistenza internazionale COMITATO DEL PATRIMONIO MONDIALE

L’assistenza accordata dal Comitato del patrimonio mondiale può assumere le forme seguenti: a. studi sui problemi artistici, scientifici e tecnici posti dalla protezione, conservazione, valorizzazione e recupero del patrimonio culturale e naturale, quale definito nei paragrafi 2 e 4 dell’articolo 11 della presente Convenzione; b. assegnazione di periti, tecnici e mano d’opera qualificata per vegliare alla buona esecuzione del progetto approvato; c. formazione di specialisti di tutti i livelli nel campo dell’identificazione, protezione, conservazione, valorizzazione e rianimazione del patrimonio culturale e naturale; d. fornitura dell’attrezzatura che lo Stato interessato non possiede o non è in grado di acquistare; e. mutui a debole interesse, senza interesse, o rimborsabili a lungo termine; f. concessione, in casi eccezionali e specialmente motivati, di sussidi non rimborsabili. Il Comitato del patrimonio mondiale può parimenti prestare un’assistenza internazionale a centri nazionali o regionali di formazione di specialisti di tutti i livelli nel campo dell’identificazione, protezione, conservazione, valorizzazione e recupero del patrimonio culturale e naturale. Un’assistenza internazionale di rilievo può essere concessa soltanto dopo uno studio scientifico, economico e tecnico particolareggiato. Questo studio deve fare appello alle tecniche più avanzate di protezione, conservazione, valorizzazione e recupero del patrimonio culturale e naturale e corrispondere agli scopi della presente Convenzione. Lo studio deve ricercare i mezzi per impiegare razionalmente le risorse disponibili dello Stato interessato.

Art.23

Art.24

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Art.25

Cap. V Condizioni e modalità dell’assistenza internazionale COMITATO DEL PATRIMONIO MONDIALE

Il finanziamento dei lavori necessari deve di regola incombere soltanto in parte alla Comunità internazionale. La partecipazione dello Stato che beneficia dell’assistenza internazionale salvo che le sue proprie risorse non glielo permettano, deve costituire una parte sostanziale delle risorse necessarie ad ogni programma o progetto. Il Comitato del patrimonio mondiale e lo Stato beneficiario definiscono in un accordo le condizioni in cui sarà eseguito il programma o progetto per il quale è fornita una assistenza internazionale giusta la presente Convenzione. Lo Stato che riceve questa assistenza internazionale deve continuare a proteggere, conservare e valorizzare i beni così tutelati, conformemente alle condizioni definite nell’accordo.

Art.26

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Art.27 Cap. VI Programmi educativi COMITATO DEL PATRIMONIO MONDIALE

1. Gli Stati partecipi della presente Convenzione si sforzano con tutti i mezzi appropriati, segnatamente con programmi d’educazione e informazione, di consolidare il rispetto e l’attaccamento dei loro popoli al patrimonio culturale e naturale definito negli articoli 1 e 2 della Convenzione. 2. Essi si impegnano a informare ampiamente il pubblico sulle minacce incombenti su questo patrimonio e sulle attività intraprese in applicazione della presente Convenzione. Gli Stati partecipi della presente Convenzione che ricevono una assistenza internazionale in applicazione della Convenzione prendono i provvedimenti necessari per far conoscere l’importanza dei beni oggetto di questa assistenza e la portata di quest’ultima. 1. Gli Stati partecipi della presente Convenzione indicano nei rapporti che presenteranno alla Conferenza generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, alle date e nella forma da questa determinate, le disposizioni legislative e regolamentari e gli altri provvedimenti presi per l’applicazione della Convenzione, come anche l’esperienza acquisita in questo campo. 2. Questi rapporti sono resi noti al Comitato del patrimonio mondiale. 3. Il Comitato presenta un rapporto sulle sue attività a ciascuna delle sessioni ordinarie della Conferenza generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura.

Art.28

Cap. VII Rapporti COMITATO DEL PATRIMONIO MONDIALE

Art.29

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Cap. VIII Clausole finali COMITATO DEL PATRIMONIO MONDIALE

La presente Convenzione è redatta nelle lingue inglese, araba, spagnola, francese e russa, i cinque testi facenti parimente fede. 1. La presente Convenzione è sottoposta alla ratificazione o all’accettazione degli Stati membri dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, conformemente alle loro procedure costituzionali rispettive. 2. Gli strumenti di ratificazione o d’accettazione saranno depositati presso il Direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura. 1. La presente Convenzione è aperta all’adesione di qualsiasi Stato non membro dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, invitato ad aderirvi dalla Conferenza generale dell’Organizzazione. 2. L’adesione avviene mediante il deposito di uno strumento d’adesione presso il Direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura. La presente Convenzione entra in vigore 3 mesi dopo la data del deposito del ventesimo strumento di ratificazione, accettazione o adesione ma soltanto riguardo agli Stati che avranno depositato i propri strumenti rispettivi di ratificazione, accettazione o adesione a questa data o anteriormente. Per ogni altro Stato, essa entra in vigore 3 mesi dopo il deposito del rispettivo strumento di ratificazione, accettazione o adesione. Le seguenti disposizioni si applicano agli Stati partecipi della presente Convenzione a sistema costituzionale federalistico o non unitario: a. per quanto concerne le disposizioni della presente Convenzione la cui attuazione spetta all’operato legislativo del potere legislativo federale o centrale, gli obblighi del governo federale o centrale sono i medesimi di quelli degli Stati partecipi della Convenzione non federalistici; b. per quanto concerne le disposizioni della presente Convenzione la cui applicazione spetta all’operato legislativo di ciascuno degli Stati, paesi, province o cantoni costituenti, che in virtù del sistema costituzionale della federazione, non sono tenuti a prendere misure legislative, il governo federale, con il proprio parere favorevole, rende note dette disposizioni alle autorità competenti degli Stati, paesi, province o cantoni.

Art.30

Art.31

Art.32

Art.33

Art.34

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1. Ogni Stato partecipe della presente Convenzione ha la facoltà di disdire la Convenzione. 2. La disdetta è notificata con strumento scritto depositato presso il Direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura. 3. La disdetta ha effetto 12 mesi dopo la ricezione dello strumento di disdetta. Essa non modifica affatto gli obblighi finanziari da assumere dallo Stato disdicitore fino al giorno in cui il ritiro avrà effetto. Il Direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura informa gli Stati membri dell’Organizzazione, gli Stati non membri di cui all’articolo 32, come anche l’Organizzazione delle Nazioni Unite del deposito di tutti gli strumenti di ratificazione, accettazione o adesione menzionati negli articoli 31 e 32, come anche delle disdette previste nell’articolo 35. 1. La presente Convenzione può essere riveduta dalla Conferenza generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura. Tuttavia, la revisione vincolerà soltanto gli Stati che diverranno partecipi della Convenzione di revisione. 2. Nel caso in cui la Conferenza generale accettasse una nuova convenzione di revisione totale o parziale della presente Convenzione e salvo che la nuova convenzione non disponga altrimenti, la presente Convenzione cesserebbe d’essere aperta alla ratificazione, accettazione o adesione a contare dalla data dell’entrata in vigore della nuova convenzione di revisione. Conformemente all’articolo 102 della Carta delle Nazioni Unite, la presente Convenzione sarà registrata presso la Segreteria delle Nazioni Unite a richiesta del Direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura. Fatto a Parigi, il ventitrè novembre 1972, in due esemplari autentici firmati dal Presidente della Conferenza generale, riunita in diciassettesima sessione, e dal Direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, che saranno depositati negli archivi dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura e le cui copie certificate conformi saranno consegnate a tutti gli Stati di cui agli articoli 31 e 32 come anche all’Organizzazione delle Nazioni Unite.

Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale (PARIGI,1972)

Cap. VII Clausole finali COMITATO DEL PATRIMONIO MONDIALE

Art.35

Art.36

Art.37

Art.38

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LEGGE 6 APRILE 1977, n. 184

RATIFICA ED ESECUZIONE DELLA CONVENZIONE SULLA PROTEZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE E NATURALE MONDIALE,FIRMATA A PARIGI IL 23 NOVEMBRE 1972.

(GU n. 129 Supplemento Ordinario del 13/05/1977) Preambolo LA CAMERA DEI DEPUTATI ED IL SENATO DELLA REPUBBLICA HANNO APPROVATO; IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PROMULGA LA SEGUENTE LEGGE: ART. 1. IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA È AUTORIZZATO A RATIFICARE LA CONVENZIONE SULLA PROTEZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE E NATURALE MONDIALE,FIRMATA A PARIGI IL 23 NOVEMBRE 1972. ART. 2. PIENA ED INTERA ESECUZIONE È DATA ALLA CONVENZIONE DI CUI ALL'ARTICOLO PRECEDENTE A DECORRERE DALLA SUA ENTRATA IN VIGORE IN CONFORMITÀ ALL'ARTICOLO 33 DELLA CONVENZIONE STESSA. ART. 3. ALL'ONERE DERIVANTE DALLA ATTUAZIONE DELLA PRESENTE LEGGE NELL'ANNO FINANZIARIO 1976 VALUTATO IN L. 18.500.000,SI PROVVEDE MEDIANTE RIDUZIONE DEL FONDO SPECIALE DI CUI AL CAPITOLO 6856 DELLO STATO DI PREVISIONE DELLA SPESA DEL MINISTERO DEL TESORO PER L'ANNO MEDESIMO. ALL'ONERE RELATIVO ALL'ANNO FINANZIARIO 1977,VALUTATO IN L. 35.000.000,SI PROVVEDE MEDIANTE RIDUZIONE DEL CORRISPONDENTE CAPITOLO 6856 PER L'ESERCIZIO 1977. IL MINISTRO PER IL TESORO È AUTORIZZATO AD APPORTARE,CON PROPRI DECRETI,LE OCCORRENTI VARIAZIONI DI BILANCIO. LA PRESENTE LEGGE, MUNITA DEL SIGILLO DELLO STATO, SARÀ INSERTA NELLA RACCOLTA UFFICIALE DELLE LEGGI E DEI DECRETI DELLA REPUBBLICA ITALIANA. È FATTO OBBLIGO A CHIUNQUE SPETTI DI OSSERVARLA E DI FARLA OSSERVARE COME LEGGE DELLO STATO. DATA A ROMA,ADDÌ 6 APRILE 1977 LEONE ANDREOTTI - FORLANI - PANDOLFI -STAMMATI - PEDINI – ANTONIOZZI VISTO,IL GUARDASIGILLI: BONIFACIO

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INDIRIZZI SITI WEB DI UTILE CONSULTAZIONE http://whc.unesco.org/ (UNESCO WHC) http://www.icomos.org/fr/ (Icomos Internazionale) http://www.iccrom.org/ (International centre for the study for the preservation and restoration of cultural property) http://www.iucn.org/ (International Union for Conservation of Nature) http://www.unesco.beniculturali.it/index.php?it/22/chi-siamo(Ufficio Patrimonio Mondiale UNESCO http://www.ancbs.org/ Blue Shield http://www.icomositalia.com/ (Icomos Italiana)

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