Presentazione standard di PowerPoint E... · Il paradosso di Bertrand Ultima combinazione da...

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1 Concorrenza oligopolistica Cap. 7 - Cabral

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  • 1

    Concorrenza oligopolistica

    Cap. 7 - Cabral

  • 2

    L’interazione strategica

    In monopolio e concorrenza le imprese nel

    prendere le loro decisioni non devono preoccuparsi

    delle reazioni dei loro concorrenti.

    Oligopolio: poche imprese

    Interdipendenza strategica tra i concorrenti: una certa

    azione dell’impresa 1, probabilmente influenzerà i

    profitti dell’impresa 2, per questo quando l’impresa 1

    prende le sue decisioni deve tener conto della

    possibile reazione dell’impresa 2.

  • 3

    Modelli di oligopolio

    Esistono tre modelli principali di oligopolio Cournot

    Bertrand

    Stackelberg

    Si distinguono in base alla variabile strategica scelta dalle imprese

    alla tempistica con cui si svolge il gioco

    In questa sezione ci concentriamo sul modello di

    Cournot

  • 4

    Il modello di Cournot

    • Due imprese (1 e 2)

    • Variabile strategica: livello di produzione (q)

    • Gioco simultaneo uni-periodale e non

    cooperativo: le imprese scelgono

    simultaneamente e in maniera indipendente

    qi

    • Obiettivo dell’impresa: massimizzare il proprio

    profitto in funzione del comportamento atteso

    da parte dell’impresa rivale

  • 5

    Due imprese producono uno stesso bene (Cournot prese il caso

    dell’acqua minerale)

    La domanda per questo prodotto è

    P = A - BQ = A - B(q1 + q2) dove q1 è l’output dell’impresa 1 e q2 quello della 2

    I costi marginali sono uguali e costanti per entrambe = c

    Per ottenere la curva di domanda di una delle due imprese

    trattiamo l’output dell’altra come una costante

    Così anche per l’altra impresa, la domanda è perciò:

    P = (A – Bq2) – Bq1

  • 6

    Il problema di massimizzazione dell’impresa 1

    𝜋1 = 𝐴 − 𝐵𝑞1 − 𝐵𝑞2 − 𝑐 ∗ 𝑞2

    Massimizziamo il profitto

    𝜕𝜋1

    𝜕𝑞1= 𝐴 − 2𝐵𝑞1 − 𝐵𝑞2 − 𝑐 = 0

    𝑞1 =𝐴−𝑐

    2𝐵−

    1

    2𝑞2

    𝒇𝒖𝒏𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒊 𝒓𝒆𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍′𝒊𝒎𝒑𝒓𝒆𝒔𝒂 𝟏

    La quantità ottimale dell’impresa 1 dipende dalla

    quantità prodotta dall’impresa 2.

    Le due imprese sono simmetriche per cui:

    𝑞2 =𝐴−𝑐

    2𝐵−

    1

    2𝑞1

    𝒇𝒖𝒏𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒊 𝒓𝒆𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍′𝒊𝒎𝒑𝒓𝒆𝒔𝒂 𝟐

  • 7

    𝑞1 =

    𝐴−𝑐

    2𝐵−

    1

    2𝑞2

    𝑞2 =𝐴−𝑐

    2𝐵−

    1

    2𝑞1

    Le due imprese sono simmetriche q1 = q2

    𝑞1 =𝐴−𝑐

    2𝐵−

    1

    2𝑞1

    𝑞1 +1

    2𝑞1 =

    𝐴−𝑐

    2𝐵

    𝑞1∗ =𝐴−𝑐

    3𝐵

    𝑞2∗ =𝐴−𝑐

    3𝐵 𝑃∗ =

    𝐴+2𝑐

    3

  • 8

    Cournot con n imprese

    P = A - BQ = A - B(qi+Q-i)

    Dove 𝑄−𝑖 = 𝑞𝑖𝑛𝑖=2

    = n − 1 q con imprese simmetriche

    Il problema di massimizzazione

    dell’impresa i diventa:

    𝜋𝑖 = 𝐴 − 𝐵𝑞𝑖 − 𝐵𝑄−𝑖 − 𝑐 ∗ 𝑞𝑖

    𝜕𝜋𝑖

    𝜕𝑞𝑖= 𝐴 − 2𝐵𝑞𝑖 − 𝐵𝑄−𝑖 − 𝑐 = 0

    𝑞𝑖 =𝐴−𝑐

    2𝐵−

    1

    2𝑄−𝑖

    𝑓𝑢𝑛𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑟𝑒𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙′𝑖𝑚𝑝𝑟𝑒𝑠𝑎 𝑖

  • 9

    Con imprese simmetriche 𝑄−𝑖 = (𝑛 − 1)𝑞𝑖

    Otteniamo quindi la quantità ottimale dell’impresa i:

    𝑞𝑖 =𝐴−𝑐

    2𝐵−

    1

    2(𝑛 − 1)𝑞𝑖

    𝑞𝑖 ∗=𝐴−𝑐

    𝐵 𝑛+1 𝑄 = 𝑛 ∗

    𝐴−𝑐

    𝐵(𝑛+1)

    𝑃∗ = 𝐴 − 𝐵 𝑛 ∗𝐴−𝑐

    𝐵 𝑛+1= 𝐴 − 𝑛

    𝐴−𝑐

    𝑛+1=

    𝐴+𝑛𝑐

    𝑛+1

    All’aumentare di n il prezzo tende al costo

    marginale.

    𝜋𝑖 =𝐴+𝑛𝑐

    𝑛+1− 𝑐 ∗

    𝐴−𝑐

    𝐵 𝑛+1=

    (𝐴−𝑐)2

    𝐵(𝑛+1)2

  • 10

    Duopolio di Cournot con imprese asimmetriche

    Ipotizziamo questa volta che c1

  • 11

    Duopolio di Cournot con imprese asimmetriche

    L’output totale è Q* = (2A - c1 - c2)/3B

    Ricordate che la domanda è P = A - B.Q

    Il prezzo è P* = A - (2A - c1 - c2)/3 = (A + c1 +c2)/3

    Profitti impresa 1: (P* - c1)qC

    1 = (A - 2c1 + c2)2/9

    Profitti impresa 2: (P* - c2)qC

    2 = (A - 2c2 + c1)2/9

    L’impresa con il costo marginale minore avrà l’output

    maggiore (cioè la quota di mercato maggiore)

    Si produce inefficientemente: l’impresa a basso costo

    dovrebbe produrre tutto l’output

  • 12

    Il modello di Cournot e la concentrazione del mercato

    Ipotizziamo n imprese con differenti costi marginali

    La condizione di massimizzazione per l’impresa i:

    𝐴 − 2𝐵𝑞𝑖− 𝐵𝑄−𝑖 − 𝑐𝑖 = 0

    Che possiamo esprimere come:

    𝐴 − 𝐵𝑞𝑖 − 𝐵𝑄−𝑖𝑃

    − 𝐵𝑞𝑖 − 𝑐𝑖 = 0

    da cui 𝑃 − 𝑐𝑖 = 𝐵𝑞𝑖

    divido primo e secondo membro per P e moltiplico il secondo

    membro per Q/Q:

    𝑃−𝑐𝑖

    𝑃=

    𝑞𝑖

    𝑄𝐵𝑄

    𝑃 𝐿𝑖 =

    𝑠𝑖

    𝜀

    L’indice di Lerner della singola impresa dipende dalla sua quota

    di mercato. Data l’elasticità della domanda quanto più grande è la

    quota di mercato tanto maggiore è il potere di mercato.

  • 13

    Indice di Lerner e concentrazione Determiniamo l’indice di Lerner per l’industria:

    Moltiplichiamo primo e secondo membro per la quota di

    mercato della singola impresa i:

    𝑠𝑖𝑃−𝑐𝑖

    𝑃=

    𝑠𝑖2

    𝜀

    Industria: sommatoria delle singole imprese

    𝑠𝑖𝑃−𝑐𝑖

    𝑃=

    𝑠𝑖2

    𝜀𝑛𝑖=1

    𝑛𝑖=1 Prezzo ed elasticità sono costanti

    nella sommatoria e la sommatoria di si è uguale ad 1 per cui:

    1 −1

    𝑃 𝑠𝑖𝑐𝑖 =

    𝑠𝑖2

    𝜀𝑛𝑖=1

    𝑛𝑖=1 ;

    Indichiamo con 𝑐 il costo marginale medio dell’industria, ottenuto come la media ponderata con le quote di mercato dei

    costi marginali delle singole imprese.

  • 14

    Indice di Lerner e concentrazione La sommatoria delle quote di mercato elevate al quadrato

    non è altro che l’indice di Herfindahl-Hirschman (H-H)

    che è una misura della concentrazione del mercato.

    L’indice di H.-H. varia tra 0 e 1, dove il valore massimo

    corrisponde a una situazione di completo monopolio,

    mentre valori molto bassi si ottengono in mercati nei quali

    c’è un numero elevato di imprese, ciascuna delle quali

    detiene una piccola fetta di mercato.

    𝑃−𝑐

    𝑃=

    𝐻𝐻

    𝜀

    Fermo restando le ipotesi da cui siamo partiti, da tale

    relazione possiamo dedurre che tanto più concentrato è il

    mercato tanto più alto sarà il potere di mercato in tale

    industria.

  • 15

    Modelli di base: La concorrenza di prezzo Bertrand

    Prendiamo in considerazione un duopolio, due imprese

    identiche:

    A1) hanno gli stessi costi marginali costanti c e nessun costo

    fisso;

    A2) offrono prodotti omogenei; la domanda di mercato è

    decrescente, Q = D(p);

    A3) partecipano ad un gioco on –shot (giocano una sola volta) e

    simultaneo e non cooperativo, cioè fissano simultaneamente e

    indipendentemente il prezzo a cui vendono il prodotto;

    A4) non hanno vincoli di capacità produttiva, ogni impresa può

    servire l’intero mercato.

  • 16

    Data la domanda di mercato e l’omogeneità del

    prodotto, la domanda che si rivolge alla singola

    impresa, per esempio l’impresa 1 sarà:

    𝐷1 (𝑝1, 𝑝2) =

    0 𝑠𝑒 𝑝1 > 𝑝2𝐷(𝑝1) 𝑠𝑒 𝑝1 < 𝑝2𝐷(𝑝1)

    2 𝑠𝑒 𝑝1 = 𝑝2

  • 17

    Equilibrio di Bertrand (1)

    L’equilibrio su tale mercato corrisponde ad una

    coppia di prezzi

    𝑝1∗, 𝑝2∗ 𝑡𝑎𝑙𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝜋1 (𝑝1∗, 𝑝2∗) > 𝜋1′(𝑝1, 𝑝2∗)

    𝜋2 (𝑝1∗, 𝑝2∗) > 𝜋2′(𝑝1∗, 𝑝2)

    Tale coppia di prezzi sarà:

    𝑝1 = 𝑝2 = 𝑐

    Vediamo perché:

    Consideriamo tutte le possibili coppie di prezzi e

    verifichiamo se esiste, per almeno una delle due

    imprese, una deviazione profittevole dalla situazione

    considerata.

  • 18

    Equilibrio di Bertrand (2) L’equilibrio si avrà in corrispondenza di una coppia

    di prezzi a partire dal quale nessuna delle due

    imprese avrà convenienza a deviare (Equilibrio di

    Nash)

    Possiamo restringere la scelta dei prezzi per ciascun

    giocatore nell’intervallo 𝑐, 𝑝 dove 𝑝 è il prezzo per il quale si annulla la domanda.

    Consideriamo i seguenti casi:

    1) 𝑝1 = 𝑝2 > 𝑐.

    1) Non può essere un equilibrio: ciascuna impresa

    ha un incentivo a ridurre leggermente il prezzo in

    modo da ottenere l’intera domanda.

  • 19

    2) 𝑝1 > 𝑝2 > 𝑐

    2) Non può essere un equilibrio: L’impresa 1 non

    vende nulla, ma ha un incentivo a ridurre leggermente

    il prezzo al di sotto dell’impresa 2 e reailizzare profitti

    positivi.

    3) 𝑝1 > 𝑝2 = 𝑐

    3) Non può essere un equilibrio: L’impresa 1 realizza

    profitti nulli, allo stesso modo non realizza profitti

    positivi riducendo il prezzo leggermente al di sotto

    dell’impresa 2 (realizzerebbe profitti negativi). Pertanto

    p1 è una risposta ottima a p2. P2 però non è una risposta

    ottima a p1 perché l’impresa 2 potrebbe ottenere profitti

    positivi aumentando leggermente il prezzo al di sopra

    del costo marginale ma al di sotto di p1.

  • 20

    Il paradosso di Bertrand

    Ultima combinazione da considerare:

    4) 𝑝1 = 𝑝2 = 𝑐

    Unico equilibrio: Ciascuna impresa realizza

    profitti nulli, ma non può migliorare la propria

    situazione né aumentando il prezzo né

    diminuendolo. Questa combinazione di prezzi

    rappresenta un equilibrio.

    Paradosso di Bertrand. Nonostante l’industria

    sia altamente concentrata (due imprese) le

    imprese fissano un prezzo pari al costo

    marginale realizzando profitti nulli

  • 21

    Come “sfuggire” al paradosso di Bertrand? Il modello di Bertrand chiarisce che la

    competizione sui prezzi è molto diversa da quella

    sulle quantità

    Dato che molte imprese stabiliscono i prezzi (e

    non le quantità), ciò è una critica all’approccio di

    Cournot.

    Modificare alcune ipotesi del modello:

    – Vincoli di capacità produttiva

    – Differenziazione del prodotto

    – Collusione (via interazione ripetuta nel tempo)

  • 22

    Ipotesi troppo restrittive?

    Le ipotesi del modello sono alquanto stringenti.

    Rimuovendo di volta in volta una o alcune di tali

    ipotesi si ottengono equilibri caratterizzati da prezzi

    di equilibrio maggiori del costo marginale con

    profitti positivi per le imprese.

    In ogni caso il modello rappresenta un punto di

    riferimento, corrispondente al limite inferiori dei

    prezzi che in un contesto oligopolistico si possono

    determinare quando la concorrenza assume la sua

    forma più intensa.

  • 23

    I vincoli di capacità un esempio Affinché in equilibrio si abbia p = c, entrambe le imprese

    devono avere capacità sufficiente da coprire l’intera domanda a p = c

    Ma quando p = c ottengono solo metà del mercato

    Perciò, a p = c, c’è un enorme eccesso di capacità

    I vincoli di capacità possono dunque influenzare l’equilibrio

    Consideriamo un esempio:

    La domanda di noleggio barche a vela giornaliera in una località marina è:

    Q = 50 – 0.1P

    Q è il numero di velisti e P il prezzo giornaliero del noleggio

    due imprese che noleggiano barche a vela: impresa 1 con capacità giornaliera 5 e impresa 2 con capacità giornaliera 10 (le capacità sono fisse)

    il costo marginale del servizio è €100 per entrambe le imprese.

  • 24

    Esempio

    Il prezzo P = c = €100 è un equilibrio?

    la domanda totale a P=100 è 40, ben oltre la capacità

    Supponete che entrambe le stazioni pongano P = €100: entrambe

    hanno dunque domanda di 20 barche a vela da noleggiare, ma

    l’impresa 1 ne potrà soddisfare 5 e l’impresa 2 solo 10.

    Considerate impresa 1: aumentando i prezzi perde parte della domanda

    ma dove possono andare? Non certo presso l’impresa 2.

    alcuni velisti non si rivolgeranno all’impresa 1 con i maggiori

    prezzi.

    L’impresa 1 sta facendo profitti sui velisti rimanenti tramite un

    prezzo superiore a C’

    perciò P = €100 non può essere un equilibrio

  • 25

    Esempio. Prezzo di equilibrio? Supponete ci sia razionamento efficiente

    vengono serviti i turisti con la più alta disponibilità a

    pagare

    Supponiamo che l’imprea 1fissi un prezzo pari:

    P = €350 P(5+10)= (50-15)/0.1=350

    domanda totale = 15 = capacità totale

    perciò impresa 1 ottiene 5 clienti.

    P=350 è ottimale per l’impresa 2?

    la domanda residuale per impresa 2 è Q = 45 – 0.1P

    ossia P = 450 – 10 Q

    Il ricavo marginale sarà:

    RM2=450-20Q

  • 26

    Esempio

    Domanda residuale e R’: Prezzo

    Quantità

    Domanda

    10

    €450

    €350

    €150

    €100 C’

    R’

    • Supponete Impresa 2 ponga

    P = €350. Vuole cambiare?

    • dato che R’ > C’ l’impresa 2

    non vuole alzare i prezzi e

    perdere clienti

    – dato che Q2 = 10 l’impresa 2

    impiega tutta la capacità e

    non vuole ridurre i prezzi

    • La stessa logica vale per l’impresa 1, perciò P = €350 è

    equilibrio di Nash per questo gioco

  • 27

    Bertrand vs Cournot: un primo confronto

    • I due modelli partono da ipotesi simili, ma arrivano a risultati

    ben diversi!

    • L’unica ipotesi diversa è la variabile su cui le imprese competono: quantità

    o prezzo

    • In Cournot, le imprese hanno profitti positivi e il livello dei profitti è

    negativamente correlato con il numero delle imprese presenti sul

    mercato

    • In Bertrand, le imprese hanno profitti nulli anche quando ci sono solo

    2 imprese

    • Confronto con la realtà (molto approssimativo!):

    – l’ipotesi di competizione sui prezzi (Bertrand) sembra più realistica ...

    – … ma il risultato di Cournot sembra più realistico ...

  • 28

    Bertrand vs. Cournot: quale modello è più appropriato?

    • Per descrivere la realtà servono modelli più complessi, ma le intuizioni

    di fondo restano valide ...

    • Pensiamo a un modello descritto da un gioco a due stadi, in cui si ha:

    – una decisione di lungo periodo (primo stadio del gioco)

    – una decisione di breve periodo (secondo stadio del gioco: la decisione sarà

    influenzata dalla decisione presa nel primo stadio)

    – Pensiamo a quantità e prezzo come a due decisioni sequenziali … quale decisione

    viene presa per prima?

    – E’ più facile per un’impresa modificare la quantità prodotta (e quindi la capacità

    produttiva) oppure il prezzo?

  • 29

    Bertrand vs. Cournot: quale modello è più appropriato?

    • Es. industria del cemento, delle automobili, dei computer… E’ più

    difficile modificare la capacità produttiva (decisione di lungo

    periodo) piuttosto che i prezzi (decisione di breve periodo)

    – In questi casi, Cournot è il modello più appropriato

    – Si può dimostrare che con vincoli di capacità produttiva, la competizione

    sui prezzi (à la Bertrand) porta ai risultati di Cournot!

    • Es. industria dei software, dei servizi bancari e assicurativi …

    aumentare la quantità prodotta è questione di un attimo! Modificare i

    prezzi può richiedere più tempo

    – In questi casi, Bertrand è il modello più appropriato!

  • 30

    Analisi di statica comparata

    • I modelli sopra descritti sono modelli statici

    • Statica comparata: permette di confrontare equilibri diversi a cui

    conducono i modelli di Cournot e Bertrand supponendo che vi sia

    una variazione in qualche dato fondamentale del modello

    • Es: cosa succede se o il MC di produzione di una delle due imprese

    o di entrambe? Occorre sempre guardare alle variazioni indotte nelle

    funzioni di reazione

  • 31

    Esempio

    Aumento dei costi marginali per entrambe le imprese

    • Consideriamo due imprese simmetriche che competono alla

    Cournot con c=400 dove il costo del lavoro incide per il

    50% e il costo dell’energia per il 50%.

    • In seguito ad un aumento del prezzo dell’energia dell’30%

    quale sarà l’effetto sul prezzo del bene?

    • Sappiamo che 𝑃 =𝐴+2𝑐

    3 perciò un incremento del costo

    marginale sui prezzi sarà pari a : 𝜕𝑃

    𝜕𝑐=

    2

    3

    • nel nostro esempio:

    • L’incremento del costo marginale sarà pari a:

    • 50%*30%*400=60

    • L’incremento del prezzo sarà pari a:

    • 60*2/3=40

  • 32

    Esempio

    Una variazione del tasso di cambio

    Due produttori di motoscouter, uno in Europa e uno

    negli USA.

    Entrambi servono il mercato USA

    Inizialmente il tasso di cambio e =100€/$ (exchange

    rate €/$),

    p = 24

    Inoltre, cEU = €1200, cUSA = $12.

    Domanda: qual è l’impatto sulla quota di mercato del

    produttore europeo di una svalutazione dell’euro

    rispetto al dollaro del 50% (€/$=150)?

  • 33

    Esempio

    Una variazione del tasso di cambio

    Prima della svalutazione le due imprese hanno lo stesso costo

    marginale e quindi la stessa quota di mercato:

    cEU = €1200 convertito in $:

    cEU = €1200*1/e =$12

    cUSA = $12.

    In seguito alla svalutazione l’impresa europea ha un costo

    inferiore:

    cEU = €1200*1/e =$8

    cUSA = $12.

    Per cui le due imprese produrranno:

    𝑞𝐸𝑈 =𝐴−2𝑐1+𝑐2

    3𝐵; 𝑞𝑈𝑆𝐴 =

    𝐴−2𝑐2+𝑐1

    3𝐵

  • 34

    Esempio

    Una variazione del tasso di cambio

    La quota di mercato dell’impresa europea sarà:

    𝑠𝐸𝑈 =𝑞𝐸𝑈

    𝑞𝐸𝑈+𝑞𝑈𝑆𝐴=

    𝐴−2𝑐𝐸𝑈+𝑐𝑈𝑆𝐴

    2𝐴−𝑐𝐸𝑈−𝑐𝑈𝑆𝐴=

    𝐴−16+12

    2𝐴−20

    =𝐴−4

    2𝐴−20

    Determiniamo A. Se il prezzo era 24 e i costi marginali pari a

    12 per entrambe le imprese, in equilibrio il prezzo era pari a:

    𝑃∗ =𝐴+2𝑐

    3 sostituendo i nostri valori avremo:

    24 =𝐴+24

    3 72 = 𝐴 + 24; 𝐴 = 48

    𝑠𝐸𝑈 =48−4

    96−20=

    44

    76= 58%