Premesse sulluomo e sul cambiamento Teoria del cambiamento Formazione psico-sociale (Avallone)...

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Premesse sull’uomo e sul cambiamento Teoria del cambiamento Formazione psico-sociale (Avallone) Formazione-intervento (Morelli-Weber)

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Premesse sull’uomo e sul cambiamento

Teoria del cambiamento

Formazione psico-sociale (Avallone)Formazione-intervento (Morelli-

Weber)

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soggetto attivo di cambiamento

• nel momento in cui il soggetto si trasforma, modifica il contesto e, modificandosi il contesto, si modifica egli stesso

• il cambiamento di un attore è simultaneamente risorsa per tutto il gruppo, che mentre cambia, a sua volta sostiene le capacità individuali di cambiare

• i soggetti stessi hanno contribuito a definire il problema ed essi stessi sono i detentori delle principali risorse per la soluzione

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agire-conoscere

• andare oltre la separatezza tra conoscere ed intervenire

• L’evento è portatore di differenze e crea l’opportunità di creazione di significati

• la formazione non passa attraverso l’adesione ad un modello precostituito ed esterno a sé, ma mediante l’elaborazione autonoma e nel confronto con altri di una propria strategia di intervento

• processo ricorsivo tra la produzione di azioni e l’attribuzione di senso

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agire - conoscere

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costruttore della propria conoscenza

• La conoscenza è sempre il risultato di un’attività costruttiva e non può quindi essere trasferita ad un recipiente passivo

• Nelle situazioni artificiali (fatte ad arte) proposte dalla formazione-intervento, le persone giungono ad incorporare la conoscenza attraverso il processo con il quale si adattano a quello stesso evento e a quelle stesse situazioni

• Crisi della verità come corrispondenza

Wittgenstein

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auto-organizzazione

• apprendimento come processo di auto-organizzazione Edelman

• il dominio cognitivo di un essere vivente è l’insieme delle relazioni in cui il sistema può entrare senza la perdita della propria autonomia e della propria identità (accoppiamento strutturale)

Maturana-Varela

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multideterminazione – complessità - unicità

• la realtà individuale, gruppale, organizzativa e sociale è multideterminata e complessa

• I protagonisti di una relazione di apprendimento sono componenti della stessa storia e questa storia non solo è unica ma trova la sua qualità nel fatto di essere pertinente a quella situazione, irripetibile, unica Bateson

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macchina non banale

• dipendente dalla storia • indeterminabile • imprevedibile

von Foerster

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dinamiche emozionali

• attenzione alla dimensione affettiva • la curiosità come sentimento di base che

definisce il dominio d’azione in cui ha luogo la conoscenza

• l’intenzionalità soggettiva alla base dell’azione risulta costitutiva dell’apprendimento e della conoscenza

Ricoeur• la cultura dell’organizzazione, i suoi

valori, i suoi modelli anche impliciti di riferimento e di comportamento, i significati consapevoli ed inconsci

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dinamiche inconsce

• esiste una dinamica affettiva inconscia che caratterizza la relazione tra le differenti componenti

dell’organizzazione • esistono forze che attraversano l’individuo,

il gruppo, l’organizzazione, intese come elementi interiorizzati, introiettati ed entrati a far parte integrante della struttura delle persone e dei gruppi

• analisi della domanda di formazione

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resistenze

• Per provocare un qualsivoglia cambiamento occorre turbare l’equilibrio delle forze che mantengono ad un determinato livello l’autoregolazione così come è necessaria la promozione o la liberazione di forze che formino nuovi equilibri Lewin

• Inevitabilmente l’azione formativa dovrà misurarsi con le difese e le resistenze emergenti

• L’approccio della formazione-intervento è attento alla dimensione psicodinamica dei fenomeni difensivi

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ruolo dell’osservatore - formatore

• la sola presenza cambia la situazione• coinvolgimento dell’osservatore nel

processo di conoscenza • decentramento del formatore • Il concetto di programma dell’azione

formativa è sostituito dal concetto di agenda dove l’azione formativa, a partire da un’idea progettuale, è continuamente rinegoziata sulla parola che emerge durante l’azione

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Qual’è l’obiettivo della formazione psicosociale?

• L’intervento psicosociale ha come obiettivo di fornire una maggiore comprensione dell’organizzazione, in termini di analisi della dinamica dei rapporti tra le diverse componenti di essa e di riflessione sulle modalità concrete di funzionamento del processo produttivo

• L’azione formativa non interviene direttamente sul processo organizzativo, ma si incentra sull’analisi della fenomenologia istituzionale, intesa come la dimensione fantasmatica con cui viene agito e vissuto un certo rapporto sociale e come si struttura la relazione in base ai significati simbolici e affettivi attribuiti al rapporto stesso

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• La formazione psicosociale dovrebbe favorire un riesame, una messa in discussione dei sistemi di riferimento, la modificazione di strategie di comportamento stereotipate e cristallizzate per una tendenza all’esplorazione e alla ricerca

• Non opera mai in base a una mera riproduzione dei bisogni formativi, ma li legge dalla sua prospettiva: da un lato nel rispetto dei bisogni rilevati negli utenti e nell’organizzazione, dall’altro operando allargature di orizzonte e provocando cambiamenti

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Come valutare?

• La valutazione è prima di tutto una necessità del formatore, come esigenza di comprendere se un intervento è risultato significativo per utente e committente

• Per l’organizzazione, se alla valutazione viene attribuito il significato di momento di riflessione per ritornare sull’analisi della domanda iniziale, questa fase può acquistare il senso di una analisi sistematica dell’organizzazione

• Per gli utenti può rappresentare l’occasione per realizzare una più precisa consapevolezza che si è avviato un proprio cambiamento di cui ognuno è responsabile ultimo, ricostruire il proprio percorso personale e socializzarlo con gli altri partecipanti

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Il ruolo della formazione nell’organizzazione

• Concepire le organizzazioni come culture, significa considerare l’insieme delle regole di riferimento, dei valori e dei significati condivisi che si pongono come matrice di identificazioni collettive

• La cultura svolge un’azione adattiva e regolatoria, incrementando il sentimento di identità e stabilità dell’organizzazione

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• Il rapporto tra cultura dell’organizzazione e formazione psicosociale è duplice e interdipendente:

– Da un lato il sistema dei valori sostiene il committente dell’intervento formativo orientando la sua lettura del contesto e determinando il tipo di richiesta formativa, i destinatari e risultati attesi

– Dall’altro la formazione psicosociale si configura come un intervento sul cambiamento individuale e organizzativo, sulle capacità di analisi-diagnosi delle dinamiche interpersonali, di gruppo e istituzionali che contraddistinguono la vita dell’organizzazione

pertanto è in primo luogo un intervento sulla cultura dell’organizzazione

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Formazione psicosociale

Committente, formatore e utente:

- detentori di potere e di conoscenza - portatori di lacune e mancanze.

Ruolo e competenze del formatore

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Momenti fondanti la professionalità del formatore

- Analisi della domanda - Progettazione degli interventi- Definizione del setting e gestione

dell’aula- Verifica e valutazione del processo

formativo

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Lavoro del formatore

Lavoro di interrogazione, di analisi della richiesta di intervento, di predisposizione, in termini operativi, della strumentazione teorica e metologica idonea alla specificità della situazione, di prefigurazione di possibili itinerari alternativi.

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Ruolo del formatore

Offrire un contenitore sicuro:(aspetti strutturali del setting e atteggiamento formativo)

- costituzione di un ambiente capace di contenere il mondo fantasmatico, le angosce, i desideri;- approntare condizioni favorenti perché l’altro possa meglio trovare la propria “forma”.

Foulkes: conduttore di un gruppo come un direttore d’orchestra

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Doppia funzione del conduttore (Foulkes):

1) Attivatore, animatore del gruppoTale funzione riguarda i problemi e le tecniche della conduzione e della dinamica dei gruppi.

2) “tutore” dei confini del gruppo.

Responsabilità nel proteggere le frontiere del gruppo perché il processo formativo possa svilupparsi ed evolvere senza ostacoli (attenuare ansietà esogene, leggere ciò che avviene come inerente il processo).

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Competenze del formatore

• Capacità di elaborazione del transfert e contro-transfert.

• Attenzione libera e fluttuante.

• Contemperare rispetto al proprio Io una funzione osservante con una operante.

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Ruolo del formatore

• realizzare la partecipazione attiva dei membri del gruppo e far si che siano essi stessi, poco alla volta, ad assicurare sempre di più la funzione formativa.

• facilitare il superamento della passività e dipendenza nei confronti del formatore.

• il ruolo del formatore non è né carismatico, né di autorità morale, né di insegnamento.

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Metodologia

La formazione psicosociale si rivolge a piccoli gruppi.

Gruppo di formazione

Condizione specifica in cui è possibile: - riflessione sulle modalità di funzionamento

dell’organizzazione - l’analisi della fenomenologia istituzionale

(non dato sul quale intervenire o strumento per conseguire obiettivi didattici o formativi)

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Condizioni

1) E’ preferibile che i partecipanti appartengano alla stessa organizzazione, ricoprano un ruolo che implichi degli ambiti di responsabilità e di autonomia e siano portatori di problemi concreti da analizzare.

2) Allestire una situazione reale nella quale sia possibile analizzare problemi reali con strumenti che, però, non appartengono alla quotidianità della vita lavorativa.

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Condizioni

3) Comprensione e adesione agli obiettivi dell’intervento formativo (apertura, non difensività).

4) Sospensione dell’impegno lavorativo per i partecipanti agli interventi di formazione.

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Condizioni

5) Composizione del gruppo.

6) Durata del gruppo.Intervento breve e intensivo: minore possibilità che il processo di interrogazione e analisi possa attivarsi.

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I metodi attivi:presupposto teorico

Apprendimento come apprendimento dall’esperienza: comprensione, elaborazione e metabolizzazione dell’esperienza vissuta.

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I metodi attivi

- Presumono un rapporto molto stretto tra apprendimento e azione.

- Non costituiscono una metodologia in senso stretto, ma sono più che altro “tecniche di gruppo” congruenti con una metodologia generale e consistente di volta in volta nei singoli strumenti che costituiscono il repertorio dei metodi attivi stessi.

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Principali metodi attivi

• Metodo dei casi• Role-playing• Giochi analogici• Esercitazioni sul “qui e ora”

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La lezione

È un metodo più opportuno di altri quando:

• I partecipanti sono carenti di elementi conoscitivi circa i contenuti trattati

• Sussiste una certa “credibilità” nei confronti del relatore

• Il numero delle persone è inadeguato per eccesso (oltre 15-20) all’utilizzo di metodi più attivi

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L’attivazione della lezione

- Elevare il livello di coinvolgimento degli interlocutori, il loro grado di influenzamento su quanto accade

- Rendere il rapporto tra relatore e partecipanti più interattivo e interdipendente.

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L’attivazione della lezione: accorgimenti

• Luogo

• Tempo

• Linguaggio

• Corpo

• Attenzione centrata sul gruppo degli interlocutori, oltre che sul materiale da presentare (ottimizzazione in progress in base alle aspettative inerenti il livello sia contenutistico che relazionale).

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Il lavoro di gruppo

• Obiettivi di contenutoScambio di idee ed esperienze, maggiore approfondimento dei temi in oggetto, aumento dell’efficacia del meccanismo di feedback.

• Obiettivi di relazioneAccelera il processo di socializzazione ed aumenta l’interdipendenza nel rapporto tra docente e partecipanti.

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Il metodo dei casi

• Molto efficace

• Consiste nell’affidare ad un gruppo di persone il racconto di una situazione problematica o di un insieme di avvenimenti e nel promuovere una discussione per analizzare il problema, per comprendere meglio le ragioni profonde degli eventi e dei comportamenti agiti dai diversi ruoli in gioco.

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Il metodo dei casi: obiettivi

• Apprendimento di come diagnosticare ed intervenire su situazioni analoghe a quelle presentate

• Sviluppo delle capacità di analisi e di decisione mediante lo studio di situazioni e di problemi complessi

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Il metodo dei casi: tassonomia

• Studio dei casi • Casi di diagnosi• Casi di decisione• Casi di analisi degli accadimenti• Incident

• Business games Pertiene più all’addestramento operativo dei ruoli di

gestione aziendale • Autocasi

Analisi di casi realmente avvenuti, significativi e problematici, di cui il presentatore è uno dei protagonisti.

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Modalità di ricerca d’aula

Costituiscono varianti o integrazioni rispetto al metodo degli autocasi:

• Metodologie strutturate che facilitano il confronto delle percezioni rispetto alla situazione in esame

• Esercitazioni di analisi della propria esperienza lavorativa attraverso l’uso di specifici schemi o modelli concettuali

• Metodologie tipiche delle attività di indagine