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Prato, 15 dicembre 2011

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Vent’anni di 381Trent’anni di cooperazione sociale

La cooperazione sociale a Prato

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Le fonti

• Fino al 1998: nessuna fonte ufficiale, solo i ricordi dei testimoni. Anche i dati ministeriali sono inutilizzabili perché aggregati a Firenze

• 1999: dati della Direzione generale per gli enti cooperativi (origine revisionale, poco affidabili)

• 2001: Istat, disaggregazione questionario sulle organizzazioni non profit (dati poco affidabili)

• 2003: Istat, primo rilevamento sulla cooperazione sociale

• 2005: Istat, secondo rilevamento sulla cooperazione sociale e dati revisionali Confcooperative

• 2008 – 2009: dati revisionali Legacoop• 2010: dati revisionali Confcooperative e Legacoop

• Interviste a cooperative, con ricostruzione della storia, del percorso di sviluppo, delle reti

• Campione eterogeneo, esaminati casi sia di cooperative storiche, di dimensioni medio grandi, nate a inizio anni ottanta, sia di cooperative di piccola dimensione e recente costituzione

• Verifica punti di forza e criticità

Dati quantitativi

Dati qualitativi

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La storia

Gli esordi degli anni ottanta, la crescita degli anni novanta. Poi dieci anni di consolidamento, selezione, alla ricerca della direzione per

l’innovazione

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• Onda lunga della stagione delle riforme (SSN e legge Basaglia)

• Emersione della dimensione sociale

• Caduta dei “muri sociali”

• Primo radicamento della cooperazione sociale

• Prime proposte di legge sulla cooperazione sociale

Inizio anni ottanta

• Nascono le prime cooperative in provincia di Prato frutto della volontà di dare attuazione a utopie di cambiamento sociale

• Figure e gruppi guida protagonisti di una fase “eroica”

• Cooperative “inventano” servizi prima inesistenti

• Disseminazione della cooperazione sul territorio

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• Primi riconoscimenti istituzionali della cooperazione sociale in ambito locale

• L.R. 56/1988• Affermazione di

primi partenariati con aziende sanitarie ed enti locali

Metà anni ottanta

• Esempi di crescita e sviluppo delle cooperative sociali nate alcuni anni prima

• Prime forme di strutturazione e organizzazione delle cooperative

• Progressi nella formalizzazione dei rapporti con la pubblica amministrazione

• Prime iniziative di investimento• Esempi embrionali di differenziazione, spin

off e integrazione

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• Legge 381/1991• LR 13/1994• Legge 266/1991• In tutta Italia, la

cooperazione sociale si sviluppa a ritmi sostenuti, si diffondono reti

• Le istituzioni e i mezzi di comunicazione scoprono la cooperazione sociale

• Le normative nazionali attribuiscono ruoli rilevanti alle cooperative sociali

Anni novanta

• Sono gli anni della grande crescita e degli investimenti

• Nasce il consorzio Astir• Inizia il ricambio generazionale, ai primi

promotori si affianca una seconda generazione di dirigenti cooperativi

• Dati (non molto affidabili) indicano, a fine anni novanta, la presenza di circa:– 20 cooperative sociali, in pari misura A e B– Oltre 500 lavoratori– 80 persone svantaggiate inserite– Un centinaio di volontari

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Anni duemila, le cooperative

2026

3336

0

10

20

30

40

1999 2003 2005 2010

Numero cooperative sociali

1015

20

26

05

1015202530

1999 2003 2005 2010

Cooperative A

10 1012

9

0

5

10

15

1999 2003 2005 2010

Cooperative B• La crescita della cooperazione pratese è

continuata lungo tutto il decennio• La cooperazione A cresce con continuità• La cooperazione B, talvolta nata da spin off

di cooperative A, rimane stabile e negli ultimi anni e si riscontrano un certo numero di liquidazioni

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Anni duemila, le persone

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580

791914 921

0

200

400

600

800

1000

1999 2003 2005 2010

SociLavoratori

500

802970

1188

0200400600800

100012001400

1999 2003 2005 2010

106

136

81

90

50

100

150

1999 2003 2005 2010

Volontari• La crescita occupazionale continua, senza per ora risentire della crisi economica

• Il numero di volontari è drasticamente diminuito

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La cooperazione sociale pratese oggi

I numeri, la solidità, i servizi alla persona, l’inserimento lavorativo, i confronti

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La cooperazione sociale pratese oggi

• 36 cooperative sociali e consorzi, poco di più dello 0.1% per mille della circa 30 mila imprese pratesi (ma più della metà sono ditte individuali)

• fatturato complessivo di oltre 51 milioni di euro (33 al netto delle partite di giro tra cooperative e consorzio), circa lo 0.7% dell’economia provinciale (7 miliardi), valori analoghi a quelli medi nazionali

• 1188 lavoratori (su 108 mila occupati in provincia, circa 1.1%, un po’ meno rispetto alla media nazionale intorno all’1.5%)

• 921 soci• Volontari quasi assenti, meno rispetto alla media

nazionale

• Rispetto all’economia pratese, emerge una maggiore intensità occupazionale media e una struttura imprenditoriale più solida

• Rispetto alla media della cooperazione sociale italiana, emerge al contrario una minore intensità occupazionale a parità di fatturato

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La solidità patrimoniale

• Equilibrio economico complessivo del sistema, che può contare su risorse consistenti accumulate in anni passati

• 3 milioni di euro di capitale, di cui 1.8 sottoscritto a cooperative e 1.2 al consorzio

• 7 milioni di patrimonio netto• Investimenti netti per 18.7 milioni

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• È una cooperazione in cui i soci hanno investito molto

• Ha accumulato risorse consistenti in anni passati

• Da alcuni anni in media chiude senza utili significativi

• Ha investito molto di più rispetto alla media delle cooperative italiane, qualche volta più del sostenibile

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La cooperazione di servizi alla persona

• 26 cooperative A• 27 milioni di fatturato, circa un milione ciascuna in media• 1.3 milioni di capitale, 50 mila euro in media• 5.7 milioni di patrimonio netto, 219 mila euro in media• investimenti netti per oltre 12 milioni, 463 mila euro in media• Vi lavorano 959 persone, in media 37 per cooperativa• 720 soci, in media 27 per cooperativa

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La cooperazione di inserimento lavorativo

• 9 cooperative B• 4.3 milioni di fatturato, 477 mila euro ciascuna in media (pochi,

soprattutto per il centro nord)• Difficoltà nel mantenere sostenibilità economica• mezzo milione di capitale, 55 mila euro in media• 632 mila euro di patrimonio netto, 70 mila euro in media• investimenti netti per 1.2 milioni, 129 mila euro in media• Vi lavorano 171 persone, in media 19 per cooperativa; oltre 100

persone svantaggiate inserite, comprese alcune in cooperative a oggetto plurimo

• 138 soci, in media 15 per cooperativa• Sostanziale assenza di volontari, diversamente dalla media

nazionale13

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Rispetto al resto della cooperazione…

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Peso occupazionale

Peso economico

Investimenti, soprattutto delle cooperative A

Rilevanza dell’aggregazione consortile

Patrimonio netto

capitaleredditività

volontari

quota cooperative A e B

Dimensioni cooperative B

Dimensioni cooperative A

inferiore

superiore

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Dove va la cooperazione pratese?

Ragionamenti su invenzioni, persone, reti, crescita, nuove direzioni, criticità, punti di forza

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L’abbiamo inventato noi!

• Vi è un’innovazione “dirompente” negli anni ottanta, frutto dell’onda lunga dei cambiamenti culturali che “atterrano” sul sociale, con la cooperazione sociale protagonista / partecipe: l’era della demolizione dei muri sociali

• Vi è l’innovazione di oggi, che deriva dalla capacità di cogliere articolazioni e specificazioni dei bisogni

• Scoprire l’acqua calda: quando le persone sono guardate nel loro complesso e non per bisogni specifici: integrazione tra assistenza, lavoro, cura

• Territorio come punto di partenza => la cultura dei servizi a domicilio• La cooperazione sociale che fa maturare le istituzioni e/o cresce

insieme insieme ad esse (le frontiere “sociali” della salute mentale, l’inserimento lavorativo)

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Cooperativa 1 – metà

anni ottanta

Lo abbiamo inventato noi (esempi)!

In un contesto in cui gli unici interventi esistenti a favore di anziani e disabili erano medico

sanitari, la cooperativa “inventa” l’integrazione tra sanitario e sociale

17

Cooperativa 2 – metà

anni novantaLa cooperazione partner degli enti

locali nei primi affidamenti in convenzione per l’inserimento

lavorativo

Cooperativa 1 –

Cooperativa 3 - anni

ottanta

La cooperativa è partecipe del movimento del movimento di rinnovamento della psichiatria

Cooperativa 1 – fine

anni ottantaAttenzione alla persona nel suo complesso, integrare interventi

sociali con opportunità lavorative

Cooperativa 3 – Inizio anni ottanta

Complemetarità e mutuo aiuto tra generazioni

Cooperativa 3 – Cooperativa 1 -anni ottantaIntervento sul territorio, a

domicilio

Cooperativa 4 – anni duemila

Struttura per minori con problemi di salute mentale

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Persone

• Scelta della cooperazione come conseguenza di un impegno sociale, politico, religioso, civile

• Figure guida e identità di gruppo tra i fondatori• Forte idealità e convinzione di essere partecipi / artefici di

cambiamento sociale• Scelta naturale di investimento (di tempo, economico, di rischio)

nella propria impresa• Forse questa spinta era più forte 20 o 30 anni fa, ma sono

continuate a nascere (e ancora nascono) cooperative ispirate da gruppi di persone con valori comuni e vocazione al cambiamento

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Persone (esempi)

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Cooperativa 1 –

Cooperativa 7 - anni

ottantaPersone con un forte impegno politico, civile e sociale

trovano una nuova dimensione per realizzare aspirazioni e utopie sociali

Cooperativa 2 – metà

anni novanta

Gruppo di persone di provenienza Scout si cementa

attraverso un progetto europeo e diventa asse

portante della cooperativa. Lo è ancora adesso

Tutte, 20-25 anni faStart-up grazie a impegno lavorativo più disponibilità volontaria ad

investire nello sviluppo dell’impresa

Cooperativa 3 – Inizio anni ottanta

“c’era fermento, voglia di affrontare nuove sfide nel sociale”, lavoro

coinvolgente, confini labili tra vita lavorativa e vita privata

Cooperativa 6 - oggiAssociazioni di studenti universitari che vuole mettere in pratica ciò che

leggeva sui libri

Cooperativa 5 – 10 anni fa

Gruppo parrocchiale, per trovare lavoro agli svantaggiati

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La stagione degli spin off

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• cooperative mature che generano altre cooperative• integrazione in

ambito consortile• il consorzio

promuove nuova cooperazione

Traccia

Progetto H

S.r.l. controllata per attività agricole

’Acoma Verdemela

Fuori schema

Itaca

Astir

Una storia esemplare

Humanitas

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Le reti

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Traccia

Altre cooperative

Volontariato Vincenziano

Caritas

ComuniCentro per l’impiego

Agenzie formative

Consorzio

Cooperativa 1

“Spiegare” al territorio l’intervento sociale, parlare con bar, farmacie,

sindaco, polizia per superare i timori per l’insediamento di attività sociali

Due esempi

• La cooperazione sociale nasce come esperienza di rete• Rete tra cooperative, entro il

consorzio, tra cooperative A e cooperative B, superando suddivisioni tra centrali• Rete con servizi pubblici e con il

terzo settore• Collaborazione operativa con

soggetti privati• Creazione di legami con il territorio

nel suo complesso, reso partecipe del progetto cooperativo

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Percorsi di crescita

• Un passo dopo l’altro: dal consolidamento di un servizio all’apertura di un altro

• Da gestioni parziali a gestioni complessive

• Cooperative che investono su strutture

• Integrazione tra servizi• Lettura dei bisogni e della loro

articolazione• Verso maggiore specializzazione /

professionalizzazione

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Servizio iniziale

Servizio con altri utenti

Stesso servizio in territori limitrofi

Altro servizio con la stessa utenza

“Specificazioni” dei bisogni

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Percorsi di crescita (esempi)

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Cooperativa 1 – fine

anni ottantaI risultati ottenuti (con anziani e disabili) portano alla progressiva espansione dell ‘attività su altri

utenti (salute mentale)

Cooperativa 1 – fine

anni ottantaÈ necessario investire, le attività

economiche in ambito sociale ripagheranno gli investimenti

Cooperativa 3 – anni

novanta

Moltiplicazione degli ambiti di intervento, anche verso bisogni

senza risposta (es. DSA) e riconquista dello spazio pubblico attraverso arte

e cultura da parte di disabili Cooperativa 4 – anni duemila

Società immobiliare per supportare gli investimenti delle associate e del

consorzio

Cooperativa 4 – metà anni novanta

Prime gestioni complessive di RSA, integrazione tra A e B nelle gestioni

complessive

Cooperativa 4 – anni duemila

Integrazione RSA, appartementi, centro diurno

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Nuove direzioni

• Prosecuzione dei “percorsi di crescita”• Portare il sociale (attenzione alla persona, umanizzazione)

dove è assente (ieri salute mentale, oggi cure sanitarie)• Al crocevia tra servizi professionali e servizi leggeri (es.

convivenze con supporto)• L’attenzione ai bisogni emergenti (ambiente, tempo libero,

cultura)• Diffondere cultura e spazi espressivi (es. teatro)• Rilancio dell’attivazione del territorio e delle famiglie

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Cooperativa 3 – oggi

Nuove direzioni (esempi)

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Cooperativa 2 – oggi

Nuovi settori a più alta specializzazione (servizi forestali), l’inserimento

lavorativo sposa i “bisogni emergenti”

Cooperativa 1 – oggiSpazi di convivenza con servizi

leggeri, collaborazione con famiglie e reti locali

Umanizzare fasi della cura, dalla domiciliarità, ai malati terminali

Cooperativa 7 – oggiAccoglienza nottura tossicodipendenze – Laboratorio

cinematografico

Cooperativa 7 – oggi

Progetto “Mamme flessibili” conciliazione famiglia lavoro per le

donne che lavorano nella cooperativa

Cooperativa 6 - oggiArte, comunicazione, eventi. Coinvolgere la cittadinanza a

sostegno della cultura. Pacchetti di valorizzazione del territorio

Cooperativa 5 – 10

anni fa

Spazio aperto cultura e degustazione. Futuro

enogastronomico, tra storia, cultura e gastronomia

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Criticità

• Ristrettezze economiche di interlocutori pubblici e privati• Restringimento degli orizzonti di investimento per

incertezza sulle politiche pubbliche• Caduta della valorizzazione del legame territoriale• Meno attenzione alla qualità, ricerca di risparmi• Caduta della partecipazione, disaffezione della base

sociale• Minore sensibilità agli aspetti “sociali” che avevano

costituito l’elemento fondante per la cooperazione sociale

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Criticità (esempi)

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Cooperativa 2 –

adesso

La crisi che avanza, timori via via che i contratti scadono. Primi casi

di esuberi

Cooperativa 1 – oggiDifficoltà di collocazione tra sanitario

e sociale, ri-sanitarizzazione degli interventi

Cooperativa 1 – oggiMinore partecipazione della base

sociale

Cooperativa 1 – oggiMinori budget, ASL chiude strutture, necessità razionalizzazione, tutto in

gara a fine convenzioni

Cooperativa 3 – oggi

Servizi per l’infanzia, i costi non sono accessibili alle famiglie, con la crisi, tanti

posti vuoti

Cooperativa 7 – oggi

Rallentamento crescita in alcuni settori

Cooperativa 6 - oggi

Meno risorse, meno attenzione alla qualità

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Punti di forza

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• Legame con il territorio, capacità di fare rete• Orientamento a sviluppare

iniziative in settori emergenti• Costi di struttura molto limitati• Professionalità• Capacità di creare legami tra

imprese e settori

Punti di forza e di debolezza spesso coincidono e discriminano tra imprese “in difesa” e imprese che rilanciano, non necessariamente sono quelle con una maggiore storia alle spalle.

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In conclusione

Un bilancio di questa indagine, il grande contributo di questi trent’anni, alcune fatiche che

affiorano, alla ricerca dei protagonisti del cambiamento sociale del prossimo decennio

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Solido protagonista del cambiamento

• In questi trent’anni la cooperazione sociale pratese è diventata un soggetto economico e sociale riconosciuto e consolidato sul territorio

• È stata una cooperazione protagonista del cambiamento, ha “inventato” servizi, è stata partecipe dei grandi fenomeni di progresso sociale

• Rappresenta un esempio di sviluppo locale socialmente orientato e in un contesto economico non privo di criticità, ha continuato a crescere, anche nell’ultimo decennio

• La tendenza ad investire (soprattutto le A): è un’impresa che socializza i propri successi (utili => patrimonio => investimenti) e internalizza l’instabilità dell’attore pubblico nelle politiche dei servizi. Non senza qualche incidente di percorso. Forse talvolta generosità un po’ incosciente?

• Più stentata che altrove l’affermazione della cooperazione di inserimento lavorativo. Mancanza di imprenditività? Inadeguata comprensione della valenza sociale da parte dell’attore pubblico?

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Chi guiderà l’innovazione sociale?

• Il capitale fatto di valori, aspirazioni al cambiamento sociale che ha caratterizzato gli anni ottanta si ritrova anche in storie attuali, anche se il contesto è meno ricettivo, sia dal punto di vista culturale che delle dinamiche di spesa pubblica

• Non sempre cooperative protagoniste della prima generazione, pur solide dal punto di vista imprenditoriale e patrimoniale, mantengono la guida del movimento dal punto di vista dell’innovazione sociale

• Si riscontrano alcuni esempi di caduta di partecipazione, viene meno il volontariato e l’investimento diffuso dei soci nella propria cooperativa. Professionalizzazione della cooperazione matura? Minore capacità di intercettare le istanze di cambiamento sociale?

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Le stagioni e il futuro

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Rispondere a bisogni fino a ieri estranei alla cooperazione sociale

(casa, tempo libero, salute)?

Come cogliere nuovi bisogni sociali (immigrazione, evoluzioni

demografiche)?

Consolidare e professionalizzare i servizi, razionalizzare l’esistente,

dismettere settori non più sostenibili?

Spin off o fusioni?

Quale ruolo del consorzio (investimento, servizi,

promozione, ecc.)?

Quale rapporto con imprenditori privati?

Come intercettare persone e movimenti che esprimono

istanze di cambiamento?

Enti locali: ancora in grado, pur con alcune

conflittualità, di essere partner di un progetto di

innovazione sociale?

• La stagione degli esordi, idealità tradotte in pratica grazie all’investimento personale e forti passioni sociali

• La stagione dell’investimento e dello sviluppo

• La stagione del consolidamento e della professionalizzazione

• La stagione, quella attuale, in cui si tengono le posizioni e ci si interroga sulle strade future

• Quali stagioni ci attendono? Quali bisogni intercettare? Quali hanno traduzioni imprenditoriali? In che modo?

Ragionare sui mercati?Pubblico – privato

Welfare locale – welfare aziendale / assicurativo

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