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Jobs act, anno dueCosì cambia il lavoro

L’indennizzo è re(non solo in Italia)

Il bilancio della riforma in vigore da due anniGli esperti concordano su un calo dei contenziosi

e su una maggior dinamicità del mercatoLa mappa globale delle norme in caso di licenziamento

a cura di Barbara Millucci

Meno causema occupazioneancora instabile

A due anni e mezzo dall’entratain vigore del Jobs Act, e in

generale delle recenti riforme dellavoro, quali sono stati gli effetti?«Il netto crollo del contenziosodel lavoro. In particolare, sonoquasi scomparse le controversiein materia di cessazione dirapporti a tempo determinato e insomministrazione, e sononotevolmente diminuite quelle inmateria di licenziamenti», spiegaGuglielmo Burragato, avvocato,partner dello Studio Ichino,Brugnatelli e Associati. Possiamocosì affermare «che il contenziosodel lavoro ha assunto dimensionidi normalità, allineandosi aglistandard occidentali».Meno chiari sono stati però glieffetti del Jobs Act sul frontedell’occupazione. «Certamentenegli ultimi tre anni c’è stato unaumento di circa unmilione dioccupati in più e, in proporzione,degli impiegati a tempoindeterminato; ma dopo il boomdel 2015, venuti meno gli incentivicontributivi per i nuovi contratti,il trend si è affievolito. La crescitadell’occupazione in Italia è oramodesta e, come quella del Pil,inferiore a quella europea.Inoltre, risulta che di questacrescita abbiano beneficiato pocoi giovani. Tra le ragioni anchel’innalzamento progressivodell’età pensionabile», aggiunge ilgiuslavorista. Quanto hannoinciso le riforme del Jobs Act sulmercato? «Il nostro osservatoriosuggerisce che le nuove regole inmateria di liberalizzazione deicontratti a termine e deilicenziamenti abbiano conferitounamaggiore fluidità, quantomeno nella aree economicamentepiù dinamiche del Nord e CentroItalia. Vale a dire minori remoresia ad assumere che a licenziare,in linea con un contestoeconomico globale sempre piùdinamico e mutevole. Può darsiche le nuove regole abbianocontribuito ad un più veloce tassodi rotazione, ripartendo piùequamente i carichi didisoccupazione, e facendo cosìdiminuire i casi di lunga durata».Per il legale è importante che «ilnostro ordinamento ormai si siaallineato agli standard deiprincipali paesi occidentali».

Ba. Mill.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ichino BrugnatelliGuglielmo Burragato, partner

dello studio

I n 14 Paesi del mondo il rapporto di lavoro si concludecon una buona uscita e una stretta di mano. E’ il datoche emerge dall’indagine di Toffoletto De Luca Ta-

majo, uno dei maggiori studi legali italiani specializzatoindirittodel lavoroe sindacale. L’analisi, chehacoinvolto41Paesi,hapreso inconsiderazionesolo il regimesanzio-natorio applicabile alle aziende medio-grandi in caso dilicenziamento individuale ingiustificato. Sono esclusedall’indagine le sanzioni in caso di licenziamento di diri-genti o rappresentanti sindacali, di lavoratori dipendentidi aziende di piccole dimensioni e le conseguenze del li-

cenziamento discriminatorio, per violazioni proceduralio per cessazione di contratti a termine.Il risarcimento (vedi grafico) è il rimedio predominanteincasodi licenziamento individuale ingiustificato, anchelà dove la legge prevede pure la reintegrazione, comeFrancia, Spagna e Regno Unito. In Italia, questo cambia-mento si deve all’introduzionedel JobsAct, in particolarealle modifiche all’articolo 18. «I paesi nei quali la reinte-grazione è prevista come rimedio unico ed esclusivo so-no in minoranza», afferma il managing partner FrancoToffoletto.

Responsabilidelle molestieMa fino a dove?

A vance, mobbing e molestiesessuali sul luogo del lavoro

sembrano essere sempre piùall’ordine del giorno. Ma le donne(e le persone più in generale)sono tutelate? Innanzitutto undatore di lavoro ha delleresponsabilità «non solo quandorivesta ruolo attivo nelle condottevessatorie, ma anche qualora nonabbia adottato cautele eprovvedimenti idonei a tutelarel’integrità psicofisica e morale deisuoi lavoratori», afferma StefanoTrifirò (Trifirò & Partners). Lostesso principio vale «neltrattamento che il datore di lavoroè legittimato a tenere neiconfronti del dipendente che sisia reso responsabile di molestienei confronti di un altrolavoratore». Le molestie a uncollega, anche in assenza diesplicite previsioni all’interno delcontratto collettivo e del codicedisciplinare, sono «giusta causadi licenziamento». Sul tema nonesiste un dato normativo, ma c’èun orientamento della SupremaCorte. In un caso, infatti, laCassazione ha ritenuto che lemolestie sessuali di undipendente verso una collegafossero «una causa che nonconsenta la prosecuzione, ancheprovvisoria, del rapporto». Eveniamo al caso in cui è il datoredi lavoro ad avere atteggiamentidiscriminatori. Se licenzia undipendente per «motivi religiosi,politici, raziali, sessuali, fisici eritorsivi» il Jobs Act prevede ilvecchio rimedio della tutelareintegratoria forte. Che cosasignifica? Che il datore di lavorodeve reintegrarlo, nonchérisarcirlo del danno equivalentealla retribuzione globale che ildipendente non ha percepitonelle more del licenziamento ecomunque non inferiore a cinquemensilità. «In alternativa illavoratore ha la possibilità dichiedere un’indennità pari a 15mensilità dell’ultima retribuzioneglobale di fatto» continua Trifirò.E’ ovvio che la vittima dellemolestie desideri, una voltaaccertata la nullità dellicenziamento, voltare paginapreferendo il risarcimentomonetario piuttosto che lareintegrazione sul posto di lavoro.

Ba. Mill.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Trifirò & PartnerStefano Trifirò: la mappa delle

tutele contro gli abusi

OsservatorioSTUDI LEGALI

L’eventoSmart working:laboratorioMilano

T rasformare il modello di lavoroper mettere le persone al cen-tro. I l progetto di smart

working di Maire Tecnimont basatoproprio su questo semplice concetto,è stato il centrodell’evento«Be adapti-ve, be smart» che si è tenuto lo scorso8 novembre aMilano alla presenza delsindaco della città Giuseppe Sala.Molte le tematiche affrontate nella ta-vola rotonda che ha visto la partecipa-zione di Ferruccio Resta, rettore delPolitecnico di Milano, AlessandroSpada, vice presidente vicario di Asso-lombarda, Silvia Candiani, ammini-stratore delegato di Microsoft Italia,Fabio Benasso, presidente e ceo Ac-centure Italia e Pierroberto Folgieroamministratore delegato di MaireTecnimont. Come ha tenuto a sottoli-neare Resta, «Il capitale umano è fon-damentaleper il successodelle impre-se: i lavoratori qualificati saranno at-tratti sempre più anche da un buonambiente lavorativo».Proprio con l’Osservatorio smartworking del Politecnico di Milano,Maire Tecnimont ha selezionato tra i58 progetti presentati da oltre 150 di-pendenti, coinvolti in prima personanel programma «smart», le cinquemigliori proposte, riconoscendo ai te-am vincitori un premio fino a 40milaeuro. Silvia Candiani ha commentato:«Siamo particolarmente lieti di sup-portare Maire Tecnimont nel propriopercorso di innovazione all’insegna diunmododi lavorare capacedi adattar-

54CORRIERE DELLA SERA LUNEDÌ 13.11.2017

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La reintegrazione è prevista in Austria, Germania, Nor-vegia, Repubblica Ceca, Ucraina, Slovacchia e Romania.Ma anche in Russia, Panama o Portogallo, dove tuttavia illavoratore può optare per il pagamento di un’indennitàsostitutiva, come avveniva in Italia fino alla riforma del2012. «È bene sottolineare—prosegue il legale— che ingranpartedeiPaesipuressendoprevisti sia il risarcimen-to che la reintegrazione, di fatto quest’ultima non vienequasi mai disposta». Un riconoscimento solomonetarioè previsto in Australia, Lussemburgo, Cipro, Danimarca,Irlanda, Svezia e Ungheria; e ancora in Messico, Turchia,

Israele edEmirati Arabi. Gli Stati Uniti sonogli unici dovenon si applica alcuna sanzione, considerando che il li-cenziamento, salvo alcune specifiche eccezioni, può es-sere intimato senza preavviso emotivazione. In Paesi chehannowelfare forti, come Finlandia, Svizzera e Belgio, lareintegrazione è del tutto esclusa. L’unico rimedio possi-bile è il pagamento di un’indennità. In Finlandia, adesempio, può arrivare fino a 24mensilità; in Svizzera, in-vece, fino a unmassimo di 6. Anche in Argentina e Cile idipendenti hanno diritto al solo indennizzo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Noi & gli altriI rimedi nelle varie legislazioniper i licenziamenti individualiingiustificati

Stati Uniti

Norvegia

Svezia

Finlandia

Lettonia

Polonia

Ucraina

Rep. Ceca

Austria

Slovacchia

Ungheria

Russia

Portogallo

Francia

Italia

Grecia

Svizzera

Romania

Cipro

Germania

Spagna

Irlanda

Regno Unito

Belgio

Lussemburgo

Paesi Bassi

Danimarca

Argentina

Colombia

Venezuela

Nuova Zelanda

Australia

Cile

Messico

Panama

Perù

Turchia

Israele

India

Cina

Emirati Arabi Uniti

REINTEGRAZIONEPanama; Austria; Germania; Grecia;Norvegia; Portogallo; Repubblica Ceca;Romania; Slovacchia; Ucraina; Russia

RISARCIMENTO O, IN ALTERNATIVA, REINTEGRAZIONEColombia; Venezuela; Perù; Italia; Paesi Bassi; Lettonia;Polonia; Cina; India; Nuova Zelanda

RISARCIMENTO O, IN ALTERNATIVA, REINTEGRAZIONE (RARAMENTE APPLICATA)Messico; Cipro; Irlanda; Lussemburgo; Spagna; Danimarca; Francia; Svezia; Regno Unito;Ungheria; Turchia; Israele; Emirati Arabi Uniti; Australia

RISARCIMENTOArgentina; Cile;Finlandia; Svizzera;Belgio

NESSUNASANZIONEAPPLICABILEStati Uniti

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D a un parte il Congresso Usache cancella la privacy on

line, permettendo ai colossi delletlc di raccogliere e vendere i datidei clienti senza il loro consenso,fra cui la cronologia ricerche, lageo-localizzazione, i numeri diprevidenza sociale o le appscaricate. Dall’altra l’Europa, cheva nella direzione opposta con ilGdpr, il nuovo regolamento sullaprivacy. Come fanno le aziende adorientarsi? «Il trattamento deidati, all’interno dei confini dellaUe, deve essere sottoposto alleregole del Gdpr. Google,Facebook, Apple e le big techsono soggette, se offronoprestazioni di beni e servizi nellaUe, a queste regole», dice PaolaPucci, partner dello studiospecializzato in diritto del lavoroToffoletto De Luca Tamajo, doveguida una task force specializzatain consulenza alle imprese sullaprivacy. «Le società che nelconfine americano potrannousare i dati dei loro clienti nonpotranno farlo in Europa». Nonavremo più un problema diprivacy italiana o francese masolo uno, europeo. Cambiano leregole e le sanzioni saranno piùpesanti. Chi non si adegua rischiamulte che possono arrivare fino a20milioni di euro o al 4% delfatturato annuo globale. Le nuovedisposizioni sui dati prevedonomolte novità, tra cui un consensochiaro ed informato altrattamento; il diritto all’oblio; ildiritto di trasferimento dei datitra fornitori di servizi. Previstoanche l’obbligo per le imprese diutilizzare un linguaggio chiaro ecomprensibile nelle informativesulla privacy e l’introduzione dellanuova figura del responsabiledella protezione dei dati (Dataprotection officer), difficile peròche le Pmi possano dotarsi di unasimile figura. Cosa dovrà fareun’azienda per adeguarsi? «Devedapprima fare un check non solosu come funziona il flusso di dati,ma quali e che tipo di dativengono trattati, con chi, da chi. Aquel punto fare una fotografiasullo stato di fatto e trasferirla inuna documentazione accurata. E’importante dimostrare di averfatto sempre il possibile pertutelare il trattamento dei dati»,conclude Pucci.

Ba. Mill.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Toffoletto De Luca TamajoL’avvocato Paola Pucci,specializzato in privacy

I bonus aiutanoma hannogittata corta

U n bilancio del Jobs Act?Positivo, sia sul piano del

contenzioso, dove i dati parlanodi una riduzione delle cause, siasul piano dell’occupazione,anche se in quest’ultimo casobisogna valutare più nellospecifico», dice Andrea Uberti,partner dello studio legale Tosie associati. Uno dei fattori cheha ridotto la disoccupazionerisiede nel fatto che «lamaggiore libertà in uscitafacilita l’ingresso di nuova forzalavoro, soprattutto giovane –—afferma il giuslavorista—. Einoltre rende più appetibile pergli stranieri investire in Italia.Sapere che in caso dilicenziamento un’impresa haconseguenze solo economiche enon di reintegro, è visto inmodomolto favorevole dalmercato». Quanto ai possibilimiglioramenti alla nuova leggesul lavoro, Uberti spiega che«sul tema processuale ci sonoancora alcune incertezze ecomplicazioni, così come sualcune fattispecie contrattuali».Nella nuova legge di bilancio cisaranno ben due bonus per leassunzioni, destinati ai piùgiovani: uno per gli under 29,l’altro per chi ha tra 29 e 35 anni.Per i primi il taglio del 50% deicontributi vale tre anni, per glialtri 12 mesi. Questeagevolazioni fiscali servono?«Sicuramente producono uneffetto positivo nel brevetermine (1-2 anni) anche sedrogano un po’ il mercato»,aggiunge il legale. Nel quadrodel nuovomercato del lavoro,un ruolo di rilievo è svolto dallaRiformaMadia che investe ilsettore pubblico. Lo studio Tosie associati tutela alcune tra leprincipali aziende partecipatedel Nord (trasporto pubblico,multiutility ecc.) in questomomento alle prese con lenorme che dovrebbero mettereordine sugli esuberi nellapubblica amministrazione. «Almomento ogni partecipata cheintende assumere deve attingeredalle liste messe a punto dalgoverno e non può rivolgersi almercato esterno» conclude ilgiuslavorista. Le societàpartecipate sono 9.655 edimpiegano 882.012 addetti.

Ba.Mill.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tosi e associatiAndrea Uberti: la fase due

della riforma Madia

si alle sfide del mercato».L’evento, che si è svolto nella sede diMaire Tecnimont alle TorriGaribaldi,è stato l’occasione per presentare lanuovahalldel complessoarchitettoni-co del gruppo, 1.200metri quadri, tra-sformati in uno spazio di co-workingaperto alla città, dotati di circa 200 po-stazioni e aree riunioni, in un ambien-te che favorisce il confronto e lo scam-bio di idee. Come ha detto Fabrizio DiAmato, presidente di Maire Tecni-mont, «siamo pronti a condividere lanostra esperienza, le nostre capacità ei nostri spazi con la città di Milano».«Losmartworking—gliha fattoeco ilsindaco Sala— sta facendo un salto di

qualità importante. Ingiuntaabbiamoapprovato le linee guida per estenderei benefici del lavoro agile a tutti i di-pendenti, con l’obiettivodi raggiunge-re il 10%diadesioni in treanni».E sullosmartworking are FabioBenassoha leidee chiare: «significa andare oltrel’adozione di strumenti e tecnologie,ma operare un cambiamento organiz-zativo e culturale». Il sostegno al cam-biamento arriva anche da Assolom-barda. All’incontro, Alessandro Spadaha commentato: «Consapevoli del-l ’impatto positivo dello smartworking, abbiamo avviato un servizioper sostenere le imprese associate e inmeno di un anno ne abbiamo suppor-tate più di 80».

Maria Elena Zanini© RIPRODUZIONE RISERVATA

VerticiFabrizio Di Amato,

presidente di MaireTecnimont,

gruppointernazionale

specializzatonell’engineering

e contracting,

Privacy,unatutelainstileeuropeo

Via L. Mascheroni, 31 - 20145 MilanoTel. 02 4819 3249 - 02 4819 3228

[email protected] - www.ichinobrugnatelli.it

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LUNEDÌ 13.11.2017 CORRIERE DELLA SERA

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