Piazza Grande Aprile 2012 Ridotto

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GOFFREDO FOFI, GIANLUCA mOROZZI, mONI OvADIA, mARCO TRAvAGLIO, vAURO

dal 1993, il giornale di strada di Bologna

fondato dalle persone senza dimora

Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 ( conv. in L27/02/2004 N.46) ART. comma 2 DCB - Bo (Num. 2) per Poste Spa

lucio dove vai?

4/2012

PRODURRE QUESTO GIORNALE COSTA 0,75 EURO QUELLO CHE DATE IN PI IL GUADAGNO DEL DIFFUSORE QUALSIASI RICHIESTA AL DI L DELLOFFERTA LIBERA NON AUTORIZZATA

chi siamo

Identikit dellassociazione per nuovi e vecchi lettori

dignit x tutti

5 x 1000 =

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C . F. 9 2 0 3 8 0 7 0 3 7 8Piazza Grande nata insieme allidea di produrre un giornale scritto dalle persone senza dimora che potesse diffondere i temi dellesclusione sociale e rappresentare una fonte di reddito per i senza tetto che lo avrebbero venduto in strada. le nostre attivit oggi: il servizio mobile di sostegno, lunit di strada che distribuisce alimenti, bevande calde, vestiti, coperte e altri generi di prima necessit a chi vive in strada. durante le uscite si prende contatto con i senza dimora per avviare, insieme ai servizi sociali, un percorso di recupero. il BiciCentro unofficina dove, anche attraverso il lavoro di senza dimora, vengono assemblate e riparate biciclette. lofficina svolge una duplice funzione; una sociale di inserimento lavorativo, laltra ambientale attraverso la cultura del riuso e della mobilit ciclabile. Con io non spreco, Piazza Grande organizza distribuzioni di prodotti alimentari per offrire un sostegno ai nuclei familiari che faticano a reperire le risorse necessarie per la propria spesa alimentare. si basa sul riciclo anche la leonarda, negozio di moda critica dove il riuso e riciclo dei vestiti combattono lo spreco in tempo di crisi. (www.piazzagrande.it)

editoriale/ Lucio Dalla e Piazza Grandep LeoNARDo TANCReDI

C

In copertInala foto di copertina e quella qui a fianco sono di marco alemanno, per gentile concessione di Ph.d music management. lucio dove vai il titolo di una delle prime canzoni di dalla. Per le fotografie di questo numero ringraziamo Paolo righi e andrea samaritani di meridiana immagini, luca Perticoni di eikon studio e luciano nadalini.

omINCIAmo DALLA FINe. BoLogNA, PIAzzA mAggIoRe, 4 mARzo 2012. DomeNICA mATTINA, IL SoLe PALLIDo mA gI CALDo e LA geNTe uSCITA DI CASA PeR VeNIRe IN PIAzzA. CoPPIe gIoVANI, PI ANzIANe, TANTI STuDeNTI, CITTADINI STRANIeRI Che ChIACChIeRANo A gRuPPeTTI, moLTI SeDuTI SuI gRADINI DI SAN PeTRoNIo e AI PIeDI DeI PoRTICI TuTTo INToRNo ALLA PIAzzA. QuALCuNo hA gLI oCChI LuCIDI, ALTRI gI LACRImANo. LuCIo DALLA moRTo TRe gIoRNI FA. LA PIAzzA PIeNA, mA NoN SI DIReBBe AFFoLLATA. C uNA STRANA SeReNIT NeI VoLTI e NeLLe PARoLe DeLLe PeRSoNe, Come Se VoLeSSeRo ComuNQue goDeRe DI QueLLA gIoRNATA. FoRSe LIRoNIA mALINCoNICA Che TRASmeTToNo QueLLe PARoLe e QueLLA muSICA. FACILe meTTeRSI A ChIACChIeRARe, BoLogNA PICCoLA, INCoNTRI TuTTI. NICoLA VeNDe PIAzzA gRANDe, PRoPRIo Come LA CANzoNe PI FAmoSA DI DALLA, QueLLA Che PARLA DeLLA CITT VISTA DA ChI NoN hA uN TeTTo SuLLA TeSTA. NICoLA hA meSSo uNA STRISCIA DI NASTRo ISoLANTe NeRo IN DIAgoNALe SuLLA PRImA PAgINA DeL gIoRNALe Che PoRTA IN gIRo. uNA mACABRA SCeLTA DI mARkeTINg, SI DIReBBe. mA PoI NICoLA SI CommuoVe QuANDo RACCoNTA DeL Suo INCoNTRo CoL mAeSTRo Come Lo ChIAmA LuI. IN PIAzzA C ANChe gIgI Che INSIeme A LuCIo DALLA e AD ALTRI PeRSoNAggI DeLLo SPeTTACoLo STATo SuL PALCo LA NoTTe DI CAPoDANNo DeL 1993, QuANDo IL gIoRNALe PIAzzA gRANDe AVeVA ANCoRA PoChI gIoRNI DI VITA e IL ComuNe DI BoLogNA SI eRA INVeNTATo LA NoTTe DegLI ANgeLI. DA QueLLA NoTTe Le STRADe DI PIAzzA gRANDe, IL gIoRNALe, e QueLLA DeLLAuToRe DeLLA CANzoNe (IN VeRIT IL TeSTo STATo SCRITTo DA SeRgIo BARDoTTI), SI SoNo INCRoCIATe PI VoLTe. LuLTImA INIzIATIVA Se LA RICoRDA NICoLAe, uN RAgAzzo RumeNo Che oggI VeNDe IL gIoRNALe. IN uNA LIBReRIA DeL CeNTRo DALLA, QuALChe meSe FA, hA FATTo IL BANDIToRe DASTA PeR LA CoLLezIoNe DI VINILI DeL PoeTA RoBeRTo RoVeRSI, CoN CuI hA SCRITTo moLTe CANzoNI. IL RICAVATo ANDATo A PIAzzA gRANDe e ALLA RICoSTRuzIoNe DeLLAQuILA. A STARe IN PIAzzA IN QueSTA DomeNICA DI mARzo SI CAPISCe BeNe Che LuCIo DALLA FIgLIo DI BoLogNA, NARRAToRe DeLLA mARgINALIT e DeLLumANIT PI VARIegATA NoN ReToRICA DA NeCRoLogIo, mA uNATTITuDINe e uN INTeReSSe CoLTIVATo PeR uNA VITA. BoLogNA hA PoRTATo IN PIAzzA QueSTe SToRIe, QueSTA PARTe DeLLA SuA SToRIA PeR SALuTARe LuCIo DALLA e FoRSe ANChe uN Pezzo DI S, uNA CITT Che NoN C PI e Che LeNTAmeNTe FA PoSTo AD uNALTRA. ANChe IL RomANTICo CLoChARD DeLLA CANzoNe NoN C PI, oggI uNALTRA PeRSoNA, PARLA uNALTRA LINguA, hA uN ALTRo PASSATo. mAgARI ANChe uN ALTRo FuTuRo, mAgARI mIgLIoRe, Come LA CITT Che VeRR.

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Vauro

gerenza

Piazza Grande Giornale di strada di Bologna fondato dalle persone senza dimora TeNDeRe uN gIoRNALe megLIo Che TeNDeRe uNA mANo

redazione Via Corazza 7/8 40128 Bologna, tel. 051 342328, fax 051 3370669 www.piazzagrande.it | [email protected] CaPoredattore Pietro Scarnera Consulenza editoriale Agenda (www.agendanet.it) ProGetto GrafiCo Fabio Bolognini distriBuzione Redazione Piazza grande aBBonamenti & eventi: eva Brugnettini, erika Casali

COMITATO EDITORIALE Jacopo Fiorentino, mauro Sarti DIRETTORE EDITORIALE Leonardo Tancredi direttore resPonsaBile Bruno Pizzica stamPa Industrie grafiche galeati Registrato presso il Tribunale di Bologna il 15/09/1995 n6474

in redazione eva Brugnettini, erika Casali, Ilaria giupponi, Simone Jacca, olga massari, giuseppe mele, Salvatore Pio, mauro Sarti, Donato ungaro. Hanno CollaBorato a questo numero Fulvio De Nigris, Angelica erta, goffredo Fofi, marco guidi, Carlo gubitosa, Laura marongiu, meridiana Immagini, Virginio merola, Luisa morgantini, Roberto morgantini, gianluca morozzi, Luciano Nadalini, moni ovadia, Luca Perticoni, Roberto Roversi, Simone Sabattini, marco Travaglio, Vauro, Fausto Viviani.

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Se sono a Bologna si pu fare, mi diceva ogni volta che gli prospettavo un progetto, e percepivo dalla sua voce una voglia di partecipazione, q| perch in quei progetti cerano le persone a lui care

dalla e morgantini allasta di beneficienza per Piazza Grande nellottobre 2010

Dalla... parte degli ultimip RoBeRTo moRgANTINIs, la vita che finisce ma lui non ci pens poi tanto, anzi si sentiva gi felice e ricominci il suo canto. Sono questi i versi che tiepidamente si sono ricalcati nella mente quando, con stupore, sono stato informato della morte di Lucio Dalla. Nellincredulit che si accompagna al dolore in un attimo mi sono riapparse tutte le occasioni in cui ho avuto il piacere di condividere parte del mio tempo con questo piccolo grande uomo. Lucio lo conobbi un po di anni fa, cosa non difficile per chi si trovava la domenica mattina nella sua piazza maggiore, e allontanava il timore di avvicinarsi a un grande artista come lui, anche solo per una stretta di mano. bastato un attimo perch la nostra conoscenza diventasse vera amicizia, servito un sorriso beffardo dei suoi, quelli a met tra il bambino mai cresciuto e il genio proprio dellartista, a sancire tra noi un sentimento carico di stima e affetto. era sorprendente la disponibilit e len-

Ma

tusiasmo che Lucio riusciva a garantirmi ogni qual volta, timidamente, tentavo di coinvolgerlo in qualche iniziativa che ritenevo (senza mai sbagliare!) potesse ottenere il suo beneplacito. Se sono a Bologna si pu fare, mi diceva ogni volta che gli prospettavo un progetto, e percepivo dalla sua voce una smania di complicit, una voglia di partecipazione, perch in quei progetti cerano le persone a lui care: gli squalificati della societ, gli emarginati di questa citt, i gatti neri di Come profondo il mare, quelli che si nascondono di notte agli occhi morali e ipocriti del pensiero facile, quello arrogante e reazionario che non accetta la diversit, che dissimula la povert, che esclude lobbligo civile e umano di aiutare questi cattivi pensieri, perch sono pessimisti e rovinano limmagine e il decoro della buona societ. ma loro, i gatti neri, portano scritto sui volti non abbiamo da mangiare, e allora Lucio, se era a Bologna era con noi. Ricordo una delle ultime esperienze condivise con lui alla libreria Coop Amba-

sciatori, quando si prestato simpaticamente al ruolo di banditore dasta dei dischi donati dal suo grande amico, il poeta Roberto Roversi, per raccogliere fondi per Piazza grande e LAquila. memorabile fu anche la sua partecipazione, in una fredda festivit dellepifania in piazza maggiore, per i detenuti della Dozza. In tanti anni, mi sono sempre sforzato di riuscire a cogliere il limite, il confine esatto che contrassegnava la fine delluomo e linizio dellartista, fallendo ogni volta che mi avventuravo in questo curioso esperimento. In Lucio luomo e lartista convivevano pacificamente, come in uno stato di grazia. La sua vita stata baciata dallArte in tutte le sue sfaccettature, la sua poetica non lo allontanava dalla realt, anzi. Riusciva a cogliere le sfumature, la purezza, di tutte quelle esistenze delle quali amava circondarsi,

perch era da loro che prendeva vita la sua musica. con dolore sincero, con un vuoto assoluto, quello che solo i grandi artisti riescono a lasciare, che oggi avverto la necessit per questa citt che tanto amava Dalla, di trovare altre persone come lui, sinceramente coinvolte in quel senso profondo della solidariet, della partecipazione concreta, al fine di migliorare la vita di tutti quelli un po meno fortunati di noi. Lucio di questo stato davvero un eccellente interprete e mancher a noi tutti: gli amici di Piazza grande. Adesso mio Dio dimmi cosa debbo fare, se devo farla a pezzi questa mia vita oppure sedermi e guardarla passare, per la vita com bella e come bello poterla cantare. grazie Lucio. ([email protected])

virginio merolaO

Lo ricorderemo ogni annoDobbiamo essere orgogliosi della nostra citt, c stata una grande reazione, libera e responsabile. Abbiamo riscoperto il fatto che Bologna ha la possibilit di stare unita attorno a valori di solidariet e soprattutto di amicizia. stato anche un bellesempio che abbiamo dato al Paese, un po come se avessimo detto contate su Bologna. Doveroso per lAmministrazione comunale stato mettere a disposizione Palazzo dAccursio, la casa di tutti i cittadini, per lallestimento della camera ardente. Con dedizione e profondo cordoglio abbiamo lavorato ininterrottamente per quattro giorni affinch tutti potessero dare lestremo saluto a Lucio Dalla. Rinnovo dunque il mio ringraziamento verso tutti coloro che hanno collaborato, a cominciare dai parenti e dagli amici di Lucio. Doveroso lomaggio al nostro concittadino anche con lesposizione della sua immagine recante la scritta Ciao Lucio sullentrata di Palazzo dAccursio, e con la proclamazione del lutto cittadino per domenica 4 marzo, giorno del suo compleanno. Possiamo pensare ad una occasione per riunire a Bologna, ogni anno, tutti gli amici e gli estimatori di Lucio Dalla, in un ricordo che possa coinvolgere le tantissime persone che amano la produzione musicale e artistica del nostro caro concittadino. metteremo per questo a disposizione della comunit degli artisti la citt, perch si possa organizzare un ricordo degno del lustro che Lucio Dalla ha dato a Bologna nel mondo. Trovo bella lidea proposta degli amici di Lucio di sonorizzare via DAzeglio per trasmettere le sue canzoni al tramonto. gli dedicheremo infine una stella nella via del jazz (via Caprarie), nel corso della prossima edizione della manifestazione a met settembre. e piazza maggiore, pardon, piazza grande, continuer ad essere la piazza di Lucio e dei tanti bolognesi, con una targa ricordo. Allartista e alluomo va ancora una volta il pensiero e il ringraziamento di tutta la citt, quella citt, Bologna, che Lucio Dalla ha amato ed ha sempre portato nel cuore.

rgoglio di Bologna nel mondo. Questo il primo commento a caldo che ho rilasciato ai cronisti appreso della scomparsa del nostro concittadino, Lucio Dalla, indiscusso protagonista della musica italiana ed internazionale, musicista, compositore, attore e regista. ho ricordato Lucio Dalla per il suo straordinario talento, la sua creativit ed il suo genio senza eguali, per le sue canzoni, colonna sonora di una vita, per quei sacchi di sabbia vicino alla finestra, ma soprattutto per lamore che nutriva nei confronti della sua citt, la nostra Bologna. Sono rimasto colpito dalla reazione della citt, i bolognesi hanno riscoperto se stessi nei giorni dellultimo tributo a Lucio Dalla.

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noi e lucio difficile aggiungere nuove parole per raccontare Lucio Dalla. Questa una breve storia corale, sicuramente incompleta, cucita da Piazza grande raccogliendo le voci di chi, vivendo in strada o combattendo contro lesclusione, lha conosciuto e ha scritto, con i testi delle sue canzoni, il proprio manifesto

p ANgeLICA eRTA FoTogRAFIe DI LuCA PeRTICoNI (eIkoN STuDIo)

chiamavo il piccolo grande uomo ricorda Tonino Palaia, fra i fondatori di Piazza grande di cui stato direttore - unartista che ha raccontato la vita nella sua verit pi profonda. Comprendeva le storie di chi viveva in strada in modo sorprendente, da dentro, quasi che ci fosse passato. Anche Tonino fra quanti hanno vissuto parte della loro vita senza un tetto sopra la testa. Quando distribuivo il giornale in via DAzeglio dove abitava prosegue - si fermava a scambiare due chiacchiere, poche parole sufficienti per strapparmi un sorriso. Lo ricordo nel Capodanno del 93, quando ha regalato la sua musica ai senza dimora di Bologna durante La notte degli Angeli, uno spettacolo aperto a tutti, con il sindaco Walter Vitali, Jovanotti, Alba Parietti, Bonolis e Valeria marini. In quel momento a Bologna stava accadendo un evento, una piccola rivoluzione di cui, credo, anche Lucio avesse consapevolezza. A quello spettacolo ha preso parte anche gigi, fra i primi ad animare Piazza grande e che ancora oggi vive in bilico fra la scelta della libert e il desiderio di emanciparsi dalla strada. Di quella notte gli sono rimasti pochi dettagli, ma mentre li racconta gli brillano gli occhi. Come quando ci mostra le foto, gelosamente conservate in un album, la maggior parte in bianco e nero e quella con lamico Lucio, a colori, ritagliata perch nellinquadratura potessero rimanere solo i loro volti. Fu la macchinazione di Tonino - racconta - a farmi arrivare il pomeriggio a Palazzo Re enzo, in piazza maggiore, dopo aver fatto tappa a casa di Dalla, per ritirare un invito che non mi mai stato consegnato perch quella notte sarei stato un ospite donore. ero sbalordito davanti a quel casino, la troupe della Rai, i personaggi della tv. Quando mi dissero che dovevo ballare con la Parietti in eurovisione ero tutto agitato ma poi fu una festa improvvisata, dopo una sola prova non proprio perfetta. mentre gli chiediamo alcune fotografie per pubblicarle esita, ci tiene sulle spine, forse perch vuole farci comprendere limportanza di quello spettacolo, forse perch sono fra i pochi momenti di stima che gli ha riconosciuto la citt. I tempi sono cambiati Chi credi li spenderebbe oggi quei soldi?, ci chiede. A chi credi possa importare fare una cosa del genere?. gigi ricorda anche le cene da Napoleone, offerte da Dalla una volta lanno a chi vive in povert, ma confessa: Non le ho mai amate pi di tanto, sono stato solo ad un paio. Luomo a cui era affezionato era un altro, quello che incontravi passeggiando per Bologna, il giorno, la sera o alle cinque del mattino quando si fermava a chiacchierare una mezzoretta, in cerca di storie da ascoltare. Le vite di gigi e Tonino hanno incrociato quella del cantante quando stato il momento di battezzare

lo

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Se un diffusore incontra DallaLucio: Ciao mi dai il giornale? Diffusore: Ok tieni Piazza Grande L: Tu mi devi pagare i diritti di autore! D: E tu mi devi pagare la pubblicit ! Mentre camminavo in via DAzeglio canticchiando Piazza Grande Lucio si affaccia dal balcone di casa e fischietta anche lui Piazza Grande (ho duettato con Dalla Troppo!!), allora gli dico Ciao maestro mi dai lautorizzazione per cantare?, e lui Ok, vai, bravo!! D: Vuoi Piazza Grande? L: S, dammelo D: La sai la nuova legge sui giornali? I giornali si vendono! L: Ah gi, lo so i giornali si vendono scoreggiando!! Davanti al teatro per un suo concerto: mente ero l coi giornali in mano Lucio viene da me e mi dice Te la do io lautorizzazione il giornale costa 5 euro!. E il diffusore: Grazie Lucio, ma con la crisi che c non mi sembra il caso, e Lucio imperterrito grida al pubblico Il giornale costa 5 euro, date 5 euro, fra i sorrisi della gente. Unaltra volta mentre stava per entrare in un teatro come ospite Lucio viene da me e mi dice Ciao amico come stai?, io rispondo Bene grazie fa freddo per!. Lucio risponde: da tanto tempo che non ti do qualcosa!. Dopo qualche minuto Lucio e un suo amico escono e lui ha due sigarette in bocca, una per lui e una per me! D: Ciao maestro, vuoi il giornale? L: Non ho spiccioli! D: Ok, te lo regalo lo stesso Lucio allora chiede un po di soldi allamica e me li d. Gli dico: Hai messo su un po di pancetta! Se vieni in palestra con me ti offro un mese gratis! L: Gi mi alleno a casa voglio vedere chi ti d 5 euro per il giornale? D: Non tutti si chiamano Lucio Dalla! L: Eh No! Una settimana prima delle sua scomparsa unamica mi disse che Lucio andava tutte le domeniche a messa nella chiesa di piazza dei Celestini, faceva solo il segno della croce e poi andava via. Un giorno Lucio mi disse che come nel calcio c un primo tempo, la vita, e un secondo tempo, la morte. Se bastasse tutto loro del mondo per riaverti qui ciao Lucio aspetto il secondo tempo. (testi raccolti da Fausto Viviani) n roll che giunge dallInghilterra a rivoluzionare la canzone italiana. oggi ho nostalgia di quella citt ammette - una Bologna che non esiste pi, aperta e sincera, con la voglia di compromettersi e di stare insieme. Tirar tardi nei locali, con guccini, Dalla o chiunque altro avesse la musica nelle orecchie e ladrenalina nelle vene. Poi le nostre strade si sono divise, fra dissapori e gelosie. la stagione dei movimenti quella che attrae Tullio, dopo il 68 il 77 e la rivoluzione di l da venire, mentre Lucio Dalla rimane defilato, non segue londa della politicizzazione. La Bologna degli anni 70 stata anche quella che ha segnato la giovinezza di Luigi mizzi, fra gli ideatori della rivista, che porta ancora con s la forza sovversiva di quegli anni. Quando la citt fremeva di entusiasmo e voglia di divertirsi, la fisicit di Lucio lo condannava a stare ai margini. La sua era una bruttezza ispida scherza Luigi che non faceva simpatia. e poi lomosessualit, un altro elemento che gli metteva il mondo contro. Credo che anche quando arrivato il grande successo si vedevano i segni di quel disagio nel carattere schivo e defilato, per cui lamicizia era una concessione per pochi intimi. Da qui lironia tagliente, forse come necessit di controbilanciare quel corpo inadeguato a calcare il palcoscenico. unironia che ha lasciato il personale per attraversare i pezzi, contribuendo al loro successo. Pur condividendone lo spirito conclude Luigi - Dalla non ha mai valicato la soglia dellimpegno politico attivo, ma ugualmente le sue parole hanno avuto il potere di sovvertire e scompigliare lesistente, con il privato che si fa pubblico. (redazione@ piazzagrande.it) f

q| nella pagina a fianco, lucio dalla al Capodanno del 1993 in piazza maggiore. qui sotto, Gigi insieme al cantautore

la rivista. Il testo di Piazza grande parla di vita di strada, di mancanza di affetti, della vita che rotola gi quasi senza accorgersene. Quando labbiamo contatto stato entusiasta: per noi, ammette, stata una prima vittoria. Di Lucio Dalla parla anche Tullio, che ora lavora al dormitorio in via Capo di Lucca, anche lui ha conosciuto la vita di strada. A farli incontrare stata la passione per la musica, sul finire degli anni Sessanta. un sodalizio durato pochi mesi, ma che ha lasciato le sue tracce nel tempo. Tutte le sue canzoni hanno lanima di Bologna, sono nate fra i suoi spazi, le sue strade, fra la gente. La Piazza grande della canzone afferma Tullio - non Piazza maggiore, come molti pensano, ma Piazza Cavour, dove nato. Nel ricordo di Tullio Lucio era uno spanizzo dal cuore grande, gli piaceva spendere per gli altri, aiutare chi ha meno, offrire una cena a chi suonava con lui o regalare qualche soldo ai gatti neri di questa citt, a quelli che in strada fanno cattivi pensieri. e a chi si stizziva e gli chiedeva il perch di quelle chiacchierate, di quelle piccole beneficienze sotto i portici rispondeva tagliando corto, in fondo i soldi erano i suoi. un impegno per gli altri sottolinea Tullio - dimostrato anche nel desiderio di creare una fondazione per giovani musicisti, per dare loro una possibilit di sfondare, arrivando al grande pubblico come era accaduto a lui ormai quarantanni fa. Il suo talento era anche quello di intercettare quello altrui, forse aveva un fiuto particolare per il fattore x della genialit. Tullio torna ai tempi della band, lui bassista, Lucio voce e clarinetto. Pochi mesi in cui si muovevano da Bologna alla Romagna, per risalire poi verso modena e Reggio emilia in mille locali in cui gli Idoli - era questo il nome del gruppo cercavano fortuna. era la fine degli anni 60, con il rock

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Da Napoleone, Dalla e i pranzi con gli homelessmi ha colpita la sua semplicit, il suo essere l e sorridere e parlare con tutti, e suonare il pianoforte e cantare a richiesta qualcuna delle sue canzonip LuISA moRgANTINI*ermarmi sul naso di un vecchio che legge il giornale. mi sono commossa e divertita ad ascoltare Le rondini. In realt per non posso dire che Lucio Dalla abbia segnato la mia vita e che le sue canzoni mi abbiano accompagnata nei miei inquieti percorsi. ho solo pochi anni pi di lui, e negli anni 60 e 70, quando mi permettevo di ascoltare musica ascoltavo mozart o mahler o ella, Chet Baker. erano per me anche gli anni del Nuovo canzoniere Italiano e di Sergio Liberovici, delle canzoni cantate da margot con i testi di Franco Fortini, oppure Joan Baez, Tom Dylan, Brassens, maria Bethania, maria monti, ornella Vanoni, persino i Beatles e i Rolling Stone non mi facevano impazzire. Se ero innamorata, era gino Paoli con Il cielo in una stanza, e se soffrivo pene d`amore era Aznavour con Devi sapere, comunque sia, salvare la tua dignit. ero comunista e un po rigida nelle mie scelte. Lucio Dalla restava per me sullo sfondo. e allora perch scrivere per ricordarlo? Forse perch nei primi anni 60, quando vivevo a Bologna, ho passato intere notti seduta sui gradini di San Petronio. eravamo pochi in quegli anni, in Piazza grande, cinque o sei, vivevamo in una comune e passavamo le notti discutendo: era la nostra libert. e la canzone di Dalla mi riporta a quei tempi, al bisogno di cambiare il mondo, all`inquietudine, alla solitudine, al bisogno di amore, di qualsiasi amore si tratti. La vera ragione per che me lo ha chiesto Roberto, il mio fantastico e infaticabile fratello che invece ha amato e ama la musica e le canzoni di Lucio Dalla. lui che me lo ha fatto incontrare, in uno dei pranzi per i senza dimora che organizza per lepifania, eravamo ospiti nella trattoria di Napoleone. Abbiamo pranzato insieme e mi ha colpita la sua semplicit, il suo essere l e sorridere e par-

Q| lucio dalla insieme a napoleone (foto di luca Perticoni/eikon studio)lare con tutti, e suonare al pianoforte e cantare a richiesta qualcuna delle sue canzoni. Roberto gli ha chiesto Come profondo il mare, io ascoltavo distrattamente, poi invece la sua voce, e le parole di libert e la denuncia di chi vuole distruggere il pensiero, omologarci, e allora si brucia e uccide il mare che nelle sua profondit fa vivere pesci di tutte le specie. da quel momento che il suo eclettismo e la sua estrosit musicale, il suo volare e cercare espressioni diverse mi hanno preso. ora nelle sue canzoni trovavo domande che erano anche le mie: che cosa lamore, e la presenza continua del dolore, strano, inspiegabile eppure sempre presente. Le sue metafore, profonde quanto il mare. Se ne andato, non ci far pi regali. Spero che non abbia sofferto, certo non era cos vecchio, ma se ne andato quando ancora amava ed era amato. una fortuna che non succede a tutti. Noi ascolteremo ancora le sue canzoni, a me venuta una voglia matta di ripercorrere le sue strade musicali, di quando non scriveva lui i testi ma si affidava ad un poeta come Roversi, e insieme avevano scritto della Fiat e dellavvocato mentre facevo la sindacalista nei metalmeccanici. e non lo sapevo. mancher, e non solo il prossimo 6 gennaio! Certo non era molto (dicevano i maligni), ma davvero tanto per quei senza dimora che non solo di un pasto caldo avevano bisogno, ma di essere accolti e guardati e ascoltati con affetto. e Lucio quel giorno, da Napoleone, lo faceva con grande dolcezza. Sarebbe bello se la fondazione che si far sostenesse Piazza grande, i gli homeless e i pi poveri tra i poveri, noi intanto potremmo continuare a lottare perche`si sconfigga la povert e l`emarginazione. Che la terra ti sia lieve Lucio. *gi vicepresidente del Parlamento europeo

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Perch Piazza Grandep FAuSTo VIVIANI*

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aff-Bum, ma che strano nome per una canzone e poi guarda come piccolo e brutto! Ma cosa ci fa al Festival di Sanremo? sicuramente raccomandato!. Lo dice mia madre, il 1966, io abito a Tripoli di San Giorgio, Mantova, e ho 11 anni. Anno 1971, 4 marzo 1943, anno 1972 , Piazza Grande: testi bellissimi, musiche giuste, sorprendente interpretazione. Insomma tutto cucito su misura, ma il sarto lui, Lucio Dalla! Non pi il raccomandato ma la voce degli emarginati e dei poveri. Per me una folgorazione. Poi per un p lo perdo di vista, fino a quando nel 1979 esce Come profondo il mare, poi seguono Dalla, Caruso, ed spesso sorpresa, stupore ma sopratutto grande emozione. Sento che le sue intepretazioni vanno oltre le canzoni, diventano specchio del suo essere e del nostro tempo, cos come della sua fragilit ma anche e sopratutto della sua forza. Arriviamo a settembre 1993 a Bologna. Fa ancora caldo in via del Porto, nella sede dellassociazione di volontariato Ritorno al futuro. Stefano mi fa notare un articolo che parla del successo del Macadam e Big Issue, giornali di strada venduti dai clochard di Parigi e Londra. Ci penso una notte e il giorno dopo: Lo faremo anche a Bologna e si chiamer Piazza Grande. Lo scriveranno i senza dimora, quelli di cui parla la canzone di Dalla!. Dopo 20 anni un cerchio si chiude. Con laiuto della Camera del lavoro, del Comune, della redazione delle Voci di dentro, nel dicembre 1993 esce, con enorme successo, il primo numero e poi... tanti altri. Cerchiamo pi volte Lucio per capire se pu aiutarci in questo viaggio o perlomeno pubblicare un suo pensiero augurale. Purtroppo questo non avviene, ma un anno dopo riceviamo una sua convocazione: Dalla ci vuole incontrare a casa sua per coinvolgere Piazza Grande nello spettacolo di fine anno La notte degli angeli. Discutiamo cosa fare (noi discutevamo tutto); delle esperienze televisive abbiamo un giudizio molto critico, ma alla fine, anche perch cera lui, decidiamo di andare. Io e Paolo Klun ci rechiamo nella sua casa in via DAzeglio, ci fanno accomodare a un tavolo e dopo un po arrivano Lucio e Padre Casali che iniziano a parlare delle societ meticcie e delle nuove povert. Seguono diversi incontri organizzativi, uno spot girato in piazza Maggiore e la diretta Rai con il coinvolgimento dei nostri redattori e diffusori. Non , come temevamo, unesperienza positiva. Del resto solo noi possiamo pensare che nella notte di Capodanno si possa rappresentare seriamente il mondo dellesclusione e della povert. Il ballo tra la Bella e Gigi il vagabondo ne la naturale e conseguente conclusione. Anche Lucio non soddisfatto. Lo rivedo lultima volta pochi mesi fa alluscita di una libreria, i nostri sguardi si incontrano e ci salutiamo con un Ciao! *Ex direttore di Piazza Grande

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moni ovadia

Quando mi disse: Non sono un cantante

dalla alle isole tremiti q| luciodi andrea samaritani/ (foto meridiana immagini)

L

Lucio emise lultima nota e la canzone si spense, io ero letteralmente pietrificatoA mia memoria non avevo mai sentito nel mio paese un cantante dallespressivit e dalla tecnica cos assolute. Di persona, Lucio lho conosciuto qualche tempo dopo e la prima cosa che gli ho detto stata: Io non ho mai sentito cantare cos qui da noi, ma come fai?. Ricordo ancora nitidamente la disarmante semplicit con la quale mi rispose: Sar perch non sono un cantante. In seguito lho incontrato saltuariamente qualche volta ma senza la possibilit di approfondire la conoscenza. stato solo il 14 settembre dello scorso anno a manfredonia che mi stata offerta la possibilit di conoscere Lucio un po meglio. Il produttore di Bologna marcello Corvino, mi aveva coinvolto in un progetto, ideato dal regista Cosimo Damato, dedicato al grandissimo bardo della canzone tradizionale e sociale matteo Salvatore. Fra gli artisti coinvolti cera anche Lucio Dalla. In quella circostanza si stabilita fra noi una prima autentica comunicazione. molte cose mi colpirono di Lucio ma fra queste mi stup la sua calda e autentica generosit. mentre ero sul palco per

ucio Dalla lo conoscevo dal primo momento che si imposto sulla scena nazionale con lincantevole 4 marzo 1943. Le mie frequentazioni musicali non sono state particolarmente vicine alla canzone dautore italiana, ma per Dalla era diverso. Alcune delle sue straordinarie creazioni si sono incise nel mio cuore come memorabili ballate che hanno raccontato il nostro tempo. Come cantante, nellambito della musica popolare, a mio parere, in Italia stato il pi grande del Secondo dopoguerra e forse di sempre. Che fosse un grande interprete lo avevo capito subito e non ci voleva particolare intuito per capirlo, la sua voce e loriginalit del suo fraseggio avevano unautorit indiscutibile, ma che era il pi grande lo scoprii solo pochi anni fa ascoltandolo dal vivo e da vicino allArena del Sole. ogni anno il teatro organizza una serata per la presentazione della stagione, quella volta fra gli ospiti cera anche Lucio Dalla e cant Caruso. Quando emise lultima nota e la canzone, un vero capolavoro, si spense, io ero letteralmente pietrificato.

provare i brani che dovevo interpretare, Lucio si trovava in chiesa per ascoltare la messa. Lamplificazione permetteva alla mia voce di superare le spesse mura della cattedrale e arriv alle sue orecchie, lui usc dalla chiesa per chiedere chi fosse a cantare e qualcuno gli disse: moni ovadia. Si sorprese, mi conosceva per altri aspetti della mia attivit ma non sapeva che cantassi. mi cerc e mi disse parole cos forti sulla mia voce e sul mio modo di cantare che ricorder finch mi sar dato di campare e per le quali gli serber eterna gratitudine. Quelle stesse parole le ripet quella sera a tutti quelli che erano presenti, colleghi, organizzatori e giornalisti, e questo mi fece capire ancora di pi che non erano i soliti complimenti che sono in uso fra la gente di spettacolo.

Lho rivisto lultima volta quando abbiamo ripetuto lo spettacolo di manfredonia al teatro Petruzzelli di Bari. era il 10 di febbraio. Abbiamo parlato a lungo in camerino e fra le sue parole sempre modeste e ritrose ho colto altri aspetti di una personalit davvero sorprendente per sensibilit artistiche, umane e culturali. Ci siamo scambiati i numeri di telefono per rivederci. era linizio di unamicizia di cui mi rimarr il rammarico dellassenza ma anche il bagliore commovente di alcuni momenti indimenticabili.Informazione pubblicitaria

Bologna senza Lucio: e tu cosa provi?

La scomparsa di Lucio Dalla ha generato uno shock emotivo in tutto il Paese. A Bologna, casa sua, in modo particolare. I principali tg nazionali hanno dedicato dirette da piazza maggiore e la copertura mediatica stata degna di uno dei pi grandi artisti italiani. Forse non molti sanno di unoriginale iniziativa promossa da emotID, una piccola societ di ragazzi di Bologna che hanno ideato il primo social network al mondo dedicato alle emozioni (www.emotid.com). La societ bolognese ha progettato un innovativo sistema per testare lemotivit delle persone attraverso lemoTAg. In cinque semplici e divertenti passaggi il sistema in grado di rilevare lemozione del momento e di classificarla secondo una delle cinquanta emozioni possibili. I ragazzi di emotID hanno deciso di dedicare un sondaggio emotivo alla scomparsa del cantautore bolognese per dare la possibilit a tutti di esprimere e condividere le proprie emozioni. Fino ad ora quasi 600 persone hanno risposto allappello e lattuale risultato sorprendente. In cima alla classifica emotiva ci aspetteremmo di trovare emozioni spiacevoli come la tristezza o il dolore. Invece ai primi quattro posti troviamo Amore (14,9%), Affetto (7,7%), Affabilit (7,6%) e Fiducia (6,7%); solo dopo queste emozioni ecco la disperazione (4,1%). Altro dato interessante: queste quattro emozioni, appartengono e completano una delle 12 macro-emozioni esistenti: la macro-emozione della Fiducia. Fiducia che il ricordo di Lucio non morir mai grazie alle sue canzoni? Perch proprio queste emozioni, e in particolare lamore, stanno sconfiggendo la disperazione? Le persone che stanno partecipando al sondaggio lo spiegano con i loro commenti allinterno di emotID e per questo motivo la societ bolognese ha deciso che raccoglier tutti questi pensieri e che li porter sulla tomba del cantautore bolognese. questo il piccolo omaggio che emotID vuole dedicare al proprio grande concittadino. Per chi vuole partecipare al sondaggio emotivo o vuole semplicemente vedere i risultati completi: www.emotid.com/lucio.

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goFFredo FoFi

fotografia di marco alemanno (Phd music management

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Non solo canzonetteHo

Stimavo Dalla come un italiano non comune, un libertario che credeva in ci che cantava e dicevaconosciuto fuggevolmente Lucio Dalla molti anni fa, dopo un concerto. mi ero accostato al palco, in un parco milanese, e a concerto finito riuscii ad attaccare discorso. gli parlai di un giovane militante politico post-68, Alceste Campanile, che lo venerava, e che era stato ucciso poche settimane prima da un fascista, gli dissi che volevo conoscere il suo idolo per capire se meritava cos tanta ammirazione. Dalla fu molto simpatico: vediamoci vediamoci, ma come spesso succede non capit pi e oggi me ne dispiace molto. Non mi piacciono i cantautori lagnosi, e tanto meno quelli che predicano le ribellioni alla moda per vendere di pi, e tanto meno quelli che si prendono cos sul serio da credere alle sciocchezze che proclamano nelle superficiali strofette messe insieme con laiuto di astuti parolieri o magari da soli. Lo scarto tra parole e azioni, tra chiacchiere e comportamenti particolarmente agghiacciante in chi si d arie di guru e di profeta, sia esso filosofo o prete, giornalista o cantautore. mi pare anzi che perfino tra coloro che oggi hanno pianto nei media la morte di Dalla questa fauna sia molto presente, capace al solito di mentire anche a se stessa. Non che io abbia mai pensato molto a Dalla, anche se lho spesso ascoltato e ne ho goduto, ma ecco che, alla notizia della sua morte, mi rendo conto e con me tanti che la sua presenza mi e ci era cara, che lo stimavamo come un italiano non comune, un libertario che credeva in ci che cantava e diceva. un italiano raro, e anche un bolognese raro in una citt dove la cultura del 77, inizialmente ribelle ma facilmente recuperata dalle mode delluniversit creativa, fin per sembrarci non meno retorica di quella del buongoverno comunista e del suo progressivo perbenismo piccolo-borghese, delle alleanze strategiche della sinistra con la borghesia agraria, palazzinara, massone. Dalla mi sempre sembrato di unaltra pasta, di quella che spaventava i benpensanti ai tempi del diavolo al Pontelungo, di quella che non recitava la diversit ma la viveva e soffriva e che cantava il bisogno impellente, salutare, di non accettare i modelli correnti, sostenuti dallarte della menzogna e dellautomenzogna. Sulla sua strada Dalla fin per incontrare Roberto Roversi ma ben noto che si trova solo ci che si cerca, anche se questa lezione troppi giovani lhanno dimenticata, abituati negli ultimi trentanni a trovare e consumare solo quello che veniva loro offerto coperto dai lustrini e le perline con cui sindorano le merci pi guaste. Il confronto con Roversi fu il confronto con una Bologna e con unItalia pi nobili e pi vere, o meglio, pi esigenti, maggiormente bisognose di verit e di giustizia. Roversi era il poeta che aveva animato Rendiconti assieme a Pasolini (bolognese in giovent) e a Fortini, era il narratore di unavanguardia austera e anticapitalista, e lautore austero e lontano dalle luci della moda di Registrazione di eventi, dove la parola eventi aveva tuttaltro significato da

quella assunta nella societ della cultura-spettacolo. Di quello che hanno fatto insieme non si poteva dire che sono solo canzonette, la collaborazione con Roversi non sempre perfetta ha dato canzoni tra le poche comparabili a certi risultati della letteratura, ha permesso a Dalla canzoni allaltezza del miglior cinema (cos raro), del teatro e del fumetto (altro vanto della citt di Bologna). (Benni, bolognese di qualit, stato, credo, pi amico di De Andr che di Dalla; nel mio piccolo, io non mi sono mai imballato troppo per De Andr, mentre per Dalla qualche volta s). Insomma, Dalla era, credo, una persona per bene ma anche il contrario di un cantante perbenista. In un mondo di finti, mi sempre sembrato, per quello che posso giudicarne, un uomo vero e un artista vero. ([email protected])

gianluca morozzi

La versione di Don Nicola D

on Nicola era il mio insegnante di musica delle medie. un prete straordinariamente simile ad Arrigo Sacchi, molto gentile e soprattutto paziente, qualit utile a sopravvivere in una classe teppistica di una scuola teppistica come la mia. Don Nicola, a un certo punto, ci aveva organizzato un saggio per canto e flauto. Avremmo cantato Nel blu dipinto di blu eseguendo un passaggio per uno (a me era toccato poi dimprovviso venivo dal vento rapito), e avremmo cantato tutti in coro una certa Lanno che verr, di un tizio barbuto con gli occhiali di nome Lucio Dalla. A forza di provare e riprovare la canzone, buona parte del testo la ricordavo a memoria senza neppure dover guardare il foglio. Il saggio era andato bene. Poi, un giorno, avevo sentito quella canzone per radio, proprio Lanno che verr, e avevo fatto un sobbalzo. ma come? Perch il testo era differente? La versione eseguita al saggio, ne ero certo, diceva e si potr cantare ognuno come gli va, mica e si far lamore... e poi quellaltra parte faceva anche i pesci potranno sposarsi, mica i preti... Be, Don Nicola era molto gentile e soprattutto paziente, ma ci aveva dato una versione riveduta, corretta e censurata. Lucio Dalla lo avevo visto dal vivo allo stadio nellestate dell88, la sera della festa per la promozione in serie A. Speravo tanto che facesse Se io fossi un angelo, che era la sua canzone che preferivo e che avevo ascoltato tutta lestate, in una cassettina comprata alla Piazzola. Quando aveva cantato Felicit, anche in quellatmosfera festante e un po brilla si era fatto un gran silenzio. mi sono sempre chiesto quale sar lultima partita del Bologna che vedr, lultimo gol per il quale esulter prima di lasciare questo mondo terreno. ho trovato un po triste che mio nonno, dopo aver visto di persona sei scudetti su sette, si sia congedato dopo un orrendo Bologna-Reggina 0-2. Anche a Lucio Dalla toccato vedere come ultima partita una sconfitta, un tre a uno con ludinese. e di esultare moderatamente- per il gol del greco kon che accorciava le distanze. Spero che ci abbia visto battere il Novara, pareggiare con la Juve, passeggiare sulla Lazio, l dove si trova adesso.

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marco travaglio

Lultima lunaHo

visto quattro concerti dellultima tourne Dalla-De gregori. A Venaria Reale, a Roma, a Catanzaro, a Torino. Alla terza, Lucio mi ha proposto una tessera-abbonati. gli ho chiesto un favore, a lui e a Francesco: La prossima volta mi dovete fare Lultima luna. Alla vigilia del quarto concerto, mi arriva un sms di Lucio: Stasera ci sei? Attento alla settima canzone!. era Lultima luna. In camerino, dopo, mi ha detto: ma sai che avevi ragione tu? incredibile che non avessimo pensato di inserirla in scaletta, fino a oggi. attualissima. Sembra scritta per Berlusconi.... Non c stato il tempo di domandargli in quale delle lune avesse visto il Cavaliere. Forse nella sesta, quella del disgraziato che maledetto il giorno chera nato, ma rideva sempre, da anni non vedeva le lenzuola con le mani, con le mani sporche di carbone, toccava il culo a una signora, e rideva e toccava, sembrava lui il padrone. o forse la quinta: la testa di un signore che con la morte vicino giocava a biliardino, era pelato ed elegante, n giovane n vecchio, forse malato.... Avrei voluto intitolare cos, Lultima luna, il blog che Lucio aveva accettato di scrivere per il sito del Fatto. Stava mettendo gi la mini-biografia insieme a marco Alemanno, quel giorno che se n andato a montreux, in Svizzera: Dalla Lucio, cantautore, giocatore di basket mancato.... Non c stato il tempo di leggerlo, quel magnifico blog di cui ci aveva gi inviato il primo post. ma adesso, appena si organizza, magari ci manda qualcosa dal Paradiso.

insieme a q| lucio dalla di luciano Gianni morandi (fotografia nadalini)

Affamato di canzoniuna rara sensibilit per fiutare e catturare le innovazioni e inserirle nella propria trama operativatano o comunque non ne sentono il bisogno. Ben detto, ma certamente non vero, oppure vero solo in parte o non vero fino in fondo; ma anche in questa replica conclusiva, ripeto, impera una ironia irritata, direi anche impietosa, che una dura costante, dietro il sorriso amabile, di questo interessantissimo artista. Il quale continuava, poi concludo, dicendo (o scrivendo) che invece lui di canzoni ne aveva estremo bisogno, e non solo perch le canzoni sono il suo lavoro e di queste vive, ma anche perch le usa e usa quelle degli altri, senza ragionarci troppo sopra, prendendo quel tanto o quel poco che c in una canzone; e senza per questo sentirsi un ritardato. Dalla si pu intanto, e subito, riconoscere come detentore di una grande vibralit musicale, culturalmente molto coinvolgente; una rara sensibilit per fiutare e catturare le innovazioni, che il nostro tempo ossessivamente propone, e per inserirle nella propria trama operativa; per comunicare tutto al pubblico non passivo a cui si rivolge; a cui intende rivolgersi. Dov dunque mediocre, o anche solo normale, Dalla; che essendo umano avr pure qualche momento, qualche zona dombra; qualche trapasso di scontatissimo disorientamento? Fra ormai quasi quotidiane celebrazioni? A questo punto, verso la conclusione e per non fermarsi su altre considerazioni, che in ogni modo non verrebbero aggiunte per modificare la lettura fin qui proposta, e dato atto a Dalla dei grandi successi e di alcune riflessioni fra le tante enunciate negli anni (oltre allinsistenza, pi recente, sulla volont, sul bisogno di rinnovarsi e di confrontarsi con le infinite realt della strada e degli uomini), a questo punto, verrebbe solo da sottolineare che sembra abbia perso la dimestichezza, o anche solo un qualche rapporto, con il brivido dellerrore. Non il timore per lerrore ma lerrore reale, che per un momento ferisce, che immette per un rapido passaggio il veleno nel sangue. Detto pi semplicemente: per un momento, e adesso, gli manca addosso, nel fare, lombra o il gelo millimetrato di un rigore, un calcio di rigore, mancato. Ad esempio, come il rigore di Baggio, nella finale del campionato del mondo. Poi, vedilo l Dalla, che pi che calciatore si fa pesce; il Dalla che guizza in acqua, che balza sulla riva e sembra neanche appeso a un filo, che boccheggia e ansima cercando con gli occhi, avido di vedere il mondo pesce di mare o di lago che anche sullerba non sta tranquillo un momento guarda, dice Ti amo, pesciolino e rivola nei flutti, ricordando bene tutto quello che ha visto nel rapido tragitto ecco perch spesso si ha limpressione che piuttosto sia lui, pesce, a pescare il pescatore. Approda, si ributta, mai stanco, mai stanco, mai stanco. Questo s!

roBerto roversi

piaciuta subito lidea di Piazza grande di dedicare un intero numero a Lucio Dalla. e ho voluto dare il mio contributo con brani di un mio saggio, Il pesce e il pescatore, introduttivo alla raccolta delle canzoni di Dalla E forse fu per gioco o forse per amore, pubblicato nel 2001 da einaudi. In un volume dedicato a Lucio Dalla (uno dei tanti volumi) pubblicato nel lontano 1977 dalleditore Savelli nella collana La chitarra, il pianoforte e il potere e che raccoglie interventi dei vari cos detti intellettuali, ma anche di Dario Fo e giovanna marini, si leggono quattro paginette finali, anzi conclusive, di un Dalla sbrigativo annoiato irritato e pungentissimo; tali che restano ancora, a mio parere, molto interessanti, a distanza di un quarto di secolo, per approfondire (per quanto mai possibile, mentre il tempo passa via rapido) psicologia, sostanza operativa, direzione riflessiva, fame di sapere e potere, di un protagonista, certamente dello spettaco-

Mi

lo musicale italiano, e non solo; di un protagonista, aggiungerei, non limitato o confinato esclusivamente nel campo della musica leggera, della canzonetta. Diceva, o scriveva, dunque Dalla in quelle pagine, ripeto, del 1977: A differenza di un libro, la canzone (qualsiasi canzone) come un sasso: la getti, non nascondi la mano e, se lami, le corri subito dietro. Correrle dietro significa cantarla e ancora cantarla, ma anche andare a vedere chi, tra il tuo pubblico, la canta, e perch la canta o se muto di cuore e di occhi (poverino) perch la canta ascoltandola (c chi fa cos e anche cos pu essere bello). proprio nellessere solo a correre dietro alle mie canzoni che per strada nata la mia solitudine professionale, ed sempre per strada che ho scoperto da tempo che a parlare, discutere e pontificare sulle canzoni sono sempre quelli che meno le usano e meno se le scambiano, che meno se le mettono in testa al posto del cappello e ai piedi al posto delle scarpe; insomma, sono quelli che non le ascol-

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dIScografIa mInIma1971 - StorIe dI caSa mIa

il ragazzo di piazza cavour

Ho

p mARCo guIDI

Eravamo un gruppo molto unito: cEra gianfranco BaldazzichE sarEBBE divEntato paroliErE di alcunE dEllE suE grandi

(piazza grandE, pEr tuttE), angElo Battistini, oggi psicanalista, un ragazzino vEnuto gi da monghidoro, gianni morandi E qualchE altrocanzoni

conosciuto Lucio tra la fine degli anni Cinquanta e linizio dei Sessanta. Avevamo amici e unabitudine in comune: non andavamo insieme al Liceo galvani. Nel senso che facevamo spessissimo fughino, come si dice a Bologna. Ci vedevamo di mattina, di pomeriggio, quasi tutti i giorni. Fu cos che prendemmo labitudine di trovarci a casa sua, in piazza Cavour o, tempo permettendo, nella stessa piazza. Lucio viveva con sua madre in un piccolo appartamento ricavato in un palazzo nobiliare, proprio di fronte alla Banca dItalia. Si saliva una scaletta e si entrava in un piccolo ingresso, a destra cera la stanza di Lucio. era gi allora una specie di genio musicale, suonava il clarino da dio, ma bastava mettergli davanti un qualsiasi altro strumento e lui, dopo poco tempo, lo suonava. Lucio si era esibito fin da piccolo in teatro e nelle balere, dove suonava la fisarmonica. Poi, avr avuto 16 anni, sua madre gli regal un clarino e lui, senza conoscere la musica, inizi a suonarlo. Ben presto scelse il jazz. una musica libera, dove era possibile improvvisare, seguendo un tema e le sue infinite variazioni. I complessi della Bologna di allora, dove il jazz era, pi che una passione, una cosa comune a tanti, se lo contendevano. Fu in quegli anni che Pupi Avati, che suonava il clarino nella Rheno Jazz Band, di fronte allabilit di Lucio, decise di lasciar perdere la musica e inizi a pensare al cinema. ma Lucio aveva tante altre passioni, il basket per esempio. Io me lo ricordo, giocava nei campetti parrocchiali, come un ottimo playmaker che serviva palloni su palloni ai fratelli Bonaga, Stefano e giorgio. Certo, poi si esagerata questa sua abilit. Statura a parte era probabilmente solo un buon dilettante, ma a noi pareva bravissimo. Cera poi la sala sotterranea di Can, sotto le Due Torri, dove giocavamo a calciobalilla, a ping pong e a biliardo. ma cera soprattutto un dialogo strano tra noi. godevamo a raccontarci delle storie. Quelle di Lucio erano bellissime, inventate da cima a fondo, e lui pretendeva che fossero tutte vere. e noi facevamo finta di crederci. eravamo un gruppo molto unito: cera gianfranco Baldazzi che sarebbe diventato paroliere di alcune delle sue grandi canzoni (Piazza grande, per tutte), Angelo Battistini, oggi psicanalista, un ragazzino venuto gi da monghidoro, gianni morandi e qualche altro. Lucio era particolare, timido in apparenza, ogni tanto esplodeva letteralmente in una specie di personaggio magico, uno che recitava scenette di solito grottesche in pubblico. Non aveva ancora 18 anni che sua madre gli permise di andare a Roma a suonare il jazz. Intanto per aveva scoperto la canzone, la sua voce era davvero strana e notevole, poteva assumere tonalit e colori diversi in un attimo. Venne lepoca dei Cantagiri, manifestazioni itineranti, dove Lucio raccolse, pi che applausi, pomodori, ironie, insulti. ma lui prendeva tutto con calma. Sapeva che ce lavrebbe fatta. Arriv la conoscenza con gino Paoli, con Domenico modugno che gli disse un giorno: Tu sarai il mio successore. e ogni volta che tornava era come non fosse mai andato via. Lunghe chiacchierate, storie, partite. Poi a Sanremo 1971 venne 4 marzo 1943, una canzone che inventava una biografia del tutto fantasiosa di Lucio. Fu un successo. Capimmo, allora, che i tempi della piazza, delle ore tirate nella sua stanza era finita. era nato Lucio Dalla e le nostre strade si divisero. Lui non destinato a vivere tra la gente del porto, come dice la versione purgata della canzone n tra i ladri e le puttane, ma lanciato nel grande mondo. eppure ogni volta che ci siamo rivisti in tutti questi anni, per un attimo stato come essere di nuovo ragazzini, sulle panchine di piazza Cavour.

1977 - come profondo Il mare

la curiosit di un marinaioprima volta che incontrai Lucio Dalla non ero ancora il Fulvio De Nigris della Casa dei Risvegli dedicata a Luca. erano gli anni 90 e con Fabio Raffaelli inventammo Il mondo di otello, un evento con il grande burattinaio otello Sarzi, uniniziativa di beneficenza per Telefono azzurro. Alla prima dello spettacolo, partecip Lucio Dalla e lo accompagnammo in ascensore verso il palco. Ricordo che fu attirato dalla clip che avevo sul bavero della giacca: una penna dorata. mi venne spontaneo regalargliela. Ne fu sorpreso, poi la prese, felice. Per questo quando sono andato anchio a salutarlo nella camera ardente in piazza maggiore mi venuto naturale togliermi la clip della Casa dei Risvegli Luca De Nigris e metterla ai suoi piedi. Nel corso degli anni, dopo la morte di mio figlio Luca e la nascita del progetto della Casa dei Risvegli,ci incrociammo di nuovo per liniziativa Cara Befana ti scrivo, con la Nazionale italiana cantanti e con mimmo Paladino, per un complesso progetto artistico per la nostra struttura dedicata alla persone con esiti di coma. Lucio Dalla lo ricordo da questo punto di vista: il suo essere disponibile a varie cause a partire da quella, propriamente sua, dei senza dimora. Come artista, tra i suoi dischi mi sempre piaciuto molto Com profondo il mare per una serie di motivi. Innanzitutto perch il disco che segna il salto di Lucio Dalla verso la sua figura di cantautore completo. Autore anche dei testi. e poi perch mi ha sempre incuriosito il suo percorso di autonomia artistica. ho avuto il piacere di conoscere due degli autori dei testi delle sue canzoni. Due persone fondamentali per la sua formazione: Paola Pallottino e Roberto Roversi. Con Paola Pallottino nel 1971 ar-

La

p FuLVIo De NIgRIS

012345678910111213141516lucio dalla mi ha sEmprE dato limprEssionE di una grandE spugna,un grandE talEnto capacE di immagazzinarE umori, sEnsazioni, Emozioni, idEE pEr poi farlE affiorarE con una sua straordinaria capacit di sintEsi crEativa.

rivato lo straordinario successo di 4 marzo 1943, con altre canzoni come Il gigante e la bambina e altre. Dal 1973 al 1976 il sodalizio con Roberto Roversi che produce una serie di dischi importanti, belli, difficili, rivoluzionari (Il giorno aveva cinque teste, Anidride solforosa, Automobili). Come profondo il mare lottavo disco di Lucio Dalla, composto da otto brani. un lavoro frutto di una grande isolamento alle isole Tremiti, di un periodo di profonda riflessione. Come se fosse nellaria il senso di riprendersi in mano la vita per un progetto artistico tutto nuovo. Visto da lontano e per quel poco che lho visto da vicino, Lucio Dalla mi ha sempre dato limpressione di una grande spugna, un grande talento capace di immagazzinare umori, sensazioni, emozioni, idee per poi farle affiorare con una sua straordinaria capacit di sintesi creativa. Questo album segna la nascita del Lucio Dalla che la maggior parte delle persone conoscono. un artista curioso, attorniato da strumentisti eccellenti (per tutti Jimmy Villotti) che registra il disco nel mitico Castello di Carimate. un Lucio Dalla particolarmente attento a tutti gli aspetti del mondo che lo circonda, che ha appreso la lezione di Paola Pallottino (una persona per storia e tradizione familiare esperta dellillustrazione ed essa stessa parte di essa) e di uno dei maggiori poeti del secondo dopoguerra: quel Roberto Roversi persona schiva e talentuosa lontana da ogni platea pubblica e mezzo televisivo. Quante volta stato dimenticato Roberto Roversi nel parlare di Lucio Dalla. eppure in Come profondo il mare si trova molto di Roversi. molto di quellinsegnamento. I brani sono perfetti, da quello che d il titolo al disco a Treno a vela, Il cucciolo Alfredo, Corso Buenos Aires, Quale allegria, e non andar pi via, Barcarola. Fino a Disperato erotico stomp una canzone che cantavo con mio figlio Luca quando aveva appena 6 anni. una canzone accattivante, provocante, coinvolgente. Certo con parole impegnative anche perch quel gesto di autoerotismo declinato dal verso partita la mia mano era difficile da spiegare ad un ragazzino. Per questo a quella frase facevamo precedere: ho comperato un biglietto ferroviario partita la mia mano. (www. amicidiluca.it)

1979 - lucIo dalla

canzoni per i ragazzi di periFeria

Cho sEmprE pEnsato, istintivamEntE, ingEnuamEntE, chE dalla parlassE dEl mio quartiErE, dEl mio Bar, di quElflippEr E chE il ciElo fossE un Biliardo solo sE visto da quEl microscopico angolo di mondo chE ruotava intorno alla

p SImoNe SABATTINI

lunEtta

gamBErini.

hi cresciuto in periferia lo sa: Anna e marco stata scritta per noi. e chi nato a Bologna lo sa ancora meglio, perch il centro vicino ma anche lontano, quasi come lAmerica, e lo si scopre solo a 14 anni, con gli amici, nelle sere dei weekend, fuggendo col motorino di chi ce lha o magari lha rubato. Anna e marco un piccolo film in bianco e nero che ti parla al cuore, ai nervi e alla gola mentre trattieni le lacrime per qualche inutile stupidaggine che ti accaduta. Chi ha passato i pomeriggi in giro con gli amici a far nulla, dopo la scuola, prima di cena, per le stesse quattro strade, un mese dopo laltro, magari un giorno ha sentito Anna e marco in macchina con i genitori e ha pensato che quel maledetto ragazzino, la sua poca vita, sempre quella, era lui. o che lo sguardo di Anna, visto allo specchio, se ogni giorno perdeva qualcosa, gli apparteneva. Anna e marco non ha una rima sbagliata, una metafora stanca, un passaggio scontato. Tutto suona familiare, nulla banale. e i continui riferimenti allAmerica avvicinano i due protagonisti addirittura al mondo dei perdenti di Bruce Springsteen o a quello degli antieroi di Tom Waits. ma filtrati da unaria di disperata commedia quotidiana che li rende solo personaggi di Dalla. Disse Lucio: Io ho due protagonisti fissi, ideali, che sono Lui e Lei. Innanzi tutto non sono generazionali ma plurigenerazionali; possono essere ragazzini come Anna e marco o i due adulti di Futura, o i vecchi di Ciao. [] I grandi ragionamenti li fanno [loro], i protagonisti, e li fanno perch gli cadono addosso, come una nevicata, perch sono stupefatti da un tramonto o perch non gli si infila il bigolo nel posto giusto Quindi la scrittura di una canzone sempre sceneggiatura, ci mi consente di creare una forma di esasperazione dei sentimenti che se dovessi costruirla su di me sarebbe una falsificazione assoluta, visto che sono tuttaltro che esasperato. mi dispiace dover ammettere pubblicamente di essere un tipo tranquillo; pu succedermi di tutto, pu arrivare uneruzione delletna a portarmi via la casa, ma ritengo che al mondo non ci sia niente di veramente definitivo e letale. ogni periferia, in fondo, uguale per chi ci vive da piccolo. Non se n mai vista unaltra, e l fuori c solo il centro. eppure io che sono nato al mazzini e ci ho passato praticamente tutti i santi giorni fino al liceo inoltrato, ho sempre pensato, istintivamente, ingenuamente, che Dalla parlasse del mio quartiere, del mio bar, di quel flipper e che il cielo fosse un biliardo solo se visto da quel microscopico angolo di mondo che ruotava intorno alla Lunetta gamberini. Parlava di noi: e non c nulla da capire, basta sedersi ad ascoltare. Poi un giorno di pochi mesi fa fu lo stesso Dalla a dire a un collega nato anche lui per quelle strade che sembra il ritratto del protagonista e che ne condivide pure il nome di aver scritto Anna e marco quando viveva in via delle Fragole. Proprio l, tra la Lunetta e il West. N io n lui (il collega) eravamo ancora nati. Di l a poco saremmo stati un po marco, quello dello della canzone, senza nemmeno saperlo. e come noi chiss quanti. ([email protected])

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1980 - dalla

musica eretica

C

p mAuRo SARTI

dalla parlava damorE E non si vErgognava. E cara inizialmEntE si sarEBBE dovuta chiamarE dialEttica dEllimmaginario si capiscE suBito. punta al cuorE, aisEntimEnti

omincia cos, e chi non la conosce pu iniziare a vergognarsi: Cosa ho davanti/ non riesco pi a parlare/ dimmi cosa ti piace.... e comincia cos da una vita per me, almeno da quando ancora vivevo con i miei e quel disco, che sulla carta era stato regalato a mia sorella, lavevo gi nascosto discretamente tra la raccolta degli Who e il Bob Dylan di hurricane, 1976, il mio beniamino. Lalbum Dalla, con quella copertina indimenticabile tagliata a met, gli arrangiamenti con basso e batteria che sembrava sparassero pistolettate mentre limpianto hi-fi teneva duro e faceva tremare la cristalleria di mia madre e gli armadi della signora di sotto, lo avevo come adottato. un figlio illegittimo. era il 1980 e Cara - con Balla balla ballerino - finiva sul piatto alternativamente a eugenio Finardi, De gregori, la Pfm, il Banco e il Perigeo. Quella era la mia musica di allora, almeno quella italiana, che ascoltavo con in testa la cuffia Technics che avevo ricevuto da mia madre (che qui non siamo in una discoteca), i volumi tirati al massimo anche quando ci suonavo sopra il basso per provare i pezzi per il gruppo, gli alti al limite della velocit del suono per fare onore alla chitarra di Ricky Portera che non soffermiamoci sui jeans di pelle suscitava in me sempre grande invidia e ammirazione. Certo pi di maurizio Solieri, il chitarrista di Vasco, che, dispiace dirlo, proprio non cera storia. Per me, e per i miei amici, quella di Dalla era una musica eretica: non era il solito sound da cantautore, non filtrava impegno politico (penso a guccini, Lolli, De gregori, lo stesso Finardi, De Andr). Dalla parlava damore e non si vergognava. e Cara inizialmente si sarebbe dovuta chiamare Dialettica dellimmaginario si capisce subito. Punta al cuore, ai sentimenti: Quanto capelli che hai/ non si riesce a contare/ sposta la bottiglia/ lasciami guardare/ se di tanti capelli ci si pu fidare. Larrangiamento con le tastiere, che allora andava di gran moda, mi preparava a una ascolto raccolto. La voce, poi, piaceva anche a mia mamma che senza tanti peli sulla lingua iniziava gi a buttare l qualche battuta sul parrucchino, ma qualche volta lo chiamava anche toupee, che avrebbe poi confrontato con quello di Pippo Baudo, altro stile, altro pubblico, altra musica: non parlo di Ron, sul quale la mamma si accaniva con brutalit, talvolta non a torto. Conosco un posto nel mio cuore/ dove tira sempre il vento/ per i tuoi pochi anni/ e per i miei che sono cento/ non c niente da capire/ basta sedersi e ascoltare: ecco, facevo cos, le gambe a cavallo del bracciolo del divano di velluto grigio, quello che c ancora oggi ma che ricoperto da una bella tela fiorata, socchiudevo le porte a vetri della sala, chiudevo gli occhi e partiva il viaggio (non necessariamente in cuffia). era la mia trasgressione al rock doltreoceano, la mia rivolta contro quello status di ventenne alla moda, alternativo e, possibilmente, attento alle nuove tendenze che imponeva il mercato della post adolescenza. Quatto quatto, il piatto Lenco iniziava a girare come se neanche avesse ricevuto il comando davvio, la puntina si abbassava piano come un overcraft sulla riva dellhudson, ma attenzione il suono che usciva non era quello della chitarra del Boss. Cantava Dalla, Lucio, classe 1943: La notte sta morendo/ ed cretino cercare di fermare le lacrime ridendo/ ma per uno come me/ l ho gi detto/ che voleva prenderti per mano e volare sopra un tetto/ Lontano si ferma un treno/ ma che bella mattina/ il cielo sereno/ Buonanotte, anima mia/ adesso spengo la luce e cos sia. Non avrei mai pensato, allora, di dedicarla proprio a mia mamma. P.s.: oggi leggo che quella lei poteva essere un lui, che Cara era un inno allamore gay, e cos avanti. A costo di essere banale, non vedo scandalo e non mi scomodo. Per me nulla cambia, omo o etero non fa differenza, tanto pi nei sogni, e nellimmaginario di una canzone. Ricordo solo quella bottiglia che mi ha fatto sognare, e quei capelli di cui mi sono sempre fidato.

1981 - lucIo dalla (Q dISc)

uno sguardo proFeticoquesti giorni lo spirito di Lucio Dalla si impadronito di casa mia, grazie al supporto di Youtube che mi permette di ascoltare a ripetizione le sue canzoni, e perfino i suoi concerti integrali. Cos ho ritrovato un concerto live fatto a Piacenza nel 1981, pi di 30 anni fa, nel quale il buon Lucio ha gettato uno sguardo profetico sulla televisione, la telematica e i media di massa. Lintroduzione al brano Telefonami tra ventanni, fatta in occasione di quel concerto, un vero e proprio messaggio in bottiglia che ci interroga su problemi attuali ancora oggi. Per circa due mesi questinverno, raccontava Dalla, ero rinchiuso in casa ed ero diventato videodipendente, ero arrivato a guardare la televisione anche per 12, 13, 14 ore al giorno, le altre ore che rimanevano le passavo al telefono, e quindi avevo sempre lorecchio e le mani impegnate. La cosa i primi tempi mi divertiva, allora ci facevo dello spirito, poi lessi un trattato americano dove diceva che chi superava le 10 ore di tv al giorno rischiava che gli venisse limpotenza, e fu la prima avvisaglia della tempesta. La tempesta poi scoppi in pieno dopo una settimana, quando lessi un trattato svizzero. Diceva che oltre le 10 ore il rischio non era solo limpotenza, ma il rischio era che cadesse. Detta cos sembra una cosa ridicola... a parte gli scherzi, volevo dirvi che io a questo punto ho detto: no, veramente bisogna che guardi di meno la televisione, bisogna che mi metta il cuore in pace. Soprattutto perch il rischio non solo limpotenza, il rischio che si arrivi a un ipotetico appuntamento con il futuro tutti uguali, uguali come delle capre. Io non sono contro luguaglianza, anzi, sono per luguaglianza, ma mi piacerebbe che fossimo uguali come vogliamo noi, non come vogliono loro, quelli che costruiscono la televisione. e qui mi fermo, a chiedermi quale fosse davvero la profondit di sguardo di questuomo, che parlava di telematica un anno prima che lIbm inventasse il pc, un decennio prima della nascita del partito televisivo, 15 anni prima della diffusione di internet in Italia, e 30 prima di un mondo dove tutti siamo uguali su internet, ma ancora non si ben capito se siamo uguali come capre, o se riusciremo a essere uguali come vogliamo noi. Perch quando si arriva alle porte delluniverso limportante non arrivarci in fila, ma tutti quanti in un modo diverso.

In

p CARLo guBIToSA

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1988 - dalla/morandI

la Felicit su unauto targata tocassette in dotazione nella nostra auto erano poche. In compenso i viaggi erano frequenti e lunghissimi: maratone di mille chilometri in 10 ore per andare da Torino a Bari e ritorno. A Natale, a Pasqua e per le vacanze estive, la mia famiglia come tante altre attraversava lItalia lungo il dorso, seguendo la A14. Per far passare il viaggio la musica era una necessit: cera una cassetta del primo Battisti (Battisti era il numero uno per mio pap), una compilation mista di vari cantautori, di quelle comprate in Autogrill, una di mina, una di gino Paoli. ma la vera colonna sonora di quei viaggi era Dalla/morandi, il disco con cui Lucio Dalla praticamente trascin gianni morandi fuori dal declino in cui era sprofondato alla fine degli anni 70, sommerso dallondata dei cantautori. Il tutto con grande gioia di mia mamma, che da buona adolescente degli anni 60 era fedele alla triade Little Tony-Bobby Solo-gianni morandi, con gianni saldamente al vertice superiore del triangolo. e cos quando Dalla/morandi usc, nel 1988 (io avevo nove anni), si guadagn rapidamente il posto donore fra le cassette ammesse in macchina. Dopo la morte di Dalla mi sono un po meravigliato della partecipazione di tante persone della mia et. mi sarei aspettato una cosa del genere per guccini (che ora star toccando ferro, e vabb) ma non per Lucio Dalla. Poi qualcuno mi ha fatto notare che tutti hanno un ricordo dinfanzia legato a lui. ed vero anche per me: non ho pi ascoltato Dalla/morandi da quando i lettori cd hanno conquistato le autoradio (primi anni 90?), ma le canzoni le so quasi tutte a memoria. ho un ricordo quasi per ogni traccia. Sulliniziale Vita, scritta da Lavezzi e mogol, io e mia sorella discutevamo per ore per capire loscuro significato della parola sdrucita (uscito da un passato/che mi ha lavato lanima/fino quasi a renderla un po sdrucita/ Anche gli aaaaangeliii). Poi ci sono ben due canzoni che parlano dei Beatles (Cera un ragazzo e Chiedi chi erano i Beatles): probabilmente un imprinting fondamentale per me, che qualche anno dopo sarei diventato un beatlemaniaco. Chiedi chi erano i Beatles scritta da gaetano Curreri, il cantante degli Stadio, che in questo disco sono per lultima volta la band di Dalla. Perch Dalla/morandi un riassunto della scuola bolognese/emiliana, e infatti a un certo punto parte emilia, e alle voci di Lucio Dalla e gianni morandi si aggiunge quella di Francesco guccini. Per c anche un incursione meridionale, con Cosa rester di me scritta da Franco Battiato. A testimoniare che questo un disco da viaggio, anche Battiato a un certo punto scrive quellatmosfera che ritrovo ritornando qui in emilia/figlio di un pensiero rosso e partigiano. Adesso non ricordo bene, ma forse proprio attraversando lemilia, nel viaggio di ritorno, ormai di sera, che mi colp Felicit. Bologna era a quel punto del viaggio in cui si era superata la met e sembrava tutta discesa, ma in realt allarrivo mancavano ancora ore. Lo stato danimo era fra il rassegnato e il malinconico. Dalla cantava che Ah, felicit/ su quale treno della notte viaggerai/Lo so che passerai/ma come sempre in fretta non ti fermi mai. e anche un bambino al ritorno dalle vacanze poteva capire di cosa parlava quel testo. e poi anche la nostra era unauto targata To, ma pi allegra di quella della canzone.

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p PIeTRo SCARNeRA

dalla/morandi un riassunto dElla scuola BolognEsE/Emiliana,E infatti a un cErto punto partE

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1996 - canzonI

complice luciouando mio padre port a casa lalbum Canzoni, nel dicembre 1996 (tre mesi dopo rispetto alluscita ufficiale del disco), avevo nove anni, ma non era la prima volta che ascoltavo Lucio Dalla. Come tutti i bambini della mia et, infatti, sapevo a memoria le parole di quella che per me era pi una fiaba che una canzone: Attenti al lupo. ma stato in quel periodo natalizio che ho ascoltato per la prima volta un cd intero di Dalla a dire il vero, era una delle prime volte in assoluto in cui mi sedevo davanti allo stereo ad ascoltare un disco con attenzione, intenzionata a passare cos tutto il pomeriggio. grazie a questa nuova pratica pomeridiana, imparai presto a memoria le parole del primo singolo, Canzone: Canzone/cercala se vuoi/dille che lamo e se lo vuoi/va per le strade tra la gente Le parole risuonavano nella mia testa durante le giornate di shopping natalizio con mia madre, mentre le strade da me percorse si sovrapponevano, nel mio immaginario, alle strade del video di quel singolo scritto con Samuele Bersani ed uscito un mese prima dellalbum. mi piaceva molto anche Ayrton (scritta da Paolo montevecchi), anche se ho avuto bisogno di una spiegazione di mio padre, per capire che Il mio nome Ayrton/e faccio il pilota non era una storia di fantasia ma una reale biografia di un pilota morto due anni prima, chiamato Ayrton Senna. A ripensarci ora, lalbum forse uno dei pi pop incisi da Dalla, ma la sua firma qualitativa e personale indiscutibile. Si nota quando, durante lascolto, giunge a sorprendere le orecchie lo scat la tecnica jazz di imitare gli strumenti con la voce come nel finale di Amici, si nota nei riferimenti alla canzone napoletana (Nun me parl), da lui amatissima ma, a mio parere, si nota soprattutto grazie alla presenza e alla vicinanza - delle due ghost track: Disperato erotico stomp e Vieni, spirito di Cristo. un testo provocatorio, esplicito, un po crudo seguito da un canto liturgico interpretato dal frate domenicano Alessandro Fanti fanno ben capire le numerosissime sfaccettature della personalit di Lucio Dalla. Non ho un ricordo per tutte le tredici tracce del disco, ma ne ho un vivido della copertina (la strada deserta, un cielo stellato e, al posto della luna, la terra) e del contenuto del libretto, per merito di una scena divertente regalatami dallironia bonaria di mio padre che, in uno dei pomeriggi passati ad ascoltare Canzoni, arriv nel salone che ospitava lo stereo e mi disse: Vuoi vedere una cosa? Promettimi di non spaventarti! Immediatamente capii che quello che voleva mostrarmi era qualcosa da grandi, qualcosa di divertente un po vietato alla mia et, e che la concessione che mi stava facendo in quel momento era rara e speciale e sarebbe stata un segreto buffo da tenere tra me e lui. ed ecco che, sotto mio stretto giuramento di non spaventarmi, mio padre apr il libretto mostrandomi una foto di Lucio Dalla seduto al pianoforte, completamente nudo. entrambi scoppiammo in una risata confidenziale, ma quello che percepii allora e che ho maturato adesso che la burla non era una presa in giro per il suo aspetto, ma un sorriso genuino, come se quello ritratto nella foto fosse un amico che aveva deciso di fare questa cosa un po provocatoria e coraggiosa dellesporsi allobiettivo senza nascondere imperfezioni fisiche e senza improvvisare un corpo da modello.

Q

p LAuRA mARoNgIu

lalBum forsE uno dEi pi pop incisi da dalla, ma la sua firma qualitativa indiscutiBilE. si nota nEllo scat la tEcnicajazz di imitarE gli strumEnti con la vocE

- nEl finalE di amici, (nun mE parl),

nEi rifErimEnti alla canzonE napolEtana track:

ma soprattutto nEllE duE ghost

dispErato Erotico stomp E viEni, spirito di cristo

Andrea Cremaschi Francesco Giomi Rumore biancoIntroduzione alla musica digitale

Secord Carroll Jones Seabright Dupr

Giovanni F. BignamiUn lo rosso dal Big Bang alla vita

DarwinLeredit del primo scienziato globale

I marziani siamo noi

Dario Bressanini OGM tra leggende e realtChi ha paura degli organismi geneticamente modicati?

Rino Rappuoli Lisa Vozza

I vaccini dellera globaleCome si progettano, da che cosa ci difendono, perch sono sicuri

Michelangelo Bisconti Le culture degli altri animali Homo lunico sapiens?

Mark Haw Nel mondo di mezzo

Il moto browniano tra materia e vita

Peter Atkins Le regole del giocoCome la termodinamica fa funzionare luniverso

CHIAVI DI LETTURA ZANICHELLIdue premi Galileo per la divulgazione scienticaA cura di Federico Tibone e Lisa Vozza

Collana

Lawrence Weinstein John A. Adam

Pi o meno quanto?

L arte di fare stime sul mondo

La storia delle idee e i conni della ricerca, per capire come la scienza e la tecnologia inuenzano il nostro modo di vivere e di pensareNicola Ludwig Gianbruno Guerrerio

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David Acheson 1089 e altri numeri magiciUn viaggio sorprendente nella matematica

La scienza nel palloneI segreti del calcio svelati con la sica

Nicola Armaroli Vincenzo Balzani Energia per lastronave Terra

Martin Gardner Dracula, Platone e DarwinGiochi matematici e riessioni sul mondo

Nuova edizione aggiornata e ampliatacon gli scenari energetici per lItalia di domani

Ed Regis Cosa la vita?

Una nuova indagine nellera della biologia articiale

Vincitore del premio letterario

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