Piazza Grande Free Press - dicembre 2009

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PIAZZAGRANDE.INFO NEL PIATTO VINCE LA TRADIZIONE Una donna in toga per il PD Amore segreto della ragazza-immagine piazzagrande magazine - Anno 10 - Numero 7-8 www.piazzagrande.info Il bullismo visto dagli esperti Quando lo stalker è dietro l’angolo Sempre più donne padrone del ring

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Free Press delle famiglie

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Sempre più donne padrone del ring

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PIAZZA GRANDE DICEMBRE 2009

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Villa VomanoQui si può anche morire

ma gli enti-fannulloni non vedono

Una strada-trappola a Villa Vomano (Te), dove una signora cade, riporta gravi danni e finisce in ospedale. Causa il buio pesto della zona e, ancora più sconcertante, la carenza di protezione e di qualsiasi necessaria segnala-zione di pericolo, precipita rovinosamente in un canalone in cemento armato (largo 50/60 cm., profondo 1 mt / 1,50 circa), ricolmo di acqua, detriti e fango. Detto canalone (nella foto) confina con tutto il tratto stradale riservato al ristretto passaggio pedonaale. Incredibile: senza alcuna parete di protezio-ne, segnalazione o divieto di accesso. Per cui quel canalone “a cielo aperto” rappresenta, specie nelle ore notturne, un costante colpe-vole e irresponsabile attentato alla pubblica incolumità. Soccorsa e trasportata d’urgenza presso il pronto soccorso dell’Ospedale civile di Tera-mo, la donna riporta grave stato di shock, disturbi cardiaci, rottura d’una vertebra, ferite e contusioni alla testa, e in varie parti del corpo. Con prognosi di 25 gg. s. c, come da re-ferto dei medici dell’ospedale. Tutto sommato, poteva andare peggio, perché in quel tratto ci sono tutti i presupposti per rimetterci la pelle.La vittima dell’incidente presenta subito un esposto-denuncia al Comune di Teramo, all’Anas, alla Polizia stradale, alla Polizia provinciale e a tutti gli enti responsabili. Per chiedere la verifica dell’evidente stato di pe-ricolosità di quel tratto, sollecitare adeguate sollecite misure di sicurezza, onde prevenire possibili più gravi sinistri. Per individuare, inoltre, le gravissime responsabilità derivanti dalla inesistente e comunque pessima manu-tenzione viaria in quella zona.

Intanto, la Provincia di Teramo si tira subito fuori, assegnando ogni responsabilità della manutenzione stradale all’Anas. Che, però, tace, come se il problema non fosse di sua pertinenza.L’esposto presentato anche alla Polizia urbana di Teramo. Il sindaco Brucchi potrebbe intervenire con una ordinanza, per far cessare lo stato di rischio. In attesa della soluzione Anas, se mai ci sarà. Invece? Silenzio e non solo. L’esposto-denuncia da via della Banca (dove c’è l’ufficio protocollo), dopo dieci giorni, non è ancora arrivato sul tavolo del sindaco e del responsabile della polizia urba-na. Né sappiamo se, ad oggi, sia arrivato. La verità è che nessuno interviene o risponde. Sordi e muti anche davanti all’appello di chi sta pagando il prezzo dell’incuria e dell’in-differenza di pubbliche amministrazioni insensibili, pletoriche e irresponsabili, nella loro perenne inutilità, davanti alle urgenze e ai bisogni veri dei cittadini.

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ma gli enti-fannulloni non vedono

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8 Nel piatto vince la tradizione

10 Ma babbo natale esiste davvero?

12 Premi a Bertolaso e a Roberto Rosati

16 Una donna in toga per il PD

22 Valfino “viaggio del tempo che fu”

25 Rubrica: La salute in piazza

25 E la Fira... sfora

26 Immagine e comunicazione con un amore segreto

29 La libertà di stampa dei camerieri di palazzo

30 L’avvocato che scrive romanzi

32 Il flauto magico di Marco

34 Il bullismo visto dagli esperti

36 Quando lo stalker è dietro l’angolo

40 Sempre più donne padrone del ring

42 Danilo Crescia “Altri 5 anni per costruire”

Fondatore:Massimo MartelliDirettore Responsabile:Marcello MartelliRedattore CapoTiziana Mattia

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PIAZZA GRANDEAnno 10 - Numero 7-8

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Il bullismo visto dagli esperti

Quando lo stalker è dietro l’angolo

Sempre più donne padrone del ring

Decimo anno

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Natale e Capodanno in Abruzzo

Ne è convinto persino un maestro come Gualtiero Marchesi, il quale sostiene

che il cuoco, con il paniere di pro-dotti di cui dispone, può dar vita a una cucina ‘ruspante’ così come ad una di alta ristorazione. “Se ignorasse i prodotti locali - precisa - la sua cucina perderebbe il senso della stagionalità e rischierebbe di essere ripetitiva. Cosa distingue la gastronomia piemontese da quella siciliana se non la tipicità dei pro-dotti? Ma non solo. E’ importante anche ricercare nella tradizione culinaria locale piatti dimenticati

che rischiano di andare perduti per sempre, ma che potrebbero essere ‘restaurati’ alla luce delle attuali tendenze alimentari...”.Non allontaniamoci dalla nostra gastronomia che nel tempo ha vi-sto protagoniste ‘custodi’ di ricette e segreti d’una volta. Cioè quelle brave cuoche domestiche che si tramandavano di madre in figlia i segreti e le delizie della convivia-lità. “In questo senso la gastrono-mia - spiega Marchesi - si propone come momento culturale, a misura d’uomo. Di fatto, quando la cucina interrompe la ricerca del passato

e smette di proiettarsi nel futuro, quando non considera i prodotti del territorio e la loro stagionali-tà, finisce per assomigliarsi un po’ tutta”.Tradizione locale meritoria, la no-stra? Risposta fin troppo ovvia... Già nel ’600 - quando un cuoco in gamba dava lustro alla corte come e, forse, più d’un’artista di valore- l’abruzzese Mazzarino consegna-va a Luigi XIV lo stato più potente d’Europa, unitamente al culto per la tavola più raffinata. Storie se-colari e di conquiste, che di pari passo hanno segnato il cammino

di Marcello Martelli

Un invito a tutti per la riscoperta delle specialità locali. Da preservare e far conoscere, in tempi di cosiddetta “globalizzazione” anche fra i fornelli.

Nel piatto vince la tradizione

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della civiltà e della gastronomia. Fino ai giorni nostri e, con il ritor-no al passato, è scattato il tramon-to della ‘nouvelle cuisine’, creata su misura per l’uomo moderno. Troppo impegnato e schiavo del suo tempo. Quando, dopo la gran-de abbuffata e la conquista dei tre pasti al giorno, è arrivata la moda delle diete e dei soggiorni a quattro stelle. Per digiunare. Mentre, con la lotta ai trigliceridi e alle calorie, finiva il piacere della convivialità. E cominciava il trionfo dei fast-food e dei pasti veloci. Ora, per fortuna, siamo alle pre-se con un nuovo ribaltone. Torna il gusto della convivialità. Con il moltiplicarsi degli agriturismo, si fanno di nuovo strada i sapori della genuinità e della tradizione conta-dina. I fast-food cedono le armi e si aggiornano per non restare esclusi dal giro. La notizia arriva dall’America: nella patria del pranzo ipercalori-co, impersonale e in serie, crolla il primato di hamburger e patati-ne fritte. Avanzano le paninerie di lusso che offrono sandwich con leccornie per un pubblico di gour-mand. Secondo il Wall Street Jour-nal l’ultima tendenza dei gusti sta dando filo da torcere ai colossi del fast-food. Le nuove catene stanno crescendo con un ritmo annuo del 20% rispetto ai McDonald’s e ai Burger King, che invece registrano uno sviluppo di appena il 3%. Ingrediente-base del successo? Il ritorno al... passato. Semplici pa-nini all’italiana sani e di qualità, al posto degli hamburger dolciastri e ipercalorici. “Nessuno, finora, ave-va pensato all’ingrediente più ba-nale - ha spiegato uno dei fondatori di Panera, che è fra le nuove catene più gettonate -. Non c’era chi, ne-gli Stati Uniti, vendesse pane vero e non di plastica”.Gli affari si moltiplicano grazie al pane fresco e genuino, ai salumi e ai formaggi gourmet affettati da-

vanti ai clienti. Esce ormai battuto il panino pre-confezionato nel cel-lophane. E anche l’atmosfera del desinare conta, nei ristoranti che assomigliano sempre più a vecchie taverne: poltrone, caminetti accesi, piatti e posate veri (bando alla pla-stica). A casa nostra abbiamo nelle di-

spense una tradizione secolare. Torniamo a quella e lasciamo per-dere il marketing. Affidiamoci alle vecchie care ricette della nonna. Ai saggi e infallibili consigli delle cuoche che incontriamo lungo il gustoso itinerario della tradizione che in Abruzzo , certo, non manca. Basta trovarlo.

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Esiste veramente Babbo Natale? Quanti anni ha? Perché le sue vesti sono rosse e la barba così candida? Come fa a distribuire i doni a centinaia di milioni di bambini di tutto il mondo nella stessa magica

notte della vigilia di Natale? Il cinema ha visto giusto? Non è uno scherzo, ma sono domande talmente serie da mobilitare ogni anno persino risorse e forze spaziali (satelliti spia compresi) del Comando Strategico statuniten-se, il Norad, reso celebre dalla pellicola War Games (www.noradsanta.org/it/index.html). Un esperimento internazionale assolutamente da seguire. Prendiamo spunto dalla suggestiva iniziativa americana, per proporre ai nostri lettori, in attesa della strenna di Natale, un esperimento mentale galileiano atto a dimostrare come miti e leggende, metropolitane e non (insomma quelle elaborate nel corso dei secoli dal tessuto sociale e cul-turale di un popolo, a 400 anni dalla scoperta del metodo scientifico ad opera di Galileo Galilei), siano ancora lunghi dall’essere bene compre-si. Non per la loro complessità, bensì per la loro semplicità estrema. Miti e leggende su Babbo Natale, ma anche su Ufo, su oroscopi e sulla la Befana hanno molto in comune tra loro e continuano ad es-sere elaborati, modificati ed trasmessi ovunque sulla terra, con ogni mezzo possibile e immaginabile.

Vi siete mai chiesti perché vanno per la maggiore sui principali network televisivi? Perché non si esce di casa, la mattina, per an-

dare al lavoro, senza dare un’occhiata alle “stelle” di sedicenti astrologi? Salvo poi capire che di bufale si tratta. Ma è stato

provato scientificamente che semplicemente non esistono? Già, non esistono! Ma che significa “non esistono” nella nostra realtà? Qual è la realtà, altrimenti, dove esistono?

Il 25 dicembre come nascita di Gesù Cristo è una con-venzione che la Chiesa cattolica ha scelto apposita-

mente per inserirsi in un tempo forte già presente nel calendario di numerosi popoli sia mediterra-

nei sia nordeuropei. Il sole nel solstizio d’inver-no giunge nella sua fase più debole quanto a

luce e calore, pare precipitare nell’oscurità, ma poi ritorna vitale e “invincibile” sulle stesse tenebre. E proprio il 25 dicembre sembra rinascere, ha cioè un nuovo Na-tale.Ma questa interpretazione astronomica da sola non può spiegare perché il 25 dicem-bre sia una data celebrativa presente in cul-

ture e paesi così distanti tra loro e per così lungo tempo. La festa del “Dies Natalis Solis

Invicti” (giorno della nascita del Sole invincibile), è stata resa immortale dal Cristianesimo. E il Babbo Natale del prof. Tolkien testimonia nel proprio nome scritto per intero, come “Santa Claus” possa sussistere soltanto alla luce del Natale cristiano, giacché Nicola fu santo di Gesù di Nazareth, che si festeggia la notte di quel Natale che in inglese, del tutto esplicitamente, si chiama Christmas. Buon Natale !

MA BABBO NATALEESISTE DAVVERO?di Nicola Facciolini

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Non a caso la Confraterni-ta Enogastronomica delle Terre d’Abruzzo, fondata a

L’Aquila da Luigi Carnacina, ga-stronomo di fama internazionale, ha voluto premiare il sottosegre-tario Guido Bertolaso (Protezio-ne civile) per l’opera svolta nel risollevare la nostra regione dalle macerie del terremoto e Roberto Rosato, fondatore lungimirante e artefice dell’Agriservice, che pur fra le moltissime difficoltà in cui si dibatte l’agricoltura abruzzese, ha saputo avviare, da pioniere, il rilancio del turismo di qualità, at-traverso l’enogastronomia e i buo-ni prodotti della terra.Ripensiamo il turismo “soprattut-to” con l’enogastronomia. Que-sto il programma proposto per il dopo-terremoto dalla Confrater-nita enogastronomica delle Terre d’Abruzzo, in una tavola rotonda a L’Aquila con l’assessore regionale Mauro Febbo, esperti ed operatori economici. Una corsa per il recu-pero del tempo perso e la valoriz-zazione d’una risorsa spesso igno-rata dagli stessi abruzzesi. Ma non manca, per fortuna, chi arriva per ricordarlo a tutti. Come di recente Edoardo Raspelli, notissimo criti-co gastronomico. “La regione- ha detto- che per me ha rappresentato una grande scoperta, proprio come regione della gola, è stata l’Abruz-zo. L’Abruzzo ha una cucina di pe-sce che si può definire interessante e ghiotta, e una cucina dell’interno che regala alcuni posti di grandi tradizioni”. Torna in mente quando il purtroppo dimenticato Gian Gaspare Napoli-tano, scrittore e grande giornalista-giramondo, in una brillante confe-

renza a Parigi lanciò, per incarico degli enti provinciali per il turismo del tempo, un efficace “invito all’Abruzzo”, tracciando della sua regione un profilo di grande efficacia e spessore. Un’interessante iniziativa, cui ha fatto seguito la politica turistica dei molti sprechi e dei pochi ritorni. Qualcosa sta cambiando, per fortuna. Da qui l’importanza del convegno-tavola rotonda e dei premi assegnati, che intendono indicare “soprattutto” nell’enogastronomia la strada per il rilancio dell’economia e del turismo. Con una “ricetta” assai semplice: una vacanza in Abruzzo vuol dire sco-prire un territorio in gran parte incontaminato. Dove è possibile percor-rere itinerari d’arte e cultura, scoprendo e apprezzando una tradizione culinaria antica ed eccellente. Grazie anche ai molti ristoranti che fanno a gara, (meglio tardi che mai), per proporre la vera apprezzatissima cucina tipica abruzzese. Grazie ad aziende come l’Agriservice di Bellante (Te-ramo) che in Abruzzo sta dettando la direzione di marcia. C’è ancora chi vorrebbe promuovere la nostra tavola, attardandosi nel proporre i canoni già perdenti della “nouvelle cuisine”, in una specie di nuova logica della globalizzazione dei fornelli. Ma non ci siamo. Lasciamo perdere i grandi progetti e le strategie miracolistiche. Già viste e condannate all’insucces-so. Per rilanciare il business turistico abruzzese ricominciamo dal pane fresco e genuino, dai salumi e dai formaggi gourmet affettati davanti ai clienti, dalla carne che viene dai controllati allevamenti di casa nostra. Attingiamo alla grande ricca eccellente risorsa dei nostri vini, per conqui-stare gli ospiti. Ricordiamoci finalmente che nelle nostre dispense dorme una tradizione secolare. Non dobbiamo sbagliare: Centro Oli di Ortona, petrolio estratto dall’Eni? Oppure il Montepulciano-doc, che ha fatto dell’Abruzzo la capitale dei migliori vini italiani? Abbiamo visto dove ci ha portato in passato il dua-lismo del turismo (in cui non abbiamo creduto abbastanza) e delle “catte-drali nel deserto”. L’assessore regionale all’agricoltura Mauro Febbo ha assicurato che il Centro oli dell’Eni non si farà in Abruzzo. Non rischiere-mo, forse, di produrre il Montepulciano che sa di petrolio.

PREMI A BERTOLASO E A ROBERTO ROSATIA L’Aquila dalla Confraternita fondata da Luigi Carnacina Roberto Rosati

Il Gran Priore premia Rosati

Guido Bertolaso interviene alla tavola rotonda

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L’assessore regionale Mauro Febbo

Gianfranco Sciarra Giorgio Rainaldi presidente CdC L’Aquila

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Manola Di Pasquale, av-vocato, dallo scorso ottobre presidente re-

gionale del Partito Democratico. Consigliere comunale di opposi-zione a Teramo, ora al vertice in Abruzzo del partito di Bersani.

Che significato attribuisce a questo incarico? Strategie di partito o un riconoscimento a Teramo, capoluogo sempre ai margini?Da una parte è sicuramente una strategia politica al fine di dare un segnale di rinascita del Parti-to Democratico. Il PD racchiude due diverse culture. Quella dei Ds e quella dei Popolari, Il no-stro compito? Ottenere una per-fetta sintesi di questi due mondi. Dall’altro è anche un riconosci-mento alla città che, per troppi anni, ha rivestito il ruolo della cenerentola priva di posizioni importanti a livello regionale.

Come intende inserirsi nella costruzione del PD?Da tempo, opero nel PD, consi-derato che ho ricoperto il ruolo di segretario del partito a Teramo. Ho sempre creduto nel partito democratico, ma ora è il momen-

UNA DONNA IN TOGA PER IL PD

di Cristiano Davide

Manola Di Pasquale

eletta presidente regionale

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La politica di Berlusconi ha di-strutto quegli obiettivi raggiunti dalle donne nel corso degli anni, disegnando un’immagine di una donna con poco cervello e al ser-vizio del potere.

La sua elezione è, dunque, un segnale, ma le donne contano nel PD?Le racconto un piccolo particola-re. Ricopro l’incarico di vice-se-gratario nazionale di un’ associa-zione nazionale delle donne, la D52. Tempo fa, a Roma, questa associazione ha proposto a Fas-sino e Rutelli un intervento allo statuto del PD, invocando l’al-ternanza del genere nel ricopri-re ruoli politici e più cariche in favore delle donne. Tale richiesta è stata accolta e ha rappresentato un segnale davvero tangibile per tutte le donne che operano nel partito democratico.

Voi della sinistra nella nostra regione siete reduci da una pe-sante sconfitta elettorale. Quali sono le sue proposte per torna-re a vincere?Tornare tra la gente é senza dub-bio la migliore ricetta. Inoltre, dobbiamo essere un punto di ri-ferimento per gli amministratori locali, una guida per le battaglie

I programmi per costruire la nuova formazione

politica, con un occhio privilegiato al mondo femminile e a Teramo,

“città-cenerentola”. Al governatore Chiodi dice…

to di proiettarsi verso il futuro al fine di ottenere una crescita for-te.

Bersani e Franceschini: più vi-cina a chi?Come tipo di partito sono molto più vicina e Franceschini, ma ciò non m’impedisce di riconoscere Bersani come l’attuale segretario del partito. Sarebbe davvero in-teressante se l’impronta politica di Franceschini fosse presente anche nel nuovo PD.

Gli elettori avvertono nel parti-to di Bersani una linea politica un po’ confusa. Qual e’ la sua opinione in materia?In realtà il partito sta vivendo ancora una fase congressuale che perdurerà fino a gennaio. Poi sarà possibile attuare un percor-so programmatico e svolgere un lavoro di contenuto. E’ necessa-rio essere più vicina alla società e dare risposte certe e concrete a quello che la gente ci chiede.

Qual è, invece, la linea che in-tende seguire perché le donne possano essere protagoniste del futuro del PD in Abruzzo?Dare importanza al ruolo che le donne rivestono e, soprattutto, premiare le capacità e i meriti.

che devono affrontare.

Qual è il suo giudizio sul gover-no Chiodi?Il modus operandi di Chiodi ri-calca la didattica propria della sua carica. L’attuale Governatore emana sempre “editti di Troia”, ma non attua molto. Fa tanto ru-more e lavora sull’immagine, ma nel particolare difetta. C’è una chiara incapacità di risolvere di problemi da parte del governo Chiodi.

Dall’opposizione quale tipo i contributo state apportando per far uscire l’Abruzzo dalle conseguenze degli eventi nega-tivi di questi ultimi anni?L’opposizione cerca sempre di essere attenta in tutto quello che fa. Siamo molto costruttivi e pro-positivi su alcune questioni come ad esempio la vicenda Ipab nel settore sanitario.

Avvocato, la vostra azione di oppositori non appare un po’ debole e discontinua sia a Te-ramo sia alla Regione?Assolutamente no. A Teramo è presente un gruppo molto coeso, attento a tutto quello che fa al fine di attuare una grande cresci-ta politica.

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Sono nata a Teramo il 2 novembre.1965, da madre casalinga e pa-dre operaio, seconda di quattro figli. A 14 anni

sono rimasta orfana di madre e ho capito, da quel momento, che bisognava crescere in fretta per non gravare maggiormente su una famiglia già privata della figura più importante.Ho frequentato l’Istituto Magi-strale dove mi sono diplomata nel 1983 . A 16 anni, per avere una mia indipendenza economi-ca e aiutare la famiglia, ho ini-ziato a lavorare.

Finiti gli studi superiori, mi sono iscritta alla facoltà di Giurispru-denza “G. D’Annunzio di Tera-mo”. Ho conseguito la laurea il 12 luglio 1989 con la votazione di 110/110. Immediatamente mi sono iscritta all’albo dei prati-canti procuratori del Tribunale di Teramo e ho iniziato la pratica forense presso il prestigioso stu-dio del compianto avv. Gaetano de Virgiliis, che tanto ha influen-zato la mia formazione umana e culturale.Ora sono titolare dello studio situato nel centro storico di Teramo. Nell’esercizio della mia attività ho sempre dato mol-ta importanza all’aggiornamen-to e alla formazione. Ho ritenuto doveroso, pertanto, mettere a disposizione dei giovani prati-canti forensi la mia esperienza svolgendo corsi presso la scuola di specializzazione forense del-l’Università di Teramo.

Ho ricoperto ruoli importanti, quali giudice conciliatore; con-sigliere censore della Banca d’ Italia, filiale di Teramo; mem-bro da dieci anni del consiglio d’amministrazione degli Istituti Riuniti di Teramo (già Ipab); vice presidente nazionale del-l’associazione nazionale “D 52” costituito da sole donne.Seguo da anni, inoltre, una ru-brica legale sul periodico “La Città”.Da circa cinque anni sono socio del Lions Clubs di Teramo.Nel dicembre 2006 sono sta-ta nominata commissario di un importante Consorzio Agrario in liquidazione coatta ammini-strativa.Da sempre legata ai valori cat-tolici democratici e convinta che l’attività politica sia un servizio per la collettività, ho ricoper-to a Teramo il ruolo politico di

IO, MANOLA

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presidente comunale del partito La Margherita – Democrazia è Libertà-; poi di primo segretario cittadino del PD; nelle ultime primarie per Veltroni sono stata membro dell’assemblea nazio-nale. Oggi, oltre a ricoprire l’ in-carico di presidente dell’assem-blea regionale del partito, sono consigliere comunale di mino-ranza a Teramo e presidente del-la commissione di garanzia e vi-gilanza del Comune. L’impegno profuso nella crescita culturale e professionale non mi ha impe-dito di realizzarmi pienamente come donna. Il 15 luglio 1990 mi sono unita in matrimonio con Rocco Di Giacomo (nato da genitori emigrati a Caracas nel 1956).Il momento più bello della mia vita è stato, però, quando il 19 luglio 1991 ho guardato gli oc-chi di mio figlio Luca, che oggi frequenta il quinto scientifico tecnologico a Teramo. Nel gen-naio 2008 sono stata insignita della importante onorificenza di Cavaliere al Merito della Re-pubblica che mi ha riempita di orgoglio e di gioia. Questi i miei primi quaranta anni il cui bilan-cio è senz’altro positivo nono-stante alcuni momenti tristi che hanno, comunque, contribuito a formare la donna che sono oggi. E’ mia intenzione mettere tutta la mia esperienza e professiona-lità a servizio del nostro partito che deve crescere ed arricchirsi di contenuti e progettualitàter-ritoriale. Un desiderio? Mi pia-cerebbe tornare a quella “bella politica”, elevata nel dibattito, ricca dicontenuti e illuminata da un profondo rispetto delle istitu-zione e del senso etico e civico di un impegno, che negli ultimi tempi per molti eventi e situa-zioni si è persa.

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redazionale

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��LA SALUTE IN PIAZZA

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L’assessore provinciale

Antonio Di Michele

comincia

Negli uffici dell’Amministrazio-ne provinciale per intervistare l’Assessore alla cultura, caccia,

pesca, sport e istruzione Antonio Di Mi-chele. Dove sono rimasto subito colpito dallo spirito di gruppo alla base dell’atti-vità della giunta con a capo il presidente Catarra.Assessore Di Michele, lei è stato nella Vallata del Fino con un consenso qua-si plebiscitario. Tanti voti, ma anche una grande responsabilità.Certamente. Il sostegno così forte dei miei elettori è per me motivo di grande orgoglio, anche perché le elezioni pro-vinciali hanno rappresentato un test di valutazione sul mandato decennale di sindaco del comune di Castiglione Mes-ser Raimondo. Gli elettori della Vallata hanno voluto manifestare un apprez-zamento per i risultati straordinari rag-giunti da sindaco. Nello stesso tempo il successo conseguito rafforza il mio im-pegno nel realizzare, per tutto l’arco del mandato, i programmi dell’amministra-zione provinciale. Tra l’altro lei è stato eletto all’interno di una lista civica affiliata al Popolo delle libertà, la lista del presidente. Ciò amplifica notevolmente la portata e le dimensioni della sua affermazione.Credo di sì in quanto una lista civica va a connotare un voto dato espressamen-te alla persona nell’ambito del contesto del centro destra. Ciò a maggior ragio-ne tenendo conto delle difficoltà delle persone anziane nell’esprimere il voto ad una lista con un simbolo non molto conosciuto come poteva essere quello della lista civica in cui ero candidato, che si affacciava per la prima volta nel pano-rama politico. Pertanto in virtù di queste considerazioni, unitamente ad un clima favorevole al centro destra, posso dire di aver ottenuto un risultato importante e di grandi proporzioni. Assessore Di Michele, è vero che la situazione finanziaria della provincia di Teramo è davvero dissestata e de-licata?Partiamo dal presupposto che tutti gli enti pubblici si trovano in affanno in quanto le risorse di trasferimento del governo

VALFINO “VIAGGIO DEL TEMPO CHE FU…”

di Vincenzo Luca Salini

dalla viabilità.

Antico problema cardine della sua terra

d’origine, di cui - da sindaco di Castiglione

Messer Raimondo - ha imparato a

conoscere speranze e delusioni.

Una galleria strategica per

abbattere il muro dell’isolamento.

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��VALFINO “VIAGGIO DEL TEMPO CHE FU…”

centrale sono diminuite. La pro-vincia di Teramo, nella fattispecie l’amministrazione precedente, si è orientata verso altre scelte ed altri indirizzi. Il presidente Catarra in persona ha più volte ribadito l’esi-stenza di una situazione paradossa-le. L’ente provincia, infatti, è dota-to di poco personale dipendente sul territorio e di molto personale negli uffici. La nuova amministrazione si prefigge l’obiettivo di riorganiz-zare tutta la pianta organica al fine di garantire maggiore presenza sul territorio soprattutto per quanto concerne il controllo della viabilità e delle strade, compito fondamen-tale e prioritario affidato dalla leg-ge all’ente provincia. Relativamente alle risorse noi ci prefiggiamo l’obiettivo di ottimiz-zare facendo delle scelte precise. Va detto che il periodo non è dei migliori e le risorse vanno spal-mate in base a quelli che sono gli indirizzi. Come già detto il settore viabilità deve avere la priorità as-soluta ma ciò non toglie che non si debba dare soddisfazione ad i capi-toli di spesa relativi alle altre dele-ghe. A mio avviso il periodo eco-

Vomano. Inutile dire che i costi sono estre-mamente elevati in quanto la ci-fra complessiva per realizzare la galleria si aggira attorno ad i 180-190 milioni di euro. A mio avviso solo la qualificazione dell’opera come infrastruttura di interesse nazionale, grazie alla spinta del governatore della regione Chiodi e del presidente della provincia Catarra, che hanno già siglato gli accordi, può facilitare la realizza-zione della strada di collegamento veloce Fino-Vomano. Intanto va detto che il progetto comincia ad avere i caratteri dell’ufficialità an-che, perché interessa un tratto di valenza interregionale al servizio addirittura di tre regioni: Marche, Abruzzo e Molise. Ci auguriamo che nell’arco di questo mandato il progetto venga realizzato. I do-cumenti e le autorizzazioni sono in ordine. Ora bisogna reperire le risorse necessarie. Sarà compito dell’amministrazione regionale e provinciale impegnarsi sinergica-mente e fattivamente per trovare i fondi indispensabili per portare a termine una grande opera, che

nomicamente sfavorevole richiede l’attuazione di una politica di con-tenimento della spesa pubblica soprattutto per quanto concerne il bilancio disastrato dell’ammini-strazione provinciale di Teramo. Lei è stato eletto nel collegio della Vallata del Fino, anche sua terra d’origine, area a volte dimenti-cata dalla provincia teramana. Quali sono le sue iniziative ed i progetti per restituire centralità e peso alla Vallata?La mia terra purtroppo si trova estremamente svantaggiata in quanto le strade per raggiungere il capoluogo sono disagevoli. Ciò scoraggia il cittadino della Valla-ta ad attingere ordinariamente da Teramo capoluogo. Si tratta di una situazione atavica che a mio avviso potrebbe essere ridimensionata da una viabilità più felice e scorrevo-le. Esiste un progetto che potrebbe risollevare le sorti della Vallata del Fino. Mi riferisco alla strada Asco-li-Chieti, che coinvolge il tratto Capsano-Bisenti in cui dovrebbe realizzarsi la famigerata galleria necessaria per congiungere l’area della Vallata del Fino a quella del

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potrebbe davvero rappresentare la rinascita ed un nuovo sviluppo per la Vallata del Fino. Soltanto attraverso la viabilità riusciremo a spostare l’asse verso il nostro terri-torio. E qui diventano determinanti l’attività e l’abilità di un presidente di provincia, consistente proprio nel convincere gli interlocutori del governo centrale a realizzare opere di interesse nazionale in un’area troppo spesso dimenticata come la Vallata del Fino. Ma non è tutto: al fine di ridare centralità alla mia ter-ra mi batto tenacemente nella giun-ta al fine di dirottare i finanziamen-ti verso la Vallata, in passato isolata dalle precedenti amministrazioni. Ha trovato difficoltà di ambien-tamento nell’avviare l’attività di assessore?Devo dire di no in quanto venivo dall’esperienza decennale di sinda-co ed in un certo senso sono stato agevolato. Tra tutti i componenti della giunta esiste un rapporto stu-pendo e di stima reciproca. Il lavo-ro intrapreso nel tempo darà i suoi risultati positivi.Lei è stato per dieci anni sindaco di Castiglione, ora guidato dal suo amico Danilo Crescia.

Nei discorsi con Danilo Crescia ho sempre ricordato che la mia attività politica è collegata in modo indis-solubile alla sua. Un giorno, spero lontano, smetteremo insieme di fare politica. In Danilo ho trovato l’amico di sempre. Si tratta di una persona leale, sincera a cui mi lega forte stima non solo da un punto di vista politico, ma anche manageria-le. Ho avuto la fortuna di lavorare con lui all’interno dell’amministra-zione comunale e penso che attual-mente Castiglione non potrebbe beneficiare di un sindaco migliore di Danilo Crescia. Approfitto del-l’occasione per ringraziare anche un altro personaggio politico della Vallata: il senatore Rocco Salini, il quale ha sempre ascoltato le nostre istanze ed ha sempre dato attuazio-ne concreta alle nostre richieste, tutte prontamente soddisfatte in quanto in dieci anni nessuna opera è rimasta incompiuta. Credo che il riscontro elettorale di Crescia e del sottoscritto sia frutto delle promes-se mantenute e del nostro impegno concreto per il territorio. Assessore che giudizio dà della situazione culturale della pro-vincia di Teramo?

Premetto che nel settore cultu-ra stiamo cercando di operare in modo sinergico con la Regione Abruzzo, dando vita ad un intenso scambio di idee e di progettualità tra istituzioni vicine. L’espressione culturale va di pari passo con le risorse economiche a disposizio-ne di una città o di una provincia. Nei momenti di felice condizione economica si ha il tempo per fare cultura ad alti livelli. Ci poniamo l’obiettivo di realizzare un tipo di cultura di qualità, in grado di far conoscere ai giovani peculiarità e tradizioni del nostro territorio pro-vinciale. Saremo vicini ad eventi di questo genere, ma terremo nel-la dovuta considerazione anche aspetti di carattere ricreativo come le sagre et similia, manifestazioni che vanno in qualche modo aiutate e sostenute. Anche se a mio avvi-so la vera cultura risiede in altre direzioni. In sede di redazione ed approvazione del bilancio saremo chiamati ad operare delle scelte improntate unicamente alla pro-mozione di cultura secondo criteri e standard di eccellenza, sempre tenendo conto delle disponibilità economiche.

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La novità è che la Fira, cassaforte degli abruz-zesi, cambia nome. Ma l’operazione di plastica facciale basterà per cancellare dal recente pas-

sato ogni traccia del “malaffare”? Così come autore-volmente evocato dal n. 2 della Regione Abruzzo, Al-fredo Castiglione. Passi la rinfrescatina igienica alla facciata esterna, ma dov’è la spazzola per la “traspa-renza” interna di quello che sarà il nuovo Palazzetto Fira? Il dubbio è che, forse, siamo rimasti al solito inglorioso assalto alla diligenza di politici che regala-no cariche e promozioni ad altri politici. Con annesso sconticino (hanno pensato, bontà loro, anche a questo) del 30% sulle prebende. Per non disturbare troppo gli occhi di noialtri. Il tutto, in nome della politica e delle sue spartizioni. Meriti e titoli a prescindere.La meritocrazia? Il neo-governatore Chiodi l’aveva promessa, ma non riesce a farcela, quando mette mano alla distribuzione degli incarichi. Negli enti regionali, troppi cacciatori di poltrone da accontentare. C’è una regia, neppure tanto occulta, che guida la mano al mo-mento della firma. E così sollevano polemiche anche le nomine alla Fira, ente saccheggiato dalle ruberie e, perciò, al centro della “madre di tutte le inchieste”. Con oltre cento indagati e una presunta truffa di 16 miliardi di euro in danno delle casse regionali. Si aspettava un passo indietro dalla politica e, final-mente, porte aperte ai competenti. Con una massic-cia dose di trasparenza e meritocrazia, per rimettere in piedi la baracca. A “caldo”, l’allora governatore Ottaviano del Turco, al momento dell’arresto dell’ex presidente Masciarelli & soci, aveva sentenziato, sba-gliando subito strada: “Bisogna inventare altre rego-le. Per fare della Fira una efficiente casa di vetro”. Nuove regole? In effetti, bastavano uomini competenti. Anzi, sarebbe stato sufficiente rimettere al suo posto il presidente precedente, Pino Mauro, esperto della materia. Sfrattato, senza preavviso, da un “raccoman-dato” amico di Lorsignori. Sostituito da quel Mascia-relli, che alla Fira ha poi realizzato la più spericolata operazione d’ingegneria finanziaria. In un intreccio di politica & affari mai visto prima. La “telenovela”, con le sue tante ombre e misteri, continua. E per le conclu-sioni giudiziarie, c’è ancora da attendere, ma vedremo se qualcuno ne pagherà mai il conto.Arrivano, intanto, i nuovi amministratori targati Chio-di. Meritocrazia? Resta ancora una volta nelle pie in-tenzioni di governanti che, in materia, hanno promes-so miracoli. Dopo le altre nomine, ecco che alla Fira torna, puntualissimo, il “già visto”. Alla presidenza si accomoda un ex sindaco che, dopo due mandati, lascia il Comune con le casse regolarmente in rosso. Inutile cercare pezze d’appoggio in un curriculum che nessu-no di noi conosce (top-secret) e che si esprime, forse, solo in politichese. Esperienze e competenze economi-co-finanziarie a parte, alla Fira abbiamo un numero 1 che, da sindaco di un piccolo comune, “assegnava in-carichi e lavori a parenti e amici”. Come si apprende dalle delibere riprodotte in un sito internet degli avver-sari politici. Smentisca, se può, il neo-presidente, sia pure tardivamente. O dobbiamo chiudere un occhio?

E la Fira... sforaLA SALUTE IN PIAZZAA cura del Dott. Gabriele Salini

GLI INTEGRATORI, ALTRO CHE CRISIIl mercato degli integratori non sembra conoscere crisi. Al termine dell’anno si prevede un fatturato di 1.242 milioni di euro solo con le vendite in farmacia, cui vanno aggiunti i 109,4 milioni di euro sviluppati dalla grande distribuzione. Con oltre 120 milioni di confe-zioni che verranno vendute nell’arco del 2009, contro i 110 milioni dell’anno precedente. Un trend positivo che, iniziato nel 2004, vede una sostanziale stabilità nel canale farmacie e il raddoppio del “peso” del canale parafarmacie. Nelle farmacie vengono venduti preva-lentemente fermenti lattici, multivitaminici e dima-granti, mentre nella grande distribuzione (rappresenta il 7,5 percento del mercato) le prime tre categorie sono: dimagranti, integratori sportivi e ginseng e pappa reale. I dati provengono dalla FederSalus (Federazione Na-zionale Produttori Prodotti Salutistici).

POMODORI E VIVI 100 ANNIUno studio italiano che ha coinvolto 260 ultraottanten-ni con lo scopo di valutare l’impatto dell’alimentazione sulla salute della popolazione anziana e sulle abitudi-ni alimentari offre risultati interessanti. In particolare, emerge una correlazione tra gli anziani in buona salute e il consumo quasi giornaliero dei prodotti a base di po-modoro. Il concentrato di pomodoro, grazie al suo na-turale contenuto di sostanze dalle proprietà anti-aging, sarebbe l’alleato numero uno della longevità: il con-centrato di pomodoro, infatti, contiene il licopene - un composto naturale e potente antiossidante - in quantità sino a dieci volte superiore rispetto al pomodoro fresco. Anche il calcio, il fosforo e il potassio, sono risultati presenti nel concentrato di pomodoro a livelli fino a dieci volte superiori a quelli riscontrati nel pomodoro fresco.

MALATTIE DEL SANGUEAttivo un numero verde sulle malattie del sangue: 800.550.952. La linea telefonica dedicata alle malattie del sangue, disponibile sull’intero territorio peninsula-re, è promosso dalla SIE, la Società Italiana di Emato-logia con il supporto di “Novartis”. Si tratta di un ser-vizio di consulenza gratuito interamente dedicato alle leucemie e alle altre malattie ematologiche, cui potersi rivolgersi in caso di necessità.

SORDITA’ E CONCERTI LIVE La musica ad altissimo volume è anche più pericolosa delle tradizionali cuffie. Dopo le numerose prove del potenziale danno all’udito della musica Mp3 e analo-ghi, arriva ora la notizia che i concerti dal vivo espon-gono gli appassionati a rischi persino maggiori. A indi-carlo è uno studio pubblicato da una rivista scientifica internazionale: sono stati presi in esame tutti i lavori più recenti nella letteratura scientifica che dettagliano il livello di rumore, l’effetto sulla perdita dell’udito e la percezione. Alla fine i ricercatori hanno concluso che, sebbene la musica ad alto volume espone l’udito ad alcuni rischi, sembra proprio che il pericolo maggiore sia rappresentato dall’ascolto prolungato della musica durante i concerti live. Che fare, dunque? Gli studiosi consigliano di puntare sulle misure di prevenzione, sia per chi lavora nel settore musicale sia per gli appassio-nati dei concerti dal vivo.

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Che ricordo ha degli inizi della sua carriera. Soprattutto, sono ricordi piacevoli?Sono ricordi piacevoli in quanto mi sono sem-pre cimentata in esperienze nuove e coinvolgen-ti. Quando si comincia per curiosità e per voglia di imparare, come nel mio caso, è sempre gra-devole ricordare. Ho iniziato a fare televisione per caso e solo per dare una mano ad un mio amico d’infanzia, Fabrizio Landi, purtroppo prematuramente scomparso. Si trattava di Tv 6, allora appena nata. Ho iniziato il percorso in televisione per gioco e poi mi sono accorta che ero in grado di reggere bene il confronto con la telecamera. Lei possiede il diploma di pianoforte e didat-

tica della musica. Ora è iscritta al corso di laurea in di-scipline musicali a Teramo. Cosa l’ ha spinta a entrare nel mondo televisivo?Ho avuto la fortuna di insegnare musica per parecchio tempo. La scuola, purtroppo, attualmente risente della crisi economica generale e gli insegnanti navigano eternamente nel precariato. La mia vera grande passione è la musica e le mie prime esperienze sul palcoscenico le ho vissute da musicista o da organizzatrice di eventi musicali. Per cui mi auguro di tornare a quel mondo al cento per cento. A mio avviso, si tratta di un cerchio che si chiuderà prima o poi. La televisione fa parte di questo percorso. ma tutti i mezzi di comunicazione sono continuamente in trasformazione. Un giorno sarei ben lieta di realizzare un programma tele-visivo sulla musica colta e non solo. Così, finalmente, po-

N onostante la giovane età, Maria Rita

Piersanti è una vete-rana della televisione ed incarna un modo di fare tv sano, educativo e tutto contenuto in uno stile raffinato e sempli-ce, senza finzioni, ac-cessibile a tutti. Questa intervista contiene il ritratto di una protago-nista del mondo delle comunicazioni abruz-zese e non solo. Sempre pronta a rimettersi in discussione.

MARIA RITA PIERSANTI

IMMAGINE E COMUNICAZIONE CON UN AMORE SEGRETO

di Vincenzo Luca Salini

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a cui sono invitata dal presidente dell’associazione. Così potrò rivi-vere le stupende atmosfere della rassegna. Come riesce ad organizzare la sua vita tra il lavoro, il ruolo di moglie e la funzione di madre?Ho tolto molto tempo al mio la-voro in quanto i bambini devono avere la priorità assoluta. Mia fi-glia Giulia ha tre anni e mezzo e come tutti i suoi coetanei è sveglia ed impara in modo sorprendente giorno dopo giorno. Preferisco oc-cuparmi di Giulia il più possibile e non voglio assolutamente perder-mi queste fasi importanti della sua crescita. Con il tempo, ho imparato a distinguere ciò che è importante da ciò che è urgente. E credo che ciò che è urgente, non sempre è importante. Lei ha fatto o fa molte cose nel mondo della comunicazione. Quale attività preferisce svolge-re e quale apprezza meno?A me piace moltissimo stare su un palcoscenico dal vivo. Soprattutto, quando si tratta di rassegne musicali o culturali, in quanto vi è una forte e vera interazione con il pubblico, con la gente, interessata realmente ad ascoltare e vedere. Sinceramen-te, mi manca tantissimo la radio. Ho lavorato per tre anni all’emit-tente Radio Norba. Si tratta di un mondo stupendo. Stranamente, an-che se si tratta del mezzo di comu-nicazione che garantisce maggiore visibilità, credo che rinuncerei vo-lentieri alla televisione, in quanto caratterizzata da tanta gente auto-rizzata a sentirsi importante solo perché appare sul teleschermo. In realtà, a mio avviso, è il contrario, in quanto è inutile andare in tele-visione senza avere nulla da dire al pubblico. Tutto ciò ovviamente influenza negativamente i palinse-sti televisivi. Tuttavia, non tutto è da buttare. Ricordo che nel 2003 ho avuto la fortuna di lavorare per quattro mesi come documentatrice di Teche Rai in Puglia. Mi occupa-vo della parte artistica e musicale di Raidue. E devo dire che i pro-grammi più interessanti venivano

trasmessi di notte tra le due e le sei del mattino, mentre cose vergo-gnose venivano mandate in onda tra le diciotto e le venti. Un vero e proprio paradosso. Ha prestato la sua collabora-zione nel quotidiano Le Notizie in edicola anni novanta con La Stampa di Torino. E’ stato il primo “quotidiano-panino” nel-l’ambito di un progetto innova-tivo. Quanto l’ha aiutata questa esperienza per il proseguo della carriera e soprattutto cosa ri-corda in particolare di quel pe-riodo?Conosco da molto tempo il di-rettore Marcello Martelli e la sua consorte. Martelli è una persona forte, un uomo della vecchia guar-dia, forse una di quelle persone che riesce ancora a dire no pagandone le conseguenze. Saluto vivamente e con tanto affetto il direttore di Piazza Grande, Marcello Martelli. Attualmente, da un punto di vista giornalistico, sono direttore re-sponsabile del periodico Abruzzo Beni Culturali, dopo che mi è sta-to chiesto dal fondatore, avvocato Mazzitti. Si tratta di un lavoro di volontariato in quanto siamo tutti d’accordo per essere collaboratori liberi nel vero senso della parola. Ci sono progetti interessanti alla base da portare avanti, non appena l’Abruzzo si riprenderà dall’emer-genza terremoto.Il suo comune di origine è stato duramente colpito dal terremo-to del 6 aprile che ha devastato l’Abruzzo. Lei dove si trovava quella notte? Mi trovavo a Montorio con la mia famiglia, a casa di mia madre. Cosa ricorda di quei momenti?Ricordavo perfettamente quanto accaduto nei terremoti dell’Irpinia e dell’Umbria, in quanto allora lavoravo in quella zona. Il silen-zio che precede le forti scosse di terremoto non è naturale. Tutti gli animali fanno un gran rumore e poi improvvisamente smettono. Io mi sono svegliata prima della tre-menda scossa, mentre mio marito non si rendeva conto dell’accadu-

IMMAGINE E COMUNICAZIONE CON UN AMORE SEGRETO

trei coniugare il teleschermo con la mia passione. Musica o televisione quindi?La musica perché ti permette di es-sere realmente come sei in quanto su un palcoscenico dal vivo non è possibile fingere. Mentre la televi-sione, a volte, consente eccessive finzioni. Lei è originaria di Montorio al Vomano, anche se poi, per la-voro, si è trasferita a Pesaro. Ci descrive il suo legame con il ter-ritorio di origine? Mi sento profondamente legata alle mie radici. Nata in casa (mia nonna era ostetrica). ho tantissimi amici a Montorio fin dai tempi del-l’asilo. Poi mia madre vive ancora lì. Montorio è il classico paesone e devo dire che mi ha dato tantis-simo. Nel corso degli anni in giro per l’Italia. ho ritrovato tanti amici di Montorio e di Teramo. Credo che i contatti, qualora siano veri e profondi, non si esauriscono con il tempo. Se poi si tratta di contatti di passaggio, allora lasciano il tempo che trovano. Voglio sottolineare una circostanza davvero singolare. A distanza di tanti anni, mi sono ritrovata la mia insegnante di lati-no come collega in una supplenza, nella stessa scuola. Lei ha ricorda-to alla classe di essere stata la mia insegnante alcuni anni prima. Ciò conferma che, per fortuna, certi le-gami non si spezzano mai. A fine anni 90 ha curato l’ufficio stampa della rassegna di mura-les “Casoli pinta”. Maria Rita Piersanti è anche appassionata di arte?Sono appassionata di arte a tutto tondo. Ho una raccolta di opere molto interessante, alcune donate da quanti sono a conoscenza di questa mia passione. Mio marito, inoltre, è uno storico per passio-ne e segue diverse associazioni in prima persona. Casoli pinta nac-que come rassegna annuale in cui dieci artisti regalavano i murales al paese di Casoli. Poi à diventata una biennale e a dicembre di quest’an-no dovrebbe tenersi la terza bien-nale, riservata ad artisti di ogni età,

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to. La bambina non si è spaventata in quanto non ha avvertito nulla. Siamo rimasti all’erta tutta la notte. Per fortuna, la nostra casa è molto solida proprio perché costruita se-condo i criteri antisismici. Purtrop-po, sono morte sotto le macerie tre ragazzi di Montorio ed è stato un colpo tremendo per la comunità. Io comunque credo che non sia il terremoto ad uccidere bensì la faci-loneria, la superficialità dell’uomo nel costruire edifici. Quale evento o serata da lei con-dotta ricorda con particolare af-fetto o emozione?Ci sono diversi momenti legati a varie fasi della mia vita. Premetto che prediligo realizzare interviste-ritratto per la televisione. Quan-do iniziai questo percorso ebbi la fortuna di incrociare personaggi come Anna Mazzamauro, la Sora Lella, Mogol. Sono stati momenti indimenticabili. Se proprio devo scegliere una serata non posso non menzionare una serata legata alla musica. Mi riferisco alla Rassegna Jazz del 2008 a Pineto. Quali i suoi progetti per il futu-ro?In campo lavorativo stiamo pro-gettando la partenza di vari pro-grammi con emittenti regionali come Rete8. Abbiamo varie op-zioni aperte, ma stiamo valutando attentamente per non fare qualcosa di inutile. Probabilmente, ripartirà il programma “Provaci” con una formula variata. Potrebbe anche diventare un programma estivo itinerante e quindi ancora più di-vertente. Inoltre potrebbe decolla-re un programma sui Borghi della regione con varie collocazioni pos-sibili. Il problema, di questi tempi, è la totale insicurezza dei budget. Staremo a vedere. In campo pri-vato vorrei poter vivere un po’ di più il mio territorio di origine e far-lo conoscere anche al di fuori. In tal senso il programma sui borghi vorrei portarlo in una piattaforma satellitare, oppure sul web.

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LETTERA A UNA GIOVANE COLLEGA

Ringrazio Maria Rita Pier-santi per il ricordo e i saluti, che ricambio affet-

tuosamente. Alla giovane collega dico anche che, con poche parole, ha saputo essere gentile e rispet-tosa con un vecchio del mestiere. E’ vero, cara Maria Rita, sono uno che sa dire no, pagandone il prezzo. Eccome! Devo aggiungere che nel nostro ambiente (ahimè! sempre più angusto e provincia-le), sei una mosca bianca che cer-te cose sa capirle e persino con il coraggio di manifestarle. Tu sai quanto sia personalmente legato alla mia città. Tanto da restarne condizionato anche in taluni im-portanti passaggi professionali. Privilegiato nel frequentare, gio-vanissimo, la scuola di grandi maestri del giornalismo naziona-le. Fortunatissimo anche per aver lavorato a lungo nel gruppo con colleghi del livello di Gianni Let-ta, Bruno Vespa, Mino Damato e altri. Amore per il giornalismo, il mio, senza mai tradire o spezzare il legame (è forse la mia vera col-pa?) con questa città. Dove, ti confesso, ora si vive con disagio. Teramo è una nobile si-gnora decaduta, con la suppo-nenza tutta provinciale di chi non vuole ammetterlo. Incolmabile il vuoto lasciato da illustri perso-naggi scomparsi, che ne hanno nutrito in passato il tessuto socio - culturale. Da premettere: non tutto è da buttare (qualche nic-chia di eccellenza resiste ancora), ma il peggio, a mio avviso, sta di-ventando prevalente. Molto prima e meglio di me, del resto, lo ave-va capito e avvertito quel gran-de scrittore un po’ dimenticato e chiamato Mario Pomilio, che nel-

la “città dell’anima” aveva am-bientato due suoi celebri romanzi. Quanti di noi li hanno letti? Ma il punto è un altro. In seguito Pomi-lio ripudiò la sua “città ideale” di riferimento. Resa irriconosci-bile dalla speculazione avanzan-te, fino ad alterarne l’equilibrio urbanistico - ambientale. Si vive male, cara Maria Rita, in una città senza memoria, poco atten-ta, con un’anima nutrita di ma-lapolitica. Senza dibattito, muta, immobile. Dove, a muoversi, sono i “comitati d’affare”. E la cultu-ra cosiddetta? Va sempre di più a braccetto dei soliti furbi furbet-ti, in una logica da “Sabato del Littorio”, che (a nostre spese) ne farà vedere delle belle.Vuoi un esempio? Un mio recente libro (L’Abruzzo tradito, Carab-ba Editore) su problemi tuttora irrisolti e di rovente attualità nel-la nostra regione, con prefazione di un presidente della Repubblica come Francesco Cossiga, la te-stimonianza di uno statista come Remo Gaspari, recensioni e in-terviste di importanti giornali e tv (Rai per prima), non ha ricevuto neppure l’onore d’una pur picco-lissima segnalazione nelle tv cit-tadine. Dove a celebrare il gior-nalismo teramano chiamano chi nella professione non è mai entra-to, se non per restarne ai margi-ni. Ricorrente ormai ignorare chi avrebbe le carte in regola e, so-prattutto, qualcosa da dire. Come giustamente hai sottolineato nel-l’intervista qui a fianco, parlando di tv. Il confronto in questa città è apertissimo, ma verso il basso. E non solo nel circoletto dei mezzi di comunicazione. Come del resto nel Palazzo continuano a fare i

LA LIBERTA’ DI STAMPA DEI CAMERIERI DEL PALAZZO

politici che contano, assegnando cariche e prebende con il solito vecchio malcostume delle racco-mandazioni.Né questo vuole essere una ri-vendicazione personale. Certe “distrazioni” o “censure” fanno sorridere, se pensiamo che questi apprendisti censori nel giro di un biennio saranno spazzati via dal diffondersi del digitale terrestre, che - secondo le previsioni- ri-durrà ad appena un centinaio le attuali 550 tv locali. Il mio libro (e puoi averne conferma da alme-no una trentina di siti internet) ha avuto una lusinghiera attenzione di pubblico in almeno dieci cit-tà di questo nostro Abruzzo, che vuole credere in un futuro diverso, nonostante tutto. Per quanto mi riguarda, scrivo nei libri, liberamente, quel che penso. E mi basta. Se avessi qualcosa da chiedere, dovrei tacere per otte-nere, seguendo la corrente. Cre-dimi: la mia preoccupazione è per i migliori tra voi giovani. Dovrete abituarvi a subire la malapoliti-ca e a perdere. Sempre che non vogliate scegliere di mettervi in riga, pagandone lo scotto. Mark Twain ha scritto che ci sono due forze che possono portare la luce in tutti gli angoli del mondo: il sole nel cielo e l’Associated Press qua giù. Tutta qui la differenza fra giorna-lismo vero e informazione dettata dagl’inquilini del Palazzo. Altri-menti, aveva ragione Luigi XIV, che (al pari dei nostri politici) non leggeva i giornali, ma neppure se-guiva la tv (che non c’era). E ne spiegava anche il motivo: ”Tanto scrivono quello che penso e dico io”.

di Marcello Martelli

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ANTONELLA DE LEONIBUS

Come nasce l’idea di scrivere un romanzo?Ho avuto l’idea di scrivere il libro a 18 anni, circa undici anni fa. Sono stata spronata da mia zia, purtroppo scomparsa prematuramen-

te, a cui il libro è dedicato. Ho impiegato tre mesi abbon-danti per scrivere il romanzo. La mattina dormivo e la notte scrivevo. Tema dominante, l’amore. Un incentivo ai giovani perchè possano vivere in modo pieno i sentimenti?Nel libro cerco di far riscoprire quei principi e valori che nella società attuale sono venuti meno. Mi riferisco in par-ticolare all’amicizia, alla dignità, al sentimento verso un amico. Nella tua vita esiste una persona che ti ha fatto capire la bellezza della vita così come accade ai protagonisti del libro?Sì… E’ stata mia zia che mi ha cresciuta e fatto capire la bellezza della vita. Mi piacciono le cose semplici e mi accontento anche di una chiacchierata quotidiana con un amico per essere felice. La bellezza della vita per me con-siste anche nel donare un sorriso.Sei avvocato, ma che c’entra con la passione per la scrittura?Effettivamente i due interessi potrebbero sembrare in conflitto, eppure credo che anche gli avvocati sognano, ridono e scherzano. Per cui ogni tanto credo che sia giusto concederci pause per scrivere, per sognare al fine di stac-care un po’ dalle aule di tribunale.

di Vincenzo Luca Salini

Antonella De Leonibus, nuova scrit-trice, 29 anni, avvocato, autrice del romanzo “Sulle tracce di qualcosa di vero” (Aletti Editore).

L’AVVOCATO CHE SCRIVE ROMANZI

Più avvocato o scrittrice?Una domanda a cui è molto difficile rispondere. Sareb-be una scelta sofferta, ma se proprio dovessi scegliere

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propenderei per fare la scrittrice. Un mestiere che ti permette di sognare sempre, anche se la professione di avvocato mi affascina parecchio. Il tuo stile è semplice ed intessuto di dialoghi anche brevi. In futuro continuerai su questa strada?Certamente. Mi piace scrivere in modo semplice. I miei romanzi de-vono essere letti con il cuore, prima ancora che con gli occhi. Ed al cuore non piacciono le cose complesse. Quali sono i tratti essenziali del tuo libro?E’ un romanzo giovanile, dinamico, ironico. Con molte battute spiritose. Si tratta di una storia fresca, movi-mentata. Ho amato ed amo tutti i miei personaggi, dal primo all’ul-timo. Non ho fatto distinzioni ed il protagonista è stato da me equipa-rato all’ultimo dei personaggi. Ho solo cercato in qualche modo di far emergere la figura di Victor Edison, il quale ha compiuto un cammino dall’inizio alla fine del libro. Non anticipo altro. I lettori si renderanno conto sfogliando il libro. Il libro è già in distribuzione?Sì. A Teramo è reperibile presso “La nuova editrice”, poi si trova in vendita a Giulianova, Ascoli Piceno, Lanciano. Inoltre il libro si può ordi-nare in qualsiasi libreria indicando il codice ISBN, nome e cognome del-l’autore. Successivamente ho inten-zione di esportare il libro anche fuori regione. Devo dire che i primi ri-scontri sono entusiastici. Coloro che hanno letto il romanzo sono rimasti molto colpiti. E si tratta di un target di lettori dalle età più disparate. Quali sono i tuoi progetti per il futuro?Sicuramente non smetterò di scri-vere. Ho in mente molte altre storie per allietare i lettori. Ho ancora tanta fantasia e tanta voglia. Spero solo di lasciare qualcosa di vero e concreto in quanti leggeranno i miei roman-zi.

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L’aria un po’ smarrita, un leggero velo di timi-

dezza e un viso pulito raccontano chiaramente i

suoi quattordici anni. L’educazione, il tono dolce

e pacato della voce, una buona capacità espres-

siva e un amore per la musica che travalica ogni

confine lo fanno un piccolo grande uomo. La

passione per l’universo musicale permette a Mar-

co Caporaletti di superare qualsiasi inibizione.

“Sono un po’ introverso, soprattutto con chi non

conosco; se mi trovo in un ambiente familiare,

però, mostro tutta la mia solarità ed espansività”.

E il suo habitat naturale è senza dubbio la musica

con tutte le sue pulsioni e sensazioni: “Mi aiuta

molto a relazionarmi, è un modo di esprimermi

, quando suono mi lascio trasportare, non penso

più a nulla, mi lascio totalmente andare e cerco di

non fossilizzarmi solo sull’esecuzione del brano,

ma di regalare qualcosa all’ascoltatore”.

Il colpo di fulmine con il flauto è stato davvero

particolare. “Avevo iniziato a studiare il violon-

cello all’età di sette anni; un giorno ascoltai un

concerto in cui si esibiva un flautista, ma restai

assopito per tutta la durata dell’esecuzione. Il

giorno seguente mi svegliai con il suono del flau-

to nella mia testa e capii di essere rimasto affasci-

nato e colpito dallo strumento”.Nonostante la giovane età, l’esperienza artistica

di Marco è davvero notevole e mostra una straor-

dinaria duttilità musicale: “A parte lo studio del

violoncello, ho anche cantato in un coro di voci

bianche, un’esperienza che mi ha aiutato tantissi-

mo nel potenziare l’orecchio, la musicalità e nel

coltivare lo spirito di gruppo. Ho frequentato, fin

da piccolo, vari campus musicali, sostenendo già

prove ed esibizioni “.Un bagaglio umano e professionale che ha per-

messo al giovanissimo talento dell’Istituto Braga

di affrontare con maggiore tranquillità la platea.

“All’inizio non nego, è stata dura, ma oggi riesco

a dominare abbastanza bene l’emozione di esi-

birmi dinanzi ad un pubblico”.A differenza di altri strumenti il flauto permette

di coltivare con minore difficoltà altre passioni

e, soprattutto, di sostenere gli impegni scolastici,

considerato che Marco frequenta con buon pro-

fitto il primo anno del Liceo Scientifico. “Mi aiu-

ta molto il fatto che il mio strumento non richieda

il “flauto magico” di marco

una mole di lavoro enorme, così riesco ad organizzare

bene il mio pomeriggio, dividendomi tra il flauto e i

compiti. Inoltre ho la possibilità di frequentare due

volte a settimana un corso di nuoto, uno sport che

regala ottimi giovamenti anche allo studio del mio

strumento. Eventuali rinunce non sarebbero un pro-

blema, anzi, le farei a cuor leggero perché la passione

mi spinge avanti senza preoccupazioni”.

Qualche piccolo problema dovuto a una diversità d’in-

teressi e ad una palese povertà argomentativa sorge,

invece, con i compagni di classe:<< purtroppo non

condividiamo le stesse passioni; a me non piace lo

sport e questo non permette d’interagire con loro. Mi

capita anche di dover rinunciare a qualche uscita in

gruppo. Credo, però, che sia solo questione di tempo,

anche alle medie, dopo un inizio non facile, ho stretto

dei bei rapporti>>.Quattordici anni, ma idee ben chiare sul futuro. Marco

è un fiume di progetti, sogni, speranze. “Per prima

cosa, dopo il diploma mi piacerebbe perfezionarmi

all’estero. Le grandi scuole del flauto si trovano so-

prattutto a Ginevra, Parigi e in Germania. Il mio sogno

sarebbe quello di essere seguito da uno dei migliori

flautisti del mondo: Emmanuelle Pahud. Sogno di es-

sere un concertista affermato in campo internazionale,

entrare in orchestra e poter esprimere la mia musica”.

A 14 anni appena il giovanissimo allievo del “Braga” di Teramo, già vincitore

di numerosi premi, è una rivelazione nel difficile mondo della musica.

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PIAZZAGRANDE.INFO

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Marco Caporaletti è nato a Roma nel 1995. Inizia lo studio del flauto all’età di sette anni e contemporaneamente en-tra a far parte del Coro di Voci Bianche “Aureliano” diretto da Bruna Liguori Valenti.Con il Coro Aureliano, in collaborazio-ne con l’Accademia di S. Cecilia, ha partecipato: nel marzo del 2002 all’ese-cuzione della “Passione secondo Mat-teo” di J.S. Bach presso l’Auditorium di via della Conciliazione, e nel dicem-bre 2003 all’esecuzione della Sinfonia n. 3 di G. Mahler diretta da Myung-Whun Chung presso il Teatro “La Fe-nice” di Venezia; nell’ottobre 2003, in occasione del Berg Festival al Parco della Musica di Roma, ha interpretato il figlio di Maria nel Wozzeck diretto da Daniele Gatti. Nell’ estate 2005, per il festival “Notti Malatestiane” di Rimini, ha eseguito, come voce bianca solista, il secondo dei Chichester Psalms diret-to da Stefano Cucci. In qualità di flautista, nel 2004, ha con-seguito il 1° premio assoluto e quello per il più giovane concorrente premia-to al Concorso “I giovani e l’arte” di Roma , nel 2006 il 1° premio assoluto al Concorso “Città di Grosseto” , nel 2008 il 1° premio al Concorso “Nuo-vi Orizzonti” di Arezzo, nel 2009 1° premio assoluto al Concorso “Riviera Etrusca” di Piombino. Ha vinto inol-tre, sempre nel 2009, il primo premio al Concorso “Rotary Club Teramo Est”. Dal 2008 è primo flauto della “Giova-ne Orchestra dell’Opera” di Roma. Fa parte inoltre dell’ “Ensemble di flauti dell’ Accademia Italiana del Flauto” diretto da Angelo Persichilli. Ha conse-guito il compimento inferiore di flauto sotto la guida di Marta Rossi ed attual-mente frequenta il VII corso di flauto nella classe di Vilma Campitelli presso l’Istituto di Alta Formazione Musicale “G. Braga” di Teramo.

Chi è

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PIAZZA GRANDE DICEMBRE 2009

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Forse la sintesi di un convegno impor-tante e molto partecipato, come quello organizzato a Montesilvano (Pe), dalla

Direzione Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale de L’Aquila su “Cultura giovanile e nuove forme di bullismo” sta in una frase del prof. Gustavo Pietropolli Charmet, do-cente di Psicologia dinamica all’Università degli Studi di Milano-Bicocca: “ Il bullismo è un fenomeno che comporta rischi e segnala situazioni di disagio. Però è anche un’occa-sione di crescita per la scuola e per i servizi che presidiano il territorio. Costringe a for-mare nuove reti, nuove occasioni di incontro. Mi sembra un grande merito dei bulli averci indotto a creare alleanze tra professioni e istituzioni, per cercare di aiutarli a crescere”. E in verità, la giornata di studi è riuscita a mettere insieme studiosi di fama internazio-nale, rappresentanti delle istituzioni locali, nazionali e dell’Università, dirigenti scolastici e docenti, in una sala gremitissima e atten-ta, intorno a un tema di scottante attualità, anche in Abruzzo. Con l’obiettivo, come sot-tolinea il dott. Carlo Petracca, Direttore Ge-nerale dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Abruzzo, intanto, di “dare un segnale tangi-bile di ripresa delle attività proprie dell’ufficio, dopo l’emergenza ricostruttiva imposta dal terremoto, affrontando un fenomeno che si va sempre più diffondendo e merita appro-fondimento e risposta”. E le indicazioni, in effetti, sono arrivate dal convegno. Cominciando dai dati forniti dal prof. Gabriele Di Francesco, dell’Università “G.D’Annunzio” di Chieti-Pescara. Da uno studio compiuto negli ultimi tre anni su 393 sedi scolastiche abruzzesi (dalle elementari alle superiori) sono emersi casi di bullismo

con un dato significativo (62,59 %). Un fenomeno in crescita, al “pas-so con i tempi” e che vede anche le ragazze in prima linea. Si è parlato, infatti, di Cyber-bullismo e “bullismo rosa”. Loredana Petro-ne, docente di Medicina legale e trattamento psicologico sui minori a “La Sapienza” di Roma, ha evidenziato le caratteristiche di questa nuova forma di vessazione legata ai più moderni mezzi di comuni-cazione, molto in voga tra i più giovani. “Il Cyber-bullismo - spiega - è un nuovo tipo di violenza, che prevede l’utilizzo di internet, cel-lulari, mediante sms o mms. Le immagini o foto di molestie, sopraf-fazioni, addirittura violenze sessuali, vengono scaricate e mandate facilmente online. Le nuove tecnologie annullano completamente la sofferenza della vittima. E i nostri giovani, al contrario, attivano il cosiddetto disimpegno morale. Non provano sensi di colpa nei con-fronti dell’altro. E’ come se vivessero in un grande reality show, dove tutto è ammesso”. Un consiglio a genitori e insegnanti? “Tante le strategie da mettere in campo – risponde la prof. Petrone- . In primo luogo l’alfabetizzazione morale. E poi cercando di scoprire, cono-

di Tiziana MattiaIl bullismo visto dagli esperti

A Montesilvano convegno-studio con studiosi e rappresentanti

delle istituzioni. Il monitoraggio del fenomeno affidato in Abruzzo ad un Osservatorio permanente.

Da sinistra il dott. Carlo Petracca e il prof. Charmet

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��Il bullismo visto dagli esperti

scere, quello che c’è nel web, avere il polso della situazione per guidare i figli nel mare magno della rete”. Il fenomeno collaterale del “bullismo rosa” affrontato da Eide Spedicato, docente di Sociologia alla “D’Annun-zio”. Una tendenza, anche questa, in crescita, che vedrà addirittura tra pochi anni, le ragazze eguagliare i coetanei maschi in comportamenti aggressivi. Essenziale, dunque – e questo è stato uno degli obiettivi del convegno – riuscire a comprendere le cause del fenomeno, senza mini-mizzarlo o, addirittura, facendo finta che non esista. “Sfide al limite del consentito, comportamenti rischiosi, abusi di alcol, o di sesso – spiega il prof. Charmet - nella realtà, per i giovani sono normali, non proibiti. Aiutano anche superare timidezze”. Insieme all’assoluta mancanza di sensi di colpa, che iniziano tra i più piccoli, quando ad esempio, vanno a scuola senza aver fatto i compiti. De-terminante, allora, che scuola, fami-glia, istituzioni, scendano in campo verso un obiettivo comune, recupe-rando l’empatia persa tra il vorticoso correre dei tempi. Non a caso, isti-tuito l’Osservatorio abruzzese per-manente sul bullismo, creato proprio per essere un “punto di riferimento, al di là dei compiti di monitoraggio”, come ricorda la coordinatrice regio-nale Marisa Colletti Bottarel. E se la scuola “deve assumere con-

sapevolezza per poter intervenire – aggiunge il dott. Petracca -, coinvolgen-do fortemente le rappresentanze studentesche, abituando i ragazzi a leggere di più comportamenti e sentimenti e soprattutto, recuperando il senso delle regole”, dall’altro Giovanna Boda, coordinatrice dell’Osservatorio nazionale sul bullismo lancia un messaggio a docenti e, soprattutto, a genitori: “Inse-gnate ai vostri figli a tollerare le frustrazioni. Imparare a soffrire li farà crescere più forti e a superare le difficoltà che inevitabilmente incontreranno nella vita”. Magari, così, anche il bullismo, prima o poi, “passerà di moda”.

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Lo stalker di Montesilvano, un uomo di 47 anni,

è stato ritrovato senza vita nella campagna della

provincia foggiana, dopo una settimana di in-

cessanti ricerche delle forze dell’ordine. Elemento ag-

ghiacciante del ritrovamento, una lettera indirizzata al

figlio, avuto dalla ex compagna, vittima del gesto che

lo ha spinto alla fuga. L’uomo, prima del suicidio, ha

riservato al figlio richieste di incomprensibile lucidità:

lo ha pregato di mantenere il cognome paterno e di por-

tare fiori sulla sua tomba. Ma cosa ha spinto quest’uomo a dare una svolta irre-

versibile alla sua vita violenta? Il fuggitivo si era la-

sciato alle spalle una scena da farwest metropolitano. In

un parcheggio di Montesilvano, dopo diversi apposta-

menti e pedinamenti, aveva atteso la sua ex compagna

e il nuovo compagno, celando la sua identità con una

parrucca bionda. Al momento propizio, con estrema

freddezza, ha estratto una calibro 7.65 ed ha scaricato

su di loro due colpi di pistola, colpendo la donna al viso

e l’uomo ad un rene. Era la svolta sanguinosa d’una vicenda annosa. Il dram-

matico epilogo di un insieme di violenze, reiterate nel

tempo. Veri e propri “atti persecutori”, che lo stalker

compie ai danni della vittima, in questo caso la ex

compagna. Nel mese di ottobre, infatti, la donna aveva

denunciato lo “stalker”, così definito per la modalità

d’azione. Sin dalla scorsa estate, infatti, aveva attuato

comportamenti minacciosi, attraverso pedinamenti, te-

lefonate e contatti di persona. Lo stato d’ansia e timore,

procurato alla donna, è sfociato in una repentina richie-

sta di aiuto alle forze dell’ordine.

Per questo motivo, il GIP del Tribunale di Teramo ha

disposto l’applicazione del divieto di dimora nel Co-

mune di Silvi, ma ciò nonostante l’uomo ha perseguito

nei suoi intenti. Incurante, infatti, della prescrizione,

l’ha violata e più volte si è recato sotto l’abitazione

della donna con evidenti atteggiamenti di minaccia.

La misura cautelare non era più adeguata ed è sta-

ta revocata per porre l’uomo agli arresti domiciliari

nell’abitazione di Foggia, sua località d’origine. Il

provvedimento non è valso a bloccare l’uomo che,

evaso dagli arresti domiciliari, si è recato in Abruz-

zo, teatro della sua tragedia personale.

Negli ultimi tempi, le cronache non mancano di in-

formarci quotidianamente e nei dettagli. A breve di-

stanza dalla vicenda di Silvi, un nuovo episodio. La

modalità sempre la stessa con una location più vici-

na, Bisenti. La vittima, una donna di 35 anni, aveva

già presentato denuncia per stalking nei confronti

dell’ex marito, un 44enne del luogo, incensurato. La

donna, all’ennesimo contatto telefonico dell’ex, si è

tempestivamente rivolta ai carabinieri, che lo hanno

tratto in arresto. Una vicenda che, grazie alla colla-

borazione della vittima, si è conclusa fortunatamen-

te senza conseguenze drammatiche.

Alla luce di questi episodi, preceduti da diversi altri,

a Chieti, a Pescara, a Vasto, si è in grado di indivi-

duare cos’è lo stalking e chi è lo stalker. Il termine

stalking, derivato dal linguaggio venatorio (fare la

posta), non è ben traducibile in italiano, ma potrebbe

ben adattarsi la definizione di “molestie assillanti”,

intese come comportamenti intrusivi di sorveglian-

za, controllo, ricerca di contatto e comunicazione.

Il confine tra corteggiamento e stalking è labile. I

singoli comportamenti possono non costituire per-

secuzione, ma se portati avanti contro la volontà

manifesta della vittima la definizione cambia. Gli

stalker, di solito, sono ex partners che non accettano

la fine di una relazione intima e cercano di ristabilire

un rapporto.

Quando lo stalker è dietro l’angolo

Montesilvano, Pineto, Silvi, Pescara,

Vasto e non solo, “Mister molestie” è

ormai ovunque e invade il territorio.

Protagonista d’una nuova criminalità

in espansione, che colpisce uomini e

donne. Ma ora...di Alessia Stranieri

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“CON ME O CON NESSUN ALTRO...”.

Ex compagni di vita che minacciano, violentano, picchiano e rendono la vita impossibile

a chi subisce le aggressioni. Dapprima i soggetti perseguitati cercano di comprendere e far

ragionare il molestatore: è sempre una persona con la quale si è condiviso affettivamente un

periodo della propria vita e non si vuol essere troppo duri. Così si sottovaluta lo stalker che

gioca su comportamenti ambivalenti di aggressività alternati a dolcezza e sottomissione.

Tutto questo genera nella vittima uno stato insopportabile di ansia e frustrazione, una sof-

ferenza psicologica, fino al punto da portarla a cambiare abitudini di vita. Un vero calvario

che spesso si subisce in silenzio per timori alla propria incolumità. Il dictat dello stalker è

“o con me o con nessun altro”.

Questo fenomeno, sempre più evidente, colpisce nella maggior parte dei casi le donne, ma

non è sempre e solo così. Le parti possono essere invertite: donne che, non si rassegnano

alla scelta dell’ex di rifarsi una vita, arrivano a perseguitare la nuova compagna del marito

con minacce ed offese quotidiane. Il fenomeno dello stalking è uscito allo scoperto, è affio-

rato dai meandri dell’oscurità per mostrarsi palese e solo ora riusciamo a unire i tasselli di

questo terribile puzzle. Dopo anni, siamo in grado di comprendere i molti casi di stalking

che sono passati sotto i riflettori dei media. Luciano Delfino, che uccise a Sanremo la sua ex

fidanzata, dopo averla pedinata, molestata e minacciata, è solo uno dei tanti tristi episodi.

Tante, troppe situazioni caratterizzate dall’impulso irrefrenabile a “possedere” la persona

che si crede di amare. Gli studiosi, gli psicologi, i criminologi affermano che il desiderio di

possesso tipico dell’infanzia possa riemergere in età adulta. Si crede di amare la persona e

Quando lo stalker è dietro l’angolo

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la si considera al pari di un oggetto e, quando questa op-pone un rifiuto, non si è preparati ad essere respinti e si instaura un comportamento ossessivo di molestie, di per-secuzioni, pensando che prima o poi debba cedere, arri-vando al punto di non ritorno. In questa società del “tutto e subito”, la devianza del comportamento umano è il vero male dei nostri tempi, non ci si rassegna a perdere, a sen-tirsi messi da parte, non si comprendono più i valori e i veri sentimenti. Lo stalking, purtroppo, è un reato in cre-scita ed oggi con la sempre maggior diffusione dei mezzi di comunicazione, come e-mail, chat e social network, si realizzano sofisticate forme di violenza. Il cyberstalking (così si definisce la persecuzione on line), consiste infatti in comunicazioni che proseguono anche dopo che il de-stinatario abbia chiesto al mittente di cessare i contatti. Altro non è che un’estensione della forma fisica di inse-guimento. Fino a qualche mese fa, nell’ordinamento legislativo italiano, non esisteva una ipotesi di reato specifica che si ricollegasse a questo fenomeno. In base agli elementi descritti e raccolti dalla vittima, le Forze dell’ordine ri-conducevano la condotta a singoli reati come minacce, ingiurie, molestie, lesioni e violenza privata per poi tra-smettere, all’Autorità Giudiziaria, la denuncia-querela.

REATO PUNITO DALLA LEGGELo stalking è oggi reato. Il 22 aprile è stato convertito in legge il decreto sulla sicurezza n.11, varato dal Consiglio dei ministri il 23 febbraio 2009, con la previsione anche di pene più severe contro chi comette violenze sessuali. Pertanto uno strumento in più per combattere questi atti persecutori, con la previsione della reclusione da 6 mesi a 4 anni. In questi primi mesi dall’entrata in vigore della legge sono state arrestate 520 persone e ne sono state de-nunciate ben 2.950. Secondo i dati raccolti dal Servizio analisi criminale le vittime sono per l’80,03 per cento donne, contro il 19,97 per cento di uomini.

CI SONO ANCHE LE ASSOCIAZIONIInoltre sono e continuano a sorgere numerose associazio-ni. L’avvocato Giulia Bongiorno e la showgirl Michelle Hunziker sono le fondatrici della Onlus “Doppia Difesa”, in aiuto delle donne vittime di stalking e di discrimina-zioni. La stessa Michelle, in prima persona, si è trovata oggetto di ripetute attenzioni di un fan sfegatato che dal 2006 ha messo in atto la modalità tipica di azione dello stalker. Non è stato l’unico. La soubrette ha ricevuto an-che diverse minacce tra cui una lametta accompagnata da una missiva in cui c’era scritto “ti deturpo quel visino da p..”. L’uomo è stato condannato dal tribunale di Milano

Quando lo stalker è dietro l’angolo

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a 9 mesi di reclusione. Lo stalking è un fenomeno che non fa distinzioni, può colpire chiunque: le persecuzio-ni sono il lato oscuro delle relazioni interpersonali (cit. fondatore e di-rettore dell’Osservatorio Nazionale Stalking, Massimo Lattanzi). FABIO, LUCA,GIACOMO: “QUANDO A MOLESTARE E’ LEI...”Anche se lo stalking è un crimine trasversale e nella maggior parte degli episodi vede le donne vittime e gli uomini persecutori, non man-cano casi inversi ed il rapporto tra i due sessi è di circa 3:1. Sicuramente una percentuale di gran lunga infe-riore, circa il 20%, ma comunque in crescita. Le donne, diversamente dall’altro sesso, instaurano compor-tamenti “ossessivi” nel tentativo di una richiesta di spiegazioni, di ri-conciliazione, che se non arriva, non

necessariamente sfocia in questo crimine. Fabio, studente di 25 anni, racconta di atteggiamenti insistenti di una ex ragazza. “Dopo averla lasciata, ha cominciato a telefonar-mi a tutte le ore del giorno. A volte era carina, cercava di convincermi a tornare insieme, altre volte mi trattava con disprezzo. Non cre-do possa definirsi stalking, dopo un mese si è rassegnata.” Anche Luca, trentenne, lavoratore, ha una sua opinione “Secondo me è solo una questione mentale. Sono per-sone che non riescono a superare l’abbandono, sono persone deboli. La mia ex si informava con i miei amici dei locali che avrei frequen-tato la sera e puntualmente era lì. A loro spiegava: Io vado sempre dove va lui. Senza parlare delle telefonate e dei messaggi anche a tarda notte, tentando di convincer-mi ad un incontro.” Interviene Gia-

como 27 anni, anche lui lavoratore “Anche a me è capitato qualcosa del genere. Per un certo periodo di tempo ho ricevuto squilli anonimi e a volte anche alcuni sms da nu-meri sconosciuti. Parole carine ma niente di più. Devo esser sincero, all’ennesimo ho riposto in malo modo ed alla fine ha desistito.” Questi racconti non evidenziano casi di stalking, proprio per la man-canza dei segni caratteristici, primo tra tutti il comportamento reiterato nel tempo. In ogni caso il proble-ma esiste non solo per le donne. La differenza, tra le tipologie di vittime, consiste nella difficoltà degli uomini a denunciare., perché restii a confidare certe attenzioni, che li porta a soccombere. Que-sto probabilmente perchè ancora legati ad una visione tradizionale del rapporto in cui l’uomo è parte dominante e non vittima.

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Maestro Scacchia, è vero che i teramani si avvicinano sempre più alla pratica degli sport da combattimento (pugilato, kick boxing, k1 e thai boxing), per ac-quisire padronanza nella difesa personale?Viviamo sempre più in una società in cui sapersi difendere può risul-tare utile, sia per gli uomini che per le donne. I teramani, sempre più numerosi, praticano lo sport da combattimento. La difesa personale tratta da arti marziali tradizionali. L’autodifesa è efficace se contiene in sé il con-trattacco. Sistema di facile succes-so nell’affrontare un aggressore sconosciuto (probabilmente più forzuto o fuori di se), è quello di difendersi con pugni, calci, gomi-tate e ginocchiate portate a segno con determinazione e alle parti più vulnerabili del corpo avversario. I metodi più efficaci s’incontra-no negli sport da combattimento, quali il pugilato, la kick boxing, il k1, la thai boxing o Muay Thai e il vale tudo. Con la pratica di tali discipline si può raggiungere la padronanza di tecniche di attacco, difesa e contrattacco sperimentan-dole realisticamente in palestra. Difatti, tali allenamenti empirici, sono mirati ad acquisire coordina-zione nei movimenti, automatismi e automatizzazioni essenziali, for-ma fisica e atletica, tecnica e tat-tica di combattimento e consape-volezza delle proprie potenzialità. Gli sport da combattimento hanno in comune la ricerca della sempli-cità d’esecuzione di tecniche auto-

Ne parliamo con Enzo Scacchia,

esperto di disciplinesportive e

tecniche di autodifesa.

SEMPRE PIU’ DONNE PADRONE DEL RING

difensive nella loro più completa efficacia. È importante che una tecnica di difesa entri nella memo-ria fisica di chi la esegue, cioè deve essere eseguita spontaneamente. Sono inutili i corsi brevi di difesa personale dove, senza partire da una base pugilistica, si impara un po’ di tutto e ci si illude di essere pronti ad affrontare qualsiasi vicis-situdine. Tali corsi brevi confondo-no solo le idee e spesso inducono a mettere a repentaglio la propria incolumità.E’ vero che le mamme sono re-stie a far praticare il pugilato ai figli perché temono che possano essere istigati alla violenza?Da tecnico, mi corre doveroso pre-sentare il pugilato come sistema educativo dell’individuo, comple-to nelle due componenti di corpo e mente. La pratica di attività spor-tive da combattimento non istiga alla violenza. Al contrario, tende ad esaltare la ragione sulla violenza, il controllo sulla forza bruta, fino ad esprimere la propria aggressività, canalizzandola e non arrestandola, per rapportarsi sportivamente con un avversario e raggiungere uno stato di equilibrio interiore, di pace

e di autocontrollo.Inoltre, è chia-ramente dimostrato come la pre-parazione atletica, tecnica e tattica di tale attività sportiva dia padro-nanza di una difesa personale vera e propria conforme alla più pura realtà, insieme al miglioramento della propria prestazione atletica, forma fisica e stato di salute.”Per avvicinarsi al pugilato biso-gna avere doti particolari? Com-porta rischi? “Il pugilato può essere praticato da tutti, agonisti e amatori. Gli ama-tori possono comunque effettuare una preparazione pugilistica com-pleta ed incrociare i guantoni sul ring senza nessun rischio di farsi male. Difatti in tali corsi è previsto l’ausilio di speciali protezioni omo-logate come il casco munito di rete rigida facciale. Inoltre, esprimo la mia soddisfazione nel constatare che le donne si avvicinano sempre più alla praticare del pugilato e, pur conservando la loro femminilità, contano il 40% degli iscritti nella palestra Club Scacchia di Teramo, nonché in campo nazionale ed in-ternazionale. Anche i massmedia manifestano grande interesse nei confronti degli sport da ring.

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Fermamente convinto che la Città di Teramo meritasse, per la sua importanza e la sua storia, una dimensione ed una visibilità europea, abbiamo accettato e vinto una sfida che ha permesso al nostro territorio di fregiarsi del prestigioso marchio della Commissione Europea deno-minato Europe Direct.La rete d’informazione Europe Direct agisce come in-termediario tra l’Unione Europea ed i cittadini a livello locale. La sua mission consiste nel permettere alla citta-dinanza di ottenere informazioni, consulenza, assistenza e risposte a domande sulle Istituzioni, la legislazione, le politiche, i programmi e le possibilità di finanziamento dell’Unione Europea. Il Centro promuove attivamente a livello locale e regiona-le il dibattito pubblico e l’interesse dei media sull’Unione Europea e le sue politiche; collabora con il mondo del-la scuola e della società civile per sensibilizzare ai temi della cittadinanza e dell’unificazione europea; consente alle Istituzioni europee di migliorare la diffusione di infor-mazioni adattate alle necessità locali e regionali; offre la possibilità di comunicare con le Istituzioni europee, in for-ma di domande, pareri e suggerimenti.

Europe Direct Teramo

Centro d’informazione dell’Unione Europea

Giovanni Luzii Assessore politichee progetti comunitari città di Teramo

redazionale

DOVE SIAMOLa sede del Centro Europe Direct Teramo è in Via A. De Benedictis 1, c/o il Parco della Scienza, Teramo.

tel.: +39 0861221198e-mail: [email protected] VISITATE IL NOSTRO SITO INTERNET : www.europedirectteramo.it

CONTATTIPer ricevere informazioni potete contattarci:presso lo sportello informativo da lunedì a venerdì ore 9.00 - 13.00 martedì e giovedì ore 15.00 - 17.00

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Sindaco Crescia, stato d’ani-mo ed emozioni provate quando ha saputo che era

diventato sindaco di Castiglione.Innanzitutto colgo l’occasione di questa prima uscita pubblica per ringraziare i cittadini di Ca-stiglione per il consenso enorme attribuito alla mia lista e per la fi-ducia accordata al sottoscritto ed al suo gruppo. Raggiungere qua-si il 65% di voti ha rappresentato un successo straordinario. Provo enorme soddisfazione nell’esse-re diventato Sindaco del paese in cui sono nato, sono cresciuto e mi sono realizzato. Mi è stata data la possibilità di poter gestire lo sviluppo del paese per i prossi-mi anni. E di questo sono davve-ro grato ai miei concittadini. Il bilancio di questi primi mesi di legislatura. Come ogni inizio, i primi mesi sono caratterizzati da una fase di assestamento in cui si mette a punto la macchina amministrati-va e di calibrare le forze a dispo-sizione. Per questo abbiamo dato le deleghe in modo tale da rispet-

tare professionalità e capacità dei singoli assessori. Tengo a preci-sare per esempio che la delega ai lavori pubblici è stata da me affidata ad un giovane ingegnere competente e preparato. Di recente abbiamo dovuto prov-vedere alla sostituzione dell’as-sessore Renzo Marini in quanto si è reso indisponibile allo svol-gimento del mandato a causa dei continui impegni lavorativi fuori dal nostro comune. L’incarico è andato ad un cittadino di Casti-glione, Cristiano Sorgentone, che sta lavorando con impegno e continuità.Le ultime elezioni provinciali ed amministrative hanno sancito un importante successo per la Valla-ta del Fino, che ha eletto un con-sigliere provinciale nel frattempo nominato assessore. Pensa che questo possa aprire nuove pro-spettive di sviluppo per la Val-lata?Senza dubbio. La Vallata del Fino, nel corso degli anni, ha potuto e può contare tuttora sul-la rappresentanza di prestigiosi

esponenti politici. Mi riferisco al sen. Salini, figura a cui io faccio riferimento a livello politico.La presenza di Antonio Di Mi-chele in seno all’Amministrazio-ne provinciale di Teramo rappre-senta un tassello importante per la Vallata. Abbiamo condotto la campagna elettorale giocando le nostre carte non all’interno del partito del Popolo della Liber-tà, ma della lista civica in cui era candidato Di Michele. Ab-biamo dimostrato di sapere fare gruppo e di sapere raggiungere l’obiettivo. Di Michele possiede tutte le capacità per operare in modo concreto ed efficace nella giunta provinciale, così come ha lavorato benissimo in qualità di sindaco di Castiglione nell’ulti-mo decennio. Basta prendere in considerazione le opere che negli ultimi giorni si stanno realizzan-do nel territorio della Vallata per rendersi conto dell’impegno e dell’attaccamento dimostrati da Di Michele per la sua terra. Si tratta di lavori che erano partiti in precedenza, ma che Antonio ha

Problemi viabilità, terremoto, termovalorizzatore ed altro, per un territorio con nuove positive prospettive di sviluppo.

“ALTRI 5 ANNI PER COSTRUIRE”di Vincenzo Luca Salini

Danilo Crescia, sindaco di Castiglione M. Raimondo

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accelerato nei tempi. Contiamo molto sulla fattiva collaborazio-ne dell’assessore provinciale, so-prattutto ai fini della realizzazio-ne della strada di collegamento Fino-Vomano. Sono, altresì, con-vinto che anche sotto l’aspetto culturale, nonostante le finanze esigue, Di Michele darà un forte contributo ai paesi della Vallata, soprattutto a partire dal prossimo anno. Problema viabilità. Progetti e programmi per i prossimi cin-que anni?L’amministrazione comunale anche nel periodo in cui ricopri-vo l’incarico di vice-sindaco ha tenuto in forte considerazione il problema viabilità. Oggi racco-gliamo i frutti di tanto attivismo in quanto il territorio comunale pullula di cantieri stradali. Devo dire che la mia esperienza pro-fessionale, essendo nel settore da oltre 27 anni, ha consentito di individuare le strade giuste, mes-se a punto anche e soprattutto con l’aiuto delle autorità locali, tra cui il sen. Salini. I lavori realizzati ed in via di realizzazione alla frazione Piani

garantiranno un ingente sviluppo non solo al comune di Castiglio-ne, ma a tutta la Vallata del Fino. Rappresentano, anzi, il volano dell’economia di una zona che farà da traino allo sviluppo ed alla crescita di tutto il compren-sorio. Il territorio del Comune di Ca-stiglione è stato interessato dal terremoto?Solo in piccola parte. Le strutture pubbliche fortunatamente hanno retto. La scuola elementare è in cemento armato anni ’70 e non ha avuto alcuna lesione. Anche la scuola media non ha subito al-cun danno, anche grazie ad un in-tervento antisismico della nostra amministrazione risalente ad un anno fa. Come dire. Siamo stati preveggenti e previdenti. Che idea si è fatto della vicenda del termovalorizzatore a Bisenti? Crede che i rifiuti possano rap-presentare occasione di vantag-gio per la nostra Vallata?A mio avviso la Vallata del Fino, incontaminata e caratterizzata da aria salubre, non deve iniziare a percorrere la strada dei rifiuti. La nostra terra deve continuare ad

essere un polmone verde. Ricor-do che nel 1996-1997, quando eravamo in opposizione al co-mune di Castiglione, unitamente a tanti amici di Bisenti e degli altri paesi della Vallata, ci siamo fermamente opposti a chi voleva realizzare una discarica nel no-stro territorio. Ciò testimonia la nostra sensibilità a queste temati-che. Inoltre ci siamo sempre op-posti all’installazione di antenne e ripetitori all’interno del nostro territorio. Tornando alla vicenda termo-valorizzatore, tengo a precisare che, se dovesse essercene la ne-cessità, anche l’amministrazio-ne di Castiglione si opporrà con modi, tempi e forme previste dalla legge.Viviamo nella società dell’infor-mazione. Avete pensato a come far conoscere la vostra attività amministrativa?Dopo le elezioni ho sviluppato l’idea di creare un periodico de-dicato al territorio di Castiglione e di tutta la Vallata del Fino. Un periodico in grado di mettere in comunicazione l’amministrazio-ne con la propria cittadinanza.

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AVVISO PER PROGETTI DI SOGGETTI EMERGENTI ANNO 2010Con il presente avviso, la Fondazione Tercas intende individuare, nel settore “Arte, attività e beni culturali, iniziative meritevoli di fi-nanziamento proposte da enti senza fini di lucro e relative a una delle seguenti aree tematiche:a) MUSICA;b) TEATRO;c) ATTIVITÀ CULTURALI ED ARTISTICHE diverse da musica e teatro.Tali iniziative dovranno essere promosse da organismi no profit del territorio, non ancora affermati, ai quali la Fondazione vuole dare occasioni di emergere e trovare spazi di evidenza.Non sono riconducibili al novero delle iniziative finanziabili ai ter-mini del presente avviso quelle che, pur in presenza di alcune delle caratteristiche di seguito specificate, abbiano assunto il carattere del-la stabilità e continuità.La Fondazione si riserva di suggerire, discutere e chiedere modifi-che e adattamenti riguardanti i progetti proposti. Si riserva altresì la facoltà di raccogliere – dalle istanze avanzate – indicazioni, spunti e idee per lo sviluppo di compiuti progetti da realizzare anche con interventi diretti, eventualmente con modalità diverse da quelle ori-ginarie.

REQUISITI DI PARTECIPAZIONESaranno ammesse alla selezione le domande presentate da soggetti:a) costituiti da almeno un anno dalla data di pubblicazione del pre-sente avviso, con atto pubblico o scrittura privata regolarmente re-gistrati;b) di natura privatistica;c) senza scopo di lucro;d) con sede nel territorio della Provincia di Teramo.

REGOLE DI PARTECIPAZIONELe istanze devono essere trasmesse entro la data di venerdì 15 gen-naio 2010 a mezzo LETTERA RACCOMANDATA A.R. al se-guente recapito: Fondazione Tercas - Corso S. Giorgio n. 36 - 64100 Teramo o mediante POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA al seguente indirizzo: [email protected] spedizione a mezzo lettera raccomandata a.r. si considererà per-venuta tempestivamente se accettata dal servizio postale entro la data di venerdì 15 gennaio 2010 (farà fede il timbro dell’Ufficio Po-stale), purché recapitata agli uffici della Fondazione nei sette giorni successivi a detto termine. Solo a partire dal giorno giovedì 10 dicembre 2009 sarà possibile trasmettere le istanze mediante CONSEGNA MANUALE da effet-tuarsi presso la sede di Palazzo Melatino, in Largo Melatini 17/23, Teramo, entro le ore 12.00 di venerdì 15 gennaio 2010.Non saranno ritenute regolarmente recapitate le richieste trasmes-se o recapitate in modo diverso da quello sopra indicato, comprese quelle inviate o recapitate tramite gli sportelli di Banca Tercas Spa.Il mancato rispetto dei termini e delle modalità di consegna o spedi-zione di cui sopra comporterà l’automatica esclusione delle relative istanze.Gli interessati dovranno inoltre attenersi alle regole di seguito ri-portate.1. A ciascun soggetto è consentito avanzare una sola proposta: in ogni caso solo quella protocollata per prima verrà presa in esame.2. Ciascuna domanda dovrà contenere un unico progetto; dovrà inoltre attenersi a quanto di seguito indicato:a) la busta contenente l’istanza ed i relativi allegati dovrà riportare la dicitura “AVVISO DEL 16.11.09”;

b) la domanda ed i relativi allegati dovranno essere prodotti in duplice copia;c) l’istanza deve essere redatta, a pena di esclusione, sul modello “AVVISO DEL 16.11.09 – MODELLO DI DOMANDA” al-l’uopo predisposto, disponibile sul sito internet www.fondazio-netercas.it e presso gli uffici dell’Ente;d) la presentazione del suddetto modello di domanda comporterà l’obbligo di adempiere a tutti gli impegni nel presente avviso o nel modello di domanda;e) la compilazione del modello in ogni quadro è da considerarsi essenziale ed è richiesta a pena di esclusione anche quando le notizie richieste dal modello siano contenute nella documenta-zione allegata;f) se sono previste quote di finanziamento a carico di altri soggetti diversi dalla Fondazione, il richiedente dovrà allegare copia della domanda inoltrate a tali soggetti;g) alla domanda devono essere allegati:- il modulo per il consenso al trattamento dei dati personali;- una copia dell’Atto costitutivo e dello Statuto dell’Ente richie-dente, l’elenco completo degli associati e delle persone fisiche che fanno parte degli organi; - il progetto analitico dell’iniziativa e il preventivo economico-finanziario dettagliato;- una copia degli ultimi due bilanci d’esercizio approvati (o del-l’ultimo bilancio approvato se il richiedente è costituito da meno di due anni);- ogni altra documentazione integrativa ritenuta utile per la valu-tazione della domanda.Le domande non redatte secondo le indicazioni fornite saranno considerate incomplete e non verranno prese in considerazione.3. Le domande devono riguardare progetti:a) da realizzarsi nella Provincia di Teramo nel periodo 15 marzo 2010 - 14 marzo 2011;b) riconducibili alle seguenti aree tematiche:- Musica;- Teatro;- Attività culturali ed artistiche diverse da musica e teatro, con esclusione degli interventi di conservazione e valorizzazione di beni artistici e monumentali;c) proposti da enti non profit sede nella Provincia di Teramo;d) che non prevedono corrispettivi in alcuna forma né rimborsi spese forfettari per l’ente proponente, per i suoi organi o per gli associati.Non sono considerate coerenti con le finalità del presente avviso le richieste relative ad iniziative che, attraverso la realizzazione di spettacoli, concerti e manifestazioni culturali di vario genere, perseguono obiettivi riconducibili agli altri settori di intervento della Fondazione (Conservazione beni culturali e promozione del turismo culturale; Ricerca scientifica e tecnologica; Volontariato, filantropia e beneficenza; Salute pubblica, medicina preventiva e riabilitativa; Educazione, istruzione e formazione).4. Il contributo richiesto alla Fondazione deve essere contenuto nell’ammontare massimo di € 10.000,00 (euro diecimila/00).5. Sono considerati comunque INAMMISSIBILI alle sovvenzio-ni previste dal presente avviso i progetti riguardanti:a) festival e rassegne;b) corsi, seminari e laboratori o comunque attività di natura for-mativa, anche in vista di una rappresentazione finale;c) concorsi e premi, anche in vista di una rappresentazione fi-nale;d) concerti e/o spettacoli da realizzarsi in occasione delle festività del Natale e della Pasqua;

Corso S. Giorgio n. 36 - 64100 TeramoTel. 0861.241883 – fax 0861.242800e-mail: [email protected] internet: www.fondazionetercas.it

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e) rappresentazioni cinematografiche, mostre, conferenze, conve-gni, pubblicazioni e CD;f) iniziative di carattere dialettale e folcloristico.6. Ai sensi di quanto stabilito dalle norme regolamentari della Fon-dazione, è in ogni caso ESCLUSA la finanziabilità di iniziative:a) di natura commerciale, lucrativa o che producano comunque un profitto a vantaggio dei loro promotori;b) provenienti da movimenti politici, da organizzazioni sindacali o di categoria;c) provenienti da associazioni sportive di natura professionale o dilettantistica.

CRITERI DI SELEZIONE E MOTIVI DI PREFERENZALa Fondazione procederà ad assegnare i fondi alle richieste tenen-do conto, a parità di altre condizioni:a) delle potenzialità dell’organismo proponente e della sua base partecipativa;b) del coinvolgimento di forze artistiche e risorse culturali locali che cercano occasione di inserimento e maturazione professiona-le;c) delle prospettive di coinvolgimento nell’iniziativa di una larga base di soggetti sia per l’aspetto artistico sia per la fruizione;d) della capacità di più organismi di coordinarsi per costruire pro-getti di maggiore interesse e di più allargata partecipazione;e) dell’economicità del progetto;f) della capacità di reperire anche altre fonti di finanziamento, con particolare riferimento agli enti locali.La decisione sull’ammissione al finanziamento sarà adottata con delibera del Consiglio di Amministrazione della Fondazione; il giudizio è insindacabile.

ASSEGNAZIONE ED UTILIZZO DEI FINANZIAMENTII soggetti ammessi al finanziamento dovranno produrre, nel ter-mine che sarà comunicato e, comunque, prima dell’avvio della propria iniziativa:a) il programma definitivo dell’iniziativa, indicando e motivando le eventuali modifiche apportate al progetto iniziale;b) il piano economico finanziario aggiornato, dando evidenza al-l’esito delle altre richieste di contributo indicate nella domanda ed all’eventuale impegno del richiedente stesso ad accollarsi la parte dei finanziamenti attesi che non dovessero trovare conferma.Nell’ipotesi di modifiche rilevanti rispetto al progetto iniziale, lo stesso sarà oggetto di una nuova valutazione da parte del Consiglio di Amministrazione della Fondazione.Sulla base di queste indicazioni il Consiglio d’Amministrazione procederà all’assegnazione definitiva dei fondi che sarà formaliz-zata mediante la sottoscrizione di un’apposita Convenzione, nella quale saranno specificati termini e condizioni che regoleranno le erogazioni del contributo accordatoOgni eventuale modifica per qualunque causa apportata al progetto successivamente alla firma della Convenzione, dovrà essere pre-ventivamente approvata dalla Fondazione. Modifiche non preventivamente approvate possono comportare la riduzione del contributo al momento dell’erogazione o anche la revoca dello stesso.

AVVERTENZEContenuto dei preventiviI contributi della Fondazione sono finalizzati al finanziamento di specifiche iniziative e non al sostegno generico dell’attività dei soggetti proponenti: le spese del preventivo economico di ciascun progetto dovranno quindi riferirsi in modo diretto, specifico ed

esclusivo alla realizzazione dello stesso.Il preventivo potrà, tuttavia, comprendere una quota-parte di spese generali direttamente riferibili al progetto finanziato per un importo massimo del 5% dei costi complessivi; solo per le spese rientranti in tale quota – da illustrarsi ed elencarsi comunque in dettaglio nella rendicontazione finale – potranno non essere pro-dotti i documenti giustificativi. Non possono essere coperte dal finanziamento della Fondazione i costi relativi a:1) compensi a favore di persone che fanno parte dei soggetti pro-ponenti (fondatori, associati e cariche istituzionali);2) rimborsi spese forfetari sotto qualsiasi forma a chiunque cor-risposti;3) acquisto di attrezzature durevoli.

PrivacyTutti i dati saranno trattati nel rispetto di quanto previsto dal D.Lgs 196/2003 (Codice in materia di protezione dei dati perso-nali) e secondo le modalità indicate nell’informativa allegata al modello di domanda.

RinvioPer quanto non specificatamente disciplinato dal presente avviso, sono ad ogni effetto richiamate, oltre alla normativa vigente in materia, le disposizioni dello Statuto e del Regolamento dell’at-tività istituzionale della Fondazione, disponibili sul sito internet www.fondazionetercas.it, che i soggetti interessati dichiarano di conoscere integralmente al momento della compilazione e sotto-scrizione del modulo di domanda.

Codice di condottaSi rende noto, inoltre, che gli esponenti, i dirigenti, i dipendenti e i collaboratori della Fondazione, nonché i terzi che svolgano at-tività nell’interesse e/o a vantaggio della Fondazione stessa sono tenuti ad osservare le norme del Codice di condotta approvato con delibera del Consiglio di Indirizzo del 31.07.2008, anch’esso disponibile sul sito internet www.fondazionetercas.it.

Ritenuta di acconto

Ai sensi dell’art. 28 del DPR 600/73, è prevista l’applicazione di una ritenuta di acconto del 4% sui contributi accordati anche a Enti e Associazioni non profit qualora siano esercitate, anche in via occasionale, attività di natura commerciale ex D.P.R. 917/86 (Testo unico delle imposte sui redditi) e D.P.R. 633/72 (Istitu-zione e disciplina dell’imposta sul valore aggiunto) direttamen-te collegate alla manifestazione beneficiaria del contributo (es.: sponsorizzazioni o proventi derivanti da pubblicità commerciale, vendita di gadget o altro, somministrazione di alimenti e bevan-de).I soggetti beneficiari sono pertanto tenuti a dichiarare se ricorrono i presupposti per l’applicazione di tale ritenuta.

Il presente avviso è pubblicato dalla Fondazione Tercas in via del tutto volontaria e di autodeterminazione, senza alcun ob-bligo normativo.

Teramo, 16 novembre 2009

Il PresidenteProf. Avv. Mario Nuzzo

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