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DISTRETTO SOCIOSANITARIO 5 FINALESE
Balestrino,Boissano,Borghetto S. Spirito,Borgio Verezzi,Calice Ligure,Finale Ligure,
Giustenice,Loano,Magliolo,Noli, Orco Feglino,Pietra Ligure, Rialto,Toirano,Tovo S. Giacomo,Vezzi Portio
PIANO SOCIO SANITARIO INTEGRATO DISTRETTUALE
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INDICE
DISTRETTO SOCIOSANITARIO 5 FINALESE
PIANO DISTRETTUALE 2008 -2010
PARTE PRIMA
INTRODUZIONE ANALISI DI CONTESTO La costruzione della base conoscitiva
1. Territorio e comunità locale: dinamiche socio-demografiche attuali e possibili performance future.
2. Lettura critica e analisi territoriale con la rielaborazione dei dati di riferimento LA GOVERNANCE DELLA RETE
1. L’assetto istituzionale e i nuovi modelli organi zzativi
Attori istituzionali a. Conferenza dei Sindaci b. Comitato dei Sindaci c. Conferenza di Ambito
Assetto organizzativo
a. Unità distrettuale b. Segreteria Tecnica c. Comitato distrettuale
Accesso e integrazione sociale a. Sportello socio sanitario b. sportelli di cittadinanza c. valutazione multidisciplinare del bisogno
2. Il processo di costruzione del piano: fasi, atto ri, metodologia
1. Il percorso di lavoro 2. Le intese per le azioni integrate 3. Le politiche trasversali
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PARTE SECONDA LE RETI INTEGRATE DI OFFERTA
1. Accesso Cittadinanza e Integrazione sociosanita ria
1. analisi offerta 2. analisi bisogni, criticità,priorità 3. obiettivi ed azioni 2. Politiche di promozione e sostegno alle respons abilità familiari
1. analisi offerta 2. analisi bisogni, criticità,priorità 3. obiettivi ed azioni
3. Politiche per la non autosufficienza e per l’inv ecchiamento attivo
1. analisi offerta 2. analisi bisogni, criticità,priorità 3. obiettivi ed azioni
4. Politiche per l’inclusione sociale ed emergenza sociale
1. analisi offerta 2. analisi bisogni, criticità,priorità 3. obiettivi ed azioni
PARTE TERZA
1. Aspetti economici e finanziari: indirizzi, previ sioni e fonti di finanziamento 2. Le azioni trasversali del piano:
a. Strumenti di monitoraggio e valutazione per misurare il raggiungimento degli obiettivi di Piano
b. Formazione c. Sistemi di regolazione della qualità
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INTRODUZIONE
Ciò che è grande non è la conoscenza posseduta, la scienza appresa ed assicurata, ma è un’attività vigilante che, senza tregua, si pone nuovi problemi, inventa, combina, organizza i fatti secondo rapporti non ancora conosciuti.
C. Freinet Il Piano distrettuale rappresenta lo strumento principe di programmazione delle politiche sociali territoriali e la sua realizzazione introduce almeno tre significative e, per certi versi “storiche”, innovazioni nella tradizionale gestione delle politiche sociali: 1. sintesi tra gli interventi e le politiche del settore socio-assistenziale,mettendo insieme esperienze programmatorie e alcune fonti di finanziamento tradizionalmente considerate in modo separato ed autonomo (i fondi Non Autosufficienza, i Fondi prima Infanzia, i fondi per le Dipendenze, i fondi per spese di investimento,ecc) 2. passaggio da una programmazione nella prospettiva di government (funzione di governo esclusiva del soggetto pubblico), ad una prospettiva di governance (attività “del governare” svolta attraverso la mobilitazione di una serie di soggetti pubblici, di privato sociale, della società civile); 3. progettare in modo congiunto anche con l’Azienda Sanitaria Locale evitando la pregressa logica riduttiva della delega, ma instaurando una collaborazione e\o integrazione operativa a livello territoriale
Il Distretto Sociosanitario è quindi il nuovo livello di governo territoriale delle politiche sia sanitarie che sociali. A questo livello è pertanto richiesta una rilevante capacità progettuale e strategica, in termini di indirizzo e di orientamento, ma anche di costruzione del consenso fra i molti attori locali coinvolti. Per queste ragioni, pur nella consapevolezza tanto della complessità dell’operazione, come della grande opportunità che questa offre, sulla base dei contenuti e degli indicatori della Deliberazione del Consiglio Regionale n. 35 del 01/08/2007 "P.S.I.R", si è dato avvio alla elaborazione ed approvazione del Piano distrettuale . L’asse portante nella definizione del piano distrettuale è stata una programmazione strategica e partecipata, ed infatti Il primo Piano del Distretto Sociosanitario 5 Finalese è frutto del lavoro integrato e dinamico dei soggetti coinvolti, espressione di un territorio nel quale accanto ai soggetti istituzionali sono tradizionalmente presenti, soggetti del terzo settore, enti religiosi ed altri soggetti privati senza scopo di lucro.
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In sintesi possiamo ricondurre la realizzazione a tre fasi. La prima riguarda la costruzione della rete dei soggetti chiamati a partecipare alla elaborazione del Piano ed la definizione del ruolo di ognuno. La seconda, in parte contestuale alla prima, riguarda la raccolta dei dati sulla domanda ed offerta dei servizi per costruire la base conoscitiva su cui fondare le decisioni sullo sviluppo della politica sociale integrata. La terza riguarda l’individuazione delle linee strategiche, sia in ordine allo sviluppo dei servizi che alle modalità di gestione a livello integrato. L’obiettivo primario sarà quello di rendere, sulla base di una corretta analisi dei bisogni, l’offerta dei servizi più adeguata, cercando di ottenere un miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia degli interventi, nonché della loro qualità.
Il processo programmatorio, complesso e perfettibile, richiederà verifiche puntuali e momenti di monitoraggio strutturati e rappresenta una sfida il cui esito dipende dall’impegno di tutti i soggetti per la realizzazione delle Azioni di Piano.
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PARTE PRIMA
ANALISI DI CONTESTO
L’analisi di contesto prende avvio dalla presentazione di primi elementi descrittivi ed analitici dedotti dall’ analisi e riflessione su elementi e dati del territorio con i suoi fattori di rischio e fragilità, ma anche con i suoi punti di forza e le sue potenzialità.
Il punto di partenza della presente base conoscitiva è rappresentato da una lettura dei fenomeni demografici quale variabile nell’individuazione dei bisogni attuali e futuri della collettività, evidenziandone alcuni temi ritenuti fondamentali per la comprensione dei mutamenti sociali in atto. ( N.B. Per il documento integrale vedi ALLEGATO 1)
A seguire si sintetizza il lavoro di elaborazione ed analisi dell’immenso patrimonio informativo dei servizi, che nelle sue molteplici scomposizioni e comparazioni, consente il monitoraggio ed la valutazione della spesa sociale nonché il lavoro propedeutico alla pianificazione territoriale. (N.B. per il documento integrale - ANALISI QUANTITATIVA vedi ALLEGATO 2)
Il presente Piano distrettuale rappresenta dunque l’esito di un primo sforzo di condivisione di analisi e lettura del contesto socio-territoriale, con l’obiettivo di basare le decisioni su dati attendibili, per delineare ipotesi di scenari futuri ed arrivare a prendere decisioni collettive di ampio respiro, nonché di elaborazione e costruzione di modelli organizzativi gestionali, di coordinamento e di integrazione con tutti i soggetti coinvolti nello sviluppo della Comunità Locale.
.
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1. Territorio e comunità locale : dinamiche socio-demografiche attuali e possibili performance futur e.
Il territorio di riferimento del piano distrettuale è formato da 16 Comuni suddivisi in tre
Ambiti territoriali sociali.
Ambito Territoria
le Sociale
COMUNI
Popolazione al
01.01.2006 (Demoistat)
20 Loano,Balestrino, Boissano,Borghetto S. Spirito,Toirano
21.943
21 Pietra Ligure, Borgio Verezzi, Giustenice,Magliolo,Tovo S. Giacomo
15.457
22 Finale Ligure, Calice Ligure, noli, Orco Feglino, Rialto, Vezzi Portio
18.447
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Con la seguente struttura demografica
Struttura demografica Distretto Finalese
COMUNI / AMBITI
Tot popolazione 01/01/2006 MINORI 0 - 2 MINORI 0 - 17 ANZIANI >= 75
V.A. V.A. % V.A. % V.A. %
FINALE LIGURE 11.794 265 2,2% 1.574 13% 1.673 14%
CALICE LIGURE 1.500 35 2,3% 222 15% 167 11%
NOLI 2.965 79 2,7% 400 13% 410 14%
ORCO FEGLINO 856 22 2,6% 102 12% 87 10%
RIALTO 573 17 3,0% 87 15% 60 10%
VEZZI PORTIO 759 13 1,7% 92 12% 67 9%
AMBITO DI FINALE 18.447 431 2,3% 2.477 13% 2.464 13%
PIETRA LIGURE 9.077 210 2,3% 1.079 12% 1.261 14%
BORGIO VEREZZI 2.358 46 2,0% 285 12% 315 13%
GIUSTENICE 922 28 3,0% 128 14% 91 10%
MAGLIOLO 789 22 2,8% 126 16% 63 8%
TOVO SAN GIACOMO 2.311 60 2,6% 321 14% 202 9%
AMBITO DI PIETRA 15.457 366 2,4% 1.939 13% 1.932 12%
LOANO 11.419 248 2,2% 1.470 13% 1.679 15%
BALESTRINO 575 17 3,0% 70 12% 56 10%
BOISSANO 2.258 61 2,7% 381 17% 137 6%
BORGHETTO S.S. 5.379 99 1,8% 647 12% 858 16%
TOIRANO 2.312 60 2,6% 368 16% 190 8%
AMBITO DI LOANO 21.943 485 2,2% 2.936 13% 2.920 13%
DISTRETTO FINALESE 55.847 1.282 2,3% 7.352 13% 7.316 13% PROVINCIA 282.548 6.415 2,3% 37.112 13% 36.550 13%
LIGURIA 1.610.134 35.696 2,2% 214.526 13% 211.855 13% ITALIA 58.751.711 1.655.243 2,8% 10.041.741 17% 5.431.005 9%
Fonte: Popolazione residente al 1 Gennaio 2006 per età - Demoistat
Per ogni comune viene indicato il valore assoluto e la percentuale sul totale dei residenti per le seg uenti fasce di età: 0-2 anni (rappresentano i "piccolissi mi"), 0-17 anni (totale dei minori) e maggiori di 7 6 anni (i
"grandi" anziani"). I dati sono inoltre raggruppati per ATS e DSS. In fondo alla tabella sono riportati i corrisponden ti dati provinciali, regionali e nazionali.
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Elementi demografici : Incremento o decremento dem ografico? Dati reali e di
previsione 1
In questo paragrafo verranno presentate le principali caratteristiche della popolazione residente nel territorio distrettuale, con particolare attenzione non solo alla struttura della popolazione presente, ma anche alla dinamica della popolazione mettendo così in luce possibili trend demografici.
� Dinamica della popolazione.
A fine dicembre 2006 i dati di fonte anagrafica evidenziano una popolazione residente sul territorio del distretto pari a 56.150 unità con un incremento del +1,96% (uno dei più elevati fra i distretti della Provincia di Savona) nel triennio ed un +0,54% rispetto all’anno precedente
Nel corso degli anni ’80 e ’90 l’area ha sempre manifestato un carattere di contenimento del depauperamento demografico. Il bilancio demografico si è rilevato sempre negativo, ma le intensità con cui si sono manifestate i fenomeni di erosione sono risultate molto più contenute rispetto , ad esempio, all’area del savonese e della valle bormida (meno 1800 unità fra il 1980 ed il 2004).
Le cause del declino demografico sono sempre da imputare alla presenza di un saldo naturale negativo per effetto di una bassa natalità e di una elevata mortalità e dalla presenza di saldi migratori decisamente contenuti.
Finalese. Andamento popolazione 1980 2004
50000
51000
52000
53000
54000
55000
56000
57000
58000
1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004
1Il paragrafo è a cura della dott. ssa Stefania Rizzieri, - Provincia di Savona - Osservatorio del mercato del lavoro della Provincia di Savona-. N.B. per la versione integrale del documento v. allegato 1
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L’aumento nel triennio è da imputare ad un miglioramento del saldo naturale (che passa da –358 unità nel 2003 a –293 unità nel 2006) che bilancia il peggioramento dei saldi migratori. In particolare è il saldo migratorio da e per altri comuni quello che consente la crescita della popolazione
� Struttura della popolazione residente
Un primo elemento informativo è rappresentato dall’analisi della classica macro ripartizione della popolazione nelle classi giovanile, intermedie ed anziane. Com’è noto i problemi più rilevanti connessi a tale macro ripartizione fanno riferimento allo squilibrio esistente fra le classi estreme della popolazione, perciò gli anziani sono certamente più numerosi rispetto ai giovani ed alla progressiva erosione della classe intermedia, quella che fornisce la forza lavoro e che contribuisce, in termini finanziari, a supportare le politiche sociali per le altre due.
Finalese. Popolazione residente per macro classi di età.
Confronto dati reali e di previsione. 2003-2005-2010.
5785 6079 6277
33930 3450032964
1427014993
15735
0
5000
10000
15000
20000
25000
30000
35000
40000
2003 2005 2010
0-14 15-64 65 oltre
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Finalese. Popolazione residente per anno di età. an no 2005.
0 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000
147
101316192225283134374043464952555861646770737679828588919497
100
Nel distretto tale macro ripartizione rileva una condizione migliore rispetto al
contesto provinciale: su 100 residenti 11 hanno un’età compresa fra 0 e 14 anni, 62 fra i 15 ed i 64 anni e 27 sono gli ultrassessantacinquenni.
Inoltre fra il 2003 ed il 2005 la popolazione giovanile aumenta del +5,08%, quella in
età centrale del +1,68% e quella anziana del +5,07%. Le previsioni al 2010 indicano un rafforzamento +3,25% della popolazione giovanile,
una decurtazione di quella in età centrale (-4,45%) ed un ulteriore aumento degli ultrassessantacinquenni (+4,95%).
Ciò induce a riflettere sull’entità dei bisogni offerti, sulla loro distribuzione territoriale.
I dati indicano, dunque, la continuità dei processi di crescita della popolazione giovanile e di quella anziana e la diminuzione della classe di età centrale.
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� Le componenti del mutamento demografico
a. Crescita della popolazione giovanile.
Finalese. Popolazione '0-13 anni per classi di età.
Dati reali e di previsione. 2003-2005-2010.
1190 1165
1870
1168
13131221
1939
1175
1391
1276
1981
1225
0
500
1000
1500
2000
2500
0-2 3-5 6-10 11-13
2003 2005 2010
Nel distretto i bambini da 0 a 2 anni sono pari a 1313 unità con un incremento del +10,34% rispetto al 2003. Le stime elaborate al 2010 indicano la continuità del processo di crescita (+5,93%, uno dei valori più elevati). E ciò fa ipotizzare una crescita dei livelli della domanda di servizi nido. Il territorio offre 5 asili nido per una capacità di 151 posti, 28 posti di servizi integrativi per la prima infanzia e 14 posti in servizi innovativi e sperimentali per la prima infanzia, per una capacità complessiva di 193 posti, pari al 15% dell’utenza complessiva. L’obiettivo europeo, indicato nel succitato documento del Piano indica una percentuale di copertura del 33% il che equivale ad ipotizzare un ampliamento dell’offerta dei servizi anche in considerazioni delle stime previsionali demografiche.
Per la fascia di età successiva, quella fra i 3 ed i 5 anni la crescita complessiva è
stata del 4,81% che li fa attestare a 1221 unità. Le previsioni elaborate per i prossimi tre anni evidenziano sempre una crescita anche se più contenuta del +4,54%. Ciò induce a riflettere sulla necessità di avviare politiche per l’ampliamento dell’offerta di servizi di scuole materne atte a soddisfare il surplus della domanda.
Secondo i dati forniti dal Ministero della Pubblica Istruzione risultano, nell’anno
scolastico 2006-2007, sul territorio del distretto, 23 punti di erogazione del servizio di prima infanzia (scuole statali e paritarie) (pari a 66 sezioni) che soddisfano una domanda di 1.248 utenti complessivi. I bambini in liste di attesa risultano pari a 40, mentre non
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sussistono casi di bambini provenienti da comunità nomade. Il numero di bambini con handicap risulta di 11 unità (sul totale di 58 a livello provinciale).
Per quanto riguarda la classe di età che coincide con la scuola primaria la crescita
nel periodo 2003 2005 è stata del 3,69%, aumento che fa attestare i bambini in età 6-10 anni a 1.939 unità. Anche per questa fascia di età le previsioni demografiche indicano una crescita del +2,18% con un assestamento del loro numero a 1.981 unità. L’utenza scolastica, rilevata dai dati ministeriali per l’anno 2006/2007 evidenzia una domanda di istruzione pari a 2130 unità.
Per quanto riguarda il target di popolazione appartenente alla scuola media inferiore (1175 unità) emerge nel triennio una crescita del +0,60% e con previsioni di ulteriore incremento alla fine del 2010 (+4,29%). I dati di fonte ministeriale evidenziano come l’utenza scolastica sia stata sul territorio complessivamente di 1134 unità
Emerge, dunque, per la classe giovanile un fenomeno di diffusa e più o meno accentuata crescita, trend che appare opportuno considerare in relazione alla soddisfazione dei bisogni futuri per i quali occorre procedere ad approfondimenti in merito, ad esempio, ai trend della componente straniera e dei casi di handicap.
Finalese. Popolazione 14-18. dati reali e di previs ione.
1942
2000
1664
0 500 1000 1500 2000 2500
2003
2005
2010
Il target di popolazione appartenente al secondo ciclo scolastico è pari a 2.000 unità con una crescita nel triennio del +2,99%. Le stime indicano una loro contrazione che li farà attestare a 1664 unità anche se tale decremento sarà valutato in relazione alla capacità attrattiva di flussi migratori dall’estero. I dati del Ministero indicano una frequenza scolastica di 1684 soggetti.
Le previsioni sul target della popolazione relativi all’utenza scolastica di secondo
grado risulta in diminuzione. Circa i trend della reali domanda di istruzione futura che si rivolgerà all’area appare opportuno evidenziare che la stessa dipenderà non solo dal bacino demografico di riferimento, ma anche e soprattutto dalla propensione connessa al proseguimento del percorso scolastico (e, quindi, indirettamente anche dalla gamma e dalla varietà delle opportunità lavorative presenti sul territorio) ed anche dalle scelte di
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indirizzi scolastici in base alle proprie attitudini scolastiche ed all’idea del percorso professionale maturata da ciascun ragazzo.
b. Erosione della popolazione in età centrale.
La suddivisione dei residenti per classi decennali di età evidenzia una concentrazione degli stessi nella classe dei ventenni e dei sessantenni. Emerge come nel triennio trascorso gli under venti (14-20 anni) ed i cinquantenni siano rimasti sostanzialmente stabili, a fronte di incrementi nella classe dei trentenni e dei quarantenni.
La conoscenza delle performance e delle caratteristiche strutturali della classe di
età centrale risulta importante per almeno due aspetti. Il primo è connesso alla conoscenza del target di persone in grado di partecipare in termini di produzione e di sostegno contributivo alla realizzazione di servizi sociali. Il secondo è collegato al monitoraggio di una rilevante parte del disagio sociale (la disabilità, l’inclusione sociale, la salute mentale, il disagio sociale, e le vittime di abuso e di maltrattamenti) e quindi, della domanda potenziale attuale e futura di servizi di sostegno.
In questo contesto appare opportuno approfondire gli aspetti connessi alle dinamiche occupazionali e disoccupazionali, quali possibili indicatori dello stato di disagio economico, uno dei fattori propedeutici al disagio sociale.
I dati a disposizione che consentono di effettuare alcune riflessioni a livello di
singolo comune e, quindi, di distretto, sono quelli del censimento Istat che, pur essendo ormai datato al 2001, consente (anche in considerazione del fatto che sei anni sono un periodo di tempo abbastanza breve per i fenomeni demografici) di avere a disposizione un quadro puntuale.
Il primo elemento informativo appartiene alla distribuzione fra forza lavoro (che comprende gli occupati ed i soggetti in cerca di occupazione) e la non forza lavoro (studenti, casalinghe, ritirati dal lavoro).
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Finalese. Forza lavoro e non lavoro per comune. 200 1.
0
1000
2000
3000
4000
5000
6000
7000
Balestr
ino
Boissa
no
Borgh
etto
San
to S
pirito
Borgio
Ver
ezzi
Calice
Ligu
re
Finale
Ligur
e
Giuste
nice
Loan
o
Mag
liolo
Noli
Orco
Feglin
o
Pietra
Ligu
reRial
to
Toiran
o
Tovo
San
Giac
omo
Vezzi
Portio
forza lavoro Non forza lavoro
Inoltre della non forza lavoro il 53,32% è rappresentato da pensionati e l’ 9,3% da studenti (e quindi soggetti che rientreranno successivamente nella forza lavoro) ed il rimanente è costituito da casalinghe.
Finalese. Non forza lavoro per tipo. 2001.
0 1000 2000 3000 4000 5000 6000 7000
Balestrino
Boissano
Borghetto Santo Spirito
Borgio Verezzi
Calice Ligure
Finale Ligure
Giustenice
Loano
Magliolo
Noli
Orco Feglino
Pietra Ligure
Rialto
Toirano
Tovo San Giacomo
Vezzi Portio
Studenti Casalinghe Ritirati dal lavoro In altra condizione
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c. Invecchiamento della popolazione I soggetti con 65 anni ed oltre erano, nel 2005, pari a 14993 (+5,07% rispetto al 2003). Le previsioni evidenziano una crescita del +4,95% che li fa attestare a 15735 residenti. In termini di classe di età le previsioni evidenziano una crescita della popolazione fra 76 ed 84 anni e quella dei grandi anziani.
Finalese. Popolazione anziana per classi di età. Da ti reali e di previsione.
7389
4970
1911
7780
5398
1815
7861
5722
2153
0
1000
2000
3000
4000
5000
6000
7000
8000
9000
65-74 75-84 85 oltre
2003 2005 2010
In sintesi in futuro si assisterà all’ampliarsi della dimensione degli anziani in cui è, però, possibile individuare gamme differenziate non solo in senso orizzontale (i tanti percorsi di vita), ma anche in quello verticale (la terza e la quarta età). Ci si troverà, cioè, di fronte ad una classe di popolazione in cui, a parte alcune eccezioni , le migliorate condizioni di salute, per effetto dei progressi in campo medico, e quelle di vita consentiranno loro di formulare delle aspettative in termini di attività, di scelte, di consumi, ecc… Gli anziani liberati dal lavoro avranno nuovi orizzonti, potranno, finalmente scegliere fra le tante possibilità di vita, liberati dalle responsabilità familiari e sociali potranno dedicarsi ad attività scelte anziché obbligate.
L’allungamento della vita media aumenterà anche le dimensioni degli anziani connesse alla quarta età, quella dei grandi vecchi, con un conseguente aumento delle malattie croniche e disabili ponendo, quindi, quesiti in merito ad una domanda di cura e di assistenza La necessità di un intervento pubblico che pianifichi le azioni necessarie per fronteggiare quella che è o sarà l’emergenza anziani appare giustificata anche dalle modificazioni che sono intervenute nel corso degli ultimi trent’anni all’interno della famiglia, intesa da sempre quale “ammortizzatore sociale” degli accadimenti negativi dei suoi componenti.
I mutamenti registrati all’interno della famiglia sono il risultato di un processo evolutivo che vede la donna, conseguire più elevati livelli di scolarizzazione, entrare attivamente nel mondo del lavoro, scelte di vita che conducono ad un allungamento dei tempi di costituzione di una nuova famiglia e di inizio del ciclo riproduttivo, con la conseguenza di una riduzione della disponibilità temporale alla cura dei propri famigliari. Inoltre l’evidenza di un minor tasso di natalità ha condotto ad una modifica nella composizione delle famiglie con una drastica riduzione del numero dei figli.
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d. Famiglie Com’è noto il problema delle famiglie in termini di prima rete sociale di supporto
della collettività si pone nei termini di estrema parcellizzazione determinata da un aumento del numero delle famiglie a fronte di una generale diminuzione della popolazione, con la conseguente riduzione dei componenti medi per famiglia.
La famiglia integrata da più generazioni non sembra più sussistere e si moltiplicano le condizioni di famiglie unipersonali generalmente costituite da anziani soli.
Finalese. Famiglie per numero componenti. 2001.
0 1000 2000 3000 4000 5000 6000
Finale Ligure
Loano
Pietra Ligure
Borghetto Santo Spirito
Noli
Borgio Verezzi
Toirano
Tovo San Giacomo
Boissano
Calice Ligure
Orco Feglino
Giustenice
Vezzi Portio
Rialto
Balestrino
Magliolo
Somma di 1 persona Somma di 2 persone Somma di 3 persone Somma di 4 persone Somma di 5 persone Somma di 6 o più persone
Le famiglie costituite da una sola persona rilevate nel 2001 costituiscono, ormai, la maggior parte (ben il 38,20% )delle totalità delle famiglie. Le coppie con un figlio rappresentano il 28,8%, mentre sono il 18,8% quelle con due figli.
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e. Immigrazione Alla fine del 2006 l’incidenza percentuale degli stranieri sulla popolazione residente
era del 3,84%,pari a 2272 stranieri rispetto ai 1163 rilevati nel 2003. L’afflusso di stranieri ha lentamente migliorato lo squilibrio generazionale fra le
classi estreme, attraverso l’implementazione delle classi giovanili e di quelle in età centrale senza contribuire ad aumentare il numero di quelle anziane.
Così nel 2006 il 18% degli stranieri aveva un’età fino ai 14 anni, il 77,72% un età
compresa nella forza lavoro ed il 4,35% erano ultrassesantacinquenni. Fra il 2003 ed il 2005 l’incremento giovanile degli stranieri è stato del 120% , quello dell’età centrale del 93,85% e quello anziano del 47,76%.
La distribuzione per Comune è evidenziata nel seguente grafico.
Finalese. Stranieri per comune. anni 2006-2003
260281
167140
87
5032
4525 19 19 12 16
3 2 5
604
446417
308
130104
50 46 42 35 24 22 20 12 6 60
100
200
300
400
500
600
700
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Orco
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no
Giuste
nice
Rialto
2003 2006 Uno dei fattori più importanti della presenza straniera sul nostro territorio è
rappresentato dall’implementazione della classe centrale, quella che produce ricchezza necessaria a garantire gli interventi di tutela sociale. Una semplice analisi dei dati raggruppati per classi di età evidenzia che l’incidenza straniera sulla popolazione assume valori massimi fino a quarant’anni, per poi diminuire progressivamente nelle età più avanzata fino a ridursi a livelli quasi insignificanti per gli ultrasessantenni, anche per effetto, molto probabilmente, di un rientro nel paese di origine.
In termini di nazionalità prevalenti sono, nell’ordine gli albanesi, equadoregni, egiziani ad essere maggiormente presenti.
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Finalese. Residenti stranieri per le prime trenta n azionalità Anno 2006
0 100 200 300 400 500 600 700 800 900
Albania Ecuador
Egitto Marocco Romania
Peru' Germania
Bangladesh Cina Rep. Popolare
Ucraina Tunisia
Colombia Brasile Polonia
Paesi Bassi Moldova Svizzera
Regno Unito Russia Federazione
Francia Argentina Cuba
Paraguay Slovacchia
Filippine Algeria
Spagna Thailandia
Stati Uniti India
San Marino
2. Lettura critica ed analisi nel territorio tramite la rielaborazione dei dati di riferimento
Il territorio del Distretto Sociosanitario 5 Finalese , caratterizzato da un ampio numero di comuni (medio-piccoli) ubicati nell’entroterra, presenta una sufficiente e articolata offerta di servizi ed interventi rivolti alla popolazione. Nel corso del tempo si sono notevolmente implementate le funzioni ed i compiti degli Ambiti, rilevando una buona partecipazione delle singole Amministrazioni Comunali il che ha permesso la costruzione di reti territoriali con un offerta di risposte ed un investimento di risorse significative. La consapevolezza dell’utilità di “leggere” il patrimonio informativo e di riflettere su tali dati, ha condotto a sviluppare il progetto “Dare visibilità ai servizi sociali con l’analisi degli interventi e della spesa attraverso il lavoro di rete”,cofinanziato dal Distretto 5 Finalese e dagli Ambiti Territoriali Sociali 20 di Loano,21 di Pietra Ligure e 22 di Finale Ligure ed è stato realizzato con il supporto dell’Agenzia di ricerca e comunicazione “Arcos” di Genova . Per una lettura più dettagliata dei grafici e dei report si rimanda all’ ALLEGATO 2 che contiene i documenti principali e più significativi del progetto. Il progetto avviato nel mese di ottobre 2007 con l’analisi quantitativa dei dati sull’offerta si è sviluppato quale opportunità per una riflessione critica e costruttiva tra gli operatori e si è ulteriormente esteso nel mese di novembre 2007 con quattro focus group finalizzati all’analisi dei bisogni sociali e sociosanitari locali, a cui hanno attivamente partecipato testimoni privilegiati del territorio: una trentina tra operatori dei servizi pubblici e privati, del mondo del volontariato e del privato sociale. L’ analisi quantitativa ha riguardato i dati di spesa per servizi ed aree di utenza trasmessi dai Servizi sociali dei Comuni, dagli Ambiti Sociali Territoriali e dal Distretto Sociosanitario all’Istat nel corso della rilevazione annuale prevista istituzionalmente.
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Le tabelle statistiche e i grafici risultanti sono stati integrati con l’analisi della struttura demografica del territorio e con il calcolo dei principali indici sociali (Indice di carico sociale ed Indice di vecchiaia) sviluppati sulla base dei dati Demoistat (Popolazione residente al 1 Gennaio 2006). Da un raffronto degli indici demografici emerge netta la fotografia di un territorio contraddistinto da una presenza di popolazione anziana sopra la media su base provinciale, regionale e nazionale, e caratterizzato da un indice di carico sociale significativo ( v. tabella 1).
1. Indici Demografici
Tot popolazione 01/01/2006
INDICE DI
CARICO
SOCIALE
INDICE DI
VECCHIAIA 0 - 14 anni >= 65 anni 15-64 anni
COMUNI / AMBITI V.A. V.A. V.A. V.A. V.A. V.A.
FINALE LIGURE 11.794 0,66 262 1.291 3.387 7.116
CALICE LIGURE 1.500 0,59 194 190 369 941
NOLI 2.965 0,63 243 333 809 1.823
ORCO FEGLINO 856 0,49 233 85 198 573
RIALTO 573 0,52 200 65 130 378
VEZZI PORTIO 759 0,47 212 78 165 516
AMBITO DI FINALE 18.447 0,63 248 2.042 5.058 11.347
PIETRA LIGURE 9.077 0,63 296 883 2.615 5.579
BORGIO VEREZZI 2.358 0,63 290 234 679 1.445
GIUSTENICE 922 0,49 207 99 205 618
MAGLIOLO 789 0,47 140 105 147 537
TOVO SAN GIACOMO 2.311 0,45 167 270 450 1.591
AMBITO DI PIETRA 15.457 0,58 257 1.591 4.096 9.770
LOANO 11.419 0,67 275 1.222 3.356 6.841
BALESTRINO 575 0,43 179 62 111 402
BOISSANO 2.258 0,48 130 320 415 1.523
BORGHETTO S.S. 5.379 0,75 315 554 1.744 3.081
TOIRANO 2.312 0,50 151 307 463 1.542
AMBITO DI LOANO 21.943 0,64 247 2.465 6.089 13.389
DISTRETTO FINALESE 55.847 0,62 250 6.098 15.243 34.506 PROVINCIA 282.548 0,61 246 30.958 76.054 175.536 LIGURIA 1.610.134 0,60 240 178.087 426.866 1.005.181
ITALIA 58.751.711 0,51 140 8.283.936 11.592.335 38.875.440 Fonte: Popolazione residente al 1 Gennaio 2006 per età – Demoistat L'indice di vecchiaia rappresenta il numero di anzi ani ogni 100 individui in età inferiore ai 14 anni.
L'indice di carico sociale rappresenta il numero di individui (anziani e bambini) non autonomi per rag ioni demografiche (0-14 anni o oltre 65 anni) ogni 100 i ndividui potenzialmente indipendenti (15-64 anni).
L’analisi dei dati sull’offerta sociale ha evidenziato due criticità di fondo che sono state
sottolineate dagli operatori e rendono parte dei risultati meramente indicativa, in vista di una piena entrata a regime delle prassi di rilevazione.
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1. Il 2003 è stato l’anno in cui ha preso avvio la trasmissione dei dati di spesa all’Istat. Questa annualità in particolare presenta spesso valori anomali che è da presumere corrispondano a dati mancanti. E’ probabile che si sia trattato di una sorta di ‘disorientamento da start-up’ degli operatori, che in alcuni casi possono aver mancato di registrare puntualmente le informazioni.
2. Non è stata ancora elaborata una metodologia condivisa di classificazione dei dati
di spesa. Ciò fa sì che l’attribuzione dei valori ad aree ed interventi - categorie Istat che possono riferirsi ad oggetti interpretabili anche in modo difforme - venga svolta discrezionalmente da ciascun operatore. Il che può inficiare la comparabilità dei dati e condurre a difformità che sono state più volte rilevate durante l’esame qualitativo.
Quest’ultimo aspetto è bene esemplificato dal fatto che le spese per il servizio sociale
professionale appaiono complessivamente sottostimate: è probabile che in fase di rendicontazione vengano distribuite tra i vari servizi e sarebbe opportuno poterle interpretare sulla base di una metodologia certa e condivisa.
Sul piano metodologico occorre anche rilevare una criticità di tipo contabile relativa al calcolo della compartecipazione degli utenti: è stato osservato come essa avvenga spesso secondo modalità che la inseriscono in capitoli delle entrate comunali differenti da quelli dei Servizi sociali, rendendone più complessa la quantificazione.
Per tali motivazioni, si è proceduto in occasione della rilevazione della spesa sociale Istat 2006, ad organizzare un momento collegiale con tutti i Comuni del Distretto finalizzato a socializzare e condividere un ‘linguaggio omogeneo’ che possa facilitare una rendicontazione efficace e comparabile, pur nel rispetto delle singole identità organizzativo-gestionali.
Tali dati saranno oggetto di analisi nel corso del monitoraggio e verifica della prima annualità di vigenza del presente Piano.
Pur con le criticità sopra rilevate,il raffronto della spesa sociale dei 16 Comuni del Distretto comparata alla spesa media nazionale sottolinea l’impegno e lo sforzo finanziario sostenuto che evidenzia una storica attenzione e sensibilità alle situazioni di bisogno socio-economico che il territorio esprime. Si rileva infatti una stretta adesione alle medie nazionali, (per abitante e per fascia adulti) e nelle altre fasce di utenza (anziani e minori) si evidenzia una spesa media superiore .
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anno 2005
Raffronto spesa sociale media distrettuale su base nazionale
spesa media per abitante
spesa media per minore
spesa media per anziano
spesa media per adulto spesa media perabitante
€ 81,00 € 92
spesa media per minore € 211 € 210
spesa media peranziano
€ 120 € 115
spesa media per adulto € 10 € 10
Distretto 5 Finalese Italia
La ripartizione della spesa sociale sulle reti integrate di offerta di seguito riportata presenta una soddisfacente correlazione rispetto allo schema di riparto dei finanziamenti regionali ( per il dettaglio della spesa sociale suddivisa per tipologie di interventi e servizi si rimanda all’allegato 2)
RETE 1
Anno Spesa
2003 257.851 2004 495.091
Accesso e cittadinanza
2005 292.783
RETE 2
anno Spesa
2003 1.002.207 2004 1.638.175
Famiglia e minori
2005 1.670.976
RETE 3
Anno Spesa
2003 1.704.604 2004 3.668.479
Non Autosufficienza
2005 3.671.015
RETE 4
Anno Spesa
2003 393.770 2004 503.169
Inclusione ed emergenza
sociale 2005 411.298
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Schema finanziamenti Psir per rete ed anno.
RETI DI SERVIZI 2003 2004 2005 % PSIR 2007
% PSIR 2008
% PSIR 2009-2010
1 - Accesso, cittadinanza e integrazione sociosanitaria 8,9 10,5 6,4 17 - 22 15 - 20 10 –15
2 - Famiglia e minori 32,5 31,6 34,1 35 - 40 33 - 38 30 - 35
3 - Non Autosufficienza (anziani e disabili) 45,0 47,2 50,4 30 - 35 32 -37 35 - 40
4 - Promozione della inclusione sociale 13,6 10,7 9,0 7 –12 8 –13 9 –14
Percentuale di spesa destinata dal Distretto a cias cuna rete d'offerta negli anni 2003-2005 e prevista dal Psir per il periodo 2007-2010
L’analisi sulla base della spesa /dell’offerta sociale esaminato e commentato dagli operatori negli incontri tecnici sia a livello di Segreteria Tecnica allargata , sia nel Comitato Distrettuale e non ultimo con i testimoni del territorio nell’ambito dello svolgimento dei focus group , ha evidenziato come l’attuale sistema dei servizi sociali sia in una fase di “sofferenza evolutiva”, sottoposto da una parte alle problematicità legate all’attuazione nelle sedi territoriali della normativa con tutti i cambiamenti e le innovazioni ad essa legata e dall’altra dalla necessità e talora l’urgenza, di affrontare le ricadute che i complessi fenomeni di grande impatto sociale (demografici, economici, culturali) determinano sempre più rapidamente, ponendo nuove domande, rappresentando bisogni diversi dei singoli e delle famiglie.
Si affacciano infatti sullo scenario insicurezze crescenti per ampie fasce di cittadini, legate a nuove categorie come la precarietà del lavoro, l’emergenza abitativa, l’assorbimento nel tessuto sociale di culture diverse conseguenti alle migrazioni, “povertà percepite” non più riducibili ad una classe sociale tradizionale.
Le caratteristiche del mercato immobiliare nel territorio finalese generano forti criticità nella condizione abitativa e situazioni di difficoltà trasversali a tutte le aree analizzate (e segnatamente quelle monoreddito e monogenitoriali).
L’elevata domanda d’abitazioni connessa alla vocazione turistica del territorio - ed in particolare al mercato delle seconde case nella zona costiera - favorisce il costante incremento dei canoni d’affitto e causa un’estrema difficoltà a reperire locazioni a prezzo accessibile da parte delle fasce di popolazione a reddito basso e medio-basso.
I testimoni locali hanno sottolineato con forza e concordemente la pluralità di situazioni critiche che scaturiscono dal vertiginoso innalzamento dei prezzi sul mercato immobiliare e dalla larga diffusione di alloggi adibiti all’uso di seconda casa.
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Sono interessate tutte le fasce più fragili dal punto di vista socio-economico, in particolare: le famiglie a basso reddito (ed in particolare quelle monoreddito e monogenitoriali), gli anziani soli, le cosiddette fasce fragili ai quali la carenza di alloggi a basso costo preclude lo svolgersi di un coerente progetto riabilitativo che dovrebbe culminare nel raggiungimento dell’autonomia abitativa
Precarietà economica ed indigenza colpiscono con frequenza crescente anche le famiglie che non appartengono alle tradizionali fasce deboli: nuclei monoreddito, pensionati, famiglie con reddito complessivo basso che incontrano non poche difficoltà a far rientrare le spese nel budget mensile ed a pagare le utenze.
Aumentano le richieste di sostegno economico ai Comuni ed ai Centri d’ascolto Caritas così come è in crescita il bisogno di beni di prima necessità.
Nel corso degli incontri è emersa più volte una difficoltà strutturale del territorio finalese, di non trascurabile rilievo nella gestione delle problematiche sociali e sociosanitarie. Ci riferiamo all’assenza di una pluralità di uffici e sedi di tipo istituzionale relative a molte e diverse aree di servizio.
Il finalese appare carente di riferimenti locali in diversi campi:
- il lavoro: lo sportello del Centro per l’Impiego di riferimento è ad Albenga; - la sanità, con particolare riferimento alla disabilità: è emerso come per alcune
certificazioni essenziali si debba far riferimento ai servizi di Albenga e come sia assente un organismo come la Consulta disabili;
- il volontariato: non sono presenti sportelli Cesavo e la locale Consulta del volontariato si sta organizzando per farne le veci;
- l’immigrazione: è stata rimarcata l’assenza di poli di mediazione culturale locali, per interventi di mediazione gli immigrati sono indirizzati a Savona.
Anche dal punto di vista diocesano questo territorio è diviso fra le competenze di due Caritas diverse e confinanti: Savona ed Albenga. In altri termini, nel momento in cui si confrontano con alcuni bisogni sociali e sanitari, i cittadini finalesi - autoctoni o immigrati - sono costretti a gravitare su Savona o su Albenga.
E’ probabile che questo fattore influisca su un altro elemento di estrema trasversalità:
la forte richiesta di informazione ed orientamento. Per tutte le aree prese in esame – e particolarmente per quelle più fragili – è emersa l’acuta necessità dei cittadini di disporre di strumenti di guida al sistema dei servizi.
La lettura critica delle potenzialità/fragilità territoriali si è svolta in un quadro conoscitivo sviluppato tramite un percorso con al centro la famiglia, i minori, le persone anziane, le persone con disabilità, gli adulti in difficoltà e gli stranieri.
Per una esauriente lettura dei contenuti si rimanda all’allegato 3 dal quale emergono i bisogni rilevati, le risorse territoriali pubbliche e del privato sociale , nonché proposte ed ipotesi di nuove progettualità .
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Dai lavori è emerso come la vita quotidiana delle famiglie si sia profondamente modificata: sono emersi bisogni nuovi, connessi non solo a fragilità di ordine socioeconomico, ma anche legate alla frammentazione dei nuclei familiari, alla solitudine relazionale, ai cambiamenti dell’epidemiologia con la prevalente incidenza delle malattie a carattere degenerativo ad andamento cronico .
Sulla famiglia ricadono dunque vecchi e nuovi compiti ed impegni per far fronte ai quali si dovrà partire dalla consapevolezza di dover garantire da un lato ascolto , attenzione e sostegno alle fragilità familiari e dall’altro di dover riconoscere risorse e potenzialità da valorizzare e potenziare.
Molto schematicamente si individuano alcune piste di lavoro, una sommaria agenda di priorità su cui sviluppare la riflessione finalizzata a progettazioni e/o implementazioni operativamente integrate:
- Unità e centralità della persona che oltre ad essere un’imprescindibile esigenza etica, diviene l’approccio a fronte della complessità e della diversificazione dei bisogni. La domanda è l’espressione di un bisogno che necessità di un’adeguata informazione, e di un concreto orientamento all’interno di punti di accesso unitari ed integrati.
- La persona come “luogo” di ricomposizione degli interventi implica la necessità di coniugare e comporre il bisogno in una convergenza degli interventi integrati. La valutazione e la presa in carico multidisciplinare secondo un Progetto individualizzato.
- La non autosufficienza . I compiti di cura sempre più spesso si fanno troppo impegnativi per essere gestiti da soli. La massiccia presenza di anziani, soprattutto i cd “grandi vecchi” (ultra80) dove si concentrano maggiori problemi di autosufficienza, le gravi disabilità cronicizzate o progressivamente degenerative che sottendono bisogni sociosanitari forti sono tali da richiedere trattamenti di lungo periodo complessi ed onerosi . Il riconoscimento della necessità di declinare assieme le problematiche sociali e sanitarie potenziando la rete dei servizi domiciliari, semiresidenziali e residenziali per uno sviluppo della rete assistenziale e della continuità delle cure.
- Genitori al centro . Se riconosciamo che la famiglia può essere luogo di cura ma anche di sofferenza, occorre dedicare un grande sforzo culturale e operativo al sostegno alle funzioni genitoriali. Le possibilità di scambio di esperienze e di formazione, gli incontri tra genitori, gli spazi bambini/genitori, le nuove tipologie di servizi per l’infanzia, i centri giovani devono trovare un radicamento territoriale
- Attenzione alla dimensione relazionale : nonostante il rilievo assunto dalle gravi difficoltà a livello economico e materiale , è questa una priorità delle politiche sociali e sociosanitarie . L’isolamento di un contesto sociale senza rapporti significativi è la minaccia più forte per la promozione di concrete forme di benessere sociale
- Il raccordo tra agenzie educative e servizi sociali . Il disagio, gli episodi di soprafazione, i nodi ancora aperti dell’inserimento dei bambini/disabili e degli immigrati mostrano con evidenza l’esigenza di questa alleanza strategica
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LA GOVERNANCE DELLA RETE
Premessa
La normativa che disciplina l'erogazione e la gestione dei servizi sociali e sociosanitari ha subito un’evoluzione continua che ne ha profondamente trasformato le modalità di erogazione e di gestione.
La legge regionale 12/2006 ,che assume e recepisce i contenuti della Legge di riforma socioassistenziale Legge quadro nazionale 328/2000 e la legge ter di riforma sanitaria(Dlgs 229/99 ) , individua come uno dei principi del nuovo welfare di sviluppo locale la perimetrazione territoriale, dove il territorio non è solo spazio amministrativo ma spazio di mobilitazione di soggetti interdipende nti che si riconoscono in una visione comune ed adottano strategie per dare risposte unitarie ai bisogni della comunità, senza disperdere le responsabilità e le risorse.
Le direttrici essenziali vanno individuate nella sussidiarietà e nell’integrazione dei servizi e delle risorse sulla base dell’esigenza di rinvenire nuovi moduli organizzativi che, proprio attraverso la valutazione delle realtà locali, attivino un circuito virtuoso che favorisca la ‘crescita endogena’.
La complessità di molti bisogni, richiede la capacità di erogare risposte, in particolare socio-sanitarie, fra loro integrate e raccordate alle politiche della casa,del lavoro, e dell’istruzione, al fine di alimentare una“concertazione” tra responsabilità istituzionali, gestionali e professionali .
Ciò presuppone un assetto organizzativo ed operativo tale da garantire la qualità degli interventi, il superamento della settorialità e la possibilità di procedere a verifiche,soprattutto attraverso lo sviluppo di una capacità di programmazione e pianificazione degli interventi e dei servizi in maniera sistematica.
Lo sviluppo di una tale capacità implica inevitabilmente dei tempi di maturazione e di consolidamento per nuove modalità organizzative e per nuove metodologie di lavoro.
Questo piano distrettuale può essere considerato dunque il primo passo verso un dialogo attivo che nella nostra realtà territoriale è, di fatto, già iniziato da tempo ma non essendo ancora formalizzato non ha potuto usufruire ad oggi della possibilità di programmare in modo sistematico gli interventi ma soprattutto, attraverso la standardizzazione di procedure, produrre quella stratificazione di conoscenze e metodologie di lavoro che consente una reale integrazione socio-sanitaria
Pertanto il presente Piano Distrettuale, nascendo da un primissimo lavoro congiunto di una pluralità di attori, è da intendersi suscettibile di modifiche alla luce dei successivi passi di approfondimento per la costruzione del processo che porterà alla definizione dell’organizzazione distrettuale .
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L’assetto istituzionale e le nuove forme organizzati ve.
La normativa a livello nazionale e regionale configura un sistema di governo basato sull’esigenza di promuovere forme stabili di coordinamento politico e tecnico-organizzativo, sulla base di assetti istituzionali ed organizzativi.
1a. Assetto istituzionale
• Conferenza dei Sindaci dell’ASL 2 Savonese
La Conferenza dei Sindaci è istituita ai sensi dell’articolo 3, comma 14 del d.lgs. 502/1992 (e successive modifiche e integrazioni) e degli articoli 15 e 16 della legge regionale n. 41/2006 e dell’articolo 12 della l.r. 12/2006.
La conferenza dei Sindaci della ASL 2 Savonese comprende tutti i 69 Comuni della Provincia di Savona ,ha sede presso il Comune di Savona, in quanto Comune capofila del Distretto con maggior numero di popolazione.
La Conferenza dei Sindaci concorre con l’ASL alla individuazione dei bisogni sociali,sociosanitari e sanitari delle comunità rappresentate per costituire con i Distretti sociosanitari percorsi e processi integrati di protezione a favore dei cittadini.
E’ l’organo politico che garantisce la concertazione e la cooperazione tra l’ASL e gli enti locali. Contribuisce a delineare le linee di indirizzo e di attività dell’ASL per la pianificazione sanitaria e per quanto attiene l’integrazione sociosanitaria: � individua linee di indirizzo per l’integrazione delle attività sanitarie e sociosanitarie
con gli interventi sociali � promuove forme di intesa e di coordinamento; � garantisce che gli accordi per l’esercizio delle attività sociosanitarie abbiano
copertura economica
Per assicurare lo svolgimento delle proprie funzioni, la Conferenza dei Sindaci assume un regolamento di funzionamento, sulla base di linee guida che saranno emanate dalla Giunta regionale.
La legge 12/2006 prevede che la Conferenza dei Sindaci, ai fini di assicurare, attraverso i Distretti Sociosanitari, percorsi e processi integrati di protezione sociale, sociosanitaria e sanitaria a favore dei cittadini ed un livello omogeneo di programmazione territoriale, in particolare per le attività sovra distrettuale, si avvalga del Comitato di rappresentanza e del supporto tecnico di un coordinatore sociale, nominato tra i Direttori Sociali dei Distretti sociosanitari ricompresi nella Conferenza stessa.
Le riunioni, sia di Conferenza dei Sindaci che del Comitato di rappresentanza, si svolgono, di norma, presso il Palazzo Comunale di Savona, che è il Comune che esprime il Presidente della Conferenza. Le determinazioni assunte dalla Conferenza dei Sindaci sono espresse mediante la redazione di apposito verbale.
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Dal punto di vista operativo, mutuando il sistema vigente nel periodo precedente l’approvazione delle leggi regionali n. 12 e n. 41 del 2006, in attesa delle linee guida che si prevede siano emanate dalla Giunta regionale ai fini dell’adozione del Regolamento per il funzionamento della Conferenza dei Sindaci, e l’individuazione del Direttore Sociale cui affidare le funzioni di supporto tecnico all’esecutivo, le competenze di Segreteria organizzativa sono state svolte dalla Segreteria Tecnica del DSS Savonese.
Si ritiene tuttavia indispensabile procedere verso la definizione di un regolamento che determini le modalità di funzionamento della Conferenza e del Comitato di Rappresentanza che assicuri legittimità e trasparenza del processo; in tal senso, la Presidenza della Conferenza ha assunto l’impegno a sollecitare la Giunta Regionale all’emanazione delle linee guida e a promuovere quindi la stesura del regolamento.
Per quanto attiene l’assetto tecnico, da alcuni anni si è costituito in via informale un
coordinamento delle Segreterie Tecniche, che ha reso possibile concertare processi comuni su diversi aspetti legati in particolare ad azioni di valenza sovra distrettuale, quali la gestione dei progetti di inclusione sociale, dipendenze ed immigrazione, gli interventi per la prima infanzia, i progetti di contrasto all’abuso e al maltrattamento o la continuità assistenziale, solo per citare alcuni esempi.
E’ stato inoltre possibile coordinare la partecipazione, assicurando sempre la rappresentanza del territorio ASL2 Savonese, a gruppi di lavoro attivati in diverse sedi istituzionali, quali la Regione, Anci-Federsanità ed altri, nonché assicurare il confronto tecnico su temi di interesse generale.
In altri termini, si è sperimentato un metodo di lavoro che può definirsi oggi una buona prassi, alla quale sarebbe opportuno garantire continuità anche attraverso un processo di legittimazione, che potrebbe essere favorito da quanto previsto dall’art. 12 della legge regionale 12/2006, che di fatto suggerisce l’istituzione di un modello operativo molto simile a quello già sperimentato.
Può quindi rappresentare un obiettivo comune ai quattro Distretti Sociosanitari del
territorio ASL 2 savonese la formalizzazione, attraverso un processo sviluppato nell’ambito della Conferenza dei Sindaci, della metodologia di lavoro sopra rappresentata.
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• Comitato dei Sindaci del Distretto Sociosanitario 5 Finalese
E’ costituito ai sensi dall’articolo 11 della l.r. 12/2006 ed è composto dai Sindaci (o Assessori competenti in materia stabilmente delegati) dei 16 Comuni del distretto 5 Finalese: Balestrino, Boissano, Borghetto S. Spirito, Borgio Verezzi ,Calice Ligure,Finale Ligure, Giustenice, Loano, Magliolo,Noli, Orco Feglino ,Pietra Ligure, Rialto,Toirano,Tovo S. Giacomo,Vezzi Portio
Ha sede presso il Comune di Finale Ligure, quale comune capofila; il Comitato dei Sindaci è l’ organismo politico che :
� definisce le priorità e gli obiettivi strategici a livello locale;
� verifica le azioni concertate a livello tecnico in relazione alle priorità e agli obiettivi
dati;
� valuta i risultati finali rispetto agli obiettivi posti in riferimento alle competenze assegnate al Distretto Sociosanitario che sono
identificate in:
� stesura del Piano di Distretto Sociosanitario e del Piano delle Attività Territoriali (PAT)
� gestione dei servizi sociali complessi (integrati con sanità, scuola e lavoro) e al coordinamento delle attività sovra ambito
� gestione dei servizi sociosanitari: domiciliarità e residenzialità extraospedaliera, particolarmente per la non autosufficienza, gestendo anche le misure economiche.
� regolazione del concorso alla spesa (ISEE) con indicazioni per gli Ambiti
� formulazione del piano e degli investimenti in conto capitale
� tutte le altre attività sovra-ambito relative agli interventi integrati per la formazione ed il lavoro.
Il Comitato dei Sindaci di Distretto Sociosanitario coinvolge, nell'ambito dei processi di programmazione e pianificazione, secondo le indicazioni del Piano Sociale Integrato Regionale, le organizzazioni più rappresentative del Terzo Settore e gli altri soggetti che concorrono alla realizzazione del sistema integrato presenti sul territorio, per la formulazione di pareri e proposte.
Il Comitato dei Sindaci di Distretto Sociosanitario si avvale del supporto professionale del Direttore Sociale e della segreteria tecnica e, per definire le proprie funzioni e le modalità organizzative, si dota di apposito regolamento in base a specifiche linee guida approvate dalla Giunta regionale.
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• Conferenza dei Sindaci di Ambito
La conferenza di Ambito, ai sensi dell’articolo 8 della L.R. 12/2006, ha la rappresentanza politico istituzionale degli Ambiti Territoriali. Ha sede presso il Comune con il maggior numero di abitanti ed assolve a :
a) designare il coordinatore e l’unità amministrativa che effettua l’istruttoria dei documenti contabili e amministrativi; b) approvare le proposte di organizzazione dei servizi in forma associata; c) approvare il documento finanziario preventivo ed il rendiconto relativo ai servizi gestiti in forma associata; d) approvare il Piano delle Attività dell’Ambito Territoriale Sociale; e) esaminare ogni questione ritenuta di interesse comune.
Per la programmazione e la gestione associata dei servizi la Conferenza di Ambito si dota di apposito regolamento, sulla base di specifiche linee guida approvate dalla Giunta regionale. Nel Distretto 5 Finalese sono ricompresi tre Ambiti Territoriali Sociali:
� ATS 20 di Loano che comprende i Comuni di: Balestrino,Boissano,Borghetto S. Spirito,Loano,Toirano � ATS 21 di Pietra Ligure che comprende i Comuni di :
Borgio Verezzi,Giustenice, ,Magliolo, ,Pietra Ligure,Tovo S. Giacomo � ATS 22 di Finale Ligure che comprende i Comuni di:
Calice Ligure,Finale Ligure, ,Noli, Orco Feglino, , Rialto, ,Vezzi Portio
I tre ATS , partendo dallo schema regionale di convenzione per l’esercizio associato
dei servizi sociali di base, sulla base di integrazioni elaborate e predisposte dalla Segreteria Tecnica Allargata , all’unanimità , hanno approvato una convenzione omogenea che potrà consentire equità sociale ed efficace operatività sinergica s u tutto il territorio distrettuale.
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1 b. Assetto organizzativo
� Distretto Sociosanitario
L’attuazione e la gestione delle funzioni sociali è affidata al Direttore sociale che si avvale di una Segreteria tecnica di cui fanno parte i coordinatori di ATS e personale di supporto amministrativo-contabile.
Il Distretto 5 Finalese ,facendo seguito alla Deliberazione di G. R. n. 1164 del
27.10.2006 “Indirizzi alle Aziende Sanitarie e ai Comuni per l’avvio dei Distretti Sociosanitari, ai sensi della L. R.12/2006” ha avviato una procedura di selezione pubblica per il reperimento di una figura Dirigenziale a contratto (art. 110) ai sensi del vigente C.C.N.L. comparto EE.LL. Il Direttore Sociale è stato nominato il 11 giugno 2007.
La gestione delle funzioni sanitarie è affidata al Direttore del Distretto Sanitario ,
nominato dalla ASL 2 Savonese. Per le attività sociosanitarie il Direttore sociale e il Direttore di Distretto sanitario
operano d’intesa costituendo l’Unità distrettuale a cui è affidata la funzionalità operativa delle attività integrate sociosanitarie per gli aspetti relativi la continuità assistenziale e i servizi cui afferiscono fattori produttivi diversi quali: ADI, centri socioriabilitativi, centri diurni per anziani, ecc.
L’Unità Distrettuale assicura l’operatività integrata anche per la valutazione del bisogni
sociosanitari tramite le Unità di Valutazione Multidisciplinari, la predisposizione del Piano di Lavoro Personalizzato, i protocolli operativi di assistenza e l’individuazione del responsabile del caso, nonché per la valutazione periodica dei risultati ottenuti in relazione agli obiettivi programmati.
L’Unità Distrettuale si avvale di un Comitato Distrettuale composto dai coordinatori di Ambito Territoriale Sociale, dai rappresentanti dei Dipartimenti territoriali che operano nel Distretto Sociosanitario e dai membri dell’Ufficio di coordinamento previsto dall’articolo 3-sexies, comma 2, del d.lgs. 502/1992 e successive modifiche e integrazioni.
L’inserimento nel Comitato Distrettuale dei responsabili territoriali dei Dipartimenti di Salute Mentale e delle Dipendenze consente una progettualità locale anche per tali attività. Nel Comitato Distrettuale si costruiscono inoltre le modalità di offerta territoriale per la medicina primaria (UTAP) e la specialistica, con l’apporto dei medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, gli specialisti degli ambulatori ASL e degli ambulatori ospedalieri
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� Ambito Territoriale sociale
L’ATS è la sede di accesso alla rete locale di interventi e servizi sociali di base:
- Sportello di Cittadinanza anche come punto decentrato delle attività sociosanitarie dello Sportello Integrato del Distretto
- informazione, consulenza e segretariato sociale
- servizio sociale professionale (presa in carico)
- assistenza domiciliare di carattere domestico-familiare, sostegno socio-educativo, aiuto personale e familiare , attraverso l’Unità Operativa Multiprofessionale in cui sono presenti competenze psicosociali, educative e amministrativo-contabili.
Il Coordinatore di Ambito Territoriale Sociale è un assistente sociale prioritariamente con esperienza in materia di organizzazione dei servizi che : - coordina l’Unità Operativa Multiprofessionale ed è il diretto responsabile delle attività svolte; - coordina il lavoro di predisposizione del Piano di Ambito Territoriale Sociale, che vede la partecipazione attiva della Unità Operative Multiprofessionale, tenendo conto delle indicazioni e degli obiettivi presenti nel Piano di Distretto Sociosanitario; - è componente della segreteria tecnica del Direttore Sociale e del Comitato Distrettuale di Distretto Sociosanitario; - provvede alla raccolta dei dati per l’Ambito curando l’inoltro al Distretto per la parte di competenza di quest’ultimo; - partecipa all’elaborazione del Piano di Distretto Sociosanitario.
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1 C Accesso e integrazione sociosanitaria
A) Sportello di cittadinanza
Lo Sportello di Cittadinanza - anche come punto decentrato delle attività
sociosanitarie – è la porta di accesso alle informazioni, in grado di accogliere ed ascoltare i cittadini, singoli e associati, e le loro famiglie.
Lo Sportello di Cittadinanza provvede alla erogazione delle prestazioni sociali di
base attraverso l’Unità Operativa Multiprofessionale.
Lo sportello, per la sua vicinanza alla popolazione, rende possibile la valorizzazione della soggettività sociale, come componente essenziale della conoscenza, non è un centro statico ma dinamico e proattivo che porta le sue iniziative di informazione, orientamento ed eventuale presa in carico nei luoghi di vita, nella quotidianità dei cittadini. In tutti i Comuni del Distretto 5 Finalese sono presenti gli sportelli di cittadinanza con gli orari, le sedi ed i recapiti di seguito indicati.
DISTRETTO SOCIOSANITARIO N. 5 FINALESE Indirizzo: Via Tommaso Pertica,29 telefono: 019/6890287 - 307 telefax: 019/6890258
e-mail direttoresociale@comunefinaleligure. It
SPORTELLI DI CITTADINANZA
SEDE INDIRIZZO
GIORNI ORARI DI APERTURA
FUNZIONI PROFESSIONALITA
Balestrino
Palazzo Comunale Via Panizzi,28 Balestrino Tel.0182 988004 Email: [email protected]
Ultimo martedì
del mese 10,00 – 11,00
Informazione, consulenza, servizio sociale professionale, Attivazione di progetti di assistenza domiciliare, sostegno socio - educativo, aiuto personale e familiare.
Assistente Sociale
Boissano
Palazzo Comunale Piazza Govi, 1 Boissano Tel 0182 98010 Email [email protected]
1° e 3° Giovedì
9,00 - 10,30
Informazione, consulenza, servizio sociale professionale Attivazione di progetti di assistenza domiciliare, sostegno socio - educativo, aiuto personale e familiare.
Assistente Sociale
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SPORTELLI DI CITTADINANZA
SEDE INDIRIZZO
GIORNI ORARI DI APERTURA
FUNZIONI PROFESSIONALITA
Borghetto S.
Spirito
Palazzo Comunale Piazza Libertà Borghetto S. Spirito Tel.0182 940924 Email: [email protected]
Lunedì e Mercoledì
9,30 - 11,30
Mercoledì 15,00 – 17,00
Informazione, consulenza, servizio sociale professionale Attivazione di progetti di assistenza domiciliare, sostegno socio - educativo, aiuto personale e familiare.
Assistente Sociale
Borgio Verezzi
Palazzo Comunale Via Municipio,16 Borgio Verezzi Tel/Fax 019 615116 Email : [email protected]
Martedì e Giovedì
09,00 – 12,00
Informazione, consulenza, servizio sociale professionale Attivazione di progetti di assistenza domiciliare, sostegno socio - educativo, aiuto personale e familiare.
Assistente
Sociale
Calice Ligure
Palazzo Comunale, Piazza Massa,15 Calice Ligure Tel .019 65433 Emai : [email protected]
Mercoledì 11,00 – 12,30
Informazione, consulenza, servizio sociale professionale. Attivazione di progetti di assistenza domiciliare, sostegno socio - educativo, aiuto personale e familiare.
Assistente Sociale
Finale Ligure
Palazzo Comunale Via Ruffini,10 Finale Ligure Tel/ Fax: 019 6898352 Email: [email protected]
Martedì e Giovedì
9,00 – 12,30 15,30 – 17,30
Informazione, consulenza, servizio sociale professionale. Attivazione di progetti di assistenza domiciliare, sostegno socio - educativo, aiuto personale e familiare.
Assistente
Sociale
Giustenice
Palazzo Comunale Piazza Vittorio Veneto,8 Tel .019 637145 Email: [email protected]
Lunedì 9,30 – 10,30
Informazione, consulenza, servizio sociale professionale. Attivazione di progetti di assistenza domiciliare, sostegno socio - educativo, aiuto personale e familiare.
Assistente
Sociale
Loano
Servizi Sociali Via Stella Loano Tel 019 668306 Fax 019 6779119 Email [email protected]
******** Sportello InformaFamiglia
Lunedì e Venerdì
9,00 – 11,00
********
Giovedì Orario
9,30 – 11,30
Informazione, consulenza, servizio sociale professionale. Attivazione di progetti di assistenza domiciliare, sostegno socio - educativo, aiuto personale e familiare.
Assistente Sociale
Magliolo
Palazzo Comunale Piazza Plebiscito,26 Magliolo Tel. 019 634004 Email : [email protected]
Mercoledì 10,30 – 11,30
Informazione, consulenza, servizio sociale professionale. Attivazione di progetti di assistenza domiciliare, sostegno socio - educativo, aiuto personale e familiare.
Assistente
Sociale
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SPORTELLI DI CITTADINANZA
SEDE INDIRIZZO
GIORNI ORARI DI APERTURA
FUNZIONI PROFESSIONALITA
Orco Feglino
Palazzo Comunale Piazza Municipio,3 Orco Feglino Tel.019 699010 Email: [email protected]
Mercoledì
9,15 – 10,45
Informazione, consulenza, servizio sociale professionale. Attivazione di progetti di assistenza domiciliare, sostegno socio - educativo, aiuto personale e familiare.
Assistente
Sociale
Pietra Ligure
Servizi Sociali Via Rossello,21 Pietra Ligure Tel. 019 628455 Fax 019 627762 Email: [email protected]
Dal lunedì al
venerdì 11 – 12,30
Martedì 15-16
Informazione, consulenza, servizio sociale professionale. Attivazione di progetti di assistenza domiciliare, sostegno socio - educativo, aiuto personale e familiare.
Assistente Sociale
Rialto
Palazzo Comunale Via Melogno,34 Rialto Tel.019 6502004 Email: [email protected]
Su appuntamento
Informazione, consulenza, servizio sociale professionale. Attivazione di progetti di assistenza domiciliare, sostegno socio - educativo, aiuto personale e familiare.
Assistente Sociale
Toirano
Palazzo Comunale Via Braida ,35 Toirano Tel. 0182 92101 Email: [email protected]
Giovedì 10,30 – 12,30
Informazione, consulenza, servizio sociale professionale. Attivazione di progetti di assistenza domiciliare, sostegno socio - educativo, aiuto personale e familiare.
Assistente Sociale
Tovo San Giacomo
Palazzo Comunale Piazza Umberto, I ° Tovo San Giacomo Tel.019 637901 Email: [email protected]
Mercoledì 9,30 – 10,30
Informazione, consulenza, servizio sociale professionale, a domanda. Attivazione di progetti di assistenza domiciliare, sostegno socio - educativo, aiuto personale e familiare.
Assistente Sociale
Vezzi Portio
Palazzo Comunale Via Porte di Spagna,1 Vezzi Portio Tel. 019 742019 Email: [email protected]
Lunedì 10,30 – 12,00
Informazione, consulenza, servizio
sociale professionale, a domanda. Attivazione di
progetti di assistenza domiciliare, sostegno
socio - educativo, aiuto personale e familiare.
Assistente Sociale
Sono presenti ed operativi nel territorio Sportelli Sociali organizzati e gestiti da Enti Pubblici, patronati e dal privato sociale.
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B) Sportello integrato sociosanitario
Nel Distretto 5 Finalese, con Delibera del Comune di Finale Ligure n. 731 del 14.07.2006 , e delibera dell’ ASL 2 Savonese n. 553 del 29.96.2006, è stato attivato a dicembre 2006 lo sportello Integrato Sociosanitario di II livello. Lo sportello ha sede a Finale Ligure in via Ruffini 10 Gli orari di front office sono:
� operatore sanitario: da lunedì a venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.00 martedì e giovedì dalle ore 14.00 alle ore 16.00
� operatore sociale martedì e giovedì dalle ore 9,00 alle ore 12,00 e dalle ore 15.30 alle ore 17.30 Le funzioni dello Sportello integrato, sono riassumibili in: − informazione e consulenza − orientamento sulla scelta delle prestazioni − segnalazione al servizio competente per la presa in carico − raccolta ed elaborazione dati.
Nel corso del 2007 lo sportello ha registrato i seguenti interventi a carattere
sociosanitario:
1. Accoglienza ed attivazione servizi sanitari (domiciliari e residenziali) : 841 utenti. 2. Attivazione fondo regionale non autosufficienza – soggetti anziani: 169 utenti 3. fondo regionale non autosufficienza – soggetti disabili: 17 utenti
La valutazione e verifica sistematica dei tempi di attesa per singole attività
assistenziali e la registrazione dei bisogni espressi dai cittadini in sede di sportello di accoglienza, unitamente ai dati raccolti in occasione delle valutazioni socio sanitarie effettuate ai fini della erogazione del fondo per la non autosufficienza, contribuiscono alla costruzione di una base dati la cui consultazione potrà fornire un apporto sempre più sostanziale per la progettazione di azioni di riequilibrio delle risorse territoriali. La funzione di accoglienza svolta dallo sportello è una funzione che richiederà formazione continua perché si tratta di operatori “specialisti dell’accoglienza” che sappiano operare sul lavoro di rete del territorio di competenza
Le priorità che ci siamo posti in questo Distretto e che hanno determinato l’apertura
di uno sportello di accoglienza di secondo livello e l’attivazione della Unità di Valutazione Multi Dimensionale ( v. paragrafo seguente), ci portano a considerare come necessario il potenziamento di queste due strutture; è necessario prevedere, nel prossimo triennio, l’attivazione di uno sportello di accoglienza di primo livello per ogni ambito sociale, riducendo progressivamente il numero di sedi e di domande amministrative con cui deve fare i conti l’utente fragile.
L’ingresso sempre più incisivo del Distretto Socio Sanitario nella programmazione delle attività territoriali si dovrà concretizzare in un maggior ricorso allo strumento della valutazione multi dimensionale, quale azione di freno alla frequente peregrinazione
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infruttuosa di utenti tra servizi di per se incapaci di gestire da soli la complessità della problematica socio sanitaria.
C) Valutazione multi dimensionale del bisogno
Il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione, la significativa crescita della domanda di persone con gravi disabilità permanenti( anche sopraggiunte in età adulta) dovute all’andamento cronico di una variegata gamma di patologie ,nonché la dimensione delle mutate e spesso fragili relazioni familiari ,sono elementi che indicano la necessità di agire in termini di sistema con il rafforzamento dell’accordo tra Comuni ed Asl.
Affrontare tali bisogni complessi, richiede unitarietà di intervento, progetti personalizzati , continuità assistenziale, valutazione multiprofessionale del bisogno, condivisione degli obiettivi, progettazione integrata delle risposte, valutazione partecipata degli esiti .
La traduzione operativa trova nella Unità di Valutazione Multidisciplinare il presupposto per affrontare l’area di utenza connotata da cronicità e/o da un progressivo aggravamento delle condizioni di non autosufficienza.
Si tratta di un Organismo di valutazione misto sanitario e sociale , formalizzato ai sensi del DPCM 14 febbraio 2001 , per procedere alla valutazione multi dimensionale dello stato di malattia o di non autosufficienza.
E’ composto dal medico specialista della patologia o dello stato di disabilità da valutare (neuropsichiatra infantile, geriatra, neurologo, fisiatra, psichiatra, etc), infermiere, terapista della riabilitazione (nelle diverse specializzazioni richieste per la disabilità da valutare), l’assistente sociale che ha in carico la persona da valutare, l’educatore, se debbono essere analizzati anche aspetti pedagogico-didattici e il medico di medicina generale. Possono aggiungersi, anche altri professionisti, in relazione alla complessità del caso o per altri aspetti che siano utili ad una migliore e corretta valutazione.
Nel Distretto 5 Finalese , l’UVM è stata istituita con deliberazione ASL n° 612 del 06/072006 ed è attiva dal 1° Agosto 2006.
Si riunisce nella sala riunioni di Via della Pineta, ed è convocata dall’Unità Distrettuale su richiesta e segnalazione dello Sportello Integrato, degli Sportelli di cittadinanza , dei servizi sociali o sanitari presenti nel territorio.
Il funzionamento a regime è definito nella Convenzione tra Distretto e ASL 2 Savonese.
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2. Il processo di costruzione del piano: fasi, attori, metodologia.
Nel Distretto 5 Finalese sono operative esperienze di associazionismo per la
gestione di vari Servizi, ed in particolare dei Servizi e delle Politiche Sociali.
Queste esperienze di organizzazione e di gestione associata di servizi rappresentano un punto di forza del Distretto, in particolar modo in una fase come quella attuale in cui la coesione istituzionale e la condivisione di livelli e standard qualitativi e quantitativi di prestazioni e servizi sociali costituiscono un obiettivo da perseguire a partire dalla situazione data.
L’itinerario non può che passare per una progressiva diffusione ed integrazione tra le esperienze in atto, lasciando inalterate quelle potenzialità virtuose in grado di creare sinergie tra i sistemi istituzionali, i servizi, gli operatori, il terzo settore e le comunità intere.
Elemento fondante del presente piano di distrettuale è la promozione della solidarietà sociale anche in forma organizzata. Se da un lato ci si propone di valorizzare l’iniziativa delle persone, dei nuclei famigliari, delle forme di auto aiuto, dall’altro vengono sostenute le organizzazioni di volontariato, le associazioni di persone, il terzo settore in generale. Questo anche in virtù del principio di sussidiarietà che, investendo orizzontalmente il mondo dell’associazionismo, sancisce il ruolo determinante del terzo settore nella pianificazione sociale.
Nonostante dunque esperienze in forma associata già patrimonio di questo territorio, i Comuni del Distretto 5 Finalese sono ora chiamati ad un’azione ancora più incisiva di collaborazione che, iniziando dalla stesura del presente Piano distrettuale, non perda di vista la consapevolezza che una reale pianificazione distrettuale non può non essere che il frutto di un lungo processo che veda come parte integrante di esso la partecipazione attiva di tutti gli attori coinvolti – Servizi Sociali, ASL, Terzo Settore - anche nelle fasi di monitoraggio, verifica e ri-progettazione degli interventi e/o dei modelli organizzativi adottati.
Gli elementi di processo che supportano la nascita di una programmazione partecipata si traducono nel concreto non solo in un apporto tecnico-finanziario al progetto, quanto nella diffusione di atteggiamenti e comportamenti per cui il processo non si limita ad aggregare nel modo migliore preferenze date, ma trasforma gli obiettivi specifici degli attori singoli in un nuovo obiettivo collettivo.
Si consolida e si legittima il processo e si creano solide relazioni tra gli attori,in altri termini, è in questo modo che cresce il capitale sociale della coalizione locale.
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1. Il percorso di lavoro:
Il lavoro di coinvolgimento/partecipazione attiva delle varie realtà dell’intero distretto è solo agli inizi, ma, attraverso una serie di incontri collegiali, si sono gettate le basi metodologiche e organizzative per dare sistematicità a un così importante processo.
A livello operativo implementare il piano distrettuale ha significato sostanzialmente dare l’avvio ad un percorso di lavoro riflessivo e operativamente sostenibile, con il coinvolgimento degli attori nel territorio interessati secondo diverse modalità ed intensità per:
- la rilevazione del contesto e dei bisogni tramite la rielaborazione dei dati di riferimento;
- l’attivazione di tavoli tecnici di concertazione per la definizione dei programmi e
delle azioni per singole aree in relazione agli obiettivi e alle priorità.
I Tavoli tecnici di concertazione
sono stati attivati come organismi necessari :
- per garantire la possibilità di partecipare a tutti gli stakeholder rappresentativi sul
territorio;
- per costruire gruppi di lavoro qualificati e non eccessivamente ampi, in grado di
lavorare in modo strutturato e continuativo nelle diverse fasi di analisi, elaborazione e
proposte.
• a) FOCUS GROUP
( Progetto cofinanziato dal Distretto e dai tre Am biti )
far parlare il territorio , per analizzarne i problemi e per ipotizzarne, conseguentemente, azioni per il superamento e per il miglioramento delle condizioni di salute e di vivibilità nel contesto territoriale di riferimento.
La strutturazione e la conduzione dei 4 Focus group è stata effettuata con il supporto della Società di consulenza ARCOS di Genova.
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Elemento essenziale per la strutturazione dei focus group è stato quello di garantire la lettura del contesto socio – economico di riferimento tenendo in considerazione due variabili ritenute rilevanti: - il territorio , privilegiando la possibilità di leggere le specificità che caratterizzano i
diversi ambiti territoriali; - le fasce di utenza seguite , privilegiando la possibilità di affrontare in modo completo
ed omogeneo le problematiche afferenti ciascuna rete integrata : Minori e famiglie, Disabili e Anziani, disagio adulto e nuove povertà;
I risultati dell’analisi sono riportati in forma integrale nell’ALLEGATO 2
• b) COMITATO DISTRETTUALE
È un tavolo tecnico integrato , composto da unità distrettuale ( Direttore sociale e Direttore di distretto sanitario) dai coordinatori di Ambito Territoriale Sociale , dai rappresentanti dei Dipartimenti territoriali che operano nel Distretto Sociosanitario ( Cure primarie, Salute Mentale. Sert, Disabili e Consultorio), un rappresentante dei medici di medicina generale, uno dei pediatri di libera scelta e uno degli specialisti ambulatoriali convenzionati operanti nel Distretto Sanitario.
E’ costituito mediante il coinvolgimento di tutti i soggetti che operano sul territorio, pur con competenze diverse con riferimento all’area tematica affrontata da ciascuna rete integrata individuata nel Piano; e costituisce la base per la concretizzazione del processo di “progettazione partecipata” nella consapevolezza che le esigenze primarie da presidiare sono:
� l’analisi dei servizi ed interventi erogati sul territorio;
� la raccolta e l’elaborazione di informazioni attendibili e tempestive;
� la formulazione di proposte progettuali e di miglioramento da sottoporre alla
approvazione degli organismi istituzionali (Comitato dei Sindaci e Direzione ASL 2
Savonese).
Per consentire modalità di lavoro efficaci sono state utilizzate delle schede di
rilevazione-indagine-proposta quale strumento di riflessione e come base per l’elaborazione del Piano.
I contenuti e le azioni evidenziate sono rappresentate nella seconda parte distinte per
rete integrate di intervento.
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2. Le intese per le azioni integrate
La l.r 12/2006 e il Psir prevedono che, per garantire l’operatività dell’integrazione
sociosanitaria e la gestione associata delle funzioni sociali di primo livello, rispettivamente il Comitato dei Sindaci e l’ASL 2 Savonese , ed i singoli Comuni debbano stipulare una convenzione sulla base di uno schema tipo predisposto dalla Regione. Entrambe le convenzioni sono state oggetto di un percorso di riflessione e di elaborazione condiviso tra gli attori del territorio.
Per quanto attiene la convenzione Distrettuale per la gestione integrata dei servizi sociosanitari , tale percorso è stato compiuto a livello tecnico dalle Direzioni Sociali dei quattro Distretti che insistono sul territorio dell’ASL 2 Savonese al quale ha fatto riscontro analogo processo a cura dei Direttori dei Distretti sanitari, con il coinvolgimento dei Direttori dei Dipartimenti territoriali.
Su queste basi si è quindi articolato il successivo confronto, condotto dai Presidenti dei Distretti Sociosanitari e dalla Direzione Generale e Sanitaria dell’ASL 2 savonese, che ha portato all’approvazione delle convenzioni.
Il prodotto finale, prima della definitiva approvazione nelle dovute sedi, è stato
sottoposto alla valutazione della Regione Liguria, avendo essa l’obiettivo di garantire, pur nel rispetto delle specificità locali, l’opportuna omogeneità delle convenzioni sull’intero territorio regionale.
La convenzione distrettuale è stata approvata con i seguenti atti :
• delibera del Consiglio Comunale di Finale Ligure, in qualità di comune
capofila,n°121 del 27 dicembre 2007
• Delibera della direzione ASL 2 Savonese n°126 del 07 febbraio 2008
La convenzione del Distretto 5 Finalese è stata sottoscritta dal Presidente – dott. Gianmario Massazza- e dal Direttore Generale ASL 2 Savonese - dott. Flavio Neirotti- nella seduta del Comitato dei Sindaci in data 7 febbraio 2008.
Le convenzioni per la gestione associata dei tre Ambiti Territoriale Sociale , sono state oggetto di un dibattito a livello distrettuale sulla base di una lavoro svolto dalla Segreteria Tecnica, con la collaborazione dei Dirigenti e responsabili dei comuni capofila di Ambito teso a “territorializzare” lo schema di convenzione predisposto dalla Regione. I Sindaci e gli Assessori delegati nel Comitato dei Sindaci, hanno deciso all’unanimità,di approvare una convenzione omogenea di ATS , che pur recependo le specificità di ogni territorio, potesse garantire equità di accesso e coerenti erogazioni. Si rimanda alle singole pianificazioni degli ATS del Distretto Finalese per la visione degli atti in questione.
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3. Le azioni trasversali
Le politiche di Welfare si intrecciano sempre più con nuovi processi e strumenti di
programmazione e pianificazione strategica dei territori che, mobilitando una pluralità di
attori tramite processi partecipativi ,alimentano un’effettiva integrazione delle risorse
progettuali ed economiche disponibili ed approntabili sul territorio.
Con tali presupposti il Distretto 5 Finalese ha aderito ad intese con diversi partner
territoriali che di seguito brevemente si delineano:
Osservatorio delle Politiche Sociali , proposto dalla Provincia di Savona, neIl ‘ambito
del Piano Regolatore Sociale provinciale.
Sembra quanto mai opportuno la realizzazione di processi di costruzione di una base
dati e di indagini sui profili socio-economici territoriali per una rilevazione ed analisi della
condizioni e dei presupposti che sottendono allo stato di disagio .
Una lettura a più ampio raggio e sviluppata tra i diversi soggetti istituzionali, nel consentire
la condivisione di problemi analoghi ,potrà favorire l’attivazione di politiche integrate di
sostegno ad aree di disagio sulla scorta di analisi metodologicamente condivise.
Il monitoraggio inoltre dei fenomeni emersi correlato alle strategie attuate permetterà una
verifica e valutazione delle risposte messe in campo dai diversi soggetti.
Non ultimo sarà un’utile occasione di confronto su base provinciale in merito a “buone
prassi” sviluppate nei territori, in base alle proprie specificità .
Rete provinciale contro le violenze di genere :
Il distretto 5 Finalese ha sottoscritto un protocollo di intesa per la promozione di strategie
condivise finalizzate alla prevenzione ed al contrasto del fenomeno della violenza nei
confronti delle donne.
Tutti i soggetti firmatari (gli altri Distretti Sociosanitari provinciali ,la Prefettura,
l’Amministrazione Provinciale, l’Asl 2 Savonese, le Organizzazioni sindacali, l’Ufficio
Scolastico Provinciale di Savona,il Forum del III settore ,ecc) si sono impegnati a
promuovere,sostenere e gestire iniziative volte a favorire la cultura della non violenza,
instaurando un rapporto di collaborazione proficua e sistematica per:
� Promuovere strategie comuni di contrasto alla violenza
� Favorire la messa in rete dei diversi soggetti
� Sperimentare forme di integrazione degli interventi
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� Sostenere le buone prassi esistenti e sperimentate al fine di rafforzarle, svilupparle
e diffonderle
Costituzione del Centro Risorse Alunni Stranieri :
finalizzato all’educazione, alla formazione interculturale e ad una progettazione a
favore dei bambini e dei ragazzi stranieri e delle loro famiglie, attraverso una rete di
servizi condivisi.
I soggetti coinvolti, (Provincia, i quattro distretti sociosanitari, la Prefettura, l’Ufficio
Scolastico Provinciale, l’ASL 2 Savonese ed il Forum del III Settore) , con la
sottoscrizione del protocollo di intesa, collaboreranno per realizzare una rete di servizi
coordinati e di progetti integrati finalizzati alla promozione dell’educazione
interculturale,e per l’integrazione sociale e scolastica dei minori stranieri e a favorire
l’accoglienza delle loro famiglie .
Per tutte le intese sopra richiamate il Distretto 5 Finalese si è posto degli obiettivi , in
base alle proprie competenze, che si trovano declinate nelle diverse reti integrate
trattate nella successiva Parte Seconda del Piano.
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PARTE SECONDA
LE RETI INTEGRATE DI OFFERTA
PREMESSA
Ogni rete integrata di offerta è ripartita in quattro sezioni:
1. analisi dell’offerta sociale e sanitaria.
2. criticità e punti di forza.
3. Indicatori previsti dal Piano Socio Sanitario Integrato Regionale.
4. obiettivi ed azioni di Piano.
Nell’analisi dell’offerta è presentato un quadro sulla tipologia di servizi e prestazioni territoriali erogate dai servizi sociali dei Comuni del Distretto e dall’Azienda Sanitaria Locale.
I dati afferenti ai servizi non sempre sono sovrapponibili in quanto rilevati spesso con criteri temporali diversi. Ci si prefigge quale obiettivo prioritario la condivisione di protocolli che definiscano i tempi e le modalità di rilevazione e trasmissione dei dati riguardanti le attività territoriali.
Per la spesa sociale dei Comuni del Distretto vengono presentati dati sintetici relativi al Distretto Sociosanitario sui servizi ed interventi sociali (per le tabelle ed i grafici completi v. allegato 2). La fonte dei dati è la rilevazione coordinata dall’Istat e dalla Regione Liguria sulla spesa sociale per il triennio 2003-2005.
I dati Istat 2006, appena conclusi, saranno oggetto di lettura ed analisi in occasione della verifica sulla prima annualità di vigenza del presente Piano Distrettuale.
Per i servizi ed gli interventi erogati dall’ASL 2 Savonese si è ritenuto opportuno
esporre, se pur sinteticamente, i dati aggregati per singolo servizio o dipartimento in quanto alcune attività, anche se non direttamente inquadrabili in una singola rete d’offerta, sono comunque da tenere in considerazione nella fase di programmazione perché in grado di evidenziare l’integrazione di risorse assistenziali afferenti alle stesse reti.
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La tabella seguente raccoglie i dati di attività sanitarie erogate dai dipartimenti
territoriali sul territorio del distretto 5 Finalese. Alcuni valori, quali i tempi di attesa e la valorizzazione economica delle prestazioni, non compaiono ancora su tutte le attività, pur essendo da considerarsi quali elementi essenziali per la valutazione dei bisogni ed utili per proporre progetti di distribuzione delle risorse e per la corretta programmazione delle attività territoriali.
Servizio Attività N.Prestaz. N.Utenti Accessi Posti Attesa Costo annuale
Ost – Ginecologica 322 202 30 Servizio di Colpo-Penoscopia ---- Pediatria Consultoriale 272 224 15 Neuropsichiatrica Infantile 120 100 30 Psicologica 278 278 30 Area Sociale 229 179 30 Area Socio-Riabilitativa E.E. / Educatori 26 26
30
Area Riabilitativa E.E. / TDR 274 261 90
U.O. Consultoriale 1° semestre 2007
Pediatria di Comunità 153 Prestazioni Domiciliari 3.326 1.420 2.721 4,0 Prestazioni Ambulatoriali A.D.P (Medico M.G.) 472 6.649 € 122.297,00 ADI I e II livello 502 10.464 3,0 Accessi Medico M.G. 38 334 € 6.312,00 Costo totale Cure Domiciliari € 714.847,00 Residenza Protetta 310 Residenza Protetta Convenzionata 76 256 € 717.007,00 RSA 201 44 13,2 € 1229.673,00
U.O. Ass. Anziani Anno 2007
Prestaz. Amb. forma diretta 37.370 5.670 20 €. 276.268,00 Prestaz. Amb. Forma indiretta 618 12 € 23.202,00 Ass. Domiciliare Diretta 28 418 2 Ass. Domiciliare Indiretta 19 1900 € 98.553,00 Ass. semi res. Diretta Ass. semi res. Indiretta 4 € 84.029,00 Ass. residenziale diretta Ass. residenziale indiretta 35 € 3.300.986,00
U.O. Ass. Disabili Anno 2007
Consulenza 8,458 651 prevenzione in ambito scolastico 110 prevenzione in ambito extra scolastico 25
Ass. Residenziale
Ser.T. 1° semestre 2007
46
Servizio Attività N.Prestaz. N.Utenti Accessi Posti Attesa Costo annuale
Visita medico psichiatrica 3383 Colloquio psicologico-clinico 248 Colloquio di ascolto e supporto 6114 Colloquio di consulenza e valutazione sociale 118
Psicoterapia individuale 598 Psicoterapia familiare e/o di coppia 74
Psicoterapia di gruppo 70 Intervento riabilitativo individuale < 4 ore 204
Intervento riabilitativo individuale > 4 ore 12
Intervento riabilitativo di rete 1449 Intervento socio-assistenziale 6 Indagine psicodiagnostica 25 Prestazione infermieristica 1362 Accertamento medico-legale 1 Ambulatorio CSM 5986 Ambulatori Ticket 575 Contatti in Struttura Dipartimentale 943
Contatti Domiciliari 1071 Contatti in Ospedale Generale 276 Contatti in Strutture Convenzionate 78
Altro 508
U.O. Psichiatria Territoriale Anno 2007
Strutture terap. Riabilitative (1° semestre 2007)
15 15 € 140.977,95
Cardiologia Finale 1,390 7 € 19,421.79 Dermatologia Finale 362 21 € 6,647.61 Neurologia Finale 167 7 € 3,240.97 Oculistica Finale 2,144 49 € 35,062.72 Otorino Finale 380 35 € 6,037.62 Laboratorio analisi Finale 21 Dermatologia Loano 880 21 € 16,912.92 Ginecologia Loano 225 63 € 3,786.23 Oculistica Loano 4,196 49 € 59,369.76 Odontoiatria Loano 1,831 56 € 30,060.48 Otorino Loano 671 21 € 12,773.34
U.O. Medicina di Base Ass. diretta 1° semestre 2007
Dermatologia Loano 880 21 € 16,912.92 Patologia Clinica Borghetto 7,162 € 21.085,49 Fisiokinesiterapia Loano 16,548 € 157.367,86
U.O. Medicina di Base Ass. Conv.
Patologia Clinica Pietra L. 4,933 € 12,908.60
Ricon. Invalidità Civile 1326 86 Ricon. Stato handicap (L. 104) 502 108
U.O. Igiene Pubblica Anno 2007 L. 68 111 108
47
I dati demografici relativi a questo Distretto impongono di prestare particolare attenzione ai problemi sanitari e sociali conseguenti al progressivo invecchiamento della popolazione; una elevata percentuale di ricoveri ospedalieri di soggetti anziani si conclude con la richiesta di dimissioni protette mediante l’attivazione di assistenza domiciliare o di ricoveri per convalescenza assistita o riabilitazione.
Le risorse territoriali non sempre consentono l’accoglienza immediata del paziente
non autosufficiente all’atto della dimissione ospedaliera e ciò comporta spesso l’insorgenza di disagi che coinvolgono sia le famiglie che i servizi sociali e sanitari.
In questo contesto, considerata la limitatezza delle risorse disponibili, si impone la
necessità di redigere protocolli operativi condivisi tra strutture di ricovero e servizi territoriali, che consentano di selezionare gli utenti in base alle effettive necessità assistenziali e di operare con la massima tempestività nei confronti di coloro che presentano maggiore fragilità e minore autonomia.
Sul fronte territoriale si presentano sempre più frequentemente casi la cui
complessità, sia clinica che socio-famigliare, impone la valutazione e presa in carico da parte di servizi aventi competenza diversa. Anche in questa circostanza, nella quale il progetto assistenziale vede coinvolti attori diversi, a volte mediante prese in carico successive ed a volte mediante azioni contemporanee e sinergiche, si riscontra spesso la carenza di strumenti conoscitivi e comunicativi che facilitino la circolarità dell’informazione.
La via per far fronte alle criticità sopra esposte è chiaramente indicata dalla Legge Regionale 12/2006, che demanda al Distretto Socio Sanitario i compiti relativi alla valutazione, informazione, presa in carico e governo delle situazioni richiedenti integrazione socio sanitaria.
Si ritiene che nei tavoli di concertazione , pur non avendo avuto modo di affrontare una sistematica analisi dei bisogni , sono però emerse delle piste di lavoro e un processo di analisi e costruzione continua nonché una partecipazione attiva che dovrà essere mobilitata e attivata anche nelle fasi realizzative e di manutenzione del Piano.
Inoltre in prospettiva, per la lettura dei bisogni, il Distretto investirà sullo sviluppo del
progetto “Osservatorio Provinciale sulle Politiche Sociali”, avendo riconosciuto nel livello territoriale provinciale e nell’intesa con gli altri attori del sistema, la sede più idonea per questo tipo di osservazione sistematica (vedi specifico paragrafo).
48
La sezione sui criticità e punti di forza restituisce le osservazioni emerse nella fase di consultazione e concertazione con i servizi sociosanitari territoriali, con il Privato Sociale, con gli attori istituzionali, incontrati nel percorso illustrato nel capitolo dedicato. Gli Indicatori previsti dal Piano Socio Sanitario Integrato Regionale sono riportati fedelmente quale documento di confronto con gli obiettivi specifici di piano distrettuale.
Nella sezione “obiettivi ed azioni del Piano ”, vengono individuati gli obiettivi ed i progetti, formulati con progressione triennale, che sono stati definiti, partendo dagli obiettivi regionali del PSIR , nonché dalle priorità e criticità emerse dal dialogo con il territorio. Per ogni obiettivo vengono indicate le azioni da attivare o implementare, i soggetti istituzionali e tecnici responsabili, le risorse e le annualità di riferimento per la realizzazione delle azioni.
Le azioni di Distretto si intersecano con le azioni degli Ambiti Territoriali Sociali che
vengono qui richiamate e analizzate in dettaglio nei Piani di Ambito Sociale.
49
PARTE SECONDA
Le reti integrate d’offerta
Obiettivi e Azioni di Piano per realizzare:
1) Accesso Cittadinanza e Integrazione sociosanitaria
Analisi offerta
La rete per l’accesso ed accoglienza della cittadinanza si avvale attualmente delle seguenti risorse, rese disponibili da entrambi i comparti Sociale e Sanitario e che operano prevalentemente con modalità di integrazione socio sanitaria.
• Sportelli di cittadinanza presenti in tutti i Comuni del Distretto.
• Sportello integrato di secondo livello per l’accoglienza socio sanitaria; tale sportello, ubicato presso il Comune di Finale Ligure in posizione facilmente accessibile all’utenza, si avvale di un operatore sanitario e di un operatore sociale i quali svolgono attività di informazione e presa in carico per la rete dei servizi socio sanitari territoriali. Prerogativa dello sportello, che viene meglio descritto nel capitolo relativo all’analisi di contesto, è l’istituzione di una fascia oraria di compresenza degli operatori Sociale e Sanitario al fine di poter garantire all’utente una presa in carico integrata e contestuale.
• Unità di Valutazione Multidisciplinare per la valutazione dei casi a valenza
assistenziale complessa con conseguente formulazione del piano individualizzato di assistenza. La U.V.M. è altresì deputata all’assegnazione della misura per la non autosufficienza.
• Unità di Valutazione Geriatria (U.V.G.) e Unità di Valutazione Handicap (U.V.H.).
Tali strutture, anche se funzionalmente afferenti alla U.V.M., sono deputate alle valutazioni proprie di ciascuna disciplina, con particolare riguardo alla gestione dell’assistenza domiciliare ed alla assegnazione dei posti di residenzialità protetta a gestione diretta o convenzionata.
Punti di forza:
• Istituzione dello Sportello Integrato sociosanitario di secondo livello presso il Comune di Finale Ligure, operante dal Gennaio 2007 e preposto alla accoglienza e presa in carico integrata per la rete dei servizi domiciliari e residenziali per anziani.
• Presenza capillare sul territorio degli Sportelli di Cittadinanza
• Istituzione ed attivazione, dal 1 Agosto 2006, della Unità Valutativa
Multidimensionale, operante in base a regolamento formalizzato e condiviso.
50
Esposizione dei dati di affluenza presso lo sportel lo di accoglienza socio sanitaria di secondo livello.
Sportello Socio Sanitario Anno 2007
Utenti Tipologia intervento Costo totale (per anno)
1.010 Fondo non autosufficienza 861 Ingresso rete servizi
Accoglienza sanitaria
Assistenza protesica
Spesa ed utenza dei Comuni del Distretto
per servizio sociale professionale, accesso e organ izzazione (triennio 2003-2005)
Descrizione Distretto 5 Finalese
anno Spesa Incidenza su spesa sociale
Utenti
2003 100.128 5,5% 5.870 2004 186.907 7,3% 5.430 Servizio sociale professionale Totale
2005 276.028 12,8% 4.796 2003 35.932 2,0% 4.513 2004 273.669 10,7% 5.207
Informazione e consulenza per l’accesso alla rete dei servizi Totale
2005 128.231 5,9% 5.150 2003 221.919 12,1% 2004 221.422 8,7%
Azioni di sistema ,sensibilizzazione e spese di organizzazione
Totale
2005 164.552 7,4% 2003 1.829.940 2004 2.559.105 TOTALE SPESA SOCIALE
Totale Distretto
2005 2.163.132
Fragilità – Criticità:
• Necessità di implementare i protocolli operativi per la dimissione protetta dagli
ospedali ai servizi socio sanitari territoriali e per la continuità assistenziale in caso di trasferimento per cure tra diversi servizi territoriali.
• Necessità di implementare i protocolli operativi per la segnalazione e la presa in carico tra i diversi servizi del territorio
• Scarsa propensione da parte dei Dipartimenti Territoriali a considerare il Distretto quale interlocutore obbligatorio per la pianificazione delle attività territoriali.
• Carenza di strumenti per la rilevazione epidemiologica distrettuale. • Assenza di una pluralità di uffici e sedi istituzionali relative a varie aree di
servizio ( v. Centro per l’Impiego, centro servizi/consulta volontariato,ecc
51
Obiettivi generali indicati dal PSIR:
• Costituzione delle associazioni intercomunali degli A.T.S. come da DGR del 7/12/2006, n. 1376 (Promozione sistema integrato dei servizi sociali e socio sanitari).
• Costituzione delle associazioni intercomunali di Distretto come previsto dalla stessa l.r. 12/06 e dalla l.r. 41/06.
• Approvazione, su schema regionale, delle convenzioni tra le Associazioni intercomunali di Distretto e l’Azienda Sanitaria Locale.
• Istituzione, in ciascun Distretto, dello sportello integrato socio sanitario. • Istituzione in ogni ambito territoriale sociale dello sportello di cittadinanza.
Obiettivi specifici per il distretto 5:
• Nuova sede del Distretto Sociosanitario: spazi fisici comuni per una integrazione funzionale e gestionale
• Sviluppo e messa a regime della U.V.M. con studio e redazione di protocolli sulla base della convenzione distrettuale
• Attivazione di uno sportello integrato in ciascuno dei tre ambiti territoriali sociali. • Carta dei servizi distrettuali • Monitoraggio nuove prassi per individuazione criticità per pianificazione degli
interventi e dei servizi sempre più efficace • Adesione all’Osservatorio Provinciale politiche sociali.
52
OBIETTIVI
AZIONI INTERVENTI
ENTI DI RIFERIMENTO
RISORSE TEMPI
Organizzazione della sede unica del Distretto Sociosanitario
-Comitato dei Sindaci -D.G. ASL -Unità Distrettuale
Risorse finanziarie per acquisti e prestazioni (v. Piano finanziario)
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2008 2009 2010
Potenziamento dei servizi per l’accesso unificato alle prestazioni integrate
Apertura di uno sportello socio sanitario di primo livello per ogni Ambito
-Comitato dei Sindaci -D.G. ASL -Unità Distrettuale
Impegno part time di un operatore di profilo sanitario e un operatore di profilo sociale.
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2008 2009 2010
Potenziamento dell’accesso guidato attraverso una corretta informazione
Carta dei servizi distrettuale
- Ambiti territoriali sociali - Unità Distrettuale Dipartimenti Sanitari territoriali
Progetto cofinanziato dai tra ATS e dal Distretto
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2008 2009 2010
Implementazione rete di interventi e servizi sociali omogenea
Gruppo di lavoro per utilizzo dell’Isee e modalità di compartecipazione alla spesa sociale : modello applicativo uniforme
Segreteria Tecnica Allargata ATS Comuni
L’azione non richiede specifici investimenti
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2008 2009 2010
Superamento dell’’attuale fase sperimentale della U.V.M. conferendo alla stessa mandato istituzionale
-Unità Distrettuale -Dipartimenti Sanitari territoriali -Ambiti territoriali sociali
L’azione non richiede specifici investimenti
�
2008 2009 2010
Utilizzo dello strumento del Piano Individualizzato di Assistenza, sulla base dello schema regionale , quale modalità operativa della U.V.M.
Unità Distrettuale -Dipartimenti Sanitari territoriali -Ambiti territoriali sociali
L’azione non richiede specifici investimenti
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2008 2009 2010
Implementazione linee guida – protocolli operativi per facilitare le azioni della commissione.
Unità Distrettuale -Dipartimenti Sanitari territoriali -Ambiti territoriali sociali
L’azione non richiede specifici investimenti
� �
2008 2009 2010
Sviluppo e messa a regime dell’ attività svolta dall’Unità di Valutazione Multidimensionale
Istituzione osservatorio non autosufficienza mediante analisi dei bisogni emersi dalle valutazioni per l’assegnazione del fondo
- Unità Distrettuale - Dip. to Cure Primarie - Dip. to Materno Infantile - A.T.S.
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2008 2009 2010
Facilitazione delle dimissioni protette ospedaliere.
Predisposizione ed attuazione di protocolli operativi condivisi tra Ospedali e Dipartimenti Territoriali per le dimissioni protette ospedaliere.
-Dipartimenti ospedalieri - Dipartimenti Sanitari territoriali -Unità Distrettuale - ATS
L’azione non richiede risorse specifiche.
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2008 2009 2010
Applicazione della convenzione tra ASL 2 Savonese e Comuni del Distretto Finalese
Attivazione del modello organizzativo secondo le modalità della convenzione sottoscritta
- Unità -Distrettuale Dipartimenti Sanitari territoriali - Ambiti territoriali sociali
L’azione non richiede risorse specifiche.
�
2008 2009 2010
53
2) Politiche di promozione e sostegno alle responsabilità familiari Analisi Offerta
Dati attività sanitarie presso le sedi consultoriali del Distretto Finalese
Attività Sanitarie erogate in forma diretta o Convenzionata Interna I semestre anno 2007
Specialità
Accessi
Prestazioni
Attesa (giorni)
PRESTAZIONI UTENZA spontanea Ostetricia – Ginecologia 202 322 30 Servizio di Colpo-Penoscopia ---- Pediatria Consultoriale 224 272 15 Neuropsichiatrica Infantile 100 120 30 Psicologica 278 278 30 Area Sociale 179 229 30 Area Socio-Riabilitativa E.E. / Educatori 26 26 30 Area Riabilitativa E.E. / TDR 261 274 90
PRESTAZIONI UTENZA istituzionale Pediatria di Comunità 153
Interventi sociali effettuati sul territorio del Di stretto Finalese
Rete Famiglia Esistente 31/12/2007
Prestazioni
Asili nido :n. 6 strutture pubblici Il numero degli iscritti sono così ripartiti: Borghetto (24), Loano (54), Pietra Ligure(40), Finale (18), Noli (8)
N° posti complessivi nel Distretto 184
Servizi integrativi per la prima infanzia: 6 strutture pubbliche
Il numero degli iscritti sono così ripartiti: Loano (20 ) Boissano (13), Toirano (12), Pietra(16) Finale (6) Noli (16)
N° posti complessivi nel Distretto
83
Servizi innovativi/sperimentali per la prima infanzia (n. 3)
Loano, Pietra,Finale N° 14 posti
Comunità per minori: n. 17 Minori inseriti in comunità non
presenti nel Dss 5 Finalese 10 posti nella istituenda comunità distrettuale media intens. pronta accoglienza (*) a Finale
Centri di aggregazione e socializzazione per adolescenti e giovani:
n. 6 centri
Borghetto,Pietra ,Borgio, Magliolo,Finale,Calice Ligure
Servizi a bassa soglia per disagio giovanile
2 posti di pronto Intervento 2 posti di pronto intervento
54
SPESA SOCIALE DEI COMUNI DEL DISTRETTO Incidenza dei diversi servizi sul totale spesa per minori
Spesa per le diverse tipologie di servizi per minor i sulla spesa totale per minori nel DSS
Finalese per anno
19%21%
14%
1%
8%6%
4%
1%
33%
14%
9%
13%
8%
5% 5% 5%4%
20%
8%
5%
13%
4%
7%5%
3%
32% 33%
Asili nido Struttureresidenziali
Contributieconomici
Centri socio -educativi
Integrazionesociale
Sostegno socio-educativo
Servizio socialeprofessionale
Affidi M ensa
2003 2004 2005
Anno Totale spesa sociale
Spesa per minori e famiglia
Incidenza spesa minori e famiglia
Anno 2003 € 2.701.241 € 942.154 35% Anno 2004 € 4.611.825 € 1.487.131 32% Anno 2005 € 4.491.315 € 1.554.386 35%
Punti di forza:
• La presenza di servizi a carattere educativo-territoriale organizzati dagli ATS a favore dei minori in situazione di difficoltà socio-familiare
• Servizi sperimentali attivati dagli ATS con caratteristiche organizzative innovative per il territorio: (sportello InformaFamiglie di Loano, gruppo famiglie affidatarie di Finale e Spazio incontro giovani di Pietra )
• L’apertura delle nuove sedi consultoriali di Finale e Pietra Ligure consente una migliore accessibilità ed articolazione delle risposte all’utente.
• L’imminente ristrutturazione della nuova sede del Consultorio di Loano contribuirà al miglioramento dell’offerta locale di assistenza.
55
Fragilità – Criticità:
• Diffuso disorientamento e difficoltà dei ruoli genitoriali nell’incertezza fra i diversi stili educativi nell’oscillare fra iperpresenzialismo e comportamenti che rasentano l’abbandono.
• Necessità di rapporti e relazioni con la scuola come osservatorio privilegiato per i casi di grave difficoltà e come occasione per raggiungere il maggior numero di famiglie possibile, coinvolgendole in progetti di genitorialità responsabile
• Carenza di centri di aggregazione e di iniziative sia partecipative sia ricreative che stimolino l’utilizzo responsabile del tempo libero delle/dei ragazze/i
• Elevata domanda di prestazioni riabilitative e di assistenza psicologica nel Consultorio • Mancanza di un servizio di assistenza domiciliare in favore di soggetti minori. • Carenza di procedure sociosanitarie condivise per la segnalazione e presa in carico. • Carenza sistematicità nelle azioni di prevenzione, informazione ed educazione alla salute a
livello di scuole e asilo nido e servizi integrativi • Lo “spazio adolescenti” del Consultorio ad oggi offerto non risulta correlato con le esigenze
del territorio. • Esigenza di svolgere la mappatura ed il monitoraggio sulle autorizzazioni-accreditamento
delle strutture per minori. • Necessità di incrementare l’azione preventiva e di assistenza sanitaria a minori e donne
straniere (STP), recuperando eventualmente risorse tramite contestuale ridimensionamento dell’attività diagnostico-terapeutica in favore di minori residenti, iscritti con pediatra di libera scelta.
Obiettivi generali indicati dal PSIR:
• Erogazione da parte di tutti i Distretti e degli Ambiti territoriali sociali delle prestazioni di cui agli articoli 31 e 42 della l.r 12/06 con particolare riferimento agli interventi finalizzati a prevenire e contrastare forme di povertà, attraverso un sistema integrato di prestazioni economiche di integrazione al reddito, di promozione dell’inserimento lavorativo, di connessione con le politiche abitative
• Assicurare servizi per la prima infanzia zero/tre anni (asili nido, servizi integrativi,servizi sperimentali/innovativi, sezione primavera), raggiungendo un’offerta complessiva pari al 25% della popolazione zero/tre anni rispetto alla percentuale attuale del 17%.
• Comunità per minori : almeno una per ciascun distretto. Gli inserimenti dei minori in comunità deve avvenire prioritariamente in strutture presenti sul territorio regionale.
• Realizzare azioni di contrasto all’abbandono scolastico. • Realizzare azioni di promozione dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. • Realizzazione di una nuova azione per ogni anno di vigenza del Piano da scegliersi tra le
seguenti: - centri di aggregazione giovanile ivi comprese forme di aggregazione
spontanea/informale di adolescenti; - attività a favore dell’adolescenza; - servizi a bassa soglia per contrastare disagio giovanile (bullismo, dipendenze, ecc.).
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Obiettivi specifici per il distretto 5:
• Sostenere i servizi per la prima infanzia per fornire risposte sempre più flessibili. • Favorire diffusione territoriale dei servizi socio educativi per pre adolescenza e adolescenza. • Attivazione comunità educativa distrettuale pronto intervento e medio termine. • Potenziamento politiche di sostegno alle responsabilità genitoriali. • Implementazione e messa in rete di interventi finalizzati a prevenire e contrastare forme di
povertà,
OBIETTIVI AZIONI
INTERVENTI ENTI DI RIFERIMENTO RISORSE TEMPI
Attivazione Comunità educativa distrettuale pronto intervento e medio termine
Distretto Ats Dipartimento Materno Infantile Terzo Settore Privato sociale
Fondi regionali per spese in conto capitale,con cofinanziamento del Distretto
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2008 2009 2010
Attivazione spazio incontro protetti genitori/figli
Distretto Segreteria Tecnica Allargata Dipartimento Materno Infantile Terzo Settore
Fondi regionali per spese in conto capitale,con cofinanziamento del Distretto
� � �
2008 2009 2010
Sostegno alla progettualità di centri e spazi di aggregazione e socializzazione improntanti alla implementazione dell’offerta
Distretto Segreteria Tecnica Allargata Dipartimento Materno Infantile Terzo settore
Reperimento risorse da fondi nazionali e regionali
� � �
2008 2009 2010
Promuovere servizi ed interventi socio-educativi di aggregazione, ascolto e socializzazione per pre adolescenti, adolescenti e giovani
Sostegno a progetti innovativi di contrasto al disagio giovanile ed educazione alla legalità
Distretto Segreteria Tecnica Allargata Scuole del territorio Terzo Settore
Reperimento risorse da fondi nazionali e regionali
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2008 2009 2010
Sostegno alla progettualità di Ambito attraverso il coordinamento operativo e la programmazione di investimenti in conto capitale
Distretto Segreteria Tecnica Allargata Comuni
Reperimento risorse da fondi nazionali e regionali
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2008 2009 2010
Favorire diffusione territoriale dell’offerta di servizi rivolti alla prima infanzia per fornire risposte sempre più flessibili
Promozione del progetto distrettuale “Musica in culla”
Distretto Segreteria Tecnica Allargata Comuni
risorse da fondi nazionali e regionali
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2008 2009 2010
57
OBIETTIVI AZIONI INTERVENTI ENTI DI RIFERIMENTO RISORSE TEMPI
Integrazione delle Unità multiprofessionali degli ATS mediante l’inserimento e/o potenziamento figura dello psicologo
Ambiti Territoriali Sociali
v. Piani di Ambito
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2008 2009 2010
Servizio di mediazione familiare , complementare al servizio erogato dall’ASL, attraverso una migliore esplicitazione delle specifiche competenze
Distretto Segreteria Tecnica Dipartimento Materno Infantile (Consultorio Familiare)
Fondi derivanti da finanziamenti vincolati
� �
2008 2009 2010
Interventi di sostegno alla genitorialità
Distretto Segreteria Tecnica ATS Dipartimento Materno Infantile (Consultorio Familiare)
Fondi derivanti da finanziamenti vincolati
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2008 2009 2010
Potenziamento politiche di sostegno alle responsabilità genitoriali
Promozione e sostegno allo sviluppo di percorsi di auto-mutuo aiuto
Distretto Segreteria Tecnica Dipartimento Materno Infantile (Consultorio Familiare) Terzo settore
Da definirsi in base alle singole progettualità
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2008 2009 2010
Iniziative di sensibilizzazione e implementazione gruppo famiglie affidatarie
Distretto Segreteria Tecnica Allargata Terzo settore
v. Piani di Ambito risorse da fondi nazionali e regionali
� � �
2008 2009 2010
Promozione e sviluppo dell’affido familiare
Definizione di protocolli operativi per la tutela del minore /cura del genitore
Distretto Segreteria Tecnica Dipartimento Materno Infantile (Consultorio Familiare) Dipartimento SSM U.O. Sert
L’azione non richiede specifici interventi finanziari
� �
2008 2009 2010
Promozione ed implementazione buone prassi per presa in carico integrata
Gruppi di lavoro interdisciplinare e multiprofessionali per stesura protocolli operativi di segnalazione e presa in carico
- Segreteria Tecnica - Dipartimento materno infantile Medici Pediatri di L.S. - Medici di M.G
L’azione non richiede specifici investimenti finanziari.
� �
2008 2009 2010
58
OBIETTIVI AZIONI INTERVENTI ENTI DI RIFERIMENTO RISORSE TEMPI
Potenziamento azioni di informazione ed educazione alla salute a livello di scuole e asili nido.
Unità distrettuale Dipartimento materno infantile Medici Pediatri di l.s. ATS
Risorse da definirsi.
� �
2008 2009 2010
Riattivazione percorso di accompagnamento alla nascita
Dipartimento Materno Infantile Medici Pediatri di L.S. Medici di M.G. Ospedale
Risorse da definirsi.
� �
2008 2009 2010
Educazione alla salute - Prevenzione
Campagna preventiva tumore
- Dipartimento prevenzione - Dipartimento materno infantile - Medici pediatri l.s. - Medici di m.g.
Risorse da definirsi.
� � �
2008 2009 2010
Mappatura e monitoraggio sulle autorizzazioni ed accreditamento delle strutture per minori
Gruppi di lavoro interdisciplinari
Segreteria Tecnica A.T.S. Dipartimento materno infantile Commissioni per l’autorizzazione (Legge 20/99)
L’azione non richiede specifici investimenti finanziari.
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2008 2009 2010
Prevenzione della dispersione scolastica
Realizzazione di un protocollo di intesa tra gli Enti competenti
Distretti, ASL, Provincia, USP
L’azione non richiede specifici investimenti finanziari
� � �
2008 2009 2010
Protocollo di intesa tra Enti competenti
Distretti, ASL, Provincia, USP, Dipartimento Materno Infantile
L’azione non richiede specifici investimenti finanziari
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2008 2009 2010
Azioni di tutela e sostegno a donne e minori stranieri Incrementare
l’azione preventiva e di assistenza sanitaria a minori e donne straniere (STP),
Dipartimento Materno Infantile Pediatri di Libera Scelta A.T.S.
L’azione non richiede specifici investimenti finanziari
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2008 2009 2010
59
3) Politiche per la non autosufficienza e l’invecchiamento attivo
Servizi in favore degli anziani Analisi offerta
Prestazioni sociali erogate dai Comuni del Distretto Rete 3 Indicatore Prestazioni
Persone in carico nel distretto 173 Assistenza Domiciliare: Servizi di Appoggio di cui:
- Pasto Caldo - Trasporto
- Telesoccorso
Persone in carico nel distretto 341 di cui - 92 - 156 - 141
R.S.A.: n. strutture 1 Posti nel distretto: 44
R.P.: n. 7 strutture Con i posti seguenti: Borghetto –Humanitas (62), Loano – Ramella (51) , Loano Suore Cappuccine (71), Pietra Santo Spirito (43), Pietra Mater dei ( 28), Giustenice - ValVerde (49), Finale Ruffini (44), Noli Villa Rosa (44)
Posti totale sul Distretto
392 di cui convenzionati 76
Non autosufficienza
Centri diurni per anziani: n. 1 in ATS Loano 10 posti
SPESA SOCIALE DEI COMUNI DEL DISTRETTO (Triennio 2003-2005)
Incidenza dei diversi servizi per anziani sul totale spesa sociale
Anziani - Incidenza della tipologia di servizi sul totale della spesa per
anziani per anno
31%
38%
14%
3%
9%
1% 3%
52%
24%
11%
4% 5%2% 2%
51%
28%
9%5%
3% 3% 2%
Struttureresidenziali /
soggiorni
Assistenzadomiciliare
Contributi Serviziosociale
professionale
Centri sociali /aggregazione
Integraz.sociale
Servizi disupporto(mensa etrasporto)
2003 2004 2005
60
Fondo per la non autosufficienza
Domande ricevute (visite)
Utenti ammessi Utenti liquidati Costo totale (Per anno)
Fondo Anziani 2006 290 152 87 419.000,00
Assistenza Domiciliare Prestazionale 01/07/2006 - 30/06/2007
Utenti
Accessi
i.p. + o.s.s.
Prestaz.
Attesa (giorni)
Costo utente (per anno)
Costo totale (per anno)
Ass. Domiciliare 1.367 5.602 5.351 4,0 Ass. Ambulatoriale A.D.P (Medico M.G.) 472 6.649 € 89,41 € 122.297,00
A.D.I. 01/07/2006 - 30/06/2007
Utenti per patologia
Giornate di Assistenza
Attesa media
(giorni)
Costo utente (per anno)
Costo totale (per anno)
Neoplasie 31 - 3,0 Demenze 29 - 3,0 Altri 515 - 3,0
I e II livello
Totale 575 8.363 3,0 Medico M.G. Utenti 38 334 € 166,00 € 6.312,00
Costi Assistenza Domiciliare Anno 2007
Costo utente (per anno)
Costo totale
(per anno) Costo totale cure domiciliariADI 1°,2°, 3° livello (Costo comprensivo di personale, beni e servizi, farmaci e materiali di medicazione, ammortamenti, interessi, oneri bancari, oneri tributari)
€ 1.423,00
€ 714.847,00
A.D.P. Medico M.G. € 89,41 € 122.297,00 A.D.I. Medico M.G. € 166,00 € 6.312,00
Totale € 843.456,00
Residenza Protetta
Posti per struttura
Tot.
Con
Non Con
Occup Conv. (%)
Attesa (gior)
Costo totale (per anno)
Villa Rosa (Noli) 44 15 29 100% € 140.910,00 Ruffini (Finale) 44 31 13 100% € 291.214,00 Mater Dei (Pietra Ligure) 28 28 S. Spirito (Pietra Ligure) 43 11 32 100% € 103.334,00 Valverde (Giustenice) 49 13 36 100% € 122.122 Ramella (Loano) 45 45 Madre Rubatto (Loano) 71 3 68 100% € 28.182,00 Humanitas (Borghetto s.) 62 3 59 100% € 28.182,00
Strutture
Totale 386 76 310 272 € 717.007,00
Anno Totale spesa sociale Spesa per anziani
Incidenza spesa anziani
Anno 2003 € 2.701.241 € 820.042 30%
Anno 2004 € 4.611.825 € 1.726.952 37%
Anno 2005 € 4.491.315 € 1.827.018 41%
61
R.S.A. Posti per Tipologia
utenti
Giornate di Assistenza
Attesa (giorni)
Costo medio
utente (X ricovero)
Costo totale (per anno)
Post acuti 30 10.485 13,2 - 17 €. 992.131,00 Mant. 14 5.090 169,8 € 219.277,00 Sollievo 424 33,75 € 18.265,00
R. S.A. Ruffini
Totale 44 201 16.000 € 6.117,00 € 1229.673,00
Punti di forza:
• Assenza tempi di attesa per presa in carico di assistenza domiciliare • Investimenti in servizi di assistenza domiciliare e servizi di appoggio • Adeguata risposta alla residenzialità per autosufficienti
Fragilità – Criticità:
• Elevato numero di domande in attesa per posti in RP convenzionate • Elevati tempi di attesa per ingresso in Rsa • Elevata presenza alto numero di popolazione anziana e di carico sociale • Presenza di numerosi anziani con significativa presenza di “grandi Vecchi” spesso privi di
reti familiari • necessità di potenziamento e ulteriore personalizzazione degli interventi di assistenza
domiciliare e di una crescita dei servizi di prossimità. • Forte richiesta di maggiore informazione e unitarietà di accesso
Indicatori previsti dal PSIR:
• Incremento nel triennio dell’assistenza domiciliare (Assistenza domiciliare integrata e aiuto domestico familiare), dall’attuale 3% su popolazione ultrasessantacinquenne al 6% al 31/12/2010.
• Incremento, nel triennio, della residenzialità e semiresidenzialità dall’attuale percentuale del 2,7% su popolazione ultrasettantacinquenne al 4% al 31/12/2010 al 31/12/2010, comprendendo anche le attività residenziali ad esclusivo carattere assistenziale
Obiettivi specifici per il distretto 5:
• Ulteriore sviluppo della personalizzazione degli interventi con potenziamento dei servizi di A.D. in sinergia con i servizi di prossimità.
• Sostegno e promozione dell’attività di assistenza famigliare mediante potenziamento dei servizi socio sanitari
• Monitoraggio delle nuove misure finalizzato ad analisi della domanda territoriale. • Incremento posti convenzionati in RP (26) • Incremento posti convenzionati in RSA (anche mediante riconversione 20 posti
riabilitazione ex art. 26 L. 833/78) • Progetto vigilanza integrata su strutture autorizzate/accreditate • Progetto invecchiamento attivo: educazione alla salute nelle RP convenzionate, e interventi
di socializzazione e promozione della partecipazione e cittadinanza attiva tramite enti ed associazioni del territorio
62
OBIETTIVI AZIONI INTERVENTI
ENTI DI RIFERIMENTO RISORSE TEMPI
Incremento posti convenzionati in RP
Incremento, nel triennio, di n. 26 posti in convenzione
- D.G. ASL - Conferenza dei Sindaci - U.O. Ass. Anziani - Unità Distrettuale
€ 245.000 all’anno a regime.
�
�
�
2008 2009 2010
Incremento posti convenzionati in RSA
Incremento, nel triennio, di n. 20 posti anche mediante parziale riconversione posti riabilitazione ex art. 26 L. 833/78
- D.G. ASL - Conferenza dei Sindaci - U.O. Ass. Anziani - Unità Distrettuale
€ 760.000 all’anno a regime. �
�
2008 2009 2010
Progetto monitoraggio vigilanza integrata su strutture autorizzate o accreditate
Progetto di verifica congiunto sociale e sanitario
Distretto Dipartimento Cure primarie ATS
L’azione non richiede specifici investimenti finanziari
�
�
2008 2009 2010
Sostegno e promozione di iniziative di socializzazione, e cittadinanza attiva
Distretto ATS Comuni Terzo settore
v. Piani di Ambito
�
�
�
2008 2009 2010
Progetto invecchiamento attivo Educazione alla salute
e alla qualità di vita nelle Residenze Protette convenzionate
Distretto Dipartimento Cure primarie ATS
L’azione non richiede finanziamenti specifici.
�
�
�
2008 2009 2010
Integrazione sociosanitaria delle cure domiciliari per ulteriore sviluppo della personalizzazione degli interventi.
Sperimentazione di valutazione integrata per casi ad alta intensità
Unità distrettuale Dipartimento cure primarie ATS
L’azione non richiede finanziamenti specifici.
�
�
2008 2009 2010
Piena attuazione della misura del FNA
Sviluppo del sistema organizzativo tramite implementazione del PIA secondo le linee guida regionali
Unità distrettuale ATS UVM
Risorse da fondi finalizzati regionali e nazionali
�
�
�
2008 2009 2010
Monitoraggio dell’offerta finalizzato all’analisi del bisogno
Progetto per la realizzazione di un sistema informativo intradistrettuale
Unità distrettuale ATS UVM
L’azione non richiede specifici interventi fin.
�
�
2008 2009 2010
63
OBIETTIVI AZIONI INTERVENTI
ENTI DI RIFERIMENTO RISORSE TEMPI
Avvio rete distrettuale delle cure palliative (Obiettivo condiviso tra Ass. Anziani e Ass. Disabili)
Anali si dei bisogni e definizione delle risorse necessarie per l’avvio della rete.
Dip.to Cure Primarie Dip.to Mat. Infantile Oncologia ospedaliera U.O. Rianimazione Distretto socio sanitario ATS Terzo settore
Risorse da fondi finalizzati regionali (DGR 724/06 – DGR 133/07)
� 2008 2009 2010
Attivazione posti residenziali per post-coma o alta intensità assistenziale. (Obiettivo condiviso tra Ass. Anziani e Ass. Disabili)
Identificazione di struttura idonea per ev. convenzione per 5 posti di residenzialità per post coma o mal. neuro degenerative in stato avanzato.
D.G. ASL Conferenza dei Sindaci Dip.to Cure Primarie Dip.to Mat. Infantile
Risorse da definire. �
�
2008 2009 2010
64
Servizi in favore dei Disabili Analisi offerta
SPESA SOCIALE DEI COMUNI DEL DISTRETTO (triennio 2003-2005)
Incidenza dei diversi servizi per disabili sul totale spesa sociale
Incidenza delle tipologia di servizi per disabili s ul totale della spesa per disabili per anno
3%
8%
27%
6%
38%
2% 2%3%
11%
6%
19%
14%11%
27%
3% 1% 1%
19%
0,3%
15%
7%10%
35%
7%8%
0%
17%
Struttureresidenziali /
soggiorni
Assistenzadomiciliare
Contributi Servizio socialeprofessionale
Sostegno /contributi perinserim. lav.
Sostegnosocio-
educativo scol./ terr. / dom.
Centri diurni Integraz.sociale
Servizi disupporto(mensa etrasporto)
2003 2004 2005
Anno Totale spesa sociale Spesa per disabili Incide nza spesa disabili 2003 € 2.701.241 € 484.204 18% 2004 € 4.611.825 € 493.506 11% 2005 € 4.491.315 € 466.362 10%
Erogazione misura economica per la non autosufficienza.
Fondo per la non autosufficienza
Domande ricevute (visite)
Utenti ammessi Utenti liquidati Costo totale (Per anno)
Fondo disabili 2006 59 41 15 74.000,00
65
Assistenza Ambulatoriale Utenti Prestazioni Attesa
(giorni) Costo utente (per anno)
Costo totale (per anno)
Finale - Borghetto 5.670 37.370 20 € 49,00 €. 276.268,00 I.M.P. Toirano fuori distretto – forma indiretta 12 618 € 1.933 € 23.202,00
Assistenza Domiciliare
Utenti
Accessi
Attesa
(giorni)
Costo utente (per
anno)
Costo totale (per anno)
Ass. Diretta 28 418 2 Ass. Indiretta 19 1900 - € 5.187,00 € 98.553,00
ASS. Semi Residenziale anno 2006
struttura Utenti Giornate Attesa (giorni)
Costo totale * (per anno)
Il Gabbiano - Tovo 4 1.023 - € 84.029,00 Totale Distretto 5 4 1.023 - € 84.029,00
Gest. indiretta Istituti Riabilitativi (Ex art. 26) Fuori Distretto 5 3 - - - Gest. Diretta I.M.P. Toirano
Assistenza Residenziale anno 2006
struttura Utenti Giornate Attesa (giorni)
Costo totale * (per anno)
Il Gabbiano - Tovo 29 10.239 - € 1.280.148,00 Sacra Famiglia P.L. 6 1.982 - € 287.167,00 La Presentazione 619 23.788 - € 1.733.671,00 Fuori Distretto 5 2 - -
Ass. Indiretta Istituti Riabilitativi (Ex art. 26)
Totale Distretto 5 35 12.221 - € 3.300.986,00 Ass. Diretta I.M.P. Toirano
Fondo per la non autosufficienza
Domande ricevute
(n. visite)
Utenti ammessi
Utenti liquidati
Costo totale (per anno)
Fondo Disabili 2007 59 41 15 74.000,00
Accertamento invalidità civile e situazione handicap Anno 2007
Domande ricevute
Visite
effettuate
Attesa tra domanda e
visita
Aattesa tra visita e comunicazione esito (verbale)
Ric. Invalidità Civile 1.326 1.326 86 75
Ric. Stato handicap 502 502 108 75
Certificazione L. 68 111 111 108 75
Di cui Visite domiciliari
37
Totale 1.939 1.939
66
Punti di forza: • Offerta residenziale riabilitativa distrettuale sufficiente • Presenza di associazioni di volontariato con finalità di promozione,sostegno Fragilità – Criticità: • Carenza di risorse destinate all’assistenza domiciliare • Mancanza di offerta residenzialità post-acuta (Rsa) • Carenza offerta residenzialità definitiva (RP) • Logistica dell’Imp di Toirano • Commissione medica per riconoscimento invalidità civile : Inaccettabili tempi di attesa e di
risposta • Integrazione scolastica : la sempre più evidente carenza di insegnanti di sostegno ed il passaggio
curricolare fra i diversi ordini e gradi scolastici, ed a maggior ragione fra diversi istituti, rappresenta per i minori disabili il fattore principale critico
• Al termine del corso di studi i giovani disabili che non sono in grado di accedere al mondo del lavoro soffrono di una grave carenza di opportunità di cura e socializzazione
• Assenza di attività laboratoriali socializzazione e di utilizzo delle proprie potenzialità • L’assenza di punti di riferimento adeguati per l’informazione e l’orientamento dei disabili sul
territorio finalese è stata ripetutamente sottolineata ( v. Sild e Centro per impiego) Indicatori previsti dal PSIR: • Consolidamento prestazioni residenziali e semiresidenziali di riabilitazione per raggiungere la
percentuale 1,5 posti per 1.000 abitanti da 0/64 anni (esclusa popolazione anziana). • Incremento delle strutture socio-riabilitative di mantenimento (diurne e a ciclo continuativo)
per disabili gravi privi del sostegno familiare passando dalle attuali strutture ad almeno una per Distretto, per un totale di 0,4 posti in più per 1.000 abitanti (oltre alla percentuale di 1,5 per la riabilitazione sanitaria, di cui sopra).
• Incremento dell’offerta di laboratori socio-educativi e di addestramento per facilitare l’inclusione sociale per i meno gravi.
Obiettivi specifici per il distretto 5: • Condivisione di progetti con il territorio per integrazione scolastica. • Avvio gruppo di lavoro per progetto estensione ADI in favore di soggetti disabili e minori. • Stabilizzazione e potenziamento progetto sperimentale RP Disabili (n° 15 posti). • Istituzione posti convenzionati per RSA disabili (5 posti). • Trasporto disabili ai centri con acquisto nuovo pulmino. • Percorsi di parent training per disabili e ulteriore sviluppo della personalizzazione degli
interventi con potenziamento dei servizi di A.D. • Sostegno e promozione dell’attività di assistenza famigliare mediante potenziamento dei servizi
socio sanitari. • Monitoraggio delle nuove misure finalizzato ad analisi della domanda territoriale. • Sostegno delle misure per il dopo di noi.
67
OBIETTIVI AZIONI INTERVENTI
ENTI DI RIFERIMENTO RISORSE TEMPI
Programmi per integrazione scolastica
Protocolli operativi da concordare con le Scuole e ASL
Distretto ATS Dipartimento Materno Infantile (Consultorio) Scuole Provincia
Da definirsi �
�
2008 2009 2010
Avvio gruppo di lavoro per progetto estensione ADI in favore di soggetti disabili e minori
- Unità Distrettuale - U.O. Ass. Disabili - U.O. Ass. Anziani - A.T.S. -
Risorse finanziarie da definirsi. �
�
2008 2009 2010
Realizzazione di interventi di assistenza domiciliare integrata con interventi educativi e di socializzazione (ex Legge 162/98)
Distretto ATS Dipartimento Materno Infantile (U.O. Disabili, Consultorio)
Da definirsi in base alla progettualità
�
�
2008 2009 2010
Potenziamento dei servizi domiciliari e delle reti socio-relazionali
Percorsi di parent training
Distretto Dipartimento Materno Infantile (U.O. Disabili) ATS
L’azione non richiede specifici finanziamenti
�
�
�
2008 2009 2010
Stabilizzazione e potenziamento progetto sperimentale RP Disabili (n° 15 posti)
-Comitato dei Sindaci -D.G. ASL Unità Distrettuale Dipartimento Materno Infantile (U.O. Disabili)
€ 65.000,00 per anno a regime.
�
�
�
2008 2009 2010
Incremento delle strutture socio-sanitarie di mantenimento.
Istituzione posti convenzionati per RSA disabili (5 posti) e/o struttura riabilitativa
Comitato dei Sindaci -D.G. ASL Unità Distrettuale Dipartimento Materno Infantile (U.O. Disabili)
€ 50.000,00 per anno a regime �
�
2008 2009 2010
68
OBIETTIVI AZIONI INTERVENTI
ENTI DI RIFERIMENTO RISORSE TEMPI
Ottimizzazione risorse per assistenza residenziale.
Istituzione gruppo di lavoro distrettuale integrato per nuove progettualità su Imp
Comitato dei Sindaci -D.G. ASL Unità Distrettuale - U.O. Ass. Disabili
L’azione non necessita di specifici finanziamenti
�
�
2008 2009 2010
Attività accertamento di invalidità civile e condizione di handicap
Istituzione gruppo di lavoro distrettuale per proporre azioni di contenimento tempi di attesa.
- Dip. to di prevenzione - Dip. to Cure Primarie - Dip. to Materno Infantile - Unità Distrettuale
L’azione non necessita di specifici finanziamenti
�
2008 2009 2010
Utilizzo delle misure del “Dopo di Noi”
Realizzazione progetto per struttura ‘dopo di noi’ a Loano
Comitato dei Sindaci Distretto
Assegnato finanziamento in conto capitale e impegno al cofinanziamento da parte del soggetto del privato sociale
�
�
�
2008 2009 2010
Realizzazione di interventi alternativi alla residenzialità e semiresidenzialità riabilitativa
Integrazione attraverso la realizzazione di laboratorio educativo-territoriale
Distretto Dip. to Materno Infantile (U.O Disabili) ATS Terzo settore
Da definirsi in relazione alla progettualità
�
�
2008 2009 2010
Piena attuazione della misura FNA e ampliamento dei beneficiari
Sviluppo del sistema organizzativo tramite implementazione PIA e la realizzazione della verifica
Unità distrettuale ATS UVM
Fondi vincolati regionali e nazionali
�
�
�
2008 2009 2010
Promozione e miglioramento degli interventi di inserimento lavorativo fasce deboli (psichici, disabili tossicodipendenti, minori a rischio)
Adozione linee guida inserimenti lavorativi protetti con la costituzione di gruppi di lavoro integrati ed interdisciplinari
Distretto ATS Dip. SSM, Dip.Materno Infantile (U.O Disabili) U.O Sert Provincia
Da definirsi
�
�
2008 2009 2010
Avvio rete distrettuale delle cure palliative (Obiettivo condiviso tra Ass. Anziani e Ass. Disabili)
Anali si dei bisogni e definizione delle risorse necessarie per l’avvio della rete.
Dip.to Cure Primarie Dip.to Mat. Infantile Oncologia ospedaliera U.O. Rianimazione ATS Terzo settore
Risorse da fondi finalizzati regionali (DGR 724/06 – DGR 133/07)
� 2008 2009 2010
69
Attivazione posti residenziali per post-coma o alta intensità assistenziale. (Obiettivo condiviso tra Ass. Anziani e Ass. Disabili)
Identificazione di struttura idonea per ev. convenzione per 5 posti di residenzialità per post coma o mal. neuro degenerative in stato avanzato.
D.G. ASL Conferenza dei Sindaci Dip.to Cure Primarie Dip.to Mat. Infantile
Risorse da definire. �
�
2008 2009 2010
4) Politiche per l’inclusione sociale
Analisi offerta
Prestazioni sociali
Rete Indicatore Esistente
31/12/2007 Prestazioni
Estreme povertà: n. persone prese in carico 80 (*)
Immigrazione: n. persone prese in carico 119 (*)
Promozione della socialità e inclusione
sociale
Senza fissa dimora: n. persone prese in carico 10 (*)
Emergenza sociale N. persone prese in carico 59 (*) (*) Si presume una percentuale di incremento del 20% c.a. I segnali che pervengono ai Servizi denunciano una situazione di significativa e crescente difficoltà sociale,abitativa,economica e lavorativa.
Incidenza della spesa disagio adulti sul totale spesa sociale (Triennio 2003-2005)
Incidenza della spesa per tipologia di servizi sul totale della spesa per disagio adulti per anno
34%
11%
0% 0%1%
12%
17%
0%
3%
15%
0%
4%3%
34%
17%
15%
0% 0%
14% 14%
1% 1%0%
1%2%
1%
32%
10%
0%
4%
0%
24%
15%
4% 4%
0%
2%3%
1%
Contributieconomici a
integraz.reddito
familiare
Contributieconomici per
alloggio
Contributigenerici ad
associazionisociali
Contributieconomici perl'inserimento
lavorativo
Contributieconomici percure o prestaz.
sanitarie
Serviziosocialeprofess.
Retta prestaz.residenziali
Prontointerventosociale
M ensa/buonipasto o spesa
Interventil'inserim.
lavorativo
Intermediaz.abitativa e/o
assegnaz.alloggi
Integrazionesociale
Assistenzadomicilare
socio -assistenziale
2003 2004 2005
70
Incidenza della spesa per dipendenze sul totale della spesa sociale
(triennio 2003-2005)
Incidenza della spesa per tipologia di servizio sul totale della spesa per le dipendenze per anno
12%
58%
3%0% 1% 2%
25%24%
35%
3%7%
28%
0%
54%
29%
0%
9% 7%0%2%0%
Servizio socialeprofess.
Contributieconomici perl'inserimento
lavorativo
Contributieconomici per
alloggio
Contributieconomici a
integraz.reddito familiare
Sostegnoall'inserimento
lavorativo
Integrazionesociale
Altro*
2003 2004 2005
Prestazioni sanitarie Dipartimento Salute Mentale
Strutture Terapeutico Riabilitative I semestre anno 2007
Struttura Utenti Attesa (giorni)
Costo totale (per semestre)
Villa Rosa 3 € 16,431.85 7 € 124,546.10
Valverde
+ ex O.P. 5
Anno Totale Spesa sociale Spesa per Disagio adulto
Incidenza spesa disagio adulti
2003 € 2.701.241 € 336.710 12%
2004 € 4.611.825 € 442.652 10%
2005
€ 4.491.315 € 379.870 9%
Anno Totale spesa sociale
Spesa per DIPENDENZE
Incidenza spesa DIPENDENZE
2003 € 2.701.241 € 56.196 2,1% 2004 € 4.611.825 € 60.307 1,3% 2005 € 4.491.315 € 31.428 0,7%
71
Attività Sanitarie anno 2007
Intervento Prestazioni Attesa (giorni)
Utenti totali Costo totale (per semestre)
Visita medico psichiatrica 3383
Colloquio psicologico-clinico 248
Colloquio di ascolto e supporto 6114
Colloquio di consulenza e valutazione sociale 118
Psicoterapia individuale 598 Psicoterapia familiare e/o di coppia 74
Psicoterapia di gruppo 70 Intervento riabilitativo individuale < 4 ore 204
Intervento riabilitativo individuale > 4 ore 12
Intervento riabilitativo di rete 1449
Intervento socio-assistenziale 6
Indagine psicodiagnostica 25
Prestazione infermieristica 1362
Prestazioni
Accertamento medico-legale 1
Ambulatorio CSM 5986 Contatti effettuati in sede Ambulatori Ticket 575
Struttura Dipartimentale 943 Domiciliare 1071 Ospedale Generale 276
Contatti effettuati fuori sede
Strutture Convenzionate 78
805
Altro 508
Prestazioni sanitarie U.O SERT
Attività territoriali I semestre anno 2007
Utenti Prestazioni Attesa (giorni)
Costo totale (per semestre)
Attività di consulenza 651 8,458 Interventi di prevenzione in ambito scolastico 110 Interventi di prevenzione in ambito extra scolastico 25 Inserimenti lavorativi 8
Assistenza residenziale I semestre anno 2007
Comunità
Utenti
Attesa (giorni)
Costo totale
(per semestre)
6 8 14 € 53.532,00
72
Punti di forza:
• Presenza nel territorio di enti ed associazioni del terzo settore e del volontariato • Attività di cura integrata tramite il coordinamento dell’equipe territoriale multidisciplinare
con le strutture presenti nel Distretto ( SPDC, CDv. Villa Livi, CTPP v: Villa Frascaroli • Attività riabilitative per recuperare abilità e potenziali risorse sociali • Progetti di cura con Borse lavoro • Presenza di esperienze di mutuo aiuto pazienti psichiatrici • Progetto di prevenzione territoriale- Il lavoro nella Comunità
Fragilità – Criticità:
• Emergenza abitativa, mancanza di alloggi protetti e di strutture di prima accoglienza • Precarietà economica, ed indigenza sempre più ampia e trasversale • Assenza linee guida per inserimenti lavorativi e necessità di valutazione,verifica e
monitoraggio per gli inserimenti lavorativi protetti • Difficoltoso collegamento con Centro per l’Impiego anche in assenza di uno sportello
locale • Scarsa opportunità di inserimenti lavorativi protetti e criticità per gli inserimenti lavorativi a
fini assistenziali (Ilsa ) • Necessità di mediazione culturale • Maggiore dialogo ed integrazione con il privato sociale negli interventi di assistenza al fine
di evitare doppioni o tralasciare lacune • Invii da varie Istituzioni , con delega interventista, di persone con disagio diffuso e
Comportamenti Sociali disturbanti e disattivi • Risorse: non disponibilità di strutture per acuti, soprattutto in relazione ai nuovi stili di
abuso • Invecchiamento dell’utenza classica • Rischio di non essere in sintonia con l’evoluzione del fenomeno della dipendenza sia per la
nuova che per la vecchia utenza. Indicatori previsti dal PSIR:
SERVIZI SOCIOSANITARI DI SALUTE MENTALE • Consolidamento nel triennio dello 0,6 posti per 1.000 abitanti (media regionale) in strutture
residenziali e semiresidenziali di carattere terapeutico e/o di mantenimento (secondo quanto disposto dal P.O Salute Mentale del 2001).
• Programmare almeno un’azione di inclusione sociale in ciascun Distretto per ogni anno del triennio di vigenza del Piano.
SERVIZI DI RECUPERO A FAVORE DI PERSONE CON DIPENDENZA • Consolidamento nel triennio dello 0,25 posti per 1.000 abitanti, valore medio regionale, in
strutture di recupero e riabilitazione (in linea con gli indirizzi del Ministero della Salute). • Programmare almeno un’azione di inclusione sociale in ciascun Distretto per ogni anno del
triennio di vigenza del Piano
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SERVIZI DI CONTRASTO AL DISAGIO (estreme povertà, senza fissa dimora, ex detenuti, etc): • Potenziamento “servizi a bassa soglia e di reintegrazione sociale”, realizzando in ogni
Distretto almeno un’azione per ciascuna annualità di vigenza del Piano, in collaborazione tra Comuni, Province, ASL e il Terzo Settore.
• Potenziamento dei servizi di accompagnamento e reinserimento sociale e lavorativo, realizzando in ogni Distretto almeno un’azione per ciascuna annualità di vigenza del piano, in collaborazione tra Comuni, Scuola e Terzo Settore.
SERVIZI A FAVORE DI PERSONE VITTIME DI ABUSO E MALTRATTAMENTI • Almeno un’azione in ogni Distretto, per ciascuna annualità del Piano, a favore delle persone
vittime di abuso e maltrattamenti, delle donne che escono da percorsi di violenza e per il potenziamento dei servizi di pronto intervento e di bassa soglia per l’emergenza.
Obiettivi specifici per il distretto 5:
• Sviluppo delle attività di accoglienza sia per urgenze sia per ospitalità a medio termine.
• Interventi di inserimento lavorativo in rete con provincia e ASL. • Promozione di servizi in collaborazione con Ist. Scolastiche per integrazione
immigrati. • Azioni di sostegno alle politiche abitative per contrastare stati di disagio e povertà. • Sostenere esperienze di auto mutuo aiuto per pazienti psichiatrici
OBIETTIVI AZIONI INTERVENTI
ENTI DI RIFERIMENTO RISORSE TEMPI
Convenzione con Casa Famiglia “Papa Giovanni XXII” a Finale Ligure per ’attività di accoglienza sia per le urgenze che per una ospitalità di periodo medio-lungo
Distretto ATS “Papa Giovanni XXII
Fondi derivati da progettualità
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2008 2009 2010
Progetto sovradistettuale : Formazione degli operatori dei servizi sociali e sociosanitari territoriali, degli asili nido e delle scuole materne
Distretti sociosanitari ASL 2 Savonese
Fondi derivati da progettualità
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2008 2009 2010
Sviluppo servizi di pronto intervento e di bassa soglia per situazioni di fragilità ed emergenza sociale
Sostegno e implementazione di interventi per emergenze e nuove povertà
Distretto ATS Terzo Settore
v. Piani di ATS e nuove progettualità in corso di definizione
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2008 2009 2010
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OBIETTIVI AZIONI INTERVENTI
ENTI DI RIFERIMENTO RISORSE TEMPI
Rete provinciale contro la violenza di genere : Protocollo di intesa per la promozione di strategie condivise
Provincia Prefettura Distretti Sociosanitari Asl 2 Savonese USP Università Terzo settore
Fondi derivati da finanziamento regionale vincolato
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2008 2009 2010
Convenzione con struttura per ’attività di accoglienza sia per le urgenze che per una ospitalità di periodo medio-lungo
Distretto ATS Terzo Settore
Fondi derivati da progettualità �
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2008 2009 2010
Prevenzione e contrasto del fenomeno della violenza nei confronti di donne e minori
Momenti informativi e di sensibilizzazione per la cittadinanza
Distretto ASL ATS Ospedale Comuni
L’azione non richiede specifici investimenti finanziari
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2008 2009 2010
Adozione linee guida inserimenti lavorativi protetti con la costituzione di gruppi di lavoro integrati ed interdisciplinari
Distretto ATS Dip. SSM, Dip. Materno Infantile ( U.O. Disabili) U.O. Sert Provincia
L’azione non richiede specifici investimenti
finanziari
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2008 2009 2010
Ampliare esperienza di autonomia abitativa in condivisione solidale, con affitto agevolato in gestione ad associazione di promozione sociale
Distretto ATS Dipartimento SSM
Risorse da definirsi
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2008 2009 2010
Promozione e miglioramento degli interventi di contrasto al disagio/ fragilità sociale
Sostegno ad esperienze di auto-mutuo aiuto per persone “fragili” e/o loro familiari
Distretto ATS ASL
L’azione non richiede specifici investimenti finanziari
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2008 2009 2010
Progetto Provinciale di inserimento scolastico minori stranieri
Distretto ASL USP Provincia
Eventuali risorse degli enti e contestuale richiesta per progettazione in conto capitale
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2008 2009 2010
Mediazione culturale
Definizione di una progettualità rivolta alla promozione di servizi di orientamento ed accompagnamento per l’inserimento minori e donne straniere
Distretto ATS Provincia Terzo settore
Fondi derivati da progettualità.
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2008 2009 2010
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OBIETTIVI AZIONI INTERVENTI
ENTI DI RIFERIMENTO RISORSE TEMPI
progetto di prevenzione territoriale - “Il lavoro nella comunità”
Distretto U. O SerT
Risorse proprie delle strutture
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2008 2009 2010
Potenziamento attività rivolte alla prevenzione del disagio ed emarginazione giovanile
progetto prevenzione degli incidenti stradali da assunzione di sostanze psicoattive
Distretto U.O. SerT A.T.S.
Risorse proprie delle strutture
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2008 2009 2010
Problematiche connesse alle politiche abitative per fasce deboli
Definizione di un progetto per eventuale utilizzo del patrimonio immobiliare degli Enti
Distretto ATS Comuni Arte Dipartimento SSM Terzo settore/Privato sociale
Da verificarsi in base alla progettualità
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2008 2009 2010
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PARTE TERZA
1. Aspetti economici e finanziari: risorse, indirizzi, previsioni La Legge 12/2006 definisce il “sistema integrato di interventi e servizi sociali e sociosanitari la rete dei servizi che promuove e assicura la tutela sociale e sociosanitaria delle persone in condizione di bisogno” (art. 2) Le prestazioni e gli interventi sociali e sociosanitari , attuati nel rispetto dei criteri di equità, efficacia ed appropriatezza, sono realizzati, con la concorrenza dei finanziamenti dei Comuni, delle Regioni, dello Stato e le compartecipazioni dei cittadini, secondo i principi di sussidiarietà e solidarietà . Nel Piano Sociale Integrato Regionale sono indicate le ipotesi di finanziamento e sono altresì indicati gli stanziamenti per il triennio del Fondo Sanitario regionale per la residenzialità e semi residenzialità extra ospedaliera, al fine di rendere visibili le dotazioni finanziarie che congiuntamente permettono la costruzione del sistema integrato di servizi e prestazioni sociosanitarie. (dal PSIR pag. 62 - 63) FINANZIAMENTO 2007/2010 – PARTE SOCIALE “La tabella che segue indica le ipotesi di finanziamento per il triennio. I dati presentati sono indicativi e possono subire modifiche poiché collegati al riparto dei fondi in sede nazionale ancora in corso di valutazione. I bilanci pluriennali, da cui sono tratte le previsioni per gli anni 2008 e 2009, possono anch’essi essere variati. FINANZIAMENTI 2007 2008 2009 Fondo Politiche per la Famiglia (per riorganizzazione e potenziamento dei consultori familiari, asili nido e servizi socio-educativi ed altri indirizzi ministeriali)
4.915.000 4.915.000 4.915.000
Fondo Non Autosufficienza (risorse regionali + nazionali)
13.500.000 19.000.000 21.000.000
Fondo Politiche Giovanili
1.800.000 1.800.000 1.800.000
Fondo Regionale di cui alla l.r.12/06 (spesa parte corrente + conto capitale – bilancio pluriennale)
24.000.000 24.000.000 24.000.000
Fondo Nazionale per le Politiche Sociali
23.700.000 27.000.000 30.000.000
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Di seguito si riportano le quote di finanziamento triennale del Fondo Sanitario, per la residenzialità e semi residenzialità extra ospedaliera, approvate con Delibera di Giunta regionale n. 346/2007 e dai Ministeri della Salute e dell’Economia e Finanze, all’interno dell’affiancamento ministeriale. Tale finanziamento garantisce il costo della quota sanitaria per gli inserimenti in strutture residenziali e semi residenziali; per quanto concerne la quota sociale vi è il concorso alla spesa da parte delle famiglie e, qualora le stesse non siano in grado di sostenerne il costo parzialmente o totalmente, dei Comuni. E’ in corso di revisione il sistema tariffario – sia sanitario sia sociale – che riguarda l’intero impianto dei servizi per la residenzialità e semi residenzialità extra ospedaliera. Fondo Sanitario regionale per la residenzialità e semi residenzialità (DGR 346/07 approvata)
210.026.000 235.291.000 250.563.000
Le quote di cofinanziamento della Regione , sia per la spesa corrente che per gli investimenti, saranno attribuite al Distretto Sociosanitario .
Ciascun distretto, sulla base delle indicazioni e delle priorità individuate nel Piano Distrettuale e dal Comitato dei Sindaci , provvede ad attribuire le quote destinate alla gestione dei servizi sociali di base erogati dagli Ambiti.
Il Psir per le politiche sociali individua gli orientamenti per il finanziamento a favore delle reti integrate di offerta secondo la tabella di seguito riportata:
RETI DI SERVIZI %
FINANZIAMENTO 2007
% FINANZIAMENTO
2008
% FINANZIAMENTO
2009-2010 Accesso, cittadinanza e integrazione sociosanitaria
17 - 22 15 – 20 10 - 15
Famiglia 35 - 40 33 - 38 30 - 35 Non Autosufficienza (anziani e disabili) e Invecchiamento Attivo
30 - 35 32 -37 35 - 40
Promozione della socialità e inclusione sociale
7 –12 (1) 8 –13 (1) 9 –14 (1)
Emergenza Sociale 5 –10 (2) 7 – 12 (2) 8 – 15 (2) Si tratta di punti di riferimento che possono essere valutati a livello territoriale in base alle proprie specificità, ma nell’ottica di conciliare le politiche di gestione di servizi consolidati , il raggiungimento degli obiettivi regionali e di pianificazione distrettuale nel contesto di un assetto organizzativo di servizi ed interventi di rete integrate territoriali .
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Per quanto riguarda i finanziamenti degli investimenti (Conto Capitale) , finalizzati a dotare il territorio del Distretto di un patrimonio di servizi adeguato alle esigenze della popolazione, saranno erogati al Distretto come finanza derivata e come risultante dell’attività istruttoria effettuata in condivisione dei seguenti indirizzi previsti nel PSIR:
⇒ il raggiungimento degli obiettivi di Piano;
⇒ capacità di co-finanziamento da parte del Distretto Sociosanitario;
⇒ completamento delle opere da realizzare;
⇒ capacità di selezione delle opere, scegliendo quelle più utili ad una organizzazione sistemica dell’offerta e rispondenti al raggiungimento degli indicatori previsti dal presente Piano
Il finanziamento è deliberato annualmente dalla Giunta Regionale e concorre , in misura variabile e comunque non superiore al 70% al costo complessivo del singolo progetto. L’esercizio di una governance tra i diversi attori , sarà finalizzato ad integrare le diverse risorse disponibili, evitando duplicazioni e prestazioni inappropriate e porterà alla configurazione di una sistema di offerta correlato alle specificità territoriali. Il vigente PSIR prevede finanziamenti per le azioni innovative o a rilevanz a regionale, con un accantonamento del 7% sugli stanziamenti individuati per il triennio 2007-2010. Tali interventi si realizzano tramite progetti, presentati e sostenuti preferibilmente da una rete di soggetti ( Enti pubblici, Enti del Terzo Settore e Organizzazioni Sociali) e dovranno riguardare le seguenti aree di intervento:
� Educatori di Strada, � Affidamento familiare, � Servizi per la prima infanzia e azioni a favore dei minori stranieri, � Accoglienza famiglie e bambini ospedalizzati, � Contrasto al drop out, � Prevenzione per gli adolescenti nei confronti di abusi da alcool e
sostanze stupefacenti, � Progetti per l’autonomia a favore di minori e giovani in uscita dalla
comunità, � Laboratori per avviamento al lavoro dei disabili, � Giovani madri sole, � Sostegno alle famiglie fragili, � Distribuzione alimentare, � Sostegno ai marittimi, � Aiuto alle persone vittime del traffico a scopo di sfruttamento sessuale, � Reinserimento sociale di persone in esecuzione penale e persone ex
detenute, � Sostegno e valorizzazione del lavoro di cura, � Mediazione linguistico-culturale
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Nel corso del lavoro di confronto e di compartecipazione alla programmazione distrettuale, sono emerse idee e sinergie che hanno consentito la progettualità di interventi ed azioni integrate a livello distrettuale , che saranno presentati nel corrente anno. Si tratta di progetti sperimentali e con caratteristiche di innovazione per il territorio finalese che, se cofinanziate dalla Regione Liguria, consentiranno la messa in atto di azioni/risposte trasversali a problematiche emergenti. Tali progetti distrettuali, si affiancheranno alle progettazioni di Ambito, e partendo da esperienze già in parte consolidate, consentiranno di realizzare un potenziamento delle azioni sia in termini di sinergie sia di maggior fruibilità degli interventi.
2. Le azioni trasversali del piano: a) Strumenti di monitoraggio e valutazione per misurare il raggiungimento
degli obiettivi di Piano Il Distretto 5 Finalese, assieme agli altri Distretti, ha manifestato interesse e disponibilità ad aderire attivamente allo sviluppo dell’ Osservatorio Provinciale sulle Politiche Sociali , nell’ambito del Piano Regolatore Sociale della Provincia di Savona. L’Osservatorio potrà consentire di superare visioni parziali, permettere una lettura concertata e condivisa , favorendo la individuazione di indicatori e la rilevazione di dati confrontabili pur nella specificità di ogni singola area. La rilevazione della domanda espressa e la lettura delle risposte in termini di offerta di interventi e servizi , correlata ai dati socioeconomici , consentirà di mantenere un’attenzione vigile e aderente alla realtà e qualità di vita del territorio. La stesura di questo Piano distrettuale , come già ricordato, ha visto la partecipazione attiva di più soggetti/testimoni del territorio che in modo dinamico e competente hanno collaborato con proposte, riflessioni, ecc. La verifica del raggiungimento degli obiettivi che questo Piano racchiude sulla base degli indicatori del Psir e delle istanze territoriali, è un impegno che si intende mantenere con cadenza annuale . Tale verifica sarà realizzata con modalità partecipata , tramite la organizzazione di incontri tematici sulle singole reti integrate a cui saranno invitati i soggetti pubblici e del privato sociale che collaborano alla rete dei servizi.
b) Formazione
In un nuovo assetto organizzativo dei servizi sociali e sociosanitari ,caratterizzato da cambiamenti funzionali e gestionali , la formazione può e deve svolgere la funzione di integratore organizzativo, senza il quale il processo di cambiamento viene vissuto prevalentemente come perdita di certezza e sicurezza.
La formazione , intesa come strumento di crescita non solo personale del singolo professionista ma anche collettiva del sistema, dovrà essere sottesa ai seguenti principi:
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1. porre l’attenzione ai bisogni primari sociali e socio sanitari dei cittadini del finalese 2. favorire l’integrazione professionale e funzionale tra i diversi servizi territoriali 3. garantire la visione d’insieme dei problemi, partendo da una struttura a reti integrate 4. istituire un sistema informativo e comunicativo che risponda alla necessità di
disporre di una corretta e esaustiva informazione sulle prestazioni erogate e sui bisogni
5. costruire un efficace sistema di verifica di quanto realizzato.
La strada intrapresa dalla Segreteria Tecnica Allargata, composta dal Direttore Sociale e dai Coordinatori di ATS, sia in merito al Progetto “dare visibilità ai Servizi” , sia alla partecipazione di eventi formativi comuni, nonché alla sfida del percorso di costruzione della Carta Servizi Distrettuale , evidenzia l’avvio di una “buona prassi” che dovrà consolidarsi come attività di formazione permanente e di sviluppo delle competenze professionali, soprattutto per quanto riguarda l’orientamento metodologico.
Particolare interesse è rivolto all’obiettivo della Provincia, nell’ambito del Piano Regolatore Sociale ,di mettere a sistema le risorse per la formazione del personale degli enti pubblici, per costruire dei percorsi integrati di formazione dedicati agli operatori degli Ambiti Territoriali Sociali, dell’Azienda Sanitaria Locale e della Provincia stessa su tematiche quali l’accoglienza integrata, la valutazione multidisciplinare, le cure domiciliari, l’inserimento lavorativo e la cura di casi complessi. Questo obiettivo potrà avere successo se si baserà su una forte condivisione del processo e dei programmi con i Distretti. Altresì particolarmente rilevante si ritiene la proposta regionale del Polo delle professioni del sociale che consentirà di dare organicità ai percorsi formativi delle professioni sociali e permettere al territorio di formare le professioni necessarie allo sviluppo del sistema dei servizi sociali e sociosanitari.
c) Sistemi di regolazione della qualità La normativa regionale e nazionale vigente assegna ai Comuni compiti di vigilanza e controllo sui servizi e sulle strutture sociali presenti nel territorio di competenza. Ogni Comune del Distretto ha nominato una commissione cui partecipano, diverse professionalità della ASL e il Direttore Sociale o persona da esso designata. Il Distretto ,nell’ambito degli obiettivi del presente piano, intende promuovere il miglioramento continuo della qualità dei servizi tramite:
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� Mappatura e monitoraggio sulle strutture per minori autorizzate con l’istituzione di un gruppo di lavoro multidisciplinare , in collaborazione con la ASL 2 Savonese, finalizzato a identificare i requisiti necessari a garantire la qualità dell’offerta educativa e sociale del territorio. Tali requisiti , che saranno addizionali ai requisiti minimi di legge , saranno identificativi rispetto alle diverse esigenze delle famiglie.
� Monitoraggio e vigilanza integrata sulle strutture per anziani autorizzate o accreditate . Il progetto, svolto in collaborazione con la ASL 2 Savonese, ha come obiettivo la verifica congiunta sociale e sanitaria sulla qualità dell’accoglienza sociale ed alberghiera . Il gruppo di lavoro interdisciplinare ,curerà la realizzazione di una scheda di rilevazione , da utilizzarsi in connessione con la scheda già in uso dell’ASL 2 Savonese che rileva la qualità dell’assistenza sociosanitaria e sanitaria.
� Monitoraggio e vigilanza integrata sulle strutture per disabili autorizzate o accreditate . Il progetto, svolto in collaborazione con la ASL 2 Savonese, ha come obiettivo la verifica congiunta sociale e sanitaria sulla qualità dell’assistenza sanitaria e dell’accoglienza sociale ed alberghiera . Il gruppo di lavoro interdisciplinare curerà la realizzazione di una apposita scheda di rilevazione.