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Piano Comunale di Protezione Civile 1 COMUNE DI MOSCHIANO (PROVINCIA DI AVELLINO) “DOCUMENTO” RISCHIO VULCANICO PROTEZIONE CIVILE COMUNALE

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Piano Comunale di Protezione Civile

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C O M U N E D I M O S C H I A N O

( P R O V I N C I A D I A V E L L I N O )

“DOCUMENTO”

RISCHIO VULCANICO

P R O T E Z I O N E C I V I L E C O M U N A L E

Piano Comunale di Protezione Civile

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Indice

Premessa

A.1 Rischio eruzione

A.2 Sentinelle del Vulcano

A.3 Pericolosità vulcanica e danni attesi per l’evento di riferimento

A.4 La scelta dello scenario

A.5 Zona esposta a ricaduta di lapilli e ceneri (Zona gialla)

A.6 Livelli di Allerta

A.7 Modello di intervento

A.8 Attività del Sindaco e le fasi operative per il rischio vulcanico

A.9 Il sistema di allerta comunale

A.10 Comunicazione della S.O.R.U.

A.11 Dopo l’evento

Tab 1 Popolazione residente

Glassario

Le parole essenziali

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Premessa

Il Somma-Vesuvio è un particolare esempio di vulcano, formato dal vecchio cono del Monte Somma e dal più recente Vesuvio. La

sua attività esplosiva ha avuto inizio 25 mila anni fa. Da quel tempo, precedute da lunghi periodi di riposo, si sono succedute almeno

sei grandi eruzioni esplosive.

La sua forma nasce dall'accumulo alternato di colate di lava e prodotti piroclastici. Il vulcano è una fenditura nella crosta terrestre,

dalla quale può fuoriuscire magma. È quanto avviene durante un'eruzione, quando il magma, spinto da forte pressione dal basso,

lascia il serbatoio nel quale si trova in profondità (camera magmatica) e raggiunge la superficie.

Se il magma è privo di gas oppure è molto fluido, trabocca tranquillamente, sotto forma di colata di lava e l'eruzione è di tipo

effusivo. Se, invece, è ricco di gas e viscoso, l'eruzione diventa esplosiva: si forma una colonna eruttiva, con ricaduta di frammenti di

magma solidificato (pomici, lapilli, cenere) e scorrimento di pericolosi flussi piroclastici (le famose nubi ardenti, che nell' eruzione

del 79 avanti Cristo distrussero le città di Pompei e di Ercolano). La più famosa, conosciuta come l'eruzione di Pompei, avvenne

nell'anno 79 dopo Cristo, mentre l'ultima risale al 1631, dopo ben cinque secoli di riposo. Da quell'anno, il vulcano è entrato in uno

stato di attività quasi permanente, durante il quale si alternano eruzioni effusive ed eruzioni debolmente esplosive. Quest'attività è

terminata, per il momento, con l'eruzione del 1944, che segna il passaggio ad una fase di riposo del vulcano. Il Vesuvio attualmente

dorme sonni tranquilli. L'abbiamo ripetuto tante volte, ma è un vulcano attivo che sicuramente nel futuro ritornerà in eruzione.

Quanto più lunga sarà la fase di riposo, tanto più violenta risulterà la ripresa dell'attività.

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A.1 Il rischio eruzione

Oggi l'attività del Vesuvio è monitorata attraverso un sofisticato sistema di reti strumentali, gestito dall'Osservatorio Vesuviano, che

consente di rilevare eventuali variazioni dei parametri fisico-chimici che caratterizzano lo stato del vulcano. Queste variazioni

permettono, se accuratamente analizzate, di prevedere una possibile ripresa dell'attività eruttiva. Il suo risveglio non ci coglierà di

sorpresa. Eppure, la possibilità di prevedere una futura eruzione, non basta, oggi, per annullare il rischio che è sempre elevatissimo

per la dissennata urbanizzazione e l'incredibile densità abitativa.

Tutti noi sappiamo che nella nostra Regione, tra gli altri pericoli, c’è il rischio di eruzione del vulcano Vesuvio. Ogni eruzione sarà

quindi preceduta da una serie più o meno complessa e lunga di fenomeni precursori: Terremoti, sollevamento del suolo, aumento

del flusso di gas e di calore, variazioni chimiche nelle fumarole e nelle acque.

A.2 Sentinelle del vulcano

L'Osservatorio Vesuviano, fondato nel 1841, primo centro di ricerca vulcanologica del mondo, ha sviluppato fin dal secolo scorso,

un sistema di sorveglianza territoriale capillare. Gli impianti sono stati perfezionati nel tempo, adeguando lo sviluppo delle

conoscenze geofisiche e tecnologiche, con l'obiettivo di consentire una previsione a breve termine sempre più accurata e tempestiva.

Le reti geofisiche controllano l'attività sismica, le deformazioni del suolo e le variazioni del campo gravimetrico e magnetico, mentre

gli apparati geochimici controllano le variazioni delle composizioni chimiche dei gas emessi dalle fumarole, dal suolo e dalle acque

che circolano all'interno dell'edificio vulcanico. La rete è costituita da numerose postazioni sismiche fisse, distribuite sulla superficie

dei vulcani e, in parte, nelle aree circostanti. In caso di aumento dell'attività, la rete è potenziata con l'aggiunta di stazioni sismiche

mobili. In ciascuna postazione, funzionano opportuni sensori per rilevare il moto del suolo e trasferire in tempo reale i dati rilevati al

Centro di sorveglianza, dove sono raccolti, analizzati e interpretati.

L'Osservatorio Vesuviano effettua anche il controllo delle deformazioni del suolo nell'area vulcanica attiva napoletana, attraverso

reti di livellazione di precisione, impianti chilometrici (studiano i

cambiamenti dell’inclinazione dei pendii), mareografici e

satellitari. Le misure dell'accelerazione di gravità consentono di

valutare eventuali variazione del campo gravimetrico, indicative

di spostamenti di masse magmatiche nel sottosuolo. Le reti

gravimetriche controllate dall'Osservatorio Vesuviano sono in

funzione nell'area vesuviana, nei Campi Flegrei, nell'Isola

d'Ischia. Le reti geochimiche controllano le composizione delle

fumarole, dei gas emanati dal suolo e delle acque delle sorgenti.

Scopo di tali misure è di evidenziare variazioni nel tempo delle specie chimiche che essenzialmente liberate dal magma

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rappresentano parametri significativi: eventuali variazioni possono preludere, infatti, alla ripresa dell'attività eruttiva. Stazioni

idrometriche, inoltre, controllano il livello e la temperatura delle falde nell'area vesuviana e flegrea.

A.3 Pericolosità vulcanica e danni attesi per l’evento di riferimento

Sulla base dei fenomeni che caratterizzano l’eruzione di riferimento, si individuano zone a diversa pericolosità:

Zona Rossa di Tipo 1 ad “Alto rischio Vulcanico” (esposta a flussi piroclastici);

Zona Rossa di Tipo 2 ad “Alto rischio Vulcanico” (esposta a rischio crolli delle coperture per elevati carichi da deposito di ceneri);

Zona Gialla (esposta alla ricaduta sottovento, al momento dell’eruzione, di lapilli e ceneri);

Zona blu: (esposta a pericolo di alluvionamento e colate di fango e detrito – lahar-).

Zona Rossa Zona Gialla

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A.4 La scelta dello scenario

Secondo quando indicato dalla Commissione Nazionale Grandi Rischi - Settore Rischio Vulcanico - l’eruzione massima attesa al

Vesuvio in caso di riattivazione, valutata la probabilità di accadimento di diversi scenari corrispondenti a tre tipi di eruzioni

esplosive (Pliniana con Indice di Esplosività vulcanica VEI=5, sub-Pliniana con VEI=4 e stromboliana violenta VEI=3) è

rappresentata da un’eruzione esplosiva Sub-Pliniana Tipo I (VEI =4)1.

L’evento di riferimento ha una scala simile alle eruzioni del 1631 e del 4722.

Lo scenario prevede:

• la formazione di una colonna eruttiva sostenuta alta diversi chilometri;

• la caduta di bombe vulcaniche e blocchi nell'immediato intorno del cratere e di particelle di dimensioni minori (ceneri e

lapilli) anche a diverse decine di chilometri di distanza;

• la formazione di flussi piroclastici che scorrerebbero lungo le pendici del vulcano per alcuni chilometri.

L’attività sismica potrà precedere l’eruzione e accompagnarne le diverse fasi, causando danni particolarmente gravi agli edif ici già

appesantiti dal carico dei prodotti emessi nella prima fase dell’eruzione.

A.5 Zona esposta a ricaduta di lapilli e cenere (zona gialla)

La ricaduta sottovento di lapilli e ceneri da una colonna sub-Pliniana causa disagi di varia natura e comprende la possibilità di

accumulo del materiale disperso dal vento fino al possibile collasso delle coperture degli edifici. Spessori di deposito maggiori di 10

cm possono coprire aree di 300-1000 Km2 a distanze di 20-50 Km dal vulcano. È opportuno ricordare che, oltre al problema del

collasso dei tetti, le condizioni in queste zone, pur non immediatamente pericolose per la vita umana, saranno molto pesanti

(oscurità, atmosfera irrespirabile, intasamento delle fognature, inquinamento delle acque, avvelenamento dei pascoli, difficoltà di

circolazione, interruzione di linee elettriche e di comunicazione, possibilità di arresto di motori, ecc.) per cui potrà essere necessario

provvedere all’allontanamento delle persone almeno dalle zone più

1 Tuttavia, si sottolinea che nonostante sia stato individuato come evento di riferimento un’eruzione sub-pliniana, allo stato attuale delle conoscenze, qualora si presentassero fenomeni

legati ad una probabile riattivazione, non sarebbe possibile stabilire dall’analisi dei precursori di quale tipo sarà l’eventuale eruzione. 2 Corso di formazione Prof Giovanni Macedonio.

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pesantemente colpite. L’area intorno al Vesuvio è stata distinta in 16 settori: per ognuno è indicata la probabilità che la direzione dei

venti vi porti il deposito di ricaduta.

Inviluppo delle isopache con carico da cenere compreso tra 300-400 Kg/m2 per direzione del vento

A.6 Livelli di allerta

Il piano Nazionale individua quattro livelli di allerta che dipendono esclusivamente dall’attività del Vesuvio:

• BASE (VERDE) oggi siamo a questo livello

• ATTENZIONE (GIALLO)

• PREALLARME (ARANCIONE)

ALLARME (ROSSO)

I livelli di Attenzione, Preallarme e Allarme corrispondono a variazioni significative dei segnali rilevati dal sistema di monitoraggio,

possono indicare l’approssimarsi di una fase eruttiva. Allo stato attuale delle conoscenze, non si possono stabilire con precisione i

tempi di riattivazione del Vesuvio, ma è ragionevole pensare che l’evoluzione dei segnali del monitoraggio possa fare individuare,

con un certo grado di incertezza, i livelli successivi di allerta utili per l’attuazione delle diverse fasi operative di protezione civile.

Tali tempi risultano così sintetizzati:

• BASE (VERDE): indefinito

• ATTENZIONE (GIALLO): indefinito o comunque non meno di alcuni mesi;

• PREALLARME (ARANCIONE): da mesi a settimane;

ALLARME (ROSSO): da settimane a giorni;

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Questi tempi sono largamente speculativi in quanto manca una casistica dei segnali precedenti le eruzioni vesuviane avvenute dopo

periodi di quiescenza relativamente lunghi. I tempi sono comunque riferiti all’inizio dell’eventuale fase eruttiva, ma non forniscono

indicazioni circa il perdurare delle manifestazioni indicate dello specifico stato di attività del vulcano, e del relativo livello di allerta,

sia in senso crescente che decrescente. Non è possibile escludere la possibilità di una rapida transizione tra i livelli di allerta oppure

una loro regressione.

La determinazione della fase operativa avviene, in funzione del livello di allerta e sulla base di valutazioni tecnico operative,

secondo il seguente schema:

a) Passaggio da Base (Verde) a Attenzione (Giallo): viene decretato dal Capo della Protezione Civile Nazionale, sentito il

Presidente della Regione;

b) Passaggio da Attenzione (Giallo) a Preallarme: viene decretato dal Presidente del Consiglio dei Ministri su proposta del

Capo del DPC, sentito il Presidente della Regione;

c) Passaggio da Preallarme (Arancione) a Allarme (Rosso): viene decretato dal Presidente del Consiglio dei Ministri su

proposta del Capo del DPC, sentito il Presidente della Regione;

Livello di Allerta

Stato del Vesuvio

Fasi Operative

BASE

(Colore verde)

Nessuna variazione significativa

dei parametri monitorati ORDINARIA

ATTENZIONE

(Colore giallo)

Variazione significativa dei

parametri monitorati I ATTENZIONE

PREALLARME

(Colore arancione)

Ulteriore variazione

significativa dei parametri

monitorati

II ATTENZIONE

ALLARME

(Colore rosso)

Comparsa di fenomeni e/o

andamento di parametri

monitorati che indicano una

dinamica pre-eruttiva

III ATTENZIONE

Evento in corso IV Evento

Post -Evento

In corrispondenza del passaggio alla fase operativa II Preallarme avverrà, da parte del Governo, la dichiarazione dello stato

di emergenza, l’evento diventa di carattere nazionale (art.2, comma 1,lettera c della legge 225/92 e s.m.i.).

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Il percorso delle determinazione delle variazioni di Fase riportato nel precedente schema resta valido anche per eventuali rientri alla

Fase precedente.

A.7 Modello di intervento

La ricaduta sottovento di lapilli e ceneri da una colonna sub-Pliniana causa disagi di varia

natura e comprende la possibilità di accumulo del materiale disperso dal vento fino al

possibile collasso delle coperture degli edifici. È opportuno ricordare che, oltre al problema

del collasso dei tetti, le condizioni in queste zone, pur non immediatamente pericolose per la

vita umana, saranno molto pesanti (oscurità, atmosfera irrespirabile, intasamento delle

fognature, inquinamento delle acque, avvelenamento dei pascoli, difficoltà di circolazione,

interruzione di linee elettriche e di comunicazione, possibilità di arresto di motori, ecc.) per

cui potrà essere necessario provvedere all’allontanamento della popolazione residente.

Si precisa che l’entità dei fenomeni che si verificheranno nella zona gialla sono

imprecisati, in quanto essi dipenderanno dall’andamento dei venti dominanti, dalle

condizioni meteo e dall’energia sprigionata. Allo stato attuale non tutti gli elementi

necessari alla valutazione di detto scenario sono noti in quando l’Amministrazione non è

in possesso di una carta sulla vulnerabilità dell’edificato esposto e, quindi, sarà la

funzione di supporto (F1), con un progetto di settore, a attuare specifici studi per

raggiungere ad una valutazione rigorosa dello scenario di danno dell’edificato presenti

sul territorio comunale. Inoltre, la Regione Campania non ha ancora comunicato il percorso

di allontanamento per raggiungere “l’area di incontro” dove la popolazione moschianese potrà

sentirsi sicura dalla ricaduta di ceneri e lapilli. Pertanto qui di seguito si è voluto comunque

predisporre le procedure operative finalizzate a garantire, per quanto di competenza

dell’Autorità di protezione civile (art.15 L. 225/92), la prima risposta ordinata degli interventi

in emergenza (evacuazione), nonché l’eventuale successivo coordinamento con gli altri Enti

così come stabilito per legge.

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Il Comune di Moschiano ricade nella “ZONA GIALLA”: territorio esposto a ricaduta di

lapilli e cenere.

A.8 Attività del sindaco e fasi operative per il rischio vulcanico

Per garantire il coordinamento delle attività di protezione civile, il Sindaco disporrà del

Centro Operativo Comunale (C.O.C.) e delle diverse strutture operative di protezione civile

presenti in ambito locale (L.225/92). Conseguire tale obiettivo diventa possibile se ogni

persona, ufficio, ente conosce in via preventiva il proprio compito al manifestarsi di una

situazione di emergenza. La procedura operativa consiste nella individuazione delle attività

che il Sindaco in qualità di Autorità di Protezione Civile deve porre in essere per il

superamento dell’emergenza in atto. Tali attività sono ricondotte, secondo la loro tipologia,

nello specifico ambito delle FUNZIONI DI SUPPORTO.

Al sistema di allertamento regionale per il rischio Vesuvio il Sindaco (o suo delegato) attiverà

specifiche risposte operative locali, chiamate “FASE”.

Nel modello di intervento vengono definite le procedure per:

Comunicazioni e/o note: corrisponde alle comunicazioni ordinarie che la

S.O.R.U. invia al Sindaco per tenere aggiornato il documento per il rischio Vesuvio;

Evento con preavviso: causati ad esempio da fenomeni direttamente connessi

con la l’attività vulcanica, la cui previsione consente l'attivazione delle diverse fasi

operative del sistema comunale;

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A.9 Sistema di allertamento comunale

L’ allertamento del sistema di Protezione Civile Comunale per il rischio Vesuvio è assicurato

dalla diffusione, da parte della S.O.R.U3, del comunicato che indica:

- Avviso del cambiamento di stato4 del Vesuvio:

1. Passaggio di fase da BASE a ATTENZIONE;

2. Passaggio di fase da ATTENZIONE a PREALLARME;

3. Passaggio di fase da ATTENZIONE a ALLARME.

4.

Le diverse FASI del ciclo dell'emergenza previste dal Documento, sono attivate secondo

precisi criteri che mettono in relazione i LIVELLI DI ALLERTA, comunicati dalla

S.O.R.U., con le FASI OPERATIVE che determineranno la messa in atto di azioni di

contrasto da parte del sistema di protezione civile comunale. Il Sindaco, letto il comunicato,

attiverà immediatamente il sistema comunale di protezione civile.

Ai livelli di allerta del piano Nazionale l’Autorità (Sindaco) garantirà una pronta risposta del

sistema di protezione civile comunale attivando le seguenti FASI:

3 S.O.R.U.:Sala Operativa Regionale Unificata

4 Il documento indicherà il passaggio alle varie Fasi (Attenzione, Preallerme e Allarme), indicate nel Piano Nazionale.

STATO DI ALLERTA

(Piano Nazionale)

FASE

(Sistema Comunale) COLORE

BASE ATTIVITA’ ORDINARIA VERDE

ATTENZIONE ATTENZIONE GIALLO

PREALLARME PREALLARME ARANCIONE

ALLARME ALLARME ROSSO

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A.10 Comunicazioni della S.O.R.U.

Comunicazioni e/o note preventive trasmesse dalla S.O.R.U.

Attualmente il livello di allerta al Vesuvio è BASE (colore verde). In questa fase il

SINDACO (o suo delegato) riceve dalla SORU comunicazioni e/o note preventive per

l’aggiornamento delle procedure per il rischio Vesuvio. L’Autorità attiverà per il sistema di

protezione civile comunale la seguente fase:

EVENTO CON PREAVVISO

Quando il Sindaco (o suo delegato) RICEVE :

il Comunicato, emesso ed inviato dalla S.O.R.U., che indica Passaggio di fase da BASE a

ATTENZIONE (colore giallo) lo stesso attiverà per il sistema di protezione civile comunale

la fase

l’Autorità farà corrispondere le seguenti procedure:

ATTIVA il Centro Operativo Comunale C.O.C.;

CONVOCA e ATTIVA nel C.O.C. i responsabili delle funzioni di supporto: F1,F2,F3,

F4, F5,F6,F7,F8;F9;

ATTIVA la funzione segreteria;

PRESTA attenzione alle comunicazioni inviate dalla SORU e agli avvisi inerenti la

fase in corso;

ALLERTA tutto il personale comunale;

GARANTISCE la reperibilità e la turnazione H=24 del personale tecnico (uff. tecnico

e protezione civile);

VERIFICA la reperibilità delle funzioni di supporto;

ATTENZIONE

ATTIVITA’ PREVENTIVA

AGGIORNAMENTO DEL DOCUMENTO PER RISCHIO VESUVIO ATTRAVERSO

LE FUNZIONI DI SUPPORTO IN “TEMPO DI PACE”. TRAMITE I RESPONSABILI

DELLE FUNZIONI COMUNALI SI AVRA’ QUINDI LA POSSIBILITA’DI TENERE

SEMPRE IN EFFICIENTE IL DOCUMENTO E CONSENTE AL SINDACO DI AVERE

NEL C.O.C. ESPERTI CHE GARANTIRANNO IN TUTTE LE OPERAZIONI DI

PROTEZIONE CIVILE UNA UNIFORMITA’ DI LINGUAGGIO E PROCEDURE IN

TUTTO IL SISTEMA OPERATIVO.

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AVVIA le attività di ricognizione e di sopralluogo dell’attesa;

ALLERTA le associazioni di volontariato, presenti sul territorio per attività di

supporto al personale comunale;

VALUTA la percorribilità delle vie di fuga e provvede all'individuazione di eventuali

ostacoli alla circolazione e di altre situazioni critiche (in coordinamento con

Carabinieri, Polizia di Stato ).

VERIFICA la funzionalità del sistema di telecomunicazioni;

DISPONE il supporto del Volontariato alle attività dei VV. UU. per il controllo della

viabilità.

Quando il Sindaco (o suo delegato) RICEVE :

il Comunicato, emesso ed inviato dalla S.O.R.U., che indica Passaggio di fase da

ATTENZIONE a PREALLARME (colore arancione) lo stesso attiverà per il sistema di

protezione civile comunale la fase di:

In questa fase l’Autorità di protezione civile potrà comunicare alla popolazione l’inizio

dell’evacuazione delle famiglie presenti sul territorio comunale. Per le famiglie che

dispongono di un recapito alternativo5 presso amici, parenti o altro, ovvero la seconda casa al

di fuori della zona gialla, fanno bene ad allontanarsi dopo aver dato comunicato al Sindaco

l’esatto luogo di provenienza e l’esatto luogo di destinazione.

La popolazione che avrà scelto di allontanarsi volontariamente dovrà percorrere un percorso

stabilito ( in attesa che la Regione indichi tale percorso) e non potrà trasferirsi nuovamente il

proprio domicilio in zona gialla ove non venga dichiarato il rientro alla fase di Attenzione.

I cittadini che non si allontaneranno volontariamente dovranno portarsi presso l’Area di

Attesa, ubicata in Via Avellino, dove arriveranno mezzi della Regione per trasferirli in

area sicura al di fuori della zona gialla.

PREALLARME

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Funzione F 1Tecnico scientifica –pianificazione

AGGIORNA le Funzioni di supporto sull'evolversi della situazione;

COMUNICA l’avvenuta ricezione dell’avviso inviato dalla SORU per l’attivazione

della fase di Preallarme;

IMPEGNA squadre di tecnici per il monitoraggio del territorio comunale;

DISPONE l'attuazione di eventuali interventi urgenti con l'impiego degli operai

comunali o personale convenzionato per la rimozione degli ostacoli alla viabilità;

ATTIVA e COLLABORA con la F7 per la predisposizione dei cancelli;

PREDISPONE con il Sindaco l'ordinanza di evacuazione della popolazione residente;

PREDISPONE una volta terminata l’emergenza la stima dei danni.

Funzione F 2 Sanità, assistenza sociale e veterinaria

PROVVEDE a redigere l’elenco dei diversamente abili residenti;

PREDISPONE un il presidio sanitario presso l’area di attesa;

PREDISPONE uomini e mezzi necessari alla messa in sicurezza del

patrimonio zootecnico presenti sul territorio;

PREDISPONE con il Sindaco l'ordinanza di evacuazione della

popolazione residente diversamente abili;

Funzione F 4 Materiali e mezzi

MANTIENE i contatti con la SORU per l'eventuale invio nell’area di attesa di

eventuale ulteriore materiale necessario all'assistenza alla popolazione;

STABILISCE i collegamenti con le imprese preventivamente individuate per

assicurare il pronto intervento;

PREDISPONE ed invia i mezzi necessari allo svolgimento delle operazioni di

evacuazione;

PREDISPONE ed invia in coordinamento con la F1 i materiali ed i mezzi necessari

agli operai comunali per eventuali interventi urgenti;

COORDINA la sistemazione presso l’area di attesa di materiali forniti dalla SORU

necessari all'assistenza alla popolazione.

5 Il Sindaco ha redatto un progetto intitolato “Allontanamento volontario”.

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F 5 (Servizi Essenziali e Attività Scolastiche)

ASSICURA la presenza al C.O.C. dei rappresentanti degli enti e delle società eroganti

dei servizi primari (acqua, energia elettrica, ecc…);

INVIA sul territorio i tecnici e le maestranze per verificare la funzionalità e la messa

in sicurezza delle reti dei servizi comunali.

ASSICURA la funzionalità dei servizi essenziali nelle aree di attesa;

ASSICURA che gli edifici scolastici destinati a centri di accoglienza sia in condizioni

tali da poter ospitare la popolazione evacuata.

F 6 (Censimento Danni a Persone e Cose)

PREDISPONE le attivazioni necessarie alle verifiche dei danni che potranno essere

determinati dall' evento previsto.

CHIEDE l'impiego di squadre miste di tecnici di vari Enti (Regionali, VV.F…)

per le verifiche speditive di stabilità che dovranno essere effettuate in tempi

necessariamente ristretti;

PREDISPONE con la F1 la scheda per il censimento danni (denominata Aedes) per le

squadre dei rilevatori.

F 7 (Strutture Operative Locali, Viabilità)

PREDISPONE il posizionamento degli uomini e dei mezzi presso il cancello per vigilare

sul corretto deflusso del traffico;

CORDINA le attività di sgombero ed evacuazione'

PREDISPONE le squadre per la vigilanza degli edifici che saranno evacuati

COORDINA la circolazione in corso per ottimizzare l’afflusso dei mezzi di soccorso;

VERIFICA le vie di fuga;

VERIFICA la funzionalità della rete stradale comunale;

INVIA negli snodi della viabilità principale, di uomini e mezzi per l'assistenza alla

popolazione;

ACCERTA che tutti gli abitanti abbiano lasciato il territorio comunale;

COORDINA le attività di ordine pubblico per garantire la transitabilità durante la fase di

emergenza.

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F 8 (Telecomunicazioni)

ATTIVA il contatto con i responsabili. Locali degli Enti gestori dei servizi di

telecomunicazione e dei radioamatori;

ATTIVA E COORDINA le attività di ripristino delle reti di telecomunicazione

attivando anche le organizzazioni di volontariato (radioamatori) per organizzare una

rete di telecomunicazioni alternativa, al fine di garantire l'affluenza ed il transito delle

comunicazioni di emergenza al C.O.C.;

GARANTISCE l'immediato ripristino delle linee in caso di interruzione del

servizio di comunicazione;

VERIFICA il funzionamento del sistema di comunicazioni adottato;

VERIFICA gli apparecchi radio in dotazione;

F9 (Assistenza alla Popolazione)

COLLABORA con la F1 per verificare l’area di attesa ed assicura la funzionalità dei

centri di accoglienza;

PREDISPONE l'attivazione del personale per il censimento della popolazione nelle

aree di attesa e nei centri di accoglienza attraverso una specifica modulistica;

ATTIVA il censimento della popolazione presente nell’area di attesa;

RACCORDA le attività con la F3 e F7 per l'attuazione dell’evacuazione della

popolazione;

VERIFICA la reale disponibilità di alloggio presso i centri di accoglienza;

ATTIVA la distribuzione di beni di prima necessità;

PREDISPONE le comunicazione per la popolazione allocati nell’area di attesa;

Quando il Sindaco (o suo delegato) RICEVE :

Il Comunicato, emesso ed inviato dalla S.O.R.U., che indica Passaggio di fase da

PREALLARME a ALLARME (colore ROSSO) lo stesso attiverà per il sistema di

protezione civile comunale la fase di:

In questa fase il Sindaco con il supporto della F 1 disporrà l’evacuazione di tutti i cittadini

presenti sul territorio di Moschiano. A fine cautelativo, si presuppone che le attività previste

in tale fase siano svolte nell’arco temporale di 72 ore (3 giorni). La popolazione che non

ALLARME

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dispone di autonoma sistemazione alloggiativa si sposta utilizzando autobus messi a

disposizione della Regione Campania verso le aree di incontro seguendo il percorso stradale

e il cancello di accesso prestabilito nella pianificazione comunale. Invece per la popolazione

che si muove con mezzo proprio la stessa potrà raggiungere direttamente i punti di prima

accoglienza seguendo il percorso stradale e il cancello di accesso prestabilito nella

pianificazione comunale e regionale.

A.11 DOPO L’ EVENTO

Con la conclusione della fase eruttiva del Vesuvio, la DiComaC6 provvederà a ricollocare nel

territorio colpito dall'evento, ove possibile, tutte le strutture operative precedentemente

utilizzate. Attraverso l'attivazione del C.C.S e del C.O.M7. Si attiveranno tutte le operazioni

tecnico-scientifiche finalizzate al rientro della popolazione. Pertanto, per il C.O.M. di Lauro,

saranno attivate squadre miste composte da rappresentanti dei Vigili del Fuoco, da tecnici dei

Gruppi Nazionali e da tecnici Regionali e Comunali per il rilevamento del danno e verifica di

agibilità dell’edificato.

Una volta ultimate tali operazioni su proposta del Capo del Dipartimento di Protezione Civile,

sentito il Presidente della Regione Campania, si comunicherà al Sindaco la revoca dello stato

di emergenza. L’Autorità di protezione civile potrà comunicare ai propri cittadini il rientro nel

proprio territorio.

6 DiComaC= Direzione Comando e Controllo ,struttura operativa mobile del DPC ubicato fuori dalla zona a rischio.

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Popolazione residente nel Comune di Moschiano da evacuare :

Tab.1 Popolazione residente8

Popolazione residente a rischio vulcanico

N Codice

Strada Toponimo N. F. M F

Totali

Residenti M> 18 F > 18

Totali

M e F

> 18

M < 18 F

<18

Totali

M e F

< 18

Divers.

abili

1 1 Via Umberto

NOBILE 135 181 174 355 149 143 292 32 31 63 5

2 2 Via Guglielmo

MARCONI 133 171 199 370 142 159 301 29 40 69 7

3 3 Via Eduardo DE

FILIPPO 12 19 20 39 15 13 28 4 7 11

4 4 Via

BENEVENTO 2 3 4 7 3 4 7 0 0 0

5 5 Via Michele

CAPUTO 28 38 44 82 32 35 67 6 9 15

6 6 Via Galilei

GALILEI 4 9 4 13 6 4 10 0 3 3

7 7 Via Giuseppe

GARIBALDI 24 32 38 70 27 29 56 5 9 14

8 8 Via NAPOLI 10 16 15 31 11 14 25 5 1 6

9 9 Via Cristoforo

COLOMBO 5 7 6 13 6 9 15 1 1 2

10 10 Via PADRE G.

MOSCHIANO 2 3 4 7 3 4 7 0 0 0

11 11 Via Sandro

PERTINI 10 11 11 22 9 8 17 2 3 5

12 12 Via IRPINIA 5 10 8 18 6 7 13 4 1 5

13 13 Via Giacomo

LEOPARDI 2 6 4 10 4 4 8 2 0 2

14 14 Via Prof. Carmine

PACIA 21 25 29 54 18 25 43 7 4 11

15 15 Piazza IV

NOVEMBRE 10 10 11 21 9 10 19 1 1 2

16 16 Via Leonardo DA

VINCI 4 6 5 11 5 5 10 1 0 1

17 17 Via San ROCCO 18 23 20 43 18 17 35 5 3 8 1

18 18 Via SALERNO 2 4 2 6 3 2 5 1 0 1

7 C.O.M.= Centro Operativo Misto (Lauro) 8 Dati forniti dall’ufficio anagrafe de comune.

Piano Comunale di Protezione Civile

19

MICROZONA UNICA

N Codice

Strada Toponimo N. .F M F

Totali

Residenti M> 18 F > 18

Totali

M e F> 18 M < 1 8 F<18

Totali

M e F

< 18

Divers.

abili

19 19 Via SIRENA 5 8 6 14 8 5 13 0 1 1 1

20 20 Via ITALIA 14 18 13 31 18 13 31 0 0 0 1

21 21 Via SUOR A.

DELLA PACE 16 18 16 34 16 13 29 2 3 5

22 22 Via GIOVANNI

XXIII 24 28 32 60 26 26 52 2 6 8

23 23 Via Achille

BELGERI 14 16 16 32 13 11 24 3 5 8 1

24 24 Via Enrico

CARUSO 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

25 25 Via CASERTA 2 3 3 6 2 3 5 1 0 1

26 26 Via AVELLINO 40 60 52 112 51 42 93 9 10 19 1

27 27 Via MARIA SS

DELLA CARITA' 51 75 77 152 64 65 129 11 12 23 2

28 28 Via S.S. 403 2 2 2 4 2 2 4 0 0 0

29 29 Via MANDEA 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

30 30 Via ROMA 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

31 31 Via Giuseppe

VERDI 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

32 46 Via CIMITERO 6 6 10 16 6 6 12 0 4 4

33 59 Via Giovanni

FALCONE 4 4 7 11 4 3 7 0 4 4

34 62 Piazza

VITTORIA 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

35 63 Via Cinque

MAGGIO 11 16 9 25 13 8 21 3 1 4

Tot. 616 828 841 1669 689 689 1378 136 159 295 19

Piano Comunale di Protezione Civile

20

GLOSSARIO

Aree di emergenza: aree destinate, in caso di emergenza, ad uso di protezione civile.

In particolare le aree di attesa sono luoghi di prima accoglienza per la popolazione

immediatamente dopo l'evento;

le aree di ammassamento dei soccorritori e delle risorse rappresentano i centri di raccolta

di uomini e mezzi per il soccorso della popolazione;

aree di ricovero della popolazione sono i luoghi in cui saranno istallati i primi

insediamenti abitativi o le strutture in cui si potrà alloggiare la popolazione colpita; i centri

di accoglienza sono strutture coperte opportunamente attrezzate per ospitare in via

provvisoria la popolazione assistita.

Calamità: è un evento naturale o legato ad azioni umane, nel quale tutte le strutture

fondamentali della società sono distrutte o inagibili su un ampio tratto del territorio.

Catastrofe: è un evento, non importa di quale entità e con quali conseguenze sia sulle

persone che sulle cose, provocato vuoi da cause naturali che da azioni umane, nel quale

però le strutture fondamentali della società rimangono nella quasi totalità intatte, efficienti

ed agibili.

Centro Operativo Comunale (C.O.C.): è in emergenza l'organo di coordinamento delle

strutture di protezione civile sul territorio colpito, ed è costituito da un'Area Strategia, nella

quale afferiscono i soggetti preposti a prendere decisioni, e da una Sala Operativa,

strutturata in funzioni di supporto.

La DI.COMA.C. (Direzione Comando e Controllo) esercita, sul luogo dell'evento, il

coordinamento nazionale; il C.C.S. (Centro Coordinamento Soccorsi) gestisce gli

interventi a livello provinciale attraverso il coordinamento dei C.O.M. (Centro Operativo

Misto) che operano sul territorio di più Comuni in supporto all'attività dei Sindaci; il

Centro Situazioni: è il centro nazionale che raccoglie e valuta informazioni e notizie

relative a qualsiasi evento che possa determinare l'attivazione di strutture operative di

protezione civile. In situazioni di emergenza si attiva come Sala Operativa a livello

nazionale

Continuità amministrativa: il mantenimento delle attività amministrative fondamentali

volto a garantire l'organizzazione sociale in situazioni di emergenza.

Evento atteso: rappresenta l'evento, in tutte le sue caratteristiche (intensità, durata ecc.),

che la Comunità Scientifica si aspetta possa accadere in una certa porzione di territorio,

entro un determinato periodo di tempo.

Evento non prevedibile: l'avvicinarsi o il verificarsi di tali eventi non è preceduto da alcun

fenomeno (indicatore di evento) che consenta la previsione.

Piano Comunale di Protezione Civile

21

Evento prevedibile: un evento si definisce prevedibile quando è preceduto da fenomeni

precursori.

Evento: fenomeno di origine naturale o antropica in grado di arrecare danno alla

popolazione, alle attività, alle strutture e infrastrutture, al territorio. Gli eventi, ai fini

dell'attività di protezione civile, si distinguono in: a) eventi naturali o connessi con

l'attività dell'uomo che possono essere fronteggiati mediante interventi attuabili dai

singoli enti e amministrazioni competenti in via ordinaria; b) eventi naturali o

connessi con l'attività dell'uomo che per loro natura ed estensione comportano

l'intervento coordinato di più enti e amministrazioni competenti in via ordinaria; c)

calamità naturali, catastrofi o altri eventi che per intensità ed estensione devono

essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari (art. 2, L.225/92).

Fasi operative: è l'insieme delle azioni di protezione civile centrali e periferiche da

intraprendere prima (per i rischi prevedi bili), durante e dopo]' evento; le attivazioni delle

fasi precedenti all'evento sono legate ai livelli di allerta (attenzione, preallarme, allarme).

Funzioni di supporto: costituiscono l'organizzazione delle risposte, distinte per settori di

attività e di intervento, che occorre dare alle diverse esigenze operative. Per ogni funzione

di supporto si individua un responsabile che, relativamente al proprio settore, in situazione

ordinaria provvede all'aggiornamento dei dati e delle procedure, in emergenza coordina

gli interventi dalla Sala Operativa.

Indicatore di evento: è l'insieme dei fenomeni precursori e dei dati di monitoraggio che

permettono di prevedere il possibile verificarsi di un evento.

Programmazione: L'attività di programmazione è afferente alla fase di previsione

dell'evento, intesa come conoscenza tecnico scientifica dei rischi che insistono sul

territorio, nonché alla fase della prevenzione intesa come attività destinata alla

mitigazione dei rischi stessi. Il risultato dell' attività di programmazione sono i programmi

di previsione e prevenzione che costituiscono il presupposto per la pianificazione

d'emergenza.

Rischio (R): è il valore atteso delle perdite umane, dei feriti, dei danni alle proprietà e

delle perturbazioni alle attività economiche dovuti al verificarsi di un particolare fenomeno

di una data intensità. il rischio totale è associato ad un particolare elemento a rischio E e

ad una data intensità I è il prodotto: R (E;I) = H (I) V (I;E) W(E).

Gli eventi che determinano i rischi si suddividono in prevedibili (idrogeologico, vulcanico)

e non prevedibili (sismico, chimico-industriale, incendi boschivi).

Risposta operativa: è l'insieme delle attività di protezione civile in risposta a situazioni di

emergenza determinate dall'avvicinarsi o dal verificarsi di un evento calamitoso.

Sala Operativa: è l'area del centro operativo, organizzata in funzioni di supporto, da cui

partono tutte le operazioni di intervento, soccorso e assistenza nel territorio colpito

dall'evento secondo quanto deciso nell' Area Strategia.

Piano Comunale di Protezione Civile

22

Salvaguardia: l'insieme delle misure volte a tutelare l'incolumità della popolazione, la

continuità del sistema produttivo e la conservazione dei beni culturali.

Scenario dell'evento atteso: è la valutazione preventiva del danno a persone e cose che

si avrebbe al verificarsi dell' evento atteso.

Sistema di comando e controllo: è il sistema per esercitare la direzione unitaria dei

servizi di emergenza a livello nazionale, provinciale e comunale e si caratterizza con i

seguenti centri operativi: DI.COMA.C., C.C.S., C.O.M. e C.O.C ..

Stato di calamità: prevede il ristoro dei danni causati da qualsiasi tipo di evento, alle

attività produttive e commerciali.

Stato di emergenza: al verificarsi di eventi di tipo "c" (art. 2, L.225/92) il Consiglio dei

Ministri delibera lo stato di emergenza, determinando ne durata ed estensione territoriale.

Tale stato prevede la nomina di un Commissario delegato con potere di ordinanza.

Strutture effimere: edifici presso i quali di regola si svolgono attività ordinarie (scuole,

palestre ecc.), mentre in emergenza diventano sede di centri operativi.

Valore esposto (W): rappresenta il valore economico o il numero di unità relative ad

ognuno degli elementi a rischio in una data area. Il valore è in funzione del tipo di

elemento a rischio: W = W (E).

Vulnerabilità (V): è il grado di perdita prodotto su un certo elemento o gruppo di elementi

esposti a rischio risultante dal verificarsi di un fenomeno di una data intensità. È espressa

in scala da O (nessuna perdita) a l (perdita totale) ed è in funzione dell'intensità del

fenomeno e della tipologia di elemento a rischio: V = V (I; E).

Piano Comunale di Protezione Civile

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Le parole essenziali

CALDERA

Depressione di forma rotondeggiante o irregolare, che si forma per il crollo della superficie terrestre sovrastante una

camera magmatica. L'origine del crollo è legata allo svuota mento della camera, per l'emissione rapida di enormi

quantità di magma nel corso di violenti eruzioni esplosive.

COLATA DI LAVA

Flusso di magma che scorre in superficie una volta emesso dalla bocca eruttiva di un vulcano nel corso di

un'eruzione effusiva.

CAMERA MAGMATICA

Zona all'interno della crosta terrestre relativamente poco profonda (nell'ordine di qualche chilometro dalla superficie

terrestre) dove il magma, in risalita verso la superficie, ristagna per tempi anche relativamente lunghi.

ERUZIONE

Emissione di magma in corrispondenza della superficie terrestre.

ERUZIONE EFFUSIVI

Evento durante il quale il magma è emesso sotto forma di colata di lava.

ERUZIONE ESPLOSIVA

Emissione violenta di magma frammentato per l'azione del gas in esso contenuto e per effetto della

vaporizzazione di acqua di origine esterna, venuta a contatto con il magma.

COLONNA ERUTTIVA

Miscela di gas, particelle solide e liquide che, nel corso di un'eruzione, s'innalza dalla bocca eruttiva, fino a

raggiungere altezze di decine di chilometri. La parte più alta, definita "ombrello", si espande in tutte le direzioni o

nella direzione del vento dominante.

FENOMENI PRECURSORI

Variazioni dei parametri fisici e chimici di un vulcano, che indicano una possibile ripresa del!' attività eruttiva. Alcuni

di essi sono rileva bili soltanto dalle strumentazioni. Altri, come, iterremoti, di maggiore intensità, le vistose

deformazioni del suolo, la comparsa di nuove fumarole, le aperture di fratture sul suolo, possono essere riconosciuti

anche dalle popolazioni.

MAGMA

Sostanza naturale parzialmente o totalmente fusa, con temperatura generalmente tra 700 e 1.250 gradi, contenuta

in gas variabile, che ha origine dalla fusione delle rocce che costituiscono l'interno della terra.

PRODOTTI PIROCLASTICI

Frammenti vulcanici emessi durante un'eruzione esplosiva, come, per esempio, ceneri, lapilli, bombe

vulcaniche, pomici.

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MONITORAGGIO

Attività di registrazione, misura e analisi delle variazioni di parametri che caratterizzano lo stato

di un vulcano per prevedere una possibile eruzione.

LIVELLI DI ALLERTA

Scandiscono le fasi che precedono un'eruzione vulcanica o qualsiasi evento calamitoso prevedibile. Sono legati alla

valutazione dei fenomeni precursori e sono stabiliti dalla comunità scientifica. Ad essi corrispondono le diverse fasi

dei piani operativi della Protezione Civile.