Piano annuale per l Inclusione A.S. 2017-18 · Parlare di “bisogni educativi speciali” quindi...

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Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria Istituto Comprensivo Statale “Isidoro Gentili” Via Rione Colonne 87027 Paola (CS) Telefono centralino 0982585215 oppure 0982611197 Codice Meccanografico: CSIC871008 Codice Fiscale 86001070787 E-mail [email protected] P.E.C. [email protected] www.isidorogentili.gov.it Piano annuale per lInclusione A.S. 2017-18

Transcript of Piano annuale per l Inclusione A.S. 2017-18 · Parlare di “bisogni educativi speciali” quindi...

Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria

Istituto Comprensivo Statale “Isidoro Gentili”

Via Rione Colonne 87027 Paola (CS)

Telefono centralino 0982585215 oppure 0982611197

Codice Meccanografico: CSIC871008 Codice Fiscale 86001070787

E-mail [email protected] P.E.C. [email protected]

www.isidorogentili.gov.it

Piano annuale per l’Inclusione

A.S. 2017-18

PREMESSA

La realtà delle classi è sempre più complessa in quanto in esse si intrecciano i temi della disabilità,

dei disturbi evolutivi specifici, con le problematiche del disagio sociale e dell’integrazione

culturale.

Per questo è sempre più urgente adottare una didattica che sia ‘denominatore comune’ per tutti gli

alunni e che non lasci indietro nessuno: una didattica inclusiva più che una didattica speciale.

Nel cambiamento inclusivo della scuola, per offrire una migliore accoglienza degli alunni con

Bisogni Educativi Speciali (BES), la normativa attuale (Direttiva MIUR 27/12/2012, CM 8/3/2013)

prevede la formulazione del Piano Annuale dell’Inclusione (PAI) quale strumento di progettazione

dell’offerta formativa in senso inclusivo, per accrescere la consapevolezza della scuola sulla

centralità e trasversalità dei processi inclusivi e per offrire una didattica personalizzata al maggior

numero di studenti nel rispetto dei ritmi e degli stili di apprendimento.

Parlare di “bisogni educativi speciali” quindi significa basarsi su una concezione di tipo globale

della persona, secondo il modello della classificazione internazionale del funzionamento, della

disabilità e della salute. (OMS, 2002) La scuola ha il compito della presa in carico di tutti gli alunni,

di rispondere in modo funzionale e personalizzato alle loro esigenze e ai loro bisogni, sia che

l’alunno/a presenti difficoltà di apprendimento o di sviluppo delle abilità o di competenze o presenti

disturbi di comportamento.

Tale Piano deve annualmente individuare gli aspetti di forza e di debolezza delle attività inclusive

svolte dalla scuola e quindi deve predisporre un piano delle risorse da offrire e richiedere a soggetti

pubblici e del privato sociale per impostare per l’anno scolastico successivo una migliore

accoglienza degli alunni con particolare attenzione a quelli con diversi Bisogni Educativi Speciali.

Ha lo scopo di:

garantire l’unitarietà dell’approccio educativo e didattico della comunità scolastica

garantire la continuità dell’azione educativa e didattica anche in caso di variazione dei

docenti e del dirigente scolastico

consentire una riflessione collegiale sulle modalità educative e sui metodi di insegnamento

adottati nella scuola

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Il PAI è stato introdotto con la Direttiva Ministeriale “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni

educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” del 27 Dicembre 2012

che estende il campo di intervento e di responsabilità di tutta la comunità scolastica all’intera area

dei Bisogni Educativi Speciali (BES).

Il PAI è rivolto a tutti gli alunni con Bisogni Educativi Speciali

L’espressione “Bisogni Educativi Speciali” (BES) si è diffusa in Italia dopo l’emanazione della

Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012, “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni

Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica“.

E’ entrata nel vasto uso in Italia dopo l’emanazione della Direttiva ministeriale del 27 dicembre

2012 “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione

territoriale per l’inclusione scolastica“. La Direttiva stessa ne precisa succintamente il significato:

“L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla

presenza di deficit. In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione

per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o

disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua

italiana perché appartenenti a culture diverse”

L’utilizzo dell’acronimo BES sta quindi ad indicare una vasta area di alunni per i quali il principio

della personalizzazione dell’insegnamento, sancito dalla Legge 53/2003, va applicato con

particolari accentuazioni in quanto a peculiarità, intensività e durata delle modificazioni.

La definizione si basa su una visione globale della persona con riferimento al modello ICF della

classificazione internazionale del funzionamento, disabilità e salute (International Classification of

Functioning, disability and health) fondata sul profilo di funzionamento e sull’analisi del contesto,

come definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2002) . ”ll Bisogno Educativo

Speciale è qualsiasi difficoltà evolutiva di funzionamento, permanente o transitoria, in ambito

educativo e/o apprenditivo, dovuta all’interazione dei vari fattori di salute e che necessita di

educazione speciale individualizzata”.

L’area dei Bisogni Educativi Speciali (in altri paesi europei: Special EducationalNeeds) è molto più

ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit. Ogni alunno, con continuità o per

determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali o per motivi fisici, biologici,

fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali.

Nell’area dei BES sono comprese tre grandi sotto-categorie:

• SVANTAGGIO SOCIOECONOMICO, LINGUISTICO, CULTURALE.

• DISABILITÀ (Legge 104/92)

• DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI (Legge 170/2010):

· disturbi specifici dell’apprendimento

· deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria

· deficit dell’attenzione e dell’iperattività: - provoca difficoltà di pianificazione, apprendi-mento,

socializzazione con i coetanei. Per un buon percorso scolastico richiede sinergia tra famiglia, scuola

e clinica.

- funzionamento cognitivo limite o borderline: - sono alunni con QI dai 70 agli 85 senza elementi

di specificità e a volte in comorbità con altri disturbi che vanno adeguatamente sostenuti e avviati

verso percorsi scolastici consoni alle loro caratteristiche (art.12 acc. Progr.2007).

Modalità operative

Le modalità operative saranno necessariamente diverse nei casi di:

• disabilità certificate (legge 104/92);

• Disturbi Specifici di Apprendimento (legge 170/2010);

• alunni con svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale o con disturbi evolutivi specifici.

Nella Circolare Ministeriale n°8 del 6 marzo 2013 si precisa che l'individuazione dei BES e la

successiva attivazione dei percorsi personalizzati sarà deliberata da tutti i componenti del team

docenti - dando luogo al PDP(Piano Didattico Personalizzato), firmato dal Dirigente Scolastico, dai

docenti e condiviso dalla famiglia. I docenti potranno avvalersi per tutti gli alunni con bisogni

educativi speciali degli strumenti compensativi e delle misure dispensative previste dalle

disposizioni attuative della Legge 170/2010 (DM 5669/2011), meglio descritte nelle Linee guida

per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento del

12/07/2011. Per quanto riguarda gli alunni con disabilità certificata con L.104/92 si continua inoltre

a far riferimento alla stessa legge, al DPR 517/77, D.P,R del 24 febbraio 1994 e alle Linee Guida

per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità del 04/08/2009

PAI ALUNNI CON DISABILITA’ CERTIFICATE

(legge 104/92)

1. Certificazione di handicap. All’individuazione dell’alunno come soggetto disabile provvede la

Commissione Medico-Legale dell’Azienda USL tramite apposita Certificazione per l’Integrazione

Scolastica (CIS), sulla base di una relazione clinica aggiornata redatta dal clinico referente delle

UU.OO.NPIA delle Aziende USL.

2. Diagnosi funzionale. La diagnosi funzionale consiste in una descrizione della compromissione

funzionale dello stato psico-fisico dell’alunno; tale descrizione si esplica in un profilo nel quale

vengono considerate capacità, potenzialità e difficoltà di sviluppo. In base alla diagnosi funzionale è

possibile richiedere un insegnante di sostegno.

3. Gruppo Operativo. Per ogni alunno disabile iscritto a scuola opera collegialmente il gruppo

interprofessionale. Esso è costituito dal Dirigente Scolastico, dal Consiglio di Classe, dagli

operatori dell’Azienda USL referenti dell’alunno, dalla famiglia. La famiglia è parte attiva nella

definizione e nella verifica del PEI, avvalendosi, se lo ritiene opportuno, di suoi consulenti. Il GO

viene convocato dal Dirigente scolastico per la stesura, l’aggiornamento e la verifica del PEI e si

riunisce, secondo un calendario concordato, almeno tre volte l’anno.

4. Elaborazione del piano educativo individualizzato. Il PEI è predisposto per ogni alunno

disabile, è realizzato sulla base dei dati della diagnosi funzionale, delle osservazioni organicamente

e collegialmente rilevate da docenti, operatori sanitari e genitori ed è parte integrante della

programmazione educativo-didattica di classe. Il PEI va definito entro i tre mesi di scuola dai

docenti del Consiglio di Classe. Il Gruppo Operativo sottoscrive il PEI come impegno per la

realizzazione dello stesso. Per la redazione del PEI il Consiglio di Classe /o il gruppo dei docenti

della classe in cui è iscritto l’alunno disabile, si avvarrà della documentazione prodotta nel percorso

scolastico precedente, ricevuta dalla scuola o classe di provenienza, nonché della diagnosi

funzionale.

PAI ALUNNI CON DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO CERTIFICATI

(legge 170/2010)

Il Protocollo per l’accoglienza e l’integrazione di studenti con disturbi specifici di apprendimento .è

una guida d’informazione riguardante l’accoglienza, l’inserimento e l’intervento didattico sugli

alunni con DSA all’interno del nostro Istituto. In particolare, il protocollo descrive le procedure che

la Scuola intende mettere in atto per prevenire ed individuare le difficoltà di apprendimento degli

alunni .

Fasi del protocollo di accoglienza per un alunno/a con disturbi specifici di apprendimento:

I. Segnalazione all’atto dell’ iscrizione e acquisizione della diagnosi specialistica nonché di

eventuale documentazione utile ( es. precedenti PDP ) provenienti da ordini di scuola inferiori o di

pari grado, se si tratta di trasferimento;

II. colloquio dei genitori con il referente DSA o con il coordinatore di classe per la raccolta delle

informazioni. Colloquio dell’alunno/a con il referente DSA o con il coordinatore di classe per la

raccolta delle informazioni ;

III. presentazione dell’alunno al Coordinatore di classe e al Consiglio di Classe;

IV. predisposizione del Piano Didattico personalizzato e sottoscrizione;

V. verifica del PDP alla presenza dei docenti componenti il CdC, del referente DSA, della famiglia,

di eventuali tutor.

Acquisizione della diagnosi specialistica:

- La famiglia consegnerà all’assistente amministrativo della segreteria studenti la diagnosi

specialistica , di cui all’art.3 della Legge 170/2010, che verrà protocollata e allegata al fascicolo

dell’alunno/a.

- Le famiglie in possesso di una diagnosi privata di DSA la consegneranno (oltre che alla scuola) al

Servizio di Neuropsichiatria della Ausl di competenza, che rilascerà un modulo dal titolo:

“Domanda per la Conformità di Diagnosi dei Disturbo Specifico di Apprendimento”.

- La famiglia consegnerà tale modulo alla scuola e, successivamente, una volta ottenuta la

conformità (modulo dal titolo “Conformità Diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento”)

consegnerà la stessa all’assistente amministrativo.

- Il Dirigente scolastico e il referente DSA accerteranno che la diagnosi specialistica indichi la

tipologia del disturbo (dislessia, disgrafia, ecc).

- Il referente DSA prenderà contatti con la famiglia per stabilire un incontro sia con i genitori sia

con l’alunno/a,

Colloquio dei genitori e dell’alunno con il referente DSA o con il coordinatore di classe

Le informazioni derivanti da questi colloqui saranno immesse nel Piano Didattico Personalizzato

dell’alunno/a. Si ricorda che la diagnosi di DSA rientra nei dati sensibili, secondo normativa sulla

privacy; la scuola si impegna, pertanto, a rispettare tale obbligo di riservatezza. Il colloquio con i

genitori dell’alunno/a e con l’alunno/a stesso ha l’obiettivo di raccogliere le maggiori informazioni

possibili riguardo all’iter scolastico, al fine di predisporre un PDP che sia il più possibile calibrato

sulle esigenze dello studente.

Presentazione dell’alunno ai componenti del Consiglio di Classe

Il referente DSA e/o il coordinatore di classe, vista la documentazione dell’alunno (diagnosi,

pregresso PDP, ecc…), sentita la famiglia e l’alunno, informerà i componenti del consiglio di

classe nel modo seguente:

• fornendo adeguate informazioni sui Disturbi Specifici di Apprendimento (Legge 170/2010, D.M.e

successive Linee Guida 12 luglio 2011);

• presentando la diagnosi, il pregresso PDP ove presente. Per gli alunni DSA già frequentanti la

nostra scuola.

Predisposizione e sottoscrizione del Piano Didattico personalizzato

Il nuovo PDP verrà redatto e sottoscritto, e pertanto, il referente DSA o il coordinatore di classe

incontrerà la famiglia, in un momento opportuno e concordato, per illustrare la proposta di PDP del

CdC, e verrà richiesta la sua condivisione.

Verifica intermedia del PDP

Qualora lo si ritenesse necessario, quindi da valutare caso per caso, sarà organizzato un incontro di

verifica del PDP, a cui sono chiamati a partecipare i docenti del Consiglio di Classe, il referente

DSA, la famiglia e gli eventuali tutor che aiutano l’alunno nello studio domestico. L’obiettivo sarà

quello di segnalare eventuali cambiamenti nel piano didattico per migliorarne l’efficacia.

PAI ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI ( BES)

(escluso legge 104/92 e legge 170/10)

I. Rilevazione delle difficoltà:

Soggetti coinvolti: Dirigente Scolastico, referente BES, Coordinatore Consiglio di Classe

Il Dirigente Scolastico, altresì il referente che si occupa del disagio, verranno informati dal

Coordinatore del Consiglio di Classe circa gli alunni a cui prestare più attenzione per una possibile

predisposizione di piano didattico personalizzato. La situazione verrà monitorata da tutto il

Consiglio di Classe.

II. Pianificazione dell’intervento :

Colloquio del referente BES con i docenti, con la famiglia, eventualmente con l’alunno per la

raccolta delle informazioni Il DS e il docente referente, dopo aver esaminato le relazioni dei casi

segnalati, insieme al coordinatore delle classe coinvolta, consulterà la famiglia ed eventualmente la

psicologa dell’istituto per valutare un primo approccio di intervento.

III. Predisposizione del Piano Didattico Personalizzato e sottoscrizione:

Sulla base di quanto rilevato il Consiglio di Classe pianifica l’intervento e, se necessario,

predispone il Piano Didattico Personalizzato

IV. Verifica e valutazione del PDP

Al fine di verificare l’andamento dell’intervento e la necessità di eventuali cambiamenti ad esso, si

terranno incontri periodici nell’ambito dei Consigli di Classe o, se necessario, Con esperti ed

operatori.

PAI PER ALUNNI STRANIERI

Per l’integrazione degli alunni stranieri (alunni con L1 diversa da italiano) si fa riferimento a

– Protocolli di zona

– Normativa emanata dal Ministero dell’Interno

– Normativa emanata dal Ministero dell’Istruzione

– “Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri”

(C.M. n.24 del 1 marzo 2006 e successive)

Iscrizione dello studente, un addetto agli uffici di segreteria

• accoglie la richiesta di iscrizione inviata dalla scuola Polo;

• acquisisce tutta la documentazione scolastica scannerizzata –inviata dalla scuola Polo- (scuola di

provenienza, grado raggiunto, scheda di valutazione, etc.) oppure rilasciata dal Consolato

• fornisce alla famiglia tutta la modulistica informativa (Carta dei servizi, POF)

• informa la famiglia che sarà contattata dalla referente per un colloquio informativo

• avvisa tempestivamente, oltre al Dirigente, la Funzione Strumentale o il referente della nuova

richiesta di iscrizione, in modo da consentire un primo contatto con la famiglia e tutte le successive

pratiche per l’inserimento dell’alunno.

Assegnazione alla classe (per gli alunni iscritti in corso d’anno e per gli alunni stranieri iscritti ad

inizio d’anno, ma appena arrivati in Italia)

Entro cinque giorni dalla data d’iscrizione, dopo aver sentito il parere del Dirigente, che scioglie

ogni riserva, la Commissione o un suo membro delegato, secondo le disposizioni normative del

DPR 394/99

• propone la sezione o la classe tenendo conto:

– dell’età anagrafica (secondo la normativa è possibile iscrivere lo studente in una classe inferiore o

superiore di un anno rispetto alla sua età anagrafica);

– del titolo di studio eventualmente già posseduto dall’alunno;

– dell’accertamento di competenze e abilità in ambito linguistico e/o logicomatematico;

– delle caratteristiche della classe in cui sarà inserito;

– della presenza di un alunno di medesima nazionalità che possa aiutarlo nell’inserimento,

– di una equilibrata distribuzione di alunni di lingua non italiana provenienti da Paesi altri nelle

varie sezioni e/o plessi;

• compila il modulo relativo all’intervista per l’accoglienza

• offre copia del materiale illustrativo della scuola tradotto in più lingue, se non è già stato dato

dalla segreteria;

• somministra allo studente test per valutare le competenze in L1 e/o nelle discipline che possono

facilitare l’inserimento (ad es. lingua veicolare, matematica).

Una volta individuata la classe di inserimento il docente F.S./referente fornisce al docente

coordinatore della classe i dati raccolti sullo studente, concordando laddove fosse necessario

modalità e strumenti che possano facilitarne l’accoglienza e l’integrazione.

Procedura di accoglienza

Per poter inserire l’alunno in modo graduale e favorirne la socializzazione ogni scuola può

predisporre attività di accoglienza dell’alunno nell’Istituto e nella classe. In questa fase è possibile

richiedere la presenza, in classe, di un mediatore culturale che possa facilitare l’interazione tra tutti i

soggetti presenti, permettendo all’alunno di essere coinvolto nelle attività proposte, di raccontare

della propria esperienza scolastica, del proprio paese, dei propri interessi, ecc. La commissione

“Intercultura e Integrazione” può sostenere i docenti, proponendo attività già strutturate e fornendo

o segnalando utili sussidi didattici. Tutti i docenti della classe si impegnano

– a prestare attenzione al clima relazionale,

– a favorire l’integrazione nella classe,

– a progettare momenti di osservazione in situazione,

– a rilevare i bisogni specifici di apprendimento,

– a strutturare percorsi adeguati alle competenze dell’alunno e ad elaborare eventuale PDP,

– a individuare modalità di semplificazione e facilitazione linguistica per ogni disciplina.

Piano Annuale per l’Inclusione A.S. 2017/18

Parte I – analisi dei punti di forza e di criticità

A. Rilevazione dei BES presenti: n°

1. disabilità certificate (Legge 104/92 art. 3, commi 1 e 3)

minorati vista 0

minorati udito 1

Psicofisici 27

2. disturbi evolutivi specifici

DSA 3

ADHD/DOP 0

Borderline cognitivo 0

Altro 0

3. svantaggio (indicare il disagio prevalente)

Socio-economico 0

Linguistico-culturale 0

Disagio comportamentale/relazionale 0

Altro 0

Totali

% su popolazione scolastica

N° PEI redatti dai GLHO 22

N° di PDP redatti dai Consigli di classe in presenza di certificazione sanitaria 3

N° di PDP redatti dai Consigli di classe in assenza di certificazione sanitaria

B. Risorse professionali specifiche Prevalentemente utilizzate in… Sì / No

Insegnanti di sostegno Attività individualizzate e di

piccolo gruppo

si

Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti,

ecc.)

si

AEC Attività individualizzate e di piccolo gruppo

si

Attività laboratoriali integrate

(classi aperte, laboratori protetti, ecc.)

si

Assistenti alla comunicazione Attività individualizzate e di piccolo gruppo

no

Attività laboratoriali integrate

(classi aperte, laboratori protetti, ecc.)

no

Funzioni strumentali / coordinamento si

Referenti di Istituto (disabilità, DSA, BES) si

Psicopedagogisti e affini esterni/interni no

Docenti tutor/mentor si

Altro: no

Altro: no

C. Coinvolgimento docenti curricolari Attraverso… Sì / No

Coordinatori di classe e simili

Partecipazione a GLI si

Rapporti con famiglie si

Tutoraggio alunni si

Progetti didattico-educativi a si

prevalente tematica inclusiva

Altro:

Docenti con specifica formazione

Partecipazione a GLI si

Rapporti con famiglie si

Tutoraggio alunni si

Progetti didattico-educativi a

prevalente tematica inclusiva si

Altro:

Altri docenti

Partecipazione a GLI si

Rapporti con famiglie si

Tutoraggio alunni si

Progetti didattico-educativi a prevalente tematica inclusiva

si

Altro:

D. Coinvolgimento personale ATA

Assistenza alunni disabili si

Progetti di inclusione / laboratori integrati si

Altro: si

E. Coinvolgimento famiglie

Informazione /formazione su genitorialità e

psicopedagogia dell’età evolutiva si

Coinvolgimento in progetti di inclusione si

Coinvolgimento in attività di promozione

della comunità educante si

Altro:

F. Rapporti con servizi sociosanitari territoriali e istituzioni deputate alla sicurezza. Rapporti con CTS / CTI

Accordi di programma / protocolli di intesa

formalizzati sulla disabilità si

Accordi di programma / protocolli di intesa formalizzati su disagio e simili

si

Procedure condivise di intervento sulla

disabilità si

Procedure condivise di intervento su

disagio e simili si

Progetti territoriali integrati si

Progetti integrati a livello di singola scuola si

Rapporti con CTS / CTI si

Altro:

G. Rapporti con privato sociale e volontariato

Progetti territoriali integrati si

Progetti integrati a livello di singola scuola si

Progetti a livello di reti di scuole si

H. Formazione docenti

Strategie e metodologie educativo-

didattiche / gestione della classe si

Didattica speciale e progetti educativo-

didattici a prevalente tematica inclusiva si

Didattica interculturale / italiano L2 si

Psicologia e psicopatologia dell’età

evolutiva (compresi DSA, ADHD, ecc.) si

Progetti di formazione su specifiche disabilità (autismo, ADHD, Dis. Intellettive,

sensoriali…)

si

Altro:

Sintesi dei punti di forza e di criticità rilevati*: 0 1 2 3 4

Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo X

Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento

degli insegnanti X

Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive; X

Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola X

Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola, X

in rapporto ai diversi servizi esistenti;

Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare

alle decisioni che riguardano l’organizzazione delle attività educative; X

Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi inclusivi;

X

Valorizzazione delle risorse esistenti X

Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei progetti di inclusione

X

Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel

sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo inserimento lavorativo.

X

Altro:

Altro:

* = 0: per niente 1: poco 2: abbastanza 3: molto 4 moltissimo Adattato dagli indicatori UNESCO per la valutazione del grado di inclusività dei sistemi scolastici

Parte II – Obiettivi di incremento dell’inclusività proposti per il prossimo anno Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo (chi fa cosa, livelli di

responsabilità nelle pratiche di intervento, ecc.)

Oltre alla commissione handicap, formata da tutti i docenti di sostegno della scuola, si costituirà il Gruppo di

lavoro per l’Inclusione (GLI, che rispecchi le varie componenti dell’Istituto) con i seguenti compiti: - effettuare la rilevazione dei BES,

- raccogliere la documentazione, - offrire consulenza.

- verificare periodicamente le pratiche inclusive della didattica programmate e aggiornare eventuali modifiche al PDP ed ai PEI, alle situazioni in evoluzione,

- verificare il grado d’inclusività della scuola.

- Elaborazione del PEP In particolare i docenti di sostegno intervengono in situazioni ricorrenti ed emergenti facendo particolare

attenzione a discipline “sensibili”, alla luce di una flessibilità didattica che deve essere alla base della programmazione.

I docenti curriculari intervengono attivando una programmazione di attività che prevede sia misure

compensative che dispensative. Inoltre attivano modalità diverse di lavoro: apprendimento cooperativo (per piccoli gruppi) e /o didattica laboratoriale, qualora sia necessario.

Nelle attività per l’anno , riferite agli aspetti organizzativi e gestionali, si prevede che: La scuola dell’infanzia e la scuola primaria effettueranno uno screening sugli alunni,

I docenti che rileveranno un bisogno educativo speciale, faranno riferimento al coordinatore, che a sua volta richiederà la convocazione del consiglio di classe/team docenti.

Il consiglio di classe/team docenti esaminerà la documentazione fornita dagli enti accreditati o, in assenza

di questa, compilerà la scheda di individuazione dei bisogni educativi speciali (scheda del protocollo d’istituto d’inclusione).

Il Coordinatore contatta poi la famiglia che firmerà l’allegato del protocollo d’istituto per l’inclusione. Il coordinatore di classe- previo consenso della famiglia- se necessario interpella un esperto esterno.

A questo punto viene stilato dal consiglio di classe/team docenti il piano didattico personalizzato.

Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli insegnanti

Nel corso del corrente anno scolastico, il nostro istituto si impegna:

• nella prosecuzione del corso di formazione sulla didattica inclusiva per competenze;

• Nel percorso di formazione elementi base ABA E’ prevista la creazione di un archivio digitale cartaceo sui BES a disposizione di tutti i docenti della scuola.

L’aggiornamento si avvarrà di consultazione di materiale bibliografico, software. Una particolare attenzione sarà data alla condivisione delle buone pratiche (secondo le direttive ministeriali)

nel percorso di autoformazione.

Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive;

Nella stesura e utilizzo dei PEI e PDP la valutazione sarà adeguata al percorso personale dei singoli ragazzi. Valutare un alunno in difficoltà coinvolge in modo responsabile sia il singolo docente che il consiglio di

classe nella sua interezza. La difficoltà sta nel comprendere gli effettivi obiettivi raggiunti senza indulgere in

“aiuti“ ne pretendere risposte non adeguate alle condizioni di partenza. Ogni docente per la propria disciplina, definirà le modalità con le quali le prove vengono formulate e le eventuali misure dispensative e

compensative da adottare (organizzazione percettiva delle informazione nello spazio pagina, ripasso pochi minuti prima della verifica, formulazione della stessa domanda con differenti modalità, uso della calcolatrice

o del PC) E’ bene comunque ricordare che mentre per i DSA non è contemplato il raggiungimento dei “livelli minimi” degli obiettivi, per gli altri alunni BES tali livelli si possono fissare nel PDP.

Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola

Il coordinamento tra il lavoro dei docenti curriculari e quello dei docenti di sostegno è alla base della buona

riuscita dell’integrazione scolastica, l’insegnante è di sostegno alla classe, prima ancora che all’allievo,

pertanto il suo orario deve tenere conto dell’orario delle discipline “sensibili”. L’intervento di integrazione scolastica si svolge prevalentemente in classe.

Le categorie di risorse professionali da impegnare nel processo inclusivo sono principalmente le seguenti: - specialisti socio-sanitari;

- docente titolare di funzione strumentale ex art. 33 CCNL afferente all’area dell’inclusione; - docenti curriculari;

- docenti di sostegno;

- personale ATA che svolge incarichi specifici ex art.47 del CCNL. In aggiunta a queste figure si inseriscono i docenti con specifiche funzioni di mediatori che si occuperanno

dell’accoglienza degli alunni con BES. Le forme di accoglienza sono due: - accoglienza di natura socio-affettiva nella comunità scolastica;

- accoglienza in ragione del proprio stile cognitivo, ossia diritto ad una comunicazione didattica che tenga

conto delle preferenze degli alunni e dei loro diversi stili e ritmi di apprendimento.

Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola, in rapporto ai diversi servizi esistenti

- coinvolgimento del SERT e dell’ASL - costituzione di una rete di scuole e realizzazione di progetti PON (F3 “crescere in coesione”)

- coinvolgimento delle associazioni di volontariato presenti nel Comune.

Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle decisioni che

riguardano l’organizzazione delle attività educative

La scuola prevede di fornire informazioni e richiedere la collaborazione alle famiglie e alla comunità.

Per quanto riguarda l’area dei disabili, il rapporto docente di sostegno-famiglia è molto stretto. Per la corretta e completa compilazione dei PDP e la loro condivisione con le famiglie sono passaggi

indispensabili alla gestione dei percorsi personalizzati e al rapporto con le famiglie stesse, queste devono essere coinvolte nei passaggi essenziali del percorso scolastico dei figli anche come assunzione diretta di

corresponsabilità educativa, in particolare nella gestione dei comportamenti e nella responsabilizzazione degli alunni agli impegni assunti.

Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi inclusivi;

Azioni positive per una didattica realmente inclusiva:

- mettere la persona la centro dell’azione didattica per conoscere l’alunno anche dal punto di vista socio-

affettivo, oltre che cognitivo; - considerare fondamentale la relazione educativa;

- promuovere la dimensione comunitaria e sociale dell’apprendimento; - praticare in classe strategie più coinvolgenti di quelle tradizionali (teatro, musica, video, laboratori, studio

guidato, gruppi di lavoro); - curare la personalizzazione dell’insegnamento;

- adeguare in itinere la programmazione di ciascuna disciplina;

- potrà essere necessario attuare dei percorsi di facilitazione dell’apprendimento linguistico e “disciplinare”

..( Profilo glottomatetico funzionale).

Valorizzazione delle risorse esistenti

La scuola prevede di valorizzare le risorse esistenti, tramite progetti didattico educativi a prevalente

tematica inclusiva (Pasticciando) Il presente “Piano Annuale per l’Inclusione” prevede momenti di verifica quali incontri periodici del GLI ( per

confronto/focus su casi, azioni di formazione e monitoraggio) e verifica/valutazione del livello di inclusività

dell’istituto (a cura del GLI) il concetto di risorsa va inteso in senso ampio: - flessibilità dell’organizzazione scolastica a partire dagli orari dei docenti fino alla definizione di spazi e

setting organizzativi ( laboratori); - valorizzazione di tutte le risorse umane presenti nella realtà scolastica: ciascuna figura professionale

opererà per condividere le proprie competenze professionali con gli altri operatori al fine di raggiungere in forma collegiale gli obiettivi definiti a favore deli studenti con BES;

- osservazione pedagogica da parte di tutti gli operatori che affiancano lo studente al fine di raccogliere

informazioni sugli aspetti cognitivi, emotivo-comportamentali e relazioni dello studente.

Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei progetti di

inclusione.

Ragazzi ed insegnanti possono usufruire di postazioni informatiche , libri e sussidi multimediali, materiali per attività didattiche differenziate, giochi di vario genere. Gli studenti possono comunque avvalersi di spazi e

delle strutture dell’istituto: - aule dotate di lavagne multimediali,

- palestra,

- laboratori di informatica e di scienze Un ampio spazio esterno.

Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo inserimento lavorativo.

La scuola prevede una serie di incontri tra i docenti delle classi interessate e i precedenti insegnanti, per

assicurare l’inserimento e la continuità didattica nel sistema scolastico deli alunni con bisogni educativi speciali. In fase di accoglienza pre-iscrizione si svolgono anche incontri con i genitori dei ragazzi e con i

servizi. La scuola prevede attività di orientamenti in uscita, i documenti relativi ai BES (PEI PDP) sono accolti

e condivisi dalle scuole di provenienza in modo da assicurare continuità e coerenza nell’azione educativa anche nel passaggio tra scuole diversi ed in modo da costituire una sinergia e coordinamento tra i vari

livelli di scuola.

Approvato dal Gruppo di Lavoro per l’Inclusione in data 27/06/2017

Deliberato dal Collegio dei Docenti in data 30/06/2017