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Acqua per il nostro futuro 3

Il governo della risorsa 4

La situazione in provincia di Torino 7

Gli usi dell’acqua 8

I progetti della Provincia di Torino 9GocciolinoPiano Acque Torino 2006Rete di monitoraggio delle acque superficialiStudi sul sistema acquifero sotterraneoSangone per tuttiProgetto di ricerca “Bioalpi”Progetti internazionali

Il sistema Piemonte 16

La normativa del settore 18

Il controllo del servizio idrico integrato: 19l’ATO 3 Torinese

Acque italiane: 20falsi risparmi per la siccità prossima ventura

Informazioni 22

Torino, febbraio 2004

Sommario

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L’acqua è fonte di vita ed è il filo blu che da sempre lega le vicende della storiaumana: le grandi civiltà sono sorte lungo i fiumi e il suo possesso ha scatenatosanguinose guerre e conflitti. La risorsa idrica, in particolare quella potabile, è

un bene prezioso ma non illimitato. Rappresenta un patrimonio da salvaguardare peril futuro, ma soprattutto da garantire a quella sempre più larga fetta di umanità, unmiliardo e seicentottanta milioni di uomini, donne e bambini che ad oggi non nehanno diritto.

Infrastrutture carenti, mancanza di accesso alle sorgenti pulite, non adeguata pro-tezione delle falde idriche sono cause di malattie, guerre, migrazioni nei Paesi del suddel mondo. Da stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa 5 milioni di per-sone all’anno muoiono a causa della mancanza d’acqua o della sua pessima qualità.

È fondamentale e urgente inserire concretamente la politica dell’acqua ai primiposti dell’agenda politica nazionale e internazionale. Il diritto all’acqua viene a coin-cidere così con la lotta per la democrazia, lo sviluppo e la dignità umana nei Paesidel sud del mondo e il compito dei Paesi ad alto livello tecnologico è di trasferireconoscenze per garantire un’equa distribuzione delle risorse idriche.

Ma l’emergenza non colpisce solo una parte del pianeta, è un problema di tutti.Nei Paesi industrializzati, le risorse idriche sono minacciate da inquinamento e sfrut-tamento eccessivo, oltre che da siccità e cambiamenti climatici. In Italia, nazionericca d’acqua, il dissesto idrogeologico unito ad una gestione del territorio non sem-pre ambientalmente sostenibile e alle croniche carenze delle infrastrutture, ha porta-to gli abitanti di alcune zone a convivere quotidianamente con situazioni di carenza.

È sul terreno locale che si giocherà la battaglia del futuro delle risorse idriche.Grande responsabilità hanno gli enti pubblici che devono tutelare, regolamentare econtrollare il servizio idrico, garantendo una gestione efficiente a tariffe eque, nelrispetto delle necessità dei cittadini e dell’ambiente. È un compito molto delicato, cheva ben aldilà delle esigenze puramente tecniche e che riveste una valenza politicadecisiva.

La Provincia di Torino ha dedicato impegno e risorse per ampliare lo stato delleconoscenze sulla situazione delle acque sul proprio territorio, con l’obiettivo di salva-guardarne la disponibilità e la qualità. Ha sviluppato nel tempo un modello di gestio-ne integrata della risorsa, che coinvolge e valorizza le esperienze più significative alivello locale. Si è infine impegnata attivamente nella diffusione di una nuova cultu-ra dell’acqua e del suo rispetto attraverso un uso consapevole, che si basa su un diver-so rapporto tra uomo e utilizzo delle risorse naturali.

Perché solo attraverso la collaborazione e il coinvolgimento di tutta la comunitàsi potrà sviluppare una politica e un “governo dell’acqua” in grado di tutelare e sal-vaguardare la risorsa idrica per le generazioni future.

Mercedes BressoPresidente della Provincia di Torino

Acqua per il nostro futuro

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Il governo della risorsaQuali sono le linee guida dell’intervento della Provincia di Torino nel settore?

La Provincia di Torino sin dal 1995, anno in cui ha acquisito la competenza sulle acque, si è impe-gnata attivamente per riorganizzare e gestire la risorsa idrica del territorio. Si tratta di una gran-de ricchezza da tutelare per le generazioni future, ma da regolamentare e gestire nell’immedia-to. Se si pensa che il maggior prelievo idrico proviene dal settore agricolo e da quello industria-le, si comprende la necessità di una visione globale della risorsa, che vada aldilà del singolointervento e che sia integrata alle politiche legate allo sviluppo del territorio e alle attività pro-duttive. Ma non solo, l’acqua è un bene di tutti, dall’importanza fondamentale. Ne consegue lanecessità di un controllo pubblico, che ne garantisca la salvaguardia e l’uso negli interessi dellacollettività e secondo criteri di solidarietà.

Partendo da questi principi, è stato così impostato un lavoro decisivo.Dal punto di vista istituzionale, l’Ente svolge un ruolo di controllo sullaqualità e quantità della risorsa idrica: tutti i pozzi, scarichi e derivazio-ni, anche quelle di grandi dimensioni come i bacini idroelettrici, devonoessere preventivamente autorizzati dalla Provincia. Grazie a questacompetenza la Provincia di Torino è riuscita ad esempio a stringereaccordi con le aziende elettriche per rilasciare, in particolari occasioni

di emergenza, acqua dai bacini delle centrali idroelettriche negli alvei dei fiumi, per garantire ildeflusso minimo vitale, la quantità d’acqua necessaria a mantenere l’ecosistema fluviale. Grandeimportanza riveste, quindi, la pianificazione delle azioni in uno spirito di collaborazione tra entichiamati al “buon governo” dell’acqua. La conoscenza approfondita delle dinamiche del territorio e del suo sistema delle acque, attra-verso una banca dati corposa, dettagliata e attendibile, è la base per un’efficace attività di tute-

Intervista a Elena Ferro, Assessorealle Risorse Idriche ed Atmosferiche

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la e di gestione. Tra Provincia di Torino, Università e Politecnico si è attivata da tempo una frut-tuosa collaborazione che ha portato all’elaborazione di studi sia sulle acque superficiali, fiumi etorrenti, sia su quelle sotterranee, le più pregiate dal punto di vista ambientale. L’obiettivo è quel-lo di dotare la Provincia di una mappatura completa, una rete di monitoraggio che individui i mag-giori problemi e consenta di proporre soluzioni e interventi adeguati. E questo diventa assoluta-mente essenziale in vista delle Olimpiadi invernali del 2006.

A questo proposito, che cosa sta facendo la Provincia per tutelare le “acque olimpiche”?Non si può tralasciare l’impatto ambientale che hanno e avranno le opere connesse alle OlimpiadiInvernali del 2006 e lo svolgimento stesso dei Giochi Olimpici. La costruzione di nuovi impianti einfrastrutture, l’aumento del fabbisogno di acqua,sia per l’innevamento artificiale, sia per l’afflussoturistico straordinario legato allo svolgimento deiGiochi (con il conseguente aumento del carico inqui-nante sui bacini idrici), si devono conciliare con unosfruttamento sostenibile della nostra risorsa idrica,per non comprometterla in maniera irreversibile.La Provincia ci Torino ha deciso di giocare d’anticipo,per evitare situazioni di grave emergenza, realizzan-do una rete di monitoraggio sul territorio montano incui si svolgeranno i Giochi. Con il Piano delle AcqueTorino 2006, lanciato nel 2001 e attuato in collaborazione con il Toroc e l’ARPA Piemonte, si inten-dono adeguare le esigenze dell’evento olimpico alle disponibilità e necessità del territorio.Il Piano è entrato adesso nella sua fase operativa: dopo un’analisi approfondita, lo sviluppo di unmodello matematico di previsione e l’utilizzo di una rete di 28 stazioni di misura, si possono otte-nere dati molto interessanti per valutare la portata dei vari corpi idrici e la loro capacità di rea-zione ad eventi “stressanti”, quali l’aumento del prelievo e dei carichi inquinanti. Questo ha unrisvolto pratico e amministrativo: i dati così ottenuti saranno di supporto per le Pubbliche ammi-nistrazioni coinvolte nel rilascio delle autorizzazioni richieste per la realizzazione delle opereolimpiche e per il Toroc, per valutare gli effetti ambientali degli interventi sul territorio. L’attività della Provincia nel settore olimpico non si limita a questo. Grazie alla stretta collabora-zione gli altri soggetti che operano sul territorio, quale l’Autorità d’Ambito 3 e il gestore del ser-vizio idrico integrato, si stanno realizzando importanti infrastrutture per migliorare e rendere piùefficiente il servizio idrico del territorio, aldilà dell’evento olimpico. Mi riferisco ad opere qualil’acquedotto di Valle, che collegherà i 37 Comuni lungo la dorsale dell’alta e Bassa Valle di Susa,il collettore fognario della Val Chisone e Germanasca e il depuratore di Oulx.

Capacità di fare “sistema” per la gestione della risorsa, progettazione di modelli e metodo-logie all’avanguardia per la pianificazione e la tutela, si può quindi affermare che laProvincia di Torino abbia maturato negli anni un know how rilevante nel settore idrico?

Certamente. Porto ad esempio l’esperienza dei programmi di formazione e cooperazione in materiadi acqua, sia con i Paesi in via di sviluppo, sia con gli stati chepresto entreranno nell’Unione europea. Il nostro territorio èricco di una consolidata esperienza e tecnologia nel campo e iprogetti attuati dalla Provincia di Torino in Tunisia, Palestina,Turchia e Slovacchia hanno permesso lo scambio di esperien-ze, la formazione di tecnici qualificati e lo sviluppo delle com-petenze delle pubbliche amministrazioni locali chiamate allagestione della risorsa idrica. A questo poi si deve aggiungere la partecipazione dellaProvincia di Torino al Summit di Kyoto del marzo del 2003

Foto: Paolo Libertini

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dove abbiamo sottolineato la necessità di riconoscere l’acqua come bene comune dell’umanità el’accesso all’acqua potabile come un diritto umano fondamentale degno di protezione giuridica.La Provincia poi ha aderito al Comitato italiano per il Contratto Mondiale dell’Acqua, a confermadi questi forti orientamenti per un uso solidale della risorsa.Il filo conduttore degli interventi della Provincia di Torino, che rientrano nella più generale politi-ca di relazioni internazionali dell’Ente, è quella di partire dall’esperienza locale di tutela del pro-prio patrimonio idrico, per salvaguardare la risorsa in un’ottica globale e garantire il diritto all’ac-qua a tutti in quantità e qualità adeguate alla vita e allo sviluppo.Fondamentale quindi appare la diffusione di una “cultura dell’acqua”, un’educazione all’uso cor-retto di questa risorsa, specialmente tra le giovani generazioni.

Ci sono dei progetti particolari della Provincia di Torino in questo campo?Gocciolino, la goccia risparmiosa, è il logo di una campagna educativa partita nel 2002 e rivoltaai ragazzi delle scuole superiori e ai clienti degli hotel di Torino e provincia. L’iniziativa è centra-

ta sul valore fondamentale dell’acqua e sul suo risparmio, attraverso la presa dicoscienza degli sprechi inutili compiuti nelle nostre attività quotidiane. L’azionedella Provincia, oltre alla distribuzione di materiale informativo sul risparmio idrico,ha previsto la definizione di particolari percorsi formativi, con l’intervento di esper-ti. La risposta dei ragazzi è stata molto incoraggiante, con un numero sempre mag-giore di insegnanti, anche di scuole medie e elementari, che chiedono il supportodella Provincia.

L’appuntamento è per il 22 marzo 2004, la Giornata Mondiale dell’Acqua, quando a Torino si terrà laSessione inaugurale del Parlamento Italiano dei Giovani per l’Acqua, il primo forum di questo tipo inItalia, collegato ad esperienze analoghe in Canada, Francia e Spagna. Saranno i ragazzi ad esprimereproposte e lanciare suggerimenti per un uso corretto dell’acqua ai rappresentanti degli enti pubbliciresponsabili della gestione della risorsa idrica sul territorio.Del resto, sono i giovani i protagonisti di un futuro in cui l’acqua sarà un bene sempre più pre-zioso.

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La situazionein provincia di Torino

IL TERRITORIO

Superficie totale 682.986 ettariSuperficie di pianura 180.195 ettariSuperficie di collina 122.321 ettariSuperficie di montagna 380.470 ettariSuperficie urbanizzata 49.236 ettariSuperficie coltivata 493.284 ettariSuperficie attività produttive 11.065 ettari

GLI ABITANTI

Popolazione residente al 1997 2.219.971 abitantiNumero di famiglie al 1997 940.628Densità abitativa al 1997 325,04 abitanti/Km2

LE RISORSE IDRICHE

LUNGHEZZA RETICOLO IDROGRAFICO DELLA REGIONE PIEMONTE

Lunghezza totale rete 23.300 Kmidrografica provincialeLunghezza corso d’acqua 650 Kmprincipale (Fiume Po)Lunghezza Fiume Po 75 Kmin Provincia di Torino

ACQUEDOTTI E FOGNATURE

Rete acquedottistica 9.871 KmRete fognaria 6.618 KmN. captazioni acquedottistiche 1.550N. stazioni di depurazione 450Dotazione idrica media netta (uso civile + industriale + civico) per abitante 317/litri/giornoAbitanti serviti da rete acquedottistica 97%Abitanti serviti da rete fognaria 91%Abitanti serviti da sistemi di depurazione (nelle aree gestite da aziende pubbliche) 95%

pianuracollinamontagna

26%

Provinciadi Torino: 39%

56%

18%

Altre Province:61%

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Prevenire l’inquinamento, piuttosto che subirne le conseguenze, evitando successivi costosi interventi didepurazione e riqualificazione ambientale. È la filosofia che muove le azioni della Provincia di Torino inun settore fondamentale per la risorsa idrica: il suo uso nelle attività industriali, agricole e domestiche.

Ad oggi, a seguito della L.R. 44/2000, l’Ente è responsabile del rilascio delle autorizzazioni per il prelievo diacqua (i pozzi per la captazione delle acque sotterranee e le derivazioni di quelle superficiali) e lo scaricodelle acque reflue (delle industrie e delle fognature); delle concessioni per le acque minerali e termali e perlo spandimento dei liquami zootecnici, ad elevato contenuto di composti dell’azoto.

Non è solo una questione di tutela ambientale. Dalla disponibilità di acqua dipende lo sviluppo del terri-torio, le attività produttive e agricole, la produzione di energia elettrica. È fondamentale che l’uso sia soste-nibile per i corpi idrici del territorio. Principio cardine delle attività amministrative è il deflusso minimo vita-le, ovvero la quantità d’acqua necessaria per mantenere l’equilibrio dell’ecosistema fluviale.

Sul territorio della Provincia di Torino grava più della metà della popolazionedell’intera regione e una concentrazione elevata di insediamenti produttivi. Le cifrelo confermano: 60mila pozzi totali, di cui 15000 per usi non domestici; 3000 deri-vazioni, 2000 scarichi, 15 concessioni di acque minerali e termali. La mole di lavo-ro per la Provincia di Torino è notevole, con circa 1000 autorizzazioni all’anno, checomportano una serie di controlli sul territorio per evitare situazioni di squilibrio.

La Provincia, grazie alle sue competenze amministrative e alla conoscenza delquadro generale, è in grado di intervenire attivamente su particolari condizioni chepotrebbero portare a crisi idriche, in collaborazione con tutti i soggetti istituzionalicoinvolti, quali l’Autorità d’Ambito, l’Autorità di bacino, la Regione Piemonte,l’ARPA e gli enti locali. Un esempio è la recente siccità dell’estate 2003.

L’eccessivo sfruttamento a monte del bacino dell’Orco aveva determinato un’emergenza a valle, nella zonadi Chivasso. L’azione di controllo della Provincia ha fatto sì che si ristabilisse un uso della risorsa commisu-rato alle esigenze comuni.

Dello stesso periodo l’accordo siglato tra Provincia di Torino, AEM e ENEL per permettere il rilascio del-l’acqua dai bacini delle centrali idroelettriche di San Mauro e di La Loggia a garanzia del deflusso minimovitale dei fiumi, migliorandone le condizioni ambientali nei periodi di magra eccezionali.

Dal 2001 la Provincia ha ereditato dallo Stato la competenza per la concessione dell’uso per le deriva-zioni di grandi dimensioni, quali i prelievi di acqua per uso idroelettrico. Si può citare il lavoro effettuato nelcaso della centrale idroelettrica di Pont Ventoux, in Val di Susa. I controlli della Provincia hanno messo in lucealcune criticità, che hanno comportato importanti modifiche per garantire la qualità e quantità della risorsaidrica in un territorio, zona olimpica, già sotto tensione per l’impatto delle infrastrutture previste per il 2006.Sempre in questa area, la Provincia di Torino sta svolgendo un’imponente opera di monitoraggio per il rila-scio delle autorizzazioni connesse alle opere per i Giochi Invernali, con oltre 80 istruttorie relative alle deri-vazioni idriche ad uso idropotabile e innevamento programmato.

GLI USI DELL’ACQUA

DA DOVE PROVIENEL’ACQUA POTABILE?

CHI USA DI PIÙ L’ACQUA?acque sotterraneeacque superficialisorgenti

settore agricoloidropotabileindustriaaltri usi15% 10%10%

10%70% 70%15%

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I PROGETTIdella PROVINCIAdi TORINO

S ono numerose le inziative sviluppate in questi anni dalla Provincia di Torino nel setto-re delle risorse idriche, a testimonianza dell’impegno dell’Ente per la tutela e la salva-guardia dell’acqua, risorsa fondamentale per lo sviluppo del territorio. Si va dalle cam-

pagne di comunicazione sul risparmio idrico, a percorsi di formazione nelle scuole superioriper la diffusione di una cultura dell’acqua, passando per interventi di tipo di più tecnico ealtamente specializzato, come la costruzione di una rete di monitoraggio dei corpi idrici, ilbiomonitoraggio dei torrenti alpini o i progetti di cooperazione allo sviluppo.

GOCCIOLINO, MASCOTTE DEL RISPARMIO IDRICOTorino è tra le città con un più alto consumo di acqua in Europa, circa 300 litri al giornoper abitante, secondo dati forniti da Smat (Società Metropolitana Acque Torino). Questasituazione, unita alla consapevolezza che la disponibilità della risorsa va intesa in rela-zione alle esigenze dell’intera comunità e che anche un territorio come quello della pro-

vincia di Torino, relativamente ricco d’acqua, può evidenziare pro-blemi di approvvigionamento, ha spinto l’AmministrazioneProvinciale ad attivare un progetto dedicato al Risparmio Idrico.Si è così lanciata nel 2002/2003 un’iniziativa di comunicazione epromozione per un uso corretto della risorsa, attraverso una campa-gna di sensibilizzazione e formazione indirizzata al mondo dellascuola superiore e al settore alberghiero.Gocciolino, la goccia sorridente e risparmiosa, è il protagonista dellacampagna e attraverso i suoi semplici consigli di quotidiano rispar-mio ha accompagnato tutte le fasi del progetto, riscuotendo note-vole successo tra i ragazzi coinvolti e diventandone la mascotte.Infatti, le scuole e i ragazzi si sono dimostrati particolarmente sen-sibili e interessati al problema del risparmio idrico, coinvolgendo tral’altro anche i rispettivi nuclei familiari, come evidenziato dal que-

stionario distribuito sulle scuole aderenti al progetto. Ai 75.000 studenti degli oltre cento istituti superiori distribuiti sul territorio provincialeè stato inviato materiale quale depliant informativi, adesivi, cartoline, spilline diGocciolino. Tra questi ne sono stati individuati otto, con diversi indirizzi curricolari, chehanno costituito il primo nucleo della “Rete delle Scuole per l’Acqua”. Le classi coinvolte,organizzate in “H2O Team”, hanno lavorato a diversi progetti di ricerca applicata, tuttilegati al risparmio idrico, individuati dagli stessi allievi ed insegnanti ed in linea con l’in-dirizzo di studi dell’istituto. La Provincia ha fornito un supporto attivo agli insegnanti,fornendo materiale e coordinando gli interventi presso le classi degli esperti dell’ARPA,dell’Università, dell’Environment Park, Smat e Ong locali impegnate in progetti legati altema dell’acqua.Le scuole aderenti all’edizione 2002/03 del progetto Gocciolino sono state l’Istituto“Beccari” e l’Istituto Tecnico Industriale “Grassi”, entrambi di Torino, ilLiceo Linguistico “Botta” di Ivrea, il Liceo Scientifico “Rosa” diBussoleno, l’Istituto “Albert” di Lanzo, l’Istituto “Alberti” di LusernaSan Giovanni, l’Istituto “Pascal” di Giaveno e l’Istituto “Marro” diMoncalieri.Tra le iniziative più importanti attivate nel 2003 si può citare l’incon-

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tro tra gli “H2O Team” delle otto scuole, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua,durante il quale i ragazzi hanno presentato i loro lavori e realizzato un vero e proprio spet-

tacolo con poesie, canzoni (il Rap di Gocciolino) e danze sul tema dell’ac-qua, coinvolgendo anche due scuole elementari di Ivrea (scuola Fiorana edi Torre Balfredo) e una di Torino, la scuola “Lessona”.Visto il successo dell’iniziativa, sono attualmente in fase operativa lenuove attività dell’anno scolastico 2003/2004, che prevedono per il 22marzo 2004 (Giornata Mondiale dell’Acqua) la prima seduta del Parlamentoitaliano dei Giovani per l’Acqua che integrerà le proprie attività con quel-

le del Parlamento internazionale dei Giovani per l’Acqua, costituito in Canada.I rappresentanti dei ragazzi coinvolti nell’iniziativa (19 classi) tutti delle scuole superio-ri, presiederanno interamente la giornata, presentando alle autorità presenti alla seduta leproprie proposte relative alla materia “acqua”. Le stesse classi, inoltre, svilupperanno pro-getti specifici, riguardanti tutte le sfaccettature del problema acqua: dal risparmio idricoalla politica internazionale sull’acqua.Il progetto con il settore alberghiero, attuato in collaborazione con Federalberghi, ha pre-visto alla fine del 2002 la realizzazione di una rete di “Hotel Amici dell’Acqua” segnalaticon la vetrofania del logo del progetto. Ad oltre 300 strutture ricettive della provincia èstato proposto un kit composto da un decalogo di consigli in italiano e in inglese, per evi-tare gli sprechi idrici, destinato ai clienti e ai turisti stranieri.Il progetto, infine, ha sensibilizzato a livello generale l’opinione pubbli-ca, promuovendo il valore del gesto quotidiano del risparmio attraversouna campagna stampa sulle pagine locali dei quotidiani nazionali e suiperiodici locali, in occasione delle varie fasi del progetto. I vari annuncipuntavano sul valore del gesto quotidiano di risparmio, per la tutela del-l’acqua per il nostro futuro, perché gli sprechi di oggi non diventino lecarenze di domani.

IL PIANO DELLE ACQUE TORINO 2006L’organizzazione di un evento sportivo di grande importanza come i Giochi OlimpiciInvernali si basa su molteplici attività, tra le quali di assoluto rilievo è quella volta agarantire lo svolgimento delle gare ed un soggiorno gradevole agli atleti, agli accompa-gnatori, ai media ed al pubblico.Per raggiungere entrambi questi scopi è di fondamentale importanza un’attenta pianifica-zione di tutti quegli interventi che coinvolgono il circuito dell’acqua. L’acqua infatti è l’e-

lemento essenziale per garantire il manto nevoso necessario per gare eallenamenti, ma non solo: è anche essenziale la disponibilità di acquapotabile per fronteggiare l’aumento di popolazione portato dalla fami-glia olimpica e da tutte le persone che affluiranno nell’area, attiratedall’evento.Disponibilità di acqua, in un ambiente estremamente sensibile ai cam-biamenti come quello alpino, significa passare ad una visione globaledel comparto idrico sia superficiale che sotterraneo in termini di por-tata e di qualità. Si deve quindi considerare il sistema integrato deiprelievi per l’innevamento, dei relativi bacini artificiali di stoccaggiodell’acqua, dell’approvvigionamento dell’acqua potabile e degli impian-ti di depurazione e confrontarlo con lo stato del territorio al fine diminimizzare gli impatti.

A tale scopo, la Provincia di Torino ed il Comitato per l’Organizzazione dei XX GiochiOlimpici Invernali – Torino 2006, il TOROC, hanno avviato il progetto “Piano delle Acque”che si prefigge di rendere compatibile l’organizzazione dell’evento olimpico con il com-parto idrico del territorio e di lasciare in eredità un sistema all’avanguardia ed ambiental-mente sostenibile.

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La metodologia predisposta nell’ambitodel Piano delle Acque si potrà estendereall’analisi dell’impatto di tutte le opereche verranno progettate nelle valli dellaDora Riparia e del Chisone, ma anchecostituire la base per la futura rete dimonitoraggio provinciale, in fase di pro-gettazione definitiva. Infatti, il metodopone le sue basi sulla conoscenza capilla-re del territorio, in riferimento sia alleinfrastrutture presenti (derivazioni daacque superficiali, captazioni sotterranee,depurazione, approvvigionamento idropo-tabile, ecc), sia alla qualità e quantitàdella risorsa, in rapporto ai naturali cicliidrologici e alle criticità riscontrate alivello locale.Il primo rapporto del 2001 ha posto lebasi per la conoscenza del territorio,attraverso la raccolta dei dati disponibilidell’area in esame e sovrapponendoli agliinterventi pianificati dal ComitatoOlimpico, mentre nel secondo rapporto,presentato nel settembre 2002, si è definito il piano della rete di monitoraggio per il con-trollo dell’evoluzione dei vincoli sul territorio, sviluppato poi nel corso del 2003, i cuirisultati sono illustrati nel terzo rapporto.Il Terzo Rapporto del Piano delle Acque Torino 2006 rappresenta quindi il primo nucleo didati “significativi” con l’utilizzo di parametri quali-quantitativi e la prima applicazione delmodello matematico di simulazione delle dinamiche fluviali, costruito in funzione dellarete di monitoraggio.Ventotto stazioni di misura quali-quantitativa mensile e la raccolta dati derivanti dallecampagne effettuate manualmente dai tecnici ARPA e dalla rete gestita dal TOROC, hannofornito un quadro molto dettagliato della situazione. Sono inoltre in costruzione due sta-zioni idrometriche fisse per la misura in continuo della portata. I dati così ottenuti sonopoi inseriti in un particolare modello matematico, che attraverso l’interazione tra una serie

di parametri e di variabili, è in grado di pre-vedere come il fiume potrebbe risponderealle più diverse sollecitazioni e modifichedel suo status abituale. Da quanto sopra delineato è evidente che il“Piano delle Acque Torino 2006” vada oltrel’interesse olimpico e si proponga comesperimentazione di un nuovo modello digestione del comparto acque dove le esi-genze della comunità in termini di prelievie scarichi vengono inserite e valutate in unquadro globale della situazione ambientale

e quantitativa della risorsa e dove si possa risalire alle cause che generano le criticità edelineando le prospettive di intervento.Tutte le informazioni sul progetto possono essere reperite scaricando i rapporti periodicidal sito dell’Area Ambiente della Provincia di Torino:www.provincia.torino.it/ambiente/risorse_idriche/progetti/

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RETE DI MONITORAGGIO DELLE ACQUE SUPERFICIALIL’aumento della sensibilità ambientale ha influenzato radicalmente l’approccio per la solu-zione delle relative problematiche, spostando l’attenzione dal solo controllo delle fonti diimpatto al ripristino e alla salvaguardia della qualità dell’ambiente. L’attuale quadro nor-mativo europeo e nazionale per la tutela del patrimonio idrico ha, infatti, quale finalitàprincipale il risanamento, il recupero ed il miglioramento della qualità delle acque fino alraggiungimento di un “buono” stato. Per il perseguimento di questo obiettivo è necessario pianificare ed attuare una correttapolitica in materia di acque che deve necessariamente fondarsi sulla conoscenza dellarealtà su cui andrà ad agire. La disponibilità di dati affidabili sul territorio, attraverso losviluppo e la gestione di reti di monitoraggio della qualità e della quantità delle acquesuperficiali, è quindi un requisito fondamentale. La salvaguardia dell’ambiente idrico pone le sue basi nella conoscenza del territorio e dellevarie interazioni che su di esso si sviluppano. Caratteristiche naturali, come lo svolgersidella portata nel corso dell’anno o la presenza di vita acquatica, non possono non esse-re messe in relazione con l’operato dell’uomo ed il suo impatto sul fiume.In Regione Piemonte è in fase di organizzazione un sistema complessivo di monitoraggioche prevede lo sviluppo di reti distinte ma integrate tra i soggetti istituzionali che opera-

no sul territorio, in particolare tra Regione,Province e Comuni. Il criterio di differenziazionerispecchia l’interesse proprio degli enti territoria-li a conoscere lo “stato” della risorsa idrica infunzione dei compiti istituzionali che gli stessisono tenuti a svolgere. Alle Province sono affida-ti compiti di pianificazione a scala provinciale edi autorizzazione e controllo di alcune attività daconsiderarsi fattori di pressione antropica per laloro rilevante influenza sulle caratteristiche quan-titative e qualitative delle acque (scarichi diacque reflue e prelievi di acqua).

La costituenda rete di interesse provinciale o rete di controllo – ad oggi in fase di orga-nizzazione per il sistema delle acque superficiali – permetterà di effettuare approfondi-menti mirati su tali impatti contribuendo anche al miglioramento della qualità dell’infor-mazione ambientale generale. Tale rete, in conformità a quella regionale già esistente, saràorganizzata con stazioni di misura fisse e con punti di campionamento in manuale per laraccolta di dati di qualità e quantità; tali stazioni saranno gestite operativamentedall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente.I suoi nodi saranno localizzati, ad esempio, a valle delle grandi derivazioni di acqua, oppu-re in prossimità dei grossi centri urbani e di estese aree industriali, o ancora su affluentie rii minori particolarmente importanti per una valutazione complessiva della qualitàambientale di un intero bacino e non solo dell’asta fluviale principale. Il tipo e gli inter-valli con cui effettuare i campionamenti saranno definiti per controllare anche le portatedi magra e quindi per monitorare i periodi di siccità.La Provincia di Torino intende con tale strumento guidare il proprio governo della risorsadisponibile sul territorio nel rispetto delle esigenze di utilizzo e della salvaguardia del-l’ambiente.

STUDI SUL SISTEMA ACQUIFERO SOTTERRANEOL’acqua non è solo quella che noi vediamo scorrere nei fiumi o nei laghi. Esiste tutto unmondo sotterraneo, che rappresenta la risorsa idrica più importante per gli usi umani, dapreservare da inquinanti e contaminazioni.Al fine di gestire in maniera ambientalmente sostenibile l’acqua sotterranea del proprio ter-ritorio, la Provincia di Torino ha realizzato nel suo settore di pianura, caratterizzato da un

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importante sistema idrogeologico multifalde, una cartografiaalla scala 1:50.000 della base dell’acquifero freatico, le acquesotterranee più superficiali. Tale studio ha permesso di perve-nire ad una conoscenza approfondita del sistema del territorioa supporto alle attività amministrative che devono garantireche i prelievi interessino un solo tipo di falda. Infatti esisteuna distinzione tra i vari tipi di falda: mentre il prelievo diacqua da quella freatica è compatibile con tutti gli usi, il pre-lievo di acqua da falda in pressione, quella più profonda, èinvece riservato all’uso potabile.Vista l’importanza dell’acquifero profondo è fondamentale pre-servarlo ed evitare la contaminazione con le acque più super-ficiali, attraverso quei pozzi che, intercettando entrambi gliacquiferi, consentono di veicolare le acque potenzialmente piú

inquinate della falda superficiale in quella profonda.La conoscenza fisica puntuale della profonditá della base dell'acquifero freatico è fonda-mentale per l’attività amministrativa e di controllo della risorsa idrica effettuata dallaProvincia di Torino. Infatti, l’Ente deve rilasciare le autorizzazioni per la perforazione di nuovipozzi, ma soprattutto imporre l’adeguamento o “ricondizionamento” di quelli già esistenti(circa 15.000), proprio per scongiurare il pericolo di contaminazione tra le due falde. Lo studio così riveste particolare interesse in quanto si riferisce a tutto il territorio di pia-nura che rappresenta circa il 26% dell’intero territorio della Provincia, che interessa unaquota significativa di popolazione residente e dunque una maggiore pressione antropica.La ricerca, svolta in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terradell’Università degli Studi di Torino, è stata eseguita in due tempi: in un primo tempo èstata effettuata, tramite criterio litostratigrafico, una ricostruzione di sezioni idrogeologi-che al fine di valutare lo spessore dell’acquifero superficiale di tutto il territorio in esame;in un secondo tempo è stata avviata una fase di taratura e aggiornamenti sulla base deirisultati delle prove di pompaggio a portata costante in regime transitorio e della carat-terizzazione idrogeochimica della falda idrica superficiale. I risultati dello studio, accom-pagnati dalla cartografia si possono consultare nella pubblicazione “Le acque sotterraneedella pianura di Torino” dell’ottobre 2002 e sul sito dell’Area Ambiente della Provincia:www.provincia.torino.it/ambiente/risorse_idriche/pubblicazioni/

SANGONE PER TUTTIL’iniziativa nasce dall’esigenza di conoscere a fondo la situazione ambientale del torrenteSangone, uno dei corpi idrici più problematici del territorio provinciale, sia per la scarsaportata che lo caratterizza in alcuni periodi dell’anno, sia per la presenza di inquinanti deri-vanti da scarichi industriali e civili. Promosso dalla Provincia di Torino, in collaborazionecon l’ARPA Piemonte, risulta un utile progetto pilo-ta per sperimentare una nuova metodologia per ilrecupero di un ambiente fortemente compromesso. Durante lo studio è stato analizzato il corso d’ac-qua a valle di Sangano, dove già erano evidenti lemaggiori criticità ambientali, ampliando la rete dimonitoraggio già esistente e riscontrando in alcu-ne zone indici significativi di inquinamento dasolventi e, nel tratto terminale del torrente, indi-ci di inquinamento di origine civile. Le Guardie Ecologiche Volontarie della Provincia(GEV) hanno controllato il tratto del fiume interessato dal progetto, rilevando tutti gli sca-richi e le bealere presenti, definendone l’esatta posizione mediante sistemi GPS, contri-buendo notevolmente alla validazione dei catasti provinciali.

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Il lavoro svolto è stato attualmente ripreso ed integrato in un nuovo progetto, finanziatodalla Provincia di Torino e coordinato da Assot “Agenzia per lo sviluppo del sudovest diTorino”. Al completamento della raccolta dei dati ambientali a monte di Sangano, per rea-lizzare una “fotografia” completa dello stato dell’ambiente fluviale, si aggiungeranno lamappatura dei siti critici (discariche, orti abusivi, zone abbandonate) presenti lungo lesponde e la realizzazione di un primo intervento di riqualificazione dell’ambiente fluviale. Il progetto, che durerà fino a dicembre 2004, prevede nuovamente la collaborazionedell’ARPA Piemonte e delle GEV e sono stati coinvolti operativamente anche tutti gli altrisoggetti pubblici e privati che quotidianamente operano sul territorio (Comuni, ComunitàMontane, Parco del Po torinese, associazioni di categoria degli agricoltori, ecc.).

PROGETTO DI RICERCA “BIOALPI” Nell’ambito delle attività promosse a supporto delle politiche di intervento per lo svilup-po sostenibile, la Provincia di Torino ha promosso un progetto di ricerca finalizzato all’ap-plicazione integrata di metodologie di biomonitoraggio dei corsi d’acqua in ambiente alpi-no, che si è concluso con la pubblicazione di apposite “linee guida”.

La parte iniziale dei corsi d’acqua alpini è spesso esclusa dai piani dimonitoraggio ambientale, in quanto si presuppone che in questezone sia assente qualsiasi tipo di alterazione ambientale o che que-sta sia di livello contenuto. In realtà, alle quote più elevate, gli eco-sistemi fluviali presentano caratteristiche intrinseche che ne deter-minano una particolare fragilità ecologico-funzionale ed hanno spes-so uno stato di compromissione non rilevabile attraverso il solomonitoraggio chimico.Il progetto, ideato in collaborazione con i ricercatori del CentroRicerche ENEA di Saluggia, è stato condotto lungo i tratti montanidei torrenti Dora Riparia e Chisone, aree soggette ad impatti antro-pici considerevoli e, nel contempo, caratterizzate dalla presenza diambienti di notevole rilevanza naturalistica, nonché ambito territo-

riale che verrà interessato dalla Olimpiadi Invernali del 2006. Le indagini, compiute tra il 2000 ed il 2001, hanno confermato l’applicabilità e l’effica-cia, anche nei tratti alpini dei corsi d’acqua, di alcuni metodi, mentre hanno posto in evi-denza alcuni limiti relativamente all’efficacia di altri.I risultati della valutazione della qualità delle acque dei bacini montani del Chisone e dellaDora Riparia, condotta attraverso l’analisi della comunità macrobentonica (soprattuttolarve di insetti che vivono sul fondo del torrenti), denotano una situazione di significati-va compromissione, soprattutto nel periodo estivo in cui è più intenso il carico antropico. In senso più generale, la ricerca ha dimostrato l’utilità degli indici di biomonitoraggionegli ambienti alpini ed ha rilevato, inoltre, l’importanza dell’applicazione congiunta edintegrata di metodologie diverse.

PROGETTI INTERNAZIONALII Programmi Twinning-Phare rappresentano un importante strumento per l’assistenza aiPaesi candidati all’adesione all’Unione europea. I progetti si attuano per mezzo di gemel-laggi tra Amministrazioni ed Enti degli Stati membri ed organismi omologhi dei Paesi can-didati, per rafforzare, con il finanziamento europeo PHARE, la loro capacità istituzionale,amministrativa e giudiziaria. L’idea di fondo è di favorire il trasferimento delle conoscen-ze ed esperienze maturate nelle amministrazioni dei paesi comunitari, per favorire il pro-cesso di integrazione europea e la definizione nei paesi candidati di un quadro normativoal passo con quello vigente nel’UE.La Provincia di Torino ha messo a disposizione le proprie competenze sui temi dell’am-biente, dello sviluppo rurale e dello sviluppo regionale.

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Il primo Programma Twinning rivolto al territorio della Slovacchia (SR/99/IB/EN), svolto-si dal gennaio 2001 al novembre 2002, ha avuto come capofila la Provincia di Torino ecome partners la Società Metropolitana Acque Torino (SMAT), l’APAT e l’ARPA Piemonte. Relativamente a tale programma, la Provincia è stata coinvolta in attività quali l’elabora-zione di una strategia per l’adozionenella legislazione slovacca delle norma-tive comunitarie relative alle acque,all’attuazione del regolamento EMASper la certificazione ambientale, all’a-dozione delle direttive comunitarieriguardanti il controllo degli OGM. Sullamateria acque il progetto ha portato,inoltre, alla realizzazione di un pro-gramma di intercalibrazione tra indiciutilizzati dai due paesi partners per ilmonitoraggio biologico dei corsi d’ac-qua superficiali, alla definizione delleprocedure per i metodi di valutazione della tossicità delle acque reflue ed all’installazionee messa in funzione di due stazioni di bio-monitoraggio in continuo delle acque destina-te al consumo umano.Ad oggi è in fase di realizzazione il secondo progetto Twinning-Phare con la RepubblicaSlovacca (SK/02/EN/01) in cui la Provincia di Torino è partner. Obiettivo del programma èl’implementazione ed adozione delle Direttive europee in materia di sostanze pericolose eil loro scarico negli ambienti acquatici.La Provincia di Torino ha attivato anche progetti di cooperazione con le amministrazionipubbliche locali dei paesi del bacino mediterraneo, dove la gestione delle risorse idricheè molto difficile per le carenze sia della risorsa stessa, sia infrastutturali e amministrati-ve. L’azione della Provincia si è indirizzata a dare un supporto alle amministrazioni pub-bliche locali. In Tunisia, ha finanziato un progetto di formazione dei tecnici degli enti pubblici deidistretti di Kairuan, Siliane e Azghouan, in sinergia con un programma FAO(l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) destinato alla con-servazine dell’acqua e dei suoli.In Palestina, la Provincia di Torino ha promosso un programma di assistenza tecnica allemunicipalità, in collaborazione con APLA (Associazione delle autorità locali palestinesi),il comitato italiano della FMCU (Federazione Mondiale delle Città Unite), al Coordinamentoprovinciale dei Comuni per la Pace, all’Università di Torino e al CSI Piemonte.Le azioni principali hanno riguardato la fornitura di supporto per la creazione e l’aggior-namento di settori dell’amministrazione locale per la pianificazione urbana, per l’ambien-te e in particolare di strumenti multimediali e programmi informatici per la gestione dellerisorse idriche.Da citare infine, il progetto per la salvaguardia del lago di Van in Turchia, promosso dallaFMCU e attuato in collaborazione con le amministrazioni locali del lago d’Annecy e dellaVallé de l’Orge in Francia. Il Lago di Van è un ambiente lacustre potenzialmente a rischio:

elevati livelli di pH e di salinità, scarsa fauna ittica e planctonica e bassetemperature non garantiscono una corretta capacità autodepurativa.

Inoltre, l’impatto degli insediamenti umani e delle attività produtti-ve, caratterizzati da una inadeguata rete fognaria e depurativa,

mette a rischio il fragile ecosistema lacustre. Il progetto ha analizzato le caratteristiche ambientali del lagoe della situazione urbanistica, infrastrutturale e socio econo-mica delle città lacustri, individuando delle ipotesi operativeper il miglioramento della qualità dell’ecosistema, grazie ad un

programma di monitoraggio ambientale.

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Il SISTEMA PIEMONTEAcqua per la pace e lo sviluppo

Il Piemonte è un territorio ricco d’acqua, con un reticolo fluviale che offre 14.5 miliardidi m3 d’acqua, 200 laghi naturali, 3221 sorgenti, 1607 pozzi, 154 prese d’acqua super-ficiali che attraverso una rete di 37.411 km permettono una disponibilità pro capite di

272 litri al giorno. È stato negli anni 70 che il Piemonte ha iniziato a concepire la correttafruizione delle risorse idriche come priorità strategica del proprio sviluppo. Proprio per con-tinuare a garantire la quantità e qualità ottimale dell’acqua, gli enti pubblici e le istitu-zioni piemontesi responsabili della gestione della risorsa idrica si sono impegnati adaffrontare il problema dell’approvvigionamento e della sua salvaguardia nel SistemaPiemonte per l’Acqua, il cui obiettivo è la pianificazione congiunta delle azioni e unapproccio operativo di gestione integrata della qualità e quantità della risorsa, attraversouna razionale suddivisione delle competenze tra Regione, Province e Comuni.Si è così costruita nel tempo una rete di esperienze e un modello di gestione delle acque,

integrata alle altre politiche, quali la pia-nificazione territoriale e le scelte indu-striali, che permette di coniugare tuteladelle acque con lo sviluppo economico.Organizzazione, tecnologie e normative esoprattutto attenzione alle specificitàdelle singole realtà locali, sono i cardinidell’azione del Sistema Piemonte perl’Acqua, che nel marzo 2003 ha presenta-to la propria esperienza al 3° World WaterForum di Kyoto.La squadra piemontese per l’acqua com-prende, oltre alla Regione Piemonte, alla

Provincia di Torino e alla Città di Torino, anche la SMAT (Società Metropolitana Acque Torino),Hydroaid (Scuola Internazionale dell’Acqua per lo Sviluppo) e l’Università e il Politecnico diTorino, che ha attivato un corso di laurea in Ingegneria Civile per la gestione delle Acque,uno dei pochi in Italia. In linea con la vocazione alla cooperazione e allo sviluppo, il Sistema Piemonte mette adisposizione competenze e know how per quelle realtà e comunità internazionali che nehanno bisogno, nella ferma convinzione che l’accesso all’acqua sia un diritto umano impre-scindibile per la pace e lo sviluppo.

HYDROAIDHydroaid, la Scuola Internazionale dell’Acqua per lo Sviluppo, nasce dalla collaborazione tra enti locali,Università, Politecnico e del sostegno del Ministero degli Affari Esteri, delle fondazioni bancarie di Torino, dellaCamera di Commercio di Torino e di Smat. Hydroaid mette a disposizione dei Paesi svantaggiati esperienze e competenze di alto livello. L’obiettivo è for-mare tecnici e esperti dei paesi in via di sviluppo, attraverso il trasferimento di tecnologie e la realizzazione direti di supporto alle amministrazioni locali, per lo sviluppo di un quadro legislativo e istituzionale adeguato perla gestione dell’acqua. Il principio di fondo è che il problema tecnico dell’acqua non deve essere slegato dallo sviluppo di una cultura dellarisorsa e da un’analisi della dimensione socio economica della gestione dell’acqua nei paesi in via di sviluppo.Una delle aree in cui Hydroaid sta attuando programmi di formazione è il bacino del Mediterraneo, individuatocome prioritario proprio per gli stretti legami con l’Italia.

Hydroaid - Via Pomba, 29 - 10123 Torino • Tel. 011 531018 • e-mail: [email protected]

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SMAT La Società Metropolitana Acque, leader nel campo del servizio idrico integrato – acquedotto, fognatura e depu-razione – svolge la sua attività sul territorio della Provincia torinese, quale gestore d’Ambito, in un bacino diutenza di oltre 2.200.000 abitanti.

La società opera, con i suoi ottocento addetti, in modo flessibile attraverso la gestionedelle più diversificate fonti di approvvigionamento idrico, degli impianti di potabilizza-zione e di distribuzione di acqua potabile in territori montani e di pianura, delle reti diraccolta, di depurazione e riuso delle acque reflue urbane, assicurando sempre la qualità

e la continuità del servizio anche in caso di emergenza.Dotata di sistemi e di tecnologie avanzate gestisce 500 pozzi di acqua sotterranea, 81 impianti di depurazio-ne, 4.000 km di rete idrica e altrettanti di rete fognaria; recupera 25 milioni di chilowattora dalla depurazionedei fanghi, elettricità che in parte viene utilizzata per far funzionare l’impianto centralizzato di depurazioneubicato a Castiglione Torinese.La qualità dell’acqua erogata è garantita dai laboratori SMAT ove una equipe di specialisti esegue quotidiana-mente controlli, oltre 600 analisi accreditate dal SINAL, presso i centri di produzione, di trattamento e sullereti di distribuzione. Complessivamente vengono effettuate 210.000 analisi all’anno, di cui 170.000 sulle acquepotabili e 50.000 sulle acque reflue.Il sistema di telecontrollo e informatizzazione della rete garantisce il corretto funzionamento degli impiantiadeguando l’erogazione ai fabbisogni dell’utenza.Il monitoraggio automatizzato delle reti fognarie e dei processi di depurazione è associato a sistemi di recu-pero energetico che consentono un notevole contenimento dei costi di gestione. SMAT produce annualmente oltre 200 milioni di metri cubi di acqua potabile e altrettanti ne depura.Al fine di assicurare una riserva idrica per la fornitura di acqua potabile in caso di emergenza la SMAT ha rea-lizzato un impianto per l’imboccionamento dell’acqua, in grado di produrre 300 boccioni all’ora, per un totaledi 130.000 litri d’acqua al giorno.L’azienda inoltre si è dotata anche di serbatoi trasportabili, camion muniti di autobotti, dosatori di ipocloritotrasportabili e gruppi per l’alimentazione idrica in pressione che consentono di rifornire, in emergenza, centridialisi, sale operatorie e laboratori di analisi.Il radicamento di SMAT sul territorio risulta altrettanto evidente se si pensa che le è stato riconosciuto il ruolodi soggetto attuatore della progettazione e della realizzazione delle opere idriche che completeranno le infra-strutture presenti nei territori coinvolti dai Giochi olimpici del 2006; nell’ambito di tali opere sarà avviata larealizzazione di un acquedotto a servizio dell’intera Valle di Susa.Il nuovo “Acquedotto di Valle” collegherà i 37 Comuni lungo la dorsale dell’alta e Bassa Valle di Susa, daBardonecchia a Casellette. SMAT realizzerà inoltre: il completamento dell’acquedotto e delle fognature diSestriere, il completamento del depuratore intercomunale di Bousson, la rete fognaria e l’acquedotto di Cesana,la rete fognaria di Bardonecchia e delle frazioni oltre al completamento dell’impianto di depurazione, il miglio-ramento dell’acquedotto ed il completamento del depuratore di Sauze d’Oulx, il completamento della rete fogna-ria, della depurazione e l’integrazione dell’acquedotto di Claviere, il completamento dell’acquedotto e della retefognaria di Sauze di Cesana.Le opere costituiranno un importante patrimonio infrastrutturale a servizio dell’utenza, alla quale sarà garanti-ta una costante erogazione dell’acqua di ottima qualità.

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H2O

La NORMATIVAdel settore

Con la direttiva 2000/60/CE l’Unione europea ha finalmente dato unicità e comple-tezza al quadro normativo che regolamenta l’utilizzo e la tutela del patrimonio idri-co comune. Questa direttiva, infatti, va a sostituire e ad abrogare molti atti comu-

nitari che fino ad oggi hanno disciplinato in modo frammentario la materia acque. Inoltre,con tale atto, vengono resi espliciti i principi cardine della politica europea di settore,quali la protezione ed il recupero della qualità ambientale dei corpi idrici, il principio di“chi inquina paga”, nonché l’importanza di un corretto equilibrio tra interessi ambientalie sviluppo economico e sociale.L’Italia, con il D.Lgs.152/99, ha in buona parte anticipato le linee politiche europee, pro-muovendo la riduzione dell’inquinamento ed il risanamento dei corpi idrici, nonché la pro-tezione mirata delle acque destinate a specifici usi. I limiti di emissione per gli scarichi

di acque reflue sono fissati sia a livel-lo nazionale, sia a livello regionale inbase ai Piani di Tutela che ogniRegione deve predisporre per il pro-prio territorio entro il 2004. Per ladisciplina delle derivazioni di acqua idettami generali sono quelli stabilitidal R.D. 1775/1933, recentementeaggiornati dal Regolamento Regio-nale 10/2003.Per quanto riguarda la gestione e gliutilizzi delle risorse idriche superfi-ciali e sotterranee, la normativa diriferimento a livello nazionale è la“legge Galli”, L.36/94, che introduce

il concetto di servizio idrico integrato definendone l’organizzazione attraverso la costitu-zione degli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) e l’individuazione delle forme societarie perla gestione e delle relative tariffe.Ma la risorsa acqua, per ovvie caratteristiche, rappresenta una risorsa governabile ed uti-lizzabile soprattutto a livello locale, pertanto molta parte della sua disciplina è stata affi-data alle Regioni. Anche il quadro normativo regionale è quindi ampio ed articolato conleggi e regolamenti che disciplinano sia gli aspetti giuridico/amministrativi che quellistrettamente tecnici della materia.

In particolare, citando solo alcuni degli atti in vigore:• gli scarichi di acque reflue sono disciplinati con la L.R. 13/90 la L.R. 48/93, L.R.

44/2000 e la L.R. 61/2000;

• gli utilizzi di acque superficiali e sotterranee con la L.R. 22/96 ed il RegolamentoRegionale 10/R del 29/07/2003;

• l’organizzazione del Servizi Idrico Integrato con la L.R. 13/97 con cui sono stati indivi-duati gli ATO del territorio regionale.

Per ulteriori approfondimenti:www.europa.eu.intwww.regione.piemonte.it

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IL CONTROLLO DEL SERVIZIOIDRICO INTEGRATOL’ESPERIENZA DELL’AUTORITÀ D’AMBITO N°3 TORINESE

La Legge 36/94, chiamata anche Legge Galli, ha portato alla nascita degli AmbitiTerritoriali Ottimali, incaricati di garantire ai cittadini del territorio di competenza ilservizio idrico integrato: captazione, adduzione e distribuzione di acqua a usi civili,

di fognatura e di depurazione delle acque reflue. L’obiettivo del legislatore è di raggiungere un’integrazione territoriale e la razionalizzazionedel servizio idrico, nell’ottica di una maggiore efficienza, a costi accettabili per i cittadini,

attraverso una netta divisione tra l’attività di controllo e indi-rizzo e quella più propriamente gestionale. Infatti la legge intro-duce un nuovo schema di regolazione dei servizi che prevede chela competenza della “regolazione” del servizio sia svolta non piùautonomamente dal singolo Comune, ma dall’insieme degli stes-si in seno alle Autorità d’ambito, che esercitano anche una fun-

zione di controllo sul gestore del servizio idrico integrato.

Nasce così nel giugno 2000, sulla base della legge regionale che ne fissa i limiti geogra-fici, l’Autorità d’Ambito 3 del territorio torinese, che in ottemperanza alla Legge Galli, ini-zia il suo percorso per definire il piano degli interventi e la tariffa dell’esercizio e per indi-viduare il gestore a cui affidare il servizio idrico integrato. Ma è la riorganizzazione dellegestioni esistenti a presentare i maggiori problemi: difficoltà interpretative della norma,nuovi provvedimenti legislativi e la resistenza dei gestori esistenti ad operare su una scalapiù ampia sono il motivo del ritardo nell’avvio del nuovo sistema gestionale, anche se alivello italiano l’ATO 3 risulta tra i più attivi.

Il processo ha visto la ricognizione di tutte le realtà esistenti nell’area e la riorganizza-zione gestionale del servizio idrico tramite l’Associazione temporanea d’impresa costituitada gestori pubblici (Smat e Acea Pinerolese). L’obiettivo di fondo che muove questa scel-ta precisa dell’ATO 3 è quello di promuovere lo sviluppo di una politica industriale nellagestione della risorsa, puntando e valorizzando le esperienze locali più qualificate, legateal territorio. L’ATO infatti intende sostenere la trasformazione delle realtà gestionali pub-bliche in soggetti industriali in grado di competere con le multinazionali dell’acqua, chealtrove in Italia stanno già gestendo il servizio idrico integrato locale.

popolazione residente 2.160.678 abitanti (ISTAT ‘02)superficie territoriale 6.713,49 km2

n. comuni 306n. comunità montane 13n. province 1 (Torino)gestione riunificata (A.T.I. SMAT/ACEA) 260 comuni - 2.102.432 popolazionegestioni in concessione 62 comuni - 415.809 popolazionegestioni in economia 47 comuni - 58.325 popolazionevolume idrico captato 350 Mm3/annovolume idrico erogato – dotazione media 250 Mm3/anno – 300 l/ab.giornofatturato - tariffa media s.i.i. anno 2003 195 ME/anno – 0,8356 E/m3

lunghezza rete acquedottistica 9.871 kmlunghezza rete fognaria 6.618 kmcapacità serbatoi acquedotti 481.978 m3

n. captazioni acquedottistiche 1.550n. stazioni depurazione 450 con carico teorico trattato di 2.970.000 A.E. valore patrimoniale impianti 1.359 ME

L’ATO 3 TORINESE: DIMENSIONI E INFRASTRUTTURE

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Acque italiane:FALSI RISPARMI perla siccità prossima ventura

L’anno internazionale dell’acqua si è chiuso con molti buoni propositi e

iniziative, ma con pochi fatti concreti. L’acqua è teoricamente disponi-

bile per tutti sulla Terra, ma è distribuita disomogeneamente, la si

spreca molto e da bene di disponibilità pubblica si sta trasformando in merce,

contravvenendo ai principi più elementari di uguaglianza fra gli uomini. La

penuria di acqua viene valutata dalla Banca Mondiale, a livello nazionale, con

la soglia di 1000 m3 per persona per anno: l’Italia è un paese ricco di acque

(appena al di sotto di quella soglia) di

ottima qualità, eppure l’estate 2003 è

stata siccitosa al punto di far scarseg-

giare questa risorsa e farci guardare con

apprensione al futuro.

Ogni anno sono disponibili in Italia

55 miliardi di m3 di acqua, ma il nostro

fabbisogno è passato dai 42 miliardi del

1970 ai 52 del 2004: siamo ormai pros-

simi al limite. Bisogna dunque sviluppa-

re le risorse idriche, ma come? È diffici-

le pensare a nuovi invasi artificiali nel nostro paese, visto che tutti i corsi

d’acqua che c’erano da sbarrare sono già stati sbarrati da dighe di ogni

dimensione e misura. Altrettanto non sembra conveniente utilizzare le acque

del mare: ancora oggi i dissalatori producono acque a un costo tre volte

superiore e inquinano molto. Non sembra una soluzione brillante neppure

quella di trasportare acqua da paesi vicini, come si era prospettato a propo-

sito dell’Albania. Rimangono tre strade, il riciclo delle acque reflue, il rispar-

mio e il restauro della rete idrica nazionale.

Ma chi spreca l’acqua in Italia? Nel 2000 il settore agricolo ha preleva-

to il 45% delle acque (contro un 60% del 1990),

secondo viene il comparto industriale, che passa

dal 28 al 37% e, infine, l’uso civile al 18%.

Come si vede è giusto porsi il problema del

risparmio dentro le nostre case: preferire la doc-

cia al bagno, lavarsi i denti con il lavandino

tappato, cambiare lo sciacquone dello scarico

con uno a doppio pulsante e di minore capacità, addirittura –dove possibi-

le– istituire due condutture dell’acqua, una per quella potabile, l’altra per

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elettrodomestici e sciacquone: perché si debba scaricare con l’acqua potabi-

le resta effettivamente un mistero. Ma non è lì che si deve intervenire pesan-

temente. C’è la rete idrica da riformare, la vera grande opera di cui abbiamo

bisogno: valutiamo circa al 40% le perdite lungo gli acquedotti nazionali,

con punte del 60% in

Sicilia e Puglia: perché

l’Abruzzo dovrebbe rega-

lare la propria acqua a

una regione sprecona?

E non è neppure tutto

qui: per fabbricare il solo

imballaggio della verdu-

ra occorrono da 80 a 200

litri d’acqua, senza con-

tare che un wafer di silicio necessita di 10.000 litri. Fortunatamente le acque

recuperate stanno diventando una regola nell’industria, ma rimane l’agricol-

tura, la grande responsabile degli sprechi d’acqua nel nostro paese. In mezza

Italia si irriga oggi quasi ancora come 200 anni fa: il 43% è condotto per

canalizzazione di superficie, in pratica deviando un corso d’acqua e prele-

vando senza dosaggi e indipendentemente dalle condizioni meteorologiche.

Solo il 42% è irrigato a pioggia e il 15% solamente è microirrigato come si

dovrebbe, cioè sgocciolando solo dove e quando serve. Nessuno usa il meto-

do dell’irrigazione deficitaria, cioè la somministrazione di volumi insufficien-

ti allo sviluppo completo di tutte le colture, metodo che permette di rispar-

miare acque e denari. Ma il problema principale è che non si usano acque

recuperate e chiarificate come si potrebbe, e il perché è molto semplice: l’ac-

qua in agricoltura costa meno che per l’uso civile, tenendo presente che un

litro d’acqua nelle nostre case costa circa 2 lire del vecchio conio. Chi vole-

te che risparmi o recuperi una risorsa così a buon mercato? Dunque ecco la

siccità estiva del 2003 e le prossime venture: chissà se riusciremo a pensar-

ci per tempo.

Mario Tozzi

Mario Tozzi, geologo e primo ricercatore del CNR presso l’Istituto di Geologia Ambientalee Geoingegneria di Roma, è giornalista, autore di pubblicazioni scientifiche su riviste ita-liane e internazionali e conduttore di trasmissioni di divulgazione scientifica su radio etelevisione, tra le quali “Gaia il pianeta che vive” per Rai Tre.

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INFORMAZIONI

LO SPORTELLO AMBIENTE DELLA PROVINCIA

L’Area Ambiente, Parchi, Risorse Idriche e Tutela della Fauna della Provincia di Torinosvolge attività di autorizzazione, controllo e monitoraggio delle fonti di inquina-mento che interessano l’acqua (scarichi puntuali e diffusi) e rilascia la concessione

all’utilizzo della risorsa idrica (pozzi, derivazioni superficiali, licenze di attingimento).Inoltre, insieme all’ARPA, controlla lo stato di qualità ambientale delle risorse idrichesuperficiali e sotterranee del territorio provinciale.Per fornire servizi e informazioni di interesse ambientale in Provincia di Torino è attivo unufficio dedicato aperto al pubblico, lo Sportello Ambiente, che garantisce un servizio effi-ciente e la completezza e l’aggiornamento delle informazioni. A CHI SI RIVOLGE: alle aziende, agli enti locali e ai singoli cittadini della Provincia diTorino.CHE COSA OFFRE: informazioni sulla legislazione ambientale e indicazioni sulle modalitàper la richiesta delle autorizzazioni e delle concessioni prescritte dalla legge.Via Valeggio, 5 - 10128 TorinoTel. 011 8613800/3801/3802 fax 011 8613857Orario di apertura al pubblico: lunedì - venerdì 9-12; mercoledì 15-19e-mail: [email protected]

COME SEGNALARE UN’EMERGENZA AMBIENTALE

ARPA PIEMONTEL’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) ha attivato il servi-zio di pronta reperibilità nell’ambito dei protocolli operativi di pronto inter-vento per le emergenze igienico-sanitarie ambientali nella regione Piemonte,

predisposti dalla Regione Piemonte, Assessorato Sanità, Servizio di Protezione Civile,Centrale Operativa 118.L’ARPA garantisce la copertura dell’intero territorio regionale 365 giorni all’anno, per 24ore al giorno, con la presenza di operatori suddivisi nei 10 Dipartimenti e nei 24 serviziterritoriali.

Il servizio di pronta reperibilità può essere attivato contattando il numero telefonicodi emergenza sanitaria.

SMAT – SOCIETÀ METROPOLITANA ACQUE TORINO Per segnalare inquinamenti idrici nell’area dei Comuniserviti è attivo il Numero verde segnalazione inquinamentiorario continuato dalle 0.00 alle 24,00 tutti i giorni

Provincia Informa: Risorsa acqua22

Page 23: P.I. mag RISORSE IDRICHE - Provincia di Torinodel sud del mondo e il compito dei Paesi ad alto livello tecnologico è di trasferire conoscenze per garantire un’equa distribuzione

PROVINCIA di TORINOAssessorato alle Risorse Idriche ed AtmosfericheArea Ambiente, Parchi, Risorse Idriche e Tuteladella FaunaVia Valeggio, 5 • I - 10128 TorinoTel: +39 (0)11 8613809/07 - Fax: +39 (0)11 [email protected]/ambiente

Il numero è stato realizzato dal Servizio PianificazioneRisorse Idriche

Coordinamento redazionale: Iria Grandinetti, Elena Porro

Hanno collaborato: Silvia Barbieri (ATO 3 torinese),Gianna Betta, Edoardo Conti, Guglielmo Filippini,Giannetto Massazza e Silvano Ravera (ATO 3 torinese)

Foto: Archivio fotografico della Provincia di Torinole foto di pagina 20 e 21 sono tratte dal sito:http://europa.eu.int

Editing:Agenzia di sviluppo CODEX Scrl

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