Analisi dei sistemi di gestione risorse idriche in Europa

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Analisi dei sistemi di gestione risorse idriche delle regioni Campania, Catalunya e PACA di dei si e s Quaderni di Cooperazione territoriale europea

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L'analisi ha inteso comparare i sistemi territoriali di gestione delle risorse idriche in tre regioni europee (Campania, Catalogna e PACA Provence-Alpes-Cote d'Azur) e individuare le buone prassi in tema di gestione delle acque.

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Analisi dei sistemi di gestione risorse idriche delle regioni Campania, Catalunya e PACA

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Quaderni di Cooperazione territoriale europea

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PO FESR Campania 2007-2013Obiettivo specifico 7.b – Cooperazione Interregionale

La pubblicazione è stata realizzata con il cofinanziamento dell’Unione Europea

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Indice

1. Cenni sul confronto dei sistemi regione in tema di gestione delle acque

2. Analisi del Sistema territoriale di gestione risorse idriche e buone prassiRegione Campania

3. Analisi del Sistema territoriale di gestione risorse idriche e buone prassiRegione PACA

4. Analisi del Sistema territoriale di gestione risorse idriche e buone prassiRegione Catalunya

Bibliografia

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1. Cenni sul confronto dei sistemi regione in tema di gestione delle acqueIntroduzioneL’acqua è una risorsa del territorio e da tempo, oltre all’aspetto gestionale – acquedottistico, si pensa ad essa in termini di Sistema Idrico Integrato, introducendo un rapporto continuo tra il ciclo tecnologico (captazione, potabilizzazione, distribuzione, scarico, depurazione, riutilizzo e/o sversamento nel corpo recettore) e il ciclo naturale (fiumi, alvei, pioggia…). La sua velocità di prelievo dalla natura (capitale naturale) deve essere pari alla velocità di rigenerazione della riserva disponibile. Mentre la velocità di smaltimento delle acque inquinate, non deve superare la capacità di assorbimento da parte degli ecosistemi in cui è immessa. Il problema di gestione delle “public utilities” è sempre problematico, anche in altre aree d’Europa. Il mantenimento e miglioramento della qualità dell’acqua, non solo richiede competenze sullo sviluppo di sistemi tecnico-gestionali dell’apprendimento e della distribuzione, ma anche un’attenzione alle forme di inquinamento. Occorre avere un controllo sui prelievi eccessivi e sui prelevamenti abusivi, per salvaguardare la falda e garantire la sua rialimentazione.L’uso appropriato dell’acqua richiede l’esercizio di competenze tecniche, in grado di comprendere anche campagne di sensibilizzazione che inducano gli utenti a comportamenti corretti e favoriscano una spinta verso la ricerca, per migliorare l’efficienza di impianti igienico-sanitari, elettrodomestici, sistemi industriali a ciclo chiuso e l’assistenza tecnica in agricoltura, per un suo uso più razionale e mirato.

Metodologia di analisiPer inquadrare correttamente la metodologia di analisi, utilizzata per il confronto dei sistemi regione in tema di gestione delle acque, occorre fare due premesse: la prima relativa al benchmarking, la seconda alle attività di cooperazione.Il benchmarking può essere definito come

il “processo sistematico per la ricerca della più alta produttività, idee innovative e procedure di alta efficienza”. La sua procedura ha sempre trovato difficoltà di applicazione ai servizi idrici, soprattutto in Italia, a causa delle differenze nei sistemi di approvvigionamento, condizioni climatiche, investimenti, ecc.L’analisi dovrebbe consentire di controllare l’efficacia e l’efficienza delle risorse impegnate, razionalizzare i processi organizzativi, ottimizzare il sistema di gestione dei servizi, massimizzare l’impiego dell’eventuale capitale privato, e individuare dove intervenire per ottimizzare i risultati e diminuire i costi di esercizio. Per poter meglio identificare i punti deboli del servizio e migliorarne l’offerta, sarebbe vantaggioso effettuare anche un confronto con situazioni di altri Paesi europei, evidenziando e analizzando gli eventuali divari, rilevando degli esempi positivi da proporre. Come sarà in seguito specificato, nelle regioni Catalogna e PACA (Provence-Alpes-Côte-d’Azur), le normative locali riflettono in parte, le attuali direttive europee sulla gestione e salvaguardia della risorsa idrica, mentre in Regione Campania il recepimento è molto recente, motivo per cui le precedenti normative non in linea con le indicazioni europee, hanno generato uno stato di attuazione molto frammentario e diversificato.E’ importante, quindi, osservare che i problemi relativi alla mancanza d’acqua e ai processi di desertificazione di alcune regioni della Spagna (tra cui la Catalogna) e, in misura minore, della Francia, hanno sensibilizzato le due regioni molto più della Campania. Per tale motivo, è necessario porre una significativa attenzione alle problematiche relative ai cambiamenti climatici e alle future evoluzioni delle normative e direttive europee, in tema di gestione delle risorse idriche. La metodologia di confronto ha evitato un approccio basato su strumenti, quali

ratio analisi, analisi di regressione e modelli econometrici (strumenti classici del benchmarking). Si è preferito analizzare situazioni ambientali, origini, motivazioni e modalità di presentazione, combinando un approccio trasversale con quello tematico, in modo da individuare e/o sviluppare soluzioni di diversa natura: da quelle politico-istituzionali, amministrative, organizzative, tecnologiche ed economico-finanziarie, alle criticità rilevanti della sostenibilità della gestione integrata delle acque. Sono stati, infine, comparati i sistemi territoriali di gestione delle risorse idriche nel loro complesso, ponendo attenzione al quadro normativo nazionale di riferimento e individuando le possibilità di sviluppo futuro.

Analisi comparata dei sistemi territoriali di gestione risorse idriche e buone prassiSulla base della lettura comparata dei documenti relativi ai tre sistemi territoriali di gestione risorse idriche, si possono riportare alcune semplici osservazioni.Esiste un diverso livello di problema tra le tre aree coinvolte e una diversa focalizzazione dei tre documenti. In Catalogna c’è un’attenzione continua al rischio di siccità, con casi affrontati anche recentemente, mentre in Provenza, una delle regioni più aride della Francia, si affrontano le problematiche della risorsa acqua con buona organizzazione, grazie a una legislazione ultradecennale (in entrambi i casi, anticipando la recente attenzione dell’Unione europea ai cambiamenti climatici e alle loro conseguenze sullo stato delle risorse idriche). La Campania presenta delle buone leggi in totale armonia con le direttive europee sull’acqua. Tuttavia, esse sono piuttosto datate e in gran parte disattese, oltre a riferirsi ad un sistema di gestione ancora molto frammentato.

In Catalogna, come in tutta la Spagna, dal 1926 esistono gli “Organismi di bacino”, enti pubblici indirizzati a proteggere e favorire

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di cavi. Ciò comporta un notevole risparmio nei costi di installazione e di manutenzione. Il sistema è gestito da un insieme di software, accessibili da qualsiasi dispositivo connesso a internet. L’attuazione del sistema centralizzato, ha comportato l’utilizzo logico di acqua piovana per l’irrigazione e l’adeguamento dei sistemi di irrigazione alle condizioni atmosferiche. Tali caratteristiche comportano un risparmio di acqua superiore al 40% del consumo totale; • Utilizzo di acqua freatica non potabile per alcuni servizi comunali (Sant’Adrià del Besòs) e sperimentazione dell’utilizzo di sistemi duali. Il sottosuolo di Sant’Adrià è ricco di risorse idriche, ciò ha portato a un grande sviluppo industriale alla fine del XIX secolo. Il suo sfruttamento ha prodotto un significativo abbassamento del livello delle falde freatiche. A partire dagli anni ‘70, le industrie iniziano progressivamente a rinunciare allo sfruttamento delle acque sotterranee, con il conseguente recupero del livello freatico al suo standard naturale. Ciò, nonostante la nascita di vari problemi per le infrastrutture esistenti nel sottosuolo, essendo state costruite quando il livello era basso. Per proteggere tali infrastrutture è diventato necessario rimuovere l’acqua dalle falde freatiche in vari luoghi. Grazie alle azioni intraprese negli ultimi anni, è stato rilevato un miglioramento della qualità delle acque sotterranee. Tale prassi ha permesso di: evitare lo scarico nel sistema fognario delle acque estratte, per proteggere il parcheggio sotterraneo di Plaça de la Vila, ridurre il consumo di acqua potabile attualmente destinata all’irrigazione di aree verdi urbane, aumentare il flusso del fiume attraverso l’aggiunta di 10 milioni di metri cubi di acque sotterranee all’anno, gestire in modo più razionale lo sfruttamento delle risorse idriche e proteggere l’ambiente in un quadro di sviluppo sostenibile; risparmiare risorse energetiche ed economico-finanziarie, necessarie per il trattamento dell’acqua potabile.

Anche in Provenza, i riferimenti legislativi risalgono ai primi anni del 1920.La Francia metropolitana si divide in sei bacini idrografici. Per ciascuno di esso, esiste un Comitato di bacino che:- Dibatte e definisce in modo concertato le grandi questioni della politica di gestione della risorsa idrica e di protezione degli ambienti naturali acquatici, a livello di un gran bacino versante idrografico.- Elabora lo SDAGE (Schema direttivo di regolazione e gestione delle acque), che definisce le orientazioni fondamentali della politica di gestione equilibrata ed economa della risorsa acqua, e di protezione degli ambienti naturali acquatici nel bacino. Lo SDAGE ha un valore di piano di gestione, alla stregua della DCE.- Definisce le orientazioni dell’azione dell’Agenzia dell’acqua, che gli sottopone i propri programmi di intervento, come pure gli imponibili e i tassi di prerogativa regia.- Assicura l’equilibrio dei SAGE elaborati sul suo territorio.- Approva le politiche territoriali di gestione concertata sul suo bacino.

L’Agenzia dell’acqua Rhône-Méditerranée et Corse è competente nella regione PACA. Il Comitato stabilisce gli indirizzi della politica dell’acqua e approva le politiche territoriali di gestioni locali. In realtà, responsabili della scelta del metodo di gestione sono i comuni, che possono affidarlo ai servizi municipali o sindacali o a gruppi privati. In ogni caso, sembra originale e interessante l’iniziativa dei contratti ambientali relativi ai fiumi, canali, stagni, baie, delta. Il contratto fluviale è il quadro di intervento privilegiato della politica regionale sull’acqua. Si tratta di uno strumento operativo di iniziativa locale, per gestire un corso d’acqua in maniera integrata, concertata e sostenibile. Dagli obiettivi definiti collettivamente, scaturiscono delle azioni grazie alla sinergia fra tutti i partecipanti al progetto. Tale piano d’azione, di durata quinquennale,

l’uso sostenibile dell’acqua, tendenza che si è rinforzata con l’implementazione della Direttiva Quadro sulle acque 2000/60 dell’Unione Europea. Essi hanno al loro interno vari organi consultivi, finalizzati a sostenere e incrementare la partecipazione degli utenti nei processi decisionali. Per tale ragione, la maggioranza degli Organismi si configura come Confederazioni Idrografiche, in bacini che includono diverse Comunità Autonome, sottoposti alla tutela del Ministero dell’Ambiente. Le Confederazioni Idrografiche sono parte dell’Amministrazione Statale e, nel contempo, strumenti per decisioni partecipate a livello locale. L’autorità dello Stato, difatti, è stata completamente trasferita alle Comunità Autonome nell’ambito dei bacini a cui fanno riferimento, ed è competenza del territorio di una sola Comunità.In Catalogna, l’ente gestore principale è l’ACA (Agenzia Catalana del Agua), che ha competenze sul ciclo integrato dell’acqua per quanto riguarda le conche idrografiche interne.Tra le azioni della regione proposte come buone prassi, vi sono:• Realizzazione di impianti e progetti innovativi, per la desalinizzazione dell’acqua di mare. Inizialmente, il Piano Idrologico Nazionale Spagnolo prevedeva il trasferimento di acqua dal fiume Ebro, per rifornire il Sud del Paese e la costruzione di 41 impianti di desalinizzazione. Il progetto di desalinizzazione dell’acqua di mare, è volto a garantire l’affidabilità delle risorse idriche nella regione di Barcellona e a migliorare la qualità dell’acqua. L’impianto di desalinizzazione di Barcellona è, ad oggi, il più grande nel suo genere in Europa, secondo nel mondo solo all’impianto di Ashkelon in Israele; • Creazione di un sistema di gestione remota e centralizzata della rete di irrigazione comunale (Matarò). La rete di comunicazione utilizzata, combina un sistema ibrido GPRS e radiofrequenza, evitando così l’installazione

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rappresenta l’oggetto di una valutazione regolare che permette di conoscere l’impatto delle misure prese. Il Comitato di fiume, riunisce tutti gli addetti al Piano di sviluppo per l’acqua e il territorio. Ad oggi, la Regione ha già firmato 14 contratti fluviali e altri 13 sono in corso di elaborazione. Gli investiti previsti dalla Regione fino al 2014 (Carta dei contratti per l’ambiente, inclusi quelli fluviali), sono 70M€. In tal modo, i diversi strumenti di gestione integrata dell’acqua sul bacino versante permettono la realizzazione di governi locali e strategie di intervento, coordinate fra gli addetti al Piano di sviluppo acqua e territorio. Il report sulla Regione Campania si delinea a partire dal livello nazionale. In Italia, in attuazione di due leggi - una per il ciclo naturale dell’acqua, l’altra per il ciclo tecnologico - sono nati organismi quali, le Autorità di Bacino e gli Ambiti Territoriali Ottimali, che realizzando anche le direttive di indirizzo dell’Europa ed in sinergia concorrono a salvaguardare la risorsa acqua. A livello locale, tali organismi attuano gli indirizzi operativi della Regione Campania, supportati dai tecnici dell’Agenzia di Protezione Ambiente (ARPAC).Le buone prassi indicate sono:• Gestione della qualità della risorsa e comunicazione verso l’utente per la principale azienda acquedottistica della Campania (ARIN). L’Azienda è uno dei principali gestori di risorse idriche del Mezzogiorno, servendo più di un milione e mezzo di abitanti e 280.000 altre utenze su un territorio che, oltre Napoli, comprende circa altri 25 comuni.• Gestione di un depuratore di liquami urbani che, fin alla sua dismissione, è stato gestito con la logica di piccolo elemento di un reale ciclo integrato dell’acqua, e non semplice fase di una catena lineare (acquedotto-fognatura-depurazione). Da segnalare, l’attività di comunicazione sociale ed educazione ambientale, incentrata soprattutto sul ciclo integrato delle acque,

che il personale direttivo e operativo dell’ente ha posto in essere sin dal 1999, in aggiunta ai normali compiti di istituto.• Approccio tecnico alla soprautilizzazione dell’acqua in agricoltura. Un lavoro di notevole collaborazione tra realtà contadina e Facoltà di agricoltura. L’agricoltura, infatti, è il settore economico che utilizza maggiormente le risorse idriche. Si stima che nelle regioni dell’Italia meridionale, su 10 litri di acqua disponibile - superficiale e sotterranea -, circa 6 litri siano destinati all’irrigazione dei campi. Il Piano Regionale di Consulenza all’Irrigazione della Regione Campania (PRCI), grazie alla tecnica messa a punto dal Dipartimento di Ingegneria Agraria dell’Università di Napoli Federico II e dallo spin-off universitario Ariespace S.r.l., permette la gestione razionale ed efficiente della risorsa idrica in agricoltura.• Approccio sistemico per la bonifica di uno dei fiumi più inquinati d’Europa, il Sarno. Esso è stato per decenni il più inquinato della Campania per diverse cause concorrenti: mancanza di un adeguato sistema fognario e depurativo a servizio dei comuni interni al bacino; mancato rispetto della normativa ambientale da parte delle aziende conciarie e di trasformazione dei prodotti agro-alimentari della zona.

SCHEMA RIEPILOGATIVO

Sistema di gestionePACA - Comitati di bacino, cui rispondono i comuni che delegano a pluralità di gestori (normativa 1926).Catalogna - Organismi di bacino, cui risponde l’Agenzia catalana dell’acqua (normativa 1920).Campania - Autorità di bacino e Ambiti Territoriali Ottimali che dovrebbero lavorare in sinergia. Questi ultimi gestiscono il ciclo industriale, cui rispondono una pluralità di gestori (normativa 1994).CriticitàPACA – Siccità.Catalogna -Siccità.Campania - Sistema normativo ancora frammentato e in parte disatteso. Rischio idrogeologico.Buone prassi metodologichePACA – Comitati di bacino. Contratti ambientali relativi a fiumi, canali, stagni, baie, delta.Catalogna - Sperimentazione utilizzo di sistemi duali.Campania - Gestione della qualità della risorsa e comunicazione verso gli utenti (ARIN). Gestione di un depuratore di liquami urbani. Approccio tecnico alla soprautilizzazione dell’acqua in agricoltura. Approccio sistemico per affrontare e risolvere la necessità di bonificare uno dei fiumi più inquinati d’Europa.Buone prassi tecnologicheCatalogna - Realizzazione di impianti e progetti innovativi per la desalinizzazione dell’acqua di mare. Creazione di un sistema di gestione remota e centralizzata della rete di irrigazione comunale.

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2. Analisi del Sistema territoriale di gestione risorse idriche e buone prassi – Regione Campania

Il Sistema territoriale di gestione nella Regione Campania1

In Campania, così come in Italia e in altri paesi europei, parlare di gestione dell’acqua vuol dire discutere su un sistema complesso di enti gestori, che rispondono a differenti tipologie, per personalità giuridica e competenze gestionali (aree geografiche di riferimento e ambiti di servizio). Occorre fare una prima distinzione: l’acqua come patrimonio ambientale da tutelare, rientra nel cosiddetto ciclo naturale, mentre l’acqua come primario bene di consumo, da preservare e distribuire agli utenti, raccogliendone i reflui, smaltendoli o riciclandoli, afferisce al cosiddetto ciclo industriale. Vi sono poi, le distinzioni geografiche. L’acqua non è un bene che rientra sotto un’unica tutela gestionale, ma può spettare a Comuni, Province, Regioni o, come in passato, addirittura allo Stato. Solitamente, i comuni gestiscono le fognature, le province e le regioni governano i bacini idrografici, le aziende o i consorzi che operano a livello urbano o pluri-comunale coordinano gli acquedotti e i depuratori. Alcuni enti, oltre agli acquedotti, gestiscono anche i depuratori. Occorre anche aggiungere che la Campania è una regione molto ricca d’acqua, sia dal punto di vista quantitativo (a livello superficiale e sotterraneo), sia dal punto di vista qualitativo. Vi sono presenti fonti storicamente note, utilizzate sia per la captazione in acquedotto, sia per l’imbottigliamento di acque minerali. Tale abbondanza si è tradotta purtroppo in una storica disattenzione per il bene acqua, soprattutto in agricoltura. Con il recente rafforzamento del ruolo delle regioni, lo Stato italiano ha delegato loro molte azioni in ambito ambientale ed infrastrutturale. Per la gestione della risorsa acqua, la regione ha tre funzioni: realizzazione di infrastrutture, competenza normativa e attività di studio,

comunicazione e sensibilizzazione. Relativamente agli interventi infrastrutturali sul territorio, permangono emergenze che impediscono una reale pianificazione e gestione. Attualmente, si interviene in risposta alle richieste degli enti locali o alle urgenze che si possono verificare. Una gestione emergenziale, pertanto, e non una programmazione di indirizzi da verificare poi nelle situazioni pratiche. Esistono, tuttavia, molti aspetti positivi. Uno fra tutti è il regolamento regionale per l’attuazione degli interventi di ingegneria naturalistica del 22 luglio 2002, che stabilisce l’obbligo in qualunque lavoro di tentare di ricorrere prima a tali tecniche ed inoltre, regola i prezzari dell’ingegneria naturalistica sul territorio, garantendo un’uniformità di costo per pubblici e privati sugli interventi eco-compatibili e/o in materia di difesa del suolo, bonifiche e recupero ambientale, infrastrutture, opere idrauliche e tutela dell’ambiente. Di estremo interesse è anche la metodologia in base alla quale è stato redatto il Programma Operativo FESR 2007-2013 (il documento di programmazione che costituisce il quadro di riferimento della Regione per l’utilizzo delle risorse comunitarie FESR) che, ai sensi della Direttiva 2001/42/CE, è diviso in due parti: il Rapporto ambientale e la Dichiarazione di Sintesi della Valutazione Ambientale Strategica (VAS).I meriti di tale lavoro di programmazione sono molteplici. Sin dal 2006 c’è l’attuazione e il rispetto di una normativa europea, che in Italia è diventata attuativa solo nel 2008. Questo pone l’operato della Regione Campania come una buona prassi a livello nazionale. In secondo luogo, tale attuazione ha permesso di coinvolgere nell’elaborazione del POR FESR, tutte le autorità con competenze ambientali. I documenti che ne risultano rappresentano una reale e concreta programmazione, che parte dalla valutazione dello stato dell’ambiente e delle sue criticità e si avvale del parere e della consultazione di esperti

del settore, ottenendo un piano informato e trasparente. Infine, è da considerare fondamentale la legge regionale 14/97 (e le successive integrazioni, come la Legge Finanziaria Regionale del 2007) che istituisce gli ATO (Ambito Territoriale Ot timale). Dal punto di vista dell’analisi, della comunicazione e della sensibilizzazione molto è stato fatto ma forse noto solo agli addetti del settore e poco pubblicizzato verso il grande pubblico. La Regione Campania è stata promotrice nel 2006 di una campagna di sensibilizzazione sul bene acqua, nonché sull’uso e lo spreco della risorsa idrica. Tale campagna, con tutto il materiale a supporto, è ancora visibile sulle pagine internet della Regione dedicate all’acqua.

Il ruolo degli ATO2

Gli ATO, Ambito Territoriale Ottimale o Autorità di ATO, sono stati creati in ottemperanza alla direttiva Quadro europea in materia di acque 200760/CE, che ne ha demandato la realizzazione alle regioni. In Campania sono stati istituiti con la legge regionale 14/97 e successive integrazioni, come la Legge Finanziaria Regionale del 2007. Inizialmente in numero di 4, ai quali si è poi aggiunto un quinto nel 2007. Diversamente dalle Autorità di bacino, la cui caratterizzazione geografica è presente già nel nome, gli ATO nazionali sono noti per lo più con numeri progressivi. In Campania, invece, corrispondono a una precisa area geografica e hanno un nome che la richiama:ATO 1 – Calore Irpino, territori dei comuni delle province di Avellino e Benevento;ATO 2 – Napoli-Volturno, territori dei comunidella provincia di Napoli;ATO 3 – Sarnese-Vesuviano, territori dei comuni della provincia di Salerno;ATO 4 – Sele, territori dei comuni a sud di Salerno e costiera amalfitana;ATO 5 – Terra di Lavoro, territori dei comuni della provincia di Caserta. Agli ATO compete l’organizzazione del servizio idrico integrato, costituito

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dall’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione d’acqua ad uso civile, di fognatura e depurazione delle acque reflue. Si tratta di un’innovazione molto importante, perché per la prima volta in Italia a un singolo ente con competenza territoriale è dato potere e competenza di pianificazione, coordinamento, controllo e sanzione, sulla pluralità di Enti gestori del ciclo delle acque ad uso civile. Anche il Servizio Idrico Integrato (SII) nasce con la stessa riforma. Ha lo scopo di razionalizzare la conduzione dei servizi idrici di acquedotto, fognatura e depurazione, in passato esercitati in forma diretta o in appalto dai singoli Comuni, nel quadro delle funzioni loro attribuite dalle relative leggi di settore, riducendo il frazionamento delle gestioni. La riforma del sistema ha lo scopo di tutelare l’uso delle risorse idriche nell’interesse degli utenti e dell’ambiente, creando le condizioni per la programmazione, realizzazione e gestione di fondamentali interventi di estensione, miglioramento e manutenzione delle reti acquedottistiche e fognarie, nonché degli impianti depurativi.

Il ruolo delle Autorità di bacino3

Le Autorità bacino sono enti istituiti dalla Legge 183/89 “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo”. Hanno lo scopo di assicurare il risanamento delle acque, la difesa del suolo, la fruizione e la gestione del patrimonio idrico per gli usi di un razionale sviluppo economico e sociale, nonché la tutela degli aspetti ambientali a essi connessi. Hanno competenza, a seconda del bacino idrografico, su fiumi, laghi, estuari e altre acque di transizione, costiere e sotterranee, quindi sull’intero ciclo naturale delle acque. In Campania, ne sono state istituite 4 di rilievo regionale (Sinistra del fiume Sele, destra del fiume Sele, fiume Sarno e Campania Nord Occidentale), una di rilievo inter-regionale (fiume Sele) e una di rilievo

nazionale, comprendente i fiumi Liri – Garigliano – Volturno.

Le Agenzie di protezione ambientale4

Il sistema nazionale delle Agenzie di protezione ambientale, composto dall’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici (APAT) e da 21 Agenzie regionali (ARPA) e provinciali (APPA), è stato istituito con la Legge n. 61 del 21 gennaio 1994, allo scopo di creare una moderna ed efficiente rete di controllo e prevenzione ambientale, dopo i risultati di un referendum popolare. L’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania, Ente strumentale della Regione Campania istituito con legge Regionale n. 10 del 29 luglio 1998, sviluppa attività di monitoraggio, prevenzione e controllo orientate a tutelare la qualità del territorio e favorire il superamento delle molteplici criticità ambientali della Campania.Le attività istituzionali svolte dall’ARPAC sono di protezione e risanamento ambientale in sede locale: vigilanza e controllo del rispetto delle normative vigenti, supporto tecnico-scientifico agli enti locali, erogazione di prestazioni analitiche di rilievo sia ambienta-le che sanitario, realizzazione di un sistema informativo ambientale, attività di ricerca e informazione.Accanto alla struttura territoriale e ai suoi dipartimenti provinciali, sono presenti centri tematici specialistici che rappresentano le strutture di riferimento regionale su temi di particolare interesse:- Centro Regionale di Inquinamento Atmosfe-rico (CRIA), con sede a Napoli.- Centro Regionale Radioattività (CRR), con sede a Salerno.- Centro Regionale Siti Contaminati (CRSC), con sede a Napoli.- Servizio Emergenze Ambientali (SEAm).Buone prassi di gestione idrica in CampaniaLa gestione delle risorse idriche nella Regione Campania è caratterizzata da situazioni di differente portata: dalle criticità

relative alla mancanza di pianificazione degli interventi, a fronte di una domanda di continua necessità, alla presenza di realtà individuabili come eccellenze. I casi di buone prassi non pretendono di essere esaustivi di tutte le realtà efficienti ed efficaci presenti sul territorio e suscettibili di essere “esportate”, ma rispondono a una metodologia esemplificativa del ciclo integrato delle acque. Nella fase iniziale del lavoro, sono state individuate 4 aree tematiche (tre settoriali ed una trasversale), rispetto alle quali approfondire l’analisi, per poi riportare le soluzioni proponibili a un tavolo di lavoro interregionale in cui condividere le metodologie:• Ciclo industriale delle acque, per usi civili e industriali, comprendente i settori sorgente, acquedotto, fognatura, depurazione, riutilizzo dell’acqua.• Ciclo naturale delle acque, l’acqua come risorsa/bene naturale, comprendente gli aspetti idrogeologici del territorio, l’equilibrio dei bacini idrici e la preservazione della quantità e della qualità dell’acqua.• Risparmio e riuso dell’acqua in agricoltura, riguardante il sistema delle imprese agricole.• Esperienze innovative nel ciclo dell’acqua, in particolare riciclaggio e fitodepurazione, nonché innovazioni volte all’efficienza e all’efficacia dei consumi.

Alla luce delle quattro aree tematiche, è stata condotta un’analisi che ha permesso di individuare quattro buone prassi. Esse rappresentano esperienze innovative nel ciclo dell’acqua, attente al riciclaggio e alle innovazioni, volte all’efficienza e all’efficacia dei consumi.

Primo tratto del ciclo integrato: dalla captazione alla distribuzione dell’acquaARIN S.p.A5

L’ARIN (Azienda Risorse Idriche di Napoli) è uno dei principali gestori di risorse idriche

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del Mezzogiorno, che serve più di un milione e mezzo di abitanti e 280.000 altre utenze su un territorio che, oltre Napoli, comprende circa altri 25 comuni.I punti di forza dell’azienda sono due: il primo è la qualità dell’acqua, controllata da analisi chimico-fisiche e microbiologiche, effettuate quotidianamente dal laboratorio interno accreditato SINAL, garanzia di competenza e imparzialità del laboratorio nell’effettuazione delle prove; il secondo è la cura della relazione con la clientela e il rispetto di precisi parametri di qualità del servizio, controllati e aggiornati ogni anno.In tema di innovazione tecnologica, l’ARIN pone una particolare attenzione alle problematiche connesse alla minimizzazione delle perdite idriche, non soltanto per obiettivi economico-gestionali, ma anche come contributo doveroso al contenimento degli sprechi della preziosa risorsa idrica e alla tutela dell’ambiente. A tale scopo, è stata stipulata una convenzione con il Dipartimento d’Ingegneria Idraulica e Ambientale “Girolamo Ippolito”, della Facoltà d’Ingegneria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Sua finalità è lo studio e la realizzazione di distretti idrici in un’area cittadina significativa, nonché la definizione di un piano tecnico-economico e programmatico, per l’estensione della distrettualizzazione all’intera città di Napoli. Il risultato è l’abbattimento delle perdite idriche, ridotte nell’ultimo periodo dal 23% al 17%. Infine, una notazione in tema di sensibilità ambientale: l’ARIN si è dotata di un programma di investimento nelle fonti di energia rinnovabile, a completamento del quale il 75% del fabbisogno con un impianto di cogenerazione alimentato a biomasse.

Raccolta, depurazione (e re-immissione) delle acque reflue.Consorzio di Depurazione Liquami di Napoli, San Giovanni a TeduccioIl Consorzio di Depurazione Liquami di Napoli, San Giovanni a Teduccio, è destinato

a esser chiuso entro pochissimi anni a causa dell’inadeguatezza dell’impianto, risalente al 1960, sia dal punto di vista della capacità di trattamento (5600 mc/h), sia dal punto di vista tecnologico (trattamento chimico fisico invece che biologico). A tali inadeguatezze, però, si antepongono delle modalità gestionali all’avanguardia in Italia, per l’attenzione all’ambiente che il management ha sempre dimostrato. Il primo aspetto è l’attività di comunicazione sociale ed educazione ambientale, attività non istituzionale del Consorzio, incentrata sul ciclo integrato delle acque, che il personale direttivo e operativo dell’Ente ha posto in essere sin dal 1999, in aggiunta ai normali compiti di istituto. Il Consorzio ha supportato la campagna sul risparmio energetico dell’ENI, aiutando a veicolare il messaggio e distribuendo tra i dipendenti il kit “fai da te” per il risparmio idrico ed energetico (composto da rompigetti aerati ed erogatori a basso flusso per docce).Ancora più importante è la raccolta dell’olio esausto che il Consorzio ha posto in essere dal 2008, in collaborazione con una società che si occupa della raccolta e recupero di rifiuti speciali liquidi. Infine, la guida pubblicata dal Consorzio dedicata ai piccoli ma importanti gesti di ecologia quotidiana. Una parte di essa è rivolta alle pubbliche amministrazioni, con richieste tese a migliorare il funzionamento del depuratore (ad esempio, la promozione della raccolta differenziata di rifiuti speciali liquidi) Un’altra parte, contenente consigli per evitare l’intasamento delle tubazioni e degli impianti di depurazione, è rivolta ai cittadini.

Sovrautilizzazione dell’acqua in agricoltura: nuovi approcci tecnici6

L’acqua è per l’agricoltura un fattore determinante della produzione. La scarsità della risorsa idrica e il suo utilizzo crescente in agricoltura e nei settori civili ed industriali, rende necessario che le istituzioni, i gestori e gli imprenditori agricoli adottino

i migliori strumenti per un suo corretto utilizzo e risparmio. L’agricoltura è il settore economico che utilizza maggiormente le risorse idriche: si stima che, nelle regioni dell’Italia meridionale, su 10 litri di acqua disponibile - superficiale e sotterranea - circa 6 litri siano destinati all’irrigazione dei campi. Il quadro normativo comunitario, nazionale e regionale ha chiaramente indicato la strada futura per l’utilizzo dell’acqua: risparmio, disponibilità e accessibilità per i diversi utilizzatori, tutela da fonti inquinanti.Proprio in tale ottica è stato implementato il Piano Regionale di Consulenza all’Irrigazione della Regione Campania (PRCI), che grazie alla tecnica messa a punto dal Dipartimento di Ingegneria Agraria dell’Università di Napoli Federico II e dallo spin-off universitario Ariespace S.r.l., permette la gestione razionale ed efficiente della risorsa idrica in agricoltura. L’aspetto innovativo consiste nell’assimilare i dati satellitari in modelli agro-meteorologici, per ottenere una stima dei fabbisogni irrigui delle singole unità parcellari (> 1), ricoprendo grandi estensioni territoriali (circa 3.000 kmq) e in tempo reale (a poche ore dall’acquisizione satellitare). Questi dati, insieme all’immagine satellitare dell’azienda, sono inviati con cadenza settimanale direttamente al conduttore dell’azienda, che riceve così un “consiglio irriguo” personalizzato in tempo reale, tramite SMS, MMS ed e-mail. Questi dati sono poi anche consultabili on-line, tramite un sito web dedicato (www.consulenzairrigua.it). I vantaggi economici sono ancora maggiori nel caso che l’acqua non venga fornita al Consorzio, ma “autoprodotta” mediante impianto di sollevamento. La tecnologia è oggi disponibile e applicata in Regione Campania, nelle Piane del Sele e del Volturno. Ulteriori implementazioni sarebbero possibili prevedendo un’integrazione con i sistemi elettronici di misura dell’acqua consegnata (come ad esempio il sistema Acquacard, prodotto

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da “Nicotra Sistemi S.p.A.”), già presenti in molti Consorzi di Bonifica e Irrigazione, quali ad esempio quello del Sannio Alifano, che sarebbero disponibili a un’ulteriore sperimentazione.

La tutela dell’acqua come bene naturale7

L’opera di bonifica del bacino idrografico del fiume SarnoIl fiume Sarno è stato per decenni il fiume più inquinato della Campania, per diverse cause: mancanza di un adeguato sistema fognario e depurativo a servizio dei comuni interni al bacino, mancato rispetto della normativa ambientale da parte delle aziende conciarie e di trasformazione agro-alimentare. Quando si è intrapresa l’azione di bonifica, il fiume era considerato una vera e propria “bomba” ecologica, che coinvolgeva non solo l’intera area intorno al bacino fluviale, ma riversava in mare circa 36 metri cubi al secondo (circa 2 milioni di litri al minuto) di liquami inquinanti. L’azione intrapresa nel 2003 è unica in Italia e una delle più impegnative in Europa, sia per la portata dei lavori di recupero veri e propri, che hanno dovuto fronteggiare molte e complesse problematiche, sia per la volontà di non limitarsi a un’opera di bonifica, ma di ampliare l’intervento al recupero e riqualificazione paesaggistica della zona.L’intervento coinvolge un territorio di 500 km², abitato da 750.000 persone, comprendente 39 comuni e un sistema economico basato su concerie, agricoltura e aziende conserviere (pomodoro). L’opera di bonifica ha attuato un processo di sensibilizzazione e informazione, sponsorizzato dai comuni, basato sul coinvolgimento dei cittadini e su una campagna sociale mirata a modificarne i comportamenti.

(abbondanza, diversità, sensibilità agli inquinanti).

Gli usi dell’acqua in Provenza-Alpi-Costa Azzurra

Acqua agricolaA livello mondiale e regionale l’agricoltura richiede più dei 2/3 del consumo totale d’acqua. Nelle regioni mediterranee francesi, naturalmente soggette a mancanza d’acqua nel periodo estivo, la sua gestione collettiva per l’irrigazione delle colture e il rifornimento idrico delle città rappresenta da secoli una chiave dello sviluppo socioeconomico e dello sviluppo del territorio.Tipi di irrigazione:- L’irrigazione gravitazionale è la tecnica più antica. Consiste nel lasciar colare l’acqua nei canali e rivoli per effetto della gravità (circa il 52% dell’irrigazione regionale);- L’irrigazione per aspersione consiste nel far circolare l’acqua sotto pressione in alcuni tubi. Essa riproduce la pioggia grazie agli aspersori, permette di limitare il consumo di acqua e si adatta a tutte le configurazioni e nature del terreno (circa il 37% dell’irrigazione regionale) ;- La microirrigazione o irrigazione “goccia a goccia” è la tecnica più economica ed evita le perdite per evaporazione, ruscellamento, infiltrazione profonda. L’acqua è portata a bassa pressione fino alle radici di ogni pianta e viene distribuita per mezzo di piccoli tubi (circa il 10% dell’irrigazione regionale).

Acqua industrialeI prelevamenti per gli usi industriali sono di circa 300 milioni di m³/anno nella regione PACA. I bisogni idrici nell’industria sono diminuiti più del 30% dagli anni ’60, in seguito al miglioramento dei processi (soprattutto grazie alla realizzazione di circuiti chiusi) e al rallentamento di alcune attività industriali. Le restrizioni normative implicano la realizzazione di particolari opere (stazioni di epurazione, attrezzature per la riduzione

3. Analisi del Sistema territoriale di gestione risorse idriche e buone prassi – Regione PACA

Aspetti quali-quantitativiSebbene sia una delle regioni più aride della Francia, con una pluviometria molto irregolare nel tempo, la regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra dispone fino ad ora di risorse idriche in quantità sufficiente, grazie a una sensibilizzazione ed a una tradizione di gestione dell’acqua. La regione assiste da tempo a una crescita demografica globale e stagionale elevata, che induce, fra l’altro, all’aumento della domanda di acqua. La conoscenza della ripartizione nel tempo e nello spazio delle risorse sotterranee o di superficie, è necessaria per poterle gestire in maniera sostenibile. Nel contesto regionale di forte aumento demografico, la questione del mantenimento della qualità dell’acqua disponibile è fondamentale. Se da un punto di vista quantitativo la regione PACA non manca di acqua, ci si imbatte regolarmente in alcuni problemi di qualità. La buona qualità è necessaria per l’acqua potabile, ma anche per altri impieghi (agricoltura, divertimenti, turismo). Al di là degli obiettivi della Direttiva Quadro sull’Acqua, il mantenimento della qualità delle masse d’acqua superficiali naturali o artificiali e sotterranee, appare come necessario allo sviluppo turistico o alla regolazione del territorio. Quando si parla di qualità generale dell’acqua, vengono prese in considerazione alcune variabili:- Fisico-chimiche, che consentono di disporre di informazioni numeriche sulla concentrazione di un elemento (per esempio inquinante) nell’acqua, i sedimenti e perfino gli organismi viventi.- Batteriologiche, che concedono di conoscere lo stato di contaminazione delle acque ad opera di batteri di origine umana e animale.- Biologiche, che permettono di comprendere la condizione delle acque, a partire dalla qualità dell’ambiente vivente che vi si trova

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degli effluenti...), la modifica di processi e il rinnovo di impianti (circuiti separativi...). Per l’industria, la legislazione ed i controlli intervengono su due livelli: sugli impianti classificati, regolarizzandone prelevamenti e scarichi, e sulle conseguenze successive nell’ambiente.

Organizzazione della distribuzione dell’acqua- Metodo di gestione. Nella regione, circa il 28% dei comuni ha affidato la distribuzione dell’acqua a una struttura intercomunale. Le forme di cooperazione intercomunale sono soprattutto sviluppate nel Vaucluse, nelle Bouches-du Rhône e nelle Alpi Marittime.- Metodo di sfruttamento. Il 70% delle unità di distribuzione sono sfruttate a regia regionale. Sono i comuni importanti che hanno affidato la distribuzione dell’acqua ad un operatore privato. I principali delegati appartengono ai gruppi Véolia, SAUR, Lyonnaise des Eaux e SEM (Société des Eaux de Marseille).

Energia idraulicaFra i diversi usi dell’acqua nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, la produzione di energia elettrica rinnovabile riveste un’importanza particolare. Il contesto geomorfologico e idrologico regionale è favorevole all’installazione di impianti idroelettrici. L’idraulica rappresenta più del 55% della produzione regionale di energia primaria di origine rinnovabile. L’idroelettricità si avvale di una tecnica maturata nel tempo. Il principio di base consiste nell’utilizzare l’energia meccanica dell’acqua per far girare una turbina che, collegata ad un generatore, permette di produrre energia elettrica. La produzione idroelettrica regionale è strategica per la regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, estremamente dipendente dall’esterno per il proprio rifornimento elettrico e soggetta a forti costrizioni per quanto riguarda i trasporti. L’idroelettrica rappresenta il 22% del consumo della regione (dati 2007). Lo

sviluppo della zona Durance-Verdon, gestita da EDF – Électricité de France, conta 22 centrali idroelettriche, con una produzione media di 6,5 miliardi di kWh, che rappresenta il 10% della produzione idraulica nazionale.

Il turismo e i divertimentiPACA è la prima tra le regioni francesi per turismo interno e la seconda regione per il turismo estero, dopo Parigi - Île de France. Lo sviluppo dei divertimenti acquatici in vicinanza dei laghi artificiali regionali pone la questione dell’uso dell’acqua, dei potenziali conflitti e dell’impatto sugli ambienti acquatici. Come per il lago di Serre-Ponçon, l’acqua diventa una risorsa dell’economia turistica delle Alte Alpi. Serre-Ponçon costituisce un immenso terreno di gioco, con tutta una gamma di attività ludiche e sportive. Il lago attrae oggi più del 40% della presenza turistica estiva del dipartimento delle Alte Alpi e rappresenta circa il 12% dei guadagni turistici in questo dipartimento. Altrettanto sviluppati nei dipartimenti alpini, sono gli sport acquatici: rafting, uscite acquatiche, nuoto in acqua sorgiva, kayak, canoa e canyoning.

La gestione integrata e territoriale dei fiumiL’acqua e gli ambienti acquatici nella regione PACA costituiscono un patrimonio ricco ma fragile, che necessita di una gestione globale ed equilibrata al fine di conciliare gli utilizzi, la protezione e la valorizzazione degli ambienti acquatici. Una gestione integrata dell’acqua deve tener conto di tutto ciò che avviene sul bacino versante, incluse le attività naturali ed umane con impatto sull’acqua e sugli ecosistemi acquatici. Obiettivo di tale gestione integrata, è sviluppare un approccio equilibrato fra ambiente ed utilizzo, in sinergia con l’insieme degli incaricati del progetto sull’acqua e il piano di sviluppo nazionale. La Regione utilizza un insieme di strumenti di gestione integrata del bacino versante, applicata con i diversi attori e partner (rappresentanti statali,

collettività territoriali e locali, rivieraschi e utenti). Si tratta dei contratti fluviali, i S.A.G.E. e i piani di sviluppo nazionale del bacino versante. Gli Enti pubblici di gestione degli ambienti acquatici (consorzi fluviali) rappresentano il pilastro di questa gestione integrata:Il contratto fluviale è il quadro di intervento privilegiato della politica regionale sull’acqua. Strumento operativo di iniziativa locale per gestire un corso d’acqua in maniera integrata, concertata e sostenibile.Il piano di sviluppo nazionale e la gestione delle acque (SAGE), è una procedura che permette di elaborare e di realizzare una politica locale nell’ambito dell’acqua e degli ambienti acquatici. Stabilisce a livello collettivo obiettivi e regole per una gestione dell’acqua globale, equilibrata e sostenibile su un dato territorio. Il piano di sviluppo del bacino versante, elaborato dai sindacati fluviali, rappresenta lo strumento più semplice per la realizzazione di una gestione globale su un bacino versante.

I contratti ambientali (fiume, stagno, baia, delta). Il rischio di inondazione nella regione Le inondazioni minacciano, a diversi livelli, l’insieme dei territori della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Il primo fattore aggravante è il carattere “estremo” del clima mediterraneo, che presenta localmente intense precipitazioni di breve durata. La presenza di rilievi scoscesi contribuisce al carattere torrenziale dei flussi, con dei tempi di reazione molto brevi, talvolta dell’ordine di un’ora per i piccoli bacini versanti. Dopo alcuni episodi di calamità naturali di rilevante importanza, la Regione ha identificato un processo che agisce in base alla vulnerabilità del territorio e concorda particolari misure di prevenzione del fenomeno.

Le risorse alternativeLe risorse idriche sono relativamente abbondanti nella regione PACA.

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Ciononostante, nel contesto demografico e climatico attuale, e soprattutto in previsione del futuro, altre risorse idriche devono essere considerate a partire da oggi, come potenzialmente mobilizzabili. Sebbene la riutilizzazione delle acque usate e la desalinizzazione dell’acqua di mare rappresentino delle risorse alternative possibili, l’acqua contenuta negli acquiferi carsici non sfruttati, rappresenta una riserva da non sottovalutare.

Il riutilizzo delle acque reflue (REU = Réutilisation des Eaux Usées)La REU8 compare nella legislazione francese con la Legge sull’acqua del 3 gennaio 1992. Nell’articolo 35, la riutilizzazione è menzionata come un’alternativa al rigetto nell’ambiente degli effluenti delle stazioni di depurazione. Per la realizzazione della REU in Francia, i responsabili degli impianti fanno riferimento alle raccomandazioni del 1991 del Consiglio Superiore d’Igiene Pubblica Francese, che danno delle indicazioni sul riutilizzo delle acque usate soltanto per l’irrigazione delle colture.

La Governance9

A causa della diversità dei contesti locali, si osserva in Francia la realizzazione di una politica territoriale dell’acqua, fondata sulla logica del bacino. Tale tendenza si è rafforzata adottando la Direttiva quadro europea (DCE)10, “l’atto II” della decentralizzazione e la Carta dell’Ambiente. La governance dell’acqua a livello locale è definita dal Comitato di Bacino idrografico, che definisce in modo concertato le grandi questioni della politica di gestione della risorsa idrica e di protezione degli ambienti naturali acquatici; traccia gli orientamenti fondamentali della politica di gestione equilibrata della risorsa acqua e di protezione degli ambienti naturali acquatici; delinea gli indirizzi operativi dell’Agenzia dell’Acqua; approva le politiche territoriali di gestione concertata sul suo bacino.

L’Agenzia dell’Acqua Rhône-Méditerranée et Corse (RM&C) è competente nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Ha sede a Lione e dispone di una delegazione a Marsiglia.La gestione territoriale dell’acqua in Francia ha, dunque, come quadro principale il bacino idrografico. Nonostante ciò, al suo interno si trovano “altri territori dell’acqua”.A livello locale, si ritrovano i servizi decentrati dei diversi ministeri interessati alla politica dell’acqua, che sottostanno all’autorità dei prefetti. La Mission InterServices de l’Eau (MISE), sotto l’autorità del Prefetto di Dipartimento, si fa carico delle questioni strategiche relative alla gestione e protezione della risorsa. La Regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra ha deciso di elaborare un piano per un utilizzo ragionevole e solidale della risorsa acqua: (SOURSE) le Sedute regionali dell’acqua rappresentano l’occasione per ufficializzare il lancio di tale programma. A livello di un sotto-bacino, si può costituire una Commissione Locale dell’acqua per definire, seguire e supervisionare la realizzazione di un SAGE11. Il SAGE stabilisce gli obiettivi specifici di qualità, utilizzazione, valorizzazione e protezione della risorsa. Parallelamente a queste istituzioni, sono state create delle istanze più o meno locali per rispondere a specifici bisogni. A livello regionale si contano 70 strutture di gestione degli ambienti acquatici, raggruppati in seno alla Rete Regionale di Gestione degli Ambienti Acquatici, animata dall’Agenzia Regionale per l’Ambiente.

4. Analisi del Sistema territoriale di gestione risorse idriche e buone prassi – Regione Catalunya

IntroduzioneLa gestione della risorsa idrica in Spagna è stata una parte fondamentale della politica di sviluppo economico del XX secolo, periodo durante il quale il numero dei bacini è aumentato da 60, a oltre 1.000. Le infrastrutture dedicate all’irrigazione sono aumentate allo stesso ritmo. Il Ministerio de Medio Ambiente, Medio Rural y Marino stima che a livello economico, l’acqua utilizzata per l’irrigazione porti circa il 50% della produzione agricola spagnola. La Spagna, inoltre, negli ultimi anni ha dovuto affrontare problemi legati alla siccità e per tali motivi, la politica di creazione o ampliamento dei bacini, che hanno raggiunto una capacità di accumulazione di 54 miliardi di m³, ha giocato un ruolo importante nella riduzione dell’impatto delle siccità e delle inondazioni. Al fine di gestire le risorse idriche sono stati creati degli Enti specializzati, gli Organismi di Bacino (organismos de cuenca). Nati nel 1926, essi svolgevano un ruolo principale la costruzione delle infrastrutture idriche. Negli ultimi anni, invece, svolgono la funzione di protezione e sostegno dell’utilizzo sostenibile dell’acqua; tendenza che si è rinforzata con l’implementazione della Direttiva Quadro sulle acque 2000/60 dell’Unione Europea. Gli Organismi di Bacino sono composti da vari organi consultivi, che favoriscono e incrementano la partecipazione degli utenti finali nei processi decisionali. Per tale ragione, la maggioranza degli Organismi si configura come Confederazione Idrografica, nei bacini che includono diverse Comunità Autonome e sottostanno alla tutela del Ministero dell’Ambiente. Le Confederazioni Idrografiche sono parte dell’Amministrazione Statale e al tempo stesso sono strumenti per prendere decisioni partecipate a livello locale. L’autorità dello Stato è stata completamente trasferita alle Comunità Autonome, nel caso dei bacini che

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fanno riferimento e sono competenti per il territorio di una sola Comunità.

L’acqua in CatalognaLa rete idrografica catalana presenta due grandi bacini idrografici, la conca idrografica dell’Ebro (15.038 km²) e le conche interne catalane (16.513 km²), rivolti entrambi al Mediterraneo. Ad essi si accompagna la conca di Garona, che si affaccia sull’Atlantico e si estende per 554 km². La conca dell’Ebro in Catalogna ha come principale contribuente il fiume Segre, la cui conca raggiunge, da sola, i 7.455 km², e a cui si aggiungono come affluenti le conche della Noguera Pallaresa (2.811km²) e Noguera Ribagorzana (1.013 km²).

Soggetti appartenenti al sistema delle risorse idricheAGENZIA CATALANA DELL’ ACQUA (ACA)L’Agenzia Catalana dell’Acqua (Agencia Catalana del Agua - ACA) è l’Ente pubblico della Generalitat de Catalunya, collegato anche al Dipartimento dell’Ambiente. Svolge la funzione di amministrazione idrica della Catalogna ed è responsabile della politica di governo in materia di acque, operando secondo i principi della Direttiva Quadro sulle Acque. L’ACA ha piene competenze nel ciclo integrale delle acque in relazione alle conche interne, mentre per le conche che fanno riferimento e sono di competenza di una Comunità Autonoma, le responsabilità sono condivise con le Confederazioni Idrografiche dell’Ebro e dello Jucar. Nell’ambito delle conche condivise tra più comunità, l’Agenzia Catalana dell’Acqua ha le seguenti competenze:• Bonifica e fornitura a monte, vale a dire al di fuori del territorio comunale.• Esecuzione del dominio pubblico idraulico e delle sue zone di influenza.• Valutazione delle procedure che rientrano all’interno dell’area di competenza di tale dominio, fatta eccezione per le concessioni di acqua.

• Promozione delle attività di enti e associazioni collegate al settore idrico.• Proposta al governo di stabilire, nelle zone inondabili, dei limiti all’uso ritenuti necessari per garantire la sicurezza delle persone e dei beni• In tale quadro di competenze vi sono anche gli Enti Locali dell’Acqua (ELA) e le imprese pubbliche che offrono servizi:• Aguas Ter Llobregat (ATLL), impresa pubblica del Dipartimento dell’Ambiente della Generalitat de Catalunya, incaricata di fornire acqua potabile ai comuni della sua zona di riferimento.• Consorcio de Aguas de Tarragona (CAT), Ente di fornitura di acqua creato dalla Generalitat de Catalunya, comuni e industrie della provincia di Tarragona, rappresentanti delle due comunità di irrigatori del delta dell’Ebro.• Consorcio de la Costa Brava, creato dalla Diputación de Girona e 27 comuni costieri di Girona. E’ l’Ente responsabile per la fornitura e bonifica di acqua nella provincia di Girona.• Mancomunidad de Aguas de Les Garrigues, Ente locale competente per l’istituzione, la costruzione, la manutenzione e il servizio di consegna di acqua potabile a tutti i comuni che compongono la Mancomunidad.• Altre imprese locali che si occupano dell’approvvigionamento idrico delle famiglie.

Istituti di RicercaCETAQUA - Centro tecnologico del aguaIl Centro Cetaqua è un istituto di ricerca con vocazione nazionale e internazionale, dedicato allo sviluppo edalle innovazioni tecnologiche e strutturali in materia di acqua. Il suo compito principale è svolgere attività di ricerca, nei settori della gestione e protezione delle risorse idriche e dello sviluppo di metodologie e tecnologie per il trattamento delle acque.

Istitut Català de Recerca de l’AiguaL’Istituto Catalano di Ricerca sull’Acqua è un Centro di Ricerca creato al fine di trasferire conoscenza e innovazioni tecnologiche correlate a tutti gli aspetti del ciclo completo dell’acqua e della sua gestione finale. L’obiettivo principale è formare personale altamente specializzato nell’ambito della gestione dell’acqua, proponendosi come punto di incontro tra tutti gli agenti, pubblici e privati attivi nel sistema.

Centro de Investigaciones Internacionales de Recursos CosterosIl Centro Internazionale di Ricerca sulle Risorse Costiere è un consorzio pubblico formato da vari enti, tra cui la Generalitat de Catalunya, l’Universitat Politècnica de Catalunya (UPC) e la International Federation of Institutes for Advanced Study (IFIAS).

Centro de Investigación Ecológica y Aplicaciones ForestalesIl Centro di Ricerca Ecologica e delle Applicazioni Forestali è un Centro pubblico di Ricerca che comprende la Generalitat de Cataluña, la Universidad Autónoma de Barcelona (UAB) e l’Instituto de Estudios Catalanes (IEC). È un consorzio che ha personalità giuridica e un campo di attuazione nazionale e internazionale e si propone di raggiungere l’obiettivo di generare conoscenze e strumenti sull’ecologia terrestre.

Institut de Recerca i Tecnologia Agroalimentàries (IRTA) de Cataluña - Departamento de Tecnología del RiegoÈ l’istituto di ricerca, inserito nel dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Azione Rurale della Generalitat de Catalunya. Obiettivo principale è favorire la modernizzazione e lo sviluppo sostenibile del settore agrario, alimentare, agro-forestale e di tutti gli ambiti afferenti alla qualità degli alimenti e ai consumatori finali.

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Instituto de Ciencia y Tecnología Ambientales (ICTA)L’Istituto di Scienza e Tecnologia Ambientale ha come obiettivo lo sviluppo di progetti di ricerca sulla tecnologia ambientale, la formazione e la divulgazione dei risultati finali. È uno dei più importanti centri di riferimento europei nell’ambito degli studi ambientali.

PROGETTI DI RILIEVO E BUONE PRASSI IN CATALOGNA Impianto di desalinizzazione dell’acqua di mare per osmosi inversa, El Prat de Llobregat, Provincia: BarcelonaIl Piano Idrologico Nazionale Spagnolo prevedeva il trasferimento di acqua dal fiume Ebro, per rifornire il Sud del Paese e la costruzione di 41 impianti di desalinizzazione, tra cui quello di Barcellona. Il progetto di desalinizzazione dell’acqua di mare proposto, è volto a garantire l’affidabilità delle risorse idriche nella regione di Barcellona e di migliorare la qualità dell’acqua. La tecnica scelta è la desalinizzazione adosmosi inversa. Con una capacità prevista di 200.000 metri cubi al giorno, vale a dire 60.000 milioni di litri all’anno, l’impianto di desalinizzazione di Barcellona è ad oggi il più grande del suo genere in Europa. Tra gli impianti funzionanti con questo tipo di sistema, nel mondo è secondo solo all’impianto di Ashkelon in Israele. Esistono desalinizzatori più grandi nel mondo, ma si basano su sistemi diversi (principalmente a evaporazione) che comportano un maggior dispendio di energia. Da metà 2009, l’impianto rifornisce circa 1,3 milioni di persone, pari al 20% della popolazione della regione. Con un costo totale di 159 milioni di euro, la sua realizzazione è stata finanziata con il 75% da fondi europei e il 25% da parte della Comunità Autonoma di Catalogna.

Sistema de gestione remota e centralizzata della rete di irrigazione municipale di Mataró, Provincia Barcelona Responsabile: Antoni Saurí Bertran - ÀREA DE SERVEIS TERRITORIALS.Il comune di Mataró ha implementato un sistema di gestione remota e centralizzata della rete di irrigazione comunale, per ottenere un risparmio consistente dell’acqua dedicata all’irrigazione. L’innovativo sistema di irrigazione, oltre a portare un notevole risparmio di acqua, fornisce una straordinaria facilità nella gestione dell’irrigazione, una notevole comodità ed un considerevole risparmio in termini di manutenzione del settaggio di tutti i programmatori di irrigazione. Una delle caratteristiche più importanti è che la rete di comunicazione utilizzata, combina un sistema ibrido GPRS e radiofrequenza (evitando così l’installazione di cavi). Ciò comporta un notevole risparmio nei costi di installazione e manutenzione della rete di comunicazione. Il sistema è gestito da un insieme di software, che sono accessibili da qualsiasi dispositivo connesso a Internet (computer, PDA).L’attuazione del sistema centralizzato ha comportato:• L’utilizzo logico (sfruttamento) di acqua piovana per l’irrigazione.• L’adeguamento dei sistemi di irrigazione alle condizioni atmosferiche.

Ampliamento della rete di distribuzione dell’acqua freatica sulla sponda sinistra del municipio di Sant Adrià del Besòs Provincia BarcellonaL’uso di acque delle falde freatiche attualmente scaricate in fognatura è destinato all’irrigazione delle aree verdi urbane, dei campi di calcio, della pulizia delle strade. L’acqua in eccesso si riversa nel fiume contribuendo così a mantenere il suo flusso ecologico. Il sottosuolo di Sant Adrià è ricco di risorse idriche; ciò ha portato a un grande sviluppo industriale

alla fine del XIX secolo. Il suo sfruttamento (in questo periodo è stata superata la soglia dei 60 milioni di metri cubi) ha comportato un significativo abbassamento del livello delle falde freatiche. A partire dagli anni ‘70, inizia un progressivo abbandono da parte delle industrie dello sfruttamento delle acque sotterranee, con il conseguente recupero del livello freatico ai suoi standard naturali, pur producendo diversi problemi nelle infrastrutture esistenti nel sottosuolo, essendo state costruite quando il livello era basso. Per proteggere queste infrastrutture, è diventato necessario rimuovere l’acqua dalle falde freatiche in vari luoghi. Questa prassi ha permesso di:• Evitare lo scarico nel sistema fognario delle acque estratte, per proteggere il parcheggio sotterraneo di Plaça de la Vila.• Ridurre il consumo di acqua potabile, che attualmente è destinata all’irrigazione di aree verdi urbane.• Gestire in modo più razionale lo sfruttamento delle risorse idriche, sfruttando l’acqua freatica per quegli usi che non richiedono una qualità simile all’acqua potabile.• Risparmiare risorse energetiche ed economico-finanziarie, necessarie per il trattamento dell’acqua potabile.

Durante l’anno 2009 è stato installato in tutto il municipio un sistema di utilizzo delle acque sotterranee per gli scarichi dei bagni domestici. In totale, 44 bagni con un consumo annuale di 2.197 metri cubi all’anno. Il che comporterà un risparmio molto importante, tanto dal punto di vista del consumo di acqua potabile, che da un punto di vista prettamente economico. Gli usi previsti della suddetta acqua, sono: l’irrigazione di 30 aree verdi urbane, che porterà a un risparmio annuo di 60.000 metri cubi, la pulizia delle strade, l’irrigazione degli impianti sportivi, la canalizzazione verso il fiume di circa 10 milioni di metri cubi di acqua proveniente da due punti diversi.

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Note

1 Vedi :“Acqua – il monitoraggio in Campania 2002-2007” ARPAC, 2007, “Relazione sullo stato dell’ambiente in Campania” ARPAC, 2009 Rapporto Ambientale del Programma Operativo FESR 2007 – 2013, Autorità Ambientale Regione Campania.2 Vedi sito web ATO2 Campania.3 Vedi G. Cannata, G. Sorrentino e altri, “Scenario globale di assetto idraulico ed ambientale del bacino idrografico del fiume Sarno”, febbraio 2009.4 Vedi sito web ARPAC.5 Vedi sito web ARIN.M. Giugni e altri, “La distrettualizzazione di Napoli Est”, 07/05/2007.6 Materiale fornito da Carlo De Michele.7 Materiale fornito da Gen. Roberto Iucci. 8 REU: Riutilizzo delle Acque Usate. Il riutilizzo delle acque usate consiste nel rendere all’acqua, attraverso un trattamento totale o parziale, la qualità necessaria alla messa a disposizione degli utenti per usi agricoli, urbani, industriali etc.9 L’insieme di sistemi politici, sociali, economici e amministrativi che operano per lo sviluppo e la gestione delle risorse idriche e la fornitura dei servizi idrici a diversi livelli della società (Rogers & Hall, 2003).10 DCE: Direttiva Quadro sull’Acqua emanata dalla Direzione Generale dell’Ambiente, Commissione Europea del 23 ottobre 2000. Altre sigle in questo capitolo: CED, Commissione Esecutiva della Durance; CLE, Commissione Locale dell’Acqua; LEMA, Legge sull’acqua e gli ambienti acquatici (Legge n°2006-1772 del 30 dicembre 2006); SDAGE, Schema Direttivo di Regolazione e di Gestione delle Acque.11 SAGE: Schema di Regolazione e di Gestione delle Acque.

Bibliografia

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Analysis of the water resource management systems and the Campania, Catalonia and PACA

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Contents

1. Notes on the comparison of regional water management systems

2. Analysis of the territorial water resource management system and good practices Campania Region

3. Analysis of the territorial water resource management system and good practices PACA Region

4. Analysis of the territorial water resource management system and good practices Catalonia Region

References

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1. Notes on the comparison of regional water management systems

IntroductionWater is a territorial resource and, in addition to the management–waterworks aspect, it has for a long time been thought of in terms of Integrated Water System, with the introduction of a continuous relationship between the technological cycle (collection, conversion into drinking water, distribution, discharge, purification, re-use and/or dumping into the receiving water body) and the natural cycle (rivers, river-beds/channels, rain…). The speed with which it is taken from nature (natural capital) must be the same as the speed with which the available supply is regenerated. While the speed of polluted water disposal must not exceed the absorption capacity by the ecosystems into which it is put. Management problems faced by the “public utilities” are always difficult, even in other areas of Europe. The maintenance and improvement of water quality requires attention to the forms of pollution as well as competence in the development of technical-management systems of collection and distribution. It is necessary to have control over excessive consumption and illegal tapping, to protect the water table and ensure it is re-supplied.The appropriate use of water requires the exercise of technical skills capable of also including awareness-raising campaigns that will lead to correct behaviour by users and encourage research with a view to improving the efficiency of sanitary fittings, electrical household appliances, closed-cycle industrial systems and technical support in agriculture, for a more rational and targeted use.

Analysis methodIn order to correctly define the analysis method used for comparing the regional water management systems, two general considerations need to be made: the first regards benchmarking, the second regards

cooperation activities.Benchmarking can be defined as the “systematic process for searching for the highest productivity, innovative ideas and high-efficiency procedures”. This procedure has always been difficult to apply to water services, especially in Italy, because of the differences in supply systems, climatic conditions, investments, etc.The analysis should enable checking of the effectiveness and efficiency of the resources employed, rationalisation of the organisational processes, optimisation of the service management system, maximisation of the use of private capital, if any, and identification of the fields of intervention to optimise results and reduce operating costs. To better identify the weak points of the service and improve the offer, it would be advantageous to also make a comparison with situations of other European Countries, highlighting and analysing any divergencies and noting positive examples to propose. As will be specified later, in the Catalonia and PACA (Provence-Alps-Côte-d’Azur) regions, the local regulations partially reflect the current European directives on water resource management and protection, whilst implementation is very recent in the Campania region, which is the reason why the previous regulations, not in line with European guidelines, have generated a very fragmented and diversified implementation context. It is therefore important to note that the problems relating to the lack of water and the desertification processes of some regions of Spain (including Catalonia) and, to a lesser extent, of France, have made the two regions much more aware than Campania. That is why it is necessary to pay considerable attention to problems relating to climatic changes and to the future development of European regulations and directives concerning water resource management. The comparison method has avoided a tool-based approach, such as ratio analysis, regression analysis and econometric models

(classic benchmarking tools). It was decided to analyse environmental situations, origins, motivations and presentation methods, combining a transversal approach with the thematic approach, so as to identify and/or develop different kinds of solutions: from political-institutional, administrative, organisational, technological and economic-financial ones, to the important criticalities of the sustainability of integrated water management. Finally, the territorial water resource management systems were compared as a whole, paying attention to the national reference regulatory framework and identifying future development possibilities.

Comparative analysis of territorial water resource management systems and good practicesMaking a comparative reading of the documents regarding the three territorial water resource management systems brings about some simple observations.The problem level is different in the three areas involved and the three documents focus on different issues. In Catalonia constant attention is paid to the risk of drought, recent cases being a prove of this, whilst in Provence, one of the most arid regions in France, water resource problems are tackled with good organisation, thanks to legislation passed over ten years ago (these two areas have anticipated the recent attention of the European Union to climatic changes and their consequences on the state of water resources). Campania has good laws that are in total harmony with European water directives. However, they are rather dated and mostly ignored, besides referring to a still very fragmented management system.

In Catalonia, as in the whole of Spain, “Catchment authorities” have existed since 1926. These are public bodies aimed at protecting and encouraging the sustainable use of water, a trend that has gained force

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with the implementation of the European Union’s Water Framework Directive 2000/60. Within them, they have various advisory bodies, aimed at sustaining and increasing the participation of users in decision-making processes. That is why the majority of the Authorities emerge as Hydrographic Confederations, in catchment areas that comprise several Independent Communities, under the protection of the Ministry of the Environment. The Hydrographic Confederations are part of the Civil Service and, at the same time, instruments for shared decisions at local level. The State’s authority, in fact, has been completely transferred to the Independent Communities within the scope of the catchment areas to which they refer, and falls within the jurisdiction of the territory of just one Community.In Catalonia, the main operator is ACA (Agenzia Catalana del Agua [Catalan Water Agency]), which has jurisdiction over the integrated water cycle as regards inland catchments.Among the actions of the region proposed as good practices, there are the following:• construction of innovative plants and projects for the desalination of sea water. Initially, the Spanish National Hydrological Plan envisaged the transfer of water from the Ebro river, to supply the South of the Country, and the construction of 41 desalination plants. The sea water desalination project aims to guarantee the reliability of water resources in the Barcelona region and to improve the quality of the water. Barcelona’s desalination plant is, to date, the largest of its kind in Europe, and, in the world, it is second only to the Ashkelon plant in Israel;• creation of a remote and centralised municipal irrigation network management system (Matarò). The communication network used combines a hybrid GPRS and radiofrequency system, so avoiding the installation of cables. This allows a

remarkable saving in installation and maintenance costs. The system is managed by a combination of software, which can be accessed from any device connected to Internet. Implementation of the centralised system has allowed the logical use of rainwater for irrigation and the adaptation of irrigation systems to atmospheric conditions. These characteristics allow a saving of water exceeding 40% of total consumption;• use of non-drinkable groundwater for some municipal services (Sant’Adrià del Besòs) and testing of the use of dual systems. The subsurface of Sant’Adrià is rich in water resources and this led to great industrial development at the end of the 19th century. Its exploitation produced a significant lowering of the level of the water tables. As from the seventies, the industries began to gradually give up exploiting groundwater, with consequent recovery of the groundwater level to its natural standard. This was done despite the creation of various problems for the infrastructures existing in the subsurface, since they were built when the level was low. To protect these infrastructures, it became necessary to remove the water from the water tables in various places. Thanks to the actions undertaken over recent years, an improvement in the quality of groundwater has been noticed. This practice has allowed: avoidance of extracted water discharge into the sewerage system to protect the underground car park of Plaça de la Vila; a reduction of the consumption of drinking water currently used for irrigating urban green areas; an increase in the flow of the river through the addition of 10 million cubic metres of groundwater per year; a more rational management of the exploitation of water resources and protection of the environment within a framework of sustainable development; the saving of energy and economic-financial resources, necessary for the treatment of drinking water.

In Provence too, the legislative references date back to the early 1920s.Metropolitan France is divided into six catchment areas. For each of them, there is a catchment area committee whose members:- discuss and define, in a concerted way, the important issues relating to the water resource management policy and protection of natural aquatic environments, at the level of a large drainage basin;- draft the SDAGE (Schema direttivo di regolazione e gestione delle acque [executive plan for water regulation and management]), which defines the basic orientations of the policy for balanced and economical water resource management, and for the protection of natural aquatic environments in the catchment area. The SDAGE has management plan value, like the DCE (European Framework Directive).- It defines the orientations of the action of the Water Agency, which submits its intervention programmes to it, as also the taxable amounts and royal prerogative rates.- It ensures the balance of the SAGEs (national development and water management plans) drafted on its territory.- It approves the territorial concerted management policies on its catchment area.

The Rhône-Méditerranée et Corse water agency has jurisdiction in the PACA region. The Committee defines the lines of the water policy and approves the territorial policies of local management authorities. In reality, the responsibility for choosing the management method lies with the municipalities that can entrust it to the municipal or mayoral services or to private groups. In any case, the initiative of the environmental contracts regarding rivers, canals, ponds, bays and deltas appears to be original and interesting. The river contract is the preferential intervention framework of the regional water policy. This is a local initiative operational tool for managing a waterway in an integrated, concerted and

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sustainable manner. Actions flow from the collectively defined objectives, thanks to the synergy between all the project participants. This five-year plan of action represents the subject of a regular assessment that allows determination of the impact caused by the measures taken. The river Committee gathers together all the development Plan operators for water and the territory. So far, the Region has already signed 14 river contracts and another 13 are currently being drafted. The sum that the Region plans to invest until 2014 (Charter of environment contracts, including river contracts) is 70MÛ . In this way, the various tools for integrated management of water on the drainage basin allow the realisation of local governments and intervention strategies, coordinated between the water and territory development Plan officers.

The report on the Campania Region emerges at national level first. In Italy, the implementation of two laws - one for the natural water cycle, the other for the technical cycle - has resulted in the setting up of authorities such as the Autorità di Bacino (Catchment Authority) and the Ambiti Territoriali Ottimali (Optimal Territorial Ambits), which also realise Europe’s policy directives and, in synergy, contribute to protecting the water resource. At local level, these authorities implement the operational policies of the Campania Region, supported by the engineers of the Environment Protection Agency (ARPAC: Regional Environment Protection Agency of Campania).The good practices indicated are:• resource quality management and communication to the user for Campania’s main waterworks company (ARIN: Naples Water Resource Company). The agency is one of the main water operators of Southern Italy, serving more than one and a half million inhabitants and 280,000 other users on a territory that, besides Naples, comprises

approximately another 25 municipalities;• management of an urban sewage purification plant that, until it was no longer used, was managed according to the logic of a small element comprised in a real integrated water cycle, and not just as a stage of a linear chain (waterworks-sewers-purification). Worthy of mention is the social communication and environmental education activity, concentrated mainly on the integrated water cycle, which the body’s executive and operational staff have adopted since 1999, in addition to normal agency duties;• technical approach to the over-use of water in agriculture. A work of remarkable collaboration between the farming community and the Faculty of agriculture. Agriculture is, in fact, the business sector that uses water resources the most. It is estimated that in the regions of Southern Italy, out of 10 litres of water available – both surface and ground water -, about 6 litres are used to irrigate fields. Thanks to the technique defined by the Agricultural Engineering Department of the University of Naples Federico II and by the university spin-off Ariespace S.r.l., the Regional Irrigation Consultancy Plan (PRCI) of the Campania Region allows rational and efficient water resource management in agriculture;• system-based approach for the reclamation of one of the most polluted rivers in Europe, the Sarno. For decades, it has been the most polluted in Campania due to a number of concurrent causes: lack of a suitable sewerage and purification system to serve the municipalities in the catchment area; failure of the leather tanning companies and agricultural and food product processing companies of the area to comply with environmental regulations.

SUMMARY Management systemPACA - Catchment area committee: the municipalities report to this committee and delegate to a plurality of water operators (regulation 1926).Catalonia - Catchment authorities, to which the Catalan Water Agency reports (regulation 1920).Campania - Catchment Authority and Optimal Territorial Ambits that should work in synergy. The latter manage the industrial cycle, to which a plurality of water operators report (regulation 1994).CriticalitiesPACA – Drought.Catalonia - Drought.Campania - Regulatory system still fragmented and partially ignored. Hydrogeological risk.Good methodological practicesPACA – Catchment area committees. Environmental contracts regarding rivers, canals, ponds, bays and deltas.Catalonia - Testing of the use of dual systems.Campania - Resource quality management and communication to users (ARIN [Naples Water Resource Company]). Management of an urban sewage purification plant. Technical approach to the over-use of water in agriculture. System-based approach to tackle and solve the need to reclaim one of the most polluted rivers in Europe.Good technological practicesCatalonia - Construction of innovative plants and projects for the desalination of sea water. Creation of a remote and centralised municipal irrigation network management system.

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2. Analysis of the territorial water resource management system and good practices – Campania Region

The territorial management System in the Campania Region1

In Campania, as in Italy and other European countries, to talk about water management means discussing a complex system of utility service providers (operators), which correspond to different types, by legal status and management jurisdiction (geographical reference areas and service fields). A first distinction needs to be made: water as an environmental heritage to be protected falls within the so-called natural cycle, whilst water as a primary consumer commodity, that needs to be preserved and distributed to users, thus implying collection of waste water and its disposal or recycling, is connected with the so-called industrial cycle. Geographical distinctions too must be taken into consideration. Water is not a commodity that comes under the protection of a single operator, but can be incumbent on the Municipalities, Provinces, Regions or, as in the past, even the State. Usually, the municipalities manage the sewerage systems, the provinces and the regions govern the catchment areas, and the companies or consortiums that operate at urban or pluri-municipal level coordinate the waterworks and the purification plants. Some operators also manage the purification plants in addition to the waterworks. It is also necessary to add that Campania is a region that is very rich in water, from the viewpoint of both quantity (surface and groundwater) and quality. There are historically well-known sources, which are used for collection in waterworks and also for the bottling of mineral water. Such abundance has unfortunately turned into a historical carelessness with the water asset, especially in agriculture. With the recent strengthening of the role of the regions, the Italian State has delegated many actions to them in the field of the environment and infrastructures.

For water resource management, the region has three functions: building of infrastructures, regulatory jurisdiction and study, communication and awareness-raising activities. As regards infrastructural works on the territory, emergencies persist that prevent real planning and management. At present, work is carried out in response to requests from local authorities or to urgent needs that may arise. It is more of an emergency management and not a programming of policies that will then be tested in practical situations.There are, however, many positive aspects. One of these is the regional regulation for implementation of the naturalistic engineering interventions of 22 July 2002, which lays down the obligation in any work to try and first use these techniques and moreover, regulates the price lists of the naturalistic engineering on the territory, to guarantee a uniformity of cost for public and private entities on environmentally friendly interventions and/or interventions geared at soil protection, reclamations and environmental recovery, infrastructures, hydraulic works and environment protection.Also extremely interesting is the method used to draw up the ERDF Operational Programme 2007-2013 (the programming document that constitutes the Region’s reference framework for the use of ERDF Community resources) that, in conformity with Directive 2001/42/EC, is divided into two parts: the Environmental Report and the Summary Declaration of the Strategic Environmental Assessment (SEA).The merits of this programming work are manifold. Since 2006, there has been implementation of and compliance with a European regulation, which in Italy became effective only in 2008. This places the actions of the Campania Region as a good practice at national level. Secondly, this implementation has allowed all authorities with environmental jurisdictions

to be involved with the drafting of the ERDF Regional Operational Program. The documents that emerge from it represent a real and concrete programming, which starts from the assessment of the state of the environment and its criticalities and makes use of the opinion and consultation of experts of the sector to obtain an informed and transparent plan. Finally, regional law 14/97 (and subsequent additions, like the Regional Finance Bill of 2007) that sets up the ATO (Ambito Territoriale Ottimale [Optimal Territorial Ambit]) is to be considered fundamental. From the analysis, communication and awareness-raising viewpoint, a lot has been done but is perhaps known only to sector insiders and little publicised to the general public. In 2006, the Campania Region initiated an awareness-raising campaign on the water asset, and also on water resource use and waste. This campaign, with all the supporting material, is still visible on the Region’s Internet pages dedicated to water.

The role of the ATOs (Optimal Territorial Ambits)2

The ATOs, Optimal Territorial Ambit or ATO Authority, were created in compliance with European Water Framework Directive 200760/EC, which has transferred their implementation to the regions. In Campania, these were set up with regional law 14/97 and subsequent additions, like the Regional Finance Bill of 2007. Initially, there were four of them, and a fifth was added in 2007.Unlike the Catchment Authorities, whose geographical characterisation is already present in the name, the national ATOs are mostly identified by sequential numbers. In Campania, however, they correspond to a precise geographical area and have a name that refers to it:ATO 1 – Calore Irpino, territories of the municipalities of the Avellino and Benevento provinces.ATO 2 – Napoli-Volturno, territories of the

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municipalities of the Naples province.ATO 3 – Sarnese-Vesuviano, territories of the municipalities of the Salerno province.ATO 4 – Sele, territories of the municipalities to the south of Salerno and the Amalfi coast.ATO 5 – Terra di Lavoro, territories of the municipalities of the Caserta province. The ATOs are responsible for organising the integrated water service, consisting of the range of public services comprising water collection and distribution for domestic use, and sewers and waste water purification. This is a very important innovation because, for the first time in Italy, power and jurisdiction is given to a single operator with territorial jurisdiction for planning, coordination, control and sanction, over the plurality of operators managing the water cycle for domestic use.The Integrated Water System (Servizio Idrico Integrato: SII) was also set up with the same reform. Its purpose is to rationalise the running of the water services comprising waterworks, sewers and purification, in the past carried out directly or contracted out by individual Municipalities, within the framework of the functions assigned to them by the relevant sector laws, so reducing subdivision of the managed services. The purpose of the system reform is to protect the use of water resources in the interests of users and the environment, by creating the conditions for the programming, carrying out and management of essential works for the extension, improvement and maintenance of waterworks networks, sewerage system networks and purification plants.

The role of the Catchment Authorities3

The Catchment Authorities are Bodies set up by Law 183/89 “Rules for the organisational and functional readjustment of soil protection”. Their purpose is to ensure water reclamation, soil protection, water heritage use and management for the purposes of rational economic and social development, as well as protection of the

environmental aspects connected with them. Depending on the catchment area, they have jurisdiction over rivers, lakes, estuaries and other transitional waters, coastal waters and groundwater, therefore over the whole natural water cycle. In Campania, six Catchment Authorities have been set up, four of regional importance (left of the Sele river, right of the Sele river, Sarno river and North-West Campania), one of inter-regional importance (Sele river) and one of national importance, comprising the Liri – Garigliano – Volturno rivers.

Environment Protection Agencies4

The national system of Environment Protec-tion Agencies, made up of the Agency for Environment Protection and for Technical Services (APAT: Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici) and 21 regional (ARPA) and provincial (APPA) environment protection agencies, was set up with Law no. 61 of 21 January 1994, with the purpose of creating a modern and efficient environmental control and prevention net-work, after the results of a popular referen-dum. The Regional Agency for Environmental Protection of Campania (ARPAC), instrumen-tal Body of the Campania Region set up with Regional law no. 10 of 29 July 1998, develops monitoring, prevention and control activities oriented towards protecting the quality of the territory and helping in overcoming Campa-nia’s numerous environmental criticalities.The institutional activities carried out by the ARPAC are local environmental protection and reclamation activities: supervision and control of compliance with current regula-tions, technical-scientific support to local authorities, provision of important analytical environmental and health services, creation of an environmental information system, research and information activities.Next to the territorial structure and its provincial departments, there are specialist thematic centres that represent the regional reference structures on topics of particular

interest:- Centro Regionale di Inquinamento Atmosfe-rico (CRIA) (Regional Centre for Atmospheric Pollution), with headquarters in Naples;- Centro Regionale Radioattività (CRR) (Re-gional Radioactivity Centre), with headquar-ters in Salerno;- Centro Regionale Siti Contaminati (CRSC) (Regional Centre for Contaminated Sites), with headquarters in Naples;- Servizio Emergenze Ambientali (SEAm) (Environmental Emergency Service).

Good water management practices in CampaniaManagement of water resources in the Campania Region is characterised by situations of different significance: from criticalities relating to the lack of intervention planning, despite continuous demands, to the presence of situations that can be identified as excellences. The cases of good practices do not claim to be exhaustive of all the efficient and effective situations present on the territory and liable to be “exported”, but they correspond to an illustrative methodology of the integrated water cycle. In the initial stage of the work, four thematic areas were identified (three sector-specific and one cross-sector) that require a more in-depth analysis to eventually outline possible solutions that can be proposed to an interregional working table around which methods can be shared. These areas are:• industrial water cycle, for domestic and industrial uses, comprising source sectors, waterworks, sewers, purification, water re-use;• natural water cycle, water as natural resource/commodity, comprising the hydrogeological aspects of the territory, the balance of the catchment areas and the preservation of the quantity and quality of the water;• saving and re-use of water in agriculture, regarding the system of the farming enterprises;

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• innovative experiences in the water cycle, in particular, recycling and phytodepuration, as well as innovations aiming at consumption efficiency and effectiveness.

In light of the four thematic areas, an analysis was carried out that allowed four good practices to be identified. These represent innovative experiences in the water cycle, prone to recycling and innovations, aiming at consumption efficiency and effectiveness.

First section of the integrated cycle: from water collection to water distributionARIN S.p.A.5

ARIN (Azienda Risorse Idriche di Napoli [Naples Water Company]) is one of the main water operators of Southern Italy, serving more than one and a half million inhabitants and 280,000 other users on a territory that, besides Naples, comprises approximately another 25 municipalities.The company has two strong points: the first is the quality of the water, checked through chemical, physical and microbiological analyses, carried out on a daily basis by the internal laboratory accredited by SINAL, which is a guarantee of the laboratory’s competence and unbiased approach in carrying out the tests; the second is attention to customer relations and compliance with precise service quality parameters, which are checked and updated every year.As regards technological innovation, ARIN gives special attention to problems connected with minimising water losses, not only for economic-management objectives, but also as a due contribution to controlling wastage of the precious water resource and protecting the environment. To that end, an agreement has been entered into with the Hydraulic and Environmental Engineering Department of the Faculty of Engineering of the University of Naples, Federico II. Its purpose is the study and

creation of water zones in a significant city area, as well as the definition of a technical-economic and programmatic plan, to extend zoning to the entire city of Naples. The result has been a reduction of water losses, which recently dropped from 23% to 17%. Finally, a note about environmental awareness: ARIN has established a programme of investment in renewable energy sources, on completion of which 75% of requirements will be satisfied by a biomass-fired cogeneration plant.

Waste water collection, purification (and re-introduction).Consorzio di Depurazione Liquami di Napoli (Naples Sewage Purification Consortium), San Giovanni a TeduccioThe Naples Sewage Purification Consortium, San Giovanni a Teduccio, is destined to be closed in a very few years’ time because of the inadequacy of the plant, dating back to 1960, from both the treatment capacity (5600 m3/h) and technologic point of view (chemical/physical treatment rather than biological treatment). However, management methods at the cutting edge in Italy are put above this inadequacy, due to the attention to the environment the management has always shown. The first aspect is the social communication and environmental education activity, non institutional activity of the Consortium, concentrated on the integrated water cycle, which the Body’s executive and operational staff have adopted since 1999, in addition to normal agency duties. The Consortium supported ENI’s (National Hydrocarbon Corporation) energy saving campaign by helping to convey the message and handing out a “do-it-yourself” water and energy saving kit to employees (consisting of aerators and low-flow shower heads).Even more important is the collection of waste oil that the Consortium has adopted since 2008, in collaboration with a company that deals with the collection and recovery

of special liquid waste. Finally, there is the guide published by the Consortium dedicated to the small, but important, gestures of day-to-day ecology. One part of it is addressed to public administration bodies, with requests intended to improve the operation of the purification plant (for example, the promotion of separate collection of special liquid waste). Another part, containing advice on how to avoid clogging of pipes and purification plants, is addressed to citizens.

Over-use of water in agriculture: new technical approaches6

Water is a decisive factor of production in agriculture. The scarcity of the water resource and its growing use in agriculture and in the domestic and industrial sectors makes it necessary for institutions, operators and farmers to adopt the best tools for correctly using and saving it. Agriculture is the business sector that uses water resources the most: it is estimated that, in the regions of Southern Italy, out of 10 litres of water available - surface and ground water -about 6 litres are used to irrigate fields. The Community, national and regional regulatory framework has clearly indicated the future path for water use: saving, availability and accessibility for the various users, protection from polluting sources.From that very perspective, the Regional Irrigation Consultancy Plan (PRCI) of the Campania Region has been implemented which, thanks to the technique defined by the Agricultural Engineering Department of the University of Naples Federico II and by the university spin-off Ariespace S.r.l., allows rational and efficient water resource management in agriculture. The innovative aspect consists of assimilating satellite data in agrometeorological models to obtain an estimate of the irrigation requirements of individual parcelled units (> 1), covering large territorial expanses (approx. 3,000

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km2) in real time (a few hours after satellite acquisition). These data, together with a satellite image of the farm, are sent once a week directly to the farm manager, who thus receives customised “irrigation advice” in real time, via SMS, MMS and e-mail. These data can also be consulted on-line, via a dedicated web site (www.consulenzairrigua.it). The economic advantages are even greater if the water is not supplied by the Consortium, but “self-produced” by means of water extraction apparatuses. The technology is now available and applied in the Campania Region, in the Sele and Volturno River Plains. Further implementations would be possible by envisaging integration with electronic systems for measuring the delivered water (like, for example, the Acquacard system, produced by “Nicotra Sistemi S.p.A.”), already present in many Reclamation and Irrigation Consortiums, such as for example the Sannio Alifano one, and these would be willing to carry out further testing.

Protection of water as a natural commodity7

Reclamation work on the catchment area of the Sarno riverFor decades, the Sarno river has been the most polluted in Campania, due to a number of causes: lack of a suitable sewerage and purification system to serve the municipalities in the catchment area and failure of the leather tanning companies and agricultural and food processing companies to comply with environmental regulations. When the reclamation action was undertaken, the river was considered a real ecological “time bomb”, which involved not only the entire area around the river basin, but poured about 36 cubic metres per second (about 2 million litres per minute) of polluting sewage into the sea. The action undertaken in 2003 is unique in Italy and one of the most demanding in Europe, due to the extent of the actual recovery works, which had to meet with many complex problems,

and also due to the desire not to just carry out reclamation work, but to extend the intervention to landscape recovery and renewal in the area.The intervention involves a territory of 500 km², inhabited by 750,000 people, comprising 39 municipalities and an economic system based on tanneries, agriculture and canning companies (tomato). The reclamation work has implemented an awareness-raising and information process, sponsored by the municipalities, based on the involvement of citizens and on a social campaign aimed at changing their behaviours.

3. Analysis of the territorial water resource management system and good practices – PACA Region

Qualitative and quantitative aspectsAlthough it is one of the most arid regions in France, with a very irregular pluviometry over time, the Provence-Alps-Côte d’Azur region has sufficient water resources up to now, thanks to awareness raising and to a water management tradition. For quite some time, the region has witnessed a high overall and seasonal demographic growth, which leads, among other things, to an increase in the demand for water. Knowledge of the distribution over time and space of ground or surface water resources is necessary to be able to manage them in a sustainable manner. In the regional context of a large demographic increase, the question of maintaining the quality of the available water is fundamental. Although, from a quantity viewpoint, the PACA region does not lack water, it regularly runs into some quality problems. Good quality is necessary for drinking water, but it also is for other uses (agriculture, amusements, tourism). Beyond the objectives of the Water Framework Directive, maintenance of the quality of the masses of natural or artificial surface water and groundwater appear necessary for tourism development or for regulation of the territory. When speaking about general water quality, some variables are taken into consideration:- physical and chemical variable, which enable us to have numerical information on the concentration of an element (for example, polluting) in the water, the sediments and even living organisms;- bacteriological variables, which show the contamination state of the water caused by bacteria of human and animal origin;- biological variables, which allow us to understand the condition of the water, starting from the quality of the living environment that is found in it (abundance, diversity, sensitivity to pollutants).

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Uses of water in Provence-Alps-Côte d’AzurAgricultural waterAt world and regional level, agriculture requires more than 2/3 of the total consumption of water. In the French Mediterranean regions, naturally subject to shortage of water during the summer months, its collective management for crop irrigation and the supply of water to cities has for centuries represented a key to social and economic development and to the development of the territory.Types of irrigation- Gravitational irrigation is the oldest technique. It consists of letting water flow in channels and rivulets by gravity (approx. 52% of regional irrigation).- Sprinkling irrigation consists of making the water circulate under pressure in some pipes. This reproduces the rain thanks to the sprinklers, allows water consumption to be limited and can be adapted to all configurations and types of ground (approx. 37% of regional irrigation).- Microirrigation or “drop by drop” irrigation is the most economical technique and avoids losses due to evaporation, formation of streams, deep infiltration. The water is brought by low pressure up to the roots of each plant and is distributed by small tubes (approx. 10% of regional irrigation).

Industrial waterApproximately 300 million m³/year is taken for industrial uses in the PACA region. Water requirements in industry have fallen by more than 30% since the sixties, following improvement of the processes (largely thanks to the use of closed circuits) and the slowdown of some industrial activities. Regulatory restrictions entail the carrying out of particular works (purification stations, equipment for reducing effluents...), the modification of processes and plant renovation (separation circuits ...). For industry, legislation and controls intervene on two levels: on classified

plants, regularising the water they take and discharge, and on the subsequent consequences in the environment.

Organisation of water distribution- Management method. In the region, about 28% of the municipalities has entrusted the distribution of water to an inter-municipal organisation. The forms of inter-municipal cooperation are particularly developed in Vaucluse, in the Bouches-du Rhône and in the Maritime Alps.- Exploitation method. 70% of the distribution units are exploited by regional organisation. These are important municipalities that have entrusted the distribution of water to a private operator. The main delegates belong to the Véolia, SAUR, Lyonnaise des Eaux and SEM (Société des Eaux de Marseille) groups.

Hydraulic energyOut of the various uses of water in the Provence-Alps-Côte d’Azur region, the production of renewable electrical energy is of particular importance. The regional geomorphological and hydrological context is favourable to the installation of hydroelectric plants. Hydraulics represents more than 55% of regional production of primary energy from renewables. Hydroelectricity uses a time-tested technique. The basic principle consists of using the mechanical energy of water to turn a turbine connected to a generator that then produces electrical energy (electricity). Regional hydroelectric production is strategic for the Provence-Alps-Côte d’Azur region, which is extremely dependent on foreign countries for its electricity supply and subject to heavy constraints as regards transport. Hydroelectrics represents 22% of the region’s consumption (2007 data). The development of the Durance-Verdon area, run by EDF – Électricité de France, has 22 hydroelectric power stations, with an average production of 6.5 billion kWh, which represents 10% of national hydraulic production.

Tourism and amusementsPACA is the leading French region for domestic tourism and the second region for foreign tourism after Paris - Île de France. The development of water amusements near regional artificial lakes poses the question of water use, potential conflicts and impact on aquatic environments. As was the case for the Serre-Ponçon lake, water becomes a resource of the tourism economy of the Northern Alps. Serre-Ponçon is an immense playground, with a whole range of games and sports activities. The lake now attracts more than 40% of the number of summer tourists of the Northern Alps department and represents about 12% of tourism earnings in this department. Likewise developed in the Alpine departments are the water sports: rafting, water outings, swimming in spring water, kayak, canoe and canyoning.

Integrated and territorial river managementWater and aquatic environments in the PACA region are a rich but fragile heritage, which requires global and balanced management in order to reconcile utilisations and the protection and valorisation of aquatic environments.An integrated management of water must consider everything that takes place on the drainage basin, including the natural and human activities with impact on water and on aquatic ecosystems. The objective of this integrated management is to develop a balanced approach between environment and utilisation, in synergy with the group of people in charge of the project on water and the national development plan. The Region uses a set of integrated drainage basin management tools, applied with the various players and partners (state representatives, territorial and local communities, coast-dwellers and users). These are the river contracts, the S.A.G.E.s (national development and water management plans) and the national

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development plans of the drainage basin. The public Bodies managing the aquatic environments (river consortiums) represent the mainstay of this integrated management system.The river contract is the preferential intervention framework of the regional water policy. A local initiative operational tool for managing a waterway in an integrated, concerted and sustainable manner.The national development and water management plan (SAGE) is a procedure that enables a local policy to be drafted and realised for water and aquatic environments. This lays down collective objectives and rules for global, balanced and sustainable water management on a given territory. The drainage basin development plan, drafted by the river trusts, represents the simplest tool for realising global management on a drainage basin.

Environmental contracts (river, pond, bay and delta). Flood risk in the regionAt various levels, floods threaten the whole of the territories of the Provence-Alps-Côte d’Azur region. The first aggravating factor is the “extreme” nature of the Mediterranean climate, which has local brief, intense precipitations. The presence of steep hills contributes to the torrential nature of the flows, with very short reaction times, sometimes in the order of one hour for small drainage basins. After a few natural calamities of considerable importance, the Region has identified a process that acts according to the vulnerability of the territory and arranges special measures for preventing the phenomenon.

Alternative resourcesWater resources are relatively abundant in the PACA region. However, in the current demographic and climatic context, and especially in anticipation of the future, other water resources must be considered as of now, as potentially mobilisable. Even

though the re-use of used water and the desalination of sea water represent possible alternative resources, the water contained in unexploited karst aquifers represents a reserve that should not be underestimated.

Waste water re-use (REU = Réutilisation des Eaux Usées)The REU8 appears in French legislation as the Water Act of 3 January 1992. In article 35, re-use is mentioned as an alternative to dumping effluents from purification stations into the environment. For the realisation of the REU in France, the plant managers refer to the recommendations of 1991 of the French Public Health Governing Board, which give guidelines on the re-use of used water only for crop irrigation.

Governance9

Because of the diversity of local contexts, in France, a territorial water policy is realised based on the catchment logic. This trend has gained force with the adoption of the European Framework Directive (DCE)10, “act II” of decentralisation and the Environment Charter.Water governance at local level is defined by the Catchment Area Committee that: defines, in a concerted way, the large issues of the policy of water resource management and of protection of natural aquatic environments; outlines the fundamental orientations of the policy of balanced water resource management and of protection of natural aquatic environments; outlines the operational policies of the Water Agency; approves the territorial concerted management policies on its catchment.

The Rhône-Méditerranée et Corse (RM&C) Water Agency has jurisdiction in the Provence-Alps-Côte d’Azur region. Its headquarters are in Lyons and it has a delegation in Marseille.Territorial water management in France therefore has the catchment area as its main

framework. Even so, there are “other water territories” within it.At local level, there are the decentralised services of the various ministries involved in the water policy, which are under the authority of the prefects. The Mission InterServices de l’Eau (MISE), under the authority of the Department Prefect, deals with strategic issues regarding resource management and protection. The Provence-Alps-Côte d’Azur Region has decided to work out a plan for a reasonable and united utilisation of the water resource: (SOURSE) the regional water meetings represent the occasion for officialising the launching of this programme. At sub-catchment level, a Local Water Commission can be set up to define, monitor and supervise the realisation of a SAGE11. The SAGE lays down the specific objectives of resource quality, utilisation, valorisation and protection. In parallel to these institutions, more or less local initiatives have been taken to meet specific needs. At regional level, there are 70 facilities for the management of aquatic environments, grouped within the Regional Network for the Management of Aquatic Environments, activated by the Regional Environment Agency.

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4. Analysis of the territorial water resource management system and good practices – Catalonia Region

IntroductionWater resource management in Spain was a fundamental part of the economic development policy in the 20th century, a period during which the number of catchments increased from 60 to over 1,000. Irrigation infrastructures increased at the same rate. The “Ministerio de Medio Ambiente, Medio Rural y Marino” estimates that, at economic level, the water used for irrigation supports about 50% of Spain’s agricultural production. Furthermore, over recent years, Spain has had to tackle problems connected with drought and that is why the policy for the creation and expansion of catchments, which have reached an accumulation capacity of 54 billion m³, has played an important role in reducing the impact of droughts and floods. In order to manage the water resources, specialised Bodies, Catchment Authorities (organismos de cuenca), have been created. Set up in 1926, they used to perform a main role in the construction of water infrastructures. Over recent years, however, they have been performing the function of protection and support of the sustainable use of water; a trend that has gained force with the implementation of the European Union’s Water Framework Directive 2000/60. The Catchment Authorities are made up of various advisory bodies, which encourage and increase the participation of end users in decision-making processes. That is why the majority of the Authorities emerge as Hydrographic Confederation, in catchment areas that comprise several Independent Communities, and are under the protection of the Ministry of the Environment. The Hydrographic Confederations are part of the Civil Service and, at the same time, are instruments for making shared decisions at local level. The State’s authority has been completely transferred to the Independent Communities, in the case of their catchment

areas and they have jurisdiction over the territory of just one Community.

Water in CataloniaThe Catalan hydrographic network has two large catchment areas, the Ebro catchment basin (15,038 km²) and the Catalan inland catchments (16,513 km²), both facing the Mediterranean. They are accompanied by the Garona basin, which overlooks the Atlantic and extends for 554 km². The Ebro basin in Catalonia is mainly filled by the waters of the Segre river, whose basin alone reaches 7,455 km², and to which are added as tributaries the basins of Noguera Pallaresa (2,811 km²) and Noguera Ribagorzana (1,013 km²).

Subjects belonging to the water resource systemCATALAN WATER AGENCY (ACA)The Catalan Water Agency (Agencia Catalana del Agua - ACA) is the public Body of the Generalitat de Catalunya, also linked to the Environment Department. It performs the water management function of Catalonia and is responsible for the government water policy, working according to the principles of the Water Framework Directive. The ACA has full authority in the complete water cycle in relation to the inland basins, whilst for the basins that refer to, and fall within the competence of, an Independent Community, the responsibilities are shared between the Hydrographic Confederations of the Ebro and of the Jucar. In the context of the basins shared between several municipalities, the Catalan Water Agency has the authority to carry out the following:• reclamation and supply upstream, namely outside the municipal territory;• execution of the hydraulic public domain and of its areas of influence;• evaluation of the procedures that fall within the area of competence of this domain, except for water concessions;

• promotion of the activities of bodies and associations connected with the water sector;• proposal to the government to set, in the flood-prone areas, limits to use considered necessary to guarantee the safety of people and property.• In this competence framework, there are also the Local Water Authorities (ELA) and public utilities that offer services.• Aguas Ter Llobregat (ATLL), public utility of the Environment Department of the Generalitat de Catalunya, responsible for supplying drinking water to the municipalities of its reference area.• Consorcio de Aguas de Tarragona (CAT), water supply Body created by the Generalitat de Catalunya, municipalities and industries of the province of Tarragona, representatives of the two communities of irrigators of the Ebro delta.• Consorcio de la Costa Brava, created by the Diputación de Girona and 27 coastal municipalities of Girona. This is the Body that is responsible for the supply and reclamation of water in the province of Girona.• Mancomunidad de Aguas de Les Garrigues, Local Authority having jurisdiction for setting up, construction, maintenance and for the service of delivering drinking water to all the municipalities that form the Mancomunidad.• Other local enterprises that are responsible for supplying water to households.

Research InstitutesCETAQUA - Technological centre for waterThe “Cetaqua” Centre is a research institute with national and international vocation, dedicated to development and to technological and structural innovations as regards water. Its main task is to carry out research activities in the sectors for the management and protection of water resources and the development of water treatment methods and technologies.

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Istitut Català de Recerca de l’AiguaThe Catalan Water Research Institute is a Research Centre created in order to transfer knowledge and correlated technological innovations to all aspects of the complete water cycle and its final management. The main objective is to provide training to produce highly specialised water management personnel and offer itself as a point of contact between all the public and private agents working in the system.

Centro de Investigaciones Internacionales de Recursos CosterosThe International Centre for Research on Coastal Resources is a public consortium made up of various bodies, including the Generalitat de Catalunya, the Universitat Politècnica de Catalunya (UPC) and the International Federation of Institutes for Advanced Study (IFIAS).

Centro de Investigación Ecológica y Aplicaciones ForestalesThe Centre for Ecological Research and Forestry Applications is a public Research Centre that comprises the Generalitat de Cataluña, the Universidad Autónoma de Barcelona (UAB) and the Instituto de Estudios Catalanes (IEC). This consortium has legal status and a national and international implementation field and aims to achieve the objective of generating knowledge and tools on the earth’s ecology.

Institut de Recerca i Tecnologia Agroalimentàries (IRTA) de Cataluña - Departamento de Tecnología del RiegoThis is the research institute inserted in the Agriculture, Food and Rural Action department of the Generalitat de Catalunya. Its main objective is to promote the modernisation and sustainable development of the agricultural, food and agricultural-forestry sector and of all the fields concerning food quality and end consumers.

Instituto de Ciencia y Tecnología Ambientales (ICTA)The Institute of Environmental Science and Technology has the objective of developing projects for research on environmental technology and the formation and dissemination of the final results. It is one of the most important European reference centres in the field of environmental studies. IMPORTANT PROJECTS AND GOOD PRACTICES IN CATALONIASea water reverse osmosis desalination plant, El Prat de Llobregat, Province: BarcelonaThe Spanish National Hydrological Plan envisaged the transfer of water from the Ebro river, to supply the South of the Country, and the construction of 41 desalination plants, including the one in Barcelona. The proposed sea water desalination project aims to guarantee the reliability of water resources in the Barcelona region and to improve the quality of water. The chosen technique is the reverse osmosis method. With an envisaged capacity of 200,000 cubic metres per day, namely 60,000 million litres per year, the Barcelona desalination plant is, to date, the largest of its kind in Europe. Out of the plants operating with this type of system in the world, it is second only to the Ashkelon plant in Israel. There are larger desalinators in the world, but they are based on different systems (mainly evaporation) that entail a higher consumption of energy. Since mid 2009, the plant supplies water to about 1.3 million people, which is 20% of the region’s population. With a total cost of 159 million euros, its construction was financed with 75% coming from European funds and 25% from the Independent Communities of Catalonia.

Remote and centralised municipal irrigation network management system of Matarò, Responsible Barcelona Province: Antoni Saurí Bertran - ÀREA DE SERVEIS

TERRITORIALS.The municipality of Mataró has implemented a remote and centralised municipal irrigation network management system, to obtain a substantial saving of water used for irrigation. In addition to bringing a remarkable saving of water, the innovative irrigation system gives extraordinary ease of irrigation management, remarkable convenience and a considerable saving in terms of maintenance of the setting of all the irrigation programmers. One of the most important characteristics is that the communication network used combines a hybrid GPRS and radiofrequency system (so avoiding the installation of cables). This allows a remarkable saving in the costs of installing and maintaining the communication network. The system is managed by a combination of software, which can be accessed from any device connected to Internet (computer, PDA).Implementation of the centralised system has allowed the following:• the logical use (exploitation) of rainwater for irrigation;• the adaptation of irrigation systems to atmospheric conditions.

Expansion of the groundwater distribution network on the left bank of the municipality of Sant Adrià del Besòs, Province: BarcelonaWater from water tables currently discharged into the sewers is to be used for irrigating urban green areas and football fields and for street cleaning. The excess water flows into the river and so contributes to maintaining its ecological flow. The subsurface of Sant’Adrià is rich in water resources and this led to great industrial development at the end of the 19th century. Its exploitation (the threshold of 60 million cubic metres has recently been exceeded) has led to a significant lowering of the level of the water tables. As from the seventies, the industries began to gradually give up exploiting groundwater, with consequent recovery

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of the groundwater level to its natural standards, even though this produced various problems in the infrastructures existing in the subsurface, since they were built when the level was low. To protect these infrastructures, it became necessary to remove the water from the water tables in various places. This practice has allowed the following to be done:• avoid extracted water discharge into the sewerage system, to protect the underground car park of Plaça de la Vila;• reduce consumption of drinking water, which is currently used for irrigating urban green areas;• manage the exploitation of water resources more rationally, by exploiting groundwater for uses that do not require water of the quality of drinking water;• save energy and economic-financial resources, necessary for the treatment of drinking water.

In 2009, a system for using groundwater to flush household toilets was installed throughout the municipality. In total, 44 toilets with a consumption of 2,197 cubic metres per year. This will lead to a very important saving, from the viewpoint of drinking water consumption and from a purely economic viewpoint. The envisaged uses of the aforesaid water are: irrigation of 30 urban green areas, which will lead to an annual saving of 60,000 cubic metres, road cleaning, irrigation of sports grounds, and canalisation to the river of about 10 million cubic metres of water coming from two different points.

Endnotes1 See :“Water – monitoring in Campania 2002-2007” ARPAC, 2007, “Report on the state of the environment in Campania” ARPAC, 2009 Environmental Report of the ERDF Operational Programme 2007 – 2013, Campania Region Environmental Authority.2 See Campania ATO2 web site.3 See G. Cannata, G. Sorrentino et al, “Scenario globale di assetto idraulico ed ambienta-le del bacino idrografico del fiume Sarno” (Global hydraulic and environmental layout scenario of the Sarno river catchment area), February 2009.4 See ARPAC (Regional Environment Protection Agency of Campania) web site.5 See ARIN web site.M. Giugni et al, “La distrettualizzazione di Napoli Est” (The zoning of East Naples), 07/05/2007.6 Material provided by Carlo De Michele.7 Material provided by Mr. Roberto Iucci. 8 REU: Re-use of Used Water. Re-use of used water consists of subjecting the water to a total or partial treatment to give it the quality necessary for it to be made available to users for agricultural, urban and industrial uses, to name a few.9 The range of political, social, economic and administrative systems that are in place to develop and manage water resources, and the de-livery of water services, at different levels of society (Rogers & Hall, 2003).10 DCE: Framework Water Directive issued by the General Direction for the Environment, European Commission, dated 23 October 2000. Other acronyms in this section are: CED, Executive Durance Commission; CLE, Local Water Commission; LEMA, Law on Water and Aquatic Environments (Law no. 2006-1772 of 30 December 2006); SDAGE, Schema Direttivo di Regolazione e di Gestione delle Acque (executive plan for water regulation and management).11 SAGE: Water Regulation and Management Plan.

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References - P.G. Cannata e altri, “Scenario globale di assetto idraulico ed ambientale del bacino idrografico del fiume Sarno”, febbraio 2009. - M. Giugni e altri, “La distrettualizzazione di Napoli Est”, maggio 2007. - Gen. Roberto Lucci, “Intervento per la tavola rotonda della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno” sul Commissariamento Speciale per l’emergenza socio-economica ambientale del bacino idrografico del fiume Sarno, settembre 2009. - R. Ametrano, R. Tomeo, “Linee guida per un’analisi di benchmarking nel servizio idrico integrato”, Quaderno Tecnico n. 9 - PON ATAS 2000-2006, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, 2008. - Eduardo Petrone, “Il Risanamento delle aree contaminate”, presentazione ottobre 2009. - Eduardo Petrone, “Acqua ed energia: proposte innovative di gestione”, presentazione ottobre 2009. - “Acqua – il monitoraggio in Campania 2002-2007”, ARPAC, 2007. - “Relazione sullo stato dell’ambiente in Campania”, capitolo 10 l’acqua, a cura di ARPAC, 2009. - “Primo Atlante Ambientale della Campania – 2003”, a cura di ARPAC – FORMEZ, Centro di Formazione Studi, 2003. - F. Gavetti, “Acqua, lo spreco minaccia la stabilità del territorio”, Il Mattino, Napoli 19.11.2009. - Mimmo Caratelli, “Napoli, la città dei fori imperiali”, apparsi sulla rivista telematica Napoli.com, sett./nov. 2006. - “Acqua e territorio”, febbraio 2007, anno III, numero 11. - A. Passaro, “Civiltà delle acque. Valorizzazione e risparmio della risorsa acqua nell’architettura e nell’ambiente”, a cura di Luciano Editore, 2009. - “Blue Book 2009 – i dati sul servizio idrico integrato in Italia”, a cura di ANEA e Utilitatis, maggio 2009. - “Benchmarking dei servizi idrici: gli impianti di trattamento delle acque reflue”, a cura di Tree e Sudgest, luglio 2000. - Commissariato per l’emergenza socio-economica ambientale del bacino idrografico del fiume Sarno, “Il fiume e la sua valle così il Sarno tornerà al suo antico splendore”, Napoli 2009. - Commissariato per l’emergenza socio-economica

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territories”, p. 31. - DREAL PACA, atlas “Cartographique régional «Risques»”, 2008. - Eric Orsenna “La governance dell’acqua: responsabili e organizzazioni” - L’avenir de l’eau, Fayard, 2008, pp. 401-402. - “Assises réginales de l’Eau 2009, Regione Provenza Alpi Costa Azzurra” DRIRE PACA, édition 2006. - “Les rivieres de notre région, Regione Provenza Alpi Costa Azzurra” DRIRE PACA, édition 2006.

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Pubblicazione a cura diEdoardo ImperialeDirettore Generale di Città della Scienza s.p.a.

Contributi diGiuseppe OreficePaola Silverii

Collaborazioni scientificheCesvitec

Coordinamento redazionaleNunzia Arillo

© copyright Città della Scienza spaFinito di stampare nel mese di marzo 2010

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Analisi dei sistemi di gestione risorse idriche delle regioni Campania, Catalunya e PACA

Quaderni di Cooperazione territoriale europeaPr

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La pubblicazione è stata realizzata con il cofinanziamento dell’Unione Europea

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