Per.corsi dicembre 2011

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per . corsi PERIODICO DELLA SOCIETÀ COOPERATIVA PER LA RADIOTELEVISIONE SVIZZERA DI LINGUA ITALIANA DICEMBRE2011 EDITORIALE La pubblicazione di questo secondo numero di per.corsi - che, dopo la prova generale di settembre, si presen- ta con qualche pagina in più - viene a coincidere con la fine del periodo amministrativo 2008-2011. Alcuni fra i membri uscenti degli organi istituzionali della Società cooperativa si preparano a lasciare definitivamente il posto ai successori, mentre altri sono stati già nominati o riconfermati nella loro cari- ca dagli elettori all’Assemblea generale di maggio. Il Comitato che entrerà in funzione a gennaio per il quadriennio 2012-2015 è stato costituito lo scorso 26 novembre dal nuovo Consiglio regionale, riunitosi appositamente. Altri ancora potrebbero essere cooptati nel Consiglio del pubblico a inizio anno. Tutti quanti cominceranno o continue- ranno così a seguire da vicino e dall’in- terno leggi e meccanismi della nostra radiotelevisione. L’opportunità di capire come è orga- nizzato e come funziona il servizio pubblico, così come di conoscere le sfide con cui si confrontano costante- mente i professionisti che vi lavorano e che si impegnano per assicurare agli utenti un’offerta ampia, innovativa ma soprattutto di qualità, è un privilegio fortemente apprezzato. Lo si legge nelle testimonianze che abbiamo potu- to raccogliere e che vi proponiamo di seguito. Fra quelle righe, troverete parole di stima nei confronti della Rsi e dei suoi prodotti giornalistici e multi- mediali e, a tratti, accenni di malinconia imminente. Ma anche l’auspicio che il parere e le indicazioni espresse dai rap- presentanti dei radioascoltatori e dei telespettatori, che scaturiscono dal loro lavoro di osservatori attenti e critici, possano essere prese maggiormente in considerazione sia a Berna, sia a Besso e Comano. Sarà quindi una sorta di edizione di commiato, questa, con i messaggi di due presidenti a fine mandato (Claudio Generali per la Corsi e Jean-Bernard Münch per la Srg Ssr); ma anche di riconoscimento e di ringraziamento nei confronti di tutti coloro che si sono adoperati, sia nell’ambito di una funzione istituzionale sia quali collabo- ratori o soci, per la buona riuscita e il successo delle diverse attività. E con l’approssimarsi delle Feste, la Corsi augura a tutti i lettori un generoso Anno nuovo! CORSI DENTRO Claudio Generali - I politici nella Corsi non possono condizionare la linea editoriale della Rsi 2 CORSI OLTRE Jean-Bernard Münch - Il servizio pubblico è più necessario che mai 3 CORSI DENTRO La voce degli uscenti 4-6 PER.CORSI COMUNI ISTITUZIONALI L’ultimo Consiglio regionale La costituzione del nuovo Comitato 7 PER.CORSI COMUNI Uno sguardo sulle attività 2011 della Società cooperativa 8-9 ANCORA PER.CORSI COMUNI Dino Balestra - Un’ottima opportunità per conoscere la gente 9 CORSI IN OSSERVATORIO La cultura interessa ancora? Interviste 10-12 CORSI IN BUCALETTERE Enrico Morresi - A proposito di società civile 13 CO:RSI Complementari al servizio pubblico 14 CORSI INCONTRO Cornelio Sommaruga -Nell’etica dell’informazione, la difesa dei diritti umani è fondamentale 15 CORSI IN RETE Seguiteci online 16 SOMMARIO AUGURI DI BUONE FESTE E PERCORSI STI MOLANTI NEL NUOVO ANNO

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Periodico della Società cooperativa per la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana. Edizione DICEMBRE 2011

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per.corsiPER IODICO DELLA SOCIETÀ COOPERAT IVA PER LA RADIOTELEV IS IONE SV IZZERA D I L INGUA ITAL IAN A

DICEMBRE2011E D I T O R I A L E

La pubblicazione di questo secondonumero di per.corsi - che, dopo laprova generale di settembre, si presen-ta con qualche pagina in più - viene acoincidere con la fine del periodoamministrativo 2008-2011. Alcuni fra imembri uscenti degli organi istituzionalidella Società cooperativa si preparanoa lasciare definitivamente il posto aisuccessori, mentre altri sono stati giànominati o riconfermati nella loro cari-ca dagli elettori all’Assemblea generaledi maggio. Il Comitato che entrerà infunzione a gennaio per il quadriennio2012-2015 è stato costituito lo scorso26 novembre dal nuovo Consiglioregionale, riunitosi appositamente. Altriancora potrebbero essere cooptati nelConsiglio del pubblico a inizio anno.Tutti quanti cominceranno o continue-ranno così a seguire da vicino e dall’in-terno leggi e meccanismi della nostraradiotelevisione. L’opportunità di capire come è orga-nizzato e come funziona il serviziopubblico, così come di conoscere lesfide con cui si confrontano costante-mente i professionisti che vi lavorano eche si impegnano per assicurare agliutenti un’offerta ampia, innovativa ma

soprattutto di qualità, è un privilegiofortemente apprezzato. Lo si leggenelle testimonianze che abbiamo potu-to raccogliere e che vi proponiamo diseguito. Fra quelle righe, trovereteparole di stima nei confronti della Rsi e dei suoi prodotti giornalistici e multi-mediali e, a tratti, accenni di malinconiaimminente. Ma anche l’auspicio che ilparere e le indicazioni espresse dai rap-presentanti dei radioascoltatori e deitelespettatori, che scaturiscono dal lorolavoro di osservatori attenti e critici,possano essere prese maggiormente inconsiderazione sia a Berna, sia a Bessoe Comano. Sarà quindi una sorta di edizione dicommiato, questa, con i messaggi didue presidenti a fine mandato (ClaudioGenerali per la Corsi e Jean-BernardMünch per la Srg Ssr); ma anche diriconoscimento e di ringraziamento neiconfronti di tutti coloro che si sonoadoperati, sia nell’ambito di una funzione istituzionale sia quali collabo-ratori o soci, per la buona riuscita e il successo delle diverse attività. E con l’approssimarsi delle Feste, laCorsi augura a tutti i lettori un generoso Anno nuovo!

CORSI DENTRO

Claudio Generali - I politici nellaCorsi non possono condizionarela linea editoriale della Rsi 2

CORSI OLTRE

Jean-Bernard Münch - Il serviziopubblico è più necessario chemai 3

CORSI DENTRO

La voce degli uscenti 4-6

PER.CORSI COMUNI ISTITUZIONALI

L’ultimo Consiglio regionaleLa costituzione del nuovoComitato 7

PER.CORSI COMUNI

Uno sguardo sulle attività 2011della Società cooperativa 8-9

ANCORA PER.CORSI COMUNI

Dino Balestra - Un’ottimaopportunità per conoscere lagente 9

CORSI IN OSSERVATORIO

La cultura interessa ancora?Interviste 10-12

CORSI IN BUCALETTERE

Enrico Morresi - A proposito di società civile 13

CO:RSI

Complementari al servizio pubblico 14

CORSI INCONTRO

Cornelio Sommaruga -Nell’eticadell’informazione, la difesa deidiritti umani è fondamentale 15

CORSI IN RETE

Seguiteci online 16

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AUGURI DI BUONE FESTE E PERCORSI STIMOLANTI NEL NUOVO ANNO

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Temi, persone e notizie dagli organi istituzionali. Uno sguardo dall’interno e sull’interno, per capire come funziona la Società cooperativa.

Presidente, un suo bilancio personaledi quindici anni di mandato presso laCorsi. Un bilancio positivo. L’opinionepubblica identifica il ruolo del presidentedella Corsi unicamente con quanto avvie-ne nella Svizzera italiana. In realtà l’impe-gno nel Consiglio di amministrazione, alivello nazionale, è più gravoso di quantoè richiesto a livello regionale: da un paiod’anni le competenze strategiche egestionali sono state concentrate presso ilComitato Direttivo centrale (di cui fannoparte i Direttori delle Unità Aziendali equindi il Direttore Rsi), come si addice adun’azienda moderna e complessa qual èla Ssr. In tale veste, quale vicepresidentedel Consiglio d’amministrazione nazionaleho attivamente contribuito ai mutamentiprofondi intervenuti nell’azienda nel trascorso quindicennio.Quanto e come è cambiata la Societàcooperativa da quando fu eletto perla prima volta in Consiglio regionale(1997, ndr.)? Se lo debbo dire con unasola frase, la mutazione da Ente adAzienda. Ovvero da una struttura che siconsiderava una sorta di regia federalead un’entità indipendente e autonomasempre meno legata a logiche politiche.Già nel 1997 l’allora CdA definì il“Leitbild” a cui l’attività della Ssr avrebbedovuto ispirarsi: ovvero ai parametri, sulpiano gestionale, della trasparenza conta-bile e della struttura organizzativa tipicidelle aziende quotate in borsa secondo la“best practice” divenuta in quel periodoobbligatoria. L’introduzione di una rigorosacontabilità analitica, l’adozione del proget-to di convergenza (ancora in corso),l’espansione del multimedia e, tra nonmolto, la televisione ibrida, hanno profondamente modificato il campo d’attività, lecompetenze richieste al personale tantogiornalistico che tecnico e le responsabili-tà manageriali e strategiche dei dirigenti.Nella struttura aziendale della Srg Ssra Berna, rispettivamente nell’orienta-mento dei programmi delle singoleradiotelevisioni in Svizzera, quantocontano effettivamente le quattrosocietà regionali che come la Corsi,rappresentano l’utenza delle diverseregioni linguistiche? La rinnovata strut-tura dell’organo primario di conduzione

della Ssr, ovvero il Comitato Direttivo, siriunisce quasi quindicinalmente e com-prende i quattro direttori delle UnitàAziendali: ne consegue che l’influsso che ildirettore della nostra regione può eserci-tare ha notevole influenza. Le societàregionali, e quindi anche la Corsi attraver-so il proprio presidente che fa parte delConsiglio d’amministrazione nazionale,partecipano in misura cospicua alla for-mulazione delle strategie aziendali.Per quanto concerne l’orientamento deiprogrammi, due sono le possibilità diintervento: da un lato Comitato eConsiglio regionale si esprimono sullapolitica dei programmi, e nell’immediatofuturo verranno coinvolti nella strategiadell’offerta che verrà formulata, per laprima volta, nei mesi a venire.Come descriverebbe il rapporto fra laCorsi, il mondo politico e la societàcivile, e in che misura ritiene che i variinteressi rappresentati negli organidella Società - in particolare quelli dinatura partitica - possano condizionarela linea editoriale della Rsi? In questa fase, e ormai da alcuni anni, irapporti a livello nazionale con il mondopolitico non sono idilliaci, e ciò malgrado il fatto che reputati e attendibili sondaggid’opinione facciano stato di buon gradi-mento e marcata credibilità dei prodottidella Ssr presso la popolazione. I partitipolitici sono le strutture deputate a rap-presentare cerchie diverse della popola-zione che esprimono aspirazioni e convin-zioni ovviamente divergenti. Che accadache, pur impegnandosi ad informare con

I POLITICI NELLA CORSI NONPOSSONO CONDIZIONARE LALINEA EDITORIALE DELLA RSI

la massima obiettività possibile, la mag-gior azienda di comunicazione del Paese,che appartiene a tutti, possa talora nonaccontentare i partiti politici, non devemeravigliare. Importante è che si dia spa-zio a tutte le opinioni, purché sianoespresse con dignità formale e rispettodella verità. Non credo, per contro, che lapresenza negli organi della Corsi di per-sone designate dai partiti, ora affiancatealtresì da rappresentanti della societàcivile, possano condizionare la linea edito-riale, la cui indipendenza è comunqueesplicitamente garantita da Concessionee Statuti che regolano l’attività dell’azienda.In cosa consiste la sfida maggiore chelascerà in eredità al suo successore?La Ssr nello scorso decennio ha attraver-sato una difficile fase finanziaria. In unlustro ha accumulato perdite per quasi300 milioni di franchi. Ha reagito e hafatto fronte a questa crisi con ampirisparmi e ristrutturando l’organizzazione.Conclude il 2011 con un buon avanzod’esercizio. Al mio successore dirò, perquanto concerne la parte “bernese” dellasua attività (a Comano e a Besso con ilnuovo assetto aziendale non è di fattopossibile né far utili né perdite, se nonminime), di non perdere di vista l’equili-brio finanziario. Può apparire un approc-cio meramente contabile, in realtà l’indi-pendenza e l’autonomia dell’aziendasono garantite solo fintanto che le finan-ze sono sane.Il secondo suggerimento al mio successo-re è quello di sempre: prestare attenzionealla salvaguardia del ruolo della Rsi nelconcerto delle culture nazionali. Che nonsignifica soltanto attenzione a che lachiave di riparto delle risorse rimangaadeguata (come è attualmente) ma devealtresì significare cura e promozione dellapresenza e dignità della Svizzera italiananel confronto tra regioni che in annirecenti mi è parso meno solidale.Un suo messaggio di congedo dai sociCorsi. Grazie a tutti. Per il sostegno maanche per le critiche.

C O R S I D E N T R O

Claudio Generali, classe1943, economista, viene elet-to per la prima volta nelConsiglio regionale dellaCorsi nel 1997, assumendoda subito la Presiden- zadella Società cooperativa.Ricopre nel contempo lacarica di vicepresidente delConsiglio d’amministrazionedella Srg Ssr a Berna. Attivonel settore bancario eimprenditoriale, Consiglieredi Stato dall’83 all’89, lasceràla Corsi a fine dicembre perraggiunti limiti di mandato.

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Sguardi sulla Srg Ssr e sulle sue società regionali. Un messaggio del Presidenteuscente J.-B. Münch alla Corsi e ai suoi soci.

3per.corsiC O R S I O L T R E

IL SERVIZIO PUBBLICO E’ PIÙ NECESSARIO CHE MAI‘

Jean-Bernard Münch, Dottore inScienze politiche, inizia la sua carrierapresso la Radiotelevisione svizzera nel1969. Dalla Télévision Suisse Romandepassa alla Direzione generale a Bernadove, nel 1981, viene nominatoDirettore delle finanze e della gestione.Dal 1990, per dodici anni, è statosegretario generale dell'Unione euro-pea di radiotelevisione (Uer/Ebu). Nel2002 diviene Presidente generale dellaSRG SSR. 68 anni, consulente indipen-dente a livello internazionale, lascerà iltimone dell’azienda a fine 2011.

Così come lo sono io, anche i socidella Corsi possono ritenersi legittima-mente fieri della Ssr, e questo perdiverse ragioni:.grazie alla sua struttura associativa didiritto privato, che gli assicura un solidoradicamento nella società civile, è l’istituzione di servizio pubblico piùindipendente al mondo;.è un valido garante della coesionenazionale in seno alla ‘Willensnation’;.incarna un “Davide” che resiste valo-rosamente contro tutti i “Golia” deigrandi paesi vicini, e questo nonostantepossa contare su risorse ridotte e daripartire su varie offerte linguistiche equivalenti;.propone in tutti i settori un’offerta diprogrammi ampiamente apprezzatadagli ascoltatori, dagli spettatori e dagli internauti;.rispetta il pubblico, le sue diverse esigenze e i suoi gusti eterogenei, eassume un approccio civico;.può contare su collaboratori altamente professionali e totalmentedevoti al servizio pubblico;.è capace di adattarsi rapidamentetanto da posizionarsi nei primi ranghinel campo dell'innovazione tecnologica;.si fonda su di una gestione rigorosadelle risorse pubbliche e su di una produttività invidiate dai colleghi esteri.Pochi settori vivono un’evoluzionetanto folgorante quanto quella che stainvestendo il mondo dei media. Lo sviluppo tecnologico non è soloestremamente rapido, ma condizionatutti gli aspetti del nostro agire, dellanostra offerta, del nostro metodo dilavoro, della produzione, la struttura delmercato e la legittimità del serviziopubblico. Esso porta a mutamenti profondi nelconsumo dei prodotti audiovisivi, nonsolo fra i giovani ma in tutte le classi dietà. L’ascolto passivo della radio e dellatelevisione lascia progressivamente spa-zio ad una libera scelta dei contenuti -consumati quando, dove e sul ‘suppor-to’ che il cliente preferisce- caratteriz-zata da una forte richiesta di interattivi-tà. Questa evoluzione ineluttabile ciimpone di sviluppare tutti i mezzi di

distribuzione utili a raggiungere ilnostro pubblico, ma ci impegna altresìad accrescere quantitativamente lenostre produzioni originali, in rapportoai programmi acquistati. Poiché la pro-duzione di programmi originali è costo-sa e, nel contempo, i mezzi a disposi-zione non saranno incrementati, le sfidesi fanno vieppiù imponenti di fronte aduna competizione audiovisiva globale ead una concorrenza sempre piùagguerrita. Quest’ultima non è più limi-tata al mondo dei media ma includeinnumerevoli nuovi attori, dai grandigruppi industriali internazionali conrisorse colossali, fino ai contributi dimilioni di individui, passando per tuttele forme intermedie di offerta a carat-tere nazionale. La nuova concorrenza si ripercuote sututte le imprese mediatiche, che tenta-no di salvaguardare la propria posizio-ne e di lottare per la propria sopravvi-venza. La stampa ne è particolarmentetoccata. Come ad ogni grande evolu-zione del mercato, i concorrenti com-merciali tentano di rimettere in discus-sione il servizio pubblico - o almeno laportata del suo mandato - credendo inquesto modo di migliorare le proprieprospettive, mentre invece sgomberanola strada ai loro principali concorrentistranieri. Al cospetto di un'offerta esuberante,l’esigenza del servizio pubblico puòapparentemente essere messa in dub-bio: una motivazione già sentita in pas-sato, in occasione della liberalizzazionedel mercato. Ma non ci volle moltoprima che i cittadini e i politici si ren-dessero conto che il servizio pubblicorimaneva indispensabile, per assicurareun’informazione ampia e di qualità,nonché una reale varietà nell’offerta dinatura non-commerciale. In un’epoca generosa di contenuti, diqualità però assai variabile e perfinodubbia, in particolare sui nuovi media, il servizio pubblico è più necessario che mai.Ai cittadini è indispensabile poter con-tare su di un’offerta di riferimentoattraverso la quale informarsi in modooggettivo, collocando nella giusta pro-spettiva pettegolezzi e false notizie che

pur vengono divulgate sulla rete a velo-cità supersonica, proprio quandonumerosi media privilegiano la cronacaspicciola. La Svizzera necessita poi di media elet-tronici solidi e affidabili, che coprano ibisogni nazionali e non siano soggetti almercato, altrimenti vi è il rischio divedere il panorama mediatico svizzerosoccombere all’offerta straniera nellediverse lingue nazionali, con conseguen-ze inimmaginabili a lungo termine. Il mandato della Ssr non è un soggettotabù; esso merita una discussione aper-ta ma posata e costruttiva. Una certez-za: la Ssr dovrebbe venire incoraggiataa sviluppare fortemente la propria pre-senza sui nuovi media, nell’interessepubblico, dei cittadini, della nazione maanche delle altre imprese svizzere delsettore, con le quali siamo pronti a col-laborare per difendere e irrobustire ilpanorama mediatico svizzero.

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per.corsi 4C O R S I D E N T R O

Temi, persone e notizie dagli organi istituzionali. Uno sguardo dall’interno e sull’interno,per capire come funziona la Società cooperativa. Il periodo amministrativo 2008-2011 sta per volgere al termine. Su questo numero,abbiamo raccolto e vi proponiamo le voci e le riflessioni di alcuni membri uscenti.

rendersi conto che queste grandi linee-programmatiche sono decise per forzadi cose ad alti livelli, in un'ottica preva-lentemente strategico-aziendale, al finedi far fronte alla potente concorrenzainternazionale e del web. Che piaccia o no, questa è la sfida del-l'azienda Ssr ; e c'è da rallegrarsi chealla direzione ci sia ora un direttore dialta competenza quale il sig. de Weck,con un team di persone accanto a luidi alta professionalità. La Svizzera italia-na può semmai far presente, in questocontesto, la specificità della sua culturae delle sue tradizioni, e lottare affinchéle "politiche dei programmi" ne tenga-no conto almeno in parte. Chi operanegli organismi della Corsi deve ren-dersi conto che, al di là di qualsivogliavelleità politica o personale, ciò checonta è la sopravvivenza di un'aziendache offre programmi di pari valorenelle sue regioni, in un contesto multi-

mediale sempre più agguerrito e sedu-cente. C'è da augurarsi che almenol'offerta di un servizio pubblico di qua-lità, specie nell'informazione, vengamantenuto anche in futuro.

CIÒ CHE CONTA È LA SOPRAVVIVENZA DI UN’AZIENDA CHE OFFRE PROGRAMMI DI PARI VALORE NELLE SUE REGIONIGerardo Rigozzi, Comitato del Consiglio regionale

SOCIETÀ REGIONALI: SIMBOLO DI UNFEDERALISMO DA SALVAGUARDAREGiorgio Salvadè, Comitato del Consiglio regionale

Far parte di un organismo della Corsipuò essere un onore, ma non consentedi incidere più di quel tanto sul corsodegli eventi dell'azienda. Ormai vienedeciso quasi tutto a Berna e i problemisul tappeto nelle singole unità aziendaliriguardano soprattutto aspetti tecnico-operativi, per i quali ci sono ottimi pro-fessionisti che operano nei diversi set-tori. Con la recente riforma degli statu-ti, la centrazione su Berna è sicuramen-te aumentata e agli organismi regionalirimangono solo alcune prerogative dicarattere soprattutto consultivo, pernon dire di accademia sociologica: veri-ficare "l'ancoramento della società nelcontesto socio-economico", esprimersial riguardo delle "politiche dei pro-grammi" in merito alla distribuzionedelle grandi linee strategiche, le qualinon sono poi così semplici da modifica-re e soprattutto da adattare alle carat-teristiche delle varie regioni. Bisogna

13 anni di esperienza nell’organo diconduzione della nostra Radiotele-visione. Un lungo spaccato di esistenzadi una tra le più grandi imprese masicuramente la più rappresentativa delnostro Cantone che quotidianamente

mette in onda un ottimo prodottoradiotelevisivo. Il dato più interessanteè aver vissuto prima, durante e dopol’importante revisione statutaria che harivoluzionato il metodo di conduzionedell’azienda cambiando i rapporti tra lesocietà regionali e la sede centrale. Dauna concezione “classica” più vicina adun tradizionale Consiglio d’Amministra-zione, con la responsabilità sui conti,preventivi e consuntivi, quindi con undiritto strettamente collegato di sorve-gliare tutti i settori dell’impresa, lesocietà regionali hanno visto mutare leloro competenze secondo un metodochiaramente più centralista. Non piùresponsabilità finanziarie ma competen-ze maggiori in tre settori come la quali-tà, i concetti di programma, la presenzasul territorio. A parte l’aderenza al ter-ritorio, un necessario stimolo a esserepiù presenti nella nostra regione che

sta attuandosi con manifestazioni neiquattro angoli del Cantone, gli altrisembrano per ora piuttosto dellediscussioni poco incisive su ciò cheviene comunque strettamente regolatoda Berna. In effetti sia dal punto di vistadella qualità che delle politiche dei pro-grammi, Berna emana direttive moltoprecise che di fatto non lasciano moltomargine di manovra. Mi auguro soloche il prossimo Consiglio Regionale,per decisione statutaria, allargato da 17a 25 membri e soprattutto il nuovoComitato del Consiglio Regionale (sichiama così il vecchio CdA) non perda-no la motivazione in questo che speria-mo non sia solo l’inizio di una progres-siva alienazione di competenze dagliorgani periferici di questa impresa checon le sue società regionali, dalla suanascita, è anche simbolo del federali-smo della nostra Nazione.

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per.corsi

Voglio ricordare questi dodici anni tra-scorsi in seno al Consiglio Regionale,quale rappresentante del GrigioniItaliano, più precisamente dellaValposchiavo, come esperienza appa-gante ed arricchente. La porta che misi è aperta sul mondo dei Media mi haaiutato a capire il lavoro, lo sviluppo, icontinui mutamenti che l’azienda Rsideve affrontare costantemente.Quale grigionese lontana, non con lamente, ma a chilometri, dalla realtà tici-nese è stata per me un’occasione unicaquella di poter partecipare ed essere

UNA PORTA SUL MONDO DEI MEDIAGiovanna Giuliani-Crameri, membro dimissionario del Consiglio regionale

LA CORSI: UN’OPPORTUNITA’ PER CAPIRESFIDE E TRASFORMAZIONIDEL SERVIZIO PUBBLICOPaolo Beltraminelli, Comitato del Consiglio regionale

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direttamente coinvolta nella Corsi.Ricordo con riconoscenza quanto inquesti anni si è fatto, ancora si stafacendo e si farà per allargare e miglio-rare l’offerta concernente il GrigioneItaliano e il Cantone in generale.Certa che i nuovi subentranti saprannocontinuare e migliorare il lavoro diun’azienda in continua evoluzione,auspico che la Rsi rimanga l’utenterispettoso delle esigenze del pubblicosvizzero - italiano e che rispecchi illivello culturale e morale della nostrasocietà.

Nel 2010, a seguito della sua nomina a Procuratore generale, ha lasciato il Comitato del Consiglio regionale anche John Noseda. E’ stato sostituito da Anna Biscossa.

UN DIALOGO PIÙ APERTOCON IL CONSIGLIO DEL PUBBLICO Reto Malandrini, Consiglio regionale e delegato del Consiglio regionale presso il Consiglio del pubblico Ho avuto il piacere di fare parte delConsiglio regionale della Corsi ed esse-re delegato da quest’ultimo nelConsiglio del Pubblico. Ho visto quindiall’opera entrambi gli organi operatividella cooperativa. Il primo – che finoraviveva forzatamente nell’ombra del suoComitato - avrà in futuro un ruolo piùdinamico, grazie alla recente riformadegli statuti. Molto intensa e appassio-nante è stata invece l’esperienza nelConsiglio del pubblico. Il mio auspiciodi uscente è che questo consiglio,

garante della qualità della produzioneRsi, sappia essere meno elitario e unpo’ più attento alla necessità della radio-televisione di servizio pubblico di avereun pubblico quanto più ampio, puntan-do su un mix di qualità e gradimentodell’offerta. D’altra parte la Rsi e peressa la sua dirigenza dovrebbe meglioapprofittare del contributo del Consigliodel pubblico, alle cui critiche e stimoli èsovente refrattaria. Un dialogo piùaperto gioverà ad un’azienda di cui laSvizzera italiana può essere orgogliosa.

L’esperienza in seno alla Corsi è statauna delle più interessanti e coinvolgentiche abbia fatto nelle mie varie attività.Ho avuto il privilegio di conoscerebene una delle più importanti aziendedel nostro Cantone, un’azienda di rife-rimento nel suo campo di attività esempre al centro dell’attenzione. Ciò mi ha permesso di comprenderemeglio e vivere dall’interno il mondodei media. E’ stato interessante cono-

scere 3 direttori diversi e seguire davicino la trasformazione da due aziendea una sola con tre vettori (radio, televi-sione, multimedia), il passaggio da unregime di monopolio a una più accre-sciuta concorrenza e anche l’evoluzionetecnologica. Ai nuovi membri dellaCorsi auguro di poter vivere tanteesperienze interessanti e appassionantiquante ne ho avuto modo di viverenegli scorsi 15 anni.

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Ho un ricordo positivo di questi annipassati nel Consiglio del Pubblico.Anzitutto per aver potuto conoscere afondo l’azienda, attraverso gli innume-revoli incontri con i vari responsabili eattraverso la visione, anche in diretta, diparecchie trasmissioni. Mi sono quindireso conto che abbiamo un serviziopubblico egregio, soprattutto per le trasmissioni di qualità quali Falò, Patti

Chiari, il Giardino di Albert, e Storiealla tele e Modem alla radio.Trasmissioni che, pur con qualche criti-ca, abbiamo sempre cercato di difende-re. Inoltre la conoscenza ed il confron-to continuo con i colleghi del Consiglio,anche se da visioni spesso differenti, èstato per me un arricchimento di cuisono grato a chi mi ha eletto.

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RIPARTIREI DOMATTINA PER ALTRI 15 ANNIDalmazio Ambrosioni, Consiglio del pubblico

UN SERVIZIO PUBBLICO EGREGIOE TRASMISSIONI DI QUALITÀGiancarlo Nava, membro dimissionario del Consiglio del pubblico

Abituato dal buon giornalismo alla sin-tesi, tento di comprimere 15 anni diConsiglio del pubblico, due da presiden-te, in poche righe. 15 anni e non 16 (4 anni per 4 quadrienni), perché uno,e mi manca, mi è stato tolto dall’inutilefretta nell’adeguare gli statuti Corsi.Comunque 15 anni straordinari cherifarei subito, per due motivi. 1. Il privilegio di lavorare imparando dacolleghi del calibro di Giovanni Orelli,Franco Zambelloni, Raffaello Ceschi,Diego Erba, Lina Bertola, Don MinoGrampa, Renato Martinoni, StefanoVassere, Marco Tognola, Rodolfo Fasanie altri. Ricordo parecchi loro interventidi altissimo livello accolti spesso dairappresentanti dell’azienda con facciasospettosa e malmostosa. Il Consiglio ei consiglieri del Pubblico visti comeavversari e non come alleati nel benedell’Azienda. Quindi un’opportunità,una risorsa almeno in parte sprecata.Perché?

2. Da vicino ho potuto verificare che laRsi è un’azienda sostanzialmente sanacome valore culturale, una formidabilerisorsa per la Svizzera Italiana (ripeto:Svizzera Italiana), per gli italofoni, per ladeclinazione del federalismo inSvizzera. Un’Azienda variegata, plurali-sta, con grandi competenze, non facileda gestire, comunque non con un acca-nito dirigismo, che fa rima con perso-nalismo e talvolta con favoritismo.Questa azienda sana ha un futuro nellamisura in cui saprà imboccare la stradadel rinnovamento continuo, e in fretta,mantenendosi fedele alle proprie radici,su tutte lo stretto rapporto con il terri-torio e il pubblico, anzi i pubblici. Proprio perché convinto del valore edella necessità della Rsi, ho sempre cer-cato di essere attento nelle valutazioni,critico in modo propositivo e magariun po’ anche rompipalle. Ho cercato dinon mollare, di pedinarla anche quan-do te le facevano girare forte. Proprio

come la gente, che non gliele manda adire, ma sa che una radiotelevisione diquesta fatta è un privilegio raro.Rammarico? Solo l’aver visto in questiultimi anni una Corsi (non un Consigliodel Pubblico) prona dinanzi all’Azienda,pronta a sottoscriverne le decisioni.Quando invece mi sarei aspettato unruolo più deciso, autonomo, autorevolee propositivo. Proprio quello di cui laRsi ha bisogno.

NUOVE E INTERESSANTI POSSIBILITÀPER IL CONSIGLIO REGIONALEGiorgio Mainini, Consiglio regionale C’era una volta la radio, da ascoltare;poi è arrivata la televisione, da ascolta-re e guardare; infine è arrivata la multi-medialità, da ascoltare, guardare e concui interagire. La “macchina” dellacomunicazione è cresciuta e si è fattasempre più complessa, anche se, appa-rentemente, più facile da usare. Ecco:negli anni durante i quali sono stato

membro del Consiglio regionale (CR)della Corsi ho avuto l’opportunità difarmi un’idea, ancorché passiva, del fun-zionamento della macchina. Idea “passi-va”, perché il CR più che altro ascoltaciò che dicono i “Sette Saggi + un po”,cioè i membri del suo Comitato e glialti dirigenti dell’azienda. Il nuovo statu-to offre nuove e interessanti possibilità,sia con l’art. 23 bis, cpv. c) (“[il CR]

avanza, a maggioranza (art. 26 cpv. 3),richieste vincolanti di verifica della poli-tica dei programmi al Comitato delConsiglio regionale, il quale è tenuto arispondervi entro un lasso di tempoadeguato”), sia con le Commissioni delCR. Invito i miei successori ad approfit-tarne, augurando loro un proficuo lavo-ro e belle soddisfazioni. (I nuovi statuti Corsi sono entrati in vigore il 1gennaio 2010, ndr)

Giorgio Mainini e Reto Malandrini potrebbero ancora venire cooptati dal Consiglio del pubblico

Terminano il loro mandato nel Consiglio del pubblico anche: Stefano Vassere, ClaudioSulser. Paolo Sala e Don Massimo Braguglia potrebbero invece ancora venire cooptati.

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per.corsi 7P E R . C O R S I C O M U N I I S T I T U Z I O N A L I

ULTIMA RIUNIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE 12 novembre

Sabato 26 novembre è stato lo Studio2 di Lugano-Besso ad accogliere per laprima volta i membri del nuovoConsiglio regionale che entrerà ufficial-mente in carica a gennaio 2012.All’ordine del giorno c’era la costituzio-ne del futuro Comitato Corsi.

La giornata è proseguita con un semi-nario di formazione sulle varie attivitàistituzionali della Corsi, al quale ha partecipato anche il segretario generaleSrg Ssr Willi Burkhalter.

I membri del Consiglio regionale 2012-2015 sono:Bruno Besomi (delegato dal Consigliodi Stato TI), Anna Biscossa, Antoine Casabianca, Alessandro DellaVedova (rappresentante del Grigioniitaliano), Franco Denti, Matteo Ferrari, Michele Foletti, Giacomo Garzoli, Gabriele Gendotti (delegato dalConsiglio di Stato TI), Giorgio Giudici, Villi Hermann, Fabrizio Keller (delega-to dal Consiglio di Stato del CantoneGR), Luigi Mattei, Oscar Mazzoleni, Flavio Meroni, Maurizio Michael (rap-presentante del Grigioni italiano),Luigi Pedrazzini, Yvonne Pesenti Salazar(delegata dal Consiglio di Stato TI),Simonetta Perucchi-Borsa (delegatadal Consiglio di Stato TI), Graziano Pestoni, Michele Rossi, Paolo Sanvido, Renato Soldini, Nelly Valsangiacomo.

Il Consiglio regionale uscente si è riuni-to per l’ultima volta in seduta plenariasabato 12 novembre a Comano. Il Presidente Claudio Generali ha coltoquesta occasione per congedarsi datutti i membri e per ringraziare ciascu-no dell’impegno assunto nel corso deglianni a favore della Società cooperativa. Ha partecipato alla riunione anche ilPresidente del Consiglio del pubblicoFrancesco Galli. Nel corso del pome-riggio, il Direttore della Rsi DinoBalestra ha presentato le previsioni dichiusura 2011 dell’azienda. In seguitoad una richiesta unanime espressa afine lavori dai membri del Consiglioregionale, la Corsi ha scritto alle autori-tà cantonali di Obvaldo invitandole ariconsiderare la decisione di sospende-re l’insegnamento dell’italiano nellescuole secondarie. La Società coopera-tiva risponde anche così al mandatoche la chiama a rappresentare e salva-guardare l’italianità in Svizzera attraver-so il servizio pubblico radiotelevisivo.

DUE SETTIMANE DOPO...

Questa la formazione uscita dalle consultazioni: Luigi Pedrazzini (presidente)Anna Biscossa (vice-presidente)Gabriele Gendotti, Giorgio Giudici,Fabrizio Keller, Paolo SanvidoMichele Foletti (cooptato).

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per.corsi 8P E R . C O R S I C O M U N I

La scelta di Locarno quale sede idealeper una serata sul tema del cinemanon ha contribuito ad attrarre e riunireun pubblico numeroso. L’obiettivo diaprire un dialogo con i presenti e diraccogliere opinioni, interrogativi easpettative degli utenti nei confronti delruolo e dell’offerta Rsi in tale ambito siè così un po’ affievolito, lasciando spa-zio a relazioni interessanti ma dall’im-pronta piuttosto informativa e speciali-stica. In particolare, i professionisti edesperti del settore intervenuti all’even-to hanno sottolineato i limiti e i costi -non solo finanziari - di chi sceglie dioccuparsi di cinema e produzioneaudiovisiva in un territorio che benefi-

LUGANO, 28-29 OTTOBRE, HOTEL VILLA CASTAGNOLAPARTECIPAZIONE AL MINI EAVE

BIASCA, 23 NOVEMBRE, BIBLIOMEDIA INCHIESTE ALLA RSI -FARE SERVIZIO PUBBLICO

LOCARNO, 26 OTTOBRE, SOCIETÀ ELETTRICA SOPRACENERINA IL CINEMA, LA RSI, IL TERRITORIO

Naturalmente vicina al mondo dell’au-diovisivo in qualità di rappresentantedell’utenza radiotelevisiva e in virtùdella missione a stretto contatto con ilpubblico, la Corsi è stata lieta -su invitodel principale organizzatore, ilConservatorio internazionale di scienzeaudiovisive Pio Bordoni (Cisa)- di poterdare il proprio sostegno a una due-giorni di seminari e incontri cui hannopreso parte personalità di rilievo delpanorama cinematografico cantonale enazionale. L’evento si è svolto in codaad una settimana dedicata al settore eai suoi professionisti, che ha visto con-fluire su Lugano oltre 150 addetti ailavori europei. L’intera manifestazione èstata un’importante vetrina anche per il nostro territorio.

Serate pubbliche e altri eventi. Sul territorio, in mezzo a voi.

cia delle rispettive ricadute in terminieconomici e culturali, ma in cui alberga-no potenzialità ancora inesplorate e dasviluppare. Fondamentale, è stato poifatto notare, è il sostegno che i giovanitalenti svizzeri del cinema e della docu-mentaristica possono trovare nella Rsiquale co-produttrice delle loro opereattraverso il Pacte de l’Audiovisuel, isti-tuito dalla Srg Ssr nel 1996.

Le trasmissioni dedicate alle inchieste eai consumi sono fra le più vicine alpubblico. Per vocazione, perché tratta-no temi che toccano ognuno di noi, eperché molti spunti e molti casi suiquali fare luce vengono segnalati pro-prio dai cittadini attraverso il filo diret-to costituito dai siti internet e daiforum online legati ai singoli program-mi. E chi ha colto l’ultima occasione del2011 per discutere di programmazioneRsi, non ha esitato ad esprimere la pro-pria opinione di fronte ai giornalisti Rsipresenti, i responsabili di Patti Chiari,Falò, 60 minuti. Anche in ragione dellasede ‘periferica’ dove ha avuto luogo ildibattito, sono emerse critiche nei con-fronti di un approccio ritenuto ‘Lugano-

centrico’, e un’esigenza di maggioreattenzione verso le problematiche diregioni meno urbanizzate. L’incontroha permesso anche a chi fa televisione,di spiegare come intende il serviziopubblico.

Lugano

Biasca

Bellinzona

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P E R . C O R S I C O M U N I

UN’OTTIMA OPPORTUNITA’ PER CONOSCERE LA GENTE

BELLINZONA, 25 NOVEMBRE,AUDITORIO BANCA STATOPARTECIPAZIONE ALLA PRESENTAZIONE DEL PRONTUARIO‘LE BUONEREGOLE DEL GIORNALISTACORRETTO’

LOCARNO,2 DICEMBRE, PALAZZETTO FEVI CONCERTO OSI

Sette serate all’insegna dell’incontro edel dialogo con i soci e con il pubblico,per dare voce a radioascoltatori e tele-spettatori e raccogliere apprezzamenti,critiche e aspettative nei confronti dellaprogrammazione Rsi. A ciclo concluso,vi proponiamo l’opinione del DirettoreDino Balestra, che abbiamo avuto ilpiacere di ospitare in diverse occasioni.

Sulla base delle serate cui ha parteci-pato, qual è la sua opinione in meritoa questo ciclo di incontri? Fino a chepunto ritiene che possano fornirespunti utili alla Rsi e ai responsabili diprogramma e giornalisti presenti divolta in volta? Devo riconoscere che,malgrado esitazioni iniziali, questi incontrisi sono rivelati ottime opportunità perconoscere non soltanto il pubblico maanche la cosiddetta “gente”, con i suoiumori, le sue attese, i suoi giudizi, le suecuriosità. Insomma, un cammino nellapancia quotidiana di chi ci guarda eascolta e che da noi si aspetta spessocose che nemmeno immaginiamo. In que-sto senso, l’utilità di questi incontri è stataper noi indubbia, tanto più che non si

tratta tanto di valutare questo o quel programma, quanto di ricreare quel climadi simpatia e di fiducia che negli ultimianni, per mille ragioni, si è fragilizzato.Devo però dire che durante questi incon-tri ho potuto constatare che, contraria-mente a quanto leggiamo sovente suigiornali, l’apprezzamento del pubblico neinostri confronti è molto alto. E questa èuna bella soddisfazione!

In alcuni casi, le serate Corsi hannofaticato ad attrarre pubblico. A cosapotrebbe essere dovuto questo fatto,secondo lei? Senza troppe disquisizionisociologiche sul comportamento del pub-blico, credo che, da un lato, si tratti sem-plicemente di una questione di abitudinee, dell’altro, di scelta dei temi e degliinterlocutori. Inoltre, un conto è giudicareemotivamente un programma o un per-sonaggio radiotelevisivo nella cerchia deipropri conoscenti, un altro conto è espri-mersi in pubblico, magari davanti allestesse persone che si vorrebbe criticare.Comunque, niente di grave: le parti devo-no imparare a incontrarsi e a dialogare,al di là dei timori e delle difese d’ufficio.

Per il secondo anno consecutivo, la Società cooperativa ha avuto il piacere dipatrocinare un concerto dell’Osi che a dicembre ha proposto ai propri sociquale piacevole e festosa occasione di incontro e scambio di auguri. In program-ma a Locarno, musiche di Paul Glass, Igor Stravinskij e Aleksandr Borodin. Il concerto è stato preceduto da un esclusivo aperitivo di benvenuto cui hannopotuto prendere parte i nuovi affiliati (immagini dell’evento sono disponibili sulnostro sito internet). La Corsi sostiene anche tutte le iniziative musicali dell’Osiper bambini e famiglie.

Intravvede altri modi in cui la Corsipotrebbe o dovrebbe convogliare effi-cacemente verso la Rsi, le aspettativedel pubblico che rappresenta?Penso che la Svizzera italiana e il Ticino inparticolare siano un social network antelitteram, nel bene e nel male, nel pettego-lezzo e nella comunicazione vera e pro-pria: da una parte, siamo ipermediatizza-ti attraverso radio, tv, giornali, riviste, perio-dici eccetera, dall’altra, come in ogni fami-glia conflittuale che si rispetti, siamo reci-procamente ipercritici al limite del sop-portabile. Quindi, per rispondere alladomanda, credo che queste iniziativebastino e, siccome conosco già il pro-gramma del prossimo anno, le nuove pro-poste 2012 saranno più che sufficientiper esplorare, analizzare, criticare, valuta-re l’operato e l’offerta della Rsi da partedei suoi interlocutori presenti nel territorio.

In collaborazione con la FondazioneConsiglio svizzero della stampaNella sua qualità di portavoce degliutenti radiotelevisivi, e quindi di partedel pubblico cui i professionisti del gior-nalismo si rivolgono, la Corsi è statalieta di poter collaborare alla presenta-zione ufficiale di un prontuario di rapi-da consultazione, principalmente rivoltoalle redazioni ma altrettanto interessan-te per chi è chiamato ad esprimersi suiprodotti giornalistici (ad esempio, gliorgani Corsi) e per coloro che ognigiorno si trovano sotto i riflettori deimedia, politici in primis, come hadimostrato la gradita presenza in audi-torio del Consigliere di Stato PaoloBeltraminelli. L’uso del prontuario èstato illustrato dagli autori stessi, PeterStuder e Martin Künzi. La traduzioneitaliana del testo è a cura di EnricoMorresi, giornalista e presidente uscen-te della Fondazione del Consiglio sviz-zero della stampa.

A N C O R A P E R . C O R S I C O M U N I

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DAI MEDIA TRADIZIONALI A INTERNET:DOVE STA ANDANDO LA CULTURA, COME SI È TRASFORMATO IL MODO DI PROPORLA, DI PARLARNE E, SOPRATTUTTO, LA CULTURA INTERESSA ANCORA?di Natascha Fioretti

Intervista a Maurizio Canetta, responsabile dipartimento cultura Rsi

per.corsi 10C O R S I I N O S S E R VA T O R I OOpportunità, interrogativi, sfide del mondo della comunicazione e dei media presen-tate dall’Osservatorio europeo di giornalismo dell’Università della Svizzera italiana

In Ticino sembra proprio di sì. Sia chi la fa, in questo caso i media del serviziopubblico della Rsi, sia chi la consuma.Certo non è più la cultura di una volta,sono cambiati tempi e modi di produ-zione e di fruizione dei programmi mal’interesse per questo genere, per l’approfondimento è ancora vivo. E ogni medium, in base alla sua specifi-

cità, tratta e declina la cultura a suopiacimento, rendendola facilmenteaccessibile per il suo pubblico di riferi-mento.Per entrare nel vivo della questione evedere da vicino meccanismi e evolu-zioni dell’attualità e dell’approfondi-mento culturale, abbiamo intervistatochi concretamente e con passione fa

IN TELEVISIONE A ME INTERESSASEGNALARE LIBRI O PAGINE O POESIAO ARTE POI UNO SE LI DEVE ANDARE A PRENDERE‘ ‘

cultura tutti i giorni: Maurizio Canettaper la tv e Maria Grazia Rabiolo per laradio. Ai loro punti di vista abbbiamoaffiancato anche il parere di un espertoesterno alla Rsi ma addentro alla cultu-ra giornalistica ticinese che ha unagrande esperienza nella carta stampatae nell’online, quello di Marcello Foa.

Le pagine culturali dei quotidiani nonsono più quelle di una volta. Valeanche per la cultura in tv?Che le pagine culturali e il modo di farecultura sia diverso è evidente e logicoperchè cambiano tempi e modi di fruizio-ne di ogni media. Non esistono più lepagine culturali storiche come la terzadel Corriere, l’elzeviro, e dei pezzi di gran-de approfondimento, il consumo è com-pletamento cambiato.

Poi che le pagine culturali si avvicinino aitabloid è vero talvolta per quanto riguar-da la forma (titoli, richiami, box, schede)ma non sempre per i contenuti. Oggi èuscito il nuovo supplemento “La Lettura”del Corriere della Sera, un libro di 40pagine di begli interventi. È ovvio chebisogna probabilmente vestirli in modo unpo’ diverso e credo che questo discorsovalga in particolare per la televisionedove è necessario che i contenuti abbia-no un adeguamento ai tempi, ai modi diconsumo e di fruizione.

Il problema vero sta nel dove si pone illimite del compromesso: se diventa intrat-tenimento che veicola un po’ di cultura èun conto, se si tratta di cultura - poi biso-gna intendersi sul termine - che ha unaveste più godibile o più fruibile non lovedo come un elemento di deprezza-mento o scandalo. Naturalmente restauna questione centrale, in particolare perla tv e cioè il fatto che essa non può perprincipio avere la profondità del libro,della rivista, del saggio, del convegno. Perfare un esempio, mercoledì noi facciamouna serata, ospite Zygmunt Bauman, su‘L’autunno delle nostre certezze’. Se fac-ciamo una trasmissione di settanta minu-ti con dei filmati, gli interventi e le rifles-sioni di Baumann saranno in termini diminutaggio quanto quindici minuti. Qualeprofondità è possibile raggiungere in quin-dici minuti? Non quella dei libri e delleanalisi profonde ma quella della segnala-zione di riflessione o di piste di riflessionesì.

Tanti dicono ‘Una volta come erano bellele trasmissioni culturali’ da L’approdo, aQuesto e altro, a Lavori in corso poiquando si vanno a rivedere si colgono deiritmi e delle modalità oggi improponibili.

Internet per la cultura in tv è unarisorsa? Sì, infatti abbiamo l’intenzione dideclinare i vari temi che trattiamo sui trediversi media cercando di differenziare daun lato, ma di proporre comunque un’of-ferta coordinata. Pretendere però di avereun giornalismo culturale in internet, radioe tv è proprio per la specificità di ognimedium una contraddizione in termini.Anche in rete non bisogna illudersi che cistia tutto.

Forse è banale quello che dico però intelevisione a me interessa segnalare librio pagine o poesia o arte poi uno se lideve andare a prendere.

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Intervista a Maria Grazia Rabiolo, responsabile attualità culturale Rsi

SIAMO NOI STESSI PROMOTORI DI CULTURA‘

In tv, in particolare all’estero, è sem-pre più presente una commistione digeneri, il cosidetto “infotainment”.Nella tv svizzera mi sembra inveceche questa tendenza non ci sia. Comemai? Una risposta può essere perchè nonne abbiamo le capacità perchè per fareinfotainment bisogna essere bravi nell’infoo cult-tainment. L’altra è una questione discelta. Personalmente non sono grandeamico dell’infotainment perchè la mesco-lanza di generi se non è condotta concapacità forti è un rischio di compromes-so troppo alto rispetto ai valori che unovuole diffondere e trasmettere.

Quale è la missione del servizio pub-blico quando si parla di cultura e inche cosa si differenzia da quella dellatv commerciale? Si distingue solo per ilprincipio che certi tipi di trasmissione li fae li propone, e sono spesso trasmissioni dinon grande successo in termini di numeriassoluti. L’importante però è farli. Questo è già un primo vantaggio del serviziopubblico.

Le pagine culturali dei quotidiani nonsono più quelle di una volta. Valeanche per l’attualità culturale in radio?Alla radio è chiaro che è cambiato ilmodo di presentare le trasmissioni diinformazione culturale ed è cambiato inmodo sorprendente. Intanto da un puntodi vista formale: perchè se andiamo a ria-scoltare certe trasmissioni anche solo dicinque o sei anni fa ci accorgiamo che ilritmo era tutto un altro. E quindi c’è undiscorso di carattere formale. Poi rispec-chiando l’andamento dei nostri tempianche noi ci siamo adattati a fare culturadal punto di vista dell’attualità culturalestando nei tempi più brevi che sono tipicidella nostra epoca e della nostra società.Vale la pena di sottolineare che noiabbiamo tutti i giorni degli appuntamenticulturali con l’attualità distribuiti nell’arcodella giornata. Diamo conto di quello cheaccade nella nostra regione perchè cisembra un nostro dovere ed è una rispo-sta al mandato che ci è stato affidato,siamo però attenti con uno sforzo finan-ziario in termini di corrispondenti anchesu quanto avviene a livello culturale inSvizzera tedesca e francese. E poi stiamoattenti a quello che accade in Europa, inItalia, nella fascia di confine anzitutto maanche oltre oceano.

Dunque il palinsesto di Rete Due, intermini di attualità culturale, offre unaprogrammazione molto ricca?La Rete Due è la rete della cultura, delladiffusione della cultura e quindi accanto agrandi trasmissioni di carattere musicalepropone anche trasmissioni di approfon-dimento giornalistico o culturale. Siamonoi stessi promotori di cultura.

In che modo sono cambiati i pro-grammi di attualità culturale?Prima i tempi erano più lunghi, i serviziduravano di più, ne mettevamo meno etutto era più diluito. Oggi, proprio perchèvogliamo essere sempre presenti e daremodo ai nostri ascoltatori di essere infor-mati su ciò che accade nel mondo cultu-rale nel senso più ampio del termine, itemi toccati non sono solo quelli piùcanonici delle arti figurative, della lettera-tura. Noi vogliamo dar conto dal punto divista culturale di ciò che sta accadendo inun dato momento. Cerchiamo di esseretempestivi e adeguati al mondo che cicirconda.

Con la crisi e la concorrenza di inter-net, la radio tra i media tradizionali èforse quello che si è saputo rivalutaredi più? La radio ha un suo fascino irrag-giungibile e difficilmente eguagliabile per-chè è popolare nel senso migliore del ter-mine. Costa pochissimo sia per la realiz-zazione, basta un tasto per accenderlama è di una immediatezza incredibile.

Nella mentalità comune uno ascolta laradio e subito sa quel che accade. Oraforse con internet le cose sono cambiate.

La radio più di altri media si prestaalla fusione con internet. Trova che cisia una maggiore convergenza traradio e web? Sì, il fatto è questo: sull’im-mediatezza la radio rimane insuperabile.È vero anche che grazie alla rete ora lapuoi vedere oltre che sentire.

Che tipo di pubblico è quello di ReteDue? Onestamente più un pubblico adul-to, tendenzialmente maturo, un pubblicodi persone che ha il piacere di essereinformata fino in fondo.Non è che siccome ci occupiamo di cul-tura siamo automaticamente pesanti,fuori dal mondo o per pochi. Parlare dicultura non significa che necessariamentevenga usato un linguaggio accademico.Anzi proprio noi che crediamo molto neivalori degli argomenti culturali, nel valoredi ciò che stiamo proponendo comemateriale , cerchiamo di farlo nel modomigliore e quindi il più accessibile possibi-le per un pubblico più vasto. Credo sianoveramente dei pregiudizi di fondo quelliper cui dobbiamo usare un linguaggioaccademico o per pochissimi. In questosenso c’è stata un’evoluzione, anche larete culturale ha capito il suo mandato,quello di proporre argomenti culturali alpubblico più vasto.

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Intervista a Marcello Foa, Ceo di Timedia, cofondatoredell’Osservatorio europeo di giornalismo e ex direttoredel sito web del quotidiano Il Giornale

LA NOSTRA SOCIETÀ CREDE ANCORA NELLA CULTURA

Le pagine culturali dei quotidiani nonsono più quelle di una volta. Che cosane pensa? È vero che rispetto al passatola cultura ha perso la sua importanza.Infatti fino a qualche anno fa i giornaliitaliani, che sono poi di riferimento ancheper quelli del Cantone, avevano semprela pagina culturale all’inizio del giornale,oggi l’hanno spostata. C’è oggi la necessi-tà di un nuovo linguaggio, la cultura ècambiata ed è cambiato anche l’interessedel pubblico.

Quindi la cultura è diventata seconda-ria? Io non sono convinto che la culturasia diventata secondaria perchè non sispiegherebbe il successo di certe mostreper le quali devi prenotare con mesi d’an-ticipo. È cambiato il modo di porsi allacultura, è diventata più di massa, menoqualitativa, per cui il grande nome, il gran-de evento fa più presa della sostanza.Questo in generale riferito alla società.Devo dire però che i giornali tendenzial-mente riescono a tenere un buon livelloculturale. Il Corriere del Ticino è senzadubbio il giornale che più di altri si è sfor-zato di tenere due pagine culturali di uncerto livello, rivolte magari ad un pubblicominoritario ma che si aspetta un’informa-zione culturale di qualità. La culturarispetto al resto dell’informazione hameno questa frenesia dell’ultimo minuto

perchè i tempi sono più lenti. C’è unadoppia esigenza: quella dell’approfondi-mento ma anche dell’informazione. Il suc-cesso dell’inserto del Corriere della Seraappena lanciato o del Sole 24 ore dimo-stra che c’è un pubblico che ancorarichiede questo tipo di informazione. Unfatto rassicurante per la nostra societàche ancora crede alla cultura nel sensopiù alto del termine.

Che peso ha l’informazione culturalesugli altri media di Timedia?Tendenzialmente minore ma perchè èdiverso il pubblico: Radio3iii è più diintrattenimento, Teleticino si occupa diinformazione locale, allora è chiaro che lacultura viene trattata più come informa-zione. Devo dire che la tv in generale, conpoche eccezioni come Arte hanno difficol-tà a proporre con successo trasmissioniculturali di livello perchè costano abba-stanza e l’audience è limitata. La culturasi declina più facilmente sulla carta stam-pata, che non sulla tv generalista.

Quali sono le differenze tra tv com-merciale e servizio pubblico?Vedo una chiara separazione tra radio etv. La tv non mi sembra che faccia undiscorso culturale particolare se non inqualche spazio. L’offerta di La1 e La2non è certo un’offerta che pone la cultura

al centro del palinsesto. La radio invecepunta molto di più sulla cultura e si pre-sta bene. Ci sono casi di radio che hannoun’audience complessivo inferiore masoddisfano le esigenze del pubblico, percui potendone supportare i costi è chiaroche si tratta di un servizio gratuito.Secondo me dovrebbe essere nel Dna delservizio pubblico che essendo finanziatoanche con i soldi dello stato può permet-tersi scelte non redditizie in termini stret-tamente economici.

Internet che ruolo gioca?Internet è un cantiere perchè sono natidei siti specializzati che hanno avuto suc-cesso. C’è un certo volano via internet direcensioni, culture, mostre, c’è un mondoche sta nascendo è che secondo me èpositivo.

La missione è quella di continuare afare un prodotto di qualità fruibile pertutti e su tutti i media?L’ambizione c’è sempre, come possaessere declinata con successo oggi non losappiamo ancora con certezza. Alla finesono i numeri che determinano le svolte:se tu metti un servizio culturale e neapprofittano solo duecento persone ilcosto non vale l’impresa.

L’Osservatorio europeo di giornalismo (Ejo) rileva le tendenze piùsignificative nel mondo dei media. Loscopo è di contribuire al miglioramentoqualitativo della professione agendo instretta relazione con le esigenze digiornalisti, direttori ed editori.L’Osservatorio è un centro studi nonprofit dell’Università della Svizzera italiana inaugurato nella primavera2004 a Lugano con il sostegno dellaFondazione per il Corriere del Ticino.www.ejo.ch

Natascha Fioretti è ricercatrice pressola Facoltà di scienze della comunicazio-ne dell’Università della Svizzera italianaa Lugano (Usi) e collaboratricedell’Osservatorio europeo di giorna-lismo per il quale cura il sito italiano e coordina attività ed eventi. Comegiornalista freelance, scrive per diversiquotidiani e riviste specializzate.

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per.corsi 13

A PROPOSITO DI SOCIETA’ CIVILEIn Svizzera, il servizio pubblico di radio-fonia (poi esteso alla televisione) ènato in un contesto storico preciso:come elemento della “difesa spirituale”della Svizzera contro le influenze deiregimi totalitari, durante gli anni Trentadel Novecento. Inoltre, gli investimentiche si richiedevano erano di taleimportanza che solo laConfederazione poteva permetterseli.Per garantire l’imparzialità dei program-mi fu ideato un sistema di pubblicocontrollo, che in Ticino si è evoluto daallora in poi una vera e propria occu-pazione (tendenzialmente proporziona-le) dei ruoli dirigenti da parte di politicidirettamente nominati dall’autorità,oppure delegati dai partiti. Tale sogge-zione rispetto alla politica, che in Ticinoha dato luogo a episodi grotteschi,appare sempre più in contraddizionecon le moderne finalità del serviziopubblico radiotelevisivo in Svizzera, chesono di coesione sociale tra le regionilinguistiche e di integrazione dei nuovicittadini. A tutela dell’imparzialità, nelfrattempo, sono state introdotte nellalegge federale e nella concessionenorme precise, vigilate da autorità diricorso: la rappresentanza dei partitinegli organi dirigenti come strumentodi garanzia non serve dunque più. Aipartiti, semmai, spetterebbe sempreuna rappresentanza nella misura in cuisvolgono animazione politica e cultura-le (o vogliamo intenderli soltantocome macchine elettorali?): peròaccanto ad altre istituzioni della societàcivile, e senza più diritti di primo-genitura.

Le recenti modifiche degli statuti dellaSsr vanno in questa direzione, ma lasvolta pare ancora poco compresanella Svizzera italiana. Timidamente, adalcune associazioni di interesse pubbli-co è stato concesso, dall’ultimaAssemblea della Corsi, di accedere aiconsigli direttivi: ma quanto lontanisiamo ancora dalla rinuncia, da partedei partiti, al ruolo che svolgevano inesclusiva! (Lo prova il tentativo succes-sivo di “etichettare” politicamente i rappresentanti delle associazioni elettidall’Assemblea). Questo perché mancauna conoscenza adeguata di che signifi-chi società civile in un contesto didemocrazia matura, come vuole esserela nostra. Rinuncio, per ovvii motivi dispazio, a esplicitarne adeguatamente ilsenso e le articolazioni (potrebbe esse-re lo scopo di una giornata di studioda organizzare!). Mi limito a dire che lasocietà civile è, rispetto alla sfera politi-ca e a quella economica, un interlocu-

tore per conto di un’altra sfera sociale,quella che rappresenta l’esperienzaindividuale e collettiva dei cittadini. Lasocietà civile dialoga con la politica econ i poteri economici, ma non si iden-tifica mai con loro: anzi è sempre pron-ta ad assumere nei loro riguardi unaposizione dialettica. Ai giornalisti, tenuto conto del princi-pio di autonomia che connota la lorocultura professionale (è vero: spessomale conosciuto e peggio interpreta-to!), spetta nella situazione descritta unruolo di cerniera, di articolazione, affin-ché i sentimenti, le emozioni, le tensio-ni della base della società siano corret-tamente chiariti, interpretati e messi aconfronto con le logiche di potere(politico ed economico). Anche qui,come si vede, molto resta da fare. Lestrutture di formazione sono imperfet-te e tutt’altro che adeguate a questoscopo. Le università si concentranosulle modalità delle tecniche dellacomunicazione, il giornalismo stenta arendersi conto della propria funzionesociale e cede facilmente a logichestrumentali. Resta da sperare chel’esperienza iniziata alla Corsi operinegli addetti una presa di coscienza.

Enrico Morresi, giornalista

C O R S I I N B U C A L E T T E R EI media ci scrivono

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RSI E CORSI:COMPLEMENTARI ALSERVIZIO DEL PUBBLICO

C O : R S I

Approfitto dell’ospitalità concessami daper.corsi - che la Rsi volentieri contrac-cambia nella sua nuova Rivista azienda-le app.punti - per provare a risponderead una domanda ricorrente, che piùvolte mi è stata posta e che immaginosi siano posti anche non pochi Socidella Corsi stessa: qual è il rispettivoruolo, quali i compiti, quali gli obiettivi,quali i rapporti fra l’organizzazione pro-fessionale - la Rsi appunto, con tutti isuoi dirigenti, quadri, collaboratori - e laCorsi?Schematicamente potremmo dire chela Corsi rappresenta il Paese, ossia laSvizzera italiana, in tutte le sue compo-nenti istituzionali, politiche, sociali, cultu-rali, ma ne rappresenta soprattutto gliutenti, i cittadini, il pubblico (o forsesarebbe meglio dire i pubblici). Li rap-presenta presso la Rsi, cui è sostanzial-mente demandato il compito di idearee produrre un’offerta completa e mul-timediale di servizio pubblico per lanostra Regione e per l’intera italofoniasvizzera.Va da sé che i due ruoli sono comple-mentari e che possono dare frutti posi-tivi e convergenti solo se i rispettiviorgani agiscono in concertato confron-to tra loro; solo se tra noi, professioni-sti Rsi, e Organo istituzionale il dialogoè aperto, costante, trasparente; ma

soprattutto, solo se entrambe le partirispettano nei fatti le prerogative altrui,se ognuna è pronta a riconoscere l’au-tonomia dell’altra, se ognuno agiscecorrettamente all’interno dei propriconfini, delle proprie prerogative, delproprio margine di manovra e di com-petenza; solo se questi confini e questiambiti di competenza sono chiaramen-te definiti.Personalmente ritengo siano dati e benancorati sia nel rinnovato Statuto SrgSsr, approvato il 24 aprile 2009, sia inquello della Corsi, che i Soci riuniti inAssemblea generale straordinaria,hanno accolto il 28 novembre 2009 (invigore dal 1. gennaio 2010). In estremasintesi: alla Corsi (segnatamente alConsiglio regionale) è attribuita lafacoltà di esprimersi sul rapportoannuale sulla Qualità e sul Serviziopubblico della Rsi. Al Comitato il com-pito di valutare le Politiche dei pro-grammi dell’Unità aziendale regionalenel quadro delle direttive strategichedel Consiglio d’amministrazione dellaSrg Ssr, nonché di suddividere le risorsetra i singoli Dipartimenti di Programmain funzione delle Politiche dei program-mi e dei limiti di spesa decisi dalConsiglio d’amministrazione Srg Ssr. Al Consiglio del pubblico, infine, sonoriservate, con un ruolo consultivo ma

importante, la verifica del raggiungi-mento degli obiettivi di Programma;una valutazione generale del palinsesto;l’analisi critica dei prodotti Rsi; la possi-bilità di inoltrare alla Rsi suggerimenti eproposte inerenti all’attività diProgramma; la pubblicazione di rappor-ti sulla qualità dei prodotti della Rsi.Rsi e Corsi, insomma, devono continua-re ad arricchirsi reciprocamente: laprima quale insieme di professionistiattivi in tutti gli ambiti della produzionemultimediale; la seconda quale pontetra Rsi e collettività dell’utenza. Negliscorsi mesi si sono andate consolidan-do nuove occasioni d’incontro graziealle numerose serate pubbliche che, intermini radiotelevisivi, chiameremmo“coprodotte” e che hanno toccato, sindal 2009, non solo la Svizzera italiana,bensì anche i principali centri del restodel Paese in cui l’italofonia resta unarealtà importante. Proprio questiappuntamenti mi hanno convinto dellasostanziale bontà complessiva dell’im-pianto, dell’insostituibilità dei nostri dueorgani, nonché della necessità di prose-guire, anche in futuro, lungo la via deldialogo rispettoso. Proprio questiincontri - per i quali la Rsi mette adisposizione di tutti i Soci Corsi i suoidirigenti, i suoi giornalisti, i suoi anima-tori più noti, i tesori emozionanti deisuoi Archivi, in grado di offrire spuntiinediti al dibattito - riprenderanno conrinnovato vigore tra pochi mesi e con-tinueranno ad essere per la Rsi occa-sione di scambio, di confronto, di ascol-to vero, attento ed utilissimo.

Dino Balestra, Direttore Rsi

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NELL’ETICA DELL’INFORMAZIONE, LA DIFESA DEIDIRITTI UMANI E’ FONDAMENTALE

15per.corsiAppuntamento con il mondo che ci osserva e che ci parla.In tempi di rapidi mutamenti sociali, Cornelio Sommaruga come guarda ai media?Ve lo proponiamo in una breve intervista

Come si è evoluto il suo rapportocon i media e in particolare con igiornalisti nel corso della sua carriera?Fino a quando ero al servizio dellaConfederazione il mio rapporto con imedia - in particolare svizzeri - era otti-mo, malgrado il fatto che dovevo mante-nere una certa riserva, anche perché imiei Consiglieri federali successivi voleva-no avere una assoluta preminenza neicontatti con i media. Tuttavia ho ricevutonel 1986, alla fine del mio mandato diSegretario di Stato, il Prix Contact de laPresse économique romande! In seguito,come Presidente del Cicr, ho fatto moltiprogressi nei miei contatti con i medianazionali ed internazionali, comunicandomolto, sempre nei limiti imposti dall’eticaistituzionale. Sono stato fiero di riceverenel 2001 il Premio della Stampa esterain Svizzera per “lo svizzero più popolareper i giornalisti stranieri”, che hanno poiricevuto dopo di me anche AchilleCasanova e Dick Marty!Diritti umani, diritto all’informazione,etica dell’informazione: in che rappor-to stanno oggi? Ritengo che nell’eticadell’informazione, a parte la correttezza elealtà nella diffusione della notizia e unabuona separazione tra notizia e com-mento, la difesa dei diritti umani è fonda-mentale, e nel commento il giornalistadeve prendere posizione spiegando per-ché si tratta di una violazione grave delleConvenzioni e Risoluzioni sui Dirittiumani. Questo è anche importante insituazione di conflitto armato, quando si èconfrontati con violazioni delleConvenzioni di Ginevra. Sono poi in gene-rale deluso dal fatto che i media dannomolta più importanza al negativo, disa-stroso e sensazionale, piuttosto che sof-fermarsi sugli aspetti positivi della vita insocietà e dell’evoluzione dell’economia.Un esempio classico è quello dell’annun-cio di licenziamenti e chiusura di impresee praticamente mai quello di apertura eassunzione di collaboratori da parte dinuove ditte o di ditte ristrutturate.I social networks e l’informazioneonline in genere occupano uno spaziosempre crescente quali fonti di notiziee immagini, e quali strumenti di

mobilitazione. Che lettura propongo-no dell’attualità, rispetto ai media tra-dizionali? Da tutto quanto ho potutoconstatare i social networks possonoessere degli istrumenti di comunicazionemolto importanti, come lo dimostrano lerivoluzioni della primavera araba.Sulla base della sua esperienza nazio-nale e internazionale, l’influenza e ilpeso sociale e politico dei media tra-dizionali quali radio e televisione, sisono rafforzati oppure affievolitirispetto al passato? In entrambi i casi,a cosa potrebbe essere dovuto?Penso che il ruolo politico e sociale deimedia tradizionali si sia leggermenteaffievolito. La ragione è quella dello svilup-po esponenziale dei media elettroniciindividuali; penso che sono però soprat-tutto i giornali ad avere perso qualcosa inquesto senso. Anche alla luce delle considerazioniprecedenti, come valuta il serviziopubblico radiotelevisivo in Svizzera?Lo valuto positivamente sulle tre emittentie mi complimento con le direzioni ed icollaboratori per ottimi risultati malgradoi mezzi finanziari limitati. Il confronto conreti radiotelevisive private e pubbliche dipaesi limitrofi o con emittenti anglofoneresta senz’altro ottimo. Gli ingenti mezzifinanziari qui disponibili non fanno vera-mente la differenza. Un apprezzamento e una critica per laRsi, alla luce dei cambiamenti che dautente ha potuto osservare nel corsodegli anni, e di un eventuale confrontocon le altre reti nazionali. Forse deside-rerei sentire un po’ meno canzoni in ingle-

se e di più in italiano. Inoltre occorre rile-vare gli enormi progressi fatti dalla Rsi neiservizi di informazione (Radiogiornale eSfogliando la Svizzera). D’altra parte, tra-smissioni quali Mise au point o Infrarougealla Tsr, o ancora Arena alla Rsd sonomezzi di comunicazione potenti.A Cornelio Sommaruga piace guarda-re/ascoltare... Alla Rsi, Falò e le trasmis-sioni legate al calcio internazionale. Sonotrasmissioni che vanno a fondo dei pro-blemi e che permettono di ben compren-dere la posta in gioco, il moderatore del-l’emissione restando sempre neutro. Ciòvale anche per le telecronache sportive,dove il telecronista potrebbe concentrarsipiù sulle partite che sulle vicende - pas-sate e future - di ogni singola personache è sul campo.

C O R S I I N C O N T R O

Cornelio Sommaruga, 79 anni, giurista, siè formato a Roma, Parigi e Zurigo. Unavocazione internazionale che si riflettesulla sua lunga carriera, nel corso dellaquale ricopre importanti cariche pubbli-che; dai primi incarichi di natura politicanell’ambito dell’amministrazione federalee del Ministero degli Affari Esteri a Berna- dove fu Segretario di Stato per gli Affarieconomici esterni dal 1984 al 1986 - aquelli diplomatici, fino alla Presidenza delComitato internazionale della CroceRossa a Ginevra (1987-1999).L’incessante impegno in favore dei dirittiumani gli è valso molti riconoscimentiprestigiosi. Attualmente, è Presidenteonorario del Centro internazionale disminamento umanitario di Ginevra edell’Associazione internazionale ‘Iniziativee cambiamento’ di Caux.

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