Pellico on line dic 2008

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1 volume 8, numero 1- Notiziario del 1° Istituto Comprensivo “S. Pellico”Pachino Dicembre 2008 In questi giorni è stata inaugurata la mostra “L’altro mio fratello” sui bambini africani che vivono a Butembo Beni, un paese che si trova nel Congo. Per l’occasione, è arrivato Padre Giovanni e, guidati dal maestro Giuseppe, abbiamo osservato le foto appese nel corridoio, in seguito siamo saliti in sala teatro. Padre Giovanni ci ha fatto vedere un filmato sui bambini africani. Nel filmato ho visto che questi bambini e pure gli adulti mangiano un alimento che si chiama “manioca” che non contiene né proteine, né vitamine ma per loro questo è l’unico cibo quotidiano. Mangiare solo manioca fa venire delle ma- lattie che fanno gonfiare il corpo. Molti di questi bambini non vanno a scuola perché sono i genitori che pagano le maestre e la maggior parte non ha soldi. I bambini che non vanno a scuola, vengono addestrati dai soldati per combattere in cambio di cibo. Il 19 Dicembre, la nostra scuola, ha pensato di destinare in beneficenza per i bambi- ni di Butembo Beni, il ricavato della fiera del dolce e del salato. Corrado Salerno I^ B - Adriana Blandizzi e Gabriele Sipione 5^ A La mostra su Butembo beni e la testimonianza di Padre Giovanni L’altro mio fratello Anche quest’anno, in oc- casione del Natale la no- stra scuola è stata decorata con stelle, candele, ghir- lande e decori di vario tipo; qualcuno pensa che le decorazioni siano cose da bambini, invece io pen- so che le decorazioni ser- vono a rendere il Natale più solenne, magico, di- vertente, gioioso e dolce. Nell’androne è stato alle- stito il tradizionale presepe che rappresenta la nascita di Gesù. E’ un presepe monumentale allestito dalle professoresse Di Martino Rita e Di Martino Maria Con- cetta; è davvero molto bello e tutti quelli che entrano: alunni, insegnanti e genitori, non possono fare a meno di fermarsi per ammirarlo. GIUSEPPE DIPIETRO 1^D Natale alla Pellico Tra cambiamenti e novità I cambiamenti del sistema scola- stico disposti dai recenti provvedi- menti ci chiamano, ancora una volta, a riprogettare e riorganizzare il nostro sistema educativo. L’anno Scolastico si è a- perto, infatti, con il D. L. n° 137 del 1° Settembre 2008, convertito nella Legge 30/10/ 08 n° 169. I provvedimenti che già nell’imme- diato vanno a incidere sulle dina- miche dei quotidiani processi di insegnamento e di apprendimento sono tanti tra questi ricordiamo: l’introduzione nel nostro sistema scolastico dell’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione; la valutazione del comportamento e del rendimento degli studenti,con il ritorno alle valutazioni decimali, la possibilità, da parte delle fami- glie, di scegliere il curricolo e il tempo scuola dei propri figli ( 24 ore maestro unico– 27-30 ore mae- stro prevalente); l’adozione plu- riennale dei libri di testo con la non modificabilità delle scelte da parte dei docenti per il quinquennio. Il nostro Istituto impegna- to in un costante lavoro di analisi, ascolto e attenzione ai bisogni della comunità scolastica ha saputo in questo nuovo clima, organizzarsi nel suo ruolo didattico attivo e creativo seguendo i principi della coerenza, perseveranza e professio- nalità . Platone diceva “ con l’edu- cazione dobbiamo aiutare gli stu- denti a trovare gioia in quello che devono imparare” ed è per questo che nel proporre il Piano dell’Of- ferta Formativa, in questo “nuovo anno” abbiamo tenuto conto di tutta una serie di risorse umane e strutturali, di prospettive future che poggiano saggiamente su basi soli- de che costituiscono la memoria storica della “Pellico”. Il P. O. F. del 1° Istituto comprensivo sarà, quindi, articola- to in forma dinamica costantemen- te negoziabile a seconda di contesti e persone Continua a pag. 2

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Il numero di dicembre 2008

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volume 8, numero 1- Notiziario del 1° Istituto Comprensivo “S. Pellico”Pachino Dicembre 2008

In questi giorni è stata inaugurata la mostra “L’altro mio fratello” sui bambini africani che vivono a Butembo Beni, un paese che si trova nel Congo. Per l’occasione, è arrivato Padre Giovanni e, guidati dal maestro Giuseppe, abbiamo osservato le foto appese nel corridoio, in seguito siamo saliti in sala teatro. Padre Giovanni ci ha fatto vedere un filmato sui bambini africani. Nel filmato ho visto che questi bambini e pure gli adulti mangiano

un alimento che si chiama “manioca” che non contiene né proteine, né vitamine ma per loro questo è l’unico cibo quotidiano. Mangiare solo manioca fa venire delle ma-lattie che fanno gonfiare il corpo. Molti di questi bambini non vanno a scuola perché sono i genitori che pagano le maestre e la maggior parte non ha soldi. I bambini che non vanno a scuola, vengono addestrati dai soldati per combattere in cambio di cibo. Il 19 Dicembre, la nostra scuola, ha pensato di destinare in beneficenza per i bambi-ni di Butembo Beni, il ricavato della fiera del dolce e del salato.

Corrado Salerno I^ B - Adriana Blandizzi e Gabriele Sipione 5^ A

La mostra su Butembo beni e la testimonianza di Padre Giovanni

L’altro mio fratello

Anche quest’anno, in oc-casione del Natale la no-stra scuola è stata decorata con stelle, candele, ghir-lande e decori di vario tipo; qualcuno pensa che le decorazioni siano cose da bambini, invece io pen-so che le decorazioni ser-vono a rendere il Natale più solenne, magico, di-vertente, gioioso e dolce. Nell’androne è stato alle-stito il tradizionale presepe che rappresenta la nascita di Gesù. E’ un presepe monumentale allestito dalle professoresse Di Martino Rita e Di Martino Maria Con-cetta; è davvero molto bello e tutti quelli che entrano: alunni, insegnanti e genitori, non possono fare a meno di fermarsi per ammirarlo. GIUSEPPE DIPIETRO 1^D

Natale alla Pellico

Tra cambiamenti e novità

I cambiamenti del sistema scola-stico disposti dai recenti provvedi-menti ci chiamano, ancora una volta, a riprogettare e riorganizzare il nostro sistema educativo. L’anno Scolastico si è a-perto, infatti, con il D. L. n° 137 del 1° Settembre 2008, convertito nella Legge 30/10/ 08 n° 169. I provvedimenti che già nell’imme-diato vanno a incidere sulle dina-miche dei quotidiani processi di insegnamento e di apprendimento sono tanti tra questi ricordiamo: l’introduzione nel nostro sistema scolastico dell’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione; la valutazione del comportamento e del rendimento degli studenti,con il ritorno alle valutazioni decimali, la possibilità, da parte delle fami-glie, di scegliere il curricolo e il tempo scuola dei propri figli ( 24 ore maestro unico– 27-30 ore mae-stro prevalente); l’adozione plu-riennale dei libri di testo con la non modificabilità delle scelte da parte dei docenti per il quinquennio. Il nostro Istituto impegna-to in un costante lavoro di analisi, ascolto e attenzione ai bisogni della comunità scolastica ha saputo in questo nuovo clima, organizzarsi nel suo ruolo didattico attivo e creativo seguendo i principi della coerenza, perseveranza e professio-nalità . Platone diceva “ con l’edu-cazione dobbiamo aiutare gli stu-denti a trovare gioia in quello che devono imparare” ed è per questo che nel proporre il Piano dell’Of-ferta Formativa, in questo “nuovo anno” abbiamo tenuto conto di tutta una serie di risorse umane e strutturali, di prospettive future che poggiano saggiamente su basi soli-de che costituiscono la memoria storica della “Pellico”. Il P. O. F. del 1° Istituto comprensivo sarà, quindi, articola-to in forma dinamica costantemen-te negoziabile a seconda di contesti e persone Continua a pag. 2

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Cont. dalla 1^ pagina affinché possa trasformarsi in uno strumento aperto, flessibi-le ed in costante divenire, per: • salvaguardare le differenze e le competenze, • raccogliere proposte provenienti dall’esterno, • ampliare gli interventi possibili anche in relazione ai

risultati conseguiti. Il nostro obiettivo è quello di ascoltare le voci dei ragazzi, delle loro famiglie e di tutti coloro che si interessano alla crescita delle persone per interpretarle, attuandone la “mission” originale dell’agenzia “scuola” che è quella di prendersi cura dello sviluppo della persona e, nel contempo della comunità sociale in quanto gruppo organizzato. La scuola deve diventare l’ambiente dove instaurare relazioni significative ed acquisire le competenze necessarie ad af-frontare in modo sereno il futuro, “tempo di vita” dove speri-mentare la democrazia, luogo dove “incontrare la cultura”, nelle sue forme più varie. A voi tutti, fruitori a vario titolo, del nostro operare un NATA-LE caldo nel cuore e un nuovo anno sereno, che a tutti voi porti quello che più desiderate! Il D.S LILIANA LUCENTI

Le tradizioni natalizie viste da Iman Abouabdillah 1°A

Il Natale Il Natale è una festa, una festa importante si festeggia a dicembre e non a novembre. C’è Babbo Natale che porta regali bellini per i bambini. E c’è l’albero con le palline. Infine il presepe con la Madonna e Gesù E poi lassù c’è un angelo blu.

Il Natale è una festa tradizionale che si ce-lebra tra il 24 e 25 dicembre. Questa festa consiste nel ricordare la nascita di Gesù a Betlemme. In questa occasione ci si scam-bia doni con le persone più care, si prepara il tradizionale albero di Natale e il Presepe. La notte tra il 24 e 25 dicembre si ricorda la nascita di Gesù a Betlemme. La notte del 24 dicembre si dice che mentre tutti i bam-bini dormono, per il camino scende il miti-co babbo Natale, posa i regali sotto l’albe-ro, cosicché il 25 mattina i bambini li pos-sano trovare.

Abouabdillah Iman I°A

Poesia scritta dagli alunni della IV C che si sono impegnati ad adottare una classe di Butembo Beni.

Scolaresche in visita alla mostra e benedizione del quadro della natività

Dedicato a “l’altro mio fratello”

Tu hai la pelle nera come il buio stellato Tu hai negli occhi la dolcezza del creato. Tu sei l'altro mio fratello sei, del campo, il fiore più bello. Non ti conosco ma ti voglio bene vorrei alleviare le tue pene. Vorrei farti arrivare il mio amore l'amicizia non ha colore.

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“Una giornata speciale” “Diario di viaggio: Pachino-Catania-

Viagrande (Museo della lava)

Le attività della Pellico

Il 14 novembre 2008 le classi quinte sono anda-te a Catania per assistere allo spettacolo teatrale “La Bella e la Bestia”. Siamo stati tutti in ansia per quel giorno, eravamo distratti, un po’ agitati per questa giornata. Siamo partiti alle 7:00 su un autobus a due piani. La nostra prima fermata è stata all’autogrill dove abbiamo fatto colazione . A Catania siamo scesi al “teatro Ambasciatori” che è un cine-teatro dove abbiamo assistito allo spettacolo. “La Bella e la bestia” era stata mo-dernizzata , infatti la storia si svolgeva ai nostri giorni, i costumi erano divertenti, spiritosi e vi-vaci. La recitazione degli attori era fantastica, si vedeva che erano veramente bravi. Purtroppo non abbiamo potuto vedere tutto lo spettacolo perché la “littorina” della Circumetnea ci aspet-tava alle ore 12:09 così siamo dovuti correre alla stazione, dove abbiamo preso al volo il treno. È stato bello fare il giro dell’Etna specialmente per chi non aveva mai visto la neve. Abbiamo consu-mato il pranzo, ammirato il panorama e verso le 14:30 siamo arrivati a Bronte. Bronte è un bel-lissimo paesino sulle pendici dell’Etna, vicino al quale è situato un fantastico castello che fu dato in dono ad Horatio Nelson, dal re Ferdinando III nel 1799. Nella “Ducea” ci sono: un delizioso giardino inglese con al centro una croce celtica, il cimitero inglese riservato alla famiglia Nelson, le due torrette difensive, una chiesa normanna e una vecchia abbazia. All’esterno si estende un lussureggiante parco. Dopo aver visitato la Du-cea, siamo ritornati a Bronte per comprare dei prodotti tipici realizzati con il pistacchio. Alle ore 18:30 siamo ripartiti per Pachino, eravamo molto in ritardo, ma ci siamo fermati lo stesso per una sosta.Questa gita è stata eccezionale,

speriamo di farne presto un’altra!

V. Muccio, G.Cultraro 5ªD,

C. Scivoletto. 5ªC

Dopo vari giorni di attesa e di prepara-tivi, è arrivato il giorno della gita. Ci siamo incontrati giorno 14 Novem-bre 2008 al P.le U. La Malfa dove è arrivato il pullman. A bordo il clima era quello delle

grandi occasioni: canti, giochi e tanta alle-gria! Dopo una breve sosta all’area di ser-vizio per fare colazione, il viaggio è conti-nuato verso Catania. Arrivati a teatro, ab-biamo preso posto e subito dopo è iniziato lo spettacolo teatrale “La Bella e la bestia” che era rappresentato in maniera moderna infatti iniziava con un incidente automobi-listico e poi, la fiaba è stata raccontata con un lungo “flash back”. Dopo il teatro, ci siamo diretti a Viagrande dove abbiamo consumato il pranzo a sacco in un casta-gneto attrezzato con tavoli e sedili di legno. Alle ore 14:00 siamo entrati a piccoli grup-pi al “Museo della lava e dei vulcani” do-ve abbiamo conosciuto i motivi delle eru-zioni dell’Etna, i materiali che fuoriescono dal cratere, la lava solidificata e tante altre cose interessanti. Abbiamo visto anche un filmato tridimensionale con degli occhiali speciali che amplificavano gli effetti carat-teristici e sembrava che gli animali, la lava del vulcano ci venissero addosso. Vicino al museo c’era un negozietto di souvenir ed ognuno di noi ha comprato qualcosa da portare a casa in ricordo di questa bella giornata. Infine siamo ritornati a Pachino dove ci aspettavano i nostri genitori.

Martina IV C

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Giorno 31 ottobre 2008 è avvenuto un incontro con i bambini della scuola dell’Infanzia che il prossimo anno frequenteranno la scuola Primaria, con i ragazzi delle classi quinte,che per accoglier-li hanno scritto una lettera dove spiegano che la scuola elementare non è così difficile quanto sembra, ma neanche una vera e propria passeg-giata al mare: CIAO, SIAMO I VOSTRI AMICI DELLE CLASSI QUINTE DELLA SCUOLA PRIMARIA,SCUOLA CHE IL PROSSIMO ANNO INIZIERETE A FREQUENTA-RE ANCHE VOI. NOI SIAM ORMAI GIUNTI AL TERMINE DI QUE-STO VIAGGIO,MA, QUANDO LO ABBIAMO INI-ZIATO ERAVAMO UN PO’ TIMOROSI E UN PO’ CURIOSI PROPRIOCOME PENSIAMO LO SIATE ANCHE VOI. ED E’ PROPRIO PER QUESTO MOTIVO CHE QUEST’ ANNO VOGLIAMO STARVI PIU’ VICI-NI ,VOGLIAMO RACCONTARVI IL “NOSTRO MONDO” FATTO, SI DI STUDIO E IMPEGNO MA ANCHE DI MOMENTI GIOIOSI, DI GIOCHI,DI

RECITE,DI CANTI,DI RISATE CHE CI HANNO PERMESSO DI STARE INSIEME AIUTANDOCI A CRESCERE E A MATURARE. NOI SIAMO STATI DAVVERO BENE DURANTE QUESTI CINQUE ANNI E SIAMO CERTI CHE ANCHE PER VOI SARA’ LO STESSO. ADESSO FACCIAMO FESTA INSIEME MA PRI-MA RIPETETE CON NOI:

A SCUOLA E’ BELLO STARE SE HAI VOGLIA DI IMPARARE

CONOSCER TANTI AMICI PER VIVERE FELICI

E’ BELLO STARE INSIEME LA SCUOLA CI APPARTIENE!

Agnese Scala

5ª B

La corsa campestre a Siracusa Giorno 27 Novembre i nostri compagni hanno partecipato alla fase provinciale della corsa cam-pestre che si è tenuta presso la cittadella dello sport di SIRACUSA . I partecipanti erano 137 provenienti da tutta la provincia di SIRACUSA. Per far la corsa a Sira-cusa si sono allenati tanto, ma quello che vinceva sempre, si chiama CORRADO ALFA insieme ad altri 3 tra cui una ragazzina di nome MARIKA BUGGEA. Giovedì 27 Novembre sono partiti per Siracusa allo scopo di vincere sia la gara maschile che

quella femminile. Hanno percorso 1.600 m. A Siracusa ci sono an-dati con l’autobus accompagnati dal Prof. SCA-PELLATO, il nostro Prof. di educazione fisica che ha deciso di continuare gli allenamenti, per-ché a Febbraio 2009, ci sarà un’altra corsa.

GIUSEPPE DIPIETRO e G. SANSONE

PROGETTO CONTINUITA’

Festa dell’accoglienza nel cortile dell’istituto “Pellico” animata dal gruppo Scout

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Cari lettori, noi alunni delle classi terze sez. C e sez. D, abbiamo parlato del problema della sicurez-za.Quest’anno ci troviamo nel plesso di via Rubera ed è stato importante conoscere il piano di evacuazione predisposto dalla nostra scuola in caso di emergenza. Per questo motivo abbiamo osservato le piantine attaccate sulle porte delle due classi, per renderci conto del percorso da seguire per raggiungere il punto di raccolta cioè il luogo più sicu-ro in caso di pericolo. Le maestre hanno anche messo in evidenza che mentre un terremoto o un incendio pos-sono rappresentare un evento raro, vi sono dei comportamenti quotidiani che diventano pericolosi per la sicurezza. È stato importante scoprirli insieme e, sempre insieme cercare di correggerli indivi-duando delle regole. L’aprifila della classe C Bruno ha fatto notare ai compagni che bisogna lasciare libero il passaggio tra i banchi e non occuparli con gli zaini perché in caso di emergenza bi-sogna lasciare velocemente l’aula e ciò può rallentare l’operazione di evacuazione; per questo motivo infatti è già dalla prima elementare che noi siamo abituati a svuotare gli zaini e a metterli in uno spazio all’interno della classe riservato a loro. Ognuno di noi ha fatto emergere altri comportamenti pericolosi come: il dondolarsi sulla sedia, gesticolare con oggetti appuntiti, spingersi nel percorso di uscita, ecc… Ci siamo resi conto che è importante acquisire comportamenti corretti per garantire la sicu-rezza a scuola e a casa. Alla fine della giornata scolastica, in fila indiana, invece di uscire dall’ingresso princi-pale, come facciamo tutti i giorni, abbiamo seguito il percorso indicato in caso di emer-genza e ci siamo ritrovati nello spiazzale davanti la scuola che è indicato come centro di raccolta. I genitori ci guardavano incuriositi, mentre noi siamo rientrati ordinatamente a scuola soddisfatti dell’esperienza avuta.

Classi III C-D

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TUTTI I BAMBINI DEL MONDO HANNOGLI STESSI DIRITTI

I diritti dei bambini sono stati decisi nel 1989 grazie ad una convenzione dell’Organizzazione delle Na-zioni Unite un accordo cioè tra numerosi paesi che hanno deciso di obbedire alle stesse leggi per garan-tire un’infanzia serena a tutti i bambini del mondo. Dall’anno in cui è stata approvata questa convenzio-ne sui diritti dell’infanzia, in tutte le nazioni questo giorno è dedicato a tutti i bambini che vengono pri-vati dei loro diritti; per far si che ogni bambino deb-ba avere la possibilità di andare a scuola, essere cu-rato, dedicarsi al gioco, avere una famiglia, sorride-re, sentirsi amato e accolto. Ma purtroppo nel mon-do ci sono milioni e milioni di bambini lavoratori, impiegati in ogni tipo di attività. Alcuni bambini sono veri e propri schiavi, come ad esempio quelli che lavano i vetri del-l’auto al semaforo o che chiedono l’elemosina. La maestra ci ha raccontato che sono tan-tissimi i ragazzi che arrivano come clandestini dai Paesi Africani o dall’Albania per tro-vare un’occupazione in Italia, ma delle persone senza scrupoli li tengono prigionieri, in condizioni igieniche spaventose e li costringono a lavorare dieci, dodici ore al giorno e a consegnare tutti i loro guadagni. Anche i lavori ripetitivi, nell’industria, aumentano il rischio di incidenti perché i bambini hanno frequenti cali di attenzione. Oggi ci sono molte associazioni come la Croce Rossa, l’UNICEF ecc... che si occupano della tutela dei bambini; eppure ancora oggi 200 milioni di bambini, invece di andare a

scuola, lavorano. Succede anche in Italia. Fin dal nostro ingresso a scuola, ogni anno in modo particolare per il Natale e la Pasqua mandiamo quello che riusciamo a risparmiare a dei bambini che si trovano a Kosti, nel Sudan, attraverso la corri-spondenza con Suor Miranda Pellizzari. Questi bam-bini vivono in casupole di fango, in miseria, non possono permettersi di frequentare le scuole gover-native e così vengono accolti in questo centro, dove dei missionari cercano di dare loro, oltre a del cibo, anche un’istruzione in modo da toglierli dalla strada e dai pericoli che essa comporta. Noi siamo felici di poterli aiutare, nelle lettere infatti la suora ci saluta sempre, anche a nome dei bambini che ormai come lei afferma ci conoscono molto bene. CLASSI 3^ C / D

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Visita al museo del vino

A scuola abbiamo parlato della ven-demmia, degli antichi contadini e della produzione del vino e abbiamo scoperto che il nostro è un paese pro-duttore di vino (lo era soprattutto in passato), così abbiamo deciso di ap-profondire l’argomento visitando il piccolo museo del signor Nobile. Egli è un commerciante di vini da quattro generazioni e per questo ha tanti attrezzi da lavoro antichi. Nella collezione del sig. Nobile abbiamo visto tanti attrezzi polverosi accata-stati che mi hanno fatto pensare ad

un film in bianco e nero. Egli ci ha spiegato che l’uva raccolta veniva portata nel palmento e, dopo, veniva schiacciata da uomini che calzavano scarponi chiodati e trasformata in mo-sto.

Abbiamo visto “ a cruvedda”, cioè il cesto di vimini per raccogliere l’uva, “a jauta” che serviva a travasare l’uva nell’”aria”, “u carrettu” per trasportare i tini colmi d’uva ed i vendemmiatori. Ho capito che, allora, il lavoro nei campi era molto faticoso perché tutto era fatto a mano, invece oggi il lavoro agricolo si svolge con l’ausilio dei macchinari e si fa me-no fatica.

Alcuni oggetti sono stati catalogati, cioè di ognuno di loro, si è fatta una specie di carta d’identità per sapere come si chiamano e a cosa servono.

Questa visita mi è piaciuta molto perché abbiamo avuto modo di conoscere attraverso gli oggetti e le foto, il duro lavoro di un tempo ed ho capito il senso delle parole scritte da monsignor Sultana “Per Pachino, la vite è vita”, infatti a quei tempi tutta l’economia del paese e il benessere delle famiglie era basato sulla coltivazione della vite.

Elisa Cataudella IV C

A destra, un momento della visita;a sinistra, antichi attrezzi di lavoro e, in alto, il sig. Nobile.

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Oggi è stata una giornata particolare per noi bambi-ni del plesso Rubera per-ché c’è stata la festa della frutta che abbiamo inven-tato noi quando eravamo in 1^ classe ed adesso si è diffusa in tutte le classi terze e quarte. Il giorno prima abbiamo preparato cartelloni di tutti i tipi e fumetti che spiegano l’importanza della frutta per il nostro organismo. Quando è ar-rivato questo giorno, tutti i bambini erano impazien-ti di iniziare perché il ta-

volo era imbandito con frutta di tutti i tipi, marmellata, torte, crostate e finanche caramelle alla frutta a forma di cerchio. All’arrivo della Preside e dei giornalisti, le varie classi hanno fatte delle fotografie e poi è ini-ziata la festa. C’era molta confusione ma è stato divertente. Dopo mangiato, ci siamo messi a giocare, a ridere e scherzare. È stata una bella festa! W LA FRUTTA!

Antonio Nicastro 4^ C

La festa della frutta

Mangiar bene L’alimentazione è fondamentale, perché per mantenerci in vita abbiamo bisogno d’alcu-ne sostanze che si trovano solo nei cibi. Ecco perché dobbiamo nutrirci più volte al gior-no. I neonati per crescere devono fare sei pasti quotidiani, bevendo latte ogni quattro ora circa. Agli adulti bastano tre pasti al giorno, mentre per i ragazzi sono opportune due merende in più, una a meta mattina e una nel pomeriggio. Nessuno può permettersi di digiunare senza rischiare danni alla salute. Le sostanze nutritive essenziali sono fornite dagli alimenti. Un’alimentazione equilibra-ta e sana deve fornire tutte le sostanze utili. Quando ciò non accade e ci si nutre troppo o troppo poco, si rischiano gravi squilibri. Nel mondo la fame minaccia la vita di milio-ni di persone; da noi invece sono molti i rischi dovuti ad un’alimentazione troppo ricca: un gran numero di persone ha problemi a causa d’obesità. Anagramma la seguente frase e scopri quale consiglio contiene…

Sanzone Giovanni 1^ B

L’ OBRIEQUILI AMENTALIRE CIANMICO ADI STRINO STIACQUI.

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Anche quest’ anno, puntuale come sempre, l’11 novembre è arrivata l’estate di San Marti-no,il santo della carità che in una giornata di pioggia diede metà del suo mantello a un po-vero e Gesù per premiarlo face di nuovo brilla-re il sole nel cielo. Ieri, durante l’ora di mensa la scuola Silvio Pellico è stata invasa da ciambelle e crespelle. Noi alunni aspettavamo questo momento con ansia fin dalle prime ore della giornata scola-stica,e quando intorno alle ore 13:00 abbiamo visto arrivare due vassoi con ciambelle e cre-spelle, il fermento che avevamo contenuto fino ad allora è esploso in un grido di felicità. In fretta, abbiamo messo via il materiale scola-stico per gustare i tradizionali “dolci” di San Martino. Il nostro compagno Gabriele L. ha distribuito i tovaglioli mentre la maestra Mariella Lupo ha diviso i dolci gustosi. Tutti chiedevano “bis-bis”e grazie alla pazien-za della maestra siamo stati accontentati tutti. Solamente due alunne non hanno gradito que-ste gustosità a causa dell’odore e di allergie. La nostra amata classe 5ª B ha vissuto un mo-mento di spensieratezza che ha contribuito a rendere più piacevole la permanenza a scuola. Festa doppia per due alunne che quel giorno hanno festeggiato l’onomastico. Agnese Scala 5ª B

A Pachino, il culto dei morti è molto sentito e non c’è famiglia che, in tale occasione, non vada al cimitero con fiori e lumini. Il gior-

no della commemorazione dei Morti, è una vera e propria festa; le famiglie si riunisco-no e per un giorno il cimitero cambia aspet-to: da triste e silenzioso, diventa vivace e colorato, ornato da fiori multicolori, anima-to da un viavai di gente che prega, si incon-tra e chiacchiera. Tutti vanno a tenere com-pagnia ai cari defunti per dimostrare che gli affetti non muoiono mai, ma restano vivi nel cuore. Anticamente si credeva che il 2 novembre i Morti tornassero per visitare le loro case ma nessuno aveva paura, anzi si lasciavano le tavole apparecchiate. I bambi-ni lasciavano le scarpe davanti la porta per-ché sapevano che i Morti sarebbero passati per lasciare i doni e aspettavano con ansia visto che a quei tempi i regali si avevano soltanto per i Morti. Questa usanza serviva a mantenere vivo nei bambini il ricordo dei parenti defunti. Le nostre nonne ci hanno detto che fino a cinquanta anni fa’ si usava ancora vegliare presso le tombe la notte tra l’uno ed il due novembre e la maestra ci ha spiegato che era un’usanza risalente agli antichi Romani i quali commemoravano i defunti offrendo loro cibo e vino. Anche i primi Cristiani usavano banchettare sulle tombe dei morti.

Alunni della IV C

Ricerca fatta sui libri “Crisci ranni”, “Appunti di viaggio” e verificata attraver-

so le testimonianze dei nonni.

La “festa dei morti” a Pachino CIAMBELLE E CRISPELLE INVADONO LA “PELLICO”

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Anche a Pachino, si è svolta la cerimonia dell’Unità d’Italia e delle forze armate presso il monumento dei caduti che si tro-va in piazza Vittorio Emanuele. Erano pre-senti: il comandante dei carabinieri, il commissario della polizia e il commissario straordinario del comune di Pachino che sostituisce il sindaco. Si tratta di una si-gnora che si chiama Margherita Rizza; in-dossava la fascia tricolore ed ha deposto la corona d’alloro in segno di omaggio ai sol-dati pachinesi caduti in battaglia. C’erano anche due vigili urbani che tenevano il gonfalone di Pachino. Durante la cerimo-nia, la banda ha suonato l’Inno d’Italia e altri canti militari.

Il 4 Novembre ricorre la giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. E’ anche l’anniversario della fine della I^ guerra mondiale che costò all’Italia il sacrificio di 600.000 persone. Ogni anno in tutte le città italiane, piccole o grandi che siano, le mas-sime autorità civili e militari dello Stato, rendono omaggio ai caduti in battaglia per difendere la Patria. La cerimonia più im-portante si svolge a Roma presso l’altare della Patria dove riposa il “milite ignoto” cioè un soldato sconosciuto scelto per rap-presentare tutti i soldati morti.

Il 4 Novembre Si festeggia in tutta la penisola la

giornata dell’Unità Nazionale

La cerimonia del 4 novembre a Pachino.

Lapide in ricordo dei caduti per la Pa-tria a Marzamemi.

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Obama presidente.

Parliamone insieme

Nel 1992, una ragazza di nome Eluana, ha avuto un grave incidente con l’ auto, in conseguenza del quale adesso è in coma. Ora ha 37 anni e la sua vita è appesa ad un filo di corrente che le fornisce le sostanze nutritive necessarie che il padre vorrebbe staccare: – Eluana amava la libertà! - ha detto e nemmeno le proteste delle suore che assistono Elua-na hanno funzionato a fargli cambiare idea. L’ultimo verdetto, finalmente è arrivato; Eluana troverà pace, dopo 16 anni di vita vegetativa contrastata da lotte e di-scussioni: la spina verrà staccata. La ma-dre, i parenti, gli amici e anche le suo-

re di una clinica di Lecco continuano a protestare contro questa decisione ma il pa-dre rafforza le sue idee. Tutti, anche noi pensiamo che ognuno debba decidere sulla propria vita e se qualcuno come Eluana non lo può fare, deve restare dipendente da quel filo con la speranza che un giorno possa aprire gli occhi e riprendere il suo cammino nel mondo. Sebastiana Giannone, Agnese Scala 5^B

E’ il primo afroamericano a conquistare la Casa Bianca .Nel discorso pronunciato dopo i risultati, il neoeletto conferma: < il cambiamento è arrivato>. Barack Obama un 47enne è il 44° presi-dente degli Stati Uniti. Grazie alle elezioni un presidente nero ha preso il comando alla Casa Bianca batten-do il rivale 72enne John McCain che è stato presidente per 4 anni consecutivi. La vittoria di Obama ha messo in risalto l’ importanza della sua popolazione di ap-partenenza che per molti anni è stata sot-tomessa in schiavitù. La famiglia di Obama Due figlie, una moglie e la popolarità, questi nomi raffigurano la famiglia di O-bama. Lei è una donna molto intelligente e pie-na di grinta, ma è soprattutto una madre

molto affettuosa di due bambine:Malia e Sasha,di 9 e 7 anni. Quando Obama decise di “correre”per la Casa Bianca, Michelle promise che lo avrebbe aiutato e sembra che sia riuscita a mantenere la promessa. E ora la first family d’ America è pronta a portare tante novità alla Casa Bianca. S. Giannone V B G. Sanzone I^ B

UNA VITA RUBATA

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Scrittori in erba

L’amico L’amico è una cosa speciale Più ne hai meglio è . . . L’amico è importante Perché con lui puoi ridere, con lui puoi giocare con lui puoi divertirti, e sfogarti e soprattutto con lui puoi parlare. Se hai un problema Dall’amico devi andare, se hai una gioia dall’amico devi correre perché solo con lui puoi condividere cose belle e cose brutte l’amico è davvero speciale. W W l’amico.

Antonio Nicastro IV C

Amicizia L’amicizia è un viaggio, Non mollarsi mai,

Aiutarsi e non combinare guai. Sono sola, il cuore batte forte

Non so chi chiamare ma viene un amico e andiamo a giocare. L’amicizia è un sentimento profondo

Il più grande e bello del mondo. Sono felice, esco da casa, incontro un amico

Ed il sole mi illumina il viso.

Samuela, Antonella, Giada IV D

L’amicizia è... L'amicizia è stare insieme perchè insieme è bello stare Perché ci possiamo confidare. Insieme per sempre staremo e mai ci lasceremo; amiche del cuore saremo e per sempre insieme viaggeremo.

Chiara, Erika, Sofia IV D

SONO FELICE Sono felice soprattutto quando sono insieme alle mie amiche. Soprattutto quando parliamo e se c’è qualcosa che non va Sono felice soprattutto quando giochiamo insieme oprattutto quando sono triste E poi loro mi fanno sorridere Sono felice Soprattutto perché so di avere le migliori a-miche del mondo! Sono felice Soprattutto quando sono insieme alle mie amiche.

Elisa Cataudella IV C

Page 13: Pellico on line dic 2008

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Allegramente

La redazione di “Pellico on line” vi augura :

ALUNNI: G. Sanzone, C. Salerno, G. Di Pietro, I. Abouabdillah, V. Muccio, C. Scivoletto, G. Cultraro, A. Scala, S. Giannone, N. Chatoui, M. Quartarone, A. Di Martino, J. Abouab-dillah, S. Tommasi. DOCENTI: Mirella Ardilio, Nella Avarino, Gabriella Calleri, Maria Gianfriddo, Salvatore Costa.

Il colmo per Babbo Natale? Essere stato colto… con le mani nel sacco!

- La befana, cade ogni anno il 6 gennaio. -Accipicchia,dovrebbe fare più attenzion-

Cosa fa Babbo Natale in un campo di cal-cio? -Dona...doni!

- A che velocità viaggiano i re magi? - A tutta... mirra!

Perché Babbo Natale quest’anno non potrà arrivare? -Perché è stato colto da una coli-ca... rennale!

Un cagnolino vede un albero di Natale ed esclama felice: -Finalmente hanno messo la luce in ba-gno!

Le barzellette di Natale

La maestra alla classe: -Quando dico “ gli alunni vanno volentie-ri a scuola” , che cos’é la parola “volentieri” ? E gli alunni, in coro: -Una grande bugia!

Un cane che passeggia vicino a un fiume incontra un coccodrillo. Il rettile lo guar-da e gli dice: - Ciao, sacco di pulci! E il cane risponde: - Ciao, bella borsetta.

A cura di Giuseppe Di Pietro