Pelletsnews 2 2014

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La rivista dedicata al pellet - Edizioni HYPER Anno IV N° 2 - MAGGIO 2014 n. 2 news pellets

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La rivista dedicata al pellet - Edizioni HYPER Anno IV N° 2 - MAGGIO 2014

n. 2

newspellets

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Sommario

eventi

Progetto Fuoco, un vero boom di visitatori, operatori e contratti 4

qualità

Stufe e caminetti italiani soddisfano già i requisiti europei 2015 7

certifi cazioni

ISO 17225, nuovo standard per il pellet 10

leggi e norme

Conto termico: quale pellet usare per avere gli incentivi 14

eventi

Il 13° Pellet Industry Forum il 14 e 15 ottobre 2014 21

ricerca

La determinazione del tipo di biomassa nel pellet e nei biocombustibili 22

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sommario

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Diff usa soddisfazione per l’esito della 9^ edizione di Progetto Fuoco, conclusasi

alla Fiera di Verona. Record per nu-mero di espositori, di superfi cie e di pubblico: 653 le aziende giunte da 36 Paesi, 85.000 mq a disposizione e 75.000 visitatori professionali nei cinque giorni di rassegna, dal 19 al 23 febbraio 2014.

“Progetto Fuoco - commenta il presidente di Veronafi ere Ettore Riello - per cinque giorni ha fatto di Verona la capitale mondiale per ogni soluzione improntata al ri-scaldamento da biomasse legnose. Quella di quest’anno è un’edizione

Progetto Fuoco un vero boomdi visitatori, operatori e contratti

da record, con una crescita del 20% degli espositori e del 10% degli operatori specializzati che per la prima volta hanno superato quota 75.000. Sono numeri che danno ragione alla scelta di Veronafi e-re di investire fortemente da anni sulla fi liera green che presidiamo anche con manifestazioni quali Legno&Edilizia, Smart Energy Expo e il Salone delle Bioenergie di Fie-ragricola”. E Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafi ere, rileva: “Il successo testimonia la crescente importanza del settore nel futuro. Sostenibilità ambientale ed economica sono temi a cui è ne-cessario guardare su scala globale.

Per questo abbiamo fatto di Pro-getto Fuoco 2014 una fi era ancora più internazionale, col 33% delle aziende estere. I visitatori stranie-ri, provenienti da tutto il mondo, sono pari al 15% del totale. Vero-nafi ere ha creato un vero e proprio polo mondiale per prodotti e con-tenuti, sia in termini di formazione sia di momento decisionale per le scelte strategiche del compar-to”. “Mi faccio portavoce della gran-de soddisfazione degli espositori, mai come quest’anno impegnati in profi cui rapporti commerciali du-rante la biennale”. Così Ado Rebuli presidente di Piemmeti società or-ganizzatrice dell’evento.

Più di 75.000 operatori specializzati nei cinque giorni di esposizione veronese

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eventi

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Attivi 10 milioni di impianti a le-

gna. Gli italiani producono secon-

do i parametri tedeschi.

La mostra internazionale di impian-ti ed attrezzature per la produzione di calore ed energia dalla combu-stione di legna, aperta con l’attesta-zione di rassegna leader mondiale del settore, ha messo in evidenza il crescente interesse per le ener-gie alternative basate sulla legna. Interesse testimoniato dai dati sui consumi degli italiani, presentati in anteprima nazionale a Progetto Fuoco da Aiel (Associazione Italiana Energie Agroforestali) partner tec-nico di Piemmetispa organizzatrice della mostra. I 9,8 milioni di impianti domestici di riscaldamento a legna sono composti da quelli alimentati a pellet: 1.630.000 stufe, 200.000 ca-mini e 75.000 cucine; mentre sono alimentati a legna 3.465.000 camini aperti, 2.085.000 stufe, 1.720.000 ca-mini chiusi e 675.000 cucine. Come ha detto in Fiera Gianni Silvestrini, direttore scientifi co di Kyoto Club, “Rottamando i vecchi inquinanti impianti a legna, ridurremo da due a tre volte le emissioni in atmosfera.” I vecchi caminetti, le vecchie stufe e le vecchie caldaie costituiscono i 2/3 dell’esistente e vanno sostituiti con gli apparecchi che le industrie italiane già oggi producono secon-

do standard di effi cienza energetica e basso inquinamento più restrittivi di quelli che entreranno in vigore in Germania a partire dal 2015. “Cin-que milioni di impianti- ha detto il presidente Aiel Marino Berton- an-drebbero rottamati nei prossimi 10 anni”. I dati del settore Innovazione tecnologica e attenzione al design dei produttori sono stati verifi cati dai professionisti del settore in Fiera, dove due padiglioni sono stati dedi-cati alle caldaie, ai grandi impianti, agli accessori e a spazzacamini e fumisti; quattro sono stati invece rivolti agli apparecchi domestici. Le stufe a pellet sono apparse nume-ricamente più presenti di caminetti e cucine, a testimonianza del fatto che l’Italia è il primo consumatore mondiale di pellet, con 3,3 milioni di tonnellate bruciate nel 2013. Il con-sumo di cippato è stato di 4,7 milioni di tonnellate e quello della legna di 19,3. Il parco italiano degli impianti a legna è costituito da 7,9 milioni di impianti (stufe, camini e cucine), 1,9 milioni di apparecchi a pellet (stufe, cucine e camini), 800.000 caldaie, 87 impianti di teleriscaldamento di potenza inferiore a 1 megawatt e 95 superiori. Il tutto ha portato nel 2013 a un consumo di 27,3 milioni di tonnellate di legna.

Progetto Fuoco “borsa del pellet”

Progetto Fuoco può considerarsi la “borsa del pellet”: qui si determina il prezzo di mercato e qui espongo-no le macchine per la lavorazione di questo prodotto, considerate le mi-gliori al mondo e le più esportate. Il tema economico del pellet e della legna sono strettamente connessi alle politiche forestali che tuttavia non tengono conto del fatto che il nostro Paese possiede una grande risorsa: negli ultimi 60 anni i boschi italiani sono raddoppiati (oggi 11 milioni di ettari, con una crescita pari a 70.000 campi di calcio in più ogni anno). Gli esperti hanno auspi-cato maggiori incentivi per chi si oc-cupa del patrimonio boschivo e in-terventi che facciano nascere nuove attività di raccolta e trattamento del legname, anche per rispondere al gap tra le 300.000 tonnellate di pel-let prodotte in Italia e i 3,3 milioni consumati. Compratori arrivati da tutti i continenti sono venuti a Pro-getto Fuoco per conoscere le inno-vazioni tecnologiche e di design dei maggiori produttori di stufe, cami-netti, termocucine, caldaie, barbe-cues, macchinari per la silvicoltura e grandi impianti di cogenerazione, con tutti gli accessori per ognuno dei settori rappresentati. Grande la prevalenza dei compratori esteri

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eventi

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su quelli italiani nei primi tre giorni (giunti soprattutto da Germania e Francia, ma anche da Medio Orien-te, Africa e Cina), con molti buyers di Paesi emergenti interessati a vende-re all’Italia il loro pellet.

Soddisfazione tra gli stranieri

Fra i molti espositori stranieri, in Fie-ra ha esposto anche una collettiva di 10 produttori di caldaie, stufe, ca-minetti, componenti e pellet della Repubblica Ceca, guidati dall’agen-zia ministeriale Czechtrade, estre-mamente soddisfatta per l’esito di questa prima partecipazione uffi -ciale a Progetto Fuoco: nel solo pri-mo giorno di fi era gli imprenditori cechi hanno realizzato contratti pari al fatturato di un anno. Molte anche le delegazioni straniere, giunte da Argentina, Brasile, Cina, Giappone, Grecia, Stati Uniti.

Incontri ed eventi

Tra i tanti eventi svoltisi a Progetto Fuoco: meeting internazionale degli spazzacamini, incontro tra i produt-tori di pellet e la grande distribuzio-ne organizzata, incontri sulle fonti rinnovabili, sulla certifi cazione del pellet, sulle emissioni in atmosfera, sulla certifi cazione delle biomasse, sull’uso energetico degli sfalci agri-coli, sulla cogenerazione e sulla bio-edilizia. Nelle aree aperte si sono tenute dimostrazioni pratiche dei macchinari per la lavorazione del le-gno nei boschi e interventi di manu-tenzione eseguiti dagli spazzacamini nelle loro tradizionali divise. In Fiera sono anche arrivati spazzacamini in costume da Giappone, Austria, Ro-mania e Serbia. Progetto Fuoco è stato patrocinato dai ministeri dello Sviluppo economico e delle Politiche Agricole, da Regione Veneto, Provin-cia e Comune di Verona, Dipartimen-to Tesaf dell’Università di Padova, che ha curato la parte didattica col-legata alla manifestazione.Unico “strappo” tra gli impianti a le-gna, la presenza di un’auto elettrica alimentata da un generatore di cor-rente multi energia, della spagnola Ecoforest, la prima azienda ad aver portato in Europa le stufe a pellet come trasformazione delle stufe a mais del Canada.

In fl oricoltura sostituire una caldaia a gasolio con una a biomassa conviene. Lo hanno ribadito i relatori del workshop “Risparmio ener-getico e uso delle biomasse nelle serre riscaldate” promosso da Aiel, GSE, Florveneto e Distretto Florovivaistico Alto Lombardo, nell’ultima giornata di Progetto Fuoco in Fiera a Verona.

Valter Francescato direttore tecnico dell’Associazione Italiana Energie Agroforestali, ha spiegato che a parità di dimensioni un impianto a cippato (più caro nell’acquisto) costa in combustibile un terzo di uno a gasolio (per 50.000 litri di consumo annuo si spendono 16.000 euro contro 60.000), che le biomasse diventano convenienti se il fabbiso-gno termico è medio-alto (superiore ai 150 megawattora) e che dopo il quinto anno di gestione l’azienda rientra della spesa d’acquisto. Non va poi dimenticato che negli ultimi dieci anni il prezzo del gasolio è triplicato.

“Questi impianti hanno una vita di 20-25 anni e la loro installazione va disegnata da un progettista perché si devono tener conto diverse variabili. Tra queste bisogna rendere uniforme la distribuzione del ca-lore portandolo il più possibile vicino alle piante, ottimizzare l’impian-to di riscaldamento isolandolo, seguire una costante manutenzione, frazionare la potenza, usare un sistema di distribuzione del calore a basse temperature, predisporre le vasche di stoccaggio del cippato”. Indispensabile poi la presenza di produttori di biomassa entro i 100 km e far funzionare il nuovo impianto il più possibile al massimo della potenza per avere un rendimento maggiore: quindi è importante non sovrastimare la potenza necessaria ed è preferibile dotarsi di un accu-mulatore inerziale (Puff er) che assicura una vita maggiore alla caldaia.Domenico Rotiroti del GSE, società del Ministero dell’Economia che si occupa degli incentivi energetici, ha quindi illustrato le caratteristiche dei Certifi cati Bianchi che, per il settore fl oricolo, sono solo due (per zone metanizzate e per zone che non lo sono). “Le caldaie a biomassa incentivabili devono rispondere a due requisiti: effi cacia di conversio-ne superiore all’85% e rispetto delle emissioni previste nella classe 5 dell’UNI EN 303-05. Le serre che possono installarle devono inoltre avere una copertura in fi lm plastico o in lastre in policarbonato plasti-co o in lastre in vetro”.

Workshop Aiel a Progetto Fuoco

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eventi

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Le famiglie tedesche acqui-stano abitualmente stufe e caminetti tecnologici italiani

che già rispondono ai requisiti di ef-fi cienza energetica e di basse emis-sioni che la Germania (uno dei Paesi più attenti a questi aspetti) adotterà a partire dal 2015. E’ uno degli ele-menti che balzano agli occhi agli operatori professionali e ai compra-tori di tutto il mondo hanno visitato a Veronafi ere la 9^ edizione di Pro-getto Fuoco, mostra internaziona-le di impianti ed attrezzature per la produzione di calore ed energia

dalla combustione di legna, leader mondiale nel settore. In questa rassegna biennale hanno esposto con le loro innovazioni 653 aziende di 36 Paesi (il 20% in più rispetto al 2012, su una superfi cie di 85.000 mq): aziende che rappre-sentano i migliori marchi mondiali e che in Progetto Fuoco trovano il loro punto di riferimento. La mo-stra ha proposte interessanti novità per le famiglie, per le comunità, per i grandi impianti industriali di co-generazione, per il segmento delle lavorazioni forestali e per tutti i pro-

fessionisti del comparto. Tra le novità spiccano

In esclusiva da Soci (AR) la CAR-MET propone la nuova stufa a pellet che funziona con motori brushless, ca-paci di garantire sensibili risparmi di energia elettrica (65 watt contro una media di 100), off rendo mag-gior silenziosità e usura inferiore alla media degli altri.Ci sono stufe, termostufe e caldaie a pellet che si comandano a distanza (accensione e intensità del calore) dal proprio smartphone o dal tablet

Stufe e caminetti italianisoddisfano già i requisiti europei del 2015

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qualità

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grazie a innovativi sistemi di con-trollo remoto (Cola di Gambellara VI).Si vedono caldaie autoalimentarsi del pellet necessario anche quando il serbatoio del combustibile si trova a 20 metri di distanza (Best di Isola Vicentina VI).

Termocamini che mantengono l’acqua calda fi no a 12 ore dopo lo spegnimento (Carinci Group di Sora FR).

Il primo forno che cuoce la pizza e con lo stesso calore a legna riscalda nel contempo l’ambiente (Alfa Re-frattari di Anagni FR).

C’è il caminetto panoramico a 16:9 che riproduce l’eff etto legna grazie a un braciere allungato e che può essere gestito da telecomando o dal cellulare (MCZ Group di Vigonovo di Fontanafredda PN).

Si vede la prima stufa a pellet, ma anche a noci e gusci, alimentata dal

basso e a fi amma costante (Dielle di Latina).

C’è la grande parabola (diametro 4 metri) del primo progetto di coge-nerazione solare- pellet per la pro-duzione di 7 kW di potenza termica (Ungaro di San Mango d’Aquino CZ).C’è la prima caldaia che sceglie da sola come alimentarsi: si attiva bru-ciando la legna, che quando fi nisce viene sostituita dal pellet, poi attiva il gas o il gasolio (Arca Caldaie di S.Giorgio MN).

In mostra, dalla ditta Stuv del Belgio, l’unica stufa che funziona con tre di-verse modalità e che per questo ha tre porte: per fuoco aperto, per fuo-co vetrato, per fuoco chiuso.

C’è la prima autobotte per pellet certifi cata in Italia (Cama di Pozzo-novo-Pd); il nuovo fornobarbecue da esterno che con 2 kg di carbonel-la mantiene la temperatura costan-te di 330° per due ore (Hotto Barbe-cue di Camposampiero PD).

Ci sono stufe mignon per miniap-partamenti, barbecue, i pellet di qualità superiore, le tubature, i co-mignoli, le attrezzature per la manu-tenzione e il controllo fumi e molto altro.

Nel settore accessoristica si trova-no tra l’altro, come novità assoluta, i cassetti porta-tutto e aspiracene-ri per stufe e caminetti a pellet e a legna della Fire and Box di Cantoira (TO).

E molto ricca è la sezione tecnologi-ca dedicata alle caldaie con due pa-diglioni di impianti specifi ci. Nell’a-rea esterna, dimostrazioni continue di macchine per il taglio del legno e per i servizi di silvicoltura e prove di pulizia degli spazzacamini.

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L’organizzazione internazio-nale per la standardizzazione (ISO) ha preparato 60 nuovi

standard per i biocombustibili so-lidi. In Europa queste norme sosti-tuiranno gli standard EN. Le speci-fi che per i biocombustibili serie ISO 17225 - sono state approvate e sono disponibili sul sito www.iso.org. Eija Alakangas, project leader per la serie ISO 17225 , ha sottolineato che mentre ci sono norme esistenti in Europa e negli Stati Uniti, “si sono utilizzati diversi metodi di prova. Se si acquistano i biocombustibili solidi a livello internazionale, è ne-cessario procedere con una serie di test per verifi care la qualità dei com-bustibili e, per come stanno le cose oggi, non è possibile confrontare i risultati perché sono stati ottenuti utilizzando metodi diversi .”

Con l’obiettivo di uniformare questi medoti è nata la serie ISO 17225, ve-diamone i contenuti.

Nelle norme ISO 17225 - ci sono norme per i pellets: ISO 17225-1 (re-quisiti generali per tutti i tipi di pel-let), ISO 17225-2 (pellet per riscal-damento domestico e applicazioni commerciali e per uso industriale) e ISO 17225-6 (pellets non legnosi per applicazioni domestiche e commer-ciali. Per applicazioni commerciali si intende un impianto che utilizza biocombustibili solidi in apparecchi o apparecchiature che abbiano i re-quisiti di combustibile simili a quelli residenziali.

Requisiti generali - ISO 17225-1

Questo standard ISO prevede la classifi cazione della materia prima

dei biocombustibili solidi, che si basa sulla loro origine e la fonte. Di-venta obbligatorio Indicare l’origine e la fonte di tutti i biocarburanti.

La ISO 17.225-1 comprende le se-guenti materie prime: 1 . biomassa legnosa 2 . biomasse erbacee 3 . biomassa di potature 4 . biomassa acquatica 5 . Miscele e miscugli.

Il legno trattato chimicamente (ad esempio incollato, laccato, vernicia-to) non deve contenere composti organici alogenati o metalli pesanti, a livelli superiori a quelli dei valori tipici nei materiali vergini o supe-riori ai valori tipici del paese di ori-gine. Le classi di proprietà di questi BioPellets realizzati da diversi tipi di

ISO 17225, nuovo standard per il pellet

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certifi cazioni

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materie prime non sono determi-nati insieme, ciò signifi ca che ogni classe deve essere identifi cata sin-golarmente. Le classi di resistenza obbligatori sono:• Diametro • Lunghezza • Umidità • Ceneri • durabilità meccanica • polveri • Densità apparente • Potere calorifi co netto.

Se la materia prima comprende biomassa trattata chimicamente, dovranno essere indicati anche i re-sidui di azoto, zolfo e contenuto di cloro. Oltre alle proprietà aggiuntive come il carbonio fi sso e sostanze vo-latili, che sono specifi cate solo per la biomassa trattata termicamente come il pellet torrefatto.

Pellet di legno classifi cato - ISO

17225-2

Questo standard include pellet per uso domestico e per applicazione commerciale e industriale come la cogenerazione e la co-combustione nelle centrali elettriche. Nella norma ISO 17225-1 il biopellet ed i pellets industriali nella ISO 17225-2 inclu-dono inoltre: classe aggiuntiva per la distribuzione delle dimensioni delle particelle di pellets disintegra-ti.

Il pellet di legno per uso domesti-co e per applicazioni commerciali possono essere espressi in tre diver-se classi A1, A2 e B. Nella classe A1 rientra il pellet prodotto realizzato con materie prime da foreste vergi-ni e residui di legno non trattati chi-micamente con un basso contenuto di ceneri e di azoto. Il pellet con un contenuto leggermente più alto di ceneri e di azoto rientrano nella classe A2. nella classe B rientrano i pellets prodotti con residui forestali, con corteccia, con legno industriale non trattato chimicamente, sotto-prodotti e residui, ed è inoltre con-sentito l’utilizzo di legno usato non trattato chimicamente.

I Pellets torrefatti vengono esclusi dal campo di applicazione di questa

norma e saranno invece inclusi nel-la norma ISO 17225-1. I Paesi mem-bri della ISO inoltre si sono detti disponibili ad iniziare a preparare una norma di prodotto classifi cato trattato termicamente di biomassa densifi cata ISO 17225-8.

Pellets non legnoso - ISO 17225-6

I pellets realizzati con biomasse non legnose sono quelle a base di miscele e miscugli di biomasse er-bacee, frutta o biomassa acquatica. Le miscele possono anche include-re biomassa legnosa. La norma ISO 17225-6 include due tabelle di clas-sifi cazione:

1 . A e di classe B pellets ottenuti da piante erbacee e di frutta biomasse e miscele e miscugli 2 . Quelli a base di paglia, miscanto, red canary e pellet di erba.

I pellets non legnosi hanno un alto contenuto di ceneri, di cloro, di azo-to e di zolfo, nonché gli altri princi-pali elementi contenuti, pertanto i pellets non legnosi sono consigliati per essere utilizzati in apparecchi appositamente progettati o adattati per questo tipo di combustibile.

Quando si utilizzano materiali non legnosi per la combustione, deve essere prestata particolare attenzio-ne al rischio di corrosione nelle cal-

daie di piccole e medie dimensioni e ai sistemi di gas di scarico. I pellet a base erbacea o biomassa di frutta possono infl uenzare la composizio-ne della cenere del combustibile in modo diverso a seconda delle con-dizioni di crescita e del suolo. Il con-tenuto di cloro, fosfato e potassio nel materiale può formare cloruri e fosfati ed altri composti chimici che comportano elevate emissioni di acido cloridrico e bassa temperatu-ra di fusione delle ceneri, causando corrosione.

In generale, i materiali con biomasse non legnose hanno maggiore con-tenuto di elementi di formazione di cenere con temperatura di fusione inferiore rispetto alla biomassa le-gnosa. Ciò può causare incrostazio-ni, formazione di scorie e corrosione nelle caldaie. Questi problemi sono connessi in particolare ai materiali che hanno alto contenuto di potas-sio e silice e bassi livelli di calcio.

Le norme specifi che del combusti-bile (ISO 17225 - serie) saranno pub-blicati nel 2014. Questo articolo è fatta da SolidStandards progetto co-fi nanziato dal programma Intel-ligent Energy.

Riferimenti: Alakangas, E. & Groot , M. Attuazione delle norme di qualità - Parte generale , materiale di forma-zione , progetto SolidStandards IEE . 2014. p.34 ( www.solidstandard.eu ) ISO 17225-1, Biocombustibili soli-di - Requisiti generali ISO 17225-2, Biocombustibili solidi - pellets non legnosi ISO 17225-6, Biocombusti-bili solidi - pellets non legnosi Per maggiori informazioni: Questo arti-colo è stato scritto da Eija Alakangas principale scienziato, VTT Technical Research Centre della Finlandia. Contatta [email protected]

Alakangas Eija

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La Miller s.r.l. nata nel 2002 grazie all’esperienza matura-ta dal suo fondatore è a oggi

una collaudata realtà specializzata nella produzione di macchinari e impianti “chiavi in mano” per la ma-cinazione industriale in svariati set-tori merceologici. Il legno, cavallo di battaglia della nostra azienda porta ogni anno grandi soddisfazioni in termini di novità da inserire nella nostra produzione poiché la cre-scente domanda per nuovi impianti come la gassifi cazione e gli impianti pellet porta la MILLER S.r.l. a essere il punto di riferimento per molte aziende sia in Italia sia all’Estero. La nostra gamma è ampia e comple-ta, dai macinatori (della serie TR) che hanno la capacità di ridurre varie tipologie di scarti come legno, pla-stica, cavi elettrici, carta e cartoni e altri materiali in granulometrie defi -nite da vagli intercambiabili di varie

misure. Dal prodotto fi nito si potrà così ottenere materiale calibrato da 10 a 100 mm anche partendo da materiali di grosse dimensioni. I raf-fi natori (della serie FRT E FRTV) sono in grado di ridurre gli scarti, prece-dentemente macinati e adeguata-mente separati da materiali ferrosi per poi ridurre ulteriormente la gra-nulometria in un prodotto calibrato da 2 a 15 mm. Nel settore legno per pellet, bric-

chetti nella plastica per il reinseri-mento nei cicli di produzione. I cippatori (della serie CI) sono mac-chine a rotore veloce in grado di macinare scarti di lunghezze che possono superare i sei metri come tronchi di legno, stoccate di carta ecc. e ridurre il materiale in pezzi in parte grossi secondo le esigen-ze. I cippatori Miller sono provvisti di nastro di carico o vibrante com-pletamente automatico. I dosatori (della serie DOS) servono come ac-cumulo di materiale in precedenza macinato. Sono provvisti di rastrelli idraulici che all’occorrenza dosano su nastri trasportatori la quantità di materiale suffi ciente al buon funzio-namento in linea di altri macinatori / raffi natori / caldaie. Recentemente abbiamo implemen-tato la nostra gamma prodotti con un nuovo mulino a mazze (serie M) ha la capacità di ridurre varie tipo-logie di scarti come; legno, plastica, profi li alluminio, mattoni da co-struzione, lattine alluminio, schede elettriche, hard disk e altri materiali in granulometrie defi nite da vagli intercambiabili di varie misure. Dal prodotto fi nito si potrà così ottene-re materiale calibrato. Non ultima per importanza, la nuo-va insaccatrice per pellet automati-ca (serie APKZ 1500.)

Publiredazionale

La macinazione industriale è Miller

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aziende

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Il 28 dicembre 2012 è stato ema-nato il Conto Termico che va a completare il sistema di incen-

tivi che fi no ad oggi si era concen-trato sulle fonti elettriche a scapito di quelle termiche. il Decreto Mini-steriale ha introdotto interessanti novità nel settore: da una parte si aprono nuove prospettive di mer-cato, ma contemporaneamente si complica ulteriormente un quadro legislativo di cuo già complesso.

Obiettivo di questo articolo è quello di illustrare, limitatamente al combu-stibile utilizzato, quali sono gli aspet-ti qualitativi dello stesso che vengo-no richiesti.

Spesso ci viene chiesto chiarimento a proposito degli incentivi relativi al conto termico e alle caratteristiche che deve avere il combustibile per accedere agli incentivi. Vista la complessità dell’argomen-to, in questa sede si prende, come

riferimento, la qualità del pellet da utilizzare nelle stufe e caldaie e non tutta la normativa relativa al Conto Termico.La linea guida che ha ispirato il legi-slatore si basa su alcuni principi fon-damentali che promuovono le tec-nologie più effi cienti al fi ne di ridurre le emissioni in atmosfera, garantire una adeguata manutenzione degli impianti e relativamente al combu-stibile, avviare un miglioramento degli stessi. Il pellet da impiegare per alimentare gli impianti e gli apparec-chi domestici deve avere alcune ca-ratteristiche ben precise.C’è un po’ di confusione, generata so-prattutto dalla disinformazione, sulla qualità del pellet.Esso deve essere necessariamente certifi cato EN Plus, Din Plus o altro?La risposta è NO!Questi certifi cati, infatti, non sono altro che dei “marchi di fabbrica”, che attestano il rispetto, da parte dei produttori di pellet, della norma di

riferimento Europea UNI EN 14961-2 durante la produzione e l’insacchet-tamento del pellet stesso.Le regole applicative del GSE a que-sto proposito sono molto chiare, par-la infatti di pellet prodotto secondo la norma Europea UNI EN 14961-2, alla quale si riferiscono sia la DIN Plus che la EN Plus, oltre ad altri enti certi-fi catori Europei. La normativadice: “Per gli impianti alimentati da biomassa, in forma di pellet o cippa-to, entrati in esercizio a decorrere dal 29 marzo 2012, in base a quanto di-sposto dal punto 2 dell’allegato 2 del D.Lgs 28/2011, l’accesso agli incenti-vi è vincolato al rispetto della confor-mità di detti combustibili alle classi di qualità A1 e A2, defi nite rispettiva-mente nelle norme UNI EN 14961-2 (pellet) e UNI EN 14961-4 (cippato).L’applicazione del D.Lgs 28/2011 si individua nei generatori di calore con potenza termica fi no a 500 kW, a prescindere dall’utilizzo del calore prodotto (per produzione di energia

Conto Termico: quale pellet usare per avere gli incentivi

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leggi e norme

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elettrica o termica).”Diciamo subito che ognuno degli enti certifi catori che rilasciano certi-fi cati, che vi ricordiamo sono marchi di fabbrica che applicano, o meglio fanno applicare le regole della UNI EN 14961-2 ai produttori, si riferisco-no alla norma Europea di cui sopra. Pertanto non è obbligatorio avere un prodotto marchiato con certifi ca-to Din Plus o EN Plus o altro, vista la grande varietà di sistemi di certifi ca-zione presenti sul mercato.Le regole applicative per accedere agli incentivi, pubblicate sul sito del GSE e relative alle stufe e termoca-mini a pellet, limitatamente al com-bustibile da utilizzare, recitano così: “il pellet utilizzato deve essere certi-fi cato da un organismo accreditato che ne attesti la conformità alla nor-ma UNI EN 14961-2 classe A1 oppure A2.”

Nessun pregiudizio quindi nemme-no per quel pellet che non riporti alcun marchio di certifi cazione come sopra indicato, ma che rende dispo-

nibile all’acquirente una documenta-zione idonea a dimostrare la confor-mità del pellet alla norma Europea EN 14961-2. Questo è suffi ciente per l’ottenimen-to degli incentivi. Questa documen-tazione è però, a volte, complicata da ottenere, soprattutto se il produttore è un piccolo produttore e quindi non si affi da a strutture rinomate come DIN Certco per la DIN Plus ed EPC per EN Plus, ma a piccoli laboratori indi-pendenti, che comunque sono suffi -cienti per attestare la conformità del pellet prodotto. E’ importante però notare che il laboratorio deve neces-sariamente essere qualifi cato.Ci sono, però, anche degli obblighi, oltre all’utilizzo di pellet che deve avere le caratteristiche di cui sopra, necessari per l’accesso all’incentivo per le annualità successive.Ai fi ni del rilascio dell’incentivo, per le annualità successive, il soggetto responsabile deve eff ettuare una manutenzione almeno biennale del generatore di calore e della canna fu-maria, eff ettuata da personale quali-

fi cato in conformità all’articolo 15 del D.Lgs. 28/11.Sempre dalle regole applicative il GSE continua così “Gli operatori ti-tolari di impianti ricadenti nelle fat-tispecie sopra richiamate, oggetto di incentivazione da parte del GSE, devono pertanto acquisire e tenere a disposizione tutta la documenta-zionecomprovante l’utilizzo di pellet e cip-pato conformi alle classi di qualità A1 e A2, sia nel caso in cui la biomassa venga preparata in forma di pellet o cippato dallo stesso operatore elet-trico che la utilizza per la produzione di energia elettrica, sia nel caso incui il pellet o cippato venga acquista-to da un fornitore esterno (che dovrà in tal caso rendere disponibile all’ac-quirente documentazione di accom-pagnamento idonea a dimostrare la conformità del prodotto).”Quindi è necessario conservare tut-ta la documentazione cartacea per dimostrare, in caso di ispezione da parte del GSE, il rispetto di tutte le regole. Brevemente indichiamo qui

leggi e norme

Page 16: Pelletsnews 2 2014

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quanto richiesto, Il consiglio è di te-nere tutto in una cartellina dedicata.

CONSIGLI

Immobile, dati necessari

- Dati catastali e anno di accatasta-mento: è necessaria la visura ca-tastale o la visura storica.

- Anno di costruzione, tipologia edilizia, tipologia costruttiva.

- Superfi cie utile e volume netto riscaldato.

Fatture

devono attestare esclusivamente le spese sostenute per gli interventi oggetto della richiesta d’incentiva-zione.

Documentazione fotografi ca

deve essere raccolta in un documen-to elettronico in formato pdf con un numero minimo di 8 foto riportanti:- Le targhe dei generatori sostituiti

ed installati. Nel caso di vecchie stufe a legna o pellet sprovviste di targa è ammessa un’autodi-chiarazione del soggetto respon-

sabile attestante la potenza del generatore sostituito. Nel caso di camino aperto foto attestante la chiusura permanente della canna fumaria, a meno che sia utilizzata dal nuovo generatore di calore.

- I generatori sostituiti ed installati.- Il locale di installazione ante-ope-

ram (presente il generatore sosti-tuito) e postoperam presente il generatore installato).

- Valvole termostatiche o sistema di regolazione modulante della portata (sono esclusi i termoca-mini e le stufe).

- Vista d’insieme del sistema di ac-cumulo termico (sono esclusi i termocamini e le stufe).

Biomassa autoprodotta, docu-

mentazione da conservare

- documentazione che attesti la proprietà (visura catastale) o dirit-to di reale godimento (contratto di locazione o accordo di usufrut-to), oppure

- documentazione che attesti l’i-scrizione negli elenchi regionali/

provinciali (es. patentino foresta-le), oppure

- documentazione che attesti il di-ritto al benefi cio di una proprietà collettiva o dell’assegnazione an-nua di biomassa.

Consultare le guide GSE all’indirizzo: http://www.gse.it/it/Conto%20Ter-mico/Pages/default.aspx

DOCUMENTI DA ALLEGARE

• Delega del Soggetto Responsa-bile al Soggetto Delegato, solo nel caso in cui il Soggetto Re-sponsabile abbia delegato un soggetto terzo a operare sul Por-tale in proprio nome e per pro-prio conto, corredata dalla copia del documento di identità.

• Asseverazione, oppure, auto-dichiarazione del Soggetto Responsabile del rispetto dei requisiti minimi richiesti negli allegati del Decreto e data di eff ettiva conclusione dell’inter-vento, corredata dalla copia del documento diidentità

• Fatture e bonifi ci (scansione di-

leggi e norme

Page 17: Pelletsnews 2 2014

gitale)• Dichiarazione del Soggetto Re-

sponsabile accompagnata dalla dichiarazione di conformità del costruttore che attesti il rispetto dei requisiti minimi richiesti dal decreto e data di eff ettiva con-clusione dell’intervento, corre-data dalla copia del documento di identità

• Documentazione fotografi ca at-testante l’intervento in formato pdf,

• Autorizzazione del proprietario per interventi realizzati da Sog-getti

• Responsabili diversi dai proprie-tari degli immobili

DOCUMENTI DA CONSERVARE

(per i 5 anni successivi all’erogazione dell’ultimo importo)

• Certifi cato del corretto smalti-mento del generatore sostituito o documento analogo attestan-te che il generatore è stato con-segnato ad un apposito centro per lo smaltimento

• Dichiarazione di conformità dell’impianto ai sensi del DM 37/08

• Libretto di impianto (fornito dall’installatore)

• Certifi cati di manutenzione rela-tivi al generatore di calore ed alla canna fumaria

• Scheda tecnica del prodotto in-stallato (fornita con la stufa,

• Dichiarazione di conformità del costruttore

• Attestato del laboratorio relativo alle emissioni e rendimento

• Pertinente titolo autorizzativo e/o abilitativo, ove previsto

• Bonifi ci e fatture, anche relative all’acquisto delle biomasse e, solo per il pellet, comprovanti la certifi cazione e/o la conformità alla norma UNI EN 14961-2 clas-se A1 o A2

• Nel caso di legna autoprodotta, documentazione che giustifi chi la produzione e autodichiarazio-ne relativa alla quantità

• Nel caso di sostituzione di ge-neratori a GPL (ove previsto), attestazione da parte dell’Ammi-nistrazione competente relativa allo stato di area non metaniz-zata

Non perdete il prossimo numero con l’inserto staccabile da conservare e consultare velocemente.

www.pelletsnews.it maggio 2014newspellets 17

leggi e norme

Page 18: Pelletsnews 2 2014

18

È con grande piacere che, in questo articolo, desidero pre-sentare una mia “creatura”,

Pellet Club. È un progetto al quale ho lavorato molto ed ho cercato di elaborarlo nei minimi particolari e credo di essere arrivato alla for-mulazione migliore per il mercato. Tutto ciò è stato il frutto della mia personale esperienza nel settore del pellet iniziata nel 2004, prima come produttore con uno stabilimento in grado di produrre 45.000 tonnellate di pellet l’anno, nel mantovano, poi come editore della “nostra” rivista Pelletsnews che, dal 2006, informa ed aggiorna sull’evoluzione legisla-tive e del prodotto, come voi ben conoscete.Di seguito vi illustrerò gli aspetti ed i passaggi fondamentali, ma è giusto che sottolinei il fatto che, nel setto-re della distribuzione del Pellets, si è potuto giungere, fi nalmente, ad una “fi losofi a di appartenenza” ad un gruppo di acquisto. Pellet Club si propone come il vostro “Uffi cio acquisti” che permette di avere le migliori quotazioni di mercato. I vantaggi che ne derivano sono mol-teplici, primo fra tutti la visibilità a livello nazionale, come specifi cato sotto. Ed ora entrerò nello specifi co di questa iniziativa nuovissima ed innovativa per l’Italia. Questi sono i punti fondamentali ed irrinunciabili:

Solo fornitori affi dabili e certifi -

cati

Entrano a far parte delle rete Pellet Club solo fornitori affi dabili e certi-fi cati. Saranno fatte visite ispettive preso i loro stabilimenti, a garanzia della continuità del prodotto, oltre che analisi indipendenti sul prodot-to a garanzia della qualità.

Sacco personalizzato:

Abbiamo realizzato un sacco per-sonalizzato di grande impatto: sul fronte, uguale per tutti, trova spazio ben visibile il logo del prodotto e la sua certifi cazione, mentre sul retro sono riportate le specifi che del pro-dotto con la scheda tecnica, e, cosa innovativa, tutti i nominativi delle aziende aderenti alla rete con un proprio recapito. Questo permette-rà di avere una visibilità nazionale.

Pianifi cazione degli acquisti: sarà direttamente il nostro associa-to a comunicare la pianifi cazione delle consegne necessarie alle pro-prie vendite. Noi provvederemo a far recapitare il prodotto alla data desiderata e nelle quantità richieste.

La zona in esclusiva:Insieme al rivenditore viene deter-minata una zona di rispetto entro la quale nessun altro rivenditore potrà avere a catalogo prodotti a marchio Pellet Club.

No alla grande distribuzione:I prodotti a marchio Pellet Club non saranno posti in vendita nel canale della grande distribuzione, questo come garanzia per il nostro rivendi-tore e per ripararsi dalle operazioni anche sotto costo realizzate da que-sti gruppi.

Più visibilità grazie al sito inter-

net:Pellet Club ha un suo dominio inter-net dove saranno rintracciabili tutte le aziende aderenti alla rete. Questo permetterà al consumatore fi nale di rintracciare il rivenditore più vicino lui dove potersi rivolgere per i pro-pri acquisti.

Stabilità dei prezzi:

Il prezzo prestagionale non esiste per Pellet Club, così come non esi-stono gli aumenti di prezzo che nel corso della stagione si verifi cano regolarmente a distanza di pochi mesi, tali da diventare improponibi-li nei mesi invernali. Con pellet Club potrete contare su un prezzo fi sso e bloccato per tutta la stagione. Un grande valore aggiunto da conside-rare in fase di stesura del program-ma dei propri fabbisogni annuali.

Se questa è anche la tua fi losofi a, al-lora benvenuto in Pellet Club.

Scrivici a [email protected]

Antonio Iacca

Febbraio 2014, presentato a livello nazionale durante Progetto Fuoco il gruppo di acquisto Pellet Club

La fi losofi a di Pellet Club

18 maggio 2014 www.pelletsnews.itnewspellets

mercato

Page 19: Pelletsnews 2 2014

Pellet Cuni aderisce alla rete Pellet Club

Incontro con Pellet Cuni, azien-da bresciana che ha aderito alla rete Pellet Club.

Il disegno Pellet Club, presentato e promosso a Progetto Fuoco nello scorso febbraio per la prima vota a livello nazionale, ha visto l’adesione dei primi rivenditori che hanno dato la propria preferenza alla rete Pellet Club. Noi abbiamo incontrato il si-gnor Cuni che ha la sede nella pro-vincia di Brescia ad Erbusco, il quale ci ha illustrato le motivazioni che lo hanno spinto ad aderire al Club.

ll pellet sta diventando un business per molti è iniziato 8-10 anni fa ed è stato sempre in crescita. Noi siamo entrati in questo mercato alla fi ne del 2013, quando oramai i contratti erano già tutti chiusi ed essere riu-sciti a vendere 30 bilici per me è un successo.

Cosa Le è piaciuto del progetto

Pellet Club?

Non sapevo nemmeno dell’esisten-za di Pellet Club e passando per i pa-

diglioni di Progetto Fuoco ho visto questo stand interessante e mi sono fermato per avere informazioni. Obiettivamente mi è parso subito una bella idea ed un progetto che vede coinvolto anche il distributo-re locale non solo in modo passivo, solo da rivenditore appunto, ma anche in maniera attiva, con un pro-getto che a a breve termine mi vede coinvolto direttamente nella grafi ca e nei servizi aggiuntivi che mi han-no convinto.Secondo me questo progetto può funzionare perché avere un pellet certifi cato è fondamentale per la tranquillità in un business dove non ci sono alti margini. Lavorare in tran-quillità è fondamentale.

In particolare cosa l’ha convinto.

Il prezzo che è interessantissimo rispetto a quelli che ci hanno prati-cato gli altri fornitori. I miei fi gli poi mi seguono nelle scelte che hanno anche loro condiviso. Avere un for-nitore affi dabile e professionale è moto importante. Per come mi è stato presentato Pellet Club, questo

risponde alle mie attese: prezzo in-teressante e prodotto di qualità.

Al di là del prezzo e del prodotto di

qualità, l’avere ad esempio un sac-

co con un marchio unico per tutti

gli aderenti alla rete Pellet Club

e di avere un sito internet dove è

possibile essere rintracciati, di ac-

cedere direttamente nella propria

pagina per eff ettuare off erte del

mese, caricare immagini ed altro,

di ottenere una campagna pubbli-

citaria con affi ssione di manifesti

che indirizzano sul punto vendita

il consumatore fi nale son aspetti

che hanno avuto un peso sulla Sua

scelta?

Si questi sono tutti aspetti innovati-vi che nessuno fi no ad ora mi aveva proposto. E’ chiaro che ogni azione che porta clienti sul nostro punto vendita ci fa solo che piacere e ci motiva sempre di più a fare meglio. Ripeto che fi no ad oggi ogni azio-ne promozionale che si pensava di fare era solo a nostro carico, questo aspetto ci solleva se non totalmente almeno in parte di un costo rilevan-

www.pelletsnews.it maggio 2014newspellets 19

mercato

Page 20: Pelletsnews 2 2014

te. Il fatto poi di avere a disposizione un sito comune dove è possibile es-sere rintracciati e di avere a disposi-zione una propria pagina web dove possiamo intervenire direttamente è un vantaggio non indiff erente che ci premete di fare immediatamente azioni dirette al nostro potenziale cliente.

Nella fi losofi a di Pellet Club, come

sa esiste anche l’esclusiva di zona,

cosa ne pensa?

Avere un prodotto con l’esclusiva di zona, che ci è stata off erta e che non abbiamo chiesto noi direttamen-te, mi ha sorpreso favorevolmente. Tutti vorrebbero avere un prodotto in esclusiva sul proprio territorio, e questo in aggiunta al fatto che i prodotti a marchio Pellet Club non saranno reperibili nella grande di-stribuzione mi ha davvero impres-sionato. Non devo fare lotta impari con grandi gruppi che possono de-cidere di vendere sotto costo. Vorrei

ancora ricordare che grazie alla pro-va del prodotto che abbiamo fatto, grazie ai sacchetti di prova che ab-biamo prelevato, mi ha permesso di verifi care la qualità del prodotto davvero molto interessanti. Un pro-dotto certifi cato e con un basso re-siduo di cenere abbinato ad un ot-timo potere calorifi co mi lascia ben sperare per le vendite prestagionali ed invernali.

Il pellet certifi cato le off re maggio-

ri garanzie e sicurezza.

Si, certamente. I clienti adesso con il conto termico vogliono pellet certi-fi cato, altrimenti non può accedere agli incentivi. Chi ha la stufa da un po’ di tempo invece e che hanno iniziato a comprare del pellet di cui sono si sapeva la provenienza, con sacchi anonimi e senza un minimo di descrizione adesso non lo voglio-no più, anche perché dicono “tutto quello che risparmio col pellet a basso prezzo, realizzando un rispar-

CARATTERISTICHE TECNICHE: - Nastro di scarico 2 m- Nastro di alimentazione 1,8 m- Macchina per la formazione Di sacchi misurati e la chiusura Degli stessi quando sono pieni - Dimensione dei sacchi in Polietilene 450x150x700 (650) - Bilancia elettronica Sincronizzata con plc - Saldatura 5,5 mm- Potenza motore 4,5 kw- Potenza scaldatore 1,3 kw- Voltaggio 3x380 v 50 hz- Pressione aria 6-8 bar- Capacita’ macchina 4-8 sacchi/min.- Peso 1400 kg- Dimensioni 5000 x 2600 x 3800 mm

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mio, lo devono poi spendere questo risparmio con il tecnico che deve pulire e tarare la stufa. Tutto ciò che hanno risparmiato va in fumo, anzi a volte non basta”. Il pellet certifi cato lo vogliono tutti perché risolve que-sti problemi che spesso si presenta-no.

Quindi oltre a pellet Club pensate

di avere altri fornitori?

La nostra intenzione è quella di ave-re due o tre prodotti per coprire tut-te le esigenze dei clienti. Per questo avremo anche altri forntori.

Page 21: Pelletsnews 2 2014

21

Il Forum 13° Pellet Industry Fo-rum, che si svolge il 14-15 otto-bre 2014 a Berlino, in Germania,

invita gli operatori del settore del pellet a presentare ad una platea di professionisti i loro ultimi studi, innovazioni e progetti. Il pubblico, di alto profi lo professionale, è com-posto da specialisti internazionali. Gli esperti, che sono interessati a presentare la loro ultima novità per l’industria del pellet, hanno la possi-bilità di presentare il loro contributo al 13° Pellets Industry Forum fi no al 7 maggio 2014.La decisione di accettazione del-le presentazioni presentate viene eff ettuata da un comitato del con-gresso internazionale .Fin dalla sua edizione, nel 2001, il Pellets Industry Forum ha incorag-

giato lo scambio di conoscenze ed il networking in tutto il settore del pellet. Si rivolge ad esperti e deci-sion maker dell’industria, del com-mercio, della ricerca e al settore dei servizi. Off re, inoltre, un’eccellente opportunità ai partecipanti, al fi ne di ottenere le informazioni più re-centi degli specialisti del settore, stabilire contatti commerciali im-portanti e pianifi care attività con-giunte. La conferenza si concentra

sui temi dei mercati del riscalda-mento e della produzione di ener-gia elettrica in egual misura. Con partecipanti, provenienti da oltre 30 paesi, il Pellets Industry Forum è uno degli eventi più importanti del settore sia in Germania che in tut-to il mondo . Ulteriori informazioni sono disponibili all’indirizzo www.pelletsforum.de

Il 13° Pellet Industry Forum il 14 e 15 ottobre 2014

www.pelletsnews.it maggio 2014newspellets

eventi

Page 22: Pelletsnews 2 2014

Molti dei sacchi di pellet di legno che si trovano in commercio riportano

nelle etichette la biomassa legno-sa presente nel prodotto. Frequen-temente questa informazione è molto generica e si riferisce all’ap-partenenza del legno alle Conifere o alle Latifoglie. In alcuni casi è più dettagliata e riporta anche la specie

legnosa (es. castagno, abete, faggio ecc.). Sebbene l’indicazione del tipo di legno può suggerire al consuma-tore, molto indicativamente, l’origi-ne del prodotto oppure la qualità di base del materiale (ricordando che questa dipende anche da numero-si altri fattori di produzione), la sua presenza rende completa l’informa-zione e fornisce un segnale di mag-

giore trasparenza sul prodotto. Le stesse normative tecniche depu-tate a defi nire i metodi e le misure per assicurare la qualità di un bio-combustibile solido, UNI EN 15234-1:2011,UNI EN 14961-1 e UNI EN 14961-2, forniscono ed indicano gli strumenti per specifi care la tipolo-gia di biomassa legnosa.Un sistema di classifi cazione della

La determinazione del tipo di biomassa nel pellet e nei biocombustibili

Note sugli Autori

Andrea Pizzi ([email protected]) è responsabile dello sviluppo dei metodi analitici del Laboratorio BiomasseGiuseppe Toscano ([email protected]) è responsabile generale del Labo-ratorio Biomasse

maggio 2014 www.pelletsnews.itnewspellets22

ricerca

Page 23: Pelletsnews 2 2014

biomassa è contenuto nella UNI EN 14961 -1 e si basa sull’applicazione di un codice di 4 cifre per ogni tipo di prodotto. Ad esempio, con il codi-ce “1.1.2.1” vengono identifi cati pro-dotti derivanti da tronchi interi di Latifoglie compresi di radici, mentre con “1.1.2.2” lo stesso prodotto ma di Conifere. Si ricorda che la norma-tiva tecnica contempla anche altre tipologie di biomasse, ad esempio il codice 2.1.2.2. si riferisce alle paglie derivanti dalle piante erbacee, op-pure il codice 3.2.2.4 si riferisce alla sansa esausta di olive.Attualmente, l’informazione sul tipo di biomassa utilizzata nel pellet che il consumatore trova nel sacchetto si basa sulla dichiarazione del pro-duttore o di chi certifi ca il processo produttivo. Infatti, a diff erenza dei parametri qualitativi del prodotto (contenuto in ceneri, l’umidità, il po-tere calorifi co superiore ed inferiore, la durabilità meccanica ecc.), per i quali la normativa fornisce le me-todologie di analisi di laboratorio, nessun metodo viene indicato per valutare la tipologia di biomassa.Il Laboratorio Biomasse dell’Univer-sità Politecnica delle Marche (www.laboratoriobiomasse.it), ritenendo importante questo aspetto, ha av-viato una linea di ricerca interna per mettere a punto un metodo di la-boratorio che consente di ottenere tale informazione. Tra le diverse tec-niche di analisi che sono in fase di studio la spettroscopia ad infrarossi sembrerebbe off rire i risultati più in-teressanti. Nell’ambito dello studio dei mate-riali la spettroscopia infrarossa, o spettroscopia IR, rappresenta una delle tecniche analitiche più diff use, poiché non è distruttiva ed è asso-ciata ad una semplifi cata prepara-zione del campione, garantendo inoltre tempistiche di analisi note-volmente ridotte. Per questo tale tecnica gode di ampia fama anche nell’ambito delle biomasse energe-tiche. Ad oggi, infatti, la letteratura scientifi ca relativa alla caratterizza-zione dei materiali dimostra come l’analisi IR consenta di misurare pro-prietà fondamentali in biomasse ad uso energetico quali: umidità, po-tere calorifi co, contenuto in ceneri

e sostanza volatile (Bruun, Fagan, Everard). Il metodo di analisi si basa sostanzialmente sull’interazione tra una radiazione elettromagne-tica incidente, emessa nel campo dell’infrarosso, e le molecole della materia investita. In particolare, i legami chimici che costituiscono la matrice del campione di biomassa possono assorbire selettivamente una parte di questa radiazione. L’as-sorbimento dipende pertanto dalla

composizione chimica del materiale e quindi dalla tipologia di biomassa. Sebbene il metodo sia semplice nel principio di base, in realtà suben-trano numerosi aspetti di carattere analitico da considerare ed ottimiz-zare per ottenere una risposta accu-rata e precisa.Attualmente, il Laboratorio Biomas-se ha completato una prima par-te di sperimentazione utilizzando oltre 20 tipi di legno puro e senza

Tipico spettro infrarossi ottenuto dall’analisi di un campione di biomassa o di legno tramite uno spettrofotometro ad infrarossi come quello utilizzato dal La-boratorio Biomasse e rappresentato nella foto di apertura del servizio.

Risultato dell'analisi dei componenti principali (PCA). Attraverso questa tecnica di analisi statistica è possibile diff erenziare i campioni di biomassa.

www.pelletsnews.it maggio 2014newspellets 23

ricerca

Page 24: Pelletsnews 2 2014

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corteccia, analizzati su uno spettro-fotometro IR dotato di sistema di misura per solidi ATR (fi gura 1). La ti-pica risposta dello strumento è rap-presentata da uno spettro (fi gura 2) che, semplifi cando, rappresenta una sorta di “impronta digitale mo-lecolare” della biomassa analizzata e dalla quale, attraverso tecniche che-mometriche, è possibile estrapolar-ne l’informazione contenuta. I primi risultati ottenuti dimostrano come l’analisi IR consenta di diff erenzia-re le essenze legnose appartenenti alla alle Conifere da quella delle La-tifoglie (fi gura 3).Su questa base il Laboratorio Bio-masse ha già in corso una serie di iniziative di ricerca di approfondi-mento della tecnica IR applicata alla determinazione della qualità delle biomasse. Tra queste iniziative sono state avviate misure sperimentali volte a identifi care eventuali misce-le di biomasse (conifere/latifoglie) nel pellet ed individuare compo-nenti non desiderate (cortecce) o biomasse estranee al legno. Questo

Bruun, S., J. W. Jensen, et al. (2010). “Prediction of the degradability and ash content of wheat straw from diff erent cultivars using near infrared spectroscopy.” Industrial Crops and Products 31(2): 321-326.Everard, C. D., K. P. McDonnell, et al. (2012). “Prediction of biomass gross calorifi c values using visible and near infrared spectroscopy.” Biomass and Bioenergy 45(0): 203-211.Fagan, C. C., C. D. Everard, et al. (2011). “Prediction of moisture, calori-fi c value, ash and carbon content of two dedicated bioenergy crops using near-infrared spectroscopy.” Bioresource Technology 102(8): 5200-5206.UNI EN 14961-1:2010; Specifi che e classifi cazione del combustibile - Par-te 1: Requisiti generali UNI EN 14961-2:2011; Specifi che e classifi cazione del combustibile - Par-te 2: Pellet di legno per uso non industrialeUNI EN 15234-1:2011; Biocombustibili solidi - Assicurazione di qualità del combustibile - Parte 1: Requisiti generali

Riferimenti bibliografi ci

tipo di analisi si ritiene di forte inte-resse poiché può rappresentare un utile supporto nel settore del pellet, ma anche per altri prodotti biocom-bustibili, quali il cippato, dove co-munque anche un occhio esperto

non è in grado di valutare la qualità ed il tipo di materiale.

Andrea Pizzi e Toscano Giuseppe Laboratorio Biomasse

Università Politecnica delle Marche

Page 25: Pelletsnews 2 2014

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Page 26: Pelletsnews 2 2014

il pellet nel mondo

26

Dalla vigna il risparmio energetico

Venerdì 28 marzo 2014 pres-so l’Azienda Vitivinicola Corvezzo di Cessalto (TV) si

è svolto un workshop dal titolo em-blematico: “Dalla vigna il risparmio energetico. Dimostrazione in cam-po di macchine per la raccolta di sarmenti da potatura e produzione agripellets.”

L’evento, realizzato in collaborazio-ne con Costruzioni Nazzareno Srl, Marev Srl, Climacqua Energia Srl, Consorzio Agrario di Treviso e Bel-luno, Laboratorio Biomasse e L’Uni-versità Politecnica delle Marche, è stata un’occasione imperdibile per conoscere le novità nel segmento delle energie rinnovabili. In partico-lare i rifl ettori erano puntati sui mac-chinari di ultima generazione acqui-stati dalla cantina ospitante, che permettono di produrre agripellets direttamente dagli scarti della po-tatura della vite. La dimostrazione sul campo ha permesso di appura-re la bontà dell’investimento, reso possibile grazie agli incentivi statali, ma soprattutto grazie alla sensibili-tà ambientale del titolare Giovanni Corvezzo.

L’acqua calda generata da una cal-daia di prossima dotazione servi-rà sia al riscaldamento della sede aziendale, sia al lavaggio e alla sanifi cazione in cantina di botti e macchinari: una quantità di energia elettrica favorita dall’impianto foto-voltaico già esistente, e destinata ad aumentare mediante l’istallazione di un pirogassifi catore da 65 kilo-watts.

La mattinata è poi proseguita con un interessante dibattito, modera-to dal Prof. Toscano dell’Università Politecnica delle Marche, al quale hanno partecipato i più importanti studiosi in materia: l’Ing. Saorin Al-

berto ha svelato i vantaggi trasver-sali del pellet di vite; l’Ing. Bertossi ha spiegato la pirogassifi cazione, la più innovativa tecnologia per rica-vare energia dai rifi uti, mentre col Dott. Luison Francesco si è discusso di limiti e vincoli per la produzione di energia da fonti rinnovabili.

Tutti gli interventi hanno contribu-ito ad alimentare un tema sempre più attuale, trattato anche al recen-te Vinitaly di Verona, e che vede l’Ita-lia al terzo posto per la produzione di energia verde, dietro soltanto a Germania e Svezia.

Luca Ferron

maggio 2014 www.pelletsnews.itnewspellets

tecnica

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Page 28: Pelletsnews 2 2014

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