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    NUMERO DEL 2/4/2009

    EditorialeIL TRIBUNALE DI MILANO

    L.B.G.

    La civilt di un Paese si misura anche dal funzionamento della sua amministrazione giudiziaria: come per unPaese cos per le sue citt.Per noi, dunque, eredi diretti del diritto romano, la cosa riveste anche un valore simbolico e per noi milanesi,concittadini di Beccarla, qualcosa di pi ancora. Cos come ci vantiamo di essere la culla del diritto pensoche possiamo fregiarci del titolo di popolo pi litigioso al mondo. Le due cose messe insieme fanno delproblema della giustizia uno dei pi gravi problemi della nostra societ, che si trova sempre combattuta tragiustizialismo e garantismo.Anche di questo ho parlato con Livia Pomodoro, presidente del Tribunale di Milano, nellintervista che sipu vedere nello spazio You Tube di questo giornale.Il tema della giustizia ha declinazioni locali importantissime e per una comunit degli affari, com quellamilanese, uno scorretto funzionamento dellamministrazione giudiziaria rappresenta un indubbio freno allasua attivit economica e allontana gli operatori stranieri da una piazza nella quale ottenere giustizia vuol direin qualche caso attendere anni. Una causa della lentezza certamente la mole di leggi e disposizioni cheormai si accumulano come una gigantesca montagna nella quale si deve scavare con infinita pazienza perritrovare norme vecchie e nuove che regolano la nostra vita personale, economica e sociale. Cos comediciamo beato il Paese che non ah bisogno di eroi, potremmo dire beato il Pese al quale servono pocheleggi per essere civile.Mi domando se la crisi economica che stiamo attraversando, rimettendo in discussione tanti aspetti dellanostra vita e delle nostre attivit umane, non possa promuovere anche una profonda revisione del sistemalegislativo e dellamministrazione della giustizia. Troppe volte negli ultimi tempi abbiamo sentito gridare:Voglio giustizia!, come se fosse un desiderio irrealizzabile. Toppe volte abbiamo visto il desiderio della

    gente di vedere puniti i colpevoli andare frustrato in processi mai celebrati o mai giunti a sentenza o ancorpeggio mai iniziati per banali vizi di forma.Ma il funzionamento della giustizia anche legato ai luoghi nei quali la si amministra. Il Tribunale diMilano un esempio clamoroso.Nella sua inadeguatezza coesistono due aspetti: da un lato linutile monumentalit tributaria di una culturache non ci appartiene pi. Dallaltra ecco gli spazi ristretti dei sopralzi dove latmosfera pi quella di unaffollato tribunale levantino con le parti in causa e gli avvocati che si affollano contendendosi fisicamentelaria per respirare e i posti a sedere. Lipotesi del trasferimento del tribunale ormai qualcosa di pi che unvago progetto, anche se linsediamento futuro a Porto di Mare, lungo la linea 3 della MM, non ha forse tutti irequisiti che servirebbero a cominciare proprio da quella linea della MM troppo rumorosa e che mostra pianni della linea 1 che lha preceduta di un pezzo. Anche di questo abbiamo voluto parlare con LiviaPomodoro durante lintervista e la sua opinione ovviamente ha un peso rilevante.

    Cosa ne pensino invece gli avvocati difficile dire: un mondo da sempre attestato intorno allattuale Palazzodi Giustizia. Forse persino tra avvocati penalisti e avvocati civilisti vi possono essere divisioni marcate: sonocomunque in campo interessi immobiliari tuttaltro che trascurabili.Per chi considera che la semantica abbia peso rilevante nella comunicazione concorder col fatto che iltermine di Cittadella della giustizia non dei meglio scelti: vi una certa aria di separatezza, di fortilizio,di alterigia che non conferma nel cittadino il sentimento di una giustizia vicina, comprensibile, fatta perpacificare pi che per dividere, per educare pi che per reprimere.Siamo concittadini di Beccarla, meglio non dimenticarlo.

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    Ambiente e scienzaLE RANELo Schiavo

    In passato cera il Venditore di rane una figura tipica dellimmaginario collettivo milanese "EL RANATT".Nella stagione, girava a piedi con due cestini pieni di rane che erano catturate nei fossi e lungo le rogge dellaperiferia di Milano, erano rane piuttosto piccole ma molto saporite ed erano spesso usate per fare il risotto.Oggi le rogge e i fossi sono ben coperti dal calcestruzzo e il ranatt si estinto.Gli esemplari indigeni se lagodono nelle pozze a nord di Milano a protezione dellecosistema della Padania per la gioia del leghista diturno... e gli esemplari importati dal Sud dellAsia o allevati nel nostro Paese, quelli abbronzati perintendersi sono utilizzati in cucina: dalle rane fritte al risotto con rane e brastiche (i cunfanon), i men dimolti ristoranti lombardi offrono unampia scelta per gli amanti del genere (Matteo Colombo Corriere dellasera 13 luglio 2002).Mi domando se andranno a turbare lo stomaco dei lumbard? Non che andiamoincontro al leghista biologicamente modificato?Le rane, spesso erroneamente considerate dallimmaginario collettivo come animali inutili e dannosi mabuone a tavola specie con il riso o fritte sono benefiche per molti motivi: in primo luogo, contribuiscono acontenere lo sviluppo delle popolazioni dinsetti nocivi nei boschi, nelle foreste, nei giardini e nei terreni

    coltivati, sono poi importanti per la ricerca biomedica, giacch hanno molte caratteristiche anatomiche efisiologiche simili a quelle degli animali superiori, infine sono uno dei pi importanti anelli della catenaalimentare, essendo esse stesse predatrici dinsetti e cibo per diversi animali, quali uccelli acquatici e bisce.Molte specie sono state introdotte in varie parti del mondo proprio a questo scopo. Inoltre, fin dai tempi piantichi le rane sono state usate dall'uomo come cibo.Sebbene siano stati fatti tentativi di allevarle a scopi commerciali, in genere le rane sono catturate nei lorohabitat naturali.La convenzione di Berna (La Convenzione per la conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi inEuropa, anche nota come convenzione di Berna fu elaborata nel 1979 e divenne esecutiva dal 1 giugno1982. stata recepita in Italia con la legge n. 503 del 5 agosto 1981.) ha cercato di difendere la "faunaminore" disponendo un veto indiscriminato e spesso irrazionale sulla detenzione di tutti i rettili e anfibieuropei.

    Ma non ha avuto alcun impatto sulle specie che pur essendo rare non rappresentano oggetto d'interesse a finecommerciale o alimentare. A questo si aggiunge che poi di fatto l'applicazione della convenzione di Berna stata demandata, in Italia, alle singole regioni. La Regione Lombardia, con lultima legge promulgata, LeggeRegionale 31 marzo 2008, n. 10: Disposizioni per la tutela e la conservazione della piccola fauna, dellaflora e della vegetazione spontanea ha normato la cattura delle rane.Art. 42. Dal 1 ottobre al 30 giugno di ogni anno vietata la cattura di tutte le specie di rane. Nel restanteperiodo dell'anno consentita la cattura di rane verdi adulte della specie Rana klepton esculenta e rane rossedella specie Rana temporaria, per una quantit giornaliera non superiore a trenta individui complessivi perpersona, unicamente mediante l'uso delle mani libere oppure di canne da pesca prive di amo.Il divieto di cattura non applicato a chi preleva le specie di rane verdi (Rana esculenta) e di rane rosse( Rana temporaria) da allevamenti amatoriali che abbiano per fine l'incremento della specie e la lorodiffusione sul territorio ... .

    Secondo Giuseppe Lozia, entomologo dellUniversit Statale di Milano: Le rane sono tornate a popolare leacque pulite, le risaie, soprattutto in Lomellina e i canali, grazie allimpiego in agricoltura di prodotti chimicipi raffinati rispetto al passato Matteo Colombo Corriere della sera 13 luglio 2002.Ma dalle nostre parti ci sono queste rane? Nel parco del Rio Vallone, un Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) la presenza degli anfibi stata riscontrata con certezza solo negli stagni entro il boscoumido presso il campo da volo di Bellusco e nelle loro immediate vicinanze (il Parco interessa il territorio didue Province, Milano e Lecco, occupando una superficie complessiva di 1181 ettari, lungo il torrenteVallone e formando un polmone verde in un territorio fortemente urbanizzato, a nord-est della cinturametropolitana di Milano.).http://www.parcoriovallone.it I ricercatori dicono che il modello globale di raccolta e il declino delle popolazioni naturali di rane sembranoseguire lo stesso percorso gi in atto per lo sfruttamento dei mari, che sta causando il conseguente collassodella pesca dovuto alle reazioni a catena provocate in tutto il mondo. I ricercatori hanno proposto di istituireuna certificazione di raccolta delle rane per migliorare il monitoraggio e aiutare metodi di caccia che possanoessere sostenibili. Infatti, secondo Corey Bradshaw, le zampe di rana non sarebbero solo una prelibatezzafrancese: Le zampe di rana sono inserite nei menu delle mense scolastiche di tutta Europa, nei banchi di

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    vendita dei mercati e supermercati, nelle trattorie asiatiche e nei ristoranti dalta classe di tutto il mondo. Ilcommercio annuale di rane cresciuto spaventosamente negli ultimi 20 anni, da 200 milioni fino a oltre 1miliardo di rane consumate ogni anno. LIndonesia risulta essere il pi grande esportatore di rane sino ad orae il suo mercato interno va da 2 a 7 volte tanto.http://www.mondoecoblog.comDunque se il saccheggio indiscriminato delle risorse ittiche del mediterraneo in qualche modo ovviabilecon linstallazione di allevamenti marini, nel caso delle rane evidente che decisamente anti econo micoandare per rogge pozze e stagni in cerca di questi simpatici animali che sono tra le altre cose decisamenteappetitosi.Siamo passati da una risorsa alimentare disponibile in loco a basso prezzo, consumato in modoecologicamente accettabile allimportazione di fauna alloctona da utilizzare in modo massiccio e magarifuori stagione.

    CarneadeFUOCO AMICO DA FORTE MARINO

    STELLA DI LATTA 1 - Milano, 24 marzo 2009 - Nel weekend la Polizia Locale, in collaborazione con leForze dellOrdine, intervenuta al mercatino delle pulci di Bonola a contrasto dellabusivismo commerciale.Dieci i sequestri amministrativi effettuati a carico di ignoti, 436 gli articoli confiscati (cd, dvd, accendini,calze) e 90 i rilievi per divieto di sosta contestati. Un risultato che testimonia limpegno del Comune inquesta battaglia. Basti pensare che nel mese di marzo i vigili hanno effettuato 14 sequestri di oltre 1800merci (tra occhiali, capi di abbigliamento, cd e dvd, cinture e cellulari) ed eseguito 138 rilievi per divieto disosta. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshall De Corato.STELLA DI LATTA 2 - Con queste operazioni spiega De Corato - stiamo togliendo terreno agli abusivi.Lo stesso Presidente di zona 8, Claudio Consolini, ha avuto parole di ringraziamento per il Comune perchdomenica il mercato, solitamente oggetto di un vero e proprio assedio da parte dei venditori abusi (sic), si invece svolto regolarmente, senza particolari problemi e senza la presenza di ambulanti . (Ma se non cerano

    ambulanti, chi lha tenuto il mercato?)STELLA DI LATTA 3 - Milano, 26 marzo 2009 - Il contrasto alla prostituzione a Milano diventa semprepi incisivo. Solo questa notte la Polizia Municipale ha inflitto 29 sanzioni per un totale di 13.050 euro. Neiprimi due mesi dellanno le multe sono state 1283: una media doppia (641) rispetto al 2008, quando furonomediamente 317 al mese. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshall DeCorato.STELLA DI LATTA 4 - Milano, 30 marzo 2009 Con 40mila clandestini e 185mila residenti stranieri, laquota dei non italiani a Milano al 17%, ovvero quasi uno su cinque. Lo dichiara il vice Sindaco eassessore alla Sicurezza Riccardo Marshall De Corato. (Un allarme? )STELLA DI LATTA 5 - Milano, 27 marzo 2009 - Molti rom faticano a rispettare la legge, lo comunica ilvice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshall De Corato.CHINA TAKE AWAY - Milano, 24 marzo 2009 - Come avevo denunciato alcuni sistemi illeciti, alimentati

    dalla criminalit cinese, si stanno allargando ad altre aree della citt. Lo dichiara il vice Sindaco e assessorealla Sicurezza Riccardo Marshall De Corato. (Da aggiungere alla lista mafia, camorra, spaccio, truffe aglianziani .)LE ALI E IL FILO - Milano, 25 marzo 2009 - Alitalia torna a scommettere sul suo bacino pi ricco, quellodel Nord Italia e, in particolare, del capoluogo lombardo. Una vittoria di Milano, cos lha definita ilSindaco di Milano, Letizia Moratti. Prima dell'inizio della conferenza stampa intervenuto telefonicamenteil Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. (Una vittoria del sistema dei monopoli. Per gli amici delPremier: gli slot di Malpensa sono solo per Alitalia.)ITINERA 1 - Milano, 24 marzo 2009Domani, mercoled 25 marzo, alle ore 11.30, presso la Sala Fontanadi Palazzo Edison, in Foro Buonaparte 31, lassessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory interverralla presentazione.

    ITINERA 2 - Milano, 24 marzo 2009 Domani, mercoled 25 marzo, alle ore 18.00, presso la Sala dellaBalla, al Castello Sforzesco, lassessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory interverr allaconversazione.

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    ITINERA 3 - Milano, 25 marzo 2009 Domani, gioved 26 marzo, alle ore 17.30, presso lex chiesa di SanCarpoforo, in via Formentini 10 , lassessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory, assieme al PresidentedellAccademia di Brera Gabriele Mazzotta, interverr allinaugurazione.ITINERA 4 - Milano, 25 marzo 2009 Sabato 28 marzo, al Castello Sforzesco, lassessore alla CulturaMassimiliano Finazzer Flory ha spiegato: Il nostro progetto mira a offrire una democrazia estetica.(Domanda: ma quando lavora MFF?)GIORNATA MONDIALE TBC - Milano, 24 marzo 2009Ho sempre sostenutoha detto lassessore allaSalute Giampaolo Landi di Chiavenna che una grande citt come Milano, con un tasso di immigrazioneelevato, ha bisogno di un servizio ad hoc per coloro che non accedono al Servizio Sanitario Nazionale.Milano una citt aperta al mondo, dove italiani e stranieri vivono e lavorano insieme ogni giorno e dove quindi necessario colmare il gap tra diverse culture dello star bene e accesso alle cure, nellottica di garantirea tutti il diritto-dovere alla salute. Guardia alta quindi contro tutte le malattie, anche quelle ritenuteerroneamente debellate. (Bravo Landi, ma come la mettiamo con quelli che vogliono obbligare i medici adenunciare i clandestini?).CHIARA/MENTE - Milano, 24 marzo 2009 Domani, mercoled 25 marzo, alle ore 12.30, in Sala Stampa,a Palazzo Marino, lassessore allArredo, Decoro urbano e Verde Maurizio Cadeo presenter liniziativaMiraggi, un percorso darte tra Fiera e Citt. Il titolo delliniziativa chiaramente evocativo afferma

    lassessore.LAPALISSE CEST MOI Se i soggetti competenti fossero chiamati a un tavolo in cui fossero concessi, inununica soluzione, tutti i permessi necessari, i tempi sarebbero di gran lunga ridotti. (Milano, 26 marzo2009Gianni Verga, assessore alla Casa).PESCA DALTURA - Reykjavik, 27 marzo 2009Lassessore alla Mobilit, Trasporti e Ambiente EdoardoCroci intervenuto oggi a Ecoprocura 2009, il convegno promosso da Iclei, che si sta svolgendo in questigiorni a Reykjavik. Il Comune di Milano, in collaborazione con Atm, sta procedendo al rinnovo della flottadei mezzi di trasporto pubblico ha spiegato lassessore Croci nel suo intervento.POSTA CELERE - Milano, 26 marzo 2009 - In concomitanza con la messa a punto degli organi di gestioneExpo e lavvio della necessaria attivit operativa, fin dallo scorso 23 gennaio 2009 il Commissario ExpoLetizia Moratti ha proposto al Governo listituzione di un Comitato di Sicurezza e Vigilanza, con una letterainviata alla Presidenza del Consiglio. E proprio oggi, approssimandosi importanti passaggi per loperativit

    di Expo 2015, il Commissario straordinario ha ricevuto conferma dal Sottosegretario alla Presidenza delConsiglio dei Ministri, Gianni Letta, dellopportunit di istituire questo Comitato.POLLICE VERDE - Milano, 26 marzo 2009 Lassessore allArredo, Decoro urbano e Verde MaurizioCadeo ha AFFERMATO: Negli ultimi due anni abbiamo assistito a una sensibile crescita del numero dellearee e dei metri quadrati di verde sponsorizzato. Non solo le grandi aiuole o i piccoli giardini possono esserepresi in carico ma anche il vaso.NEANDERTHAL MAN - Milano, 26 marzo 2009Manipolare e creare con le mani - ha detto lassessorealla Cultura Massimiliano Finazzer Flory - rappresenta unimportante riappropriazione antropologica delletecnologie che sanno qui interagire con luomo.TAXI DRIVER - Milano, 30 marzo 2009 Il Comune di Milano sta puntando molto sullo stimoloallinnovazione e alla creativit come driver della crescita della citt. Questo il commento dellassessoreallInnovazione, Ricerca e Capitale umano Luigi Rossi Bernardi.

    IERI, OGGI E DOMANI - Milano, 30 marzo 2009 Lesposizione ha aggiunto Terzi, assessore alleattivit produttiveracconta la storia dellartigianato di ieri ma anche di oggi, perch siamo di fronte a unarealt che sopravvive nel tempo e riesce a essere strumento di trasformazione per la nostra citt.IL MURO DEL PIANTO - Milano, 30 marzo 2009 Per lExpo 2015 ha concluso il vicesindacoRiccardo Marshall De Corato lAssessorato alla Sicurezza del Comune acquisir software, sul modello diquelli sperimentati a Londra e Gerusalemme, per la gestione automatica e intelligente dellinsieme delletelecamere milanesi, per un efficace contrasto a molti reati. (Pure quelli dei colletti bianchi?)

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    Citt e SocietBERLUSCONI E LE CITTA SATELLITEBeltrami G.

    Leggo sul corriere del 26 marzo corso che il nostro presidente del Consiglio suggerisce per la soluzioneurgentissima alla mancanza di alloggi per le classi sociali meno fortunate di realizzare, nelle aree adiacentialle grandi metropoli, delle nuove citt satellite.Berlusconi di citt satellite se ne intende certamente pi del cittadino medio, anche e soprattutto grazie allacreazione e al successo di Milano Due e Milano Tre: isole felici nella desolazione della periferia milanese.Questi sono, per molti versi esperimenti riusciti: i servizi di base funzionano, la criminalit a livelli moltobassi, non mancano spazi vedi, scuole, negozi, anche di un certo pregio. Tuttavia, va ricordato che, grazie aiprezzi di vendita delle case, gli abitanti di Milano Due e Tre appartengono grossomodo tutti alla medesimaclasse sociale, una non ben definibile borghesia medio - alta, in cerca di uno stile di vita che la citt, giallora, rendeva difficoltoso.Ignoro cosa passi per la testa del nostro presidente, ma gli suggerirei di fare, ovviamente in elicottero, un giroper altre citt satellite, realizzate con i fondi pubblici, che numerose caratterizzano le nostre periferie.Lidea stessa della citt satellite nasce lontano, forse addirittura in Inghilterra due secoli fa, quando nelle

    intenzioni degli urbanisti di allora si tentava in via sperimentale di realizzare nuclei urbani indipendenti dallecitt tradizionali, pianificati in modo tale da ottenere i vantaggi della citt esistenti eliminandone al contempole malattie endemiche. Inutile dire che ogni tentativo si rivelato pi meno un fallimento.Nei casi pi fortunati le citt satellite si sono lentamente trasformate in citt tradizionali, per struttura sociale,esigenze, organizzazione. Abbiamo invece altrove grandi fallimenti: citt satellite costruite su terrenieconomici, nel tentativo di trovare sistemazioni decorose per i cittadini economicamente meno fortunati. Lestesse case popolari, costruite soprattutto durante il ventennio fascista si sono rivelate spesso delle vere eproprie trappole urbane non solo per gli stessi abitanti ma anche per chi si trovato nella posizione didover gestire queste strutture urbane divenuti luoghi di degrado sociale e urbanistico.Cos, mentre da un lato il governo si preoccupa del fenomeno crescente della criminalit (micro e macro,urbana e non) e dellimmigrazione clandestina, ecco che Berlusconi fornisce la soluzione ideale allinteroproblema: la realizzazione della Milano Due dei Poveri, dove senza nessuna ombra di dubbio nel giro i

    pochi mesi gli inquilini ai quali saranno promessi servizi, che non saranno mai realizzati, tenderanno aricreare quei quartieri ghetto ai quali siamo abituati: totale mancanza di opere di completamento alleabitazioni (negozi, supermercati e scuole e via discorrendo), criminalit diffusa, scarsa o nessunamanutenzione degli edifici e del verde. Vedremmo cos nascere dei nuovi luoghi della tanto temuta micro-criminalit: motorini bruciati e abbandonati in mezzo alle strade pubbliche, giardini e parchi lasciatiallabbandono pi totale, occupazioni abusive diffuse e via discorrendo, rari nuclei familiari terrorizzatidalluscire di casa dopo il tramonto. Il tutto mentre nelle grandi citt tradizionali un numero sempre crescentedi unit immobiliari rimane vuoto.I nostri amministratori locali, Carlo Masseroli in Comune e Davide Boni in Regione, insistendo sullanecessit di nuovi strumenti urbanistici hanno indicato come modello da non pi perseguirsi proprio gliagglomerati monoclasse per censo e per et. Inascoltate voci dal territorio.Non il nostro premier, che si culla nelle sue fantasie che annuncia dai pulpiti dai quali predica a l popolo,

    costringendo i pochi assennati al suo seguito governativo a pronte rettifiche e correzioni rispetto al verbodel capo.Cos come Berlusconi dunque raccomanda ai disoccupati di oggi di impegnarsi per trovare un lavorovincendo la loro naturale inerzia, domani raccomander ai senza tetto di trovarsi un bellappartamento nellenuove citt satellite, create per uscire dalla crisi economica galoppante ma entrando in un futuro ghetto perpoveri.

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    LetteraPIAZZA DEL DUOMO: UN SOPRALLUOGOM. A. Spreafico

    Alcuni anni fa fu rifatta la pavimentazione stradale del complesso cittadino che va da San Babila a LargoCairoli passando per Piazza del Duomo. Una grande opera anche per il costo che, se non erro, fu di oltre 6miliardi di lire. In antico la pavimentazione era costituita dalle grosse e tozze pietre di granito, classiche delselciato milanese, capaci di sopportare carichi concentrati notevolissimi anche se a scapito delluniformitdella superficie.La nuova pavimentazione invece costituita da lastre rettangolari, sempre di granito, ma di spessore moltoma molto minore. Sarebbero state unottima scelta se non si fosse verificato il continuo passaggio attraversola Piazza. del Duomo di enormi carichi su camion ai quali le belle lastre non potevano resistere.Il continuo allestimento di mostre, stand, e similari, i palchi di tubi innocenti (pesantissimi) hanno causatodanni molto gravi alla pavimentazione: al di la di ogni descrizione una visita sul luogo sar esplicativa.Si prospetta una notevole spesa di manutenzione e al momento ben poco vien fatto.Se si pensa di avere a Milano la famosa Expo, questa spesa non pu essere elusa. Tuttavia se per il futuronon si eviter l'ingresso ai carichi pesanti sar tempo e denaro perso perch, provato, la pavimentazione

    non li regge.Giacch mi trovavo in Piazza del Duomo, mi sono fatto un giro esplorativo: varie auto targa italiana sostanodavanti ai portici settentrionali, altre auto parcheggiano davanti all'hotel Park, unauto della polizia in sostacon il motore acceso, fa freddo.Un gruppetto di ben 10 vigili urbani, 4 donne, 6 uomini, sosta a lungo davanti alla Galleria. Mi avvicino,chiedo 'Non proibito sostare con il motore acceso?.Il vigile interpellato mi risponde che non affar suo, che vada io stesso a parlare con gli agenti sull'auto.Cosa che faccio.L'agente al quale mi rivolgo dapprima risponde che il motore acceso gli serve per far funzionare la radio, glifaccio osservare che la radio funziona a lungo anche con la batteria e lo invito a dare il buon esempio. Cosache l'agente fa con nostra grande soddisfazione.In Piazza del Duomo incombe l'enorme maxischermo: l'accostamento di questa presenza alla cattedrale cos

    ben curata dopo i grandi lavori, disturba ed spiegato solo da ragioni di cassa, leggi tassa sulla pubblicit,occupazione di suolo pubblico...Le stesse ragioni valgono per altri monumenti cittadini uno per tutti l'Arco di Porta Romana ingabbiato daanni, ormai declassato a supporto di cartelloni pubblicitari.Tornando alle auto private in sosta in Piazza del Duomo mi domando come questo sia permesso, mi chiedoanche cosa ci fanno in perenne attesa Polizia, Finanza, Vigili urbani, Carabinieri quando la piazza e laGalleria non sono altro che un suk cittadino con i suoi mendicanti stanziali, le bancarelle abusive e cos via.Vi sono anche 2 furgoni bar questi di certo con regolare autorizzazione, mi chiedo tuttavia se non bastino gliinnumerevoli bar dei portici e dintorni considerando che dei furgoni bar sono pi adatti alle fiere di paese chealla dignit del Duomo di Milano. All'angolo Via Torino - Via Orefici il palazzo sormontato da unenormeinsegna al neon.Ci sono voluti 70 anni per ripulire la facciata ovest della piazza dalla pubblicit, ci risiamo.

    Vi sono spazi cittadini che si presterebbero a ospitare le manifestazioni che oggi prediligono Piazza delDuomo: il cortile del Castelli Sforzesco, il Parco stesso, l'Arena.Questi spazi debitamente allestiti eviterebbero la continua usura che il principale monumento cittadino, ilDuomo appunto, deve sopportare a causa di un uso che non si conf con la preziosit del suo essere.Con l'idea di unExpo in ballo, in breve, Piazza del Duomo da una visione di notevole inefficienza.All'ombra della Galleria sorto di recente l'Hotel Park.Perch mai Park visto che siamo in Italia ma soprattutto perch l'albero pi vicino a 2 km di distanza. Manon lo nomino a caso: senz'altro bellissimo. Gli hanno dato il punteggio 7 stelle che non avevo maiincontrato prima, mi ero sempre fermato a 5 ....Basta attraversare la strada e si entra in una vera corte dei miracoli. Sono i cortili che danno accesso agliappartamenti ricavati nella Galleria in generale affittati a enti, associazioni e, in passato, a molti partitipolitici.Io ho spesso occasione di salire al 2 piano di via Silvio Pellico dove da sempre trova sede il Club alpinoitaliano. Ci sinoltra in luoghi di totale squallore, il cortile serve da retro a tavole calde e ristoranti, una veradiscarica maleodorante.

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    Quello che voglio contrapporre la dissonanza tra l'Hotel a 7 stelle e la favela dirimpettaia, probabilmente.Nessuno ci fa caso.Mi dispiace dire che il Comune di Milano, il Proprietario della Galleria, il responsabile della manutenzionee senz'altro l'amministratore di questi beni.Sar pur vero che il Comune intende ora rinnovare la Galleria ma il lavoro enorme e non credo si possacompire nei tempi brevi concessi dallExpo 2015.

    MetropoliWJC. LA PORTA DI MILANOCalzavara

    Il nuovo WJC, ovvero World Jewellery Center, unopera minore nel panorama dei grandi interventimilanesi, ma si propone con grandi ambizioni, per posizione soprattutto, ma anche per velleit. Per posizioneperch si sta riconfigurando in questa zona, nellarea del Portello Nord, il nuovo ingresso alla citt. Per

    velleit perch il WJC si propone come, di questa porta, la nuova icona rappresentativa. Tale delicatocontesto, in teoria, richiederebbe parole ben calibrate. In pratica non cos.Annunciato da un eccessivamente sgargiante sovrappasso in ferro che scavalca la carreggiata, il WJC sar ildistretto commerciale, produttivo e di rappresentanza delle imprese orafe lombarde, un distretto verticale,poich si presenta nelle vesti di una curva torre vetrata, o meglio due, articolate in volumi di 9 e 18 piani dialtezza. Dunque lennesimo landmark nel trend di revisione dello skyline complessivo della citt.Poi, andando ad analizzare lintervento, non si pu non dire del patchwork volumetrico e linguistico che sista configurando. Il tutto insiste in una planimetria ovoidale. Luovo una forma perfetta bench sia fattacol culo, diceva Bruno Munari. Ma poich si parla di un comparto del lusso, e il lusso p er Munari non eraun problema di design, si suppone che non sia precisamente quello il riferimento. Ma tant.Le torri scontano il classico (ma non inevitabile) abbassamento di tono dallalgida immagine dei rendering aquella della realt. Un curtain wall piuttosto ordinario, opache fasce marcapiano, cornici di lamiera stirata

    che guardano a una certa intransigenza materica della contemporaneit ma si risolvono in testate dal modestoidioma commerciale, mentre quella durezza torna nel rivestimento degli attacchi a terra, ma un po sorda eavvolge il tutto in una sorta di legaccio figurativo. Questo sinterrompe in corrispondenza degli ingressi allapiazza centrale, fuoco planimetrico in parte coperto e atrio degli scambi e delle relazioni, il che non sarebbeuna cattiva idea, perch rompe il guscio delluovo. Ma tale idea bisognava portarla fino in fondo, facendoneun luogo pubblico di attraversamento in continuit con il tessuto urbano. Cos non , e diventa retorica,mentre prevale la bulimia monumentale e un po fuori luogo della sua grande tettoia inclinata, un cappello atesa extra-large che, tra laltro, non segue la continuit delle curve proponendosi con un incombente profilospezzato, che sa un po di appiccicaticcio. Certo le differenze tra deside rata e soluzioni costruttive colpiscemolti e talvolta illustri, come certa fluida aerodinamica di Zaha Hadid che spesso non regge alla prova deifatti in cemento armato. Buone compagnie, dunque. Ma proseguiamo il giro.Sul lato nord, la parte pi articolata dellintervento anche, se vogliamo, la pi vezzosa, con un corpo basso

    circondato da un porticato ritmico a mo di sporgente reticolo strutturale. Memoria di sofisticatorazionalismo italiano? Chiss, ma se cos fosse se ne presa la forma senza comprenderne lo spirito, perchqui non la matrice rivelata allosso di una tamponatura mancante, cosa che un Guido Canali ha invececapito benissimo, per esempio, ma una citazione fuori contesto culturale. Il contesto culturale, invece, molto chiaro nella vetrata strutturale retrostante, risolta con quei ragnetti nati in nobili contesti e trasferitidufficio in tanta architettura, commerciale e non, degli ultimi decenni, poich garantiscono sempre, un po per inerzia mentale, quelleffetto abbastanza moderno, abbastanza tecno, abbastanza cool, da averneabbastanza.Va bene. Sarebbe ingeneroso dare tutte le colpe al WJC, che in fondo brilla sullo sfondo delle tre torriresidenziali attigue, piuttosto imbarazzanti. Poi, nel mezzo di tale modesto catalogo, si scorgono sullo sfondolontano le belle residenze di Cino Zucchi, episodio architettonico tanto corretto quanto raro nellodiernopanorama milanese, che visto da qui rallegra come la classica luce in fondo al tunnel. E a proposito di tunnel,tanto per completare il quadro, il sottopasso che taglia la zona collegando viale De Gasperi a via Gattamelata(nelle prime intenzioni) e che arriva ormai in ritardo chiudendo la stalla della nuova viabilit a servizio dellaFiera quando i buoi (la Fiera stessa) se ne sono gi scappati a Rho, sembra la chiosa finale (o la premessa?)

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    di questennesima occasione mancata: rispondere a un pasticciato lessico architettonico con una buona dosedi balbuzie urbanistica.

    Scuola e UniversitGLI ITIS MILANESI: SI RINNOVANO E RINNOVANO CON LE RINNOVABILI

    Mate Soressa

    La storia di Milano, cos lunga e cos complessa, comprende anche la storia delle sue scuole tecniche eprofessionali: una storia che si snoda lungo una linea di continuit dall'Ottocento in poi, passando dallescuole tecniche per arrivare agli Istituti Tecnici.I gloriosi Istituti Tecnici milanesi: hanno contribuito a formare le generazioni di periti e ingegneri che hannosaputo costruire la ricchezza imprenditoriale della grande Milano e hanno usato la propria cultura tecnicoscientifica come molla e fattore fondamentale di modernizzazione.Insieme al resto della scuola italiana gli Istituti Tecnici milanesi vivono in una situazione dincertezza edisorientamento, nellimminenza della riforma della scuola secondaria ripetutamente annunciata daqualche decennio senza che il Ministro di turno riesca a metterla in campo una riforma che in talune delle

    sue alterne fasi di gestazione ne aveva previsto addirittura la soppressione.Tuttavia, nonostante le quotidiane azioni di distrazione che sulla scuola si riversano da pi parti, la scuolariesce ad autoalimentarsi di energie positive e a trovare in se stessa le forze che le permettono di mettere asegno anche qualche risultato di eccellenza.Un esempio, fra molti, muove dalla sensibilit e dallattenzione rivolte allo studio delle Energie rinnovabili.E proprio in un ITIS milanese, infatti, lEttore Conti (www.ettoreconti.mi.it), che studenti e insegnanti,affascinati dalla possibilit di trasformare la radiazione solare direttamente in energia elettrica a beneficiodello stato di salute dellambiente, avevano realizzato nel 1999 un pannello fotovoltaico, il Girasole, in gradodi massimizzare la produttivit grazie ad un sistema automatico di movimentazione che seguisse la parabolasolare nellarco della giornata.Qualche anno di contatti, istituzionali e non, e il Girasole dellITIS riesce a diventare linput per unambizioso piano dinterventi dellAmministrazione provinciale di Milano, cui fanno capo gli edifici

    scolastici degli istituti superiori, tecnici, professionali, licei: 100 impianti fotovoltaici per 100 scuole,Linvestimento iniziale di 7 milioni e 200 mila euro per i primi 48 impianti - il 49esimo una centrale aDakar in Senegal - stato successivamente innalzato a 15 milioni di euro.Nel 2006 inaugurato limpianto sul tetto dellITIS Conti; attraverso un pannello collocato in posizione benvisibile a tutti coloro che entrano nella scuola si registra in tempo reale la quantit di energia prodotta e laquantit di CO2 evitata. Alla fine del 2008 stato installato il decimo impianto, sul tetto dellIstituto Zappa -Cremona: ogni impianto evita lemissione di 16 tonnellate di anidride carbonica lanno e copre il 20% delfabbisogno energetico medio annuo del singolo edificio scolastico; nei mesi estivi, con la sospensione dellelezioni e la riduzione dei fabbisogni energetici, gli impianti continuano la produzione energia che rivendutaalla rete.A regime, con lallacciamento dei 100 impianti alla rete elettrica di distribuzione locale, si otterr unrisparmio energetico annuo di 1.000 MWh, quantificabili in 600mila euro, che permetter di coprire i costi di

    realizzazione degli impianti e aiuter a raggiungere gli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto per l'Italia.Ma la spinta propositiva dellITIS non si esaurisce: nella scia del Girasole parte questanno la collaborazionetecnica tra lIstituto e la Provincia di Milano per la costruzione di una Centrale Solare Didattica sui tetti dellascuola.Le ricadute didattiche si preannunciano copiose, ma lidea pi intrigante sul piano scientifico e tecnologico quella di poter monitorare nel tempo in termini quantitativi, mediante sofisticati software, landamento dellamaggiore resa di un sistema mobile rispetto a uno del tutto identico, ma fisso, con costi dinstallazionepressoch uguali.Un modo non banale n retorico di fare formazione ed educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile:pieno coinvolgimento degli studenti nelle fasi operative di un progetto allavanguardia con forti ricaduteeducative anche sulle famiglie e sul sociale; stretto raccordo con le istituzioni e con il mondo imprenditorialeper trovare insieme una possibile via di transizione verso il superamento della dipendenza dal petrolio.E allora, nel caso di esito positivo del monitoraggio, gli ITIS milanesi segneranno un altro punto a propriofavore anche in termini di creativit, innovazione tecnologica, ricerca scientifica.Con buona pace di chi sulla scuola sparge solo veleni.

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    Urbanistica e ArchitetturaLA QUADRATURA DEL CERCHIO.Pietro Cafiero

    Anche Milano avr il suo Guggenehim. In realt si tratta di un Museo di Arte Contemporanea (MAC) e nondi una nuova sede della fondazione nata nel 1937. Per dal punto di vista del marketing territorialeloperazione la stessa. Non un lumacone di titanio firmato Frank Ghery, bens qualcosa di pi vicino allecorde meneghine. Almeno secondo quanto sostenuto dal suo autore, Daniel Libeskind durante lapresentazione del progetto alla Triennale. Questo museo pensato unicamente per la citt di Milano, lamigliore citt per l'architettura. E infatti, ispirandosi a Da Vinci (Leonardo e non il Codice diDan Brown, sispera) e al suo uomo vitruviano, larchistar, che ha vissuto a lungo a Milano, ha progettato un contenitoredalla base quadrata che si trasforma in cerchio perfetto attraverso una progressiva torsione dei suoi gradoni.Una moderna piramide rivestita col marmo di Candoglia, che, in teoria e secondo una legge regionale piemontese, dovrebbe essere riservato esclusivamente alla Fabbrica del Duomo. Ad usum Fabricae, sidiceva un tempo. Di qui il detto ad ufo. Significativo, no? Il tutto condito con giardini pensili (babilonesi?)e terme (romane?). E con qualche spazio espositivo (circa il 45% della superficie totale, come da accordo di

    programma tra Comune, Regione e Provincia), visto che dopotutto si tratta di un museo.Chiaramente inserito nella tradizione contemporanea che vuole il contenitore pi importante del contenuto,come nel caso di Bilbao. Ma ci non deve stupire visto che lo stesso (ex) assessore Sgarbi lo affermpubblicamente durante la presentazione: Il progetto di Libeskind innovativo per la citt di Milano e siinserisce in un filone di musei che sono monumenti essi stessi prima che contenitori di opere, come ilGuggenheim di New York, quello di Bilbao e il Beaubourg di Parigi: luoghi in cui larchitetto diventagarante per larte contemporanea essendo lui stesso un artista contemporaneo.Il costo delloperazione di 40 milioni di euro. Ed essendo opera di interesse pubblico di costo superiore ai 5milioni, avrebbe dovuto essere oggetto di un concorso. Cos non stato. LOrdine degli Architetti di Milanoha giustamente presentato ricorso e il finale della storia lo scriver il Tar.Sembra in questo caso di ripercorrere le vicende che nel decennio precedente hanno portato allarealizzazione del Teatro degli Arcimboldi alla Bicocca. Unopera pubblica compiuta senza concorso,

    imposta alla citt da un accordo tra privati, collamministrazione che subisce prona e passiva. Lunicadifferenza rispetto ad allora proprio il ruolo del pubblico, che dallaccettazione rassegnata passato allacomplicit gongolante.Il punto proprio questo.Milano sta per dotarsi di un nuovo strumento urbanistico: il Piano di Governo del Territorio. Rispetto alvecchio PRG, limpostazione completamente diversa. Eliminato latteggiamento ideologicamentevincolistico e paternalista, che ha costretto il Comune negli ultimi 30 anni ad inseguire le profonde erepentine trasformazioni di una societ molto pi dinamica e mutevole di chi era preposto a governarla, ilnuovo piano si propone come un dispositivo dotato di poche e chiare regole ma di una precisa visione diinsieme, di unidea di citt capace di indirizzare e concertare le trasformazioni in modo flessibile ed efficace.Sulla carta tutto molto bello e molto giusto. Peccato che per far funzionare in maniera corretta questomeccanismo siano necessari due attori, quello pubblico (il Comune) e quello privato, che si trovino sullo

    stesso piano, dotati di eguale peso specifico. Dato che le trasformazioni si concertano e si contrattano e nonsono pi sancite da indici e zonizzazioni, dato che la rendita fondiaria sostituita (forse giustamente)dallarbitrio di chi (ci) governa, occorre che costui sia in grado di reggere lo scontro con la controparteprivata, di tutelare gli interessi della collettivit rispetto alle comprensibili esigenze economiche di chi agiscesul territorio. Insomma dal momento che le trasformazioni le fa chi ha i soldi e i capitali sono in larga parteprivati, il ruolo del pubblico quello di controllarle e di ottenere per s (e quindi per i cittadini cherappresenta) il massimo tornaconto.Ora, se dobbiamo basarci sugli esempi precedenti (Arcimboldi e MAC), ci permettiamo di nutrire qualchepreoccupazione. E quindi terremo gli occhi ben aperti.

    Tag: Milano, Piano di Governo del Territorio, Libeskind, Museo di Arte Contemporanea

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    RUBRICHE

    Arte

    Questa rubrica curata da Silvia DellOrso

    un mostra costruita attorno al ritrovamento di un quadro di Cagnaccio di San Pietro del quale si eranoperse le tracce, quella che propone in questi giorni la gallerista e storica dellarte Claudia Gian Ferrari. Undipinto di notevole vigore espressivo, intitolato Primo denaroed eseguito dallartista veneto nel 1928,pubblicato allepoca della sua realizzazione, ma che sembrava sparito nel nulla. Al secolo NatalinoBentivoglio Scarpa, conosciuto per come Cagnaccio di San Pietro, per via del grosso cane di suo nonnoNatale, che terrorizzava lintero paese di San Pietro in Volta sullisola di Pellestrina, vicino a Venezia,questo pittore in realt non ha certo bisogno del suo curioso pseudonimo per essere ricordato. Bastano le

    opere taglienti, enigmatiche e spesso spietate che ha creato nel corso della sua breve vita ( morto a soli 49anni il 29 maggio 1946), rivendicando la vitalit della tradizione classica allinterno del cosiddettoRealismo magico di cui fu, tuttavia, un esponente eccentrico.

    Cagnaccio di San Pietro. Un quadro ritrovato.Claudia Gian Ferrari Arte contemporanea, via Filippo Corridoni 41orario: luned-venerd 10/14 e15.30/19, sabato solo su appuntamento. Fino all8 maggio.

    Nella sua lunga carriera ha avuto modo di frequentare la poesia, larte, il romanzo, il teatro, il radiodramma,il giornalismo, la musica. Un artista poliedrico e multiforme Emilio Isgr, ora al centro di una mostra, curata

    da Marco Meneguzzo, che verr riproposta nellestate anche in Sicilia, dove lartista nato nel 1937. Connumerosi riconoscimenti alle spalle, la partecipazione a quattro edizioni della Biennale di Venezia e a decinedi rassegne in tutto il mondo, Isgr un artista concettuale, ma anche un poeta visivo che ha fatto dellacancellatura una delle modalit espressive privilegiate, ma certamente non la sola. Cardine di questamostra , tuttavia,proprio linstallazione inedita Fratelli dItalia, che oltre a suggerire il titolo dellapersonale, anche stata concepita cancellando o in parte occultando linno nazionale che si snoda lungo unastriscia di carta, per fare emergere solo i passaggi pi significativi del testo. La mostra riunisce una settantinadi opere dagli esordi a oggi e altre due installazioni:Lora italiana eLavventurosa vita di Emilio Isgr,luna concepita nell83 per ricordare l'attentato alla Stazione di Bologna, laltra nel 1971, pensata come unaserie di dichiarazioni sulle caratteristiche fisiche e morali dell'artista, che identificano il personaggio inmaniera "concettuale" attraverso la descrizione.

    Emilio Isgr. Fratelli d'Italia.Galleria Gruppo Credito Valtellinese. Corso Magenta 59orario: marted-venerd 12/19, sabato e domenica10/19, chiuso luned. Fino al 15 novembre.

    Vale la pena visitare in questi giorni il Museo Diocesano e in particolare la sezione dei Fondi oro che si arricchita, qualche tempo fa, della collezione di Alberto Crespi. Di quella donazione generosa faceva parteanche una tavola raffigurante Santa Cecilia, oggetto ora di una piccola, ma importante mostra che segna iltemporaneo ricongiungimento di questo pannello con gli altri 4 elementi del polittico di cui ha fatto partefino a circa il 1745, anno in cui linsieme venne smembrato.Si tratta del Polittico del Carmine che si trovavain origine nella cappella dei Santi Bartolomeo e Lorenzo, nella chiesa fiorentina di Santa Maria del Carmine,giudicato dagli studiosi opera della maturit di Bernardo Daddi, artista morto nel 1348, tra i migliori seguacidi Giotto. Dal Castello Reale del Wawel a Cracovia arriva la Madonna col Bambinoe due angeli musicantiche stava al centro del pentittico, San Bartolomeo e San Lorenzo, in posizione laterale, sono ora conservati

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    alla Galleria dellAccademia di Firenze, mentre allestrema destra, si trovava la Santa CaterinadAlessandria, ora in collezione privata. La Santa Ceciliastava, dunque, allestrema sinistra del polittico: danotare la descrizione sontuosa delle vesti, la delicatezza dellincarnato e una ricchezza narrativa e decorativache rinvia a opere precedenti del maestro.Il Polittico del Carmine di Bernardo Daddi.Museo Diocesano, corso di Porta Ticinese 95 orario: marted-domenica 10/18, chiuso luned. Fino al 24maggio.

    un prestito decisamente fuori dal comune quello che ha consentito di realizzare la mostra bergamasca.Cinquanta icone selezionate tra gli oltre 6mila esemplari conservati nel museo Museo Tretyakov di Moscache vanta in materia di arte sacra russa la pi imponente collezione al mondo. Visibili rappresentazioni dispettacoli misteriosi e soprannaturali": lo studioso russo Pavel Florenskij us queste parole per definire leicone, non semplici opere d'arte, ma immagini dotate di una loro vitalit, veri e propri momenti di comunione

    con il divino. Le opere esposte sono datate dalla fine del XIV- inizio XV secolo, a partire da una Nativitdella Madre di Dio con santi, tipico esempio delle icone di Novgorod, fino al XVIII secolo. Una serie diimmagini che illustrano le tappe principali del calendario liturgico - le feste, la venerazione della Madre diDio, la devozione ai santi locali - raffigurate di volta in volta secondo schemi iconografici che gli artistihanno ripetuto nei secoli senza sostanziali variazioni, al solo scopo di suggerire un contatto diretto conl'archetipo. In mostra anche alcune icone di Pskov, caratterizzate da una maggiore concretezzanellinterpretazione dell'immagine divina.

    Loro dellanima.Icone russe dal XIV al XVIII secolo del Museo Tretyakov di Mosca. Bergamo,Palazzo della Provincia di Bergamo - Spazio Viterbi, via Torquato Tasso 8 orario: luned-venerd 15/19;

    sabato, domenica e festivi 10/19; chiuso gioved. Fino al 14 giugno.

    Forse non tutti sanno che Johann Wolfgang von Goethe fu anche conservatore delle raccolte darte deiGranduchi di Weimar e collezionista in prima persona. quanto accadde tra il 1775 e il 1832 nella patria delclassicismo tedesco, periodo durante il quale Goethe effettu numerosi sopralluoghi in Italia allo scopo diincrementare il patrimonio dei granduchi, ma approfittandone anche per acquisire per la propria collezioneun nucleo di disegni di maestri italiani che conflu in seguito nella Klassik Stiftung Weimar. Da Weimer,appunto, storica citt della Turingia, provengono i circa 50 disegni esposti al Castello Sforzesco. Larassegna, curata da Hermann Mildenberger, conservatore delle raccolte grafiche della Klassik Stiftung,documenta linteresse dei granduchi per il Settecento veneto, da Giambattista Tiepolo ai figli Giandomenicoe Lorenzo di cui si vedono alcune teste di notevole espressivit, dal Piazzetta ai due celebri vedutisti

    Canaletto e Bernardo Bellotto, ma anche i paesaggi di Antonio Zucchi (la cui moglie, Angelica Kauffmann pure presente con un disegno) e di Francesco Zuccarelli, accanto a un paio di fogli dello stesso Goethe,innamorato del Bel Paese e del suo allora integro territorio.Goethe collezionista e il disegno veneto del Settecento. Capolavori dalle raccolte di Weimar.Castello Sforzesco, Sala del Tesoro della Biblioteca Trivulziana e sala 38 del museoorario: marted-domenica 9/13 e 14/17.30. Fino al 26 aprile.

    Se a Mede Lomellina, dove nata nel 1894, un piccolo, delizioso museo nel Castello Sangiuliani conserva lesue opere su carta e su tela, oltre a una serie di sculture, Regina Cassolo in questi giorni anche al centro diuna mostra che coincide non casualmente con le celebrazioni del centenario della fondazione del Futurismo.Regina futurista, appunto, perch la scultrice medese ader alla seconda stagione del movimento marinettianoe a quellepoca si riferiscono i disegni, i bozzetti e i taccuini riuniti nella galleria milanese, in una rassegna

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    curata da Rachele Ferrario. Disegni a grafite su carta, alcuni bozzetti per le incredibili sculture che realizz inmarmo, bronzo, ma anche plexiglass, alluminio, latta e gli inediti taccuini futuristi, tutti provenienti dallacollezione Fermani. Sono opere che documentano un periodo in cui Regina, grazie al sostegno di Fillia,espose stabilmente con i maestri futuristi, firmando nel 34 il Manifesto tecnico dellaeroplastica futurista.Fu una grande sperimentatrice, si ciment con materiali insoliti, come la latta, ottenendo esiti di grande

    efficacia e senza mai scadere nel puro decorativismo. La sperimentazione la port molto vicinoallastrazione, sempre mai perdere di vista la velocit, il dinamismo e levocazione degli stati danimo, cuialludono le forme e i materiali. morta nel 1974 a Milano, nella sua casa-atelier.

    Regina futurista. Opere degli anni Trenta.

    Spaziotemporaneo, via Solferino 56Orari: dal marted al sabato 16/19.30. Fino al 21 aprile.

    una storia lunga oltre mezzo secolo quella dellartista cinese Hsiao Chin, nato nel 1935 a Shangai dove ilpadre, il musicologo Hsiao Xue-peng, fond il Conservatorio Nazionale di Musica. Lartista, che risiede aMilano dal 59, al centro di una rassegna la pi ampia che gli abbia dedicato Milano realizzata incollaborazione con la Fondazione Marconi. Al gallerista Giorgio Marconi, Hsiao Chin legato da un lungosodalizio iniziato fin dal suo arrivo in citt, dove frequenta artisti come Lucio Fontana, Roberto Crippa, PieroManzoni, Enrico Castellani, ma anche Antonio Calderara insieme al quale ha fondato nel 61 il movimento Punto, condividendo la necessit di una vita pi profonda, meditativa e spirituale. La pittura di Hsiao Chinconiuga estetica occidentale e filosofie orientali, influenza fauve e ideogrammi cinesi, pittura astratta ecalligrafismo. Ne danno conto le 9 sezioni della mostra che, seguendo un criterio cronologico, delineanolavvicendarsi dei suoi riferimenti culturali, filosofici ed esistenziali. Dagli esordi, dunque, tra il 55 e il 58,caratterizzati dallinfluenza dei Fauves, in particolare Matisse, Cezanne e Gauguin, al periodo taoistadominato dallidea di armonia universale. Importante, tra il 67 e il 71, il soggiorno a New York, dove

    incontra Rothko, de Kooning, Rauschenberg e Lichtenstein. Al 1989-90 risale un ciclo di opere ispirato aidrammatici fatti di piazza Tienanmen. Mentre nasce da una riflessione sulla vita e sulla morte in seguito allascomparsa della figlia Samantha, il cicloLa Grande Soglia che Hsiao Chin realizza a partire dal 1990-91.Hsiao Chin.

    Triennale Bovisa, via Lambruschini 31 - orario: 11/24, chiuso luned. Fino al 5 aprile.

    Fa uno strano effetto Magritte: le sue immagini sono talmente icastiche e cariche di allusioni simboliche, chese anche ci si trova per la prima volta davanti a un suo quadro, si ha sempre limpressione di averlo gi visto.Non a caso lartista belga tra i pi saccheggiati da grafici, pubblicitari e illustratori che hanno amato adismisura la sua enigmaticit e la provocatoria incongruenza delle sue composizioni. Immagini capaci diraffigurare idee, al di l della qualit della pittura che spesso in Magritte poco pi che diligente. Curata da

    Michel Draguet, direttore generale dei Muses Royaux des Beaux Arts del Belgio (la collezione pubblica piricca di opere di Magritte), e da Claudia Beltramo Ceppi, la rassegna milanese allinea un centinaio di dipinti,oltre a tempere e sculture, provenienti in parte anche da collezionisti privati. Domina il tema della naturarievocato nei primi e poco noti dipinti futuristi, nelle opere eseguite fra le due guerre, e poi ancora nei dipintidatati a partire dagli anni 50. Sordo al richiamo di Parigi, Magritte ha speso gran parte della sua vita aBruxelles, dove morto nel 67. L ha esordito come disegnatore e pubblicitario, costruendo parallelamentela sua personalit pittorica e quelle strategie linguistiche - basate sullo spaesamento degli oggetti, privatidella loro abituale funzione, e sui conflitti virtuali tra il mondo e la sua rappresentazione che furonodeterminanti anche per la Pop Art.Magritte. Il mistero della natura.Palazzo Reale - orario: marted- domenica 9.30/19.30; luned 14.30/19.30; gioved 9.30/22.30. Fino al 29marzo.

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    Lhanno inaugurata il 14 febbraio, per approfittare della complicit tematica offerta dalla ricorrenza di SanValentino, ma in realt la mostra attualmente in corso al Castello Visconteo di Pavia pu ben vivere di vitapropria, anche senza la festa degli innamorati. Il tema quello del bacio, e non soltanto il bacio sensualee carico di pathos immortalato da Francesco Hayez in uno dei suoi dipinti maggiormente celebrati, di cui laredazione pi nota si trova a Brera, mentre a Pavia sono esposte una prima idea del soggetto e una versionedel 1861, entrambe in collezione privata. La rassegna, infatti, che ripercorre liconografia del bacio traRomanticismo e 900, molto pi variegata e prende in considerazione, come dichiarano le curatrici,Susanna Zatti e Lorenza Tonani, le diverse valenze del bacio: materno o filiale, di circostanza,appassionato, atteso, negato, rubato, ben augurante, immateriale, nella mitologia, nella storia sacra, nellaletteratura e anche nel cinema. Il percorso si snoda attraverso una sessantina di opere di artisti celebri e dialtri meno noti, in prevalenza dipinti, ma anche qualche scultura, come lAbbraccio materno di PaoloTroubetzkoy o ilBambino al seno di Medardo Rosso. Tra i baci dipinti spiccano quello lussurioso diCleopatra, come ce lo ha restituito Giuseppe Amisani, o il bacio voluttuoso di Alciati, smorzati dalleeffusioni composte e pudiche dei Fidanzati di Lega, o ancora Aminta baciato da Silva del Piccio, Paolo eFrancesca di Previati, per arrivare a De Chirico, Manz, Casorati, Rotella o Franco Angeli. E poi il bacio nelcinema, restituito in un video che, memore dei baci prima tagliati e quindi ricomposti in ununica lungapellicola, nel film di TornatoreNuovo cinema Paradiso, ripercorre la storia dei baci pi famosi della

    cinematografia italiana.Il bacio. Tra Romanticismo e Novecento.Pavia, Scuderie del Castello Visconteo, viale XI Febbraio 35orario: marted-venerd 10/13 e 15/19, sabato,domenica e festivi 10/20. Fino al 2 giugno.

    Un vero e proprio affondo nella personalit del fondatore del Futurismo, Filippo Tommaso Marinetti. A lui consacrata la rassegna allestita nella Sala del Collezionista alle Stelline che, in onore di tanto ospite,raddoppia i suoi spazi conquistando il seminterrato, invaso per loccasione dalle parolibere marinettiane, Trale tante novit di questa rassegna - a cura di Luigi Sansone, autentico segugio degli archivi del Futurismo -spiccaIl bombardamento di Adrianopoli, una grande china su carta realizzata da Marinetti nel 1913-14,

    esposta per la prima volta grazie al prestito concesso dalla University of California di Los Angeles (Ucla)dove custodito larchivio del poeta inglese Harold Monroe (1879-1932), grande ammiratore del Futurismo,da cui proviene questa tavola. Ma la mostra riserva molto altro, tra ritratti e caricature di Marinetti, opere diBoccioni, Balla, Cangiullo, Depero, e altri protagonisti, affiancate da fotografie, cataloghi depoca, cartoline,riviste e volumi marinettiani comeZang Tumb Tuuum - Adrianopoli ottobre 1912- Parole in libert(Edizioni futuriste di Poesia, Milano 1914), il primo libro parolibero di Marinetti ispirato dalla guerra,intesa come spettacolo simultaneo di situazioni, rumori, odori, polifonie: perch il Futurismo era anchequesto.F.T. Marinetti=Futurismo.Fondazione Stelline. Sala del Collezionista, corso Magenta 61 - orario: marted-domenica 10/20.Fino al 7 giugno.

    Ha impiegato meno di tre anni per diventare uno dei maggiori collezionisti di armature giapponesi fuori dalGiappone. Bisogna chiamarsi Luigi Koelliker per riuscire in una simile impresa cos rapidamente e anchevoracemente ed bene avvalersi di un antiquario specializzato in arte giapponese come Giuseppe Piva cheper il suo committente ha rastrellato il rastrellabile, e che adesso cura, in collaborazione con la FondazioneMazzotta, la mostra di Palazzo Reale. Samurai, appunto, allestita nellappartamento della reggiapiermariniana con una minima presenza di pezzi provenienti dalle Raccolte extraeuropee del CastelloSforzescotra i quali spicca una finissima scatola laccata per documenti dellinizio del periodo Edo elunica armatura da cavallo presente in mostrae un massimo dalla raccolta milanese di Koelliker. Unanovantina di pezzi in tutto, tra armature complete, elmi, finiture per spada e altri accessori da samurai,realizzati tra il periodoAzuchi Momoyama (15751603) e il periodoEdo (16031867). Le sale del palazzo

    si animano di guerrieri severi e magnifici,samurai

    di alto rango edaimyo

    (signori feudali) che dalle guerresono stati ben lontani, come testimonia il perfetto stato di conservazione delle circa trenta armature esposte;per lo pi di rappresentanza, visto anche che il periodo esaminato fu allinsegna della pace. Il percorso si

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    chiude con i super robot Goldrake e Gundam che tutto devono al mondo dei samurai, da cui hanno attinto apiene mani anche fumetti e disegni animati.Samurai.Palazzo Reale, piazza del Duomo 12orario: 9.30/19.30, luned 14.30/19.30, gioved 9.30/22.30.Fino al 2 giugno.

    grazie alleredit dellindustriale bresciano Giacinto Ubaldo Lanfranchi se il Poldi ha potuto organizzareuna mostra dedicata ai netsuke. Ci voleva un collezionista che si dedicato pressoch in esclusiva a questeminuscole sculture, concepite originariamente come bottoni per fissare alla fascia del kimono giapponese,privo di tasche, un cordoncino cui agganciare un piccolo contenitore porta oggetti. In legno o in avorio,preziosamente intagliati, i netsuke si affermarono in Giappone nel XVII secolo, ma gi nella seconda metdell800 persero la loro funzione originaria per diventare oggetti di collezionismo. Lanfranchi ne ha messiinsieme moltissimi. Una selezione di quella raccolta ora in mostra nella casa-museo di via Manzoni,insieme a una settantina di pezzi provenienti da altre collezioni private italiane e dal Linden-Museum di

    Stoccarda. Capolavori in miniatura che raffigurano creature fantastiche, divinit, personaggi ispirati allamitologia, alla storia, ai racconti popolari, alla letteratura, oltre ad animali, fiori, piante, frutti o ortaggi. Mace n anche uno rarissimo in cui rappresentata una Piet, a testimoniare la diffusione del Cristianesimo inGiappone tra la met del 500 e il 600. In programma, gioved 5 marzo alle 18, lultima di una serie diconferenze a latere della mostra:Storie fluttuanti. Lantica letteratura giapponese. Interviene IkukoSagiyama, docente di Lingua e letteratura giapponese allUniversit di Firenze.Netsuke: sculture in palmo di mano. La raccolta Lanfranchi e opere da prestigiose collezioniinternazionali.Museo Poldi Pezzoli, via Manzoni 12 - orario: marted-domenica 10/18.Fino al 19 aprile.

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    CINEMA & TV

    Questa rubrica curata da Simone Mancuso

    Gran Torino di Clint Eastwood

    Conferma per uno dei pi grandi registi contemporanei targati Stati Uniti. Clint Eastwood continua asfornare uno dietro laltro, film perfetti da quasi ogni punto di vista. Dopo il capolavoro Mystic River, ilriflessivo e dal doppio significato Million dollar baby, i patriottici opposti punti di vista di Flags of ourfathers prima e di Lettere da Iwo Jima poi, e la delicata fotografia di Changeling, hanno porta toquestuomo, un tempo famoso pi come attore che come regista, ad essere iscritto nella storia del cinemamondiale come il fautore di alcuni dei film pi belli mai scritti e realizzati. Non da meno questo GranTorino, che rispetto agli altri ha una differenza, a parte la sceneggiatura meno intensa e corposa: larecitazione di Eastwood. Finalmente esce una recitazione al di fuori dai suoi schemi, daltronde E. erafamoso per non essere uno dei pi espressivi tra gli attori di Hollywood(famosa la frase di Sergio Leone cheparlando di lui disse:ha solo due espressioni:con e senza il sigaro), invece in questo film, con questopersonaggio riesce a tirar fuori qualcosa di diverso, un personaggio con unanima ben visibile. Forse perch,mi piace pensare cos, il protagonista assomiglia un po a Eastwood uomo, o forse semplicemente un mododi essere americano che il regista comprende e capisce fino in fondo, visto che hanno degli elementi comuni,come let, il patriottismo e il fare i conti con una societ che intorno a noi sta cambiando cos velocementeche inevitabilmente ci trascina, con tutto il nostro background, nel cambiamento. Una nota va ai soggettistiDave Johannson e Nick Schenk, questultimo anche lo sceneggiatore, entrambi al loro primo lavoro adHollywood. Non cos invece, per il direttore della fotografia Tom Stern, da tempo cinematographer delregista. Il film stato candidato al Golden Globe 2009 per la miglior canzone originale, scritta ed interpretatadallo stesso Clint Eastwood.

    The Watchmen di Zack SnyderRiuscita trasposizione nel genere dei supereroi per questo film adrenalinico, firmato dal regista di 300.Meritano un elogio speciale, lapertura e la chiusura del film, compresi i titoli di testa. Inizio, con cui ilregista vuole subito catapultare, con stile, lo spettatore allinterno del fumetto e della sua storia.Sceneggiatura curata in maniera pregevole da David Hayter gi in confidenza con il mondo dei supereroiperch sceneggiatore di Brian Singer per entrambi i capitoli di X-Men.Ovviamente ha partecipato alsoggetto il creatore del fumetto Alan Moore, pratica molto politicamente corretta ed in uso ad Hollywood,iniziata da Frank Miller per Sin City, il quale firm addirittura anche la sceneggiatura e la regia. Lunicoeccesso estetico, se cos si pu definire, da parte del regista, la passione maniacale per gli slow-motion,forse troppi.La direzione della fotografia viene riassegnata a Larry Fong il quale aveva gi fatto intendere la sua tendenza

    verso liper digitale da videogames in 300. Una fotografia il cui lavoro si svolge pi in post -produzionecon i computer che sul set, ma daltronde penso sia esteticamente la pi appropriata per il genere. Tuttoquesto accompagnato dalla scelta di una colonna sonora non solo molto accurata, ma anche moltoazzeccata. Insomma un film sicuramente da vedere al cinema, che consiglio agli appassionati del genere pidi tutti, ma anche a chi non ama particolarmente le trasposizioni fumettistiche, ma che vuole vedere un filmche sicuramente fa pieno sfoggio delle tecniche pi avanzate che sia possibile vedere al cinema oggi.

    The Wrestler di Darren Aronofsky

    Torna sul grande schermo come lottatore, un attore che in fatto di lottare ne sa qualcosa e non solo in senso

    metaforico, visto che Mickey Rourke stato un pugile professionista per tre anni, conosciuto come ElMarielito. Anni in cui la distruzione del suo volto a furia di colpi sul ring, fa da metafora alla distruzione

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    della sua vita e della sua carriera. Ma Mickey si rimette in gioco proprio come il suo personggio, il wrestlerRandy Robinson, fino a giocarsi tutto per il senso della passione per la vita.Uninterpretazione dettata dallemotivit pi diretta possibile, su di una recitazione che in realt ha poco direcitato visto che come se riportasse nel film le sensazioni e le situazioni da lui vissute in questi anni.Uninterpretazione che merita una menzione per le sue particolari caratteristiche, in questo caso, esternate etrasportate su pellicola in maniera sapiente da un ritrovato Mickey Rourke. Anche se non mi sentirei didefinirla travolgente e soprattutto da oscar. Non assolutamente paragonabile, nella corsa allAccademy, conquella di Sean Penn che ha meritato pienamente il premio anche se Rourke era favorito.Anzi, parlando dioscar, forse meritava qualcosa di pi Marisa Tomei che qui ho trovato partecipe di questa ondata collettiva dirinascita, rivestendo un ruolo difficile che nessuno poteva immaginare avrebbe interpretato cos bene. Nelconfronto con la vincitrice delloscar per miglior attrice non protagonista Penelope Cruz, categoria dove laTomei era candidata, secondo me poteva tranquillamente vincerlo lei. Si pu consolare con loscar vinto(pererrore di lettura del premiatore)nel 92 come miglior attrice non protagonista in Mio cugino Vicenzo.Una conferma, invece, quella del regista Aronofsky(Requiem for a dream), poco citato perch oscuratodal rimbombo mediatico per Rourke ma che a mio avviso il vero artefice di questo film ben riuscito. La suaregia molto curata e perfetta nelle scelte estetiche, ti incolla allo schermo rendendoti partecipe della tragediadella vita prima, per iniettarti ladrenalina necessaria poi.

    MUSICA

    La rubrica MUSICA a cura di Paolo Viola

    MUSICA A PASQUA I PROGRAMMI MUSICALI DAPRILE

    Da sempre, ma da qualche anno in qua in modo sempre pi evidente, le feste Pasquali si celebrano anchenelle sale da concerto con musiche doccasione. Questanno non far eccezione, anzi, e nei prossimi quindici

    giorni sembra che non si possa sentire altro che musica sacra. Non me ne lamenterei, visti i capolavorichessa ha prodotto.Dunque non possiamo non cominciare con il grande capolavoro bachiano - la Passione secondo Matteoche lorchestra Verdi, il Coro Sinfonico di Milano e le Voci Bianche della Scala ci ripropongono anchequestanno - il 7, l8 e il 10 di aprile allAuditorium di Largo Mahler - diretti da Ruben Jais ed ErinaGambarini.Sempre in tema di musica sacra da segnalare il Canto Gregoriano ed Ambrosiano della ScholaGregoriana Mediolanensis che, diretta da Giovanni Vianini, accompagner la messa pasquale delle 12 in SanMarco; ma dobbiamo anche ricordare la Via Crucis di Listz luned 6 sera alla chiesa di San Bartolomeo divia Moscova, e La Resurrezione di Hndel eseguita dallensemble La Risonanza il marted 7 alConservatorio per la Societ del Quartetto; sempre marted 7, ma in S. Maria del Carmine, sar eseguita conla direzione di Massimo Palumbo una delle pi belle fra le 26 messe di Haydn, la Theresienmesse, scritta

    nel fatidico 1799.E per finire con le celebrazioni pasquali, le Serate Musicali ci propongono ancora marted 7 nella chiesa diSan Bartolomeo di via Moscova, un magnifico concerto del Mnchener Bach Chor interamente dedicato aMottetti e Cantate di Bach.Cambiando argomento, imperdibile il ritorno del Viaggio a Reims rossiniano alla Scala, la cui prima sarmarted 7 e che replicher altre 10 volte, a partire dal 14 aprile fino al 10 maggio; il famosissimo Viaggiocostruito anni fa sulle scene di Gae Aulenti per la regia di Luca Ronconi, allora diretto da Claudio Abbado,questa volta da Ottavio Dantone.Altrettanto imperdibile sarebbero, per chi avesse voglia di inseguire la buona musica fino a Berlino, sia ilLohengrin wagneriano alla Staatsoper (il 4, l8 e il 12 aprile per la regia di Stefan Herheim) che i dueRequiem, quello tedesco di Brahms e la Messa da Requiem di Verdi (rispettivamente il 7 e il 10 ma allaPhilarmonie); la cosa straordinaria che tutte le cinque serate notate bene, una dopo laltra, il 4, il 7, l8, il10 e il 12, due concerti con programmi assai diversi fra loro e tre recite dopera, vedranno sul podio DanielBarenboim! (Complimenti. Come non ricordare lAbbado delle nove sinfonie e cinque concerti

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    beethoveniani in una sola settimana, prima a Vienna e poi replicati a Roma, in condizioni di salute a dir pocodrammatiche...?)Finite le settimane di Pasqua anche a Milano potremo riprendere a sentire musica profana, e fin dorasegnaliamo due eventi particolari.Innanzitutto il ritorno sul podio della Verdi di Wayne Marshall (ne parlammo in occasione di un suoRequiem verdiano, in febbraio, sempre in largo Mahler) questa volta con un programma tutto russo:louverture de Il Principe Igor e la seconda sinfonia di Borodin e il fantastico concerto di aikovskijeseguito dalla giovanissima violinista moldava Patricia Kopatchinskaja (che ama suonare a piedi nudi!).E poi un bel programma di musiche di Mendessohn (laFingals cave e la quarta sinfonia Italiana opera90) e di Schumann (concerto per violoncello e orchestra) dirette da Giancarlo De Lorenzo ed eseguite daUmberto Clerici al violoncello, sabato 18 aprile al teatro Dal Verme per i Pomeriggi Musicali.

    TEATRO

    Questa rubrica curata da Maria Laura BianchiGiusto la fine del mondoDebutta domani, al Piccolo Teatro Studio, il nuovo spettacolo di Ronconi, Giusto la fine del mondo diJean-Luc. il secondo spettacolo prodotto dal Piccolo per il Progetto Lagarce diretto dallo stesso Ronconi,dopo I pretendenti, con la regia di Carmelo Rifici. Jean-Luc Lagarce, morto di Aids nel 1995 a 38 anni, oggi lautore pi rappresentato nelle sale francesi dopo Molire e ShakespeareLagarce concep lidea diGiusto alla fine del mondo prima di sapere di essere sieropositivo. Poi la sua storia personale si incrocicon quella della finzione drammaturgia. Ronconi mette in risalto la bellezza di un testo scritto quasi fosse unpezzo musicale, in un linguaggio pieno di esitazioni, di sorprese, di sottointesi. Lo spettacolo racconta conestrema delicatezza e discrezione la storia di Louis, che torna a trovare la sua famiglia dopo una lungaassenza, interrotta di tanto in tanto da brevi messaggi scritti su cartoline illustrate. Torna perch sa che di l a

    poco morir. Cerca di parlare con la madre, con il fratello, con la sorella, con la cognata che non aveva maiconosciuto. Vuole congedarsi da loro. Ma il tentativo fallisce: Louis se ne va per sempre, senza essereriuscito a dire nulla.Fino al 9 aprilePiccolo Teatro Studio, via Rivoli 6Orario: marted e sabato ore 19.30; mercoled, gioved e venerd, ore 20.30; domenica ore 16Info e prenotazioni: 848.800.304

    Sior Todero brontolonLo spettacolo, importante coproduzione della Compagnia del Teatro Carcano, Teatro Fondamenta Nuove eTeatro Stabile del Veneto, ha debuttato in prima nazionale il 28 luglio 2007 al Teatro Goldoni di Venezia

    nellambito delle celebrazioni per i trecento anni dalla nascita di Carlo Goldoni riscuotendo un calorososuccesso di critica e di pubblico. La storia nota: il vecchio Todero, insensibile e avaro, promette in sposa lanipote Zanetta a Nicoletto, figlio del proprio agente Desiderio, per evitare di disperdere la dote al di fuoridelle mura domestiche. Tale progetto non gradito alla nuora Marcolina, che invece predispone unmatrimonio di prestigio, ma non pu contare sullalleanza del marito Pellegrin, uomo privo di qualit - e dicarattere. Con laiuto di un paio di colpi di scena, la vicenda ha la fine sperata, anche se, come GiulioBorsetti, che interpreta il dispotico protagonista, la storia rimane in realt aperta e il lieto fine momentaneo:la tirchieria, la diffidenza di Todero verso gli altri si proiettano pi che mai sul futuro prossimo, e tuttolascia presagire che ben presto altri motivi di litigio sorgeranno a turbare la casa.Il carattere di Todero, dipinto dallo stesso Goldoni come luomo che brontola sempre; cio che trovaa dire su tutto, che non mai contento di niente, che tratta con asprezza, che parla con arroganza e sifa odiare da tutti uno dei pi odiosi della produzione goldoniana; tuttavia, linterpretazione che ned Giulio Bosetti si scosta da una recitazione di maniera privilegiando lapprofondimento dei latiuniversali del personaggio, che ce lo fanno sentire, a trecento anni di distanza, ancorasorprendentemente vero. Accanto a Bosetti una compagnia di eccellente livello in cui spiccano i nomi

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    di Marina Bonfigli e Nora Fuser. La regia di Giuseppe Emiliani offre una lettura impeccabile del testogoldoniano, ricca di sottolineature psicologiche, annotazioni sociologiche, ritmo, sarcasmo.Fino al 9 aprile

    Teatro Carcano, corso di Porta Romana 65Orario: 20.30 (domenica alle 15.30)Info e prenotazioni: 02.55.18.13.77

    To be or not to beUn titolo molto indovinato, per una pice checome sottolinea Antonio Calenda, che ne cura la regia offreuna bella e struggente elegia del mondo dello spettacolo, un leggero e dolce apologo su quanto nella vita sianecessaria la poesia. To be or not to be la commedia che Maria Letizia Compatangelo ha elaborato sullabase del soggetto originale dellautore ungherese Melchior Lengyel, divenuto nel 1942 un film di successodel grande Ernst Lubitsch (Vogliamo Vivere, il titolo della versione italiana), ripreso quarantanni dopo daun altro genio della comicit, Mel Brooks. Antonio Calenda ha selezionato artisti di alta qualit per la nuovamessinscena: i ruoli principali sono infatti sostenuti da due attori molto amati: lottimo Giuseppe Pambieriche interpreta in modo brillante lesuberanza e le fragilit artistiche di Ian Tura e laffascinante Daniela

    Mazzucato che presta duttilit e talento a Maria Tura e la sua splendida voce alle canzoni dello spettacolo,firmate dal compositore e premio Oscar Nicola Piovani. Ian e Maria sono i capocomici di una compagniateatrale di Varsavia, intenti a provare uno testo neanche troppo velatamente antinazista. il 1939 e gli eventiprecipitano: Varsavia asservita a Hitler e la censura impedisce la messinscena. Gli attori ripiegano suAmleto, ruolo che il pallino di Ian ma che diventa presto il suo incubo: durante il lungo monologo di Tobe or not to be infatti Maria si fa raggiungere in camerino da uno spasimante Proprio grazie a lui, giovaneufficiale dellaeronautica, il mondo evanescente degli attori diviene fondamentale per giocare una serie di tiricontro gli oppressori ed eliminare un importante capo nazista. Commedia piena dironia e garbo, di battuteirresistibili e intuizioni intelligenti che si susseguono a ritmo vorticoso, To be or not to be gioca con ilcontinuo riflettersi della realt della vita nella finzione del teatro e scrive, in termini leggeri e surreali, unadura satira contro il nazismo.Fino al 3 maggio

    Teatro Manzoni, via Manzoni 42Orario: 20.45 (domenica alle 15.30)Info e prenotazioni: 02.27.63.69.01

    Glengarry Glen RossIl Teatro Filodrammatici ospita in prima assoluta a Milano Glengarry Glen Ross di David Mamet con laregia di Michele di Mauro. Servendosi della traduzione di Luca Barbareschi, la Compagnia "O Zoo N" hadato corpo al suggestivo progetto che vede coinvolto un cast di attori torinesi, guidati da Michele Di Mauro,per la realizzazione di un copione che valso al suo autore nel 1984 il Premio Pulitzer, per poi rivivere nel1992 sul grande schermo in una celebre versione interpretata tra gli altri da Jack Lemmon, Kevin Spacey, AlPacino ed Ed Harris: il dramma spiega la Compagnia racconta il fallimento del sogno americano,descrivendo due giorni della vita di un gruppo di agenti immobiliari che per evitare il licenziamento sono

    pronti a commettere ogni genere di immoralit e illegalit per poter vendere lotti di terreno di scarso valore acompratori poco interessati: la rappresentazione di una lenta ma inesorabile agonia, quella dellamericandream, mette in moto un perverso meccanismo dove trova spazio una galleria di riprovevoli comportamentiumani e professionali con il gruppo di protagonisti disposti a tutto pur di non perdere il lavoro. Gli aspetti piabietti di un essere umano, fosse anche un professionista fino a quel momento affermato e apprezzato, che sitrova allimprovviso di fronte a un importante bivio, emergeranno in tutta la loro crudezza e crudelt,confermando ancora una volta come, talvolta, lambizione, la sete di successo e di potere, il desiderio diricchezza possano far perdere del tutto la ragione ed il senso della misura, degenerando in comportamentideteriori per unintera comunit oltrech ovviamente per il destino del singolo individuo. Una vicendaestrema e paradossale, grazie alla quale David Mamet, nato in America da genitori ebrei di origine russa, siconferma essere spietato analista dellamerican way of life.Fino al 5 aprileTeatro Filodrammatici, via Filodrammatici 1Orario: 21 (domenica alle 16)Info e prenotazioni: 02.36.59.56.71

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    Viaggiatori di pianuraTre storie dacquaCon Viaggiatori di pianura. Tre storie dacqua Natalino Balasso torna a lavorare con Gabriele Vacis dopoil felice esito di Liber Nos, dialogo tragicomico ispirato al romanzo di Luigi Meneghello. In questo nuovo progetto, debuttato nellaprile del 2008, i due artisti hanno collaborato a partire dalla drammaturgia,firmando a quattro mani un testo originale, portato in scena con ritmo incalzante. Nel vagone di un treno adalta velocit, in corsa attraverso una pianura che si muove a bassa velocit, sincontrano casualmente alcuniviaggiatori. Loro non lo sanno, ma hanno qualcosa in comune: sono in qualche modo dei reduci.Cominceranno a raccontarsi le proprie storie e scopriranno di essere tutti scampati allacqua. Lacqua delPolesine, lacqua di New Orleans, lacqua dello Tsunami, lacqua dei mille posti inondati, pi o menoconosciuti. Laura Curino usa la cadenza lenta di chi nato nella Pianura Padana per manifestare lo stupore diRegina, ragazza polesana sposatasi il 18 novembre 1951, proprio il giorno in cui il Po ruppe gli indugi e gliargini allagando ogni cosa. Natalino Balasso invece Ce-dric Lafontaine, veneto di terza generazione escatenato chitarrista in un complesso blues di New Orleans. Luragano Katrina lo sorprende durante unconcerto e a salvarlo sono le doti di galleggiamento del contrabbasso a cui lui e il collega strumentista siaggrappano. Cristian Burruano lanimatore di un villaggio turistico di Pi Pi Island, nellOceano indiano.Anche lui, per sposarsi, ha scelto la data sbagliata, il giorno di Natale 2004, la vigilia dello spaventoso

    Tsunami che ha sconvolto quella parte del mondo. Vicende terribili dalle quali chi riuscito a sopravvivereha ricavato una nuova consapevolezza dellumana precariet e ha trovato la forza di continuare a vivere, nelricordo di chi lacqua si portato via. Come nei racconti dei pescatori tutto sembra prendere il tono di unasfida a chi lha scampata meglio, a chi ha avuto lavventura peggiore. Ma alla fine si potrebbe scoprire chequalcuno non la conta giusta. Chi ? E perch sta vivendo la vita di un altro?Fino al 9 aprileTeatro dellElfo, via Ciro Menotti 11Orario: 20.45 (domenica alle 16)Info e prenotazioni: 02.17.67.91