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    EditorialeMILANO. UN AUTUNNO DIFFICILE

    L.B.G

    Lautunno milanese sar un autunnodifficile, niente reale ripresa se non

    quella degli annunci rassicuranti noncerto qualcosa di percepibile, anzi.Loccupazione andr sempre peggio ebaster camminare per la citt percontare quante saracinesche non sisono alzate dopo le ferie estive. Mi-lano avr sempre di pi limpressionedi essere una remota provinciadellimpero, nemmeno lExpo sar unevento con una forte impronta mila-nese ma il risultato di decisioni e me-diazioni che avverranno altrove: Mi-lano subir lExpo correndo il rischiodi esserne vittima e non il principalebeneficiario.

    Si capir una volta per tutte chelanelito autonomista/federale dellaLega si trasformato solo in tattica,la tattica di avvicinamento al poteredi un leader e dei suoi affini - cheha saputo cavalcare e cullare il peg-gio dellanimo umano: la grettezza.Dietro la politica di Bossi ci sono ungrande cinismo, un giudizio impieto-so sulluomo, un giudizio che allafine diventato il collante della poli-tica di alleanza con Berlusconi: sigoverna tenendo per la cavezza degli

    istinti peggiori e della paura. Una re-alt umiliante per Milano, quella cheuna volta era la capitale morale: lastagione della Milano da bere non stata la peggiore ma solo quella del

    non ritorno. Il mese di agosto ci haregalato le esternazioni di una Giunta

    che confonde il governo della cittcon leffimero delle apparenze e degliannunci: il verde chiesto da Abbadodiventato la follia dei vasi di Via Vit-tor Pisani, il tunnel sotto la citt, laruota al Parco Sempione, la linea 4della MM rimasta senza finanziamen-ti, la chiusura delle Scuole Civiche, ilbalbettamento sulle piscine comunalichiuse nel momento del maggior cal-do, il programma di riassetto di diecipiazze che nasconde la difficolt ditrovare in bilancio i soldi per lin-dispensabile manutenzione facendopassare tutto per investimento in ca-pitale, i proclami contro lalcool aiminorenni, la richiesta di maggiorseverit niente patteggiamento per gli spacciatori.

    Una lunga lista, incompleta questa, dimaldestri tentativi di rincorsa eletto-rale tra i partiti di governo e la ricercadi nuove alleanze ed equilibri: il tuttosulla pelle della citt. Perch ci dob-biamo dimenticare dei parcheggi sot-terranei, di quello di Piazza XXV a-prile, di quello delle Darsena e deglialtri che spalancano i loro scavi infi-

    niti?

    Quanto deve durare ancora la trage-dia milanese? Certo fino alle prossi-me elezioni comunali del 2011 a me-

    no che il sindaco Letizia Moratti, conun sussulto di dignit, non dia le di-

    missioni prima, stufa delloltraggio diuna maggioranza che la tiene costan-temente sulla corda e che paralizzagli assessore che le sono pi vicini.Andandosene ora questo gesto po-trebbe riscattare un triennio fattomolto pi di ombre che di luci. Sardunque un autunno di sofferenza perMilano ma il peggio lo vedremoallavvicinarsi di Natale. Cosa ci pre-para questa Giunta dopo averci am-mannito un agosto da strapaese? Del-le luminarie firmate da qualche archi-tetto di grido? Un albero della cucca-gna in piazza del Duomo? Cosa in-venteranno per la fiera degli Oh bej,Oh bej! ? Come sar il men delpranzo di gala per la prima di San-tAmbrogio? Di questo si occuperan-no come se nulla fosse, come se ilNatale del 2009 non rischiasse di es-sere uno dei pi tristi del dopo guerra.Poco possiamo anche aspettarcidallopposizione, impegnata nella

    solita ricerca didentit e preoccupatasolo di come spartirsi i posti in vistadelle candidature alle elezioni regio-nali. E ormai un film, una sorta di"The Rocky Horror Picture Show"

    della politica: come appassionati an-che questo lo rivediamo da 25 anni,ne conosciamo a memoria le battute egli attori, ci porteremo i nostri figli,meglio che niente ma non il futuro.

    DallArcipelagoZERO TOLERANCE PERCHI CACCIA BALLE

    Franco DAlfonso

    Non possibile pi tollerare la sfilatadi facce di bronzo che seminano ballesesquipedali per stupire e far passarein secondo piano una realt non cosbrillante.

    Al presidente Formigoni che entusia-sta presenta il Pirellone Due come ilprimo palazzo pubblico costruitodopo la Villa Reale di Monza, oc-

    corre chiedere subito se sul serio pen-sa che sia stata cosa furba impiegaremilioni di euro pubblici in volumetriacommerciale, in una citt dove i metri

    cubi di vani uffici vuoti si contano,appunto, a milioni.E magari spiegareallemulo di Maria Teresa che a

    duecento metri dal palazzo (pubblico)costruito dal Comune di Milano neglianni novecentosessanta

    Alla ministra Gelmini che ci rifilalennesima tirata sul ritorno alla scuo-la seria svilita dallignoranza ses-santottina sar ora di ricordare che andata a sostenere pochi anni fa gli

    esami di procuratore legale nella Ca-tanzaro dei tutti promossi mentre unsessantottino doc come Mario Ca- panna allEuroparlamento ha tenuto

    un discorso di due ore e dieci minutidai contenuti politici certamente di-scutibili ma in perfetta lingua latina.

    Al difensore della fede e delle radicicristiane Calderoli invece non sar

    inutile rinfacciare le foto del suo ma-trimonio celtico, con tanto di druidoimpersonato dal ministro Castelli pre-sente. E gi che siamo sullargomento

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    ricordare a Bossi & Co. che le famoseinvitte trib del Nord non hannotoccato palla dai tempi di Brenno nsui campi di battaglia n su quellidella costruzione civica e culturale,avendo lasciato come unico segnale

    gli omini oggettivamente un po data-ti delle caverne camune .

    Quanto alle sciocchezze provenientida Palazzo Marino si rischia di nonriuscire a starvi dietro: la favola delNuovo Rinascimento stenta ad af-fermarsi, ma che dire della necessit

    di case per 700 mila milanesi che de-vono rientrare nel pomerio di Mila-no nei prossimi cinque anni, ideadellineffabile assessore Masseroli, ilnuovo Mos dei milanesi a 10 mila

    euro al mq? Perch non ricordargli unpo ruvidamente che un esodo di que-ste proporzioni (il 60% della popola-zione attuale !!) non avvenutonemmeno dopo la ricostruzione diDresda o le inondazioni di Calcutta ?

    Sorvolando, senza ironia, su Malpen-sa e Alitalia, dove mettere in fila lefalsit propinate dai difensori dellacompagnia di bandiera e dai capitanicoraggiosi ancora troppo, si plananellavanspettacolo della corte go-

    vernativa, senza per divertirsi mini-mamente. Tra il direttore di Avvenireche fa la morale sui costumi sessualicon alle spalle una condanna per mo-lestie e gli amici del premier che tro-vano un fidanzato alla vergine Bo-emi direttamente dal cast di Maria DeFilippi, essendo in entrambi i casismascherati nel giro di pochi minu-ti, ci si aspetterebbe almeno un ma

    mi faccia il piacere ! collettivo: in-vece parte un turbinio di solidarietverso comici e capocomici qualificaticome illustrissimi etc., ennesima efarsesca riproposizione di Vizi pri-vati e pubbliche virt.

    Per finire (finire?) allora cerchiamodi urlare, con la voce che resta, ognivolta che il Presidente del Consiglio oTremonti dicono che tutto va bene, la

    crisi finita e lItalia se la passa me-glio degli altri, che larretramento sulPil 2008 in percentuale per lItalia il

    peggiore di tutta lUe ed il doppiodi quello di Francia e Germania. Per-ch queste balle sono molto, molto

    gravi e preoccupanti e quasi nessunoha le carte in regola per contestarle,men che meno la grande stampa na-zionale controllata dai torinesi, impe-gnati come sono a tutelare la figuradellAvvocato dalle crisi isteriche

    della non abbastanza diletta figliola e,soprattutto, il paio di miliardini dieuro esentasse messi da parte per itempi duri mentre si mettevano alloro posto i partiti politici con Tan-gentopoli.

    E arrivato il tempo della Zero tole-rance anche per i ragionevoli e il

    vostro Giano Bifronte pensa che siavenuto il tempo di aprire le porte delsuo tempio, inequivocabile segnaleche il popolo (romano, ma adattiamo-ci ) in armi e vuole verit e giu-stizia

    ApprofondimentiQUANTO COSTA LA CAMPAGNA ELETTORALE REGIONALE. CHI CI GUADAGNA E CHI CI

    PERDEWalter Marossi

    Tra pochi mesi voteremo per le ele-zioni regionali, mentre il centrodestrada il via al solito rituale di trattative

    interne tese a ridurre il governatorelombardo ad un semplice esecutoredelle volont bosso berlusconiane, ilcentro sinistra con curiosa strategianon ha ancora deciso come scegliereil candidato, scelta che presumibil-mente far come al solito troppo tar-di. Poich per gi molti si esercitanoa tracciare lidentikit del candidato,

    facciamo una cosa diversa: parliamodei costi della campagna elettorale.Tema non nobile, scarsamente fre-

    quentato dagli strateghi, ma di nonpiccola rilevanza, se si vuole parteci-pare con qualche speranza alla com-petizione. Il titolo di questo articolo

    un po criptico ma se avrete la co-stanza di leggerlo tutto ne scoprireteche le ragioni.

    PREMESSA

    La legge 43 del 23 2 1995 disciplinanel dettaglio la campagna elettoraleregionale sia dettando norme appositesia rinviando alla disciplina dellecampagne elettorali per Camera eSenato. In pratica per quanto riguardai costi vengono fissati dei limiti dispesa di campagna elettorale perquanto riguarda i singoli candidati eper le liste. Il controllo, obbligatorio

    si limita alla verifica della documen-tazione prodotta dai soggetti obbliga-ti. Le sanzioni previste per le viola-

    zioni commesse dalle liste sono am-ministrative, graduate secondo uncriterio di gravit; le sanzioni com-

    messe da un partito/lista che abbiadiritto al contributo dello stato ven-gono recuperate attraverso una decur-tazione del contributo. La sanzione(della sospensione dei contributi) dicompetenza dei Presidenti delle Ca-mere.Il controllo si applica esclusi-vamente sulle spese di campagna e-lettorale svoltesi nei termini di aper-tura formale della stessa, gli ultimi 30giorni, tutte le spese sostenute prece-dentemente sono libere da control-

    li.

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    I RIMBORSI ELETTORALI

    Questo per quanto le spese, perquanto riguarda i rimborsi occorre

    fare sommariamente un po di storia:

    1. Nel 1993 un referendumpopolare aveva abolito ilfinanziamento pubblico aipartiti. Nel 1999 viene isti-tuito il rimborso delle speseelettorali . Nel 2002 il rim-borso viene fissato in 1 eu-ro per voto, per le elezionieuropee, del senato, dellacamera, regionali. Il rim-borso viene erogato an-nualmente e non una tan-tum. Il rimborso non rela-zionato con i voti effetti-vamente espressi ma congli aventi diritto. Nel 2006si decide che il rimborsoviene erogato anche nel

    caso di scioglimento dellecamere , cio a dire che

    nel caso di scioglimento an-ticipato delle camere unpartito parlamentarmente

    scomparso continua a per-cepire il rimborso per tuttala durata teorica della legi-slatura .

    2. lordine di grandezza deirimborsi elettorali per le e-lezioni politiche dello scor-so anno al netto dei contri-buti che i partiti/liste perce-piranno per la legislaturaprecedente interrotta, dicirca 407 milioni di euronellarco dei 5 anni. I rim-borsi del 2006 per Camerae senato, verranno percepitifino al 2011, in questo casoper i danari andranno allevecchie sigle, che quindi sisuppone almeno formal-mente continuano ad esiste-re ed ad avere un propriobilancio. La somma com-plessiva che finanzia i par-titi presto fatta grossomo-do, 1 euro a elettore per 4

    elezioni (camera, senato,

    europee, regionali) fa unassegno da oltre 200 milio-ni anno per 5 anni.

    3. Bush e Kerry hanno rac-

    colto, tra primarie e presi-denziali, rispettivamente345 e 310 milioni di dollari,entrambi i candidati, nel2004, hanno fatto ricorsonella fase delle presidenzia-li al finanziamento pubbli-co. McCain ha speso 345milioni con 85 di contributifederali, Obamha 735 mi-lioni senza contributi fede-rali perch aveva scelto di

    superare i limiti di spesaavendo raccolto da contri-buti individuali 656 milio-ni. Insomma il sistema poli-tico elettorale italiano costaquasi quanto quello statuni-tense.

    4. Non previsto alcun rap-porto tra la rendicontazionedelle spese sostenute e irimborsi elettorali: quindivi sono partiti che hannoinvestito somme trascurabi-

    li e che in virt di circo-stanze favorevoli godono disignificativi rimborso. Unesempio: Il Movimento po-litico LISTA CONSUMA-TORI ha partecipato alleelezioni del 2006 per ilrinnovo delle Camere inalcune circoscrizioni. Sullabase dei risultati elettoraliconseguiti dal movimento stato assegnato il contributo

    dello Stato di euro113.676,43 per le elezionidel Senato della Repubblicada corrispondere annual-mente dal 2006 al 2010. Illegale rappresentante ha di-chiarato di non aver soste-nuto spese e di non aver ri-cevuto nessun finanziamen-to.

    5. La legge per le elezioni po-litiche fissa dei limiti dispesa per i singoli e le liste,

    la legge per le elezioni re-gionali segue questo stessoschema. Curiosamente nonsono invece previsti limiti

    di spesa e neppure rimborsiper le elezioni comunali.

    QUANTO COSTA UNA CAMPA-GNA PER LE ELEZIONI REGIO-NALI?

    Ognuno pu fare le proprie ipotesima la reale contendibilit, i meccani-smi interni alle liste, le preferenze, il peso politico e lautonomia reale dei

    candidati rendono questo eserciziotroppo complesso per un articolo;personalmente ho le mie idee matura-te nel corso degli anni, risalendo laprima campagna elettorale regionalenella quale ho avuto responsabilitoperative al 1980, ma proprio perquesto so che non esistono molti daticerti sui quali si possa lavorare com-parando le diverse campagne. Gliunici sono appunto le dichiarazioni aicollegi di controllo competenti checome detto, prendono in considera-zione gli ultimi 30 giorni. Limite

    questo significativo perch la pre-campagna pu costare pi della cam-pagna vera e propria.

    Tralasciando le spese dei singolicandidati, che pure sono curiose e dicui magari parleremo un'altra volta,passiamo direttamente alle liste.

    Il limite di spesa per una lista presen-te a tutti i livelli su tutto il territoriolombardo nel 2005 era di 7638813euro. Il limite di spesa per i candidati

    era di 52000 euro pi 0,01 per citta-dino residente nella circoscrizione.

    larticolazione delle spese previstaparzialmente per legge: le spese rela-tive alle sedi elettorali, viaggi, sog-giorni, telefoniche, postali sono cal-colate in misura del 30%dellammontare complessivo delle

    spese ammissibili e documentate (civuol dire che anche le spese di affittoad esempio sostenute preventiva-mente ovvero correlate alla normale

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    attivit politica, a prescindere dallaricorrenza o meno, della campagnaelettoralevengono computate forfet-tariamente), e che la corte ha decisoche: debbano essere compresi gli

    sconti e le prestazioni gratuite, il cuiimporto deve essere necessariamentecomputato ai fini della verifica delrispetto del limite massimo consenti-to.

    SPESE SOSTENUTE DALLE LI-STE E DOCUMENTATE

    Sulla base delle dichiarazioni allacorte dei conti e le spese sostenutedai partiti /liste per le elezioni regio-nali lombarde sono state le seguenti,:

    AN 1364269 rimborso annuo dellostato 688975 (pari a un totale nei 5anni di circa 3444875)

    Lista Mussolini 35 918 nessun rim-borso

    Comunisti italiani 63250 (per questalista la corte dei conti ha inviato alpresidente della camera una nota per-ch non era arrivata alcuna docu-mentazione violando nella forma pigrave la legge: in pratica si sono di-menticati di inviare 4 cartuscelle, chepresumo prima o poi avranno invia-to)rimborso annuo di 188955

    Federazione dei verdi 3150,16 perla Federazione nazionale dei verdidichiara spese sostenute per la Lom-bardia di 487362 euro, rimborso an-nuo di 231598

    Forza Italia spese per 4871180 rim-borso annuo 2057405

    Lega Nord spese per 720622 euro,rimborso annuo 1254120

    Lega Padana lombarda la corte haritenuto irregolare il conto presentatopari a 15000 euro.

    Nuovo Psi spese per 77919 euro nes-sun rimborso

    Italia dei valori spese per 36008 eu-ro rimborso annuo 111080

    Partito pensionati spese per 221080

    rimborso annuo di 208849

    Rifondazione comunista spese per98433 rimborso annuo 449783

    Udc 710040 euro di spesa per unrimborso di 301589 annui

    Uniti nellulivo 1034242 di spesa,rimborso dello stato di 2146433 an-nui.

    Caso limite quello del-

    la lista dei liberaldemocra-tici che ottenenne lo 0,26%dei voti (13936), che perdichiarazione dello stessocandidato alla presidenza:non ha usufruito di alcun

    contributo ne ha sostenutoalcuna spesa. Fantastico!

    non hanno fatto nemmenouna telefonata, ne speditouna lettera ,ne preso untram ne goduto di presta-

    zioni gratuite che andrebbe-ro documentate.

    Vi sono poi le spese dei candidatipresidenti o per meglio dire della listadel presidente, che non hanno dirittoal rimborso delle spese dello stato eche sono state per

    Sarfatti o meglio LUnione Lom-bardia di 1238681

    Per Formigoni o meglio la lista perla Lombardia, la corte dei conti haformalizzato la contestazione per lamancata presentazione del consunti-vo. Dopo immaginiamo affannosericerche la lista ha per replicato chele spese erano rendicontate nel con-suntivo dellassociazione la casa

    delle libert presentato dallon

    Scaiola pari a 101,40 (leggasi cen-touno, non errore di battitura) di cui78 debiti verso fornitori con un disa-vanzo di 23,40 euro (leggasi ventitre-

    euro e quaranta centesimi) ripianato

    attraverso i contributi elettorali pre-cedentemente percepiti.

    Gianmario Invernizzi ha speso

    36000 euro

    Da queste rendicontazioni emergeche:

    Il meccanismo delledichiarazioni e dei controlli diciamo cos abbastanzadiscutibile e spesso i collegidi controllo delle diverseelezioni hanno espresse i-

    dee diverse tra loro Le varie inadempien-

    ze nella rendicontazionedelle spese e le incongruitsono spesso frutto del dilet-tantismo con cui viene af-frontata la parte ammini-strativa-contabile dellecampagne elettorali e nonfanno grande differenza tracs e cd. Nonostante la cor-te affermi che il Collegio,

    nell'espletamento della suaattivit, pu riscontrare ir-regolarit fiscali specifiche,quali: la mancata applica-zione della ritenuta di ac-conto IRPEF; lomessa fat-turazione; lomessa appli-cazione dell'imposta di bol-lo; tenuto, ad attivare leprescritte comunicazioni aicompetenti Uffici finanziarie, se del caso, anche al giu-dice penale non si ha noti-

    zia di nulla di tutto ci. Queste dichiarazioni

    tuttavia danno un ordine digrandezza realistico dellacampagna regionale. Se in-fatti negli ultimi 30 giorni ilcentro destra dichiara diaver speso circa 7 milionidi euro senza considerare lespese dei candidati e lacampagna nazionale pos-siamo pensare che il costo

    complessivo delle elezioni

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    regionali in Lombardia siadi (fate voi).

    Il fund raising oggettodi discussione accanita nei

    partiti solo quando riguardale elezioni americane. Nellapratica infatti sconosciu-to. Solo Forza italia e Sar-fatti hanno fatto nelle scor-se regionali del fund raisingelettorale significativo a li-vello regionale, tutti gli al-tri contano principalmentesul finanziamento pubblicogestito nazionalmente

    Nessuna lista che abbia

    avuto eletti ha speso pi diquanto abbia incassato co-me rimborso. La sinistra la parte politica in cui si re-gistrano i differenziali pialti tra spese e incassi. Ov-viamente questo si spiegaanche con i diversi modelliorganizzativi dei partiti edil diverso approccio chehanno alle campagne elet-torali, poich tuttavia i ri-sultati elettorali sono quelliche sono, una qualche ri-flessione sui propri modellila sinistra dovrebbe avviar-la.

    Chi spende di pi tra ipartiti in relazione ai votiottenuti Forza Italia circa4,2 euro per voto. Un votoudc prevede un investimen-to di 4 euro;Verdi (nazio-nale) 3,8;AN 3,6;NuovoPSI 2,2;Partito pensionati

    1,91; lega 1;Unitinellulivo 0,90 Comunistiitaliani 0,60; idv di0,59;Rifondazione 0,40.Occorre comunque consi-derare che proquota allespese dei partiti del centrosinistra potrebbe essere ag-giunta la spesa della listadel presidente, Sarfatti in-fatti ha speso circa 0,54 eu-

    ro a voto, Formigoni0,000036.

    Grosso modo lattuale

    pdl a fronte id una spesa di

    6,235 milioni di euro ottie-ne rimborsi per 13,600,lattuale pd a fronte di spe-se per 1 milioni di euro ot-tiene rimborsi per circa 10milioni di euro (cifra nonprecisa perch nella coali-zione partecipavano anche isocialisti di Boselli con ac-cordi particolari).E indi-mostrabile ma chiss se ladifferenza in voti in Lom-

    bardia non corrisponde inparte anche alla differenzadi investimento. Se ben ri-cordo nelle elezioni comu-nali Ferrante spese un ven-tesimo della Moratti e perseper .. voti. .

    Formigoni alla fame(spende per la campagnaelettorale meno che per unpranzo per due in trattori-a)ed un genio del marke-

    ting politico visto quelloche riesce a fare con 101euro di spesa. In realt ladichiarazione delle spesedella lista Formigoni (ma

    anche di comunisti italiani,verdi e via dicendo) evi-denzia lincongruit di un

    meccanismo di controlloche non riesce a fare chia-rezza tra spese sostenutedai partiti locali, dalle liste,

    dai partiti nazionali etc, trafigure giuridiche diverse econfuse.

    Le sanzioni sono spes-so teoriche. Basti pensareche per la Corte dei Contilunico interlocutore for-malmente responsabile, perliste che non siano espres-sione univoca di un partito, il presentatore della listache 9 volte su 10 non sa ne

    cosa rischia ne di cosa siparla. Per le liste di partito:legittimato passivo al pro-cedimento perlapplicazione delle sanzio-ni chi rappresenta la for-mazione politica al momen-to della commissionedellillecito. Se il rappre-sentante si dimette o laformazione politica si scio-glie dopo lo svolgimentodelle elezioni, il fatto nonesonera il rappresentantepro tempore dalle respon-sabilit .

    Particolare curioso ditutto questo meccanismo che in un imperante climadi federalismo, pressochnessuno di questi rimborsiresta poi in Lombardia. iquattrini finiscono ai teso-rieri nazionali. Questospiega forse perch alcunipartiti invece che spendereper la campagna elettorale,capitalizzano: I soldi vannoa pagare le campagne delleregioni pi contendibili.Forse per questo, lo statutoLombardo del PD impegnail segretario a presentare unsimbolo che non consentaalla direzione nazionale dimettere le mani sul tesoret-to. Se c fosse vero nonsappiamo quanto coster lacampagna del PD nel mar-zo prossimo, ma sappiamosulla base dei rimborsi pre-

    sumibili quanto potrebbespendere.

    Molte altre cose vi sarebbero da dire,a cominciare da come si spendono idanari in campagna elettorale, dallespese dei candidati, dal ruolo deicandidati minori, delle liste minori,delle gerarchie che le elezioni ridefi-niscono, del costo delle preferen-ze,etc. quindi alla prossima.

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    EconomiaEL LADRILLO! EL LADRILLO!1 (NON) FARE COME LA SPAGNA

    Mario De Gaspari

    Per qualche anno abbiamo invidiatola Spagna, fino a farne il nostro mo-dello ideale di riferimento: capacitdi utilizzare le risorse comunitarie,attrattivit turistica, crescita delle in-frastrutture, sviluppo immobiliareimpetuoso, erano gli aspetti che pi cicolpivano nel paese che in poco tem- po passato dallessere il sud delprimo mondo alla competizione eco-

    nomica con le nazioni pi fortidellEuropa. Ora fatichiamo a interio-rizzare, pur conoscendoli, i difetti e letare di quel modello: il luccichio disuccessi troppo recenti ci abbagliaancora e non rivela del tutto le diffi-colt del presente.Negli ultimi anni, leconomia spa-gnola cresciuta pi della media eu-ropea per tre fattori: trasferimenti dirisorse dallUnione Europea, immi-grazione e boom delle costruzioni.2Per quanto concerne i trasferimenticomunitari, per il periodo 2007-2013,la Spagna il paese pi penalizzato,divenendo paese finanziatore e ce-dendo la propria posizione di privile-gio.Anche per quanto riguardalimmigrazione in futuro il paese nonpotr pi contare sullaiuto che que-sta ha fornito alla crescita del consu-mo e della produzione globale.Ma soffermiamoci sul boom del sec-tor constructor-inmobiliario. Qui valela pena dire qualcosa di pi. Alla finedegli anni Novanta si costruivano350.000 abitazioni lanno; nel perio-do 2000-2004, agli inizi del boom, se

    ne costruivano 500.000; nel 2006 cir-ca 700.000; nel 2007, si arriv a850.000. Non si voleva riconoscereche i benefici del mattone prima o poisi sarebbero esauriti. Intanto sialindustria nazionale che lagricolturasimpoverivano e leconomia spagno-la accentuava sempre pi la propriadi pendenza dallestero, dal turismo edagli investimenti immobiliari.

    Il contributo del settore delle co-struzioni allammontare del PIL spa-gnolo passa dall11,50% del 1997 al19,2% del 2007, mentre la produzio-

    ne di beni passa nello stesso periododal 25% al 19%.Da questi dati si capisce chiaramen-te come il modello di crescita degliultimi anni fosse basato, in gran par-te, sul settore delle costruzioni e deiservizi, a danno della produzione,soprattutto quella industriale, che haridotto il suo apporto al PIL e che, difatto, sinscrive in un processo di de-

    industrializzazione abbastanza acce-lerato al confronto con altri modellidi crescita come quello tedesco, nelquale avvenuto lesatto opposto(aumento della percentuale di produ-zione industriale nellammontare delPIL negli ultimi tre o quattro anni).Inoltre, il settore delle costruzioni hacontribuito tra il 28 e il 30%allaumento del PIL (2000-2007),vale a dire che cresciuto pratica-mente il doppio degli altri settori pro-duttivi.In definitiva, leconomia spagnolacresce, crea lavoro e mantiene unaposizione apparentemente sana. Ap-parentemente la diagnosi macroeco-nomica sembra corretta e inizialmen-te sembra offrirci una visione genera-lizzata di prosperit. Ma guardiamoalla struttura, ai fondamentalidelleconomia spagnola e facciamouna prima affermazione decisiva:Il modello di crescita economica ba-sato sul settore delle costruzioni eimmobiliare non sostenibile e si puaffermare che giunto alla fine..Secondo altri autori3, se la crisi inSpagna non stata ancora peggiore i

    meriti sono essenzialmente della ban-ca centrale, vaccinata dagli effettidella crisi bancaria del 1977 che, se-condo uno studio molto autorevole,sarebbe da collocarsi tra le cinque pigravi a livello mondiale4, prima diquella globale del 2008.Per, non ostante la prudenza delBanco de Espana, che vincolava lebanche a mantenere ingenti riserveper i periodi difficili, se fino al 2000praticamente la totalit dei creditidelle banche spagnole era coperta daidepositi dei clienti, gi nel 2002 non

    meno dell80% del credito non pote-va pi essere finanziato con i deposi-ti.Lossessione per linvestimento nelmattone in Spagna ha creatolillusione di una falsa prosperit alpunto che, a fronte di una crescita del potere dacquisto delle famiglie diappena lo 0,4% tra il 1997 e il 2006,si riscontrata una crescita inverosi-

    mile dellindebitamento, e in partico-lare dellindebitamento ipotecario.Come abbiamo visto, in Italia la si-tuazione notevolmente differente, ilsettore delle costruzioni rappresentasolo il 5% del PIL, il boom degli im-mobili, che pure stato rilevante, ben lontano dai livelli di Spagna eGran Bretagna, lindebitamento delle

    famiglie rimane contenuto pur essen-do cresciuto notevolmente5. Restatuttavia la considerazione che, invecedi fare di questa differenza un puntodi forza per un piano di rilanciodelleconomia del paese, sembra an-cora prevalere lobbiettivo di volerridurre questo gap.Ci sono paesi che hanno speculatomolto pi di noi, diamoci da fare!Una visione di corto respiro che, co-me gi accaduto per la Spagna, potrmascherare per qualche tempolentit di un Prodotto Lordo naziona-le che, strutturalmente, destinato adindebolirsi.

    1 Ladrillo, in spagnolo, significa mat-tone.

    2 J.P.Marcet, Llego la crisis!, Gra-nica (traduzione mia)3 M.A.lorente, J.R.Capella, El crackdel ano ocho. La crisis. El futuro,Minima Trotta4 Le altre crisi sarebbero quella diNorvegia (1987), Finlandia (1991),Svezia (1991), Giappone (1992).5 Secondo la CGIA di Mestrelindebitamento medio delle famiglietra il 1 gennaio 2002, introduzionedelleuro, e il 31 dicembre 2008 aumentato dell81,28% superando lasoglia dei 15.000 euro.

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    SocietSTIPENDI PUBBLICI: LA TRASPARENZA NON BASTAFrancesco Miggiani

    In queste ultime settimane sono statipubblicati dai quotidiani i primi risul-tati delloperazione trasparenza del

    ministro della Pubblica Amministra-zione Renato Brunetta. In particolaresono state evidenziate le retribuzionie le incentivazioni percepite dai diri-genti, come pure i compensi pagatiper collaborazioni esterne; questounitamente ad altre utili informazionisui curricula e sui tassi dassenteismo

    degli uffici pubblici a livello centralee locale.

    Secondo alcuni commentatori questicompensi e premi sono da ritenersidecisamente alti, soprattutto conside-rando il periodo di difficolt econo-mica che il paese sta attraversando e

    le perduranti e fondamentali esigenzedequit sociale (e conseguentementeretributiva) che devono caratterizzareun Paese civile.

    Quanto accaduto ci da modo di svi-luppare alcune considerazioni sulmercato delle retribuzioni,

    sullefficacia delle azioni di riformaattualmente in corso, sulle strategiecomplessive di cambiamento nelmondo pubblico.

    Partiamo da questa considerazione:va dato atto al ministro Brunetta diperseguire i suoi obiettivi con fortedeterminazione, non questa infattila prima volta che viene decisa perlegge la trasparenza delle retribuzionidel management pubblico. La normaesiste da parecchi anni ed stata so-stanzialmente elusa da gran parte del-le amministrazioni. Chi scrive lo sabene perch ha curato numerose ana-lisi delle retribuzioni del settore pub-blico a livello europeo: per quanto

    riguarda i dati italiani, nonostante latrasparenza sono sempre riuscito ad

    ottenerli con grande fatica. Sembraora che le cose si stiano muovendodiversamente, e questo positivo.

    Una seconda considerazione che latrasparenza sicuramente un bene,

    non solo in s ma soprattutto se con-sente di comprendere correttamente iproblemi e avviare interventi seri eorganici a fronte dei problemi che lepubbliche amministrazioni stannoaffrontando.

    Nel nostro Paese purtroppo le cosenon vanno sempre cos: in particolaresul tema delle retribuzioni si oramaiconsolidato un filone lettera-

    rio/mediatico/scandalistico caratteriz-zato da uninsofferenza aprioristica incui si fa un gran calderone tra retri-buzioni, incentivazioni fuori misura(tipiche per daltri mondi, in special

    modo la finanza), paracaduti doro

    che tutelano alla fine solo incompe-tenza, e cos via.

    Devo dire in tutta sincerit che tuttoquesto non mi piace: avverto, infatti,il pericolo di cadere in un banale egenerico moralismo. Soprattutto cos

    si eludono i veri problemi e s' inver-tono paradossalmente i termini dellafaccenda, scatenando lopinione pub-blica contro i sintomi(le alte retribu-zioni) e trascurando i problemi reali (la qualit reale dei servizi al cittadinoe conseguentemente la corretta neces-sit di premiare i risultati conseguiti,a condizione che siano risultati rea-li).

    Un approccio organico e risolutivo aquesto problema dovrebbe guardare

    invece al rapporto tra costi e i risultati

    ottenuti e stimolare le persone a tutti ilivelli a comportamenti responsabili.

    E sicuramente una situazione sulla

    quale necessario rimettere ordine:licenziare i fannulloni, fare ricorsoalleffetto annuncio sicuramente

    non sufficiente a fronte di un temacos complesso.

    Il sociologo Michel Crozier (che es-sendo di nazionalit francese, bensintende di pubblica amministrazio-ne) sostiene che lamministrazionenon si cambia per decreto, tanto me-no si cambia per contratto. Serve unpaziente e continuo lavoro di una di-rigenza competente, motivata e legit-timata a svolgere il proprio ruolo.

    Su valutazione del personale, ricono-scimenti del merito, retribuzioni va-riabili, contratti di natura privatisticasi legiferato e negoziato anche trop-po, in passato, con il solo risultato diincrementare i costi complessivi delpersonale della pubblica amministra-zione e di creare situazioni di possibi-le sperequazione, con persone chesvolgono ruoli di simile rilievo e im-patto economico che possono essereretribuite in modo anche significati-

    vamente diverso.I tentativi di riformadel passato non hanno consentito, neifatti, di superare la logica tradiziona-le, legalistica e di conformit alle re-gole, a favore di una logica di risulta-to e di performance management.La soluzione non pu che partire dauna seria analisi culturale (la grandeassente del periodo precedente), e apartire da questa finalizzare strutture,sistemi operativi, stili direzionali alrisultato e gestione delle risorse versoun preciso obiettivo di cambiamento.

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    E necessario adottare una strategia (equindi strumenti diversi) che costrin-ga a riconsiderare tutte le priorit dispesa (operazione difficile perch le

    spese hanno una loro inerzia e tuttidanno per scontato che crescano e siripetano nel tempo). Solo imboccan-do la strada dei vincoli di spesa inva-licabili, un sistema di budget per im-plementarli, procedure di monitorag-gio che creeranno le condizioni diverifica pubblica dei risultati, di ben-chmarking tra amministrazioni suirisultati complessivi, ci sar una buo-

    na ragione per attivare pratiche divalutazione delle risorse umane daaffidare ad una dirigenza da rilegitti-mare nel suo ruolo (e da retribui-

    re/incentivare in modo coerente).

    In questa prospettiva deve essereconsiderata con molta cautelalattivazione di entit quali lor-ganismo indipendente di valutazionedella performance, la commissioneper la valutazione, la trasparenza elintegrit delle AmministrazioniPubbliche, che rischiano di rappre-

    sentare sovrastrutture burocratichederesponsabilizzanti e alla fine fo-glie di fico a copertura di decisioni

    daltra natura.

    Quindi, attenzione alle scorciatoie, aiquick fix, allestetica organizzativa:vero che viviamo nellepoca

    dellintangibile, per i bisogni deicittadini (soprattutto nei momenti dicrisi economica) e i costi dei servizierogati sono invece molto tangibili.

    MobilitFUSIONI PER LA MOBILITA, O PER LIMMOBILITA?

    Marco Ponti

    Favorire la competizione forse ilmotivo economico pi rilevante afondamento dellUnione Europea, ma

    sembra essere stato rapidamente

    sommerso dalla pressione degli inte-ressi costituiti, soprattutto nel settorepubblico e in specialissimo modo nelsettore dei trasporti italiano.

    Nella regione lombarda in particola-re, si avanzano iniziative pionieristi-che che vanno addirittura attivamen-te in direzione opposta. La prima stata il progetto di fusione tra lATM

    e lazienda torinese, attualmente installo nonostante le cattive intenzioni,a causa essenzialmente di gelosie lo-calistiche. Tale fusione, presentatacome un modo per rafforzare le dueaziende ed ottenere grandi risparmiper le economie di scala, ha in realtuna funzione eminentemente anticon-correnziale.

    Ma per non perder tempo, si partiticon uniniziativa analoga, questa vol-ta con pieno successo: la fusione per iservizi di trasporto locali tra FerrovieNord, di propriet della regione, e FS,

    di propriet dello stato.

    Se mai ci fosse una gara, come haannunciato di fare il Piemonte nono-stante una sciagurata leggedellattuale governo che autorizza a

    non far gare per 12 anni, chi compe-terebbe contro FS+Nord unite, en-trambe pubbliche e politicamenteprotette?

    Occorre adesso ricordare che la con-correnza di cui parliamo per i traspor-ti pubblici italiani una versione inrealt moderatissima: nessunapertura

    al libero mercato allinglese, ma

    solo la messa in gara periodica diservizi con prefissate tariffe, frequen-ze, fermate ecc. Tutto molto pubblico(tecnicamente, si chiama competi-zione per il mercato, come contrap-posta a competizione nel mercato).

    La necessit di introdurre elementidi competizione nel settore deriva dafatti evidenti: gli altissimi costi per icontribuenti (non per gli utenti) e labassa qualit dei servizi sono fattericadere su cittadini e utenti proprioper lassenza di competizione e per la

    natura pubblica delle imprese. Perch

    preoccuparsi delle multe per i disser-

    vizi, che pur ci sono state, se poi lepaga lo stato? Perch preoccuparsi dicosti eccessivi, se limpresa non pu

    fallire (i sussidi a ripiano arrivano

    comunque, o cresce il debito con lebanche, che alla fine la stessa co-sa)?Ma allora le fusioni non bisognamai farle? Siamo condannati al na-nismo? No certo: basta farle fare al

    mercato, come insegnano molte espe-rienze. A Londra sono stati messi ingara, con grandi risparmi, 550 lotti diservizi di TPL (un super-spezzatino), ma poi molte imprese

    hanno vinto pi lotti, per un totalealla fine di meno di 10 operatori. In

    altre parole le economie di scala, osinergie, sono nate dal processo con-correnziale, non sono state decise a

    tavolino dai monopolisti o dai loro

    padroni pubblici, che ovviamente poidichiarano che tutto si fa per il benedegli utenti, e non per perpetuare ilcontrollo politico sulle imprese, convoti di scambio, posti nei consigli diamministrazione, o peggio.

    Se qualcosa si poteva fondere poierano piuttosto le reti delle due im-

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    prese, che sono monopolio natura-le, ma non certo i servizi.

    Rimane il virtuoso esempio piemon-

    tese di cui si gi accennato, di unospezzatino parola che viene usatain modo negativo dai decisori fatto

    proprio per favorire la concorrenza ele imprese private non protette: curio-so che sia stato fatto daunamministrazione di sinistra, quindi

    teoricamente anti-mercato, nello stes-so momento in cui la Lombardiacampione di liberismo proponeva un

    modello centralistico e anticompetiti-vo. Ma si sa, il mondo complesso eanche contro il tentativo piemontesesono in corso forti pressioni per farlo

    fallire: potrebbe essere un precedentemolto pericoloso per i monopolistiitaliani.

    Urbanistica e architetturaLA FINE DEL TUNNEL?

    Piero Cafiero

    Sul tunnel automobilistico che do-vrebbe attraversare Milano si giscritto molto, anche su queste pagine.

    Lidea di attraversare in una lunga

    diagonale sotterranea le viscere dellacitt, partendo da Cascina Merlata,quadrante nord-ovest, per riemergerea Linate dopo aver percorso 14 chi-lometri, intrufolandosi tra metropoli-tane e passanti ferroviari, aggirando

    fogne e acquedotti in un doppio tun-nel di cemento armato di 12 metri didiametro, allo stesso tempo affasci-nante e preoccupante.

    Il fascino di uninfrastruttura cosambiziosa (velleitaria?), da realizzarsisecondo le intenzioni (speranze?) delComune in soli 5 anni -pronta perlExpo-, innegabile.

    Qui per parliamo di ci che preoc-cupa e inquieta.

    Lidea di scavare sotto la citt per

    risolvere i problemi del traffico non n nuova, n originale.

    Nel 1848 lIng. Carlo Mira progettadi utilizzare lalveo prosciugato e co-perto della Martesana come ippoviadi rapida penetrazione fino alla dar-sena di San Marco. Di pochi annisuccessivi la proposta del Ten. Coll.Gandini di svuotare i navigli e coprir-li per usarli per il trasporto delle mer-ci su pesanti carri. Nel 1873 lArch.

    Brocca riprende lidea di Gandini, maprevede una tramvia sotterranea acavalli sempre nelle cerchie dei navi-gli. Senza dimenticare le propostedegli anni 80 e 90 del COCIS (Co-mitato per la Citt Sotterranea), pos-siamo arrivare al 2007, quando ini-ziano a circolare i primi progetti pre-liminari, che prevedono un tunnel daviale Certosa (autostrade) sino apiazza della Repubblica, per poi inse-

    rirsi in un sistema di circonvallazionesotterranea sotto tutta la cerchia deiBastioni (pare infatti che il parcheg-gio interrato di viale Maino com-prenda al suo interno uno svincolo eun tratto di questa fantomatica cir-convallazione).

    La versione definitiva (?) del tunnel,quella inserita nel PGT (ma non sicapisce con quale valenza), vede glisvincoli intermedi ridursi da 14 a 9 ela scomparsa (per ora) della galleriacircolare dei Bastioni. Rimangono i14 chilometri di sviluppo lineare e i40 metri di profondit massima.

    Tutto questo ricorda ai milanesi lafamosa e famigerata vicenda del Pas-sante Ferroviario, opera appena ter-minata, ma gi nata vecchia, visto chesul Passante si inizia a ragionare gicon linaugurazione della nuova Sta-

    zione Centrale nel 1931. I primi pro-

    getti concreti sono degli anni 60, mafino agli anni 80 non iniziano i lavo-ri, che si trascineranno poi per quasitrentanni, attraversando la storia po-litica recente del capoluogo lombar-do, Tangentopoli compresa.

    singolare come il tracciato del tun-nel automobilistico riprenda quasi lastessa traccia del Passante. C da

    sperare che non ne ricalchi anche gli

    stessi accadimenti.

    Certo che nel caso del Passante,abbiamo assistito a notevoli specula-zioni sulle aree interessate dal suopassaggio, con forti incrementi dellarendita del suolo. Nel caso del tunnelci potrebbe essere il rischio contrario,con una decisa svalutazione immobi-liare delle zone in cui sorgeranno glisvincoli, inevitabili generatori di traf-fico. Non da escludere per la corsaallacquisizione delle stesse aree per

    potersele poi fare espropriare a caroprezzo.

    Quello che sicuramente non si an-cora visto un documento del Comu-ne che (di)mostri quale impatto urba-nistico una realizzazione del genereavr sulla citt.

    Intanto vorrei porre alcune questioni.

    La scelta del tracciato terr sicura-mente conto della fattibilit tecnicadellopera, ma mi chiedo: perch da

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    Cascina Merlata a Linate? C vera-mente un flusso di traffico tale suquesta direttrice da giustificare la rea-lizzazione di un tunnel? E perch al-

    lora non farne uno da Sesto S. Gio-vanni (autostrada) fino a Famagosta,ovvero sulla diagonale opposta?

    A Linate, un aeroporto dal futuro in-certo, dovrebbero arrivare per il2015, e negli anni successivi, nonsolo il tunnel, ma anche la linea 4della metropolitana. Che senso haconcentrare investimenti significativisu un infrastruttura a rischio di chiu-sura o di sottoutilizzo?

    Mi chiedo poi quale impatto avrannogli svincoli intermedi a livello di flus-si di traffico sulla gi intasata circola-zione urbana. Perche facilitarelaccesso di altre macchine in citt,

    con un sistema che permette alle au-tomobili di sgorgare direttamente inpunti nevralgici e sovraccarichi, sen-za il deterrente delle quotidiane codesugli assi di penetrazione?

    un fatto abbastanza noto che au-mentare la capacit di una strada ten-de ad attrarre nuovo traffico pi che afluidificare quello che gi c.

    Un domani potr arrivare da nord inautostrada, prendere il tunnel e paga-re il pedaggio, uscire in piazza dellaRepubblica o in Porta Venezia (glisvincoli e le rampe li facciamo neiGiardini?) e, pagato lEcopass, anda-re in piazza S. Babila e, ovviamente,parcheggiare in un silos a pagamento.Perch mai dovrei lasciare la miacomoda macchina a Lampugnano perprendere la M1 fino al Duomo quan-

    do basta aprire il portafoglio?

    Io vedo una certa contraddizione nelriempire la citt di strisce blu, anchein zone periferiche, con il lodevole

    scopo dichiarato di scoraggiare lusodellautomobile, e contemporanea-mente escogitare un sistema che in-vogli ad usare la macchina anche perandare in centro.

    Lunico modo per risolvere la con-traddizione pensare al bilancio delComune di Milano.

    E a proposito di quattrini, lascio aglieconomisti il compito di spiegare lafattibilit e la redditivit del tunnel (siparla di un pedaggio di 7 euro pertutta la tratta), ma se dobbiamo guar-dare allesempio pi famoso di unaanaloga opera, il Big Dig di Boston,sapere che i 6 miliardi di dollari ini-ziali sono diventati 22, non certoconfortante.

    Inoltre se ilBig Dig, pur essendo lun-go solo 6 chilometri, costato 22miliardi di dollari, come mai per farei 14 chilometri meneghini di miliardidi euro ne bastano 1,5?

    Non credo che ci si possa spiegaresolo col cambio favorevole.

    LavoroUTILI: COMPARTECIPAZIONE

    Franco Morganti

    Sode a destra uno squillo di tromba:

    Giulio Tremonti al Festival di Riminiha lanciato lidea di favorire la com-partecipazione dei lavoratori agli utiliaziendali. Idea invero non peregrina,di cui si discute da circa trentanni(qualcuno di voi ricorda la VII Diret-tiva Cee?). Nel codice civile ce n

    addirittura traccia dal 1942. A sinistrarisponde uno squillo: un altro mini-stro, Maurizio Sacconi, ha pronta-mente risposto di guardare con e-stremo favore alla proposta di Tre-monti e preannunciato una legge en-

    tro lanno. Oddio, che lo squillo ven-

    ga da sinistra dubbio: Sacconi non parlava in unofficina meccanica del

    bresciano, ma alle serate cortinesi, piene di signore dalto bordo, stimo-late da quel temibile rivoluzionarioche Enrico Cisnetto. Mi pare di ri-cordare quando, in era socialista, sipresentava una proposta al sindaco diMilano Pillitteri, che in due - tregiorni annunciava in conferenza-stampa che su quella proposta esiste-va un progetto della Giunta. Dovelavr studiato Sacconi fra il 28 e il

    29 agosto? Mah, forse lavr affidato

    a Brunetta, lo Speedy Gonzales delgoverno. Del resto tutti e tre i ministrisono ex-socialisti ed giusto che inun governo cosiddetto liberale trovi-no spazio le loro idee.

    I primi commenti sono stati tiepidi,salvo quelli di Raffaele Bonanni, ca-po della Cisl, da sempre favorevolealla cogestione. Qualche favore ancheda Angeletti della Uil. La Cgil zittina.Forse pensano che i lavoratori sianochiamati anche alla compartecipazio-

    ne alle perdite. Bombassei per Con-

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    findustria si detto disponibile a ap- profondire, ma cauto sul disegno

    di legge messo a punto dal senatorePietro Ichino (Pd) che regola la parte-

    cipazione dei lavoratori, su base vo-lontaria, al controllo sulla gestionedellimpresa, a diverse forme di par-tecipazione azionaria, ai risultati deipiani industriali e agli utili, con varieesenzioni e detrazioni fiscali. MaTremonti, pur senza citare Ichino,

    esclude la cogestione. Forse volevaproprio prendere le distanze da que-sto, ma la sua iniziativa, secondo latecnica in cui maestro il Presidente

    del Consiglio, ha presentato comeuniniziativa di sinistra quella che

    forse solo una presa di distanzadalla sinistra. La Confapi non si pronunciata, ma il suo presidente Pa-olo Galassi, quando si parlato di

    detassare gli utili reinvestiti, ha detto:Ma quali utili?

    Ma allora, per evitare confusioni, co-

    gestioni e malintesi, non meglio parlare semplicemente di stock

    grant, cio di azioni distribuite gra-tuitamente ai dipendenti, come hafatto Vodafone Italia negli ultimi cin-que anni? I dipendenti diventano a-zionisti, nel bene e nel male.

    Citt

    MOLTO RUMORE PER TUTTIMichele Sacerdoti

    Il Comune non vuole mettere sottocontrollo il rumore cittadino, presen-tiamo una valanga di osservazioni !E'stato adottato il 22 luglio in consigliocomunale il piano del rumore di Mi-lano, obbligatorio per legge ma sulquale il Comune in ritardo di anni.Ilprimo piano era stato preparato addi-rittura nel 1996 ma non mai stato

    approvato e negli anni il Comune si limitato ad adeguarlo alle nuovenorme statali e regionali che sonouscite.

    La citt stata divisa in isolati e adognuno stato dato un livello massi-mo di rumore legato ad una classifi-cazione in 6 classi:

    1: area particolarmente pro-tetta (residenze anziani, parchi pub-blici)

    2: aree destinata ad usoprevalentemente residenziale (com-mercio limitato, assenza di attivitindustriali e artigianali, traffico loca-le)

    3: area di tipo misto (com-mercio, uffici, attivit artigianali limi-tate, traffico locale e di attraversa-mento) 4: area di intensa attivitumana (elevata presenza di commer-cio e uffici, limitata presenza di pic-cole industrie e attivit artigianali,traffico intenso) 5: area prevalentementeindustriale 6: area esclusivamente in-dustriale

    ClasseDecibel max. diurni ore 6-22(Leq eq)

    Decibel max. notturini ore 22-6(Leq eq)

    1 50 40

    2 55 45

    3 60 50

    4 65 55

    5 70 60

    6 70 70

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    Il 58,3% della popolazione residente stato classificato in classe 4, il30,8% in classe 3 e solo il 5,1 inclasse 2 (zone prevalentemente resi-denziali). Persino i parchi pubblici,che dovevano essere in classe 1, sonostati inseriti in classe 3.

    Le zone residenziali non sono stateassolutamente tutelate, con la scusadel traffico e della presenza di attivitcommerciali, artigianali e terziarie un po dovunque, anche se quelle arti-gianali sono ormai solo presenti sul

    piano regolatore. La presenza di uffi-ci nelle zone residenziali stata so-vrastimata, ritenendo che una parteconsistente degli appartamenti siastata trasformata in uffici, cosa chevale forse nel centro storico ma nonin altre zone della citt.

    La divisione in isolati ha poi fatto sche, se un isolato si affaccia su unlato su una strada di grande traffico,anche i lati sulle strade interne assu-mono la stessa classificazione. Co-munque, anche adottando il criterio

    dellisolato per motivi di semplicit edi gestione, vi sono numerosi isolatiche si affacciano su tutti i lati a stradelocali che sono stati inseriti nellaclasse 4 invece che nella 3.La circolare regionale del 2002 con icriteri di assegnazione delle classi stata solo parzialmente rispettata (ve-

    di tabella).

    Alcuni Consigli di Zona hanno e-

    spresso osservazioni dettagliate masono state tutte respinte. In particola-re la Zona 3 ha prodotto una mappaindicando tutti gli isolati residenzialiche affacciandosi su strade locali do-vevano essere inseriti in classe 3. Sitenga conto che labbassamento di

    una classe corrisponde ad un dimez-zamento del rumore massimo consen-tito.

    Ho pubblicato sul sito

    www.msacerdoti.it/notizie.htm#01/08/09 la delibera, la relazione, le tavoledella classificazione acustica adottatae i criteri regionali.

    Entro il 22 settembre chiunque pupresentare osservazioni. Sar oppor-tuno che i residenti, eventualmente alivello di condominio, preparino os-servazioni motivate per chiedere

    labbassamento della classe acustica

    del proprio isolato e tutelare la pro-pria tranquillit. La classificazionesar importante per poter far valere leproprie ragioni in eventuali cause le-gali contro i disturbatori della quietepubblica.

    ScuolaSOTTO IL SOLLEONE

    Vincenzo Viola

    In tutti i Paesi civili listituzione sco-lastica sinonimo di unit nazionale.

    Negli Stati Uniti, in Francia, in Ger-mania la presenza a scuola stretta-mente associata alla bandiera e aisimboli della Nazione. In Italia, inve-

    ce, la scuola diventata sinonimo didivisione nel corpo della Nazione. Se

    ne sono dette tante sulla scuolaquestestate sotto il solleone: soprat-tutto nellagosto padano non si sonorisparmiate bordate dogni tipo.

    Ha cominciato in luglio la deputataleghista Paola Goisis a chiedere il

    controllo culturale, ideologico, politi-co sugli insegnanti, in un contestoespressamente razzista testimoniatodallaffermazione che "non possibi-

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    le che la maggior parte dei professoriche insegna al nord sia meridionale".Naturalmente, a parere dellonorevoleproponente, i titoli di studio non co-

    stituiscono una garanzia sulla prepa-razione dellinsegnante perch spes-so risultano comprati (probabilmen-te ha avuto informazioni di primamano dallon. Gelmini, che andata a procacciarsi labilitazione professio-nale in Calabria...), mentre una bellapronuncia dialettale, soprattutto seapprovata da una commissione incamicia verde la prova determinan-te della solidit della preparazione diun futuro docente. Cos finalmentepotremo presentarci a testa alta nelconfronto con le scuole di altri Paesieuropei.A fare chiarezza sullo stato dellascuola italiana comunque ci ha pensa-to lInvalsi col gioco delle tre tavolet-te: i risultati dei test sui ragazzi diterza media davano una sostanzialeomogeneit tra i tre tronconi dItalia?Tutto ci non va bene sul piano poli-tico: ma basta cambiare i risultati,scoprendo che al sud si copia... alnord, notoriamente, sono tutti animatida rigoroso spirito kantiano e nessunoha mai copiato, soprattutto agli esa-mi! Ma non ancora soddisfatti delrisultato i ricercatori hanno notato

    che alcuni esiti delle regioni del nordsono pi bassi del previsto perch iragazzi provenienti da famiglie chenon parlano italiano hanno una mino-re competenza della nostra lingua equindi fanno pi fatica anche a ri-spondere alle domande di logica e dimatematica, contribuendo a peggiora-

    re il quadro complessivo. Che intui-zione! E se si fossero formulate quel-le domande almeno in inglese, fran-cese e spagnolo (non arrivo a pensare

    allarabo, al russo e al romeno...)?Magari quei ragazzini avrebbero ri-sposto meglio. Ma no, che idee stra-ne, del tutto aberranti per un Paesemoderno: anzi per fare emergere pro- prio i migliori lanno prossimo una

    buona parte delle domande sarannoformulate in dialetto.Ecco, ecco laltro tormentone estivo:bisogna insegnare i dialetti, una buo-na volta! Cota dixit, e, se parla Cota,Manzoni deve tacere!Ma s, mettiamo un po da parte quelcelebrato monumento della culturamilanese, soprattutto nella sua in-gombrante versione scolastica che giGadda deplorava! Forse, e non scher-zo, un po meno Manzoni e un popi di dialetti, farebbero bene allascuola italiana. Il mio, lo ammetto,non un auspicio del tutto imparzialeperch ho la passione per i dialetti.Mi affascina quello del Porta, modu-lato in molteplici registri espressivi, equello con cui Delio Tessa set-tantanni fa gi diceva allItalia:Quist hinn che te comanda, / media-tur de tossann, mercant de coca!; micommuove il romagnolo aspro con

    cui Baldini e Guerra esprimono i sen-timenti pi teneri e quello antichissi-mo di Tursi, in Basilicata, usato daPierro per ritrovare le sue origini, lasua giovinezza. E carico diunespressivit infinita nella sua im-placabile fissit il romanesco di Belli, bello il ligure di Firpo, scoppiettan-

    te di suoni, ricco il dialetto quasipersonale con cui Biagio Marin ci farespirare laria di Grado, sono dolentie attraversati da sonorit sfumate il

    friulano di Pasolini e il triestino diGiotti, diversi tra loro ed espressionidi due volti della citt il napoletano diDi Giacomo e quello di De Filippo,un urlo dindignazione il siciliano diButtitta, ironico, graffiante il vene-ziano personalissimo di GiacomoNoventa.

    S, i dialetti sono una ricchezza im-mensa e il loro insieme la pi stra-ordinaria manifestazione dellinfinitavariet delle radici della cultura ita-liana e degli apporti che lhanno ar-ricchita: greci e celti, arabi e latini,germanici e francesi, slavi, spagnoli,nordici, africani... con tutte le tradi-zioni, le religioni, le dominazioni, lesventure, le arti, gli studi, le trasmi-grazioni possibili! Il continuo intrec-cio dei dialetti e le costanti modificheallinterno della stessa area dialettaleci dicono che un Paese vivo solo sesi espone ad una continua contami-nazione tra persone, lingue e cultureper conseguire un continuo arricchi-mento umano.

    Questo il contributo che la cono-

    scenza della realt dei dialetti pusicuramente dare alla scuola. E ilrisultato opposto a quello desideratoda Cota e Borghezio (e sotto sottoanche dalla Gelmini)? Mi spiace, maquesta una seria proposta culturale,tutto il resto ciarpame (ops...) propa-gandistico.

    RUBRICHE

    ARTE

    Questa rubrica curata da Silvia DellOrso

    Prima o poi vengono fuori, da dietrole copertine che hanno inventato eche li hanno riparati per anni. Oltreun trentennio in Mondadori, nel casodi Ferenc Pintr, illustratore italo-

    ungherese il cui tratto incisivo sta

    dietro a tanti volumetti del Commis-sario Maigret di Simenon, ma anchedelle collane Omnibus e OmnibusGialli, per non dire degli Oscar Mon-dadori, i primi pocket venduti anche

    in edicola: sue le copertine dei libri di

    Pavese, Deledda, Soldati, Steinbeck,Faulkner, Ibsen e cento altri. A unanno e oltre dalla morte di Pintr, siinaugura la prima ampia retrospetti-va, a cura di Giampaolo Mascheroni

    e Peppo Peduzzi, dedicata al suo la-

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    voro nel campo della grafica editoria-le, ma anche e soprattutto nella pro-duzione di manifesti di carattere poli-tico, sociale e culturale, attivit nella

    quale Pintr si pure costantementeimpegnato (per esempio, le campagnea favore di Solidarnosc o i manifestidedicati a Sacharov). In mostra unacinquantina di tempere su carta chepreludono ai manifesti e altrettantibossetti per le copertine dei libri.Ferenc Pintr. Manifesti e altro.Cant, Villa Calvi (ex Municipio),via Roma 8 orario: da luned a ve-nerd 16/19; sabato e domenica10.30/12.30 e 16/19.Fino al 4 ottobre.

    A 10 km da Bellinzona, sulla stradache porta al Passo del San Bernardi-no. Li si trova Roveredo, nel CantonGrigioni, che in un parco agricolo-boschivo di oltre 100mila metri qua-dri ospita, fino all11 ottobre, la 9edizione di OpenArt. Curata da Lui-gi a Marca, artista e promotore cultu-rale che ha ideato questa manifesta-zione e lha vista crescere negli anni,OpenArt ospita i lavori di una cin-quantina di artisti di varie nazionalit,a Marca incluso, spesso e volentieriai loro primi passi. aperto, per, e

    anche proficuo il confronto con leinstallazioni permanenti di maestririconosciuti, come Arman, Rotella,Spoerri, Schumacher. Alle sculture,realizzate in pietra, legno, bronzo oferro, si aggiungono opere video efotografiche, ma anche installazioni eperformance che si svolgono nel cor-so della manifestazione. Aggiorna-menti on line:www.openart.ch

    Artisti di ieri e di oggi, ma generositdi sempre. La raccolta darte della

    Permanente il frutto delle donazionieffettuate negli anni dai soci - mece-nati, collezionisti e artisti milanesi oltre che dei premi attribuiti nellevarie Biennali di Milano, succedutesidal dopoguerra, eredi delle storicheBiennali di Brera. Sono quasi 400 leopere oggi custodite in via Turati.Non tutte esposte, salvo la selezionedi dipinti e sculture presentata inquestoccasione, concentrata soprat-tutto sulla parte storica della raccolta.Il nucleo centrale si sviluppa attornoa Gola, Alciati, Carr, Casorati, Ro-sai, Sironi e ancora Fontana, Milani,Cassinari, Chighine, Fabbri, Reggia-

    ni, Turcato, Scanavino e Cavaliere,ma non mancano, in una sezione a sstante, le acquisizioni pi recenti euna trentina di opere di collezioni

    private milanesi da Sironi a Funi, DePisis, Morlotti, Marini, Melotti, Fau-trier, Christo e altri.Il Museo e gli amici. Artisti e colle-zionisti. Permanente, via Turati 34 -orario: marted-domenica 10/13 e14.30/18, chiuso tutti i luned e il 15agosto.Fino al 13 settembre.

    dedicata alla lunga stagione tra-scorsa da Monet a Giverny la mostradi Palazzo Reale. Una rassegna cheallinea 20 grandi tele dellartista pro-venienti dal Museo Marmottan di Pa-rigi, dipinte tra il 1887 e il 1923quando la costruzione del giardino diGiverny, con i salici piangenti, i sen-tieri delimitati dai roseti, lo stagnocon le ninfee, il ponte giapponese, ifiori di ciliegio e gli iris trova pienocorrispettivo nella tavolozza multico-lore di Monet, portando alle estremeconseguenze quellattitudine innatache lo induceva, ancora ragazzino, adisegnare dal vivo il porto di Le Ha-vre, piuttosto che seguire in studio lelezioni dei maestri. Il tempo dellamagnifica ossessione di Giverny -

    una piccola citt sulle rive della Sen-na dove Monet spese la maggior partedel suo tempo e dove costru il suopi volte immortalato giardino - lecui immagini si possono confrontarecon una serie di fotografie ottocente-sche di giardini giapponesi. Non sen-za percepirne la familiarit con latradizione giapponese dellukiyo-e,rappresentata da 56 stampe di Hoku-sai e Hiroshige, prestate dal MuseoGuimet di Parigi ed esposte a rota-zione per ragioni conservative. Sonoin arrivo a breve dal Guimet 28 nuo-

    ve opere di Hiroshige e Hokusai chesaranno esposte da luned 27 luglio,sostituendo i fogli attualmente in mo-stra.Monet. Il tempo delle ninfee.Palazzo Reale orario: luned14.30/19.30, marted-domenica9.30/19.30, gioved 9.30/22.30.Fino al 27 settembre.

    Milano culla della Scapigliatura. Mo-vimento artistico e letterario cui dedicata lampia rassegna a cura diAnnie-Paule Quinsac e di un variega-to comitato scientifico costituito daesperti di musica, letteratura, teatro e

    architettura. Una denominazione cherinviando a chiome disordinate, allu-de in realt a vite dissolute e scape-strate. Ribelli, appunto, come i prota-

    gonisti del romanzo di Cletto Arrighi La Scapigliatura e il 6 febbraio(1861-62) che ha dato il nome aquesto mix di fermento intellettuale,impegno socio-politico e arte, desti-nato a scompigliare come un pan-demonio la Milano tardo ottocente-sca. La mostra documenta linterastagione, a partire dagli anni 60

    dell800 fino allinizio del 900. 250opere, tra dipinti, sculture e lavorigrafici, dalla pittura sfumata del Pic-cio allintensit coloristica di Faruffi-ni, alle innovazioni di Carcano, finoRanzoni, Cremona, Grandi che se-gnano il momento doro della Scapi-gliatura, ma anche Paolo Troube-tzkoy, Leonardo Bistolfi, MedardoRosso, Eugenio Pellini, Camillo Ra-petti. Una sezione della mostra rico-struisce la vicenda del travagliatoprogetto del Monumento alle CinqueGiornate di Giuseppe Grandi, gessicompresi. Ulteriori approfondimenti,in ambito letterario e giornalistico, sitrovano alla Biblioteca di via Senatoche espone il Fondo delleditore An-gelo Sommaruga, ricco di lettere, bi-glietti postali, cartoline, volumi e ri-

    viste, oltre una sezione dedicata allacaricatura e ad alcune opere di artistifra cui Ranzoni, Troubetzkoy e Con-coni.Scapigliatura. Un pandemonioper cambiare larte.Palazzo Reale, piazza Duomo 12 orario: luned 14.30/19.30; marted-domenica 9.30/19.30; gioved9.30/22.30.La Scapigliatura e Angelo Somma-ruga. Dalla bohme milanese allaRoma bizantina. Fondazione Biblio-teca di via Senato, via Senato 14

    orario: marted- domenica: 10/18.Fino al 22 novembre.

    Il British Council possiede una colle-zione darte decisamente cospicua.Circa 8mila opere acquisite a partiredalla met degli anni 30. Per festeg-giare i suoi 75 anni di attivit e altret-tanti di acquisizioni di opere di pittu-ra, scultura, fotografia e di installa-zioni, il British Council ha organizza-to dapprima una mostra alla White-chapel di Londra e adesso una rasse-gna a Milano, nella quale presentauna selezione dei lavori raccolti in

    http://www.openart.ch/http://www.openart.ch/http://www.openart.ch/http://www.openart.ch/
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    questi anni. Lattenzione puntatasullarte britannica del XX e XXIsecolo, esponendo le opere corredatedi passaporto: il che non significa

    solo sapere in quali musei e galleriesono state ospitate negli anni, ma an-che il prezzo pagato per esse dal Bri-tish Council. Si noter la differenza!Nel 1948, 158 sterline bastavano perun quadro di Lucien Freud, oggi unodei pi quotati artisti viventi. Nel ca-so specifico si tratta di un ritratto diKitty, la prima moglie dellartista, undipinto che ha viaggiato in pi di 25paesi ed stato esposto in oltre 80mostre da che nelle mani del BritishCouncil. Ma ci sono anche opere diHenry Moore, Anish Kapoor, DavidHockney, Gilbert & George, RichardLong, Steve McQueen, Sean Scully,Damien Hirst e non solo.Passports. In viaggio con larte. 75anni di pittura, scultura, fotografiae installazioni dalla collezione delBritish Council.Padiglione dArte Contemporanea,via Palestro 16 - orario: luned14.30/19.30; marted-domenica9.30/19.30; gioved 9.30/22.30.Fino al 13 settembre.

    Un nuovo appuntamento nellambitodelle celebrazioni per il bicentenario

    della fondazione della Pinacoteca diBrera. Loccasione sta suggerendo unmodus operandi che si vorrebbe ap-partenere alla quotidianit di un mu-seo, tra scavo e ricerca sul propriopatrimonio, ma anche capacit di dareconto dei risultati con attitudine di-vulgativa. Lattenzione si sposta que-sta volta su Giuseppe Bossi, figurachiave della storia braidense, uno dei primi segretari dellAccademia diBelle Arti succeduto a Carlo Bian-coni, sospettato di sentimenti filo au-striacicui si deve, fra laltro, la pre-

    senza nelle collezioni di Brera delCristo morto del Mantegna e delloSposalizio della Vergine di Raffaello,al cui acquisto partecip attivamente.La rassegna ricostruisce la raccolta diritratti e autoritratti di artisti che Bos-si concep come incentivo alla rico-gnizione storica degli antichi maestridella scuola milanese per gli allievidellAccademia. In tutto 34 ritratti,25 dei quali raffiguravano infatti ma-estri lombardi o loro familiari, deiquali si presto persa memoria, se vero che gi nel catalogo della Pina-coteca del 1816 non sono pi regi-strati come nucleo autonomo. Le cu-

    ratrici della mostra, Simonetta Coppae Mariolina Olivari, li hanno rintrac-ciati, spesso dimenticati in ufficipubblici e ne presentano 24, restaurati

    per loccasione, oltre a unAutoritrat-to di Giuseppe Bossi.Il Gabinetto dei ritratti dei pitto-ri di Giuseppe Bossi.Pinacoteca di Brera, via Brera 28,Sala XV orario: 8.30/19.15, chiusoluned (la biglietteria chiude 45 minu-ti prima).Fino al 20 settembre.

    A cura di Philippe Daverio con ElenaAgudio e Jean Blanchaert, la rassegnapropone tuttaltro che una lettura uni-voca e compiuta dellarte sudameri-cana; semmai un ritratto dautoreche ricorda artisti di ieri e protagoni-sti delle ultime generazioni, insisten-do su alcuni temi condivisi: sangue,morte, anima, natura, citt. E sempree comunque con grande passione so-ciale e attenzione per la storia. Nonununica America Latina, ma tanteAmeriche Latine, cos come moltodiversificato e variegato il panoramaartistico del continente sudamericano.Arrivano dal Brasile, da Cuba, dallaColombia, dal Cile, dal Venezuela edal Messico le oltre cento opere espo-

    ste. Una cinquantina gli artisti rappre-sentati, concettuali, astratti, figurativinel senso pi tradizionale del termine,pittori, scultori, fotografi o amantidelle sperimentazioni linguistiche.Ecco, dunque, la cubana Tania Bru-guera, largentina Nicola Costantino,la brasiliana Adriana Varejo fino aBeatriz Milhares, Vik Muniz, al foto-grafo guatemalteco Louis GonzalesPalma, al cileno Demian Schopf. Canche Alessandro Kokocinsky, cre-sciuto in Argentina, ma nato in Italiadove tuttora vive e lavora, che trasfe-

    risce nelle sue opere dolenti i tormen-ti vissuti in prima persona. Nella salacinematografica dello Spazio Ober-dan la sezione video curata da PazA. Guevara e Elena Agudio.Americas Latinas. Las fatigas delquerce.Spazio Oberdan, via Vittorio Veneto2 - orario: 10/19.30, marted e giove-d fino alle 22, chiuso luned.Fino al 4 ottobre.

    Si fa sempre pi fitto il dialogo traarte antica e moderna, almeno quantoa iniziative che vedono a confrontotradizione e modernit. Come la mo-

    stra allestita in questi giorniallAccademia Tadini di Lovere. Unarassegna nata dalla collaborazione trail museo lombardo, aperto nel 1828

    da un collezionista di allora, il conteLuigi Tadini, e tre galleri-sti/collezionisti di oggi, Claudia GianFerrari, Massimo Minini e LucianoBilinelli. Ecco dunque che le opere diAntonio Canova, Francesco Hayez,Jacopo Bellini, Fra Galgario, il Pi-tocchetto, Francesco Benaglio e ParisBordon, conservate in permanenzaallAccademia Tadini, si trovano perqualche mese faccia a faccia conquelle di Giulio Paolini, Carla Accar-di, Lucio Fontana, Luigi Ontani, Ar-turo Martini, Sol LeWitt e molti altrimaestri del XX e XXI secolo.Accademia Tadini. Quattro colle-zionisti a confrontoLovere (Bergamo), Accademia diBelle Arti Tadini, Palazzo dell'Acca-demia, via Tadini 40 (Lungolago)orario: marted-sabato 15/19, dome-nica 10/12 e 15/19.Fino al 4 ottobre.I suoi celebri Bleu hanno addiritturarichiesto una tonalit di blu creata adhoc, che porta a tuttoggi il suo nome

    (International Klein Blue).Laspirazione alla purezza eallassoluto hanno contraddistinto

    lintera e brevissima vicenda creativadi Yves Klein, suggerendo pi diunaffinit con Piero Manzoni, e nonsoltanto perch sono morti, quasi coe-tanei, a un anno di distanza lunodallaltro: nel 62, a Parigi, il

    trentaquattrenne Klein; nel 63, a Mi-lano, Manzoni appena ventinovenne.A Yves Klein, capofila del NouveauRalisme, sebbene ne sia uscito unanno dopo la fondazione e antesigna-no della pittura monocroma, dedica-ta unampia retrospettiva che oltre apresentare un centinaio di opere del

    maestro francese, provenientidallArchivio Yves Klein di Parigi eda collezioni internazionali, affiancaloro, nelle piazze e nei giardini dellacitt, una selezione di sculture metal-liche della moglie Rotraut Uecker checon Klein condivise anche lavocazione artistica e immaginifica.Sui tre piani del museo, le opere diKlein sono presentate per nuclei te-matici: i Monochrome realizzati conpigmenti puri fino ad arrivare al solo blu, alternato con loro in foglia; iquadri realizzati con il fuoco a contat-to diretto con la tela; le Anthropom-trie, tele su cui sono impressi i corpi

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    delle modelle cosparse di coloredallartista durante veri e proprihappening; e ancora iRelief plantai-re, le Sculpture ponge, insieme a

    filmati e fotografie a documentarne le

    azioni, mentre un ricco apparato do-cumentario permetter di seguire letappe del percorso artistico e persona-le di Klein.

    Yves Klein & RotrautLugano, Museo dArte, Riva Caccia5 orario: marted-domenica 10/18,luned chiuso. Fino al 13 settembre.

    MUSICAQuesta rubrica curata da Paolo Viola

    MI.TO

    In agosto eravamo tutti - chi pi chimeno - in vacanza quando EnricoGirardi sul Corriere della Sera consi-derava come, mentre grandi paesieuropei hanno la buona abitudine diconcentrare impegni e risorse in ununico grande festival estivo di gran-dissima qualit e di considerevoleappeal - lAustria a Salisburgo, laGermania a Bayreuth, la Francia aAix en Provence, lInghilterra a

    Glyndebourne, la Svizzera a Lucerna,ecc. - lItalia distribuisce invece im-pegni e risorse in mille piccoli festi-valini, da Cortina dAmpezzo a Si-racusa, senza riuscire a produrne unodi rilevanza internazionale.

    Poi capita che al rientro, prima anco-ra di avere disfatto i bagagli, ci im-battiamo in questo ormai mitico Fe-stival Internazionale della MusicaMilano-Torino (il MI.TO appunto)che, pubblicizzato come un campio-

    nato mondiale di calcio, propone ol-tre duecento concerti in 22 giorni

    (quasi 10 al giorno dal 3 al 24 set-tembre, mediamente cinque concertiquotidiani a Milano e cinque a Tori-no) e non ci raccapezziamo propriopi!

    Allora vediamo di capire di che sitratta.

    Grandi direttori (Yuri Temirkanov,Gianandrea Noseda, Daniel Harding,

    Myung-Whun Chun, Antonio Pappa-no che ha dovuto rinunciare per mo-tivi di salute), grandi interpreti (Nata-lia Gutman, Murray Perraya, ViktoriaMullova, Ottavio Dantone,lonnipresente Salvatore Accardo,

    ecc.) e grandi orchestre come la Fi-larmonica di San Pietroburgo,lAcademy of St.Martin in the Fields,

    la Royal Philarmonic Orchestra, laSinfonica della Radio Svedese e ov-

    viamente la Filarmonica della Scala ela Sinfonica Nazionale della RAI diTorino. E anche magnifici program-mi, con una prima esecuzione assolu-ta e due prime italiane (ma solo a Mi-lano, che dimostrerebbe cos di avereun pubblico meno conservatore diquello torinese).

    Ma poi, alternati alla grande musicasinfonica e da camera, troviamo irecital di Gino Paoli e di Paolo Conte,il Teatro N, la misura del gesto,

    Larte dei grandi tamburi taiko,

    Gagaku, lo spirito del Giappone, e

    ancora una Maratona Jazz, i 13Most Beautiful Songs for Andy War-hols Screen Test, e per finire la

    Grande Festa Finale Swing Will you

    dance with ... Benny Goodman andGlenn Miller.

    Mah...

    Prima di tutto sembra la fiera degliOh-bej-Oh-bej, di cara memoria, do-

    ve si trovavano pezzi di straordinarioantiquariato insieme ai ricambi digiradischi e lampadari; e bisogna ri-conoscere che di fatto ci andavanotutti, perch ognuno vi trovava qual-cosa di proprio interesse, anche ibambini che impazzivano per lo zuc-chero filato.

    Poi sembrano curiose queste date set-tembrine che non sono n in stagio-

    ne, quando reduci dalle vacanze ab-biamo gi rimesso in ordine il guar-daroba e ripreso le nostre abitudini,n fuori stagione, quando le due cittsono invase da turisti alla disperataricerca di eventi e sarebbero lieti di

    visitare le nostre belle sale di teatro eda concerto, note in tutto il mondo etuttavia invisibili o scarsamentevisibilinel mese di agosto.

    Da un altro punto di vista, possiamoimmaginare musicofili che attraver-

    sano le Alpi per passare qualchegiorno di settembre, a Milano o a To-rino, spinti dal fascino di questoMI.TO? E noi, musicofili indigenireduci da uno di quei festival europeidi cui si diceva - e in procinto di go-derci le nostre stagioni musicali citta-dinein quanti siamo attratti da que-sto minestrone di fine esta-te?Limpressione che sembra doversiricavare che si tratti di uno di queglieventi che tanto piacciono ai nostri

    politici amministratori (a proposito il

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    23, al Dal Verme, la voce recitantedel concerto sar quella di LetiziaMoratti - unomonimia?), basati suunimpressionante batteria di spon-sor dai nomi altisonanti, cui parteci-

    pano ottimi artisti - che con i tempiche corrono faticano a declinare gliinviti quali che siano - e altri menocelebri che giustamente usano questeoccasioni come vetrine.

    Tanto per ricordarci che anche la mu-sica consumo.

    8 settembre

    TEATRO

    Questa rubrica curata da Maria Laura Bianchi

    TramedautoreFestival Internazionale di drammaturgia contemporanea

    La manifestazione si pone nel pano-rama italiano come una delle pi rap-presentative per la promozione delteatro contemporaneo nazionale edinternazionale. La IX edizione, che siconcluder gioved 10 settembre, e-splora lincontro tra terre lontane elovest del mondo.

    La storia di un barbone nero africano,Gadua (marted 8 settembre, o-re19.30) di Rufin Doh Zynouin, un toccante monologo che affronta

    non solo un percorso di sofferenza,ma getta i semi per una vera e propriaredenzione. La bellezza,laccettazione del diverso e il razzi-smo dolce dellOccidente evoluto,

    sono invece i temi dello spettacoloBambi, elle est noire mais elle estbelle (marted 8 settembre, ore 21),scritto e interpretato da una straordi-naria Mamouna Gueye

    Con Gone too far! (mercoled 9 set-tembre, ore 19.30) di Bola Agbaje, il

    periscopio riemerge dal fondo perosservare la superficie di un mondoabitato da giovani immigrati, soprat-tutto di seconda generazione. Diverso il caso de La confessiondAbraham (mercoled 9 settembre,ore 21) di Mohamed Kacimi, un testoche affronta temi importanti con leg-gerezza e umorismo sottile, affidatialla voce di Moni Ovadia.

    Le Carrefour (gioved 10 settembre,ore 19.30) un testo scritto in carcere

    da Kossi Efoui che si rivede nel per-sonaggio del protagonista e che di-chiara: La mia vita si strutturata

    sulla dimensione dellesilio. Il

    fitto programma si chiude con ElMonaDialoghi sullabisso (giove-d 10 settembre, ore 21) di KoffiKwahul, un testo senza storia checoglie listante confuso e contraddit-torio di una giornata in un luogo diconfine.

    Per tutta la durata del Festival e oltre,

    il pubblico di Tramedautore potrtestare le tradizioni culinarie africane,avvalendosi di sconti (10% - 20%)presso i ristoranti africani di Milanoche hanno aderito alliniziativa. Sarsufficiente presentare il bigliettodingresso di uno degli spettacoli inprogramma.

    Piccolo Teatro Studio, via Rivoli 6Info:www.outis.itBiglietti: 7/5 euro

    Le Notti Bianche

    Corrado dElia legge Fdor Dosto-evskij

    Durante lestate nel nord della Russia

    ci sono notti in cui la luce non scom- pare mai del tutto dallorizzonte: so-no le notti bianche.

    In quattro di queste notti ambientatoil romanzo breve di Dostoevskij cheha per protagonisti due giovani so-gnatori: una donna dal cuore spezzatoche per crede ancora nellamore e

    un giovane impiegato che ascolta lasua amara vicenda.

    Nelle brevi passeggiate alla lucebianca delle notti estive si profila lapossibilit di un nuovo inizio e di unavita insieme per due anime che, in-contratesi casualmente, sembranoriconoscersi.

    Ma il sogno - come le mirabili nottibianche - termina improvvisamente, eil giovane impiegato torna a vivere la

    sua vita da eterno sognatore perso inuna realt solo sua.

    Corrado dElia si fa voce del roman-zo sentimentale giovanile del pigrande romanziere russo dellOtto-cento.

    In scena gioved 10 settembre alle 21

    Fondazione Biblioteca di Via Senato,via Senato 14

    Info:www.bibliotecadiviasenato.it

    Ingresso libero con prenotazione ob-bligatoria dal giorno precedente lospettacolo ai numeri 02.76.02.07.94 /02.76.31.88.93.

    Io, Hitlerdi Filippo Del Cornotesto di Giuseppe Genna

    Io, Hitler un'azione di teatro mu-sicale che racconta la vita del dittato-

    re dal 1905 al 1933, poco prima della

    http://www.outis.it/http://www.outis.it/http://www.outis.it/http://www.bibliotecadiviasenato.it/http://www.bibliotecadiviasenato.it/http://www.bibliotecadiviasenato.it/http://www.bibliotecadiviasenato.it/http://www.outis.it/
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    definitiva presa del potere. Vengonomessi a fuoco, con accurata precisio-ne storica, elementi poco noti dellavita di Hitler, senza alcuna conces-

    sione a curiosit morbose o invenzio-ni fittizie. Hitler non un'icona miti-ca, e neanche una maschera grottesca. un uomo consapevole e responsabi-le della serie di crimini con cui si ap-

    presta a provocare una delle pi effe-rate tragedie della storia. L'attore,solo sul palcoscenico, impersona Hit-ler con mimesi iperrealista, avvolto in

    una continua rifrazione di immaginivideo e immerso in una vischiosa la-va sonora intessuta nelle regioni pigravi degli strumenti.

    In scena mercoled 9 e gioved 10settembre alle 21Teatro Franco Parenti, via Pier Lom-bardo 14

    Info:www.teatrofrancoparenti.comBiglietti: 10 euro

    CINEMAQuesta rubrica curata da Simone Mancuso

    Videocracy di Erik Gandini

    Tutta italiana questa produzione sve-dese, non solo nel regista, ma soprat-tutto nel soggetto che tratta. La de-mocrazia del video in Italia, in cui ciche conta a livello politico e sociale limmagine di se che un politico o unpersonaggio riescono a dare alla gen-te. E questa la trasformazione socio-culturale che ha subito lItalia negliultimi quindici anni. Si trasformata

    in una societ in cui si diventa popo-lari non necessariamente per meritilavorativi, culturali, sociali o politici,ma per il fatto di essere stati partedella televisione, del video e del suo

    potere, che di fatto trasforma la no-stra democracy in una video-cracy.

    Un film sviluppato in maniera moltointeressante dal punto di vista esteti-co, perch Gandini, non solo non ca-de nella trappola del documentarioanti-governativo, ma anzi, con dellescelte stilistiche che usano magnifi-

    camente immagini e musica, spostalattenzione sul quotidiano, per rile-vare linquietudine degli esseri umaniche popolano la videocracy. Esseriumani di cui ti senti inevitabilmente

    parte integrante dopo questo film, chefa riflettere sul potere sempre pi di-lagante della televisione sulle masse,e dellassenza da parte diquestultime, di strumenti critici cherenderebbero la visione della vita, ela vita stessa, pi cosciente e consa-pevole.

    Qualsiasi idea o appartenenza politica

    abbiate non importa, questo un filmda vedere, prima di tutto perch fattomolto bene ed in maniera originale, epoi perch fa riflettere, ed ogni tantonon fa male.

    http://www.teatrofrancoparenti.com/http://www.teatrofrancoparenti.com/http://www.teatrofrancoparenti.com/http://www.teatrofrancoparenti.com/
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    S. MARIA DELLE GRAZIE: UN SET ECCEZIONALE

    http://www.youtube.com/watch?v=uSW2KQYqd-M