Patriota ottobre 2014

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Siamo nel pieno delle iniziative per il 70° anniversario della Resistenza, con al centro il fitto calendario delle manifesta- zioni (nel 2014 in programma ne risultano 38); é pertanto opportuno esprimere alcune riflessioni e considerazioni. Come sta assolvendo la nostra Associazione vicentina il compito di mantenere viva e attuale la memoria storica della Resistenza e della Liberazione? Per memoria storica intendiamo alcuni "filoni" della nostra attività: le manifesta- zioni; gli incontri nelle scuole; le visite guidate ai luoghi degli avvenimenti più significativi della Guerra di Liberazio- ne e della deportazione; la preparazione e la diffusione di giornali dell'ANPI e di testimonianze dei protagonisti; le conferenze pubbliche; la pubblicazione di relazioni e di ricerche storico-culturali e la loro presentazione; le mostre; l'attività di formazione verso i giovani e i nuovi aderenti. In genere, siamo più portati a considerare i limiti della no- stra attività e questo é giusto, perché così siamo consape- voli che dobbiamo fare di più e meglio; siamo invece meno abituati a cogliere,con uno sguardo d'insieme, la portata delle nostre iniziative, dovute alla nostra capacità d'impe- gno e al nostro lavoro volontario e gratuito.. Siamo solo in parte d'accordo con quanti affermano, spes- so in modo astratto e "didattico", che le cerimonie patriotti- che possono diventare abitudinarie e rituali. Chi segue concretamente la preparazione di ciascuna ma- nifestazione sa però quanti e quali interventi (rapporti con le Istituzioni, le Scuole, le Associazioni, sollecitazioni, sug- gerimenti e proposte) sono necessari per la loro buona riuscita. La presenza alle cerimonie dei rappresentanti degli Enti Pubblici, delle delegazioni partigiane e combattentistiche, di insegnanti e di gruppi di studenti, dei famigliari delle vit- time civili e partigiane, di giovani sensibili e di cittadini é frutto di un lavoro accorto e costante dell'ANPI, di frequente in collaborazio- ne con altre Associazioni partigiane, patriottiche, sindacali e culturali. La partecipazione é senza dubbio più cosciente e forte se sono precedute da iniziative specifiche: mo- stre, incontri pubblici di approfondimento e nelle ANPI Recoaro Terme Recupero del rifugio della Mis- Recupero del rifugio della Mis- Recupero del rifugio della Mis- Recupero del rifugio della Mis- sione Inglese “Dardo” sione Inglese “Dardo” sione Inglese “Dardo” sione Inglese “Dardo” Sta terminando questa strana stagio- ne del 2014 che vorremmo dimenti- care per vari motivi: IL MALTEMPO Questa che se ne va è stata una "non estate" che spesso ha penalizzato - afferma Smuraglia - «tutti coloro - e sono tanti - che avrebbero diritto, dopo un anno di lavoro, di prendersi un salutare periodo di riposo al sole e gli altrettanti, che non avendo biso- gno di riposo perché non sono riusci- ti a trovare un lavoro, avrebbero almeno il diritto di godersi le città serenamente (?), in un clima che non assomigliasse troppo all’inverno. Ma sappiamo che tutto questo non è solo colpa del destino e che queste stravaganze meteorologiche ce le siamo guadagnate – noi umani – sul campo.» LA RIFORMA DEL SENATO Quella ormai finita - afferma il presi- dente nazionale dell'ANPI, Smuraglia - è un'estate da dimenticare, anche perché «è calato il sipario sulla pri- ma lettura della legge di rifor- ma del Senato, tra i fragorosi ap- plausi degli entusiasti della demoli- zione della Costituzione, compresi quelli dell’ultima ora, quelli che era- no partiti quanto meno dubbiosi, se non del tutto negativi ed hanno finito per dichiarare che l’8 agosto è una “data storica”». Ci si aspettava «un dibattito di alto profilo ed un rafforzamento del Senato “delle com- petenze”» invece ci siamo «trovati di fronte ad una discussione spesso impropria e ad una conclusione a dir poco “pasticciata”». Pasticciata perché: «invece di limi- tarsi ad eliminare i difetti del “bicameralismo perfetto”, si è punta- to sostanzialmente alla creazione di una sola Camera vera, lasciando in piedi un Senato che non può essere razionalmente definito come “Senato delle autonomie” e che forse non può essere definito in alcun modo, fatto com’è di componenti non elettivi, destinati a svolgere poche funzio- ni, ... ma essendo dotati di alcune immunità». E a proposito dei nuovi “Senatori” che non costerebbero nul- la allo Stato perché non compensati, Alcune riflessioni suggerite dal presidente nazionale dell'ANPI Carlo Smuraglia: Un’estate da Un’estate da Un’estate da Un’estate da Un’estate da Un’estate da Un’estate da Un’estate da dimenticare dimenticare dimenticare dimenticare dimenticare dimenticare dimenticare dimenticare Segue in ultima pagina pag. 14 Segue a pag. 2 In provincia di Vicenza CALENDARIO DELLE MANIFESTAZIONI da Agosto a Dicembre 2014 pag. 2 Convegno Bassano - 1° febbraio 2014 MALGA SILVAGNO pag. 3 Iniziative per commemorare TONI GIURIOLO 25 Luglio Pastasciutta antifascista pag. 5-9 Attività delle Sezioni ANPI e manifestazioni Montecchio Maggiore Arzignano Cornedo - Brogliano Valdagno Tonezza Thiene Vattaro (TN) Malga Zonta - Folgaria (TN) Crespadoro Recoaro - Malga Campetto pag. 10 pag. 11-13 Ottobre 2014 A cura di Giorgio Fin NO alla GUERRA NO alla GUERRA SI' alla PACE SI' alla PACE stop ai bombardamenti ... stop con la morte dei civili e il dramma dei profughi ... stop alla violenza il SILENZIO è complice pag. 3 pag. 4 Con gratitudine li ricordiamo Per le Scuole Vicenza: INCONTRI AL LICEO “QUADRI” La Guerra Civile Europea: 1914-1945 Thiene Premio Nicolussi BRAVA IRENE !! Padova: Ricordo di Giuliano Lenci pag. 14 pag. 15

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Rivista semestrale a cura dell'ANPI comitato provinciale di Vicenza

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Page 1: Patriota ottobre 2014

Siamo nel pieno delle iniziative per il 70° anniversario della Resistenza, con al centro il fitto calendario delle manifesta-zioni (nel 2014 in programma ne risultano 38); é pertanto opportuno esprimere alcune riflessioni e considerazioni. Come sta assolvendo la nostra Associazione vicentina il compito di mantenere viva e attuale la memoria storica della Resistenza e della Liberazione? Per memoria storica intendiamo alcuni "filoni" della nostra attività: le manifesta-zioni; gli incontri nelle scuole; le visite guidate ai luoghi degli avvenimenti più significativi della Guerra di Liberazio-ne e della deportazione; la preparazione e la diffusione di giornali dell'ANPI e di testimonianze dei protagonisti; le conferenze pubbliche; la pubblicazione di relazioni e di ricerche storico-culturali e la loro presentazione; le mostre; l'attività di formazione verso i giovani e i nuovi aderenti. In genere, siamo più portati a considerare i limiti della no-stra attività e questo é giusto, perché così siamo consape-voli che dobbiamo fare di più e meglio; siamo invece meno abituati a cogliere,con uno sguardo d'insieme, la portata delle nostre iniziative, dovute alla nostra capacità d'impe-gno e al nostro lavoro volontario e gratuito.. Siamo solo in parte d'accordo con quanti affermano, spes-so in modo astratto e "didattico", che le cerimonie patriotti-che possono diventare abitudinarie e rituali. Chi segue concretamente la preparazione di ciascuna ma-nifestazione sa però quanti e quali interventi (rapporti con le Istituzioni, le Scuole, le Associazioni, sollecitazioni, sug-gerimenti e proposte) sono necessari per la loro buona riuscita. La presenza alle cerimonie dei rappresentanti degli Enti Pubblici, delle delegazioni partigiane e combattentistiche, di insegnanti e di gruppi di studenti, dei famigliari delle vit-time civili e partigiane, di giovani sensibili e di cittadini é

frutto di un lavoro accorto e costante dell'ANPI, di frequente in collaborazio-ne con altre Associazioni partigiane, patriottiche, sindacali e culturali. La partecipazione é senza dubbio più cosciente e forte se sono precedute da iniziative specifiche: mo-stre, incontri pubblici di approfondimento e nelle

ANPI Recoaro Terme

Recupero del rifugio della Mis-Recupero del rifugio della Mis-Recupero del rifugio della Mis-Recupero del rifugio della Mis-sione Inglese “Dardo”sione Inglese “Dardo”sione Inglese “Dardo”sione Inglese “Dardo”

Sta terminando questa strana stagio-ne del 2014 che vorremmo dimenti-care per vari motivi:

IL MALTEMPO Questa che se ne va è stata una "non estate" che spesso ha penalizzato - afferma Smuraglia - «tutti coloro - e sono tanti - che avrebbero diritto, dopo un anno di lavoro, di prendersi un salutare periodo di riposo al sole e gli altrettanti, che non avendo biso-gno di riposo perché non sono riusci-ti a trovare un lavoro, avrebbero almeno il diritto di godersi le città serenamente (?), in un clima che non assomigliasse troppo all’inverno. Ma sappiamo che tutto questo non è solo colpa del destino e che queste stravaganze meteorologiche ce le siamo guadagnate – noi umani – sul campo.»

LA RIFORMA DEL SENATO

Quella ormai finita - afferma il presi-dente nazionale dell'ANPI, Smuraglia - è un'estate da dimenticare, anche perché «è calato il sipario sulla pri-ma lettura della legge di rifor-ma del Senato, tra i fragorosi ap-plausi degli entusiasti della demoli-zione della Costituzione, compresi quelli dell’ultima ora, quelli che era-no partiti quanto meno dubbiosi, se non del tutto negativi ed hanno finito per dichiarare che l’8 agosto è una “data storica”». Ci si aspettava «un dibattito di alto profilo ed un rafforzamento del Senato “delle com-petenze”» invece ci siamo «trovati di fronte ad una discussione spesso impropria e ad una conclusione a dir poco “pasticciata”». Pasticciata perché: «invece di limi-tarsi ad eliminare i difetti del “bicameralismo perfetto”, si è punta-to sostanzialmente alla creazione di una sola Camera vera, lasciando in piedi un Senato che non può essere razionalmente definito come “Senato delle autonomie” e che forse non può essere definito in alcun modo, fatto com’è di componenti non elettivi, destinati a svolgere poche funzio-ni, ... ma essendo dotati di alcune immunità». E a proposito dei nuovi “Senatori” che non costerebbero nul-la allo Stato perché non compensati,

Alcune riflessioni suggerite dal presidente nazionale dell'ANPI Carlo Smuraglia:

Un’estate daUn’estate daUn’estate daUn’estate daUn’estate daUn’estate daUn’estate daUn’estate da dimenticaredimenticaredimenticaredimenticaredimenticaredimenticaredimenticaredimenticare

Segue in ultima pagina

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In provincia di Vicenza

CALENDARIO DELLE MANIFESTAZIONI da Agosto a Dicembre 2014

pag. 2

Convegno Bassano - 1° febbraio 2014

MALGA SILVAGNO pag. 3

Iniziative per commemorare

TONI GIURIOLO 25 Luglio

Pastasciutta antifascista

pag. 5-9

Attività delle Sezioni ANPI e manifestazioni Montecchio Maggiore Arzignano Cornedo - Brogliano Valdagno Tonezza Thiene Vattaro (TN) Malga Zonta - Folgaria (TN) Crespadoro Recoaro - Malga Campetto

pag. 10

pag. 11-13

Ottobre 2014

A cura di Giorgio Fin

NO alla GUERRA NO alla GUERRA SI' alla PACESI' alla PACE stop ai bombardamenti ...

stop con la morte dei civili e il dramma dei profughi ... stop alla violenza il SILENZIO è complice

pag. 3

pag. 4

Con gratitudine li ricordiamo

Per le Scuole Vicenza: INCONTRI AL LICEO “QUADRI” La Guerra Civile Europea: 1914-1945 Thiene Premio Nicolussi

BRAVA IRENE !! Padova: Ricordo di Giuliano Lenci

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Page 2: Patriota ottobre 2014

vio della Resi-stenza; sulla Liberazione dal

nazifascismo e sulle sue conquiste: de-mocrazia, pace, Repubblica e Costituzio-ne; su significativi episodi di Resistenza operaia, come lo sciopero del 1944 ad Arzignano e la dura rappresaglia, rico-struito dagli studenti dell'Istituto Superio-re Ceccato). Di notevole spessore é stato il ciclo di conferenze tenuto al Liceo Quadri di Vi-cenza da eminenti studiosi sui “crimini della memoria”, aperte agli studenti e ai cittadini, promosso dal Quadri, dall'Istre-vi, dall'ANPI e dall'AVL. Diversi sono stati i “pellegrinaggi”, orga-nizzati dalle Sezioni, ai luoghi della Resi-stenza, delle rappresaglie nazifasciste, della deportazione e dello sterminio (Risiera di S.Sabba, Museo dei fratelli Cervi, Marzabotto, Fossoli e Carpi, Mal-ga Zonta, Bassano, Mauthausen e altri). Rilevante é stato il convegno tenuto a febbraio nella città di Bassano su “Malga Silvagno”. Gli atti del convegno sono disponibili e le Sezioni li stanno diffondendo; esso ha suscitato fra gli studiosi un vivace con-fronto, ancora in corso, sul Gruppo di Fontanelle di Conco . Di particolare validità é risultata l'iniziati-va della "pastasciutta antifascista",

scuole, stampa sintetica di particolari episodi. Possiamo però affermare che le nostre manifestazioni, preparate in modo adeguato con l'apporto di molteplici "attori", rappresentano momenti vivi di memoria storica, di riflessione e di forma-zione. In questo senso é giusto dire che ogni incontro per la nostra Associazione é una semina; dalla semina scaturiscono germi che danno frutto. I risultati e la presenza dell'ANPI, radica-ta in tanti centri della nostra Provincia, testimoniano che l'impegno per le mani-festazioni é positivo; semmai si pone oggi un problema di scelta, perché le cerimonie locali tendono a crescere, se-gno che la coscienza del ruolo e del valo-re della Resistenza nella nostra storia si va estendendo nelle comunità. Bisogna quindi continuare a preparare in modo intelligente le cerimonie anche nei pros-simi mesi, chiamando a collaborare i gruppi dirigenti, gli Enti locali, le Scuole e le altre Associazioni. Gli incontri con il mondo della scuola so-no stati numerosi, in varie realtà della Provincia (sulla Shoah; su fascismo, foi-be ed esodo; sulla seconda guerra mon-diale; sull'otto settembre 1943 e sull'av-

Sabato 18 ottobre 2014 POIANA MAGGIORE – Cerimonia in onore dei 7 Martiri del 15 ottobre 1944.

– Ore 10,00 Raduno nel piazzale del Municipio, formazione del corteo.

Sabato 18 ottobre 2014 FOZA – Commemorazione dei partigiani e civili caduti. - Ore 10,00 Raduno presso il sagrato della Chiesa - corteo al Monumento ai caduti. Interventi ed orazione ufficiale - S.Messa.

Domenica 26 ottobre 2014 RAGA ALTA di SCHIO – Cerimonia in onore di Pietro Barbieri e dei caduti della sua Brigata.

– Ore 9,45 Raduno davanti alla casa di Barbieri e al Monumento.

Sabato 15 novembre 2014 “Dieci Martiri” di VICENZA – Ore 9,30 Deposizione corona al Monumento della Resistenza (Campo de Nane) – Ore 10,00 Raduno davanti alla Chiesa di Santa Caterina.

Domenica 23 novembre 2014 FARA VICENTINO – Commemorazione dei caduti di contrada Gasparini

– Ore 9,30 Raduno nel cortile della Contrada

Domenica 7 dicembre 2013 PRIABONA di MONTE DI MALO – Commemorazione caduti delle Ronare e rastrellamento 1.12 1944. - Ore 9,00 Raduno – Ore 9,30 S.Messa, poi corteo verso il Monumento in località Ronare. Saranno deposti mazzi di fiori alle Lambre e a Monte di Malo.

RICORRENZE IN PROGRAMMA

Manifestazioni e commemorazioni in Provincia - 2° parte

Venerdì 15 agosto 2014 -

MALGA ZONTA di Folgaria Commemorazione di Bruno Viola “Lampo-Marinaio” e compagni.

Lunedì 18 agosto 2014

PADOVA Commemorazione di “Dante”, “Pino”, Busonera e compagni.

Domenica 24 agosto 2014

MAROLA di CHIUPPANO Commemorazione di “Lupo”, “Pascià” e dei caduti partigiani della Brg. Mameli

Domenica 31 agosto 2014

MALGA CAMPETTO Visita al luogo di nascita delle Formazioni Garemi

Sabato 6 settembre 2014

VAL BARBARENA di Tonezza Omaggio a “Freccia” (John P. Wilkinson) ove fu ucciso.

Domenica 7 settembre 2014

GRANEZZA di MONTE CORNO Commemorazione dei partigiani caduti nel rastrellamento del 6/7 settembre 1944.

Lunedì 8 settembre 2014

CRESPADORO - RIFUGIO BERTAGNOLI – SCAGINA Commemorazione dei Caduti di Crespadoro e del ragazzo parti-giano F.Fochesato “Checa”

Sabato 13 settembre 2014

S.VITO DI LEGUZZANO Commemorazione dei partigiani caduti nel settembre 1944

Domenica 14 settembre 2014

PIANA di VALDAGNO Commemorazione dei partigiani e civili caduti nei rastrellamenti del 9/12 settembre 1944 (Operazione Timpano)

RICORRENZE GIÀ CELEBRATE

Sabato 27 settembre 2014

BASSANO DEL GRAPPA Cerimonia in ricordo delle vittime del rastrellamento del Grappa 20/28 settembre 1944. Domenica 28 settembre 2014

VIGO di SOVIZZO Cerimonia in ricordo di “Diavolo”, “Anibo” e “Romeo-Tevere” Sabato 4 ottobre 2014

CARPANE’ di SAN NAZARIO Commemorazione dei caduti del Grappa in territorio di S.Nazario.

Domenica 5 ottobre 2013

MALGA SILVAGNO Commemorazione dei 4 partigiani garibaldini caduti il 30.12.1943.

2 A.N.P.I. Comitato Provinciale di Vicenza Ottobre 2014

nell'anniversario del 25 luglio I943, indet-ta dallo SPI-CGIL vicentino e veneto con l'adesione dell'ANPI provinciale, cui sono seguiti dibattiti e film su temi di grande attualità. Una buona partecipazione ha registrato l'iniziativa della "pastasciutta antifascista" in Val Leogra, svoltasi all'ARCI di Torrebelvicino. Durante l'anno sono uscite nuove ricer-che storiche sulla Resistenza e sulla Li-berazione;alcune Sezioni si sono distinte nella presentazione dei testi e nell'espo-sizione di mostre sul periodo della lotta armata contro i nazifascisti e del soste-gno delle popolazioni. Si stanno svolgendo conferenze pubbli-che su episodi importanti della Guerra di Liberazione; altre seguiranno nei prossi-mi mesi in occasione del 70° anniversa-rio della Liberazione. Ad esso sarà dedicato pure il Calendario della Resistenza 2015. Si accettano di buon grado proposte e consigli per migliorare la nostra attività, soprattutto se accompagnati da contributi di impegno volti a rendere più efficace, viva e attuale la conoscenza della storia del nostro Paese, riscattato e liberato dalle donne e dagli uomini che hanno abbracciato e sostenuto la causa della lotta armata e civile per la vittoria sul na-zifascismo.

M.F.

dalla prima pagina

Page 3: Patriota ottobre 2014

Com'era nei programmi del Comitato Provin-ciale e delle Sezioni dell'ANPI dell'Altopia-no, di Bassano del Grappa, di Marostica e della Val Brenta si è tenuto un importante convegno storico sui fatti di Malga Silvagno. Esso si è svolto all’Hotel Palladio di Bassano del Grappa il 1° febbraio 2014 ed è la con-clusione di un percorso che l’Associazione ha iniziato nell’estate del 2011, con l’obiettivo di “recuperare” alla memoria sto-rica e civile l’impegno e il sacrificio dei quat-tro partigiani di fede comunista, Giuseppe Crestani, Ferruccio Roiatti, Tommaso Ponta-rollo e “Zorzi-Pirro-Maschio”, che il 30 di-cembre 1943 furono soppressi da altri uomini dello stesso Gruppo, comunemente detto “Gruppo di Fontanelle di Conco”. Questo percorso è stato realizzato in tre tappe. La prima il 22 aprile 2012 con l’inaugu-razione della nuova targa nella quale è stato inserito il nome di Giuseppe Crestani tra i Caduti Partigiani nel monumento di Fonta-nelle di Conco, sua comunità di origine. La seconda il 14 ottobre 2012 con lo scopri-mento di una lapide a Malga Silvagno dedi-cata al Gruppo e ai quattro partigiani uccisi, rendendo omaggio al loro sacrificio e ai loro ideali di Liberazione. La terza con il convegno storico di Bassano del Grappa del 1° febbraio di quest'anno, che ha visto una folta partecipazione di autorità, di storici, di appassionati e di cittadini inte-ressati. Con la realizzazione di queste tre iniziative si è voluto colmare concretamente un lungo "vuoto" di memoria pubblica e civile, sia sul piano del ricordo e dell'omaggio tangibile verso questi "martiri", sia anche su quello culturale e storico. Un grande stimolo in questo senso è giunto dalla pubblicazione, avvenuta nel 2011, del libro di Ugo De Grandis intitolato "Malga Silvagno - Il giorno nero della Resistenza vicentina". In esso, con molti dati e docu-menti vengono illustrati la storia del Gruppo partigiano, gli orientamenti e la personalità dei protagonisti fino all'irreparabile frattura e la tragica fine. In verità prima di lui vari altri autori - studiosi e uomini della Resistenza - avevano scritto su quella drammatica vicen-da, ma l'opera di De Grandis è sicuramente la più organica e approfondita, anche se in essa alcuni passaggi sono e restano non completa-mente condivisibili. Il convegno ha quindi coinvolto l'autore di questo corposo studio ed alcuni storici e stu-diosi che hanno affrontato quelle vicende (oltre a De Grandis, Pierantonio Gios, Mario

Faggion e Giancarlo Zorzanello). All'iniziativa ha parte-cipato anche l'ISTRE-VI (Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contempora-nea "Ettore Gallo" di Vicenza) sia per l'or-ganizzazione che per la conduzione del di-battito affidata al suo Presidente Giuseppe Pupillo.

Lo scopo era di realizzare un momento di confronto culturale e storico che potesse con-segnare finalmente alla Storia le vicende di Malga Silvagno. E' difficile dire se questo

scopo sia stato raggiunto. Probabilmente no, o almeno non completamente, visto anche il dibattito che si è prolungato nei mesi succes-sivi attraverso il sito dell'ISTREVI con altri interventi di De Grandis e di Zorzanello (www.istrevi.it - Archivio - Dibattito). Ma questo non è un fatto negativo, anzi. Più si scava alla ricerca della verità storica, più si favorisce un uso pubblico della Storia corret-to e proficuo, evitando possibili strumentaliz-zazioni. L'ANPI ha recentemente provveduto a pub-blicare gli atti del convegno che sono a di-sposizione presso la nostra sede di Vicenza per gli interessati e con questo ritiene di aver portato utilmente a termine il percorso che si era prefissato, anche se resta sempre attenta a futuri sviluppi. Nel frattempo continuerà a tener viva la memoria storica su questi dolo-rosi avvenimenti con la manifestazione che, dall'inaugurazione della lapide, si celebra ogni anno in ottobre a Malga Silvagno.

Giorgio Fin

Bassano del Grappa - 1° febbraio 2014 ** CONVEGNO STORICO

Da sin.: Giuseppe Pettenuzzo (Presidente Sez. ANPI Bassano), Mario Faggion, Giancarlo Zorzanello, Giuseppe Pupil-lo, Pierantonio Gios e Ugo de Grandis.

NO alla GUERRA SI' alla PACENO alla GUERRA SI' alla PACE stop ai bombardamenti ...

stop con la morte dei civili e il dramma dei profughi ... stop alla violenza il SILENZIO è complice

Mercoledì 30 luglio in Piazza dei Signori a Vicenza: è stata una iniziativa trasversale tra sindacati, associazioni, partiti, cittadine e cittadini, gruppi civici del nostro territorio, uniti da una forte richiesta di pace e di ri-spetto dei diritti umani. Tra gli aderenti an-che l'ANPI che ha accolto pienamente l'appel-lo lanciato per l’occasione. «Gli eventi drammatici che stanno travolgen-do i delicati equilibri tra Israele e Palestina stanno dilaniando un territorio, lembi di ter-ra che hanno contribuito alla formazione della cultura occidentale, di cui siamo parte. Di fronte ai missili, ai bombardamenti e agli attacchi di terra che continuano a mietere vittime innocenti, l’Europa rimane immobile: la nostra Europa, portatrice di diritti di u-guaglianza e libertà, oltre che di pace, vive oggi la contraddizione dell’immo-bilità rispetto agli ideali che l’hanno vista nascere. ... Dobbiamo iniziare a ripensare il nostro modo di essere cit-tadini d’Europa, oltre che riflettere sulla sterilità della politica italiana che talvolta si esprime con dichiarazioni limitate e inconcludenti. E così, nella vita quotidiana, ingenuamente finiamo per pensare che la guerra sia qualcosa che non ci riguarda. … Anche da Vi-cenza, città da sempre impegnata sui valori della solidarietà, della libertà e della pace deve partire un messaggio forte per riflettere e chiedere la pace. Una pace che noi in passato abbiamo ottenuto grazie al sacrificio dei nostri padri, che hanno lottato per liberare la

nostra terra in nome della democrazia e della libertà». Alla partecipata manifestazione non vi era-no le bandiere delle realtà che hanno aderi-to all’appello, ma solo bandiere della pace. Iniziative del genere sono da applaudire e da sostenere e andrebbero ripetute per tutte le guerre in corso e sono molte, trop-pe. A partire da quella che si combatte qui vicino, in territorio dell'Ucraina. Anche que-sta guerra è grave e sanguinosa e rispetto ad essa l'Europa e l'Occidente dovrebbero porsi come portatori di pace, senza alimen-tare divisioni, nel rispetto della volontà dei popoli interessati, rinunciando a qualche interesse immediato e riconoscendo anche le proprie responsabilità.

Fascismo e neonazismo si stanno diffondendo in Ucraina in misura preoccupante .

3 IL PATRIOTA

Page 4: Patriota ottobre 2014

Nel 70° della morte di Toni Giuriolo, ferven-te antifascista, brillante intellettuale, capitano degli alpini, valoroso comandante partigiano caduto in battaglia contro i tedeschi, Meda-glia d’Oro al Valor Militare, le Associazioni Provinciali A.N.P.I., C.A.I., A.N.A. e l'I-STREVI hanno concordato una serie di ini-ziative in suo onore nel corso dell'anno 2014. La prima, organizzata dal CAI, si è tenuta presso il Patronato Leone XIII di Vicenza il 18 marzo scorso. E' stata una serata di rac-conti ed immagini condotta da Francesco Gleria, socio del CAI, e da Antonio Trentin (giornalista, autore del libro “Toni Giuriolo. Un maestro di libertà”). La seconda, organizzata dall'ISTREVI, si è svolta l'8 giugno 2014. E' stato un "pellegrinaggio civile" sui luoghi dell'Alto-piano che videro protagonisti della Resisten-za "Capitan Toni" e i suoi "Piccoli Maestri". Per la gran quantità di neve ancora presente, l'itinerario è stato limitato al percorso da Campomuletto a Malga Fossetta, dove è in-tervenuto il prof. Renato Camurri, seguito dalla rievocazione dei partigiani di Giorgio Spiller, con interpretazione di brani sui Pic-coli Maestri da parte di Carlo Presotto e Pao-la Rossi e musica di Beppe Traversa.

La terza è stata organizzata dall'ANPI pro-vinciale con la collaborazione delle Sezioni ANPI della Valle dell'Agno e con il patroci-nio dei Comuni di Arzignano (luogo di nasci-ta di Giuriolo), Recoaro Terme, Valdagno, Cornedo, Brogliano, Castelgomberto, Trissi-no e Montecchio Maggiore La manifestazio-ne si è tenuta il 20 Luglio 2014 all'Alpe di Campogrosso di Recoaro Terme ove è eretto il Monumento che ricorda il valore di Toni Giuriolo e il suo amore per la montagna. Dopo la deposizione di una corona al monu-mento e il saluto delle Autorità, il presiden-te provinciale dell'ANPI, Mario Faggion , ha tenuto il discorso commemorativo. Poco dopo, nella vicina Sala Polifunzionale, la Prof.ssa Carla Poncina, direttrice ISTREVI ha tenuto una interessantissima relazione sul tema: “Antonio Giuriolo: un Capitano senza stellette, un Maestro senza cattedra”, con applauditi interventi musicali di Michela Rossato e di Michele Vencato. La prossima ed ultima iniziativa in programma, curata dal Gruppo Alpini "Giuriolo" della Sezione ANA di Vicenza, avrà luogo in dicembre a Lizzano in Belvede-re (BO) sul luogo ove "Toni" è caduto in combattimento il 12 dicembre 1944.

Per ANTONIO GIURIOLOPer ANTONIO GIURIOLO A sinistra: il Capogruppo del Gruppo Alpini “Giuriolo” di Vicenza, Renato Basso, legge la motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare. A destra : Il presidente provinciale ANPI, Mario Faggion , pronuncia la commemorazione ufficiale

A sin.: Il saluto del Sindaco di Arzi-gnano, Giorgio Gentilin. Sotto: Il saluto del Sindaco di Recoa-ro Terme, Giovanni Ceola.

Sotto: La prof.ssa Carla Poncina, direttrice dell’ISTREVI mentre tiene la sua relazione. Accanto a lei Giorgio Fin, vicepresidente ANPI provinciale. Di seguito: Michela Rossato e Michele Vencato interpretano canzoni sulla Libertà e sulla Resistenza

Anche quest'anno, ed è la seconda volta, lo SPI-CGIL ha organizzato la "Pastasciutta antifascista" per ricordare che nella data del 25 luglio 1943 è caduto il fascismo. Fu allora che nonno CERVI per la gioia offrì a tutti i suoi concittadini la pastasciutta. Molte sono state in tutta Italia le città che con Vicenza e con la FONDAZIONE CERVI han-no ricordato l’evento, poiché è giusto che tale data cruciale venga ricordata come la fine di un infausto regime e l'inizio del riscat-to della nuova Nazione libera e democratica. Alla manifestazione, che si è svolta in Cam-po Marzo venerdì 25 luglio 2014, ha aderito anche stavolta l'ANPI ed era in prima fila con il presidente Mario Faggion, che è intervenu-to nella tavola rotonda di apertura della festa indetta sull'argomento:

"RESISTENZA: ieri, oggi, domani".RESISTENZA: ieri, oggi, domani".RESISTENZA: ieri, oggi, domani".RESISTENZA: ieri, oggi, domani". Grande è stata la partecipazione di autorità e di cittadini durante tutte i vari momenti in cui si è sviluppata la manifestazione, che è con-tinuata anche nei giorni 26 e 27 luglio. ri-spettivamente con un incontro sul tema "I beni confiscati alle mafieI beni confiscati alle mafieI beni confiscati alle mafieI beni confiscati alle mafie" e con la proie-zione del film "Quando c'era BerlinguerQuando c'era BerlinguerQuando c'era BerlinguerQuando c'era Berlinguer".

Un vivo plauso agli organizzatori.

Pastasciutta antifascista Pastasciutta antifascista

4 A.N.P.I. Comitato Provinciale di Vicenza Ottobre 2014

Page 5: Patriota ottobre 2014

Il 21 dicembre 2013 a Recoaro Terme, nell'ampio cortile davanti alla sua casa é stata

celebrata la cerimonia civile in memoria e onore del compagno partigiano Albino Cai-

lotto, deceduto il 19 dicembre a 96 anni. C'erano tante bandiere delle Sezioni ANPI,

quella della Sezione ANCR, la bandiera della sua brigata (la "Stella", delle Formazioni Ga-remi); c'era la bandiera del suo battaglione, il

"Romeo",posata sulla bara, e una vecchia bandiera del PCI, partito che egli ha portato

nella mente e nel cuore dalla giovinezza fino agli ultimi giorni della sua esistenza. Erano presenti molti amici e compagni e tante per-

sone di varia estrazione politica,perché Albi-no era molto conosciuto e stimato.

Riportiamo alcuni stralci dell'intervento tenu-to da M.Faggion :

«Albino, uomo e cittadino stimato non solo dagli amici e dai compagni di Recoaro e della Valle dell'Agno ma dalla popolazione tutta

del centro e delle contrade di Recoaro e an-che dagli avversari politici, ci lascia dopo una

vita intensa, attiva e operosa, dedicata al bene della sua famiglia e dell'intera società, in par-ticolare degli ultimi, degli indifesi, delle per-

sone esposte all'ingiustizia e alla prepotenza (allo sfruttamento dell'uomo sull'uomo).

Dotato di un grande equilibrio e di una buo-na capacità di analisi e di giudizio, ha im-

prontato tutta la sua attività politica, sindaca-le e associativa nella realizzazione dei suoi ideali di liberazione umana e sociale e nell'af-

fermazione dei valori della Resistenza e della Costituzione: il lavoro, la giustizia, la libertà,

la democrazia. Ha mantenuto fede ai suoi ideali con coeren-

za,affrontando a volte situazioni difficili, sen-za mai scendere a compromessi, a testa alta, con dignità e decisione.

Albino, nel 2003, mentre era segretario della Sezione ANPI di Recoaro, ha fortemente

voluto la realizzazione di un filmato, curato dal prof. Egidio Tomasi, dal titolo

"Testimonianze di partigiani recoaresi". Egli

non amava parlare di sé ma nel filmato, ac-

canto alle testimonianze di Angelo Leonardo Facchin "Lupo", di Pietro Benetti "Pompeo", di Espedito Floriani "Furioso" e di altri c'é

pure la sua, modesta, essenziale.

“Nel I942,durante il servizio militare, io mi ammalai a Torino. Poiché la malattia era

lunga e seria, fui mandato a casa con un do-cumento che mi dichiarava in attesa di pen-sione. Così rimasi libero dagli obblighi milita-

ri. Nel 1944 mi presentai a "Marco" chieden-dogli se potessi essere utile al movimento

partigiano. Mi consigliò di mettermi a dispo-sizione per fare il portaordini e per recapitare a destinazione i viveri. Dopo pochi giorni mi

ALBINO CAILOTTO (1917-2013)

incaricò di recarmi presso negozianti di ali-mentari e presso fornai che avevano già preso

accordi con lui. Dai vari esercizi prelevavo pane, farina, riso o altri alimenti. Li conse-

gnavo poi a Merendaore, ai Brunialti e in diverse altre zone di periferia... Dalla sede del

Comune di Recoaro furono prelevate delle tessere annonarie(oltre 2000) in aprile 1944. Queste furono consegnate a varie botteghe di

alimentari e ad alcuni fornai, così io potevo passare per prelevare i viveri. Mi rifornivo a

Recoaro,ma anche al Maglio di Sopra, dai fornai Cocco e Ruaro e dal negozio di Pe-trin”.

... Albino racconta con semplicità ma egli é stato uno dei più validi collaboratori dell'in-

tendente della Brigata Stella, Giuseppe D'Ambros "Marco", che doveva provvedere

ai bisogni di 1782 uomini e donne, partigiani e patrioti della formazione garibaldina. Nell'organico di comando della Divisione

Stella, Albino Cailotto fu Albino,entrato nella Resistenza nella primavera del 1944, ha i

gradi di sergente maggiore (corrispondente al caposquadra) dall'1.10.44 al 30.11.44 e di sottotenente (corrispondente al comando di

distaccamento) dall'1.12.44 all'1.5.1945. Di questo non ha mai parlato. Ma parlano

per lui l'esempio di tutta la sua vita, la sua coerenza, la sua fedeltà agli ideali di libera-

zione umana e sociale, i contatti mantenuti dal 1945 fino all'ultimo con i cittadini di Re-coaro, con gli abitanti delle contrade che rag-

giungeva sempre a piedi, l'immenso lavoro portato avanti con costanza e continuità per

la CGIL, per il PCI, per l'ANPI. Nella nostra Associazione é stato presidente della Sezione

di Recoaro ed é stato fino al giorno della morte componente del Comitato Provinciale.

... Ci mancherà sicuramente .... Però il suo esempio rimane. Ci resta l'insegnamento di

tutta la sua lunga vita, spesa per i suoi cari e per la società. Io sono orgoglioso della sua amicizia e del suo insegnamento... .

Grazie, compagno Albino, della lezione di vita che ci doni, dell'eredità morale, civi-

le,ideale che ci trasmetti; continueremo a coltivare i tuoi ideali e i tuoi sogni di giustizia

per tutti, a partire dagli ultimi; faremo tesoro del tuo esempio e ti ricorderemo sempre. Grazie Albino! Ti salutiamo, addio! ».

Il 27 dicembre 2013 é deceduto a Schio il compagno partigiano Giovanni De Rossi

"Gek 2°". In marzo aveva compiuto 90 anni. Giovanni appartiene ad una singolare fami-

GIOVANNI DE ROSSI “Gek 2°” (1924-2013)

glia di combattenti garibaldini; il fratello mag-giore Luciano, "Gek 1°", fa parte della pattu-

glia di "Marte"(Giovanni Garbin) che ai primi di gennaio 1944 é inviata a Malga Campetto

di Recoaro e contribuisce a fondare, sotto il comando di "Giani" e di "Germano"il nucleo originario delle Formazioni Garemi; il fratel-

lo minore Gino, "Gek 3°", entra anche lui ben presto nella Resistenza e agisce nelle forma-

zioni della Valle dell'Agno (Brigata Stella) e nella Val Leogra (Brigata Martiri Val Leogra).

Chi vuole conoscere le vicende partigiane dei tre fratelli deve consultare " I Quaderni della

Resistenza di Schio " 1-15, 1977‑1982, a cura del Gruppo dei Cinque.

Di Giovanni "Gek 2°" si deve dire che é stato un capopattuglia intelligente, deciso e valoro-so e ha agito in Valle dell'Agno, in Valle del

Chiampo, in Val Leogra, in Val Posina, in Val Terragnolo e poi ancora nella zona di

Schio fino alla Liberazione. Al suo funerale, che si é svolto il 30 dicembre

2013 alla presenza di tanti amici e compagni e di molte bandiere delle Sezioni ANPI della

Valle dell'Agno e della Val Leogra e delle bandiere delle Formazioni Garemi (Brigata

Stella, Brigata Martiri Val Leogra, Brigata Pasubiana), Guido Bortoloso, segretario della Sezione di Magré, lo ha salutato con queste

parole :

«Siamo venuti a portare l'ultimo saluto dell'ANPI ad un caro amico e compagno,

Giovanni De Rossi "Gek 2°", partigiano della Brigata Martiri Val Leogra, delle Formazioni Garemi. Della classe 1923, l'otto settembre

I943, giorno dell'armistizio con gli Alleati angloamericani, Giovanni si trova in ospedale

a Gorizia. Rientrato a Schio con un permesso, sale subi-to in Raga e aderisce e si dedica alla costru-

zione del movimento partigiano. E' inviato nel febbraio 1944 a Malga Campet-

to di Recoaro; sui monti dell'Alta Valle dell'Agno e del Chiampo rimane fino alla fine

di luglio 1944; partecipa a varie azioni parti-giane collaborando con "Pino" e con "Dante".

Nel mese di agosto si trova in Posina e riesce a mettersi in salvo sul Maietto durante il mas-

siccio rastrellamento che ha investito dal 12 al 14 agosto Posina e i Campiluzzi; poi lo tro-viamo alle Piane di Schio,agli ordini del co-

mandante "Giulio".

Il 31 dicembre sfugge ad un agguato fascista e trova rifugio a Santorso presso la famiglia di

Angelo Costa,che lo nasconde in un bunker. Guarito da una malattia che l'ha tenuto fermo per qualche tempo, in primavera partecipa al

sabotaggio del ponte sul Timonchio e alla Liberazione di Schio.

Giovanni "Gek 2°" appartiene alla generazio-

ne degli uomini e delle donne della Resisten-za e della Liberazione (dell'Italia dall'occu pazione tedesca e dalla dittatura fascista),

generazione che ha conquistato per tutti la libertà, la pace, la democrazia, la Repubblica

e che ha elaborato e approvato la Costituzio-ne. Per tutta la sua lunga esistenza iscritto all'AN-

PI, presente alle manifestazioni della Resi-stenza e alle iniziative culturali, Giovanni é

stato un uomo e un cittadino coerente, equili-brato, esemplare.

CON GRATITUDINE VI RICORDIAMO

5 IL PATRIOTA

Page 6: Patriota ottobre 2014

Giovedì 6 febbraio 2014, presso la Casa del Popolo - Circolo ARCI di Torrebelvicino, ha

avuto luogo la cerimonia civile in memoria di Guglielmino Bertoldi "Mino", deceduto a 92

anni. Alle sue esequie hanno partecipato tanti amici e compagni e numerose bandiere di

varie Associazioni, in particolare delle Sezio-ni ANPI della Val Leogra e della Valle dell'A-gno e le bandiere delle Formazioni Garemi

"Stella", "Martiri Val Leogra" e "Pasubiana". Negli interventi é stata messa in risalto la

forte personalità di "Mino" come partigiano, lavoratore, cittadino e come militante e diri-gente della sinistra vicentina, della CGIL e

dell'ANPI, strettamente unito alla figura della moglie Lucia Bortoloso e al ruolo avuto nella

famiglia, nella società civile e in tutte le ini-ziative associative, politiche e sociali insieme;

anche la moglie, deceduta nel 20I0, apparte-neva al Battaglione Apolloni. Nato a San Vito nel 1921,di professione elet-

tricista, dopo il matrimonio nel I942, si trasfe-risce a Torrebelvicino. In quel periodo com-

pie un'esperienza di lavoro a Berlino e a Vien-na alla Siemens, però il 4 settembre 1943 rien-tra in famiglia, che risiede in località Casale-

na, dove "Mino" e Lucia hanno in custodia la "Villa Rossa".

Intervenuto l'armistizio,"Mino" partecipa alle prime riunioni a Torrebelvicino per l'avvio

della Resistenza contro l'occupazione tedesca e i fascisti della RSI. Entra nella pattuglia di "Fondo Torre" (con

Dusolino Scorzato "Ivan", Ernesto Vallortiga-ra "Morgan", Tarcisio Conzato "Furia", An-

tonio Nardello "Thomas" e altri), inquadrata poi nel Battaglione Apolloni della Brigata

Martiri Val Leogra. All'inizio lavora presso la Prealpina Refrattari ma é in costante rapporto con il suo gruppo partigiano e con i dirigenti

della Resistenza. La sua abitazione,posta in zona isolata e pro-

tetta ("Mino" ne parla nel libretto "La Villa Rossa di Casalena"), per un intero anno divie-ne un punto di riferimento essenziale per gli

sbandati di passaggio, per i renitenti e per i partigiani di Torrebelvicino, di Poleo e della

Val Leogra; é inoltre una base sicura, d'intesa con il CLN locale e con il CLN di Schio, per i

comandanti di Malga Campetto ed é luogo di riunioni importanti fra "Pino", "Dante", "Randagio", "Giulio" e "Alberto", comandan-

ti delle Formazioni Garemi e protagonisti della lotta armata contro i nazifascisti.

Sottoposti a perquisizioni improvvise e con-trolli dei fascisti e dei tedeschi, "Mino" e Lu-cia sono costretti ad abbandonare l'abitazio-

ne; la moglie con il piccolo Oscar e Paola che sta per nascere trova una sistemazione preca-

ria; "Mino" deve entrare in clandestinità. Il loro impegno, tuttavia, fra tanti pericoli e

insidie continua fino ai giorni della Liberazio-

GUGLIELMINO BERTOLDI (1921-2014)

GINO DAL LAGO "Lupo" (1924-2014)

Sabato 15 marzo 2014 nella chiesa del Sacro Cuore di Schio si sono tenute le esequie del

partigiano Gino Dal Lago "Lupo". Era nato a Poleo il 23 luglio 1924. E’ mancato a quasi 90

anni. Come altri giovani della sua zona, Gino nella

primavera del 1944, non volendo rispondere al bando di chiamata alle armi sotto la Re-pubblica di Salò, sceglie la via della montagna

ed entra nella pattuglia di Giovanni Cavion "Glori", nucleo originario del Battaglione

Ramina-Bedin della Brigata (poi Divisione) Martiri Val Leogra, delle Formazioni Gare-mi, che agisce sulle colline e sui monti a Nord

di Schio. Memorabile l'azione compiuta dalla pattuglia

di "Glori" il 15 giugno 1944: il sabotaggio al cementificio di Schio, in concomitanza con

diverse azioni di sabotaggio condotte da altre squadre di garibaldini in Val Leogra.

Nella notte fra il 15 e il 16 giugno sette parti-giani ("Glori", "Bob", "Ghandi", "Mazzini",

"Volpe", "Lupo" e "Pelloni") penetrano nel cementificio muniti di cariche al plastico e fanno saltare i trasformatori dello stabilimen-

to paralizzando per mesi la produzione di 2000 quintali al giorno di cemento. Le opere

di fortificazione germaniche sulle Prealpi e nel Basso Vicentino subiscono un danno no-

tevole. Le azioni di sabotaggio del mese di giugno nella Val Leogra e nella Valle dell'Agno fanno

desistere i comandi alleati dai bombardamenti a tappeto sulle zone industriali dell'Alto Vi-

centino. Sfuggito ad un poderoso rastrellamento, Gino

con la pattuglia si trasferisce in luglio nella Val Posina, poi fa ritorno in Val Leogra e opera nella zona tra i Cappuccini e il Monte

Alba, sempre alle dipendenze di "Glori".

Nel mese di novembre, su ordine del coman-do, trova occupazione sotto la Todt in un cantiere in Val d'Astico. Viene individuato

dai fascisti della G.N.R. ai primi di gennaio 1945, arrestato e tradotto a Schio nella caser-

ma "Firenze". Qui viene più volte picchiato e torturato.

Dopo le sevizie viene consegnato ai tede-schi,che lo avviano alla deportazione in un campo di concentramento ad Erfurt. Riesce a

sopravvivere e torna a casa al termine della guerra fortemente provato nel fisico e nell'ani-

mo. La sua storia é esemplare e ci fa capire il gran-

de valore della Resistenza e quanto alto é stato il "prezzo" della conquista per tutti della

pace,della libertà e del diritto ad aspirare ad una società democratica e più giusta.

Il 29 marzo 2014 veniva a mancare all'età di 92 anni il partigiano, reduce, volontario della

libertà Giuseppe Salgarolo, cittadino di Mon-tebello Vicentino, persona stimata e rispettata

dalla Civica Amministrazione e dai suoi con-cittadini.

La cerimonia funebre si è svolta il 1° aprile nella chiesa gremita di persone, tra le quali molti amici, con la presenza di labari e ban-

diere delle Associazioni.

Al termine della Messa ha preso la parola Rolando Lotto, un amico di Giuseppe, il qua-le, a nome anche del Comm. Crosara presi-

dente nazionale dell'A.N.C.R., di Mario Fag-gion presidente provinciale A.N.P.I. e di

Francesco Binotto, presidente provinciale dell'A.V.L., ha voluto associarsi al dolore dei

familiari per la dipartita del loro caro. Ha poi tratteggiato la figura di Giuseppe ed ha ricordato con commozione anche alcuni

momenti della loro amicizia. Lo ricordiamo per la sua assidua e sentita

presenza alle cerimonie patriottiche, sia come alfiere, sia come oratore, sempre dimostrando profonda conoscenza dei fatti storici comme-

morati.

Il giorno seguente il corpo di Giuseppe veniva cremato e giovedì 3 aprile l'urna con le sue

ceneri veniva deposta dai familiari nella tom-ba di famiglia, accompagnata dalle preghiere, dal suono del "Silenzio" e dalle note della

canzone da lui amata "Amici miei".

La vita esemplare di Giuseppe Salgarolo, spesa per l'affermazione degli ideali umani e

dei valori della Resistenza, costituirà sicura-mente un esempio per molti giovani.

GIUSEPPE SALGAROLO

ne e alla conquista, finalmente, della pace. "Mino" può allora dedicare tutte le sue ener-

gie al lavoro, alla famiglia, alla soluzione dei problemi della società, specialmente delle

classi popolari, sostenuto giorno per giorno dalla moglie. Educano ai loro ideali anche i figli Oscar, Paola e Carmen. Si muovono e

agiscono, per tutta la loro lunga esistenza, di comune accordo nel Partito, nella CGIL,

nell'ANPI e nelle scuole per trasmettere alle nuove generazioni l'amore per la storia, la "preoccupazione" per la democrazia che va

sempre tutelata e i loro consigli affinché cre-scano libere, preparate, responsabili e solidali.

Anche dopo la perdita della moglie (per Lucia la cerimonia si svolge al Circolo Operaio di

Magré il 6 dicembre 2010) "Mino" prosegue nel suo impegno, finché le forze lo sorreggo-no.

Egli lascia a tutti noi un grande esempio idea-le, morale e umano. Merita di essere ricorda-

to, ringraziato e onorato.

CON GRATITUDINE VI RICORDIAMO

6 A.N.P.I. Comitato Provinciale di Vicenza Ottobre 2014

Page 7: Patriota ottobre 2014

GIUSEPPE SARTORI "Beppino"

Mercoledì 26 marzo 2014 hanno avuto luogo i funerali di Giuseppe Sartori "Beppino", de-

ceduto a 88 anni. La cerimonia religiosa si é svolta nella chiesa di Spiazzo di Grancona,

gremita di folla (amici e compagni, popola-zione, delegazioni dal Vicentino, dalla Lom-

bardia e da Prato); quella civile é stata tenuta al cimitero di Grancona, davanti alla tomba dei Sette Martiri. Numerose le bandiere pre-

senti delle Sezioni ANPI e di altre Associa-zioni, con tanti dirigenti della nostra Associa-

zione, giunti dalla Provincia di Vicenza, di Milano e di Prato per salutare "Beppino", partigiano della Brigata Martiri di Grancona

IIa, delle Formazioni Garemi, e per esprimere cordoglio e solidarietà ai suoi cari.

Riportiamo alcuni stralci del discorso comme-morativo pronunciato dal presidente

M.Faggion : " ...Giuseppe Sartori,partigiano con il grado di tenente in qualità di vicecom-missario politico della sua brigata, é stato un

protagonista autentico della lotta di Resisten-za e, dopo la Liberazione, un costruttore e-

semplare della società democratica come la-voratore instancabile, come marito e padre premuroso, come cittadino impegnato nel

Sindacato (alla Falk di Sesto S.Giovanni), nell'ANPI (fondatore della Sezione di

S.Maurizio al Lambro in Lombardia), com-ponente del Comitato Provinciale ANPI di

Milano, con il suo ritorno nel Vicentino presi-dente prestigioso della Sezione di Grancona per tanti anni, ora presidente emerito della

Sezione e componente del Comitato Provin-ciale di Vicenza e come militante della sini-

stra, del PCI, per la promozione umana e sociale dei lavoratori e degli strati popolari.

... Preoccupazione costante di "Beppino" é sempre stata fino agli ultimi giorni quella di "trasmettere" alle generazioni future la cono-

scenza e la memoria storica del sacrificio dei Caduti della Resistenza, in particolare la co-

noscenza e la memoria dei Sette Martiri di Grancona, che portava nella mente e nel cuo-re (Ermenegildo, il fratello, é uno dei Sette

Martiri; Ermenegildo ha pure chiamato suo figlio); obiettivo presente in tutte le sue inizia-

tive: la formazione dei giovani, la loro educa-zione alla pace, alla democrazia, allo studio e

al lavoro perché diventino dei bravi cittadini. L'amore per la sua terra, per la Resistenza, per i Sette Martiri di Grancona, per gli ideali

di riscatto morale, civile e sociale degli strati popolari si coglie nel suo libro "La sera del

Corpus Domini", la sera drammatica dell'otto

giugno 1944 in cui hanno trovato la morte

atroce per mano di "fascisti italiani del Vicen-tino" (specializzati nella caccia ai renitenti e

ai partigiani): Raffaele Bertesina - il suo co-mandante, Silvio Bertoldo, Attilio Mattiello,

VALERIANO TECCHIO

Sabato 29 marzo 2014 si sono svolti i funerali di Valeriano Tecchio, di anni 8I, un nostro

caro amico e compagno della sezione ANPI di Schio-Poleo. Egli é mancato otto mesi do-

po la dolorosa morte della sua Milena. Valeriano, nella città di Schio, é stato un per-

sonaggio di rilievo. Imprenditore nel settore dei traslochi e dei trasporti, é stato pure eletto presidente degli artigiani scledensi e nella

C.N.A. ha ricoperto vari incarichi a livello provinciale. Militando nel partito socialista

democratico, é stato consigliere comunale di Schio per due mandati. Nell'ultimo periodo della sua vita, con l'attività aziendale portata

avanti dai figli, ha potuto dedicare il suo tem-po alla Sezione ANPI e alle iniziative com-

memorative e culturali dell'Associazione. Era sempre presente a tutte le manifestazioni della

Resistenza, in Val Leogra e nella Provincia, e portava con orgoglio la bandiera dell'ANPI di Schio. Partecipava alle riunioni provincia-

li,alle conferenze, agli incontri con i giovani. Parlava con affetto e fierezza del fratello Lo-

renzo, il partigiano "Keno", che aveva fatto parte della prima pattuglia di Santa Caterina di Tretto, insieme a protagonisti come Primo

Righele "Bixio", Pietro Marsilio"Omero", Giovanni Garbin "Marte", Germano Baron

"Turco", Bruno Redondi "Brescia" e altri. Anche se era un ragazzo, aveva svolto anche

Valeriano compiti importanti come staffetta, portando viveri e informazioni al fratello sui monti della Val Leogra e del Vicentino. Egli

fino ai suoi ultimi giorni ha coltivato gli ideali della Resistenza: pace, libertà, democrazia,

giustizia.

Il 12 giugno 2014 Egisto Dal Lago "Tranquillo" ci ha telefonato per comunicarci

che era mancato il fratello Pietro "Pacifico", valoroso partigiano della Brigata Stella delle

Formazioni Garemi. A nome della Presidenza provinciale e delle

Sezioni A.N.P.I. della Valle dell'Agno abbia-mo inviato un telegramma. alla sua famiglia, residente a Castronno (Varese), esprimendo

vive condoglianze e solidarietà. Pietro Dal Lago "Pacifico" ,classe 1923, nato

a Nogarole Vicentino, é stato uno dei primi collaboratori di Alfredo Rigodanzo "Ermenegildo-Catone", commissario politico

della Brigata Stella,che ha portato nella for-mazione garibaldina tanti giovani dei centri

addossati alla catena del Faldo (Selva, Noga-role, Alvese, Quargnenta, Piana, S.Benedetto,

Lovara). "Pacifico" curava gli incontri e il reclutamen-to dei giovani di Nogarole e di Alvese, gio-

vandosi della collaborazione di Giuseppe Piazza "Colombo" e di Ottavio Dal Molin

"Bomba". Ha partecipato a varie azioni parti-giane, tra cui il disarmo del Sottosegretariato della Marina a Montecchio Maggiore,che ha

PIETRO DAL LAGO "Pacifico"

Guerrino Rossi, Ermenegildo Sartori - suo fratello, Mario Spoladore, Ernesto Zanellato.

L'amore per la memoria storica si tocca con mano in tutte le opere da "Beppino" promosse

e sostenute: il monumento ai Sette Martiri, le lapidi, la cappellina in cimitero.

... Nel libro c'é tutta la storia della sua vita: di uomo, di lavoratore, di cittadino, di padre, di coraggioso imprenditore, di promotore di

tante iniziative (manifestazioni, visite guidate, scambi patriottici con Prato e con Pessano

con Bornago, incontri con i giovani nelle scuole, presentazioni del suo libro, proiezioni del filmato che ad esso é stato dedicato e gite

formative alla Risiera di S.Sabba, ai Fratelli Cervi, a Marzabotto, a Malga Zonta e altri

luoghi significativi, incontri conviviali e altro ancora).

... Giuseppe Sartori di Spiazzo,"Beppino Be-lotto", da umile contadino (di una famiglia numerosa: padre, madre, sei figli) e da mode-

sto operaio è stato elevato al rango di Cavalie-re della Repubblica per i suoi meriti, acquisiti

nel lavoro, nella vita associativa, nella società civile e per le sue qualità: la laboriosità, l'one-stà, la coerenza e la fedeltà ai suoi ideali di

"combattente per la libertà e per la giustizia". Avvertiamo ora il vuoto della sua perdita,

però, ispirandoci al suo esempio, possiamo trarre conforto e insegnamento per il nostro

agire quotidiano. Grazie,caro amico e compagno! Non ti di-menticheremo! Ciao,addio!».

fruttato alla "Stella" un bottino ingente: 24 casse di munizioni, 3 casse di bombe a mano,

224 armi, 20 pistole Beretta e una somma in titoli, buoni e denaro di circa 18 milioni di lire

(somma consegnata poi al comando regionale di Padova dalla partigiana Teresa Peghin

"Wally"). Dopo i massicci rastrellamenti del 9 e del 12 settembre 1944 (Operazione Timpano),nella

fase di riorganizzazione del Battaglione Brill, "Pacifico" é il comandante responsabile dei

garibaldini di Nogarole. Nel difficile inverno 1944-45 svolge pure importanti compiti asse-gnatigli dall'intendente di Brigata, al fine di

assicurare al Battaglione Brill e alla Brigata Stella mezzi adeguati. Partecipa infine a tutte

le fasi della Liberazione della zona dell'Agno e del Chiampo, agendo ai primi di maggio ad

Arzignano e a Montecchio Maggiore. Nell'Organico di Comando della Divisione Stella egli risulta Vice intendente con il grado

di sottotenente dall'1.9.44 all'1.5.45. Trasferito con la famiglia,per necessità di

lavoro,in Piemonte e in Lombardia, Pietro é stato coerente con i suoi ideali di libertà e di giustizia per tutta la sua lunga esistenza.

CON GRATITUDINE VI RICORDIAMO

7 IL PATRIOTA

Page 8: Patriota ottobre 2014

Il 14 giugno 2014 é mancato all'affetto dei suoi cari l'ing. Giobatta Danda "Vestone", di

anni 92. Fra i numerosi annunci funebri, su "Il Gior-

nale di Vicenza" del 15 giugno é apparso an-che quello della nostra Associazione :

"L'A.N.P.I. Provinciale di Vicenza rende omaggio al Comandante Partigiano e Ufficia-le degli Alpini GIOBATTA DANDA

"Vestone" ed esprime solidarietà e sentite

GIOBATTA DANDA "Vestone" ROBERTO VEDOVELLO “Riccardo”

condoglianze alla Famiglia". Nella sua giovinezza, infatti, egli é stato uffi-

ciale degli alpini nella Campagna di Russia 1942-1943 nel "Vestone" e si é distinto alla

testa dei suoi uomini a Kotowskj e a Nicolaje-wka rimanendo ferito tre volte e guadagnan-dosi "sul campo" la medaglia di bronzo e la

medaglia d'argento al valor militare. Rientrato in Italia, dopo l'otto settembre 1943

si é impegnato contro l'occupazione tedesca del nostro Paese e contro la R.S.I. di Mussoli-ni, schierata a fianco e a servizio dei nazisti,

collaborando prima con la Divisione Pasubio di Giuseppe Marozin "Vero" e , poi, assumen-

do la direzione e il comando della Brigata Rosselli, della Divisione partigiana Vicenza,

con il nome di battaglia "Vestone". Vari libri parlano di lui, come ufficiale degli alpini e comandante partigiano. Egli stesso ha

rilasciato interviste, divenute capitoli e libri della Resistenza vicentina, sul suo ruolo nella

Guerra di Liberazione. Sorprende che l'A.N.A. nel suo giornale non abbia colto e messo in risalto l'impegno e il

contributo di "Vestone" alla lotta per la libera-zione dell'Italia dall'occupazione germanica e

dalla dittatura fascista.

Lunedì 16 giugno 2014, a Vicenza, nel Tem-pio di San Lorenzo si sono svolti i funerali del

commendatore Giuseppe Crosara, di anni 92, presidente nazionale e provinciale

dell'A.N.C.R. (Combattenti e Reduci) e presi-dente provinciale della Confederazione fra le

Associazioni Combattentistiche e Partigiane, alla presenza di numerose autorità civili e militari, dei labari di tante Asiciazioni e delle

bandiere delle Sezioni ANCR della Provincia. L'A.N.P.I. ha voluto rendergli onore anche

con un significativo annuncio funebre, uscito sul quotidiano locale, in cui sono state messe in rilievo le sue doti di saggezza e di equili-

GIUSEPPE CROSARA

brio nella direzione della Confederazione, le sue funzioni lungimiranti nella presidenza

dell'A.N.C.R., il suo impegno come soldato delle guardie di frontiera (capitano nel

"ventunesimo settore" in Slovenia nella se-conda guerra mondiale) e come partigiano,

dopo l'armistizio dell'otto settembre 1943, della Resistenza vicentina per la liberazione dell'Italia dall'occupazione nazista e dalla

dittatura della Repubblica di Salò. Dopo la Liberazione, per la sua preparazione e per le

sue capacità, Crosara è stato direttore della Ragioneria generale dello Stato a Bergamo, Catanzaro e Vicenza.

Cittadino e uomo esemplare, nello svolgimen-to degli incarichi associativi ha agito con

grande senso di responsabilità, correttezza, onestà intellettuale, rispetto della democrazia

e autorevolezza, specialmente in alcune circo-stanze fondamentali: la difesa delle Pubbliche Istituzioni, la tutela della Costituzione repub-

blicana, la salvaguardia dell'Unità dell'Italia, la promozione della memoria storica dell'anti-

fascismo, delle conseguenze della guerra, dei valori della Resistenza e dei Caduti come base per la formazione delle nuove generazio-

ni. E' scomparso un altro protagonista dell'Italia

democratica; il suo esempio e il suo insegna-mento però rimangono, uniti al ricordo di un

amico schietto, leale e sincero.

Chiuppano il 26 agosto 1944]. Nell’agosto 1944 “Carlo” Sartori e

“Riccardo” Vedovello sono incaricati di tro-vare un luogo sicuro e di proteggere il Co-

mando della Divisione “Garemi”, e la loro radio clandestina. Tale sistemazione è trovata

a Breganze, a casa delle famiglie Valerio, Pigato e Barbiero. Ai primi di settembre scorta a Granezza il

Comando “Garemi” a un incontro con “Freccia”, capo della Missione Alleata

“Ruina/Fluvius”, e in seguito anche con i responsabili delle formazioni “Mazzini” e “7 Comuni”: sono i giorni che precedono il gran-

de rastrellamento; riescono a sganciarsi in tempo e a portare in salvo il Comando

“Garemi” e la Missione Alleata presso le basi del Btg. “Pretto” (futura Brigata “Pino” della

Divisione “Garemi”). Dall’ottobre-novembre 1944 è costituita la

Brigata “Mameli” e “Riccardo” ne assume il comando.

Dopo la guerra, nel 1946, Roberto Vedovello è candidato nella lista della Sinistra unita “Sole nascente” per le Elezioni Amministrati-

ve di Marano Vicentino; nel 1949 torna a Bergamo e si laurea in Medicina e Chirurgia

all'Università di Modena; si specializza in Pediatria e termina la sua carriera come Pri-mario di Pediatria presso l’Ospedale Civile di

Cavalese (TN). A cura di Pierluigi Dossi

Vedovello Roberto “Riccardo” di Luigi e

Tironi Iside, cl. 24, n. a Marano Vicentino; studente di Medicina; vicino al Partito

d’Azione; Comandante della Brigata "Goffredo Mameli" della Divisione Garibaldi-na d'Assalto “Ateo Garemi”. Il padre, di ori-

gini veronesi, è il direttore della Lanerossi di Marano Vicentino, nel dopoguerra lo divente-

rà di tutta l’Azienda; la madre è di origini bergamasche. Frequenta il Ginnasio presso il Collegio Ve-

scovile di Thiene (dove entra in amicizia con Francesco Urbani “Pat”, Francesco Zaltron

“Silva” e Alberto Sartori “Carlo”), e poi il Liceo Scientifico a Bergamo. Nel 1942, è de-

stinato alla Regia Aeronautica, come Aviere addetto ai “servizi”, ma è posto in congedo illimitato provvisorio, perché studente in me-

dicina. L’8 settembre 1943 si trova a Bergamo, dove

collabora con il prof. Giovanni Zelasco, futu-ro rappresentante militare delle formazioni

partigiane in seno al CLN bergamasco. Nell’ottobre del 1943 è costretto a rientrare in famiglia a Marano ma, preso di mira dalle

autorità fasciste del paese, decide di entrare in clandestinità riparando sull’Altopiano di A-

siago, a Malga dei Coronetto, assieme a France-

sco Urbani “Pat”, uno dei futuri comandanti della “7 Comuni”, il fratello Antonio Urbani, Giuseppe Dal Ferro e i due fratelli Dal Zotto,

figli del proprietario della malga. A Dicembre 1943, prende i primi contatti con

il CLN tramite l’ing. Giovanni Carli e don Angelo Dal Zotto, ma a gennaio 1944 è co-

stretto a scendere in pianura, nascondendosi a Marano con Francesco Urbani. In febbraio torna a Bergamo, ma catturato

come “renitente”, è inviato a Casale Monfer-rato.

Posto di fronte alla scelta di arruolarsi volon-tario come allievo ufficiale pilota

dell’aeronautica con corso in Germania o consegnato per i lavori coatti ai tedeschi, sce-glie la seconda. Caricato su un vagone bestia-

me, si ritrova a Bologna, dove è impiegato nelle opere di fortificazione e telecomunica-

zione con la Todt. In marzo 1944 riesce a tornare a Marano Vi-centino, dove conosce Mario Prendin

“Lama”, ed entra a far parte della Brigata garibaldina “Pasubiana”.

Di fatto poi diventa il luogotenente, la guar-dia del corpo di Alberto Sartori “Carlo”,

Commissario della Brigata, impegnato a con-solidare e sviluppare i contatti tra le varie formazioni; a maggio-giugno sono unificati i

gruppi già organizzati di Zanè, Grumolo e Fara, il futuro Btg. “Francesco Urbani” [cos’

chiamato in memoria del partigiano France-sco Urbani “Lupo” caduto a Marola di

CON GRATITUDINE VI RICORDIAMO

8 A.N.P.I. Comitato Provinciale di Vicenza Ottobre 2014

Page 9: Patriota ottobre 2014

Il 13 luglio 2014 ci ha lasciato il partigiano Traforti Quirino e il 19 luglio a Valdagno

sono state celebrate le sue esequie civili. Molte le Autorità politiche e amministrative

presenti, con il Gonfalone del Comune di Valdagno. Vari i rappresentanti delle Associa-

zioni, tra cui quelli delle Sezioni ANPI di tutta la Valle dell'Agno e parecchie della pro-vincia di Vicenza, con le loro bandiere. Nu-

merose quelle dei partiti, dei sindacati, ban-diere della pace e tante, tante persone.

Per l'ANPI ha reso l'ultimo saluto al partigia-no "Salvo" il vicepresidente provinciale Gior-

gio Fin, che ha esordito ricordando che Piana di Valdagno è una località che è stata crucia-

le, anzi vitale per Quirino: alla Piana infatti egli è nato e ha vissuto la giovinezza, alla

Piana è sopravvissuto alle pallottole nazifasci-ste, alla Piana ora riposa definitivamente.

Non aveva ancora compiuto sedici anni quan-do ha scelto di entrare nella Resistenza. Nei

documenti ufficiali egli è considerato partigia-no combattente dal 1° giugno 1944. Era un ragazzo, o poco più, ma allora la guerra e la

vita facevano maturare presto le persone. E poi c’era l’esempio della madre, Maria

Ghiotto, che aveva aperto le porte ai partigia-ni, che trovavano nella sua casa, a Piana, una

base sicura ed accogliente. La chiamavano con il nome di battaglia “Guenda”, perché la consideravano una di loro. Persino il fratello

più piccolo, Virgilio, 14 anni, era inserito nelle formazioni partigiane e come tale rico-

nosciuto. Lo chiamavano “Topolino” perché era minuto ed agile e perciò adatto a svolgere

i delicati compiti di staffetta, ma anche di combattente. Quirino invece era più robusto, di carattere

un po’ focoso, da lottatore e gli piaceva molto il pugilato, tanto che tutti lo chiamavano

“Carnera”. Non fu difficile quindi per lui scegliere la Resistenza anche perché aveva già ben radicate le idee antifasciste.

E' facile immaginare il suo ardore e il suo impegno nella lotta partigiana e la sua gioia e

soddisfazione quando quasi tutta la brigata a cui apparteneva, la "Stella", ai primi di set-

tembre del 1944, ha preso possesso del territo-rio di Piana, rendendola zona franca da tede-schi e fascisti. Era a casa sua, libero.

Invece sappiamo che in quei giorni era in preparazione un grande rastrellamento. Sap-

piamo che alla mattina di quel 9 settembre incominciò l’inferno intorno alla Piana. E più su, a Quargnenta, sul Faldo, a Selva, a

Castelvecchio e dall’altra parte del crinale a Marana, Altissimo, Alvese, Campanella, No-

garole. I partigiani sono circondati. Tremila sono i

TRAFORTI QUIRINO "Carnera - Salvo"

(1928-2014)

tedeschi in rastrellamento, con armi pesanti, decisi a ripulire tutto il territorio dai “ribelli”:

stava per arrivare a Recoaro Kesselring con tutto il suo Quartier Generale.

I tedeschi però non sono soli, collaborano molto attivamente anche reparti della repub-

blica di Salò e persino gli uomini della fami-gerata brigata nera di Valdagno, gente locale, che conosceva bene luoghi e persone.

È una strage. 61 i morti in quel giorno, non importa se civili o partigiani. Lo scopo era sì di scompaginare le formazioni partigiane, ma

anche di creare terrore nella gente, per rompe-re quel filo di solidarietà tra popolazione e movimento della Resistenza che costituiva la

base per l’azione della guerriglia. 61 i morti, e per poco non diventavano 62. E

il 62° sarebbe stato proprio Quirino, se la sua prontezza di spirito e una serie di circostanze favorevoli non fossero intervenute. Ecco in

sintesi la sua testimonianza:

«Ci trovammo in dodici prigionieri. Fummo messi in fila ed interrogati da un certo tenente

Bigotti (che vestiva l'uniforme delle MM): invano cercavano di farmi parlare. Visto che tutti non volevano dire nulla, ad uno ad uno i

miei compagni furono fucilati: quando toccò a me, mi presi una palla nel collo che mi uscì

dallo zigomo destro. Caddi a terra e feci finta di essere morto, riparandomi la testa con le

mani. Prima di andarsene i tedeschi ed i militi delle MM uccisero mio cugino Reniero Elio e spararono ancora contro di me, perforandomi

il braccio. Rimasi sul posto varie ore e poi, dopo essermi accertato che tutti i miei compa-

gni erano morti, mi trascinai [verso] casa per essere soccorso» E' un miracolo che Quirino si sia salvato.

"Salvo" diventò così il suo nome di battaglia.

Il vicepresidente dell'ANPI ha quindi ricorda-to come l'esperienza della Resistenza e in

particolare quella terribile della fucilazione, abbia segnato Quirino per tutta la vita. Ad un interlocutore che gli chiedeva quali

erano i suoi sentimenti verso chi voleva ucci-derlo, Quirino ha risposto:

«Sentimenti di odio, no mai; non ho mai per-donato, ma neanche ho odiato».

Lo riprova il suo comportamento per tutta la vita, mai spesa a rimuginare vendette perso-nali, ma dedicata a tradurre le sue esperienze

e le sue sofferenze, anche spirituali, in un forte impegno politico e civile. Un impegno

tutto teso all'affermazione dei valori che ha appreso in famiglia e nella Resistenza: la giu-stizia sociale soprattutto, l'uguaglianza tra le

persone, la libertà, la democrazia, la solidarie-tà, la pace.

Ha professato valori importanti e per realiz-zarli è stato costante il suo impegno, in molti

campi, compreso quello della memoria stori-ca. Infatti si è molto impegnato anche nella raccolta e nella conservazioni di documenti,

di fotografie riguardanti la brigata "Stella". E poi è stato protagonista nella vicenda che

portò alla concessione della Medaglia d'Ar-gento per la Resistenza alla Città di Valda-gno e, infine, fu per merito suo che, con il

consenso di tutte le famiglie interessate, sono stati radunati in un unico luogo monumentale

i caduti di quel rastrellamento nel locale cimi-tero di Piana , ove ora, assieme a loro, riposa.

L'ANPI serberà di Quirino un affettuoso e riconoscente ricordo di persona forte, vertica-

le, mai china di fronte a nessuno e a niente, decisa ed operosa.

Il 17 giugno a Calvene ha avuto luogo il fune-rale di Guerrino (Rino) con la presenza delle

bandiere dell’ANPI e, dopo la cerimonia reli-giosa, gli è stato rivolto l’ultimo saluto in ci-

mitero.

Nell'estate 1944 entra a far parte della "7 Co-muni" dove collabora con Francesco Covolo "Broca" in varie azioni contro i nazifascisti.

Ai primi di settembre 1944 è a Granezza e partecipa ai combattimenti, riuscendo poi

fortunosamente a salvare la vita durante il rastrellamento del 6-7 settembre.

Ritornato a Calvene partecipa, nel novembre 1944, ad una pericolosa azione presso un

deposito dei fascisti in quel di Torri di Quarte-solo. Con un compagno ferito alla testa a

bordo, sulla via del ritorno, a Dueville, il loro camion, sul quale si trovava anche il coman-dante "Silva", fu fermato ad un posto di bloc-

co tedesco e fu solo grazie ad un miracolo (così raccontava Rino) che riuscirono a supe-

rare l'ostacolo. Nell'inverno successivo passa alla "Mameli" e

opera nella zona delle Bregonze fra Calvene, Lugo e Carrè partecipando al recupero di

materiali nei lanci degli alleati.

Nell'aprile 1945 partecipa in altopiano all'at-tacco dell'Albergo "Monte Lemerle" dove aveva sede un comando repubblichino. Scese

in pianura giusto in tempo per raccogliere la resa di una divisione corazzata tedesca a Za-

ne'.

Primavera 2014. Dopo averlo custodito per quasi 70 anni, Rino decide di donare al muse-o della Resistenza di Vicenza il ciclostile della

Brigata Mameli, utilizzato tra il '44 ed il '45 nella zona di Lugo. In occasione delle cele-

brazioni del 25 Aprile l'amministrazione co-munale di Calvene, in segno di riconoscenza, gli consegna una targa.

GUERRINO TAGLIAPIETRA “Treno”

(1924-2014)

Il ciclostile della brigata Mameli ora al Museo della Resistenza di Vicenza.

Dono di Guerrino Tagliapietra “Treno”.

CON GRATITUDINE VI RICORDIAMO

9 IL PATRIOTA

Page 10: Patriota ottobre 2014

L'idea di recuperare il rifugio della Missione “Dardo” è nata dopo il completamento del Sen-tiero del Partigiano e della Resi-stenza, su proposta di alcuni iscritti e abitanti delle contrade Caile e Benetti. Il luogo del rifugio era noto ma difficilmente determinabile, co-me infatti si è dimostrato. Con l'aiuto però di Pietro Benetti e di Luciano Benetti e di altri, piano piano, scavando sul posto sono emersi i contorni del rifugio, ricavato a fianco di un'antica cava e da lì sono iniziati i lavori di recupero. Come descritto sulla bacheca posta a fianco del rifugio, la Mis-sione “Dardo” si insediò in con-trada Caile ai primi di novembre del 1944 e come compiti princi-pali aveva quelli di controllare il movimento delle truppe tedesche dopo l'insediamento del coman-do alle Fonti Regie di Recoaro e anche di procurare aviolanci per le formazioni partigiane. Inutile dire che il lavoro è stato lungo e faticoso, sia per la quan-tità enorme di permessi, che con l'aiuto della Comunità Montana Agno-Chiampo abbiamo supera-to, sia per i tanti problemi relati-vi allo scavo del sito, legati so-prattutto al recupero dell'antica cava a fianco del rifugio. Finalmente domenica 3 agosto abbiamo inaugurato il tutto, con la presenza di numerose persone, tanti amici, compagni e molte sezioni dell'A.N.P.I.. L'inaugurazione ha avuto inizio con i doverosi ringraziamenti fatti dal Presidente Claudio Flo-riani alle molte persone che han-no contribuito al progetto e con l'intervento del Presidente Pro-vinciale Mario Faggion che ha illustrato i fatti e la storia della Missione. L'evento si è concluso con il taglio del nastro e la visita del rifugio. L'evento è continuato poi con un rinfresco accompa-gnato da una band di giovani che hanno proposto alcune canzoni patriottiche in modo del tutto originale, molto apprezzate dai presenti. E' stata una giornata carica di significato e anche di gioia e con-divisione che fa onore a molte persone, in particolare modo al Direttivo della Sezione A.N.P.I. di Recoaro Terme.

Le contrade di quella zona (Muschi, Parente, Benetti, Caile, ecc.) hanno costituito punti di riferimento e di sostegno per i partigiani in tutto il periodo del-la Resistenza, subendo per que-sto le rappresaglie dei nazifasci-sti. In particolare, oltre alla Mis-sione "Dardo", la contrada Caile dal febbraio 1944 ha ospitato in un altro bunker, ricavato sotto la casa di Maria Benetti, chiamata la "mamma dei partigiani", il comando delle formazioni gari-baldine Garemi. Il 13 dicembre 1944 la casa venne incendiata ed il bunker distrutto, ma il coman-do tornò spesso in quelle contra-de fino alla Liberazione.

Recupero del rifugio della Missione inglese “Dardo”

"Dardo" è il

nome di batta-

glia del capita-no scozzese

John E.H. Orr

-Ewing, facen-

te parte della

Missione ingle-s e , " R u i n a -

Fluvius", comandata dal maggiore John Prentice Wilkinson "Freccia",

paracadutata sull'Altopiano di Asiago nella notte tra il 12 e il 13

agosto 1944. "Dardo" ai primi di

novembre lasciò temporaneamen-te "Freccia" per recarsi a Recoaro

insieme ad Antonio Carrisi

"Mario Morabito", sottufficiale

della Marina Italiana con compiti

di radiotelegrafista, e con Bill

Deugnan "Bill Neozelandese",

soldato operatore radio. I tre tro-

varono ospitalità nella contrada Caile ove venne approntato per

loro il "bunker" oggetto del recu-

pero. I compiti della Missione erano: raccogliere informazioni

sulle forze tedesche presenti nelle Valli dell'Agno, del Leogra e

dell'Adige, vie obbligate in caso di ritirata germanica; tenere sotto

controllo il Comando tedesco in

Italia e del Fronte sud-ovest euro-peo situato alle Regie Fonti di

Recoaro (poco lontano dallo stes-so "bunker") e con a capo il gene-

rale Albert Kesselring; tenere i rapporti con i gruppi partigiani

collaborando ai loro piani d'azio-

ne. Il 31 dicembre 1944 il radiote-legrafista "Mario Morabito" fu arre-

stato dai nazifascisti nella vicina

contrada Benetti e tradotto a Ro-vereto. A causa di ciò, la missione

"Dardo" si spostò nella zona della

Val Leogra.

“Dardo” è ancora vivente.

Ora il rifugio diventerà certa-mente un punto di attrazione sia per chi vuole conoscere la storia, sia per le scolaresche che vorran-no visitarlo, trovandosi esso a pochi passi dal percorso del "Sentiero del Partigiano", già frequentato da molti appassiona-ti. Muoversi in questi luoghi è come visitare un museo della Resisten-za all'aperto; un museo che con quest'opera si è arricchito di un nuovo importantissimo reperto. Claudio Floriani

Chi è “Dardo”

Sotto il titolo - Disegno della sezione e della pianta del rifugio e, sotto, la fotografia dell’interno del rifugio stesso dopo il recupero, nel quale è stato ricostruito l’ambiente e il personaggio a grandezza naturale, con divisa, attrezzature ed equipaggiamento del tempo.

Due momenti dell’inaugurazione - Antonio Sudiro e Franco Rasia (i principali artefici dell’opera di recupero) tagliano il nastro e sotto Franco Rasia illustra ad un gruppo di visitatori il rifugio che è proprio sotto i suoi piedi.

RECOARO TERME Un'altra importante iniziativa della locale Sezione ANPI

10 A.N.P.I. Comitato Provinciale di Vicenza Ottobre 2014

Page 11: Patriota ottobre 2014

30 marzo 1944 - 29 marzo 2014:

a settant’anni dal sacrificio dei quattro

martiri una partecipata commemora-zione a Montecchio M. e Arzignano

Lo scorso 29 marzo si è tenuta a Montecchio Maggiore ed Arzigna-

no la commemorazione dei “4

martiri”, operai delle officine Pel-lizzari trucidati dai nazifascisti

nella notte del 30 marzo 1944 al castello della Villa di Montecchio

Maggiore. Umberto Carlotto, Cesare Ermi-

nelli, Luigi Cocco, Aldo Marzotto

erano giovani come tanti, e come tanti si erano opposti al trasferi-

mento coatto di macchinari e mae-stranze in Germania imposto dai

tedeschi. Per questo nel marzo 1944 erano scesi in sciopero assie-

me a tutti i loro compagni di fab-

brica e per questo subirono la terri-bile rappresaglia dei tedeschi e dei

loro fiancheggiatori fascisti. Un esempio di resistenza civile e ope-

raia che ancora oggi ha molto da dirci.

A settant’anni di distanza, i nomi

dei quattro giovani sono risuonati ancora una volta tra le mura del

castello, pronunciati dagli alunni

dell’indirizzo meccatronico dello

Istituto superiore “Silvio Cecca-to” di Montecchio Maggiore. I

ragazzi hanno ricostruito con perizia gli avvenimenti, rendendo

partecipe il numeroso pubblico, presenti anche il sindaco di Arzi-

gnano, Giorgio Gentilin, e il

consigliere Mario Guggino, in rappresentanza dell’Amm.ne

comunale di Montecchio. A seguito dell’orazione ha preso

la parola il presidente prov.le Anpi Mario Faggion, che ha

ricordato, assieme ai quattro già

nominati, anche le figure di Giu-seppe Rampazzo e Giovanni

Salvato, deportati in campo di concentramento e morti durante

la prigionia, e di Giovanni Ferin, Eucaristo Marchetto, Giovanni

Moretto, Antonio Pana, Giusep-

pe Piacentini, operai della Pelliz-zari e partigiani, caduti nel corso

della Guerra di Liberazione. La cerimonia è poi proseguita ad

Arzignano, presso il monumento ai marinai.

Una mattinata intensa e parteci-

pata quella avvenuta il 29 marzo scorso, resa ancor più bella dai

numerosi giovani presenti in entrambi i momenti della manife-

stazione. Una speranza per il futuro e uno stimolo per ciascuno

a far proprio il lascito dei caduti.

Giacché, come sta scritto sulla lapide posta sul luogo

dell’esecuzione, “questi martiri, con il sangue innocente hanno

costruito la tua libertà”. Michele Santuliana

Il Sindaco di Arzignano parla ai presenti ed ai giovani studenti nel luogo della fucilazione dei quattro operai.

Festa della

Liberazione

Anche quest’anno, come già da qualche

stagione avviene, la

sezione Anpi di Montecchio Maggio-

re ha voluto festeg-giare il 25 Aprile con

una ricca serie di iniziative, allo scopo

di avvicinare sempre

più la cittadinanza ad una ricor-renza che è di tutti e che va conti-

nuamente riscoperta. Gli appuntamenti, preparati per

tempo dal nuovo Direttivo, sono

iniziati mercoledì 23 aprile con la proiezione, avvenuta presso la sala

civica “Corte delle filande”, del film “L’Agnese va a morire”, pel-

licola notevole non solo per il fatto di raccontare con obiettività la

guerra partigiana nelle Valli di

Comacchio ma anche per focaliz-zare l’attenzione sul contributo

delle donne alla causa della lotta di Liberazione.

Venerdì 25 Aprile, la celebrazione

ufficiale ha conosciuto un’im-

portante novità rispetto agli anni scorsi: l’orazione ufficiale, a cura

della nostra sezione, è stata pro-nunciata dagli alunni delle scuole

medie e superiori di Montecchio. Si è trattato di una ricostruzione

dei fatti del 1944, arricchita da

lettere di condannati a morte della Resistenza e da

una descrizione, nella parte conclu-

siva del testo, della Liberazione a

Montecchio; il

tutto sulla base di testi d’epoca e, in

particolare, grazie alle testimonianze

scritte degli inse-gnanti elementari

di allora.

Dopo il pranzo sociale, con circa

centoventi partecipanti, la festa è proseguita in Piazza Duomo fino

a tarda serata. Tra musica, letture e una mostra

all’aperto opportunamente allesti-

ta in un angolo della piazza, mol-tissimi sono stati i giovani che

hanno potuto avvicinarsi alla sto-ria della guerra di Liberazione e

alla realtà della nostra Associazio-ne.

A concludere le iniziative è stata

l’ormai tradizionale iniziativa “Sui passi della Resistenza”, avvenuta

sabato 26 aprile, una passeggiata sui luoghi dei partigiani tra le

Spurghe di Sant’Urbano e il Vigo di Sovizzo. Quest’anno i parteci-

panti sono stati una cinquantina.

Bilancio finale pienamente positi-

vo per tutti gli eventi, che la nostra sezione ha potuto proporre anche

grazie alla fondamentale e ormai consolidata collaborazione con il

Circolo culturale “Mesa” di Alte

Ceccato. Assieme si stanno già ponendo le basi per le iniziative

del prossimo anno, settantesimo anniversario della Liberazione dal

nazifascismo. A tal proposito, ricordiamo che è

possibile seguire le proposte della

nostra sezione consultando la pagina facebook “Anpi Montec-

chio Maggiore”. Michele Santuliana

MONTECCHIO MAGGIORE - ARZIGNANO MONTECCHIO MAGGIORE

QUARGNENTA di Brogliano

Come ogni anno nell’ultima domenica di febbra-

io si ricorda la strage perpetrata dai fascisti della brigata nera di Valdagno in contrada Grilli, dove

il 20 febbraio 1945 sono stati uccisi, dopo disu-mane sevizie, 5 partigiani.

Nelle foto due momenti della Commemorazio-ne

VALDAGNO

L’Alzabandiera sul nuovo pennone accanto al monumento apre la ceri-monia di commemorazione dei 7 Martiri. Prendendo a pretesto la rap-presaglia per l’attacco partigiano a un convoglio tedesco, il 3 luglio 1944 sono stati arrestati dai fascisti e consegnati ai tedeschi per la fucilazione otto importanti esponenti della Resistenza armata garibal-dina e operaia. Uno però riesce all’ultimo momento a fuggire.

11 IL PATRIOTA

Page 12: Patriota ottobre 2014

Il 10 agosto a Bocchetta Paù in

Comune di Caltrano e il 6 settem-bre in Val Barbarena in Comune

di Tonezza del Cimone si sono tenute due commemorazioni dedi-

cate alla Missione Alleata Ruina Fluvius e in modo particolare al

suo comandante maggiore J.P.

Wilkinson, caduto l’8 marzo 1945 proprio in Val Barbarena.

Quest’anno cadeva il 70° dell’arrivo nella nostra zona della

Missione Alleata, paracadutata nella notte fra l’12 e il 13 agosto

1944 sulle montagne di Caltrano.

A Bocchetta Paù, il Sindaco di Caltrano, Marco Sandonà ha vo-

luto attualizzare il messaggio di Pace che ci viene dalla lotta al

nazifascismo, accennando alla diffusa situazione di guerra che

presenta oggi lo scenario interna-

zionale. In particolare ha comuni-cato l’adesione del Consiglio Co-

munale all’appello “Fermiamo la guerra a Gaza!” e ha posto la ban-

diera della pace sul Gonfalone del Comune, annunciando anche

l’intenzione del Comune di aderi-

re in modo ufficiale alla prossima Marcia della Pace Perugia Assisi.

A Tonezza del Cimone ha fatto il suo esordio il nuovo sindaco di

Tonezza del Cimone, fresco di elezione, Diego Dalla Via ed era

presente in forma ufficiale anche

l’assessore alla cultura di Arsiero

Alberto Bortolan. Il saluto dell’ANPI è stato portato

dal presidente provinciale Mario Faggion e la commemorazione è

stata tenuta dal prof. Liverio Ca-rollo che tanto si adoperò per

arrivare, il 4 settembre 2010, ad

apporre una lapide sul luogo dove Freccia fu ucciso dai nazifascisti.

Anche in questo caso molti i rife-rimenti alla difficile attualità, fatta

di conflitti e di crisi economica che contribuiscono ad aumentare

le ingiustizie.

Dal 2010 i nipoti di Freccia, Gi-les, Susanna e Virginia, sono sem-

pre presenti, alternandosi o anche tutti assieme come è accaduto in

occasione dell’inaugurazione della lapide. Quest’anno ha partecipato

Giles Summerhays, autore di un

busto dello zio, in ceramica, do-nato lo scorso anno al Comune di

Tonezza del Cimone, che ha por-tato il saluto della madre Mary,

sorella di Freccia, che da poco ha compiuto 97 anni.

Solo 207 giorni è durata la missio-

ne di Freccia in Italia, dal 13 ago-

sto all’8 marzo, ma di lui si ricor-

dano il coraggio, la competenza,

la lealtà, con cui seppe unire tutto

il movimento partigiano della

nostra provincia.

TONEZZA VATTARO (TN)

paese di montagna. E’ anche l’occasione per rinnovare i buoni rapporti con gli amici e compagni trentini, scambiarci esperienze e programmare insieme alcune atti-vità culturali e storiche, anche in vista della prossima manifestazio-ne di Malga Zonta. Siamo fiduciosi che le delegazio-ni provenienti dal Vicentino siano sempre più numerose.

Sabato 3 maggio 2014 alcune delegazioni dell’ANPI vicentina, dell’ANPI trentina e un rappresen-tante del comune di Bolzano han-no partecipato alla Commemora-zione dei 7 partigiani caduti a guerra finita per una imboscata tesa loro dalle SS tedesche. Le giovani vittime provenivano dall’Altopiano di Asiago ed erano con altri partigiani in viaggio per scortare un reparto inglese che doveva ricongiungersi a Trento con gli Alleati che risalivano la Val d’Adige. Con il passare degli anni la mani-festazione è oggetto di una cre-scente attenzione e partecipazio-ne. Essa si svolge principalmente in due momenti: la posa della corona al monumento dei caduti (foto in alto) e poi la commemora-zione dei partigiani davanti al cippo (foto a lato e sotto). E’ una cerimonia molto suggesti-va effettuata in un caratteristico

prato ben tenuto. In questo cimitero, il più grande dell’Alta Austria sono sepolti sol-dati di varie nazionalità, fra cui alcune migliaia di italiani e parec-chie decine di vicentini, fra questi il thienese Pietro Moro. Ci siamo soffermati poi nel luogo dove sorgeva la stazione ferroviaria, punto di arrivo dei convogli piom-bati, pieni di deportati, provenienti da Fossoli prima, poi da Bolzano e dalla Risiera di San Sabba di Trie-ste. A Steyr abbiamo visitato un rifugio antiaereo costruito dai deportati del lager Münichholz/Steyr, sottocampo di Mauthausen. Ma il momento più significativo è sempre quello della visita al lager di Mauthausen e al Memoriale di Gusen. Un partecipante al vi-aggio ha scritto: “Anche solo al pensiero

THIENE - Mauthausen

Il pellegrinaggio di fine agosto a Mauthausen è diventato un appunta-mento consolidato che coinvolge studenti e cittadini della zona di Thiene. La comitiva che ha visitato i lager di Mauthausen e Gusen era composta da 62 persone di cui ben 27 giovani, e tra questi 15 scelti dalle scuole superiori e CFP di Thiene e Breganze. Il programma, come al solito, è stato incalzante e in tre giorni di visita ogni momento è stato utilizzato in modo intenso; anche quelle dei pasti sono diventate occasioni di incontro con le autorità di Mauthausen e con amici austriaci, per riflettere sui

terribili delitti commessi dai Nazifa-scisti, ma anche per stringere amici-zia e rafforzare l’impegno per un mondo di pace. Con gli amici austriaci abbiamo accennato anche alla Prima Guerra Mondiale, definita giustamente da un papa “inutile strage”, e abbiamo donato loro una preziosa foto che ritrae il campo dei prigionieri italia-ni a Mauthausen durante tale guer-ra. Questo campo sorgeva dove oggi c’è il cimitero militare italiano di Reiferdorf, alla periferia di Mau-thausen, che noi siamo soliti visita-re. E’ impressionante il gran nume-ro di tombe allineate in un enorme

di aver calpestato e toccato con mano quei luoghi, in me sentivo dolore e sofferenza”. Al viaggio hanno partecipato in forma ufficiale il sindaco di Thiene dott. Gianni Casarotto e il vicesin-daco di Sarcedo Maria Teresa Cam-pese. Oltre al Comune di Thiene che sostiene l’iniziativa dal 2000, anno della prima visita, negli anni recenti si sono aggiunti il Comune di Zanè e quello di Breganze.

12 A.N.P.I. Comitato Provinciale di Vicenza Ottobre 2014

Page 13: Patriota ottobre 2014

e un invito a ripetere questa esperienza anche in altre occasioni. E‘ stata l’occasione anche per raccogliere fondi in favore di “Emergency”. salita al Passo per portare l’omaggio di un

mazzo di fiori sulla lapide nel luogo ove morì il “Partigiano Bambino”. Al Rifugio Bertagnoli intanto veniva rappresentata la storia di “Checca” con parole e musica da parte di un gruppo di giovani. Poi, per tutta la giornata fino a sera, si sono succeduti in una sequenza strin-gente ed appassionante, vari gruppi musicali, cori, attori, performers con canti e brani dedi-cati a “Checca” e alla memoria partigiana, alla presenza di moltissime persone, soprattutto giovani. E’ stato un evento nuovo ed incredi-bilmente positivo per l’impegno e la bravura dei protagonisti, ai quali va un pubblico plauso

13 IL PATRIOTA

FOLGARIA (TN) - Malga Zonta

Il tempo inclemente ha costretto i numerosi partecipanti a celebrare la tradizionale manifestazione del 15 agosto 2014 a Malga Zonta sotto un tendone, per la verità molto grande, appositamente pre-disposto dall’Amministra-zione Comunale di Folgaria. Una mani-festazione che quest’anno ha as-sunto un carattere particolare, poiché sono stati ricordati ed ono-

rati i 17 partigiani e malgari ucci-si dai nazifascisti in rastrellamento il 12 agosto 1944 nel 70° anniver-sario di quei fatti. Tuttavia, la celebrazione di questa ricorrenza si sta sempre più qualificando come manifestazione contro la guerra e per la pace. Tutti gli in-terventi sono stati caratterizzati da questo tema che è importante e dirompente se affrontato in un

luogo come quel-lo, che è stato teatro di combatti-menti nella prima

e nella seconda guerra mondiale e che poi è stato un sito strategico nella guerra fredda perché vi era allocata una grande base missili-stica. E’ stata quindi una cerimonia ec-cezionale, anche per la scelta dell’oratore ufficiale, il partigiano On. Renato Ballardini, e per la S.Messa celebrata dall’Arcivescovo di Trento Mons. Luigi Bressan. Il tutto con le note della Banda Cittadina di Cornedo Vicentino e del Coro Sojo Rosso di Valli

del Pasubio. Come sempre hanno dato il loro ammirevole apporto organizzativo gli alpini di Caldogno . Nonostante la pioggia la Manife-stazione di Malga Zonta è molto sentita e seguita e chiude sempre con un bilancio morale positivo. Un grazie agli organizzatori.

Qui sopra, da sinistra: Maurizio Toller (sindaco di Folgaria), Mario Cossali (ANPI di Trento), l’oratore Ufficiale On. Renato Ballardini e Alberto Rella (il decano tra gli organizzatori)

Sopra: l’Arcivescovo di Trento, mons. Luigi Bressan, celebra la S. Messa sotto il tendone a Malga Zonta. A sin: la tenso-struttura che ha ospitato la manifestazione di Malga Zonta del 15 agosto 2014; nella foto: una parte dei partecipanti e il palco delle Autorità.

CRESPADORO

RECOARO TERME - Malga Campetto

L’8 settembre 2014 delegazioni dell’ANPI ed Autorità civili di Crespadoro e di Arzignano hanno reso omaggio a sei partigiani e un civile caduti il 27 aprile 1944 davanti alla lapide posta sul luogo ove vennero fucilati dai nazifa-scisti. Conclusa la breve cerimonia si sono tutti spostati al Rifugio Bertagnoli ove si è tenuta la commemorazione ufficiale in memoria di Fran-cesco Fochesato “Checca” , il ragazzino di 14 anni che volle combattere anche lui per la liber-tà e fu ucciso da una raffica di mitra al Passo della Scaggina il 13 settembre 1944, durante il rastrellamento Pauke (Operazione Timpano). Al termine una delegazione di volonterosi è

Il 31 agosto 2014 si è svolta il tradizionale incontro a Malga Campetto per rievocare e celebrare l’inizio della Resistenza in un luogo che ha visto il formarsi del grup-po da cui sono nate le gloriose Formazioni Garemi. La partecipazione è stata notevole e sentita. Numerosa è stata la delegazione giunta dal Padovano per ricordare i partigiani che da Cadoneghe e dintorni sono venuti fin quassù per affermare gli ideali di libertà e di democrazia in cui credevano.

Sotto: la delegazione ANPI di Padova Nel mezzo: una panoramica laterale di Malga Campetto durante la manifestazione.

Sopra: Paolo Baruffa, componente del Comitato Provinciale ANPI, pronun-cia il discorso ufficiale tra Mario Faggion e i sindaci di Cadoneghe e di Recoaro Terme.

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Tra il 2014 e il 2015 scorre la memoria dei due immani conflitti mondiali. Il primo, scoppiato esattamente cento anni fa, si è concluso cinque anni dopo, lasciando oltre dieci milioni di morti sul campo e i gravi problemi legati ai rapporti tra le nazioni irrisolti e in larga misura inaspriti nel dopoguerra (1919-1939), che vide il consolidarsi della rivoluzione sovietica e l’affermarsi dei fascismi, a partire da quello italiano. Il termine: “guerra civile europea”, o nuova “guerra dei trent’anni” è ormai largamente usato e natu-ralmente anche discusso dagli storici contemporanei. Di questo tratteranno gli incontri proposti per il ciclo 2014-2015.

a.s. 2014-2015 Quinto ciclo di lezioni/approfondimenti per docenti e studenti dell’ultimo anno

delle Scuole Secondarie Superiori di Vicenza e Provincia

Tutti gli incontri si terranno presso l’Auditorium del Liceo “Quadri” Via Carducci 17 - Vicenza - dalle ore 11.00 alle ore 13.00

SONO APERTI ANCHE ALLA CITTADINANZA

Venerdì 10 ottobre 2014 Sarajevo rewind: 2014-1914 Eric Gobetti - ISTORETO - Torino

Martedì 2 dicembre 2014 Tra due globalizzazioni: la Grande Depressione degli anni trenta Carlo Fumian - Università di Padova

Lunedì 2 febbraio 2015 La crisi dell’Europa, lo sterminio degli ebrei e la memoria del XX secolo Simon Levis Sullam - Università Ca’ Foscari

Giovedì 5 marzo 2015 La memoria della guerra civile europea nella seconda metà del Novecento Guido Panvini - Università degli Studi della Tuscia Fine maggio, primi giugno 2015 (*)

Guerra e modernità. Violenza e cultura nel ‘900 Enzo Traverso - Cornell University - New York (*) La data sarà resa nota non appena al docente, che vive ed insegna larga parte dell’anno negli USA, sarà possibile precisarla.

Ai sensi dell’articolo 66 del CCNL 2002-2005, per gli insegnanti è prevista l’autorizzazione alla par-tecipazione in orario di servizio, in quanto l’ISTREVI, Istituto associato all’Insmli, ha ottenuto il riconoscimento di agenzia formativa, con decreto ministeriale del 25-05-2001.

Info: Carla Poncina [email protected], cell. 3425621588 Mary Pilastro [email protected]

COM. PROV. VICENZA

Premio Antonio Nicolussi, seconda edizione Durante una conferenza stampa organizzata dal Comune di Thiene, il 9 aprile, presente il sindaco dott. Gianni Casarotto, i famigliari del dott. Antonio Nicolussi, dirigenti scolastici, e-sponenti della sezione ANPI e della AVL, il rap-presentante della banca San Giorgo Quinto Valle Agno che contribuisce al premio, sono stati comunicati i risultati della prima edizione del premio Antonio Nicolussi. L’importo del Premio di 1750 Euro ha permesso di coprire in parte le spese delle visite d’istruzione organizzate dalle seguenti scuole: Centro di Formazione Professionale Saugo; due classi seconde del settore meccanico auto, il 4 aprile hanno visitato a Trieste la Risiera di San Sabba, unico lager nazista in Italia, il castello di Miramare e il Sacrario di Redipuglia Scuola media Carrè – Chiuppano; tre classi terze nei giorni 14 -16 aprile hanno visitato Marzabotto, incontrando anche il Sindaco, il parco storico naturalistico di Monte Sole, a Sasso Marconi la fondazione Guglielmo Mar-

coni e hanno incontrato i loro compagni di terza media di San Felice sul Panaro, centro gravemente colpito dal terremoto del 2012, con cui hanno sviluppato un rapporto di soli-darietà e di amicizia all’indomani del terribile evento. Centro di Formazione Professionale San Gae-tano; due classi seconde del settore legno e operatore elettrico il 15 aprile si sono recati a

Tonezza del Cimone sui luoghi della Prima e della Seconda Guerra Mondiale Centro di Formazione professionale San Gaetano; la classe 3 BV – operatore si servizi di vendita, nei giorni 16 -18 maggio si sono recati a Roma dove hanno visitato luoghi significativi come Il Ghetto Ebraico, l’Altare della Patria, Piazza San Pietro; ave-vano in programma anche una visita alle Fosse Ardeatine, ma un imprevisto li ha costretti a rinunciare.

Ora è pronto il bando della seconda edi-zione del premio. Al bando precedente sono state apportate alcune integrazioni; oltre al patrocinio del comune di Thiene si è aggiunto, molto gradito, anche quello dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contemporanea, Ettore Gallo. L’Istituto ha molto apprezzato che benefi-ciari del premio siano studenti che fre-quentano scuole come i Centri di Forma-zione Professionale, dove naturalmente si privilegiano i laboratori e le materie tecni-che e che quindi hanno meno opportuni-tà di conoscere in modo approfondito la storia del Novecento. Confermati i CFP Saugo e San Gaetano, alle scuole medie pubbliche e paritarie di Thiene, Arsiero, Valdastico, Breganze, Car-rè-Chiuppano, Zanè, Cogollo-Caltrano, Lugo di Vicenza, Fara Vic.no-Salcedo, Lusiana, Conco, Crosara, Sarcedo, Zuglia-no, Villaverla, Montecchio Precalcino, sono state aggiunte quelle di Piovene Rocchette e di Marano Vic.no. Il bando prevede che entro il 15 novem-bre le scuole presentino al Comitato ANPI di Thiene un progetto di visita d’istruzione a luoghi della Memoria, quelli che Piero Calamandrei indica, ai giovani, come luoghi dove è nata la nostra Costituzione: «...Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzio-ne, andate nelle montagne dove cadde-ro i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impic-cati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità nazionale, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione». L’anno prossimo si celebrerà il 70° della Liberazione dal nazifascismo; pensiamo sia un motivo in più per prendere in conside-razione l’opportunità che offre il Premio Antonio Nicolussi.

Giovanni Tessari

Anche per l’anno scolastico 2014/2015 l’A.N.P.I. collabora con l’ISTREVI e con il Lice-o “Quadri” di Vicenza nell’organizzazione di un ciclo di conferenze di carattere culturale e storico. L’argomento scelto è oltremodo interessante e stimolante ed ha preso spunto dalle ricor-renze dei 100 anni dell’inizio del primo con-flitto mondialie e del 70° anniversario della conclusione del secondo, per proporre una visione più ampia e nuova di quel drammatico periodo (1914-1945). I relatori sono certamente tra i più qualificati sull’argomento a livello anche internazionale. I cinque incontri quindi, come si può ravvisa-re dal volantino sotto riprodotto, si prospetta-no oltremodo originali ed appassionanti e meritano una vasta partecipazione.

INCONTRI AL INCONTRI AL

“QUADRI”“QUADRI”

VICENZA THIENE

14 A.N.P.I. Comitato Provinciale di Vicenza Ottobre 2014

Page 15: Patriota ottobre 2014

Domenica 29 dicembre 2013 ci ha lasciato Giuliano Lenci. Pisano di nascita ma padovano da moltissi-

mi anni ha svolto gli studi di Medicina alla Scuola Normale di Pisa. Di famiglia mazziniana, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, sceglie di aderire alla lotta partigiana nel gruppo di combat-

timento “Folgore”, scelta che determinerà successivamente la sua militanza politica nel Partito Comunista. Dopo la Liberazione la laurea, tre anni in Marina come ufficiale medico e poi la pro-fessione. A Padova arriva nel 1955 per la-

vorare all’Università, dal 1958 è docente e poi primario di pneumologia. Nel contem-po continua l’impegno politico e si dedica agli studi storici. Una data importante nella vita di Lenci è

quella del 7 giugno1984, quando è accanto a Enrico Berlinguer durante il suo ultimo comizio in Piazza della Frutta. Gli fornisce

Irene Barichello, giovane componente la Presi-denza provinciale dell'ANPI di Padova, ha scritto una lettera al sindaco della sua città, Massimo Bitonci, per chiedere di modificare la lapide commemorativa che si trova nella Caser-ma Pierobon, in località Chiesanuova di Pado-va, la caserma oggi intitolata a Pierobon Luigi " Dante" (Medaglia d’Oro al V.M.) Come è noto, "Dante" è stato comandante della brigata partigiana "Stella" che ha operato nella Valle dell'Agno. Arrestato a Padova, ove si era recato per condurre in montagna altri giovani partigiani, venne fucilato in quella caserma il 17 agosto 1944 insieme ad altri 6, mentre altri 3 vennero impiccati in via S.Lucia. Il motivo addotto per queste esecuzioni fu la rappresaglia per l’assassinio del Ten. Col. Bartolomeo Fron-teddu dell’esercito repubblichino, avvenuto il giorno prima e attribuito ai partigiani. Invece, come immediatamente si venne a sape-re, il Fronteddu venne assassinato da un gruppo di 7 sicari, come lui fascisti, ricompensati per l’esecuzione con 50.000 lire da un sergente della Wermacht, il Ten. Martin, che si era inva-ghito dell’amante tedesca del Fronteddu. I re-sponsabili, come risulta da inoppugnabili docu-menti, vennero identificati prima dell'esecuzio-ne. Malgrado ciò i fascisti, d'accordo con i nazi-sti, decisero di cogliere l'occasione per semina-re il terrore e colpire i patrioti resistenti. sce-gliendo per la rappresaglia l'agghiacciante pro-porzione di 10 a 1. Procedettero quindi alle impiccagioni dei 3 alle ore 16 e con le fucila-zioni dei 7 alle ore 18. Il 14 settembre 1944, meno di un mese dopo le dieci esecuzioni, presso l’aula della Corte d’Assise, il Tribunale militare regionale di Guerra processò tre degli effettivi esecutori dell’assassinio del Fronteddu e pronunciò la sentenza con la quale li condannava alla pena di

morte di morte mediante fucilazione, eseguita il 17 settembre 1944. La lapide commemorativa ricorda i fuci-lati dentro la Caserma Pierobon di Chie-sanuova; ma non vi compaiono solo i sette nomi degli ivi giustiziati del 17 agosto 1944, ve ne sono incisi anche altri, sempre di caduti per la patria, per mano fascista, fino a poco prima della Liberazione. Ma, cosa incredibile, nella stessa lapide compaiono anche i nomi dei tre sicari fascisti. Questi nomi non sono al posto giusto, stonano davvero in una lapide che così finisce per accomunare vittime e carnefici, liberato-ri e oppressori. Per questo Irene Barichello, a nome dell'ANPI di Padova (cui anche noi di Vicenza ci associa-mo) ha chiesto formalmente al Sindaco di provvedere alla rimozione di tali nomi, con-tribuendo così a riparare la verità e la memoria: poiché "le pietre parlano e sopravvivono agli uomini, è nostra responsabilità di cittadini fare in modo che non siano menzognere". Brava Irene, siamo tutti con te!

La lapide nella Caserma “Pierobon” di Padova La freccia rossa indica il nome di Pierobon Luigi;

quella nera i tre nominativi dei sicari fascisti.

BRAVA IRENE !

Lunedì 18 agosto 2014 - Un momento della commemorazione dei caduti per mano fascista nella Caserma “Pierobon” di Padova

Fucilati il 17/8/1944 - Sette partigiani (Bandini Saturno, Barbiero Primo, Franzolin Antonio, Muolo Pasquale, Pierobon Luigi ["Dante" comandante della Brg "Stella"], Pre-sicci Cataldo, Spigolon Ferruccio) Impiccati il 17/8/1944, in Via S.Lucia - Tre partigiani (Busonera Flavio, Calderoni Ettore e Lampioni Clemente ["Pino" - Commissario della Bgr. "Stella"]) I nomi dei tre sicari fascisti: (Calore Alfredo, Fai Giorgio, Gagliardo Agostino)

PADOVA

GIULIANO LENCI Ci ha lasciato

la prima assistenza, ma purtroppo, quando Berlinguer viene ricoverato, è troppo tardi. Numerose sono le sue pubblicazioni di

carattere storico che si affiancano a quelle scientifiche. Da segnalare la straordinaria conoscenza della storia della prima guerra mondiale; a questo interesse e all’amore per la monta-

gna nato negli anni universitari si deve forse l’assidua frequentazione dell’Alto-piano di Asiago. Molti i suoi i saggi e suoi contributi alla ricerca storica anche locale. Sempre attivo nell’ANPI padovana e regio-

nale, ha portato nelle scuole la sua testimo-nianza per la difesa dei valori della Resi-stenza e della Costituzione repubblicana. Attualmente era ancora Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza di Pa-

dova. Noi di Vicenza lo ricordiamo, oltre che per le sue numerose e attive presenze ad Asia-go e in molti centri della nostra Provincia, anche per il suo elevato impegno per lo

studio e la diffusione della Storia, in parti-colare quella della Resistenza e dei suoi valori; impegno costante, che abbiamo sempre costatato ed apprezzato quando lo abbiamo incontrato nelle varie manifesta-

zioni dell'ANPI, sia locali, che provinciali o regionali o anche nazionali

15 IL PATRIOTA

Da sinistra: Mario Faggion, Paolo Pierobon (fratello di “Dante”), Giuseppe Pierobon (nipote), il comandante della Caserma Pierobon, Giorgio Pierobon (altro fratello di “Dante”).

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Smuraglia chiede giustamente «se c’è davvero chi pensa che nel nostro Paese si andrebbe avanti a lungo senza ricorrere ad un com-penso, ad una diaria, ad un qualcosa di tan-gibile che giustifichi i viaggi e la permanenza a Roma». Se non pagherà lo Stato, saranno magari le Regioni: per i contribuenti cosa cambia? Il presidente dell'ANPI conclude questo argo-mento affermando: «Noi conserviamo la nostra opinione; si po-teva – e si doveva – correggere, ma non eli-minando praticamente il ruolo del Senato; ci si poteva ispirare ad esempi più probanti e interessanti, come quello dei Paesi che, co-munque la definiscano, dispongono anche di una Camera alta. Si poteva cogliere l’occasione per rafforzare la democrazia, in uno dei suoi più rilevanti assetti istituzio-nali, migliorando la qualità dei compo-nenti, inserendo altre competenze profes-sionali e scientifiche e così via. Nulla di tutto ciò. Per contentino è stato pro-messo, comunque, un referendum, quando – fra l’altro – appariva assai dubbio che si potessero davvero raggiungere i 2/3 neces-sari per impedirlo. In più si sono introdotte disposizioni sull’iniziativa popolare e sul re-ferendum che non ci sembrano corrispondere ad esigenze di democrazia (perché mai au-mentare il numero delle firme necessarie per proporre una legge di iniziativa popolare, tanto per fare un esempio?). Mentre non si è mancato di rafforzare i poteri dell’esecutivo sull’agenda parlamentare». Insomma, è una “questione di democrazia”. «Restano ancora tre letture - per la riforma del Senato - e ci dovrà essere, dopo le prime due, la pausa di riflessione prevista dalla Costituzione. Ci sarebbe il tempo per ripen-samenti e cambiamenti di rotta, ma dobbia-mo contare soprattutto sulle forze di chi in-tende ragionare, discutere, approfondire piuttosto che gloriarsi della conquista di un “trofeo”» Insomma, ribadendo il proprio impegno e la coerenza delle posizioni sostenute, Smuraglia precisa: «Fin d’ora, però, voglio dire che il nostro intento non è quello di inasprire e “chiudere” il dibattito fra due fronti contrap-posti. Siamo convinti che molti abbiano dei dubbi seri anche fra quelli che hanno votato il testo conclusivo. ... E' con questi che biso-gna dialogare, così come con i cittadini un po’ distratti dall’estate e dalla propaganda, ma attenti, comunque, ai problemi ed alle tematiche della democrazia; che non si ridu-cono solo al Senato, ma riguardano la legge elettorale, la partecipazione e la rappre-sentanza dei cittadini, il rispetto dei valori costituzionali».

LA LEGGE ELETTORALE Un tema che riguarda la democrazia è proprio la legge elettorale «che, così come appro-vata dalla Camera, toglierebbe ancora diritti ai cittadini ed alla rappresen-tanza, anziché restituirli. Ora tutti par-lano della necessità di cambiare quel testo, che non si capisce come, perché e da chi sia stato votato, se è davvero così meritevole di

essere modificato. Ma anche questo dibattito non ci appare chiaro, apparendo, più frutto di accordi e di intese “impossibili” tra pochi, che non il preannuncio di migliorie vere, in senso democratico».

LE LIBERTÀ SINDACALI Tra i valori costituzionali da rispettare - ricor-da Smuraglia - «ci sono anche quelli che ri-guardano le libertà sindacali e i diritti di associazione sindacale, chiaramente indicati dall’art. 39 della Costituzione. Orbene, anche sul sindacato si può discutere, sui mo-di con cui oggi svolge il suo ruolo, sulla sua adeguatezza rispetto ai mutamenti sociali e così via, ma sempre col rispetto dovuto e senza manifestare intolleranze ed ironie che, a dire il vero, una volta erano prerogative (poco apprezzabili) della destra».

IL LAVORO «Ma ancora: tra i “dolori” estivi ne voglio ricordare altri due. [È sempre il presidente Smuraglia a parlarci]. Il primo riguarda i dati sull’occupazione, sempre in fase di peggioramento e trattati con allarme da tutti gli organi di comunicazione; il secondo ri-guarda la crescita e lo sviluppo, ancora dotati di una fragilità e inconsistenza assolu-ta e tali da preoccupare non solo chi ragiona, in questo Paese, ma anche la stessa Unione europea. Ci sono stati molti annunci, di riforme anche importanti (parlo di annunci, perché un giu-dizio si potrà esprimere solo su testi definiti-vi, che allo stato non ci sono); ma si parla ben poco di quelle riforme che riguardano il lavoro, l’occupazione e la precarietà, e quando se ne parla si resta spesso all’interno di orizzonti angusti (come quello di immagi-nare che modificando alcune regole del lavo-ro e addirittura, secondo i più audaci, riscri-vendo lo Statuto dei diritti dei lavoratori, si incrementerebbero occupazione e sviluppo; che è molto meno di una pia illusione e spes-so induce a pensare al peggio). Si continua a parlare molto (lo ha fatto an-che il Ministro Poletti, al meeting di Rimini) di un contratto unico di lavoro a tempo indeterminato, a tutele “crescenti” (nel senso che l’art. 18 entrerebbe in vigore dopo tre anni, durante i quali il licenziamento sa-rebbe libero). E se provassimo a rovesciare

la formula ed a chiamare, finalmente, le cose col loro nome? Ad esempio, che diffe-renza farebbe se invece di parlare del suddet-to contratto unico a tutela crescente, si dices-se con franchezza che si tratterebbe di un contratto a tempo indeterminato, con un periodo di prova (durante il quale il licenziamento è libero) di tre anni? …... In ogni caso, non è certo questa la strada per il rilancio dello sviluppo e dell’occupazione. Secondo una recente dichiarazione del Presi-dente del Consiglio, i posti di lavoro non si creano con un decreto. Siamo d’accordo: infatti, ci vuole un piano organico, che com-prenda anche le contromisure contro la sta-gnazione che si sta producendo nel nostro Paese».

L'EUROPA Termina anche questa estate e «intanto, l’Europa è ancora in fase di costruzione; ce ne vuole, di tempo, per costruire i nuovi as-setti e assumere qualche decisione importan-te, di indirizzo generale, di politica estera e su altri temi assai concreti. Eppure la situazione dell’Europa e nel mon-do, la quantità di guerre più o meno dichia-rate, le tragedie infinite di ciò che accade nel Mediterraneo, sono sotto gli occhi di tutti (2.000 morti, in mare, nel giro di due – tre mesi), la crisi che attanaglia tanti Paesi e che sta sfiorando perfino la Germania; tutto questo dovrebbe indurre a fare presto, a non ridurre tutto a questioni di nomi-ne, di posti e di equilibri, per stabilire invece la "politica" dell’U.E. sul piano politico, economico e sociale».

CONCLUSIONI «Potrei parlare - conclude il presidente na-zionale dell'ANPI Smuraglia - di altre ama-rezze, davvero forti (due casi, per tutti: le acciaierie di Terni e l’Alcoa della Sardegna; altre chiusure, altre disoccupazioni, altro precariato, altra miseria vera, per intere famiglie), ma è meglio chiudere questa rasse-gna di un’estate troppo somigliante – sotto ogni aspetto – ad un inverno grigio e fumoso se si pensa, oltre tutto, a quante pagine degli organi di stampa sono state dedicate al to-pless di una Ministra e relativi pettegolezzi, che davvero non fanno onore ad un Paese che ha tanti problemi serissimi da affrontare e non dovrebbe tollerare l’insistenza su vi-cende che davvero non interessano nessuno. Meglio “dimenticare”, se possibile, e ripren-dere il lavoro e l’impegno di sempre, senza delusioni nè rassegnazioni, ma anzi con la forza della volontà e della ragione: 70 anni fa ce l’abbiamo fatta; dobbiamo farcela anche oggi, ad uscire finalmente dalla complessa crisi politica, economica, sociale e morale. Una gran parte dei cittadini italiani se la merita, questa “rinascita” ed è per questi e con questi che dobbiamo impegnarci a fondo, per restituire non solo speranze ma certezze ai tanti che soffrono ed ai giovani verso i quali siamo debitori di un presente dignitoso e di un futuro migliore».

Un’estate da dimenticareUn’estate da dimenticareUn’estate da dimenticareUn’estate da dimenticareUn’estate da dimenticareUn’estate da dimenticareUn’estate da dimenticareUn’estate da dimenticare Dalla prima pagina

Carlo Smuraglia - Presidente Nazionale dell’ANPI

16 A.N.P.I. Comitato Provinciale di Vicenza Ottobre 2014