Parte Prima Cap. 2
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CAP. 2 ATTEGGIAMENTI CONTEMPORANEI
CHE COSA PENSATE DELLA REINCARNAZIONE?
Nel corso dei numerosi incontri con il pubblico, composto sem-
pre da persone di vario orientamento, avvenuti in questi anni
abbiamo affrontato la questione reincarnazionista presentando-
la, come in questa sede, in veste di proposta di riflessione.
Abbiamo potuto raccogliere cos i sentimenti pi diffusi fracoloro che a questa ipotesi sono inclini a concedere credito.
In apertura del dibattito, la domanda che frequentemente ab-
biamo posto al pubblico stata se la reincarnazione possa
essere considerata, oggi, una teoria per illudersi o per pro-
gredire. La convinzione espressa dai presenti stata nella
quasi generalit dei casi la seconda; e questo suggerisce due
considerazioni.
Appare evidente che questa ipotesi mobilita atteggiamenti distampo positivo, di speranza, di desiderio di automiglioramen-
to, che probabilmente rivelano bisogni spirituali non soddi-
sfatti dalla vita, dall'educazione, dalla cultura corrente e
dal vissuto contemporaneo delle grandi religioni occidentali.
D'altro canto, per, questa convinzione di progresso spiritua-
le acquisibile attraverso l'ipotesi reincarnazionista pu ri-
velare una inconsapevolezza del rischio di essere una pura
evasione intellettuale; come quando la si affronta superfi-
cialmente, con le casuali o falsate rappresentazioni che ne
spesso ne danno i Media. Come giustamente rilevava la Bla-
vatsky, i pensieri possono essere anche pi efficaci delle
azioni, pertanto un pensiero evasivo, ludico, superficiale pu
avere effetti non positivi e non auspicabili.
L'altra domanda qualificante rispetto alla reincarnazione che
abitualmente abbiamo posto al pubblico relativa a "chi" o
"che cosa" si reincarna. In tutti i casi la risposta stata:
l'anima individuale, ossia un principio che porta con s il
suo personale movente reincarnazionista e il suo karma.
Nondimeno questa concezione non ha mai creato conflitto con
un'altra convinzione risultata abbastanza generale: la possi-
bilit di un karma che unisce alla famiglia o ad altre perso-
ne, oppure (ma con maggiore esitazione) ad un gruppo pi va-
sto, come i connazionali o i coetanei.
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Il convincimento che a reincarnarsi sia un principio indivi-
duale pu indicare un'assunzione di responsabilit oppure, in
negativo un ripiegamento su se stessi, ma non tanto forte da
non ammettere che il destino personale sia intrecciato con
quello di altri.
E' risultata raffigurata, quindi, la condizione generalmente
vissuta nella societ italiana che d valore all'individuo, maconserva valore ai legami famigliari e avverte- seppure in
misura limitata - l'influenza delle condizioni globali ambien-
tali.
Infine, abbiamo sempre cercato di ricondurre la discussione
sull'aspetto qualificante della reincarnazione, ovvero sulle
sue presumibili motivazioni. Non disponiamo di un'indagine
documentata, ma solo di esperienze dirette, non strutturate
con la scelta di campioni di persone, quindi non pretendiamodi quantificare la frequenza delle risposte. Esse, comunque,
si sono articolate su due posizioni molto nette: l'espiazione
e l'apprendimento, che evidenziano nel linguaggio astrologico
un'impronta "saturniana" e una "gioviana" entro la quale tende
di massima a suddividersi il pubblico.
L'incarnazione per motivi di espiazione ci ha lasciato l'indu-
bitabile impressione di essere sempre la prima e la pi fre-
quentemente dichiarata. Il movente inconscio di questo rigoro-
so atteggiamento pu risiedere, non tanto in una scadente au-
tovalutazione, quanto nel gi ricordato senso di colpa primor-
diale, ripetuto da vari miti e collegabile alla lacerazione
dell'unit del mondo e di Dio; di questa lacerazione il mondo
sopporterebbe ancora il castigo. Questo livello archetipico
che accomuna l'umanit, si riepiloga nella formazione origi-
nale della coscienza che emerge a fatica dall'inconscio, con
un senso di perdita dell'unit. Cosicch l'essere nel mondo
viene vissuto con un senso di mancanza dolorosa di una dimen-
sione pi vasta. Forse, anche come condizione peregrina, dopo
la cacciata da un paradiso senza pericoli, comunque venga con-
figurato questo paradiso. Su questa posizione psicologica tro-
va facile presa la letteratura karmica nelle sue formulazioni
pi rigidamente punitive.
L'incarnazione per motivi di apprendimento compare abitualmen-
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te come seconda risposta ed evidenzia, invece, l'aspetto "e-
roico" della natura umana. Ovvero, nello sviluppo della co-
scienza si nota che allo stadio inerme e "punito" dell'Io che
si sente colpevole, segue la fase del rovesciamento e della
lotta contro le potenze minaccianti: i draghi delle fiabe o le
figure "cattive" di dei, genitori, re e maestri. Questa posi-
zione psicologica si stacca dal primitivo dolore attraverso, oper, il miglioramento dell'Io: per acquisire una maestria o
una conoscenza che salvi e riscatti dall'instabile condizione
umana. A tale atteggiamento gi si collegavano le antiche teo-
rie gnostiche della conoscenza come possibilit di salvezza, e
le visioni esoteriche che intravedono livelli occulti della
realt, la cui scoperta permette crescita e potere.
Non fuori luogo dire, dunque, che ancora modernamente sussi-
ste la divaricazione sorta allorch, in Grecia, si pose l'ani-ma come soggetto di evoluzione: l'espiazione orfica nel carce-
re del corpo e la ricerca pitagorica del potere sciamanico.
Evidentemente entrambe le posizioni hanno per noi, discendenti
di quella cultura, una fondamentale giustezza e rispondenza a
bisogni profondi del collettivo; di entrambe probabilmente
saggio sfrondare le varianti estreme, evitare le irriducibili
durezze della certezza, e comprendere che possono confluire
l'una nell'altra. L'apprendimento pu talvolta avvenire attra-
verso l'espiazione di errori, il che come dire che qualunque
punizione meritata fonte di apprendimento.
Sono emerse saltuariamente dal pubblico anche altre spiegazio-
ni sui moventi della reincarnazione. Frequente la considera-
zione, allineata alle teorie della Teosofia, che la reincarna-
zione (punitiva) si serva delle disparit di condizioni esi-
stenziali e sociali per provocare la purificazione dell'anima;
il che un concetto da mitigare con quello della solidariet
karmica, perch all'estremo limite conduce all'indifferenza
sociale, come abbiamo visto nell'Induismo con la costituzione
delle caste.
Si sono espresse anche persone convinte che il karma possa
avere una funzione solidale, espiativa delle colpe altrui;
questa visione "nettuniana" poetica e sacrificale, riecheggia
il sacrificio di Cristo per la salvezza degli uomini, pertanto
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rappresenta anch'essa un motivo antico della nostra civilt,
soffocato dalla vernice egotistica delle dinamiche sociali
contemporanee. Il sacrificio di s per la salvazione di tutti
stato, lo dimostra la diffusione del Cristianesimo, una
grande innovazione per la natura umana; considerato da un pun-
to di vista profano il sacrificio consistito in un passo ul-
teriore, o una variante, della figura dell'Eroe. Inoltre, gio-va ricordare che anche nel Buddismo del Grande Veicolo la com-
passione elevata al rango della sapienza e vi si insegna che
esseri umani evoluti, chiamati Bodhisattva, dopo aver rag-
giunto l'illuminazione, ritardano l'ingresso nel Nirvana per
dedicarsi all'evoluzione degli altri esseri.
Questa variante "ampia" delle ragioni del karma che alcuni
cominciano a prendere in considerazione potrebbe, in negativo,
non essere esente da sfumature masochistiche o da tendenze as-solutorie per le proprie imperfezioni, ma, tenuta nella giusta
considerazione come una delle tante ipotesi possibili, pu
esercitare un correttivo per la durezza del karma ancora trop-
po spesso inteso come indefettibile legge di espiazione che
avviluppa e isola l'uomo in una dimensione punitiva.
INTENZIONI
Abbiamo ricordato le credenze degli antichi, riconosciuto il
ruolo meritorio della Teosofia nell'incitare l'Occidente a
ragionare sulla reincarnazione e preso atto di diffusi senti-
menti che oggi suscita l'idea della possibilit di reincarnar-
si.
Ora, nella Parte seconda, ci rivolgeremo all'astrologia in
quanto strumento di indagine per individuare possibili dispo-
sizioni karmiche della propria vita.
E' opportuno darci una base chiara circa le informazioni che
di volta in volta cercheremo nel tema natale.
Il lettore, per parte sua, dovrebbe rispondere alle essenziali
questioni suscitate a livello teorico dall'idea reincarnazio-
nista: che cosa si reincarna e per quale esigenza ci pu aver
luogo. Da parte nostra, similmente, ci accingiamo ad esporre
entro quale visione teorica si collocano le spiegazioni e le
interpretazioni astrologiche, essendo, ovviamente, impossibile
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trattare un argomento senza possedere un punto di vista; ed
avendo, inoltre, la volont di tramettere solo messaggi pale-
si.
La visione teorica che proponiamo della Reincarnazione fa ri-
corso a pi fonti - fra quelle precedentemente illustrate -
perch, come abbiamo la convinzione che l'opinione personale
in questa materia sia sovrana per la coscienza individuale,allo stesso modo crediamo che nessun singolo e nessuna tradi-
zione possano pervenire alla definitiva verit sulla reincar-
nazione e il karma.
Designiamo come "anima" il principio spirituale che si rein-
carna perch questa dizione ne sottolinea le capacit di valu-
tazione morale. Nel rispetto delle convinzioni alle radici
della nostra civilt, intendiamo l'anima in continuit con
vite precedenti, ma, come nelle tradizioni asiatiche, non ri-teniamo che essa emerga da una colpa commessa, bens da una i-
gnoranza della sua vera e divina natura. Tale ignoranza, spe-
rimentata come una colpa, sospinge ad una progressiva evolu-
zione verso la comprensione - anche - attraverso esistenze
terrene, assimilabili a scene diverse di una lunga storia, in
tempi e luoghi differenti del mondo, che intrattiene nessi
karmici con altre anime e con l'umanit nel suo complesso.
In questa storia evolutiva, solo illusoriamente l'anima so-
la. Come nel Buddismo, crediamo non sia possibile una salvezza
esclusivamente individuale; o meglio, temiamo che tale salvez-
za individuale consista in una forma di ignoranza dell'Uno in
cui tutte le anime esistono.
In sintonia con gli insegnamenti del Libro Tibetano dei Morti,
riteniamo che la liberazione dell'anima dal ciclo delle rein-
carnazioni possa avvenire in qualsiasi vita, maggiormente se
essa vissuta con la volont di abituarsi a governare i desi-
deri; crediamo, comunque, che maggiore sar l'autodominio ac-
quisito, maggiore sar la possibilit di rinascere entro con-
dizioni moralmente pi evolute.
Anche per l'influsso del mito platonico, riteniamo che nessuna
esistenza gravemente difficile a livello fisico, materiale,
morale possa essere giudicata il riflesso di altrettanta col-
pevolezza passata; pi probabilmente essa consiste nel frutto
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di un esacerbato e ingovernato desiderio, alla conclusione
della vita precedente, di ridare un corpo e una vicenda qual-
siasi all'anima. In sintonia con quanto alcuni cominciano a
percepire, riteniamo possibile che molte vite dolorose riveli-
no sacrifici di anime che accettano sofferenze finalizzate a
favorire l'evoluzione di altri.
Infine, riteniamo che nella vita non tutto stratifichi karma,ma solo gli atti che coinvolgono veramente le scelte morali.
Tutte queste concezioni, beninteso se si accetta il principio
che ogni cultura abbia qualcosa da insegnare alle altre, pos-
sono essere compatibili con gli orientamenti personali che
seriamente e flessibilmente considerino l'ipotesi reincarna-
zionista.
Per le considerazioni astrologiche dei prossimi capitoli rela-
tive al passato karmico, sottolineiamo che daremo i "signifi-cati" che gli astri natali suggeriscono, perch di significa-
ti, appunto, si occupa l'Astrologia.
Non si troveranno circostanze concrete e caratteristiche -
sesso, aspetto fisico, professione, peccati commessi- di vite
passate, perch riteniamo che questo tipo di pratica dell'a-
strologia karmica costituisca un vano e depistante esercizio
della fantasia.
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