Paolo Marizza1 Sviluppi organizzativi delle Istituzioni Finanziarie Corso di Organizzazione...
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Paolo Marizza 1
Sviluppi organizzativi delle Istituzioni Finanziarie
Corso di Organizzazione Aziendale
Gorizia AA 2007/2008
Paolo Marizza 2
Contenuti
Percorsi evolutivi : la fase 1 di consolidamento del sistema
Percorsi e prospettive evolutive : la fase 2
Il nuovo ruolo del vertice aziendale (corporate center)
Gli approcci innovativi per l’efficientamento delle staff di servizio
Gli approcci innovativi per un modello di gestione lean
Le leve del cambiamento
Paolo Marizza 3
Percorsi evolutivi
• Nel corso degli anni ’90 si è assistito ad un processo di consolidamento del sistema bancario italiano che ha ridotto di circa un quinto il numero di Istituti bancari
• Analogo fenomeno si è verificato su scala europea• Attualmente in Italia circa i due terzi delle banche hanno una
dimensione provinciale • Il differenziale dimensionale non ha condotto a performances
competitivi e reddituali significativamente diversi• Ma il fenomeno non è destinato a durare…
Paolo Marizza 4
Il divario tra i gruppi che hanno affrontato con successo salto dimensionale e PMI e quelli in
ritardo è sempre maggiore
Totale attivo (€ bn)
Ris
ult
ato
op
era
tiv
o /
To
tale
att
ivo
= Risultato operativo
Lowperformers
EfficientiStd Chart
HSBC
Sant CH
BBVA
UBS AG
CS GroupDeutsche Bank
Commerzbank
SocGen
BNP
AIB
RBOSLloyds
HBOS
Barclays
Abbey N
Svenka H
SEBNordea
Norske B
Danske B
BC Port
Unicredit
SanPaoloIMIMPS
IntesaBCI
Capitalia
BPVN
BNL
HVB
KBC
Dexia
0,0%
0,5%
1,0%
1,5%
2,0%
2,5%
0 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1.000
Paolo Marizza 5
Percorsi evolutivi : quali modelli?
Modello di gruppo Funzionale: modello funzionale evoluto con struttura distributiva non specializzata per segmento.
Modello Divisionale Federativo: modello di gruppo federativo con corporate center gestionale, reti distributive divisionalizzate (banche commerciali federate divisionalizzate) e accentramento delle funzioni di operations.
Modello Multispecialistico Federativo: evoluzione del gruppo federativo divisionalizzato. Sviluppa l’offerta attraverso filiere distributive/società indipendenti (incluse fabbriche di marketing e di prodotto), specializzando le banche/reti con missioni focalizzate per linee di business (approccio multibrand).
Modello Multispecialistico Integrato: modello di gruppo che integra le banche commerciali/reti, concentra le strutture distibutive, divisionalizzandole “a monte”, e specializza le strutture di produzione e servicing per business o società.
BANCA MULTISPECIALISTICA DEI TERRITORI ?
Modelli
Paolo Marizza 6
Percorsi evolutivi : i trade off organizzativo gestionali
Integrazione
Autonomia
Anni 85-90
Anni 90-00 Oggi
?
Paolo Marizza 7
Percorsi evolutivi : verso quali modelli?
Modello organizzativo
Mod
ello
dis
trib
uti
vo
Area territoriale “gestionale funzionale” con servicing locale (Area)
Esemplificativo
Area territoriale “gestionale divisionalizzata con servicing accentrato
Area territoriale “commerciale” divisionalizzata con servicing accentrato
Filiera distributiva specializzata con shared services accentrati Unicredito
oggi ?
Intesa ieri
Modelli di partenza
Fase di transizione
Modello obiettivo
MPS oggi
MPS a tendere
S Paolo IMI ieri
Funzionale Divisionale federativo
Multispecialistico federativo
Multispecialistico integrato
?
?
Paolo Marizza 8
MULTI-SPECIALIST VS. MULTI-BUSINESS: CONFUSIONE SEMANTICA E IMPLICAZIONI ORGANIZZATIVE
Multi-businessMulti-specialist
Focus sulle competenze core
Entità organizzative specializzate su linee di prodotto, segmenti di clientela, canali distributivi o mercati
Redistribuzione e reengineering delle competenze coerentemente con le aree di specializzazione
Diversificazione anche senza alcuna connessione tra le offerte
Focus di ogni entità organizzativa su specifiche linee di business/opportunità di mercato; conti economici ben distinti
Shared Services
ProductsSegment
Distribution channels
Divisions Business Unit
Individuazione di entità organizzative (Divisioni) in corrispondenza di ogni sezione (prodotti / distribuzione… elementi della catena del valore)
Divisions
Definizione delle unità organizzative – Business Unit come aggregatori degli elementi di ogni entità produttiva / distributiva
Paolo Marizza 9
SharedServices
ProductsSegment
Distribution channels
Unicredit Servizi
InformativiCall
Centre
Unicredit Produzioni Accentrate
Trading Lab
I-Faber
Pioneer Group
Locat
Unicredit Factoring
XelionPhone
BankingClarima
Filiali
In houseOutsourced
New Europe
Retail
Corporate Italy
Internet Banking
L’EVOLUZIONE DA MODELLO FEDERALE A MULTISPECIALIST - IL CASO UNICREDITO
Nel corso degli anni 90, il Gruppo Unicredito Italiano si è evoluto verso un modello “Multi-specialist”
Le caratteristiche del modello Multi-federale di UCI
Italia Entità indipendenti Banche Federate coordinate da una divisione operativa Benchmarking interno Servizi centralizzati (USI, UPA)
New Europe Entità indipendenti (management locale, brand nazionali) Forte controllo di UCI su Governance, pianificazione e
controllo e attività di supporto Fabbriche prodotto centralizzate (asset management,card
processing, leasing) Banche Federate coordinate da una divisione operativa
Le caratteristiche del modello Multi-specialist di UCI
Focus su competenze distintive Esportazione nella New Europe di skill tecnologici e manageriali Creazione sistematica di linee di business innovative, focalizzate
e ad elevata crescita Facilitazione di “mosse strategiche” ad hoc per linea di business
(es. su scala dimensionale e geografica) Miglioramento della capital allocation e del value based
management (le aree di business competono per l’allocazione di capitale)
Miglioramento della “accountability” e del riconoscimento da parte del mercato delle varie linee di business
XelionXelion
Credito Italiano
Rolo
CariVerona
CassaMarca
CRT
CRTrieste
Caritro
BMC
Inv. Banking
UBM
TradingLab
Asset Mngmt
Pioneer
Others
ClarimaClarima
Pekao
Bulbank
Pol’nobanka
Splitska Banka
Zagrebacka
UCIUCI
I-FaberI-FaberWholesale Banking
Wholesale BankingItalian BankingItalian Banking New EuropeNew Europe
Paolo Marizza 10
La divisionalizzazione a livello Gruppo si è associata alla trasformazione per segmento di clientela della rete distributiva delle banche
Il tradizionale modello“funzionale”
Introduzione dei macrosegmentiPrivati e Imprese
Ulteriore affinamento della segmentazione e creazione
di figure di segmento in Area ed in Filiale
I diversi segmenti diventanobusiness autonomi e
la “catena commerciale” si divisionalizza
DirezioneCommerciale
Aree
Filialiindifferenziate
DirezioneCommerciale
Privati Imprese
Aree
Filiali
Privati Imprese
DirezioneCommerciale
PrivatiP1
Aree
Privati
Filiali
DivisionePrivati
AreaPrivati
FilialiRetail
Nelle esperienze più evolute, ciascuna divisione:• ha una responsabilizzazione diretta sui risultati del mercato di riferimento (redditività corretta
per il rischio, es. RAROC e RORAC) e dispone di un pieno controllo delle leve commerciali• coordina, con meccanismi differenti, l’intervento delle fabbriche prodotto sul canale di vendita
Banca, con particolare attenzione agli aspetti di definizione degli obiettivi di budget di prodotto sul canale, di sviluppo di nuovi prodotti, di supporto alla Rete nelle fasi di preparazione ed effettuazione della vendita
P1 P2P2
GestoriPrivati
GestoriImprese
P3ImpreseI1 I2 I3
Imprese
ILLUSTRATIVO
I1 I2
AreaImprese
DivisioneImprese
FilialiCorporate
I1 I2P3
P1 P2 P3
I1 I2P1 P2 P3
11 22 33 44
Paolo Marizza 11
Contenuti
Percorsi evolutivi : la fase 1 di consolidamento del sistema
Percorsi e prospettive evolutive : la fase 2
Il nuovo ruolo del vertice aziendale (corporate center)
Gli approcci innovativi per l’efficientamento delle staff di servizio
Gli approcci innovativi per un modello di gestione lean
Le leve del cambiamento
Paolo Marizza 12
La rigidità dei modelli operativi delle FIs ha limitato la possibilità di conseguire sostanziali salti di efficienza
Ostacoli Caratteristiche
Carenza di Customer-Centricity
Carenza di Customer-Centricity
• Le Fis non stanno conseguendo equilibri soddisfacenti tra efficienza e fornitura di servizi a valore aggiunto per I clienti
• L’offerta di prodotti e servizi standardizzati attraverso una produzione di massa pone il cliente in secondo piano
• Le Fis non stanno conseguendo equilibri soddisfacenti tra efficienza e fornitura di servizi a valore aggiunto per I clienti
• L’offerta di prodotti e servizi standardizzati attraverso una produzione di massa pone il cliente in secondo piano
Business Model non adattivo/frammentatoBusiness Model non adattivo/frammentato
• La maggior parte delle Fis non è in grado di di gestire una rete multipla di relazioni di business
• L’organizzazione essenzialmente product based rende difficile identificare le aree su cui intervenire per arminizzare flusii operativi e servizi
• La maggior parte delle Fis non è in grado di di gestire una rete multipla di relazioni di business
• L’organizzazione essenzialmente product based rende difficile identificare le aree su cui intervenire per arminizzare flusii operativi e servizi
Ownership di funzioni “secondarie”
Ownership di funzioni “secondarie”
• Le Fis mantengono in house molti non-core business processes
• Le Fis hanno costi fissi molto elevati a causa di uno scarso e insoddisfacente utilizzo di
partnership e outsourcing
• Le Fis mantengono in house molti non-core business processes
• Le Fis hanno costi fissi molto elevati a causa di uno scarso e insoddisfacente utilizzo di
partnership e outsourcing
Competenze e talenti isolati e non visibili
Competenze e talenti isolati e non visibili
• Capacita e skill individuali non sono mobilizzati e trasferiti con processi di osmosi tra team, funzioni, Bus, geografie
• le culture prevalenti non promuovono o favoriscono l’innovazione e l’iniziativa personale
• Capacita e skill individuali non sono mobilizzati e trasferiti con processi di osmosi tra team, funzioni, Bus, geografie
• le culture prevalenti non promuovono o favoriscono l’innovazione e l’iniziativa personale
Sistemi informativi diversi e non integratiSistemi informativi
diversi e non integrati
• Frequente sviluppo di sistemi IT isolati, con architetture e lioguaggi diversi
• Sistemi IT caratterizzati da intrinseca bassa flessibilità e connettività a sistemi esterni
• Frequente sviluppo di sistemi IT isolati, con architetture e lioguaggi diversi
• Sistemi IT caratterizzati da intrinseca bassa flessibilità e connettività a sistemi esterni
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I percorsi evolutivi mostrano che la sfida è la riconversione delle risorse per lo sviluppo delle sinergie sul mercato, con l’ottenimento delle
economie di scala sulle attività a basso valore aggiuntoC
os
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Totale ricavi / Totale attivo
Lean
Laggard
Huge
Highperformers
Lowperformers
Leaders
= Totale attivo
Economie di scala
Riconversione dei costi
Dexia
KBC
HVB
BNL
BPVN
CapitaliaIntesaBCI MPS
SanPaoloIMI
UnicreditBC Port
Bpop
Danske B
NordeaSEB
Svenka H
Abbey N
Barclays
HBOS
Lloyds
RBOS
AIB
BNP
SocGen
Commerzbank
Deutsche Bank
CS Group
UBS AG
BBVA
Sant CHHSBC
Std Chart
0,5%
1,0%
1,5%
2,0%
2,5%
3,0%
0,5% 1,5% 2,5% 3,5% 4,5% 5,5%
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(segue) I percorsi evolutivi mostrano che la sfida è la riconversione delle risorse per lo sviluppo delle sinergie sul mercato, con
l’ottenimento delle economie di scala sulle attività a basso valore aggiunto
• La “FASE 2” del processo di consolidamento del sistema bancario italiano individua nell’ulteriore salto dimensionale delle diverse realtà bancarie i presupposti per affrontare le crescenti pressioni competitive e accrescere il valore delle aziende
• I riferimenti europei mostrano che non tutti i processi di aggregazione riescono a produrre i risultati di redditività ed efficienza promessi. Molti attori devono ancora vincere la sfida dell’efficienza operativa
• Con riferimento al mercato italiano, le attese sui cost/income
evidenziano ancora difficoltà a gestire il recupero di efficienza
Paolo Marizza 15
(segue) I percorsi evolutivi mostrano che la sfida è la riconversione delle risorse per lo sviluppo delle sinergie sul mercato, con
l’ottenimento delle economie di scala sulle attività a basso valore aggiunto …
• I principali scenari di settore prevedono che le F.I. si porranno nell’immediato futuro nuovi standard di produttività, da perseguire simultaneamente al miglioramento della qualità del servizio e della gestione dei rischi operativi
• Tali approcci vengono intrapresi quando le tradizionali iniziative di
riduzione dei costi (riduzione organici, dimensionamento rete, controllo dei flussi in entrata, ecc.) saranno portate a compimento ed avranno esaurito la loro spinta ai processi di efficientamento
• Ulteriori benefici sulla struttura di costo richiedono profondi ripensamenti nel “modo di fare Banca” (Lean bank, Integrated resource management)
• L’ulteriore utilizzo di leve quali il semplice downsizing non sembra infatti perseguibile senza pregiudicare il livello di servizio offerto e la capacità di stare sul mercato
Paolo Marizza 16
…per superare le problematiche relative alla fase (2) di maturità dei processi di consolidamento del sistema bancario
Acquisizione• Processi, strumenti e approcci sono tipicamente già
disponibili e consolidate da parte dell’acquirente• I processi decisionali sono diretti e fanno
chiaramente riferimento all’acquirente• I rischi sono tipicamente gestibili perché le attività di
integrazione impattano solo una porzione della nuova realtà (es. la rete, ma non le funzioni centrali) ma la performance complessiva dell’azienda non è a rischio
• La direzione del cambiamento è imposta e monitorata centralmente
• Gli organi societari ed esecutivi richiedono una quantità inferiore di informazioni sull’integrazione. La gestione corrente rimane prioritaria
• Le sinergie di costo sono tipicamente l’elemento critico fin dall’inizio
Fusione “tra eguali” Le esperienze già consolidate sono minoritarie La rapidità decisionale è spesso ritardata dalla
necessità di preservare una certa dignità/parità professionale e l’armonia culturale
I rischi sono comparativamente molto alti poichè tutte le aree organizzative, i clienti, il personale, i processi e le funzioni saranno impattati in qualche modo. Le interdipendenze si incrementano in modo esponenziale
La gestione del cambiamento richiede per raggiungere l’efficacia prevista un assetto in qualche misura distribuito con minor possibilità di controllo
Gli organi societari ed esecutivi sono coinvolti significativamente con maggior rischio di perdita di presidio della gestione corrente
Le sinergie di costo annunciate rimangono “vincolanti”, ma l’elemento critico del mantenimento della funzionalità, del presidio delle quote di mercato e del raggiungimento della redditività prende progressivamente il sopravvento
Problematiche di gestione di una “fusione tra eguali” rispetto a un’acquisizione
Paolo Marizza 17
Le esigenze di evoluzione del sistema di responsabilità manageriali di Gruppo derivano sia dagli sviluppi organizzativo societari in corso sia
da pressioni e sfide competitive esogene
SFIDE• Importanza crescente delle operazioni di acquisizione/fusione, spin off e
razionalizzazione come parte integrante della strategia di sviluppo• Ricerca del punto di equilibrio tra fabbisogni di specializzazione accentrata e
domanda di processi decisionali decentrati nel retail/commercial banking• Break up e specializzazione crescente delle filiere produttive/distributive ed esigenze
di economie di scalaRISPOSTE• Flessibilità strategica e abilità di razionalizzare ed integrare => Management Holding• Separazione tra ruoli di gestione strategica e gestione operativa delle BU =>
ricomposizione moduli organizzativi• Specializzazione verticale delle filiere di business senza duplicazioni strutturali.
Chiarezza di responsabilità => Specificazione responsabilità “divisionali” VS “Territoriali”; bilanciamento tra organizzazione a matrice e divisionalizzazione
• Il management Model di Gruppo, inteso come natura degli obiettivi e del ruolo del top management – in primis del Corporate Center, dovrebbe evolvere verso un modello di Management Holding (virtuale) dagli attuali assetti prevalenti di Banca Capogruppo
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Percorsi evolutivi : i trade off
Integrazione
Autonomia
Anni 85-90
Anni 90-00
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Prospettive evolutive • Le ristrutturazioni in atto, gli sviluppi competitivi e le nuove tecnologie rinforzano e
abilitano la spinta verso la specializzazione di business e l’evoluzione verso modelli di Banca multispecialistica. E’ questo il modello generale di riferimento perseguito dai maggiori Gruppi bancari italiani.
• I modelli distributivi prevalentemente riscontrabili a livello sistema bancario italiano tendono ad evolvere secondo approcci diversificati, ma che fondano il principale vantaggio competitivo sulla capillarità e focalizzazione delle reti fisiche.
• In queste organizzazioni vengono replicate a livello territoriale funzioni e competenze che, pur tendendo a coprire l’erogazione di tutte le tipologie di servizio, presentano gradi di accentramento/decentramento differenziati in relazione ai diversi stadi di specializzazione delle reti e di verticalizzazione delle filiere di business.
• Il modello di business è quello della Banca multispecialistica. Il correlato organizzativo della multispecializzazione è il modello multidivisionale. Il modello di business della componente distributiva prevede tuttavia un’articolazione finalizzata a cogliere i vantaggi di una gestione integrata del territorio e dei mercati che su di esso insistono.
• In tale contesto la gestione dei business dovrebbe realizzarsi attraverso la specializzazione delle filiere ma con una “verticalizzazione modificata” (centro-periferia), onde poter meglio cogliere i vantaggi di una gestione integrata delle reti: le reti distributive ai vari livelli della filiera vengono differenziate per business ( retail, corporate, etc.) con un ruolo della distribuzione decentrata essenzialmente focalizzato sugli aspetti commerciali. La dimensione geografica/territoriale, che nei modelli divisionali puri diventa secondaria rispetto alle dimensioni segmenti/tipologie di servizi offerti/canali, viene cosi enfatizzata.
Paolo Marizza 20
Prospettive evolutive
• Le reti fisiche, specializzate e dedicate alla gestione commerciale di segmenti e sub-segmenti di mercato, verranno a costituire una delle componenti della distribuzione multicanale.
• La situazione, in generale : Modelli distributivi in fase di consolidamento, processi di marketing e commerciali rinforzati nel corso degli ultimi anni - ma in modo disomogeneo nel territorio, specializzazione delle filiali in fase di evoluzione, multicanalità in fase di sviluppo, private banking da focalizzare e da strutturare come business, corporate banking da collegare con le fabbriche, etc.
• In questo contesto il coordinamento delle reti distributive potrà essere realizzato nel territorio, ad un primo livello, attraverso la costituzione di macroaree territoriali, anch’esse specializzate al secondo o terzo livello per segmento di business, con un focus prevalente sulla gestione integrata dei canali (filali specializzate, mobile, call centers, etc.) ed eventualmente sulla consulenza specialistica di prodotto (ove conveniente). Unità organizzative e figure professionali rifletteranno tale impostazione. Questa impostazione risulta peraltro funzionale al superamento dei punti di debolezza di una rete in fase di trasformazione/omogeneizzazione.
• E’ appena il caso di ricordare che i processi di supporto al business (risorse umane e tecniche, ecc.) sono accentrati (economie di scala e di scopo) ed eventualmente dislocati efficientemente sul territorio in funzione di economie di servizio (la dimensione servizio non è strettamente legata al concetto di territorio/area, ma persegue una ottimizzazione di flussi principalmente in funzione di aspetti logistici).
Paolo Marizza 21
Prospettive evolutive
Le esigenze di evoluzione del sistema di responsabilità manageriali di Gruppo derivano sia daglisviluppi organizzativo societari in corso, in primis l’implementazione di nuovi modelli distributivi, sia da pressioni e sfide competitive esogene
SFIDE• Importanza crescente delle operazioni di acquisizione/fusione, spin off e razionalizzazione come parte integrante
della strategia di sviluppo• Ricerca del punto di equilibrio tra fabbisogni di specializzazione accentrata e domanda di processi decisionali
decentrati nel retail/commercial banking• Break up e specializzazione crescente delle filiere produttive/distributive ed esigenze di economie di scalaRISPOSTE• Flessibilità strategica e abilità di razionalizzare ed integrare => Management Holding• Separazione tra ruoli di gestione strategica e gestione operativa delle BU => ricomposizione moduli organizzativi• Specializzazione verticale delle filiere di business senza duplicazioni strutturali. Chiarezza di responsabilità =>
Specificazione responsabilità “divisionali” VS “Territoriali”; bilanciamento tra organizzazione a matrice e divisionalizzazione
• Il management Model del Gruppo, inteso come natura degli obiettivi e del ruolo del top management – in primis del Corporate Center, dovrebbe evolvere verso un modello di Management Holding (virtuale) dall’attuale assetto di Banca Capogruppo (si vedano le due rappresentazioni di seguito riportate).
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Contenuti
Percorsi evolutivi : la fase 1 di consolidamento del sistema
Percorsi e prospettive evolutive : la fase 2
Il nuovo ruolo del vertice aziendale (corporate center)
Gli approcci innovativi per l’efficientamento delle staff di servizio
Gli approcci innovativi per un modello di gestione lean
Le leve del cambiamento
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Innovazione/ Sviluppo
CENTRO DI GOVERNO: DUE RUOLI PER GESTIRE MOLTEPLICI OBIETTIVI
Innovazione/Ottimizzazione
fare di più con stesso capitale fare di più con stessi costi fare uguale con meno capitale fare uguale con meno costi …
creare nuovi prodotti/ servizi creare nuovi canali creare nuove value proposition creare nuovi modelli di business …
Consolidamento/ Ottimizzazione
CENTRO DI GOVERNOGARANTE DELL’ORDINE
CENTRO DI GOVERNOARCHITETTO DELL’INNOVAZIONE
rinnovare il posizionamento delle b.u. aggregrarle in modalità innovativa integrare e fare bundling nell’offerta distribuire la stessa in modo innovativo …
aumentare la base clienti estendersi su nuovi mercati aumentare il cross selling diversificare nell’FSI …
Ottimizzazione/Sviluppo
Paolo Marizza 24
Acquisizione di Pol’nobanka (Slovacchia)
Acquisizione di Pekao Bank, banca retail della Repubblica Ceca
Xelion – Internet Bank multi canale (investimenti pianificati per il 2001)
Trading Lab
Percorsi evolutivi : UNICREDITO
Innovazione
Ottimizzazione
Consolidamento Sviluppo
Pioneer Investments: Player globale
nell’Asset Management
UBM, investment bank di Unicredito. CapitaleSociale:
232.4 milioni di Euro
Clarima: banca multi canale focalizzata sul segmento non
affluent (JV cobranding con canali di vendita indiretta)
Investimenti pianificati per il periodo 2001-2003
TLX
KataWeb – UCI ha concluso un accordo strategico per la realizzazione di varie iniziative (es. Vivacity) e ha acquisito il 5% del suo capitale
Acquisizione di Bulbank (Bulgaria)
Acquisizione di Splitska Banka (Croazia)
Crescita sostenuta e sostenibile di dimensione e redditività
Investimenti effettuati
Investimenti previsti milio
ni E
uro
L’area del cerchio rappresenta il totale del capitale stanziato
Acquisizione in corso del 10% di Olimpia, holding di controllo del Gruppo Olivetti-Telecom
Accordo in corso per l’acquisizione del 62,5% di Demirbank Romania
e del 36% di Romlease per un totale di 20 milioni di Euro circa
ILLUSTRATIVO
Paolo Marizza 25
ESEMPLIFICATIVO: ALCUNE SFIDE STRATEGICHE
Adozione di modelli Multispecialist ed ottimizzazione della trasparenza e riconoscibilità del valore delle parti
Creazione di un Corporate Center che abbia il ruolo di gestore a premio del portafoglio di assets attraverso l’organizzazione dei mercati interni VBM come strumento di gestione del capitale
Implementazione delle logiche VBM in chiave organizzativa
MODELLO MULTISPECIALISTE RUOLO
DEL CORPORATE CENTER
BANCA DELLE COMUNITA
GESTIONE DEGLI INTANGIBLESE VALORIZZAZIONE RUOLOADVISORY INDIPENDENTE
NEW VENTURE/NUOVI CANALI
DI VENDITA
Valorizzazione degli intangibles e ottimizzazione del Goodwill (metrica in ottica Balanced Scorecards)
Valorizzazione del Franchise Capital (Customer Lifetime Value) Gestione dei Talenti e loro imprenditorializzazione per la
massimizzazione del Knowledge Capital Sviluppo di value proposition e percorsi di valorizzazione dei talenti
Ripensare le modalità di presenza internazionale Nuovi modelli di crescita Innovare l’offerta finanziaria dedicata al Corporate e le modalità per il
supporto della Clientela
Da “Banca come somma di divisioni/BU’s” a “Banca come somma di value proposition” dinamicamente attrattive per i propri clienti
Sviluppo di value proposition innovative per i diversi segmenti di clientela- Banca delle Comunità
Analisi dell’opportunità di investire nello sviluppo si nuove value proposition per ciascun segmento di clientela/singolo cliente
Paolo Marizza 26
Caso Intesa da Libro
Paolo Marizza 27
Ristabilire le coerenze tra strategie di business, strategie organizzative…
Architettura Sociale
Struttura
Coinvolgimento
Mgt focus
Identità
Alleanze
Architettura di Business
Struttura organizzativa
Funzioni, ruoli, attività
IT Systems
Architettura InformativaCriteri di misurazioneProcessi a valore aggiunto
Competenze
Prodotti
Clienti
Dimensioni di cambiamento
Paolo Marizza 28
…e strategie sociali
Singoli elementi
del business
Interdi-pendenza
(Focus Interno)
Tutto il business
Autonomia(focus
esterno)
Allineamento
Coinvolgimento
Iniziativa
Controllo
Struttura
Imprenditività
Aziendale
Identità
Individuale
Interne
Alleanze
Esterne
Operativo
MGT Focus
Strategico
Paolo Marizza 29
Lo sviluppo delle architetture di business e sociali deve sintonizzarsi con il ciclo di vita : la nuova fase
(2) del processo di consolidamento del sistema
Autonomia Interdipendenza
Impatto del ciclo di vita
Architettura di Business
Architettura Sociale
Mezzi
• IT Systems• Compiti• Strutture
Processi
• Modalità creaz. Valore• Criteri di misurazione• Info Architetture
Obiettivi
• Clienti• Prodotti• Competenze
Coinvolgimento
Struttura Mgt Focus
Identità
Alleanze
Autonomia Interdipendenza
Paolo Marizza 30
L’evoluzione sociale è conseguibile intraprendendo direzioni di cambiamento opposte all’attuale posizionamento quando ciò è
coerente rispetto al ciclo di vita del business Catturare gli orientamenti prevalenti
Autonomia
Interdipendenza
Direzione di cambiamento
Eccessiva polarizzazione,
necessità di azioni correttive
Eccessiva polarizzazione,
necessità di azioni correttive
Paolo Marizza 31
SharedService Provider
Società Controllata
Società Controllata
Società Controllata
Discretionary Service Provider
E’possibile individuare tre opzioni di modelli di governo caratterizzati dal diverso ruolo delle funzioni del Corporate
Center
Holding Company
Fornitore Esterno
Internal
ProviderSocietà Controllata
Fornitore Esterno
Strategic ArchitectFunzionale/ operativo
Fornitore esterno
Fornitore esterno
Società Controllata
Società Controllata
Società Controllata
Fornitore esterno
Capo Gruppo
Centralizzato Shared Services Decentralizzato
Perimetro di Gruppo
Paolo Marizza 32
I modelli selezionati si differenziano per alcune caratteristiche caratterizzanti il ruolo, le relazioni e le accountabilities della struttura della Capogruppo/Corporate center rispetto alle società del gruppo
Allocazione unità funzionali
Ruolo e responsabiltà delle funzioni centrali
Rilevante e continuativo
Focalizzazione su interazioni funzionali e performance funzionali con le Società partecipate
Responsabilità per le performance di tipo operativo
Focus su costi e ricavi e performance operative. Standard operativi
Allocazione delle principali funzioni nel corporate center
Responsabilità di tipo funzionale e presenza di politiche dettagliate e procedure
Limitato e generalmente trimestrale
Focalizzazazione su linee guida e gestione strategica e finanziaria
Alto livello di autonomia operativa Autonomia relativa alla gestione di costi e ricavi caratteristici
Focalizzazione su redditività e creazione di valore
. Funzioni strategiche, legale e finanziarie e servizi condivisi allocate nel corporate Le altre funzioni nelle Società.
.
Definizione di politiche e linee guida ,direzionamento strategico e coordinamento
Minimale e raro Revisione limitata agli obiettivi finanziari ed all’allocazione di capitale
Totale autonomia strategica e operativa della società. Responsabilità per i ritorni finanziari
Focalizzazione sulla creazione di valore per gli azionisti
Definizione di politiche e linee guida e consolidamento finanziario
Funzioni legali, finanza e investor relation a livello corporate Tutte le funzioni operative risiedono nelle società controllate
.
Grado di intervento delle funzioni
centrali sul business
Livello di autonomia e
responsabilità delle società
Creazione di valore
Holding CompanyDecentralised
Fornitore Esterno
Internal
ProviderSocietà Controllata
Fornitore Esterno
Holding PuraDecentralised
Fornitore Esterno
Internal
ProviderSocietà Controllata
Fornitore Esterno
Decentralizzato
Fornitore Esterno
Internal
ProviderSocietà Controllata
Fornitore Esterno
Strategic Architect
Shared Services
SharedService Provider
Società Controllata
Società Controllata
Società Controllata
Discretionary Service Provider
Strategic Architect
Shared Services
SharedService Provider
Società Controllata
Società Controllata
Società Controllata
Discretionary Service Provider
Shared Services
SharedService Provider
Società Controllata
Società Controllata
Società Controllata
Discretionary Service Provider
Funzionale/ operativo
Fornitore esterno
Fornitore esterno
Società Controllata
Società Controllata
Società Controllata
Fornitore esterno
Capo Gruppo
Centralizzato
Funzionale/ operativo
Fornitore esterno
Fornitore esterno
Società Controllata
Società Controllata
Società Controllata
Fornitore esterno
Capo Gruppo
Centralizzato
Modello
Caratteristiche
Paolo Marizza 33
La definizione dei ruoli/ contributi e accountability lungo la catena del valore va sviluppata sulla base dell’analisi di alcuni fattori chiave sotto il
profilo della gestione del portafoglio di business, del coordinamento verticale e orizzontale
Gestione portafoglio di business
Coordinamento verticale
Coordinamento orizzontale
Definizione approccio alla gestione del portafoglio
Coinvolgimento nelle azioni e decisioni
nell’ambito di ciascuna business unit
Coinvolgimento nelle azioni e decisioni
trasversalmente alle business unit
Contesto strategico
Obiettivi aziendali
Risorse/ competenze aziendali
Posizionamento competitivo/ struttura dell’industry
Profilo di rischio delle decisioni operative
Gestione operativa del posizionamento competitivo
Condivisione risorse
Similitudini cross business
Interdipendenze di portafoglio
Orientamento operativo
Integrazione competenze
volatile
alto
Manager specializzati
Alto/ collegato
Similitudini nel mercato/
clientela
Portafoglio indipendente
Orientamento finanziario
Competenza finanziaria
stabile
basso
Manager generalisti
Basso/ non collegato
Mercati/ clienti/ competitor differenti
Modello Architetto strategico
Modello Holding
pura
Modello operativo
DriverFattori chiaveModello
Architetto strategico
Modello Holding
pura
Modello operativo
Modello obiettivo
Paolo Marizza 34
Una prima fase di regolamentazione “applicativa” (di II livello) è strumentale a realizzare la convergenza verso il modello di governo obiettivo, tenedo conto delle attività di
integrazione in atto
Attività mobiliare per gestione rischi
e c/terzi
Gestione dei rischi finanziari (processo
decisionale)
Cash Management
Funding (Aspetti operativi)
Decisioni di funding
Modello Architetto strategico Modello Holding puraModello operativo/ funzionale
Accentramento totale delle decisioni di gestione rischi e
asset
Accesso al mercato centralizzato in capo alla
Tesoreria Unica di Gruppo
Decisioni di Funding accentrate a livello di
Tesoreria Unica a M/L di Gruppo
Internal Pool della Tesoreria Unica a M/L di Gruppo
Internal Cash Pool totale
Scelte di gestione autonome nell’ambito di un asset allocation strategica di
Gruppo
Mercato mobiliare interno
Scelte su scadenze e strumenti coordinate a livello Gruppo dalla
Tesoreria e Finanza di Gruppo
Mercato interno dei capitali
Mercato interno della liquidità
Scelte di positioning e gestione asset autonome
nell’ambito di macro linee guida
Accesso diretto ai mercati e/o operatività con
controparti di Gruppo
Scelte autonome di scadenze e strumenti
nell’ambito di macro linee guida
Operatività su conti propri (non accentrati)
Accesso diretto ai mercati e/o controparti di Gruppo
Ruolo del Corporate CenterEsemplificativo
Paolo Marizza 35
Banca Capogruppo Management holding Holding finanziaria
1. Ruolo del Vertice
2. Responsabilità delTop Management
3. Livello di accentramentodelle risorse (IT, HR …)
4. Sovrapposizione gestionale
5. Ruolo delle Aree /Banche
• Gestione strategica edoperativa
• Diretto coordinamento egestione operativa delleAree di business e dellestrutture di servizio
• Elevato: strutture diservizio funzionalidedicate ed accentrate
• Elevato grado diintegrazione economicaed organizzativa
• Indirizzo della gestionedella redditività e delleiniziative di efficientamentooperativo
• Allocazione delle risorse emassimizzazione dellaredditività
• Gestione del portafoglio dibusiness in chiaveindustriale e finanziaria
• Limitato: ogni divisionedispone delle leve digestione organizzativa
• Ruolo comparabile a unCentro di profitto
• Ottimizzazione strategicadelle risorse umane, tecnichee finanziarie e governo dellesinergie
• Struttura di serviziosocietarizzata
• Autonomo nell’ambito ditarget di redditività condivisi
• Elevato grado disovrapposizione
• Sovrapposizione limitata allacondivisione delle sinergie
• Assenza disovrapposizioni
Management models
L’evoluzione verso un modello di Banca Multispecialistica a forte radicamento territorialesuggerisce l’adozione di un modello manageriale tipico da management holding … (segue)
Paolo Marizza 36
(… segue) Gli attuali sviluppi organizzativo - societari implicano un’evoluzione verso un assetto a responsabilizzazione multipla ( matriciale ) per enfatizzare le competenze chiave ed il valore della specializzazione di business a servizio della penetrazione commerciale negli ambiti di radicamento territoriale
Organizzazione matriciale : responsabilità per Territorio / Filiera di business
Retail Corp. …. Servizi
Regional banks Retail Corp. Private ...
Corporate Center
Organizzazione multi divisionale
Retail Corp. Private ...
Corporate Center
Bank I Bank II Bank III
...
Assetto attuale
Banca Capogruppo : Gestione strategica ed operativa
Management Holding: Governo e gestione strategica
Holding Finanziaria : Governo Finanziario
Retail
Corp. …. ...
Bank I Area II
Bank III
...
Customers
Esemplificativo
Corporate Center
Paolo Marizza 37
Contenuti
Percorsi evolutivi : la fase 1 di consolidamento del sistema
Percorsi e prospettive evolutive : la fase 2
Il nuovo ruolo del vertice aziendale (corporate center)
Gli approcci innovativi per l’efficientamento delle staff di servizio
Gli approcci innovativi per un modello di gestione lean
Le leve del cambiamento
Paolo Marizza 38
In Italia sono state realizzate iniziative di tipo “tradizionale”. Le efficienze conseguite sono state utilizzate principalmente per
contenere la dinamica dei costi
• I processi di consolidamento ed i programmi una tantum di riduzione dei costi hanno consentito alle Banche italiane di migliorare la posizione di costo mantenendo sostanzialmente invariata la capacita produttiva del personale di rete
• Risultati : compressione risorse di staff centrale, bassa varianza nel numero di rapporti di conto per addetto di front office, elevata incidenza e varianza di risorse/costi afferenti alle “operations” (47% la media, 50% worst, 40% best), maggiore varianza dei costi relativi per rapporto
• Emerge l’esigenza di ribilanciare il mix delle risorse, non soltanto in termini quantitativi : profili di skills, percorsi di sostituzione, sviluppo manageriale, ecc.
La principale sfida per le F.I. sarà quella di finanziare la crescita recuperando efficienza (industrializzare le operations)
Paolo Marizza 39
La progressiva armonizzazione regolamentare e normativa e l’innovazione tecnologica abilitano l’emergere di nuovi business models
Driver abilitanti il cambiamento e l’innovazione nelle FIs
“Value chain con partners
integratori”
“Value chain con partners
integratori”
“Value web abilitata dalla tecnologia”
“Value web abilitata dalla tecnologia”
• Armonizzazione regolamentare• Piattaforme comuni IT vendors• Benefici conseguiti da nuovi modelli di
business in altri settori
• Riduzione delle barriere geografiche
• Utilizzo di partners
• Enfasi sull’automazione
“Valuechain Lineare”
“Valuechain Lineare”
Dri
ve
rsD
riv
ers
• Risposte reattive ai cambiamenti di mercato
• Focus sui risultati di breve periodo
• Riluttanza a modificare l’attuale business model
In-house Product
Development
Outsource Processing
Sales &
Marketing
Sell Partners’ Products
Other Operations
Client Managemen
t
Client Managemen
tOperationsOperations
Strategic Alliance
Management
Strategic Alliance
Management
Sales & MarketingSales &
Marketing
Product Developme
nt
Product Developme
nt
EnterpriseCore
CompetenciesProcessingProduct Manu-facture
Sales & Marketing
FI
Va
lue
Ch
ain
FI
Va
lue
Ch
ain
Evolution RevolutionTradition
Paolo Marizza 40
L’adozione di business model innovativi
Modelli di cost efficiencyILLUSTRATIVO
FS Value Chain
• Centralizzazione nazionale di attività comuni alle varie regioni
• Outsourcing di alcune operation non considerate “core”
• Outsourcing delle operazioni infrasttrutturali, a supporto cioè del business (es: attività amministrative)
Tradizionale1
Evolutivo2
• Centralizzazione attività non core in Shared Services che:– Servano sia il Gruppo (cliente interno) sia
il mercato (cliente esterno)– Massimizzino le economie di scala– Garantiscano eccellenza di servizio– Permettano a BU e divisioni di
focalizzarsi sulle core competences
Discontinuo3
- 5% base costi
- 25% base costi
- 50% base costi
• Realizzazione struttura a costi variabili• Impatti sul modello operativo
• “Rottura“ value chain tradizionale• Impatti sul business model
Discontinuo
Evolutivo
TradizionaleCo
mp
less
ità
mo
dello
di b
usin
ess
ado
ttat
o
Reward (cost reduction)
Bas
soM
edio
Alt
o
0-15 15-30 30-50
• Riduzione base costi moderata• Impatti sulla efficienza della base costi e sul
margine di profitti
1
2
3
Fino ad oggi i principali Gruppi Bancari Italiani hanno adottato modelli di cost efficiency evolutivi
• Realizzazione struttura a costi variabili• Impatti sul modello operativo
• “Rottura“ value chain tradizionale• Impatti sul business model
Discontinuo
Evolutivo
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Reward (cost reduction)
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0-15 15-30 30-50
• Riduzione base costi moderata• Impatti sulla efficienza della base costi e sul
margine di profitti
1
2
3
Fino ad oggi i principali Gruppi Bancari Italiani hanno adottato modelli di cost efficiency evolutivi
ProcessingProduct Manu-facture
Sales & MarketingProcessing
Product Manu-facture
ProcessingProduct Manu-facture
Sales & Marketing
In-house Product
Development
Other Operations
Outsource Processing
Sales &
Marketing
Sell Partners’Products
In-house Product
Development
Other Operations
Outsource Processing
Sales &
Marketing
Sell Partners’Products
Client Management Operations
Strategic Alliance
Management
Sales & Marketing
Product Development
EnterpriseCore
Competencies
Client Management Operations
Strategic Alliance
Management
Sales & Marketing
Product Development
EnterpriseCore
Competencies
Value Chain
Caratteristiche e impatto sulla base costi
Paolo Marizza 41
Identificare gli approcci (il “come”) più efficaci
Ma
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pe
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va
Co
st
Re
du
cti
on
Sfidante• Carenza di visione strategica
• Incoerente utilizzo del potenziale di cost reduction ai diversi livelli dell organizzazione
• Esperienza pratica con partner e service providers
• Buona conoscenza delle difficolta operative connesse al process reengeneering/BPO
Sfidante• Carenza di visione strategica
• Incoerente utilizzo del potenziale di cost reduction ai diversi livelli dell organizzazione
• Esperienza pratica con partner e service providers
• Buona conoscenza delle difficolta operative connesse al process reengeneering/BPO
Esperto• Allineamento tra visione
strategica e possibilità operative
• Stadio evoluto nella disaggregazione della value chain
• IT adattiva
• Implementazione di SSC e strategic outsourcing
• Esperienza e utilizzo di partners
Esperto• Allineamento tra visione
strategica e possibilità operative
• Stadio evoluto nella disaggregazione della value chain
• IT adattiva
• Implementazione di SSC e strategic outsourcing
• Esperienza e utilizzo di partnersNovizio
• Limitata comprensione dei benefici
• Rigida cost structure
• Value chain poco flessibile
• Limitata esperienza di SSC/ outsourcing
• Relazioni frammentate con partners e providers
Novizio• Limitata comprensione dei
benefici
• Rigida cost structure
• Value chain poco flessibile
• Limitata esperienza di SSC/ outsourcing
• Relazioni frammentate con partners e providers
Visionario• Consapevolezza delle esigenze
di partnership dei business
• Comprensione da parte del Board di incrementare la flessibilità dei costi
• Significativo gap tra livelli di ambizione e realtà operativa
• Connettività ed adattabilità limitata dei sistemi IT
Visionario• Consapevolezza delle esigenze
di partnership dei business
• Comprensione da parte del Board di incrementare la flessibilità dei costi
• Significativo gap tra livelli di ambizione e realtà operativa
• Connettività ed adattabilità limitata dei sistemi IT
Maturita strategica
Elevato
Basso
Basso Elevato
Paolo Marizza 42
• Raggiungimento massa critica
• De- focalizzazzazione sui clienti interni
• Costi di realizzazione
• Verifica issue Clienti che forniscono i dati
• Ottenimento economie di scala
• Aumento:
– Efficienza
– Qualità
• Ottenimento economie di scala
• Risparmio sui costi di information technology
• Attivazione fonti di revenue alternative
• Leva sulle forze dei partner
• Risparmio sui costi di realizzazione
• Ottenimento economie di scala
• Fonti di revenue alternative
• Flessibilità
• Garantisce a ciascun partner la possibilità di focalizzarsi sulle core competencies
• Ottenimento ec. scala
• Identificazione corretto modello organizzativo
• Gestione “politiche interne”
• Ri-allocazione risorse umane
• Gestione delle relazioni e della “fiducia” dei partner
• Integrazione IT complessa
• Gestione delle relazioni in rete
• Elevati costi di start-up
• Selezione dei partner con le competenze allineate rispetto alle proprie necessità
I possibili modelli di sviluppo sono quattro: internal model, insource model, joint venture model e network model
Network ModelInsource ModelInternal Model Joint Venture Model
Cri
tici
tàO
pp
ort
un
ità
Opportunità e criticità di diversi Business Model
SSCSSC
BU Differenti SSC
SSCSSC
SSCSSC
BU Differenti SSCSSCCustomers
Distributors
Partners
Customer Care
Applications
Extended
CustomersDistributors
Partners
Customer Care
TechnicalAssistance Centre
Applications
Extended enterprise
CustomersDistributors
Partners
Customer Care
Applications
Extended
CustomersDistributors
Partners
Customer Care
TechnicalAssistance Centre
Applications
Extended enterprise
Player SSC Esterno
Party A + B
Clients
Player SSC EsternoPlayer SSC Esterno
Party A + B
Clients
Party A + B
Clients
EsternoInterno SSC
SSC
EsternoInterno SSC EsternoInterno SSC
SSCSSC
• Divisioni o regioni condividono infrastrutture e attività comuni, accentrate in un unico polo (SSC) e fruibili dai diversi Clienti interni
• Simile all’Internal Model, se ne differenzia solo per il fatto che i servizi dello SSC sono fruibili anche da Clienti esterni al Gruppo
• L’SSC è una joint venture fra operatori differenti. Similmente all’Insource Model, i servizi di tale SSC sono fruibili anche da società diverse dai partner
• Tutte le attività non core sono accentrate in SSC diversi che, oltre alla “parent company”, supportano anche le esigenze gli uni degli altriD
escr
izio
ne
Paolo Marizza 43
• Funzioni centralizzante che servono più business unit/uffici
• Set separati di risorse specializzate e/o dedicate• Unica piattaforma IT
Consolidamento
Riduzione dei costi e aumento qualità serv.
Focus sulle attività core e a valore aggiunto
• Ottimizzazione dei processi• Diffusione best practices• Diffusione della cultura del “servizio” ( “clienti interni”)• Consistency
• Le BU si focalizzano su competenze e responsabilità core• Massimizzazione del valore attraverso utilizzo di SLA
L’accentramento di attività comuni e la messa a fattor comune di know how e best practice, non solo favoriscono un miglioramento della qualità
del servizio offerto, ma offrono un consistente contenimento dei costi
…
Modello generale SSC
Riduzione dei costi post impiego SSC
Pre-SSC Post-SSC
Holding Company X
1 2 3
Business Units Business Units
Holding Company X
1 2 3
Pre-SSC Post-SSC
Holding Company X
1 2 3
Holding Company X
1 2 3
Business Units Business Units
Holding Company X
1 2 3
28%
36%
26%
6% 4%0%
0–10 10–20 20–30 30–40 40–50 50+
% of Cost Saved
% R
esp
on
den
ts
Evidenze
Po
st - S
SC
Pre
- S
SC
• Attività comuni sono replicate in molti uffici o nelle diverse business unit (ad es: attività amministrative)
• Piattaforme IT multiple
Duplicazioni
Costi elevati
Mancanza di Focalizzazione
• Alti costi di transazione• Bassa specializzazione• Assenza di standards/best practices condivise
• Dispendio di energie in attività non-core
ILLUSTRATIVO
Attività Infrastrutturali Attività di Business
Impatto nell’introduzione di uno SSC
Paolo Marizza 44
Sviluppo degli SSC nei Financial Service
Tipicamente gli operatori finanziari adoperano gli SSC in una prima fase di sviluppo per processi transaction based
• Deutsche Bank:
– Cash management e tesoreria
• ING Group:
– Equity processing
– Payment e cash management
Driver• Information technology
• De - regolamentazione
• Riduzione dei margini
• Aumento globalizzazione
• Ricerca di economie di scala
Focus• Riduzione costi
• Aumento livelli di servizio
• Attività di back office / transazionali
• Focalizzazione interna
• Consolidamento
• Generazione nuove revenue
• Necessità di maggiore controllo operazionale
• Aumento della customer intimacy
• Information benchmarking
• Attività core
• Funzioni self service per impiegati, clienti e fornitori
• Funzioni fruibili da clienti interni ed esterni
• Centri di eccellenza
Esempi
• Bank of America:
– Human resources
Pro
ce
ssi T
rans
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Ba
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nzio
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A
B
C
Tempo
Paolo Marizza 45
Contenuti
Percorsi evolutivi : la fase 1 di consolidamento del sistema
Percorsi e prospettive evolutive : la fase 2
Il nuovo ruolo del vertice aziendale (corporate center)
Gli approcci innovativi per l’efficientamento delle staff di servizio
Gli approcci innovativi per un modello di gestione lean
Le leve del cambiamento
Paolo Marizza 46
Lean Bank: una definizione
Modalità avanzata di concepire la riduzione della struttura di costo agendo sullo snellimento dei processi operativi e sul miglioramento della qualità dei processi commerciali, attraverso un programma virtuoso che tende alla continua contrazione di:
RilavorazioniRilavorazioni
RigiditàRigidità
VariabilitàVariabilità
Le esigenze di trasformazione delle F.I. richiedono di intervenire in tre ambiti
SISTEMI OPERATIVI
Paolo Marizza 47
Rilavorazioni, rigidità e variabilità
Rigidità
Variabilità
Rilav.
Rilavorazioni
– Lavoro non a valore aggiunto
Effetti
– Costi eccessivi– Tempi di
lavorazione elevati
Rigidità
– Costi sostenuti per soddisfare una richiesta del cliente e/o preservare il capitale della Banca dovuti alla rigidità del sistema (es. procedure, disposizioni)
Effetti– Lead Time
elevati
Variabilità– Manifestazione di situazioni
anomaleEffetti
– Ritardi nell’erogazione dei servizi– Tempi morti nelle lavorazioni
La stretta interdipendenza tra rilavorazioni, rigidità e variabilità determina una serie di effetti indesiderati nei processi di erogazione di prodotti e servizi
Paolo Marizza 48
Impatto del Lean Bank sulle componenti dell’attività lavorativa
Rilavorazioni
Lavoro oppure impiego di risorse per attività che non generano alcun valore
Attività accessorie necessarie al business
Attività che non contribuiscono direttamente né a preservare il capitale della Banca né a incrementare il valore percepito dal cliente, ma che deve essere effettuato per ragioni operativeAttività a valore aggiunto•Attività che contribuiscono direttamente a:– Preservare il capitale della
Banca– Incrementare il valore del
prodotto agli occhi del cliente
Obiettivo•Eliminazione della parte di attività non a valore aggiunto eliminando/ riducendo l’incidenza delle altre componenti
– Riduzione rilavorazion
i – Riduzione
variabilità
– Riduzione
rigidità
•Situazione di
partenza
•Situazione a
tendere
Rilavorazioni
Attività accessorie necessarie al business
Attività a valore aggiunto
Rilavorazioni
Attività accessorie necessarie al business
Attività a valore aggiunto
Paolo Marizza 49
Un programma Lean può generare 20-30% di saving
Sportello Snello
Sconfi-namenti
Back Office Commer-ciale
Tabulati, Informa-tiva, Archivi
Back-officeRetail
CreditoPrivati
CreditoSmallbusi-ness
Back-officeImprese
CreditoImprese
Rollout e gestione delle risorse
Programma Lean Bank
Allineamento sistema di “valori e comportamenti”
Esemplificativo
Paolo Marizza 50
Oggi Domani•40-50 fogli, 15-20 firme
•20 fogli, 6-8 firme
•Snellimento contrattualistica
•Banca diretta
•Anagrafica
•Carte •C/C, DA
•AFN1 •ZAFI •NK00 •FLAG
•Diverse applicazioni (per prodotto) •Una applicazione web-based
•Semplificazione operatività di accensione •rapporti
Contratto Privati mono-intestato Nuovi contratti Privati mono-intestati
*Apertura conto corrente, deposito titoli e contratto di negoziazione, servizi multicanale, carta di debito
Semplificazione contrattualistica e attività di gestione contratti- esemplificativo
•Unica schermata di aggiornamento dati di contatto
•Diverse schermate (per tipologia di rapporto)•Aggiornamento
•dati anagrafici di contatto (es. indirizzo, tel.)
•Nome e cognome
•NSG •Data •Contatto - Ultimi dati inseriti
•Tel.:•Email:
•Cell:
•Domicilio - Ultimi dati inseriti•Via:•Città:
•Num:•CAP:
•…•…
•… •…•… •…
•Codice fiscale
•Residenza•Via:•Città:
•Num:•CAP:
•…•…
•…•…
•Rapporto/NSG 1: …•Tel.:•Email:
•Cell:
•…•…
•… •Via:•Città:
•Num:•CAP:
•…•…
•…•…
•Sovrascrivi con
•Contatto •Domicilio
•Residenza
•Rapporto/NSG N: …•Tel.:•Email:
•Cell:
•…•…
•… •Via:•Città:
•Num:•CAP:
•…•…
•…•…
•Sovrascrivi con
•Contatto •Domicilio
•Residenza
•Contatto •Domicilio
•Contatto •Domicilio
•…
Paolo Marizza 51
Contenuti
Percorsi evolutivi : la fase 1 di consolidamento del sistema
Percorsi e prospettive evolutive : la fase 2
Il nuovo ruolo del vertice aziendale (corporate center)
Gli approcci innovativi per l’efficientamento delle staff di servizio
Gli approcci innovativi per un modello di gestione lean
Le leve del cambiamento
Paolo Marizza 52
Le esigenze di trasformazione delle F.I. richiedono di intervenire in tre ambiti non sempre adeguatamente
presidiati
• Sistemi operativi (design to cost, process management sostenibile e monitorabile, enfasi sulle risorse umane)
• Sistema di management• Valori e comportamenti
Paolo Marizza 53
Le esigenze di trasformazione delle F.I. richiedono di intervenire in tre ambiti
SISTEMA DI MANAGEMENT
• Le HR devono superare il proprio ruolo tradizionale, per essere un vero e proprio facilitatore della affermazione della mentalità lean in tutta la banca, individuando proattivamente ostacoli effettivi e potenziali, suggerendo piani di intervento e monitorando costantemente l’evoluzione delle strutture. Dovrebbe tradurre tutto ciò in nuovi modelli di formazione e nuovi percorsi di carriera
• Hanno il presidio dell’Organizzazione, il cui compito è quello di sviluppare e diffondere la metodologia Lean, guidando il ridisegno dei processi sia in un ruolo di servizio che in un ruolo di stimolo alle unità di business, motivando la struttura a generare un flusso continuo di idee di miglioramento
• Dispone di risorse con una mentalità pragmatica, orientata al risultato, per le quali va approntato un piano specifico di sviluppo
• L’IT dovrebbe interpretare la tecnologia e l’evoluzione tecnologica come un mero strumento abilitante. Gestisce in maniera trasparente la capacità produttiva in collaborazione con il business
• Il vertice aziendale attribuisce molta importanza alle operations, in passato considerate una priorità di secondo livello e valutate prevalentemente in
termini di costo e non anche in termini di quantità/qualità dei servizi erogati
Paolo Marizza 54
Le esigenze di trasformazione delle F.I. richiedono di intervenire in tre ambiti
• La flessibilità è più importante della scala
• Il valore aggiunto si crea sulla front line, ma non è essa l’unico value driver
• Personale di front line coinvolto nei programmi di miglioramento
• Miglioramento come processo continuo
• Visibilità al contributo di tutti gli attori alle performances : performances management come dialogo aperto e fattuale
• Sensibilità sociale
VALORI
Paolo Marizza 55
Facilità/velocità di realizzazione
Demand
management
Demand
management
Impatto di riduzione del C/I
Alta Bassa
Alto (economia di
scala più sviluppo competenze)
FASE 3FASE 2FASE 1
Product de-proliferation
Capacity managemen
t
Business process redesign
Razionalizz. struttura
distributivaChannel migration
Corporate center redesign
Un programma di miglioramento richiede un insieme di iniziative focalizzate da lanciare in modo coordinato in base a valutazione di priorità…
Razionaliz-zazione processi
OutsourcingIT
effectiveness management
Strategic sourcing
Medio(economie di scala e diminuzione costi
esterni )
Accentramento funzioni di supporto e governance
Razionalizzazione macchina operativa
Miglioramento efficienza banche rete e società prodotto
Accentramento funzioni e di supporto e
governance
Basso (economie di scala)
Aree di intervento attualeAree di parziale intervento
Priorità future
Esemplificativo
Paolo Marizza 56
Manage compelling case
for change
Manage compelling case
for change
Leadership alignment
Leadership alignment
Capable organisation
Capable organisation
InformingMobilisingEngaging
InformingMobilisingEngaging
Culture
…utilizzando approcci integrati…
• Address cultural issues
• A sense of urgency
• Realistic planning
• Programme management — change control, decision making
• Common objectives and performance measures
• Effective working relationships
• Accountability for results
• Effective communication as to the implications of BPF (all elements of) and its relationship to business objectives
• Effective information system support
• Capable and motivated workforce
• Availability of resourceProcess &
Technology
Process & Technology
Manage / integrate transformation
programme
Manage / integrate transformation
programme
Governance & Measurement
Governance & Measurement
Management
Re-engineering
Critical Success FactorsCritical Success FactorsCritical Success FactorsCritical Success Factors Change enablersChange enablersChange enablersChange enablers
Paolo Marizza 57
… non sottovalutando gli aspetti culturali e manageriali che risultano determinanti per il successo
4,4
2,8
4,3
2,9
2,8
3,9
3,3
3,1
4,8
7,3
6,3
6,3
7,8
8
Priority Change Levers: What Differentiates Top Performers?
Establishing New Business Processes and Technology Enablers
Establishing New Measurement Systems
Creating the Case for Change
Mobilising the Organisation
Establishing a Capable Organisation
Aligning, Engaging and Mobilising Leadership
Managing the Change Program
Commodities
Key Differentiato
rs
Top Performers
Low Performers
Notes: Top performers are companies which reported a complete success in every aspect of their program(speed, impact, sustainability of the results)Weighted average importance scores, several answers possible