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Cura le tue gambe con eleganza www.solidea.com EXPOSANITÀ Pad. 21 Stand A67 Nelle Farmacie, Parafarmacie, Sanitarie, Ortopedie e Negozi Specializzati Numero Verde 00800-04082004 ZAMBELLI ADVERTISING Disponibili nelle classi Ccl 1 - Ccl 2 - Ccl 3 TERRITORIO | ISTITUZIONI | IMPRESE E enti Attività editoriale a cura de Il Sole 24 ORE Business Media www.solidea.com Settimanale - Anno 5 N ° 21 Lunedì 14 maggio 2012 EXPOSA NITÀ MOSTRA INTERNAZIONALE AL SERVIZIO DELLA SANITÀ E DELL’ASSISTENZA Bologna Fiere, 16-19 Maggio 2012 Attività editoriale a cura de Il Sole 24 ORE Business Media E Exposanità, la Mostra al ser- vizio della sanità e dell’assi- stenza, con la 18ª edizione dal 16 al 18 maggio presso Bolo- gna Fiere riconferma il proprio ruolo di fiera internazionale, evidenziato dal moltiplicarsi di progetti cui partecipano paesi europei ed extraeuropei. Un ap- puntamento, dunque, di grande rilevanza per il settore indu- striale di riferimento, poiché Exposanità consente alle impre- se di approcciare interlocutori provenienti da tutto il mondo e di sviluppare nuovi rappor- 18 a EDIZIONE / In mostra il mondo della sanità e dell’assistenza Sviluppare nuovi rapporti commerciali Un appuntamento con interlocutori e imprese internazionali L a 18ª edizione di Ex- posanità si svolge a Bologna Fiere dal 16 al 19 maggio. L’orario d’apertura è dalle 9 alle 18.30 (biglietterie dalle ore 8.30). Il costo dell’in- gresso è di 20 euro per un biglietto valido per i quat- tro giorni della manifesta- zione. Il biglietto ridotto (10 euro) è vincolato al preaccredito online (www. senaf.it) ed è anch’esso vali- do per l’intera durata della manifestazione. Ingresso gratuito per gli accompa- gnatori dei visitatori disa- bili, studenti universitari muniti di tesserino di rico- noscimento, possessori di Univercity card. Tre gli ingressi: Ovest Co- stituzione; Nord (in corri- spondenza del parcheggio multipliano); Est Micheli- no (parcheggio riservato ai disabili). Per i portatori di handi- cap, biglietterie con casse dedicate, servizio noleggio carrozzine, speciali bagni mobili e un’area nursery. Informazioni utili per visitare la fiera ti commerciali. Quest’anno il “Paese ospite” sarà l’Olanda e la Turchia l’“ospite d’onore”. Pa- tria delle moderne tecnologie e Paese tra i più avanzati al mondo nell’area dell’handicap, l’Olanda presenterà la produ- zione industriale per il settore sanitario, mentre i suoi opera- tori conosceranno più appro- fonditamente il funzionamento del Servizio sanitario nazionale e incontreranno gli operatori italiani interessati a stabilire relazioni commerciali fra i due Paesi. La Turchia, intenzionata ad implementare un sistema di assistenza universalistico entro il 2013, farà visita ad Exposanità per aggiornare le proprie cono- scenze tecnologiche, prodotti e servizi. Alle imprese italiane in- teressate ad intraprendere attivi- tà commerciali con la Turchia, sarà presentato uno studio che esplicita le possibilità di svilup- po del settore biomedicale. Saranno inoltre presenti collet- tive di aziende di Austria, Ger- mania, Olanda, Taiwan e dele- gazioni di buyer provenienti da Canada, Croazia, Israele, Ma- rocco, Portogallo, Spagna, Tuni- sia e Turchia. La manifestazione 2012 conferma lo sviluppo te- matico attraverso nove “speciali intenzioni”, corrispondenti a nove saloni che favoriscono una rassegna organica di prodotti e servizi, di analisi e proposte per la gestione del sistema sanitario: Hospital, salone delle tecnologie e prodotti per ospedali; Dia- gnostica 2000, salone delle ap- parecchiature e prodotti per la diagnosi; Sistem, salone dell’in- formatica sanitaria e della tele- medicina; Horus, per handicap, ortopedia e riabilitazione; Salute Amica, rassegna dei progetti e delle realizzazioni per la quali- tà del servizio sanitario; Anni d’Argento, soluzioni e prodotti per la terza età; Mit, Medical innovation&technology; Heal- thy dental, prodotti, tecnologie e soluzioni per la salute dentale. Alla componente espositiva si affianca un vasto e qualificato programma di iniziative forma- Una rassegna organica di prodotti e servizi, di analisi e proposte tive e congressuali. Delegazioni istituzionali di Canada, Turchia e Croazia si incontreranno per mettere a confronto i loro siste- mi sanitari con quello italiano.

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Cura le tue gambe con eleganza

www.solidea.com

EXPOSANITÀ

Pad. 21

Stand A67

Nelle Farmacie, Parafarmacie, Sanitarie, Ortopedie e Negozi Specializzati

Numero Verde

00800-04082004

ZA

MB

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LI A

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TIS

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Disponibili nelle classiCcl 1 - Ccl 2 - Ccl 3

TERRITORIO | ISTITUZIONI | IMPRESE

E entiAttività editoriale a cura de Il Sole 24 ORE Business Media

www.solidea.com

Settimanale - Anno 5 N° 21 Lunedì 14 maggio 2012

EXPOSANITÀMOSTRA INTERNAZIONALE AL SERVIZIO DELLA SANITÀ E DELL’ASSISTENZABologna Fiere, 16-19 Maggio 2012

Attività editoriale a cura de Il Sole 24 ORE Business Media

EExposanità, la Mostra al ser-vizio della sanità e dell’assi-

stenza, con la 18ª edizione dal 16 al 18 maggio presso Bolo-gna Fiere riconferma il proprio ruolo di � era internazionale, evidenziato dal moltiplicarsi di progetti cui partecipano paesi

europei ed extraeuropei. Un ap-puntamento, dunque, di grande rilevanza per il settore indu-striale di riferimento, poiché Exposanità consente alle impre-se di approcciare interlocutori provenienti da tutto il mondo e di sviluppare nuovi rappor-

■ 18a EDIZIONE / In mostra il mondo della sanità e dell’assistenza

Sviluppare nuovi rapporti commercialiUn appuntamento con interlocutori e imprese internazionali

La 18ª edizione di Ex-posanità si svolge a

Bologna Fiere dal 16 al 19 maggio. L’orario d’apertura è dalle 9 alle 18.30 (biglietterie dalle ore 8.30). Il costo dell’in-gresso è di 20 euro per un biglietto valido per i quat-tro giorni della manifesta-zione. Il biglietto ridotto (10 euro) è vincolato al preaccredito online (www. senaf.it) ed è anch’esso vali-do per l’intera durata della manifestazione. Ingresso gratuito per gli accompa-gnatori dei visitatori disa-bili, studenti universitari muniti di tesserino di rico-noscimento, possessori di Univercity card. Tre gli ingressi: Ovest Co-stituzione; Nord (in corri-spondenza del parcheggio multipliano); Est Micheli-no (parcheggio riservato ai disabili). Per i portatori di handi-cap, biglietterie con casse dedicate, servizio noleggio carrozzine, speciali bagni mobili e un’area nursery.

Informazioni utiliper visitare la fi era

ti commerciali. Quest’anno il “Paese ospite” sarà l’Olanda e la Turchia l’“ospite d’onore”. Pa-tria delle moderne tecnologie e Paese tra i più avanzati al mondo nell’area dell’handicap, l’Olanda presenterà la produ-zione industriale per il settore sanitario, mentre i suoi opera-tori conosceranno più appro-fonditamente il funzionamento del Servizio sanitario nazionale e incontreranno gli operatori italiani interessati a stabilire relazioni commerciali fra i due Paesi. La Turchia, intenzionata ad implementare un sistema di assistenza universalistico entro il 2013, farà visita ad Exposanità per aggiornare le proprie cono-scenze tecnologiche, prodotti e servizi. Alle imprese italiane in-teressate ad intraprendere attivi-tà commerciali con la Turchia, sarà presentato uno studio che esplicita le possibilità di svilup-po del settore biomedicale. Saranno inoltre presenti collet-tive di aziende di Austria, Ger-mania, Olanda, Taiwan e dele-

gazioni di buyer provenienti da Canada, Croazia, Israele, Ma-rocco, Portogallo, Spagna, Tuni-sia e Turchia. La manifestazione 2012 conferma lo sviluppo te-matico attraverso nove “speciali intenzioni”, corrispondenti a nove saloni che favoriscono una rassegna organica di prodotti e servizi, di analisi e proposte per la gestione del sistema sanitario: Hospital, salone delle tecnologie e prodotti per ospedali; Dia-gnostica 2000, salone delle ap-parecchiature e prodotti per la diagnosi; Sistem, salone dell’in-formatica sanitaria e della tele-medicina; Horus, per handicap, ortopedia e riabilitazione; Salute Amica, rassegna dei progetti e delle realizzazioni per la quali-tà del servizio sanitario; Anni d’Argento, soluzioni e prodotti per la terza età; Mit, Medical innovation&technology; Heal-thy dental, prodotti, tecnologie e soluzioni per la salute dentale.Alla componente espositiva si a� anca un vasto e quali� cato programma di iniziative forma-

Una rassegna organica di prodotti e servizi, di analisi e proposte

tive e congressuali. Delegazioni istituzionali di Canada, Turchia e Croazia si incontreranno per mettere a confronto i loro siste-mi sanitari con quello italiano.

EventiLunedì 14 maggio 20122 Exposanità

Sede operativa: Via Carlo Pisacane, 1 20016 Pero - Milano

Attività editoriale a cura de: Stampatori:ll Sole 24 Ore S.p.A. Via Busto Arsizio, 36 20151 Milano;Il Sole 24 Ore S.p.A. Via Tiburtina Valeria; Km 68,7 - 67061 Carsoli (Aq);Società Editrice Arena S.p.A. - Via Torricelli,14 - 37060 Caselle di Sommacampagna - (Vr);

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Registrazione Tribunale di Milano numero 208 del 21 marzo 2005

DIN NEWSLETTERSettimanale - Anno 5 - Numero 21 Lunedì 14 maggio 2012

Direttore responsabile: Donatella Treu

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E enti

Il convegno che Simevep, la Società italiana di me-

dicina veterinaria preven-tiva, proporrà il 17 maggio nell’ambito di Exposanità, mette a fuoco uno dei temi strategici per i suoi oltre 5mi-la iscritti veterinari di sanità pubblica: ovvero la necessi-tà che la prevenzione venga valorizzata e venga integrata nelle sue diverse componen-ti per assicurare la sicurezza alimentare. Uomo, animale e ambiente sono realtà in-terconnesse e investire sulla prevenzione di questi sistemi non è un costo passivo, ma un vantaggioso investimento in tutela della salute pubbli-ca e un valido supporto per l’esportazione delle produ-zioni alimentari italiane. Con la prevenzione si evitano sia le patologie dei consumatori sia gli stress commerciali do-vuti ai cali della domanda di consumo alimentari a causa di crisi come, solo per fare qualche esempio, influenza aviaria o mucca pazza. Sono concetti, questi, all’at-tenzione della Società scien-tifica dei medici veterinari, evidenzia il presidente Aldo Grasselli, che con le sue 18 rappresentanze regionali ha il compito di raccogliere le istanze locali di carattere sanitario, scientifico e orga-nizzativo, e di essere signi-ficativamente presente nelle diverse istituzioni.Perciò, nell’ambito di Expo-sanità, quest’anno la Simevep ha deciso di puntare su “Sa-lute e benessere degli animali e sicurezza alimentare”, foca-lizzando l’attenzione sul Re-golamento CE 882/04. “Constatiamo che in una fase di difficoltà economi-ca – spiega il presidente – le Aziende sanitarie tendono a dare risposta alla domanda di prestazioni individuali dei cittadini, mentre le strutture che devono assicurare rispo-ste alle domande di tutela collettiva della salute soffro-

no di gravi depotenziamen-ti. La prevenzione di molte patologie umane passa attra-verso la gestione e il conteni-mento dei rischi delle filiere agro-zootecnico-alimentari che dipendono in modo deci-sivo dalle condizioni di salu-brità ambientale”.Lungi dal rappresentare ri-vendicazioni di categoria, l’obiettivo della Società scien-tifica è quello piuttosto di elaborare analisi sulle con-dizioni della salute animali allevati, da compagnia e sel-vatici, conoscere profonda-mente le modalità di eserci-zio delle attività produttive, di trasporto, commercializ-zazione e somministrazione degli alimenti in rapporto agli strumenti a disposizione per effettuare controlli, pre-venire rischi e contrastare gli illeciti. Tra i punti di criticità, il pre-sidente Grasselli evidenzia il progressivo impoverimento della forza rappresentata oggi dai veterinari di sanità pub-blica. “Le classi di età più af-follate dei veterinari pubblici – spiega – sono quelle tra i 55 e i 65 anni. Il che significa che nel breve e medio periodo ci saranno molti pensionamen-ti presumibilmente non ri-occupati. Questo indebolisce la forza del sistema sanitario preventivo nel monitorag-gio, nel controllo e nella re-

pressione delle frodi. Se la medicina pubblica arretra è prevedibile un aumento dei settori non controllabili accuratamente e contempo-raneamente dei rischi per i consumatori”. “Non possiamo immaginare che il sistema dei controlli si basi esclusivamente su rego-le generali definite a livello centrale in Ue – prosegue Grasselli; – è importante il ruolo dei servizi territoriali che fanno la prevenzione e delle Regioni che hanno un ruolo nel determinare i mo-delli organizzativi e che de-vono evitare semplificazioni che possono compromettere l’efficacia della prevenzione. Il Dipartimento di preven-zione delle Asl è un punto di coordinamento per le di-verse professionalità che si occupano di prevenzione la cui articolazione tecnico professionale non deve essere messa in discussione”. Visti dall’osservatorio della Società scientifica, perciò, “lasciano perplessi gli accorpamenti di professionalità diverse in un unico servizio, come stanno attuando alcune Regioni”. Piuttosto, osserva il presi-dente, nell’ottica dell’innova-zione “sarebbe opportuno un coordinamento fra i Diparti-menti e le Agenzie regionali dell’ambiente, poiché non esiste una filiera agroalimen-tare sicura dove non c’è un ambiente sicuro”.Argomentazioni che la Si-mevep matura nel costante confronto con gli organismi internazionali di riferimento. La Simevep è membro della Wva, l’Associazione mondiale dei veterinari. In ambito for-mativo, la Simevep è provider riconosciuto dal ministero della Salute per la formazione continua in medicina (Ecm), ha una programmazione di eventi e congressi su tutto il territorio nazionale e sostie-ne alcune attività di coopera-zione internazionale.

■■■ Simevep e Sivemp / Appuntamento il 17 maggio ad un convegno nell’ambito della fiera per parlare degli strumenti di controllo ufficiale negli allevamenti

Prevenzione, l’importanza di quel che mangiamoSecondo i veterinari, la sicurezza alimentare è fondamentale sia per evitare le patologie dei consumatori, sia gli stress commerciali.Per il presidente Grasselli, opportuno un coordinamento tra dipartimenti e agenzie regionali che si occupano di ambiente

Aldo Grasselli, presidente Simevep

Tra i punti di criticità, il progressivo

innalzamento di età dei veterinari pubblici

e la mancanza di nuove leve

Focus su sicurezza degli alimenti e salute degli animali

Luca Turrini, segretario Sivemp Emilia Romagna

Questa è la terza edizione in cui Sivemp Emilia Romagna e Società Scientifica

sono coinvolti dagli organizzatori di Expo-sanità.Nell’edizione 2008 “abbiamo centrato la no-stra attenzione sui piani di risanamento del bestiame dalla brucellosi, temibile malattia di bovini e bufalini e trasmissibile all’uomo, ormai sotto controllo”, spiega il segretario regionale Sivemp Luca Turrini.Nel 2010 il convegno riguardava la filiera breve, in questa edizione 2012 “abbiamo concentrato la nostra attenzione sul tema degli strumenti del controllo ufficiale negli allevamenti per il settore della sanità ani-male e negli stabilimenti degli operatori produttori di alimenti di origine animale”.A disciplinare l’intera materia, il regola-mento CE 882 del 2004 che indica le meto-diche di controllo che devono essere adottate da parte dei servizi veterinari per verificare la conformità alla normativa di settore.Tali strumenti (liste di riscontro, scheda del controllo ufficiale, scheda di non conformi-tà, manuali specifici) sono state mutuate dagli strumenti in uso alle organizzazioni di certificazione volontaria di prodotto e/o processo (cosiddette norme ISO). A partire da queste esperienze, sono stati elaborati strumenti specifici di control-lo ufficiale che hanno in comune con gli strumenti di certificazione volontaria solo alcuni principi di base e l’impostazione ge-nerale, “in quanto, a mio parere, è necessa-ria una specifica conoscenza professionale e non basta la mera conoscenza di una tecni-ca di indagine”. Scopo di tale scelta è garantire che gli ele-menti di soggettività inevitabilmente insiti in un giudizio espresso da un professionista si inseriscano comunque in un sistema di controllo in grado di garantire una unifor-me applicazione delle normative di settore. “Nell’anno trascorso – prosegue il segreta-rio - la nostra organizzazione ha ritenuto utile interrogare la categoria dei veterina-ri ufficiali che svolgono il ruolo di auto-rità competente presso allevamenti e Osa, per sondare il grado di comprensione e gradimento sugli strumenti usati quoti-

dianamente dai veterinari ufficiali”. La risposta dei colleghi “è stata notevole sia per quantità che per qualità degli inter-venti e ha permesso una disanima degli strumenti per il controllo ufficiale messi a disposizione dalla nostra Regione, sia con apprezzamenti che con critiche finalizzate al miglioramento del sistema”.A conclusione di questo impegnativo per-corso “ci è sembrato utile e necessario – sot-tolinea Turrini - mettere a confronto diver-si modelli di funzionamento dell’autorità competente (Stato, Regioni e Asl) in tema di sicurezza degli alimenti e di salute e benes-sere degli animali”.Sono stati quindi chiamati i responsabili dei servizi veterinari di alcune regioni italiane e veterinari che hanno una visione della pro-blematica a livello europeo o perché ci lavo-rano (è il caso di una veterinaria operante in Germania) o per ruoli (presidente Easvo, Associazione europea veterinari ufficiali). Presenti, inoltre, il capo dipartimento della sanità pubblica veterinaria, della sicurezza alimentare e degli organi collegiali per la tutela della salute del ministero della Sani-tà, che inquadra la prospettiva dal punto di vista dello Stato.Completa la presenza dei veterinari in Ex-posanità la mostra “1980-2010 Trenta anni di Medicina Veterinaria delle Catastrofi”. Tale disciplina riguarda l’intervento dei servizi veterinari in caso di emergenze non epidemiche che possono essere catastrofi na-turali (terremoti, inondazioni…) o provo-cate dall’uomo (fughe di sostanze chimiche o radioattive). L’intuizione di un ruolo della veterinaria pubblica in questi tipi di emergenze in af-fiancamento alla Protezione Civile venne in occasione del terremoto dell’Irpinia del 1980 a Adriano Mantovani, professore al-la facoltà di Veterinaria dell’Università di Bologna e successivamente componente dell’Istituto Superiore di Sanità. “Il profes-sor Mantovani è morto lo scorso 8 marzo e questa mostra è l’occasione per ricordare la sua straordinaria esperienza professionale al servizio della sanità pubblica veterina-ria”, conclude Turrini.

Lo ribadiscono tutti i documenti di programmazione sani-taria degli ultimi quindici anni, compreso il prossimo Patto della Salute e l’accordo della Conferenza Stato-Regioni: oc-corre passare da una visione «ospedalocentrica» della sa-nità a una che trovi il suo cuore vitale sul territorio. Ecco la grande sfi da che attende l’intero sistema sanitario per i prossimi anni. Una sfi da che passa dalla riorganizzazione del modello di assistenza garantito dai medici di medicina generale. Dove l’asse di questa riorganizzazione è l’ associazionismo. Un’idea su cui si sono spese molte parole ma che mai nes-suno è riuscito a rendere concreta sulla carta. Almeno fi no a pochi mesi fa quando l’assessorato alla Sani-tà della Regione Lombardia per primo ha iniziato a percor-rere questa nuova strada. Lo testimonia oggi il cosiddetto modello CReG (Chronic related groups) una sorta di via lom-barda alla riorganizzazione della medicina del territorio che può diventare spunto per una ripensamento omogeneo del-la sanità sull’intero territorio nazionale. E non solo, visto che una delegazione canadese è arrivata nei mesi scorsi a Mila-no per studiare il progetto dell’assessore Luciano Bresciani. Ma che cosa sono dunque i CReG? Una sorta di Drg applica-ti all’assistenza ai malati cronici, per garantire loro continuità nell’assistenza. Tradotto: signifi ca che sono state individua-te delle tariff e in base alle quali sarà remunerato in anticipo l’intero pacchetto di cure eff ettuate fuori dall’ospedale per diverse malattie croniche. Perché proprio le malattie croni-che? Perché la cronicità in Lombardia (ma il discorso vale per tutte le regioni del Paese) interessa il 27% della popola-zione ma incide sulla spesa sanitaria per oltre il 70%. Cardine del progetto è l’individuazione di un soggetto (una sorta di “provider”) che dovrà prendersi la responsabilità dell’intero percorso terapeutico: dalle visite ambulatoria-

li agli esami specialistici; dalla fornitura dei farmaci alle protesi.Un carattere sperimentale dell’iniziativa che si basa sulla piena e totale volon-tarietà dell’adesione sia da parte dei medici sia da parte dei pazienti. Un per-corso che comporta una vera e propria rivoluzione del sistema della medici-na generale.Alla sperimentazione, av-viata in cinque Asl (Berga-mo, Como, Lecco, Milano Città, Milano 2 Melegna-no), hanno aderito in pri-

ma battuta gruppi di medici di medicina generale (con una forte presenza a Bergamo, ad oggi oltre 20 mila pazienti iscritti) associati in cooperati-va, e dunque per ora saranno loro i provider.Come funziona? Dopo la dia-gnosi il medico segue il pa-ziente passo dopo passo con un percorso di cura persona-lizzato, lo consiglia anche per quanto riguarda gli stili di vita e la prevenzione e lo porta in modo sempre più responsabi-le al governo della sua pato-logia. Il paziente dunque non perde il suo medico di base tantomeno il suo specialista di riferimento. In più saprà ap-prezzare l’idea di avere a disposizione un centro servizi per 12 ore al giorno, che lo tiene informato su appuntamenti per esami, visite e terapie e al quale può rivolgersi.In previsione anche ci sarà qualcosa di più, come i telecon-sulti attraverso la telemedicina. Un ulteriore tassello per mi-gliorare la qualità e i rapporti tra ospedale e territorio. In questo ambito toccherà alle aziende di settore promuove-re e potenziare gli strumenti tecnologici necessari. Di fatto la promozione della telemedicina, fl essibile e meno costosa nel medio periodo, è un altro pilastro non solo dell’attività internazionale della Regione (vedi anche progetto Alias), ma della stessa riuscita del modello Creg. A ottobre ci sarà un primo consuntivo proprio sui Creg, per capire come migliorare i processi in atto. Ma il progetto è partito e sicuramente apre la strada all’appropriatezza or-ganizzativa dell’assistenza territoriale e a quell’integrazione ospedale-territorio-domicilio dei pazienti cronici, indispen-sabile per la realizzazione di una reale presa in carico della domanda di salute dei cittadini. Gli obiettivi sono di fatto la cura complessiva dei pazienti al di fuori dall’ospedale per stabilizzare la situazione clinica di cronicità, evitando episodi di riacutizzazioni che comporta-no spesso il ricovero e l’utilizzo di risorse sanitarie in modo improprio. Il guadagno in termini di salute dei paziente, seguiti con per-corsi appropriati grazie alla collaborazione attiva dei Medi-ci di Medicina Generale e alla reale integrazione ospedale-territorio, permette al sistema sanitario di investire in modo effi ciente ed effi cace le risorse a disposizione. Con questo nuovo modello gestionale è possibile infatti seguire in ma-niera ottimale i malati cronici evitando anche l’aggravamen-to dei costi per la sanità dovuti ad accessi impropri ai Pronto Soccorso o a ricoveri per episodi di riacutizzazione.

L’assessore Luciano Bresciani

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

EventiLunedì 14 maggio 2012 Exposanità 3

Bologna 16/19 maggio 2012 - Padiglione 22 stand 18EXPOSANITA’

Bologna 16/19 maggio 2012 - Padiglione 22 stand 18Bologna 16/19 maggio 2012 - Padiglione 22 stand 18Bologna 16/19 maggio 2012 - Padiglione 22 stand 18

med i t e r r a n e a

EventiLunedì 14 maggio 20124 Exposanità

Campa, società di mutuo soccorso, non manca gli

obiettivi e continua a crescere. Parlano i numeri di un 2011 più che soddisfacente, che ha visto oltre 1.500 nuove iscri-zioni e una crescita di 700 soci. Un risultato che, tradotto in percentuale, signi� ca un in-cremento della base associativa pari al 5,4 per cento, che segue quella del 4,5% del 2010. At-tualmente ha superato i 14.000 assistiti. Costituita nel 1958 senza scopo di lucro, a Bologna, è presente oltre che in Emilia Romagna, anche a Milano, Brescia, Vare-se, Genova, Firenze e Roma e su gran parte del territorio ita-liano. Nasce per iniziativa di un gruppo di professionisti, come Cassa Mutua per fornire assi-stenza sanitaria alle categorie del lavoro autonomo, dei liberi professionisti e degli artisti, che non avevano forme di coper-tura. Con la riforma sanitaria del 1978 si è aperta a tutti i cittadini che vogliono una co-pertura sanitaria integrativa e oggi gestisce anche Fondi sani-tari integrativi per dipendenti aziendali.Non poca la soddisfazione del presidente Francesco Zinzani. “Rispetto al 2010 - dice - si è re-gistrato un aumento della rac-colta dei contributi associativi

La Cassa mutua Campa è una delle più e� caci in Italia

Assistenza integrativa a “vita intera”

del 10% (circa 10,5 milioni di euro) e le erogazioni sanitarie garantite agli assistiti nel 2011 hanno superato gli 8,8 milio-ni”. A crescere sono state sia le formule tradizionali sia quelle speciali e le coperture collettive aziendali. Un dato eloquente della buo-na salute della Cassa Mutua è il ringiovanimento del corpo sociale, come sottolinea il di-rettore Massimo Piermattei: “Nel 2011 la maggioranza delle nuove iscrizioni sono avvenute nella fascia di età da 26 a 50 an-ni (41%) e ciò è molto impor-tante perché l’ingresso di soci con una bassa età media riesce a realizzare una vera mutualità con quelli da più tempo iscrit-ti. La Campa infatti garanti-

sce assistenza a vita intera”. La Campa copre le spese sanitarie per ricoveri in chirurgia, me-dicina, parto. Le prestazioni specialistiche ambulatoriali riguardano esami clinici, vi-site, accertamenti diagnostici e strumentali, terapie � siche, ticket e alto. I sussidi prevedo-no copertura per cure termali, cure odontoiatriche, assistenza infermieristica domiciliare, trasporto in ambulanza, dia-rie. La Cassa Mutua dispone di una rete di centri sanitari con-venzionati in forma diretta e indiretta. La percentuale di re-stituzione agli associati che si è attestata anche nel 2011 all’84% fa della Campa una delle mu-tue sanitarie integrative più e� caci nel panorama italiano.

A sinistra il direttore Massimo Piermattei, a destrail presidente Francesco Zinzani

EventiLunedì 14 maggio 2012 Exposanità 5

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

Per molto tempo le differenze di genere sono state considerate fattori secondari nello sviluppo di nuove tecniche ed approcci diagnostici, clinici e farmacologi-ci infl uenzando, talvolta, risultati terapeutici non pienamente ade-guati alle esigenze dei pazienti.La medicina di genere, essendo orientata anche ad indagare le relazioni tra l’appartenenza al genere sessuale e l’effi cacia dei trattamenti di determinate patologie, rappresenta una pro-spettiva del tutto innovativa per il futuro della salute, con l’obiet-tivo di giungere ad assicurare ad ogni persona, maschio o femmi-na che sia, l’appropriatezza dei trattamenti.Recentemente anche gli organi centrali di governo del nostro Paese dimostrando una diversa sensibilità, si sono espressi in termini di interesse e consenso

nell’attivare azioni nell’ambito della medicina di genere o, in-dividuando percorsi che garan-tiscono, all’interno delle strutture sanitarie pubbliche, l’esistenza di dipartimenti dedicati ed orien-tati alla medicina di genere.Coerentemente a questi orienta-menti, presso la sede di Montec-chio Maggiore della Ulss5-Ovest Vicentino, è attivo dal 2009 il “Centro Donna”, Unità Opera-tiva al servizio della salute del-le donne a “trecentosessanta gradi”, che traduce il concetto di assistenza in un approccio multidisciplinare ed articolato ai bisogni della donna, soprattutto con patologia mammaria.Prevenzione, diagnosi, tratta-mento all’interno di un unico circuito senza che la donna sia costretta a peregrinare da un medico all’altro, da un ospedale all’altro, ma ponendola al centro

di un sistema attorno al quale ruotano le varie fi gure profes-sionali: senologo, ginecologo, chirurgo plastico, psicologo, oncologo, anatomo-patologo, radioterapista, fi siatra.Tra le strutture di eccellenza a livello nazionale grazie anche al recente riconoscimento da parte dell’O.N.Da. (Osservato-rio Nazionale sulla salute della Donna) del terzo bollino rosa, il “Centro Donna” rappresenta un modello di riferimento per ciò che riguarda la salute al femmi-nile.Il confronto con i trend in tema di medicina di genere, ha portato a strutturare l’offerta assistenziale secondo un modello dipartimen-tale: il 1 gennaio 2012 nasce così il nuovo “Dipartimento Don-na, Salute, Maternità ed Infan-zia” che colloca il Centro nel suo interno, offrendo una struttura-zione più ampia ed articolata dei servizi offerti alla popolazione femminile.

DIPARTIMENTO DONNA, SALUTE, MATERNITÀ ED INFANZIAAzienda Ulss 5 Ovest Vicentino

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

L’azienda leader di mercato è nata come la prima Software House dedicata alla sfera socio-sanitaria, oggi racconta la propria evo-luzione.CBA Group, Software House con oltre tren-tacinque anni di esperienza è costituita da tre rami aziendali: CBA Informatica, CBA Servizi e CBA Consulting per garantire elevati stan-dard organizzativi attraverso Software gestio-nali, Stipendi in outsourcing e Consulenza.La Software House presente sul territorio na-zionale con oltre 1200 clienti, offre cinquanta applicativi modulari ed integrati tra loro che permettono di governare tutti i processi delle strutture in ambito socio-sanitario, campo in cui gode di grande esperienza anche se da sempre viene dedicata una particolare atten-zione alle strutture per l’anziano.I moduli rispondono ad esigenze che vanno dalla gestione oculata del budget, alla contabi-lità per centro di costo, con rilevamento di indi-catori di performance (cruscotto di direzione e business intelligence).Direttamente collegato all’ambito ammini-strativo contabile è il sistema di approvvigio-

namento con prodotti specifi ci come: richieste da reparto, ordini fornitori e gestione del ma-gazzino.Altra area di particolare interesse è la gestio-ne del personale che si esplicita nelle gestione dei turni, la rilevazione presenze, gli stipen-di ed il relativo servizio di esternalizzazione (outsourcing).La particolare attenzione alla persona, ci ha permesso inoltre di sviluppare un prodotto la C.S.S. (Cartella Socio Sanitaria) un fascicolo informatizzato multidimensionale e multi-professionale, recentemente valorizzata da un’area dedicata alle disabilità psichiche in-tellettive: l’Area Disabili.A quest’ultimo settore si focalizza l’attenzione di CBA Group al prossimo Exposanità, dedi-cando un Convegno specialistico: Disabilità e Qualità della Vita: la defi nizione del progetto di vita per persone con disabilità intellettiva e autismo, basato sui costrutti di “Quality of Life”.Altri due convegni di particolare interesse sono relativi all’importanza della Nutrizione nell’anziano ed al tema dell’Incontinenza.

CBA GROUP: software, elaborazione stipendi e consulenza

acque industriali per ottenere una produzione nel massimo della pulizia e igiene. Quanto all’attenzione per la qualità e l’automazione, ne è prova an-che il livello di robotica di cui è dotata l’azienda: ogni singola fase di lavorazione è affidata al-la costanza delle macchine e al preciso lavoro dei tecnici che le curano e le programmano.“Crediamo molto nella robo-tica e su di essa abbiamo inve-stito in modo considerevole - continua Balboni -. Ancora oggi siamo molto attenti a in-novare nei processi produttivi per migliorare il prodotto o la produttività. Robotica significa altresì ripetitività delle opera-zioni validate, che nel nostro settore dei medical device è fondamentale per una costanza di qualità e assenza di rischi per il paziente utilizzatore”. Parla l’affermazione raggiunta a livel-lo internazionale: Delta Med si distingue per la produzione di accessi venosi periferici, comu-

“Sin dal 1993, anno della fondazione di Delta Med,

l’azienda non ha mai perso d’occhio il suo obiettivo, che è di produrre medical device di qualità indiscutibile”. Così, senza girarci intorno, Alessan-dro Balboni, presidente e am-ministratore delegato di Delta Med, presenta l’azienda. E con-tinua: “Ancora oggi abbiamo un chiodo fisso che è la realiz-zazione di ambienti di lavoro

in camera bianca con livello di contaminazione particellaretra i più bassi del settore”. Non è un caso, d’altronde, se questa azienda, nel suo ambito opera-tivo, è una realtà d’eccellenza sia in Italia che all’estero. Vediamola più da vicino. La nuova fabbrica, in Viadana, nella verde Valle Padana, nel-la parte sud della provincia di Mantova, conta su sistemi di fil-traggio aria e trattamento delle

nemente chiamati ‘aghi cannu-la’ ed è considerata un player di qualità sui mercati mondiali attraverso un export in costante crescita. Gli aghi cannula Delta Med sono venduti e usati nei principali ospedali in Europa e in altri Paesi. In particolare, gli assortimenti principali comprendono sia gli aghi cannula tradizionali, mo-novia o due vie, sia la nuova ge-nerazione degli aghi cannula di sicurezza in cui è stato integrato un sistema di copertura della punta dell’ago al fine di evitare punture accidentali che posso-no portare a contaminazioni dei professionisti della salute, come medici e infermieri. Oggi Delta Med ha sviluppato uno dei sistemi di accesso ve-noso di sicurezza considerato tra i più igienici sul mercato, in quanto oltre a coprire la pun-ta dell’ago e rendere innocuo l’ago stesso, nasconde la punta contaminante internamente a un astuccio cavo. Insomma

■■■ DELTA MED / La società con sede a Viadana opera nei dispositivi medici

Una realtà di eccellenza che porta la qualità italiana nel mondo

innovazione e qualità inconte-stabili per questa azienda che ha ottenuto approvazioni e re-gistrazioni presso i ministeri della Salute o loro emanazioni di registrazione e controllo sui dispostivi medici nei princi-pali Paesi (tra cui tutti i Paesi Europei, Canada, Brasile, Cina, Sud Africa, Filippine, Russia, Pakistan, Emirati Arabi, Arabia Saudita, Turchia e altri ancora). In più, Delta Med ha da tempo le certificazioni obbligatorie e facoltative per la produzione dei dispositivi medici come Iso En 13485, Iso 9001, Fda Establishment, Health Canada Cmdcas, Sfda China, Sabs e co-sì via. Il suo livello qualitativo è monitorato periodicamente dai principali enti notificati per il controllo dei sistemi di qualità dei dispositivi medici.Ma non basta. Da cinque an-ni ormai, dunque dal 2007, l’azienda è entrata nel settore dei disposable per sala ope-ratoria, che è un mercato in costante crescita con la realiz-zazione di custom pack e set chirurgici. “Si tratta di persona-lizzazioni di kit per l’esecuzione di interventi chirurgici - spiega il presidente Balboni -. Questi prevedono l’uso e l’inserimen-to di elementi particolari per soddisfare la tecnica chirurgica specifica dei principali tipi di specialità, come chirurgia ge-nerale, otorino, oftalmologia, cardiochirurgia, cardiologia interventistica, chirurgia este-tica, neurochirurgia”. Non manca, ovvio, lo sguardo al futuro. Di questi tempi è ri-volto a innovazione di processo

e di prodotto, cercando di svi-luppare i progetti che l’azienda ha coltivato recentemente. Né Delta Med si esime da sfide su nuovi mercati mondiali per portare l’eccellenza del made in Italy del biomedicale, senza mai venir meno ai livelli qualitativi che contraddistinguono l’azien-da. Una qualità che si può man-tenere solo con il contributo di risorse umane motivate, qua-lificate e specializzate nei vari settori, fortemente addestrate per le sfide dei mercati interna-zionali, ma sempre aperte alla cortesia e supporto della risorsa principale di Delta Med, ovvero i clienti. Attraverso questa im-postazione di efficienza e qua-lità Delta Med con la propria scala dimensionale di circa 16 milioni di euro di fatturato e 80 dipendenti, riesce a competere con successo nelle sue nicchie di mercato contro multinazio-nali grandi e famose.

Ogni singola fase di lavorazione è affidata a macchine robotizzate e innovative che migliorano i processi di produzione, controllati da tecnici esperti

Da cinque anni, dunque dal 2007, Delta Med è entrata nel settore

dei dispositivi per sala operatoria, che è un mercato in costante

crescita, con la realizzazione di custom

pack e set chirurgici

La camera bianca (locale di lavorazione)

EventiLunedì 14 maggio 20126 Exposanità

■■■ ANALISI / Indagine del Censis mette in luce i numeri e le tendenze che caratterizzano il Sistema Sanitario Nazionale in Italia

Sanità: i cittadini sono mediamente soddisfattiTuttavia sono diversi i pareri a seconda delle situazioni territoriali, in quanto sono più numerosi nel Meri-dione e nel Centro, rispetto al Nord, quelli che lamentano un peggioramento dei servizi

Oltre il 77% della spesa sanitaria è finanziata

con risorse pubbliche, un dato che pone l’Italia in

posizione intermedia

Èpresente in tutto il mondo ed è leader nella produ-

zione di stampanti barcode, stampanti che codificano tag Rfid, dispositivi di stampa in-tegrati per chioschi multime-diali e, da qualche anno, nei sistemi di real-time location. Si presenta così la multinazio-nale americana Zebra Tech-nologies che, storicamente, si è sempre rivolta ai mercati dell’industria, del retail e del-la logistica ma, da circa un decennio, riveste un ruolo

Grazie a Zebra Technologies, maggiore efficienza sanitaria

L’identificazione anche in ospedale

molto importante anche nel mondo sanitario. Infatti l’attuazione di sistemi di identificazione automati-ca e di acquisizione dei dati all’interno di un ospedale può migliorare l’efficienza sani-taria ed è proprio in questo contesto che Zebra propone soluzioni all’avanguardia.“La nostra proposta in ambito sanitario rispecchia quasi tut-ta la nostra gamma di prodot-ti”, commenta Luca Dell’Orto, Territory manager per l’Italia di Zebra Technologies.Si va dalle soluzioni per la stampa di braccialetti identi-ficativi dei pazienti dotati di codici a barre - come la stam-pante HC100, piccola e facile da usare - alle stampanti di etichette per l’identificazione

di provette o di qualsiasi prodotto debba es-

sere identificato all’interno del

sistema sanita-rio: è il caso, ad esempio, della sommi-nistrazione dei farmaci. “Queste tec-nologie inno-vative hanno un grande va-lore - afferma

Dell’Orto - per-ché permettono

di incrociare i dati identifica-tivi del paziente con i dati sul dosaggio dei farmaci o quelli riportati sulla provetta, dimi-nuendo drasticamente la pos-sibilità di errore umano”.Zebra propone anche stam-panti mobili che permettono di etichettare in modo accu-rato i campioni direttamente in corsia o nel punto in cui vengono prelevati.Se l’identificazione del pa-ziente tramite braccialetto è un aspetto di fondamentale importanza, lo è altrettanto quello legato alla sicurezza at-tiva all’interno delle strutture sanitarie e al controllo degli accessi tramite badge.“Non è sufficiente essere ve-stiti da medici o infermieri, bisogna essere riconosci-bili con certezza” osserva Dell’Orto. “Il badge garantisce anche che solo il personale autorizzato entri in aree critiche”. Infine, l’utilizzo del badge può con-tribuire a un miglior servizio al cittadino. Un esempio? Tramite l’imple-mentazione di chioschi all’in-terno della struttura ospeda-liera, il paziente può usare il proprio badge per prenotare le visite mediche successive, verificando direttamente on-line la disponibilità del medi-co richiesto.

Luca dell’Orto

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

La SIE – Società Italiana di Ergonomia – è presente per due giorni ad ExpoSanità 2012 con due Workshops (“Traino e spinta in ambito ospedaliero”, dalle 10 alle 13 e “Rischio da sovraccarico biomeccanico in un’Azienda Ospedaliera”, dalle 14 alle 17.30 di mercoledì 16 maggio 2012), e un Seminario (“Lo stress dell’operatore sanitario”, giovedì 17 maggio 2012). Lo scopo dei due Workshop è quello di fornire esempi pratici per le attività di “traino e spinta” che sono tra quelle più diffuse in ambito ospedaliero, nonché esaminare le occasioni di esposizione a rischio da sovraccarico biomeccanico. Il Seminario, invece, presenta una serie di riferimenti utili, tratti dal-le norme tecniche ergonomiche UNI EN ISO, sia per capire il fenomeno stress lavoro-correlato (con particolare riferimento all’operatore sanitario) che per prevenirlo e valutarlo, rispettando le indicazioni metodologiche contenute nel documento elaborato dalla Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro. La SIE – che ad ExpoSanità è rappresentata dalla presidente Francesca Tosi, dalla vice presi-dente Paola Cenni, e dal tesoriere Federico Terenzi – è una Società Scientifi ca, fondata in Italia nel 1961, per promuovere lo sviluppo dell’ergonomia, la sua diffusione nonché la sistematizza-zione delle conoscenze ed esperienze connesse all’approccio ergonomico, in stretto rapporto con le realtà sociali produttive. Inoltre ha lo scopo di promuovere il corretto sviluppo degli aspetti professionali e di costituire un riferimento per gli organi istituzionali preposti alla regolamenta-zione in materia di professioni. In tale ambito, la SIE annovera tra i suoi iscritti i maggiori esperti a livello nazionale ed internazionale ed è affi liata alla IEA (International Ergonomics Associa-tion) - la Società scientifi ca internazionale che riunisce e coordina le Società di Ergonomia dei diversi paesi del mondo - che terrà il suo Congresso internazionale a Firenze nel 2018.

Salute e sicurezza delle postazioni e degli ambienti di lavoro

Biomeccanica, Patologie muscolo-scheletriche

Dispositivi di Protezione Individuale (DPI)

Errore umano e affidabilità dei sistemi

Ergonomia cognitiva, Organizza-zione del lavoro, Fattori psicosociali, Stress lavoro-correlato

Usabilità

Progettazione di sistemi uomo-mac-china ed uomo-computer (HMI, HCI)

Human performance

Gestione del rischio clinico

Design For All

Design di prodotto (industriale e di uso quotidiano) e design degli interni

Design della comunicazione.

I PRINCIPALI SETTORI DI INTERVENTO SIE

Ad Exposanità 2012 i temi di maggior rilievo che

coinvolgono la sanità italiana saranno al centro delle nume-rose iniziative che affiancano il settore espositivo della 18ª edizione, a partire dai numeri e dalle tendenze che caratte-rizzano il Sistema sanitario nazionale, con le sue evolu-zioni e la valutazione che ne fanno i cittadini. In Italia oltre il 77% della spe-sa sanitaria è finanziata con risorse pubbliche, un dato che colloca il Paese in posi-zione intermedia tra quel-li con un servizio sanitario universale: hanno quote di finanziamento pubblico più

elevate la Norvegia (83,6%), la Danimarca (84,1%) e il Re-gno Unito (87,3%), mentre in Spagna, Portogallo e Grecia il finanziamento pubblico è in-feriore, rispettivamente con il 71, il 70 e il 61 per cento. Nei Paesi che hanno sistemi di as-sicurazione sociale obbligato-ria, la quota della spesa pub-blica è più passa che in Italia: 70% in Canada, il 76% in Au-stria e il 76,9% in Germania. In Italia la dimensione assi-curativa è poco rilevante, sia nella forma della mutualità, sia in quella delle polizze in-dividuali. I fondi sanitari in-tegrativi raccolgono una quo-ta inferiore al 14%. Ciò che emerge dal “Patto per la salute 2013-2015 Stato-Re-gioni” è un crescente divario tra le spese previsionali delle Regioni e l’assegnazione dei fondi statali. Per il 2012 lo scarto è di 805mila euro e nel 2015 raggiungerà gli 8.917 milioni, con un totale cumu-lato nel periodo superiore a 17 miliardi di euro. A fronte del contenimento della spesa pubblica, quin-di, continua ad aumentare

quella privata. L’Istat rileva che nel 2010 la spesa sanita-ria privata ha superato i 30,6 miliardi di euro, con un au-mento del 25,5% nel decen-nio 2000-2010. Sono aumen-tate le tre componenti in cui viene solitamente suddivisa la spesa sanitaria privata: del

5,8% prodotti medicinali, articoli sanitari e materiale terapeutico; dell’11,1% ser-vizi ambulatoriali; dell’8,1% i servizi ospedalieri. Cresce anche il valore della sanità low cost, con una dinamica annua dell’ordine del 25% (stime Assolowcost) ed uno

Tra i diversi appunta-menti che Exposanità

offre ed ospita, vi è il III Congresso nazionale di Sit, Società italiana telemedi-cina @ Sanità elettronica, con il patrocinio, tra gli altri, del ministero per la Salute. I lavori si svolgeran-no in tre sessioni, il 16, 17 e 18 maggio presso la sala Azzurra del Palazzo dei Congressi. Al centro della discussione, il crescente sviluppo delle tecnologie Ict in sanità, cui deve cor-rispondere l’approfondi-mento degli aspetti della formazione in e-health, la definizione delle best-prac-tice in medicina e chirurgia telematica, l’analisi dell’in-tegrazione dell’assistenza sociosanitaria territorio-ospedale-territorio, con particolare riferimento alla gestione domiciliare dei pazienti affetti da patologie cronico-degenerative e alla teleriabilitazione. Giovedì 17 maggio, alle 14, presso la sala Verde, altro tema rilevante, con il con-vegno dedicato a “Modelli di centralizzazione degli acquisti”, le proposte di Fare, la Federazione delle associazioni regionali de-gli economi e provveditori della sanità.

Terzo congresso nazionale di Sit

degli epicentri delle offerte promozionali via web è il set-tore odontoiatrico, nel quale la spesa è tradizionalmente a carico dei privati. Ma gli italiani che pensano del Servizio sanitario nazio-nale? La qualità del Sistema emerge chiaramente dall’in-dagine effettuata dal Censis lo scorso febbraio: il 58,4% dei cittadini valuta adeguati i ser-vizi sanitari della propria re-gione e il 41,6% li reputa ina-deguati. Inoltre, per il 55,3% degli intervistati la qualità si è mantenuta allo stesso livello degli ultimi due anni; per il 31% è peggiorato e per il 13% è migliorato. Le situazioni territoriali, però, sono diver-se, poiché coloro che indica-no un peggioramento sono più numerosi nel Meridione e al Centro, rispetto al Nord Ovest e al Nord Est.Tra i temi cari ad Exposa-nità, anche la progettazione ospedaliera cui sarà dedicata un’iniziativa di alto profilo, focalizzata sul tema della pro-gettazione in campo ospeda-liero e sui ruoli delle figure professionali coinvolte.

Nella foto uno stand alla scorsa edizione diExposanità

EventiLunedì 14 maggio 2012 Exposanità 7

putazioni di mani parziali, in particolare quando il pol-lice del paziente è funziona-le, creando, con questo, una pinza”.Il sistema Proart è provvisto di un meccanismo che per-mette il ritorno automatico delle dita in posizione ini-ziale di riposo. Proart vie-ne applicato nelle protesi di mano totale o parziale.“Abbiamo - spiega il diret-tore - anche brevettato la Mano bionica Procosil Ti-tanium per la quale è stata concepita una disposizione biomeccanica che permette possibilità di movimenti che favoriscono l’effettuazione coordinata di gesti e prese”.Ogni mano possiede ca-ratteristiche particolari: è proprio per questo che ogni Mano bionica Procosil Ti-tanium ha esattamente la struttura, il colore e la for-ma della mano del pazien-te. Procosil Titanium è una mano biomeccatronica to-talmente personalizzata di nuova generazione, compo-sta da una struttura defor-

Il centro Procosil, con sede principale a San Marino,

è specializzato nella produ-zione di protesi in silicone per adulti e bambini. Le soluzioni sono realizzate su misura e in conformità alla Direttiva 93/42/CEE.Tutte le protesi sono perso-nalizzate anche nella colo-razione che viene definita avendo direttamente il pa-ziente come modello oppure attraverso materiale foto-grafico. La tecnologia Pro-cosil permette addirittura di impiantare peli nelle protesi per renderle ancora più ve-rosimili.“Il nostro staff qualificato è in grado di soddisfare le ri-chieste di ogni paziente ed è per questo motivo che il no-stro centro è unico in Italia; infatti, siamo capaci di rea-lizzare protesi per monconi atipici, laddove tecnologie classiche risultano ineffi-caci - afferma il direttore Oscar Feltrin -. Le nostre risorse umane sono impor-tanti quanto le nostre com-petenze tecniche, in quanto

stimiamo che entrambi gli aspetti si supportino e si in-tegrino”.Procosil offre sempre le so-luzioni più innovative, per questo effettua notevoli in-vestimenti sia in nuovi ma-teriali sia in nuove tecniche di produzione. Il profondo senso di innovazione che caratterizza Procosil nasce dall’essere continuamente in contatto diretto con il pa-ziente. Ogni innovazione è una concreta possibilità di migliorare una situazione problematica.“Per esempio, siamo alla ri-cerca costante di materiali leggeri e resistenti per prote-si di braccia e avanbraccia - aggiunge Feltrin -. Abbiamo depositato due brevetti mol-to importanti. Il primo è il sistema Proart, che permet-te il posizionamento delle dita protesiche in differenti angolazioni. L’autobloccag-gio assicura una presa affi-dabile e permette di creare una forza di opposizione. Questo sistema trova tutta la sua applicazione nelle am-

mabile poli-segmentale. È il primo tipo di protesi bionica antropomorfa con supporti falange e dita in titanio che permette la protesizzazio-ne dal bimbo all’adulto, ri-spettando le caratteristiche morfologiche del paziente. La mano Procosil Titanium per bambino è la più piccola mano bionica attualmente disponibile. Le sue carat-teristiche antropomorfe, la sua potenza di presa, le sue funzionalità, l’estetica per-sonalizzata in silicone e il suo feed-back sensoriale, la rendono davvero unica.Quando la mano è aperta, le estremità delle dita sono di-stanti e quando stringiamo la mano, queste estremità si raggiungono nel palmo della mano. La Mano bio-nica Procosil Titanium ha le stesse caratteristiche, il che permette movimenti più naturali e una presa più ve-ritiera. L’adattamento all’og-getto è possibile solo grazie a un sistema meccanico de-formabile nei tre piani spa-ziali. Ciascun dito si adatta

■ TECNOLOGIA / Garantita la massima personalizzazione, anche nei colori

Protesi bioniche in silicone

automaticamente all’oggetto da prendere e le dita lunghe hanno le 3 falangi articola-te. Tutte le dita sulla parte pulpare sono dotate di un rivestimento morbido che ne aumenta la superficie di contatto all’oggetto da affer-rare e permette una presa morbida e sicura. Il pollice

è opponibile alle dita prin-cipali. “Un sistema di feed-back sensoriale - conclude Feltrin - permette di tra-smettere una sensazione di tatto al moncone del pazien-te. La mano è infine com-pletata da un polso soffice e rotante che ne perfeziona la funzionalità”.

Procosil è uno dei centri protesi più quali cati in Europa. Le soluzioni innovative per materiali e tecniche ne fanno un vero punto di riferimento, non solo in Italia

L’azienda ha depositato due brevetti: il sistema

Proart e la Mano bionica Procosil Titanium

L’autobloccaggio delle protesi assicura una presa affi dabile

C

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EventiLunedì 14 maggio 20128 Exposanità

La realizzazione dei nuovi Centri diurni per disabi-

li con Comunità alloggio di Adria e Taglio di Po. La ri-strutturazione del Centro so-cio sanitario di Porto Tolle e del Sert di Taglio di Po. Sono due esempi del progetto av-viato dall’Azienda Ulss n. 19 di Adria che si è concretizzato in un piano di intervento per la riorganizzazione e il com-pletamento delle strutture. Il tutto all’insegna dell’umaniz-zazione delle cure, argomento complesso che trova declina-zione nei concetti di “presa in carico”, “accoglienza”, “accom-pagnamento” e “ascolto” degli assistiti. L’idea di fondo è l’ado-zione di un approccio olistico

al tema della salute, con atten-zione alla totalità dei bisogni fisici, psicologici e relazionali del paziente concepito come “persona”, dotata di una preci-sa specificità non conciliabile con modelli di cura basati su una rigida standardizzazione. Per questo è stato varato un piano d’azione che adegua le strutture ai requisiti di ospita-lità e accoglienza rivisitando i processi organizzativi secondo il principio della “centralità” della persona.In ambito ospedaliero è stata realizzata la piazzola di Eli-soccorso, avviata la Risonanza magnetica nucleare e il ser-vizio di Oncologia. Atri in-terventi hanno riguardato la

nuova Fisiatria, riqualificazio-ne del Pronto Soccorso, rior-ganizzazione del Punto nascita e dell’area Materno-Infantile e la realizzazione del nuovo Di-partimento di Salute Mentale. L’ultimo tassello è costituto dalla nuova Palazzina dei Ser-vizi, disponibile entro l’anno, per dialisi, servizio trasfusio-nale, laboratorio di analisi e anatomia patologica.In queste iniziative rientra la ristrutturazione degli atrii del vecchio e del nuovo Ospedale, per l’abbattimento delle barrie-re architettoniche e l’avvio dei “Punti di accoglienza”. I nuovi servizi svolgono una funzione di supporto agli utenti, prov-vedendo alla prenotazione del-

le prestazioni, alla rilevazione dei dati per il riconoscimento delle esenzioni ticket per pa-tologia, all’acquisizione delle richieste per ausili protesici e per la consegna delle copie di cartella clinica con l’obiettivo di rendere disponibili presso un unico sportello tutti i ser-vizi necessari. Sul fronte delle tecnologie sanitarie, a partire dal 2008 l’Azienda ha messo a disposizione dei propri profes-sionisti nuove apparecchiature adeguate al livello di servizio richiesto. Tra le acquisizioni più importanti ci sono la ri-sonanza magnetica nucleare e il mammografo digitale per l’Uoc di Radiologia, il rinnovo di gran parte delle attrezzature

■■■ ADRIA / L’Azienda Ulss n. 19 ha avviato progetti di organizzazione e completamento delle strutture

Nuovi servizi per accogliere i pazienti

del gruppo operatorio e molte altre che hanno contribuito a migliorare le attività dell’Ulss n. 19 di Adria.Con il “Percorso rosa” è stato varato un insieme di iniziative per l’accoglienza e presa in ca-rico delle pazienti donne, con riferimento all’insieme delle condizioni fisiologiche e delle patologie di “genere”, mentre il “Percorso d’argento” ha riguar-dato i pazienti in età anziana. Rilevante anche l’iniziativa concordata con il Centro Ser-vizi di Ariano, che prevede l’at-tivazione in via sperimentale di alcuni posti letto finalizzati ad accogliere temporaneamen-te, e su valutazione dell’Uvmd, pazienti in precedenza ricove-rati o con quadro patologico che necessiti di elevata assi-stenza, comunque non tale da comportare il ricovero ospeda-liero, anche per indisponibilità del sostegno familiare.

Nella riorganizzazione dei processi, grande attenzione è stata dedicata al rapporto con i medici di Medicina Genera-le. Il progetto Doge, sviluppato su incarico dell’Amministra-zione regionale, ha visto l’im-plementazione di un sistema informatizzato volto a consen-tire un’interazione costante tra medici di famiglia e Ulss grazie all’introduzione di un fascicolo sanitario personale. In questo modo sono state rese disponibili le informa-zioni clinico-amministrative sulla popolazione assistita, con garanzia di sicurezza e ri-servatezza dei dati. Il progetto ha realizzato l’automazione dei flussi informativi relativi all’allineamento anagrafico, all’invio dei referti, delle lettere di dimissione e dei verbali di pronto soccorso, sviluppando le funzionalità per la prescri-zione elettronica.

Tra le iniziative, il Percorso rosa e il Percorso d’argento, per donne e anziani

Ospedale Civile di Adria

Giuseppe Dal Ben

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Prova ne sia il focus del 17 maggio 2012 promosso dai Collegi degli Infermieri, Assistenti Sanitari e Infermieri Pediatrici della Regione Emilia Romagna, all’interno di Exposanità con il loro XXVI Convegno dedicato all’ “In-tegrazione Professionale e la Continuità Assistenziale”.

Nella fattispecie i Collegi IPASVI (103 in tutt’Italia aderenti alla Federazione Nazionale IPASVI, alcuni dei quali sorti nel lontano 1954) sono Enti di diritto pubblico con propria personalità giuridica che, oltre a rappresentare uffi cial-mente la professione presso le Istituzioni sia pubbliche che private, sono impegnati, coerentemente con le norme che li istituiscono, a garantire e valorizzare la qualità delle prestazioni erogate dai professionisti iscritti agli Albi, che essi stessi aggiornano costantemente, oltre a fornire for-mazione ed assistenza tecnico-legale. Nell’attuale contesto di crisi e di tagli alla spesa pubblica occorre rivisitare la professione infermieristica, in relazio-ne al preciso momento storico che stiamo vivendo, se-gnato da profondi mutamenti nella struttura demografi ca della popolazione, nei bisogni di assistenza dei cittadini, nelle reali possibilità di risposta da parte di un sistema di welfare fortemente condizionato dalla crisi economica, alla quale il governo sta rispondendo con provvedimenti importanti di contenimento della spesa pubblica.Chiara la strada da percorrere in queste differenti dinami-che: gli infermieri, infatti, giocando un ruolo determinante e proattivo nel contesto sociale e nella specifi ca categoria lavorativa, sono responsabilmente impegnati ad offrire il proprio contributo di cultura e progettualità, per una ri-visitazione dell’assetto del sistema sanitario, che insista sulla centralità dei bisogni dei cittadini. Da qui la necessi-tà di puntare sull’integrazione professionale e continuità assistenziale, attraverso una revisione critica dell’orga-nizzazione del lavoro di cura/assistenza, con l’adozione

di modelli innovativi (come l’infermiere di famiglia, la community nursing ed il case management), che si fon-dano sul coordinamento e su un’effettiva autonomia dei professionisti “non medici” e, non ultimo, la necessità di un cambiamento dei modelli di presa in carico come delle relazioni fra professionisti. Quindi un “nuovo patto per la salute”, un nuovo modello “sostenibile”, in cui la sanità pubblica rimane un diritto di cittadinanza ed universale ove non prevalgono solo ragioni volte alla razionalizzazio-ne delle prestazioni o/e il mantenimento di anacronistici interessi di parte. Temi indicati dalla categoria e affrontati nel corso del recente Congresso della Federazione Nazionale Collegi IPASVI “Professionisti nel cuore del futuro - Infermieri. La forza di una nuova cultura per il sistema salute”, tenutosi a Bologna. Le eccellenze raggiunte in capo infermieristico e le best-practicies convivono, tuttavia, con alcune critici-tà del comparto, come evidenziato nel corso dei congressi IPASVI, tra cui l’antieconomicità dell’attuale sistema, che ne sovraccarica i costi produttivi, alcune negatività dovute a casi di cattive gestioni, il mantenimento di doppioni e strutture non adeguate ai bisogni veri dei cittadini oltre ad inappropriatezza organizzativa. In relazione a tali ele-menti ostativi ad un concreto sviluppo ed innovazione della professione, sulla base delle indicazioni, delle linee di sviluppo per il sistema e per la professione infermieri-stica delineate dal XVI Congresso Nazionale, Exposanità rappresenta, quindi, un luogo di rifl essione e di formazio-ne, in cui i Collegi IPASVI della Regione Emilia Romagna, riuniti al tavolo del XXVI convegno, insieme alla comunità professionale, a studiosi dei sistemi sanitari e dei percorsi formativi e all’Assessore alla Salute della Regione Emilia Romagna, identifi cano nuove linee operative, a partire dai risultati della sperimentazione di nuovi modelli assisten-ziali maturati sul territorio regionale.

EVOLUZIONE DELLA SOCIETÀ E CAMBIAMENTO DELLA DOMANDA DI SALUTE DEI CITTADINI: UN TEMA CARO AGLI INFERMIERI

V

CONVEGNO REGIONALECorso di formazione Continua ECM

“Integrazione professionale e continuità assistenziale”Il contributo degli infermieri

Bologna, 17 Maggio 2012ore 8,30 -18

Palazzo della Cultura e dei CongressiSala Europa

Nell’ambito di Exposanità

S I I N V I TA A PA R T E C I PA R E Gra

fiche

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OBIETTIVI

MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE

“Integrazione professionale e continuità assistenziale” Il contributo degli infermieri

Quota di iscrizione: € 20,00 - Crediti ECM previsti: n. 2

INFORMAZIONI

EventiLunedì 14 maggio 2012 Exposanità 9

L’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini

rappresenta uno dei più im-portanti poli ospedalieri di alta specialità, a livello na-zionale e regionale. È infat-ti un Centro di riferimento per tutti i cittadini di Roma e delle altre province del La-zio e, per alcune patologie, anche per pazienti prove-nienti da altre regioni d’Ita-lia e persino da altri stati.Il San Camillo-Forlanini, che si trova nel cuore di Roma, si estende su una superficie di circa 60 ettari (paragonabile a quella del Vaticano) e si presenta co-me il più grande complesso ospedaliero pubblico in Ita-lia. Insieme, le due struttu-re San Camillo e Forlanini, riunite in un’unica Azienda pubblica, costituiscono un prestigioso presidio ad alta tecnologia multidisciplina-re, con oltre 5.000 dipen-denti, di cui 1.200 medici e 2.000 infermieri, 12 diparti-menti di medicina e chirur-

gia e circa 120 unità operati-ve complesse. Se le attività cliniche, assi-stenziali e di ricerca che si svolgono presso l’Azienda coprono sostanzialmente tutte le patologie, l’Ospedale

rappresenta un centro di ec-cellenza nella trapiantologia sia di organi (fegato, cuore, pancreas, rene) che di tessu-ti (sangue, midollo, cordone ombelicale), nonché Centro di riferimento regionale dei

trapianti. Costituisce anche Centro hub per 12 specifici settori che vanno dal pronto soccorso - in particolare per l’attività di shock e trauma - alla cardiochirurgia, chi-rurgia toracica, ictus, ma-terno-infantile, neonatolo-gia, radioterapia, oncologia e trapianti di fegato e di reni.Nel 2011, su 285 trapianti di organo eseguiti nella Re-gione Lazio, l’Aoscf ne ha eseguiti 78 (il 27,4%), il nu-mero più alto rispetto a tutti i centri della Regione Lazio, di cui 3 rene-pancreas, 14 di cuore, 35 di rene e 22 di fegato. Dal 2002, vengono inoltre effettuati trapianti di cuore artificiale che, di fronte a liste d’attesa lunghe e a un’offerta che supera la domanda, permette a molte persone di sopravvivere.“In questo contesto, stiamo portando avanti una campa-gna di sensibilizzazione alle donazioni, per far compren-dere ai cittadini che sono essi stessi protagonisti della salute”, afferma il direttore generale dell’azienda Ospe-daliera San Camillo Forlani-ni, Aldo Morrone. “Cerchia-mo di coinvolgere le persone attraverso una partecipa-zione attiva, per evitare di trasformare l’ospedale in un “ente erogatore” di pre-stazioni sanitarie, quando è invece una struttura che, insieme ai cittadini, diventa parte attiva del migliora-mento delle condizioni di salute della collettività”.L’Ospedale vanta anche un gruppo di lavoro che si oc-cupa di microchirurgia della mano che, grazie all’impiego di protesi all’avanguardia, permette, a coloro che han-no perso l’arto, un utilizzo parziale della mano senza la necessità di assumere far-maci immuno-depressivi.Non da meno, si presenta come centro di raccolta san-gue da cordone ombelicale. “È una pratica ancora poco diffusa in Italia ma di gran-

dissima importanza, perché attraverso il cordone om-belicale è possibile portare avanti studi sulle cellule sta-minali che possono essere utilizzate per contrastare va-ri tipi di patologie”, afferma ancora Morrone. Presso il Centro Trapianto Cellule Staminali vengono oggi eseguiti trapianti, sia di tipo autologo che allo-genico, in tutte le malattie ematologiche, di natura ne-oplastica (leucemie, linfomi, mieloma) e non neoplastica (emoglobinopatie, aplasia midollare, malattie autoim-muni, malattie genetiche). Dal 1985 ad oggi sono stati effettuati 878 trapianti di cui 580 autologhi e 298 alloge-nici. Tutte le possibili fonti di cellule staminali emato-poietiche vengono utilizzate ai fini del trapianto: midollo osseo, sangue periferico do-po mobilizzazione con fatto-ri di stimolazione e sangue di cordone ombelicale. Il cuore dell’attività di trapian-to è rappresentato dall’Unità di degenza sterile, dotata di camere sterili che ospitano un totale di 10 posti-letto. Altro punto di eccellenza è rappresentato dalla Radiote-rapia. Il completo rinnova-mento del “parco” tecnologi-co del reparto di radioterapia

dell’Ospedale San Camillo- Forlanini (con la presenza di 3 acceleratori lineari, 1 tomoterapia elicoidale, 1 TC dedicata, 1 apparecchio per ipertermia, 1 apparecchio in-traoperatorio), nonché la sua ristrutturazione, ne hanno infatti rafforzato il ruolo di leader nell’ambito oncologi-co della sanità pubblica re-gionale. Mediante la Tomote-rapia sono stati trattati oltre 500 pazienti e, oltre ai tratta-menti radioterapici standard, il Centro risulta l’unico rife-rimento pubblico per il trat-tamento delle malformazioni artero-venose cerebrali me-diante radio-chirurgia e per il trattamento delle recidive da tumore della mammella mediante radio-ipertermia superficiale. Non da ultimo, anche il reparto materno in-fantile, con la neonatologia e la pediatria, è una struttura di eccellenza, punto di riferi-mento per moltissime fami-glie di Roma e del Lazio. “Abbiamo un reparto di te-rapia intensiva neonatale ma, soprattutto, nel nostro Ospedale la pediatria si oc-cupa della onco-ematologia pediatrica e della chirurgia pediatrica, in particolare per il trattamento delle pa-tologie urologiche e fetali”, conclude Morrone.

■■■ SAN CAMILLO-FORLANINI / Polo di riferimento non solo per Roma, ma per il Lazio e per il resto d’Italia

L’eccellenza nel campo dei trapianti e dell’emergenzaSi tratta del più grande complesso pubblico d’Italia ad alta tecnologia multidisciplina-re. Costituisce anche un centro hub per 12 specifici settori, dal pronto soccorso all’ictus

A sx l’ingressoprincipale dell’Azienda Ospedaliera,San CamilloForlanini.A dx l’eliporto

Il direttore generale

dell’azienda Ospedaliera San

Camillo Forlanini, Aldo Morrone

Una veduta del centro

L’Unità operativa complessa laboratorio di genetica medi-ca, struttura a direzione universitaria e personale misto,

universitario e ospedaliero, è attiva dal 1974 per effetto di una Convenzione tra l’Azienda Ospedaliera S. Camillo - Forlanini e l’Università “Sapienza” di Roma.La mission è la diagnosi, pre e post natale, la prevenzione e la ricerca per le malattie genetiche rare.L’attività riguarda i test di citogenetica, genetica molecola-re, genetica forense, immunogenetica, preceduti e seguiti da consulenza. Attività di particolare rilevanza sono la diagno-si e la cura delle malformazioni dell’apparato genitale e delle condizioni di ambiguità genitale; la diagnosi per emocroma-tosi su tutti i geni conosciuti; la diagnosi molecolare e ricerca nel melanoma familiare e/o multiplo.

La genetica medica

Tra gli ospedali italiani, il San Camillo-Forlanini vanta la presenza di un’Unità

operativa di sanità internazionale e coopera-zione con i Paesi in via di sviluppo, costituita nel 2006.Il programma di cooperazione ospedaliera e di educazione allo sviluppo per i professioni-sti ospedalieri mira a valorizzare un impegno umanitario e professionale di lotta alle pover-tà e di sviluppo sostenibile. Gli interventi so-no svolti prevalentemente nel Corno d’Africa, una delle aree più povere del pianeta e carat-terizzata da eventi bellici recenti. Le attività comprendono assistenza tecnica, consulenza e formazione ed educazione allo sviluppo per il personale ospedaliero aziendale e regionale, rapporti internazionali con istituzioni e strut-ture sanitarie di altri Paesi e gemellaggi con ospedali dell’Africa Sub-Sahariana.“Questo progetto si propone di fornire know how clinico-formativo in loco”, spiega Aldo Morrone,

direttore generale dell’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini. “Attuiamo percorsi di forma-zione del personale ospedaliero di paesi in via di sviluppo, con delegazioni di medici italiani che si recano presso università straniere. I corsi posso-no essere anche a distanza, attraverso la teleme-dicina e la telechirurgia”.Si tratta di una iniziativa importante che contribuisce sia alla formazione e all’aggior-namento degli operatori sanitari dei paesi interessati, sia alla nascita di nuovi posti di lavoro con possibilità di sviluppo economico attraverso la medicina. E non mancano le ri-chieste di scambi culturali, scientifici e di col-laborazione anche con paesi come la Russia e la Cina. “È fondamentale che l’ospedale si apra a una visione globale della salute, attra-verso la collaborazione con i diversi paesi del mondo, a dimostrazione che la medicina, la ricerca e soprattutto il diritto alla salute, non presentano confini” conclude Morrone.

L’Unità operativa sanità internazionale e cooperazione ospedaliera con i Paesi in via di sviluppo

EventiLunedì 14 maggio 201210 Exposanità

controllo della funzionalità di un impianto vecchio, ma an-cora in buono stato, diventa fondamentale. “Un impianto ben progettato - spiega Bo-nanno - per rimanere tale de-ve essere controllato almeno ogni sei mesi, per evitare che si verifichino falsi allarmi o guasti, e soprattutto per fare in modo che i tempi di reattività del sistema siano adeguati per rivelare prontamente un in-cendio o una fuga di gas. Un impianto ben mantenuto può tranquillamente avere una du-rata anche di 10 anni”. In ambito sanitario, Def Italia è presente con apparecchiatu-re per la rivelazione di incen-

dio e gas (grazie a sensori ot-tici, di fumo, di temperatura). Oltre a ciò, spesso ospedali e Asl richiedono sistemi per l’evacuazione sonora e il con-trollo degli accessi: si pensi, per esempio, ai locali farma-cia, nei quali non solo è im-portante limitare l’accesso, ma anche aggiungere un sistema d’allarme.Ci sono esperienze di rilievo che testimoniano l’intenso lavoro di Def Italia. Raccon-ta l’amministratore delegato: “Un importante ospedale del Nord Italia ha installato 6.000 punti di rivelazione incendio. Siccome era impossibile poter gestire tutti questi punti attra-

“Più che un fornitore di fiducia”: in questo slo-

gan è racchiuso il mondo di Def Italia, società specializzata nella fornitura di prodotti e servizi in diversi settori (rive-lazione incendio e gas, con-trollo accessi, intrusione, Tvcc, supervisione, chiamata medi-ca ed evacuazione).In realtà, dietro alla produzio-ne di apparecchiature elettro-niche c’è ben altro: un siste-ma coordinato e integrato di passaggi che segue il cliente. Spiega a questo proposito l’amministratore delegato di Def Italia, Sergio Bonanno: “Il nostro impegno, specie per l’ambito della sanità, parte nel

momento della progettazione di un impianto, con la con-sulenza e l’assistenza anche sotto l’aspetto normativo. Una volta venduto il sistema, vie-ne fornita l’assistenza tecnica da parte dei capi commessa all’installatore. A nostra cura è anche lo start up. Al cliente fi-nale viene dunque consegnato l’impianto funzionante, ma la nostra attività prosegue anche con la manutenzione, sia ordi-naria che straordinaria”.Proprio la manutenzione è diventata un tema caldo, in questo periodo. Con le strut-ture ospedaliere e sanitarie sempre meno intenzionate ad acquistare impianti nuovi, il

■■■ DEF ITALIA / La società è specializzata nella fornitura di prodotti e servizi in diversi settori

Soluzioni per sistemi di sicurezzaverso un semplice display di centrale, abbiamo progettato un sistema di supervisione con mappe grafiche a dispo-sizione su pc. A seguito di un allarme, il sistema fornisce la planimetria, le telecamere - se presenti - evidenziano il punto esatto e vengono poste in es-sere le procedure da eseguire. Considerato che il tempismo è la variabile più importante nel controllo di un incendio, si può immaginare quanto que-sti tool aiutino nella gestione del sistema”. Per una Asl, invece, è stato progettato un centro unico di ascolto, al quale si collegano tutti gli ospedali afferenti a quel territorio per la gestione dei sistemi di rivelazione in-cendio e gas.L’approccio votato al servizio di Def Italia ha fatto sì che l’azienda si differenziasse dai competitors, spesso interessati più alla vendita dei prodotti che alla relazione di lunga du-rata con i clienti. Def Italia si occupa non solo della manu-

tenzione dei propri impianti, ma anche di alcuni marchi concorrenti. L’azienda è cer-tificata Uni En Iso 9001:2008 per la commercializzazione di dispositivi elettrici: rilevazio-ne automatica del fuoco e del gas, l’estinzione, la sicurezza delle persone e/o cose e i ser-vizi correlati (manutenzione e interventi tecnici).Def Italia ha, in ambito sani-tario, clienti che spaziano da-gli ospedali, alle case di cura, alle cliniche, sia pubbliche che private. La società italiana fa parte di un gruppo francese che conta più di 30 società, 1.800 dipendenti e circa 150 milioni di euro di fatturato, con una copertura territoriale che comprende il Maghreb, Belgio, Olanda, Costa d’Avo-rio, Italia (la sede più grande). Nel nostro Paese Def Italia, che ha sede a Legnano, può contare sull’apporto di 56 di-pendenti; ha filiali ad Asti, Mi-lano, Bergamo, Padova, Bolo-gna e Roma e agenti sulle isole e per la Puglia.

Rivelazione incendio, evacuazione sonora e accessi: i sistemi più usati dalla sanità italiana

Sergio Bonanno, amministratore delegato Def Italia

L’Ospedale è uno dei 45 centri italiani

dotato del robot chirurgico Da Vinci Hsdi

di ultima generazione per intervenire

sui tumori all’apparato digerente

L’azienda ospedaliera “Santa Maria” di Ter-

ni, con i suoi 605 posti letto, rappresenta, in termini di dotazione il secondo ospeda-le della Regione Umbria. È il riferimento per tutti i cittadi-ni residenti nel comprensorio ternano ma, sul fronte delle prestazioni di alta complessi-tà - suo elemento caratteriz-zante - il bacino di utenza è più ampio e richiama pazienti ben oltre i confini dell’am-ministrazione regionale. L’Azienda costituisce inoltre un ospedale di insegnamento, in virtù dei rapporti da tempo

consolidatisi con l’Università degli studi di Perugia, in par-ticolar modo, con la Facoltà di Medicina.Il direttore generale, dottor Gianni Giovannini, afferma “La ricchezza dell’offerta assi-stenziale, congiuntamente al livello qualitativo della stessa, rappresenta un elemento di particolare qualificazione per un ospedale, come quello di Terni, che difficilmente è rin-venibile in città di analoghe dimensioni demografiche. Inoltre, negli ultimi tempi, so-no stati portati a compimento tutta una serie di interventi che accrescono ulteriormente il ruolo dell’azienda ospeda-liera attribuendogli, in alcuni casi, una visibilità a livello na-zionale”.Tra i progetti più recentemen-te realizzati ci sono: l’apertura del nuovo blocco operatorio con 11 nuove sale con annessa una nuova centrale di steriliz-zazione, l’apertura di cinque nuovi posti letto di terapia intensiva post-operatoria per la neurochirurgia, l’apertura del laboratorio per la produ-zione di cellule staminali di tessuto nervoso e il suo rico-noscimento da parte dell’Aifa

e dell’Istituto Superiore di Sa-nità, l’acquisizione, per alcu-ne specialità chirurgiche, del robot di sala operatoria. In proposito il dottor Giovan-nini sottolinea: “Gli ultimi investimenti si sono indiriz-zati prevalentemente verso le nuove tecniche mini-invasive in particolare nella chirurgia vertebrale che limitano i di-sagi al paziente e permetto-no la riduzione dei tempi di recupero. A tutto ciò si sono affiancate tecnologie d’avan-

■■■ “SANTA MARIA” / L’azienda ospedaliera di Terni è tra i fiori all’occhiello della sanità umbra per l’alta specializzazione e qualità delle cure

Grande offerta assistenziale e di grande qualitàè tra i maggiori ospedali specializzati in chirurgia mini-invasiva e tecniche di diagnosi precoce

guardia, come il Neurona-vigatore per gli interventi ad elevata complessità. Il di-partimento di Neuroscienze dell’azienda ospedaliera di Terni si conferma uno dei fiori all’occhiello della Sanità Umbra, affermandosi come polo d’eccellenza e di alta spe-cialità per l’Italia centrale”.Sinonimo di eccellenza è an-che la divisione di Chirurgia digestiva - Unità Fegato. Nel corso degli anni, la Struttu-ra Complessa di Chirurgia

Digestiva si è infatti sempre più caratterizzata per il tratta-mento dei tumori dell’appara-to digerente con l’impiego di procedure sempre meno in-vasive e tecnologie avanzate. L’Ospedale è uno dei 45 centri italiani dotato di Robot chi-rurgico Da Vinci Hsdi di ulti-ma generazione. In tal senso, è ormai a pieno regime un approccio - sia laparoscopico che di chirurgia robotica - dei tumori dello stomaco, del ret-to e del colon in tutte le sue

porzioni, dei tumori del pan-creas e delle lesioni metasta-tiche del fegato. L’approccio mini-invasivo è il preferito anche nel settore della chi-rurgia della grande obesità, problema di forte incidenza sul piano nazionale. Anche la divisione di “Chi-rurgia Urologica Mini-Invasi-va” è una struttura incentrata prevalentemente su soluzioni terapeutiche chirurgiche ad elevato contenuto tecnologi-co. L’utilizzo della chirurgia lapa-roscopica e robotica coniuga l’elevata efficacia dell’atto chi-rurgico con il risparmio di funzioni vitali per garantire una qualità di vita eccellente.L’applicazione di soluzioni mini-invasive offre il massi-mo dei risultati se associata a una diagnosi precoce, ele-mento prioritario per il trat-tamento delle patologie neo-plastiche. A tal fine, presso la “Chirurgia Urologica Mini-Invasiva” di Terni esiste un “Laboratorio di Biotecnolo-gie” che esegue l’identificazio-ne di biomarcatori innovativi o sperimentalmente utilizzati dalla Comunità Scientifica, utili nella diagnosi di neopla-sia prostatica: il tumore più frequente nel sesso maschile. Da anni la “Chirurgia Mini-invasiva” di Terni offre solu-zioni chirurgiche applicando tecniche “a cielo aperto”, lapa-roscopiche e ad ausilio robo-tico, scegliendo la soluzione ottimale per il paziente in relazione ai parametri onco-logici e funzionali.

L’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni vanta 605 posti letto e un alto livello di specializzazione nelle cure dei tumori dell’apparato digestivo anche grazie a tecniche mini-invasive

EventiLunedì 14 maggio 2012 Exposanità 11

Con la realizzazione del Polo unico ospedaliero univer-

sitario dell’Azienda ospedaliera di Perugia, è emersa l’esigenza di ridisegnare i percorsi clinico assistenziali interni ed esterni del Pronto soccorso, affinché gli stessi potessero rispondere in maniera più efficiente alle mutate necessità seguite alla riunificazione dei due presidi. La riorganizzazione del Pronto soccorso, insieme al restyling della struttura, sono stati fina-lizzati al miglioramento logi-stico/gestionale, tecnologico/informativo e di accoglienza/umanizzazione. Innanzitutto l’attivazione di 8 letti di “osser-vazione breve intensiva” - Obi per il trattamento di quei casi clinici (circa 1.500 all’anno) che richiedono una definizio-ne diagnostica in 24-48 ore di osservazione in Pronto soccor-so, riducendo così la quota di ricoveri inappropriati. Questi posti verranno presto ampliati a 14/16. Si è intervenuti poi con strumenti organizzativi inno-vativi come l’applicazione del modello dell’“organizzazione snella - lean organization”, no-to come metodo Toyota, all’in-terno dell’Area emergenza/urgenza, volto a creare risposte

In tempi di innovazione e di diffusa tecnologia anche la

medicina cambia pelle e nel suo futuro c’è la telematica, o meglio la telemedicina, in pratica l’applicazione delle tec-nologie informatiche e delle telecomunicazioni alla scien-za medica. Questa la frontie-ra di domani, che non perde d’occhio l’efficienza, con l’im-piego appunto di piattaforme all’avanguardia, telelaboratori, sperimentazioni di nuovi ser-vizi digitali e molto altro an-

organizzative più flessibili, ca-pace di reagire al cambiamento disegnato attorno alle esigenze del cittadino e di raggiungere alti livelli di qualità con isori-sorse. è stata istituita la figura “on demand” dell’“infermiere amico”, una figura di vicinanza a chi entra in Pronto soccorso per ottimizzare i flussi nei mo-menti di iperafflusso. Con un modello organizzativo a isori-sorse, è stato possibile ridurre i tempi di attesa e di attraversa-mento in Pronto soccorso. La “lean organization”, elaborata dall’Azienda ospedaliera di Pe-rugia, ha portato al riconosci-mento del primo premio per la sessione Poster al trentottesimo Congresso Nazionale dei Me-dici di Direzione Ospedaliera nel maggio 2012 a Torino oltre alla menzione speciale da parte dell’Associazione italiana for-matori al Premio Basile 2011 come “modello di innovazione organizzativa in sanità”. L’ado-zione di percorsi diagnostici terapeutici “snelli”, scientifica-mente validati, è stata anche sperimentata nella riorganizza-zione del percorso del paziente con traumatologia ortopedica e con un notevole aumento del livello di efficienza della

■■■ AO PERUGIA / Vinto il 1° premio nella sessione Poster al 38° Congresso Nazionale dei Medici di direzione ospedaliera

■■■ TECNOLOGIE / Nuove applicazioni avanzano

Come è cambiato il Pronto soccorso

L’Ict sempre più presente in medicina

struttura. Da un lato l’ottimiz-zazione dei tempi di esecuzio-ne delle varie fasi del percorso intraospedaliero, dall’altro l’ap-plicazione dell’ortogeriatria co-me modello in cui si valorizza la valutazione clinico/geriatrica dell’anziano fratturato, fin dalla fase preoperatoria, realizzando la collaborazione multidisci-plinare e multiprofessionale con conseguente riduzione dei tempi dell’intervento, minor rischio di complicanze post-operatorie e una più rapida ripresa funzionale postinter-vento. L’applicazione dell’or-ganizzazione snella in questo ambito si è accompagnata a un miglioramento consisten-te dell’indicatore ministeriale utilizzato per la misurazione di efficacia di tale percorso, cioè la percentuale di pazienti trau-matizzati operati al femore en-tro due giorni dall’ammissione, che è passata dal 29,7% della media 2011 al 50% del primo trimestre 2012. Alla riorganiz-zazione del Pronto soccorso, si affianca la necessità, visto il fenomeno del sovraffollamento nelle degenze di area medica che è in costante aumento, di trovare soluzioni organizzative che siano in grado di migliora-re la capacità di rendere dispo-nibili i posti letto in modo più veloce e con maggior livello di sicurezza per i degenti. L’attiva-zione del progetto denominato “Bed Management” è basato su una figura infermieristica di coordinamento con il ruolo di governare i flussi di degenza in ingresso e in uscita e la messa a disposizione di posti letto gior-

nalieri fissi dell’area medica per il Pronto soccorso. La soluzio-ne tecnologica che supporta tale funzione è costituita da un cruscotto informatizzato che permette, attraverso il moni-toraggio della disponibilità di posti letto delle unità di degen-za nelle 24 ore, di individuare le situazioni di criticità e di forni-re le possibili azioni correttive per evitare il sovraffollamento e il fenomeno dei letti aggiun-ti. Attraverso l’implementa-zione del sistema gestionale aziendale Adt - accettazione/dimissione/trasferimento, con l’accettazione-informatizza-zione del degente effettuata in tutti i reparti, è stato creato un pannello di controllo per il Pronto soccorso che in tempo reale fotografa la situazione dei posti letto dell’intero ospedale e le varie disponibilità per sin-gola struttura di degenza. “Tale strumento - afferma il com-missario straordinario Walter Orlandi - diventa ancora più strategico in previsione dell’ imminente riorganizzazione dell’“emergenza territoriale” 118 umbra, con la riduzione delle tre centrali operative at-tualmente esistenti e la crea-zione all’interno dell’Azienda ospedaliera di Perugia di una centrale operativa unica su base regionale. Una volta a re-gime all’interno dell’azienda, potrà essere messo a disposi-zione per un efficace utilizzo dei posti letto dell’intera rete ospedaliera umbra, al fine di costituire percorsi più appro-priati soprattutto per le patolo-gie tempo-dipendenti”.

Realizzate proposte più flessibili e adatte alle esigenze dei pazienti

L’obiettivo è quello di migliorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini a costi contenuti

La telemedicina consente di ottimizzare l’erogazione delle prestazioni sanitarie a distanza ed estendere la disponibilità di servizi

sanitari di eccellenza

Walter Orlandi, commissario straordinario Ao Perugia

Sala d’attesa radiologica del Pronto soccorso

cora. E in Italia non mancano le performance d’eccellenza, a conferma di un Paese pronto a distinguersi a pieno titolo quando si parla di ricerca e in-novazione. Così, con il puntuale sviluppo delle tecnologie Ict in sanità e con il loro apporto alle buone prassi, anche la salute e i cit-tadini traggono benefici dalla tecnologia, secondo quelle linee strategiche adottate nel Belpaese in materia sanitaria, per cui informatizzazione e

L’ingegnere al centro del sistema sanitario, per garantire efficienza ed efficacia dei processi. In tema di sanità non

vi si prescinde, anzi oggi si punta a ottimizzare i sistemi e a farlo partendo da un principio sostanziale, che all’interno delle strutture ospedaliere è sempre più necessaria la presen-za di figure competenti nell’engineering ospedaliero. Vale sia per la realizzazione e la gestione delle strutture e degli impianti che per l’installazione e la gestione delle tecnologie sanitarie. Così, non solo entra in campo l’innovazione per dare servizio e qualità al cittadino, con il nostro Paese im-pegnato nell’applicazione di strumentazioni tecnologiche e piattaforme all’avanguardia, ma anche nella progettazione di base. E naturalmente ecco indispensabile la presenza, nel presente e nel futuro, della figura dell´ingegnere nella sanità, con lo sviluppo di nuove funzioni come leva per migliorare l’efficienza e l’efficacia dei processi. Si punta al raggiungimen-to di un obiettivo: mettere il paziente al centro del sistema sanitario e intendere la sanità in un’ottica di organizzazione complessa capace di ricomprendere nella filiera pure nuovi ambiti e figure professionali che possano produrre valore ag-giunto riscontrabile nei servizi offerti al paziente.

Il ruolo dell’ingegnere nella sanitàLo sviluppo di nuove applicazioni tecnologiche richiede professionisti sempre più specializzati

Sempre più attenzione alla vaccinazione nel nostro Paese. Tante le novità nel Piano nazio-nale della prevenzione vaccinale 2012-2014. Armonizzare le strategie vaccinali in atto e ga-

rantire l’offerta attiva e gratuita delle vaccinazioni prioritarie per la popolazione generale sono solo due degli obiettivi del Piano, che è stato approvato con Intesa Stato-Regioni (seduta del 22 febbraio 2012) e pubblicato nel supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale del 12 marzo. Si passa da alcune novità principali, come il vaccino contro l’Hpv (papillomavirus) ora uffi-cialmente nel Piano e gratuito per le ragazze tra 11 e 12 anni, ma pure da due altri due vaccini (già offerti in molte regioni) che sono l’antimeningococco e l’antipneumococco, calendarizzati a livello nazionale. E, ancora, per il vaccino contro la varicella, se ne posticipa l’introduzione universale in tutte le regioni al 2015 (al momento fa parte dei programmi vaccinali pilota solo di alcune), raccomandato nei soggetti a rischio e nelle persone suscettibili. Novità pure per gli anziani poiché, oltre alla vaccinazione riservata all’età pediatrica, in calendario anche quella antinfluenzale negli ultra 65enni (benché già garantita dalle circolari ministeriali).

Piano nazionale della prevenzione vaccinaledigitalizzazione ne sono un risvolto sostanziale. L’iter è già in atto e passa da punti essen-ziali quali l´approfondimento degli aspetti della formazio-ne in e-health, la definizione delle best-practice in medi-cina e chirurgia telematica, l’integrazione dell´assistenza sociosanitaria, in particolare con l’attenzione alla gestione domiciliare dei pazienti che soffrono di patologie cronico-degenerative e alla teleriabili-tazione, nonché il rispetto del-la privacy nel trattamento dei dati. Insomma, la telemedicina non è più questione di prototi-pi. Su campo e nei fatti l’azione

è rivolta a ottimizzare l’eroga-zione delle prestazioni sanita-rie a distanza, estendere la di-sponibilità di servizi sanitari di eccellenza, migliorare la quali-tà percepita dei servizi erogati e, allo stesso tempo, ridurre i costi a essi collegati. Il tutto per migliorare la qualità dei servizi al cittadino, in cui un ruolo cardine gioca l’e-health. Perché, per cambiare davvero, occorre mettere la formazione specifica e la ricerca scientifica al primo posto.

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EventiLunedì 14 maggio 201212 Exposanità

■■■ ECCELLENZE / L’Ospedale veterinario Masaccio di Firenze vanta oltre 25 anni di attività, 10mila prestazioni annue

Con oltre venticinque anni di attività alle

spalle e una media di circa 10mila prestazioni annue, di cui 1.500 in interventi chirurgici, l’Ospedale Vete-rinario Masaccio di Firenze (www.ospedaleveterinario-masaccio.com) è una clini-ca veterinaria d’eccellenza specializzata in diagnostica, chirurgia e oncologia, in grado di offrire le tecniche e le attrezzature più avanza-te per la cura degli animali d’affezione, in particolare cani e gatti.

Il direttore sanitario è il dottor Giuliano Pellegrini, specialista in Malattie dei piccoli animali, che si è for-mato chirurgicamente pres-so le più importanti univer-sità europee e ha conseguito un Master in Oncologia. Responsabile della qualità è la dottoressa Lavinia For-ti Grazzini, che ci spiega: “Abbiamo vissuto diretta-mente tutta l’evoluzione della medicina veterinaria degli ultimi trent’anni, con il progredire velocissimo delle conoscenze mediche e delle tecniche medico-scientifiche. Siamo stati una delle prime strutture in Ita-lia a dotarsi di Tac, ad ave-re un laboratorio di analisi interno, a investire risor-se e competenze nelle più moderne attrezzature per la chirurgia specialistica. Fin dagli inizi della nostra attività, siamo sempre stati mossi da un unico obiettivo: offrire agli animali il massi-mo delle cure possibili; sen-za mai trascurare qualsiasi opzione diagnostica e tera-peutica”.Oggi l’Ospedale Veterinario Masaccio di Firenze è una

delle poche strutture ve-terinarie del Centro-Italia aperta al pubblico 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno; vi lavorano 9 medici veteri-nari con elevate e compro-vate competenze che, con passione e totale dedizio-ne, affrontano e risolvono quotidianamente sia pro-blematiche di medicina in-terna sia casi chirurgici di ortopedia, neurochirurgia, chirurgia oncologica fino alla più moderna chirurgia laparoscopica.“La chirurgia laparoscopica

rappresenta una delle nuo-ve frontiere della chirurgia veterinaria e trova utilissi-mo impiego in una serie di interventi chirurgici e dia-gnostici effettuati con una tecnica mini-invasiva - sot-tolinea il dottor Pellegrini - in grado di ridurre note-volmente il trauma chirur-gico e quindi il dolore post-operatorio dei nostri amici, di abbreviare i tempi di de-genza e di gestire al meglio la fase post-operatoria. Con la laparoscopia si ottiene un recupero dell’animale molto

Cure specializzate per gli animali

più rapido rispetto a quello richiesto da un intervento tradizionale e si minimizza il rischio di complicanze.”Anche grazie all’accresciu-ta sensibilità da parte dei proprietari, la clinica ha raggiunto l’eccellenza nella cura delle patologie onco-logiche; infatti, con precise stadiazioni della patologia tumorale, eseguite tramite esami Tac e istologici, non-ché in virtù del trattamento con mirate chemioterapie, l’aspettativa e la qualità di vita degli animali sfortuna-

tamente affetti da tumore è notevolmente migliorata.La qualità è certificata: nel 2009, l’Ospedale Veterina-rio Masaccio ha raggiunto, tra le prime strutture in Italia, l’importante traguar-do della certificazione di qualità Bpv (Buone Pratiche Veterinarie), un percorso europeo molto rigoroso che assicura elevati standard delle procedure sanitarie adottate, l’attento controllo su attrezzature e organizza-zione, la verifica puntuale dei risultati.

La clinica è aperta 365 giorni all’anno, 24 ore su 24; vi lavorano 9 medici veterinari

L’ospedale è specializzato in diagnosticaL’ingresso dell’ospedale

Una delle nuove frontiere della clinica è rappresentata dalla

chirurgia laparoscopica, che si basa su una tecnica

mini-invasiva

■■■ TSRM / I Tecnici sanitari di radiologia medica analizzano alcune problematiche legate alla loro professione

ITsrm, tecnici sanitari di radiologia medica, sono

professionisti sempre più preparati e specializzati. Nell’ottica di un ampliamen-to delle competenze che il ministero della Salute e le Regioni intendono attribu-ire ai 22 profili sanitari, la valorizzazione dei tecnici di radiologia è un concreto ed efficace contributo alla soste-nibilità dei sistemi sanitari.Tale valorizzazione passa attraverso tre temi fonda-mentali: radioprotezione, territorializzazione e domici-liarizzazione delle prestazio-

ni radiologiche e rilevazione delle alterazioni alla norma-le anatomia radiologica. Da più di un decennio i Tsrm devono conseguire un diplo-ma di laurea e la contestuale abilitazione all’esercizio della professione.“La crescita delle professioni sanitarie e alcune esigenze organizzativo-economiche del sistema socio-sanitario - dice Alessandro Beux, pre-sidente della Federazione nazionale dei collegi profes-sionali dei tecnici sanitari di radiologia medica - hanno indotto il ministero e le Re-

gioni a valorizzare e respon-sabilizzare le professioni sa-nitare, all’interno delle loro aree di competenza”.Il tema che più sta a cuore ai tecnici di radiologia è la radioprotezione. “Una parte significativa degli esami ra-diologici - chiarisce Beux -prevede l’esposizione a ra-diazioni ionizzanti: esami di radiologia convenzionale, Tc, emodinamica e radiologia interventistica. Gli ultimi so-no particolarmente sensibili per le importanti dosi alle quali sono esposti i pazienti. Di conseguenza, su questo

tema, la Federazione si fa supportare dall’Associazione italiana dei tecnici di radio-logia interventistica (Aitri), presieduta da Diego Catania. Le radiazioni ionizzanti por-tano sempre con sé un certo grado di rischio e possono avere effetti dannosi, dai pro-blemi cutanei alla possibile induzione di patologie tu-morali”.Nelle società occidentali si assiste a un aumento espo-nenziale e acritico degli esami radiologici, benché la maggior parte di questi risulti poi negativo. “Ovvia-

La radioprotezione, un tema cruciale La proposta è che gli esami radiologici vengano effettuati solo se realmente necessari

Una professione che vede dentro e guarda oltreUna valutazione complessa per un gesto apparentemente semplice

mente, non siamo contro la diagnostica per immagini che utilizza radiazioni ioniz-zanti - precisa il presidente dei Tsrm - ma vorremmo che questi esami venissero effettuati solo a coloro a cui è appropriato farli. Le nor-mative europee e nazionali sono importanti, ma il ga-rante della radioprotezione è il tecnico di radiologia che, conoscendo e aderendo alle più autorevoli raccomanda-zioni, ottimizza l’indagine e riduce quanto più possibile l’esposizione”.Il Tsrm è così garante della sicurezza e della qualità del-la prestazione nei confronti della popolazione. La Fede-razione ha investito e conti-nuerà a investire su questo tema, sensibilizzando i sin-goli operatori e dimostran-do un forte interesse verso specifici percorsi formativi, affinché i tecnici di radiolo-gia siano sempre più consa-pevoli e responsabili in ogni esame.Un secondo tema rilevan-te è la territorializzazione e domiciliarizzazione delle prestazioni radiologiche. “La miniaturizzazione delle tec-nologie - spiega Alessandro Beux - consente ai Tsrm di poter uscire dalle radiologie degli ospedali e andare sul territorio (poliambulatori, case della salute o strutture ospedaliere periferiche). Lo stesso vale per la radiologia presso il domicilio di chi è costretto all’immobilità. Tut-to ciò è reso possibile anche

dalla teleradiologia, cioè il trasferimento a distanza del-le immagini per un consulto o la refertazione, e dall’au-mentato livello di competen-za della professione tecnica di radiologia”.Terzo tema significativo è la rilevazione delle alterazioni alla normale anatomia ra-diologica. “Oggi il flusso ra-diologico - conclude Beux -prevede che il paziente arrivi, si sottoponga all’esame e poi questo vada in refertazione. Se al tecnico di radiologia fosse anche richiesto di dare una prima valutazione criti-ca delle immagini e rilevare le eventuali alterazioni alla normale anatomia radiologi-ca, questi esami godrebbero di una più tempestiva atten-zione da parte del medico ra-diologo e sarebbero refertati prima”. Il tutto a vantaggio delle persone.

Le radiazioni ionizzanti portano sempre con sé un certo grado di

rischio e possono avere effetti dannosi, dai

problemi cutanei alla possibile induzione di

patologie tumorali

EventiLunedì 14 maggio 2012 Exposanità 13

Si chiama Secure Credit l’ultima novità proposta

da Sys-Dat Sanità Srl, socie-tà del Gruppo Informatico Siges che si occupa di siste-mi informativi gestionali dal 1978, e opera nel settore della sanità privata e per le strutture per anziani con propri software applicativi gestionali specifici: Sys-Cli-nique e Sys-Riposo. Realizzato in partnership con Bnl Positivity, Secure Credit è un sistema integra-to per la gestione dei paga-menti dei clienti con carte di credito e carte di debito nelle strutture sanitarie ri-volte al pubblico. Si integra con il gestionale della strut-tura e può essere utilizzato dal piccolo poliambulatorio alla grande casa di cura. La soluzione offre le funziona-lità per gestire e negoziare sia carte Pagobancomat na-zionali sia di credito e debi-to di circuiti internazionali come Visa, MasterCard, American Express per limi-tarsi ai più conosciuti. Il sistema garantisce l’auto-mazione del processo rela-tivo alle carte di pagamento in ambito sanitario grazie

all’integrazione del modulo aggiuntivo in Sys-Clinique. In fase di accettazione, sia ambulatoriale che ricovero, l’operatore ha la facoltà di chiedere al cliente la conse-gna della carta di credito a fine di verificare, autorizza-re e riservare l’importo per il pagamento della presta-zione. Nel caso di ricovero il sistema può essere utiliz-zato anche in sostituzione

alla tradizionale forma di acconto. Le transazioni ef-fettuate con le carte di cre-dito, collegate all’uso di Sys-Clinique, possono essere estratte poi in un report. A questo punto la struttura può verificare che coinci-dano i movimenti effettuati con il gestionale con quelli del sistema di acquiring. Per questo Secure Credit mette a disposizione della strut-

tura un sistema di verifica “quadratura”. Con la funzio-ne di “verifica rendiconta-zione”, Sys-Clinique esegui-rà in forma automatica ogni controllo.Alla dimissione, i dati della carta di credito del cliente potranno essere utilizzati per il pagamento del conto. In alternativa il cliente potrà optare per effettuare il pa-gamento con un’altra carta di credito/debito. L’emissio-ne del conto e l’operazione di pagamento sono gestite unicamente dal gestiona-le, evitando la necessita di digitare anche sul Pos l’im-porto del versamento. Secure Credit arricchisce il gestionale Sys-Clinique che, con un unico disegno orga-nizzativo e modulare, copre le funzioni gestionali che vanno dalle attività di rico-vero alla gestione del Drg, alle attività ambulatoriali e del laboratorio analisi per sfociare in procedure am-ministrative come la conta-bilità generale, analitica, ge-stione dell’economato fino ad arrivare alla gestione del personale e alla rilevazione delle presenze.

■■■ SYS-DAT SANITÀ / Software applicativi gestionali specifici per i sistemi informativi delle strutture sanitarie

In ospedale si può pagare con le carteFinalizzato all’informatiz-zazione delle case di cura e dei centri ambulatoriali e laboratori di analisi, Sys-Clinique comprende una serie di moduli applicativi che vanno dal momento della prenotazione all’ac-cettazione, alla prestazione ambulatoriale, al ricovero, alla prenotazione degli in-terventi chirurgici, gestione dell’ambulatorio, del labo-ratorio di analisi, le proce-dure per la turnazione dei reparti, fino a contabilità, sicurezza e privacy e gestio-ne del personale. Il modulo Sys-Lab riguarda le attività del laboratorio di analisi, mentre Sys-Pacs gestisce la consultazione, masterizzazione e archi-viazione delle immagini radiologiche. Oltre alla possibilità di gestire tutte

le procedure contabili e am-ministrative, anche l’econo-mato ha modo di giovarsi dell’utilizzo di Sys-Clinique che con il modulo farmacia consente di coprire tutte le casistiche di gestione per ottenere un notevole rispar-mio sui costi. Sys-Dat Sanità produce e mantiene software per strutture sanitarie da più di trent’anni, con clienti in tut-ta Italia. è stata tra le prime aziende ad aver raggiunto la certificazione del proprio software, che ha superato tutte le validazioni del com-plesso Sistema informativo socio sanitario lombardo, noto nel settore in tutta l’Italia. La sua forza è rap-presentata dal suo ampio spettro di proposte e dalla sua continua ricerca ed in-novazione.

L’azienda ha realizzato Secure Credit, per la gestione dei pagamenti

Sergio Gandola, presidente Sys-Dat Sanità

Luca Gandola, direttore marketingSys-Dat Sanità

■■■ AIIGM / L’Associazione Italiana Impianti Gas Medicali è nata nel 2010

Ottobre 2010: diverse aziende che operano nel

mercato dell’healthcare, in particolare nel settore degli impianti e dei dispositivi per gas medicali, decidono di dare vita all’Aiigm, l’Associazione Italiana Impianti Gas Medicali (www.aiigm.it). L’intento è di riunire e pro-muovere le imprese e i soggetti specializzati in questo ambito, oltre che aggregare e suppor-tare i professionisti ospedalieri preposti alla gestione operativa di tali tecnologie. Aiigm è un interlocutore quali-ficato per i committenti, ovve-ro le strutture sanitarie e per gli

enti istituzionali. “L’associazio-ne identifica come finalità più alta della propria azione la mas-sima tutela possibile della salu-te e della sicurezza dei pazienti, degli operatori e delle strutture sanitarie in cui vengono utiliz-zati impianti e dispositivi per gas medicali”, afferma il presi-dente Daniele Megna, direttore tecnico della società Mbe, spe-cializzata nella progettazione di ambienti ospedalieri ad alto impatto tecnologico, nell’ero-gazione di servizi di ingegneria clinica e in consulenze spe-cialistiche per l’ottenimento di certificazioni aziendali di sistema e di dispositivi medici.

“Aiigm - continua il presiden-te - nasce dall’esigenza di una cultura tecnica consolidata in materia di impianti gas me-dicali, che si configurano a tutti gli effetti quali dispositi-vi medici (rif. Direttiva 93/42 Ce), che spesso svolgono una funzione di assistenza vitale per il paziente quale la som-ministrazione dell’ossigeno ol’attivazione pneumatica di ventilatori polmonari.A tal proposito basti pensare che in materia di appalti pub-blici la qualificazione richiesta ai soggetti concorrenti a una procedura di gara è rappresen-tata tipicamente da un’attesta-

Un interlocutore qualificato per il settore Tra le attività svolte, iniziative di formazione e aggiornamento del personale ospedaliero

Daniele Megna, presidente dell’Aiigm

I soci fondatori dell’Aiigm

zione Soa per la categoria OS3 che riguarda gli impianti idri-co-sanitari, che nulla hanno a che vedere con gli impianti gas medicali”.“Aiigm - prosegue Megna - sti-mola il dibattito e la condivi-sione democratica di problemi di interesse specifico del setto-re, siano essi di natura tecnica, normativa, legale e sociale, al fine di poter pervenire a solu-zioni unitarie e condivise. Da questi presupposti nascono le guide e i ‘position paper’ emessi da Aiigm. Al momento è in fase di pubblicazione una guida relativa ai criteri di ap-plicazione della regola tecnica

di prevenzioni incendi (dm 18/09/2002) agli impianti gas medicali”.Aiigm partecipa attivamente ai lavori di normazione del setto-re al fine di favorire le soluzioni tecniche promosse dall’indu-stria italiana e garantire un costante aggiornamento a tutti gli associati. “Da gennaio 2011 - aggiunge il presidente - Ai-igm ha rappresentato l’Uni in sede internazionale nell’ambi-to della commissione TC121/SC6 dell’Iso e ha contribuito ad avviare il processo di revi-sione della norma Iso 7396-1, che procederà in occasione del prossimo meeting di giugno, a Kyoto in Giappone”“L’azione dell’associazione - conclude Megna - si concretiz-za infine mediante iniziative di aggiornamento e formazione del personale ospedaliero, poi-ché solo mediante una corret-ta gestione operativa possono essere garantite le prestazioni, l’affidabilità e la sicurezza de-gli impianti gas medicali”. Per l’edizione di quest’anno di Ex-

posanità, dove Aiigm sarà pre-sente (Pad. 25 – A103), sono in programma due seminari nella sala Mozart: “Impianti Gas Medicali: Progettazione e Gestione - Il ruolo della figura professionale del Bioingegne-re”, 16 Maggio (in collabora-zione con Aibio, Associazione Italiana di Bioingegneria) e “La Gestione Operativa degli Impianti Gas Medicali - L’azio-ne congiunta del Fabbricante e della Struttura Sanitaria”, 17 maggio realizzato (in colla-borazione con Siais, Società Italiana di Architettura e Inge-gneria in Sanità).Lo scorso 11 maggio si è concluso il primo corso di formazione Uni-Aiigm de-dicato alla Gestione Opera-tiva, che consentirà ai par-tecipanti l’iscrizione all’albo nazionale interno Aiigm. Ulteriori iniziative divulgati-ve e di formazione verranno rese note sul sito www.aiigm.itdove sono presenti anche leindicazioni per iscriversi all’as-sociazione.

EventiLunedì 14 maggio 201214 Exposanità

scere la posizione nel contesto geografico spesso condiziona le scelte in misura maggiore di al-tre informazioni. Ma, nella pra-tica, come funziona il servizio? L’informazione spaziale, ossia la localizzazione geografica della struttura censita, viene calcolata dal sistema sulla base dell’in-dirizzo inserito (provincia, comune, cap), secondo un pro-cedimento automatico di geo-codifica, poi perfezionata dallo stesso veterinario. La posizione così identificata, viene indicata

su di una cartografia che rap-presenta il territorio per mezzo di immagini satellitari. Il servi-zio, che resta costantemente in fase di implementazione, racco-glie sul database un flusso infor-mativo alimentato direttamente dai veterinari che operano nelle strutture censite. L’accesso per la registrazione dei dati è riser-vato ai medici veterinari iscritti agli Ordini. Le strutture private sono individuabili non solo in base alla prossimità geografica del cittadino, ma possono es-sere selezionate anche secondo ulteriori parametri come, ad esempio, la specie animale de-stinataria delle prestazioni e i servizi offerti. I medici veterina-ri titolari possono fornire tutte le informazioni per essere con-tattati e raggiunti. Una simile iniziativa non ha precedenti né in Italia né all’estero, e si presen-ta come un qualcosa che va oltre a una semplice anagrafe online. Il servizio, infatti, è anche mobi-le per raggiungere ampie fasce della popolazione, caratterizza-te da comportamenti, abilità e dotazioni tecnologiche di tipo diverso. Si è cercato di assi-curare la massima apertura e trasversalità nei confronti delle soluzioni software e hardware

Èai cancelli di partenza un nuovo servizio di pubblica

utilità per i cittadini che si rivol-gono alle strutture veterinarie italiane. A proporlo è la Fnovi, la Federazione nazionale de-gli ordini dei veterinari italiani che, in occasione di Exposani-tà, presenterà l’anagrafe nazio-nale delle strutture veterinarie pubbliche e private. Si tratta di un progetto ambizioso, re-alizzato in collaborazione con l’associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi) che converge nella realizzazione di un database consultabile online all’indirizzo www.strutturevete-rinarie.it, basato sul concetto di geolocalizzazione. “Tutti hanno consultato almeno una volta nella vita una mappa cartacea o un tabellone pubblico con la scritta Voi siete qui”, spiega il presidente Gaetano Penocchio. “Una volta individuata la pro-pria posizione, trovare e rag-giungere la meta è più semplice. In questo senso, le tecnologie Web, satellitari e mobile, ci han-no abituato a cercare e a trovare, con il metodo della georeferen-ziazione, tutti i nostri desidera-ta, dall’hotel al carrozziere. E la stessa propensione si è svilup-pata nei nostri utenti, sempre

più indirizzati verso Internet e telefonia mobile per cercare il medico veterinario o servizi di sanità veterinaria”. Il progetto nasce all’insegna della visibilità e della trasparenza della pro-fessione medico veterinaria, dal momento che se l’utenza cerca un medico veterinario, i medi-ci veterinari hanno il dovere di farsi trovare, ancora prima di avere la convenienza di farlo. Non da meno, il dato geografico ha assunto ormai una rilevanza pari a quello anagrafico: cono-

■■■ fnovi / La Federazione nazionale degli ordini dei veterinari italiani propone un nuovo servizio

Presto pronta l’anagrafe dei veterinari

di consultazione del patrimonio informativo acquisito. Il databa-se sarà dunque consultabile sul Web, ma verrà reso disponibile anche come applicazione per i cellulari iPhone e Android - che insieme rappresentano il 70% del traffico generato nel nostro Paese dai sistemi di telefonia mobile - e per i prin-cipali navigatori satellitari. Le applicazioni prodotte saranno scaricabili gratuitamente dai rispettivi App Store e Android Market. “Si tratta di un servi-

zio di pubblica utilità a costo zero per le Amministrazioni e per i cittadini - commenta Penocchio - che ha l’obiettivo di favorire l’incontro fra la do-manda e l’offerta di prestazioni veterinarie e di sviluppare una maggiore cultura della sanità animale nel nostro Paese. È al-trettanto una risposta decisiva all’introduzione dell’obbligo di soccorso stradale agli animali, che ha reso indifferibili e in-dispensabili gli strumenti per assolvere ad un dovere di legge”.

Il progetto è realizzato in collaborazione con l’Anmvi, associazione nazionale medici veterinari

Alcune schermate che mostrano come funziona il servizio

Il presidente Gaetano Penocchio

■■■ viLLA MiRALAGo / Uno dei sei centri nazionali pilota coinvolti dal ministero della Salute mento della consapevolezza del soggetto della propria sto-ria e sui propri desideri. Solo con l’intervento di differenti figure professionali è possibi-le impostare uno stile di vita quotidiano, un cambiamento del comportamento alimenta-re e l’acquisizione di strategie di adattamento il più vicino possibili a un’alimentazione adeguata. A una massificante uniformità della sintomatolo-gia medica, che si ripete ugua-le a se stessa in ogni parte del mondo, corrisponde l’estrema diversità delle singole posizio-ni che ogni soggetto affetto da anoressia-bulimia assume nei confronti della malattia stessa”.E poiché il progetto terapeu-tico si sviluppa generalmente nell’arco di sei mesi, diventa fondamentale l’adeguatez-za della struttura. Da questo punto vista, Villa Miralago riveste caratteristiche d’eccel-lenza. A partire dalla capien-

I risultati della sperimentazione - che ha coinvolto adolescenti dai 12 ai 17 anni - verranno

presentati a giugno prossimo nell’ambito di un seminario nazionaleDall’anoressia, dalla bu-

limia e dall’obesità si può guarire. I disturbi del comportamento alimentare, che vedono l’età media dei pazienti e l’età d’esordio della malattia abbassarsi progressi-vamente, possono essere effi-cacemente curati.Su questa forte convinzione, frutto di una lunga e compro-vata esperienza nel campo, si basa il lavoro dell’équipe di Vil-la Miralago di Cuasso al Monte (VA), uno dei 6 centri pilota nazionali coinvolti dal mini-stero della Salute nel progetto di studio sui fattori predittivi e sulle caratteristiche psicopa-tologiche di tali disturbi negli adolescenti e preadolescenti. La ricerca, coordinata dalla Regione Lombardia, è giunta ormai a fine percorso, avendo indagato nell’arco di due anni un campione esteso e omoge-neo per diagnosi nella fascia d’età 12-17 anni. I risultati verranno presentati a giugno prossimo nell’ambito di un seminario nazionale.“Il lavoro - spiega Concetta De Salvo, direttore sanitario di Villa Miralago - punta alla definizione delle linee gui-da per la diagnosi precoce, la

prevenzione e il trattamento della patologia, nell’ottica di una più adeguata programma-zione nazionale e regionale. È un importante presupposto per elaborare e radicare un protocollo unico basato sulla cura specialistica continuativa e costante, ma anche per dif-fondere socialmente informa-zioni ancora troppo limitate, come la necessità di rivolger-si a strutture specialistiche e multidisciplinari, evitando ai pazienti e alle loro famiglie di disperdersi in interventi par-ziali e saltuari che finiscono

Quando l’alimentazione diventa un disturboper rafforzare la patologia”. E l’esperienza del team di Villa Miralago, struttura privata che dal 2009 lavora esclusivamente in convenzione pubblica, senza ulteriori entrate o sovvenzioni, va esattamente in questa dire-zione. A partire dall’approc-cio multidisciplinare che qui, forte della presenza di medici nutrizionisti, psichiatri, psico-terapeuta familiare, psicologi, dietisti, educatori, infermieri e assistenti, arriva a coprire tutti i fronti sui quali si sviluppa il di-sturbo del comportamento ali-mentare: da quello nutrizionale

a quello educativo, psicologico, relazionale e psichiatrico. “Affinché il paziente, giova-ne o meno, ritorni alla vita, superando il blocco che gli fa perdere il contatto con se stesso e con il sociale - sotto-linea De Salvo -, occorre un approccio terapeutico comu-nitario che punti ad estrarre dalla serialità comportamen-tale il particolare del soggetto, quell’elemento unico e irripe-tibile che si nasconde sotto il sintomo stesso. I progressi più significativi della cura si rea-lizzano attraverso un amplia-

za, essendo l’unica in Italia, nella cura dei disturbi del comportamento alimentare, capace di accogliere ben 3 comunità per un totale di 46 posti, nonché dal periodo di degenza che, arrivando fino a 18 mesi, consente di protrarre il trattamento per il periodo realmente necessario, senza quei limiti standard che spes-so rischiano di interromperlo prematuramente. Altrettanto fondamentali le qualità estetiche e funzionali della struttura che si avvici-nano talmente a quelle di una residenza alberghiera da crea-re le più favorevoli condizioni ambientali per un progetto terapeutico che si fonda su setting individuali e di grup-po, nonché su attività motorie e psicomotorie, anche in pa-lestra e/o in piscina, e su mo-menti ludici e ricreativi, con la possibilità di partecipare a veri e propri laboratori arti-stici e musicali.

Guarire si può, grazie a un approccio multidisciplinare e a una diagnosi precoce

A sx, il viale d’accesso a Villa Miralago; sopra, la hall

EventiLunedì 14 maggio 2012 Exposanità 15

Consolidare la propria leadership nel mercato

italiano degli ausili per la ri-abilitazione concentrandosi esclusivamente sulla distribu-zione. Con questo obiettivo OSD OrthoSanit Di� usion concentra la propria attività sulla distribuzione dei pro-dotti di tre aziende leader a livello internazionale nel mercato di riferimento: Alu Rehab, azienda norvegese leader nella progettazione e produzione di carrozzine comfort e sistemi di seduta; � e Roho Group, azienda americana leader nella pro-gettazione e produzione di sistemi antidecubito e postu-rali; Sano, azienda austriaca leader nella produzione di montascale elettrici a ruote adatti a ogni esigenza di uti-lizzo sia in ambienti interni che esterni.Si tratta di una s  da ambi-ziosa che l’azienda di Sarzana (SP) sta a� rontando con una rete di vendita e una struttura commerciale completamente rinnovate, come spiega l’am-ministratore unico, Andrea Mammi. Il 2012 per OSD è dunque un anno ricco di novità non solo

strategiche. L’azienda è infatti pronta a lanciare sul mercato 4 nuovi prodotti di sicuro in-teresse che saranno presentati in occasione della prossima edizione di Exposanità.In particolare, Netti Dynamic System è un prodotto innova-tivo, progettato da OSD e pro-dotto da Alu Rehab, dedicato a persone disabili che presen-tano schemi principalmente a carattere estensorio. Questi movimenti estensori possono infatti mettere a dura prova la durata della carrozzina, ma soprattutto creare problemi all’apparato muscolo-schele-

trico, come la lussazione delle grandi articolazioni. Il nuo-vo sistema dinamico o� re il vantaggio di assecon-dare completamente i movimenti estensori grazie all’articolazio-ne controllata di tutti i segmenti. È possibile ad esem-pio esercitare una spinta anche di note-vole intensità sulla pe-dana o sullo schienale (ma anche sulla seduta e sul pog-giatesta) ed essere assecondati nello schema dai movimenti   siologici o prossimi a essere   siologici dei vari segmenti. La dinamicità di questi seg-menti, come sottolinea Mam-mi, consente di preservare l’incolumità   sica dell’utente e garantire una maggiore du-rata dell’ausilio. Il sistema è modulare e compatibile con diverse carrozzine Alu Rehab,

personalizzabile sulle misu-re del paziente e regolabile sull’intensità degli spasmi. Netti Mobile è una nuova car-rozzina elettronica Alu Re-hab che unisce la sicurezza al comfort per o� rire agli utenti una prestazione straordinaria e la massima facilità di utiliz-zo. È un prodotto conforte-vole grazie a comodi cuscini   ssati con il velcro e dotati di fodere lavabili sia sulla seduta

■ OSD / OrthoSanit Di� usion è pronta a lanciare sul mercato 4 nuovi prodotti ad Exposanità

I migliori ausili per la riabilitazione

che sullo schiena-le. La carrozzina è dotata di bascula-mento elettroni-co della seduta e

di schienale ten-sionabile regolabile

in inclinazione tramite pisto-ne a gas.I poggiagambe sono ribalta-bili, rimovibili e regolabili in inclinazione. I poggiapiedi sono pieghevoli e possono essere inclinati e   ssati in di-verse posizioni. Anche il pog-giatesta è regolabile in altez-za, profondità e inclinazione. I braccioli sono ribaltabili e regolabili in altezza e profon-dità. Netti 4U Base è, invece,

una nuova base per sistemi di postura da personalizzare se-condo le esigenze del paziente prodotta da Alu Rehab su ri-chiesta di OSD.Questo nuovo modello na-sce infatti per soddisfare le esigenze dei centri di riabi-litazione e dei loro sta� me-dici di avere un sistema più versatile e � essibile sul quale poter posizionare i supporti posturali: cuscino e schiena-le su misura o modulari per i di� erenti bisogni dell’utente. In  ne, Agility Back Systems è una nuova linea di schienali posturali prodotti per la pri-ma volta dal gruppo Roho. I nuovi schienali a guscio sono

molto resistenti e sono sta-ti testati per durare

a lungo anche se sottoposti a forti sollecitazioni da parte degli utenti.

Si di� erenziano da altri prodotti convenzio-

nali per alcune importanti soluzioni legate al comfort, quali l’ampio range di regola-zione dell’inclinazione e della profondità antero-posteriore. All’interno del cuscino è sta-to creato un alloggiamento atto a ospitare una sezione di cuscino ad aria, secondo la tradizione e i dettami della   loso  a Roho, per dare mag-giore comfort alla colonna vertebrale.Gli schienali sono disponibili in un ampio assortimento di misure sia in altezza che in larghezza. OSD espone a Ex-posanità 2012 padiglione 19, stand D52.

L’azienda distribuisce soluzioni di tre aziende leader a livello internazionale

A dx: schienale Roho; sotto: Netti 4U Base con sistemi

dinamici

Netti DynamicSystem,

un insiemedi sistemi dinamiciunici e brevettati

EventiLunedì 14 maggio 201216 Exposanità

Una rivista e una scuola di formazione sono gli

strumenti principali utilizza-ti dal Centro Italiano di Ses-suologia per la sua attività nei confronti degli operatori. Con una cinquantina d’anni di lavoro alle spalle festeggiati lo scorso anno, il Centro Ita-liano di Sessuologia è un’as-sociazione volta allo studio della sessualità umana fon-data nel 1959 da un gruppo di medici romani animati dal professor Giacomo Santori.La promozione della ricerca scientifica e la formazione professionale in un’ottica in-terdisciplinare per una an-tropologia della sessualità

sono gli obiettivi principali del CIS. Per conseguire tali obietti-vi, l’associazione guidata dal presidente Giorgio Rifelli ha dato vita alla “Scuola di Ses-suologia per l’educazione, la consulenza e la psicoterapia sessuale” che cura l’aggior-namento e la formazione di coloro che intendono operare per la promozione, il man-tenimento e il recupero del-la salute sessuale attraverso l’educazione sessuale, la pre-venzione delle malattie ses-sualmente trasmesse e la cura dei disturbi sessuali.La Scuola si rivolge agli ope-ratori della salute che inten-dono assumere le competen-ze necessarie per affrontare in qualità di consulenti, psi-coterapeuti ed educatori le problematiche che compro-mettono il benessere sessuale.Parte integrante e irrinuncia-bile del percorso formativo è l’aggiornamento e la supervi-sione ai quali la Scuola prov-vede attraverso i suoi didatti e specifiche iniziative promos-se periodicamente.I corsi si dividono negli indi-rizzi clinico, psicoterapeutico e pedagogico. Il primo si oc-cupa della lettura della do-

manda sessuologica, la scelta terapeutica e la consulenza sessuale, il secondo della psi-coterapia mansionale inte-grata, mentre il terzo tratta dell’educazione del desiderio.Impegnata nell’organizzazio-ne e attuazione di eventi nella forma di convegni, semina-ri e stage di aggiornamento che affrontano i temi della sessualità umana, l’associa-zione provvede anche alla pubblicazione della Rivista di Sessuologia, e del notiziario online “Sex e-mail” dedicato all’aggiornamento scientifico.

Sono più di trent’anni che il Calzificio Pinelli punta su

ricerca, tecnologia e affidabi-lità, collocandosi ai vertici del mercato della calza terapeuti-ca e della calza preventiva. E non finisce di stupire, anche per merito del marchio So-lidea, frutto di un’intuizione imprenditoriale di Enzo Pinel-li nel 1997 e ormai sinonimo di “gambe belle e in salute”. Dalla sede di Castel Goffre-do, in provincia di Mantova, il Calzificio Pinelli si è via via af-fermato non solo sul territorio nazionale, ma in tutta Europa, unendo la qualità dei prodot-ti all’attenzione per l’estetica e alla rapidità nelle consegne. La distribuzione al dettaglio delle calze e dei collant Solidea de-riva, quindi, dalla trentennale

Prodotti e soluzioni per gambe belle e in salute

Le calze di oggi sono terapeutiche

esperienza nel settore della calzetteria femminile, basata su una ricerca costante di filati pregiati dalle elevate perfor-mance, accurati test e studi medici. Calze e collant Solidea sono stati studiati e realizzati con un duplice obiettivo: offri-re benessere e salute alle gam-be, grazie alla compressione graduata, e nel contempo sublimare l’eleganza e lo char-me femminile attraverso una setosità e trasparenza davvero speciali. La novità della pri-mavera 2012 è “Venere Open Toe”, un collant a compressio-ne graduata, con punta aper-ta a infradito che garantisce freschezza e piacevole benes-sere anche nei mesi più caldi, rendendo più confortevole l’utilizzo delle calze. La com-

petenza nel settore ha spinto l’azienda a creare la linea di pantaloncini “Micromassage Magic by Solidea” in un tes-suto innovativo (brevettato) a onde tridimensionali, capace di azionare, con i naturali mo-vimenti del corpo, un efficace micro-massaggio sulla cute che contrasta la ritenzione idrica, prima causa della cellu-lite. C’è poi il nuovo nato della famiglia Micromassage Ma-gic: “Red Wave Bermuda”, un pantaloncino che, oltre a mas-saggiare, sfrutta i benefici dei raggi infrarossi per migliorare la tonicità e l’aspetto di cosce, glutei e addome. Che Solidea sia “il fascino del benessere” non è soltanto uno slogan, ma una realtà consolidata e in continua evoluzione.

La sede del Calzificio Pinelli a Castel Goffredo

L’associazione promuove la ricerca scientifica e la formazione

Anche il desiderio sessuale si educa

Il professor Giorgio Rifelli

I corsi si dividono negli indirizzi clinico, psicoterapeutico e

pedagogico. Presente anche una rivista e un

notiziario online

■■■ SOLIDEA / Il nuovo marchio del Calzificio Pinelli, che unisce design e qualità

■■■ CIS / Le proposte di aggiornamento del Centro Italiano di Sessuologia

I Centri Ausili, una realtà da potenziare! E’ ormai assodato che gli ausili tecnologici (elet-tronici e informatici) sono strumenti di importanza fondamentale per l’autonomia, l’autodetermi-nazione e la qualità della vita delle persone con disabilità: non servono solo per comunicare (come ad es. abbiamo conosciuto dai mass media nei casi di sclerosi laterale amiotrofi ca, come Welby) ma anche per apprendere, lavorare, giocare, controllare ambienti e automazioni, ecc. Parliamo di strumenti sempre più diffusi, dai sensori speciali ai programmi per computer, dai comunicatori alla domotica, che evolvono molto rapidamente: è un ambito complesso e dinamico, in cui servono com-petenze altamente specializzate. Chi ha bisogno di un ausilio tecnologico, sia perché persona disabile o familiare, sia perché operatore professionale (ad es. medico prescrittore), sa bene la diffi coltà nel trovare un riferimento, un consiglio esperto per orientarsi nel mare delle proposte di un mercato diffi cile e frammentato. La risposta a questo sono i Centri di consulenza sugli ausili tecnologici: senza avere interessi commerciali, i Centri forniscono tut-

te le prestazioni necessarie per la corretta proposta e per un utilizzo effi cace degli ausili. Si tratta quindi di realtà importantissime, che hanno raccolto una casistica enorme, ma purtroppo sono ancora poco o niente riconosciute a livello normativo. Il GLIC, dal 1977 ha messo in rete i centri italiani per mettere a confronto i diversi saperi e favorire lo sviluppo del settore; è una realtà unica in Italia e in Europa, interlocutore qualifi cato delle istituzioni. “E’ un’esperienza di grande ricchezza professionale, spiega Claudio Bitelli, presidente GLIC. Chi utilizza gli ausili riconosce pienamente il valore dei Centri di consulenza; quello che serve però è un adeguato riconoscimento a livello istituzionale. Il GLIC ha fra l’altro collaborato con il Ministero della Salute per aggiornare il Nomenclatore degli ausili prescrivibili, per inserire gli ausili tecnologici al pari di carrozzi-ne, ecc. Un fatto importante, soprattutto in questo periodo di contrazione delle risorse, è che il parere competente di un Centro ausili può garantire la qualità della spesa pubblica: chiediamo quindi che l’esperienza dei Centri sia confermata e valorizzata, a vantaggio di disabili e delle istituzioni”.

LA RETE ITALIANA DEI CENTRI DI CONSULENZA SUGLIAUSILI INFORMATICI ED ELETTRONICI PER DISABILI

w w w. c e n t r i a u s i l i . i t

EventiLunedì 14 maggio 2012 Exposanità 17

Mentre è in fase di ap-provazione la legge

sulle professioni prive di albo o collegio, continua la batta-glia dei tecnici di emodialisi per vedere riconosciuta la propria figura professionale.Un’attività delicata che ri-chiede precise competenze tecniche ed esperienziali, vi-sto che tali operatori della sa-nità svolgono attività di alto interesse pubblico occupan-dosi dei pazienti nefropatici in dialisi, in particolare dei problemi inerenti la condu-zione, il controllo e la manu-tenzione delle apparecchia-

Quando si parla di ste-rilizzazione e termodi-

sinfezione, spicca in ambi-to nazionale un’azienda, la Getinge Spa, che appartiene al gruppo svedese Getin-ge, gruppo leader a livello mondiale per la fornitura di attrezzature e soluzioni complete per il lavaggio, la termodisinfezione e steriliz-zazione nell’ambito dell’as-sistenza sanitaria e del life science. L’azienda commer-cializza in Italia una vasta gamma di prodotti, tra cui sistemi integrati di steriliz-zazione, fornendo centrali di sterilizzazione all’avan-guardia “chiavi in mano”.La Getinge Spa in Italia, dedicata all’Infection Con-trol, ha sede a Roma, ma è radicata sull’intero territo-rio nazionale con una rete commerciale costituita da un team di professionisti esperti suddivisi tra respon-sabili commerciali di area e responsabili di prodotto, vantando una rete di 30 tec-nici altamente specializzati. I numeri sono da primato: il fatturato del 2011 è pari a circa 12.000.000,00 euro, con 280 clienti in Italia. La strada per arrivare a questi

Continua la battaglia per il riconoscimento giuridico della professione L’azienda è in grado di fornire un servizio globale di assistenza

Tecnici di emodialisi cercano riconoscimenti Il massimo del “pulito” in sanità

ture elettromedicali. “Oltre ad aver stilato e approvato il codice deontologico - spie-ga Paolo Besati, presidente dell’Ante, l’associazione con sede a Novara che riunisce i tecnici dell’emodialisi -, ci battiamo da tempo per l’isti-tuzione giuridica della no-stra figura professionale e dal 2011 abbiamo istituito il re-gistro dei tecnici qualificati.D’altra parte, è da oltre venti anni che lavoriamo per una sempre maggiore qualificazione, nonché l’ag-giornamento continuo dei professionisti di questo com- risultati si poggia su quali-

tà e monitoraggio di tutte le fasi dei processi produtti-vi, con le certificazioni Uni En Iso 9001:08 e Uni En Iso 13485:04, nel rispetto dei re-quisiti normativi regionali, nazionali ed internazionali.Un’eccellenza che ha cam-biato il proprio modello strategico, come ci ha con-fermato il nuovo ammini-stratore delegato, l’ingegner Michele Neirotti: “Le ricette migliori sono quelli sempli-ci, con ingredienti di alta qualità; siamo andati incon-tro al mercato che chiedeva prezzi bassi e orientandoci non alla vendita del pro-

parto sanitario”. L’Ante - che tra l’altro collabora col mini-stero della Salute, le Regioni, le Asl, enti e organizzazioni scientifiche - si dedica pre-valentemente all’aggiorna-mento professionale ob-bligatorio degli associati, mediante iniziative mirate all’adeguamento delle co-noscenze professionali, con l’obiettivo di garantire effica-cia, appropriatezza, sicurezza ed efficienza alle prestazioni erogate.Nell’ambito dell’educazione continua in medicina, l’Ante attua progetti di formazione e riqualificazione all’interno di una struttura formativa dedicata, con un’offerta che comprende corsi di qualsiasi tipologia, anche con accredi-tamento in Ecm.“Abbiamo anche elaborato - sottolinea Besati - una detta-gliata procedura associativa di qualificazione a tutela del livello professionale dei tec-nici di emodialisi.Si tratta di un iter valutativo molto rigoroso, gestito come tutti i documenti Ante, in re-gime di qualità, secondo le norme Iso Uni e viene con-validata dal nostro Consiglio direttivo”.

dotto fine a se stesso, ma alla fornitura di un servizio globale che, in una proie-zione decennale, ha tenuto conto della manutenzione e assistenza, con servizi fles-sibili e mirati al cliente. In cantiere abbiamo molti pro-getti che partiranno in corso d’anno, con importante fat-turazione nel 2013”. Grazie alla solidità finanziaria del gruppo svedese, è stato in-vestito molto nei processi di alta qualità delle lavorazioni così come nella formazione continua del personale, pri-vilegiando il team working, per un servizio sempre mi-gliore al cliente finale.Paolo Besati, presidente dell’Ante

Michele Neirotti, amministratore delegatoGetinge

■■■ ANTE / L’associazione con sede a Novara si occupa dell’aggiornamento professionale ■■■ GETiNGE / Azienda leader che si occupa di sterilizzazione e termodisinfezione

I n Italia, l’1,5% della popo-lazione soffre di spondi-

loartrite. Lo 0,5% di queste persone soffre di spondiloar-trite anchilosante e i numeri di questa patologia che col-pisce soprattutto i giovani uomini sono indicativi. L’Ai-spa, Associazione italiana spondiloartriti, è impegnata a sospingere la diagnosi pre-coce e la ricerca scientifica, con le sue sedi di Bologna e Firenze e cerca di diffon-dere conoscenza a medici, pazienti e loro parenti. Uno strumento appena rinnovato, per aumentare le diffusioni delle informazioni concer-nenti le patologie reumatiche, è la rivista, “Sp.A…Ci sono anch’io! per amare il mondo appassionatamente”. Spiega il presidente dell’associazione, il dottor Giuseppe Oranges (medico-chirurgo, già pro-fessore a contratto-Reuma-tologia presso l’Università di Firenze, che opera nel po-liambulatorio polispecialisti-co Lame di Bologna): “Que-sta pubblicazione bimestrale sarà lanciata in 20mila copie. Vuole informare sulle attività

diagnostiche e terapeutiche relative alle spondiloartriti e alle altre malattie reumatiche. Ospita interventi di esperti e, con la nuova veste grafica, in-tende arrivare al grande pub-blico, che spesso non conosce per esempio la differenza tra artrosi e artrite”. All’interno della rivista si trattano temi delicati, specie in questo pe-riodo, quali i tagli alla spesa sanitaria per la riabilitazione reumatologica. “Nostro com-pito è anche quello di for-mare il personale che esegue

la fisioterapia in modo che la riabilitazione possa essere eseguita, con competenza, anche fuori dalle strutture ospedaliere”.Proprio per spingere sulla formazione, oltre all’attività di diffusione che passa attra-verso la rivista, l’Aispa orga-nizza due convegni l’anno, rivolti ai medici e ai pazienti. L’obiettivo è fare in modo che sempre con più rapidità ai pazienti sia diagnosticata la patologia (per la cui diagnosi oggi è necessario attendere in

media 7 anni), grazie alla pre-parazione dei medici di medi-cina generale.Il 16 giugno 2012 si terrà a San Marco Argentano (Cs) il convegno su “L’invecchia-mento e la spondiloartrite anchilosante”, mentre il 26 e 27 ottobre l’appuntamento è a Riccione.“In questa occasione – pun-tualizza il presidente – per la prima volta saranno trattati temi diversi dal solito, sempre nell’ambito delle tematiche afferenti l’ambito reumatico, quali i costi dei farmaci bio-logici nei piani sanitari delle regioni. L’appuntamento nel territorio calabrese, invece, vuole essere un’occasione per coinvolgere gli specialisti lo-cali e metterli a confronto con i professionisti del settore, a livello universitario e ospeda-liero, delle migliori strutture italiane”.L’Aispa è impegnata anche a realizzare strutture, in sup-porto alla sanità pubblica, quali ambulatori dedicati al dolore. Grazie al sito web rin-novato, a breve on line, sarà possibile concretizzare anche

■■■ AiSPA / L’Associazione italiana spondiloartriti ha due sedi: Bologna e Firenze

Nuova visibilità alle malattie reumatiche

la telemedicina, di modo che siano eseguite diagnosi a di-stanza e il rapporto tra medi-co e paziente sia più stretto e improntato all’efficacia. Sempre per fare in modo che l’approccio dell’associazione nei confronti dei bisogni dei pazienti e della ricerca scien-tifica sia fruttuoso è stata co-stituita la Fondazione Amis (Assistenza medica integrata specialistica) che compren-de, oltre all’associazione Aispa-onlus, anche Abartu (Associazione bambini e ado-lescenti reumatici onlus), At-mar (Associazione toscana malati reumatici) e Assmaf (Associazione per lo studio della sclerosi Sistemica e ma-lattie fibrosanti). “Grazie alla

fondazione - spiega Oranges - riusciremo, tutti insieme, a dare maggiore visibilità alle tematiche legate alle malattie reumatiche. Non dobbiamo dimenticare che ci troviamo di fronte a un vero problema sociale: il nostro desiderio è quello di lavorare affiancan-do le strutture ospedaliere, a tutto vantaggio dei pazienti. Dalla diagnosi precoce, alla giusta fisioterapia, alla for-mazione dei medici, allo stu-dio del welfare rapportato ai bisogni dei malati: ogni ele-mento concorre a far sì che il paziente possa godere di mi-gliori condizioni di vita”. Per maggiori informazioni visi-tare il sito dell’Associazione www.aispaitalia.it.

In Italia, l’1,5% della popolazione soffre di spondiloartrite. L’impegno dell’associazione per la formazione e la promozione di strutture e ambulatori adeguati ai pazienti Il dottor

Giuseppe Oranges

L’Aispa organizza due convegni l’anno

EventiLunedì 14 maggio 201218 Exposanità

Il mercato della sanità è in una fase di profondi muta-

menti. È un dato di fatto. Come pure che le aziende sanitarie stanno introducendo cambia-menti radicali nei loro piani strategici, rivolti all’ottimizza-zione dei costi e all’incremento della qualità dei servizi tramite la razionalizzazione delle atti-vità. E ora, dopo i tagli al set-tore, la discussione sul futuro dell’industria del settore sani-tario si concentra principal-

mente sull’evoluzione dei costi. Proprio in previsione delle dinamiche di cambiamento del settore ecco un’azienda, la Elettrainox, che ha iniziato una politica aziendale orien-tata alla riduzione della filie-ra dei fornitori. Essa opera nel settore della lavorazione dell’acciaio inox di semilavo-rati, componenti e attrezzature professionali per i settori chi-mico, farmaceutico e ospeda-liero. I suoi esordi la vedono

come produttore conto terzi e in esclusiva per la produzione di arredamento in acciaio inox e macchine sterilizzatrici, con un ampliamento progressivo di apparecchiature prodotte e partnership consolidate. La ditta ha progettato e prodotto in piena autonomia, con una riconosciuta validità tecnica, impegnandosi con continuità nella ricerca di standard qua-litativi sempre più elevati. La sua attività riguarda l’intero ciclo di produzione, dall’ac-quisto della materia prima alla realizzazione del prodotto fini-to. Oggi Elettrainox considera necessario riformare la sua struttura, che svolge l’attività essenzialmente su commiten-za e conto terzi, introducendo accanto a queste due forme di produzione consolidate un si-stema di fornitura diretta. “Con questa strategia credia-mo di far fronte a un futuro che vede il settore sanitario concentrato sull’analisi dell’ef-ficienza e delle risorse finan-ziarie investite”. Questo il pensiero dell’imprenditore Giuseppe Testa, fondatore e guida dell’Elettrainox da più di 25 anni, che condivide il successo aziendale con i pro-

L’Azienda Sanitaria Loca-le 4 di Terni si articola

in tre distretti sociosanitari (numero 1 di Terni, numero 2 di Narni e Amelia, numero 3 di Orvieto) e gestisce due ospedali, quello di Narni-Amelia e quello di Orvieto. Ha il compito di tutelare la salute della popolazione residente nella Provincia di Terni, un territorio con 225mila abitanti e 32 Comu-ni. Da sempre molto attenta a garantire servizi di assi-stenza territoriale alle fasce più deboli della popolazio-ne, in particolare ai disabili e agli anziani, dal maggio 2010, l’Azienda ha avviato un progetto volto a migliorare il processo di assistenza domi-ciliare integrata e, allo stesso tempo, a gestire il debito in-formativo verso il Nuovo Si-stema Informativo Sanitario Nazionale. Il progetto, di recente pre-miato dal Politecnico di Milano, prevede l’utilizzo di un sistema informativo e informatico che permette di implementare modelli di governance delle prestazioni e dei servizi erogati a parti-re dalle condizioni di salute

della persona, ma anche di seguire i percorsi di cura degli assistiti dal momento in cui accedono alla rete dei servizi fino al termine, va-lutando continuamente gli esiti delle azioni intraprese e abilitando eventuali azioni correttive.Il sistema è costituito da una piattaforma hardware installata presso la Regio-ne Umbria, per la gestione centralizzata dei dati riguar-danti le Residenze sanitarie e i servizi delle Cure Domi-ciliari, e integrata con l’Ana-grafe Regionale, permetten-do quindi la completezza di informazioni riguardanti gli oltre 7mila pazienti, per cui è previsto un percorso di as-sistenza domiciliare. Una volta inserite le in-formazioni sul sistema, il software (Atl@nte) con-sente di effettuare una va-lutazione multidimensio- nale del paziente per l’asse-gnazione di un percorso di assistenza ad hoc. “Ogni paziente preso in cari-co viene registrato all’inter-no del sistema unitamente al piano assistenziale specifico - spiega il direttore sanitario

Flavia Pirola - e ogni volta che viene erogata una pre-stazione territoriale viene anch’essa registrata all’in-terno del sistema. In questo modo, ogni professionista che sia infermiere, medico, assistente sociale e fisiote-rapista, ma anche i direttori dei distretti, hanno sempre il quadro aggiornato della situazione”.L’applicativo consente, infat-ti, la memorizzazione delle informazioni rilevate duran-te le diverse attività assisten-ziali permettendo quindi la rielaborazione dei dati e la

pri collaboratori e che afferma: “Le doti di intraprendenza e creatività, proprie della nostra industria, e i crescenti risulta-ti economico-commerciali di questa organizzazione sono merito certamente di tutti co-loro che operano all’interno dell’azienda”. Per far fronte ai mutamenti in corso, l’azienda ha effettuato cambiamenti aziendali di ri-

generazione di report rias-suntivi, utili non solo al per-sonale coinvolto, ma anche per il controllo della spesa. La possibilità, da parte di tutti gli operatori abilitati, di lavorare su un’unica piatta-forma ha consentito di arric-chire la conoscenza del sin-golo paziente, abilitando una miglior qualità del servizio offerto, maggiore flessibili-tà e controllo delle attività svolte sul territorio e pro-muovendo una cultura che vede il cittadino come fulcro delle attività assistenziali. Infatti, seguire i percorsi di

■■■ ELETTRAINOX / Opera nella lavorazione dell’acciaio inox di semilavorati e componenti per i settori chimico, farmaceutico e ospedaliero

■■■ ASL 4 TERNI / Un progetto di gestione integrata dei servizi sul territorio

Servono standard qualitativi sempre più elevati

Un sistema It controlla i servizi erogati

lievo. Essa ha riformato il pro-prio management ad esempio con l’introduzione di un siste-ma gestionale di ultima gene-razione per la gestione della produzione e delle commesse. Ma non solo, perché ha intro-dotto un sistema di disegno tridimensionale avanzato in grado di ridurre il margine di errore in fase di progettazione del prodotto, ha perfezionato

cura delle persone dal mo-mento in cui accedono alla rete dei servizi per la prima volta fino al termine del per-corso consente di valutare continuamente gli esiti delle azioni intraprese, abilitando eventuali azioni correttive.Quando l’assistenza domi-ciliare non è più sufficiente, il sistema gestisce anche le residenze protette e l’Hospi-ce in caso di pazienti in cure palliative. Nel prossimo semestre sarà esteso anche alla Salute men-tale ed al Sociale, riuscendo così a corrispondere la ne-cessaria risposta al debito informativo nazionale e nel contempo ad essere un’uni-ca piattaforma gestionale per le attività assistenziali

i propri metodi di lavorazione certificandoli secondo le nor-mative di riferimento, ha strut-turato un sistema per la pro-gettazione e la lavorazione di prodotti “su misura” aumen-tando la complessità tecnolo-gica dei propri prodotti e ser-vizi, ha stretto partnership con importanti case di produzione nazionali ed internazionali. I settori chimico, farmaceu-tico e ospedaliero sono con-traddistinti per l’impiego di apparecchiature di una qua-lità e accuratezza superiori a qualsiasi altro comparto: in questi ambienti professionali è indispensabile operare con scrupolo e precisione. Bisogna, quindi, affrontare il lavoro per questi settori con una metico-losa precisione e una severa organizzazione, nonché do-tarsi di una struttura elastica e modulabile, in grado di offrire garanzie e risposte immediate. “La combinazione tra capaci-tà di innovazione tecnologica e una attenta cura nella co-struzione di ogni particolare degli impianti - ci tiene a sot-tolineare Testa - ha consentito all’Elettrainox di far coincidere le aspettative della clientela con prodotti che migliorano il lavoro quotidiano e ripaga-no ampiamente l’investimento compiuto”. Queste le premesse per l’af-fermazione dell’azienda sul mercato nazionale e la pro-gressiva diffusione su quello internazionale con il proposito di adottare i principi della sod-disfazione del cliente come vei-colo del proprio operato.

territoriali. “I benefici sono stati molti - conclude Pirola -. Semplificazione, standar-dizzazione, monitoraggio e controllo dei processi, princi-palmente sul piano del gover-no complessivo dell’assistenza territoriale che oggi ‘occupa’ una parte consistente della spesa sanitaria ma che spesso non è ‘monitorata’ con la do-vuta accuratezza in relazione ai bisogni dei pazienti. Oggi noi siamo in grado di cono-scere esattamente le condizio-ni di salute di tutte le persone in condizioni di bisogno me-dio grave del nostro territorio che siano state prese in carico dai servizi”. Si prevede per il futuro l’estensione del sistema alla Asl 1 di Città di Castello e all’Asl 3 di Foligno.

La società si è dotata di una struttura elastica e modulare in grado di offrire garanzie e risposte immediate

Il progetto informatico consente di seguire i vari percorsi di cura degli assistiti

Vincenzo Panella, direttore generale Asl 4 Terni, ritira il premio “Innovazione Ict in Sanità” al Politecnico di Milano

Cortile interno dell’Hospice della Asl 4 di Terni

Laboratorio confezionamento. Una classica applicazione dell’utilizzo dell’acciaio in ambiente sanitario

Lavabo per chirurghi. L’acciaio è

da sempre il materiale più

idoneo per ambienti sterili

e per questo, ampiamente

utilizzatoin campo

ospedaliero

EventiLunedì 14 maggio 2012 Exposanità 19

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buita in 28 comuni: si muo-ve in questo spaccato terri-toriale l’attività dell’Azienda Sanitaria Locale 3 dell’Um-bria, recentemente classifi-cata dal ministero della Sa-nità al terzo posto, a livello nazionale, nella classifica della mortalità post-infarto (4,8% a fronte del 9,96% na-zionale - mortalità a un me-se dall’evento). Due sono gli ospedali dell’emergenza, Fo-ligno e Spoleto, cui si affian-cano tre realtà del territorio, Norcia, Cascia e Trevi, dedi-cato alla riabilitazione, per un totale di 550 posti letto. “Nel corso degli ultimi 15 anni - spiega il direttore ge-nerale dell’Asl, Sandro Fra-tini - la nostra struttura si è caratterizzata fortemente per l’innovazione tecnologi-ca. Abbiamo implementato soluzioni Ict, digitalizzato i sistemi, messo in rete i di-versi ospedali. Dove la tec-nologia, data la struttura montuosa della zona, non ha potuto essere di supporto, ci siamo attivati con sistemi di proprietà, quali per esempio i ponti radio. Oggi tutti gli

ospedali dell’Asl 3 sono col-legati in rete. Ciò significa che gli specialisti della ra-diologia possono consultare gli esami pur essendo su siti diversi, condividendo insie-me la migliore scelta per il paziente”. I quattro presidi più impor-tanti lavorano praticamente in simbiosi, quasi fossero un’unica realtà. L’obiettivo è proprio quello di integra-re il più possibile i servizi, sfruttando da una parte le tecnologie, dall’altra l’inter-scambio tra le professiona-lità. In questo modo, prose-gue il direttore generale: “Si può giungere a una gestione anche integrata del paziente e delle sue problematiche”. L’Asl 3 si è costruita un’otti-ma reputazione e una buo-na capacità di attrattiva nei confronti dei pazienti, pro-venienti anche da fuori re-gione. Questo grazie anche alle strutture completamen-te rinnovate sia di Foligno (nuova realizzazione) che di Spoleto, che dopo il terre-moto ha subito un pesante ammodernamento. Alcuni trattamenti sono particolar-mente ricercati. Si pensi alla

■■■ ASL 3 UMBRIA / La struttura, che offre 550 posti letto, è caratterizzata da una forte innovazione tecnologica

Tutti gli ospedali collegati in reteIn questo modo si ha anche una gestione integrata del paziente e delle sue problematiche

Sandro Fratini direttore generale Asl 3 UmbriaOspedale di Foligno

chirurgia che utilizza il robot Leonardo da Vinci (Spoleto), che consente di eseguire in-terventi anche a distanza, in grado di essere impiegato sia per la colecisti, che per i tumori, che per gli interven-ti alla prostata. L’Asl 3 è an-che un punto di riferimento per la chirurgia mininvasiva del piede, che utilizza tecni-che all’avanguardia, e per la Chirurgia ginecologica, che nei due presidi di Foligno e Spoleto utilizza tecnologie e procedure avanzate. “Le nostre strutture - pro-segue Fratini - sono anche punto di riferimento regio-nale per la riabilitazione,

specie per i pazienti che hanno subito grandi traumi. Nel caso per esempio dei pazienti post-coma, questi vengono presi in carico dal-la riabilitazione nel repar-to di Foligno dedicato alle ‘Gravi cerebrolesioni acqui-site’. Successivamente il per-corso riabilitativo prosegue, a seconda del livello di cura, nelle nostre altre struttu-re. Complessivamente l’Asl dedica a questi pazienti 18 posti letti, e successivamen-te altri 40 e altri 20 nei vari passaggi”.L’Asl 3 è anche convenzio-nata con l’Università di Pe-rugia per la gestione degli

specializzandi e dei fisiote-rapisti e infermieri che affe-riscono alla sede universita-ria di Foligno. Il paziente che si reca presso uno degli ospedali dell’Asl 3 sa di poter ancora contare su una relazione sana con la struttura sanitaria, impron-tata alla semplicità e all’effi-cienza. Nel caso di pazienti con problematiche partico-larmente serie, poi, l’Asl ha predisposto un percorso diagnostico e di trattamento (vale per esempio per tutte le neoplasie) preferenziale. La gestione della tempistica viene studiata con ocula-tezza, e proporzionata alla

tipologia di esame e alla sua impellenza. Per esempio, nel caso della diagnostica, viene utilizzato il sistema Rao (Raggruppamenti at-tesa omogenei), con la col-laborazione dei medici di Medicina Generale. “Vorrei infine sottolineare - con-clude Fratini - che stiamo partendo con la Casa della Salute e che stiamo speri-mentando soluzione tecno-logiche per monitorizzare i pazienti cronici a domicilio. La sperimentazione, partita a Spoleto con 50 pazienti, intende poi allargarsi a tut-to il territorio per evitare i ricoveri non necessari altri”.

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L’Istituto Scientifi co Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (I.R.S.T.) è una struttura di ricerca e assistenza oncologica nata da un’alleanza pubblico-privato tra enti non profi t. La forma giuridica dell’IRST è quella della So-cietà a responsabilità limitata (S.r.l.) senza scopo di lucro. La società è costituita da una componente pubblica – formata dalle quattro Aziende Unità Sanitarie Locali della Romagna (Forlì, Ravenna, Rimini e Cesena) e il Comune di Meldola – e da una componente privata composta dall’Istituto Oncologico Romagnolo (cooperativa ONLUS per la lotta contro il cancro in Romagna) e da cinque fondazioni bancarie (Casse dei Risparmi di Forlì, Cesena, Ravenna, Lugo e Faenza). Operativo dal 2007 all’interno delle strutture dell’ex Ospedale Civile di Meldola (cittadina nella vallata del fi ume Bidente a una decina di chilometri dal capoluogo Forlì), l’IRST gestisce anche il DH oncologico dell’ospedale di Forlì e dal gennaio 2011 anche il DH onco-ematologico dell’AUSL Cesena.

Il 13 Aprile 2012, con la pubblicazione in Gazzetta Uffi ciale del decreto a fi rma del Ministro della Salute Balduzzi e del Presidente della Regione Emilia-Romagna Errani, l’I.R.S.T. è stato riconosciuto come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifi co.

La missione dell’IRST consiste nel promuovere e realizzare attività di cura, studio e ricerca, in particolare ricerca traslazionale ovvero quel tipo di ricerca che produce risultati rapidamente trasferibili all’attività clinica. Vengono off erti percorsi diagnostico-terapeutici e trattamenti personalizzati, programmati e attuati coinvolgendo diverse professionalità con approccio multidisciplinare per off rire ai pazienti le migliori strategie coordinate di intervento. L’Istituto, nelle sue tre sedi, conta su 36 posti letto di degenza (degenza ordinaria e medicina radiometabolica), 28 posti letto di Day hospital e un parco attrezzature di ultimissima generazione che comprende TAC 256 strati, acceleratore lineare, TAC-simulatore e tomo terapia, PET/Tc. Il 27 giugno 2011 è stata uffi cialmente inaugurata la nuova ala dedica alla Medicina Nucleare e all’Offi cina Radiofarmaceutica GMP per la produzione di radiofarmaci.

Il recente riconoscimento a Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico era il principale obiettivo che il nostro Istituto si era prefisso fin dalla sua costituzione. Si è trattato di una duplice conferma, da un lato dell’alto valore scientifico raggiunto, dall’altro della piena ade-sione ai principi di trasparenza, partecipazione ed effi-cienza. Il percorso di crescita però non può certo dirsi concluso, anzi: l’impegno, da oggi, sarà quello di po-tenziare tutte le attività, al fine di mantenere lo status ottenuto. In particolare, dovremo incrementare il livello

della ricerca scientifica, stringere legami con gli altri Irccs operanti nel settore oncologico e rinsaldare le numerose collaborazioni esistenti con centri di riferimento europei e statunitensi. Così facendo crescerà la qua-lità dell’assistenza e della cura offerte ai nostri pazienti, consentendoci contestualmente di accedere a maggiori quote di finanziamento per le stesse. Il passaggio a Irccs, inoltre, rafforza e impone un ulteriore slancio nell’affrontare la nostra missione fondativa: essere perno della rete delle oncologie dell’Area Vasta Romagna; assicurare a oltre un milione di cit-tadini, secondo criteri di prossimità e omogeneità, livelli di assistenza tra i più alti in Italia.

L’Oncologia è ancora, in ampia misura una disciplina sperimen-tale in cui l’assistenza clinica e la ricerca non possono proce-dere disgiuntamente l’una dall’altra. Le malattie oncologiche hanno una sempre maggiore rilevanza epidemiologica che ge-nera una crescente domanda di assistenza per rispondere alla quale è fondamentale il potenziamento della ricerca scientifi ca soprattutto traslazionale, ovvero con una diretta ricaduta dei risultati delle sperimentazioni e degli studi a benefi cio dei pa-zienti. In I.R.S.T., a linee di Ricerca già consolidate si affi ancano alcuni settori di ricerca in fase di sviluppo che testimoniano la capacità dei ricercatori d’instaurare collaborazioni e di integrarsi in progetti di ricer-ca multicentrici. Infatti, sono in essere numerose e rilevanti collaborazioni nazionali ed internazionali quali, ad esempio, con i laboratori dello Human Cancer Genetics Program dell’ Ohio State University, del Dipartimento di Biologia Molecolare del-la Princeton University, del Methodist Hospital Research Institute di Houston, del Center of Human immunology and Infl ammation del National Institute of Health a Washington. Una ricerca senza tecnologie è come un’arma spuntata, per questo l’I.R.S.T. si è dotato e si doterà di apparecchiature all’avanguardia. Sta per essere installata una Risonanza Magnetica di ultima generazione che inserirà l’Istituto in un ristretto circuito di centri individuati per realizzare ricerca con questa tecnologia.

I.R.C.C.S. Istituto Scientifi co Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (I.R.S.T.) S.r.l.Via Piero Maroncelli n° 40, 47014 Meldola (FC)

Tel. 0543 739100 - Fax 0543 739123 - e·mail: [email protected] - internet: www.irst.emr.it

Mario TubertiniDirettore Generale IRST

Prof. Dino AmadoriDirettore Scientifi co IRST

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EventiLunedì 14 maggio 201220 Exposanità