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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA A TP., ovvero “Accord Transport Peris- sable”, è l’abbreviazione di “Accordi sui trasporti internazionali delle derra- te deteriorabili e dei mezzi speciali da utilizzare per questi trasporti”. La nor- mativa ATP è il risultato di un accordo europeo sottoscritto nel 1970, da alcuni Stati, tra i quali l’Italia, che impone de- terminate regole nella costruzione degli allestimenti isotermici per i trasporti fri- goriferi refrigerati destinati al trasporto di alimenti deperibili a temperatura con- trollata, determinate prescrizioni per gli utilizzatori e le modalità per i rispettivi controlli. Assume carattere legislativo nel 1977 e, dal settembre 1984 viene assegnata la competenza all’ allora Mi- nistero dei Trasporti e della Navigazio- ne (attuale Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti), il quale provvede alle verifiche tecniche di collaudo tramite gli Uffici Provinciali M.C.T.C. (attuale D.T.T.- Dipartimento Trasporti Terrestri), men- tre l’aspetto igienico sanitario rimane di esclusiva competenza del Ministero della Sanità, tramite le A.S.L.. La norma A TP prescrive i tipi di alimenti deperi- bili da trasportare in regime di tempe- ratura controllata e le temperature alle quali devono essere effettuati i trasporti frigoriferi e refrigerati, questi limiti sono in sintonia con quelli fissati dal Ministero della Sanità Le classi di omologazione furgoni a temperatura controllata seguono vari criteri (IN ISOTERMICI - IR ISOTERMI- CI - FN - FR FRIGORIFERI - RN - RR REFRIGERATI) e con il decreto legislati- vo 26 maggio 1997, n. 155, viene esteso a tutte le attività industriali ed artigianali l’obbligo di predisporre un programma di autocontrollo, indicando il sistema di riferimento per la sua attuazione. L’autocontrollo consiste nella messa in atto dei sistemi HACCP (Hazard Analy- sis Critical Control Points), che punta- no a identificare ed analizzare i possi- bili danni associati ai differenti stadi del processo produttivo di una derrata ali- mentare, a definire i mezzi necessari per neutralizzarli e ad assicurare che questi mezzi siano messi in atto in maniera efficace. Il sistema HACCP deve esse- re considerato un modo organizzato in grado di elevare o migliorare la garanzia di qualità microbiologica, fisica e chimi- ca delle derrate alimentari. L’ HACCP viene elaborato per un prodotto specifi- co, dalla produzione ai i rischi che esso può comportare per il consumatore. Il sistema HACCP è esplicitamente prescritto e nel decreto si legge che il responsabile dell’industria alimentare deve verificare ogni fase critica della catena di produzione per la sicurezza degli alimenti e deve garantire che sia- no individuate, applicate ed aggiornate le procedure di sicurezza, sulla base dei principi di analisi dei rischi e di controllo dei punti critici HACCP. I principi di base per l’elaborazione di un piano HACCP consistono nell’ ana- lisi di potenziali rischi di contaminazione microbiologica per gli alimenti, nell’ in- dividuazione dei punti in cui si possono verificare rischi per gli alimenti e nelle misure da adottare riguardo ai punti cri- tici di contaminazione microbiologica individuati. Inoltre, l’applicazione delle procedure di controllo e di sorveglianza dei punti critici ed il controllo periodico, specialmente in occasione di variazioni di ogni processo e della tipologia d’at- tività. La finalità del sistema HACCP, non è quella di intervenire sulle non confor- mità rilevate nella catena di produzione, ma quella di prevenire le cause di con- taminazione, intervenendo prima che si verifichino eventi negativi, applicando le opportune azioni correttive. Manuali di corretta prassi igenica in ma- teria di derrate alimentari sono conce- piti dagli operatori del settore alimen- tare per aiutare gli operatori stessi a rispettare la direttiva 93/43/CEE. Ogni manuale, predisposto per un ambito generale del settore alimentare, è per- sonalizzato da ciascun operatore del settore, al fine di predisporre un piano di autocontrollo proporzionato alle proprie esigenze. La stesura dei manuali può essere effettuata a cura di studi privati, Associazioni del settore, ecc. I manuali redatti a livello nazionale, a seguito va- lutazione, devono essere trasmessi alla Commissione U.E., in previsione di una standardizzazione delle procedure a li- vello comunitario. Il decreto ministeriale sui mezzi di tra- sporto in regime di temperatura control- lata stila una serie di certificazioni che hanno validità temporale stabilita nel- le norme ATP e seguono le medesime norme per quanto attiene i controlli pe- riodici. Il Ministero dell’Industria, di con- certo con il Ministero della Sanità, sta- bilisce che I mezzi di trasporto, adibiti alla distribuzione locale degli alimenti surgelati, devono essere muniti di pro- tezione coibente che consenta di man- tenere, per tutta la durata del traspor- to, la temperatura dei prodotti ai valori stabiliti sugli alimenti surgelati e dotati di apparecchiature atte ad uniformare e mantenere le condizioni di temperature. I valori di temperatura rilevati devono es- sere immediatamente disponibili e for- nire dati operazionali sulle temperature dell’aria all’interno del veicolo, sufficienti per verificare se l’impianto frigorifero ed il sistema di distribuzione dell’aria della cassa funzionano in maniera adeguata. Le registrazioni delle temperature, così ottenute, devono essere datate e con- servate per almeno un anno dai desti- natari degli alimenti surgelati. I mezzi di trasporto, non adibiti alla di- stribuzione locale degli alimenti surge- lati devono essere muniti di protezione coibente, generatore di freddo e stru- menti di registrazione automatica della temperatura che misurino ad interval- li regolari non superiori a 20 minuti, la temperatura dell’aria in cui si trovano gli alimenti surgelati; dispositivi di circolazione dell’aria o co- munque sistemi idonei ad uniformare la temperatura interna. Per distribuzione locale si intende il trasporto degli alimenti surgelati da un deposito ad un punto vendita o al con- sumatore finale effettuato con mezzi di trasporto aventi una portata utile non superiore a 7 tonnellate. Gli strumenti di misurazione sono ap- provati dalla competente autorità del Paese dove i mezzi di trasporto sono stati immatricolati; per quelli immatri- colati in Italia l’autorità competente è l’amministrazione metrica del Ministero dell’industria, del commercio e dell’ar- tigianato che può avvalersi della docu- mentazione prodotta dalle ditte inte- ressate rilasciata da ente od organismo riconosciuto e rintracciabile. I mezzi adibiti al trasporto di alimenti surgelati devono rispondere alle norme contenute nell’accordo relativo ai tra- sporti internazionali delle derrate depe- ribili ed ai mezzi speciali da usare questi trasporti nonché alle disposizioni del decreto ministeriale relativo ai mezzi di trasporto in regime di temperatura con- trollata. La sigla di riconoscimento dei predetti mezzi o di un loro scomparto deve essere una delle seguenti: a) FRC, FRF, RRC, per l’attestato inter- nazionale; b) FRC, FRF, RRC, CORRC, COFRC, COFRF per l’attestato nazionale. Per quanto riguarda prodotti diversi da quelli surgelati, possono essere tra- sportati insieme agli alimenti surgelati a condizione che siano contenuti in in- volucri protettivi e che, al momento del carico, abbiano una temperatura non superiore a -18°C. A partire dalla data del primo rilascio il certificato ATP ha una validità di 6 anni, scaduti i quali il rinnovo può essere ef- fettuato presso i centri di collaudo per altri 3 anni. Ai 9 anni il rinnovo può es- sere ancora effettuato ai centri di col- laudo per altri 3 anni ma, raggiunti i 12 anni di vita, il rinnovo dell’ attestato ATP diventa competenza esclusiva dei cen- tri prova dello stato. Questo rinnovo ha una durata di 6 anni, ma comporta costi decisamente superiori e richiede furgo- nature mantenute in ottime condizioni. ATP è la regolamentazione per i trasporti frigoriferi refrigerati Temperatura controllata di alimenti deperibili destinati all’alimentazione umana: l’autocontrollo con i sistemi HACCP LOGISTICA DEL FREDDO Un camion a norma per il trasporto refrigerato Particolare dell’interno

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ATP., ovvero “Accord Transport Peris-sable”, è l’abbreviazione di “Accordi

sui trasporti internazionali delle derra-te deteriorabili e dei mezzi speciali da utilizzare per questi trasporti”. La nor-mativa ATP è il risultato di un accordo europeo sottoscritto nel 1970, da alcuni Stati, tra i quali l’Italia, che impone de-terminate regole nella costruzione degli allestimenti isotermici per i trasporti fri-goriferi refrigerati destinati al trasporto di alimenti deperibili a temperatura con-trollata, determinate prescrizioni per gli utilizzatori e le modalità per i rispettivi controlli. Assume carattere legislativo nel 1977 e, dal settembre 1984 viene assegnata la competenza all’ allora Mi-nistero dei Trasporti e della Navigazio-ne (attuale Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti), il quale provvede alle verifi che tecniche di collaudo tramite gli Uffi ci Provinciali M.C.T.C. (attuale D.T.T.-Dipartimento Trasporti Terrestri), men-tre l’aspetto igienico sanitario rimane di esclusiva competenza del Ministero della Sanità, tramite le A.S.L.. La norma ATP prescrive i tipi di alimenti deperi-bili da trasportare in regime di tempe-ratura controllata e le temperature alle quali devono essere effettuati i trasporti frigoriferi e refrigerati, questi limiti sono in sintonia con quelli fi ssati dal Ministero della Sanità Le classi di omologazione furgoni a temperatura controllata seguono vari criteri (IN ISOTERMICI - IR ISOTERMI-CI - FN - FR FRIGORIFERI - RN - RR REFRIGERATI) e con il decreto legislati-vo 26 maggio 1997, n. 155, viene esteso a tutte le attività industriali ed artigianali l’obbligo di predisporre un programma di autocontrollo, indicando il sistema di riferimento per la sua attuazione.

L’autocontrollo consiste nella messa in atto dei sistemi HACCP (Hazard Analy-sis Critical Control Points), che punta-no a identifi care ed analizzare i possi-bili danni associati ai differenti stadi del processo produttivo di una derrata ali-mentare, a defi nire i mezzi necessari per neutralizzarli e ad assicurare che questi mezzi siano messi in atto in maniera effi cace. Il sistema HACCP deve esse-

re considerato un modo organizzato in grado di elevare o migliorare la garanzia di qualità microbiologica, fi sica e chimi-ca delle derrate alimentari. L’ HACCP viene elaborato per un prodotto specifi -co, dalla produzione ai i rischi che esso può comportare per il consumatore.Il sistema HACCP è esplicitamente

prescritto e nel decreto si legge che il responsabile dell’industria alimentare deve verifi care ogni fase critica della catena di produzione per la sicurezza degli alimenti e deve garantire che sia-no individuate, applicate ed aggiornate le procedure di sicurezza, sulla base dei principi di analisi dei rischi e di controllo dei punti critici HACCP.I principi di base per l’elaborazione di

un piano HACCP consistono nell’ ana-lisi di potenziali rischi di contaminazione microbiologica per gli alimenti, nell’ in-dividuazione dei punti in cui si possono verifi care rischi per gli alimenti e nelle misure da adottare riguardo ai punti cri-tici di contaminazione microbiologica individuati. Inoltre, l’applicazione delle

procedure di controllo e di sorveglianza dei punti critici ed il controllo periodico, specialmente in occasione di variazioni di ogni processo e della tipologia d’at-tività.La fi nalità del sistema HACCP, non è quella di intervenire sulle non confor-mità rilevate nella catena di produzione, ma quella di prevenire le cause di con-taminazione, intervenendo prima che si verifi chino eventi negativi, applicando le opportune azioni correttive.Manuali di corretta prassi igenica in ma-teria di derrate alimentari sono conce-piti dagli operatori del settore alimen-tare per aiutare gli operatori stessi a rispettare la direttiva 93/43/CEE. Ogni manuale, predisposto per un ambito generale del settore alimentare, è per-sonalizzato da ciascun operatore del settore, al fi ne di predisporre un piano di autocontrollo proporzionato alle proprie esigenze. La stesura dei manuali può essere effettuata a cura di studi privati, Associazioni del settore, ecc. I manuali redatti a livello nazionale, a seguito va-lutazione, devono essere trasmessi alla Commissione U.E., in previsione di una standardizzazione delle procedure a li-vello comunitario.Il decreto ministeriale sui mezzi di tra-sporto in regime di temperatura control-lata stila una serie di certifi cazioni che hanno validità temporale stabilita nel-le norme ATP e seguono le medesime norme per quanto attiene i controlli pe-riodici. Il Ministero dell’Industria, di con-certo con il Ministero della Sanità, sta-bilisce che I mezzi di trasporto, adibiti alla distribuzione locale degli alimenti surgelati, devono essere muniti di pro-tezione coibente che consenta di man-tenere, per tutta la durata del traspor-

to, la temperatura dei prodotti ai valori stabiliti sugli alimenti surgelati e dotati di apparecchiature atte ad uniformare e mantenere le condizioni di temperature. I valori di temperatura rilevati devono es-sere immediatamente disponibili e for-nire dati operazionali sulle temperature dell’aria all’interno del veicolo, suffi cienti per verifi care se l’impianto frigorifero ed il sistema di distribuzione dell’aria della

cassa funzionano in maniera adeguata. Le registrazioni delle temperature, così ottenute, devono essere datate e con-servate per almeno un anno dai desti-natari degli alimenti surgelati.I mezzi di trasporto, non adibiti alla di-stribuzione locale degli alimenti surge-lati devono essere muniti di protezione

coibente, generatore di freddo e stru-menti di registrazione automatica della temperatura che misurino ad interval-li regolari non superiori a 20 minuti, la temperatura dell’aria in cui si trovano gli alimenti surgelati;dispositivi di circolazione dell’aria o co-munque sistemi idonei ad uniformare la temperatura interna.Per distribuzione locale si intende il

trasporto degli alimenti surgelati da un deposito ad un punto vendita o al con-sumatore fi nale effettuato con mezzi di trasporto aventi una portata utile non superiore a 7 tonnellate.Gli strumenti di misurazione sono ap-provati dalla competente autorità del Paese dove i mezzi di trasporto sono

stati immatricolati; per quelli immatri-colati in Italia l’autorità competente èl’amministrazione metrica del Ministerodell’industria, del commercio e dell’ar-tigianato che può avvalersi della docu-mentazione prodotta dalle ditte inte-ressate rilasciata da ente od organismoriconosciuto e rintracciabile.I mezzi adibiti al trasporto di alimentisurgelati devono rispondere alle normecontenute nell’accordo relativo ai tra-sporti internazionali delle derrate depe-ribili ed ai mezzi speciali da usare questitrasporti nonché alle disposizioni deldecreto ministeriale relativo ai mezzi ditrasporto in regime di temperatura con-trollata. La sigla di riconoscimento deipredetti mezzi o di un loro scompartodeve essere una delle seguenti:a) FRC, FRF, RRC, per l’attestato inter-

nazionale;b) FRC, FRF, RRC, CORRC, COFRC,

COFRF per l’attestato nazionale.Per quanto riguarda prodotti diversi daquelli surgelati, possono essere tra-sportati insieme agli alimenti surgelatia condizione che siano contenuti in in-volucri protettivi e che, al momento delcarico, abbiano una temperatura nonsuperiore a -18°C.A partire dalla data del primo rilascio ilcertifi cato ATP ha una validità di 6 anni,scaduti i quali il rinnovo può essere ef-fettuato presso i centri di collaudo peraltri 3 anni. Ai 9 anni il rinnovo può es-sere ancora effettuato ai centri di col-laudo per altri 3 anni ma, raggiunti i 12anni di vita, il rinnovo dell’ attestato ATPdiventa competenza esclusiva dei cen-tri prova dello stato. Questo rinnovo hauna durata di 6 anni, ma comporta costidecisamente superiori e richiede furgo-nature mantenute in ottime condizioni.

ATP è la regolamentazione per i trasporti frigoriferi refrigeratiTemperatura controllata di alimenti deperibili destinati all’alimentazione umana: l’autocontrollo con i sistemi HACCP

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Un camion a norma per il trasporto refrigerato Particolare dell’interno

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Il termine “Flessibilità” è uno di quelli ormai entrati nell’uti-

lizzo comune, per designare la capacità positiva di adeguarsi alle situazioni nuove che via via si presentano. Se è riferita a una persona, “fl essibilità” può esse-re sinonimo di apertura menta-le, intelligenza e capacità di ri-mettere in discussione le scelte iniziali. Nel caso sia riferita a un’azienda, la parola “fl essibi-lità” assume un signifi cato an-cora più ampio, che trascende la sfera individuale per assu-mere una valenza collettiva (o, meglio, sociale) prima ancora che economica: signifi ca infatti sensibilità al mercato, capaci-tà di cogliere i sintomi di quel-

le che potranno essere trasfor-mazioni superfi ciali o profonde prima ancora che avvengano, disponibilità a reindirizzare le proprie impostazioni nell’ottica di vantaggi che ricadono non solo sull’impresa e sui servizi che offre ai propri clienti, ma sull’intero tessuto sociale con cui è interconnessa.Solo parole? No: si tratta di quanto ha saputo fare in set-tant’anni di attività CAVALIERI TRASPORTI. Quel “trasporti” legato al cognome del suo fon-datore non deve trarre in ingan-

no: è una concessione senti-mentale a una tradizione lunga decenni, nasconde quella che attraverso acquisizioni suc-cessive e partnership è diven-tata la maggiore realtà italiana per il trasporto del “freddo”, oggi protagonista nel panora-ma internazionale all’interno del Gruppo STEF-TFE.Non è stata una trasformazione di facciata o un piano teorico, con l’utilizzo di termini “mo-derni” tanto per sembrare “alla moda”, quella che ha caratteriz-zato negli anni la Cavalieri, ma un vero e proprio cambiamento di pelle che ha realizzato nei fat-ti l’evoluzione dei servizi offerti dal “trasporto” alla “logistica a

360°”.Di cosa si tratta? Si tratta di passare dal ruolo di trasportato-re a quello di Partner Logistico: colui che riprogetta e gestisce le supply chain, che governa gli stock dei clienti, programma ed effettua la distribuzione. Un ruolo chiave, quindi, nella sup-ply chain, che richiede grandi capacità organizzative unite a un livello tecnologico all’avan-guardia. Grazie a un’esperienza che si sta avvicinando al secolo di età e alla particolare organiz-

zazione interna, la CAVALIERI è oggi l’unico partner logistico italiano in grado di consegnare prodotti alimentari a temperatu-ra controllata, su tutto il territo-rio, attraverso proprie strutture, a qualsiasi cliente: dalla Grande Distribuzione Organizzata, a cui fanno capo i maggiori gruppi internazionali, ai negozi tradi-zionali, dalle grandi consegne a pallets interi, alle piccole con-segne preparate prodotto per prodotto. La CAVALIERI è in grado di ga-rantire a tutti i clienti la stessa - elevata - qualità del servizio. Non un modello teorico, ma la realtà del ciclo continuo: venti-quattro ore su ventiquattro, set-

te giorni su sette per 365 giorni all’anno, la catena del freddo di CAVALIERI TRASPORTI non conosce interruzioni. Le attività di ricezione, stoccaggio e alle-stimento interagiscono in ma-niera continuativa con quelle di spedizione e distribuzione delle merci.La Grande Distribuzione, l’in-dustria alberghiera, ristorativa e di catering (per gli addetti ai lavori: l’HoReCa), il grossista, il concessionario sono raggiunti senza alcuna distinzione e con

la stessa effi cienza dalla rete di-stributiva di CAVALIERI.Qualche numero: CAVALIE-RI TRASPORTI gestisce ogni anno oltre 4 milioni di consegne per più di 600.000 tonnellate di prodotti freschi, nel suo carnet annovera oltre duemila clienti e cinquantamila punti di conse-gna. Grazie a ventisei piattafor-me dotate di magazzini a tem-peratura controllata e oltre mille veicoli frigoriferi, è in grado di consegnare nel Nord e Centro Italia nell’arco di sedici-venti-quattro ore ed entro quaran-totto-settantadue ore nel Sud e nelle Isole.Non stupisce, quindi, che CA-VALIERI TRASPORTI. sia l’ope-

ratore logistico di fi ducia delle più importanti aziende alimen-tari leader sul mercato italiano. Oltre alle tradizionali attività di trasporto, la CAVALIERI è in grado di svolgere, per i propri clienti, tutte le attività ad alto valore aggiunto come: la ge-stione dello stock, il ricevimen-to ordini, la preparazione e la personalizzazione delle usci-te, copacking, contratti data, e quant’altro possa essere richie-sto dal cliente. Il livello di tutte queste attività è garantito da-

gli elevati standard tecnologici raggiunti dall’azienda grazie agli ingenti investimenti mirati che ha saputo sviluppare negli anni. Infatti, La Cavalieri può contare su sistemi informatici all’avan-guardia, in grado di garantire la tracciabilità completa di tutti i processi e il monitoraggio via web di tutte le temperature e i parametri di funzionamento del-le macchine di refrigerazione. Tutti gli automezzi che svolgono trasporti primari sono dotati di telesorveglianza e rilevatori sa-tellitari.Non è un caso se CAVALIERI TRASPORTI si è imposto dal 2005 sul mercato europeo en-trando, dopo vent’anni di fattiva collaborazione, a far parte della squadra del gruppo internazio-nale STEF-TFE, la multinaziona-le francese leader continentale del trasporto fresco e surgelato e nel controllo delle temperatu-re, positive e negative, presente in tutti i Paesi europei con strut-ture che consentono di svilup-pare le attività di logistica inte-grata e trasporto per qualsiasi esigenza.Una partnership che ha costitu-ito il punto di incontro tra due realtà caratterizzate, fi n dalla nascita, da una vocazione for-temente europea e che oggi si realizza in pieno dando la pos-sibilità ai clienti di poter bene-fi ciare di una struttura logisti-ca internazionale. Un’attitudine che si è ulteriormente radicata nel gruppo, che occupa la posi-zione di leadership in otto paesi europei (Belgio, Francia, Gran Bretagna, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Svizze-ra) ed è motivata dall’obiettivo “forte” di accompagnare i clien-ti verso la conquista e lo svilup-po di nuovi mercati.Il motto che il gruppo si è volu-to dare: “entusiasmo, rispetto, rigore, performance”, si rispec-chia in risultati di importanti, solo in parte rappresentati dal-le cifre: quasi 2 miliardi di euro il fatturato del Gruppo, 15.000 collaboratori, più di 220 siti in tutta Europa, un’indipendenza garantita dal controllo del 47,7% del pacchetto azionario da parte

del management ed una solidità strutturale data dalla proprietà di oltre il 80% degli immobili. Cavalieri si inserisce nel gruppo con un fatturato di 130 milioni di euro realizzato grazie alla fatti-va collaborazione di oltre mille-cinquecento dipendenti sia di-retti che indiretti. La sempre più ampia clientela può contare si un’area di magazzinaggio di ol-tre 140 mila metri quadrati e su una fl otta di un migliaio di au-tomezzi, tutti muniti di sistemi evoluti di refrigerazione, 26 fi lia-li capillarmente diffuse su tutto il territorio. La qualità dei servizi è garantita dalla certifi cazione 9001/2000. Risultati importan-ti per un’Azienda anagrafi ca-mente “storica”, soprattutto se si considera che opera in un settore in cui le trasformazioni sono continue e molto rapide.I risultati raggiunti sono conso-lidati da anni di esperienza, ma soprattutto dalla disponibilità - e capacità - di innovare con-tinuamente le proprie scelte, tenendo sempre ben presen-te non tanto il breve periodo, quanto l’effettiva possibilità del-la stabilità futura. Da qui deriva l’estrema sensibilità dell’Azien-da verso un comportamento so-

cialmente responsabile, nell’ot-tica di una politica di sviluppo sostenibile di più ampio respiro. CAVALIERI e STEF-TFE basa-no questa prospettiva su “assi” deontologici imprescindibili, su cui sono calibrate tutte le solu-zioni aziendali in merito alla re-sponsabilità e alla performance: adottare soluzioni che tengano conto delle sfi de energetiche, dei cambiamenti climatici e nel

contempo facilitino lo sviluppoeconomico, l’integrazione so-ciale e ambientale. Scelte che,se possono sembrare “costo-se” da mettere in pratica, sonole uniche in grado di consentireun modello di sviluppo duratu-ro, soprattutto per un’aziendache opera in due settori strate-gici del mercato e della società:quello dei trasporti e quello del-la sicurezza alimentare.

Cavalieri Trasporti, logistica all’insegna di fl essibilità e innovazioneL’azienda italiana, entra nel gruppo STEF-TFE, leader europeo nel settore della logistica del “freddo”

La Cavalieri è in grado di garantire a tutti i clienti la stessa - elevata - qualità del servizio. Non un modello teorico, ma la realtà del ciclo continuo: ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette per 365 giorni all’anno, la catena del freddo di Cavalieri Trasporti non conosce interruzioni

Veduta aerea della sede di Cavalieri Trasporti

Magazzino spedizioni

Zona carico-scarico mezzi di trasporto

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Il laboratorio RFID Lab dell’Uni-versità degli Studi di Parma e al-

cuni partner hanno concluso un progetto pilota per il monitoraggio della temperatura dai produtto-ri fi no alla consegna ai clienti nei punti vendita . Il prodotto scelto per questo primo test sono state le ciliege.Il pilota è stato realizzato nelle cit-tà di Modena e Albenga (Savona), coinvolgendo due centri di distri-buzione e sei punti vendita (tre in Emilia Romagna e tre in Liguria), con lo scopo di monitorare, trami-te tecnologia RFID, la temperatura dei frutti durante l’attraversamen-to dell’intera cold chain.Il professor Antonio Rizzi, pro-fessore ordinario di Logistica In-dustriale presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Uni-versità degli Studi di Parma, fon-datore e responsabile del labora-torio RFID Lab che ha coordinato l’intero progetto, ha ricordato che la maggior parte dei progetti pilo-ta di gestione della cold chain si limitano a un singolo processo, quale il trasporto o lo stoccaggio, senza prendere in considerazione la supply chain nel suo comples-so.

Nel periodo di raccolta delle ci-liegie in Italia sono state taggate circa 120 cassette, applicando a ciascuna un sensore di tempera-tura RFID tra un’apposita inter-falda di carta posta sotto le con-fezioni di ciliegie e il fondo delle cassette stesse.Il tag MTsens, attivato, al mo-mento del confezionamento delle ciliegie, ha memorizzarizzato le coppie di dati tempo/temperatura all’interno del chip. Alla fi ne della cold chain, i tag sono stati fatti pervenire presso l’Università di Parma da ciascun punto vendita per acquisire i dati memorizza-ti in ciascuno di essi. Al termine dell’acquisizione e rimozione dei dati, i tag sono stati rispediti al produttore per essere riutilizzati. Complessivamente, nel proget-to sono stati utilizzati più di due-cento tag, per un totale di più di 65.000 rilevazioni tempo/tempe-ratura lungo tutta la cold chain. Un primo risultato del progetto è stato quello di rilevare un’elevata variabilità della temperatura du-rante la fase di trasporto delle ci-liegie. Inoltre, i partner del proget-to hanno potuto notare che i tempi di attraversamento durante le fasi

di trasporto e stoccaggio erano più lunghi del previsto, rilevando colli di bottiglia nella cold chain. Inoltre, ha spiegato Rizzi, è stato

sviluppato un nuovo strumento di valutazione delle prestazioni della cold chain basato su modelli pro-babilistici/statistici, che potrebbe essere utilizzato qualora le azien-

de decidessero di certifi carsi nell’ambito della cold chain. Molte aziende logistiche, infatti, devono predisporre adeguata documen-

tazione descrivente le condizioni di stoccaggio dei prodotti alimen-tari, sia per i propri fornitori sia per le autorità competenti.Sulla base dei dati RFID raccolti,

il modello sviluppato consente di defi nire, con una certa probabili-tà, quanto tempo i prodotti hanno passato a una certa temperatura, e se sono stati o meno mantenuti all’interno di un range di tempera-ture prestabilito. Il Professor Riz-zi ha confermato che utilizzando l’RFID controlli a campione pos-sono essere svolti con una certa periodicità, allo scopo di misurare gli indicatori di prestazione svilup-pati e di intraprendere eventuali azioni correttive.RFID Lab (www.rfi dlab.unipr.it) è un laboratorio di eccellenza a li-vello mondiale del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Univer-sità degli Studi di Parma. Il labora-torio ha come mission la ricerca, la formazione e il trasferimento tecnologico in materia di appli-cazione della tecnologia RFID per l’ottimizzazione dei processi di business, con particolare riferi-mento a quelli logistici e di gestio-ne della supply chain. La ricerca vede RFID Lab inserito in un Net-work internazionale di eccellenza, denominato Global RF Labs Al-liance (www.grfl a.org), insieme ad altri 8 centri di riferimento a livello mondiale.

Il progetto dell’RFID Lab del prof. Rizzi per la gestione della catena del freddoConfermata l’utilità della tecnologia per il monitoraggio dei prodotti lungo la supply chain

LOGISTICA DEL FREDDONascono i surgelati: una storia di oltre mezzo secoloTutto cominciò grazie all’intuizione di un cacciatore

Un cacciatore di pelli nel La-brador, ampia penisola del

nord America, durante l’inverno si accorse che il pesce da lui ap-pena pescato si congelava im-mediatamente, rigide com’era-no le temperature di questa regione del Canada Atlantico, e si manteneva inalterato anche per lunghi periodi di tempo.Al momento in cui veniva consu-mato quel pesce non aveva nien-te di diverso, e manteneva intatti sapore e consistenza. Certo quel cacciatore non immaginava che la sua scoperta avrebbe portato una cambiamento così rilevan-te nel mondo, tuttavia ci vollero molti anni prima che qualcuno si interessasse alla scoperta del cacciatore “biologo” e spe-rimentasse il surgelamento dei cibi.Alcune fonti riportano che furo-no i dirigenti di una grande com-pagnia ferroviaria americana che compresero quanto fosse più pratico e rapido il sistema di far “prefabbricare e surgelare” i pranzi da servire ai viaggiato-ri, scongelandoli poi solo poco tempo prima dei pasti nel vago-ne ristorante.Da allora si sono fatti grandi pro-gressi anche nel surgelamento dei cibi cotti.Ormai ci sono grandi industrie specializzate per il surgelamen-to in massa di determinati cibi, con attrezzature che ne consen-tono una perfetta conservazione e danno la garanzia che il pro-dotto arrivi al consumatore per-fettamente “intatto”.In Italia i surgelati sono com-parsi timidamente circa 40 anni fa non senza diffi denza da par-te soprattutto delle donne, che osservavano perplesse quei cibi trasformati in mattonelle di ghiaccio, lasciandoli negli scom-parti dei congelatori.Superate le prime incertezze ini-ziali, ormai il banco dei surgelati è diventato familiare: nei grandi supermercati come nei piccoli negozi, si trovano gigantesche sogliole atlantiche, pesci di tutti i tipi, interi o a tranci, selvaggi-na, tacchini, polli, frutti di mare, verdure di ogni genere e frutta, cibi già cotti in speciali involucri di alluminio sono i prodotti che noi vediamo con maggiore fre-

quenza.Ma come nasce un surgelato? Prendiamo ad esempio un pe-sce: nell’Oceano Atlantico navi-gano grossi pescherecci attrez-zati con speciali celle frigorifere a 40 gradi sotto zero, nelle quali il pesce viene buttato appena pescato (previa rapidissima pu-litura ed impacchettamento in speciali confezioni di plastica). La temperatura rigidissima bloc-ca immediatamente le proprietà vitaminiche e nutritive del pesce, mantenendole inalterate fi no al momento in cui, attraverso la lunga catena del freddo, il pe-sce arriverà sulla nostra tavola perfettamente fresco e saporito, come se fosse stato pescato da poche ore. E’ però di vitale im-portanza, come noto, non spez-zare mai la cosiddetta catena del freddo che non deve mai su-bire interruzioni, salvo quella ne-

cessaria per trasferire il cibo dal negozio al freezer domestico. Quando si acquista un surge-lato dal banco del negozio, che fi no a quel momento l’ha man-tenuto alla temperatura di meno di 30 gradi, la catena del freddo subisce un arresto e il prodotto si avvia verso un lentissimo ma progressivo processo di scon-

gelamento.Appena a casa va messo nel fre-ezer, dove però la temperaturaminima è di meno 8-12 gradi: ilfreddo c’è, ma non è suffi cienteper mantenere inalterato il pro-dotto.Trascorsi tre giorni, poco più opoco meno, inizia una inesorabi-le alterazione del cibo che passacosì ad uno “stadio” di scarsafreschezza che ne sconsiglia ilconsumo.Quindi non ci sono dubbi; entrodue giorni dal momento dell’ac-quisto bisogna utilizzare il pro-dotto surgelato a meno che nonsi possieda un frigorifero concongelatore (oggi ce ne sono ditutti i tipi), cioè con la “cella” delghiaccio indipendente dove sipuò ottenere una temperatura di20 gradi sotto zero.In questo caso il discorso cam-bia, poiché il surgelato può con-

tinuare il suo “sonno polare” nelfrigo di casa, in tutta tranquillità.Infatti la surgelazione consentela conservazione degli alimen-ti per lungo tempo portando latemperatura a valori pari o infe-riori a - 18 °C. Si differenzia dalcongelamento sia per tempera-ture che per i tempi d’applica-zione del trattamento.

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Frigovell International ha inizia-to la propria attività nel 1998

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ditore per arrivare alle centrali di acquisto di supermercati, senza dimenticare la possibilità di per-sonalizzare prodotti destinati all’industria:

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pri uffi ci commerciali e magaz-zini, Frigovell è il Coolpoint per il mercato italiano della società austriaca AHT, leader mondiale nella produzione di refrigeratori e congelatori per supermercati e per l’industria del gelato, presen-te in più di 70 nazioni e con oltre 3.000.000 di unità installate.Le isole a spina con coperchi scorrevoli sono ormai utilizzate da tutte le principali catene di Di-scount e da vari Supermercati, che hanno identifi cato i prodotti AHT come massima espressio-ne di qualità, con un design at-tuale che attrae l’attenzione della clientela, con il costante sviluppo di nuovi modelli, e con l’utilizzo di componenti che garantiscono importanti risparmi dei consumi energetici.E-mail: [email protected]: www.frigovell.it

Il sensore di temperatura RFID posto in interfalda di carta sotto le confezioni di ciliegie e il fondo delle cassette

Surgelati. In Italia arrivarono circa 40 anni fa

Gamma prodotti

Page 5: LOGISTICA DEL FREDDO - Systemadv · Stati, tra i quali l’Italia, che impone de-terminate regole nella costruzione degli ... di autocontrollo, indicando il sistema di riferimento

Entusi

asmo -

Rispetto - Rigore - Performance