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PIANO D’AZIONE PER IL GREEN PUBLIC PROCUREMENT DELLA PROVINCIA DI CAGLIARI approvato con Deliberazione di Giunta Provinciale n° del

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PIANO D’AZIONE PER IL GREEN PUBLIC PROCUREMENT

DELLA PROVINCIA DI CAGLIARI

approvato con Deliberazione di Giunta Provinciale n° del

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Provincia di Cagliari – Provincia de Casteddu

Assessorato alle Politiche Ambientali, Energia e Tutela del TerritorioAssessore Ignazio Tolu

Settore Ambiente Dirigente Alessandro Sanna

Ufficio Sviluppo Sostenibile – Nodo In.F.E.A.Giuseppina Liggi

Gruppo Tecnico GPP Referenti per gli acquisti, individuati presso ciascun settore dell’Amministrazione

Via Cadello 9 – 09121 Cagliariwww.provincia.cagliari.it

Tel.: 070 5284525E-mail: [email protected]

[email protected]

Assistenza tecnica a cura di

Serenella PaciRossana Moro Adriana Filiziu

Silvano Falocco Livia Mazzà Maria De Gregorio

Piano d’Azione per gli acquisti pubblici ecologici della Provincia di Cagliari2

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PIANO D’AZIONE PER IL GPP DELLA PROVINCIA DI CAGLIARI

SommarioPremessa ............................................................................................................................. 5

1.Inquadramento .................................................................................................................. 7 1.1.Il contesto nazionale e regionale di riferimento .................................................................... 9 1.2.I criteri ecologici per la scelta di prodotti verdi ................................................................... 14 1.3.I criteri ecologici e il codice degli appalti pubblici .............................................................. 15 1.4.Strategie e stato dell’arte a livello provinciale .................................................................... 22 1.5.Funzionamento degli acquisti nell’Amministrazione Provinciale ........................................ 28

2.Impegni e obiettivi .......................................................................................................... 30 2.1Gli obiettivi generali del Piano d’Azione .............................................................................. 30 2.2La razionalizzazione dei fabbisogni .................................................................................... 32 2.3Gli ambiti di intervento del Piano ........................................................................................ 34 2.4Gli obiettivi specifici del Piano d’Azione per il GPP e i criteri ecologici ................................ 35 2.5Schede Prodotto 40

3.Organizzazione e azioni previste .................................................................................. 73 3.1.Gestione e funzioni coinvolte 73 3.2.Le procedure per l’attuazione del Piano d’Azione per il GPP ............................................. 74 3.3.L’adozione dei criteri di preferibilità ambientale negli acquisti ............................................ 74

4.Monitoraggio ................................................................................................................... 75 4.1.Finalità del sistema di monitoraggio ................................................................................... 75 4.2.Funzionamento del sistema di monitoraggio ...................................................................... 75

Allegati ................................................................................................................................ 78 1 - Scheda per il monitoraggio dei bandi ................................................................................. 79 2 - Indicazioni per la compilazione della scheda di monitoraggio bandi ................................... 82

Piano d’Azione per gli acquisti pubblici ecologici della Provincia di Cagliari3

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PREMESSA Il GPP (Green Public Procurement) è uno degli strumenti principali che la Pubblica Amministrazione (PA) ha a disposizione per mettere in atto strategie di sviluppo sostenibile mirate a ridurre gli impatti ambientali dei processi di consumo e produzione, attraverso una gestione più responsabile delle risorse economiche ed ambientali.Con i propri acquisti il settore pubblico è responsabile del 17% del PIL; questo consistente potere d’acquisto può essere usato per orientare il mercato verso la fornitura di prodotti e servizi più sostenibili.Il GPP può quindi giocare un ruolo fondamentale dal lato della domanda, per sostenere la produzione di beni e servizi ad impatto ambientale ridotto e fungere da traino nel miglioramento, in senso ambientale, della gestione di processi e attività. Riorientando i propri consumi verso prodotti più verdi, la PA fornisce anche un modello di buon comportamento per le imprese, le istituzioni private e i cittadini, creando una catena virtuosa di buone pratiche, capace di contribuire in maniera attiva alla sostenibilità ambientale.Gli acquisti verdi non sono solo uno strumento operativo di politica ambientale, ma rappresentano anche un metodo di razionalizzazione della spesa pubblica ed uno stimolo all’innovazione in campo ambientale.Per questa ragione il Green Public Procurement è considerato, a livello comunitario, il perno della strategia per il consumo e la produzione sostenibile.

La Provincia di Cagliari, nel luglio del 2009, con l’attuazione del progetto “In Provincia di Cagliari si acquista verde”, proseguendo il cammino intrapreso con l’Agenda 21, ha attivato un processo partecipativo con l’obiettivo di promuovere l’adozione della politica degli acquisti pubblici ecologici al proprio interno, oltre che incentivare l’assunzione di comportamenti responsabili e la definizione di progetti pilota innovativi con il coinvolgimento degli attori istituzionali e socio-economici del territorio.La Giunta Provinciale di Cagliari si è poi impegnata, nell’ottobre del 2009 (con deliberazione n. 313 del 27.10.2009), ad adottare la politica del GPP nell’Amministrazione e a promuoverne l’attuazione in tutto il proprio territorio, elaborando uno specifico Piano d’Azione Provinciale per gli acquisti pubblici ecologici.Nell’ambito del progetto “In Provincia di Cagliari si acquista verde” sono state avviate diverse azioni volte a promuovere il cambiamento di comportamenti nell’acquisto e nel consumo in un’ottica di maggiore sostenibilità ambientale rivolte sia ai dipendenti e amministratori della Provincia che agli attori del territorio (enti pubblici, imprese, scuole e cittadini). Con il presente Piano s’intendono definire e programmare le azioni necessarie per la razionalizzazione dei fabbisogni dell’Ente Provinciale, le procedure per poter introdurre i criteri ecologici in fase d’acquisto ai prodotti/servizi individuati e promuovere comportamenti di consumo sostenibili presso gli uffici, continuando a prevedere anche specifici interventi di informazione, sensibilizzazione e accompagnamento tecnico.

Il Piano individua obiettivi e azioni da attuare sia nel breve periodo ( 2012), sia nel medio-lungo termine (2013 e 2014).

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Il presente Piano è stato redatto dal Nodo In.F.E.A. del Settore Ambiente con il fattivo supporto di un gruppo di lavoro – il Gruppo Tecnico GPP – costituito dai referenti di tutti i settori dell’Amministrazione Provinciale, incaricati di collaborare con il Nodo In.F.E.A. alla definizione, stesura e attuazione del Piano.Il Piano d’Azione si compone di 4 capitoli; nel primo vengono presentati gli obiettivi e le potenzialità del Green Public Procurement, descritto il contesto nazionale e regionale di riferimento e illustrate le strategie e lo stato dell’arte a livello provinciale rispetto alle attività già realizzate in tema di acquisti verdi e l’integrazione con le altre iniziative dell’Amministrazione. Nel capitolo 2 vengono descritti gli obiettivi del Piano, articolati in un livello interno e in un livello esterno e delineate le azioni e i tempi necessari per poterli raggiungere. Nel terzo vengono descritte le modalità operative di gestione del Piano e nel quarto viene illustrato il sistema di monitoraggio degli acquisti verdi e le regole di funzionamento definite. Sono allegati al Piano il format della Scheda da utilizzare per il monitoraggio dei bandi e le Indicazioni per la compilazione della stessa.

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1. INQUADRAMENTO

Gli acquisti pubblici ecologici (GPP - Green Public Procurement) sono uno strumento per lo sviluppo sostenibile volto a rivedere le pratiche degli acquisti nella pubblica amministrazione, favorendo l'utilizzo di beni e servizi che riducono l'uso delle risorse naturali, la produzione dei rifiuti e la promozione della filiera del riciclo, le emissioni inquinanti, i pericoli e i rischi ambientali per la salute e l’utilizzo di fonti energetiche non rinnovabili.Secondo la definizione della Commissione Europea, ripresa dal Piano d’Azione Nazionale, il Green Public Procurement (GPP) è infatti “... l’approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita”.Il GPP è volto quindi a ridurre l'impatto ambientale delle amministrazioni pubbliche, attraverso la scelta di prodotti e servizi migliori, sulla base dell'impatto ambientale che essi producono durante tutto il ciclo della loro vita, dall’estrazione delle materie prime alle fasi di fabbricazione, distribuzione, uso/consumo e di “fine vita” (recupero, riciclo o smaltimento).Il Green Public Procurement mira a raggiungere tre obiettivi essenziali: 1. migliorare le prestazioni ambientali degli Enti Pubblici in fase di acquisto;2. indicare al sistema della produzione un percorso verso processi e prodotti a basso impatto ambientale e sociale;3. orientare alla sostenibilità gli stili di consumo. Si tratta pertanto di uno dei principali strumenti che gli Enti hanno a disposizione per mettere in atto strategie di sviluppo sostenibile mirate a ridurre gli impatti ambientali dei processi di consumo e produzione.Così come riportato anche nel Piano per gli Acquisti Pubblici in Regione Sardegna – PAPERS (cfr. paragrafo 1): Il GPP costituisce un importante strumento anche per la promozione dell’innovazione tecnologica, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi delle politiche sulla competitività dell’Unione Europea (Strategia di Lisbona) e per lo sviluppo di un mercato “più ecologico”, costituendo la principale leva d’azione della “politica integrata dei prodotti” (IPP). L’approccio IPP si basa sulla constatazione che un intervento sul lato del mercato possa agevolare il conseguimento di obiettivi ambientali in maniera più efficace e in sinergia con le politiche ambientali settoriali, pertanto propone una serie di strumenti e strategie mirati ad indirizzare la progettazione, stimolare la domanda e l’offerta, favorire scelte informate dei consumatori e integrare le considerazioni economiche con quelle ambientali.

Il ruolo del GPP, come leva fondamentale per il cambiamento dei modi di produzione e consumo, è stato fortemente sottolineato dalla Commissione Europea, anche nel Piano d’Azione “Produzione e consumo sostenibili" e "Politica industriale sostenibile" (COM(397)2008), che prevede il rafforzamento dell’attenzione agli aspetti ambientali negli appalti pubblici attraverso misure sia di tipo obbligatorio che facoltativo. Inoltre, la Comunicazione della Commissione Europea sul GPP “Appalti pubblici per un ambiente

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migliore” (COM(400)2008) pone per gli Stati Membri l’obiettivo di raggiungere, entro il 2010, il 50% delle forniture verdi. Tale obiettivo sarà misurato innanzi tutto sulle categorie di prodotto individuate come prioritarie dalla Commissione: carta e servizi tipografici, prodotti per la pulizia, macchine per ufficio e computer, costruzioni, trasporti, mobilio, energia, servizi alimentari e di ristorazione, abbigliamento, uniformi e altri prodotti tessili, attrezzature utilizzate nel settore sanitario. Saranno giudicate “verdi” quelle forniture che rispettano almeno i criteri minimi comuni che la Commissione ha elaborato attraverso un processo di consultazione delle parti interessate.1

Per avere un’idea del potenziale del GPP sul mercato basti considerare […] i volumi di spesa per acquisti delle Pubbliche Amministrazioni […]. Nel caso in cui la PA decidesse di sostituire i prodotti e servizi di cui fa normalmente uso con altri a minore impatto ambientale, i fornitori e i produttori sarebbero stimolati a rivedere le caratteristiche e i processi produttivi dei prodotti che immettono sul mercato per ridurne gli impatti ambientali. Le imprese potrebbero trovare conveniente investire nel campo delle tecnologie ambientali o proporre soluzioni eco-innovative per avere un vantaggio competitivo verso il committente pubblico. Inoltre la riduzione della produzione di rifiuti, il risparmio energetico e di materie prime sono argomenti di grande interesse per le imprese che possono così migliorare i propri bilanci economici e ambientali, oltre che la propria immagine.In questo modo il GPP riuscirebbe a rendere “verde” l’offerta di prodotti e servizi, semplicemente agendo sul fronte della domanda e senza ricorrere a strumenti onerosi (e spesso non efficaci) quali incentivi, divieti o disposizioni legislative.D’altro canto il buon esempio dato dalle pubbliche amministrazioni e la presenza nel mercato di un maggior quantitativo di prodotti “verdi” si propone di innescare un processo virtuoso di cambiamento delle abitudini di consumo sia delle imprese sia dei cittadini.Il GPP favorisce la razionalizzazione della spesa pubblica tramite la diffusione di una cultura attenta a contenere i consumi non necessari e tramite la diffusione di un approccio più corretto per valutare il prezzo del bene/servizio/lavoro oggetto d’acquisto. Infatti, se accanto al prezzo si considerano i costi connessi all’utilizzo (es. energia o di materiali di consumo) e allo smaltimento del prodotto, si possono fare scelte d’acquisto convenienti dal punto di vista economico-finanziario in un’ottica di medio-lungo periodo. Attente considerazioni riguardo all’energia, all’acqua, ai prodotti, ai servizi e agli edifici efficienti dal punto di vista delle risorse utilizzate, possono ridurre significativamente le bollette e i costi operativi.Inoltre, favorisce l’integrazione delle considerazioni ambientali nelle altre politiche dell’ente coinvolgendo in modo trasversale settori che tradizionalmente non si occupano di ambiente, quali l’economato, e che possono influire notevolmente sulla performance ambientale dell’Ente quali i trasporti, l’edilizia, le infrastrutture. Ancora, favorisce e integra altri strumenti di miglioramento ambientale dell’Ente quali EMAS o di Piani d’Azione di Agenda 21 Locale o Contabilità Ambientale.Perseguire il principio della dematerializzazione della nostra economia, intendendo la graduale riduzione degli sprechi e ottimizzazione delle risorse impiegate (materiali ed energetiche), per il soddisfacimento delle medesime funzioni; questo potrà avvenire favorendo l’innovazione tecnologica nei cicli produttivi, lo sviluppo di materiali da materie

1 I criteri per la maggior parte delle categorie prioritarie sono già stati elaborati e possono essere consultati sulle pagine dedicate del sito della DG Ambiente: http://ec.europa.eu/environment/gpp/first_set_en.htm.

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prime rinnovabili o a minor contenuto di risorse, l’impiego di fonti energetiche rinnovabili, la sostituzione dell’acquisto di prodotti con quello di servizi che svolgano la medesima funzione.Diffondere modelli di acquisto e di consumo sostenibile che pongano attenzione agli impatti ambientali e all’uso di risorse attraverso pratiche di buona gestione; attenzione dovrà essere quindi posta alla diffusione di conoscenze sulla corretta gestione dei prodotti, il risparmio energetico, il recupero dei prodotti e dei materiali a fine ciclo di vita. La conoscenza di tali aspetti dovrà essere veicolata per quanto possibile attraverso attività di comunicazione e documenti di facile lettura destinati agli addetti agli acquisti e ai fruitori dei beni in questione.

1.1. Il contesto nazionale e regionale di riferimento

In linea con quanto indicato nella Comunicazione 2003/302 della Commissione Europea, incentrata sulla Politica Integrata dei Prodotti e tendente a sviluppare l’approccio del “ciclo di vita ambientale” dei beni – in cui si invitano, appunto, “...gli Stati membri a dotarsi di piani d’azione accessibili al pubblico per l'integrazione delle esigenze ambientali negli appalti pubblici” – l’Italia, nell’aprile 2008, ha emanato il Piano d’Azione Nazionale per il GPP - PAN GPP2, promosso dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, di concerto con i Ministeri dell’Economia e Finanze e dello Sviluppo Economico, ed elaborato in collaborazione con CONSIP, ANCI, UPI e con il sistema delle agenzie APAT/ARPA.Il Piano d’Azione italiano prevede l’adozione di misure volte ad integrare le esigenze di sostenibilità ambientale nelle procedure di acquisto di beni e servizi delle Pubbliche Amministrazioni.Coerentemente con le indicazioni fornite dalla Commissione, il PAN ha lo scopo di diffondere il GPP attraverso le seguenti azioni:- coinvolgimento dei soggetti rilevanti per il GPP a livello nazionale;- diffusione della conoscenza del GPP presso la Pubblica Amministrazione e gli altri enti pubblici, attraverso attività di divulgazione e di formazione;- definizione, per prodotti, servizi e lavori identificati come prioritari per gli impatti ambientali e i volumi di spesa, di indicazioni metodologiche per la costruzione di processi di acquisto “sostenibili” e di criteri ambientali da inserire nei capitolati di gara;- definizione di obiettivi nazionali, da raggiungere e ridefinire ogni tre anni;- monitoraggio periodico sulla diffusione del GPP e analisi dei benefici ambientali ottenuti.La strategia del Green Public Procurement in Italia intende incidere su alcune problematiche ambientali di carattere generale, ritenute particolarmente rilevanti nel nostro contesto nazionale, ovvero:

1. efficienza e risparmio nell’uso delle risorse, in particolare dell’energia e conseguente riduzione delle emissioni di CO2; 2. riduzione dell’uso di sostanze pericolose;

2 Approvato con Decreto Interministeriale 135 dell’11 aprile 2008 “Approvazione del Piano d’Azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione” (G.U. n. 107 dell'8 maggio 2008).

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3. riduzione quantitativa dei rifiuti prodotti.Di conseguenza, il Piano d’Azione Nazionale GPP consentirà di incidere positivamente anche su altre problematiche ambientali quali la riduzione delle emissioni inquinanti e la riduzione dei relativi rischi ambientali.Il Piano individua alcune prescrizioni per tutti gli enti pubblici (amministrazioni centrali dello Stato, enti pubblici territoriali, ecc.), prevedendo, per esempio, che almeno il 30% delle Regioni, delle Province, delle Città metropolitane, dei Comuni con oltre 15.000 abitanti garantiscano procedure di acquisto conformi ai criteri ambientali minimi.Il PAN GPP individua 11 categorie di settori prioritari di intervento, selezionate tenendo conto degli impatti ambientali e dei volumi di spesa pubblica coinvolti:

a) arredi (mobili per ufficio, arredi scolastici, arredi per sale archiviazione e sale lettura);

b) edilizia (costruzioni e ristrutturazioni di edifici con particolare attenzione ai materiali da costruzione, costruzione e manutenzione delle strade);

c) gestione dei rifiuti;d) servizi urbani e al territorio (gestione del verde pubblico, arredo urbano);e) servizi energetici (illuminazione, riscaldamento e raffrescamento degli edifici,

illuminazione pubblica e segnaletica luminosa);f) elettronica (attrezzature elettriche ed elettroniche d’ufficio e relativi materiali di

consumo, apparati di telecomunicazione);g) prodotti tessili e calzature;h) cancelleria (carta e materiali di consumo);i) ristorazione (servizio mensa e forniture alimenti);j) servizi di gestione degli edifici (servizi di pulizia e materiali per l’igiene);k) trasporti (mezzi e servizi di trasporto, sistemi di mobilità sostenibile).

Il Piano d’Azione Nazionale ha come elemento caratterizzante l’individuazione di “Criteri Ambientali Minimi” (CAM) per ogni gruppo di prodotto, che dovranno essere inseriti nei bandi di gara per l’acquisto di beni e servizi delle pubbliche amministrazioni. I criteri ambientali minimi sono le “indicazioni tecniche” che consistono in prescrizioni , generali o specifiche di natura prevalentemente ambientale e, quando possibile, etico-sociale collegate alle diverse fasi delle procedure di gara (oggetto dell’appalto, specifiche tecniche, criteri premianti della modalità di aggiudicazione all’offerta economicamente più vantaggiosa, condizioni di esecuzione dell’appalto) che, se recepite dalle stazioni appaltanti, classificano gli acquisti o affidamenti così determinati come “sostenibili”.I criteri ambientali si definiscono “minimi” essendo elementi “di base” di qualificazione delle iniziative ambientalmente preferibili e rappresentano l’insieme degli elementi tecnici atti a garantire un’adeguata risposta da parte del mercato dell’offerta.I “criteri ambientali minimi” sono individuati fra i criteri ambientali in vigore relativi alle etichette di qualità ecologica ufficiali di vario tipo, fra altre fonti informative esistenti (per esempio le normative che impongono determinati standard ambientali), e attraverso le indicazioni che provengono dalle parti interessate dell’industria (associazioni di categoria). Sono inoltre calibrati in modo da garantire il rispetto dei principi della non distorsione della concorrenza e della par condicio.

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Le caratteristiche ambientali che verranno individuate in correlazione all’attribuzione di punti tecnici premianti fra le modalità di aggiudicazione dell’appalto all’offerta economicamente più vantaggiosa, potranno consistere nella prescrizione di attribuire punti tecnici premianti in favore di determinate performance che potrebbero ancora non trovare riscontro nel mercato. Questa categoria di indicazioni avrebbe una funzione assai importante, cioè quella di dare dei riferimenti al mercato nazionale dei trend derivanti da prescrizioni tecnico/normative più che altro di derivazione comunitaria, che diverranno cogenti nel futuro e che di fatto renderanno non ammissibili nei confini comunitari i prodotti difformi da essi.Questa classe di “criteri” risponderà all’obiettivo di stimolare i settori interessati all’innovazione ambientale ed anticipare i trend della domanda pubblica comunitaria, sempre più orientata a selezionare in base alla qualità ambientale dei prodotti/servizi/lavori.Il set di criteri ambientali che verrà individuato nel Piano d’Azione, inoltre, darà un quadro di riferimento non solo al mercato, ma anche alle stazioni appaltanti che nel definire le specifiche tecniche di un capitolato d’oneri, così come recita la relativa disposizione normativa del codice dei contratti pubblici, sono obbligate “Ogniqualvolta sia possibile, a definirle in modo da tenere conto dei criteri di accessibilità per i soggetti disabili, di una progettazione adeguata per tutti gli utenti, della tutela ambientale”.L’individuazione dei CAM rientra fra i compiti assegnati al Comitato di Gestione che istituisce dei gruppi di lavoro composti da esperti e referenti delle associazioni di categoria. Essi sono definiti dopo un’ampia consultazione, che include le analisi di mercato, a tutela della conformità giuridica e tecnica degli stessi.Il lavoro di definizione dei CAM è stato già avviato nell'ambito delle attività del Comitato di Gestione3. I criteri sono emanati con appositi decreti del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Per quanto riguarda il monitoraggio dello stato di attuazione del PAN, quindi dell’adozione dei CAM nelle procedure d’acquisto da parte degli Enti Pubblici italiani, l’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture ha predisposto un sistema rivolto alle stazioni appaltanti per l’inserimento dei dati per il monitoraggio degli appalti verdi4. In pratica, è previsto che per le procedure di affidamento iniziate da gennaio 2010, le stazioni appaltanti, attraverso il nuovo sistema informatico messo a punto in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, dovranno fornire le indicazioni sull’applicazione dei criteri ambientali.Nel quadro normativo di riferimento, a livello nazionale, si inserisce il Decreto Legislativo n.24 del 3 marzo 2011, in attuazione della Direttiva 2009/33/CE relativa alla promozione di veicoli a ridotto impatto ambientale e a basso consumo energetico nel trasporto su strada, che all’articolo 1 recita: “Al fine di promuovere e di stimolare il mercato dei veicoli a ridotto impatto ambientale e a basso consumo energetico e di potenziare il contributo del 3 Ad oggi sono stati adottati dal Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare i seguenti "criteri

ambientali minimi" (CAM): con il DM n.111/09 (pubblicati sulla GU del 9/11/2009 n.261) i CAM per Carta in risme (carta in fibra

vergine e carta in fibra riciclata) e Ammendanti (servizi urbani e al territorio). con DM n.22/11 (pubblicati sul Supplemento ordinario n.74 alla GU n.64 del 19 marzo 2011) i CAM

per Prodotti tessili; Arredi per ufficio; Apparati per l'illuminazione pubblica; IT (computer, stampanti, apparecchi multifunzione, fotocopiatrici).

con il DM del 25/07/11 (pubblicati sulla G.U. n.220 del 21/09/2011) i CAM per Ristorazione collettiva e forniture derrate alimentari e Serramenti esterni.

4 http://www.avcp.it/portal/public/classic/Servizi

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settore dei trasporti alle politiche della Comunità in materia di ambiente, di clima e di energia, il presente decreto stabilisce l'obbligo per le amministrazioni aggiudicatrici, per gli enti aggiudicatori e per gli operatori di cui all'articolo 2, comma 1, di tener conto, al momento dell'acquisizione di veicoli adibiti al trasporto su strada, di cui all'articolo 3, comma 1, lettera c), dell'impatto energetico e dell'impatto ambientale, tra cui il consumo energetico e le emissioni di CO2 e di talune sostanze inquinanti, nell'intero arco della loro la vita”.

In Sardegna la politica degli acquisti pubblici verdi ha tratto impulso dalla Delibera della Giunta Regionale n°2/6 del 16 gennaio 2007: “Promozione dell’introduzione di criteri e azioni di eco-efficienza e sostenibilità ambientale nelle procedure di acquisto di beni e servizi dell’Amministrazione Regionale”.Con tale atto, l’Amministrazione Regionale si è impegnata ad adottare una politica di acquisti pubblici ecologici, quale strumento di orientamento degli acquisti secondo i criteri della sostenibilità ambientale, e a dare mandato all’Assessorato della Difesa dell’Ambiente affinché predisponesse, in concerto con gli altri assessorati coinvolti, un Piano d’Azione per valutare come razionalizzare i fabbisogni dell’Ente regionale, individuare i prodotti e servizi sui quali applicare l’introduzione di criteri ecologici da inserire nelle procedure di acquisto e definire un programma di formazione, informazione e sensibilizzazione agli Acquisti Pubblici Verdi rivolto ai responsabili di acquisto dell’Assessorato Enti Locali, Finanze e Urbanistica della Regione Sardegna, delle Direzioni Generali degli altri Assessorati regionali, e degli altri enti provinciali e comunali.

Con la Deliberazione n.37/16 del 30 Luglio 2009, la Giunta della Regione Sardegna ha rafforzato il proprio impegno di sostenibilità ambientale approvando e adottando il Piano per gli Acquisti Pubblici Ecologici in Regione Sardegna - PAPERS.Il Piano assume e amplia gli impegni del Piano d’Azione Nazionale, e si propone nel quadriennio 2009-2013 “di far attecchire la politica del GPP in tutto il territorio regionale e in particolare, in tutte le Amministrazioni Provinciali, nel 50% delle Amministrazioni Comunali, in tutti gli Enti parco regionali, nel 30% degli altri Enti Pubblici”.Nel Piano Regionale il primo obiettivo della “Strategia e azioni rivolte agli enti locali e altri enti pubblici (2009- 2013)” è: “Promuovere l’adozione della politica del GPP negli Enti”, da conseguire anche attraverso il supporto delle Amministrazioni Provinciali chiamate “a svolgere un ruolo di raccordo tra Amministrazione Regionale e Amministrazioni Comunali.” “A tal fine verrà cofinanziata la costituzione di sportelli informativi presso ciascuna provincia che, attraverso personale dedicato, possa fornire un supporto tecnico all’Ente Provincia e ai comuni e fornire informazione specialistica alle imprese del territorio”.Il Piano prevede inoltre che “l’aumento degli acquisti verdi potrà essere realizzato anche attraverso l’adesione alle convenzioni verdi realizzate dal Centro di Acquisti Territoriale regionale” e che “verranno erogati finanziamenti per la realizzazione di azioni realizzate dagli Enti volte a stimolare azioni di consumo responsabile dentro gli uffici e inoltre verranno finanziate altre azioni realizzate da EELL e altri Enti Pubblici che coinvolgano il territorio (cittadini, imprese e scuole)”.Il Piano d’Azione Regionale ha fatto propri i tre obiettivi ambientali di riferimento del Piano d’Azione Nazionale (dando però un ordine di priorità inverso, anche sulla base delle peculiarità del contesto regionale):

- riduzione quantitativa dei rifiuti prodotti;

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- efficienza e risparmio nell’uso delle risorse, in particolare dell’energia e conseguente riduzione delle emissioni di CO2;

- riduzione dell’uso di sostanze pericolose.Il PAPERS si propone di raggiungere nel quinquennio 2009-2013 i seguenti obiettivi generali:

1. inserire criteri di ridotto impatto ambientale nel 50% del fabbisogno regionale delle forniture di beni e servizi necessari all’ordinario funzionamento dell’Amministrazione e nel 20% negli appalti di lavori effettuati direttamente dalla Regione;

2. far attecchire la politica del GPP in tutto il territorio regionale e in particolare, in tutte le amministrazioni provinciali, nel 50% delle Amministrazioni Comunali, in tutti gli Enti parco regionali, nel 30% degli altri Enti Pubblici5;

3. sviluppare nell’Amministrazione Regionale e in almeno il 50% dei Comuni il ricorso a fonti energetiche rinnovabili, il risparmio, la riduzione dell'intensità e l'efficienza energetica.

La strategia regionale del GPP si indirizza dunque su due versanti: uno interno – azioni rivolte agli Enti e alle agenzie regionali – e uno esterno – azioni rivolte agli Enti Locali e altri Enti pubblici.L’azione di promozione del GPP è, infatti, rivolta anche agli Enti Locali, quali Province, Comuni, Comunità Montane, Unioni di Comuni, Enti Parco, e altri Enti Pubblici, come le università, gli enti di ricerca, gli istituti scolastici di ogni ordine e grado e le ASL.In attuazione del PAN, sono prioritari gli interventi di efficienza energetica nell’edilizia scolastica e l’attivazione del GPP negli Enti Locali con Sistemi di Gestione Ambientale e/o con processo di Agenda 21 Locale.

Il Piano regionale prevede l’attuazione delle seguenti azioni:- promozione di un percorso di attuazione della politica del GPP partendo da

un’analisi preliminare dell’Ente che consenta di stabilire gli obiettivi specifici, individuare le figure competenti per l’effettuazione degli acquisti e garantire loro una adeguata formazione, monitorare il raggiungimento degli obiettivi prefissati, ponendo in essere tutte le azioni migliorative necessarie al raggiungimento degli stessi;realizzazione di percorsi formativi diretti agli Enti locali e costituzione di gruppi di lavoro tematici a livello regionale o sub-provinciale;predisposizione e diffusione di linee guida e manuali specifici per tipologie merceologiche che riuniscano le conoscenze raggiunte a livello nazionale;promuovere l’applicazione dei Criteri minimi di preferibilità ambientale definiti dal Ministero dell’Ambiente;iniziative per la valorizzazione delle buone pratiche a livello regionale e scambio di esperienze realizzate a livello nazionale;campagna di informazione e sensibilizzazione sul consumo responsabile diretta ai cittadini e veicolata da Enti locali (es. progetti pilota attuati da CEA o da Province con partenariato “regionale” per ampliare la ricaduta).

5 Al fine di valutare il raggiungimento dell’obiettivo quantitativo percentuale degli Enti impegnati nel GPP, gli Enti saranno invitati a comunicare al Servizio Savi dell’avvenuta adozione formale della Politica del GPP e via via i Bandi con criteri di preferibilità ambientale emanati (cfr PAPERS RAS, paragrafo 5.1 Strategia regionale)

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Si intende inoltre promuovere la creazione di una rete regionale tra gli Enti impegnati nella redazione di bandi verdi e la realizzazione di momenti di approfondimento tecnico e scambi di esperienze distinti per categorie merceologiche.È prevista, inoltre, l’istituzione, nell’ambito del Piano d’azione del GPP, dell’Osservatorio regionale degli Acquisti Pubblici Ecologici con compiti di promuovere e monitorare l’attuazione del GPP nel territorio regionale.

Le Amministrazioni provinciali sono chiamate ad attuare gli acquisti pubblici verdi e svolgere un ruolo importante nel promuoverne l’attuazione da parte degli enti nel proprio territorio, svolgendo un ruolo di raccordo tra l’Amministrazione regionale e le Amministrazioni Comunali.Per supportare la realizzazione di tale compito, e in attuazione a quanto disposto con la già citata deliberazione G.R. n.37/16 del 30.7.2009 (con cui è stato approvato il Piano regionale per gli acquisti ecologici), è stata prevista la costituzione di appositi sportelli informativi sul tema GPP – gli “Ecosportelli GPP” – presso ciascuna Amministrazione Provinciale, aventi l’obiettivo di fornire un supporto tecnico all’Ente Provincia, ai Comuni e agli altri Enti Pubblici, fornire informazione specialistica alle imprese del territorio, contribuire all’attuazione del Piano PAPERS e all’Osservatorio regionale degli Acquisti Pubblici Ecologici.L’Assessorato Regionale della Difesa dell’Ambiente ha affidato a ciascuna Amministrazione Provinciale la costituzione dell’Ecosportello GPP attraverso la stipula di apposita convenzione e la stesura di un progetto specifico che definisca la modalità di erogazione del Servizio. Al fine di garantire una modalità operativa e una qualità di servizio omogeneo nel territorio regionale, sono state emanate specifiche linee guida per la costituzione degli sportelli informativi provinciali (cfr. Deliberazione G.R. n. N. 16/13 DEL 20.4.2010 “Costituzione degli Ecosportelli GPP provinciali in attuazione del Piano per gli Acquisti Pubblici Ecologici della Regione Sardegna” e linee guida allegate).

1.2. I criteri ecologici per la scelta di prodotti verdi

Per “bandi verdi” si intendono quei documenti di gara nei quali sono inseriti i criteri ecologici.Così come indicato nel già citato Piano per gli Acquisti Pubblici in Regione Sardegna: La base conoscitiva per scegliere un prodotto o servizio a minore impatto ambientale proviene dall’analisi del ciclo di vita di quel prodotto o servizio (Life Cycle Assessment, LCA). Pertanto è possibile scegliere un prodotto/servizio guardando agli impatti che quest’ultimo può avere nelle fasi di estrazione e consumo delle materie prime, di produzione, uso e/o smaltimento. A questo proposito, è possibile ottenere informazioni riguardo la qualità ambientale di singoli prodotti e servizi facendo riferimento ai marchi ecologici, alle dichiarazioni ambientali di prodotto (DAP), alle certificazioni d’impresa, EMAS e ISO 14001.Partendo dall’individuazione degli impatti ambientali dei beni e servizi utilizzati ed erogati da una Pubblica Amministrazione, il GPP porta alla sostituzione di questi ultimi con beni e servizi che abbiano la stessa funzione ma un minore impatto ambientale. Una volta individuate la natura e la criticità degli impatti ambientali dei diversi beni e servizi, il GPP può essere attuato in maniera strategica, ovvero tenendo conto delle priorità in materia di

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protezione ambientale nella scelta dei beni/ servizi che vengono sostituiti, sulla base dei criteri ecologici utilizzati nell’ambito delle procedure d’acquisto.I criteri ecologici possono rappresentare un utile riferimento, qualora possiedano le caratteristiche che la normativa sugli appalti ritiene necessarie, per assicurarne l’utilizzabilità nell’ambito delle procedure di gara e qualora si dimostrino il risultato di un’elaborazione effettuata sulla base di informazioni scientifiche e mediante un processo aperto a tutte le parti interessate e siano accessibili da parte di tutti. (art. 68 Decreto legislativo 12 aprile 2006, n.163).L’individuazione dei criteri ecologici può essere fatta conducendo un’analisi del ciclo di vita ad hoc su un tipo di prodotto o servizio in maniera tale da definire i criteri ecologici che il prodotto/servizio deve rispettare, oppure utilizzando le informazioni già esistenti su un tipo di prodotto/servizio, ovvero verificando quali criteri ecologici un determinato prodotto/ servizio deve rispettare per ottenere un’etichetta di qualità ecologica, è inoltre consigliato utilizzare, ove possibile, i criteri ecologici che altre amministrazioni hanno inserito nei loro bandi e capitolati di gara. Va sottolineato inoltre come la stessa Commissione Europea abbia invitato a far riferimento a progetti ed iniziative sviluppati a livello europeo contenenti esempi di criteri ambientali e di “gare sostenibili”, che a loro volta si sono basati sugli strumenti conoscitivi esistenti (si ricordano in particolare i progetti: Procura+, DEEP, LEAP, ecc.).Nello specificare le caratteristiche del prodotto l’ente può far riferimento ad una serie di strumenti conoscitivi che garantiscono informazioni sul ciclo di vita sulla base dei quali è possibile orientare il mercato verso prodotti dalle migliori prestazioni ambientali.Le norme tecniche ISO distinguono tre tipologie di etichettature ambientali volontarie:

- etichette ambientali (ISO Tipo I, disciplinate dalla Norma ISO 14024, es. EU Ecolabel);

- autodichiarazioni ambientali (ISO Tipo II, disciplinate dalla Norma ISO 14021, es. Mobius loop, dichiarazione di bio-degradabilità, Energy Star);

- Dichiarazioni Ambientali di Prodotto (ISO Tipo III, disciplinate dalla Norma ISO 14025).

Inoltre si hanno:- Marchi ed etichettature obbligatori (es. etichettature di risparmio energetico (classe

energetica degli elettrodomestici), etichettatura delle sostanze pericolose (direttiva 81/957/CEE e seguenti);

- Certificazioni di sistemi di gestione ambientale di attività e servizi influenti sulle caratteristiche del prodotto acquistato (es. certificazioni di gestione ambientale delle foreste, come FSC e PEFC).

1.3. I criteri ecologici e il codice degli appalti pubblici

Dal punto di vista legislativo, per inserire i criteri ecologici all’interno di un bando di gara, gli Enti devono fare riferimento alla normativa vigente in termini di appalti pubblici, allo stesso modo in cui farebbe per richiedere altri tipi di requisiti. A definire meglio il quadro giuridico nel quale inserire il GPP sono poi intervenute sia la Comunicazione interpretativa 274/01 “Il diritto comunitario degli appalti pubblici e le possibilità d’integrare considerazioni di carattere ambientale negli appalti pubblici”, che illustra le possibilità di considerare aspetti ambientali nell’aggiudicazione dei contratti, sia la Direttiva Europea sugli appalti

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pubblici (2004/18/CE), che fa esplicito riferimento alle prestazioni ambientali dei beni e dei servizi.In particolare la Direttiva Europea 18 del 2004, relativa al coordinamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, di forniture e di servizi, prevede la possibilità di introdurre criteri ecologici nelle procedure di aggiudicazione negli: art. 23 Specifiche tecniche; art. 26 Condizioni di esecuzione dell’appalto; art. 27 Obblighi relativi alla fiscalità, alla tutela dell'ambiente, alle disposizioni in materia di sicurezza e alle condizioni di lavoro; art. 48 Capacità tecniche e professionali; art. 50 Norme di gestione ambientale (si può inserire il riferimento al “sistema di gestione ambientale” per stabilire capacità tecniche e professionali dell’operatore economico); art. 53 Criteri di aggiudicazione dell’appalto.

I criteri ecologici possono essere introdotti nelle seguenti sezioni del documento di gara d’appalto:1. oggetto dell’appalto2. specifiche tecniche del prodotto/lavoro/servizio3. criteri di selezione dei candidati4. criteri di aggiudicazione dell’appalto5. clausole di esecuzione dell’appaltoGli Enti aggiudicatari sono liberi di definire l’oggetto dell’appalto o le definizioni alternative dell’oggetto anche attraverso il ricorso a varianti, nel modo che essi ritengono meglio rispondente ai requisiti ambientali, purché tale scelta non abbia la conseguenza di limitare l’accesso all’appalto, a scapito di altri stati membri.La tutela dei valori ambientali può avvenire, quindi, anche nel quadro delle prescrizioni tecniche riguardanti le caratteristiche dei lavori, delle forniture o dei servizi oggetto degli appalti, ovvero delle specifiche tecniche che gli organismi acquirenti devono indicare nei documenti generali degli appalti ed alle quali i partecipanti devono conformarsi. Inoltre, un’Amministrazione aggiudicatrice può chiedere al fornitore, la cui offerta è stata prescelta, che l’esecuzione della prestazione oggetto del contratto avvenga nel rispetto di determinati obblighi tesi a tutelare l’ambiente.Oggi si può quindi affermare che, tecnicamente, alla considerazione di criteri ecologici quale parametro di acquisto di beni e servizi da parte dell’Amministrazione Pubblica non vi è più alcun ostacolo giuridico e che anzi l’Unione Europea spinge proprio, attraverso l’ultima Direttiva sugli appalti pubblici, in questa direzione.Ai fini del recepimento, l’Italia ha provveduto ad emanare il D.Lgs. 12 aprile 2006, n. 163, “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/ 17/ CE e 2004/18/CE” (pubblicato in GU del 2 maggio 2006), di cui di seguito si riportano i principali riferimenti6:

Art. 2 “Principi” 2. Il principio di economicità può essere subordinato, entro i limiti in cui sia espressamente consentito dalle norme vigenti e dal presente codice, ai criteri, previsti dal bando, ispirati a esigenze sociali, nonché alla tutela della salute e dell’ambiente e alla promozione dello sviluppo sostenibile.

Il secondo comma dell’articolo in oggetto introduce un importante ed innovativo precetto normativo nel diritto interno, laddove stabilisce “la possibilità di subordinare, entro i limiti in cui sia espressamente consentito dalle norme vigenti e dalle norme del codice, il principio

6 L’analisi qui riportata è stata ripresa dal Piano d’Azione per GPP della Provincia di Roma e dal rapporto del Ministero dell’Ambiente “Acquisti Verdi per la Pubblica Amministrazione: stato dell’arte, evoluzione normativa e indicazioni metodologiche” realizzato nel settembre 2006

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di economicità ai criteri, previsti dal bando, ispirati ad esigenze sociali, nonché alla tutela della salute e dell’ambiente e alla promozione dello sviluppo sostenibile”. Il principio di economicità è un parametro di legittimità dell’azione amministrativa e riguarda l’obbligo per la PA di ottenere un determinato risultato con il minor dispendio di risorse.Pertanto questa disposizione chiarisce che è legittimo considerare prioritaria l’esigenza di proteggere ambiente e salute umana, di promuovere lo sviluppo sostenibile e tutelare le esigenze sociali anche a scapito di non garantire sempre ed in ogni caso un rapporto conveniente tra risultati ottenuti e risorse impiegate, purché ciò avvenga nel rispetto della trasparenza, della par condicio e della concorrenza. Questa norma risponde alle perplessità di quanti temevano potesse essere contrario all’interesse pubblico e al buon andamento dell’Amministrazione procedere ad un acquisto di un prodotto in possesso di un marchio ecologico, poiché più caro rispetto ad altri; chiarisce inoltre che un procedimento amministrativo più oneroso, come potrebbe essere quello di dover controllare la rispondenza della fornitura anche sotto il profilo dei requisiti ecologici richiesti nel bando, non è contrario al buon andamento dell’azione amministrativa perché va a tutela dell’ambiente e della salute umana, che sono quindi finalmente riconosciuti anche dal diritto interno come posizioni giuridiche soggettive che godono di una tutela giurisdizionale privilegiata, che si è evoluta e modernizzata, specie grazie agli input politici e normativi di emanazione comunitaria.

Art. 40 “Qualificazione per eseguire i lavori pubblici”

4. Il regolamento definisce in particolare:d) i requisiti di ordine generale in conformità all’articolo 38, e i requisiti tecnico-organizzativi ed economico-finanziari di cui al comma 3, lettera b), con le relative misure in rapporto all'entità e alla tipologia dei lavori. Vanno definiti, tra i suddetti requisiti, anche quelli relativi alla regolarità contributiva e contrattuale, ivi compresi i versamenti alle casse edili. Tra i requisiti di capacità tecnica e professionale il regolamento comprende, nei casi appropriati, le misure di gestione ambientale.

Nel dettato normativo di questo articolo è previsto che con Regolamento saranno definiti i requisiti di capacità tecnico-professionale, cui vanno compresi, nei casi appropriati, anche quelli relativi alle misure di gestione ambientale, che varranno anche per i soggetti esecutori a qualunque titolo di lavori pubblici.

Art. 42 “Capacità tecniche e professionali dei fornitori e dei prestatori di servizi”

1. Negli appalti di servizi e forniture la dimostrazione delle capacità tecniche dei concorrenti può essere fornita in uno o più dei seguenti modi, a seconda della natura, della quantità o dell’importanza e dell’uso delle forniture o dei servizi:f) indicazione, per gli appalti di servizi e unicamente nei casi appropriati, stabiliti dal regolamento, delle misure di gestione ambientale che l’operatore potrà applicare durante la realizzazione dell’appalto;

La dimostrazione delle capacità tecniche dei concorrenti può essere fornita in uno o più modi, tra cui, come riporta la lett. f) del comma 1, per mezzo dell’indicazione “per gli appalti di servizi e unicamente nei casi appropriati, stabiliti dal Regolamento, delle misure di gestione ambientale che l'operatore economico potrà applicare durante la realizzazione dell'appalto”. In questa norma, rispetto all’analoga disposizione dell’art. 40, è chiarito che il Regolamento esecutivo ed attuativo di parte delle disposizioni del codice dei contratti pubblici, dovrà individuare anche quali siano questi “casi appropriati”, ovvero quando sia giuridicamente corretto accogliere le misure di gestione ambientale come mezzi di prova delle capacità tecnico professionali. Quindi entrambe le norme sopra richiamate, che recepiscono analoga disposizione della Direttiva, fanno riferimento al fatto che l’amministrazione, nell’individuare il candidato idoneo a eseguire l’appalto nel modo migliore, può richiedere di specificare come lo stesso renderebbe la propria prestazione ambientalmente efficace. In questo contesto può essere considerato mezzo di prova della

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capacità tecnica del candidato l’adesione ad un sistema di gestione ambientale, a patto che lo stesso abbia un’incidenza sulla qualità dell’affidamento o sulla capacità di un’impresa di eseguire l’appalto con requisiti ambientali (per esempio un appalto di lavori per il quale l’impresa debba gestire i rifiuti sul sito di costruzione), come chiaramente riportato nella comunicazione interpretativa COM(2001)274 "Il diritto comunitario degli appalti pubblici e le possibilità di integrare le considerazioni ambientali negli appalti". Quindi la registrazione o la certificazione possono essere considerati mezzi di prova esclusivamente se i contenuti del Sistema di Gestione Ambientale presentano delle caratteristiche che possono essere considerate delle referenze utili a stabilire la capacità tecnica dell’impresa.

Art. 44 “Norme di gestione ambientale” 1. Qualora, per gli appalti di lavori e di servizi, e unicamente nei casi appropriati, le stazioni appaltanti chiedano l’indicazione delle misure di gestione ambientale che l’operatore economico potrà applicare durante l’esecuzione del contratto, e allo scopo richiedano la presentazione di certificati rilasciati da organismi indipendenti per attestare il rispetto da parte dell'operatore economico di determinate norme di gestione ambientale, esse fanno riferimento al sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS) o a norme di gestione ambientale basate sulle pertinenti norme europee o internazionali certificate da organismi conformi alla legislazione comunitaria o alle norme europee o internazionali relative alla certificazione. Le stazioni appaltanti riconoscono i certificati equivalenti in materia rilasciati da organismi stabiliti in altri Stati membri. Esse accettano parimenti altre prove relative a misure equivalenti in materia di gestione ambientale, prodotte dagli operatori economici

Al fine di precisare quali siano le certificazioni rilasciate da organismi indipendenti per attestare il rispetto da parte dell'operatore economico di determinate norme di gestione ambientale, si specifica che occorre far riferimento al sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS) o a norme di gestione ambientale basate sulle pertinenti norme europee o internazionali certificate da organismi conformi alla legislazione comunitaria o alle norme europee o internazionali relative alla certificazione. Le amministrazioni debbono inoltre riconoscere le certificazioni equivalenti in materia rilasciate da organismi stabiliti in altri Stati membri e accettare altre prove relative a misure equivalenti in materia di gestione ambientale, prodotte dagli operatori economici. Ciò vale per dimostrare quali norme di gestione ambientali potranno essere osservate durante l’esecuzione di un contratto di lavori e di un contratto di servizi, unicamente nei casi appropriati.

Art. 68 "Specifiche tecniche”

1. Le specifiche tecniche definite al punto 1 dell’allegato VIII, figurano nei documenti del contratto, quali il bando di gara, il capitolato d’oneri o i documenti complementari. Ogniqualvolta sia possibile dette specifiche tecniche devono essere definite in modo da tenere conto dei criteri di accessibilità per i soggetti disabili, di una progettazione adeguata per tutti gli utenti, della tutela ambientale.

3. Fatte salve le regole tecniche nazionali obbligatorie, nei limiti in cui sono compatibili con la normativa comunitaria, le specifiche tecniche sono formulate secondo una delle modalità seguenti:

b) in termini di prestazioni o di requisiti funzionali, che possono includere caratteristiche ambientali. Devono tuttavia essere sufficientemente precisi da consentire agli offerenti di determinare l'oggetto dell'appalto e alle stazioni appaltanti di aggiudicare l'appalto;

[…]

5. Può costituire un mezzo appropriato una documentazione tecnica del fabbricante o una relazione sulle prove eseguite da un organismo riconosciuto.

[…]

9. Le stazioni appaltanti, quando prescrivono caratteristiche ambientali in termini di prestazioni o di requisiti funzionali, quali sono contemplate al comma 3, lettera b), possono utilizzare le specifiche dettagliate o, all'occorrenza, parti di queste, quali sono definite dalle ecoetichettature europee (multi)nazionali o da qualsiasi altra ecoetichettatura, quando ricorrono le seguenti condizioni: a) esse siano appropriate alla definizione delle caratteristiche delle forniture o delle prestazioni oggetto dell'appalto; b) i requisiti per l'etichettatura siano elaborati sulla scorta di informazioni scientifiche; c) le ecoetichettature siano adottate mediante un processo al quale possano partecipare tutte le parti interessate, quali gli enti

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governativi, i consumatori, i produttori, i distributori e le organizzazioni ambientali; d) siano accessibili a tutte le parti interessate.

10. Nell’ipotesi di cui al comma 9 le stazioni appaltanti possono precisare che i prodotti o servizi muniti di ecoetichettatura sono presunti conformi alle specifiche tecniche definite nel capitolato d'oneri; essi devono accettare qualsiasi altro mezzo di prova appropriato, quale una documentazione tecnica del fabbricante o una relazione di prova di un organismo riconosciuto.

11. Per «organismi riconosciuti» ai sensi del presente articolo si intendono i laboratori di prova, di calibratura e gli organismi di ispezione e di certificazione conformi alle norme europee applicabili.

12. Le stazioni appaltanti accettano i certificati rilasciati da organismi riconosciuti di altri Stati membri.

13. A meno di non essere giustificate dall'oggetto dell'appalto, le specifiche tecniche non possono menzionare una fabbricazione o provenienza determinata o un procedimento particolare né far riferimento a un marchio, a un brevetto o a un tipo, a un'origine o a una produzione specifica che avrebbero come effetto di favorire o eliminare talune imprese o taluni prodotti. Tale menzione o riferimento sono autorizzati, in via eccezionale, nel caso in cui una descrizione sufficientemente precisa e intelligibile dell'oggetto dell'appalto non sia possibile applicando i commi 3 e 4, a condizione che siano accompagnati dall’espressione «o equivalente».

Le specifiche tecniche sono l’insieme delle prescrizioni di ordine tecnico richieste dall’Amministrazione aggiudicatrice che definiscono le caratteristiche della fornitura, servizio o lavoro oggetto dell'appalto, affinché esso risponda all’uso e alle esigenze della Amministrazione stessa e figurano nei documenti del contratto, quali il bando di gara, nel capitolato d’oneri o nei documenti complementari. Al comma 1, è stata introdotta una norma molto incisiva riguardante la definizione delle specifiche tecniche, che supera le analoghe prescrizioni di derivazione comunitaria. La legislazione nazionale rafforza l’impulso comunitario poiché introduce non una semplice possibilità ma un vero e proprio obbligo a orientare gli affidamenti e gli acquisti nella direzione della sostenibilità, laddove se ne ravvisa la possibilità in termini di tutela della concorrenza e della par condicio e nei limiti e nelle modalità che si evincono dalle norme di riferimento. Infatti stabilisce che “Ogniqualvolta sia possibile, le specifiche tecniche devono essere definite in modo da tenere conto dei criteri di accessibilità per i soggetti disabili, di una progettazione adeguata per tutti gli utenti, della tutela ambientale”. Analogamente alle Direttive, la normativa nazionale chiarisce come le “specifiche tecniche” possono essere intese (cfr. l’Allegato VIII – “Definizione di alcune specifiche tecniche”, D.Lgs 163/2006) : α. […] nel caso di appalti pubblici di lavori, l'insieme delle prescrizioni tecniche contenute, in particolare, nei capitolari d'oneri, che definiscono le caratteristiche richieste di un materiale, un prodotto o una fornitura e che permettono di caratterizzare un materiale, un prodotto o una fornitura in modo che rispondano all'uso a cui sono destinati dall'amministrazione aggiudicatrice o dagli enti aggiudicatoli. Tra queste caratteristiche rientrano i livelli della prestazione ambientale, la progettazione che tenga conto di tutte le esigenze (ivi compresa l'accessibilità per i disabili) e la valutazione della conformità, la proprietà d'uso, la sicurezza o le dimensioni, incluse le procedure riguardanti il sistema di garanzia della qualità, la terminologia, i simbolici collaudo ed i metodi di prova, l'imballaggio, la marcatura e l'etichettatura, le istruzioni per l'uso nonché i processi e i metodi di produzione. Esse comprendono altresì le norme riguardanti la progettazione e la determinazione dei costi, le condizioni di collaudo, d'ispezione e di accettazione delle opere nonché i metodi e le tecniche di costruzione come pure ogni altra condizione tecnica che l'amministrazione aggiudicatrice o l'ente aggiudicatore, può prescrivere, mediante regolamentazione generale o particolare, in relazione alle opere finite ed ai materiali o alle parti che la compongono; β. […], nel caso di appalti pubblici di forniture o di servizi, le specifiche contenute in un documento, che definiscono le caratteristiche richieste di un prodotto o di un servizio, quali i livelli di qualità, i livelli della prestazione ambientale, una progettazione che tenga conto di tutte le esigenze (ivi compresa l'accessibilità per i disabili) la valutazione

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della conformità, la proprietà d'uso, l'uso del prodotto, la sua sicurezza o le sue dimensioni, ivi compresi le prescrizioni applicabili al prodotto per quanto la denominazione di vendita, la terminologia, i simboli, il collaudo e i metodi di prova, l'imballaggio, la marcatura e l'etichettatura, le istruzioni per l'uso, i processi e i metodi di produzione, nonché le procedure di valutazione della conformità.

Fornisce anche una scala di preferibilità sulle “fonti” (leggi o normative tecniche di settore, di derivazione comunitaria/internazionale o nazionale) da cui ricavare le specifiche tecniche; in termini di prestazioni e requisiti funzionali, che "possono includere caratteristiche ambientali” (art. 68, comma 3, lett. b). In tal caso l'Amministrazione, che comunque deve fornire elementi sufficientemente precisi da consentire agli offerenti la determinazione dell’oggetto dell’appalto, lascia i concorrenti liberi di proporre soluzioni tecniche innovative per il raggiungimento della prestazione richiesta. Si tratta di una possibilità non prevista dalle precedenti norme sugli appalti.Nel primo caso, le specifiche tecniche possono riguardare prescrizioni sui materiali di base o primari utilizzati nel prodotto o particolari metodi di produzione, sempre se ciò contribuisce alla definizione delle caratteristiche del prodotto o del servizio in modo che risponda all’uso per cui è destinato. Per esempio è possibile esigere l’impiego di vetro riciclato per le finestre o la fornitura di alimenti provenienti da produzioni biologiche. Nel secondo caso le specifiche tecniche possono riguardare, ad esempio, target relativi ai consumi energetici di attrezzature o il raggiungimento di una data temperatura nel condizionamento dei locali.

I mezzi di prova “appropriati” che devono essere accolti dall’Amministrazione da quegli offerenti che propongono soluzioni equivalenti ai requisiti richiesti sono, ai sensi del comma 5, una documentazione tecnica del fabbricante o una relazione sulle prove eseguite da un organismo riconosciuto; l’operatore in questo caso dovrà fornire anche una dichiarazione separata, da allegare all’offerta, che specifichi che la soluzione presentata è equivalente ai requisiti definiti nelle specifiche tecniche.

Per l'individuazione di specifiche tecniche di carattere ambientale le Amministrazioni possono avvalersi degli schemi di etichettatura ecologica presenti sul mercato. Il comma 9 ripropone il medesimo dettato di cui al paragrafo 3 della Direttiva 18, e puntualizza che “le Amministrazioni aggiudicatrici, quando prescrivono caratteristiche ambientali in termini di prestazioni o requisiti funzionali possono utilizzare le specifiche dettagliate o, all’occorrenza, parti di queste, quali sono definite dalle eco-etichettature europee (multi)nazionali o da qualsiasi altra eco-etichettatura purché rispondano a determinati requisiti.È quindi contemplata la possibilità di inserire fra le specifiche tecniche riferimenti circa il metodo di produzione, la durata della vita di un prodotto, le caratteristiche di un prodotto, i materiali in esso contenuti e quant’altro, ispirandosi ai criteri per l’assegnazione dei marchi di qualità ecologica, siano essi europei, plurinazionali, nazionali o privati.

Laddove la norma indica che possono essere “utilizzate parti delle specifiche dettagliate quali sono definite dalle eco-etichettature europee ecc.” si fa riferimento al fatto che non possono essere sempre riportati integralmente i criteri stabiliti dai marchi ecologici di prodotto.In particolare, dovendo distinguere e analizzare le prescrizioni che contribuiscono o meno a definire in modo diretto le caratteristiche delle forniture o delle prestazioni oggetto d’appalto, è necessario prestare attenzione a quelle che riguardano il processo produttivo.

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Le caratteristiche ambientali dei processi di fabbricazione possono essere legittimamente incluse quando si collegano direttamente con le peculiarità del prodotto finito, poiché contribuiscono alle sue caratteristiche, anche senza essere necessariamente visibili.Come anche gli stessi documenti della Commissione precisano, è invece fuor di dubbio che non si possono richiedere prescrizioni che riguardano aspetti di gestione ambientale ancora più indiretti (si pensi ad esempio all’inserimento di prescrizioni sull’uso di carta riciclata da parte degli uffici dell’impresa produttrice o del fornitore).

Per quanto concerne il mezzo di prova del possesso dei requisiti richiesti, esso non deve essere limitato al solo possesso del marchio di qualità ecologica da parte del prodotto o servizio; infatti il possesso del marchio concorrente ha la funzione di garantire la conformità alle specifiche tecniche richieste, ma non può essere l’unico. É importante che il mezzo di prova sia esteso anche ad altri strumenti, quali ad esempio i test di laboratorio.Tale regola, che vale anche per le altre normative o standard tecnici utilizzabili come riferimento o come prova del rispetto di determinate specifiche, è volta ad evitare che l’appalto sia riservato solo ad un numero limitato di imprese, nel rispetto dei principi della concorrenza e della non discriminazione che sono alla base della normativa europea sugli appalti.La norma precisa che una documentazione tecnica del fabbricante o una relazione di prova rilasciata da un organismo riconosciuto (laboratorio di prova, di calibratura, organismi di ispezione e di certificazione conformi alle norme europee applicabili) deve essere accolta come mezzo valido per dimostrare la conformità a quanto richiesto dalla stazione appaltante.

Art. 83 “Criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa”

1. Quando il contratto è affidato con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, il bando di gara stabilisce i criteri di valutazione dell’offerta, pertinenti alla natura, all’oggetto e alle caratteristiche del contratto, quali, a titolo esemplificativo:

a) il prezzo; b) la qualità; c) il pregio tecnico; d) le caratteristiche estetiche e funzionali; e) le caratteristiche ambientali e il contenimento dei consumi energetici e delle risorse ambientali dell'opera o del prodotto; f) il costo di utilizzazione e manutenzione; g) la redditività; h) il servizio successivo alla vendita; i) l’assistenza tecnica; l) la data di consegna ovvero il termine di consegna o di esecuzione; m) l’impegno in materia di pezzi di ricambio; n) la sicurezza di approvvigionamento;o) in caso di concessioni, altresì la durata del contratto, le modalità di gestione, il livello e i criteri di aggiornamento delle tariffe da praticare agli utenti.

Gli appalti pubblici possono essere aggiudicati con il criterio del costo più basso o dell’offerta economicamente più vantaggiosa. In questo secondo caso, il bando di gara deve riportare i criteri di valutazione dell’offerta, che debbono essere pertinenti alla natura, all’oggetto e alle caratteristiche del contratto.

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1.4. Strategie e stato dell’arte a livello provinciale

La Provincia di Cagliari ha avviato nel 2007 un processo di Agenda 21 Locale (A21L) con un approccio per progetti pilota7 con l’obiettivo di “accorciare” i tempi classici del percorso e anticipare la fase di attuazione mediante la definizione di un numero minore di progetti, più approfonditi e mirati, e quindi maggiormente gestibili sia da parte dei promotori che da parte dei vari stakeholders coinvolti.

Cosa è l’Agenda 21 Locale

L’Agenda 21 è il Piano d’Azione per lo sviluppo sostenibile del 21° secolo, sottoscritto da 179 Governi di tutto il mondo, riuniti a Rio de Janeiro per la conferenza dell’ONU su Sviluppo e Ambiente del 1992.

Il documento sostiene che la tutela e la valorizzazione dell’ambiente deve rappresentare l’obiettivo e il vincolo per le politiche sociali ed economiche. È necessario perseguire in modo integrato l’equità (sociale, generazionale, di genere) nella distribuzione e nell’accesso alle risorse ambientali e di quelle fondamentali come l’occupazione, la salute, la protezione sociale, i servizi di base, l’abitazione, ecc. Soprattutto è fondamentale garantire alle generazioni future e ai popoli del mondo meno sviluppati la possibilità di usufruire di queste risorse. In altre parole è necessario integrare la dimensione ambientale, economica e sociale nello sviluppo sostenibile.

L’Agenda 21 Locale costituisce la realizzazione su scala locale degli impegni assunti a Rio. Secondo Agenda 21 molti problemi (economici, ambientali e sociali) hanno, infatti, origine locale e possono più facilmente essere risolti con la cooperazione dei governi del luogo. Pertanto, nel capitolo 28 di tale documento, si invitano le autorità di un determinato territorio a “dialogare con i propri cittadini, le diverse organizzazioni e le imprese private per adottare un’Agenda 21 Locale”.

Dal 1992 ad oggi sono circa 6500 le Amministrazioni che in 113 Paesi hanno adottato l’A2IL per perseguire nelle proprie comunità obiettivi di sviluppo sostenibile, ed il loro numero cresce di continuo.

Partendo dalle specificità e criticità della qualità della vita del loro territorio, gli attori (pubblici e privati) definiscono i propri obiettivi di sostenibilità e individuano un programma di azioni da realizzare insieme. I cittadini di quella comunità hanno così l’opportunità e la responsabilità di partecipare direttamente alla definizione degli scenari futuri dei contesti nei quali vivono e concorrere alla realizzazione di azioni per migliorare la qualità della vita del proprio territorio.

Definire l’A2IL è sempre un po’ difficile perché è contemporaneamente un prodotto, un processo, uno strumento operativo. Il prodotto è il documento Piano d’Azione, risultato finale del processo di Agenda 21. È l’atto che contiene gli obiettivi, le azioni, le responsabilità, i risultati da raggiungere, i tempi, gli indicatori di verifica per realizzare il modello di sviluppo sostenibile prefissato e condiviso da quella comunità.

Il processo definisce diverse fasi di lavoro e le forme di partecipazione dei diversi interessati che, attraverso un crescendo di dialogo e consapevolezza, giungono alla condivisione di un Piano di Azione, e ne curano e verificano l’attuazione. È anche uno strumento operativo di governance, volontario, a disposizione degli enti pubblici di diverso livello e degli altri attori economici e sociali, per definire e realizzare in modo co-responsabile politiche e programmi intersettoriali per lo sviluppo sostenibile.

Agenda, in quanto si annotano le cose da fare.Locale, in quanto viene definita in un contesto circoscritto attorno agli attori che vi operano.21 è il secolo che inizia e nel quale gli impegni presi e le azioni

7 Cfr. Deliberazione di Giunta Provinciale n° 262 del 21/10/2008 “Presa d’atto del Piano d’Azione per progetti pilota di sostenibilità intersettoriale elaborato nell’ambito dell’A21 provinciale”

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individuate produrranno i loro effetti.

Nelle esperienze più mature, A21L ha dimostrato di agevolare l’integrazione intersettoriale dell’azione di governo di un territorio, realizzando una maggiore condivisione delle informazioni, permettendo la partecipazione e coordinamento sia tra i settori dell’amministrazione che tra i settori economici e sociali della vita della comunità. Questo accresciuto dialogo consente lo sviluppo di sinergie ed evita sovrapposizioni partendo, ad esempio, dalla valorizzazione di progetti esistenti o circoscritti alle finalità di un singolo assessorato o ente che lo doveva realizzare. D’altro canto la partecipazione al processo di analisi e definizione di scenari possibili permette, sia all’interno che all’esterno dell’ente proponente, la possibilità di trovare soluzioni migliorative, rispetto a quelle unilateralmente definite, e in genere produce l’incremento della capacità progettuale. L’aggettivo “sostenibile” diventa così riferibile anche al mantenimento nel tempo delle azioni di sviluppo intrapreso che “durano” in quanto condivise e soprattutto frutto di una “palestra educativa e formativa” per tutti gli attori locali.

Parole chiave sono: • approccio integrato e multidisciplinare ai problemi sociali, ambientali ed economici • coinvolgimento attivo e partecipativo di tutti gli attori di una comunità • assunzione di responsabilità: ciascuno attua a seconda del proprio ruolo e possibilità

una parte del piano d’azione condiviso • visione di lungo periodo: l’orizzonte di riferimento è di 50/100 anni.

Tratto da “Agenda 21 – una scelta per lo sviluppo locale sostenibile - Percorsi ed esperienze in Sardegna” (2002)

Un altro aspetto che ha caratterizzato il processo è l’orientamento dell’Agenda 21 in attuazione degli Aalborg Commitments della Campagna Europea delle Città Sostenibili. La Provincia di Cagliari aderisce infatti, già dal 2001 alla Carta di Aalborg e a quella di Ferrara e partecipa ad alcuni gruppi di lavoro tematici del Coordinamento Nazionale delle Agende 21.Gli Aalborg Commitments sono, infatti, progettati per dare maggiore incisività alle azioni di sostenibilità locale e per fornire nuovi impulsi ai processi di Agenda 21. Gli impegni (commitments) mirano proprio ad aumentare la consapevolezza e a mettere in luce la necessità per le Amministrazioni Pubbliche di mettere in atto politiche integrate in grado di affrontare le sfide crescenti della sostenibilità.Il percorso per individuare gli obiettivi e le azioni pilota è stato quindi attuato con il coinvolgimento degli attori locali e l’integrazione con “l’esistente”, per evitare di sovrapporre, anziché integrare e rafforzare, i differenti processi partecipativi che le Amministrazioni locali attuano con diverse politiche e strumenti (Agenda 21, Pianificazione strategica, Progettazione Integrata, Piani del sociale, ecc.).L’Amministrazione Provinciale, in occasione dell’attivazione dell’Agenda 21, ha avviato una prima ricognizione interna dei processi partecipativi in atto e dei progetti in attuazione, con riferimento ai dieci Impegni di Aalborg, ognuno dei quali rappresenta un tema chiave della sostenibilità locale.Sulla base delle priorità dell’Amministrazione e di questa prima analisi effettuata nell’ambito del processo di Agenda 21 Locale, si è definito come prioritario l’ambito di intervento 4. “Consumo Responsabile e Stili di Vita”, di cui si elencano gli obiettivi previsti:“Ci impegniamo ad adottare e a incentivare un uso prudente ed efficiente delle risorse, incoraggiando un consumo e una produzione sostenibili.

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Lavoreremo quindi, in tutta la nostra comunità, per:1. prevenire e ridurre la produzione dei rifiuti e incrementare il riuso e il riciclaggio;2. gestire e trattare i rifiuti secondo le migliori prassi standard;3. evitare i consumi superflui e migliorare l’efficienza energetica;4. ricorrere a procedure di appalto sostenibili;5. promuovere attivamente una produzione e un consumo sostenibili, con particolare

riferimento a prodotti eco-certificati e del commercio equo e solidale.”

Allo scopo di portare avanti il percorso verso la sostenibilità, iniziato nel 2001 con l’adesione alla Carta di Aalborg e nel 2007, con l’attivazione del processo di Agenda 21, l’Amministrazione Provinciale di Cagliari ha elaborato il progetto “In Provincia di Cagliari si acquista verde”8, nel quale si prevedono azioni dirette a promuovere il GPP in quanto strumento per lo sviluppo sostenibile a disposizione degli Enti per ridurre gli impatti ambientali derivanti dalla produzione e dal consumo di beni e servizi. Tra queste la redazione del presente Piano d’Azione Provinciale per gli acquisti pubblici ecologici.

Ed è, quindi, in questo contesto che si inserisce il progetto “In Provincia di Cagliari si acquista verde”. Il progetto, caratterizzatosi come un percorso di Agenda 21 Locale per progetti pilota, individuando quale tematica di riferimento quella degli acquisti pubblici ecologici, ha promosso azioni volte a informare e sensibilizzare verso consumi più responsabili, ma soprattutto incentivare il ricorso a procedure di acquisti verdi, non solo all’interno dell’Amministrazione Provinciale, ma coinvolgendo gli attori socio-economici del territorio.“In Provincia di Cagliari si acquista verde”, attraverso l’attivazione di un processo partecipativo provinciale e la realizzazione di azioni specifiche finalizzate a prevenire e ridurre la produzione dei rifiuti e a stimolare nel mercato produzioni e servizi sempre più verdi e orientati alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica, ha perseguito i seguenti obiettivi specifici:

• attuare concretamente una politica di acquisti sostenibili all’interno dell’Amministrazione Provinciale, in modo da limitare gli impatti ambientali diretti e indiretti derivanti dall’attività dell’Ente e stimolare la produzione di beni e servizi più ecologici nel mercato locale;

• coinvolgere gli uffici dell’Amministrazione Provinciale nella definizione e attuazione della politica degli acquisti pubblici ecologici, attraverso la creazione di un apposito Gruppo di lavoro intersettoriale per la definizione di criteri di preferibilità ambientale nell’acquisto dei beni e servizi;

• coinvolgere fornitori abituali, imprese produttrici di beni e servizi rivolti alla PA, grande distribuzione, cittadini, associazioni culturali e ambientali per l’approfondimento di tematiche specifiche (diffusione di marchi ecologici, ecodesign, consumo etico, produzioni biologiche, riduzione degli imballaggi nella distribuzione), sia per una più efficace attuazione del GPP nell’Ente Provincia che per la promozione di comportamenti più responsabili;

• elaborare progetti pilota in tema di acquisti verdi e consumi responsabili, in particolare nella gestione dei rifiuti, e facilitare iniziative di partnership su tutto il territorio provinciale;

8 La Provincia nel novembre del 2007 ha presentato il progetto nell’ambito del bando dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente della Regione Sardegna per il co-finanziamento di progetti pilota per l'educazione ambientale e la sostenibilità ambientale (di cui nel 2008 è risultata poi beneficiaria)

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• sviluppare e accrescere le competenze dei funzionari dei diversi assessorati e settori dell’Amministrazione Provinciale e, separatamente, degli Enti Locali e del territorio, sulla politica del GPP; l’individuazione di criteri ecologici e la scelta di prodotti – servizi – lavori a ridotto impatto ambientale;

• promuovere presso le imprese locali (di beni e servizi) l’innovazione dei processi e dei prodotti che garantiscano migliori prestazioni ambientali e sociali anche attraverso, ad esempio, lo sviluppo della filiera del riciclo e dell’ecodesign per la riduzione degli imballaggi;

• diffondere la consapevolezza delle implicazioni del consumo responsabile nei dipendenti dell’Amministrazione e nei diversi attori locali del territorio provinciale.

Con la realizzazione del Progetto, la Provincia ha inteso, infatti, favorire lo sviluppo di strumenti e azioni innovative per la sostenibilità attraverso l’attuazione della politica degli acquisti pubblici ecologici al suo interno, la promozione di comportamenti responsabili e la definizione di progetti pilota innovativi con il coinvolgimento degli attori istituzionali e socioeconomici del territorio.La politica di acquisti verdi della Provincia di Cagliari sarà implementata attraverso il presente Piano d’Azione, in cui sono individuati beni e servizi prioritari per l’introduzione del GPP, nonché obiettivi, azioni e tempi.Le attività proposte hanno come fine ultimo la qualificazione ambientale dei produttori nella filiera produttore-distributore-consumatore pubblico e l’utilizzazione del GPP come uno degli strumenti attuativi dei sistemi di gestione ambientale, di Agende 21 locali e per la diffusione delle etichette ecologiche dei prodotti.L’obiettivo è quindi quello di utilizzare in modo sinergico strumenti volontari al fine di perseguire un miglioramento ambientale continuo.

All’interno di questo percorso progettuale possiamo ricordare alcune tappe significative, tra queste l’adozione della politica di acquisti verdi (Deliberazione di Giunta Provinciale n.313 del 27/10/09) e l’approvazione dello schema di protocollo d’intesa finalizzato alla promozione del Green Public Procurement tra gli Enti del Territorio (Deliberazione di Giunta Provinciale n.464 del 29/12/09).L’impegno per il GPP della Provincia di Cagliari si è tradotto infatti nell’adozione di un atto formale – la deliberazione di Giunta – in cui ci si assume:

1. di adottare una Politica di Acquisti Pubblici Verdi (Green Public Procurement) che impegni l’Amministrazione ad introdurre criteri di preferibilità ambientale nelle future procedure di acquisto di beni e servizi e a valutare ogni possibilità di razionalizzazione negli acquisti di beni e servizi al fine di ottenere benefici sia ambientali che economici;

2. di promuovere attraverso le proprie scelte di acquisto la diffusione di tecnologie ecologicamente compatibili, limitare, sostituire o eliminare progressivamente l’acquisto di prodotti tossici, pericolosi o comunque a significativo impatto ambientale, preferire prodotti/servizi a più lunga durata, facilmente smontabili e riparabili, ad alta efficienza energetica, ottenuti con materiali riciclati/riciclabili, recuperati o da materie prime rinnovabili, e che minimizzano la produzione di rifiuti;

3. di individuare nel nodo In.F.E.A. del Settore Ambiente il nodo operativo all’interno dell’Ente per la promozione, la diffusione e l’attuazione della politica degli

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acquisti verdi all’interno e all’esterno dell’Ente e di dialogare con le altre istituzioni, al quale viene affidato anche il compito di coordinare la predisposizione di un Piano d’Azione che valuti come razionalizzare i fabbisogni dell’Ente e che definisca le azioni, le priorità e i tempi per l’individuazione e per l’acquisizione di prodotti e servizi a impatto ambientale;

4. di incaricare i dirigenti di tutti i settori di questo Ente, di individuare i referenti operativi ai quali affidare il compito di collaborare con il nodo In.F.E.A per la predisposizione del Piano di Azione ed attuare la politica di acquisti verdi all’interno dell’Ente;

5. di realizzare attività di formazione e sensibilizzazione all’interno dell’Ente, nell’ambito del progetto “In Provincia di Cagliari si acquista verde”, che garantisca la condivisione della Politica di Acquisti Pubblici Verdi di cui al punto 1 e l’individuazione dei soggetti responsabili per la comunicazione di suddetta Politica a terzi e per l’attuazione del Piano d’Azione di cui al punto 3.

Nel dicembre del 2009, l’Amministrazione Provinciale di Cagliari, ha adottato la delibera in cui si approva il protocollo d’intesa “Carta degli impegni per la promozione del Green Public Procurement tra la Provincia di Cagliari e gli Enti del territorio” (deliberazione G.P. n. 464 del 29/12/2009). L’Ente ritiene infatti che per il buon esito del percorso di adozione di acquisti pubblici ecologici sia necessario stimolare tutto il settore pubblico con l’attivazione di forme di collaborazione, orientate a promuovere un approccio ambientalmente più consapevole nella gestione degli acquisti, intendendo con ciò supportare l’adozione e promozione del GPP. Attraverso la sottoscrizione degli impegni del protocollo d’intesa gli enti del territorio che vi aderiranno eleggeranno il GPP strumento per ridurre gli impatti delle proprie attività sull’ambiente e sulla salute dei cittadini, nonché per la diffusione delle tecnologie ambientali.

Ancora prima dell’adozione dei documenti che esplicitamente fanno riferimento alla pratica del GPP, la Provincia di Cagliari aveva approvato, con Deliberazione di Giunta Provinciale n. 18 del 24 marzo 2009, il “Regolamento per acquisizione di beni e servizi in economia” al fine di promuovere acquisti ambientalmente sostenibili al proprio interno. All’articolo 10 “Green Public Procurement” si prevede che il “Responsabile della procedura nella predisposizione dei capitolati o nella posizione delle specifiche tecniche per l’acquisto dovrà orientarsi per la scelta di beni o servizi anche sulla base di impatti ambientali che questi possono avere nel costo del loro ciclo di vita, ovvero durante tutte le fasi del processo produttivo, dall’estrazione delle materie prime allo smaltimento dei rifiuti”.

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Le attività realizzate nell’ambito del progetto“In Provincia di Cagliari si acquista verde”

Linea 1 - La Provincia adotta bandi verdi• costituzione del Gruppo Tecnico GPP9, composto dai referenti dei diversi settori dell’Amministrazione Provinciale;• azioni di informazione e formazione interna in tema di Acquisti Pubblici Ecologici:o seminari informativi, rivolti alle diverse componenti politiche e tecniche dell’Amministrazione Provinciale;o percorso di accompagnamento formativo al GT GPP sulle politiche integrate di prodotto e sugli acquisti ecologici;o incontri di lavoro dedicati al confronto e allo scambio di esperienze con altre Amministrazioni.• definizione del Piano d’Azione Provinciale per il GPP;• definizione e pubblicazione di bandi verdi.Linea 2 - In Provincia si sperimenta verde• azioni di sensibilizzazione e informazione:o seminario informativo rivolto agli EE.LL e alle PA del territorio;seminario informativo rivolto alle imprese del territorio;o workshop tematico “Qualità e sostenibilità nella ristorazione scolastica” e presentazione del documento “Criteri di sostenibilità ambientale, sociale ed economica nella ristorazione scolastica” elaborato dal Gruppo di Lavoro “Mense scolastiche verdi”;o workshop tematico "L'introduzione dei criteri ambientali negli appalti di lavori: vantaggi economici e minore impatto ambientale".• costituzione del Forum Tematico A21L “Acquisti verdi e consumi responsabili” realizzato con la metodologia dell’Open Space Technology – Spazio Aperto di Discussione;• attivazione di gruppi di lavoro tematici (Es. Gruppo di Lavoro “Mense scolastiche verdi” e Gruppo di Lavoro “La filiera della carta in Sardegna”); • campagne di comunicazione e sensibilizzazione dei cittadini:o realizzazione del Ciclo di Incontri Informativi di “Ecologia Domestica” (4 incontri tematici: la spesa responsabile, la strategia delle 3R: Riduci, Riusa, Ricicla, i Gruppi di Acquisto Solidale, l’uso sostenibile dell’Acqua);o realizzazione e diffusione via e-mail di newsletter di progetto;o predisposizione di materiali informativi (es. brochure informativa del progetto e sulla politica del GPP; brochure informative sulle tematiche affrontate nel corso del ciclo degli incontri informativi di “Ecologia Domestica”).

Gli impegni formali per l’attuazione degli acquisti verdi:• adozione della politica degli acquisti verdi, con Deliberazione della Giunta Provinciale n°313 del 27 ottobre 2009;• approvazione dello schema di protocollo d’intesa “Carta degli impegni per la promozione del Green Public Procurement tra la Provincia di Cagliari e gli Enti del territorio”, con Deliberazione della Giunta Provinciale n°464 del 29 dicembre 2009, la cui sottoscrizione verrà proposta agli enti territoriali.

9 La Provincia ha attivato al suo interno un gruppo di lavoro sugli acquisti verdi - il Gruppo Tecnico GPP - composto da referenti di tutti i settori che hanno fatto insieme un percorso formativo e di confronto, in cui si è discusso anche delle opportunità e potenzialità degli acquisiti verdi per la PA. Il Gruppo Tecnico GPP è stato attivamente coinvolto e ha dato sia un contributo in termini di conoscenza per ricostruire lo stato dell’arte a livello di Amministrazione Provinciale, sia in termini di proposta rispetto alle categorie su cui intervenire, introducendo nei bandi criteri ambientali.

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Le azioni realizzate nell’ambito del progetto “In Provincia di Cagliari si acquista verde” costituiscono per l’Ente la base per definire la futura strategia provinciale degli acquisti verdi e nello specifico per la definizione del Piano Operativo di attuazione dell’Ecosportello GPP (cfr. Delibera di G.P. n° 278 del 05/10/2010 “Finanziamento regionale programma Operativo FESR 2007-2013 per la Costituzione Ecosportello – Approvazione convenzione tra Regione Autonoma della Sardegna e Provincia di Cagliari” e Delibera di G.P. n° 395 del 21/12/2010 “Finanziamento regionale programma Operativo FESR 2007-2013 per la Costituzione Ecosportello – Approvazione Piano Operativo e bozza di Associazione temporanea di Scopo”).

Nel Piano Esecutivo di Gestione (PEG) 2011 della Provincia di Cagliari, il Settore Pubblica Istruzione ha inserito fra i suoi obiettivi di sviluppo attività di animazione territoriale sul tema del Green Public Procurement e di sensibilizzazione sui consumi sostenibili. In particolare attiverà una collaborazione con il Nodo In.F.E.A. e con il costituendo Ecosportello GPP finalizzata alla realizzazione di azioni d'informazione/formazione nelle scuole superiori della Provincia; stipulazione di protocolli d'intesa con i Dirigenti scolastici; di iniziative di animazione territoriale, rivolte agli studenti delle scuole superiori, per promuovere i consumi sostenibili, la riduzione dei rifiuti, il risparmio idrico o energetico promuovere l'adozione di metodologie innovative di riduzione dell'impatto ambientale.

1.5. Funzionamento degli acquisti nell’Amministrazione ProvincialeIl Servizio Provveditorato è l’ufficio di riferimento per l’acquisto di beni e servizi di rilevanza generale (assicurazioni, pulizia, vigilanza, ecc.); tuttavia tutti i settori acquistano beni e/o servizi in autonomia, sia quelli propriamente specifici del settore che altri che potrebbero essere acquisiti anche centralmente. Il Servizio Provveditorato gestisce inoltre tutti gli acquisti effettuati tramite mercato elettronico e CONSIP, a seguito dell’individuazione del bene/servizio da parte del settore richiedente.

L’Amministrazione Provinciale di Cagliari si è dotata di un Regolamento per l'acquisizione di beni e servizi in economia (nella sua ultima versione è stato approvato con Deliberazione C.P. n.18 del 24/03/2009) e di un Regolamento sulle modalità e procedure per l'acquisizione in economia di lavori (approvato con Deliberazione del Consiglio Provinciale n. 50 del 30/07/2007).

L’amministrazione provinciale non si è, invece, ancora dotata di un albo fornitori.

Il Settore Viabilità, attraverso un avviso pubblico, sovrintende la formazione di un “elenco degli operatori” cui eventualmente affidare servizi tecnici di importo stimato inferiore a € 100.000,00. Articolo 1: L’elenco costituisce la banca-dati cui l’Amministrazione può attingere ai fini dell’individuazione degli operatori economici indicati all’articolo 90, comma 1, lettere d), e), f), g) ed h) del D.lgs 12 aprile 2006, n° 163, ai quali affidare incarichi di progettazione, attività tecnico-amministrative ad essi accessorie, attività di supporto al responsabile di procedimento, direzione dei lavori e coordinamento della sicurezza in fase di progettazione, di esecuzione e di collaudo […]. L’elenco viene aggiornato periodicamente ed è valido per tutto l'Ente.

Nel percorso per l’elaborazione del presente Piano si è cercato di comprendere anche:• quali acquisti effettuati negli ultimi anni potessero essere classificati come verdi;

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• in quali bandi di prossima uscita si possa intervenire introducendo criteri di preferibilità ambientale.Nel primo caso la rilevazione è stata possibile in modo pressoché omogeneo nei vari settori dell’Amministrazione solo per la categoria merceologica “carta in risme”. Questa prima rilevazione è servita anche per stimare le possibilità di miglioramento nell’obiettivo specifico relativo alla carta nel breve e nel medio-lungo periodo.Nel secondo caso si è riusciti ad intervenire sulle gare di acquisto dei DPI - Dispositivi di Protezione Individuale per il Centro Antinsetti del Settore Ambiente. Sempre da parte del settore Ambiente è stata avviata una procedura negoziata, previa pubblicazione di bando, per la fornitura di sporte in materiale resistente e riutilizzabile, che però è andata deserta.Tutte le pubblicazioni già realizzate o da realizzarsi in futuro da parte del Settore prevedono l’utilizzo di carta riciclata o in subordine ecologica certificata. Anche nell’organizzazione di eventi e corsi di formazione, il Settore richiede che venga posta la massima cura nel minimizzare gli impatti relativi all’attività: dalla location fino ai rinfreschi (ad es. con l’utilizzo di prodotti alimentari biologici e/o tipici/tradizionali, stoviglie in materiale usa e getta compostabile o durevole); è richiesto, inoltre, che tutti gli elaborati cartacei (materiali promozionali, informativi, dispense ed altro) vengano stampati su carta riciclata o ecologica certificata.

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2. IMPEGNI E OBIETTIVI

2.1 Gli obiettivi generali del Piano d’Azione

Il presente Piano d’Azione Provinciale per il GPP è il documento di riferimento per la strategia della Provincia di Cagliari nella promozione di comportamenti responsabili, consumi consapevoli e produzioni sostenibili nel campo degli acquisti della PA. In quest’ottica gli obiettivi generali del Piano di Azione possono esser articolati su più livelli: un livello interno ed uno esterno all’Ente.

Un primo obiettivo generale è dunque l’inserimento dei criteri ambientali, per le categorie individuate, nelle procedure di acquisizione di beni/servizi/lavori che verranno avviate. Si tratta in questo caso di un obiettivo a medio-lungo termine, che potrà conseguirsi dopo una messa a regime degli acquisti verdi in Provincia di Cagliari. Per quanto riguarda le categorie al momento non inserite nel Piano, per cui non si hanno a disposizione criteri ecologici specifici, si potrà comunque ricorrere ad acquisti verdi, verificando di volta in volta la possibilità di effettuare un acquisto ecologico in quel dato settore merceologico, così come peraltro previsto all’articolo 10 del già citato Regolamento per acquisizione di beni e servizi in economia della Provincia. In questa ricerca il responsabile del procedimento potrà essere supportato dall’Ecosportello provinciale GPP.

Il presente documento individua anche degli obiettivi specifici per settore merceologico che tengono conto delle priorità individuate in sede di Gruppo Tecnico GPP, per valutare il raggiungimento dei quali è fondamentale disegnare quanto più precisamente possibile il sistema di monitoraggio10.

Per il raggiungimento degli obiettivi del presente Piano d’Azione sarà di supporto, in tutte le fasi del processo (dalla predisposizione dei bandi, al monitoraggio, alle azioni di informazione rivolte sia all’Amministrazione che al territorio provinciale), il personale dedicato dell’Ecosportello GPP.

L’Ecosportello GPP rappresenta un nodo informativo e può fungere anche da nodo centrale per una rete di soggetti, al fine di scambiarsi informazioni e far emergere le buone pratiche. Nell’espletamento delle attività, l’Ecosportello collabora con la rete dei Centri di Educazione Ambientale, con le associazioni impegnate sui temi della sostenibilità, gli Enti Locali e gli Ecosportelli delle altre province, nonché con altri soggetti e progetti in corso a livello territoriale, al fine di massimizzare la ricaduta e l’efficacia dell’iniziativa.L’Ecosportello realizzerà le seguenti attività:1. erogare informazioni per favorire una maggior diffusione dell’approccio del GPP e dei consumi responsabili, fornendo informazioni sulle iniziative di altri Enti, segnalando buone pratiche, possibili fonti di finanziamento, sinergie con altre politiche ambientali, informazioni sui bandi verdi in corso, ecc. Nell’ambito di quest’attività, è prevista la collaborazione alle iniziative di comunicazione dell’Amministrazione Regionale, tra cui il

10 Si vedano i riferimenti al sistema di monitoraggio contenuti a pag. 9 – Paragrafo 1.1 “Il contesto nazionale e regionale di riferimento” e a pag. 80 – Capitolo 4. “Monitoraggio”

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sito internet istituzionale, newsletter, seminari e fiere;2. fornire attività di assistenza tecnica e supporto sulle modalità per razionalizzare i consumi, sull’impostazione di documenti strategici quali atti di indirizzo politico, regolamenti interni e gestione delle procedure di acquisto: individuare i più idonei criteri ambientali, reperire informazioni su prodotti e produttori con analisi del mercato locale e nazionale, fornire elementi per facilitare la fase di valutazione delle proposte, ecc;3. realizzare iniziative di animazione territoriale , rivolte a target specifici di utenti, al fine di stimolare iniziative per promuovere i consumi sostenibili, la riduzione dei rifiuti, il risparmio idrico o energetico negli uffici, nelle imprese, nelle abitazioni, promuovere l’adozione di metodologie innovative di riduzione dell’impatto ambientale, strumenti di certificazione ambientale, ecc. L’attività potrà essere erogata attraverso l’organizzazione di seminari, laboratori tecnici e con la partecipazione a iniziative attinenti nel territorio provinciale. 4. collaborare con il Servizio SAVI per l’attuazione del PAPERS. In particolare è richiesta la collaborazione nell’organizzazione e gestione delle attività regionali nel territorio provinciale e nel monitoraggio degli obiettivi in termini di percentuale di spesa verde raggiunta e in termini di enti impegnati.

La Provincia, come disposto nella convenzione Rep. n.25513-60 ADA del 16.11.2010 stipulata con la RAS, ha definito un piano operativo per la realizzazione del servizio, in cui le attività sono state dettagliate e organizzate sulla base delle indicazioni contenute nelle linee guida regionali. Potranno fruire del servizio di Ecosportello il personale dell’Ente Provincia, dei Comuni, e di tutte le amministrazioni pubbliche localizzate nel territorio provinciale, incluse le scuole e le Università, le ASL, gli enti strumentali, gli enti gestori di aree protette, ecc. Il servizio verrà erogato anche al sistema delle imprese, associazioni di categoria, Camera di Commercio, ecc.L’Amministrazione Regionale al fine di garantire e promuovere una modalità operativa coordinata e condivisa a livello regionale erogherà un’attività di supporto e affiancamento al personale incaricato di gestire l’“Ecosportello GPP” delle 8 Province sarde.

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2.2 La razionalizzazione dei fabbisogni

Le proposte di razionalizzazione

Con la Deliberazione di Giunta Provinciale n° 298 del 25 novembre 2008 è stato approvato il Piano triennale delle misure finalizzate al contenimento e alla razionalizzazione delle spese di gestione per il triennio 2008-2010 (ai sensi dell’articolo 2, comma 594, legge n. 247/2007 - legge finanziaria 2008) che prevede che ai fini del contenimento delle spese di funzionamento delle proprie strutture le Pubbliche Amministrazioni adottino piani triennali per l’individuazione, tra l’altro, di misure finalizzate alla razionalizzazione dell’utilizzo delle dotazioni strumentali, anche informatiche, e delle autovetture in servizio.

Le proposte per la razionalizzazione dei fabbisogni riguardano, per la prima fase di attuazione del Piano, i seguenti ambiti:

1. uso delle risorse naturali (in particolare carta);2. consumi energetici e altri consumi;3. smaltimento dei beni.

Per quanto riguarda l’uso delle risorse naturali il Gruppo Tecnico GPP ha individuato nell’informatizzazione dati, nel rispetto del regolamento per l’utilizzo della carta e nella centralizzazione degli acquisti, tre strategie da adottare rispettivamente partendo dalle seguenti azioni:

1. limitazione dell’utilizzo della carta nella redazione e consultazione degli atti inseriti nei sistemi informatici Lotus (Posta elettronica, Delibere e Determinazioni, Protocollo, ecc.) e CIPEL (sistema di contabilità) e diffusione di linee guida per la razionalizzazione del consumo della carta;

2. concreta attuazione della Deliberazione di Giunta Provinciale recante “linee guida volte alla razionalizzazione nell’Ente dell’uso della carta”

Con la Deliberazione di Giunta Provinciale n° 316 del 16 dicembre 2008 sono state approvate le linee guida volte alla razionalizzazione nell’Ente dell’uso della carta al fine di ottenere un risparmio di spesa (ai sensi dell’art. 27 del D. Lgs. 112/2008 – convertito con modifiche nella L. n. 133/2008). Attraverso una circolare della Presidenza tutti i dipendenti e gli amministratori sono stati così invitati a volersi adeguare alle seguenti direttive:1. tutti i documenti (deliberazioni, determinazioni dirigenziali e relativi allegati)

consultabili in “Lotus”, dovranno essere visionati esclusivamente attraverso il computer e non fotocopiati;

2. tutti gli altri documenti, onde evitare un numero rilevante di fotocopie, dovranno essere masterizzati su cd e distribuiti, per la consultazione su detto supporto informatico;

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3. i cedolini relativi agli emolumenti per dipendenti e documenti analoghi per consiglieri e assessori dovranno essere trasmessi esclusivamente per e-mail.

In riferimento al punto 3, da gennaio 2011 i suddetti cedolini sono disponibili solo on line per il tramite della intraweb, e non più in formato cartaceo.

3. informativa a tutti i settori, anche tramite incontri diretti, affissione poster, con indicazioni per uso razionale della risorsa carta;

4. rilevazione dei fabbisogni dei singoli settori e acquisto tramite Provveditorato.

Per quanto riguarda i consumi energetici e gli altri consumi il Gruppo ha individuato la necessità di elaborare delle procedure per il corretto utilizzo delle apparecchiature (dotazioni strumentali/informatiche…), di ridurre gli sprechi legati all’illuminazione degli edifici e l’uso di consumabili per stampanti. La Deliberazione di Giunta Provinciale n° 316 del 16 dicembre 2008 con cui sono state approvate le “Linee guida volte alla razionalizzazione nell’Ente dell’uso della carta”, diffusa all’interno dell’Amministrazione” attraverso una Circolare della Presidenza si ritiene possa essere un riferimento formale per una buona pratica nell’utilizzo di fotocopiatrici e stampanti.

Ha definito inoltre di procedere attraverso azioni specifiche:1. sensibilizzare e informare tutti i settori tramite incontri informativi e l’affissione di poster illustrativi che contengono indicazioni per il corretto utilizzo delle apparecchiature; 2. sensibilizzare e informare tutti i settori tramite incontri informativi e l’affissione di poster illustrativi che contengono indicazioni legate al risparmio energetico e verificare la possibilità di istallazione di interruttori centralizzati;3. limitare l’uso delle stampe a colori per documenti ad uso interno;4. realizzare un’analisi per individuare azioni concrete per la riduzione dei consumi energetici e idrici (es. temporizzatori, riduttori di flusso).

Per quanto riguarda lo smaltimento dei beni durevoli si intende procedere ad una razionalizzazione dell’attività di stoccaggio e riutilizzo dei beni tramite:1. la creazione di una bacheca virtuale (es. sito provinciale) ed il ritiro di beni da parte di associazioni, scuole, ecc.

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2.3 Gli ambiti di intervento del PianoGli ambiti di intervento prioritari sono stati selezionati tenendo conto di:- settori merceologici del PAN;- significatività in termini di impatti ambientali e spesa sostenuta;- indirizzi esistenti a livello provinciale;- fattibilità nel breve e medio periodo.

Settori merceologici del PANPer quanto riguarda i settori merceologici del PAN, le diverse tipologie di beni/servizi/lavori acquistati dall’Amministrazione Provinciale sono state associate ai vari settori merceologici. Non tutti i settori sono coperti dagli acquisti provinciali.

Significatività in termini di impatti ambientali e spesa sostenutaIn base alla letteratura di settore e alle indicazioni già presenti a livello comunitario, nazionale e regionale, si ha un quadro di quali sono gli impatti ambientali significativi associati ai diversi acquisti effettuati. La possibilità di incidere nella riduzione di tali impatti è chiaramente anche associata alla significatività degli acquisti in termini di spesa sostenuta dall’amministrazione. Poiché vi sono alcuni settori dell’amministrazione che acquistano determinate tipologie di beni o servizi in via esclusiva, per tali beni e servizi non si è tenuto conto solo della significatività della spesa nel contesto di tutta l’amministrazione, ma anche della significatività a livello di settore. Ad esempio, il settore “servizi sociali” è l’unico settore che effettua acquisti di alimenti e di prodotti per la pulizia. Tali acquisti sono stati selezionati tra gli ambiti di intervento del Piano poiché la spesa e le quantità su cui è possibile intervenire risultano significative a livello di settore.

Indirizzi esistenti a livello provincialeÉ stata valutata l’esistenza di eventuali indirizzi, sia di tipo formale (atti, delibere, …) che informale (buone pratiche) in materia di acquisti o di raggiungimento di obiettivi ambientali specifici.

Fattibilità nel breve, medio e lungo periodoLa valutazione di fattibilità nel breve, medio e lungo periodo ha riguardato sia la scelta delle priorità di intervento che successivamente la definizione degli obiettivi (vedi paragrafo seguente) ed è stata fatta sulla base dei seguenti elementi: esigenze d’acquisto effettive, grado di coinvolgimento dei settori interessati dall’acquisto, scelte amministrative e modalità di acquisto già in atto. Ad esempio, il servizio di pulizia non è al momento incluso tra gli ambiti di intervento perché viene acquistato tramite Consip. Per quanto riguarda il servizio energia è stato recentemente pubblicato il bando di gara per l’affidamento. Il contratto che ne scaturirà avrà una scadenza a lungo termine.

In base a quanto illustrato, l’ambito di intervento del Piano d’Azione per gli acquisti pubblici ecologici della Provincia di Cagliari riguarda quindi i seguenti beni e servizi:- arredi per uffici;- arredi scolastici;- ammendanti;- consumabili per stampanti e fotocopiatrici;- computer;- fotocopiatori e stampanti;- divise disinfestori;

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- carta;- materiale promozionale;- alimenti asilo nido;- catering;- prodotti per la pulizia.

2.4 Gli obiettivi specifici del Piano d’Azione per il GPP e i criteri ecologiciLa strategia provinciale per l’introduzione del GPP nella pratica quotidiana dell’Amministrazione è stata declinata in una serie di obiettivi operativi per singole categorie di beni e/o servizi.Il lavoro del gruppo tecnico GPP è partito dalle reali possibilità e opportunità dell’Amministrazione in termini di acquisizione di beni e servizi di tipo verde, tenendo conto anche dell’esistenza di una serie di categorie merceologiche per cui il PAN GPP ha previsto dei criteri ambientali minimi.Le categorie merceologiche che ritroviamo nella tabella seguente sono quelle per cui si è riusciti, partendo in primis dalle indicazioni emerse nel corso dei lavori, oppure dai CAM, o dai criteri del toolkit europeo, ad individuare dei criteri che rendessero “verde” l’acquisto.Nella tabella sono indicate solo le categorie merceologiche e i beni e servizi per i quali è stato possibile, in questa prima fase, prevedere degli obiettivi quantitativi di piano (target). I target sono fissati per il triennio 2012-2014 e riguardano i nuovi acquisti.

Si è scelto di rimandare, ad una fase successiva di attuazione degli Acquisti verdi, l’individuazione di criteri ecologici per le categorie attualmente non presenti nel Piano d’Azione Provinciale fatta eccezione per le seguenti categorie per le quali vi sono criteri ben definiti, che potrebbero essere adottati nel medio periodo qualora si procedesse ad un aggiornamento del Piano:− autoveicoli;− servizi di pulizia;− servizi di stampa;− divise (autisti, uscieri, …); − edilizia scolastica.

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Settore merceologico PAN Bene/servizio Target 2012 Target 2013 Target 2014ARREDI Arredi per uffici

Arredi scolastici30% 20%

40%40%

50%50%

SERVIZI URBANI E AL TERRITORIO

Ammendanti - 50% 50%

ELETTRONICA Consumabili stampanti e fotocopiatrici

Computer portatili11

Fotocopiatori e Stampanti (apparecchi multifunzione)12

-

100%

-

100%

100%

100%

100%

100%

100%

PRODOTTI TESSILI E CALZATURE

Divise disinfestori13 100% 100% 100%

CANCELLERIA Carta riciclata in risme e carta vergine ecologica in risme

Materiale promozionale (penne, quaderni, sporte)

30%

50%

100% (mix riciclata/bianca)

100%

100%

100%

RISTORAZIONE Alimenti asilo nido

Servizi catering

100% (frutta, verdura)

-

100% (frutta, verdura)50% alimenti confezionati (pasta, olio, pomodori pelati)

100%

100% (frutta, verdura)60% alimenti confezionati (pasta, olio, pomodori pelati)

100%

SERVIZI DI GESTIONE DEGLI EDIFICI

Acquisto di prodotti per la pulizia 100% 100%

11 Al momento si fa riferimento all’acquisto di computer portatili fuori rete. A fronte di un coinvolgimento più attivo del Servizio Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione - ICT nel processo di definizione degli obiettivi di GPP sarà possibile estenderne l’adozione a tutte le attrezzature elettroniche.

12 Vale quanto esplicitato per i computer portatili13 Non sono incluse le calzature

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Per ogni bene e servizio per il quale sono stati definiti dei target specifici di GPP, sono stati individuati i criteri ambientali minimi che devono essere richiesti al momento dell’acquisto affinché si possa definire l’acquisto come “verde”. Solo il possesso di tali criteri da parte di chi si aggiudica la fornitura del bene/servizio fa sì che l’acquisto effettuato possa concorrere al raggiungimento dell’obiettivo di GPP prefissato.Vengono inoltre suggeriti una serie di criteri ecologici che possono essere inseriti nei bandi/capitolati di gara in aggiunta ai criteri minimi sopra citati.

Le schede prodotto riportate a seguire nel paragrafo contengono per ogni bene e servizio sia i criteri minimi che quelli migliorativi.I criteri ecologici migliorativi (c.e.m.) indicati nelle schede possono essere usati come criteri obbligatori o come criteri premianti a seconda dei casi:− se chi gestisce l’acquisto sa che esiste la disponibilità sul mercato del bene o servizio oggetto dell’appalto con le caratteristiche corrispondenti ai c.e.m. li può adottare nel bando specifico come obbligatori; − se non si è certi di trovare esattamente determinate caratteristiche del prodotto o servizio ma non si vuole rinunciare preventivamente ad avvicinarvisi il più possibile, i c.e.m. possono essere inseriti come fattori premianti nel bando di gara.

Come menzionato in precedenza, sono stati individuati i criteri ambientali minimi anche per i seguenti beni e servizi per i quali l’Amministrazione non ha ancora dei target specifici di GPP, ma che potrebbero essere oggetto di estensione del Piano nel medio periodo:− autoveicoli;− servizi di pulizia14;− servizi di stampa;− divise (autisti, uscieri, …);− edilizia scolastica.

14 L’acquisto tramite Consip garantisce il rispetto di prestazioni ambientali minime, inferiori a quelle previste in caso di estensione dell’ambito di intervento del Piano GPP al servizio di pulizia.

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La tabella riportata di seguito riassume il quadro delle possibilità di inserimento dei criteri ecologici nelle diverse sezioni di un bando/capitolato di gara in base alla normativa vigente.

SEZIONE DEL BANDO:

FORNITURA DI BENI SERVIZI

OGGETTO Può essere specificato che il bene richiesto deve avere delle caratteristiche ambientali

Può essere specificato che il servizio richiesto deve essere a basso impatto ambientale

SPECIFICHE TECNICHE

Le specifiche tecniche possono contenere il dettaglio delle caratteristiche ambientali che il prodotto deve avere.Ad esempio, può essere richiesto che il bene:

− sia fatto di materiale riciclato o riciclabile;− non contenga determinate sostanze pericolose;− sia in grado di raggiungere degli standard elevati di prestazione ambientale.

Si possono inserire tra le specifiche tecniche i requisiti ambientali previsti dai sistemi di eco-etichettatura riconosciuti, condivisi e basati sull’analisi del ciclo di vita dei prodotti (es. Ecolabel europeo e altre eco-etichette nazionali)

Le specifiche tecniche possono contenere il dettaglio delle caratteristiche ambientali che il servizio o i prodotti e macchinari necessari per la sua realizzazione devono avere.Può essere richiesto che il servizio erogato preveda:

− l’utilizzo di prodotti a basso impatto ambientale;− la minimizzazione della produzione di rifiuti;− il rispetto di prestazioni ambientali specifiche.

SELEZIONE DEI CANDIDATI

Si possono richiedere come prova della capacità tecnica dei candidati:

− l’adesione ad un sistema di gestione ambientale (la certificazione ISO14001 o la registrazione EMAS potranno essere richieste coma prova del possesso del sistema di gestione ambientale, saranno accettate prove equivalenti); − un’esperienza pregressa nella erogazione del servizio con tecniche a basso impatto ambientale;− una formazione adeguata.

AGGIUDICAZIONE Prezzo più basso: il rispetto dei criteri ambientali richiesti rappresenta una condizione esclusiva per partecipare alla gara.Offerta economicamente più vantaggiosa: possono essere assegnati dei punteggi alle caratteristiche/prestazioni

Prezzo più basso: il rispetto dei criteri ambientali richiesti rappresenta una condizione esclusiva per partecipare alla gara.Offerta economicamente più vantaggiosa: possono essere assegnati dei punteggi alle caratteristiche/prestazioni

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SEZIONE DEL BANDO:

FORNITURA DI BENI SERVIZI

ambientali del prodotto e a tutti gli elementi che rappresentano un costo lungo il ciclo di vita del bene con l’obiettivo di ridurre i costi complessivi sostenuti dall’ente (es. costi di manutenzione, durabilità dei beni, costi associati allo smaltimento).

ambientali del servizio e a tutti gli elementi che rappresentano un costo lungo il ciclo di vita del servizio con l’obiettivo di ridurre i costi complessivi sostenuti dall’ente.

ESECUZIONE Possono essere richieste specifiche modalità di consegna, ritiro e smaltimento della merce che prevedano una riduzione degli impatti ambientali.

Può essere richiesto che il servizio venga eseguito adottando pratiche e misure per la riduzione degli impatti ambientali.Può essere richiesta la formazione del personale su tematiche ambientali.

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2.5 Schede Prodotto

SCHEDA N° 1a

PRODOTTO

Arredi per uffici prodotti con materiali e processi ambientalmente sostenibiliCRITERI MINIMI PER IL RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO DEL PIANO

Verifica1. Il legno deve provenire da foreste

gestite in modo sostenibile 1. Marchio FSC, PEFC o equivalenti

2. Non devono esserci parti in pelle 2. Autocertificazione, scheda prodotto e verifica visiva

CRITERI ECOLOGICI MIGLIORATIVIVerifica

Parti in plasticaTutte le parti in plastica che superano i 50 g devono essere contrassegnate come riciclabili in accordo con la ISO 11469 o equivalenti e non devono contenere integrazioni di altri materiali che possano inficiare il riciclo.

1. Gli offerenti devono fornire una descrizione della parti in plastica presenti e delle quantità utilizzate, del modo in cui sono etichettate e delle modalità di giunzione tra le diverse parti o con altri materiali. I prodotti certificati Ecolabel che soddisfano i criteri selezionati saranno giudicati conformi;

2. Rivestimento/Trattamento superficiale di legno, plastica o parti metalliche

I prodotti usati per la finitura superficiale devono avere le seguenti caratteristiche:

− non devono contenere sostanze pericolose classificate secondo la Direttiva 1999/45/EC come: cancerogene (R40, R45, R49), dannose per il sistema riproduttivo (R60, R61, R62, R63), sostanze mutagene (R46, R68), tossiche (R23, R24, R25, R26, R27, R28, R51), allergeniche se inalate (R42) o dannose per l’ambiente (R50, R50/53, R51/53 R52, R52/53, R53), causare danno genetico ereditabile (R46), pericolo di serio rischio per la salute da esposizione prolungata(R48), possibili rischi di effetti irreversibili (R68);− non devono contenere più del 5% in peso di Composti Organici Volatili (COV). Per gli ftalati: non è consentito l’uso di ftalati che al momento della proposta rispondono alla classificazione dei criteri di qualsiasi delle seguenti frasi di rischio (o di una combinazione di esse): R60, R61, R62, in accordo con la Direttiva 67/548/EEC e successive modifiche;− non devono contenere aziridine − non devono contenere composti/derivati del cromo esavalente.

2. Gli offerenti devono presentare un elenco di tutte le sostanze utilizzate per il trattamento superficiale di ciascun materiale presente nell’arredo e le schede di sicurezza dei prodotti o documentazione equivalente che dimostri la conformità con i criteri di cui sopra. Gli arredi col marchio Ecolabel saranno considerati conformi;

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3. Adesivi e colleIl contenuto di COV negli adesivi usati nell’assemblaggio degli arredi non devono eccedere il 10% in peso.

3. Gli offerenti devono presentare una lista con tutti gli adesivi utilizzati nell’assemblaggio degli arredi e le relative schede di sicurezza o documentazione equivalente in cui la quantità di COV è esplicitata e dimostra conformità con i criteri su elencati. Gli arredi col marchio Ecolabel saranno considerati conformi;

4. Materiali da imballaggioGli imballaggi devono essere di materiale riciclato e/o provenire da risorse rinnovabili, e/o essere riutilizzabili.Tutti i materiali da imballaggi devono essere facilmente separabili a mano in parti riciclabili consistenti di un materiale (cartone, carta, plastica, tessuto).Una descrizione dell’imballaggio del prodotto deve essere fornita insieme alla relativa dichiarazione di conformità con questi criteri.

4. Gli offerenti devono fornire adeguata documentazione per dimostrare la conformità con questi standard;

5. Durabilità, riparabilità. Idoneità d’uso ed ergonomia

Gli arredi devono essere facilmente smontabili e i pezzi separabili e sostituibili.

Gli arredi devono soddisfare gli standard di qualità e sicurezza previsti dalla normativa nazionale e comunitaria riguardo funzionalità e durata (es.: sicurezza, resistenza all’abrasione, resistenza alla trazione, tenuta alla luce (light fastness), alla frizione/strofinamento, deformazione da compressione, ergonomia.

5. Gli offerenti devono fornire delle schede tecniche esplicative in cui sia specificato il procedimento da eseguire per il disassemblaggio e l’eventuale modalità di sostituzione dei pezzi.

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SCHEDA N° 1b

PRODOTTO

Arredi scolastici prodotti con materiali e processi ambientalmente sostenibiliCRITERI MINIMI PER IL RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO DEL PIANO

Verifica

1. Il legno deve provenire da foreste gestite in modo sostenibile

1. Certificazione FSC, PEFC o equivalente;

2. Rivestimento/trattamento superficiale di legno, plastica o parti metalliche

I prodotti usati per la finitura superficiale devono avere le seguenti caratteristiche:

− non devono contenere sostanze pericolose classificate secondo la Direttiva 1999/45/EC come: cancerogene (R40, R45, R49), dannose per il sistema riproduttivo (R60, R61, R62, R63), sostanze mutagene (R46, R68), tossiche (R23, R24, R25, R26, R27, R28, R51), allergeniche se inalate (R42) o dannose per l’ambiente (R50, R50/53, R51/53 R52, R52/53, R53), causare danno genetico ereditabile (R46), pericolo di serio rischio per la salute da esposizione prolungata(R48), possibili rischi di effetti irreversibili (R68);− non devono contenere più del 5% in peso di Composti Volatili Organici (COV). Per gli ftalati: non è consentito l’uso di ftalati che al momento della proposta rispondono alla classificazione dei criteri di qualsiasi delle seguenti frasi di rischio (o di una combinazione di esse): R60, R61, R62, in accordo con la Direttiva 67/548/EEC e successive modifiche;− non devono contenere aziridina;− non devono contenere composti/derivati del cromo esavalente.

2. Gli offerenti devono presentare un elenco di tutte le sostanze utilizzate per il trattamento superficiale di ciascun materiale presente nell’arredo e le schede di sicurezza dei prodotti o documentazione equivalente che dimostri la conformità con i criteri di cui sopra. Gli arredi col marchio Ecolabel saranno considerati conformi;

3. Adesivi e colleIl contenuto di COV negli adesivi usati nell’assemblaggio degli arredi non devono eccedere il 10% in peso.

3. Gli offerenti devono presentare una lista con tutti gli adesivi utilizzati nell’assemblaggio degli arredi e le relative schede di sicurezza o documentazione equivalente in cui la quantità di COV è esplicitata e dimostra conformità con i criteri su elencati. Il rispetto del requisito è comprovato con il possesso del marchio Ecolabel o equivalente.

CRITERI ECOLOGICI MIGLIORATIVIVerifica

1. Parti in plasticaTutte le parti in plastica che superano i 50 g devono essere contrassegnate come riciclabili

1. Gli offerenti devono fornire una descrizione della parti in plastica presenti e delle quantità utilizzate, del modo

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in accordo con la ISO 11469 o equivalenti e non devono contenere integrazioni di altri materiali che possano inficiare il riciclo.

in cui sono etichettate e delle modalità di giunzione tra le diverse parti o con altri materiali. I prodotti certificati Ecolabel che soddisfano i criteri selezionati saranno giudicati conformi.

2. Materiali da imballaggioGli imballaggi devono essere di materiale riciclato e/o provenire da risorse rinnovabili, e/o essere riutilizzabili.Tutti i materiali da imballaggi devono essere facilmente separabili a mano in parti riciclabili costituite da un solo materiale (cartone, carta, plastica, tessuto).

2. Una descrizione dei prodotti per l’imballaggio deve essere fornita corredata di una dichiarazione di conformità con questo criterio.

3. Durabilità, riparabilità. Idoneità d’uso ed ergonomia

Gli arredi devono essere facilmente smontabili e i pezzi separabili e sostituibili.Gli arredi devono soddisfare gli standard di qualità e sicurezza previsti dalla normativa nazionale e comunitaria riguardo funzionalità e durata (es.: sicurezza, resistenza all’abrasione, resistenza alla trazione, tenuta alla luce (light fastness), alla frizione/strofinamento, deformazione da compressione, ergonomia.

3. Gli offerenti devono fornire adeguata documentazione per dimostrare la conformità con questi standard, in particolare devono fornire delle schede tecniche esplicative in cui sia specificato il procedimento da eseguire per il disassemblaggio e l’eventuale modalità di sostituzione dei pezzi.

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SCHEDA N° 2

PRODOTTOEdilizia scolastica - costruzione di edifici nuovi ad alto rendimento energetico, edificati con materiali e prodotti a basso impatto ambientale Oppureristrutturazione di edifici per il conseguimento di un’efficienza energetica elevata mediante l’uso di materiali e prodotti da costruzione a basso impatto ambientale.CRITERI MINIMI PER IL RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO DEL PIANONella selezione dei candidati:

Verifica

1. Esclusione di imprese che hanno commesso reati ambientali

Le imprese di costruzioni che hanno commesso infrazioni reiterate contro la legislazione o le norme ambientali, ovvero sono state ritenute colpevoli di gravi errori professionali, come precisati agli articoli 53 e 54 della direttiva 2004/17/CE e all’articolo 45 della direttiva 2004/18/CE, sono escluse dalla procedura di gara.

1. Estratto del casellario giudiziario;

2. Esperienza del progettista nel settore delle costruzioni ecologiche

Il progettista deve dimostrare di avere maturato un’esperienza adeguata nella progettazione di edifici ecologici, potendo fare eventuale riferimento ad altri esperti, come per esempio consulenti tecnici per la progettazione degli impianti di riscaldamento/raffrescamento. Ogni candidato è tenuto a presentare un documento di due pagine in cui è descritta la sua esperienza pregressa e attuale nei seguenti ambiti (elenco indicativo):

− progettazione di edifici ad alto rendimento energetico e che utilizzano FER. Includendo, se disponibili, i dati relativi al fabbisogno energetico specifico per m² di una precedente realizzazione, comprensivi di riscaldamento, raffrescamento, illuminazione e ventilazione;− impiego di cogenerazione ad alto rendimento;− impiego di fonti energetiche rinnovabili;− ricorso a contratti per rendimento energetico garantito con società di servizi energetici;− progettazione di sistemi a tenuta d’aria e di scambio dell’aria con recupero del calore;− architettura bioclimatica finalizzata all’efficienza energetica, al benessere termico e visivo, alla qualità dell’aria interna, limitando l’uso di sistemi

2. Documentazione relativa alle esperienze rilevanti condotte negli ultimi 3 anni di attività

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meccanici, per esempio utilizzando sistemi che sfruttano l’illuminazione naturale;− utilizzo di materiali e prodotti da costruzione conformi ai criteri ambientali;− efficienza idrica;− riduzione della quantità di rifiuti.

3. Capacità tecnica di attuare misure di gestione ambientale necessarie a garantire che i lavori edili siano eseguiti nel rispetto dell’ambiente

Gli offerenti devono dimostrare di possedere le capacità tecniche (all’interno dell’impresa o cooperando con esperti esterni) necessarie all’attuazione di misure di gestione ambientale che soddisfino i seguenti requisiti:

− garantiscano una tutela efficace della flora e della fauna nel sito della costruzione e nell’area circostante (nei casi in cui l’opera sia edificata in un’area sensibile sotto il profilo ambientale);− impediscano la creazione di flussi di rifiuti e di sostanze dannose che possono avere impatti negativi sulla zona;− di minimizzare la produzione di rifiuti nel cantiere, di rispettare i limiti di rumorosità ed evitare problemi al traffico;− garantiscano un uso efficiente dell’energia e dell’acqua.

3. Tra i possibili elementi di prova figurano i certificati EMAS e ISO 14001 o certificati equivalenti rilasciati in conformità al diritto comunitario o agli standard internazionali o europei applicabili in materia di certificazione degli standard di gestione ambientale. Sono accettati anche altri mezzi di prova forniti dall’impresa atti a dimostrare il possesso della capacità tecnica necessaria.

CRITERI ECOLOGICI MIGLIORATIVI

VerificaOltre all’esperienza richiesta ai progettisti nei criteri di base, il progettista dovrà dimostrare anche di possedere esperienze pregresse e analoghe di progettazione di edifici basati su criteri ambientali, anche avvalendosi eventualmente della collaborazione di specialisti, come per esempio consulenti tecnici per la progettazione degli impianti di riscaldamento/raffrescamento. Ogni candidato è tenuto a presentare un documento di due pagine in cui è descritta la sua esperienza pregressa e attuale nei seguenti ambiti (elenco indicativo):

− utilizzo di strumenti LCC (costi lungo il ciclo di vita) e LCA nella progettazione;− conseguimento di una qualità elevata dell’aria negli ambienti interni.

Autocertificazione ed eventuale richiesta di documentazione integrativa per l’accertamento.

NoteA seconda del tipo di lavori e delle categorie di lavorazione in oggetto, la stazione appaltante può rifarsi, nell’elaborazione delle specifiche di capitolato, alla scheda allegata del toolkit per l’edilizia. Nella scheda sono individuati i criteri base e avanzati in materia di:

− rendimento energetico;− materiali e prodotti da costruzione;− dispositivi per il risparmio idrico.

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SCHEDA N° 3

PRODOTTOAmmendantiL’oggetto dell’appalto può essere:

− fornitura di ammendante compostato− servizio di gestione del verde pubblico con utilizzo di ammendante compostato

CRITERI MINIMI PER IL RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO DEL PIANOVerifica

L’ammendante fornito dovrà rispettare i seguenti requisiti:

− essere conforme alle vigenti norme legislative, regolamentari e tecniche− disciplinanti gli ammendanti del suolo e loro modalità di impiego quali l’art. 2, comma 1, punto z) del decreto legislativo 217/2006 – “Revisione della disciplina in materia di fertilizzanti” e s.m.i.− deve rispondere alle caratteristiche per gli ammendanti compostati di cui− all’allegato 2 del D. Lgs. 217/2006 e s.m.i.− Il prodotto non deve contenere torba e la sostanza organica che contiene deve derivare dal trattamento e/o dal riutilizzo di rifiuti (definiti nella direttiva 2006/12/CE del Consiglio, 5 aprile 2006, relativa ai rifiuti e nell’allegato I della medesima).

I minerali non devono essere prelevati da:− siti di importanza comunitaria designati a norma della direttiva 92/43/CE del Consiglio sulla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della fauna e della flora selvatiche;− aree della rete Natura 2000, costituite da zone di protezione speciale ai sensi della direttiva 79/409/CE del Consiglio concernente la conservazione degli uccelli selvatici, e aree di cui alla direttiva 92/43/CEE, o aree equivalenti situate al di fuori della Comunità europea soggette alle corrispettive disposizioni della convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica.

La rispondenza ai requisiti minimi deve essere attestata con autodichiarazione da parte delle ditte concorrenti.La ditta affidataria dovrà produrre le certificazioni di conformità da parte di organismi indipendenti riconosciuti.I marchi dell’Ecolabel Europeo (Decisione CE 2006/799/CE), del Consorzio Italiano Compostatori o i marchi pubblici nazionali/regionali che prevedano l’implementazione di un sistema di garanzia della qualità del prodotto, possono costituire mezzo di prova per attestare la rispondenza ai requisiti richiesti.

CRITERI ECOLOGICI MIGLIORATIVI

Verifica

Il rispetto di uno o più criteri stabiliti per l’ottenimento dell’Ecolabel Europeo (Decisione CE 2006/799/CE) non compresi tra i criteri sopra indicati (http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2006:325:0028:0034:IT:PDF).La stazione appaltante dovrà avere cura di attribuire il punteggio in relazione al numero di

Si presume conformità se il prodotto dimostra il possesso dell’Ecolabel Europeo o di adeguata documentazione tecnica in linea con quanto richiesto dalla citata decisione CE 2006/799/CE.

Piano d’Azione per gli acquisti pubblici ecologici della Provincia di Cagliari 46

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requisiti dell’Ecolabel europeo che vengono rispettati dal prodotto.

NoteSi consiglia di prevedere momenti formativi sull’uso del compost rivolti al personale impiegato nel settore della gestione delle aree verdi pubbliche. A tal proposito si segnalano le linee guida predisposte da Arpa Veneto e Veneto Agricoltura, in collaborazione con il Consorzio Italiano Compostatori (Linee Guida per l’acquisto e l’impiego del compost nella realizzazione e manutenzione del verde pubblico).

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SCHEDA N° 4a

PRODOTTO

Consumabili per stampanti e fotocopiatriciCRITERI MINIMI PER IL RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO DEL PIANO

Verifica

1. I toner e le cartucce dovranno essere rigenerati. Almeno il 75% delle cartucce riutilizzate deve essere di materiale riutilizzato e/o riciclato;

1. Il fornitore dovrà presentare adeguati attestati di conformità ai requisiti. Il possesso del marchio Milieukeur o NF Environnement o equivalente vale come prova di conformità;

2. La cartuccia compreso il toner non deve contenere più del 2% in peso di sostanze dichiarate pericolose per l’ambiente secondo la dir. 67/548/CEE e non deve contenere sostanze dichiarate cancerogene, mutagene, tossiche per la riproduzione, teratogene e allergiche;

2. Il rispetto del requisito è comprovato attraverso una relazione predisposta da un laboratorio riconosciuto, in cui si attesti che il toner e la cartuccia di inchiostro non contengono nessuna sostanza pericolosa. Alternativamente il rispetto del requisito può essere comprovato con il possesso dell’etichetta Der Blaue Engel, Milieukeur o NF Environnement o qualsiasi altra etichetta ISO 14024 (tipo I) equivalente rispetto al criterio;

3. L’imballaggio non deve contenere COV e altre plastiche clorurate.

3.Dichiarazione sottoscritta da parte del fornitore/produttore che attesta il rispetto del requisito.

CRITERI ECOLOGICI MIGLIORATIVI

Verifica1. Il fornitore deve garantire l’esistenza di un

sistema di ritiro delle cartucce a fine vita.1. Dichiarazione sottoscritta da parte del

fornitore/produttore che attesta l’esistenza del sistema di ritiro.

2. L’imballaggio deve essere costituito da componenti separabili e costituiti da risorse rinnovabili e materiali riciclabili

2. Deve essere fornita una descrizione dell’imballaggio del prodotto, insieme alla relativa dichiarazione di conformità ai criteri elencati.

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SCHEDA N° 4b

PRODOTTO

Computer portatili CRITERI MINIMI PER IL RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO DEL PIANO

Verifica

1. Tutti i prodotti devono soddisfare i requisiti dei più recenti standard ENERGY STAR sul consumo energetico, disponibili all’indirizzo: www.eu-energystar.org;

1. Tutti i prodotti con il marchio ENERGY STAR saranno considerati conformi ai requisiti. Ogni altro appropriato mezzo di prova, come la scheda tecnica del produttore o il test report di un ente accreditato, a dimostrazione del rispetto dei requisiti sarà accettato;

2. I PC e i notebook devono essere progettati in modo tale che:

− la memoria sia facilmente accessibile e possa essere sostituita;− l’hard disk e, se disponibile, il CD drive e/o il DVD drive possa essere sostituito.

2. Tutti i prodotti con il marchio europeo Ecolabel saranno considerati conformi. Saranno accettate anche differenti prove di conformità ai requisiti.

CRITERI ECOLOGICI MIGLIORATIVI

Verifica1. Parti in plasticaLe parti in plastica con un peso superiore a 25 gr e una superficie pari o superiore a 200 mm2

devono presentare una marcatura permanente che ne identifichi il materiale, in conformità alle norme ISO pertinenti.

1. Tutti i prodotti con il marchio europeo Ecolabel saranno considerati conformi. Prodotti con altre etichettature ecologiche di tipo I (es. Blauer Engel, Nordic Swan, TCO) che soddisfino i requisiti elencati saranno considerati conformi. In alternativa l’offerente deve fornire una garanzia scritta sulla soddisfazione di questo criterio.

2. Sostanze pericoloseLe parti di plastica più pesanti di 25g non devono contenere sostanze ritardanti o preparazioni tali che sia assegnata una qualsiasi delle seguenti frasi di rischio, come definite dalla Direttiva 67/548/CEE:R45(può causare cancro).R46 (può causare danno genetico ereditario).R60 (può ridurre la fertilità).R61(può danneggiare il feto).

2. Tutti i prodotti con il marchio europeo Ecolabel saranno considerati conformi. Prodotti con altre etichettature ecologiche di tipo I (es. Nordic Swan) che soddisfino i requisiti elencati saranno considerati conformi. Saranno accettate anche differenti prove di conformità ai requisiti.

NoteClausole contrattuali.Per i notebook la disponibilità di batterie, alimentatori, tastiera e delle sue componenti deve essere garantita per almeno 3 anni dal termine della produzione.(Verifica: Tutti i prodotti con il marchio europeo Ecolabel saranno considerati conformi. In alternativa l’offerente deve fornire una garanzia scritta sulla soddisfazione di questo criterio.)

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SCHEDA N° 4c

PRODOTTO

Apparecchi multifunzioneCRITERI MINIMI PER IL RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO DEL PIANO

Verifica1. Deve essere

obbligatoriamente presente l’unità duplex e garantita la funzionalità di stampa fronte-retro.

1. In caso di velocità di stampa superiore o uguale alle 45 pagine/minuto il rispetto del requisito è comprovato con il possesso dell’etichetta Der Blaue Engel, o Nordic Swan o qualsiasi altra etichetta ISO 14024 (tipo I) equivalente rispetto al criterio. L'offerente che propone soluzioni equivalenti al presente requisito lo segnala con separata dichiarazione che allega all'offerta. Il rispetto del requisito è comprovato da una dichiarazione del produttore e dalla documentazione di accompagnamento al prodotto destinata all’utente (Manuale d’uso, altri documenti di prodotto).

2. Tutti i prodotti devono soddisfare i requisiti dei più recenti standard ENERGY STAR sul consumo energetico, disponibili all’indirizzo: www.eu-energystar.org.

2. Tutti i prodotti con il marchio ENERGY STAR saranno considerati conformi ai requisiti. Ogni altro appropriato mezzo di prova, come la scheda tecnica del produttore o il test report di un ente accreditato, a dimostrazione del rispetto dei requisiti sarà accettato.

CRITERI ECOLOGICI MIGLIORATIVI

Verifica

1. Parti in plasticaLe parti in plastica con un peso superiore a 25 gr e una superficie pari o superiore a 200 mm2

devono presentare una marcatura permanente che ne identifichi il materiale, in conformità alle norme ISO pertinenti.

1. Prodotti con qualsiasi etichettatura ecologica di tipo I (Der Blauer Engel, Nordic Swan, TCO, Eco Mark) che soddisfino i requisiti elencati saranno considerati conformi. In alternativa l’offerente deve fornire una garanzia scritta sulla soddisfazione di questo criterio.

2. Sostanze con parti in plastica rischiose per la salute Le parti di plastica più pesanti di 25g non devono contenere sostanze ritardanti o preparazioni tali che sia assegnata una qualsiasi delle seguenti frasi di rischio, come definite dalla Direttiva 67/548/CEE:R45(può causare cancro)R46 (può causare danno genetico ereditario)R60 (può ridurre la fertilità)R61(può danneggiare il feto).

2. Tutti i prodotti con il marchio europeo Ecolabel saranno considerati conformi. Prodotti con altre etichettature ecologiche di tipo I (es. Nordic Swan) che soddisfino i requisiti elencati saranno considerati conformi. Saranno accettate anche differenti prove di conformità ai requisiti.

NoteClausole contrattualiL’offerente deve garantire la disponibilità delle parti di ricambio per almeno 3 anni dal termine della produzione. (Verifica: Tutti i prodotti con qualsiasi etichetta ecologica di tipo I che

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soddisfino questo criterio saranno considerati conformi. In alternativa l’offerente deve fornire una garanzia scritta sulla soddisfazione di questo criterio.)

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SCHEDA N° 5a

PRODOTTO

Divise (autisti, uscieri, …)CRITERI MINIMI PER IL RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO DEL PIANO

Verifica 1. Pesticidi Nel caso dei prodotti fatti di cotone o altre fibre cellulosiche naturali, il prodotto finale non deve contenere in totale più di 1 ppm (parti per milione) delle seguenti sostanze:

− 2,4,5-T− aldrina− captafol;− clordane;− clordimeform;− DDT;− Dieldrina;− dinoseb e Sali;− endrina;− eptacloro;− esaclorobenzene;− esa clorocicloesano, α;− esa clorocicloaseno, β;− esa clorocicloesano, δ;− metamidofo;− monocrotofo;− paratione;− paration-metile;− propetamphos;− toxafene.

Punti 1-8Tutti i prodotti muniti dell’etichetta ecologica europea per i prodotti tessili sono considerati conformi. Possono essere ammesse anche altre etichette private o nazionali per prodotti tessili che soddisfano i criteri elencati. È altresì ammesso qualsiasi altro mezzo di prova idoneo, come la documentazione tecnica del produttore o una relazione di prova di un ente riconosciuto.

2. Coloranti classificati come sensibilizzanti/allergenici, cancerogeni, mutageni o tossici per la riproduzione

I coloranti indicati di seguito non devono essere usati nel prodotto finale:

− C.I. rosso basico 9 C.I. 42 500− C.I. rosso acido 26 C.I. 16 150− C.I. viola basico 14 C.I. 42 510− C.I. nero diretto 38 C.I. 30 235− C.I. blu diretto 6 C.I. 22 610− C.I. rosso diretto 28 C.I. 22 120− C.I. disperso blu 1 C.I: 64 500− C.I. Disperso blu 3 C.I. 61 505− C.I. Disperso blu 7 C.I. 62 500− C.I. Disperso blu 26 C.I. 63 305

− C.I. Disperso blu 35− C.I. Disperso blu 102

− C.I. Disperso blu 106− C.I. Disperso blu 124− C.I. Disperso marrone 1− C.I. Disperso arancio 1 C.I. 11 080− C.I. Disperso arancio 3 C.I. 11 005− C.I. Disperso arancio 11 C.I. 60 700

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− C.I. Disperso arancio 37− C.I. Disperso arancio 76

(denominazione precedente: arancio 37)

− C.I. Disperso rosso 1 C.I. 11 110− C.I. Disperso rosso 11 C.I. 62 015− C.I. Disperso rosso 17 C.I. 11 210− C.I. Disperso giallo 1 C.I. 10 345− C.I. Disperso giallo 3 C.I. 11 855− C.I. Disperso giallo 9 C.I. 10 375− C.I. Disperso giallo 39− C.I. Disperso giallo 49.

3. ArilamineIl prodotto finale non deve contenere le seguenti arilamine:− 4-amminodifenile (n. CAS 92-67-1)− Benzidina (n. CAS 92-87-5)− 4-cloro-o-toluidina (n. CAS 95-69-2)− 2-naftilammina (n. CAS 91-59-8)− o-ammino-azotoluene (n. CAS 97-56-

3)− 2-ammino-4-nitrotoluene (n. CAS 99-

55-8)− p-cloroanilina (n. CAS 106-47-8)− 2,4-diamminoanisolo (n. CAS 615-05-

4)− 4,4'-diamminodifenilmetano (n. CAS

101-77-9)− 3,3'-diclorobenzidina (n. CAS 91-94-1)− 3,3'-dimetossibenzidina (n. CAS 119-

90-4)− 3,3'-dimetilbenzidina (n. CAS 119-93-

7)− 3,3'-dimetil-4,4'-diaminodifenilmetano

(n. CAS 838-88-0)− p-cresidina (n. CAS 120-71-8)− 4,4'-metilen-bis-(2-cloranilina) (n. CAS

101-14-4)− 4,4'-ossidianilina (n. CAS 101-80-4)− 4,4'-tiodianilina (n. CAS 139-65-1)− o-toluidina (n. CAS 95-53-4)− 2,4-diamminotoluene (n. CAS 95-80-7)− 2,4,5-trimetilanilina (n. CAS 137-17-7)− 4-aminoazobenzene (n. CAS 60-09-3)− o-anisidina (n. CAS 90-04-0).4. Ritardanti di fiamma Il prodotto finale non deve contenere i seguenti ritardanti di fiamma:− PBB (polibrominato bifenile) n. CAS

59536-65-1− pentaBDE (pentabromodifeniletere) n.

CAS 32534-81-9− octaBDE (ottabromodifenil etere) n.

CAS 32536-52-9.5. Pentaclorofenolo e tetraclorofenolNel caso di prodotti composti da cotone o altre

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fibre cellulosiche naturali, il prodotto finale non deve contenere più di 0,5 parti per milione di pentaclorofenolo.

6. Ammorbidenti ftalatiNel caso di prodotti che vanno a diretto contatto con la pelle, il prodotto finale non deve contenere più dello 0,1% in termini di peso di ammorbidenti ftalati:− DEHP (di-(2-etilesil)-ftalato) n. CAS

117-81-7− BBP (butilbenzilftalato) n. CAS 85-68-7− DBP (dibutilftalato) n. CAS 84-74-2.7. FormaldeideLa quantità di formaldeide libera e parzialmente idrolizzabile nel prodotto finale non deve superare 70 ppm nel caso di prodotti che vanno a diretto contatto con la pelle e non deve superare 300 ppm nel caso di tutti gli altri prodotti.

8. Metalli pesantiLa quantità di cadmio (Cd), cromo (Cr), nichel (Ni), piombo (Pb) e rame (Cu) nel prodotto finale non deve superare i valori indicati di seguito:

− cadmio (Cd): 0,1 ppm− cromo (Cr): 2,0 ppm− nichel (Ni): 4,0 ppm− piombo (Pb): 1,0 ppm.

CRITERI ECOLOGICI MIGLIORATIVIVerifica

1. Cotone o altre fibre naturali di produzione biologica

Gli offerenti devono specificare, in termini di peso, la quantità di cotone o altre fibre naturali presenti nel prodotto finale che sono di origine biologica. Per essere considerata “di produzione biologica”, la fibra deve provenire da una coltivazione conforme al regolamento (CE) n. 834/2007.

1. Il fornitore deve dimostrare l’origine delle fibre utilizzate e il carattere biologico della loro produzione, come nel caso del marchio europeo di qualità biologica o dei marchi nazionali approvati per produzioni biologiche.

2. Fibre riciclateGli offerenti devono specificare, in termini di peso, la quantità di fibre riciclate presenti nel prodotto, ossia le fibre derivanti esclusivamente da tagli di produttori di tessili e abbigliamento o da rifiuti post-consumer (tessili o altri).

2. Il fornitore deve dimostrare l’origine delle fibre riciclate utilizzate.

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SCHEDA N° 5b

PRODOTTO

Divise disinfestori

Oggetto dell’appalto con requisiti ambientali15:1. giaccone;2. completi da lavoro estivi (giubbino e pantalone);3. completi da lavoro invernali (giubbino e pantalone).

CRITERI MINIMI PER IL RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO DEL PIANOVerifica

1. GiacconeRitardanti di fiamma:il prodotto finale non deve contenere i seguenti ritardanti di fiamma:

− PBB (polibrominato bifenile) n. CAS 59536-65-1;− TRIS [fosfato di tri (2,3-dibromo-propile)] n. CAS 126-72-7;− TEPA (ossido di trisaziridinilfosfina) n. CAS 545-55-1;− pentaBDE (pentabromodifeniletere) n. CAS 32534-81-9;− octaBDE (ottabromodifenil etere) n. CAS 32536-52-0;− HBCDD (esabromociclododecano) n, CAS 25637-99-4 e 3194-55-6.

Formaldeide:La quantità di formaldeide libera e parzialmente idrolizzabile nel prodotto finale non deve superare 75 ppm.

Punti 1-8Tutti i prodotti muniti dell’etichetta ecologica europea (Ecolabel Europeo) per i prodotti tessili (Decisione 2009/567/CE) sono considerati conformi. Possono essere ammesse anche altre etichette nazionali o internazionali ISO 14024 (tipo) per prodotti tessili che soddisfano i criteri elencati.L'offerente che propone soluzioni equivalenti al presente requisito lo segnala con separata dichiarazione che allega all'offerta. É accettato qualsiasi altro mezzo di prova appropriato, quale una documentazione tecnica del fabbricante o una relazione di prova di un organismo riconosciuto.

2. Completi da lavoro estivi (giubbino e pantalone)Ritardanti di fiamma:Il prodotto finale non deve contenere i seguenti ritardanti di fiamma:

− PBB (polibrominato bifenile) n. CAS 59536-65-1;− TRIS [fosfato di tri(2,3-dibromo-propile)] n. CAS 126-72-7;− TEPA (ossido di trisaziridinilfosfina) n. CAS 545-55-1;− pentaBDE (pentabromodifeniletere) n. CAS 32534-81-9;− octaBDE (ottabromodifenil etere) n. CAS 32536-52-0;− HBCDD (esabromociclododecano) n, CAS 25637-99-4 e 3194-55-6.

Il prodotto finale non deve contenere più di:• pentaclorofenolo: 0,5 ppm;• tetraclorofenoli (somma) 0,5 ppm.Nel caso di prodotti che vanno a diretto

15 La Provincia ha già indetto questo tipo di gara e si è visto che per gli altri articoli necessari a completare la divisa dei disinfestori non ci sono requisiti ambientali da inserire.

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contatto con la pelle, i rivestimenti, i laminati e le membrane del prodotto finale non devono contenere più dello 0,1% in termini di peso di ftalati:

− DEHP (di-(2-etilesil)-ftalato) n. CAS 117-81-7;− BBP (butilbenzilftalato) n. CAS 85-68-7;− DBP (dibutilftalato) n. CAS 84-74-2;− DIBP (diisobutilftalato) n. CAS 84-69-5.

Formaldeide:La quantità di formaldeide libera e parzialmente idrolizzabile nel prodotto finale non deve superare 75 ppm sia nel caso di prodotti che vanno a diretto contatto con la pelle16 sia nel caso di tutti gli altri prodotti.

3. Completi da lavoro invernali (giubbino e pantalone)Ritardanti di fiamma:Il prodotto finale non deve contenere i seguenti ritardanti di fiamma:

− PBB (polibrominato bifenile) n. CAS 59536-65-1;− TRIS [fosfato di tri (2,3-dibromo-propile)] n. CAS 126-72-7;− TEPA (ossido di trisaziridinilfosfina) n. CAS 545-55-1;− pentaBDE (pentabromodifeniletere) n. CAS 32534-81-9;− octaBDE (ottabromodifenil etere) n. CAS 32536-52-0;− HBCDD (esabromociclododecano) n, CAS 25637-99-4 e 3194-55-6.

Il prodotto finale non deve contenere più di:− pentaclorofenolo: 0,5 ppm;− tetraclorofenoli (somma) 0,5 ppm.

Nel caso di prodotti che vanno a diretto contatto con la pelle, i rivestimenti, i laminati e le membrane del prodotto finale non devono contenere più dello 0,1% in termini di peso di ftalati:

− DEHP (di-(2-etilesil)-ftalato) n. CAS 117-81-7;− BBP (butilbenzilftalato) n. CAS 85-68-7;− DBP (dibutilftalato) n. CAS 84-74-2;− DIBP (diisobutilftalato) n. CAS 84-69-5.

Formaldeide:La quantità di formaldeide libera e parzialmente idrolizzabile nel prodotto finale non deve superare 75 ppm sia nel caso di prodotti che vanno a diretto contatto con la

16 Sarebbe consigliabile porre 30 ppm come limite della formaldeide libera nel caso di prodotti che vanno a contatto diretto con la pelle ma la recente indagine sul mercato locale ha dimostrato che non è possibile reperire un prodotto con queste caratteristiche per la fornitura delle tute dei disinfestori.

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pelle17 sia nel caso di tutti gli altri prodotti.

CRITERI ECOLOGICI MIGLIORATIVIVerifica

1. Prodotti in fibre riciclate (con una percentuale minima);

1. Il fornitore deve fornire la documentazione tecnica attestante l’esatta composizione del prodotto finito e l’origine delle fibre riciclate utilizzate;

2. Cotone o altre fibre naturali di produzione biologica;

2. Il fornitore deve dichiarare la composizione del prodotto e deve dimostrare la conformità dei metodi di coltivazione delle fibre tramite certificato riconosciuto;

3. Rispetto di tutti i criteri relativi al prodotto e al processo produttivo stabiliti per l’ottenimento dell’Ecolabel.

3. I prodotti muniti di etichetta Ecolabel sono ritenuti conformi, possono essere ammesse anche altre etichette che soddisfano i criteri o attestazioni di prova equivalenti.

17 Vedi nota precedente.

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SCHEDA N° 6a

PRODOTTO

Carta riciclata in risme CRITERI MINIMI PER IL RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO DEL PIANO

Verifica1. FibreLa carta deve essere costituita per il 100% da fibre riciclate (sia post che pre consumo). La percentuale minima di fibre riciclate da post consumo deve essere pari o superiore all’85%.

1. Il rispetto del requisito relativo alle fibre riciclate va comprovato attraverso una documentazione tecnica del fabbricante che specifichi le qualità di macero impiegate (in base alla classificazione della Norma UNI-EN 643) e le quantità utilizzate (espresse in percentuale di fibre da macero utilizzate per produrre una tonnellata essiccata all’aria (ADT) nella fabbricazione della pasta e della carta con una precisione tale da consentire di svolgere eventuali controlli destinati a verificare la provenienza del materiale in ingresso nel processo di produzione. Si presume conformità se il prodotto dimostra il possesso di una eco-etichetta rilasciata nel rispetto delle suddette specifiche, quali Der Blauer Engel (RAL UZ-14). Il possesso delle altre eco-etichette quali il Nordic Ecolabelling (Version 3.0) o l’Ecolabel Europeo (Decisione della Commissione 2002/741), qualora specifichi che la carta è prodotta con il 100% di fibre riciclate, è accettato come mezzo di prova.

2. Processi di sbiancamentoLa pasta per carta deve essere ECF (Elemental Chlorine-Free) o TCF (Total Chlorine-Free).

2. Il rispetto del requisito relativo al processo di sbiancamento va comprovato con una documentazione tecnica presentata dal fabbricante di pasta da carta che attesti che lo sbiancamento non è stato effettuato per mezzo di gas di cloro (nel caso di ECF) o di cloro (nel caso di TCF). Si presume conformità se il prodotto dimostra il possesso di una eco-etichetta rilasciata nel rispetto delle suddette specifiche: Ecolabel Europeo (Decisione della Commissione 2002/741), Der Blauer Engel (RAL UZ-14), Nordic Swan (Version 3.0).

CRITERI ECOLOGICI MIGLIORATIVIVerifica

1. FibreLa carta è costituita per il 100% da fibre riciclate da post consumo.

1. Il rispetto del requisito relativo alle fibre riciclate va comprovato attraverso una documentazione tecnica del fabbricante che specifichi le qualità di macero impiegate (in base alla classificazione della Norma UNI-EN 643) e le quantità utilizzate (espresse in percentuale di fibre da macero utilizzate per produrre una tonnellata essiccata all’aria (ADT) nella fabbricazione della pasta e della carta con una precisione tale da consentire di svolgere eventuali controlli destinati a verificare la provenienza del materiale in ingresso nel

Piano d’Azione per gli acquisti pubblici ecologici della Provincia di Cagliari 58

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processo di produzione. Si presume conformità se il prodotto dimostra il possesso di una eco-etichetta rilasciata nel rispetto delle suddette specifiche Der Blauer Engel (RAL UZ-14). Il possesso delle altre eco-etichette quali il Nordic Ecolabelling (Version 3.0) o l’Ecolabel Europeo (Decisione della Commissione 2002/741), qualora specifichi che la carta è prodotta con il 100% di fibre riciclate, è accettato come mezzo di prova.

2. Monomeri residuiLa quantità totale di monomeri residui classificati come R45-R46-R49-R50/53-R51/53-R52/53-R60-R61 (ad eccezione dell’acrillamide) in conformità alla Direttiva 67/548/CEE, presente nelle patinature, negli adiuvanti di ritenzione, negli agenti di rinforzo, negli idrorepellenti o nelle sostanze chimiche utilizzate per il trattamento interno o esterno delle acque, deve essere <=100ppm(calcolata in base al contenuto di materia solida del prodotto chimico impiegato).

2.-3. Il rispetto dei requisiti relativi ai monomeri residui e all’acrilamide devono essere comprovati attraverso una dichiarazione di conformità del fornitore e documentazione adeguata (Schede MSDS) conformemente alla Direttiva 67/548/CEE. Si presume conformità se il prodotto dimostra il possesso di una eco-etichetta rilasciata nel rispetto delle suddette specifiche: Ecolabel Europeo (Decisione della Commissione 2002/741), Nordic Swan (Version 3.0).

3. AcrillamideLa concentrazione di acrilamide (calcolata in base al contenuto di materia solida del prodotto chimico impiegato) nelle patinature, negli adiuvanti di ritenzione, negli agenti di rinforzo, negli idrorepellenti o nelle sostanze chimiche utilizzate per il trattamento interno o esterno delle acque, deve essere <= 100 ppm.4. BiocidiConformemente ai test OCSE 107, 117 o 305 A-E, i componenti attivi dei biocidi o degli agenti biostatici non danno luogo ad una bio-accumulazione.

4. Il rispetto del requisito relativo ai biocidi deve essere comprovato dalla presentazione di un rapporto di prova eseguito secondo uno dei seguenti metodo: OCSE 107, 117 o 305 A-E. Si presume conformità se il prodotto dimostra il possesso di una eco-etichetta rilasciata nel rispetto delle suddette specifiche: Ecolabel Europeo (Decisione della Commissione 2002/741), Der Blauer Engel (RAL UZ-14), Nordic Swan (Version 3.0).

5. AOXLe emissioni di alogeni organici assorbibili (AOX) legate alla fabbricazione di ciascun tipo di pasta non devono superare il limite di 0,25 kg per tonnellata essiccata all’aria (kg/ADT Air dry tons).

5. Il rispetto del requisito relativo agli AOX deve essere comprovato dalla presentazione di un rapporto di prova eseguito secondo il metodo AOX ISO 9562 (1989). Si presume conformità se il prodotto dimostra il possesso di una eco-etichetta rilasciata nel rispetto delle suddette specifiche: Ecolabel Europeo (Decisione della Commissione 2002/741), Nordic Swan (Version 3.0).

6. ImballaggiPer quanto riguarda gli imballaggi in cartone devono essere composti per il 100% da fibre riciclate.

6. Dichiarazione del produttore.

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SCHEDA N° 6b

PRODOTTO

Carta vergine ecologica in rismeCRITERI MINIMI PER IL RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO DEL PIANO

Verifica1. FibreIl 100% delle fibre vergini utilizzate deve provenire da fonti legali. La carta può contenere percentuali di fibre riciclate.

1. Il produttore deve presentare idonea documentazione in cui sia dichiarato il tipo (es. fibra lunga, corta, mista, ecc.), l’origine e le quantità di fibre utilizzare (espresse in percentuale di fibre vergini e/o riciclate utilizzate per produrre una tonnellata essiccata all’aria ADT) nella fabbricazione della pasta e della carta. Le fibre devono poter essere tracciate attraverso l’intera filiera produttiva dalla foresta al prodotto, con adeguata documentazione attestante i passaggi di custodia, cioè certificazione di “catena di custodia – CoC”. Il possesso di una certificazione riconosciuta a livello internazionale costituisce un idoneo mezzo di prova della gestione sostenibile delle foreste di origine della materia prima utilizzata. Esempi di certificazioni forestali riconosciute sono: CSA, FSC, PEFC, SFI.

2. Processi di sbiancamentoLa pasta per carta deve essere ECF (Elemental Chlorine-Free) o TCF (Total Chlorine-Free).

2. Il rispetto del requisito relativo al processo di sbiancamento va comprovato con una documentazione tecnica presentata dal fabbricante di pasta da carta che attesti che lo sbiancamento non è stato effettuato per mezzo di gas di cloro (nel caso di ECF) o di cloro (nel caso di TCF). Si presume conformità se il prodotto dimostra il possesso di una eco-etichetta rilasciata nel rispetto delle suddette specifiche, quali: Ecolabel Europeo (Decisione della Commissione 2002/741), Der Blauer Engel (RAL UZ-14), Nordic Ecolabelling (Version 3.0).

CRITERI ECOLOGICI MIGLIORATIVIVerifica

1. FibreAlmeno il 10% delle fibre vergini utilizzate proviene da foreste gestite in modo sostenibile. Il punteggio premiante deve essere attribuito in modo proporzionale alla percentuale di fibre provenienti da foreste gestite in modo sostenibile.

1. Deve essere presentata documentazione attestante l’adesione della foresta/piantagione d’origine ai principi contenuti nelle “Linee Guida Operative paneuropee per la gestione sostenibile delle foreste” o, se di provenienza extraeuropea, ai principi di gestione forestale adottati dalla Conferenza di Rio 1992. Il possesso di una certificazione riconosciuta a livello internazionale costituisce un idoneo mezzo di prova della gestione sostenibile delle foreste di origine della materia prima utilizzata. Esempi di certificazioni forestali riconosciute sono:

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CSA, FSC, PECF, SFI.

2. Monomeri residuiLa quantità totale di monomeri residui classificati come R45-R46-R49-R50/53-R51/53-R52/53-R60-R61 (ad eccezione dell’acrillamide) in conformità alla Direttiva 67/548/CEE, presente nelle patinature, negli adiuvanti di ritenzione, negli agenti di rinforzo, negli idrorepellenti o nelle sostanze chimiche utilizzate per il trattamento interno o esterno delle acque, deve essere <=100ppm (calcolata in base al contenuto di materia solida del prodotto chimico impiegato).

2. Il rispetto dei requisiti relativi ai monomeri residui e all’acrillamide devono essere comprovati attraverso una dichiarazione di conformità del fornitore e documentazione adeguata (Schede MSDS) conformemente alla Direttiva 67/548/CEE. Si presume conformità se il prodotto dimostra il possesso di una eco-etichetta rilasciata nel rispetto delle suddette specifiche: Ecolabel Europeo (Decisione della Commissione 2002/741), Nordic Swan (Version 3.0).

3. AcrillamideLa concentrazione di acrillamide (calcolata in base al contenuto di materia solida del prodotto chimico impiegato) nelle patinature, negli adiuvanti di ritenzione, negli agenti di rinforzo, negli idrorepellenti o nelle sostanze chimiche utilizzate per il trattamento interno o esterno delle acque, deve essere <= 100 ppm.

3. Il rispetto dei requisiti relativi ai monomeri residui e all’acrillamide devono essere comprovati attraverso una dichiarazione di conformità del fornitore e documentazione adeguata (Schede MSDS) conformemente alla Direttiva 67/548/CEE. Si presume conformità se il prodotto dimostra il possesso di una eco-etichetta rilasciata nel rispetto delle suddette specifiche: Ecolabel Europeo (Decisione della Commissione 2002/741), Nordic Swan (Version 3.0).

4. BiocidiConformemente ai test OCSE 107, 117 o 305 A-E, i componenti attivi dei biocidi o degli agenti biostatici non danno luogo ad una bio-accumulazione.

4. Il rispetto del requisito relativo ai biocidi deve essere comprovato dalla presentazione di un rapporto di prova eseguito secondo uno dei seguenti metodo: OCSE 107, 117 o 305 A-E. Si presume conformità se il prodotto dimostra il possesso di una eco-etichetta rilasciata nel rispetto delle suddette specifiche: Ecolabel Europeo (Decisione della Commissione 2002/741), Der Blauer Engel (RAL UZ-14), Nordic Swan (Version 3.0).

5. AOXLe emissioni di alogeni organici assorbibili (AOX) legate alla fabbricazione di ciascun tipo di pasta non devono superare il limite di 0,25 kg per tonnellata essiccata all’aria (kg/ADT = Air dry tons).

5. Il rispetto del requisito relativo agli AOX deve essere comprovato dalla presentazione di un rapporto di prova eseguito secondo il metodo AOX ISO 9562 (1989). Si presume conformità se il prodotto dimostra il possesso di una eco-etichetta rilasciata nel rispetto delle suddette specifiche: Ecolabel Europeo (Decisione della Commissione 2002/741), Nordic Swan (Version 3.0).

6. ImballaggiPer quanto riguarda gli imballaggi in cartone devono essere composti per il 100% da fibre riciclate.

6. Dichiarazione del produttore.

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SCHEDA N° 6c

PRODOTTO

Materiale promozionale: sporte CRITERI MINIMI PER IL RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO DEL PIANO

Verifica 1. Fibre riciclate I prodotti devono contenere almeno il 30% in peso di fibre riciclate preconsumo e/o post-consumo. Gli offerenti devono specificare, per ciascun prodotto, il contenuto di fibre riciclate pre-consumo e/o post-consumo espresso in percentuale sul peso totale del prodotto stesso.

1. Il fornitore deve fornire documentazione tecnica attestante l’esatta composizione del prodotto finito e l’origine delle fibre riciclate utilizzate.

2. Cotone o altre fibre naturali di produzione biologica I prodotti devono contenere almeno il 50% in peso del materiale tessile, di fibre naturali da agricoltura biologica certificate in accordo al regolamento (CE) n. 834/2007 e (CE) n 889/2008. Nella composizione di un prodotto, non e ammesso avere fibre naturali biologiche certificate e fibre naturali convenzionali dello stesso tipo. Gli offerenti devono specificare, per ciascun prodotto, il contenuto delle fibre naturali da agricoltura biologica espresso in percentuale sul peso totale del materiale tessile stesso.

2. Il fornitore e tenuto a dichiarare la composizione del prodotto e deve dimostrare la conformità dei metodi di coltivazione delle fibre tramite il certificato rilasciato da un organismo riconosciuto conformemente ai Regg. CE 834/2007 e 889/2008.

CRITERI ECOLOGICI MIGLIORATIVI

Aumento della composizione percentuale di fibre riciclate o di fibre naturali da agricoltura biologica.

Il fornitore deve fornire documentazione tecnica attestante l’esatta composizione del prodotto finito e l’origine e quantità delle fibre riciclate e/o naturali da agricoltura biologica utilizzate.

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SCHEDA N° 6d

PRODOTTO

Materiale promozionale: cancelleria (penne, matite, quaderni, blocchi…)CRITERI MINIMI PER IL RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO DEL PIANO

Verifica 1. Materiale cartaceoLe fibre di cui è costituita la carta devono provenire al 100% da carta riciclata o riprocessata.

1. Il fornitore deve fornire documentazione tecnica attestante l’esatta composizione del prodotto finito e la quantità e l’origine delle fibre riciclate utilizzate. I prodotti con il marchio Blu Angel sono considerati conformi.

2. Strumenti di scrittura o altri oggetti simili (pen-drive, righelli, mouse-pad)

Devono essere realizzati in materiale riciclato e/o biodegradabile (ad esempio amido di mais). Nel caso di prodotti in legno (es. matite), in alternativa al materiale riciclato, possono essere realizzati con legno proveniente da foreste gestite in maniera sostenibile.

2. Il fornitore deve fornire documentazione tecnica attestante l’esatta composizione del prodotto finito e la quantità e l’origine dei materiali riciclati utilizzati. Nel caso in cui vengano offerti prodotti realizzati con materiali biodegradabili, tali materiali devono rispettare le norme EN13432 e EN14995. Nel caso di prodotti in legno, le certificazioni FSC, PEFC o equivalenti attestano la provenienza del legno da foreste gestite in maniera sostenibile.

CRITERI ECOLOGICI MIGLIORATIVI

Verifica

1. ImballaggiDevono essere costituiti da materiali omogenei e facilmente separabili. Devono essere realizzati con materiale riciclato e/o riciclabile.

1. Il fornitore deve rilasciare un’apposita dichiarazione riguardo le caratteristiche dell’imballaggio.

2. Per il materiale cartaceo: Il gas di cloro non deve essere utilizzato come agente sbiancante.Non possono essere utilizzati coloranti che contengono mercurio, piombo, cadmio e cromo VI. Non possono essere utilizzati coloranti, materiali di rivestimento, agenti di superficie che contengano sostanze classificate nell’Allegato VI della Direttiva 67/548/EEC come appartenenti alle seguenti frasi di rischio: R40, R43, R45, R46, R49, R60, R61, R62, R63, R 68.

2. Il fornitore deve fornire documentazione tecnica attestante il rispetto dei requisiti richiesti. I prodotti con il marchio Blu Angel o recanti altre etichette ecologiche di tipo I sono considerati conformi.

3. Per gli strumenti di scrittura:I coloranti dell’inchiostro e dalla grafite non devono essere a base di antimonio, arsenico, bario, cadmio, mercurio, selenio, piombo, cromo VI e non devono contenere solventi aromatici o alogenati. L’inchiostro e la grafite non devono contenere sostanze che richiedono la classificazione come sostanze tossiche, molto tossiche, pericolose per l’ambiente, dannose per la salute, corrosive, irritanti, allergeniche, cancerogene, dannose geneticamente secondo le direttive europee

3. Il fornitore deve fornire documentazione tecnica attestante il rispetto dei requisiti richiesti. I prodotti a marchio Nordic Swan o recanti altre etichette ecologiche di tipo I sono considerati conformi.

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67/548 e 1999/45.

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SCHEDA N° 7a

PRODOTTO

Alimenti per l’asilo nido provinciale18

CRITERI MINIMI PER IL RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO DEL PIANOVerifica

• Frutta e verdura Devono provenire da allevamenti/colture biologiche

I prodotti biologici devono provenire da fornitori che operano obbligatoriamente all’interno del regime di controllo e certificazione previsto dai regolamenti (CE) N.834/2007 e (CE) N. 889/2008 della Commissione e devono, quindi, essere assoggettati a uno degli Organismi di controllo e certificazione riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.

• Alimenti confezionati (pasta, olio, pomodori pelati)

Il 50% devono essere provenienti da produzioni biologicheCRITERI ECOLOGICI MIGLIORATIVI

Verifica

1. Alimenti biologiciAltri prodotti biologici rispetto al minimo richiesto.

1. I prodotti biologici devono provenire da fornitori che operano obbligatoriamente all’interno del regime di controllo e certificazione previsto dai regolamenti (CE) N.834/2007 e (CE) N. 889/2008 della Commissione e devono, quindi, essere assoggettati a uno degli Organismi di controllo e certificazione riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.

2. ImballaggiDevono essere costituiti, se in carta o cartone per almeno il 100% in peso da materiale riciclato, se in plastica, per almeno il 60%. Si presume conforme l’imballaggio che riporta tale indicazione minima di contenuto di riciclato, fornita in conformità alla UNI EN ISO 14021 "Asserzioni Ambientali Autodichiarate" (ad esempio attraverso i marchi “Moebius Loop”, “Plastica Seconda Vita” e equivalenti).

2. Il fornitore deve descrivere l’imballaggio che utilizzerà (riportare il tipo di materiale o di materiali con cui è costituito, le quantità utilizzate, le misure intraprese per ridurre al minimo il volume dell’imballaggio, come è realizzato l’assemblaggio fra materiali diversi e come si possono separare ecc.). La stazione appaltante potrà richiedere all’aggiudicatario di fornire una verifica di parte terza di quanto dichiarato, in particolare una relazione di prova di un organismo riconosciuto.

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SCHEDA N° 7b

PRODOTTO

Servizi di cateringCRITERI MINIMI PER IL RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO DEL PIANO

Verifica

1. Il 50% dei prodotti deve provenire da agricoltura biologica e/o dal circuito del commercio equo e solidale

1. I prodotti biologici devono provenire da fornitori che operano obbligatoriamente all’interno del regime di controllo e certificazione previsto dai regolamenti (CE) N.834/2007 e (CE) N. 889/2008 della Commissione e devono, quindi, essere assoggettati a uno degli Organismi di controllo e certificazione riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. La provenienza dei prodotti dal commercio equo solidale è dimostrata da attestazioni adeguate del rispetto dei criteri, in quanto importati e distribuiti da organizzazioni accreditate a livello nazionale e internazionale (ad esempio WFTO a livello internazionale e AGICES a livello nazionale) o in quanto certificati da organismi internazionali riconosciuti (ad esempio FLO a livello internazionale e FairTrade Transfair Italia a livello nazionale), così come indicato dalla risoluzione del Parlamento Europeo n° A6-0207/2006 approvata il 6 luglio 2006.

2. Non devono essere utilizzati prodotti monodose.

2.-3. Il fornitore deve descrivere nel dettaglio le soluzioni proposte e tutti i materiali e prodotti che utilizzerà per l’espletamento del servizio

3. Non devono essere utilizzate bottiglie di plastica

4. Deve essere fatto uso di stoviglie biodegradabili e/o in materiale durevole.

4. Il fornitore deve fornire la descrizione tecnica dettagliata delle stoviglie utilizzate. I materiali biodegradabili devono essere conformi alle norme EN13432 ed EN14995.

CRITERI ECOLOGICI MIGLIORATIVI

VerificaAlimenti biologiciUna quota addizionale di prodotti di produzione biologica rispetto al minimo richiesto.

I prodotti biologici devono provenire da fornitori che operano obbligatoriamente all’interno del regime di controllo e certificazione previsto dai regolamenti (CE) N.834/2007 e (CE) N. 889/2008 della Commissione e devono, quindi, essere assoggettati a uno degli Organismi di controllo e certificazione riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.

Imballaggi devono rispondere ai requisiti specificatamente descritti nelle pertinenti norme tecniche, in particolare:

− UNI EN 13429:2005 Imballaggi – Riutilizzo

Il fornitore deve descrivere l’imballaggio che utilizzerà, indicando a quale delle norme tecniche richiamate è conforme (riportare il tipo di materiale o di materiali con cui è costituito, le quantità utilizzate, le misure intraprese per ridurre al minimo il volume dell’imballaggio,

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− UNI EN 13430:2005 Imballaggi - Requisiti per imballaggi recuperabili per riciclo di materiali− UNI EN 13431:2005 Imballaggi - Requisiti per imballaggi recuperabili sotto forma di recupero energetico compresa la specifica del potere calorico inferiore minimo− UNI EN 13432:2002 - Requisiti per imballaggi recuperabili attraverso compostaggio e biodegradazione -Schema di prova e criteri di valutazione per l'accettazione finale degli imballaggi.

come è realizzato l’assemblaggio fra materiali diversi e come si possono separare ecc.).

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SCHEDA N° 8

PRODOTTO

Prodotti a basso impatto ambientale per la pulizia degli edifici CRITERI MINIMI PER IL RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO DEL PIANO

Verifica

• Detersivi e carta tessuto con requisiti ecologici

Sono ritenuti conformi i prodotti che soddisfano i criteri relativi al prodotto e al processo produttivo previsti dal marchio comunitario Ecolabel (per i detergenti e detersivi multiuso: Decisione 2005/344/CE del 23 marzo 200519; per la carta tessuto: Decisione 2009/568/CE del 9 luglio 2009)20 o equivalente.

• Possesso del marchio Ecolabel o equivalente, o, in alternativa, schede tecniche di prodotto ed altra documentazione attestante il possesso dei criteri richiesti

19 http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2005:115:0042:0068:IT:PDF 20 http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2009:197:0087:0095:IT:PDF

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SCHEDA N° 9

PRODOTTO

Servizio di pulizia degli edifici CRITERI MINIMI PER IL RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO DEL PIANO

Verifica

1. I prodotti usati per il servizio di pulizia Devono essere a ridotto impatto ambientale, sono ritenuti conformi i prodotti che soddisfano i criteri relativi al prodotto e al processo produttivo previsti dal marchio comunitario Ecolabel (Decisione 2005/344/CE del 23 marzo 2005)21 o equivalenti.

1. Possesso del marchio Ecolabel o equivalente, o, in alternativa, schede tecniche di prodotto ed altra documentazione attestante il possesso dei criteri richiesti.

CRITERI ECOLOGICI MIGLIORATIVI

Verifica

• Requisiti di capacità tecnico-professionale

L’offerente deve dimostrare di essere in grado di svolgere il servizio avvalendosi di metodi ecologicamente corretti. Deve dimostrare, tra l’altro, di provvedere periodicamente alla formazione del personale in materia di salute, sicurezza e aspetti ambientali delle attività di pulizia, e di applicare misure specifiche di gestione ambientale in modo sistematico nell’ambito dei contratti di pulizia.

• Un sistema di gestione ambientale (quale EMAS o ISO 14001) che prevede e attesta le capacità di gestione ambientale previste nei criteri di selezione viene riconosciuto come prova di conformità, così come altre prove dell’applicazione di misure equivalenti di gestione ambientale.

• Personale ed organizzazioneTutto il personale addetto alle pulizie impegnato nella prestazione del servizio, deve periodicamente beneficiare di formazioni concernenti le varie mansioni. La formazione deve vertere su detergenti, metodi, attrezzature e macchinari utilizzati; gestione dei rifiuti; aspetti legati a salute, sicurezza e ambiente. Un archivio delle azioni di formazione (formazione iniziale/professionale) deve essere tenuto a disposizione dell’amministrazione aggiudicatrice.

In accordo con l’amministrazione aggiudicatrice, per lo svolgimento del servizio vengono fornite precise istruzioni di lavoro in materia di tutela ambientale e di norme di salute e sicurezza, che dovranno essere esibite negli edifici di modo che siano sempre consultabili dal personale addetto alle pulizie.

Occorre nominare un responsabile struttura, capo o coordinatore per organizzare e supervisionare il servizio di pulizia. La persona nominata deve rimanere in contatto con l’amministrazione aggiudicatrice ed essere raggiungibile durante le ore di lavoro. Il

21 http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2005:115:0042:0068:IT:PDF

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responsabile struttura, capo o coordinatore deve beneficiare di un’adeguata formazione nei settori riguardanti la salute sul luogo di lavoro, le norme di sicurezza, le tecniche di applicazione e le questioni ambientali.

• Tecniche di pulizia ecocompatibili Il fornitore deve usare panni in microfibra riutilizzabili e applicare, ove necessario, tecniche di pulitura a secco per i pavimenti in linoleum.

Note

Clausole contrattualiDopo i primi 6 mesi di contratto e comunque alla fine di ogni anno del contratto, l’appaltatore deve presentare un bilancio con le denominazioni e le quantità dei prodotti utilizzati. Per ogni prodotto non menzionato nell’offerta iniziale, l’appaltatore deve fornire adeguata prova di conformità con le specifiche tecniche richieste.

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SCHEDA N° 10

PRODOTTO

Autoveicoli CRITERI MINIMI PROPOSTI

Verifica− Le emissioni di CO2 degli autoveicoli di nuova acquisizione non devono superare i 130g/Km;

− Schede tecniche dei veicoli che attestino le caratteristiche richieste.

− I veicoli devono soddisfare almeno lo standard Euro IV.

CRITERI ECOLOGICI MIGLIORATIVI

Verifica− veicoli con emissioni di CO2 ridotte rispetto a quelle previste nelle specifiche;

− Schede tecniche dei veicoli che attestino le caratteristiche richieste.

− capacità di utilizzare energia da fonti rinnovabili (biocarburanti, elettricità o idrogeno da fonti energetiche rinnovabili);− i veicoli devono soddisfare lo standard Euro V.

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SCHEDA N° 11

PRODOTTO

Servizi di stampa CRITERI MINIMI PROPOSTI

Verifica− La carta utilizzata deve essere prodotta a partire da fibre di legno, fibre riciclate o altre fibre cellulosiche sbiancate senza utilizzo di gas di cloro. Le fibre vergini di legno devono provenire da foreste gestite in modo sostenibile.

− Il requisito deve essere comprovato attraverso una documentazione tecnica del fabbricante che attesti la conformità alle caratteristiche. Se il prodotto possiede il marchio comunitario di qualità ecologica Ecolabel è ritenuto conforme;− I marchi FSC o PEFC attestano la provenienza delle fibre di legno da foreste gestite in maniera sostenibile.

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3. ORGANIZZAZIONE E AZIONI PREVISTE

3.1. Gestione e funzioni coinvolteL’attuazione del Piano d’Azione per il GPP è affidata, così come previsto dalla delibera di Giunta Provinciale n. 313/2009, al Nodo In.F.E.A. del Settore Ambiente, che opera attraverso il GT GPP composto da:- un Coordinatore, rappresentato dal Dirigente del Settore o suo delegato;- uno staff tecnico formato dal personale del Nodo In.F.E.A. del Settore Ambiente;- i referenti GPP dei settori dell’Amministrazione.

Il GT GPP sarà chiamato a implementare le singole azioni previste dal Piano, attuando direttamente le azioni che ricadono sulla propria responsabilità e sollecitando l’impegno e la collaborazione degli altri attori responsabili.

Le funzioni coinvolteNodo In.F.E.A.:- coordinamento, promozione e diffusione del Piano;- redazione rapporti di monitoraggio con dati forniti dagli altri settori;- aggiornamento criteri quando necessario.

Servizio Provveditorato:- centralizzazione acquisto carta;- gestione bando pulizie; - acquisto arredi, apparecchiature elettroniche;- monitoraggio procedure d’acquisto e trasmissione dati al Nodo In.F.E.A.

Settore Ambiente:- acquisto divise disinfestori; servizi di tipografia; materiali promozionali.

Settore Politiche Sociali:- acquisto di prodotti per la pulizia; servizio pulizie; alimenti per asilo nido.

Settore Edilizia Scolastica:- acquisto arredi per gli Istituti scolastici provinciali.

Settore Patrimonio:- approvvigionamento energetico ed efficientamento degli edifici.

Settore Affari Generali - Servizio Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione - ICT : - inserimento caratteristiche ambientali e trasmissione al Provveditorato indicazioni per l’acquisto.

Tutti i settori- acquisto di materiali promozionali; servizi di tipografia; consumabili per stampanti e fotocopiatrici;

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- altri acquisti per il solo settore anche se già previsti dal provveditorato (es. arredi e carta in risme);- monitoraggio procedure d’acquisto e trasmissione dati al Nodo In.F.E.A.

3.2. Le procedure per l’attuazione del Piano d’Azione per il GPPL’attuazione del Piano comporterà un profondo cambiamento delle modalità ordinarie di programmazione delle risorse, di acquisto e consumo di beni e servizi e talvolta di organizzazione del lavoro. Questo cambiamento potrà avvenire e mantenersi nel tempo se supportato da un atteggiamento collaborativo di tutti gli attori coinvolti nel processo che saranno chiamati a integrare le proprie competenze con una accresciuta responsabilità ambientale. Sarà compito del Nodo In.F.E.A. facilitare la creazione di tale spirito collaborativo e adottare modalità organizzative e operative in grado di agevolare il cambiamento del “modus operandi” quotidiano affinché l’introduzione dei criteri ecologici non si traduca in un maggior carico di lavoro per il personale addetto agli acquisti ma diventi pratica diffusa e condivisa.A tal fine il Nodo In.F.E.A., attraverso le risorse dello sportello provinciale GPP, svolgerà l’attività di help desk interno fornendo supporto all’inserimento dei criteri ecologici all’interno dei bandi e dei capitolati.

3.3. L’adozione dei criteri di preferibilità ambientale negli acquistiPer raggiungere gli obiettivi di GPP del Piano si prevede la seguente procedura:a) l’ufficio che deve predisporre un bando/capitolato, prima dell’emanazione dello stesso, inserisce i criteri GPP (laddove emergano problematiche per l’inserimento, l’ufficio contatta il Nodo In.F.E.A.);b) il bando/capitolato in bozza viene trasmesso, per via telematica, al Nodo In.F.E.A. che si occupa della validazione dei Criteri, apportando eventuali modifiche, e ritrasmette il bando/capitolato validato all’ufficio proponente, per la sua pubblicazione;c) i bandi/capitolati in cui sono stati inseriti i criteri ambientali validati, una volta pubblicati, vengono inviati ai referenti del GT GPP provinciale affinché possano essere condivisi.

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4. MONITORAGGIO

4.1. Finalità del sistema di monitoraggioÉ fondamentale che il Piano d’Azione per il GPP preveda anche la messa a punto e adozione di un sistema di monitoraggio che consenta di:

- monitorare lo stato di avanzamento del Piano in termini di raggiungimento degli obiettivi prefissati;- elaborare degli indicatori di sintesi dei risultati raggiunti che possano supportare anche le attività di comunicazione interna ed esterna;- avere una base dati utile per valutare eventuali azioni di miglioramento e aggiornamento degli obiettivi.

Inoltre, avendo già predisposto un sistema di monitoraggio delle attività di GPP realizzate al proprio interno, la Provincia di Cagliari si troverà pronta a rispondere alle richieste di informazioni e dati puntuali sui processi d’acquisto che saranno in futuro avanzate dagli enti preposti al monitoraggio nell’ambito del Piano d’Azione Nazionale per il GPP. A tale proposito, si ricorda in particolare il sistema informatico messo a punto dall'Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture che prevede che per tutti gli acquisti verdi realizzati dal gennaio 2010, le stazioni appaltanti forniscano le indicazioni sull’applicazione dei criteri ambientali.

Nello specifico il sistema di monitoraggio del Piano d’Azione della Provincia di Cagliari, il cui funzionamento è descritto nel paragrafo seguente, consentirà di:

- raccogliere informazioni dettagliate sulle singole procedure d’acquisto relative ai beni e servizi di interesse del Piano, al fine di verificare l’inserimento dei criteri ambientali previsti dal Piano;- quantificare l’ammontare della spesa in beni e servizi a basso impatto ambientale per categoria merceologica e nel complesso.

4.2. Funzionamento del sistema di monitoraggioIl Gruppo Tecnico GPP, coordinato dal Nodo In.F.E.A. del Settore Ambiente, si incontrerà ogni 6 mesi (o comunque ogni qualvolta necessario, a seconda delle esigenze contingenti) per analizzare il percorso in atto ed eventualmente rivedere o modificare le procedure individuate come problematiche o carenti, ponendo così in atto strategie di miglioramento continuo.Per monitorare il raggiungimento degli obiettivi di GPP, stabiliti nel presente Piano, si è deciso di adottare quale strumento di controllo la scheda allegata (vedi allegato 1), predisposta e riadattata a partire da quella presentata nel Documento di posizionamento tecnico 3/2007 del Gruppo di Lavoro Acquisti Verdi del Coordinamento Agende 21 Locali Italiane.

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Ciascun referente GPP, facente parte del Gruppo Tecnico, dovrà compilare la scheda di monitoraggio per ogni acquisto verde di beni e/o servizi effettuati dal proprio settore e trasmetterla al Nodo In.F.E.A. entro 1 mese dalla procedura di affidamento.Il Nodo In.F.E.A., con la collaborazione dei referenti GPP di ciascun settore dell’Amministrazione Provinciale, si occuperà di redigere un report elaborato a partire dalle schede ricevute, con cadenza almeno annuale, e di diffondere i risultati attraverso i canali di comunicazione disponibili.Di seguito si riporta lo schema di sintesi dell’attività di monitoraggio che sarà incluso nel report ed aggiornato regolarmente con i dati raccolti tramite le schede di monitoraggio.

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Schema di sintesi dell’attività di monitoraggio (format)

Settore merceologico PAN

Bene/servizio Obiettivo di GPP

Scadenza obiettivo

Totale unità acquistate

Totale unità acquistate verdi

Totale importo aggiudicato(€)

Totale importo aggiudicato per acquisti verdi(€)

Obiettivo GPP raggiunto (%)

Totale € ….. € …..

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ALLEGATI

1 - Scheda per il monitoraggio dei bandi

2 - Indicazioni per la compilazione della scheda monitoraggio bandi

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1 - Scheda per il monitoraggio dei bandi

Sezione 1 - DATI GENERALI DELLA PROCEDURA DI AFFIDAMENTONUMERO PROCEDURA AFFIDAMENTO

SETTORE MERCEOLOGICO

DESCRIZIONE CPV

CODICE CPV

OGGETTO

UNITÀ DA ACQUISTARE

PERIODO DI RIFERIMENTO

PRESENZA DI CARATTERISTICHE VERDI NELLA PROCEDURA DI AFFIDAMENTO

□ No□ Sì

Se la risposta è no, indicare l’importo (in euro) a base di gara e del contratto aggiudicato (in entrambi i casi specificando se si tratta di importi IVA inclusa o esclusa) e non proseguire nella compilazione delle sezioni successive della scheda.

VALORE PREVISTO DEL CONTRATTO €

VALORE DEL CONTRATTO AGGIUDICATO € ACQUISTO TRAMITE CONSIP □ No

□ SìSe la risposta è sì, non è necessario proseguire nella compilazione della Sezione 2 e 3 della scheda, ma si richiedono le seguenti informazioni:la procedura d’acquisto è indicata sul portale CONSIP come procedura “verde” (contrassegnata da simbolo specifico)?□ No

□ SìPassare alla compilazione della Sezione 4

REFERENTE (nome, cognome, e-mail e telefono)

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Sezione 2 - CARATTERISTICHE VERDI RILEVATE NELLA PROCEDURA DI AFFIDAMENTO

CRITERI DI SCELTA DELL’OFFERTA □ Prezzo più bassoOfferta economicamente più vantaggiosa

SEZIONE DEL BANDO IN CUI SONO INSERITI I CRITERI ECOLOGICI

OggettoSpecifiche tecnicheSelezione dei candidatiCriteri di scelta dell’offerta miglioreModalità di esecuzione

ADOZIONE DEI CRITERI AMBIENTALI MINIMI PREVISTI DAL PIANO D’AZIONE DELLA PROVINCIA

□ No□ Sì

ADOZIONE DI ULTERIORI CRITERI AMBIENTALI □ No□ Sì

Descrizione:

REQUISITI ECOLOGICI TRATTI DA ECO –ETICHETTE □ No□ Sì,

Se sì, tratti da quali eco-etichette?

RIFERIMENTI A SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALE NELLA SELEZIONE DEI CANDIDATI

□ No□ Sì

NEL CASO DI OFFERTA ECONOMICAMENTE PIÙ VANTAGGIOSA: INDICARE IL PUNTEGGIO TOTALE, LA RIPARTIZIONE DEI PUNTEGGI E IL RIFERIMENTO AI CRITERI AMBIENTALI

Punteggio Totale _____Punteggio offerta economica _____Punteggio offerta tecnica _____

di cui n. _____ punti riferiti a criteri ambientali

Sezione 3 - REQUISITI ECOLOGICI POSSEDUTI DAL SOGGETTO AGGIUDICATARIO O DAI BENI, SERVIZI ED OPERE FORNITE DAL SOGGETTO

AGGIUDICATARIOPOSSESSO DEI SOLI CRITERI AMBIENTALI MINIMI RICHIESTI

□ No□ Sì

POSSESSO DI ALTRE CARATTERISTICHE AMBIENTALI □ No□ Sì

Se sì, specificare:

POSSESSO DI REQUISITI ECOLOGICI TRATTI DA ECO –ETICHETTE

□ No□ Sì

Se sì quali eco-etichette?

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POSSESSO DI SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALE □ No□ Sì

Se sì, quali sistemi di gestione ambientale?

Sezione 4 - REGISTRAZIONE IN BILANCIO (TITOLO DI SPESA E INTERVENTO)TITOLO DI SPESA: INTERVENTO

SPESE CORRENTI □ Acquisto di beni di consumo e/ o di mate-rie prime (2)□ Prestazioni di servizi (3)□ Utilizzo di beni di terzi (4)

SPESE IN CONTO CAPITALE □ Acquisizione di beni immobili (1)□ Acquisto di beni specifici per realizza-zioni in economia (3)□ Utilizzo di beni di terzi per realizzazio-ni in economia (4)□ Acquisizione di beni mobili, macchine ed attrezzature tecnico-scientifiche (5)□ Incarichi professionali esterni (6)

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2 - Indicazioni per la compilazione della scheda di monitoraggio bandi

Va compilata una scheda per ogni bando di gara effettuato per ciascuna categoria di bene/servizio indicata nel Piano d’Azione Provinciale per il GPP

SEZIONE 1 - DATI GENERALI DELLA PROCEDURA DI AFFIDAMENTO

NUMERO PROCEDURA AFFIDAMENTO

Deve essere riportato un codice alfanumerico (utile soprattutto nel caso di catalogazione elettronica) della procedura di affidamento da parte della stazione appaltante. Si tratta di un codice interno attribuito a ciascun bando pubblicato, che convenzionalmente potrà essere così definito: numero progressivo bando pubblicato/Settore di riferimento/anno di pubblicazione (es. n° 1/AMB/2010). Ovviamente può essere omesso.

SETTORE MERCEOLOGICO

Indicare il settore merceologico della procedura di affidamento, facendo in particolare riferimento alle 11 categorie, individuate nel PAN GPP, rientranti nei settori prioritari di intervento per gli acquisti verdi:A) ARREDI (MOBILI PER UFFICIO, ARREDI SCOLASTICI, ARREDI PER SALE ARCHIVIAZIONE E SALE LETTURA)B) EDILIZIA (COSTRUZIONI E RISTRUTTURAZIONI DI EDIFICI CON PARTICOLARE ATTENZIONE AI MATERIALI DA COSTRUZIONE, COSTRUZIONE E MANUTENZIONE DELLE STRADE)C) GESTIONE DEI RIFIUTID) SERVIZI URBANI E AL TERRITORIO (GESTIONE DEL VERDE PUBBLICO, ARREDO URBANO )E) SERVIZI ENERGETICI (ILLUMINAZIONE, RISCALDAMENTO E RAFFRESCAMENTO DEGLI EDIFICI, ILLUMINAZIONE PUBBLICA E SEGNALETICA LUMINOSA)F) ELETTRONICA (ATTREZZATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE D’UFFICIO E RELATIVI MATERIALI DI CONSUMO, APPARATI DI TELECOMUNICAZIONE)G) PRODOTTI TESSILI E CALZATUREH) CANCELLERIA (CARTA E MATERIALI DI CONSUMO)I) RISTORAZIONE (SERVIZIO MENSA E FORNITURE ALIMENTI)J) SERVIZI DI GESTIONE DEGLI EDIFICI (SERVIZI DI PULIZIA E MATERIALI PER L’IGIENE)K) TRASPORTI (MEZZI E SERVIZI DI TRASPORTO, SISTEMI DI MOBILITÀ SOSTENIBILE)

DESCRIZIONE CPVIndicare il descrittore così come definito dal sistema di classificazione unico applicabile agli appalti pubblici «Vocabolario comune per gli appalti pubblici» (Common Procurement Vocabulary — CPV) - Regolamento(CE) N. 2195/2002 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 5 novembre 2002

CODICE CPVIndicare il codice numerico di otto cifre - così come definito dal sistema di classificazione unico applicabile agli appalti pubblici «Vocabolario comune per gli appalti pubblici » (Common Procurement Vocabulary — CPV) - Regolamento(CE) N. 2195/2002 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 5 novembre 2002 - suddiviso in:- divisioni, identificate dalle due prime cifre del codice;- gruppi, identificati dalle tre prime cifre del codice;- classi, identificate dalle quattro prime cifre del codice;- categorie, identificate dalle prime cinque cifre del codice.

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OGGETTO

Indicare dettagliatamente l’oggetto della procedura di affidamento, che indica il tipo di prodotto, servizio o lavoro che è stato appaltato.

UNITÀ DA ACQUISTARE

Riportare l’unità acquistata in termini fisici (ad esempio, 4 fotocopiatrici oppure 40.000 fotocopie; 1 scuola di 300 mq, 9.000 mc e 18 aule; etc.)

PERIODO DI RIFERIMENTO

Se si tratta di servizi, lavori od opere, indicare il periodo di svolgimento dell’attività (durata in mesi o in anni). Se si tratta di forniture di beni, indicare la data di pubblicazione del bando.

PRESENZA DI CARATTERISTICHE VERDI NELLA PROCEDURA DI AFFIDAMENTO

Indicare la presenza o meno di caratteristiche verdi nella procedura di affidamento.In caso di risposta negativa, indicare l’importo (in euro) a base di gara [VALORE PREVISTO DEL CONTRATTO] e del contratto aggiudicato [VALORE DEL CONTRATTO AGGIUDICATO] (in entrambi i casi specificando se si tratta di importi IVA inclusa o esclusa); non sarà quindi necessario proseguire nella compilazione della scheda.

VALORE PREVISTO DEL CONTRATTO

Occorre riportare il valore previsto del contratto (in euro), indicando l’importo (in euro) a base di gara e specificando se si tratta di importo IVA inclusa o esclusa.

VALORE DEL CONTRATTO AGGIUDICATO

Occorre riportare il valore del contratto aggiudicato (in euro), specificando se si tratta di importo IVA inclusa o esclusa.

ACQUISTO TRAMITE CONSIPIndicare se l’acquisto viene effettuato tramite convenzione CONSIP; in caso di risposta affermativa non è necessario proseguire nella compilazione della Sezione 2 della scheda, ma è necessario inserire le informazioni qui richieste. Passare poi alla compilazione della Sezione 4.

REFERENTE

Specificare nome, cognome, Settore, telefono e indirizzo e-mail della persona che ha compilato la scheda e che è possibile contattare per avere ulteriori chiarimenti.

SEZIONE 2 - CARATTERISTICHE VERDI RILEVATE NELLA PROCEDURA DI AFFIDAMENTO

CRITERI DI SCELTA DELL’OFFERTA É necessario indicare se, nella procedura di affidamento, il criterio di scelta dell’offerta migliore è stabilito secondo il “criterio del prezzo più basso” oppure con il “criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa”, nel qual caso il bando di gara stabilirà i criteri di valutazione dell'offerta, pertinenti alla natura, all'oggetto e alle caratteristiche del contratto.

SEZIONE DEL BANDO IN CUI SONO INSERITI I CRITERI ECOLOGICI

Indicare in quali delle cinque aree del bando/capitolato sono stati inseriti dei criteri ecologici: oggetto, specifiche tecniche, selezione dei candidati, criteri di scelta dell’offerta migliore, modalità di esecuzione. È possibile barrare più voci.

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ADOZIONE DEI CRITERI AMBIENTALI MINIMI PREVISTI DAL PIANO D’AZIONE DELLA PROVINCIA

È necessario indicare se la stazione appaltante si è limitata ad adottare soltanto i criteri ambientali minimi previsti dal Piano d’Azione Provinciale.

ADOZIONE DI ULTERIORI CRITERI AMBIENTALI È necessario indicare se la stazione appaltante ha adottato altri criteri ambientali oltre ai criteri ambientali minimi previsti dal Piano d’Azione Provinciale.

REQUISITI ECOLOGICI TRATTI DA ECO - ETICHETTE

Occorre indicare (Sì/No) se i requisiti ecologici utilizzati nel bando fanno riferimento a delle etichette ecologiche. In caso di risposta affermativa va indicato quali sono le etichette a cui ci si richiama (Eco-label Europeo, Blue Angel, Nordic Swan, Energy Star, NFC, FSC Forest Stewardship Council , PEFC Pan European Forest Certification, etc.).

RIFERIMENTI A SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALE NELLA SELEZIONE DEI CANDIDATI

Occorre rispondere (Sì/No) al quesito relativo alla richiesta di un sistema di gestione ambientale per dimostrare, nella fase di selezione dei candidati, per i casi appropriati di appalti di servizi e opere/lavori, il rispetto delle misure di gestione ambientale.

NEL CASO DI OFFERTA ECONOMICAMENTE PIÙ VANTAGGIOSA: INDICARE IL PUNTEGGIO TOTALE, LA RIPARTIZIONE DEI PUNTEGGI E IL RIFERIMENTO AI CRITERI AMBIENTALI

Nel caso di aggiudicazione con “offerta economicamente più vantaggiosa” indicare: il punteggio complessivo (usualmente pari a 100), la ripartizione del punteggio attribuito all’offerta economica e all’offerta tecnica, specificando il punteggio riferito al rispetto dei requisiti ambientali richiesti nel bando.

SEZIONE 3 – VERIFICA DEI REQUISITI ECOLOGICI POSSEDUTI DAL SOGGETTO AGGIUDICATARIO O DAI BENI, SERVIZI ED OPERE FORNITE DAL SOGGETTO

AGGIUDICATARIO

POSSESSO DEI SOLI CRITERI AMBIENTALI MINIMI RICHIESTI

Occorre rispondere (Sì/No) al quesito.

POSSESSO DI ALTRE CARATTERISTICHE AMBIENTALI Occorre rispondere (Sì/No) al quesito e in caso di risposta affermativa specificare quali siano le ulteriori caratteristiche ambientali possedute.

POSSESSO DI REQUISITI ECOLOGICI TRATTI DA ECO -ETICHETTE

Occorre rispondere (Sì/No) al quesito relativo al possesso di requisiti ecologici tratti da etichette ecologiche, riportando anche le etichette a cui ci si richiama (Eco-label Europeo, Blue Angel, Nordic Swan, Energy Star, NFC, FSC Forest Stewardship Council , PEFC Pan European Forest Certification, etc).

POSSESSO DI SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALE

Occorre rispondere (Sì/No) al quesito relativo al possesso di un sistema di gestione ambientale e specificare quali sono posseduti dal soggetto aggiudicatario.

SEZIONE 4 – REGISTRAZIONE IN BILANCIO (TITOLO DI SPESA E INTERVENTO)

REGISTRAZIONE IN BILANCIO (TITOLO DI SPESA E INTERVENTO)Occorre indicare il titolo di spesa (corrente o in conto capitale) e l’intervento barrando le specifiche caselle.

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Gli interventi per le spese correnti possono essere: Acquisto di beni di consumo e/ o di materie prime (2); Prestazioni di servizi (3); Utilizzo di beni di terzi (4).Gli interventi per le spese in conto capitale possono essere: Acquisizione di beni immobili (1); Acquisto di beni specifici per realizzazioni in economia (3); Utilizzo di beni di terzi per realizzazioni in economia (4); Acquisizione di beni mobili, macchine ed attrezzature tecnico-scientifiche (5); Incarichi professionali esterni (6).I codici numerici riportati tra parentesi sono quelli del DPR 194 del 1996.

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