Ottobre 2012 Ambienterritorio n°2

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AMBIENTERRITORIO Anno I / Numero 2 / Ottobre 2012 Periodico di informazione sulle tematiche ambientali Campobasso fa la differenza Quando il turismo è green A Isernia la prima smart grid 06 16 27

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Periodico di informazione ambientale della Regione Molise

Transcript of Ottobre 2012 Ambienterritorio n°2

AMBIENTERRITORIO

Anno I / Numero 2 / Ottobre 2012

Periodico di informazione sulle tematiche ambientali

Campobasso fala differenza

Quando il turismoè green

A Isernia la prima smart grid

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16

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AMBIENTERRITORIO

PRIMO PIANO

Campobasso fa la differenza 6Cefaratti: «Daremo il buon esempio allaRegione» 7Guerra ai roghi 10

BUONE PRATICHE

L’ecoturismo cammina 16Qualità con l’etichetta 19Giardini sul tetto 21Educare all’ambiente 23

TERRITORIO

La Bandiera Blu raddoppia 24Sogni di sabbia 26A Isernia la rete intelligente 27Parola chiave: Grid Parity 29

NATURABiodiversità nello scrigno 32Alla scoperta della “Sentinella dei Sanniti” 34

SO

MM

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Editoriale 5

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Direttore responsabile

Giovannni Doganieri

Coordinamento progetto

Marco AmiconeMassimo Aulita

Redazione

Mery La PostaFrancesco MarinoAntonella NardellaDaniele NavarraValentina NeroneMichele PerrellaLucia PettiMichele Varriano

Sara MarianoDaniele Navarra

Marketing

Michele D’Amico

Segreteria di redazione

Evelina Pittarelli

[email protected]

Stampa a cura di T.A. Comunicazione - Sprint Italia - Torre Annunziata Autorizzazione N. 3 del Tribunale di Campobasso

Lo scorso 6 ottobre ho partecipato, in rappresentanza della Giunta Regionale del Molise,

alla manifestazione di protesta di Manfredonia contro le trivellazioni alle Isole Tremiti.

non ha visto la partecipazione istituzionale e cittadina che meritava, a salvaguardia delle

nostre isole.

Dico nostre non solo perché abbia origini pugliesi, bensì perché, da amministratore mo-

lisano, devo tener conto di cosa rappresentino le Diomedee per tutta la Regione Molise.

Un patrimonio naturalistico raro, unico, teatro di ricordi indelebili per centinaia di migliaia di

turisti, al pari di blasonatissime località vacanziere, sparse in ogni angolo del globo.

Nonostante un secco no, che come Giunta Regionale demmo a chi voleva trivellare i fon-

dali alla ricerca di petrolio tempo addietro, ci troviamo nuovamente dinanzi ad un’analoga

situazione, per cui un’azienda del nord Europa, la Petroceltic, intende ispezionare le coste,

anche con metodi discutibili, alla ricerca di greggio.

Il Ministro dell’Ambiente, Clini, al quale mi sono personalmente rivolto, ha affermato che

si tratta di un’attività in regola e non vietata, poiché destinata solo all’ispezione. Ebbene,

se la ricerca dovesse dare esito positivo? Se ci si troverà dinanzi ad un giacimento? Cosa

accadrà? Io presumo che, dinanzi a tale scenario, a qualunque costo, l’azienda proverà

ad avviare l’estrazione, con le peggiori conseguenze per quei territori. Rischieremmo di

vedere depositi di greggio e stazioni con annesse attrezzature sulle coste!

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sensibili quali le coste adriatiche, notoriamente “chiuse”, strette e senza un adeguato ricir-

colo di acque che renda le attività di ricerca petrolifera consona. Tali attività, infatti, sono

autorizzate dalle Leggi italiane, che raramente limitano le prospezioni di territori e fondali

per la ricerca di fonti minerarie e di idrocarburi.

-

ministratori di tutte le Regioni interessate, stiamo organizzando attività di sensibilizzazio-

ne tese a dire no alle trivellazioni, ed attendiamo nuove e positive risposte dal Ministero

dell’Ambiente, che ha indetto per il prossimo 9 di novembre a Trieste un vertice con le

Regioni con gli Stati che si affacciano sull’Adriatico.

Le Tremiti, per il Molise, rappresentano una enorme ricchezza, sia perché Termoli registra

-

vizi, come scuola e sanità. Il tutto generando ricchezza per i nostri operatori e per l’intera

Regione.

Allora, da Amministratore, ma anche da amante di quei territori, continuerò in questa attività

di opposizione a chiunque vorrà minare la bellezza del nostro Arcipelago.

Abbiamo davanti agli occhi cosa accade nelle località dove sono eseguite attività di estra-

zione, ambiente deturpato, paesaggio devastato, turismo decimato.

Ebbene questo per le Tremiti non deve accadere e ci impegneremo, come Regione Molise,

Luigi Velardi

Assessore all’Ambiente della Regione Molise

AMBIENTERRITORIO

CAMPOBASSO FA LA DIFFERENZAA primavera nel capoluogo arriva la raccolta differenziata. Per raggiungerel’obiettivo di legge e migliorare la qualità della vita. Grazie al porta a porta

di Daniele Navarra e Antonella Nardella

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Nella foto,la raccolta differenziata

La raccolta differenziata porta a porta arriva anche a Campobasso.

-ma primavera e sono stati stanziati 2 milioni di euro dalla Regione per realizzare questa modalità che in Molise viene già adottata da diversi centri di piccola e media grandez-za. Un vero e proprio salto di quali-tà che punta a portare il capoluogo all’avanguardia nel recupero dei materiali. Attualmente, infatti, il si-stema si basa in larga parte sulla raccolta stradale che ha consenti-to, dal 2005 al 2011, di attestare la differenziata intorno all’11%. Una percentuale assai lontana dal target del 65% entro il 2012 previsto dal DLgs. 152/2006. Il “Progetto per la

promosso dall’assessore all’Am-biente Nicola Cefaratti (vedi intervi-sta) prevede la modalità domiciliare. Ma data l’estensione del territorio e

una suddivisione in tre zone: la Zona A (centro storico medievale, ad alta densità abitativa e caratterizzata da

vicoli stretti e scalinate) con circa 750 famiglie e 1.800 abitanti; poi la Zona B (centro storico murattiano e quartieri residenziali, ad alta densi-tà abitativa) con 37.000 abitanti e

case sparse, con una bassa densi-tà abitativa) che comprende 11.000 abitanti e 4.600 famiglie. Nella Zona A e B si prevede di attivare i servizi domiciliari porta a porta per orga-nico, carta, vetro, plastica e metal-li, secco residuo e verde. Mentre nella Zona C sono stati previsti due scenari: il primo è il porta a porta come nelle Zone A e B, il secondo riguarda il servizio di raccolta di prossimità. E l’obiettivo sta proprio nel centrare, dopo una prima fase di sperimentazione, al più presto l’obiettivo del 65% su tutta la città. I fondi serviranno a creare le infra-strutture per la raccolta, adeguare le isole ecologiche presenti, acqui-stare tecnologie per monitorare la raccolta e realizzare una campagna di sensibilizzazione nelle scuole, nei quartieri e nelle associazioni.

AMBIENTERRITORIO

PRIMOPIANO

«DAREMO IL BUON ESEMPIO ALLA REGIONE»Nuove tecnologie, vantaggi per i cittadini virtuosi e controlli.L’assessore all’Ambiente del Comune, Nicola Cefaratti,anticipa le caratteristiche del nuovo piano per la differenziatain programma entro la primavera 2013

«Il capoluogo di Regione dev’esse-re d’esempio per le altre città, pic-

di fare da apripista su un terreno di altissima attualità come quello della

il nuovo piano per la raccolta diffe-renziata a Campobasso l’assessore comunale all’Ambiente, Nicola Ce-faratti. Lo abbiamo intervistato per avere in anticipo le informazioni ri-guardanti il progetto che dovrà par-tire entro la prossima primavera.Quali saranno secondo lei i van-

taggi dell’introduzione della rac-

colta differenziata a Campobas-

so?

A parte il vantaggio economico, avremo un innegabile ritorno sul piano ambientale. È importante te-nere presente che abbiamo una discarica destinata ad esaurirsi du-rante i prossimi tre anni e in quella discarica circa il 50% del materiale appartiene alla città di Campobas-so. Realizzando la raccolta diffe-

renziata ridurremo quindi i materiali che vanno in discarica che a quel punto non durerà tre anni ma alme-no dieci. Certo, è necessario che la Regione e la Provincia adeguino il

-to redatto molti anni fa e quindi va adeguato, snellito e calibrato alle esigenze nuove dei Comuni. Come sarà organizzata la raccol-

ta differenziata, considerando

l’estensione del territorio?

Ci sarà un primo step d’interventi

da raddoppiare la raccolta differen-ziata e poi si partirà con il porta a porta, che sarà realizzata su tutto il territorio della città. Il progetto pre-vede la suddivisione del territorio in tre zone sia per l’alto numero di abitanti, sia per la grande estensio-

le zone andranno calibrate meglio in base alle tipologie di attrezzatu-re e alla frequenza di raccolta. I vari cassonetti saranno quindi diversi da zona a zona, ma in ogni caso sarà realizzato un porta a porta su tutta la città: è proprio questo l’obietti-vo principale, noi immaginiamo di arrivare nel giro di qualche mese dall’avvio della raccolta differenzia-ta porta a porta su tutto il territorio.Chi sono i responsabili o le azien-

de che svolgeranno i servizi di

raccolta?

che gestisce il servizio nel territorio comunale, ndr) ma probabilmente si dovrà indire un bando per trova-

della società.

Nella foto sopra,l’Assessore all’Am-biente del Comune, Nicola Cefaratti.Nella foto a sinistra, veduta della città vec-chia di Campobasso

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Come saranno utilizzati i due mi-

lioni di euro messi a disposizione

dalla Regione?

Innanzitutto immagino di realizza-re delle infrastrutture necessarie per la raccolta differenziata a regi-me, che potranno dare un ritorno e passare da subito dal 10% al 30% di materiale differenziato. Progette-remo inoltre una grande campagna di sensibilizzazione sulla raccolta nelle scuole, nei quartieri e nelle as-sociazioni. Adegueremo e potenzie-remo l’isola ecologica che abbiamo

in linea con gli standard europei e invogliando i cittadini a recarsi sul luogo. I due milioni che la Regione ci ha dato daranno la possibilità di avviare il servizio, che in seguito dovrà andare a regime ed essere governato in maniera diversa: si dovrà assumere del personale, ser-viranno delle attrezzature nuove, si prevederà l’ammortamenti dei mez-zi, l’acquisto di cassonetti e di sac-chi con una banda elettromagneti-ca che potranno essere usati solo per alcuni mesi. In pratica servirà una gestione diversa da parte della

consentirà di superare il 40-50%. Inoltre la modalità di differenzazione ridurrà i costi di conferimento in di-scarica, noi oggi paghiamo circa 90 euro a tonnellata, con un risparmio di circa 400-500mila euro l’anno.

potremo vendere il materiale diver-

conferimento e maggiori utili dalla

vendita, che ci consentiranno di ge-stire al meglio il personale e l’am-mortamento mezzi.

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ti, in modo da incentivare i citta-

dini?

-ti agli incentivi verso i cittadini. Chi farà la raccolta differenziata sarà premiato con una riduzione della Tarsu mentre per chi non la farà sono previste delle sanzioni. Il tema è diventato di grande importanza anche per quanto riguarda la cul-tura civica stessa del cittadino ed è

proprio su questo che noi puntiamo. Inoltre stiamo studiando un sistema che prevede dei premi per chi ese-gue correttamente la differenziata, con l’idea di acquistare una serie di tecnologie per monitorare il servi-zio, come ad esempio un’isola eco-logica mobile, cioè un sistema che permette di andare nei quartieri a fare raccolta seguendo un calenda-

sistemi che incentivino il cittadino a differenziare con premi e ricompen-se, utilizzando magari una tesse-ra magnetica in cui si accumulano

punti potrebbe dare il diritto ad uno

dei buoni da spendere. Inoltre esi-stono dei sistemi per controllare via satellite i mezzi della nettezza urba-

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AMBIENTERRITORIO

Nelle foto accanto,la raccolta differenzia-ta e i contenitori

tivamente compiuti e razionalizzare i percorsi. Ci sono poi dei sistemi con costi bassissimi che ci permet-tono di monitorare i cassonetti e programmare la raccolta a seconda dell’effettiva condizione dei casso-

che ritengo siano vantaggiosi e pro-duttivi in questo settore.Adotterete delle misure di con-

trollo e di sanzione?

controllo, redigeremo un regola-mento molto severo che in qualche modo ci darà la possibilità d’intra-prendere azioni sanzionatorie con-tro i cittadini che non rispetteranno le norme.

differenziati?

Il materiale andrà presso i centri au-torizzati per effettuare la selezione, la cernita e poi la vendita, mentre il materiale che resterà indifferenziato sarà destinato alla discarica.Durante la fase di progettazione

avete incontrato degli ostacoli?

Direi non proprio ostacoli, abbiamo dovuto calibrare il modello sulla cit-tà, poiché il capoluogo ha un terri-torio molto articolato. Abbiamo circa 14mila persone che risiedono nelle campagne ed altre 20mila nei quar-

tieri: quindi il problema principale, che ancora deve essere risolto pie-namente, è proprio quello di calibra-re il modello alle diverse esigenze e alle diverse parti della città. Vi siete ispirati a qualche espe-

rienza di un’altra grande città vir-

tuosa?

Credo che ogni città debba costruirsi un modello proprio, non esiste uno schema che si può copiare: i punti intelligenti sono in tutte le città. Noi abbiamo preso il buono di più mo-delli, cercando di calcolare un mo-

Pensate di varare una campagna

di comunicazione per informare

al meglio i cittadini?

La strategia di comunicazione è in--

timale del progetto. In quest’ottica, l’azione comunicativa dev’essere funzionale, deve cioè far compren-dere l’utilità e la necessità di alcune scelte, indirizzando i cittadini e le attività commerciali verso un corret-to utilizzo dei servizi che sono loro

visto, oltre che come un obbligo legislativo ed etico, anche come un’opportunità per migliorare la qualità della vita.Daniele Navarra e Antonella Nardella

GUERRA AI ROGHISono in media 362 gli incendi che percorrono ogni anno il Molise.L’attività dell’Arsiam per fronteggiare questo fenomeno fra gestione e prevenzione

di Michele Varriano

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gestione. È ciò che l’Arsiam Mo-lise realizza insieme al personale forestale e della protezione civile, realizzando progetti per la preven-

Cocchiarella, responsabile Arsiam Molise, le strategie contro i roghi messe in campo nella nostra regio-ne. Il fenomeno d’altro canto rimane rilevante: fra il 1992 e il 2007 gli in-cendi in Molise sono stati in media 362 l’anno con un massimo di 821 nel 2007 ed un minimo di 119 nel 1995. La distribuzione dei fuochi mette in luce un maggior numero di incendi nella provincia di Campo-basso rispetto a Isernia. Tuttavia è necessario ricordare che questo è un valore assoluto e che la super-

Campobasso è più elevata. La co-noscenza dei luoghi da cui hanno origine gli eventi incendiari costitu-isce un importante strumento per

approfondire le cause, ricostituire le dinamiche di sviluppo e diffusione e

nell’ambito del piano AIB (“Antin-

conoscenza del territorio e della ve-getazione, il piano AIB accerta e co-ordina il potenziale umano e i mezzi

-mento per le più adeguate tecniche di prevenzione ed estinzione. Ela-bora quindi dati e notizie ed indica

Il piano AIB è principalmente uno strumento di supporto alle decisio-

attività e degli interventi di preven-zione e lotta antincendio. Tali attività

-nate in funzione dei principi e della misura con cui si vuole proteggere il patrimonio boschivo, accettan-do cioè un certo livello di danni. Il Piano, redatto come il precedente

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Carta del Rischio Invernale Legenda Cartina comunale e regionale Area di Bassa

Classi di rischio Invernale Classe 1- zone a rischio basso Classe 2- zone a medio rischio Classe 3- zone ad alto rischio

Nelle foto accanto,cartina blu rischio invernale ecartina rossa rischio estivo

nologie per l’Ambiente e il Territorio

(Laboratorio di Ecologia e Geomati-

i principali obiettivi da conseguire a breve e medio termine, individua le metodologie di rilevazione e di ana-lisi più idonee per l’elaborazione e la rappresentazione georeferenzia-

per gestire il servizio regionale per la previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi.

Ma come si previene un incendio? «Per la prevenzione - continua Coc-

del rischio, una mappa dove ven-gono riportati i siti a rischio elevato o medio elevato, dove si andranno

-pulitura con gli operatori forestali.

cigli stradali, i campi coltivati per-ché sono i siti più soggetti agli in-cendi visto che a causarli è l’uomo nel 90 % dei casi tramite mozziconi di sigarette gettati lungo le strade. La prevenzione parte con il catasto incendi, le aree incendiate vengono delimitate e questo è un compito

-tazione viene realizzata tramite Gps e nelle aree incendiate non saranno

-re per evitare ciò che succedeva in passato, quando le aree protette o boschive venivano incendiate per poi costruirci. Con la nuova legge per 10-15 anni non sarà possibi-

-neta di Petacciato furono realizza-

che indica quegli alberi ormai morti che restano in piedi nel bosco e non porteranno più verde. Dopo la fase

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pianto della stessa specie che è -

te delle nuove piante muore prima di crescere perché non si può pro-cedere con l’irrigazione. «Purtrop-po - riprende Cocchiarella - viene

Carta del Rischio Estivo Legenda Cartina comunale e regionale Area di Bassa

Classi di rischio Invernale Classe 1- zone a rischio basso Classe 2- zone a medio rischio Classe 3- zone ad alto rischio

Nella foto accanto,Le strade statali, provinciali e co-munali si sono confermate anche in Molise come luogo privilegiato per l'innesco di incendi. Molto bas-sa è stata invece la percentuale di fuochi originatisi in prossimità delle autostrade dovuto, probabilmente allo scarso sviluppo lineare e meno capillare sul territorio, rispetto alla viabilità ordinaria. Numerosi sono gli incendi che hanno avuto inizio da incolti che, essendo aree prive

sono oggetto di un minore grado di tutela e di attenzione da parte dei

-ritori posti in contiguità con strade, boschi o seminativi, o in zone peri-feriche rispetto ai centri urbani, nei

per motivi diversi e trovare facile dif-

fusione per il ridotto controllo e per la presenza di vegetazione spontanea

si genera quando ci sono il com-bustibile (biomassa), il comburente (l’ossigeno) e una fonte di energia che dia inizio alla combustione. I fattori naturali giocano un ruolo di fondamentale importanza non tanto nell’innesco (causato nella maggior parte dei casi da azioni antropiche),

ma nel favorire la diffusione di un incendio boschivo. Il rischio dipen-de dalla somma delle variabili, che rappresentano la propensione delle diverse formazioni vegetali a essere percorse più o meno facilmente dal

devono essere tenute in conto sia delle caratteristiche peculiari della vegetazione, sia di quelle geomor-fologiche che di quelle meteoclima-tiche. Il concetto di rischio non deve essere confuso con quello di peri-

nel tempo.

Gli interventi riguardano sia la pre-venzione, sia la gestione di un fo-

boschivi si rivolge al fenomeno degli incendi mirando sostanzialmente a

ma non l’irrigazione, o per mancan-za di fondi o per mancanza di ac-qua. L’Arsiam quindi ha il compito di gestire gli organi come i forestali e la protezione civile, realizzare i pro-getti per la prevenzione. La prote-zione civile invece ha il compito di intervenire nella prevenzione attiva, cioè, andare sul campo con elicotte-

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AMBIENTERRITORIO

-tosto che il numero totale di incen-di, che nel medio periodo tende a rimanere costante, essendo legato prevalentemente a determinanti socioeconomiche su cui in gene-re è impossibile agire con effetti in tempi brevi. La priorità con la quale devono essere effettuati gli inter-

di zona di sintesi, individuando l’a-rea di base in cui prima interveni-re, e poi al suo interno scegliendo il Comune in funzione della classi-

in modo univoco il luogo dove sia meglio proporre la progettazione e la realizzazione delle opere. La pre-venzione selvicolturale è quell'in-sieme di operazioni che tendono a far diminuire l’impatto dell'even-tuale passaggio del fuoco su di un soprassuolo boschivo o ridurre le probabilità di innesco. L’obiettivo

previsto dalla prevenzione selvicol-turale è quello di limitare l'intensità dell’incendio diminuendo la biomas-sa bruciabile, sia in modo uniforme, oppure su strati ben determinati del-la copertura. Per contenere l'inten-sità entro valori medi limite saranno quindi ipotizzabili degli interventi selvicolturali svolti su tutta la super-

ne ravvisasse particolare necessità. Tutti gli interventi di prevenzione selvicolturale dovranno essere pro-gettati in funzione del vento perico-

il maggiore numero degli eventi con

ettari. I viali tagliafuoco sono opere di prevenzione molto importanti per

creando una discontinuità nella co-pertura vegetale, a seconda delle

in cui si opera.In Molise, viste le peculiari carat-teristiche territoriali, la scelta pro-gettuale dei viali tagliafuoco, come opere di prevenzione antincendio, non è stata in passato particolar-mente perseguita.La realizzazione dei viali tagliafuo-co non può comunque prescindere

-cendio.

I PUNTI D’ACQUAMolto importanti sono i punti di ap-provvigionamento idrico. Per punto acqua si intende qualunque fonte di approvvigionamento utilizzato im-

-dio boschivo. Il Molise, considerata una delle poche regioni il cui terri-torio può considerarsi un unico e

Nella foto sopra,avvistamento di un incendio.Nella foto della pagina accanto,elicottero antincendio in azione

In Molise esiste inoltre un sistema di avvistamento e monitoraggio che ha lo scopo d’individuare pronta-mente i focolai nelle aree di più alta incidenza, di permettere il control-lo e il monitoraggio a distanza del

sono stati censiti 7 punti di avvista-mento di cui 5 stazioni servite (una in provincia di Isernia e le altre in quella di Campobasso) e 2 stazio-ni di telerilevamento posizionate in

in modo che maggiore fosse l’area controllata, inoltre per la loro loca-lizzazione sono stati individuati siti da cui, nelle giornate limpide, fosse visibile una porzione molto ampia di territorio.

sul mare lungo il tratto di costa per 30 km e questo rappresenta un’ul-teriore e valida fonte di approvvigio-namento. Nell’entroterra invece, si dimostra-no di particolare utilità per il riforni-

quasi totalità dei casi sono rappre-sentati da corsi d’acqua a carattere

Questo implica che nella maggio-ranza dei casi la distanza è data soprattutto dal dislivello tra incendio e punto di pescaggio, costringendo gli elicotteri ad effettuare lanci trop-po distanziati nel tempo. Bisogna

-mento da parte degli aeromobili di-pende fortemente dall’intervallo di tempo intercorrente tra un lancio e l’altro: per i lanci dall’elicottero l’ef-

-to più l’intervallo di tempo supera i 5 minuti. Per ridurre l’intervallo di

di pescaggio sul territorio e questo può essere ottenuto tramite l’instal-lazione o la realizzazione di vasche o invasi antincendio. I punti d’acqua

-mento delle autobotti e dei moduli AIB e necessitano che questi siano facilmente accessibili dai mezzi me-desimi.

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La legge 21 novembre 2000 n. 353 “Legge quadro in materia di incendi

precedente impostazione normativa in materia di previsione, prevenzio-ne e lotta attiva contro gli incendi bo-schivi basata, sostanzialmente, su i principi della legge 1° marzo 1975 n. 47 “Norme integrative per la di-

-seguentemente, la legge 353/2000 impone alle Regioni di adeguare il proprio ordinamento sulla base del-le disposizioni di principio della nuo-va normativa statale e di adottare un piano per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschi-vi, sulla base di linee guida e di diret-tive emanate dal Ministro dell’Inter-no con Decreto del 20.12.2001. La legge 47/75 prevedeva già l’obbligo per le Regioni di dotarsi di un Piano per la difesa e la conservazione del patrimonio boschivo dagli incendi, ma le novità introdotte dalla legge 353/2000 per la predisposizione dei Piani medesimi sono quantitativa-

-tive, in particolare modo per quanto riguarda la rappresentazione geore-ferenziata di dati storici e previsio-nali attinenti il fenomeno incendi e l’attività di programmazione degli in-terventi. Il Piano dovrà essere, inol-tre, sottoposto a revisioni annuali per l’aggiornamento dei dati e per meglio adeguarlo alle esigenze di

incisiva contro gli incendi boschivi e per la salvaguardia del patrimonio forestale, quale bene insostituibile per l’equilibrio della natura e la qua-lità dell’ambiente.

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Legge di riferimento per la -

ne degli incendi

Anche nel territorio molisano un ruolo fondamentale viene giocato dall’informazione e dalla divulgazio-ne che costituiscono la “prevenzio-

Questa è l’attività preventiva diretta alla popolazione per convincerla ad evitare i comportamenti che posso-no divenire occasioni di incendio.

-ta anche l’illustrazione delle regole di comportamento da adottare sia per la richiesta del soccorso, sia per evitare il rischio rappresentato dal fuoco qualora ci si trovasse in pros-simità di esso. Le attività che vengono svolte per sensibilizzare ed informare il citta-dino sono i programmi di sensibi-lizzazione presso le scuole di ogni livello.I tabelloni segnaletici luminosi posti nei luoghi di elevata frequentazione turistica e presso le aree protette

livello di pericolo d’incendi. Questi strumenti esprimeranno in forma sintetica lo stato attuale e l’evoluzione nelle ore successive

tabelloni sono anche indicate le re-gole comportamentali da seguire in caso di emergenza.

L’ECOTURISMO CAMMINAEscursioni nei territori incontaminati e accoglienza in agriturismo. Anche nella nostra regione l’accoglienza naturalistica ha successo. E può diventare sistema

di Michele D’Amico

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«Organizziamo passeggiate sulla neve sia con le ciaspole, sia con gli sci d’alpinismo. Ci piace esplorare i territori incontaminati. Passeggiare sapendo che sotto di te ci sono tre

queste le parole con cui Pierpaolo Iannitelli presenta le attività dell’as-

cui fa parte. La loro è soltanto una delle iniziative di ecoturismo emer-genti nel territorio molisano, fondata lo scorso anno. Ma il legame fra na-tura, turismo e ambiente in Molise ha radici più profonde. E soprattut-to delle potenzialità in larga parte ancora da sfruttare: «Il popolo del turismo sostenibile ama la storia, la

alle pubblicità.È un turismo fai da te che punta il dito sul poco conosciuto e non an-

un momento di svolta: il nostro ter-ritorio, piccolo e sconosciuto, incu-riosisce i turisti a livello nazionale. Adesso servono regole e obiettivi

-dro Colombo, responsabile di Moli-se Explorer, la società che dal 1999

attraverso le escursioni, a piedi e in mountain bike, offre l’opportunità di visitare il massiccio del Matese, Col-le dell’Orso e l’intera rete di tratturi guidati da mappe, tracciati di sen-tieri e Gps. «La maggior parte dei nostri clienti - aggiunge - ha scelto il Molise almeno due volte. Altri anche

Un’analisi, la sua, in linea con le tendenze evidenziate dal secondo rapporto “Italiani, turismo sostenibi-

-

-vertimento ma è anche e soprattutto voglia di conoscere i luoghi con la loro storia in un ambiente naturale intatto, testimone e custode delle bellezze paesaggistiche, lontano dalla speculazione edilizia e dalla

le imprese molisane che credono nell’ecoturismo. Un chiaro esempio è l’Alto Molise che ha scelto la solu-zione del comprensorio per favorire l’accoglienza e organizzare meglio

-molisani coinvolti e oltre 600 i posti

-

Nelle foto in alto,la fattoria Di Vaira, con i suoi collabora-tori e gli animali della fattoria

AMBIENTERRITORIO

BUONE PRATICHE

ne si è passati dai tremila pernot-tamenti del Duemila ai quindicimila del 2011, grazie alla crescita della domanda autoprodotta dalle strut-

-razione del territorio, poi, stimola la curiosità dei visitatori. In un raggio di dieci chilometri, infatti, sono con-

centrati i maggiori tesori storici, ar-cheologici e ambientali: dalla riser-

del pleistocene, alle piste di Capra-cotta, al teatro sannitico di Pietrab-bondante. È possibile visitare la fonderia Marinelli, gli affreschi della scuola del Beato Angelico, le chie-se e le testimonianze medioevali di Agnone. Oltre a degustare la cuci-na tipica. Ma la crescita del turismo ambientale non si riscontra solo in montagna.Basta spostarsi lungo la costa mo-lisana per accorgersi di altre in-teressanti iniziative. È il caso di

-laboratrice di un agriturismo presso

-gico, a vario titolo, tutta la mia vita

-se da poco più di un anno. E con il

-da: creare un'azienda biodinamica che nel tempo potesse diventare un punto di riferimento ed anche una scuola di biodinamica a cui i giovani coltivatori potessero rivolgersi per

Una buona proposta quindi di tu-

rismo sostenibile, perché qui l’or-ganizzazione aziendale tende ad

punto do vista: dalla presenza de-gli animali all’obbiettivo di coltivare tutto ciò che serve all’azienda stes-sa, compresi i concimi. E alla luce della sua esperienza suggerisce:

«Un’azienda di questo tipo, aperta all'ospitalità, alimenta in mille modi il ciclo virtuoso: nell’uso delle fonti rin-novabili, nel risparmio energetico, nella raccolta differenziata, nell’u-tilizzo di prodotti per l'igiene e la pulizia a basso impatto, nella som-ministrazione di prodotti biologici, propri o comunque locali. E ancora nell’invito all'uso di mezzi pubblici, nell'invito che rivolgiamo alla clien-tela ad agire in modo ecologica-mente corretto. Io credo che questo tipo di turismo sia quello che avrà maggiori possibilità di applicazione

del 2010.Tuttavia non si può parlare di turi-smo se non si conosce il territorio. Ne sono convinti i soci dell’associa-

-ciotto anni organizzano “Cammina,

della regione (176 i paesi attraver-sati dal 1995 al 2011) con l’obiettivo

la società civile e le istituzioni attra-

DI LUCENTE: RILANCIAMO L’ATTRAZIONE TURISTICA

La relazione fra accoglienza turi-stica e territorio è stata affronta-ta a Isernia durante l’incontro fra l’assessore provinciale al turismo

-ristico, le associazioni del settore e i comuni del territorio isernino. Pres-

giugno scorso è stato stipulato, in-fatti, un accordo programmatico sui maggiori eventi di attrazione turisti-ca.Oltre al programma nell’incontro è stata avanzata la proposta di co-stituire un fondo economico unico,

privilegiati fra comuni e istituzioni, garantendo una più equa distribu-

Nella foto,Giovanni Germano

zione delle risorse economiche. Dalla discussione è emersa una considerazione rilevante. Il turi-smo non può fare a meno della cultura e dell’ambiente. «Biso-gna costituire un nuovo sistema di relazione che parte dal basso, dai movimenti e dalle associazio-ni - ha precisato l’assessore Di Lucente - Chi è dentro il territorio conosce, o almeno dovrebbe co-noscere, ciò che è culturalmente rilevante. La rete deve quindi accogliere tutti i gruppi d’ interesse, pubblici e privati, senza spostare troppo l’asse decisionale a favore di uno

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territorio per periodi stabiliti durante -

so si incontrano energie fresche e potenti, ignorate anch’esse dalle istituzioni, con le quali incomincia-no a nascere serie collaborazioni,

-stri piccoli borghi ed il loro territorio - puntualizza l’architetto Giovanni Germano, coordinatore di “Cammi-

suo piccolo, è stata una bella pale-stra a disposizione di queste forze ed i sindaci, in primo luogo quelli più

avuto la consapevolezza di contare su di esse.Gli altri enti istituzionali dovrebbero

-ne verso queste energie per trasfor-mare questo impegno in un vero e

I consumatori, oggi, sono sempre più attenti e orientati verso acquisti consapevoli. Includono nel concetto di qualità dei prodotti la tracciabilità delle produzioni, la loro sostenibilità sociale e ambientale. Per quest’ul-timo aspetto, in particolare, sono aumentate le pressioni sul settore industriale per l’adozione di tecno-logie e metodologie di lavorazione più rispettose per l’ecosistema. Le imprese, oltre a rispettare le norma-tive vigenti in materia, aderiscono, volontariamente, a schemi che cer-

-ma di gestione ambientale interno. «Le aziende hanno sviluppato, negli ultimi dieci anni, una sensibilità sem-pre maggiore verso le problemati-

-me) di Ancona, che rappresenta il

ambito nazionale ed europeo, abi-

organizzazioni pubbliche e private nella predisposizione e attuazione

di Audit interno (Revisori) ai sen-si del Reg. (CE) n. 1221/2009 (cd.

«Lo dimostra - riprende - la cre-scente partecipazione alle iniziati-ve che la Camera di Commercio di Ancona realizza per la promozione della green economy. Inoltre, si è visto un importante aumento delle richieste dei contributi che la Came-ra di Commercio concede a coloro

-zione ambientale, sulla sicurezza o

Ma perché un imprenditore, che

già è tenuto a rispettare le norma-

tive vigenti in materia ambientale,

peraltro molto restrittive, dovreb-

be scegliere di aderire, volonta-

-

zione della gestione ambientale?

QUALITÀ CON L’ETICHETTA

comportano? A colloquio con la coordinatrice della scuola EMAS dellaCamera di Commercio di Ancona, Laura Mei

di Lucia Petti

AMBIENTERRITORIO

Nella foto sopra,Laura Mei, coordi-natrice della scuola EMAS della Camera di Commercio di Ancona

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1221/2009, prevedono un percorso che consente alle aziende di tene-re sempre sotto controllo le proprie prestazioni ambientali, tra cui i con-sumi energetici. Questo comporta che i limiti di legge non vengono

-ca non incorrere in pesanti sanzioni. Inoltre, i sistemi di gestione ambien-

-ni, consentono un miglioramento continuo delle proprie prestazioni. Ciò si traduce in minori consumi energetici, quindi meno costi. La leva economica ha sicuramente un grande appeal per l’azienda nel mo-mento in cui si trova a decidere se

-lazioni nelle gare di appalto, che vengono riconosciute a chi possie-

-mente delle ottime ragioni da tenere in considerazione.

-

zioni e i marchi più prestigiosi a

cui un’azienda può ambire?

Il prestigio di un marchio dipende

-

se stessa, ma se l’azienda individua la dimensione strategica che i siste-mi di gestione ambientale compor-

ne consegue, allora potrà trarne dei -

sistema di gestione per la qualità,

-ma di gestione per l’energia, Reg.

-

27001 sistema di gestione alimenta-re. Per intraprendere un percorso di

-tare un sistema di gestione, a meno che non esistano delle competenze interne, è necessario rivolgersi a società di consulenza abilitate alla

-mi di gestione, una volta avviati, vanno mantenuti. È importante che l’azienda riconosca all’interno della sua realtà una persona che provve-da al suo mantenimento, in autono-mia, se adeguatamente formata, o in collaborazione con un consulente esterno.

AMBIENTERRITORIO

GIARDINI SUL TETTO

La copertura vegetale è una soluzione sempre più praticata

di Mery La Posta

-cata in nord Europa. Oltre al bene-

caos della città e ritirarsi in un’oasi di pace, questi garden urbani ap-portano molteplici vantaggi sia a li-

della progettazione ecosostenibile che si avvale di diverse tecniche,

che vogliamo dare a questo tipo

architetto del paesaggio particolar-mente attento all’integrazione fra elementi antropici e naturali. «I van-taggi possono essere molteplici: ad esempio si potrà realizzare sul tetto uno spazio per attività all’aperto va-lutando correttamente l’usura dello strato di vegetazione, i carichi che dovrà sopportare e il grado conse-guente di manutenzione necessa-ria. Altrimenti si può realizzare sola-mente un intervento estetico, come nel caso delle coperture industriali o degli interventi in aree di eleva-

migliorare le caratteristiche ambien-

sulle prestazioni della copertura, in particolar modo per quanto riguarda il contenimento termico ed acustico. Oppure quelle esterne valorizzando la capacità della copertura a verde di assorbire le polveri, di costituire un eventuale elemento di assorbi-mento acustico e di regimentazione idrica e di mitigazione della tempe-

Per un lungo periodo le coperture a verde pensile sono state proget-tate in assenza di una precisa nor-mativa tecnica. Per di più riferirsi agli impianti legislativi esistenti nei paesi di lingua tedesca, anche per motivazioni linguistiche, di tradizioni costruttive e di condizioni climatiche

norma dedicata al verde pensile creando, inoltre, un contenitore per

norma “UNI 11235:2007 del 23 ot-

Nella foto in alto,esempio di “tetti verdi”.Nella foto sopra,

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per la progettazione, l’esecuzione, il controllo e la manutenzione delle coperture a verde. La norma in re-altà non riguarda la progettazione delle pareti verticali, come i muri vegetali (vale a dire le parti strut-

-breggiamento (non strutturali). Altre problematiche, inoltre, rimangono

delle coperture a verde che man-tiene alcune incertezze e ne pre-giudica l’applicabilità. «A distanza di 5 anni dalla sua entrata in vigore

la norma venga revisionata per ren-derla conforme alle nuove esigen-ze, risolvere le criticità che contiene ed evitare errori interpretativi che possono avere dirette conseguen-ze sulla qualità dei sistemi a livello progettuale, esecutivo, di controllo

di carattere paesaggistico ed eco-nomico, consentono di dare vita ad

ambienti naturali all’interno di con-testi urbanizzati creando un tessuto connettivo fra aree verdi frammen-tate. Inverdire le coperture degli

spazi in aree altrimenti inutilizzate, valorizzando gli stabili e miglioran-done le prestazioni ambientali. Può inoltre consentire di rispondere alle disposizioni delle pubbliche ammi-nistrazioni in termini di requisiti per le concessioni di licenze edilizie, ri-sparmio energetico e riduzione de-gli smaltimenti d’acqua in fognatura. «Il giardino pensile è oggi uno tra gli interventi maggiormente richiesti soprattutto da coloro che vivono in un appartamento in città e non han-no la possibilità di avere un giardi-no classico. Altri clienti interessati a questo settore sono sempre più frequentemente persone che lavo-rano e vogliono investire nella pro-

Ma anche le aziende che cercano soluzioni estetiche per darsi un’im-magine eco-friendly. E addirittura le istituzioni pubbliche, che sempre più spesso usa i tetti verdi per copri-

-

dimenticare hotel e strutture alber-ghiere che nel verde pensile tro-vano nuovi spazi da offrire ad una clientela sempre più sensibile agli aspetti paesaggistici.

CLASSIFICAZIONI A VERDE UNI 11235

Spessore strato colture

Classe 1(estensivo)80- 150mm

Classe 2(intensivo leggero)150- 250 mm

Classe 3(intensivo)>250 mm

Tipologiavegetazione

Livelli divegetazione

Sedum,erbacce perenni a piccolo sviluppo, grandi erbacce perenni, piccoli arbusti tappezzanti, tappeti erbosi

Bassa manutanzione3 giornate l’anno per coperture di 1000 m2

Media manutanzione4/12 giornate l’anno per coperture di 1000 m2

Alta manutanzione >12 giornate l’anno per coperture di 1000 m2

Arbusti di piccola taglia Arbusti di grande taglia e piccoli alberi, alberi di III grandezzaalberi II grandezzaalberi di I grandezza

AMBIENTERRITORIO

BIODIVERSITÀ IN SPIAGGIAUn progetto dell’associazione Ambiente Basso Molise per valorizzare il patrimonio naturale. Con centinaia di bambini protagonisti

di Francesco Marino

Proseguono le attività di educazio-ne ambientale nelle scuole del bas-so Molise attraverso il progetto Life Maestrale che punta a coinvolgere le nuove generazioni in un program-ma alla scoperta della biodiversità.Il progetto è stato promosso dall’as-sociazione ambientalista “Ambiente

il Comune di Campomarino, l’Uni--

Naturalistici - Centro di Educazione Ambientale (CEA) di Petacciato. “Un’iniziativa di alta caratura per

il dott. Luigi Lucchese,presidente

Nella foto a sinistra,una scolaresca in visita al CEA di Petacciato.Nella foto sopra, Luigi Lucchese,Presidente dell’As-sociazione Ambiente Basso Molise

Per informazioni o iscrizioni:[email protected],[email protected]

dell’associazione Ambiente Basso Molise, “avere come partner le am-ministrazioni costiere, l’università e altre valide associazioni rende questa avventura motivante ed en-

l’adesione di nove scuole: la scuola --

omnicomprensivo di Montenero di Bisaccia, le scuole di Guglionesi

prio territorio, si sentono coinvolti ed interessati da materie che studiano

-

stato dell’informazione ambientale non è drammatica nella nostra re-gione, ma c’è bisogno di fare anco-ra molto. Con il tempo e la costan-za si riuscirà a far capire ad alunni ed insegnanti quanto è importante conoscere, tutelare e valorizzare il nostro territorio ed il nostro patrimo-

-sidente di Ambiente Basso Molise.

professionale di Campomarino e gli istituti comprensivi di Palata e Montecilfone. «Per il 2012 abbiamo contattato dieci scuole ed hanno ri-sposto inizialmente in sei, a cui si sono aggiunte, in settembre, altre tre. Ad ogni modo abbiamo già altre

Lucchese. Le attività didattiche ven-gono svolte nella struttura del CEA, attrezzata con tanto di percorso lu-dico-didattico, dove gli studenti ven-gono accompagnati alla scoperta delle splendide dune e degli animali presenti nella zona. E la risposta dei giovani è stata entusiastica «nei ra-gazzi c’è la voglia di scoprire il pro-

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Nelle foto,la Bandiera Blu

LA BANDIERA BLU RADDOPPIAIl prestigioso vessillo della Fee per il decimo anno a Termoli. Ma dalla scorsa estate anche Petacciato è entrata nell’elenco delle migliori località balneari d’Italia

di Antonella Nardella e Daniele Navarra

L’estate che è appena trascorsa ha portato una buona notizia per il mare del Molise. Alla vigilia della stagione balneare sono state asse-

località costiere italiane che si sono contraddistinte nel rispetto dei crite-ri relativi alla gestione del territorio.

-tion for Enviromental Education), giunto alla 26esima edizione, ha premiato ben 131 località e 246 lidi che rispettano i parametri degli organizzatori. Nella lista rientrano anche due cittadine molisane, vale a dire Termoli e Petacciato. La pri-

il decimo anno consecutivo mentre Petacciato entra per la prima volta

un risultato importante come questo - commenta il vice-sindaco e asses-sore al Turismo della cittadina adria-

la Bandiera Blu 2012 il giusto rico-noscimento alle politiche ambientati

e di salvaguardia del territorio che

I criteri di assegnazione tengono conto di diversi requisiti come la qualità di balneazione delle acque, peculiarità indispensabile, più altre caratteristiche che riguardano gli impianti di depurazione, la raccol-ta differenziata e l’educazione am-

le spiagge e acque più pulite d’Ita--

AMBIENTERRITORIO

TERRITORIO

pleta per informare e consigliare i bagnanti nella scelta delle mete migliori. «Abbiamo compiuto ogni sforzo per tutelare e salvaguar-dare il territorio dal punto di vista

-fatti l’amministrazione ha attivato il servizio di raccolta differenziata dei

-timi risultati, inoltre è stata in parte sostituita la vecchia rete pubblica di illuminazione con strutture moderne che consentono grandi risultati in termini di risparmio energetico. In-

-to, è stato realizzato e attivato un Centro di Educazione Ambientale con annessa Riserva naturale, per

dall’associazione “Ambiente Basso

Per il Comune di Petacciato, insom-ma, la Bandiera Blu è un risultato di rilevanza storica e rappresenta un biglietto da visita indispensabile, in-sieme a Termoli e gli altri centri della costa, per far conoscere e valoriz-zare ancora di più l’aspetto ambien-tale e turistico del litorale molisano: «Per noi però non rappresenta un punto di arrivo, ma di partenza ver-so un rinnovato impegno nella valo-

rizzazione del territorio. Questo riconoscimento deve diven-tare un elemento fondamentale per far conoscere ancora di più Petac-

-

zati da una parte alla conservazio-ne delle nostre qualità ambientali e dall’altra alla pubblicizzazione del territorio attraverso tour operator, riviste specializzate, applicazioni informatiche per i turisti, incontri di settore, necessari a rendere visibile il nostro prodotto in termini turistici

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SOGNI DI SABBIASul litorale della nostra regione l’incantevole spettacolo delle dune. Un patrimonio da proteggere

di Antonella Nardella e Daniele Navarra

Un luogo d’incantevole bellezza, paradiso incontaminato con della

-

che si presenta passeggiando lun-go il litorale molisano all’altezza di Petacciato. Qui si possono ammi-rare infatti le dune, gli accumuli di sedimenti sabbiosi che si formano con il passare del tempo, scolpiti e modellati dalla forza e dalla direzio-

movimenti, queste colline sabbiose s’inseriscono in un contesto partico-larmente suggestivo, sullo sfondo di una pineta costiera che si estende per circa 5 chilometri. Procedendo ancora verso la linea di costa, è possibile osservare un’altra fascia di vegetazione, che ospita alcune specie tipiche delle pendenze sab-biose.

-verso un processo lento, che inizia con il movimento del vento il quale trasporta piccoli granelli di sabbia: una volta depositati si legano al denso intreccio delle radici e si ra-

sul territorio. I cordoni sabbiosi rap-presentano uno dei contesti naturali

-tale e presentano un background emozionante: non solo conservano un valore paesaggistico per la loro bellezza, ma svolgono anche un’im-portante attività di copertura e ripa-ro dalla forza delle onde e dei venti. Per questa ragione disegnano del-le naturali barriere alla salsedine e allo spostamento delle sabbie verso l’interno. La coltivazione del territo-

--

troterra, consentendo la presenza di un ecosistema naturale particola-re. Inserito nel profondo intermezzo della costa dipinge una vera e pro-pria riserva per la biodiversità. Le dune costituiscono dunque un paesaggio di elevato interesse na-turalistico: il privilegio di trovarle lungo la nostra costa molisana è un aspetto da non sottovalutare, so-prattutto in termini di sviluppo turi-stico, oltre che paesaggistico.

AMBIENTERRITORIO

Nella foto,veduta di Isernia

A ISERNIA LA RETE INTELLIGENTEÈ partito il progetto pilota per le smart grid. La città all’avanguardia nella gestione dell’energia. A tutto vantaggio dei consumatori

di Valentina Nerone

Isernia diventa il primo laboratorio italiano a cielo aperto sulla smart grid, ossia la rete elettrica intelli-gente che consente di gestire con

trasmette ed analizza i dati di con-sumo e riduce gli sprechi. Una rete che integra fra loro le diverse fonti, superando il problema dell’intermit-tenza di quelle rinnovabili e trasfor-mando i clienti in protagonisti della rete che decidono quando consu-mare e quando immettere l’energia autoprodotta nel sistema. Qui, infatti, è attivo dal 2011 un pro-getto pilota per questa tecnologia, voluto da Enel, che si concluderà nel 2014 grazie a un investimento di circa 10 milioni di euro. La scelta è ricaduta sulla cittadina molisana in quanto ha particolari caratteristiche

una condizione ottimale per lo svi-luppo di tecnologie legate ad ener-gia solare, idroelettrica e a biogas e di conseguenza allo sviluppo di un sistema che permetta l’integrazione delle fonti rinnovabili nella rete di di-stribuzione. Inoltre, la rete di Isernia

d’impianti di generazione sulla rete a media tensione, tale da renderla

-so di energia può invertirsi e con-vergere verso il circuito nazionale, sono perciò quelle più adatte a spe-rimentare le nuove tecniche di ge-stione. A ciò si aggiunge un buono stato di manutenzione degli impianti di generazione e l’ampia disponibi-lità di spazi a disposizione per le in-stallazioni dello storage (l’accumulo di energia) e per l’infrastruttura di ricarica dei veicoli elettrici. Il proget-

-

energia al sole e la immagazzinano, poi la cedono alle abitazioni private e agli impianti industriali che ne uti-lizzano soltanto la quantità neces-saria. L’eccesso infatti non si spreca

in cabine di stoccaggio, dalle qua-li andrà ad alimentare le colonnine

è quello di formare un consumatore

Nella foto in basso,la sala controllo di una smart grid

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completamente nuovo, che utilizza con giudizio. Più nel concreto, il progetto prevede diversi interventi:

i dispositivi che permettono di ac-cedere comodamente da casa alle informazioni sul consumo di elettri-cità per mezzo del contatore elet-tronico e che avvisano il cliente nei momenti in cui consumare costa meno, orientandolo verso compor-tamenti più sostenibili. I clienti sul-la rete di bassa tensione potranno

oscillazioni del prezzo dell’energia in base alle fasce orarie, favorendo-

la loro partecipazione nelle gestione

quanto tali informazioni possano

e all’integrazione di produzioni da fonti rinnovabili.- Realizzare un’infrastruttura di ri-carica per alimentare cinque veicoli elettrici utilizzati dalle squadre Enel. Le colonnine saranno supportate da un impianto fotovoltaico, integrato nelle pensiline di un apposito par-cheggio.

-mulo di energia elettrica connesso

alla rete a media tensione: si tratta della prima applicazione in Italia e di una delle prime a livello europeo.Il piano prevede la partecipazione di tecnici, compresi i provider dei diversi servizi di telecomunicazio-ne, di fornitori d’apparati elettrici ed elettronici, di aziende edili ed elet-tromeccaniche e dei privati cittadi-

Info. Il progetto potrà contribuire al -

getica della città di Isernia perché le smart grid puntano a razionaliz-zare i consumi generando consa-pevolezza da parte degli utenti. Nel lungo termine, poi, si può effettuare il controllo dei carichi domestici at-traverso un dispositivo che riceve

dell’energia in tempo reale. Gran-di aspettative, dunque, su questo

AMBIENTERRITORIO

GRID PARITYdi Valentina Nerone

L’obiettivo della grid parity per il si-stema italiano delle rinnovabili è a portata di mano. Con questo ter-mine s’intende il momento in cui il costo dell’energia prodotta da fonti rinnovabili (e in particolare da fo-tovoltaico) sarà uguale o minore al costo di quella prodotta da fonti tra-dizionali. Questo perché il costo di produzione dell’energia da queste ultime, basate su tecnologie ormai consolidate, può cambiare annual-mente solo in funzione dell’anda-mento del prezzo del combustibile fossile, vista l’impossibilità di pro-gressi tecnici in grado di ridurre la spesa d’esercizio. Nell’ambito delle fonti rinnovabili, invece, lo svilup-po tecnologico sta determinando un costante abbattimento dei costi di produzione. L’obiettivo della grid parity per le fonti rinnovabili assume un ruolo fondamentale, questo tra-guardo consentirebbe infatti di av-viare un percorso di sviluppo svin-colato dall’incentivazione fornita

-si esclusivamente alle dinamiche del mercato.

parity sono avvantaggiati tutti quei paesi che possono sfruttare le pro-prie fonti di energia rinnovabile, energia solare in testa. L’Italia, pro-prio per la sua particolare posizione

Un recente rapporto dell’European Photovoltaic Industrial Association (Epia) sostiene che l’Italia raggiun-gerà questo traguardo nel biennio 2013-2015 a partire dagli impianti

-

PAROLA CHIAVE

sistema ammesso al trattamento incentivante dei progetti pilota italia-ni relativi alle smart grid, sostenuto dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas e premiato perché tra i primi ad offrire un nuovo approccio alla generazione distribuita monitoran-dola con il coinvolgimento attivo di distributori e clienti. A questi viene riconosciuto il nuovo ruolo di prosu-mer, ovvero di produttori (producer) e consumatori (consumer) di ener-

sulla loro sensibilizzazione verso una tematica di fondamentale im-portanza come quella del risparmio energetico attraverso una campa-gna di sensibilizzazione. Attual-

in stretta collaborazione con gli enti locali.

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STOP ALLA FIBRA KILLER

industriali

di Evelina Pittarelli

Ogni anno muoiono, direttamen-te o indirettamente, circa tremila persone a causa dell’esposizione

--

verà tra il 2015 e il 2020. Ma quale sono i numeri e quali i siti ancora da

dell’amianto presente nel territorio non è semplice innanzitutto perché, ad oggi, secondo un rapporto di Le-gambiente, solo 13 regioni hanno approvato un Piano regionale per

esiste, mancano le azioni che lo do-vrebbero seguire, come la mappa-

due regioni si sono poste una data

entro il 2023.La mappatura dei siti caratterizza-ti dalla presenza di amianto nella nostra regione è stata realizzata dall’Arpa. Al termine di un ampio

-

sibile individuare le zone con una maggiore presenza di amianto e valutarne le condizioni. In particola-

pubblici e privati, accertando la pre-

inoltre è stato rilevato che 71 immo-

oggi. Nei siti presso i quali è stato eseguito il sopralluogo, i manufatti

amianto sono risultati quelli agricoli e industriali. Inoltre, si è riscontrato

Nella foto sopra,

AMBIENTERRITORIO

che maggiore è la densità di popo-lazione, maggiore è il numero delle strutture che lo contengono. L’ intento del lavoro di mappatura è stato anche quello di salvaguar-dare la popolazione dagli eventuali rischi legati alla presenza di questo materiale. L’Arpa Molise, paralle-lamente alle attività di mappatura, ha avviato perciò una campagna di sensibilizzazione e d’informa-zione rivolta a tutta la popolazione molisana, realizzando opuscoli sull’ amianto destinati alle scuole e agli

-co e offrendo seminari e lezioni di approfondimento tenute dai tecnici dell’agenzia. L’Italia è stata il secondo paese utilizzatore di amianto in Europa

-di sull’amianto hanno rilevato che

un aumento del rischio di patologie asbesto-correlate, come pneumoco-niosi asbestosi, cancro al polmone e mesotelioma pleurico-peritoneale.

cancerogeno del Gruppo I dall’In-ternational Agency for Research on Cancer (Iarc).Ad oggi, l’esposizione all’amian-to rimane un problema centrale in

implicazioni sulla salute pubblica, occupazione, ambiente e ricerca

-pea sull’amianto, che si è tenuta a Bruxelles il 23 settembre 2005, è stato chiesto al Parlamento e alla Commissione europea di istituire un piano di azione comunitaria sulla prevenzione ed una precisa

prevenire future esposizioni.Il rischio di esposizione dipende dalla concomitanza dei seguenti fattori: grado di libertà/respirabilità,

-centrazione del minerale in atmo-sfera, indicatori proxi di esposizione

di amianto disperse nell’aria risulti-no pericolose per la salute umana è necessario che siano assunte at-

importanti per la inalazione sono la lunghezza e il diametro e per questo lo Iarc e l’Organizzazione mondiale della sanità hanno stabilito alcune regole dimensionali e geometriche: il cosiddetto diametro aerodinamico

--

ghezza e diametro pari a 3:1) sono quelle più attive dal punto di vista biologico per la salute umana.

BIODIVERSITÀ NELLO SCRIGNO

di Capracotta

di Michele Perrella

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Nella foto,Giovanni Pelino responsabile del

Appenninica diCapracotta

legno e ci si ritrova in un mondo nel quale la natura è la regina incontra-stata. Grandi faggi e imponenti abeti danno il benvenuto in un luogo uni-co nel suo genere: il Giardino della

quota 1.525 metri. Ci troviamo nello splendido scenario dell’Alto Molise, in uno dei primi comuni d’Italia per altitudine, in compagnia di Giovanni Pelino, responsabile della struttu-ra. È proprio con lui che iniziamo questo viaggio: «Il Giardino è un orto botanico naturale, in cui ven-gono conservate e tutelate le spe-

Grazie alle diverse caratteristiche del terreno, ospita numerosi habi-tat naturali, dal palustre al rupicolo, dalla faggeta all’ arbusteto - spiega - Questa struttura, per il modo in cui è concepita, offre in un unico luogo

facilmente accessibile un quadro dell’ambiente tipico della vegeta-

di forza è la grandissima varietà di habitat, alcuni del tutto naturali, come faggete, cespugli, praterie e

maggiore pregio bisogna annovera-re sicuramente il giglio martagone e il giglio rosso mentre nelle zone umide ritroviamo la rara orchidea palmata.Di grande interesse dal punto di vi-sta ecologico è l’aiuola delle specie d’alta quota delle montagne Appen-niniche, introdotte di recente nel giardino, fra le quali si può ammira-

AMBIENTERRITORIO

NATURA

Il giardino, grazie alla collaborazio-ne con l’università degli studi del Molise, ha inoltre avviato una serie di progetti volti alla salvaguardia ed alla conservazione del grande patri-

Conservazione della biodiversità vegetale. «Nel Giardino sono conservate piante endemiche rare, tutelate e a rischio d’estinzione. Campioni ve-getali rappresentativi della diversità

-dino, sono conservati nel Museo dell’Erbario dell’Università del Moli-

In più la struttura, tramite la coope-rativa Madre Natura di Agnone, pro-

muove molte iniziative di carattere educativo con tanto di percorsi di-dattici e visite guidate. «Ci sono diversi appuntamenti du-rante l’anno - riprende Pelino - A giugno per esempio abbiamo orga-

-

A luglio si è svolto invece il quar-

culturali si preparano per i prossimi mesi. Una ragione in più per tornare in questo scrigno di biodiversità che si nasconde dietro un minuscolo cancello di legno.

LA SENTINELLA DEI SANNITISulla vetta del monte Saraceno, a Cercemaggiore, sorge una misteriosa città sepolta. Ecco che cosa nasconde

di Francesco Marino

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Nella foto sopra,resti di mura ciclopi-che rinvenute durante la campagna di scavo.Per informazioni:http://turismo.provin-cia.campobasso.it

-no di Cercemaggiore, sorge una misteriosa città, conosciuta con l’af-

-ta è una storia non ancora comple-tamente conosciuta dato che la ri-cerca archeologica è ancora in una fase embrionale. Ad ogni modo, a seguito di un intervento economico della Regione Molise, nel 2005 si è potuta approntare una campagna di scavi che ha portato alla luce un’an-tica città interrata. Essa è delimitata da due cerchie murarie: la prima, più antica e più piccola, risalente

sommità del monte, mentre la se-conda, più grande, degli inizi del III secolo a.C., si ricollega alla prece-dente per abbracciare uno spazio ancora più vasto. La cinta maggiore è lunga 2,100 km circa e si esten-de sulle pendici del monte verso la

porte monumentali, in corrispon-denza esatta del tracciato viario tut-tora esistente, e che pertanto non

-

anch’esse ancora esistenti, che de-vono aver condizionato l’ubicazione dei percorsi e degli accessi. Interes-sante è anche la posizione geogra-

viabilità antica dei percorsi tratturali del Pescasseroli-Candela, del Ca-

collegamento tra questi due, cioè il Cortile-Matese. Nell’ambito di que-sta distribuzione viaria, Cercemag-giore rappresenta il sito centrale, ultimo baluardo a contatto con i territori irpini e caudini, in un punto centrale tra la valle del Tammaro e la valle del Carapelle e, più in là, ol-tre la montagna di Gildone, la valle del Tappino, che porta alle Puglie. Quindi, alla luce della campagna di scavi del 2005 si può affermare che nell’agro di Cercemaggiore sorse una importante città sannita. Quello che probabilmente ha sempre fuor-viato gli studiosi è l’aver collocato l’antica città italica nel luogo dove ora sorge il paese e non sulla vicina