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C RONACA LOCALE - N EWS DALLE ASSOCIAZIONI C ULTURA - E VENTI - R UBRICHE E C URIOSITÀ NAPOLEONE BERTOGLIO PISANI: CENTO ANNI DI BENEFICENZA FESTONE 2012 : IL FESTIVAL DELLA FOTOGRAFIA SPORTDAY DEDICATO AL PICCOLO ALESSANDRO UN SENTIERO DIDATTICO NEI BOSCHI DELLO ZERBO Profumi d’autunno P IAZZA DEL P OPOLO P IAZZA DEL P OPOLO ‘98 ‘98 Notiziario di Besate Anno XV Num. 3 (120) - Ottobre 2012 Profumi d’autunno Esec17x24_ott2012 26-10-2012 14:43 Pagina 1

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Perbacco, è autunno! Il Besate photo festival porta le opere di due personalità della fotografia nelle nostre strade. Gente con la mappa di Besate che cerca Palazzo Visconti di Modrone? Abbiamo visto anche questo! Res Rusticae, è successo: vendute tutte le zucche. E adesso? Infine, la bella rubrica di Rolandi "Amarcord"

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CRONACA LOCALE - NEWS DALLE ASSOCIAZIONI

CU LT U R A - EV E N T I - RU B R I C H E E CU R I O S I T À

NAPOLEONE BERTOGLIO PISANI: CENTO ANNI DI BENEFICENZA

FESTONE 2012 : IL FESTIVAL DELLA FOTOGRAFIA

SPORTDAY DEDICATO AL PICCOLO ALESSANDRO

UN SENTIERO DIDATTICO NEI BOSCHI DELLO ZERBO

Profumi d’autunno

PIAZZA DEL POPOLOPIAZZA DEL POPOLO‘‘9988‘‘9988Notiziario di Besate Anno XV Num. 3 (120) - Ottobre 2012

Profumi d’autunno

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2 Piazza del Popolo ‘98E D I T O R I A L E

SOMMARIO2/4 EDITORIALE/

5 DALLA CROCE AZZURRA/

6 IL FESTON DI BESATE/CONCORSO VETRINE

9/13 1° SPORTDAY/ALTROVEQUI: TERMINAIL CINEMA ITINERANTE

14/15 NEWS DAL PARCHETTO

16/19 PASSPARTÙ/AMARCORD

20/21 CAMPEGGI ESTIVI

22/25 LA PASSIONEDOMINANTE/MELCHIORRE DE GIULI/ARTE A BESATE

26/27 RIFLESSIONI/UN SENTIEROPER CONOSCERE IL BOSCO

28/29 L’ANGOLO DEL GALLO:COSÌ CI VOLETE/GENERAZIONE VIGLIACCA

30/31 ADICONSUM

32/34 RECENSIONEFILM “PIETÀ”

35/36 TARIFFE INSERZIONI/INFORMAZIONI UTILI

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▼ L’ 1settembre1912 moriva ilConte NapoleoneBertoglio Pisani, no-bile appartenente a unadelle famiglie più importanti del nostropaese nei secoli scorsi. Non avendo eglifigli o discendenti diretti dispose nel suotestamento, che viene qui di seguitoriportato, di lasciare buona parte del suopatrimonio in beneficenza a vari enti eistituiti, tra i quali il Comune di Besate,al quale legò la sua casa da nobile,affinché fosse sede del Comune ocomunque di un’ente pubblico, la casci-na Luisola in Comune di Vernate, tutti isuoi possedimenti terrieri in Besate e unconsistente patrimonio in denaro, affin-ché servissero per il sostentamento el’aiuto dei più poveri e bisognosi besa-tesi. Questo patrimonio avrebbe dovutoessere gestito da un’Opera Pia, ovverouna società appositamente costituita,che portasse il suo nome.Oggi, a cento anni dalla sua morte,ancora la nostra comunità gode deibenefici di quella generosa donazione.La sua casa è tuttora sede delMunicipio. L’Opera Pia Bertoglio Pisani,

che ha ge-stito il patri-

monio fino aqualche anno fa,

aiutando le famigliepiù bisognose, è stata sciolta

a seguito di mutamenti legislativi e ilpatrimonio è stato trasferito direttamen-te al comune, con il vincolo testamenta-rio di essere utilizzato per fini sociali.Tutti i possedimenti terrieri del conte inBesate sono stati messi all’asta.Anche lacascina Luisola, nel territorio del comunedi Vernate è stata venduta due anni fa eil ricavato della vendita viene ora impie-gato per interventi a fine sociale.Ma cosa spinse il conte a questo gran-de atto di generosità nei confronti dellanostra comunità? La gloria? La volontàdi non essere dimenticato? Non lo pos-siamo sapere con certezza, ma sicura-mente anche un sentimento di ricono-scenza verso quel paese in cui ha vis-suto, una sorta di ‘restituzione’ di quan-to i suoi possedimenti nel nostro comu-ne gli avevano reso in vita, un’attenzio-ne particolare verso gli ultimi, i piùpoveri e abbandonati della nostracomunità in particolare, ma non solo.Una filantropia che traspare dalle

CENTO ANNI DI BENEFICENZA

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numerose altre donazioni a istitutibenefici, fatte anche da vivente. Il conteera anche un appassionato d’arte, nelbello riconosceva un’altra manifestazio-ne del bene al quale il suo animo erasensibile: lo si capisce dagli oggetti disua proprietà che menziona nel suotestamento e dai lasciti in favore dellafabbriceria parrocchiale per il restauro ela conservazione di alcune opere d’arte.Certo erano anche altri tempi, la men-talità era molto diversa da quella delgiorno d’oggi e c’era anche una diversaconsiderazione per le istituzioni; tutta-via questo nulla toglie alla generosità diquest’uomo nobile, per quello che pos-siamo intuire, non solo di nome maanche nell’animo. Il conte Napoleone èstato ricordato nella S.Messa solennein occasione della festa di S.Innocente,il 2 settembre, nel centenario della suamorte e in concomitanza con la festadel paese che ancora oggi gode dellasua generosità. Il sindaco ha quindiespresso, a nome di tutta la comunità,grande riconoscenza e stima per aver-lo avuto come nostro concittadino.A noi, besatesi di oggi, la responsabili-tà di usare al meglio di questa eredità.

Michele Abbiati

▼ Milano, 3 gennaio 1909. In questepagine, io Napoleone Bertoglio Pisani delfu Don Leopoldo dei Conti di Tomo, edella fu Donna Amalia nata nobileMozzoni Frosconi, scrivo colla mano sini-stra le mie disposizioni testamentarie.

A Dio misericordioso raccomando l’ani-ma mia.

Voglio che il mio corpo rimanga sopraterra, senza essere toccato, per qua-rantotto ore almeno. Dovrà poi il medi-co accertarsi che sia fatto cadavere, coimetodi d’uso; allora, vestitogli e mes-sogli al dito anulare della mano dritta ilmio anello d’oro collo stemma di fami-glia inciso sopra pietra, sia chiuso incassa di piombo e zinco nella quale siriporranno insieme il crocefisso di ferroappeso al fianco del mio letto e lacoroncina colla medaglietta portante daun lato l’immagine della VergineImmacolata e dall’altro quello di PapaPio IX: coroncina ch’era di mia madre etengo sempre presso di me.

Sopra il mio feretro si applicherà unatarga di rame con incisi il mio nome ecognome,la data della mia nascita emorte. La mia salma dovrà poi esseretumulata nella edicola sepolcrale da mefatta costruire nel cimitero del comunedi Besate, circondario di Abbiategrasso,e precisamente nel colombario a destraentrando, sopra quello che raccoglie lespoglie della amatissima mia madre.

Si dovrà mandare a Besate per la tumu-lazione un abile marmista, non essendotroppo facile il rimuovere la lastra dimarmo che chiude il colombario. I mieifunerali si dovranno fare nella chiesaparrocchiale di San Michele Arcangelo inBesate, con quel decoro che al reveren-do parroco ed al mio esecutore testa-mentario parrà conveniente.

Sul capitello alla porta della chiesa siscrivano queste parole: Pace all’animadi Napoleone Bertoglio Pisani Conte diTorno, Dottor in Legge, CavaliereIerosolimitano. Proibisco di porre fiori ocorone sopra o dietro il mio feretro e dipronunciare, quando mai ve ne fossel’intenzione, alcuna parola sulla miasalma. Non si mandino lettere di parte-cipazione della mia morte: basti unsemplice annunzio in qualche giornaledi Milano e di Roma, fatto dai miei piiprossimi congiunti.

Seguono alcuni legati: 500 lire al parro-co di Besate per i poveri della parroc-chia e 150 per cinquanta messe dacelebrarsi entro un anno dalla morte;300 lire al portinaio della casa in cuiavverrà il decesso; 300 lire alle famigliepovere della sua cascina Visconta incomune di Robecco e 150 a quelledella cascina Luisola nel comune diVernate,pure di sua proprieta; 1000 lireall’asilo infantile della parrocchia di S.Francesco de Paola in Milano; 1000 lireall’Opera Pia Gerli di Milano; 1000 lire

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TESTAMENTOConte

Napoleone Bertoglio Pisani

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all’ospedale del Sovrano Militare Ordinedi Malta di Milano; 2000 lire all’asiloinfantile del Comune di Besate.

Lascio al Comune di Besate la mia casada nobile in Besate, perché abbia a ser-virgli di residenza, e qualora ciò nonpotesse accadere, abbia a servire peruffici pubblici, per istituzioni di benefi-cenza, per scuole od altro uso che non lefaccia perdere il secolare suo carattere,ne conservi la proprietà e voglia porresotto la porta d’ingresso della medesi-ma, dove si creda meglio, una lapide laquale ricordi questo mio lascito.

Allo stesso Comune di Besate lasciotutti i miei altri beni immobili e direttidomini pure in detto Comune di Besate,il mi podere denominato CascinaLuisola, sito nel vicino comune diVernate, ed un capitale di lire quindici-mila, affinché di tutti questi valori cherappresenteranno, calcolo, più di lirecentomila, abbia a costituire legalmen-te un’Opera Pia al nome Bertoglio.

Detta Opera Pia avrà per scopo di soc-correre con assegni in denaro od in altromodo che si ritenga più opportuno, pove-re vecchie e poveri vecchi di Besate, conpreferenza agli infermi ed a quelli senzafamiglia. Di quanto é contenuto nella miacasa di Besate, da me lasciata a quelComune, i miei eredi potranno asportaree prendersi ciò che loro aggrada (notoche vi ha qualche ritratto di famiglia equadro di certo pregio) (...).

Lascio alla Fabbriceria della chiesa diS. Michele Arcangelo, parrocchiale diBesate, lire tremila cinquecento per lacelebrazione in ogni anno ed in perpe-tuo di un ufficio funebre, colla elemosi-na di lire cinquanta; la eccedenza sulreddito di detto legato dovrà esseredalla Fabbriceria impiegata nellabuona, diligente manutenzione dellacappella Bertoglio Pisani, dove sull’alta-

re il quadro rappresentante la Verginecon Gesù in grembo e Santi ai lati, dipin-to di Marco d’Oggiono, quadro e cappel-la da me fatti restaurare nel 1905.

(Seguono altri legati: un reliquiaria d’ar-gento e un quadro antico alla parroc-chia di Besate, nonché somme edoggetti preziosi a numerosi parenti).

Voglio che siano offerti e dati allaBiblioteca Ambrosiana di Milano iseguenti quadri ed oggetti: il quadro concornice dorata, rappresentanteNapoleone I, mezza figura in abito impe-riale e corona di alloro, la testa di AndreaAppiani, il resto forse della sua scuola; i due ritratti di scuola veneta, mezzefigure in costume antico, con cornicedorata; il quadro con cornice doratarappresentante una vecchia con untulipano nella mano, mezza figura,attribuito a Sebastiano del Piombo, el'antico disegno raffigurante un frate,ritenuto Lutero, sotto vetro con cornicedorata: ambedue questi quadri proven-gono dal convento dei Cistercensi di S.Ambrogio in Milano, ritirati alla sop-pressione del convento dal padreLettore Conte Innocente Pietra diSilvano; le due tavolette rappresentantiil Ratto di Proserpina e Andromaca libe-rata dal mostro, attribuite al Murillo,con cornice dorata; i tre ritratti a pastello dei conti Pietra diSilvano, mezze figure, dei quali quellodel Cistercense dipinto da Angelico

Kaufman, e i due altri da valenti pittori;il ritratto in miniatura della marchesaPaola Litta Castiglioni amica di Parini edi Foscolo, all'età di 90 anni; la ripetizione d'oro da tasca, dono diLuigi XVI re di Francia, che porta sullacassa i ritratti ovali in miniatura di quelmonarca e della regina MariaAntonietta, sopra fondo di smaltoazzurro contornati da piccole stazzecome tutto l'orologio; l'antico medaglione di filigrana d'ar-gento e foglie di vite con piccoli cuori asmalto di Limoges, raffiguranti historied'amour, con motti in vecchio francese,e nell'interno uno specchio; il cammeo legato in oro a foggia di spil-la, chiuso in astuccio, sovra cui sta inci-sa la testa dell'illustre mio prozioMarchese Cesare Beccaria Bonesana,opera del romano Antonio Berrini, allie-vo di Pickler; l'anello d'argento con piccola meda-glietta di rame rappresentante il viceréd'Italia Eugenio con leggenda in greco; l'antico ricamo in seta di mia famigliarappresentante S. Carlo che dà il paneeucaristico a S. Luigi Gonzaga, attribui-to ad Antonia Pellegrini celebre ricama-trice del XVI secolo, sotto vetro con cor-nice dorata e stato riprodotto nel perio-dico per il terzo centenario della cano-nizzazione di San Carlo.

Nomino ed istituisco miei eredi in partiuguali i miei dilettissimi cugini Dr.Antonio Menclozzi delli furono nobileErcole e Camilla Mozzoni, DonnaBianca Martinengo di Villagana delConte Carlo e della fu ContessaGiuseppina nata Bertoglio dei Conti diTorno maritata all'avv. cav. PaoloBonomi, Donna Giuditta Martinengo diVillagana del Conte Carlo e della fuContessa Giuseppina nata Bertoglio deiConti di Torno, vedova del Conte IppolitoMarchetti di Montestrutto.

(Archivio Comunale di Besate, cart. 5)

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▼ Anche quest’anno il maltemponon ci ha lasciato fare il “Feston daBesà”, l’ultima festa che chiudel’estate e le vacanze. Comunquedopo Sant’Innocente tutto ricomin-cia: scuole, oratorio, lavoro e tutte levarie attività.Il volontariato “Croce Azzurra”, poi,non ha fatto una completa pausaestiva, ma ha ripreso comunque, contutti i vari servizi, scuola compresa.Il nuovo anno di lavoro cominciabene con una nuova volontaria…benvenuta Chiara! È giovane, quindiil piacere di arruolarla è il doppio; cilusinga il fatto che il nostro gruppoattiri anche i giovani, buon segno;significa che siamo un buon gruppoe seminiamo bene???

Ricordiamo di prenotare i servizi insegreteria appena si prendono gliappuntamenti; se possibile evitandovisite nell’ora di pranzo, anche i volon-tari hanno famiglia con i relativi doveri.I volontari di Besate ringraziano semprela signora Amalia, che non usufruiscedei servizi della Croce Azzurra, ma nelle

tre feste più importanti dell’anno, siricorda dei volontari.Alla signora Laura Rosti, che ha donatoil ricavato della vendita della sua ban-carella al mercatino di S. Innocente alla“Croce Azzurra” un grazie particolare.Rinnoviamo le condoglianze al nostrovolontario Paolo Vertulli e alla sua fami-

glia, per la perdita del caro papàAlberto, ringraziamo per la sensibilitàverso la nostra associazione e per leofferte ricevute dai colleghi di Monica,dai coscritti della leva 1944, dai vicinidi casa e da tutti gli amici.

Rachele Rebuscini

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▼ Tra le tradizioni non poteva certomancare il maltempo che ormai daqualche anno è presenza fissa, benchéindesiderata, del primo fine settimanadi settembre. Una presenza che anchequest’anno ha condizionato non pocolo svolgimento del “eston” besatese,soprattutto per quanto riguarda leserate del liscio che, organizzate dallasempre efficientissima pro loco, ognianno attirano grandi folle di appassio-nati del ballo e famiglie semplicemen-te liete di passare qualche ora in com-pagnia e che quest’anno purtroppohanno dovuto accontentarsi della solaserata di domenica, l’unica treguaconcessa dal maltempo.Ma come si dice dalle nostre parti “..eltemp e el cu…..” , quindi è inutileprendersela, meglio fare buon viso acattivo gioco e sperare che l’annoprossimo vada meglio.Ciononostante, tra uno scroscio dipioggia e l’altro, qualcosa si è riuscitia fare e ai besatesi non sarà certosfuggito di notare qualche novitàrispetto a quanto solitamente propostoe, come è normale che sia, quando sipropone qualcosa di nuovo ci si espo-ne a giudizi talvolta entusiasti e talvol-ta critici.Essendo parte dell’organizzazione cer-cherò di astenermi dall’esprimere unmio giudizio, che ovviamente sarebbedi parte, ma cercherò di riassumere glieventi che hanno caratterizzato le tregiornate di festa e raccontare in modopiù possibile obiettivo i commenti chemi è capitato di ascoltare.La prima e più eclatante novità è statoil Besate Photo Festival, un evento cul-turale che per la qualità degli artisti che

Il “feston” tra novità e tradizione

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vi hanno partecipato e per la quantità eil valore delle opere esposte avrebbebenissimo potuto svolgersi in contestiben più prestigiosi o in grandi città.Solo l’impegno, la costanza e la pas-sione di un gruppo di volontari chededicato l’estate alla realizzazionedell’evento ha potuto arrivare ad uncosì alto risultato per un piccolopaese come Besate, lo dimostra-no le decine di visitatori arrivatida “fuori” (da Torino, Como,Genova….) attirati proprio di grandinomi in catalogo.Che dire poi della “cena sotto le stel-le” che si è svolta sabato sera sotto ilportico del Palazzo Visconteo (coope-rativa)? Un successo sotto ogni aspet-

to e a dispetto che cattivo tempo edella pioggia che funestato l’interagiornata di sabato. Chi ha potuto par-tecipare a quella cena avrà certamen-te apprezzato oltre al sempre sugge-stivo contesto, le ottime ricette propo-ste da “Osteria del Cambio” accompa-gnate dall’ottima musica jazz eseguita

dal vivo dal gruppo “EnsembleVinaccia”.

La domenica poi era iniziata con qual-che grosso e minaccioso nuvolone incielo e con il timore che gli espositoriche si erano prenotati per il mercatino“Res Rusticae” avrebbero disertatoper paura di un'altra giornata di piog-gia. E invece man mano che passava iltempo le nuvole si diradavano e lebancarelle si infittivano. Alla fineabbiamo contato più di quaranta espo-sitori tra produttori locali di prodottibiologici, hobbysti, artigiani e piccoleimprese locali che anno dato vita adun colorato e originale mercatino dell’economia locale. E anche qui il grandesforzo di chi si è speso per organizza-re il tutto è stato ripagato dai com-menti entusiasti delle persone che sfi-lavano tra le bancarelle e sospiravanosoddisfatti di non trovare le solite bor-sette “luis finton” o i soliti jeans “roccotarocco”, ma prodotti veri, sani e akilometro zero.La banda Dixieland e gli artisti di stradache sfilavano tra le bancarelle e le viedel paese hanno contribuito a metteredi buonumore anche i metereopatici.E per chi proprio non riusciva a rilas-sarsi c’era anche la possibilità di con-cedersi un (m)assaggio di “zen shiat-

zu” offerto dagli amici delmonastero zen “il cerchio”.Insomma ce n’era un po’ pertutti i gusti e la festa è stata

festa anche senza botti.Erminio Sada

La più eclatante novità è stato

il Besate Photo Festival...

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CONCORSO VETRINE 2012▼ Durante il Festone un appunta-mento fisso è il “Concorso Vetrine”.Anche quest’anno i negozianti hannopartecipato realizzando bellissimevetrine, stando perfettamente al passocon i tempi e prestando massimaattenzione alle ultime tendenze.La giuria, appositamente costituita, havisionato tutte le vetrine predisposteed accuratamente preparate. Compitosempre difficile. Infine, dopo lungadiscussione, la giuria ha emanato ilseguente verdetto:“La commissione dopo aver visionatole vetrine in concorso ha così deciso:

1° classificato:

PANIFICIO IL FORNO di f.l l iSantagostino - Una vetrina originale,divertente, giovanile, realizzata concura in ogni dettaglio.

2° classificato:

MINI MARKET di Scotti Enrica - unritorno al passato come soluzione agliattuali tempi di crisi economica; vetri-na curata nei dettagli, colorata chemette ben in risalto i prodotti dellaterra e della tradizione contadina.

3° FOLLIE DI MODA

di Bordogna Francesca - una bellavetrina realizzata con cura ed elegan-za con un tema molto attuale sottoli-neato in modo simpatico e spiritoso.

Complimenti a tutti i negozianti chehanno partecipato e realizzato bellevetrine, contribuendo a Colorare ilFestone 2012”L’appuntamento è per il prossimoanno nella speranza di coinvolgeretutti gli esercizi besatesi.

Chiara Belloni

1° classificato

2° classificato

3° classificato

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1° Sportday Alessandro Laera

▼ Avvicinare i ragazzi allo sport: èquesto l’obiettivo che si sono dati gliorganizzatori dello Sportday, la giornatadello sport, che si è svolta presso il cen-tro sportivo polifunzionale domenica 23Settembre e dedicata al piccoloAlessandro Laera, volato in cielo pochimesi fa e tifosissimo del Milan.Fin dal mattino si poteva assistere adimostrazioni di karate, di tennis, dibeach volley e di calcio sui vari campi inerba sintetica o in sabbia e provare dipersona sotto la guida degli istruttori.Il tempo incerto non ha favorito la griglia-ta in compagnia organizzata per pranzo,tuttavia nel pomeriggio il centro sportivosi è animato maggiormente con l’inizio

dei vari tornei che hanno regalato avvin-centi sfide tra i ragazzi e le varie squadrepartecipanti.Inoltre era presente una rappresentanzadell’associazione volontari dei vigili delfuoco, di cui il papà di Alessandro faparte, con un mezzo di soccorso che eraa disposizione di tutti i bambini che vole-vano provare l’emozione di salire sulcamion dei pompieri.Ha chiuso la giornata il torneo di calciotra le squadre di Motta, Casorate,Calvignasco e la rappresentanza deicompagni di classe di Alessandro, che sisono classificati al primo posto e hannodedicato ad Ale la coppa.Sono state premiate le prime tre squadre

classificate di ogni torneo ed è stata con-segnata una targa ai genitori del piccoloAlessandro. Infine, a ricordo della giorna-ta è stata regalata una medaglia a tutti iragazzi che hanno partecipato con pas-sione, impegno e tanto divertimento.Un grazie va agli organizzatori: MarziaGambino, Andrea Zanardi e DamianoFusi, oltre ovviamente a tutti i dirigenti,gli allenatori e gli istruttori delle variediscipline che hanno accettato di parteci-pare. L’idea è che questa giornata difesta dedicata allo sport e ad Alessandrodiventi un appuntamento fisso nel calen-dario delle manifestazioni besatesi equindi… all’anno prossimo!

Michele Abbiati

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▼ Sabato 29 settembre, il primo sabato d’autunno, ilCinema Itinerante di AltroveQui si è trasferito ad Albairate, allaCascina Isola Maria per la serata conclusiva di “Questa Terra

è la mia Terra. Assaggi di cinema in cascina”, comincia-ta il 19 Maggio ad Ozzero, alla cascina selva , in Primavera.Ecco, questa è la giusta introduzione all’articolo.

La rassegna, in breveAmore per la natura, valorizzazione del territorio, riconoscimen-to dell’economia agricola e agrituristica come ricchezza econo-

mica e culturale dell’abbiatense, socializzazione, cinema.Le otto serate dedicate al cinema e cibo, insieme alla bellis-sima data della notte bianca di Morimondo, sono state occa-sioni d’incontro e condivisione, ma anche di conoscenza traassociazioni e persone attive nella vita sociale e culturale deipaesi toccati: Besate, Morimondo, Motta Visconti, Ozzero,Abbiategrasso, Casorate Primo e Albairate.A chi non ha avuto modo di partecipare, occorre spiegare chela serata aveva inizio con l’aperitivo o la cena a cura del-l’azienda agricola che ospitava il cinema, in modo da poter

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Terminata la seconda avventura del Cinema Itinerante

Sabato 29 settembre, il primo sabato d’autunno, il Cinema Itinerante di AltroveQui si ètrasferito ad Albairate, alla Cascina Isola Maria per la serata conclusiva di “Questa Terra

è la mia Terra. Assaggi di cinema in cascina”, cominciata il 19 Maggio ad Ozzero, allacascina selva , in Primavera.

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promuovere le proprie produzioni-specialità. Alle note di Gas-Gas di Goran Bregovic partiva l’energica sigla di AltroveQuiinvitando i ritardatari, coloro che ancora erano comodamen-te seduti davanti al tavolo, a prendere posto davanti alloschermo di un cinema preparato nell’aia, sul fienile, sotto ilportico etc. per un totale di otto splendide, suggestive e ini-mitabili sale cinematografiche di campagna.

All’introduzione di AltroveQui seguiva qualche cenno sull’azien-da ospite, infine la presentazione della pellicola, il più delle voltea cura di Fabrizio Tassi, già conosciuto per le sue pagine cultu-rali su Ordine e Libertà, i suoi articoli su Micromega o, per unpubblico che mastica più cinema che pane, gli articoli suCineforum. Finalmente, intorno alle 22, il buio veniva tagliatodalla luce del proiettore, e, a chi fosse capitato di percorrereuna delle strade sterrate che conduce ad una qualsiasi dellecascine, avrebbe sentito rumori insoliti, dialoghi ad alto volumee avrebbe visto strani bagliori colorati venire dalla cascina. Per

quelli seduti sulle poltrone ogni volta diverse invece, unicadistrazione al film: le stelle, e a volte, muggiti.

Settembre, il cinema al fresco e il grande muggitoTrovarsi a preparare il cinema all’aperto a metà settembre ècosa alquanto strana. Finite le vacanze, cominciano i festeg-

giamenti del raccolto (una volta) o del rientro (ecco), a secon-da dei casi. Quello che segue è una sensazione di rilassamen-to, o forse di imbolsimento e rassegnazione alle giornate chesi accorciano e all’odioso golfino serale.Quindi, la serata alla Cascina Gambarina di Abbiategrasso èsino all’ultimo stata un’incognita: ci sarà un pubblico? Il film“Focaccia Blues” è sufficientemente accattivante? La bellissi-ma Cascina Gambarina, grande, integra, sarà rintracciabileper chi non è del posto? Novanta persone hanno preso parte

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alla serata, hanno gustato l’aperitivo a cura di Orticolti(http://orticolti.blogspot.it , società di produzioni biologichedi cui fanno parte Cascina Gambarina, Cascina Caremma,Cascina Morosina e Cascina Isola Maria ) e hanno goduto diun divertente film-documentario in cui si narra di una stori-ca focacceria di Altamura che ha sconfitto Mc Donald's,costringendolo a chiudere per assenza di clientela.Un film a budget minimo che molto ha in comune al nostroprogetto: valorizzazione delle identità locali, qualità del cibo,filiera corta e appunto, basso budget. Applauso finale per lasimpatia, il buon proposito, le idee e perchè no, forse cam-panilismo bonaccione.

Cascina Isola Maria,la pioggia battente, un aperitivoeccellente, Roberta e “La transumanza della pace”Pioggia battente, quasi un nubifragio, ancora i preparativi incorso e fra poco comincia l’aperitivo.Dario e Renata gestiscono bene le situazioni critiche, davve-ro. L’aperitivo, bio come promesso, è davvero ottimo, e sigusta ancor meglio, diventando divino, quando si sta sottoun portico, un po’ accalcati. Renata è fiera di mostrarmi ilgranoturco biologico, sgranato a mano, di cui è fatta l’appe-titosa polenta che sto assaggiando.Successivamente, in “sala”, racconta della scelta di semi-nare questo granoturco delicato e di quanto sia statoapprezzato da cornacchie e piccioni.Queste le mie constatazioni: l’agricoltura bio è lavoro duro econtinua sperimentazione, la serata è umida e bellissima,Renata è una simpatica e brillante oratrice.Ma sapete qual’è stata l’ultima sala cinema di Questa terraè la mia terra? Lo sapete? La stalla della Cascina IsolaMaria. Circondati da vacche razza Frisona. Sullo schermovacche di razza Rendena. Il vero cinema 3d. Imperdibile!Non dovrei essere così informale nello scrivere, ma la sera-ta lo è stata: informale, priva di filtri, autentica.“La transumanza della Pace”,definito Road Movie Italo-Bosniaco è in realtà un docu-film che descrive il progetto diGianni Rigoni Stern (figlio dello scrittore Mario Rigoni Stern)e Roberta Biagiarelli regista, attrice teatrale, i quali conse-gnano 48 manze ad altrettante famiglie di Srebrenica, dove,nel Luglio del ’92, sotto gli occhi di un’europa inerte, addor-mentata, si è perpetrato un genocidio a danno dei musul-mani di Bosnia.Circa 8.000 le vittime fatte dalle Tigri di Arkan, criminale

comune trasformato in condottiero di truppe paramilitariserbe.Il progetto è ben raccontato nel documentario, che, cometale, lascia trasparire verità toccanti, testimonianze e com-portamenti che restituiscono fiducia, ottimismo.I protagonisti non sono personaggi, sono persone, spessosono loro, le vacche a strappare risate, altre volte toccanteè la generosità, diverte la simpatia degli allevatori rendeni,la tenerezza con cui descrivono le loro vacche, commuovela gioia negli occhi di chi riceve in dono ciò che anni primagli è stato rubato.Infine Roberta Biagiarelli, la regista, che segue il suo docu-mentario già passato da Cinema Ambiente di Torino e i cuiproventi vengono interamente devoluti al progetto

Srebrenica, racconta altre storie importanti, difficoltà o epi-sodi felici, nuovi amici e nuove tappe.Poche domande dal pubblico, ma tanta ammirazione, segui-ta da applausi.

Gianluca Recalcati

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www.altrovequi.it

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“Un progetto che ha il respiro e i sapori di una fiaba, chelega valori ancestrali e si contrappone alla barbarie eall’immiserimento. Una favola fatta di montagne, vacche,volontà, genti e cuori pulsanti… Un’ esperienza che contie-ne in se molte storie.1992- 2012- Ventennale dell’inizio dell’assedio di

Srebrenica.

L’ingresso dei nostri trattori in quei territori al posto deicarri armati di venti anni fa, sono la nostra rivincita sullaviolenza più efferata che distrusse persone, affetti e luoghi.I trattori donati hanno ripreso ad arare, seminare e rende-re di nuovo fertili quelle terre.Questo è il mio sforzo creativo per raccontare e far risuo-nare la testimonianza di un’azione che va in controtenden-

za, che va incontro alla costruzione di un “nuovo umanesi-mo”. Per questo stiamo lavorando.

Roberta Biagiarelli

TUTTO CIÒ CHE OCCORRE SAPERE.

Per saperne di più sul progetto “La transumanza della pace”http://www.babelia.org

Potete versare il vostro contributo a:

Banca Suasa - Credito Cooperativo

Filiale di Mondolfo (PU) c/c intestato a BABELIA & C.

Codice IBAN: IT 19 S 08839 68390 000030131979

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▼ Lo sport, con le sue regole, rappresenta un’opportunitàformativa importante. Aiuta i giovani a costruirsi una vitasana, basata sulla cultura dell’impegno, sulla convivenza e ilrispetto per gli altri, espressa nei valori di genuinità e purez-za, fondamenti di ogni società civile.Proprio perché Turri ha sempre avuto a cuore questi valori,oltre ad essere protagonista del settore della fornitura di

bevande nella zona di Motta Visconti, coopera con la societàBiscaldi, leader import-export della nota bibitaenergetica “Monster”,che ha prestato volon-tariamente il suobrand per diventaresponsor della squadradi Calcio locale Turri

Monster, vincitriceper ben tre volte diseguito del Torneosarale tenutosi pressoil Centro sportivo di

Besate negli anni2010, 2011 e 2012.Quest’ultima vittoria,in particolare, si pro-pone di dare spazio evisibilità al Calcio gio-

vanile; vuole essere unriconoscimento ed unincoraggiamento a partecipare con passione alla valorizzazionedello Sport, promuove e persegue alti valori educativi e cultura-li e propone il ritorno ad un Calcio “eroico” di natura popolare,dalle valenze formative e sociali basate sull’autenticità.Si ringraziano tutti coloro che hanno collaborato all’organizza-zione e al buon esito di questa avventura sportiva, che havisto nascere e crescere un vero team vincente di 11 ragaz-zi, pronti ad impegnarsi per raggiungere l’obiettivo della vitto-ria con vera passione.Un grazie sincero ai gestori responsabili della struttura spor-tiva Raffaella Santagostino e Damiano Fusi e, naturalmen-te a tutta la squadra composta da: Andrea Franchi, Simonluca

Pozzi, Gianmarco Di Gaeta, Marco Pozzi, Simone Cossiga,Paolo Negri, Riccardo Reina, Valerio Castoldi, Marco Scalisi,Alessandro Vigo, Giuseppe Pizzolante.Turri dunque promuove lo sport, ma è un nome sin dal 1958,da quando l’attività di fornitura di bevande viene avviata dalnonno di Elio Caserio, Turri Innocente, per poi svilupparsi neltempo e sul territorio fino ad essere oggi un punto di riferi-mento del settore. La sede è a Motta Visconti, comune del

Parco Lombardo delTicino, zona ricca eaccogliente ad unpasso da Milano edall’Oltrepò pavese,ma l’attività si estendein molti angoli dellaLombardia.La distribuzione diacque minerali, vini,birre, bibite e succhi difrutta naturali, rappre-senta l’attività d’im-presa principale e ilservizio è rivolto a dueutenze: privati (servi-zio door to door, con-segna a domiciclio) edesterni (Horeca):ristoranti, bar, Hotel,catering ed eventi.

Turri 1958 Motta Visconti è certamente protagonista nellosviluppo in Lombardia del “mondo delle bollicine”, e paralle-lamente portatore di valori di autenticità e tradizione.

News dal parchetto

BESATE E TURRI MONSTER:una passione vincente che dura da 3 anni!

I campionissimi di Turri Monster.

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Passpartù,dì soltanto una parola

▼ Il tempo d’estate e di centro esti-vo è finito ormai da più di due mesi. Il21 luglio si è svolta la festa finale conuna cena per tutti i ragazzi e le famigliee uno spettacolo organizzato dagli ani-matori.Anche quest’anno l’oratorio San Luigidi Besate ha organizzato per 6 settima-ne l’estate dei nostri ragazzi, daIlaprima elementare alla terza media.Il titolo di quest’anno “Passpartù, dìsoltanto una parola” ha avuto comefilo conduttore la Parola. Il pro-getto di quest’anno, infatti,ruotava intorno all’intenzio-ne educativa di dare valorealle parola. Siamo in mezzoalle parole e per certi versiabbiamo a disposizione moltistrumenti che potrebbero favorirela comunicazione e il dialogo tra le per-sone. Ma – come dicono i Vescovi negliorientamenti pastorali per questodecennio – c’è un’emergenza educati-va che riguarda anche il tema dellacomunicazione.E allora… Passpartù, una piccola paro-la dal grande significato. Una chiaveche apre ogni porta, soprattutto quelladel cuore di tutti. Andare al fondo delsenso delle parole può aiutare i ragazzi

a usarle con coerenza e a costruire persé e per gli altri un lessico nuovo sullostile del Vangelo e di Gesù, Lui che harestituito un significato vero alle paroledegli uomini.Se il tema si è incentrato sulle parole,bisogna utilizzarne subito una: GRAZIE!Un grazie va a tutti quelle persone chehanno reso possibile la realizzazione ela buona riu-

scita diquesto Centro Estivo. Grazie a donRinaldo e a Giovanna e a tutti gli anima-tori che già da maggio si sono trovatiper prepararsi e organizzare al megliole giornate e che hanno accompagnatoi bambini nelle diverse settimane.Grazie a tutte le mamme, i papà, e lesignore che hanno sistemato, pulito,reso più bello e accogliente l’oratorio!

Una bella novità è che da quest’anno iragazzi hanno pranzato nel nuovo salo-ne: un nuovo spazio inaugurato propriodurante questo centro estivo.Per il resto tutto si è svolto per ilmeglio: tanti giochi organizzati, tornei,la piscina al mercoledì a Lacchiarella, icompiti, le sfide a ping pong, i balli digruppo… Sono tante le parole che si possonousare per spiegare il Centro Estivo, ma

vorrei utilizzarne solo alcune:IMPEGNO: quello degli anima-

tori che hanno donato unpo’ delle loro tempo estivo;AMICIZIA: il legame forteche si è venuto a creare

tra tutti;PREGHIERA: l’appuntamento

quotidiano che ha accompagnatoil Grest durante le 6 settimane;CRESCITA: questa esperienza ha sicu-ramente arricchito il cuore di tutti, emagari ci reso più maturi.Ora è tempo di iniziare un nuovo annodi impegno scolastico durante il qualemettere a frutto ciò che abbiamo impa-rato durante l’oratorio estivo, in attesadella prossima estate che ci accompa-gnerà in una nuova avventura.

Chiara Belloni

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18 Piazza del Popolo ‘98O P I N I O N I E R I F L E S S I O N I

▼ Era il 1934, la guerra1915-1918 era finita da 16anni e diversi reduci si sonoincontrati allo Zerbo dove fuscattata la fotografia qui ripro-dotta. Foto scattata dal lato sud dove c’è l’entratadella chiesa. Tra i reduci si vedono i besatesiPietro Nidasio e BattistaGomaraschi seduti in primafila. Non so se ci siano altribesatesi, se qualcuno riconosceun suo avo ne sarei lieto se locomunicasse. Lo Zerbo fino aglianni ’60 era di proprietà delcomune di Besate e d’estate sifaceva la “colonia estiva” fre-quentata dai ragazzi di Besate.Ricordo di aver partecipatoanch’io per qualche anno. Alleotto e mezza della mattina sipartiva incolonnati a piediaccompagnati dalle suore e dellesignorine Emilia Tarantola eGenoeffa Panza, che ci sorve-gliavano durante tutta la gior-nata oltre che aiutare le suore aprepararci il pranzo e la meren-da.Il ritorno serale avveniva versole 17.30 con un pullman delladitta Melegati.Lo Zerbo per diversi anni fuanche famoso per la “Festa delloZerbo”, forse la più grandeattrazione di Besate. La festadurava i quindici giorni dellaprima metà del mese di maggio,c’erano varie bancarelle, le gio-stre, l’osteria e negli ultimianni prima che venisse vendutoanche una balera in muratura.I non più giovani la ricordanocon molta nostalgia e vorrebberoche ci fosse ancora, ma purtrop-po resta un sogno.

Carlo Rolandi

A m a r c o r d

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▼ L’estate trascorsa ciriporta alle vacanze, alcaldo e a qualche giornotrascorso lontano dallenostre usuali occupazio-ni. Giorni più o meno feli-ci, e per i più giovanisicuramente spensierati,senza la scuola. Lo hannosperimentato i bambini eragazzi che hanno parte-cipato all’Oratorio estivo,dal tema “Passpartù”, e amaggior ragione chi havissuto anche l’esperien-za dei campeggi in mon-tagna. Riproposti per ilsecondo anno si sonosvolti su tre turni: quintaelementare e prima media dal 26giugno al 2 luglio, seconda e terzamedia dal 9 al 18 luglio e adole-scenti dal 22 al 31 luglio.Il luogo, ormai ben conosciuto, èCanosio, piccolo comune in ValMaira, provincia di Cuneo, mentrela guida per tutti i turni è statol’instancabile Don Rinaldo, aiutatodai validi cuochi ed animatori. Ilprimo turno tra i tre è stato quellopiù scarno di ragazzi, ma forseper la loro vivacità facevano laparte anche di chi è rimasto a casa,nonostante il malanno che ha colpitoun po’ tutti. Mostrandosi validi “arram-picatori” sono riusciti ad arrivare invetta sul “colle del mulo”, a oltre 2000mt di altezza, guadagnandosi una stu-penda vista e anche qualche stellaalpina.Oltre alle gite per loro c’è stato tantospazio per il gioco, al campetto delpaese, presso l’accampamento degli

indiani o in tanti altri bellissimi scorciche la montagna offre; qualche piccolomomento di preghiera o riflessione e ilservizio nei momenti di convivialità deipasti aiuta loro a cominciare a sentirsiparte di una comunità in cui ciascunomette del suo. Il secondo turno è risul-tato ben nutrito di ragazzi e ragazze di2° e 3° media, e ciascuno di loro si ècaratterizzato per una dote specifica:dai naturalisti con acuta osservazione

di insetti e spazi natura-li al più spericolato, dalpiù rompiscatole al piùtranquillo, insomma tuttecaratteristiche che emer-gono durante le giornatedi vita di gruppo.Anche loro si sonodimostrati buoni cam-minatori, con l’eccezio-ne di qualche pigroneche comunque non puòmancare. Data l’età giàpiù matura, in climapre-adolescenziale, conloro è stato dedicato piùtempo alle riflessioniinsieme, anche interat-tive, dei temi che

cominciano ad interessarli, unpo’ di tempo per la preghiera edue S. Messe, animate con spi-rito comunitario.Tra le gite dell’intera giornata lapiù ambita sicuramente quella inFrancia: attraversando il confinecon le macchine sul colledell’Agnello si scende sul ver-sante francese, dove ad atten-dere i ragazzi c’è una piscinacomunale all’aperto; il pranzo èa base di panini con baguettes

in riva a un torrente, con tanto spazioper giocare e “puciare i piedi”; arrivatipoi alla tanto attesa piscina il pomerig-gio passa in fretta tra un tuffo e l’altro,e alla sera si torna a casa stanchi edaffamati.Le serate passano in fretta tra giochicomunitari, qualche film, o una chiac-cherata davanti a una tazza di camo-milla. L’ultima sera è d’obbligo il falò,con la legna secca trovata nel bosco,

Campeggi estivi per ragazzi

L’ambiente del gruppo più ristretto

e lontano da casa favorisce sicuramente

un dialogo più “intimo”, rafforza le amicizie

e genera complicità...

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accompagnato da un po’ di musica,mentre i ragazzi (forse più le ragazze)si lasciano andare nei balli di gruppo.Il terzo turno ha visto protagonisti inprimis gli adolescenti impegnati nellesettimane precedenti con l’OratorioEstivo, quindi per loro una sorta di“vacanza” dopo le fatiche dei giornipassati sotto il sole con i bambini; altriamici si sono aggiunti al ben collauda-to gruppo degli animatori e l’intesa si èsubito trovata.Partiti subito alla domenica mattina,l’indomani della festa serale finale delCentro Estivo, la loro settimana emezza ha fatto da preludio alle vacan-ze di agosto. Il numeroso gruppo (oltre20 tra ragazzi e accompagnatori) si ècontraddistinto per essere il più affa-mato, e anche le ragazze questa voltanon sono state da meno, lasciando unpo’ sorpresa ma ben contenta, lacuoca Giovanna e i suoi aiutanti.Con gli adolescenti si riesce maggior-mente a fare discorsi più approfonditi,le loro esigenze sono diverse rispettoai più piccoli (non si accontentano dipoco!), per questo è necessaria un’at-tenzione diversa.Tutti i turni si sono comunque svolti inun clima sereno e, in generale, dirispetto reciproco; l’ambiente del grup-po più ristretto, e lontano da casa,favorisce sicuramente un dialogo più“intimo”, rafforza le amicizie, e generauna complicità diversa rispettoall’esperienza dell’Oratorio Estivo.Entrambe le iniziative quindi fannoparte di un comune progetto, non siecludono ma si rafforzano a vicenda.Ora che la scuola è iniziata a pienoregime, e tutte le altre attività conessa, bisogna fare in modo che leesperienze passate non restino unsemplice piacevole ricordo, ma qualco-sa da cui trarre insegnamento, per cor-reggere o trarre insegnamento nelfuturo!

Alberto Abbiati

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✒ Verso la primavera persuasi miopadre a togliermi dalla prigione di S.Vito. Gli occhi cominciavano a doler-mi; la lucerna di giorno e di notte meli aveva affaticati. Fu una separazionebrusca, della quale la portinaia e lafiglia si risentirono come d’una offesa.La nuova camera dove trasferii i mieipenati (tanto spaziosa che mi perdevodentro) era impregnata di un odorecosì acuto di non so quale liquidodisinfettante, che dovetti scappare.Stavolta non disturbai mio padre efeci da me.Mi liberai dalla padrona, e nella stes-sa casa di Piazza della Vetra trovaicamera e pensione presso un gentilis-simo barbiere che, tagliandomi icapelli, mi aveva sedotto sulle virtùdella sua mensa. Dividevo la cameracon un allievo capomastro: un giova-

nottone molle e fiacco, rosso in visocome un mattone.Piazza della Vetra non nella mia casa,ma nei dintorni, era abitata dai piùloschi figuri della città. Era il famoso

quartiere della «teppa». Dai ragazzidella piazza con i quali mi mescolavotalvolta, sentivo parlare di case miste-riose, annidate nei vicoli vicini, diuomini che non lavorano e battono le

donne, di donne che escono solo dinotte come le civette.La fantasia non aveva tempo di sof-fermarsi: lo studio e i cento metri dicorsa (cronometro alla mano) assorbi-vano tutti i miei pensieri.La musica era del tutto dimenticata.Nessuno me ne parlava.In casa di amici del barbiere ero sfrut-tato per suonare qualche volta deivalzer.Le care signorine intanto sgambetta-vano, e negli intervalli mi facevano lacorte solo per indurmi a ripetere lasonata. Non ero però così grullo dalasciarmi pescare del tutto.Rincasare soli di sera era pericoloso,a quei tempi, nel mio quartiere. Ognigiorno la cronaca della piazza regi-strava qualche aggressione. I ragazziper bene, che avevano l’aria di fami-

“La passione dominante”L’autobiografia di Felice Lattuada (33ma puntata)

Felice ha 14 anni quando frequenta un istituto tecnico milanese, ospi-tato in una stanzuccia presa in affitto da una portinaia e che dopo pocoabbandona per – letteralmente - cambiarie aria. E deve subito fare iconti con la "teppa" milanese, che a distanza di decenni gli avrebbeispirato una pagina alla Paolo Valera. In quel proletariato affollato didisperati, la donna contesa si chiama Adalgisa. Anche costei, comesarebbe stato cinquant'anni dopo per l'Adalgisa di Gadda, intravvedenella conquista del maschio per bene il proprio riscatto sociale.

Mario Comincini

La musica era del tutto dimenticata.Nessuno me ne parlava.

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glia, erano spesso presi di mira dagiovinastri che fracassavano loro la«magiostrina» [paglietta] in testa o lipercuotevano, li deridevano, quandonon vuotavano loro le tasche.Ero piccolino e non avevo ancoral’aria di un giovinotto, ma avevoil mio orologio d’argento e qual-che soldarello per le piccolespese.Per sfuggire alle disavventureavevo inventato il pittorescotrucco di camuffarmi da teppistaquando mi capitava di rincasaredopo le dieci, a portone chiuso.Cappello a sghimbescio, ciuffospiovente a destra sulla fronte,bavero rialzato, sigaretta all’an-golo della bocca sprezzante,occhi grifagni, passo dinoccola-to e obliquo.Quattro ragazzacci della mia etàmi presero una sera in mezzo: leintenzioni cattive erano manife-ste. Diedi in una risata.- Cretini, non vedete che sono deivostri?E simulai di unirmi a loro per disturba-re gli amori di un giovanotto con unbel gibus [bombetta], fiore all’occhiel-lo, che passava con una damina vapo-rosa. Frattanto il mio capomastro siera innamorato di un’allieva levatrice,che lo faceva disperare.Era una bella morettina che frequen-

tava la casa del barbiere, e ne dovevasapere una più del diavolo: anche piùdei fascicoli d’anatomia che avevadimenticati in una sua visita al barbie-re, e avevo letto con grande curiosità.Giacinto, il neo capomastro, non riu-

sciva a far breccia nel suo cuore e sidisperava. Una sera me lo trovo nelletto. Aveva un’aria piagnona da farridere anche le pietre dei suoi progetti.- Non posso dormire.- E che colpa ne ho io?- Me lo fai un piacere?- Vediamo.

- Ho scritto un biglietto all’Adalgisa.Glielo consegnerai domani?- Stai fresco! Arrangiati e lasciamidormire.- Sii buono: cosa ti costa?Non rispondo e gli tiro due calci che lo

fanno scappare nel suo letto.Ma la mattina siamo da capo colbiglietto. Sono così stufo che miarrendo.- Signorina, venga per favore nellamia camera - dico ad Adalgisa nelpomeriggio, appena la vedo. Misegue sorridendo. Anch’io sorridoe le consegno il biglietto. Legge epoi dà in una pazza risata rove-sciando la testa all’indietro.- Dirai al tuo capomastro che mipiacciono di più i ragazzi intelli-genti come te. - E d’improvviso miprende la testa fra le mani, preme,incolla profondamente le sue lab-bra sulle mie. Uno strano brividopercorre il mio essere.- Adalgisa... - dissi allora.

Adalgisa, dico oggi... «di quanto malfu matre» il dono della prima occulta,sconosciuta dolcezza! Da allora capii perché i colombi siprendono per il becco così spesso evolentieri, e fu buona ventura che lamia colombina sparisse dall’orizzon-te, lasciando il capomastro a beccoasciutto.

Adalgisa, dico oggi...

«di quanto mal fu matre»

il dono dellaprima occulta,

sconosciuta dolcezza!

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Melchiorre De Giuli:da squadrista

a partigiano (prima puntata)L'associazione culturale "In Curia Picta", costituita da ventun Comunidell'Est Ticino, ha recentemente edito un volume del prof. AlbertoMagnani dal titolo: "Partigiani tra le cascine. L'Est Ticino e laResistenza". Un capitolo è dedicato al mottese Melchiorre De Giuli eviene qui riproposto a puntate per cortese autorizzazione dell'autore.Cedo quindi volentieri all'amico Magnani, per qualche numero di"Piazza del Popolo", lo spazio dedicato alla storia di Motta Visconti.Mario Comincini

▼ Melchiorre De Giuli nacque il 7febbraio 1906 a Motta Visconti, figlio diCostante e di Maria Caserio. MottaVisconti, piccolo centro sperduto nellecampagne tra Milano e Pavia, eraall’epoca tagliato fuori dalle principalivie di comunicazione, fatto che avevafavorito l’isolamento e il permanere di

condizioni sociali arretrate. L’unicanotorietà giungeva al paese dall’averdato i natali a Sante Caserio, l’anarchi-co che, nel 1894, aveva ucciso il presi-dente francese Sadi Carnot.In zona esistevano latifondi nei quali sipraticava l’allevamento bovino e siproducevano grandi quantità di latte.

Forte, dunque, era la presenza di lavo-ratori delle cascine, ceto tradizional-mente poco combattivo e facilmentecondizionabile, da cui proveniva lastessa famiglia De Giuli.Lo sviluppo del movimento socialistaall’inizio del Novecento e gli scioperiagrari del 1913 avevano lambito la

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zona senza lasciare tracce significati-ve. Solo nel clima del Biennio Rossouna giunta socialista si era insediataanche nel municipio di Motta Visconti,ma, in realtà, su basi assai fragili. Giàall’inizio del 1921 “una trentina di gio-vani vigorosi e decisi” fondò un Fascio,da cui derivò, il 15 aprile, una squadrad’azione, le “Berrette Rosse”.Tra quei baldi giovani vi era anche ilsedicenne De Giuli. Non conosciamo ilsuo personale contributo allo squadri-smo locale, ma possiamo ritenere cheprendesse parte, se non a tutte, alme-no ad alcune delle sue principali gesta.A pochi giorni di distanza dalla fonda-zione del Fascio, gli squadristi diMotta, appoggiati dai camerati giuntida Abbiategrasso, cercarono di impedi-re la nomina a segretario comunale diAntonio Bressani, a loro sgradito per-ché socialista. L’episodio suscitò l’inte-ressamento dell’on. D’Aragona, cheinvocò l’intervento delle forze dell’ordi-

ne “perché non incominci a funzionarela piaga del fascismo anche nei paesidella nostra Bassa”. D’Aragona avevaragione a preoccuparsi. Il fascio diMotta divenne l’avamposto attraversoil quale Cesare Forni, capo indiscussodello squadrismo pavese, estese la sua

influenza nell’Abbiatense. Gli squadri-sti mottesi, inquadrati nell’esercitopersonale di Forni, seminarono il terro-re nella zona, parteciparono all’aggres-

sione al deputato socialista FabrizioMaffi, a Pavia, e assaltarono PalazzoMarino, a Milano, nell’agosto del 1922.Di ritorno da questa impresa, devasta-rono le cooperative di Binasco e diCasarile. Gli squadristi compirono ilviaggio di ritorno in tram, sulla lineache, lungo il Naviglio, congiungevaMilano a Pavia. Lungo l’alzaia, una folladi abitanti dei sobborghi prese a sas-sate i vagoni. Probabilmente De Giuli sitrovava su uno di essi. Tra coloro chelanciavano i sassi, invece, era PieroFrancini, di poco più giovane di DeGiuli, futuro Ispettore delle BrigateGaribaldi e suo superiore durante laResistenza.L’offensiva squadrista dell’estate del1922 era il preludio alla Marcia suRoma. A neanche diciassette anni,Melchiorre De Giuli aveva le carte inregola per farsi strada in un’Italia in cuistava iniziando il regime fascista.

Alberto Magnani

L’offensiva squadrista dell’estate

del 1922 era il preludio alla Marcia su Roma

IL MIO PAESELa mia terra la mia gente

i ricordi del mio paeseun bambino il suo sorriso

lungo la strada del suo destinotanta gioia sul suo bel visoe nel cuore solo il respirodi cantare una canzone

il mio paese è tutto in fioreVermiglio tu stai nel mio cuorese un giorno partirò sempre a te

io penserò verde dei prati boschi incantati laghetti alpini

bianche montagne è un paradiso il mio paese un….. tondo di bei color

aria pulita allegra è la vitagente che vive ….. che canta

è un grande fiore pieno d’amoreil mio paese è tutti noi

C. Delpero

ERRANDOErrando io vado pel mondo in cerca

di sensazioni lontane che plachino il male interiore che tacitano le grida del cuore!

Io guardo il cielo e la terra son belle le cose che tu hai creato oh!.. mio Signore…vorrebbegioire il mio cuore nel mirare tanto splendore!

Ma il cuore mio si gela…vorrebbe spegnersicome una candela perché la presenza

sua anela… e…più non mi basta la sensazione dello spirito suo vicino…

lo vorrei vedere e toccare davverovorrei svegliarmi dal brutto sogno

ma ahimè non è sogno…non è irreale… il mio star maleè un incubo che

si è fatto reale!…

Rosanna

Arte a Besate

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26 Piazza del Popolo ‘98C U L T U R A

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▼ E’ stato inaugurato sabato 29Settembre, nonostante la pioggia, ilsentiero didattico nel bosco delloZerbo, nei pressi della antica casettadi caccia del duca, che si incontrascendendo al fiume sulla sinistra. Sitratta di un percorso abbastanzabreve, circa 1Km, che forma un anel-lo all’interno del bosco, lungo il qualesi incontrano alcuni pannelli illustrati-vi, i quali spiegano, con parole adatteanche ai più piccoli, vari concettinaturalistici, tra cui la biodiversità e lasua importanza, e fanno conoscere ilbosco del Ticino nei suoi aspetti: laflora, la fauna, il suolo…Questo percorso è stato realizzato dalComune di Besate, in collaborazionecon il Parco del Ticino, i cui espertihanno realizzato la cartellonistica, econ l’aiuto dell’associazione Amici delTicino, i cui volontari si prenderannocura della pulizia e manutenzione delsentiero.Il sentiero didattico è nato con unduplice scopo: l’obiettivo principale èquello di fornire uno strumento diconoscenza, in particolare ai ragazzidelle scuole di primo grado, di unarealtà che hanno qui a due passi mache spesso purtroppo non conoscono.Chiaramente non è ad uso esclusivodei ragazzi di Besate, anzi, è statopensato e realizzato perché possaessere utilizzato da tutti i ragazzi delnostro territorio, del Parco del Ticinoe, perché no, anche da più lontano. Ilsecondo è quello di valorizzare, cura-re e abbellire un pezzo del nostrobosco che ha subito profondi muta-menti, sia a causa dei mastodonticilavori di interramento del vecchiometanodotto, negli anni ’90, sia acausa delle continue inondazioni ederosioni del fiume, non più tenuto abada dagli argini demoliti, sia a causadi una ancora oggi misteriosa morìadelle farnie e di gran parte degli albe-

1) La fine di un amore (inteso qualereciproco sentimento includente inte-resse sessuale) è comunque metaforadella vita, del suo continuo morire erinascere. La fine di un'amicizia(amore che dovrebbe escludere ognitipo d’interesse) mi suona come qual-cosa di più cupo e triste, quasi fossemetafora della morte.

2) I sentimenti hanno un'onestà neinostri confronti, che è indipendentedall'onestà nostra nei confronti loro.

3) Se la vita è come un giorno, dopo lanotte ci sarà il mattino.

4) La forma, se non corredata dallapresa di coscienza di ciò cui rimanda,si sa, è un nulla. Ma non è questa una

buona ragione per detestare le formenote a vantaggio di forme che nonabbiano immediato rimando a ciò cheè conosciuto. Si cercherà comunque ilnoto nell’ignoto (se ne era già accortoLeonardo) e quella presunta liberaforma tornerà, direbbero gli avversaridel noto, ad essere “viziata” proprio daun infrenabile bisogno di riferimento;ma, in più, contro la loro stessa volon-tà e quella loro impotente e inutileribellione.

5) E’ altrettanto difficile doversi disabi-tuare a cose che ci pesano senza alcu-na gratificazione e di cui vorremmoliberarci, quanto dover rinunciare adabitudini gratificanti, compresi i piùcomuni e più diffusi vizi.

Luca Vernizzi

Riflessioni...

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27Piazza del Popolo ‘98C U L T U R A

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ri avvenuta una deci-na di anni fa. I suc-cessivi interventi diripiantumazione deglialberi, grazie ancheal contributo e all’im-pegno di ERSAF, l’en-te che si occupa deiboschi e delle fore-ste, stanno solo oraricreando pian pianoil bosco.Credo sia importantefar conoscere airagazzi il proprio ter-ritorio, specialmentese si tratta di unarealtà come quelladel bosco, dove lanatura la fa ancorada padrona.Molti magari sanno tutto di foreste tro-picali e di animali rari, grazie ai docu-mentari visti in tv e alle ricerche suinternet, ma magari non hanno maimesso piede nel bosco che hanno quiaccanto, non sanno distinguere le pian-te che vi crescono e non conoscono glianimali che lo abitano.Senza contare che una cosa è vedereuna realtà sui libri o in tv, un’altra èimmergervisi dal vivo, toccare conmano cortecce, foglie, muschi, insetti,funghi, scoprendo anche odori erumori che non traspaiono da unafotografia.Noi tutti, come abitanti di questo territo-rio abbiamo anche il dovere di prender-cene cura. E di solito si ha cura di unacosa a cui ci si tiene, di una cosa che siama. E il primo passo per amare qual-cosa è quello di conoscerlo, di farne

esperienza, di viverlo. Per questo è statorealizzato questo sentiero.All’inaugurazione erano presenti diverseautorità in rappresentanza del Parco delTicino, degli Amici del Ticino, dei comu-ni limitrofi e delle associazioni di volon-tariato e di promozione sociale, nonchéalcuni giornalisti.Tutti costoro sono stati invitati proprioperché la presenza di questo sentierovenga divulgata il più possibile, soprat-tutto nelle scuole che ne saranno i prin-cipali fruitori.Ora l’opera ha avuto il via ufficiale,anche se alcuni pannelli erano ancoraaffissi in modo provvisorio, ma l’impor-tante è che se ne conosca l’esistenza.Durante questo inverno verranno messea punto le bacheche definitive, verrannoaggiunti altri cartelloni con qualchecenno alla storia del luogo, alla struttu-

ra del percorso stesso e alla presenzadelle erbe officinali.Verranno inoltre stampati dei pieghe-voli illustrativi e verranno organizzatele visite guidate, in modo che per laprossima primavera, al rifiorire delbosco, tutti ne possano usufruire almeglio.E’ un percorso che potrà in futuroanche essere ampliato a seconda del-l’interesse che susciterà, per far sco-prire altre realtà del bosco menoconosciute, come la presenza di moltespecie di uccelli acquatici migratori edi rapaci notturni…Per ora è stato gettato un seme, nellasperanza che la cura e l’utilizzo di que-sto sentiero siano uno stimolo per tutti,ma soprattutto per i ragazzi a ad amareil nostro territorio e il nostro bosco.

Michele Abbiati

Un sentiero per conoscere il bosco

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28 Piazza del Popolo ‘98O P I N I O N I E R I F L E S S I O N I

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▼ Un recentissimo sondaggioeffettuato su un campione di persone,scelte a caso tra i possessori di pic-coli animali ha svelato con sorpresa,cosa si aspettano gli stessi dai vete-rinari.Il rapporto tre la mia categoria ed iproprietari di pets si fa ogni giorno piùdifficile e non di rado qualcuno di noiè costretto, pur di sopravvivere adanteporre la soddisfazione del padro-ne al benessere dei pazienti.Comunque l’indagine ha rivelato chela prima cosa che la maggior partedegli intervistati mostra di prendere inconsiderazione è la pulizia dell’ambu-latorio seguita a breve distanza dal-l’abbigliamento del veterinario; ordun-que permettetemi un sagace com-mento.Questa mattina, in rapida successio-ne, ho visitato: un mastino napoletanoche mi ha indecentemente inondato ilpavimento di saliva, più appiccicosadella colla, un meticcio “CIAPARATT”che mi ha fatto pipì dappertutto, bat-tezzando ogni angolo con il beneplaci-to del padrone, un labrador che lo haseguito con una dose industriale dicacca da far invidia ad un ippopota-mo, un cocker che ha vomitato, unbassetthound appena uscito dal fossoche si è strusciato sui miei pantalonied infine un gatto randagio ha pensa-to di “MARCARMI” con le ghiandolet-te… Vista la stagione accenno solo aipeli lasciati in giro.

Non mi sto lamentando, ci manche-rebbe, fa parte del mio bellissimomestiere, ma durante l’orario dellevisite mi par superfluo cercare dispolverare…Scusate la franchezza ma se un medi-co degli animali ha sempre la salalustra e linda un motivo ci sarà… enon è la donna delle pulizie!!!

Non sto a dirvi cosa trovo appena fuoridalla porta dell’ambulatorio nonostan-te abbia tappezzato ogni angolo pos-sibile con cartelli inneggianti alla civil-tà ed abbia messo a disposizione ditutti innumerevoli strumenti di pulizia.E’ vero, mancano inviti a non lasciarcadaveri… Anche l’abbigliamento va, di solito, di

L ’ A N G O L O D E L G A L L O

Così ci volete

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29Piazza del Popolo ‘98D A M O T T A V I S C O N T I

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pari passo con la quantità di lavoro.Se mi dovessi cambiare ogni volta cheil boxerone mi saluta con una spiacci-cata di muso sui pantaloni, dovrei farlodieci volte al giorno.Per ovviare da tempo abbiamo abban-donato i classici camici bianchi a favo-re di più “mascheranti” abiti colorati evariopinti… ricordatevi che comunquesiamo veterinari e non indossatori eche lavoriamo in ambulatorio e nonnelle boutique.Chi non vuole abbracciare il puzzolen-te basset per salvaguardare l’abito,CAMBI MESTIERE. Al terzo posto i son-daggiati collocavano la disponibilitàdel professionista sia in termini ditempo che in pazienza nel farsi com-prendere.Sono pienamente d’accordo. Se è pos-sibile è meglio, in caso di necessità,che l’animale sia visto da chi lo hasempre seguito, non fosse altro pernon perdere prezioso tempo. La curache deve essere riservata al rapportocol proprietario è fondamentale perriuscire a dare il meglio ai nostri quat-trozampe.Due chiacchiere fatte bene possonovalere molto di più di un sacco diesami, vero giovani colleghi con la sin-drome della diagnostica?? Purtroppo le capacità di un veterinariovengono solo al quarto posto.Giusto così, il giudizio è dei proprietarie non degli animali. Questi ultimi pocosi interessano al colore del mio cami-ce e mal sopportano l’odor di pulito.

Mi sa che promuoverò un sondaggiotra cani e gatti per saper cosa pensa-no dei loro padroni, ma ho paura delrisultato.

Gallo

▼ Viviamo in un paese tutto sommatotranquillo e ciò è testimoniato dal fattoche sul giornale ci finiamo veramentepoco se non per qualche trafiletto dedi-cato alle manifestazioni che si svolgonoda noi.Può capitare però che, casualmente, ciintrufoliamo in qualche vicenda altrui esui quotidiani ci finiamo per caso.La “Provincia Pavese” così titola il 28Luglio… ”VIETATO GIOCARE A PAL-

LONE”. Un gruppo di ragazzi della Zelataa cui se ne era aggregato uno di Motta èstato allontanato dal parco giochi dellanota frazione nientepopòdimeno che dalsindaco di Bereguardo in persona.A ben guardare il primo cittadino neaveva tutte le ragioni visto che diversicartelli ben visibili vietano chiaramente ilgioco della palla.I ragazzi di Motta hanno candidamentesostenuto di essersi recati lì perché ilcampo dell’oratorio in paese è chiusoper mancanza di PRETE mentre quelli diZelata perché il loro campo è chiuso ebasta. Non conviene addentrarsi in que-stioni legali e regolamentari, ammini-strare oggi non è una cosa semplice, ma

qualche riflessione andrebbe fatta.Lasciare aperta la porta che dà accessoal campo non mi sembra una cosa cherichieda molti sacrifici e comporti moltirischi. Santo cielo, cosa volete che com-binino dei ragazzi in un campo da calciopiù che usare terreno e porte? Qualcuno obietterà che si potrebberofare male ma, penso, quando gli stessifanno i deficienti sui giochini del par-chetto rischiano molto di più. A questastregua dovrebbero mettere un custodein ogni spazio pubblico.Il campetto della Zelata è, da tempoimmemore, un rifugio calcistico nelmese di Agosto quando gli oratori chiu-devano per i lavori di manutenzione vistoche comunque in parrocchia un prete cirimaneva sempre.Forse i miei coetanei se lo sono dimen-ticato e probabilmente sullo stesso cam-petto ci hanno giocato sindaci ed asses-sori di oggi.Sento già i detrattori dire che il luogo èpericoloso perché ci passa di fianco laStatale. Ma cosa volete che combini unpallone che vola fuori ogni tanto, certo

Generazione vigliacca

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30 Piazza del Popolo ‘98D A M O T T A V I S C O N T I

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Attenti allo spot di “SUPERQUIZ”: è un abbonamento

per loghi e suonerie!E l’Antitrust lo sospende…

Dovrà bloccareentro 5 giornile campagnepubb l i c i t a r i ediffuse su diver-se emittenti tele-visive l’aziendaDavid2 curatricedello spot del“Superquiz”.La decisione è del-l’Autorità garanteper la concorrenzaed il mercato che haritenuto il messaggioingannevole per il con-sumatore.Lo spot, infatti, invitava a partecipare ad unSuperquiz attraverso laformulazione di semplicidomande, ma in realtàinviando la risposta alla domanda trami-te l’sms al numero indicato, “acquista-va” a sua insaputa prodotti digitali

(loghi e suonerie)al costo di 24,20euro/mese, chevenivano decurtatidirettamente dalcredito telefonico.Una vera e propriapratica commercia-le scorretta quellamessa in piedidallo spot.

Come può difendersi il

consumatore?

Adiconsum consiglia dileggere attentamente ilmessaggio pubblicitario,accertandosi che sianopresenti, nel caso diconcorsi come quellodi specie, le seguentiinformazioni:• indicazione edescrizione dei pre-mi (devono esseredettagliati)• tempistica del-l’estrazione (nona lungo termine)• l’importo delm o n t e p r e m i(diffidare seesiguo)

• le modalità di parteci-pazione (verificare il meccanismo dirisposta).

Sottolineiamo il fatto che l’aziendaDavid2 è stata già sanzionatadall’Antitrust per comportamenti analo-ghi e che attualmente l’Antitrust haadottato 26 provvedimenti sanzionatoriper un totale di 9,6 milioni di euro neiconfronti anche dei seguenti contentservice provider: Zero9, Neomobile,Buongiorno, Zeng, Dada, Flycell,Netsize, Zed, One italia.

che se uno passa a 90 Km/h… Il calcio è bello perché può essere gioca-to ovunque, spiaggia, montagna, prato,piazza, cortile; due maglioni a far da pali,una palla ed è già divertimento.Non togliamo questo ai nostri ragazzi ocontinueremo ad alimentare la schieradei rintronati rinchiusi in casa con laPlaystation.Suvvia, ci vuole un po’ di tolleranza!!!!Già la scuola li costringe ad ore di immo-bilità forzata per 10 mesi l’anno e se nonson proprio i ragazzi ad “animare” lestrutture che abbiamo, a che scopotenerle?Vigliacca la mia generazione che nega aigiovani tante belle cose che noi abbiamovissuto.Cazzarola, il mondo è pieno di 40-50enni che corrono come pazzi, vannoin bici, si arrampicano, si buttano con glielastici e con il paracadute, scendono lerapide dei torrenti con i gommoni ecavalcano per ore e si fracassano gliarti sui campi da calcetto, mentre gliadolescenti, quando va bene si rin-chiudono tra quattro mura altrimentibevono, fumano e si drogano…Non commento la geniale frase “ANDA-TE A GIOCARE NEI CAMPI”… campi??DOVEEE????? E sorvolo sul fatto che airagazzi è stato chiesto il nome.N o nsarebbe meglio chiederlo ai minorenniche, sbronzi, vagano di sera tra un bar el’altro??

Gallo

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31Piazza del Popolo ‘98P A R O L A D ’ E S P E R T O

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▼ La conciliazione paritetica - dichiara Pietro Giordano,Segretario Generale Adiconsum - si sta rivelando semprepiù uno strumento utile e flessibile per risolvere le piùdisparate controversie tra imprese e consumatori. La suaforza è nella gratuità, nella semplicità della procedura,nella velocità dei tempi di definizione della controversia esoprattutto dell’erogazione del rimborso pattuito. La con-ciliazione paritetica ha poi anche il merito di ridurre inmaniera significativa l’intasamento dei tribunali.

Le domande di accesso alla procedura potranno esserepresentate a partire dal 1° ottobre 2012 fino ad aprile2013 su appositi moduli da presentare alla sede diAdiconsum oppure alle filiali della Banca Popolare diMilano.

Per accedere alla procedura per il prestito “Convertendo”di BPM basta contattare Adiconsum rivolgendosi alla sedeterritoriale di Magenta, via Trieste, 30, tel. N. 0297298291ore 9,30/12,00.Magenta, 6/9/2012

LEGNANO – MAGENTA BPM – OBBLIGAZIONI “CONVERTENDO”

Prestito obbligazionario “Convertendo”: ora c’è la conciliazione paritetica. Individuate 3 categorie di rimborsi calcolate sulla base della perdita. Pietro Giordano, Adiconsum: “La conciliazione parite-tica su un prestito obbligazionario è ancora una volta la dimostrazione che tale strumento è in gradodi rispondere perfettamente ai contenziosi consumatore-impresa”. Con la conciliazione paritetica il consumatore ha la certezza del rimborso.Adiconsum ha sottoscritto un accordo di conciliazione paritetica a tutela di quei consumatori che hanno aderito al prestito obbligazionario “Convertendo 2009/2013-6,75%”, codice ISINIT0004504046 di Banca Popolare di Milano, nel periodo 7 settembre 2009 – 30 dicembre 2009,presso le filiali della Banca Popolare di Milano,Banca di Legnano, che incorpora anche laCassa di Risparmio di Alessandria, e la BancaPopolare di Mantova. Oppure sono titolari deidiritti di opzione sulle Convertendo acquistatinel periodo 15 giugno 2009 - 16 luglio 2009.

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▼ Il linguaggio cinematrografico alla quale è avvezzo ilpubblico italiano è lontato da qui, anche se il coreano Kim

Ki Duk è già riuscito a farsi largo in occidente con il poeticoFerro 3, (Leone d’Argento 2004), La sararitana, Primavera,estate, autunno, inverno… e ancora primavera, Time, perarrivare fino a Pietà, il suo diciottesimo.

La storia è girata in un sobborgo di Cheonggyecheon, aSeoul, luogo che il regista ha conosciuto e vissuto realmen-te per alcuni anni della sua vita.È la storia di Kang-do, trentenne spietato e violento, che alledipendenze di un usuraio, riscuote i suoi debiti tra la poveragente facendo sfoggio di metodi feroci e sadici.

È un uomo gelido, crudele, pericoloso e temuto.Improvvisamente appare nella sua vita una donna che affer-ma di essere sua madre e gli chiede perdono (o pietà) peraverlo abbandonato alla nascita, un torto che ha visto ilragazzo costruirsi una vita in solitudine, in balia di una deva-stante ignoranza emotiva che lo ha condotto verso la disu-manità e il male.

Ken-do inizialmente si appella a tutta la sua spietatezza peroffenderla, ma dopo avere cercato verifiche, prove sulla sin-cerità della donna, è costretto a rimettere in discussionetutto, e nemmeno troppo gradualmente, finisce per aprirsi eaccettarla.

32 Piazza del Popolo ‘98

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S P E T T A C O L O

Pietà

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33Piazza del Popolo ‘98S P E T T A C O L O

Pietà è un film indubbiamente importante e soprattut-to potente, la cui partenza è la denuncia della perditadei valori della società contemporanea vittima deldenaro, attraversa uno stile che sfiora la tragediagreca per approdare ad un elevato grado di spirituali-

tà, la ricerca della redenzione e del perdono. Perchédove finisce la pietà inizia la vendetta, ma anche vice-versa.

La narrazione è fluida, di grande intensità e potenzaespressiva e vanta una fotografia impeccabile, curatanei colori, grigi e polverosi, nella materialità dell’accia-io delle botteghe, nella vischiosità del fango dei vicoli,nella simbologia di alcuni oggetti che a tratti, fanno daelementi-conduttori (il coltello violenza/pietà, il coni-glio speranza/destino, il maglione destino/vendetta,l’albero vita/morte).

Lo spettatore è chiamato a partecipare, a compiereuno sforzo emotivo non da poco, resistendo allacostante sensazione di disturbo che si sviluppa duran-te il dipanarsi della storia, che si fa assai più comples-sa e ardita nella seconda parte. Qui i meccanismi dipietà e vendetta si incastrano, si collegano, si sdoppia-no e costringono a ragionare, a riflettere su più tema-tiche, una delle quali è il limite. I personaggi sono vit-time e carnefici, si muovono nelle loro vite come burat-

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34 Piazza del Popolo ‘98S P E T T A C O L O

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tini senza memoria, guidati dalle diaboliche conseguenzeche il malaccorto uso del denaro porta nelle relazioni umanenella società contemporanea capitalista.

L’espressività dello stile visivo del film si esprime definitiva-mente nell’ultima scena, in un’immagine di straordinariaforza.Il fascino di questo film, sta nel riuscire a svelare e identifi-care il bene, individuare quale possa essere il confine tra

speranza-amore e il male-destino, la delicatezza di detta-gli che muovono sentimenti di strazio talmente profondi dacreare sgomento e fermarsi a pensare.

C’è da augurarsi che, a questo giro, la gente non si facciaintimorire dall’”imponenza” di quest’opera, già intuibile daltitolo, dalla locandina ispirata chiaramente al capolavoro diMichelangelo, opera che simboleggia il dolore umano. Ci siaugura invece, che sia proprio lo stesso coraggio e lo stessofervore che è stato necessario al regista per crearla, a con-durne alla visione il pubblico. Perché come si evince dallesue parole "Per spiegare il buio, il nero, bisogna presentarela luce, il bianco. La violenza e la crudeltà nei miei film

serve a questo, a poter raggiungere il bianco".

Aloisa Clerici

Pietà

Vuoi recensire un film che ti ha colpito? Invia una mail a:

con oggetto: POPCORN

[email protected]

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35Piazza del Popolo ‘98S P E T T A C O L O

O T T O B R E 2 0 1 2

Inserzione dimensioni standard max cm7,5x9 oppure cm15x4,5 € 20 + iva per singola uscita€ 100 + iva abbonamento annuale (6 uscite).

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INSERZIONI

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PROMEMORIARACCOLTA DIFFERENZIATA

Umido Martedì e VenerdìResto & pannolini Martedì e VenerdìCarta MartedìPlastica MartedìVetro & lattine Apposite campaneEcomobile (*) 14/11 - 28/11 - 12/12

(*) In piazza Aldo Moro dalle 8.00 alle 10.00 il secondomercoledì del mese, dalle 12.00 alle 14.15 il quarto merco-ledì del mese per la raccolta di batterie esauste, toner, latti-ne vernici, bombolette spray, componenti elettronici, televi-sori, computer, neon, olii minerali e vegetali.

COMUNE DI BESATEOrario di apertura al pubblicoMATTINO POMERIGGIO

ANAGRAFE - SEGRETERIA - PROTOCOLLOlunedì 08,30-12,00 -martedì 08,30-12,00 15,00-18,00giovedì 08,30-12,00 15,00-18,00 venerdì 08,30-12,00 -sabato 09,00-12,00

RAGIONERIA - TRIBUTIlunedì 08,30-12,00 -martedì - 15,00-18,00giovedì - 15,00-18,00venerdì 08,30-12,00 -sabato 09,00-12,00 il primo sabato del mese

UFFICIO TECNICOil lunedì, SOLO su appuntamentoil giovedì dalle 15.00 alle 18.00il primo sabato del mese dalle 9.00 alle 12.00

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Consorzio “I Fontanili” - tel. 9081818 Da lunedì a sabato 07,00-24,00Domenica 09,30-12,30 - 14,30-18,30Uffici: Via Europa, 22 - Vigano di GaggianoDa lunedì a venerdì 09,00-12,00

Il materiale per la raccolta differenziata (sacchi, sacchetti,cartellini, fascette) viene distribuito nei seguenti punti, conle modalità descritte:

Sacchetti umido Libera vendita nei negozi

Sacchi plastica Gratis in Comune, sportello TIA il giovedì ore 9-10

Sacchi pannolini Gratis in Comune, sportello TIA il giovedì ore 9-10

Sacchi resto 110lt./50lt. Gratis, presentandoCartellini identificativi, tessera Navigli Cardfascette nei negozi convenzionati

ATTENZIONE!!!Per lo smaltimento di

RIFIUTI INGOMBRANTI e FRIGORIFERIIl ritiro viene effettuato a domicilio,

prenotando con una telefonata agli uffici della società Navigli Ambiente (tel. 0294608018

da lunedì a venerdì dalle 13.30 alle 16.30).La società incaricata confermerà il giorno del ritiro.

NEGOZI CONVENZIONATI:◆ Alimentari Lazzari (Via Matteotti)◆ Fiorista Il Bouquet (Via IV Novembre)◆ Ferramenta Moro (Via Bertoglio Pisani)◆ Alimentari Scotti (Via IV Novembre)

SERVIZIO AREA VERDE (Via Sgalgina):Orario di apertura: Mattino Pomeriggio

lunedì 08,00-12,00 -martedì 08,00-12,00 -giovedì 08,00-12.00 -sabato 08,00-12,00 14,00-17,00

Numeri Utili:CROCE AZZURRA 3349046133AMBULATORIO 029050952GUARDIA MEDICA - Casorate 02900401GUARDIA MEDICA - Abbiategrasso 800103103FARMACIA 029050917MUNICIPIO 029050906POLIZIA LOCALE 029081818CARABINIERI MOTTA V. 0290000004BIBLIOTECA 0290098165

36 Piazza del Popolo ‘98D A L L ’ A M M I N I S T R A Z I O N E C O M U N A L E

O T T O B R E 2 0 1 2

AMBULATORIO - Via Duca Uberto, 5lunedì 10,30-12,00 16,00-19,30martedì - 15,00-18,30mercoledì - 16,00-19,30giovedì 09,30-12,00 -venerdì - 16,00-19,30

CROCE AZZURRA-Via Duca Uberto, 5lunedì 10,00-11,00 -giovedì 10,00-11,00 -

BIBLIOTECA-Via dei Mulini c/o Centro Civico

lunedì chiusamartedì 16,00-19,00mercoledì chiusa giovedì 16,00-19,00venerdì 16,00-19,00sabato 9,30-12,30

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