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Modelli semplici e dinamici per la valutazione Con i professionisti per identificare le best practice Valutazione, una specializzazione per la professione Professione Economica e Sistema Sociale Pr ess ottobre 2012 / no.48 ISSN 2039-540X Le valutazioni economiche

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Modelli semplicie dinamiciper la valutazione

Con i professionistiper identificarele best practice

Valutazione,una specializzazioneper la professione

Professione Economica e Sistema Sociale

Pressottobre 2012 / no.48 ISSN 2039-540X

Le valutazioni economiche

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Sommario/ottobre

EDITORIALE

3

Press

Maria Luisa Campise

L’INTERVENTO

141618

Giancarlo AttoliniLuciano BerzéAntonio Benvenuti

DIAMOI NUMERI

36 Indagine statistica nazionale 2012

Bini: “Sulla valutazione una vera e propriaspecializzazione della professione”- Pag. 4

39 Focus legislativo

Damodaran: “Modelli dinamici esemplici per la valutazione finanziaria”- Pag. 8

Mackenzie: “Aiutare i professionisti ad identificare le best practice”- Pag. 10

Benvenuti: “La corretta valutazione degli immobili”- Pag. 18

38 Al via un progetto per la mobilità dei tirocinanti e professionisti

INTERNAZIONALE

DAL PARLAMENTO

20 Congresso nazionale,tre giorni di confronto

CRONACA

So(p)PRESSato

29 Marcello Febert

PROFESSIONE E TEMPO LIBERO

44 Letti per voi

CNDCEC REPORT

30 L’attività di settembre

PARI OPPORTUNITÀ

32 Quote ex ante

VIAGGI

40 Monaco

PEOPLE

4810

Mauro BiniAswath DamodaranApril Mackenzie

PRIMO PIANO

28 Renata Carrieri

L’OPINIONE

24 Alfonso Trivoli

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La valutazione d’azienda è una delle problematiche più interessanti, ma anche piùdelicate e crescenti, nell’attività di un professionista, che, come ben noto,coinvolge aspetti non solo ragionieristici, ma anche fiscali e giuridici, ambientali,

di mercato e geografici.Il rilievo attribuito a tale argomento non risponde soltanto a considerazioni di carattereteorico, quanto ad esigenze che, sempre più di frequente, il mondo imprenditoriale sitrova a dover affrontare. Negli ultimi decenni, infatti, il ‘valore’ è divenuto unacomponente essenziale del bagaglio delle conoscenze di imprenditori, manager,operatori finanziari e professionisti per tre principali ragioni.In primo luogo, l’accresciuta concorrenza dei mercati nell’economia globalizzatacostringe le imprese ad unirsi per dotarsi di strutture più forti e competitive. In secondoluogo, il processo di unificazione economica e monetaria stimola le nostre aziende alegarsi stabilmente a partner internazionali, al fine di ampliare il loro ambito territorialee sviluppare sinergie comuni. In terzo luogo, il ricambiogenerazionale fa sì che gli eredi talora decidono di trasferirel’impresa di famiglia. Sotto il profilo tecnico-professionale, alla base di operazionistraordinarie vi è sempre un procedimento di valutazioneaziendale da parte di chi compra, di chi vende e di chi sifonde con altri, che coinvolge in primis la nostra categoriaprofessionale. Del resto è lo stesso codice civile che affida alla figuradell’esperto una serie di compiti peritali particolarmentedelicati per la vita aziendale. I tribunali si affidano spessoagli iscritti all’Albo per disporre di un giudizio valutativo “neutrale” e “qualificato”, cosìcome le parti coinvolte in dispute legali necessitano dell’esperienza del commercialistaper la determinazione del valore di beni e complessi aziendali.Il ritratto che emerge del “Valutatore d’azienda” è quello di un professionista alquantopeculiare, che dispone non solo di un bagaglio professionale articolato che è in grado diutilizzare in un’ottica interdisciplinare, ma che è dotato anche di notevole equilibrio,elasticità mentale, senso pratico ed indipendenza intellettuale; il tutto corredato daun’ottima conoscenza ed un rigoroso rispetto dei principi deontologici della professione.È inevitabile, quindi, che la nostra categoria sia destinata, da una parte, a giocare unruolo rilevante nel processo di determinazione delle prassi operative, dall’altra, a doverricercare sempre nuovi e adeguati strumenti di misurazione. Se si considera, poi, che lamateria delle valutazioni economiche è soggetta a continue evoluzioni in parte dovutiallo sviluppo dei beni valutati (si pensi, per esempio, agli strumenti finanziari derivati),in parte alla ricerca di tecniche valutative, capaci di identificare il corretto valore in unarealtà economica che sempre più raramente fornisce punti di riferimento, se necomprende ancora di più la rilevanza.È, perciò, del tutto naturale dedicare questo numero di Press alle valutazioni, cercandodi comprendere i naturali sviluppi della materia, traendo stimolo e nuove idee da coloroche sono coinvolti in tale attività a livello professionale e istituzionale.

L’importanza del ‘valore’

Maria Luisa CampiseDirettore Press

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Bini: “Sulla valutazione unavera e propria specializzazionedella professione”Obiettivi e finalità dell’Organismo Italiano di Valutazione nel contesto nazionale e internazionale

di Marcello Febert

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Da pochi mesi è nato l’OIV, nuovo standard setter per levalutazioni economiche. Lei è anche il presidente delConsiglio di Gestione, l’organo tecnico-scientifico dellaFondazione. Ci può raccontare in poche parole quale è lafinalità dell’Istituto? L’OIV nasce con l’obiettivo di diffondere e di promuovere inItalia la conoscenza dei principi di valutazione internazionali(IVS-International Valuation Standards) e di emanare ediffondere principi di valutazione nazionali (PIV-PrincipiItaliani di Valutazione) coerenti con il tessuto normativo e dicontesto proprio del nostro Paese e con il quadroconcettuale di riferimento degli IVS. L’OIV è una Fondazione promossa da sei enti fondatori -CNDCEC, AIAF, ANDAF, ASSIREVI, Borsa Italiana eUniversità Bocconi - che rappresentano tutte le diverse animeche popolano il mondo delle valutazioni: commercialisti edesperti contabili, analisti finanziari, direttori finanziari eamministrativi, società di revisione, mercato di borsa edaccademia. Con riguardo alla componente accademica sonopresenti studiosi di molti atenei italiani: Bocconi, Cattolica,La Sapienza, Perugia, Politecnico. L’OIV si è dotato di circa 20 referenti esterni (esperti neidiversi campi delle valutazioni) ai quali sottoponeunitamente alle tre Autorità (Banca d’Italia, Consob edIsvap), le bozze dei principi di valutazione che vengono poipubblicate sul sito in forma di Exposure Draft per il pubblicocommento. Il piano varato dal Consiglio dei Garanti dell’OIVprevede la pubblicazione in forma definitiva dei principientro il 2014. Entro quella data verranno pubblicati via viache si renderanno disponibili i tre blocchi in cui è statosuddiviso il piano di redazione dell’intero corpus dei principi,rispettivamente riferiti: al quadro concettuale di base (blocco1), ai principi generali ed alla valutazione di specificheattività/business (blocco 2) e alla valutazione in specificicontesti (blocco 3). La pubblicazione del primo blocco èstata prevista per la fine di novembre di quest’anno. Per essere informati delle attività dell’OIV è sufficienteiscriversi alla newsletter (che via email) avvisa dei nuovidocumenti caricati sul sito www.fondazioneoiv.it.

L’attività di standard setting comporta una sempre più forteattività di coordinamento con gli organismi internazionali.OIV ricoprirà un ruolo nazionale o ha intenzione di ricoprireun ruolo anche a livello internazionale? Il progetto di creazione a fianco dell’OIC (Organismo Italianodi Contabilità) dell’OIV (Organismo Italiano di Valutazione)nasce dalla volontà di voler replicare a livello domestico lastruttura a due “pilastri” propria degli standard setterinternazionali (IASB per i principi contabili da un lato e IVSCper i principi di valutazione dall’altro). E, in effetti, così comeOIC è membro sponsor dello IASB, OIV è membro sponsordell’IVSC. Entrambi gli organismi (OIV e OIC) sono gliinterlocutori nazionali dei rispettivi standard setterinternazionali ed alimentano fra loro il necessariocoordinamento, come è stato il recente caso in cui entrambigli organismi hanno inviato (in forma separata e coordinata)due lettere di commento ad un documento della TAF (The

Apparisal Foundation, lo standard setter americano nelcampo delle valutazioni) in cui si trattano problemi diapplicazione dei principi contabili internazionali (valuation

of customer-related assets).

L’attuale situazione economico-finanziaria ha comportato ladefinizione di nuove ed ulteriori assunzioni nell’attività divalutazione. Ritiene che questo renda più incerte le stimeespresse?Il nuovo contesto economico-finanziario rappresenta una

“Solo con una maggiorepreparazione professionale e un’adeguata formazioneintorno a best practices

condivise si possonorisolvere i molti problemi

che la situazione economico-finanziaria pone ai valutatori...”

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grande sfida per la professione degli esperti di valutazione. Inun contesto più incerto, l’errore è sempre in agguato. Perquesta ragione in tutto il mondo si è cercato di risponderealla crisi emanando oltre che principi di valutazione anchedocumenti in grado di fungere da linee guida (best practices)per l’esperto di valutazione. Si tratta di documenti che siconcentrano sul processo valutativo, sulla completezza dellabase informativa, sulla sostenibilità delle ipotesi, ecc.. Il lorocompito consiste nell’identificare un “modus operandi”condiviso a livello professionale che consenta di ridurre ladiscrezionalità dell’esperto e per questa via anchel’assunzione di rischi inutili. Naturalmente la valutazione èsempre una opinione, non un dato di fatto, e quindi richiedeche l’esperto formuli un giudizio (di necessità soggettivo);tuttavia la soggettività va disciplinata, deve cioè essereesercitata nell’ambito di un percorso razionale, trasparentee completo. Altrimenti è Far West.Quest’anno, ad esempio, l’OIV ha pubblicato un discussion

paper sulle valutazioni a fini di impairment test in contestidi crisi finanziaria e reale. Una guida che è stata seguita datutte le principali società italiane quotate. In assenza di disciplina non vi può essere fiducia neiconfronti degli esperti di valutazione, e nessuna professionepuò vivere e svilupparsi senza la fiducia degli utilizzatori deisuoi servizi. Finché vivrà l’idea che due esperti dotati dellestesse competenze, con il medesimo set di informazioni,chiamati a compiere una stima di una stessa attività (oazienda) ad una stessa data possano giungere a risultatianche significativamente diversi fra loro non potrà essercifiducia nella professione degli esperti di valutazione e ciòlimiterà significativamente la loro attività. Basti pensare aquanti imprenditori vorrebbero conoscere il valore della loroimpresa, sulla base di un processo valutativo dimostrabile,trasparente e condiviso, ma vi rinunciano perché non hannoabbastanza fiducia né garanzie della qualità del processovalutativo. La SEC lo scorso dicembre (2011) ha mandato un chiaromessaggio alle cinque associazioni professionali che negliStati Uniti conferiscono le credenziali di “esperto divalutazione d’azienda”, chiedendo di alzare i requisitiprofessionali minimi di competenza e di educazionepermanente richiesti ai loro iscritti. Solo con una maggiorepreparazione professionale e attraverso un’adeguataformazione intorno a best practices condivise si possono

risolvere i molti problemi che la situazione economico-finanziaria pone ai valutatori e per questa via accrescere lafiducia nella loro professionalità.

I professionisti sono da sempre fortemente coinvolti nelcampo valutativo. Quali consigli si aspetta di poter dare achi intraprende ad oggi questa attività?Per lungo tempo l’attività di valutazione è stata considerataun’attività prettamente domestica, largamente influenzatadalle norme del codice civile. Poi sono arrivati i principiinternazionali di valutazione, poi ci si è accorti che le stesselogiche (penso alle verifiche di recuperabilità dei valori dellepartecipazioni o degli avviamenti) potevano essere utilizzateanche per i principi contabili italiani. Da ultimo ci si è accortiche la globalizzazione dei mercati (reali e finanziari) haesposto le aziende a rischi di natura esogena che occorreadeguatamente “prezzare” nel processo valutativo. Così laprofessione si è evoluta da uno stadio incentrato sull’analisidi bilancio e delle performance aziendali, ad uno piùcomplesso dove occorre considerare oltre alle variabiliinterne anche quelle esterne, sapendole mettere a sistema,conciliando i vincoli normativi e contabili, ecc.. In questo contesto la valutazione è destinata a divenire unambito di vera e propria specializzazione della professione,nel quale non ci si può più improvvisare (facendo ogni tantoqualche valutazione, seguendo schemi di libri di testo).Occorre invece adeguata preparazione ed esperienzacontinua. L’OIV è consapevole di questo ed intende mettereallo studio iniziative formative in grado di rispondere alleesigenze dei giovani professionisti desiderosi di dotarsi dicompetenze allineate a quelle dei loro colleghi internazionali.In questa direzione va anche il Convegno che l’OIV haorganizzato in Bocconi, con l’assistenza fra gli altri dell’IIBV(International Institute of Business Valuer, l’organizzazioneche mira a progettare e realizzare corsi formativi accreditatia livello internazionale). Il fatto che gli iscritti al convegnosiano stati 760 è la prova di quale sia la domanda diaggiornamento professionale in questo campo. �

Il professore Mauro Bini è ordinario di Finanza

aziendale nell’Università L. Bocconi di Milano

e presidente del Consiglio di Gestione dell’Organismo

Italiano di Valutazione (OIV)

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È tempo di pensare al futuro.

Oggi i nostri figli hanno molti dubbi e un’unica convinzione: che in futuro staranno peggio dei loro padri. Il futuro si può, però, ancora cambiare, con regole e scelte che interessino i nostri figli, facendo sacrifici oggi per farne fare meno a loro domani. Trasformando la crisi in opportunità e l’immobilità in ottimismo.

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Damodaran: “Modellidinamici e semplici per lavalutazione finanziaria”Il buon senso e una prospettiva realistica rappresentano, per il professore della NY University, il valore aggiunto per un buon valutatore

di Matteo Pozzoli

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Prof. Damodaran, sulla base delle sue conoscenze edesperienze nell’ambito della valutazione finanziaria, ritieneche le valutazioni d’azienda basate su previsioni e proiezionifuture siano applicabili nel periodo di incertezza che stiamoattraversando?Se vivessimo in un mondo stabile, che garantisse la certezzadelle cose, non avremmo bisogno di fare previsioni. Inveceproprio perché le cose sono incerte ed instabili, è necessariofare previsioni sul futuro. Potremmo sbagliare, ma lo farannoanche gli altri. L’importante è sbagliare meno rispetto al restodel mercato. Ci sono alcune cose che occorre fare diversamente, proprioper via dell’incertezza. In primo luogo, dipendere meno daidati storici. Non sempre è corretto cominciare partendo dalpassato. In secondo luogo, occorre avvalersi di modellidinamici che riflettano correttamente quello che staaccadendo intorno a noi. In terzo luogo, non dobbiamocontinuare a ideare modelli sempre più complessi che sianoin grado di fugare l’incertezza, spesso i modelli più semplicirisultano i più adatti. Infine, bisogna sapersi adattare.

Ritiene che le valutazioni d’azienda possano identificaredelle best practice da poter adottare a livello globale?I principi della valutazione sono gli stessi in tutto il mondo.Ci sono sfide nelle stime che variano in base al paese, alsettore e al tempo. Vi riporto le cose che secondo merimangono vere a prescindere dal Paese in cui ci si trova: 1. per avere rendimenti più alti, bisogna esporsi ad un rischiomaggiore;2. il fattore chiave per gli investimenti non è evitare il rischio,né tantomeno andarselo a cercare, ma esporsi al rischio nellagiusta misura;3. una politica di investimento vincente richiede una marciain più. Questo significa non usare unicamente le informazioniche sono a disposizione di tutti e gli stessi modelli usati daglialtri, ma andare oltre.

Qual è il comportamento professionale che un valutatoredovrebbe tenere in questo periodo di crisi economica efinanziaria?Anzitutto, la capacità di lavorare con informazioni limitate,con umiltà e sempre con la voglia di imparare. Il peggiornemico di una buona valutazione sono i pregiudizi, cioè queipreconcetti su una valutazione che ci portiamo dietro o lavisione distorta che applichiamo alla nostra valutazioneperché siamo pagati per fornire un certo valore. Quindicercare di liberarsi, per quanto umanamente possibile, deinostri preconcetti risulta fondamentale.

Qual è il valore aggiunto di un buon professionistanell’effettuare le valutazioni d’azienda?Il buon senso e una prospettiva realistica su ciò che èpossibile e ciò che è invece improbabile.

I suoi libri sono stati tradotti in molte lingue, il suo sito webrappresenta una pietra miliare per i valutatori e le sue teoriepossono aiutare le nuove generazioni di studenti eprofessionisti ad orientarsi. Quali sono ora i suoi progetti?Niente di specifico. Mi limito a continuare ad imparare daquello che succede intorno a me e vivo alla giornata. Sonoprima di tutto un insegnante e quindi alla continua ricercadel modo migliore per spiegare ai miei studenti i fondamentidi questa disciplina. �

Aswath Damodaran insegna Finanza aziendale e valutazione

presso la Stern School of Business della New York University.

Laureato presso l’Università della California, si occupa

principalmente di valutazione aziendale, gestione del portafoglio

e finanzia aziendale applicata. Autore di numerosi articoli

pubblicati nelle più prestigiose riviste del settore, è anche autore

di diversi libri sulla valutazione e la finanza aziendale.

“Il peggior nemico di una buona valutazione

sono i pregiudizi, cioè quei preconcetti

su una valutazione che ciportiamo dietro o la visionedistorta che applichiamo alla nostra valutazione...”

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Aiutare i professionisti ad identificare le best practiceAccrescere la fiducia nella valutazione aziendale e agire nel pubblico interesse sono, per April MacKenzie,componente del Board of Trustees, gli obiettivi e le finalitàdell’International Valutation Standards Council

di Matteo Pozzoli

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Può spiegarci cos’è l’IVSC?Le origini dell’International Valuation Standards Council

(IVSC) risalgono a circa trent’anni fa, quando un gruppo diorganismi professionali, preoccupati della scarsa attenzioneo alle tematiche riguardanti la perizia e la valutazione inambito aziendale, ha cominciato a cercare consensi a livellointernazionale. Dopo una partenza piuttosto lenta, all’iniziodel nuovo millennio, gli standard promossi da questoorganismo hanno cominciato ad acquisire una certainfluenza; nel frattempo l’organizzazione si è ampliata percercare di ricomprendere anche le valutazioni di attivitàdiverse da quelle sulle proprietà immobiliari. Dopo unasignificativa ristrutturazione dell’organizzazione avvenutanel 2008 e finalizzata ad accrescere l’indipendenza degliorgani di standard setting e a migliorare nel contempol’attività di supervisione sul loro operato, l’IVSC è oraregistrata come società senza scopo di lucro negli Stati Uniti,ma ha il suo quartier generale a Londra. Un Board of

Trustees nomina i membri dei due comitati operativi, loStandards Board ed il Professional Board. L’organizzazionesi finanzia con le quote versate dalle organizzazioniprofessionali aderenti e con i finanziamenti da parte disocietà di valutazione ed utilizzatori.

Quali sono gli obiettivi?L’IVSC ha lo scopo di accrescere la fiducia nella valutazioneaziendale e di agire nel pubblico interesse. Tale obiettivoviene perseguito mediante l’elaborazione dei Principiinternazionali di valutazione e di guide ed informazionitecniche per aiutare i valutatori professionisti ad identificarele best practice. L’uso dei principi a livello globale migliora laqualità e l’uniformità delle procedure in tutto il mondo, erafforza la fiducia riposta dal pubblico nella professione divalutatore. Ma la creazione di guide e principi tecnici comunipuò conseguire l’obiettivo di accrescere l’efficienza delmercato e la protezione degli investitori soltanto se questiprincipi sono supportati da una solida infrastrutturaprofessionale che ha lo scopo di garantire che i valutatoriprofessionisti siano tenuti all’applicazione dei principi eabbiano la preparazione e le competenze necessarie. L’IVSCha un ruolo sempre più importante nel promuovere losviluppo della professione a livello globale.

Quali sono alcuni dei successi principali conseguitidall’IVSC?Nel 2011 l’IVSC Standards Board ha completato un progettodi miglioramento complessivo dei principi che ha

comportato la revisione e la riscrittura di tutti i principiprecedentemente pubblicati, con l’obiettivo di renderli piùchiari e di semplificarne la presentazione. Esistonoattualmente dodici IVS che trattano un’ampia gamma diattività, inclusi i principi di valutazione delle attivitàimmateriali, delle partecipazioni commerciali, degli interessiderivanti da proprietà immobiliari e degli strumentifinanziari. Accogliamo con estremo favore il lavorointrapreso dal CNDCEC, in collaborazione con il CNGeGL,per la traduzione dei principi di valutazione in italiano.

Cosa si sta facendo per facilitare l’applicazione degli IVS?Per facilitare l’applicazione degli IVS sono stati pubblicati treTechnical Information Papers (TIPs). L’IVSC ha al momentonumerosi progetti che porteranno alla pubblicazione di altriIVS o TIP, ai quali si lavorerà nei prossimi due o tre anni. Ilpiano di lavoro dell’IVSC è pubblicato sul suo sito web. È importante che l’IVSC mantenga aperto il dialogo con glialtri organismi coinvolti nel processo di regolamentazionefinanziaria. Nel 2011, l’IVSC è stata una delle noveorganizzazioni del settore privato ad essere invitata dal G20ad istituire una task force con il compito di predisporrerelazioni sulla convergenza normativa nelle professioni e neisettori dell’ambito economico finanziario. Si tratta diun’iniziativa in continuo divenire, volta a promuovere

“...la creazione di guide e principi tecnici comuni può conseguire l’obiettivo di accrescere l’efficienza

del mercato e la protezionedegli investitori soltanto

se supportati da una solidainfrastruttura professionale”

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l’importante ruolo del settore privato nell’effettivaregolamentazione dei mercati finanziari e la necessità dicreare vere partnership con le organizzazioni governative.Altri membri della task force sul settore privato sono: CFA

Institute, International Federation of Accountants, INSOL

International, Institute of International Finance,

International Accounting Standards Board, International

Actuarial Association, International Corporate Governance

Network e International Insurance Society. L’IVSC si è impegnato attivamente sia con lo IASB, sia con ilFASB, nell’elaborazione dei loro rispettivi principi contabilisul fair value e mantiene aperto un regolare dialogo conentrambe le organizzazioni. Ha in essere dei protocollid’intesa con International Federation of Accountants,

Appraisal Foundation e International Private Equity

Valuation Board, ciascuno dei quali identifica obiettivispecifici in cui la cooperazione apporterà reciproci beneficie migliorerà la comprensione e le prassi della valutazione.

Quali sono le principali sfide che si trova ad affrontare?La maggiore attenzione rivolta ai temi della valutazionescaturita dall’uso crescente delle valutazioni nel reporting

finanziario ha portato a rivolgersi ad alcuni autorevoliorganismi di regolamentazione. Questi hanno notato unasignificativa frammentazione a livello sia internazionale, sianazionale, con molte piccole organizzazioni che offronoservizi di valutazione competitivi senza un apparentecoordinamento o coesione. Gran parte dell’infrastrutturaprofessionale esistente per la valutazione a livellointernazionale è stata creata attorno alle proprietàimmobiliari. Questo è vero anche per quel che riguarda lanormativa statale, in cui il collasso dei prezzi gonfiati sulmercato immobiliare nei passati cinque anni ha reso urgentel’intervento dei governi, sebbene ancora una volta nellanormativa imposta vi sia poca uniformità. Vi sono soltantouna manciata di istituti professionali che accreditano edisciplinano i valutatori al di fuori del settore immobiliare.Storicamente, ci sono stati pochi governi che hanno impostorestrizioni su chi può valutare le attività diverse, ad esempiole partecipazioni commerciali o le attività immateriali. Ed ilproblema è particolarmente grave nel campo dellavalutazione degli strumenti finanziari, in cui, sebbene visiano molti individui di talento, ci sono pochi, o nessunorganismo professionale riconosciuto a preparare,accreditare e disciplinare i professionisti di questo settore. Una professione frammentata ha reso difficile per i governi,

gli organi di regolamentazione in ambito finanziario e glioperatori coinvolti nei mercati finanziari, identificare unasingola professione, o un singolo organismo in grado diparlare delle problematiche della valutazione. Questorappresenta uno svantaggio non soltanto perché le tematichedella valutazione non sono sempre ben comprese o trattateda coloro che sono coinvolti nell’elaborazione delle politichemacroeconomiche, ma anche perché le singole società e isingoli valutatori mancano spesso di uno status appropriatosui mercati in cui operano.Il Board of Trustees di IVSC ha chiesto al Professional Board

di focalizzarsi sulle attività per lo sviluppo della professionea livello globale, lavorando con gli organismi professionaliriconosciuti, allo scopo di favorire l’armonizzazione delleregole fondamentali sulla formazione, sul comportamentoeticamente corretto, e sull’effettiva autoregolamentazione.

Quali gli obiettivi che si propone di conseguire?Si propone di conseguire questi obiettivi: mediantel’identificazione di argomenti che trarrebbero beneficiodall’elaborazione di una guida globale; incoraggiando epromuovendo lo sviluppo di organismi e associazioniprofessionali laddove al momento non ne esistano;lavorando con gli organismi professionali esistenti peridentificare le questioni in cui vi sia un reciproco vantaggioper questi enti a collaborate e a mettere insieme le proprierisorse in modo da divenire parte di una professione più forteed efficace. Una parte del lavoro è già stata avviata. È statopubblicato il Code of Ethical Principles for Professional

Valuers; e a breve sarà disponibile il Competency

Framework for Professional Valuers.Non è un compito facile e l’IVSC è ansiosa di trarre il maggiorbeneficio dalle esperienze di paesi come l’Italia. L’IVSC èstata lieta di accogliere il CNDCEC, quale primo istitutorappresentativo della professione economico contabile tra imembri IVS. E sarà ugualmente felice di poter accogliere ilnuovo standard setter italiano della valutazione aziendale -l’OIV, l’Organismo Italiano di Valutazione (di cui il CNDCECè membro fondatore) - quale sponsor principale di IVSC. �

April Mackenzie è componente del Board of Trustees

dell’International Valuation Standards Council (IVSC)

dall’ottobre 2009; è membro del Nominations Committee

and Trustee che fa da liaison con il Professional Valuation

Organisations Advisory Forum.

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Vogliamo dare una mano al Paese. Anzi centodiecimila.

Crediamo nell’utilità sociale del pensiero tecnico e che non sia questo il momento di chiedere, ma di dare.E di mettere al serviziodella comunitàla competenza,la professionalità e l’esperienza dei Commercialisti Italiani.Possiamo essere utili al Paese perché siamo professionisti, vogliamo esserlo perché siamo cittadini.

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La tematica dellavalutazione d’aziendarappresenta da sempre unaprerogativa della nostracategoria professionale.

Considerato che i commercialistiitaliani nella gran parte dei casi hannonelle imprese non quotate (lecosiddette private entities) il propriocore business, sembra opportunoconsiderare almeno alcune dellepeculiarità che tali valutazionipossono presentare, alla luce sia dellanegativa congiuntura economico-finanziaria sia delle recenti evoluzionidella prassi.

Per quanto rileva l’espressione digiudizi sui complessi economici inperiodi di turbolenza dei mercati e inparticolare in periodi di straordinariacongiuntura economica negativacome quella attuale, sembra quasipleonastico osservare che le stimedebbano essere improntate sullaprudenza valutativa. I valutatori cheapplicano tecniche reddituali “pure” o“miste” per le valutazioni aziendalinon possono che esprimere una certacautela nella determinazione dei flussie dei tassi utilizzati. Tale prospettiva èquanto mai valida per le pmi,

soprattutto per quelle piccole impreseche non fruiscono di piani aziendaliaccurati e che, quindi, potrebberopresentare valori che scontanoulteriori elementi di incertezzavalutativa.

Con riferimento alle recentievoluzioni della best practice

nazionale e internazionale, non vi èdubbio che uno degli aspetti piùrilevanti degli ultimi anni consistenell’emanazione dei Principiinternazionali di valutazione (gliInternational Valuation Standards oIVS, disponibili in lingua inglese edattualmente in corso di traduzione initaliano a cura dell’ufficio traduzionidel Cndcec) emanatidall’International Valuation

Standards Council (IVSC), di cui ilConsiglio Nazionale è componente.

Le valutazioni d’azienda (cometutte le valutazioni economiche) sonotanto più apprezzabili quanto piùtrasparenti. In questa prospettiva,l’utilizzo di standard “generalmenteaccettati” non può che aiutarel’attendibilità, la dimostrabilità e lacomprensibilità dei valori espressi.È certo, poi, che tutte le valutazionirappresentino problematiche e

circostanze particolari. Per talemotivo è apprezzabile l’orientamentodegli IVS di definire esclusivamente leregole di carattere generale, lasciandoall’esperto il compito di calare edeclinare tali principi in regoleapplicative. In questo modo, i principidell’IVSC sono applicabili per lavalutazione delle grandi come dellepiccole imprese.

Gli IVS sono, in sostanza, normedi carattere generale (principles

based) che guidano il comportamentodel valutatore; spetta, poi, all’espertodi calare tale disposizioni nella realtàspecifica di riferimento.

Mi sembra, poi, giusto esprimerein questa sede almeno alcuneconsiderazioni di carattere generalesulla portata degli approcci previstidall’IVS 200, Valutazioni d’azienda e diinteressenze, cogliendocontestualmente alcuni elementi diriflessione inerenti al mondo dellavalutazione delle piccole imprese.L’IVSC afferma che l’income approach

(approccio del reddito) e il market

approach (approccio del mercato)sono sempre utilizzabili nellevalutazioni d’azienda, mentre il cost

approach (approccio del costo) è

La valutazione delle piccole e medie impreseGiancarlo Attolini Consigliere nazionale CNDCEC con delega all’area ‘Attività Internazionale’

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Alcune riflessioni sulla valutazione delle imprese di minori dimensionialla luce degli International Valuation Standards

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15L’intervento

applicabile solitamente per le fasi distart-up e di inizio attività e il metododel net asset approach (metodopatrimoniale), ossia la stima dellesingole attività e passività, può essereimpiegato nella valutazione di aziendeparticolari (per es., aziende diinvestimento e holding) e inspecifiche circostanze.

L’income approach è un metodoarticolato sulla determinazione diflussi economici o finanziariprospettici. Un’attendibiledeterminazione quantitativa deve,quindi, essere fondata sulla previsionedi piani previsionali sostenibili. Il

valutatore è tenuto pertanto adaccertare la validità delle stimepresentate al fine di non giungere aconclusioni aleatorie. Una delleprincipali difficoltà applicative di talemetodo nelle realtà di minoridimensioni è, come accennato,proprio la determinazione di flussiprevisionali in mancanza di business

plan attendibili. Occorre, peraltro, formulare

un’attenta analisi dei bilancipresentati sino alla data dellavalutazione, al fine di apportare leopportune modifiche per la

normalizzazione del reddito.Il market approach esprime il valoreaziendale in relazione all’evidenza deivalori espressi da aziende similari (peresempio, il Guideline Public

Company Method) oppure daoperazioni di vendita concernentiaziende similari (per esempio, ilGuideline Transactions Method). Lecasistiche evidenziate richiedono, difatto, la presenza e la conoscenza di“circostanze” analoghe verificatesi nelmercato. In quest’ottica, la principaledifficoltà applicativa per lavalutazione delle private entities

consiste proprio nell’identificazione di

adeguati comparables. Non è un caso, infatti, che il market

approach rappresenti un approcciovalutativo sorto prevalentemente perla valutazione di imprese con titoliquotati in mercati pubblici.

L’applicazione del market

approach è, tuttavia, possibile ancheper stimare il valore delle aziende dipiccole dimensioni, anche se l’analisirichiede particolare accortezza nellaselezione del campione, delleeventuali rettifiche (adjustment) daapportare per rendere le aziendequanto più similari al complesso

economico da stimare, nonché deimultipli di riferimento, anche inconsiderazione del fatto che le pmipossono essere cedute attraverso lavendita dei beni facenti parte delpatrimonio aziendale (asset sale)anziché mediante il trasferimento diinteressenze partecipative.

È, poi, interessante ribadire comei metodi patrimoniali - assai utilizzatinella realtà nazionale per lavalutazione delle pmi - siano relegatiad un ruolo marginale e “particolare”.

In ultimo, è evidente che levalutazioni dovrebbero sempre essere“verificate” per mezzo dell’utilizzo diuna valutazione di controllo. Solo inquesto modo è possibile avere unastima che tenda a cogliere erappresentare diverse prospettive.

In ultimo, preme considerare cheè opportuno - anche a fronte dellarecente normativa in materia dipreventivi (d.l. 1/2012, art. 9) - fare usodi “carte di lavoro” che documentinol’attività svolta. L’IVSC fornisce (siveda IVS 101, IVS 102, IVS 103)sintetici e concisi standard per lapreparazione della documentazione inmerito alla definizione dell’ambito dellavoro, l’espletamento dell’incarico ela relazione conclusiva. Tale materialecontribuisce a circoscrivere la portatadell’incarico e guidare l’attività,evitando fraintendimenti econtroindicazioni.

Il quadro delle best practice nonmancherà di presentare ulteriorievoluzioni in ragione dell’attivitàdell’Organismo Italiano di Valutazionee della conseguente prossimaemanazione di principi nazionali divalutazione che, con tutta probabilità,vedranno - oltre che nella prassioperativa e nella dottrina nazionale -nelle prassi in uso a livello extra-nazionale un importantebenchmark.�

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La professione contabilesvolge un ruolo crucialenelle valutazionieconomiche. Valutazioniche sono utilizzate sia al

servizio di operazioni straordinarie sulcapitale, sia nelle operazioni diristrutturazione, sia nell'attivitàordinaria, ad esempio al serviziodell'informativa finanziaria.

Numerosi sono i richiami che lalegislazione fa all'attività divalutazione a cui corrispondonograndi responsabilità per ilprofessionista valutatore.

L’art. 2343 del codice civile, peresempio, dispone che i conferimentidi beni in natura o crediti debbanoessere accompagnati da una relazionegiurata di un esperto. L’art. 2343-ter

prevede che la menzionata relazionenon sia necessaria nel caso in cui ilvalore attribuito sia pari al valoreequo risultante da una valutazionenon antecedente i sei mesi ilconferimento e “conforme ai principie criteri generalmente riconosciuti perla valutazione dei beni oggetto delconferimento, effettuata da un esperto

indipendente […] e dotato dicomprovata professionalità”.

Ulteriori richiami alla figuradell’esperto sono effettuati per lapredisposizione della relazione sullacongruità del rapporto di cambio delleazioni o delle quote in progetti difusione e scissione (art. 2501-sexies).

Analoga rilevanza vienericonosciuta in tema di procedureconcorsuali. Al “professionistaindipendente” – anche a seguito dellerecenti novità introdotte per mezzodel c.d. decreto sviluppo convertitonella legge 7/2012 - sono affidatidelicati compiti quali l’attestazionesulla validità del piano di risanamento(art. 67, comma 3, lett.d, l.f.),l’attendibilità dei dati economico-finanziari e la fattibilità del piano perl’accesso al concordato preventivo(art. 161 l.f.), l’attuabilità dell’accordodi ristrutturazione (art. 182-bis). Ilprofessionista indipendente deve,infine, attestare nell’ambito delconcordato preventivo “in continuitàaziendale” che l’eventuale pagamentodi debiti antecedenti originati daprestazioni commerciali siano

essenziali per la prosecuzionedell’attività (art. 182-quinquies, l.f.).

La valutazione economicacostituisce, infine, parte integrante delprocesso di redazione del bilanciostrumento essenziale nellacomuncazione della situazionepatrimoniale ed economico-finanziariadell'impresa. Senza tali stime sarebbeimpossibile misurare gran parte delleattività e delle passività patrimoniali;ad esempio, i principi contabilinazionali e internazionali richiedonoche le svalutazioni delleimmobilizzazioni (attività) materiali eimmateriali siano effettuatedeterminando il valore d’uso e/o ilprezzo di vendita al netto dei costi(fair value), mentre l’art. 2427-bisrichiede l’informativa sul fair value

degli strumenti finanziari derivati e dialtri specifici strumenti finanziari.

Esistono, poi, una serie dicircostanze che possono richiedere lapresenza di valutazioni volontarie,finalizzate a determinare il “corretto”valore di taluni elementi aziendali inoccasione, ad esempio, di cessioni oscambi di pacchetti societari ovvero

Funzione e ruolo del commercialista nei processi valutativiLuciano Berzé Consigliere nazionale CNDCEC

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Le valutazioni sono alla base dell’attività professionale. Partire da principi generali “codificati” per arrivare a valutazioni particolariapplicate

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17L’intervento

ancora di successioni ereditarie.Quanto sopra evidenziato mette in

luce come le determinazioniquantitative rappresentino una attivitàimportante e virtuosa dell’attivitàdella nostra professione. Proprio inquesta prospettiva ed al fine direndere le valutazioni maggiormenteoggettive ed affidabili e, per quantopossibile, indipendenti dal soggettovalutatore è quindi opportuno, ed anzisempre più necessario, utilizzarenorme tecniche “generalmenteaccettate” (GAVP o GAAP).

Come per le valutazioni“contabili” il nostro conceptual

framework è costituito dalle norme

del codice civile dai principi contabilinazionali e internazionali, per quantoconcerne le valutazioni economiche“extra-contabili”, il set di standardoggi più autorevole a livellointernazionale è rappresentato dagliInternational Valuation Standards

(IVS), licenziati dall’InternationalValuation Standards Council (IVSC),di cui il CNDCEC è membro dal 2012.

Tali principi si occupano dellapressoché totalità di valutazionieconomiche: dagli immobili agliimpianti, dagli strumenti finanziari aicomplessi aziendali. In futuro e inmodo coerente con quanto già esistentenella prassi internazionale saranno

emanati dall’Organismo Italiano diValutazione (OIV), di cui il ConsiglioNazionale è socio fondatore, anche iprincipi nazionali di valutazione.

È bene evidenziare che i principi“generalmente riconosciuti”rappresentano una misura“necessaria, ma non sufficiente” perpredisporre una adeguata valutazione.

Gli IVS sono norme di caratteregenerale ed il professionista, mediantela sua esperienza e la sua attitudine,deve essere capace di applicare iprincipi generali alla casistica diriferimento. E' necessario, pertanto,declinare la prassi “codificata” in“prassi operativa”. Come per i principicontabili anche i principi divalutazione, infatti, non possonoesaminare tutte le casistiche esistentied è, per questo, necessario che ilcommercialista applichioperativamente, attraverso la suapreparazione e sensibilità, leprevisioni tecniche.

Non vi è dubbio che il settoreprofessionale delle valutazioni è inforte sviluppo: le turbolenze(negative) dei mercati, la velocità deimutamenti tecnici, l’evoluzione nellamodalità di raccolta dei dati, laglobalizzazione dei mercati (si pensiagli strumenti finanziari), costringonoi commercialisti ad un aggiornamentocontinuo e all’utilizzo di standard chediano attendibilità alle proprievalutazioni. È, quindi, opportuno chela categoria segua con estremaattenzione lo sviluppo della disciplina,da un lato, per poter apportare ilproprio contributo di conoscenza edesperienza, dall’altro, per far sì che leprassi di settore siano collegate conl’attività di chi giorno per giornoeffettua queste operazioni concompetenza e diligenza, trasformandole regole in materia viva. �

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Il Consiglio Nazionale Geometri eGeometri Laureati, attraversol’Associazione GeometriValutatori Esperti (Geoval),pubblicò nel 2005, per la prima

volta in Italia, gli Standard divalutazione internazionali (IVS) initaliano.

L’ultimo capitolo dell’IVS,denominato “Libro Bianco” eradestinato ai paesi emergenti in quantouno degli obiettivi prefissatodell’International Valuation

Standard Committee era “… di

fornire standard di valutazione che

soddisfino le esigenze dei paesi

emergenti e di quelli recentemente

industrializzati”.L’esigenza a livello internazionale

era quella di far crescere la disciplinadella valutazione immobiliare inquanto alcune peculiari caratteristicheeconomiche, legali e istituzionali deimercati emergenti pongonoparticolari problemi ai periti cheoperano in detti mercati.

Queste caratteristiche, secondo leIVS 2003, erano la scarsa raccolta edivulgazione delle informazionirelative al mercato immobiliare,l’assenza di periti adeguatamenteformati, standard nazionali nonaggiornati, presenza di pressioni

esterne ingiustificate e/o eccessivedalle parti interessate.

In conclusione, l’Italia, perl’attività della valutazioneimmobiliare, poteva essereconsiderata un paese emergente.Nel corso di questi anni, la categoriadei Geometri, con l’associazioneGeoval sempre in prima fila, si èimpegnata allo sviluppo eaggiornamento della materianell’interesse della società e delmercato.

L’iniziativa si è resa necessariaperché l’attività professionale non erasvolta in conformità agli standard divalutazione internazionali, in quantoespletata con criteri soggettivinonostante la stessa attività stesseassumendo una rilevante importanzaquale strumento efficace per garantirela stabilità economico-finanziaria delmercato del credito attesa lacrescente integrazione del mercatoimmobiliare con quello finanziario,manifestatasi nell’ultimo decennio,che ha radicalmente trasformato ilmercato ed ha consentito, purtroppo,di “spalmare” il rischio anche su altrisoggetti.

A distanza di sette anni, tutti glistakeholders (non solo i geometri),hanno a disposizione per svolgere e/o

controllare una valutazione il “Codicedelle Valutazioni” pubblicato daTecnoborsa (III edizione), le LineeGuida dell’Associazione BancariaItaliana e, in lingua italiana, sia laversione dell’IVS 2007 che il Red Bookpubblicato dal Royal Institution ofChartered Surveyors (RICS).

Anche in Italia è presente, comenel resto dell’Europa, una società dicertificazione ISO 17024 che certificala qualifica dei periti che svolgonovalutazioni immobiliari per gli istitutibancari.

Oggi l’Italia non si puòconsiderare più un paese emergentenella valutazione immobiliare anchese il capitolo (libro bianco) non èstato più pubblicato dall’IVSC.Nonostante che il quadro diriferimento (best practice) sia benchiaro ancora oggi si evidenzianol’applicazione di metodologie che nonsono riconosciute a livellointernazionale.

Infatti nel passato per il calcolodel “valore di mercato” di unimmobile, nella maggior parte dei casi,i periti si sono affidati alla“scorciatoia” della stima sinteticamonoparametrica (quasi che la periziafosse un expertise), ovvero il calcoloottenuto dal prodotto della superficie

La corretta valutazionedegli immobiliAntonio Benvenuti Consigliere nazionale del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati

e componente del Board del The European Group of Valuers Associations

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L’importanza degli standard nelle valutazioni immobiliari

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19L’intervento

commerciale dell’immobile da stimareper un prezzo unitario medio derivanteda una osservazione del mercatoimmobiliare nella zona di ubicazionedell’immobile. Tale criterio, affidatoesclusivamente alla sensibilità diciascun perito e quindi anche allamaggiore o minore competenza diciascuno di essi, non è stato mai ingrado di sostituire una informazionetratta da dati di contrattazioni reali dimercato e da una osservazionepuntuale e pertinente del mercatoimmobiliare, fondendosiesclusivamente sull’unico parametrodella superficie commerciale eproducendo poi in un risultatosintetico che non può considerare ifattori endogeni ed esogeni del bene inuna concreta comparabilità con benisimili ai fini della stima se nonattraverso alcuni correttivi talvoltastabiliti da normative o, nella miglioredelle ipotesi, definiti dalla letteraturaestimativa con orientamenti su largascala.

L’effetto di questa semplificazionemetodologica si è da sempre tradottoin un dilatamento dell’errore delrisultato della stima e nella praticaimpossibilità di rendere trasparente ilprocesso che ha condotto al risultatodella valutazione.

Viceversa i procedimenti di stimaprevisti dagli standard internazionalibasati sui dati di mercato sono:� metodo del confronto di mercato;� metodo finanziario;� metodo a costo.Il metodo del confronto di mercato - ilpiù rapido e sistematico perdeterminare il valore di mercato -considera le compravendite diimmobili simili e i relativi dati,stabilendo una stima del valoremediante processi di confronto. Perfare confronti diretti tra un immobile

comparabile e l’immobile in esame, ilperito determina gli aggiustamentibasati sulle differenze tra lecaratteristiche (elementi di confronto)degli immobili che causano levariazioni prezzi corrisposti per gliimmobili.

Viceversa il metodo finanziarioprende in esame il reddito e le spese ene stima il valore di mercatoattraverso un processo dicapitalizzazione.

La capitalizzazione converte iredditi (netti o lordi) in una stimaattraverso un saggio dicapitalizzazione estratto nel mercatoimmobiliare.

I metodi di capitalizzazione sonola capitalizzazione diretta, lacapitalizzazione finanziaria e l’analisidel flusso di cassa scontato.Nel metodo finanziario, i dati di

confronto comprendono il valorelocativo, il reddito, le spese, i saggi dicapitalizzazione e di rendimentointerno.

Il metodo dei costi, applicabile inmercati limitati o per beni speciali,determina il valore di mercatostimando il valore del terreno e lespese di costruzione di un nuovoimmobile con pari utilità; laddoveapplicabile ai costi di costruzione sisomma la stima del profitto delpromotore immobiliare.

Questo metodo richiede anche lavalutazione del deprezzamento per gliimmobili con una certa vetustà, per iquali sono applicabili detrazioni inconsiderazione delle varie forme dideprezzamento maturato(deterioramento fisico, obsolescenzafunzionale e obsolescenzaeconomica). �

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Un confronto costruttivo su fisco, politica,economia e professioni caratterizzerà la tregiorni di dibattiti e tavole rotonde del terzoCongresso nazionale dei dottoricommercialisti e degli esperti contabili, in

programma negli spazi del nuovo padiglione della Fiera del

Congresso nazionale,tre giorni di confrontoTiziana Mastrogiacomo Ufficio stampa CNDCEC

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Presentato a Bari il programma dell’assise dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili, in programma in questi giorni presso la Fieradel Levante

Levante di Bari che si svolge in questo ultimo finesettimana di ottobre.Il programma della manifestazione, presentato lo sorso 4ottobre presso il Boscolo Hotel del capoluogo pugliesedurante una conferenza stampa moderata dal presidentedell’Ordine dei giornalisti della Puglia Paola Laforgia, è

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21Cronaca

stato illustrato dallo stesso presidente dei commercialisti,Claudio Siciliotti. Con lui sul palco c’erano anche ilvicepresidente dell’Ordine dei commercialisti di Bari,Pasquale Pace, e il presidente dell’Ordine di Napoli, AchilleCoppola, per il consueto passaggio di testimone delcongresso di categoria.I saluti della città di Bari e dell’amministrazioneprovinciale sono stati portati rispettivamentedall’assessore comunale Gianluca Paparesta e dalpresidente Francesco Schittulli.Siciliotti ha voluto subito sottolineare come mai la sceltadel titolo della kermesse sia caduta proprio su “Preparare ildomani. Crescita, Sviluppo, Europa”.«Preparare è sinonimo di una laboriosa operosità, di unlavoro costruttivo - ha detto il presidente del Cndcec - e icommercialisti possono dare molto in termini dicontabilità, fisco, finanza ed economia. Ci avviciniamo aquesto terzo congresso con la consapevolezza e laresponsabilità della nostra professione che non è solospecialità tecnica, ma anche attitudine e predisposizionesociale. Il domani deve voler dire crescita economica edaumento del pil, sviluppo della sicurezza e delle libertàeffettive nell’ambito di una più vasta armonizzazioneeuropea, di un europeismo a cui l’Italia non può rinunciare.Per pensare al futuro c’è bisogno di studio eapprofondimento, di progetti seri, altrimenti difficilmentene potremmo avere uno. L’Italia è stanca di proposte privedi una visione del Paese a lungo termine, per i prossimidecenni. La nostra professione, che in questi anni hastrenuamente difeso il suo ruolo dagli effetti della crisi, hamolto da dire e da dare al Paese. Il Congresso - ha spiegatoSiciliotti - cade in un passaggio delicatissimo per l’Italia,ancora non del tutto al sicuro rispetto alla eventualità diuna prospettiva greca e con un quadro politico magmatico,privo di certezze e di punti di riferimento, a soli pochi mesiormai dalle elezioni politiche. Nella nostra tre giorni bareseci confronteremo a tutto campo con governo, istituzioni epolitica per ascoltare e per avanzare le analisi e le propostedei commercialisti italiani, riaffermando l’importanza delnostro pensiero tecnico».Lo svolgimento del congresso sarà caratterizzato da seitavole rotonde, la prima delle quali avrà per oggetto il tema“Elezioni politiche 2013. E dopo?” che vedrà comeprotagonisti i rappresentanti dei maggiori schieramenti. Glialtri temi del confronto saranno le professioni intellettualidopo la recente riforma che le ha interessate, la lottaall’evasione, i controlli societari, il rapporto tra etica e

business ed un focus su economia e territorio dedicato allaPuglia, la regione che ospiterà il congresso. Sono tutti temisui quali i commercialisti si confronteranno con esponentidella politica e delle professioni, portando il propriocontributo tecnico.Durante la conferenza stampa, il vicepresidente dell’Ordinedei commercialisti baresi, Pasquale Pace, ha ricordato chel’Ordine barese è il quinto in Italia per numero di iscritti edil secondo nel Mezzogiorno con 3.200 commercialistiall’attivo, di cui il 31% è rappresentato da donne ed il 23% èunder 40. La Puglia, quarta tra le regioni, conta invece piùdi 10mila iscritti di cui il 22% è under 40 ed il 29% donna.«Ce la stiamo mettendo tutta - ha concluso Pace -Cercheremo di fare del nostro meglio per onorare tutti gliospiti che arriveranno per il congresso». �

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Giovedì 25 ottobre 2012

19.00 cena buffet

21.00 spettacolo di musica e cabaret

Preparareil domanicrescita | sviluppo | europa

terzo congresso nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili

BARI | FIERA DEL LEVANTE 25-26-27 OTTOBRE 2012

17.00 elezioni politiche 2013. e dopo?Si può e si deve assicurare continuità alla discontinuità rappresentata dal governo Monti? E, se sì, a quali condizioni? E con quali protagonisti?

Sono stati invitati:Renato Brunetta deputato Pdl, professore ordinario Economia del Lavoro Università Tor Vergata RomaStefano Fassina responsabile economia e lavoro PdGian Luca Galletti presidente Gruppo Udc Camera Deputati

Conduce: Enrico Cisnetto editorialista

15.00 saluto delle autoritàBenvenuto da parte dell’Odcec di BariRelazione del Presidente nazionale Claudio Siciliotti

Venerdì 26 ottobre 2012

13.30 soft lunch

9.30Tavola Rotonda

professioni: liberalizzate o meno libere?Il focus del tema delle liberalizzazioni - vitale per il sistema Paese - è stato spostato dal mercato e dalla concorrenza alle professioni. Ma è davvero la ricetta giusta?

Sono stati invitati:Pier Paolo Baretta deputato PdMarina Calderone presidente CupGuido Crosetto deputato PdlBenedetto Della Vedova capogruppo Fli Camera dei DeputatiDavide Giacalone giornalistaCarlo Stagnaro direttore Ricerche Istituto Bruno LeoniAndrea Bonechi consigliere Cndcec delegato all’area riforma delle professioni

Modera: Isidoro Trovato giornalista Corriere della Sera

11.30Tavola Rotonda

lotta all’evasione. rigore a senso unico?Le tasse non pagate costano allo Stato una cifra pari al 18% del pil. La strada giusta sono le retate e i “bollini blu”?E al fisco eccessivamente gravoso e complicato chi ci pensa? Dov’è finito il rigore sui tagli alla spesa pubblica?

Sono stati invitati:Attilio Befera direttore Agenzia EntrateGiuseppe Bortolussi direttore CGIAEnrico De Mita avvocato, professore emerito Diritto Tributario Università Cattolica Sacro Cuore MilanoCarlo Nocerino sostituto procuratore Procura della Repubblica di MilanoSergio Rizzo responsabile redazione economica romana Corriere della SeraEnrico Zanetti coordinatore Ufficio Studi Presidenza Cndcec

Modera: Marino Longoni condirettore Italia Oggi

15.00Tavola Rotonda

competenza economica e competenza professionale: il nodo dei bilanciLe regole degli Stati come quelle delle aziende, e il correlato sistema dei controlli, devono trovare in sede UE piena uniformità.Quali passi è ancora necessario compiere per raggiungere questo obiettivo?

Sono stati invitati:Luigi Abete presidente AssonimePaolo Bassi amministratore delegato CAFPaola Giachetto responsabile ufficio tributario bilancio e vigilanza ABIOscar Giannino editorialistaPaolo Gnes presidente Consiglio di sorveglianza OICEnrico Laghi professore ordinario Economia Aziendale Università La SapienzaMaurizio Lauri presidente Consiglio Sindacale UnicreditSalvatore Mazzamuto sottosegretario Ministero della GiustiziaEugenio Francesco Schiltezer presidente Corte dei Conti sez. giurisdizionale PugliaLuciano Berzè consigliere Cndcec delegato all’area principi contabili e sistemi di controllo e revisione

Modera: Alessandro Plateroti vicedirettore de Il Sole 24 Ore

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17.00Tavola Rotonda

etica & business. matrimonio d’interesseLa rendicontazione sociale e ambientale è ormai imprescindibile nella vita delle aziende, rendendo la corporate social responsability cartina al tornasole delle scelte imprenditoriali

Sono stati invitati:Alessandro Barbano vicedirettore Il MessaggeroGiuseppe Biesuz amministratore delegato TreNordGianfranco Fabi giornalistaPaolo Messa consigliere Affari istituzionali Ministero dell'AmbienteChiara Mio professore ordinario dipartimento Management Università Ca’ FoscariMario Molteni direttore Altis, professore ordinario Economia aziendale Università Cattolica Sacro Cuore Milano

Modera: Enrico Romagna Manoja direttore Il Mondo

20.30 cena di gala (con prenotazione)Padiglione 18, Fiera del Levante

Sabato 27 ottobre 2012

12.00 dialogo fra:Claudio Siciliotti presidente CNDCECPaolo Mieli presidente RCS Libri

Conduce: Enrico Cisnetto editorialista

10.00 economia e territorioIl Paese Italia e la sfida della Puglia: i protagonisti nel territorio

Sono stati invitati:Francesco Boccia deputato PdGiorgio Boscolo amministratore delegato Boscolo GroupRaffaele Fitto deputato PdlPasquale Caso presidente Banca Popolare di Puglia e BasilicataNicola Costantino presidente Ergon Master teamnetwork e coordinatore Turismo Luiss Business SchoolGaetano Crepaldi presidente Fondazione Dieta Mediterranea (Agroalimentare)Vito Pertosa fondatore Angelo Investments (Industria Meccanica)Maria Rosa Cavaliere presidente Odcec di FoggiaElbano De Nuccio consigliere segretario Odcec di BariPietro Lusito consigliere Odcec di Trani

Modera: Francesco Giorgino giornalista RAI

Preparareil domanicrescita | sviluppo | europa

terzo congresso nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili

BARI | FIERA DEL LEVANTE 25-26-27 OTTOBRE 2012

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Un’altra recente sentenzadella Cassazione incampo tributario èdestinata a costituireun’ulteriore piattaforma

di discussione su alcuni passaggi noninsignificanti del rapporto traAmministrazione e contribuente.

Ancora una volta, nel sensoprefigurato nel contributo a suotempo prodotto dall’Ordine diRoma(1). Stavolta si tratta di unasentenza della sezione penale, in esitoal ricorso del PM per il diniego delGUP della richiesta di rinvio a giudizioper i reati di frode allo Stato, inconcorso con altri e d’infedeledichiarazione, a carico di due notistilisti italiani, qui residenti(2).

Secondo l’accusa, che fonda ipropri rilievi su numerose denunce direato avanzate, con profili diversi, siadall’Agenzia, sia dalla GdF, la truffaallo Stato si determina perché i duecontribuenti avrebberoartificiosamente ceduto ad unasocietà lussemburghese da essiindirettamente controllata, ad unprezzo ritenuto insufficiente, alcunimarchi inerenti all’oggetto dell’attività

dei medesimi nel campo della moda;ed inoltre perché detta società,appositamente costituita, nonrisultava dotata di struttura edoperatività sufficiente, costituendocosì il veicolo per sottrarrefraudolentemente dall’imposizione inItalia il flusso dei redditi (cioè leroyalties) ricavabili dallo sfruttamentoin licenza dei marchi acquisiti.

La seconda imputazione -l’infedele dichiarazione - riguarda lamancata inclusione, da parte diciascuno dei due stilisti, nella propriadichiarazione dei redditi dell’anno dicessione, della differenza tra il valoredei marchi, come stabilito dall’accusaed il corrispettivo dichiarato.

La sentenza della Cassazionecontiene alcune decisioni edargomentazioni di rilievo, qui appenaelencate: (a) l’Agenzia può costituirsiparte civile in relazioneall’adempimento di obbligazionitributarie; (b) si esclude che possanoascriversi anche a titolo di truffa aidanni dello Stato quelle condotte che,previste e sanzionate nel d.lgs. n.74/2000, non hanno altra direttafinalità che l’evasione o l’elusione

dell’obbligazione tributaria; (c)richiamando l’art.73.5bis, d.P.R. 917,individua nell’ “esterovestizione” uncaso di elusione; (d) il giudice penalenon è vincolato alle ricostruzionicompiute in sede tributariadall’Amministrazione finanziaria; (e)le presunzioni tributarie non possonoassumere, di per sè, valore di provanel giudizio penale; (f) la valutazionedel giudice penale può non coinciderecon quella effettuata in sedetributaria; (g) rientra nei poteri delgiudice dell’udienza preliminareravvisare nei fatti contestati unadiversa ipotesi di reato.

Argomenti tutti interessanti per ilprofessionista specialista di fiscalità,anche se non tutti nuovi; ma quelloche risulta piuttosto nuovo ed imponeun’attenta discussione riguarda larilevanza penale dell’elusione, subspecie di abuso del diritto. Secondoquanto riferisce il GUP, i profili diabuso del diritto utilizzati dall’Agenzia(nell’accertamento) e dalla GdF (neiverbali di constatazione) sono statiritenuti inutilizzabili perché il fattonon sussiste. Inoltre, la Cassazionetrovando uno spunto formalistico in

Abuso del diritto in campo tributario e funzione professionaleAlfonso Trivoli Odcec di Roma

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Una recente sentenza della sezione penale, a carico di due noti stilistiitaliani, offre lo spunto per una analisi di materie connesse all’essenzastessa della funzione professionale

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25L’opinione

una disposizione a dire il veroalquanto laterale (art.16, d.lgs.74/2000) introduce un’ampia disaminadella nozione dell’abuso con richiamialla recente giurisprudenza delleSezioni Unite, e della Corte UE.Sennonché i richiami della Cassazionesono sorprendentemente monchi: nonè, infatti, dato riscontrare laricognizione della necessarietàdell’aggiramento dell’ordinamentoquale elemento costitutivo della figuradell’abuso del diritto. Eppure laSezione Tributaria della Cassazione siè già da tempo orientata a mitigare

“l’uso distorto” con la specificazioneche “i benefici fiscali…” debbonoessere “… contrastanti con la ratiodelle norme che introducono iltributo”(3). Ne risulta, purtroppo,inficiata la deliberazione adottata nelcaso di specie, nel quale è benesottolineare che il GUP avevaanaliticamente escluso l’esistenza diqualsiasi comportamento difformenella sostanza da quantorappresentato. Sembra quindi trovareconferma il dubbio che avanzavamogià un paio d’anni fa(4), quandoesprimevamo la preoccupazione che

una nozione di abuso del dirittomonca e sostanzialmente arbitrariapotesse fungere da facile slogan asostegno di pretese e procedimentinon rigidamente ancorati sulledisposizioni dell’ordinamentopositivo.

Ed, infatti, il richiamo dell’Agenziaall’abuso del diritto - che ha innestatoi successivi, estesi, commenti sia delGUP, sia della Cassazione - sembraessere funzionalmente asservito allanecessità di chiamare in causal’applicabilità del criterio del valorenormale sul quale è fondata almenoparte della pretesa tributaria edell’ipotesi criminale. Ma il lettore,esaminando il materiale citato, potrà,credo agevolmente, constatare che lacessione contro prezzo dei marchi daparte dei due stilisti, nella loro qualitànon imprenditoriale(5), non ècircostanza che possa legittimamenteattrarre l’applicazione dell’art. 9,TU/917. Dunque il richiamo all’abusoè strumentale per far valere unapretesa fondata, verrebbe proprio dadire, sull’uso distortodell’ordinamento, consistente in unavera e propria integrazione“para”normativa, ovviamenteinutilizzabile, tanto più in campopenale. D’altronde, al di fuori dellaspecifica regolamentazioneriguardante i rapporti intercompanyinternazionali, la rettificabilità deivalori di scambio, in assenza di provaefficace di prezzo effettivo difforme, ècorrentemente oggetto di vivacipolemiche in relazione ai rapportiinfragruppo domestici, senza cheriesca ad affermarsi pacificamente latesi dell’accertabilità del valorenormale(6). Sul tema poi dell’omessadichiarazione, se risultasse davveroarbitraria e fittizia l’intestazione deimarchi ad un soggetto societario soloapparentemente non residente, allora

(1) Si veda il volume digitale, liberamente scaricabile dal sito dell’Ordine diRoma/Commissioni/culturali/area fiscalità.

(2) La sentenza, assai corposa, non si presta, in questa ristretta sede, ad una descrizioneanaliticamente completa; come pure la sentenza di non luogo a procedere. Sono inoltrenote le sentenze della CTP relativamente ai ricorsi presentati dai contribuenti avversogli accertamenti parallelamente emessi a loro carico. Non sono invece stati rinvenuti,nel materiale di pubblico dominio, gli avvisi di accertamento e la richiesta di rinvio agiudizio del PM. Dalle sentenze disponibili è tuttavia possibile farsi un quadro attendibiledelle effettive vicende accadute e degli argomenti utilizzati dai giudici con riferimentoa questi. La sentenza di Cassazione porta il n. 7739/2012 ed è pubblicata in Banca DatiBIG Suite, IPSOA, la sentenza di non luogo a procedere del GUP di Milano è stataemessa in data 01/04/2011 ed è pubblicata in Diritto Penale Contemporaneo; le sentenzedella CTP di Milano sono le nn. 1 e 2, emesse dalla sezione XVI, in data 04/01/2012,pubblicate in Banca Dati BIG Suite, IPSOA.

(3) Come, a titolo d’esempio: Cass. 24/11/2010, n. 23784 (pres. Altieri); anche la necessità diquesta precisazione era stata prefigurata nel citato contributo dell’Ordine di Roma.

(4) “Abuso del diritto, tra de iure condito e de iure condendo”, Press, Luglio 2010, n. 23,pag. 24.

(5) Attestata da pregresso interpello, come rilevato dal materiale esaminato(6) Lo stesso GUP richiama l’esplicita regolamentazione che si è resa necessaria per la

valorizzazione delle compravendite immobiliari.

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L’opinione26

non sembra potersi dubitare che sitratterebbe di evasione; ed il ricorsoalla figura dell’abuso del dirittosarebbe ultroneo.

Vedremo, al riesame, come si daràattuazione ai principi stabiliti dallasentenza di Cassazione. Sul temadell’abuso questi principi sembranoessere: i reati ascrivibili sonol’infedele e l’omessa dichiarazione; lecondotte rientranti in una specificadisposizione fiscale antielusiva sonopenalmente rilevanti,necessariamente, quali elementipreparatori della fase dichiarativa;l’assenza di una specifica disposizioneche contempli la rilevanza penale[leggi perseguibilità] dell’elusione nonè in violazione del principio di legalità,perché il contribuente può farsi unaprevisione non irragionevole dellaperseguibilità. Dunque, pare di capire,l’elusione non è irrilevante ai finidell’applicazione delle sanzioni penal-tributarie, che pur già esistono.

A parte ogni migliorecomprensione e conferma dellacorrettezza di questa lettura dellasentenza, risulta ulteriormenteconfermata l’esigenza di ricorrere aduna nozione affidabile di abuso deldiritto che contempli come elementoportante l’aggiramento di disposizionispecifiche dell’ordinamento; evitandocosì di convertirlo in uno strumento dimera e discrezionale integrazionenormativa.

Come noto, è all’esame delParlamento una regolamentazioneappunto dell’abuso, insistentementerichiesta da più parti, proprio perdelimitare l’area d’incertezza,attualmente assai marcata. Insommaoccorre proprio quella prevedibilitàdell’effetto delle azioni intraprese chela Cassazione postula come antefattodella propria deliberazione. Mentre si

deve assolutamente condividerel’esigenza, appunto, di ridurrel’incertezza (la certezza non è diquesto mondo, specialmente neldiritto) non si può condividere ilrimedio della mera formalizzazionedefinitoria, evidentemente passibile difrequenti superamenti e logicamentein contrasto con la natura casisticadel nostro ordinamento; risultando,invece, di gran lunga preferibile unapiù rigorosa interpretazione edapplicazione delle disposizioni giàesistenti. Che anche nel caso qui indiscussione consentirebbero dicontrastare ad esempiol’“esterovestizione” ove i mezzi diprova risultassero sufficienti.

Nella proposta governatival’intento sarebbe di “definire lacondotta abusiva come uso distorto distrumenti giuridici idonei ad ottenereun risparmio d’imposta, ancorché talecondotta non sia in contrasto conalcuna specifica disposizione”.

La locuzione “uso distorto” è fontedi forte preoccupazione: essa deriva,letteralmente, dai deliberati diCassazione 2008. Ma tale provenienzanon è sufficiente per conferirgli ladignità di una formula legislativaobbiettivamente pertinente edopportuna. Come riferito nello scrittoprecedente sopra citato, occorrenecessariamente che il testo finalericonosca che deve sussistere unaviolazione della ratiodell’ordinamento, naturalmentediversa e ben più specifica di quellaall’evanescente “capacitàcontributiva”. Pur senza ricorrereall’estrema caratterizzazione comeuna “scatola vuota” questa è infattinozione così lata da esserenecessariamente omnicomprensiva equindi inadatta a discernereopportunamente le violazioni effettive

e comunque a frenare con una regolaalmeno tendenzialmente oggettiva leindebite escursioni interpretative dichi intende sostituirsi al legislatorenel dettare le regole dell’incisionefiscale. L’emersione di un dibattitotanto articolato sul valore normale(tra privati) e sull’ “esterovestizione” -argomento quest’ultimo invero assairisalente nell’economia nostrana -aggiunge, come si è visto, ampiamateria alla discussione che peraltrorisulta affetta da non pochi vizi diprotagonismo; e lontana da unaricostruzione ordinata della disciplinapositiva effettivamente applicabileche consenta un’attendibilericostruzione degli interi effettitributari, tra i soggetti, nello spazio enel tempo, prima di affermare, perfinoin sede penale, l’esistenza di violazioniche potrebbero essere solamenteimmaginarie. Ricostruzione analitica -in luogo delle impostazioni soloideologiche - che sarebbe senz’altrostata possibile nel caso esaminato,ove tutti i comportamenti deicontribuenti sono documentati, comerisulta, fedelmente, dagli atti formali,dando peraltro luogo ad un prelievotributario comunque oggettivamenteingente.

Come si vede, sono tutte materieintimamente connesse all’essenzastessa della funzione professionaleindipendente dei componenti delnostro Ordine: argomenti che la nuovarappresentanza nazionale di prossimaselezione potrà doverosamente porretra gli elementi primari della propriaazione, rinforzando e migliorandoqualitativamente l’analisi finoraprodotta, a supporto di unaargomentata, incisiva e proattivaazione di miglioramentodell’ordinamento e non meramente distanca ed inutile lamentela... �

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Rappresentiamo una minoranza del 99,9%.

In Italia le PMI sono il 99,9% della forza economica, eppure vengono trattate come una minoranza. Il mondo produttivo e le istituzioni funzionano solo grazie alle libere professioni, eppure queste ultime non vengono prese in considerazione dai poteri forti.Essere utili al Paese significa cambiare anche questi squilibri, ma soprattutto lavorare per le cose che contano.

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Mediazione civile nel “Decreto Sviluppo”

Il «Decreto sviluppo» (decreto legge 22 giugno 2012,

n. 83) è intervenuto, come è noto, su alcune misure in tema

di giustizia, quali l’equa riparazione per l’eccessiva durata

dei processi.

Il Governo ha inteso prevenire gli “atteggiamenti

pregiudizievoli” verso l’istituto della mediazione civile e

commerciale, introdotto per snellire le liti pendenti nei

Tribunali e per risolvere le innumerevoli controversie in

via stragiudiziale.

L’articolo 13 del decreto legislativo 28/2010, come è noto,

prevede conseguenze per la Parte che non accetta la

proposta del mediatore: se la Parte rifiuta l’accordo non

avrà più diritto al processo breve, né all’indennizzo per il

processo lungo (legge Pinto 89/2001).

L’articolo 55, comma 3, del «Decreto sviluppo» ha

stabilito che non è previsto alcun indennizzo nel caso di

cui all’articolo 13, primo comma, primo periodo, del

decreto legislativo 28/2010.

In particolare, quando il provvedimento che definisce il

giudizio (tentativo di mediazione fallito) corrisponde

interamente al contenuto della proposta, il Giudice

esclude la ripetizione delle spese sostenute dalla parte

vincitrice che ha rifiutato la proposta, riferibili al periodo

successivo alla formulazione della stessa e la condanna

al rimborso delle spese sostenute dalla parte

soccombente relative allo stesso periodo, nonché al

versamento all’entrata del bilancio dello Stato di

un’ulteriore somma di importo corrispondente al

contributo unificato dovuto.

A questo proposito, l’articolo 8 del decreto legislativo

28/2010 punisce chi non partecipa alla mediazione, in

primo luogo prevedendo che dalla mancata

partecipazione senza giustificato motivo al procedimento

di mediazione il Giudice possa desumere argomenti di

prova nel successivo giudizio (una sorta di ammissione di

colpa), ma soprattutto affermando che il Giudice debba

condannare la parte costituita che, nei casi di mediazione

obbligatoria, non abbia partecipato al procedimento

senza giustificato motivo, al versamento all’entrata del

bilancio dello Stato di una somma di importo

corrispondente al contributo unificato dovuto per il

giudizio.

Si intende incentivare, appare evidente, l’istituto della

mediazione scoraggiando atteggiamenti ostili e

pregiudizievoli sollevati dalle Parti.

In attesa che la Corte Costituzionale si pronunci sulla

legittimità della normativa, il legislatore sta

completando la materia mediante l’inserimento di una

disciplina organica per il ricorso alla procedura di

mediazione in sede di riforma del condominio (materia

di “mediazione obbligatoria”, ai sensi dell’articolo 5,

comma 1 del decreto legislativo 28/2010).

Accanto alla riforma del condominio, la mediazione è

oggetto di uno specifico disegno di legge presentato lo

scorso 2 ottobre sulla “Interpretazione autentica

dell’articolo 5 del D.Lgs. 4 marzo 2010, n. 2” (disegno di

legge Atto Senato 3494).

Importanti, anche le due interrogazioni presentate lo

scorso 9 ottobre sempre in materia di mediazione (n. 4-

08363/ n. 4-08364). La prima riguarda la nota sentenza del

Giudice D’Onofrio, la cui interpretazione viene definita,

nell’interrogazione, come in contrasto con le norme

comunitarie recepite nell’ordinamento italiano. Si chiede,

pertanto, al Ministro se intenda attivarsi per promuovere

l’approvazione del disegno di legge avente ad oggetto

l’interpretazione autentica dell’articolo 5. La seconda

riguarda, invece, i compiti di vigilanza, assegnati al

Ministero, sugli organismi di mediazione, sui mediatori,

sugli enti di formazione, sui formatori e sui responsabili

scientifici. �

di Renata CarrieriOdcec di Cosenza

Primo Piano28

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29

Marcello Febert

teista dei consiglieri dell’Ordine. E’ un sistema, dicevo, troppo politico, che ci ha portato a di-ventare, ahimè anche noi, “troppo politici”, e quandodico”troppo politici” intendo far riferimento al quadro poli-tico odierno, da cui tutti noi non facciamo altro che pren-dere le distanze. Prendiamo le distanze nauseati e rivoltanti,ma poi, senza accorgercene, siamo rimasti vittime dellostesso meccanismo “troppo politico” e “poco professionale”.Cui prodest

In questo periodo di attacchi alla nostra professione che pio-vono da ogni lato, nello stesso momento in cui ci sfilanocompetenze e ruoli sotto il naso, noi litighiamo! Purtroppo,alla luce di quanto ascoltato finora, continueremo a litigareper un bel po’.A chi giova tutto ciò? Non certo a chi si ritiene di rappre-sentare! Per favore sediamoci, sedetevi, modificate tutto ilmodificabile (fatta eccezione per il limite di mandati), mi-glioriamo questo meccanismo balordo, facciamo sì che ilprossimo Consiglio Nazionale non sia eletto da consiglierigià quasi scaduti, e proviamo tutti insieme a riprendere uncammino unitario che ci riporti al centro degli interessi eco-nomici del Paese.Ricordiamoci, ricordatevi che chi ci rappresenta deve vedereil proprio ruolo come una sorte di missione; l’ha già detto untizio con la barba oltre duemila anni fa, anche se il suo mes-saggio sembra essere sempre più moderno: “Voi sapete che

coloro i quali sono considerati i governanti delle na-

zioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono.

Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande

tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il

primo tra voi sarà schiavo di tutti”.

The winner is?

Antonio ha vinto le elezioni, così come Eleonora. Anche Car-melo ha vinto le elezioni, come Pino. E Alessandro? Ales-sandro ha vinto le elezioni, come Andrea. E dimmi, dimmi,Francesco? Francesco ha vinto le elezioni esultando; peròanche Luigi ha vinto le elezioni. Ma ti dirò di più: anche Clau-dio ha vinto le elezioni, come Gerardo, addirittura. Non michiedete da quale parte stiano questi colleghi che hannovinto le elezioni, sappiate però che 100 di loro (su 100) hannovinto le elezioni, proprio come in politica. Al netto di questosimpatico e, per ora, conciliante aspetto mi sono ripromesso,ed ho promesso anche a Marco, di non scherzare troppo sul-l’argomento e di scrivere esclusivamente delle brutture edelle nefandezze riscontrate in queste FINALMENTE finiteelezioni del Consiglio Nazionale; brutture e nefandezze chemi fanno stare male al solo pensiero che fra tre anni si dovràrisalire su questa vertiginosa giostra e già sento risalire il maldi pancia. Sia chiaro: non ho nulla da rimproverare alle due fazioni con-tendenti (be’ proprio nulla è un eufemismo); ritengo che leorigini del male siano dettate dal sistema elettorale “troppopolitico” imposto da questo “benedetto 139”.I concetti di presidente e di squadra, senza possibilità di votodisgiunto o di possibilità per la minoranza di essere rappre-sentata adeguatamente; il tutto o niente, il “o la va o laspacca” - abbiamo toccato con mano, sia a livello locale chea livello nazionale -, porta solamente a spaccature e divisionitroppo profonde, che poco si addicono ad una categoriacomposta da colleghi che esercitano la medesima profes-sione. Porta a far diventare determinante protagonista il piùpiccolo degli Ordini, ed eroe (buono o cattivo) il più assen-

Cui prodest?Tremo al pensiero che tra quattro anni ci saranno nuove elezioni!

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CNDCEC-Report

L’attività di settembreResponsabilità amministrativa ex d.lgs. 231/2001Con l’evolversi della disciplina inerente la responsabilitàamministrativa degli enti ex d.lgs. 8 giugno 2001, n. 231,ormai in vigore da ben undici anni, sono emersi nuovi einteressanti ambiti di intervento per la figura professionaledel commercialista. In effetti, quest’ultimo può assumereun ruolo significativo in ciascuna delle fasi checaratterizzano il non semplice percorso di compliance

degli enti alla normativa 231: dall’attività di valutazione deirischi propedeutica alla decisione di adozione del modelloorganizzativo alla elaborazione dello stesso; dallosvolgimento delle funzioni di componente dell’organo divigilanza all’attività di consulenza tecnica in ambitoprocessuale per la valutazione di idoneità dei modelliorganizzativi, senza tralasciare l’importante funzione dicommissario giudiziale prevista dallo stesso decreto.Sono queste le considerazioni che hanno indotto laCommissione di studio “Compliance aziendale” del Cndcecad elaborare il documento “La responsabilità

amministrativa delle società e degli enti ex d.lgs.

231/2001”, nel quale, riepilogata brevemente la disciplina ela sua dinamica evoluzione giurisprudenziale, sofferma lasua attenzione sulle molteplici attività che il professionistadeve porre in essere per supportare validamente il clienteche intenda affrontare l’iter di adeguamento al decreto 231.Adeguamento che, ancorché non obbligatorio se non inrelazione a specifici settori, risulta ormai indispensabilenon solo ai fini di prevenzione dei reati contemplati da ungià variegato catalogo in costante espansione, ma ancheallo scopo di conferire maggiore trasparenza ed efficienzaai sistemi di governance. A prescindere dalla validitàesimente del modello la cui valutazione, si ricorda, èrimessa esclusivamente all’autorità giudiziaria, la verificadell’esposizione al c.d. “rischio 231” - dall’esito della quale

discende la decisione di adottare o meno il modello -rientra senza dubbio alcuno nel novero degli obblighi dicorretta amministrazione gravanti sui vertici dell’ente.La conoscenza specifica delle materie economico aziendalie del diritto d’impresa possono consentire alcommercialista di svolgere con competenza non soltanto lesuddette attività di verifica, ma anche quelle connesse allaconcreta elaborazione del modello organizzativo, entrambediffusamente esposte nel documento. Con la medesimacompetenza il commercialista potrà coadiuvare l’autoritàgiudiziaria chiamata a pronunciarsi in merito alla validitàesimente del modello, nonché svolgere le funzioni dicommissario giudiziale nei casi previsti dal decreto.Sono questi gli spunti di riflessione che il documento offrenel duplice tentativo di attribuire il giusto rilievo ad unanormativa ancora troppo poco conosciuta da coloro chepur ne sono destinatari e, al contempo, di evidenziare leinteressanti opportunità di intervento professionale adessa connesse.Il documento, approvato dal Consiglio Nazionale, èconsultabile sul sito www.commercialisti.it nella sezionededicata ai “Servizi agli Ordini e iscritti” alla voce“Informative del Cndcec”.

Parametri per la liquidazione giudizialeIl Cndcec è tornato sul tema dei compensi delprofessionista, con l’informativa n. 73/2012 - consultabilenella sezione dedicata ai “Servizi agli Ordini e iscritti” sulsito www.commercialisti.it -, fornendo alcunedelucidazioni in merito al d.m. 20 luglio 2012, n. 140, vale adire il “Regolamento recante la determinazione deiparametri per la liquidazione da parte di un organogiurisdizionale dei compensi per le professioniregolamentate vigilate dal Ministero della Giustizia”.

a cura della Redazione

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31Cndcec Report

Il decreto fissa i parametri per la determinazione deicompensi di tutte le attività professionali contemplatedall’art. 1 dell’ordinamento professionale e i compensidefiniti attraverso l’applicazione della tabella C appaionosostanzialmente in linea con la tariffa recentementeabrogata. Per tale motivo, secondo il Consiglio Nazionale,il decreto andrebbe accolto favorevolmente. Inoltre, il Cndcec, nell’Informativa in commento, hasegnalato due precisazioni. Innanzitutto, ribadiscel’opportunità e l’importanza dell’elaborazionedel preventivo di massima di cui all’art. 9, comma 4, del d.l.1/2012, in forma scritta (come peraltro già evidenziatonelle Informative Cndcec n. 21/2012 e 24/2012). Infatti,ancorché la forma scritta non sia richiesta esplicitamenteda alcuna disposizione normativa, il comma 6 dell’art. 1dello stesso decreto 140/2012 prevede che l’assenza dellaprova del preventivo di massima, richiesto dall’art. 9,comma 4 del d.l. 1/2012, costituisce elemento divalutazione negativa da parte dell’organo giurisdizionaleper la liquidazione del compenso. E, per quanto concernel’applicazione temporale della normativa sopra richiamata,il Cndcec fa presente, che, secondo l’art. 41 del d.m.140/2012, le disposizioni del decreto si applicanoalle liquidazioni successive alla sua entrata in vigore,prevista per il 23 agosto 2012; mentre per gli incarichiconclusi o assunti prima del 24 gennaio 2012 (data diabrogazione delle tariffe professionali) rimane fermal’applicazione delle precedenti tariffe professionali.

ConfidiIl Consiglio Nazionale ha approvato il documento “Confidi.

Opportunità di sviluppo per imprese e professionisti alla

luce del nuovo quadro normativo”, elaborato dallaCommissione “Finanza Aziendale”. Il lavoro si propone di analizzare l’istituto dei Consorzi diGaranzia Collettiva Fidi (Confidi), alla luce del nuovoquadro normativo disciplinato dalla legge n. 326 del 2003 edel d.lgs. n. 141 del 2010, allo scopo di evidenziarne ipossibili risvolti per imprese e professionisti. Negli ultimianni tali Consorzi di garanzia hanno acquisito un ruolo diprimaria importanza nel supportare l’accesso al credito daparte delle piccole e medie imprese (Banca d’Italia 2010). La perdurante crisi economica, correlata ad una serie dinon positive congiunture politiche e finanziarie, riproponeil tema del finanziamento delle imprese, in particolare lepmi, laddove le aumentate difficoltà di accesso al creditoda un lato e le accresciute criticità finanziarie delle

imprese dall’altro, richiedono lo sviluppo di nuovistrumenti finanziari così come il potenziamento econsolidamento degli strumenti già esistenti al fine disopperire alla necessità di risorse per finanziamento el’investimento delle imprese.Se negli anni precedenti la crisi, l’intervento dei Confidi eraprevalentemente orientato verso l’accesso al credito acondizioni finanziarie più vantaggiose, negli ultimi anni laloro funzione è diventata fondamentale anche ai fini dellamera concessione del finanziamento per le pmi operanti sututto il territorio nazionale e senza limiti settoriali,consentendo alle banche di ridurre i rischi legati adasimmetrie informative e di spostare su altri soggetti i costidell’informazione. Le garanzie fornite dai Confidi contribuiscono, dunque, aridurre il requisito di capitale a fronte dei prestiti concessidalle Banche e, al contempo, consentono di abbattere inmaniera significativa i tassi di interesse da queste applicati,accordando alle pmi l’accesso al credito ad un pricing piùconveniente rispetto ad imprese simili non supportate dagaranzia mutualistica.In questa prospettiva ed in virtù del loro scopomutualistico e non-profit, i Confidi possono rappresentareuno strumento efficace per sostenere i fabbisogni finanziaridelle pmi orientati al finanziamento ed alla crescita delleimprese nel medio lungo periodo nonché supportare lanascita e lo sviluppo di nuove imprese capaci diammodernare e creare nuovo sviluppo all’interno delsistema imprenditoriale italiano.Obiettivo del documento è, dunque, quello di valorizzarel’importanza strategica dei Confidi ai fini della crescitadelle imprese grazie ad un sistema mutualistico e, alcontempo, concorrenziale che supporta l’accesso al creditoin via semplificata da parte di imprese minori, incapaci, peraltri versi, di poter essere interlocutori leader verso banchee altri istituti finanziatori. Inoltre, la pubblicazione intendesottolineare l’istituto dei Confidi ai fini del finanziamentodell’attività dei professionisti e stimolare il dialogo verso lapossibilità che tale Istituto trovi reale applicazione in taleambito, mediante la nascita di Confidi tra professionisti,che supportino processi di aggregazione e crescita anchedi tali categorie, fondamentali intermediatori tra il sistemad’impresa e l’ambiente economico generale, sia a livello diistituzioni che di stakeholder.Il documento è consultabile al sito www.commercialisti.itnella sezione dedicata ai “Servizi agli Ordini e iscritti” allavoce “Informative del Cndcec”. �

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32

Se le donne hanno meno potere,questo dipende anche dalla loroscarsa voglia di competere? Moltistudi dimostrano che questo èpossibile. Ma resta il peso delcontesto esterno. Per alleggerirlo, eper ridurre le resistenze alcambiamento, sono utili le quote exante. Ma se la scarsa presenza delledonne ai vertici caratterizza anchepaesi dove gli stereotipi sono menodiffusi e la conciliazione è più facile, èpossibile che vi contribuiscano anchealcune caratteristiche “personali”delle donne, relative a loro preferenzee attitudini? Tra queste vi potrebberoessere una loro minore “disponibilità”a competere (o ad assumere rischio)oppure una loro minore capacità di“rendere” in contesti competitivi. E sequesti fattori contassero, come èpossibile contrastarli, almeno quandoritenessimo che l’attitudine allacompetizione non sia una qualitàcentrale nel contesto lavorativo diriferimento.Recentemente molti accademicihanno analizzato la questione conmetodologie differenti: utilizzando“esperimenti” costruiti in laboratorioche coinvolgono studenti universitari(o delle scuole inferiori, fino a quellidelle elementari) oppure altri soggettia cui vengono sottoposte tipicamenteuna serie di domande o test di diversogenere a cui sono associati deipunteggi; analizzando i risultati degliesami per l’accesso ad alcune scuole;

utilizzando le risposte a offerte dilavoro.Da questi studi emerge come le donnetendano ad affrontare meno degliuomini situazioni molto competitive:se possono scegliere, tendono asottrarvisi più frequentemente; insecondo luogo, le donne mostrano ingenerale risultati mediamentepeggiori nei contesti moltocompetitivi: la gara induce gli uominia fare meglio rispetto a quantoavviene per le donne.Questi risultati richiedono peròdiverse qualificazioni.In primo luogo dipendono in parte dalcontesto in cui la competizione ol’esperimento si svolge: gli stessiesperimenti, condotti in societàpatriarcali, mostrano una maggioreattitudine alla competizione degliuomini, mentre quando sono statirealizzati in società matrilineeindicano una maggiore attitudine allacompetizione da parte delle donnerispetto agli uomini; differenzeemergono anche tra paesi in cui glistereotipi di genere sono più o menoforti. Le attitudini non sarebbero cioèespressioni unicamente di preferenzegenetiche dei soggetti (nature)profonde, ma sarebbero in parteeffetto del contesto esterno (nurture).Ma gli effetti sono differenti anche aseconda che la competizione sia trauomini e donne o tra sole donne (perle quali si riduce in questo casol’avversione alla competizione) o

ancora a seconda che il contesto siapresentato come più o menocompetitivo (in questo caso i risultatimigliorano). Un esempio: nelle proveper l’accesso al MSc (Master ofscience) in Management alla HECSchool of Management di Parigi (unadelle Grande Ecoles più prestigiose eselettive), nelle quali rileva laperformance relativa dei candidati, ledonne hanno una performancepeggiore rispetto agli uomini,nonostante nella stessa coorte dicandidati le donne avessero avutirisultati migliori nelle scuole superiorie successivamente, tra i candidatiammessi alla scuola, durante il primoanno di corsi le donne abbiano poivoti superiori. Insomma, il contestoconta molto nel far emergere lequalità e capacità delle donne: più è oviene percepito come competitivo,come una situazione in cui non contala performance in sé ma il fare megliodegli altri, le donne, specie se ilcontesto le considera meno“attrezzate”, competono meno evincono meno.In secondo luogo i risultati dipendonoin parte dall’oggetto d’esame: i test dimatematica sono più soggetti aglieffetti che abbiamo descritto rispettoa quelli linguistici; le proposte dilavoro più orientate a tipologie dilavoro femminili, o che prevedanolavoro in gruppo, riducono invecel’effetto scoraggiante di schemi dicompenso basati sulla performance

Quote ex anteUno strumento ragionevole che incide positivamente sulla qualità dei risultati

Giulia Caminiti, Presidente Comitato Pari Opportunità del CNDCEC

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33Comitato Pari Opportunità

relativa (quindi più competitivi).Ancora, i risultati dipendono in partedall’età di chi partecipaall’esperimento: in alcuni esperimenticondotti su bambini relativamentepiccoli l’attitudine alla competizionesembra identica. Di nuovo, ciòindicherebbe la rilevanza di fattoriculturali. Inoltre rileva l’eventualeripetizione del test: se quest’ultimoviene riproposto in formato moltosimile agli stessi soggetti a unintervallo non troppo distante, lasuperiorità maschile nei risultatiscompare. Questo suggerisce chel’iniziale “vantaggio” abbia duratabreve (che vi sia un effetto diapprendimento) e che il primorisultato possa non essere un buonindicatore delle performance future.Se restano non del tutto spiegate le

motivazioni di tali differenze neicomportamenti (di nuovo, si trattasolo di aspetti culturali che siassociano a una maggioreoverconfidence negli uomini?), questirisultati possono contribuire aspiegare il minore accesso ai verticinel mondo del lavoro se i passaggi dicarriera hanno la natura e lecaratteristiche di una competizionetra più soggetti in cui quello che contaè la performance relativa. Può valereallora la pena interrogarsi su qualiinterventi siano immaginabili per“correggere” gli effetti delle diverseattitudini.Ovviamente, se un obiettivo dellaselezione è quello di identificaresoggetti che abbiano anche unapreferenza per la competizione e cheriescono meglio quando il contesto è

molto competitivo, nessun interventoè necessario, poiché le strutturetipiche di selezione tendono adassicurare questo risultato.Ma se così non fosse - ed èpresumibile che vi siano molti contestiin cui si mira a selezionare i soggetti inbase alle loro capacità e potenzialità direndimento - è forse utile valutarerisposte possibili.È a questo riguardo che la questionedelle “quote”, delle “azioni positive”trova un fondamento ulteriore rispettoalle usuali argomentazioni. Alcunistudi recentissimi mostrano come incontesti simili a quelli descritti sopra,la fissazione di “quote ex-ante”, chestabiliscono che almeno unapercentuale x di vincitori debba esseredonna, accresca la partecipazionefemminile ben oltre a quantoderiverebbe dalla semplice maggioreprobabilità di vincere (forse perchériduce la minore self-confidence? operché tende ad assicurare unmaggiore confronto tra lo stessogenere?). A questa maggiorepartecipazione peraltro non siassocerebbe un costo in termini diesclusione di uomini “più bravi” per farposto a più donne (come avverrebbese le quote venissero imposte ex-post):non si abbassa infatti la soglia minimadi performance per l’accesso.Insomma, oltre alle ragioni che hannoa che fare con l’obiettivo di romperesituazioni che si autoalimentano perfattori culturali di resistenza alcambiamento, ve ne sono altre chepossono giustificare l’introduzione dimeccanismi simili alle quote ed hannoa che fare con il ridurrel’autoesclusione delle donne dallacompetizione. Le quote possono essereuno strumento ragionevole che nonincide negativamente sulla qualità deirisultati. �

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Principi Internazionali di Revisione e Controllo della QualitàEdizione Italiana 2011862 pp. - in brossura - ISBN 978-88-97361-00-8Prezzo 50,00 Euro (IVA e spese di trasporto incluse)

La versione italiana 2011 dei principi internazionali (edizione inglese 2009), contenuta nelpresente volume, è il risultato di un complesso progetto di riscrittura, attuato da IFAC, pereffetto del quale i 36 principi di revisione ed il principio sul controllo di qualità sono staticompletamente riorganizzati in sezioni distinte e parzialmente modificati nei contenuti.I principi così aggiornati sono ampiamente migliorati, sia in termini di comprensibilità chein termini di semplificazione applicativa e sono destinati a divenire comune bagaglioprofessionale per tutti i colleghi impegnati nell'attività di revisione legale dei conti.La nuova struttura dei principi, mantenendo invariato l'originario approccio basato su regolegenerali, è ampiamente compatibile con i principi di revisione nazionali in vigore dal 2002.L'attività di revisione legale dei conti continuerà ad essere svolta sulla base di unapreliminare identificazione e valutazione dei rischi di errori significativi nel bilancio, sulle cuirisultanze verranno configurate le procedure di revisione più appropriate. Quindi non controllicasuali, che ripercorrono indistintamente tutte le operazioni contabili, ma verifiche miratea quelle aree di bilancio che il revisore ha identificato come maggiormente problematichee dalle quali può derivare un rischio concreto e significativo di errore nel bilancio.

La fase transitoria del federalismo municipaleAspetti quantitativi, contabili e fiscali delle nuove entrate comunali126 pp. - in brossura - ISBN 978-88-97361-01-5Prezzo 15,00 Euro (IVA e spese di trasporto incluse)

Il volume intende offrire un contributo al dibattito sul federalismo municipale effettuandoun'analisi dei profili quantitativi, contabili e fiscali della riforma.A tal fine, il lavoro: espone i risultati di un'analisi quantitativa finalizzata a valutare gli effettidi gettito prodotti dall'adozione del modello federale di cui al D.Lgs. 14 marzo 2011, n. 23;illustra le modalità di rappresentazione nei bilanci degli Enti locali delle nuove entratedisciplinate dal medesimo decreto; nonché effettua un'analisi della normativa di riferimento,tesa a verificare l'effettiva capacità di realizzazione del principio vedo, voto e pago.La ricerca è rivolta ai professionisti impegnati nell'attività di revisione degli Enti locali, maoffre interessanti spunti di riflessione anche alla componente politica e amministrativa,proponendo una prima simulazione dell'impatto che la riforma in senso federale avrà sulleentrate degli Enti locali.

I volumi sono acquistabili unicamente on line sul sito “Press Store”all’indirizzo www.press-store.it oppure www.commercialisti.it > PRESS & INFORMA > Press Store

Page 35: 2012 Ottobre

I volumi sono acquistabili unicamente on line sul sito “Press Store”all’indirizzo www.press-store.it oppure www.commercialisti.it > PRESS & INFORMA > Press Store

Guida all’utilizzo dei principi di revisione internazionali nella revisione contabile delle piccole e medie imprese

Volume I: Concetti fondamentali242 pp. - ISBN 978-88-97361-02-2Prezzo 25,00 Euro (IVA e spese di trasporto incluse)

Volume II: Guida pratica328 pp. - ISBN 978-88-97361-03-9Prezzo 25,00 Euro (IVA e spese di trasporto incluse)

Giunta alla terza edizione, la “Guida all’utilizzo dei principi di revisione internazionali nellarevisione contabile delle piccole e medie imprese”, elaborata dallo Small and MediumPractices Committee dell’International Federation of Accountants (IFAC), è stata suddivisain due volumi: Concetti fondamentali e Guida pratica.

Nata da un’idea originale del 2005, la Guida è stata la prima di una fortunata serie dipubblicazioni del Comitato Piccoli e Medi Studi Professionali di IFAC (SMP Committee),che comprendono oggi anche la Guida al controllo della qualità nei piccoli e medi studiprofessionali e la Guida alla gestione dei piccoli e medi studi professionali.

Tradotta nelle principali lingue e nota nel mondo come “ISA Guide”, la Guida è natadall’esigenza di aiutare i professionisti ad utilizzare correttamente gli ISA - InternationalStandards on Auditing - nella revisione contabile delle piccole e medie imprese, unanecessità oggi di grande attualità, nel momento in cui l’adozione degli ISA nella revisionesi profila come una concreta possibilità nell’ambito della riforma della regolamentazionedella revisione in ambito europeo.

Il primo volume presenta i fondamenti teorici dei principi ISA che più frequentementetrovano applicazione nella revisione delle PMI, con una tecnica espositiva che fa ampiouso di schemi e diagrammi e facilita la comprensione e l’apprendimento; il risultato è untesto che può essere utilizzato sia come manuale didattico, sia come riferimentooperativo nell’attività professionale quotidiana. Il secondo volume presenta invece unapproccio pratico alla revisione delle PMI, accompagnando il lettore attraverso tutte lefasi dell’incarico, e svolge completamente due casi pratici che illustrano la revisione diuna microimpresa e di una piccola impresa.

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Diamo i Numeri36

A quasi cinque anni dalla nascita

dell’Albo dei dottori commercialisti e

degli esperti contabili, l’IRDCEC ha

condotto un’indagine statistica

nazionale i cui primi risultati sono

stati presentati nel volume

L’evoluzione della professione di

Commercialista. Indagine statistica

nazionale 2012, diffuso in questi

giorni in occasione del Terzo

congresso nazionale della Categoria a

Bari.

Nel tentativo di cogliere le tendenze in

atto nell’ambito di una professione,

quale quella di Commercialista

costantemente in evoluzione,

l’indagine ha innovato profondamente

i tradizionali modelli di analisi della

Categoria e ampliato al tempo stesso

il campo di osservazione includendo

nell’analisi aspetti mai rilevati in

precedenti indagini dello stesso tipo.

Le principali innovazioni

metodologiche hanno riguardato

l’elaborazione del modello di analisi

sottostante il questionario

dell’indagine, mentre tra i nuovi

ambiti di osservazione si segnalano, in

particolare, l’impegno dei

Commercialisti nella vita della

Categoria e nelle istituzioni pubbliche

del Paese.

Nell’elaborazione del questionario si è

tenuto conto in modo particolare degli

aspetti relativi alle modalità di

esercizio della professione,

all’organizzazione dello studio e

all’articolazione delle attività

professionali. Aspetti che,

opportunamente incrociati con quelli

relativi al percorso di studi, alla

formazione professionale e al

fatturato, hanno permesso di

condurre ad un’analisi del modello di

specializzazione professionale del

Commercialista italiano oltre che

all’elaborazione di nuovi dati statistici

articolati per territorio e per gruppi

anagrafici.

In estrema sintesi, e rinviando al

volume citato per ogni

approfondimento, dall’indagine

emerge la figura di un professionista

che, per quanto saldamente ancorato

all’esercizio di attività di consulenza

in materia contabile e fiscale, si

orienta sempre più verso un modello

di specializzazione corrispondente al

proprio percorso di studio e di

formazione e legato al contesto

economico-sociale nel quale esercita

prevalentemente l’attività

professionale.

Rinviando al volume per tutti gli altri

dati, qui presentiamo la tabella

relativa alla tipologia di studio (tabella

1) e quella relativa alle attività di

consulenza specialistica (tabella 2).

Come si vede dalla tabella 1, per la

prima volta viene elaborato il dato

relativo al c.d. studio individuale

“condiviso”. Le frequenze percentuali

campionarie indicano che tale

modalità di studio interessa il 21% dei

Commercialisti del campione, mentre

lo studio individuale è la tipologia di

studio utilizzata dal 53% e quella dello

studio associato dal 22% del

campione.

A questi si aggiunge poi la tipologia

dello studio “non organizzato”, che

raccoglie tutti quegli iscritti che

esercitano la professione pur non

operando in uno studio vero e

proprio. Tale percentuale nel

campione dell’indagine ricorre nel

4,4% di casi.

Nella tabella 2, invece, sono riportate

le frequenze percentuali relative alle

attività di consulenza specialistica

L’evoluzione della professione di Commercialista Indagine statistica nazionale 2012

di Tommaso Di Nardo, IRDCEC

Page 37: 2012 Ottobre

37

svolte dai Commercialisti del

campione.

Nello schema del modello di analisi

utilizzato dall’indagine, si tratta del

terzo tipo di attività professionale

rilevato, dopo quello delle funzioni

sussidiarie e delle attività di rilevante

interesse pubblico per le quali si

rinvia al volume.

I dati dell’indagine sono basati su stime

campionarie elaborate nel mese di

ottobre 2012 a partire da 3.085

questionari raccolti con il metodo

CAWI (Computer Assisted Web

Interview) nel mese di settembre 2012.

I questionari sono stati somministrati

a un campione rappresentativo degli

oltre 113.000 mila iscritti all’Albo dei

dottori commercialisti e degli esperti

contabili al 1° gennaio 2012.

Il volume è costituito da tre parti.

La prima offre un’analisi generale dei

risultati e una prima interpretazione

dell’evoluzione in corso, la seconda

illustra le metodologie di indagine con

particolare riguardo al piano di

campionamento, la terza presenta

un’ampia panoramica dei dati

disaggregati per macroarea

territoriale, sesso e classi di età. �

Tabelle

Tabella 1. Tipologia di studio

Individuale indipendente 53,9% 52,5% 40,9% 56,4% 61,1% 52,9%

Individuale condiviso 21,4% 20,7% 29,0% 18,7% 14,3% 20,9%

Associato 18,9% 23,1% 24,3% 21,3% 19,3% 21,8%

Non organizzato 5,9% 3,8% 5,9% 3,7% 5,3% 4,4%

TIPOLOGIA STUDIO SESSO CLASSI DI ETÀ TOTALEF M ≤40 41-60 >60

Tabella 2. Attività professionale: esercizio di attività di consulenza

Contabilità 92,0% 90,7% 93,3% 91,3% 83,6% 91,1%

Bilanci 86,5% 91,6% 89,6% 90,5% 89,3% 90,1%

Bilanci tecnici 8,9% 17,9% 12,0% 16,4% 16,1% 15,2%

Consulenza fiscale 91,0% 90,4% 91,1% 90,5% 89,6% 90,5%

Contenzioso tributario 45,7% 60,7% 51,8% 57,4% 60,9% 56,3%

Amministrazione di aziende 13,0% 23,0% 17,0% 20,9% 22,7% 20,1%

Consulenza contrattuale 33,8% 47,6% 39,0% 45,4% 42,8% 43,5%

Amministrazione di patrimoni/beni 4,2% 9,0% 4,9% 8,5% 8,7% 7,6%

Liquidazione di aziende 23,0% 30,9% 27,6% 29,2% 27,4% 28,6%

Perizie, valutazioni, pareri 37,7% 52,9% 46,5% 49,8% 44,8% 48,5%

Costituzione di società 52,9% 65,1% 56,9% 64,0% 56,9% 61,5%

Operazioni straordinarie 29,5% 44,1% 38,5% 40,9% 36,1% 39,8%

Sistemazioni tra eredi, sistemazioni patrimoniali e tra familiari 16,4% 22,4% 14,8% 22,3% 24,4% 20,6%

Business plan/finanza agevolata 11,6% 21,5% 23,5% 17,5% 12,7% 18,6%

Consulenza societaria 43,3% 61,6% 49,8% 58,8% 55,9% 56,2%

Consulenza in procedure concorsuali 8,6% 13,3% 10,2% 12,9% 10,0% 11,9%

Arbitrati 1,4% 3,9% 1,3% 3,9% 3,3% 3,2%

Consulenza aziendale(controllo di gestione, ecc.) 22,1% 31,9% 25,6% 30,1% 30,8% 29,1%

Valutazione patrimonio persone giuridiche 7,9% 15,4% 9,9% 14,1% 15,7% 13,2%

Consulenza agli enti locali 3,9% 5,1% 3,4% 5,1% 5,4% 4,7%

Bilanci sociali/ Enti no profit 18,1% 18,2% 17,7% 18,3% 18,4% 18,2%

Consulenza finanziaria/Rapporti bancari 7,4% 15,2% 10,8% 13,7% 13,0% 12,9%

Inoltri telematici 57,7% 56,0% 49,8% 59,7% 53,2% 56,5%

Pratiche amministrative 40,1% 37,5% 36,0% 40,1% 32,4% 38,3%

Consulenza del lavoro 17,8% 20,9% 13,5% 21,3% 28,1% 20,0%

Amministrazione del personale 13,6% 14,8% 8,4% 15,7% 21,1% 14,4%

Altro 1,0% 1,3% 0,5% 1,2% 3,0% 1,2%

TIPOLOGIA STUDIO SESSO CLASSI DI ETÀ TOTALEF M ≤40 41-60 >60

Page 38: 2012 Ottobre

38 Internazionale

Il Consiglio Nazionale dei dottoricommercialisti e degli esperticontabili ha promosso l’avvio di un

progetto dedicato alla mobilità ditirocinanti e giovani professionisti, al finedi dare concreta attuazioneall’opportunità presente nell’articolo 42comma 3, lett. b) dell’ordinamento professionale (d.lgs.139/05 e articolo 4 d.m. 7 agosto 2009, n. 143) relativamentealla possibilità di svolgere un semestre formativo all’estero,così come alle libertà fondamentali sancite dall’Unioneeuropea e da diversi accordi e convenzioni internazionali.In particolare, il programma rappresenta il frutto di unarticolato progetto di knowledge sharing tra vari istitutimembri del Gruppo di Edimburgo, con l’obiettivo difavorire e rafforzare non solo la rappresentativitàistituzionale, ma anche le concrete competenze deiprofessionisti che operano in strutture di piccole e mediedimensioni. Infatti, a differenza dei colleghi e deitirocinanti che operano in strutture, e presso societàmultinazionali, per i quali vi sono programmi e modelli ditirocinio ben strutturati, per chi si trova ad operare inrealtà professionali di dimensioni limitate le opportunitàsono remote e di difficile realizzazione. Assieme dunque a tutti gli istituti membri del Gruppo diEdimburgo è stato attivato un servizio, interamente fruibileon-line, che consente a studi professionali, a tirocinanti eprofessionisti, di presentare il proprio profilo e poterricercare la struttura o la persona interessata ad accogliereo a svolgere la prestazione professionale nell’altro Paese. La possibilità di spendere un semestre di tirocinioall’estero è prevista per i tirocini svolti presso un soggetto

Al via un progetto per lamobilità dei tirocinantie professionisti

di Noemi Di Segni, Ufficio Affari Internazionali del Cndcec

abilitato all’esercizio di professioniequiparate, ai sensi della normativavigente in tema di riconoscimento dellequalifiche professionali, a quella didottore commercialista o espertocontabili, e dunque a livello comunitario.Il Cndcec ha identificato con apposita

informativa (n. 48 del 2010) gli istituti europei, gli scritti aiquali possono essere considerati come equiparati. Ilprogetto presentato dal Gruppo di Edimburgo ha unrespiro più ampio e coinvolge anche istituti di altre regionidel mondo, considerata una più ampia esigenza diinternazionalizzazione ed essendo rivolto anche aprofessionisti già abilitati.Il Gruppo di Edimburgo, che vede tra i suoi membrifondatori anche il Cndcec rappresenta in ambitointernazionale un gruppo di 14 Istituti, con oltre 900.000iscritti nei cinque continenti. Costituito nel 2000, la suamission è quella di promuovere lo sviluppo di retiprofessionali e progetti per i professionisti che operano instrutture professionali di piccole e medie dimensioni,tenuto conto delle evoluzioni dei modelli di business in uncontesto sempre più globale. Maggiori informazioni sugliistituti membri e le attività dell’associazione sono reperibilisul sito: www.edinburgh-group.org/.

Operativamente per accedere al servizio seguire le indicazioni:

“http://stage.edinburgh-group.org/activities/projects.aspx”

Username: websiteAdmin

Password: websiteAdmin.Account

Per ogni ulteriore informazione o approfondimenti inviare e-

mail a: [email protected]

Per dare concreta attuazione alla possibilità di svolgere un semestre formativo all’estero

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ATTO: CAMERA N.5534

Proponente: GovernoOggetto: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale epluriennale dello Stato (legge di Stabilità 2013)Iter: assegnato alla Commissione Bilancio della CameraContenuto: Il disegno di legge contiene le disposizioni per la for-mazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge diStabilità). Gli obiettivi della legge di Stabilità 2013 sono 5: in primis, evitarel’aumento di due punti percentuali dell’Iva a partire da luglio 2013.La legislazione vigente prevede l’aumento dell’Iva a partire dalprimo luglio 2013. Con la legge di Stabilità l’aumento viene dimez-zato. Gli altri obiettivi sono i nuovi incentivi per l’aumento dellaproduttività; le garanzie per gli esodati; la copertura del quadroesigenziale dei Ministeri per il 2013; il pagamento degli arretratidelle PA. Per realizzarli sono previsti tre strumenti. Il primo stru-mento è la revisione della spesa pubblica (spending review); il se-condo prevede interventi fiscali in materia bancaria eassicurativa; il terzo, infine, riguarda l’imposta sulle transazionifinanziarie. Una novità rilevante per la categoria è il passaggio della vigilanzadell’Ordine professionale dei dottori commercialisti e degliesperti contabili dal Ministero della Giustizia a quello dell’Econo-mia e delle Finanze.La legge di stabilità prevede anche la rimodulazione di alcune tax

expenditures per i redditi superiori ai 15mila euro:- si introduce una franchigia di 250 euro per alcune deduzioni edetrazioni IRPEF e, per le sole detrazioni, si fissa il tetto massimodi detraibilità a 3.000 euro;- si prevede anche l’assoggettabilità ad IRPEF delle pensioni diguerra e di invalidità.Al fine di introdurre un importante elemento di equità nella revi-sione della tassazione sui redditi e agevolare i consumi delle fa-miglie dal reddito più basso, la legge di Stabilità introduce inoltreuna riduzione di un punto percentuale (da 23 a 22 punti e da 27 a26) dell’aliquota IRPEF sui primi due scaglioni di reddito (da 0 a15mila euro e da 15mila a 28mila euro). Nell’ambito della legge di stabilità il Consiglio ha approvato il se-condo capitolo delle disposizioni per la revisione della spesa pub-blica (spending review). Le nuove misure confermano l’azione avviata dal Governo il 5 lu-glio: razionalizzare la spesa pubblica, migliorare l’efficienza delleamministrazioni e mantenere inalterata la qualità dei servizi peri cittadini.A regime, il risparmio derivante dalla spending review è di 3,5miliardi.Un capitolo del provvedimento riguarda i controlli dei bilancidelle Pubbliche amministrazioni. Il Consiglio dei Ministri, il 4 ot-tobre, ha aperto ai controlli in tempo reale dei bilanci della PA. Inparticolare, verrà rafforzata la capacità di controllo sui bilancidegli enti locali, che farà leva sulla Corte dei Conti, sui serviziispettivi della Ragioneria Generale dello Stato e sulla Guardia diFinanza.

ATTO: SENATO N. 3533

Proponente: GovernoOggetto: Conversione in legge del decreto-legge 18 ottobre 2012,n. 179, recante ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese.Iter: assegnato alla Commissione Industria del SenatoContenuto: Il disegno di legge di conversione reca disposizionieterogenee tra loro, quali infrastrutture e servizi digitali, creazionedi nuove imprese innovative (start-up), strumenti fiscali per age-volare la realizzazione di opere infrastrutturali con capitali pri-vati, attrazione degli investimenti esteri in Italia, interventi diliberalizzazione, in particolare in campo assicurativo sulla respon-sabilità civile auto.Uno degli obiettivi del progetto di legge è l’applicazione del-l’Agenda Digitale, la quale permetterà di aumentare in manieraconsiderevole i servizi digitali per i cittadini, che potranno avereun unico documento elettronico, valido anche come tessera sani-taria, attraverso il quale rapportarsi con la Pubblica amministra-zione. Inoltre, saranno applicati anche alle ricette medichedigitali, il fascicolo universitario elettronico, l’obbligo per la PA dicomunicare attraverso la posta elettronica certificata e di pubbli-care online i dati in formato aperto e riutilizzabile da tutti. Signi-ficativi risparmi di spesa e maggiore efficienza arriveranno dalladigitalizzazione delle notifiche e delle comunicazioni giudiziarie,che assicureranno il mantenimento del principio di prossimitàdel servizio giustizia nei confronti di cittadini e imprese. Vieneinoltre integrato il piano finanziario necessario all’azzeramentodel divario digitale per quanto riguarda la banda larga (150 mi-lioni stanziati per il centro nord, che vanno ad aggiungersi alle ri-sorse già disponibili per il Mezzogiorno per banda larga eultralarga, per un totale di 750 milioni di euro) e si introducono si-gnificative semplificazioni per la posa della fibra ottica necessa-ria alla banda ultralarga. Per la prima volta, nell’ordinamento del nostro Paese viene intro-dotta la definizione di impresa innovativa (start-up): le nuove mi-sure toccano tutti gli aspetti più importanti del ciclo di vita di unastart-up - dalla nascita alla fase di sviluppo, fino alla sua eventualechiusura - ponendo l’Italia all’avanguardia nel confronto con gliordinamenti dei principali partner europei. Tali norme dannoanche seguito a quanto indicato nel Programma Nazionale di Ri-forma e rispondono a raccomandazioni specifiche dell’UnioneEuropea che individuano nelle start-up una leva di crescita e dicreazione di occupazione per l’Italia. La dotazione complessivasubito disponibile è di circa 200 milioni di euro. Una volta a re-gime, la norma impegnerà 110 milioni di euro ogni anno. Ulteriori importanti misure vengono assunte sul fronte della de-fiscalizzazione delle opere infrastrutturali strategiche (tramite l’in-troduzione di un credito di imposta a valere su Irap e Ires fino al50%), sull’attrazione degli investimenti diretti esteri (con la costi-tuzione dello sportello unico Desk Italia a cui potranno rivolgersigli imprenditori stranieri), col rafforzamento del sistema dei Con-fidi per migliorare l’accesso al credito delle Pmi e con significativeliberalizzazioni nel settore assicurativo (introduzione di un “con-tratto base” comune a tutte le compagnie).

Focus Legislativodi Davide Persico, CNDCEC

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Page 40: 2012 Ottobre

Monaco di Baviera,dove si fondonotradizione e modernitàUna città dalle mille sfaccettature, apparentemente molto distantitra loro, a volte inconciliabili, eppure capaci di creare unaaffascinante atmosfera che avvolge la città. Qui si mescolano insiemepassato e presente, con un attento sguardo rivolto al futuro...

di Victor

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Capoluogo della Baviera, Monaco è una cittàdove si fondono tradizione e modernità. Notacome la metropoli con il cuore, la Weltstadt

mit Herz, la città ospita ogni annol’Oktoberfest, dove oltre 6 milioni di persone

affollano i grandi stand, situati sul Theresienwiese, delle piùantiche fabbriche di birra. Oggi è considerata la terza cittàtedesca, dopo Berlino e Amburgo, un importante centroturistico e congressuale ed è sede di prestigiose sedi museali.Polo di attrazione economica, qui hanno sede la Siemens, leassicurazioni Allianz, la Munich Re, l’Ufficio Brevettidell’Unione Europea, la BMW, gli studi televisivi-cinematografici della Bavaria Film. Qui si trova il maggiornumero di case editrici al mondo dopo New York.Cominciamo il nostro tour virtuale con un giro alMarienplatz, il vero e proprio centro storico: è consideratoil salotto della città, un luogo dove ci si dà appuntamento, sisorseggia una birra o si fa shopping in una vasta areapedonale. La piazza è dominata dal Nuovo Municipio, il Neue

Rathaus, un imponente edificio neogotico, sede degli ufficidel sindaco e dell’amministrazione comunale, e una torre diben 81 metri domina la facciata principale, attrazione per ituristi perché ospita il celebre Glockenspiel, il più grandecarillon della Germania che si aziona tre volte al giorno. Una visita particolareggiata merita il Palazzo reale diMonaco, il Residenz, uno dei più grandi d’Europa, abitatodai Wittelsbach fino al 1918. Meta ogni anno di migliaia dituristi, il Palazzo presenta un complesso di stili, dalrinascimentale al neoclassico, passando per il barocco e ilrococò. Entrando nel Palazzo il visitatore resterà affascinatoper bellezza, sfarzo e raffinatezza dall’Ahnengalerie, lagalleria degli antenati con ritratti dei più importanti membridella famiglia Wittelsbach; il Grottenhof, il più bello deicortili del palazzo, con la fontana del Perseo e lariproduzione di un ninfeo interamente ricoperto diconchiglie; le Reiche Zimmer, i saloni di parata in stilerococò realizzati dal celeberrimo François de Cuvillies;la Sala del Trono in stile neoclassico e l’Antiquarium, la piùgrande sala rinascimentale a nord delle Alpi. NellaSchatzkammer, la Camera del tesoro, sono custoditi i tesoridi corte, quali la corona, con lo scettro e il globo, realizzataper la prima incoronazione del re bavarese Massimiliano Inel 1806, e la cinquecentesca statua di San Giorgio, ricopertadi ben 2.291 diamanti, 406 rubini e 209 perle. La visitaprosegue nel Cuvilliés-Theater, il piccolo teatro di cortecostruito a metà del ‘700, un vero e proprio gioiello delrococò europeo, che ospitò la prima dell’opera di Mozart“Idomeneo”, composta per il principe Karl Theodor. Infine,

una tappa all’Hofgarten, il giardino reale, con il tempiettodedicato a Diana - abituale ritrovo dei musicisti -, i porticicon affreschi dedicati alle gesta degli antichi Wittelsbach e lequattro fontane.Terminata la visita al Residenz, si può proseguire verso laOdeonsplatz, una delle piazze più belle di Monaco nonchéuno degli angoli più italiani del capoluogo bavarese. Adominare la piazza sono infatti la seicentescaTheatinekirche, la chiesa di corte costruita per i padri Teatinie primo esempio di barocco italiano in Baviera, ela Feldherrnhalle, la copia ottocentesca della Loggia deiLanzi di Firenze che omaggia l’esercito bavarese.Proseguiamo per la Frauenkirche, la Cattedrale di Monaco,una grandiosa struttura, famosa anche per i suoi duecampanili gemelli alti 99 metri, considerata uno dei simbolidella città. All’interno si trova il mausoleo in marmo e bronzodell’imperatore Ludwig IV il Bavaro (1282-1347), primomembro della famiglia Wittelsbach a diventare Kaiser delSacro Romano Impero. Intorno all’altare maggiore èriportato l’elenco in ordine cronologico, con i rispettivistemmi, di tutti gli arcivescovi di Monaco, compreso JosephRatzinger, oggi Papa Benedetto XVI. Dal sacro passiamo al profano con una visitaall’Hofbräuhaus, la birreria più famosa del mondo. Nellaseconda metà del XVI secolo, in Baviera volle rivitalizzarela produzione di birra, in quanto scarsa era quella prodotta aMonaco, troppa cara, invece, quella esportata! Il genialeWittelsbach ebbe l’idea di costruire una fabbrica di birraall’interno della corte e di affidarne la direzione e gestione aHeimeran Pongraz. Era il 27 settembre 1589 e nasceva cosìl’Hofbräuhaus. Volte affrescate, lunghe tavolate di legnomassiccio, orchestra e orchestranti fanno da cornice alsalone più frequentato dell’Hofbräuhaus, in un’atmosferamolto allegra e vivace. Una visita guidata è suggerita al Deutsches Museum, ilMuseo della scienza e della tecnica più grande del mondo,con oltre un milione di visitatori all’anno. Da non perdereil primo telefono a trasmissione elettrica, gli emisferi diMagdeburgo, il primo motore diesel e la primaapparecchiatura con cui venne scoperta la fissione nucleare;inoltre, il museo propone centinaia di modelli, esperimenti edimostrazioni che possono essere messi in funzione anchedallo stesso visitatore. Per gli amanti dell’arte proponiamo la Vecchia Pinacoteca,l’Alte Pinakothek, una della raccolte d’arte più prestigiosedel mondo, che custodisce capolavori della pittura di grandiartisti quali Rubens, Leonardo, Giotto, Raffaello, Van Dyck,Dürer, Brügel. Di fronte l’Alte Pinakothek si trova la Neue

41Viaggi

Page 42: 2012 Ottobre

Linkhttp://www.muenchen.de/int/it/turismo.htmlhttp://www.muenchen.de/int/it/Rathaus/raw/turismo/index.html http://www.monacobaviera.com/guida-monaco-di-baviera/

Viaggi42

esposti: modelli di produzione, da gara e veicoli concept chetestimoniano la storia gloriosa del marchio BMW. Per chi volesse approfondire la storia dell’arte e della culturabavarese dal Medioevo all’Ottocento suggeriamo ilBayerisches Nationalmuseum, il Museo NazionaleBavarese, fondato nel 1853 da re Massimiliano II (1811-1864).Il museo non è tra le mete preferite dai turisti ma meritasicuramente una visita, almeno all’esterno per ammirare lapossente facciata che si affaccia sulla Prinzregentenstraße,a pochi passi dall’Englischer Garten. Il nostro tour prosegue con una visita al Castello diNymphenburg, oggi inglobato nella città di Monaco e, finoal 1918, una delle principali residenze estive dei Wittelsbach.Si tratta di un’imponente struttura abbellita di statue, fontaneed aiuole in stile francese mentre il parco segue lo stileinglese. Gli interni sono altrettanto maestosi. Sono dasegnalare la Steinerner Saal, la grande sala delle festeaffrescata da Johann Baptist Zimmermann. Qui è statobattezzato il famoso re bavarese Ludwig II e qui siesibì Mozart all’età di sei anni davanti al principe elettoreMax Joseph III; la Schönheitsgalerie, la galleria dellebellezze, che conserva i ritratti delle più belle nobildonne e

Pinakothek (Nuova Pinacoteca) che ospita dipinti e sculturedi artisti che hanno lavorato in Europa tra la fine del XVIII el’inizio del XX secolo. La visita si svolge attraverso 22 sale einizia con opere di artisti francesi, inglesi e spagnoli comeJacques Louis David, Thomas Gainsborough e FranciscoGoya; si prosegue con gli esponenti del Romanticismotedesco: Caspar David Friedrich, Karl Blechen, FriedrichOverbeck (“ Italia und Germania” ), Moritz von Schwind eCarl Spitzweg. Si passa poi a Géricault, Delacroix, Corot eCourbet per finire con i mostri sacri dell’Impressionismo:Manet, Monet, Degas, Renoir, Cézanne, van Gogh e Gauguin.Per gli amanti del simbolismo e dello Jugendstil:Hodler, Klimt, Franz von Stuck (maestro diKandinsky), Munch e Crane. Tra una sala e la successiva, sipossono ammirare pregevoli sculture di Antonio Canova,Thorwaldsen, Rodin e Maillol.Di fianco alla Alte Pinakothek troviamo la Pinakothek der

Moderne, la Pinacoteca del Moderno, dove sono ospitatinumerosi capolavori dei maggiori esponenti dell’artemoderna e contemporanea, quali Beckmann, Kandinskij,Dalì, Picasso, Warhol. Molti anche gli artisti italiani comeBoccioni, De Chirico, Fontana e Marini.Per gli appassionati dell’automobile è interessante la visita alBMW Museum, il museo della famosa casa automobilistica,ospitato nell’avveniristico “Museum Bowl”, unamodernissima struttura architettonica, quartier generaledella BMW. Il cuore del materiale espositivo è rappresentatoda icone della storia dei prodotti BMW quali la BMW R 32, laBMW 507 e la leggendaria BMW 2002. Oltre 100 oggetti

Monaco: in alto, l’Allianz Arena, lo stadio destinato al calcio, soprannominato

Schlauchboot (Gommone) per la sua particolare forma; in basso a sinistra, il

Castello di Nymphenburg, una delle principali residenze estive dei Wittelsbach

Page 43: 2012 Ottobre

43Viaggi

cortigiane; la camera da letto verde dove nacque, il 25 agosto1845, il famoso Ludwig II. Nel grande parco delNymphenburg sono nascosti, da piante secolari, una seriedi padiglioni, destinati ai membri della famiglia Wittelsbache spesso usati come rifugio per segreti incontri d’amore: ilpiù grande e sontuoso è l’Amalienburg, costruito da uno deimaggiori architetti del rococò, François Cuvilliés. Per la gioia di grandi e bambini, suggeriamo una visitaall’Englischer Garten,uno dei più grandi parchi cittadini delmondo, un vero e proprio polmone verde della città checopre un’area di circa 400 ettari, dove migliaia di personeogni giorno passeggiano e vanno in bicicletta. D’estate gliabitanti della città e i turisti passeggiano, prendono il sole esi concedono bagni; d’inverno si passeggia tra la neve e si faun po’ di pattinaggio sul ghiaccio.Ed ancora una visita al Tierpark Hellabrunn, il più antico“geo-zoo” del mondo. Sono migliaia gli animali ospitati:pesci tropicali, gorilla e oranghi, leoni e elefanti, orsi,pinguini e i simpatici pipistrelli che abitano nella cd. “VillaDracula”: insomma, tutto un programma!A Geiselgasteig, nella periferia ovest del capoluogo,troviamo la Hollywood di Baviera, dove sono stati realizzatifamose serie televisive tedesche di grande successo, da“Derrick” a “Der Alte” fino al più recente “Siska”. Per gliappassionati si possono compiere visite guidate ed èpossibile anche fare una sorta di VIP tour attraverso glistudios, con la possibilità di incontrare gli attori impegnatisui set.Per lo shopping, la via più esclusiva è la Maximilianstraße,dove sono ospitate le boutique delle più grandi firmeinternazionali. Tra i principali edifici, realizzati in uno stileche alterna elementi neogotici e rinascimentali, merita unasegnalazione l’Hotel Vier Jahreszeiten che annovera tra isuoi ospiti illustri l’imperatrice Sissi che sovente soggiornavaqui quando da Vienna tornava nella natia Monaco.

Dove mangiare Per assaporare la tradizionale cucina bavarese c’èl’imbarazzo della scelta. Allo Haxnbauer si assaporano lericette e le specialità dell’antica cucina monacense. Cosaordinare? Sicuramente l’eccellente stinco di maiale, vantodel locale, accompagnato da una buona birra. Lo Andechser

am Dom, attaccato al Duomo, offre un’ottima cucinabavarese ed una eccellente birra prodotta nel conventobenedettino di Andechs. Allo Zum Spöckmeier, a due passida Marienplatz, si possono gustare i piatti della cucinabavarese accompagnati dalla famosa birra Paulaner. Per unsuggestivo locale consigliamo il Ratskeller, dove si respira

una atmosfera bavarese, tranquillità ed eleganza, che nefanno uno dei ritrovi più amati dai monacensi.

Dove dormireLa ricezione alberghiera offre strutture per tutti i gusti e tuttele tasche. Vi proponiamo lo storico Bayerischer Hof , situatonel centro di Monaco, che vanta 5 ristoranti gastronomici, 6bar e un esclusivo centro benessere con piscina panoramica,a 5 minuti a piedi dalla famosa Marienplatz. L’esclusivocentro benessere dispone di una spaziosa zona sauna, unapalestra con vista panoramica sulla città e un salone dibellezza. Il ristorante Trader Vic’s serve piatti polinesiani,mentre all’Atelier Restaurant potrete gustare specialitàpremiate dalle stelle Michelin. Anche il Vier Jahreszeiten

Kempinski München, sulla Maximilianstraße, vantaun’elegante spa con piscina, viste panoramiche sulla cittàmozzafiato e raffinate camere dai moderni arredi. Ed ancoral’Hotel Königshof, situato nel cuore di Monaco sullaKarlsplatz, che ospita il premiato Königshof Restaurant. Lespaziose camere dell’Hotel Königshof sono arredate conmobili classici e colori caldi, e nei moderni bagni si possonotrovare esclusivi articoli da toeletta. Potrete ammirare leviste spettacolari sulla città gustando la cucina gourmet delristorante Königshof, insignito di 1 stella Michelin e di 18punti Gault Millau.

E per concludere…Prima di lasciare Monaco, nei suoi dintorni meritanosenz’altro una visita i tre Castelli di Ludwig II, il più famososovrano bavarese, re del decadentismo e delle favole, chetestimoniano la sua affascinante e controversa personalità. ICastelli di Ludwig sono meta di innumerevoli turisti, primofra tutti quello di Neuschwanstein, seguito da quelli diLinderhof ed Herrenchiemsee. Queste residenze sonoispirate alle antiche leggende germaniche, musicate daWagner, e all’epoca d’oro dell’assolutismo e della Francia delRe Sole. Nonostante le numerose biografie storiche, ancoraoggi la figura di Ludwig suscita molto interesse, un’esistenzapiena di ombre e misteri che lo hanno reso un mitoimmortale. Una figura che ha ispirato anche lacinematografia (chi non ricorda il famoso film girato daLuchino Visconti con Helmut Berger e Romy Schneider, giàresa celebre dalla saga televisiva di Sissi negli anni ‘50?).Visitando questi Castelli si può capire qualcosa di più sullafigura eccentrica e discussa di questo re della Baviera,amante della solitudine, sognatore e riluttante della politica.Anche la sua tragica fine, in circostanze ancora da chiarire,ne fanno da sempre un enigma. �

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Tempo libero

L’Amore rubatoDacia Maraini(Rizzoli, 2012)

Le donne di Dacia sonoforti, hanno lottato, a voltehanno perso ma non sisono mai arrese. Leprotagoniste combattonouna battaglia antica esempre attuale, …

L’organizzazionedavvero eccellenteI 25 errori da evitare

Stefano Greco(Franco Angeli, 2012)

Una guida per evitare i piùdiffusi errori: dall’eccessodi autoreferenzialità, allasottostima dei costi, allascelta dei fornitorisbagliati, che necompromettono la qualitàdei prodotti e dei servizi.

Quando meno te lo aspettiMagnus Lindkvist(Sperling&Kupfer, 2012)

Un libro agile e acuto, cheindaga quegli eventiapparentemente casualiche possono sconvolgeretutto, a livello individuale esociale, e che non si fermaalla teoria ma ci famodificare il modo in cuiguardiamo il mondo.

Il talento del cuocoMartin Suter(Sellerio, 2012)

«… si diffuse la notizia chela più grande banca delpaese aveva dovuto direaddio a diciannove miliardie chiederne in prestitoaltri quindici. Il presidenteci aveva rimesso ilposto. Anche per Maravansarebbe stata una bruttagiornata»...

POLIZZE PER LA RESPONSABILITÀ PROFESSIONALECristiano Andreoli, Raffaella Caminiti, Paolo Mariotti, Antonio Serpetti

(Giuffré, 2012)

A seguito dell’introduzione dell’obbligo per i professionisti di stipulare idonea assicurazione che li tuteli dairischi derivanti dall’esercizio della propria attività, già previsto dal d.l. n. 138/2011 (conv. in legge n. 148/2011)e dal d.l. n. 1/2012 (conv. in legge n. 27/2012) e, recentemente, sancito dal d.P.R. n. 137/2012, che ha prorogatodi un anno l’effettività di tale obbligo (15 agosto 2013), gli autori, attingendo alle proprie esperienzeprofessionali, soffermano la loro attenzione sull’architettura contrattuale delle polizze che assicurano laresponsabilità civile verso terzi, anche alla luce della giurisprudenza più aggiornata in materia. Il volume èuno strumento utile per poter comprendere la rilevanza delle singole pattuizioni contrattuali e, al contempo,un valido supporto per poter affrontare e risolvere i complessi problemi della pratica professionale.

LA QUALITÀ DELLE VALUTAZIONI Una metodologia per riconoscere e misurare l’erroreLuigi Guatri

(Egea, 2007)

I risultati delle valutazioni aziendali sono spesso intesi (e proposti) come dati certi: siano essi espressi entrodefiniti “intervalli”, o ancor più con una cifra che vorrebbe lasciar intendere una precisione quasiinfinitesimale. Nulla di più falso! Simili convincimenti sono pure illusioni, remote dalla realtà. Nell’Economiaaziendale (e in quella sua branca che si occupa delle valutazioni aziendali), come in tutte le scienze, l’errore èun “ospite indesiderato” delle stime; ma ciò nonostante sempre incombente su di esse. E anche qui, come intutte le scienze, la misura dell’errore è “assolutamente necessaria per conoscere la qualità delle soluzioni edei risultati”. Esse, tuttavia, sono diventate come indispensabili e appaiono come un approccio innovativo e digrande rilievo sia teorico sia - e forse soprattutto - pratico. L’analisi (e la storia) degli errori sono infatti unodei modi più efficaci e diretti per comprendere come essi possano essere evitati per il futuro. Il fatto che, finoad oggi, la metodologia di misura dell’errore nelle valutazioni aziendali sia stata una pagina interamentebianca non può che ripercuotersi con pesanti conseguenze anche sui giudizi d’errore in sede giurisdizionale.In questo ambito, l’esperto non dispone di alcuna metodologia condivisa: perciò o sa improvvisarne unapropria (il che è raro e comunque genera spesso conclusioni opinabili), oppure non è in grado di operara senon a rischio frequente di superficialità e di giudizi fallaci. Perciò la giustizia, che “misura il livello di civiltà diun Paese”, deve con urgenza disporre di un proprio apparato metodologico.

IL SISTEMA DEI CONTROLLI NEGLI ENTI LOCALIElena Gori, Stefano Pozzoli e contributi vari

(Maggioli, 2012)

Il sistema dei controlli negli Enti locali è un permanente work in progress: diversi interventi normativi, perultimi la “spending review” e il c.d. “decreto liberalizzazioni”, si sono susseguiti per implementare emigliorare, di volta in volta, i controlli esterni e interni. La conseguenza è un sistema complesso e non semprechiaro: coloro che sono preposti alle verifiche si trovano perciò di fronte a una mole di adempimenti chepercepiscono solo come formali, e non di aiuto al loro lavoro quotidiano. La normativa, per quanto eterogeneae in parte contraddittoria e lacunosa, propone infatti molteplici strumenti che, se ben utilizzati, consentono dimigliorare la consapevolezza e la razionalità delle azioni di governo e di gestione. Dunque, spetta ai singoliEnti sfruttare al meglio queste opportunità e “azionare” un sistema di controllo adeguato alla complessitàdelle competenze istituzionali che si svolgono sia in via diretta sia attraverso le aziende partecipate. Proprio per illustrare e comprendere la molteplicità dei controlli che vengono eseguiti sull’attività, sullagestione e sui risultati degli Enti locali, sono stati selezionati Autori provenienti da diversi ambiti dellapubblica amministrazione e studiosi della stessa.

44 Letti per Voi

PRINCIPI INTERNAZIONALI DI VALUTAZIONEMatteo Pozzoli e Valerio Luciani

(Il Sole24Ore, 2012)

Le valutazioni economiche svolgono una funzione cruciale per le misurazioni patrimoniali e reddituali in variambiti dell’attività aziendale (formazione del bilancio, operazioni straordinarie, stima delle performance diperiodo ecc.). In tale contesto, i Gapv (Generally Accepted Valuation Principles), pur non rappresentando inmolti ordinamenti giuridici norme cogenti, costituiscono un importante punto di riferimento perl’espletamento dell’incarico di valutazione. Il presente volume affronta la nuova versione dei principiinternazionali di valutazione licenziati dall’lnternational Valuation Standards Board (Ivsb). L’articolazione deicapitoli riprende la struttura degli Ivs revised 2011 (Framework, General Standards, Asset Standards eValuation Applications), modificati in modo significativo, soprattutto nell’impostazione, rispetto alleprecedenti versioni. Il lavoro espone inoltre i principali contenuti del primo documento ufficiale licenziato dalneo-costituito Organismo Italiano di Valutazione (Oiv) avente ad oggetto Vimpairment test dell’avviamento incontesti di crisi finanziaria e reale. L’analisi tecnica dei documenti è accompagnata da riferimenti alla piùautorevole dottrina e alla bestpractice nonché da esemplificazioni pratiche finalizzate a facilitare lacomprensione delle linee guida elaborate dall’lvsb e dall’Oiv.

A cura di Maria Pia Parenti

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