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54 Biblioteche oggi settembre 2009 Osservatorio internazionale a cura di Carlo Revelli pio di una cittadina france- se, dove il 71 per cento dei ragazzi dagli 11 ai 14 anni frequenta la biblioteca pub- blica, contro il 35 dei ragaz- zi dai 15 anni in su. Le ri- sposte sulle ragioni del calo sono la mancanza di tempo, il disinteresse per la lettura (16 per cento), la distanza dalla biblioteca. Il medium più prestato è il dvd mentre i libri e i quotidiani, con i cd-rom, risultano inferiori al 30 per cento dei prestiti. Predominano i rapporti con gli altri giovani (76 per cen- to), poi lo sport (oltre il 60 per cento), la musica, il ci- nema, mentre Internet e te- levisione superano il 50 per cento. Da considerazioni ana- loghe parte Tricia Suellen- trop (Get out of the library! The best place to provide li- brary services for teens may not be in the library, “School library journal”, Sept. 2006, p. 39): i ragazzi sono troppo impegnati e durante l’anno scolastico non hanno tempo per frequentare la biblioteca pubblica. Di conseguenza, ri- tiene Suellentrop, occorre pre- vedere attività esterne, prin- cipalmente a scuola, con con- ferenze, presentazioni di li- bri, gruppi di lettura, pren- dendo anche in esame i luo- ghi in cui i giovani si riuni- scono. Che cosa fa un com- merciante, conclude l’autri- ce, quando i clienti non pos- sono andare al suo negozio? Molto buona, come al soli- to, la situazione nei paesi scandinavi, dove la priorità data al servizio per i bambi- ni ha una lunga tradizione. Lo “Scandinavian public li- brary quarterly” ha dedicato a questa attività il numero 2008, 3, dove Helena Kukko presenta l’esempio di Rova- niemi, in Lapponia, nella cui regione si sono registrati in un anno 1,3 milioni di pre- stiti, oltre un terzo dei quali a bambini. Nello stesso nu- vano letteralmente per pren- dersi un posto davanti allo schermo”. L’aumento note- vole di presenze è continua- to fino alla metà del decen- nio successivo, ma in segui- to le presenze si sono di- mezzate, a causa della diffu- sione domestica dei compu- ter. Nove bambini su dieci vanno ancora in biblioteca, ma con minore frequenza e il prestito dei libri è dimi- nuito (stabile invece il pre- stito degli altri media) e la stessa capacità di lettura si è ridotta. “I bambini devono diventare lettori migliori, e la lettura dei libri è la ma- niera più sicura”. Occorre trasformare la biblioteca e investire maggiori energie verso l’esterno: “non è un compito facile, ma è neces- sario”. Da un’inchiesta sulla lettura dei bambini dai nove ai dieci anni, che ha coin- volto trentacinque paesi, è risultata prima la Svezia, se- guita dall’Olanda e dall’In- ghilterra (Marian Sainsbury e Liz Twist, Libraries and rea- ding around the world, “Li- brary + information update”, Jan. 2003, p. 27-29). Più del- l’80 per cento dei bambini in- glesi frequenta regolarmen- te una biblioteca, mentre il 91 per cento delle scuole ha una biblioteca (meglio an- cora però la Slovenia con il 100 per cento e gli Stati Uni- ti con il 99). Una situazione diversificata è stata notata in- vece in Francia (Dossier Par- cours jeunesse, “Bibliothè- que(s)”, oct. 2006) a giudi- care dagli esempi di Mont- pellier, Limoges e Tolosa. In certi casi si nota un distacco dal pubblico infantile, a di- spetto dell’aumento del pub- blico in generale, nota Elisa- beth Rozelot (Où les mettre? Quelle place pour la jeunes- se dans les BMVR?, p. 10-13). Anne Bourdaud (Adolescents, livre et bibliothèque: une en- quête, p. 30-34) porta l’esem- Il numero di luglio 2009 di “Sfoglialibro” contiene (p. 12- 22) un ampio articolo di Chri- stina Hasenau, Le biblioteche per ragazzi in Germania, che presenta le soluzioni al- ternative del servizio per i bambini e per i ragazzi al- l’interno della biblioteca pub- blica oppure in un’attività e in un ambiente autonomi, sia pu- re all’interno del sistema lo- cale, come troviamo ad esem- pio ad Amburgo e a Dresda. Non credo che la diversità di- penda da una questione di principio, se si tratti cioè di considerare un’istituzione de- stinata esclusivamente ad un certo pubblico, oppure se non sia preferibile un servizio par- ticolare inserito entro un am- biente più vasto: situazioni locali e anche motivi tradi- zionali possono determina- re soluzioni che hanno co- munque in comune il rico- noscimento di un servizio mirato a un pubblico parti- colare, anche se la defini- zione del pubblico rischia di presentarsi alquanto scivo- losa, come avviene sovente per le definizioni. Troviamo un esempio di conflitto tra la biblioteca esclusiva per i ragazzi e il servizio per ra- gazzi nella biblioteca pub- blica nel caso della “Joie par les livres”, la “mitica piccola biblioteca per bambini” no- ta da quarant’anni in tutto il mondo, la gloriosa bibliote- ca di Clamart, alla quale la nuova mediateca (con un’am- pia sezione per ragazzi), a 350 metri di distanza, ha da- to il colpo di grazia. Giudi- cata ormai poco sicura, è sta- ta chiusa non senza destare emozione il 4 febbraio 2006 (Véronique Heurtematte, Cla- mart privé de sa Joie, “Livres hebdo”, 632, 10.2.2006, p. 74). Il destino della biblioteca, ben nota come istituzione pilota, è rimasto comunque incer- to: la sua raccolta è passata al comune, che forniva il per- sonale, e dopo una ristruttu- razione se ne prevedeva la gestione da parte di un’as- sociazione (per la biblioteca era stato proposto il nome di La petite bibliothèque ron- de). Certamente non sono mancate le proteste per la chiusura, anche da parte del- l’opinione pubblica, come av- verte la stessa Heurtematte in un secondo intervento ( Cla- mart: ça repart, “Livres heb- do”, 684, 6.4.2007, p. 80-81). Per confermarci in seguito l’avvenuta riapertura, nell’a- prile 2007, anche grazie ad accordi con il ministero, con un orario limitato a sedici ore settimanali concentrate al mer- coledì e nel fine settimana, ossia nei giorni senza scuo- la – a differenza di quanto si fa nelle biblioteche munici- pali francesi (Clamart tour- ne rond, “Livres hebdo”, 748, 3.10.2008, p. 72-73). Sulla presenza dei bambini e dei ragazzi in biblioteca il di- rettore generale dell’Istituto nazionale danese per le bi- blioteche, Jens Thorhauge (Children a constant chal- lenge – also to the library, “Scandinavian public library quarterly”, 2006, 1, p. 3) in una pagina importante, le cui conclusioni dovrebbero es- sere meditate, ha notato co- me dalla metà degli anni Ot- tanta l’offerta di computer abbia aumentato la presen- za dei ragazzi in biblioteca, al punto che essi “combatte- Bambini, ragazzi e adolescenti nella biblioteca pubblica

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Osservatorio internazionale a cura di Carlo Revelli

pio di una cittadina france-se, dove il 71 per cento deiragazzi dagli 11 ai 14 annifrequenta la biblioteca pub-blica, contro il 35 dei ragaz-zi dai 15 anni in su. Le ri-sposte sulle ragioni del calosono la mancanza di tempo,il disinteresse per la lettura(16 per cento), la distanzadalla biblioteca. Il mediumpiù prestato è il dvd mentrei libri e i quotidiani, con icd-rom, risultano inferiori al30 per cento dei prestiti.Predominano i rapporti congli altri giovani (76 per cen-to), poi lo sport (oltre il 60per cento), la musica, il ci-nema, mentre Internet e te-levisione superano il 50 percento. Da considerazioni ana-loghe parte Tricia Suellen-trop (Get out of the library!The best place to provide li-brary services for teens maynot be in the library, “Schoollibrary journal”, Sept. 2006,p. 39): i ragazzi sono troppoimpegnati e durante l’annoscolastico non hanno tempoper frequentare la bibliotecapubblica. Di conseguenza, ri-tiene Suellentrop, occorre pre-vedere attività esterne, prin-cipalmente a scuola, con con-ferenze, presentazioni di li-bri, gruppi di lettura, pren-dendo anche in esame i luo-ghi in cui i giovani si riuni-scono. Che cosa fa un com-merciante, conclude l’autri-ce, quando i clienti non pos-sono andare al suo negozio?Molto buona, come al soli-to, la situazione nei paesiscandinavi, dove la prioritàdata al servizio per i bambi-ni ha una lunga tradizione.Lo “Scandinavian public li-brary quarterly” ha dedicatoa questa attività il numero2008, 3, dove Helena Kukkopresenta l’esempio di Rova-niemi, in Lapponia, nella cuiregione si sono registrati inun anno 1,3 milioni di pre-stiti, oltre un terzo dei qualia bambini. Nello stesso nu-

vano letteralmente per pren-dersi un posto davanti alloschermo”. L’aumento note-vole di presenze è continua-to fino alla metà del decen-nio successivo, ma in segui-to le presenze si sono di-mezzate, a causa della diffu-sione domestica dei compu-ter. Nove bambini su diecivanno ancora in biblioteca,ma con minore frequenza eil prestito dei libri è dimi-nuito (stabile invece il pre-stito degli altri media) e lastessa capacità di lettura si èridotta. “I bambini devonodiventare lettori migliori, ela lettura dei libri è la ma-niera più sicura”. Occorretrasformare la biblioteca einvestire maggiori energieverso l’esterno: “non è uncompito facile, ma è neces-sario”. Da un’inchiesta sullalettura dei bambini dai noveai dieci anni, che ha coin-volto trentacinque paesi, èrisultata prima la Svezia, se-guita dall’Olanda e dall’In-ghilterra (Marian Sainsburye Liz Twist, Libraries and rea-ding around the world, “Li-brary + information update”,Jan. 2003, p. 27-29). Più del-l’80 per cento dei bambini in-glesi frequenta regolarmen-te una biblioteca, mentre il91 per cento delle scuole hauna biblioteca (meglio an-cora però la Slovenia con il100 per cento e gli Stati Uni-ti con il 99). Una situazionediversificata è stata notata in-vece in Francia (Dossier Par-cours jeunesse, “Bibliothè-que(s)”, oct. 2006) a giudi-care dagli esempi di Mont-pellier, Limoges e Tolosa. Incerti casi si nota un distaccodal pubblico infantile, a di-spetto dell’aumento del pub-blico in generale, nota Elisa-beth Rozelot (Où les mettre?Quelle place pour la jeunes-se dans les BMVR?, p. 10-13).Anne Bourdaud (Adolescents,livre et bibliothèque: une en-quête, p. 30-34) porta l’esem-

Il numero di luglio 2009 di“Sfoglialibro” contiene (p. 12-22) un ampio articolo di Chri-stina Hasenau, Le bibliotecheper ragazzi in Germania,che presenta le soluzioni al-ternative del servizio per ibambini e per i ragazzi al-l’interno della biblioteca pub-blica oppure in un’attività e inun ambiente autonomi, sia pu-re all’interno del sistema lo-cale, come troviamo ad esem-pio ad Amburgo e a Dresda.Non credo che la diversità di-penda da una questione diprincipio, se si tratti cioè diconsiderare un’istituzione de-stinata esclusivamente ad uncerto pubblico, oppure se nonsia preferibile un servizio par-ticolare inserito entro un am-biente più vasto: situazionilocali e anche motivi tradi-zionali possono determina-re soluzioni che hanno co-munque in comune il rico-noscimento di un serviziomirato a un pubblico parti-colare, anche se la defini-zione del pubblico rischia dipresentarsi alquanto scivo-losa, come avviene soventeper le definizioni. Troviamoun esempio di conflitto trala biblioteca esclusiva per iragazzi e il servizio per ra-gazzi nella biblioteca pub-blica nel caso della “Joie parles livres”, la “mitica piccolabiblioteca per bambini” no-ta da quarant’anni in tutto ilmondo, la gloriosa bibliote-ca di Clamart, alla quale lanuova mediateca (con un’am-pia sezione per ragazzi), a350 metri di distanza, ha da-to il colpo di grazia. Giudi-cata ormai poco sicura, è sta-ta chiusa non senza destareemozione il 4 febbraio 2006(Véronique Heurtematte, Cla-

mart privé de sa Joie, “Livreshebdo”, 632, 10.2.2006, p. 74).Il destino della biblioteca, bennota come istituzione pilota,è rimasto comunque incer-to: la sua raccolta è passataal comune, che forniva il per-sonale, e dopo una ristruttu-razione se ne prevedeva lagestione da parte di un’as-sociazione (per la bibliotecaera stato proposto il nomedi La petite bibliothèque ron-de). Certamente non sonomancate le proteste per lachiusura, anche da parte del-l’opinione pubblica, come av-verte la stessa Heurtemattein un secondo intervento (Cla-mart: ça repart, “Livres heb-do”, 684, 6.4.2007, p. 80-81).Per confermarci in seguitol’avvenuta riapertura, nell’a-prile 2007, anche grazie adaccordi con il ministero, conun orario limitato a sedici oresettimanali concentrate al mer-coledì e nel fine settimana,ossia nei giorni senza scuo-la – a differenza di quanto sifa nelle biblioteche munici-pali francesi (Clamart tour-ne rond, “Livres hebdo”, 748,3.10.2008, p. 72-73).

Sulla presenza dei bambini edei ragazzi in biblioteca il di-rettore generale dell’Istitutonazionale danese per le bi-blioteche, Jens Thorhauge(Children a constant chal-lenge – also to the library,“Scandinavian public libraryquarterly”, 2006, 1, p. 3) inuna pagina importante, le cuiconclusioni dovrebbero es-sere meditate, ha notato co-me dalla metà degli anni Ot-tanta l’offerta di computerabbia aumentato la presen-za dei ragazzi in biblioteca,al punto che essi “combatte-

Bambini, ragazzi e adolescentinella biblioteca pubblica

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mero Elin Marianne Paulsenriferisce sul servizio per ibambini con difficoltà fisi-che nella città norvegese diTromsø, con il progetto Applelibrary ispirato a una prece-dente esperienza svedese.Molto alto anche il numerodei prestiti registrati dai bam-bini a Singapore: circa il 30per cento del totale, mentresoltanto il 14 per cento de-gli iscritti è costituito da bam-bini. I bambini, commenta R.Ramachandran, “hanno svi-luppato l’abitudine alla let-tura” (Singapore as a centrefor Asian children’s books, “Bi-blioasia”, July 2008, p. 44-47).

Un interesse particolare èprestato con sempre mag-giore frequenza ai bambiniin età prescolare, addiritturaai più piccoli. Iniziare pre-stissimo favorisce lo svilup-po cognitivo, sostiene GraceMcElwee (It’s never too early,

“Library + information up-date”, Nov. 2004, p. 23-25),che considera importante l’in-tervento dei genitori per por-tare i figli in biblioteca, cosìcome è importante la colla-borazione con le famiglie di-sadattate e con l’assistenzasanitaria. Claudia Lux, presi-dente dell’IFLA, nella sua ul-tima President’s page sul-l’“IFLA journal” (June 2009,p. 93) – avrebbe poi passatola consegna, durante il con-gresso di Milano, alla neoe-letta Ellen Tise – ha scrittoche “l’idea da parte della bi-blioteca di incoraggiare i ge-nitori fin dalla nascita del lo-ro bambino e di farlo diven-tare utente attivo della biblio-teca è molto efficace”. La rac-comandazione dell’IFLA è “In-cominciate con i più picco-li”, la frase che dà il titolo alcontributo di Ivanka Stricevice Ingrid Bon in “Bibliothè-que(s)”, Oct. 2006, (p. 44-47).

E parole analoghe si sonosentite al recente congressodell’Associazione interna-zionale di biblioteconomiascolastica (IASL), a Padova(2-4 settembre 2009). È unpunto importante non sem-pre riconosciuto a dovere:Liana D’Alfonso (Rilancio inBorsa, “IBC”, gen./mar. 2009,p. 10-13) ritiene che soven-te si dedichi poca attenzioneai bambini al di sotto dei treanni (ed anche agli adole-scenti) e nota che nella re-cente riorganizzazione dellaSala Borsa bolognese vi si èprovveduto. Già Virginia A.Walter (Public library servi-ce to children and teens: aresearch agenda, “Librarytrends”, Spring 2003, p. 571-589), nel notare che oltre lametà dei frequentatori dellebiblioteche pubbliche hameno di 18 anni e che ilservizio per i bambini inetà prescolare è in aumen-

to, avvertiva che gli effettidel fenomeno non sono sta-ti studiati a sufficienza.

Il maggiore interesse presta-to ai bambini rende pocoattraente agli adolescenti labiblioteca per ragazzi, comericonoscono Brigitte Munche Caroline Jaeger (Les biblio-thèques pour la jeunesse. Oùen sont-elles? Où vont-elles?,“Bulletin des bibliothèquesde France”, 2003, 1, p. 120-123). La motivazione pre-senta in realtà un aspettopsicologico, in quanto il ra-gazzo teme un declassa-mento di immagine nel fre-quentare un settore di fian-co ai bambini; un’opinionepersonale riguarda la stessadenominazione tradizionaledella biblioteca o della se-zione per ragazzi, che pre-ferirei chiamare sezione perbambini. Poco più tardi lastessa rivista (2003, 3) ha

Un’immagine di Hoeb4U, la biblioteca di Amburgo dedicata agli adolescenti

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sarà limitata alla scelta delmateriale per i ragazzi, sen-za considerare una serie diattività particolari. Il libro diPatrick Jones, Michael Gor-man e Tricia Suellentrop (Con-necting young adults and li-braries. A how-to-do-it ma-nual, New York, Neal-Schu-man, 2004) ci presenta unsettore della biblioteca conun’attività diversificata e li-bera, che non mette certo inevidenza il problema dellaconservazione. Da un’inchie-sta svolta negli Stati Uniti ri-ferita in un periodico fran-cese risulta che la percezio-ne della biblioteca pubblicada parte degli adolescenti ri-guarda anche il personalenon sempre amichevole, unpubblico di invecchiati, di in-tellettualoidi immobili e sgob-boni (ma certe percezioni ne-gative nascono da stereotipi,avvertono gli autori), il biso-gno di un accesso miglioree di aiuto alle tecnologie nuo-ve, che si aggiungono senzasostituirle a quelle vecchie;ed ancora, i giovani richie-dono spazi appositi, orari eregolamenti migliori, fino a“proporre il proprio aiuto permigliorare le biblioteche”(Sherry J. Cook, R. StephenParker, Charles E. Pettijohn,Les jeunes ados et la biblio-thèque publique: une en-quête américaine, “Bulletindes bibliothèques de Fran-ce”, 2008, 6, p. 81-86). Le con-clusioni dell’inchiesta sonopositive: è risultato che i gio-vani vanno in biblioteca in-dipendentemente dai doveriscolastici. È considerato im-portante, per gli autori, usci-re dal rischio dello stereoti-po per adeguarsi alla men-talità e alle necessità dei gio-vani, che comprendono ladisponibilità dei nuovi mez-zi di comunicazione come lapresenza di caffè e la possi-bilità di socializzare. Che labiblioteca pubblica sia unostrumento di integrazione so-

ciale è ben noto, ma questacondizione è considerata diinteresse particolare per i gio-vani, come è stato avvertitoal recente congresso dell’As-sociazione dei bibliotecarifrancesi, a Reims, dove si èriconosciuta un’altra veritànon esclusiva per i giovani,che la valutazione del servi-zio non si deve limitare alnumero degli iscritti al pre-stito (Laurence Santantoniosavec Véronique Heurtemat-te, Maisons des jeunes et dela culture, “Livres hebdo”,739, 20.6.2008, p. 60-61).Sul tema dei servizi per gliadolescenti sono da ricorda-re le raccomandazioni del-l’IFLA la cui nuova versione,del 2008, è stata tradotta initaliano a cura della Commis-sione nazionale Bibliotecheper ragazzi (Linee guida peri servizi per giovani adultinelle biblioteche pubbliche,Roma, Associazione italianabiblioteche, 2009). La Sezio-ne 6 contiene alcuni esempiinteressanti di attività svoltein biblioteche pubbliche eu-ropee e americane; oppor-tuna, nella Sezione 2, la de-finizione del gruppo di rife-rimento, che avverte come“ciascuna biblioteca singo-larmente può definire la fa-scia d’età, perché essa puòvariare secondo il paese e ilcontesto culturale. In gene-rale viene presa in conside-razione la fascia dai 12 ai 18anni”. In sostanza, i terminiadolescenti, teen-agers, gio-vani adulti appaiono comesinonimi. Diciamo quasi si-nonimi, per consentire qual-che elasticità. Molto menosicuro appare invece il ter-mine ragazzi (i più giovanidei giovani adulti?).

Lo sviluppo della tecnologiaelettronica ha agito in ma-niera impressionante sui gio-vani. Osserva Jim Gaston (Rea-ding and teaching the digi-tal natives, “Library hi tech

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dedicato agli adolescenti undossier il cui editoriale, diAnne-Marie Bertrand, iniziacon la domanda: “L’adole-scente, questo sconosciuto?”e nota come l’importanzacrescente della cultura giova-nile rappresenti “forse l’ulti-mo avatar delle culture po-polari”. Le parole iniziali del-l’editoriale riprendono il ti-tolo di uno degli articoli(Noëlle George, L’adolescent,cet inconnu), dove si ritieneessenziale porre gli adole-scenti al centro delle preoc-cupazioni dei bibliotecari.Tra gli altri numerosi inter-venti in questo numero im-portante della rivista ricor-diamo Quels enjeux psychi-ques pour la lecture à l’ado-lescence?, di Jean-Marc Talpin,che considera il rapporto del-l’inconscio con la lettura ela costruzione della propriaidentità nel passaggio dal-l’infanzia alla maturità, e Pour-quoi inciter des adolescentsà lire de la littérature?, doveMichèle Petit considera sot-tostimato l’apporto della let-teratura alla formazione del-la personalità. Agli adole-scenti occorre comunque pre-stare grande attenzione, an-che perchè essi costituisco-no la categoria più rappre-sentata tra gli iscritti e sonoanche i frequentatori più re-golari: il 34 per cento rispet-to al 17 complessivo dellapopolazione, secondo Véroni-que Heurtematte (Les adoss’y retrouvent au chaud, “Li-vres hebdo”, 600, 6.5.2005,p. 78-79), che vi avverte an-che un certo senso di diffi-denza: “Il pubblico degli a-dolescenti occupa nelle bi-blioteche una posizione pa-radossale, tra il desiderio ela repulsione”. Denise E. Ago-sto e Sandra Hughes-Hassell(Toward a model of theeveryday life informationneeds of urban teenagers.Part 1, Theoretical model,“Journal of the American So-

ciety for Information Scienceand Technology”, Aug. 2006,p. 1394-1403) presentano unaraccolta di dati che compren-de sette aree sugli aspetti so-ciali, emotivi, riflessivi, fisici,creativi, cognitivi e sessuali.Sono essenziali le informa-zioni per facilitare il passag-gio dall’adolescenza alla ma-turità e sono numerose ledomande loro rivolte su età,scuola, uso del computer (fre-quenza dell’uso e dove) esul modo di cercare infor-mazioni (dove, con quali stru-menti, con chi ecc.). Le stes-se autrici nella continuazio-ne (Part 2, Empirical model,Sept. 2006, p. 1418-1426) av-vertono come gli adolescen-ti rivelino bisogni di infor-mazione simili a dispetto del-le diversità socioeconomiche,etniche, culturali e geografi-che, anche se ammettono lanecessità di studi ulterioriper una conferma. KimberlyBolan (Looks like teen spirit,“Library journal”, Nov. 2006,p. 44-48) raccomanda un’at-tenzione particolare per gliadolescenti a iniziare dal-l’ambiente che li accoglie,che dev’essere caldo e invi-tante, con un’attenzione par-ticolare all’arredamento: “ne-gli ultimi dieci anni molte bi-blioteche hanno trasformatole loro aree per gli adole-scenti in spazi più efficienti,innovativi e stimolanti” (maal posto di quest’ultimo ag-gettivo preferisco l’inspira-tional dell’originale). Non siconsideri solo lo studio, peril quale si dovrà prevederelo studio di gruppo, ma an-che la socializzazione e, ov-viamente, il computer, conla raccomandazione di “cer-care di fare qualcosa di nuo-vo almeno una volta all’an-no”. Bolan considera per l’ap-punto il settore apposito pergli adolescenti, che tuttaviasecondo il sottoscritto nonsusciterà un’attenzione suffi-ciente se la sua dotazione si

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Frances Jacobson Harris dalsuo I found it on the Inter-net: coming of age online(Chicago, American LibraryAssociation, 2005): gli ado-lescenti “sono gli innovatoridella cui immaginazione dob-biamo tener conto. Noi nonci riusciremo senza la lorointuizione e la loro energia,ed essi non diverranno uten-

ti della biblioteca senza lanostra capacità e la nostradisponibilità. È un matrimo-nio fatto in cielo”. Sono pa-role riferite da Dale A. Van-de Haar nella recensione pub-blicata in “The serials libra-rian” (2006,4, p. 183-185). Illibro di Harris è un ottimomanuale sull’uso di Internetda parte dei ragazzi nelle bi-

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news”, Apr. 2006, p. 12-13)che dopo trent’anni di do-minio dei baby boomers,formati dalla televisione chea loro volta influenzavano,oggi i nati con il computer“sono cresciuti in un ambien-te digitale interattivo con sti-moli fortissimi”: essi agisco-no “e forse perfino pensanoin modo diverso da chi lieduca”. Anche i bambini pic-coli “rivelano una compe-tenza impressionante con icomputer”, osservano AndrewLarge, Valerie Nesset e Jam-shid Beheshti (Children asinformation seekers: whatresearchers tell us, “New re-view of children’s literatureand librarianship”, Nov. 2008,p. 121-140), tanto da non con-cedere una distinzione peretà, come avviene invece perla stampa. Essi tendono apassare velocemente da unaschermata all’altra, senza nep-pure assimilare la lettura. Igiovani sono presi totalmentedai nuovi mezzi di comuni-cazione elettronica, ricono-sce Aaron Schmidt (The youngand the wireless, “School li-brary journal”, Oct. 2005, p.44-46). L’87 per cento dai 12ai 17 anni usa Internet e piùdella metà vi dialoga tutti igiorni, e la cifra continua acrescere. L’81 per cento gio-ca, il 76 per cento cerca no-tizie, il 43 per cento fa ac-quisti, il 31 per cento cercainformazioni sulla salute. Lecomunicazioni per posta elet-tronica sono considerate co-sa da vecchi, mentre è lar-ghissimo l’uso dei cellulari.Occorre che le bibliotechediano informazioni concisee che i loro computer sianoveloci. Nonostante tutto, igiovani passano più tempocon i compagni e la biblio-teca deve saper sfruttare que-sta occasione. Anche Large,Nesset e Beheshti, nell’arti-colo ricordato poco fa, purammettendo che i bambinie gli adolescenti continuano

a cercare informazioni perla scuola o per proprio pia-cere nelle fonti tradizionali(i libri e le riviste), ammet-tono il ricorso sempre piùfrequente a Internet, esauri-ta la breve esperienza con icd-rom. E come potrà inter-venire il bibliotecario? Prefe-risco a questo punto riporta-re direttamente le parole di

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Per la scelta la copertina hail suo peso, ma il titolo con-ta molto di più. Le femminericevono consigli in preva-lenza dalla madre e dalledonne della loro famiglia,benché anche i maschi nonsiano indifferenti ad esse. Lestesse autrici si erano riferi-te in precedenza alla mede-sima inchiesta a propositodell’interesse per la narrati-va, la cui lettura decresce conl’età (ma Harry Potter domi-na nettamente in tutte le fa-sce di età). L’interesse per latecnologia è più forte nei ra-gazzi che nelle ragazze (Asurvey of young people’s rea-ding: thinking about fiction,“New review of children’sliterature and librarianship”,Apr. 2008, p. 45-65).Un’inchiesta sui ragazzi piùgrandi nel Burkina Faso haposto in evidenza come pic-cole biblioteche pubblichebene organizzate abbiano per-messo di aumentare del cin-quanta per cento il livellodella lettura, pur ancora bas-so (Michael Kevane e AlainJoseph Sissao, How much dovillage libraries increasereading? Results of a surveyof 10th graders in BurkinaFaso, “Libri”, Sept. 2008, p.202-210). Interessante poi iltema di un’inchiesta svolta alivello nazionale in Irlandanel 2007 per conoscere l’o-pinione dei giovani dai 13 ai17 anni sulla qualità del ser-vizio bibliotecario e su co-me essi lo percepiscano (Aresearch study into public li-brary services for childrenand young people in Ireland,“Irish library news”, Jan./Feb.2007). Il Children’s FundedResearch Programme, del mi-nistero irlandese per la gio-ventù, ha in corso una seriedi attività descritte breve-mente in rete.

La preparazione professiona-le per il servizio ai bambinie ai ragazzi richiede un’at-

tenzione particolare agli a-spetti psicologici e sociali –attenzione richiesta d’altron-de per tutto il pubblico, an-che se non di rado è trascu-rata. Un articolo interessan-te a questo proposito, ben-ché non sia recentissimo, èstato scritto da Helen R.Adams (Privacy & confiden-tiality: now more than ever,youngsters need to keep theirlibrary use under wraps,“American libraries”, Nov.2002, p. 44-48), che insistesulla riservatezza per tutti,dai bambini agli adulti. Igiovani devono essere in-formati, ma non osano faredomande: eppure si pensiche una ragazza su quattroe un ragazzo su dieci hannosubito abusi sessuali primadei 18 anni. La riservatezzasi deve spingere alla prote-zione delle passwords, men-tre l’esame delle transazioninon deve considerare il no-me degli utenti. Un bibliote-cario non deve confidare adaltri di aver consigliato unragazzo per le sue letture. Sigiunge a sconsigliare di con-cedere ai genitori il permes-so di controllare le letturedei figli minorenni. DeniceAdkins e Susan Higgins han-no esaminato i contenuti del-l’insegnamento in cinque pae-si (Australia, Canada, NuovaZelanda, Regno Unito e Sta-ti Uniti) e ne hanno riscon-trato la somiglianza, ma han-no insistito sull’opportunitàdi evidenziare i bisogni par-ticolari dei singoli paesi, adesempio la presenza di et-nìe linguistiche differenti, co-me in Canada, o i rapporticon le popolazioni indige-ne, come in Australia e inNuova Zelanda (Educationfor library service to youthin five countries, “New re-view of children’s literatureand librarianship”, Apr. 2006,p. 33-48). Geneviève Patte,allora direttrice della già ri-cordata biblioteca per ra-

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blioteche scolastiche e pub-bliche, che comprende an-che l’aspetto dei rapporti congli utenti e dell’aiuto che sipuò offrire. Catherine An-dreucci comunque non con-sidera Internet un vero con-corrente, perché anche i let-tori forti se ne servono. An-che se si legge meno, “il li-bro resiste” alla concorrenzadella musica, della televisio-ne, dei videogiochi (Les adoset la lecture: l’âge pas si in-grat, “Livres hebdo”, 697,6.7.2007, p. 54-55).

Non mancano inchieste sul-l’utenza giovanile nelle bi-blioteche pubbliche. VirginiaA. Walter nell’articolo citatoin precedenza proponeva in-chieste a livello nazionale perconoscere le ragioni dellapresenza dei giovani in bi-blioteca, anche in relazione

con la loro attività e con ladifferenza in più che ne ri-sultava, rispetto alla loro vi-ta. Sally Maynard, Sophie Ma-ckay e Fiona Smyth (A sur-vey of young people’s rea-ding in England: borrowingand choosing books, “Journalof librarianship and infor-mation science”, Dec. 2008,p. 239-253) riferiscono suun’ampia inchiesta in lineasulle letture dei bambini dai4 ai 16 anni nelle bibliote-che pubbliche inglesi. I piùpiccoli (4-7 anni) erano inmaggioranza entusiasti, manella fascia dagli 8 ai 10 an-ni l’entusiasmo si abbassa-va, per scendere ulterior-mente nei ragazzi più “vec-chi”. Per i minori la bibliote-ca scolastica ha il primo po-sto, mentre nella fascia dagli11 ai 16 anni la preferenzava alla biblioteca pubblica.

Donazione per trasformazione Una donazione dicinque milioni di sterline, la più grande registrata trale biblioteche universitarie del Regno Unito, permet-terà di rinnovare la Bodleian Library di Oxford, pertrasformarla “da una fortezza libraria in un ambienteinvitante e suggestivo per i lettori”, come ha detto ilsuo direttore (“Library + information update”, May2008, p. 16).

Una biblioteca nazionale La nuova Biblioteca na-zionale del Sudafrica è stata inaugurata a Pretoria nel-l’agosto 2008, anche grazie a un contributo di due mi-lioni di dollari da parte della Fondazione Carnegie. Hauna superficie utile di 33.000 metri quadrati, quasi lametà dei quali in scaffalatura aperta; per grandezza èla seconda dell’Africa e funge da centro di coordina-mento per il prestito interbibliotecario con altre sei-cento biblioteche (“BuB”, 2008, 11/12, p. 790).

Del leggere i dizionari La peculiarità dei repertori diessere consultati ma non letti in sequenza presentaun’eccezione per il dizionario inglese di Oxford, cheè stato letto dalla prima all’ultima pagina da AmmonShea (Reading the OED: one man, one year, 21.730pages, Perigee Books, 2009), con il risultato di una se-rie di 26 capitoli, uno per lettera, con noterelle e com-menti sulle parole più interessanti, tra cui troviamoantithalian, come opposto a Thalia, ossia al diverti-mento (“College and research libraries news”, Dec.2008, p. 744).

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gazzi di Clamart, considera-va essenziale il ruolo del bi-bliotecario, ma riteneva ne-cessario collegarlo ad altriprofessionisti, come psico-logi e medici. Il suo interes-se era rivolto in particolareai socialmente esclusi, ai re-luctant readers, che consi-derava come disabili, ma av-vertiva anche la presenza dibiblioteche disabili, quelleche non rispondevano allerichieste (Libraries and dis-abled child readers, “Newreview of children’s literatu-re and librarianship”, 2002,p. 13-31).

L’attenzione per i bambinicon difficoltà sociali è benrilevata da John Vincent (Wor-king with looked-after chil-dren, “Public library jour-nal”, Spring 2005, p. 15-17)nel ricordare che in Inghil-terra circa 60.000 bambini so-no assistiti dai servizi sociali(complessivamente nel cor-so di un anno arrivano a80.000), i più per abuso oper trascuratezza, altri per dif-ficoltà familiari. Le bibliote-che possono intervenire inmolti modi, ad esempio sem-plificando le iscrizioni ed iprestiti, trasferendo raccoltenelle case protette, preve-dendo fermate di autobusecc. Annette Earl e Sally May-nard (What makes a child areluctant reader?, “New re-view of children’s literatureand librarianship”, Nov. 2006,p. 163-181) hanno rilevato daun’inchiesta tra quattordicinon lettori di 9-10 anni lasfiducia nella propria capa-cità di leggere e sostengonol’importanza dell’aiuto pre-stato dai genitori, soprattut-to fin da piccoli. Nel casodei lettori deboli o riluttantisi è notato che, a dispettodella sua immagine di diffi-coltà, la poesia si è rivelatala forma letteraria più acces-sibile per la sua brevità eper la facilità di essere me-

morizzata. I versi senza sen-so e le filastrocche per i piùpiccoli hanno rivelato unpotere notevole: “I bambinirispondono con entusiasmose la poesia è recitata o let-ta per loro; è preferita so-vente alla prosa” (Sally May-nard, J. Eric Davies e RachelRobinson, Poetry for pleasu-re: promoting poetry to chil-dren in public libraries,“Journal of librarianship andinformation science”, March2005, p. 35-43). D’altrondeabbiamo la conferma dellatendenza alla forma ripetiti-va nell’osservazione di ClaireNillus che i bambini tendo-no a ritornare sulle opere chegià conoscono (Je le lis, ets’il est bien je le prends!,“Livres hebdo”, 516, 30.5.2003,p. 54-55). Pamela J. McKenziee Rosamund K. Stooke (Pro-ducing story time: a collecti-vist analysis of work in acomplex communicative spa-ce, “The library quarterly”, Jan.2007, p. 3-20) consideranoun approccio insolito all’oradel racconto, qui intesa co-me lavoro eseguito insiemedagli adulti, dai bambini chevi assistono e da estraneicoinvolti, nei suoi aspettipsicologici e sociali. Tra le

attività svolte nelle bibliote-che per ragazzi ricordiamoanche la Pottermania, comedice il titolo di un interventoin “Irish library news” (Sept.2007), che “inonda le biblio-teche” con quiz, competizio-ni, letture, feste in costume.Né è da trascurare l’impor-tanza del gioco nella biblio-teca pubblica, compresi i gio-chi elettronici, come ammetteKelly Czarnecki (A revolu-tion in library service. Ga-ming is more than just a lu-re into the library, “Schoollibrary journal”, May 2007,p. 34-35, che non è l’unica ariconoscere l’importanza delgioco, anche quello elettro-nico, nella biblioteca pub-blica: “Cambiate l’immaginedella vostra biblioteca conattività esterne”.

Vogliamo chiudere questo nu-mero della rubrica con un ac-cenno all’editoria per ragaz-zi, ben rappresentata dallaFiera di Bologna, alla quale“Livres hebdo” ha dedicatoun editoriale (685, 13.4.2007)che inizia: “La Fiera di Bolo-gna è certamente la più gaiadell’anno”. Lo stesso nume-ro dedica un dossier alla par-tecipazione francese alla ma-

nifestazione (p. 78-88). Tragli interventi sulla conserva-zione della letteratura infan-tile, che ritornano dovunqueperiodicamente, ricordiamoquello di Nic Diament (Dela littérature de jeunesseconsidérée comme objet pa-trimonial, “Bulletin des bi-bliothèques de France”, 2004,5, p. 65-73), che ricorda co-me in Francia negli anni No-vanta sia iniziata la “mobili-tazione” per la conservazio-ne della letteratura infantile.La Bibliothèque nationale deFrance ne possiede in gran-de quantità, ma le pubblica-zioni non sono raccolte co-me tali e sono quindi di-sperse. L’autore ritiene pre-feribile considerare un pia-no di conservazione su baseregionale.

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– Documenti in difficol-tà: libri e argomenti con-troversi– Bibliotecari di ieri e dioggi– Alti e bassi dei libri elet-tronici

Nei prossimi numeri,tra l’altro:

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