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ORGANO UFFICIALE DELLA PRESIDENZA DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE GRANATIERI DI SARDEGNA ANNO LXV - N . 4 - OTTOBRE - DICEMBRE 2011 - PUBB. TRIMESTRALE - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D.L. 353/2003 CONV IN L. N. 46 ART. 1 COMMA 1 D.C.B. ROMA Di noi tremò la nostra vecchia gloria. Tre secoli di fede e una vittoria G. D’Annunzio Il Granatiere P Il Granatiere P ittore ittore

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ORGANO UFFICIALE DELLA PRESIDENZA DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE GRANATIERI DI SARDEGNAANNO LXV - N . 4 - OTTOBRE - DICEMBRE 2011 - PUBB. TRIMESTRALE - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D.L. 353/2003 CONV IN L. N. 46 ART. 1 COMMA 1 D.C.B. ROMA

Di noi tremò la nostra vecchia gloria.Tre secoli di fede e una vittoria

G. D’Annunzio

Il Grana t i e r e P

Il Grana t i e r e P i t t o r ei t t o r e

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lettera ddal ddirettoreCon questo numero chiudiamo le pubblicazioni del 2011, un anno segnato da intensa attività de-rivante dalla celebrazione del 150° dell'Unità d'Italia. Abbiamo cercato di documentare, con lesolite limitazioni di spazio e di tempestività, gli eventi per i quali, dalle Sezioni e dallaPresidenza nazionale abbiamo avuto notizia. L'anno passato si chiude felicemente con il bel-lissimo calendario 2012 realizzato dall'amico Ernesto Bonelli in collaborazione con il MaestroUmberto Sgarzi, già tenente dei Granatieri di Sardegna.Per il prossimo anno è previsto il rinnovo delle cariche associative di vertice e quindi abbiamovoluto darvene notizia con un box che sollecita la presentazione delle candidature.A tale proposito, voglio informare i numerosi lettori che me ne hanno fatto specifica richiestaanche per telefono, che il Generale Mario Buscemi, nonostante i numerosi e gravosi impegni,ha dato la sua disponibilità ad accettare un nuovo mandato da Presidente nazionale, sempreche i Presidenti regionali, deputati alla sua rielezione, siano disposti a valutare positivamentela sua candidatura.A questo punto che dire? Posso solo inviare a tutti i più fervidi e sinceri voti augurali per leprossime festività e per un nuovo anno prospero e felice (il prof. Monti permettendo) e colmo diogni possibile soddisfazione. Con la stima e l'affetto di sempre.

Direttore responsabile: Antonino TorreRedazione:

Ernesto Bonelli, Alba Maria Mendico, Adalberto BendinelliSegreteria: Mario Scalzi

Amministrazione: Benito Chiepoloindirizzo email redazione: [email protected]

–––––––––––––Autor. Trib. N. 5244 del 22-5-1956

Iscrizione al Registro degli Operatori della Comunicazione (R.O.C.) n. 1599 del 10 ottobre 2001

–––––––––––––Grafica: Marcello Ciriminna

–––––––––––––Stampa: Romana Editrice

San Cesareo - RM–––––––––––––Editore: Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna00185 Roma, piazza Santa Croce in Gerusalemme, 7

Tel 06/7028289 - Fax. 06/70393086E-mail [email protected]

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Presidente Onorario: On. Lino FornalePresidente: Mario Buscemi

Vice Presidente: Antonio LattanzioSegretario Nazionale: Roberto Santelli

Comitato Centrale: Antonino Torre, Bruno SorvilloPaolo Rossi, Antonio Cafazzo

–––––––––––––Condizioni di cessione del periodico

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rispecchia necessariamente il pensiero dell’editore e del direttoreLa collaborazione al giornale avviene a titolo volontario e gratuito. Tutto il materialeche perviene in Redazione, anche se non pubblicato, non viene restituito. La reda-zione si riserva la facoltà di modificare e/o sintetizzare i testi che vengono forniti.

Chiuso in tipografia il 31-12-2011In copertina: In occasione del suo 90° genetliaco, vogliamo

rendere omaggio al Granatiere Pittore Umberto Sgarzi.

in questo numero

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editoriale p. 3

attualità p. 4

brevi e liete p. 7

storia p. 10

lettere al direttore p. 18

letti per voi p. 20

alamari con le stellette p. 22

attività associativa p. 26

offerte p. 43

sfileranno sempre... p. 44

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LUCI ED OMBREIl corso degli eventi è sempre un’alternanza di lucied ombre, di momenti felici, esaltanti e di attimi disconforto. Così nella storia degli uomini e nelle vi-cende personali, così anche nella storia dei Grana-tieri e della nostra Associazione che di questi èparte integrante.Quest’anno è stato ricco di fatti positivi, legati so-prattutto alla celebrazione dei 150 anni dell’Unitàd’Italia. C’è stato in tutto il paese un risveglio diemozioni e di entusiasmi, dovuti anche al tentativonon del tutto consapevole di nascondere nella valo-rizzazione del passato i non pochi motivi di ansiaper il presente.Così è avvenuto e avviene quotidianamente per ilnostro sodalizio, che ha avuto modo di compia-cersi con se stesso per il clima delle nostre adu-nate, per la passione che si è risvegliata in noi eche abbiamo saputo trasmettere a chi ha avutomodo di ammirarci in tutta Italia. Quando poi ci siguarda alla specchio senza disinganni, quando sianalizzano i fatti, ci si accorge che la vita di tanteSezioni tende ad affievolirsi, che il numero diquelli che sono riportati con la loro immaginenelle ultime pagine di questo Giornale superaspesso quello dei nuovi iscritti. E questo per la so-stanziale trasformazione della sorgente da cui ave-vamo il principale gettito, cioè i giovani di levache ogni anno si rinnovavano nelle file dei reggi-menti per portarne poi, con noi, il ricordo pertutta la vita. Significativo in tal senso il motivo disoddisfazione che ci rianima ogni volta che cigiunge notizia di un nuovo iscritto o addiritturadella nascita di una nuova Sezione, della realizza-zione di una nuova Colonnella, mentre tante altrevengono inviate alla Presidenza per conservarne ladovuta e deferente memoria.In altre epoche i ranghi dell’Associazione, comequelli di tutte le altre Associazioni d’Arma conso-relle, erano assai più ricchi di giovani neoiscrittimentre valorosi ed ancora attivi veterani erano co-stante presenza di esemplari virtù.È cambiato il contesto storico in cui ci collo-chiamo. Per fortuna i conflitti che tuttora vedono inostri soldati impegnati in tutto il mondo nullahanno a che fare con le catastrofiche guerre delloscorso secolo dove si è consumato il sacrificio didecine di milioni di persone, per fortuna la nostrasocietà, pur afflitta da problemi finanziari maiprima così gravi, è pur sempre collocata in quellaparte del globo che gode di un benessere senza parinella storia. A fronte di queste constatazioni, di

questa presa di co-scienza, emerge l’i-nevitabile minor in-teresse della societàverso le tradizionimilitari e di conse-guenza anche versoil mandato primariodelle Associazionid’Arma tutte e dellaNostra in particolare.In questo senso iGranatieri devonoinvece essere fieri dimantenere un nu-mero di iscritti e unavitalità di impegniche, se confrontato con l’estremamente ridotta en-tità numerica del personale in servizio, non hanulla da invidiare anche rispetto ai sodalizi piùconsistenti, e in particolare, fra tutti, a quello degliAlpini. Non è perciò il caso né di abbandonarsi ad auto-compiacimenti che potrebbero risultare retorici efuor di luogo né di lamentare con pessimistichevoci un’ipotetica decadenza ed un oscuro futuroper il nostro impegno. Il pensiero della grandezza morale di un Soldatocome il Generale Gianfranco Chiti, ormai avviatoad essere riconosciuto come Santo, e del suo sen-tirsi Granatiere fino all’ultimo momento della Suavita, deve essere per noi tutti motivo di consola-zione e di conforto. Lo stato d’animo di schietta so-lidarietà ed il piacere sincero di sentirci insiemeogni volta che le occasioni lo consentono devonoessere un punto di riferimento preciso per farci sen-tire ancora oggi abbastanza forti per affrontare leincertezze del domani. Abbastanza forti anche per essere di esempio alleIstituzioni Militari in vita, che talvolta sembra ab-biano dimenticato che l’essenza della militarità edegli organismi che ad essa fanno riferimento èfondata molto più sui Valori che non sulle ristret-tezze di bilancio o sulla competizione fra le diverseForze Armate.Luci ed ombre perciò, come sempre nelle umanevicende, ma convinto impegno a guardare con fi-ducia alla nostra essenza, alla nostra dedizione, ainostri principi, nella certezza che questi saprannosuperare ogni ostacolo, reale o soltanto temuto, edare continuità alla nostra Storia.

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In occasione del suo 90° genetliaco, vogliamo ren-dere omaggio a Umberto Sgarzi, classe 1921, valo-roso Ufficiale del 1° Reggimento Granatieri inSlovenia e Croazia e nella Difesa di Roma del 1943,avvocato che ha rinunciato alla professione nel Forodi Milano per divenire un affermato pittore e dise-gnatore di fama internazionale.

Il Maestro con estrema modestia, generosità e dispo-nibilità è stato sempre vicino all’AssociazioneGranatieri di Sardegna per la quale ha prodotto de-cine e decine di opere, alcune delle quali sono servitea realizzare il bellissimo calendario del 2012.Grazie Maestro di quanto ha fatto per la suaAssociazione e, in senso lato, per l’intera umanità.

OMAGGIO A UMBERTO SGARZI

CONSIGLIO NAZIONALE 2012CONSIGLIO NAZIONALE 2012Allo scopo di consentire la predisposizione delle schede per le elezioni per il rinnovodi tutte le cariche sociali risulta necessaria la segnalazione tramite i Presidenti deiCentri regionali, entro il 30 gennaio 2012, di nominativi di soci - in regola con laquota associativa 2011 - che desiderino candidarsi o che siano, comunque, disposti adaccettare di essere eletti per le seguenti cariche per le quali si è concluso il trienniodi mandato:Presidente Nazionale; Vice Presidente Nazionale; Segretario Nazionale; n° 4Consiglieri Nazionali; Presidente e/o Membri del Collegio dei Probiviri (1+6);Presidente e/o Membri del Collegio dei Revisori dei Conti (1+2+2); Presidente e/oMembri del Centro Studi (1+4).Quanto precede per evitare che - come avvenuto nel passato - alcuni degli eletti ab-biano deciso di non accettare la designazione e, nel contempo, per consentire la pre-sentazione di candidature che - altrimenti - potrebbero essere conosciute solo dapochi.

Foto dell'artista tratta dal suo sito ufficiale reperibile su Internet.

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GENERALE CLAUDIO GRAZIANOIL NUOVO CAPO DI SME

Il Generale di Corpo d'Armata Claudio Graziano hafrequentato l'Accademia Militare di Modena, laScuola di Applicazione dove ha conseguito unalaurea in scienze Strategiche Militari dal 1972 al 1976,ed é stato nominato Ufficiale di fanteria (Alpini) nel1974.Nel 1976 il suo primo incarico é stato quello di co-mandante di plotone fucilieri al Battaglione Alpini«Susa» in Pinerolo.Nel 1977 è stato Vice Comandante della compagniacontro carri della Brigata Alpini «Taurinense» con ilquale ha partecipato ad esercitazioni in Norvegia eDanimarca in ambito Forze MobiliAlleate (AMF-L). Nel 1980 ha comandato in succes-sione una compagnia mortai eduna compagnia alpini (fucilieri)presso il Battaglione Alpini «Tren-to» della Brigata Alpini «Triden-tina». Dal 1983 al 1986 ha comandato lacompagnia Allievi Ufficiali e lacompagnia Comando presso laScuola Militare Alpina di Aosta.Dopo il corso di Stato Maggiore,nel 1987 é stato assegnato allo StatoMaggiore dell'Esercito dove hasvolto l'incarico di Ufficiale Ad-detto presso l'Ufficio Programmi diApprovvigionamento.È stato promosso Maggiore nel1988. Ha poi frequentato dal 1989 al 1990 il CorsoSuperiore di Stato Maggiore.Nel 1990, promosso Tenente Colonnello é stato tra-sferito all'Ufficio del Capo di Stato Maggiore del-l'Esercito come capo della Segreteria di StatoMaggiore del Capo di SM Successivamente nel 1992é stato riassegnato al Battaglione Alpini «Susa» inqualità di comandante. In quella posizione ha co-mandato il battaglione durante la missione di pace inMozambico. Alla fine del 1993, è stato designatoCapo Sezione presso l'Ufficio del Capo di StatoMaggiore dell'Esercito.Promosso Colonnello nel 1996 ha comandato il 2°Reggimento Alpini della Brigata «Taurinense» aCuneo. Successivamente, ha ricoperto l'incarico diCapo Ufficio Pianificazione dello Stato Maggioredell'Esercito.

Nel mese di settembre 2001 ha assunto l'incarico diAddetto per l'Esercito presso l'Ambasciata d'Italia diWashington D.C..E' stato promosso Generale di Brigata il 1 gennaio2002. Rientrato in Italia ha assunto il 27 agosto 2004 ilComando della Brigata Alpina «Taurinense».Dal 20 luglio 2005 ha assunto il Comando dellaBrigata Multinazionale Kabul in Afghanistan e la re-sponsabilità dell'Area Operativa della provincia diKabul fino al 6 febbraio 2006.Rientrato in Italia, ha continuato a comandare laBrigata Alpina «Taurinense» fino al 2 marzo 2006.

E' stato promosso Generale diDivisione il 1 gennaio 2006 ed ha as-sunto l'incarico di Capo RepartoOperazioni del Comando Operati-vo di vertice Interforze della Difesadal 15 marzo 2006.Dal 29 gennaio 2007 è stato nominatodal Segretario Generale delle NazioniUnite Comandante della Forza eCapo Missione Unifil in Libano.Il 01 gennaio 2010 è stato promossoal grado di Generale di Corpod'Armata. Dal 10 febbraio 2010 èCapo di Gabinetto del Ministrodella Difesa. Il Generale Graziano è stato insignitodi alcune prestigiose decorazioni frale quali, ricordiamo: Medaglia diCavaliere dell'Ordine Militare d'Ita-

lia; Croce Ufficiale dell'O.M.R.I.; Ufficiale della «LegionD'Honneur» francese; Medaglia 1ª Classe «D. AlfonsoHenriques» dell'Esercito Portoghese; US Legion ofMerit; Medaglia al merito dell'Esercito Tedesco per laMissione di Pace in Afghanistan; Croce al Merito dellaDifesa per operazioni di Pace dello Stato MaggioreDifesa Norvegese; Medaglia d'oro al merito della di-fesa (Stato Maggiore Francese); Medaglia d'Oro delleForze Armate Polacche; Commendatore dell'Ordinedei Cedri (Repubblica del Libano). Graziano ha conseguito le lauree in Scienze Diploma-tiche ed Internazionali presso l'Università degli Studidi Trieste, il Master in Scienze Strategiche e laSpecializzazione universitaria in Scienze Umanepresso l'Accademia Agostiniana di Roma.È autore di numerosi libri, studi ed articoli.È sposato con la signora Marisa Lanucara.

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Varesenews, 7 ottobre 2011. La salma del militare tra-datese, sergente dei Granatieri di Sardegna deceduto altermine della seconda guerra mondiale, è stata tumulatanel cimitero cittadino. Il sergente Fusetti è tornato a casa. Nella ricorrenzadel 4 novembre, durante la cerimonia in onore aicaduti, è avvenuta la tumulazione dei resti dellasalma del sergente del Primo reggimento deiGranatieri di Sardegna Otello Fusetti, classe 1911,che dopo anni di incessanti richieste per far rien-trare le sue spoglie da parte del fratello, paracadu-tista Guido Fusetti, veterano del reggimento«Folgore» di Tradate.Otello si trovava sepolto in Inghilterra perché du-rante la prigionia lavorava presso il deposito diesplosivi sovraintendendo al disinnesco deglistessi. Proprio durante questo lavoro aveva tro-vato la morte il 4 giugno 1945.Per espressa volontà di Guido, anch'egli decedutolo scorso luglio 2011, le spoglie di Otello sono statetumulate nel Sacrario Militare dei Paracadutisti diTradate poiché egli fu uno dei Granatieri mandatia rinforzo del 285° Battaglione Folgore e partecipòcon onore al combattimento di Takruna per poi es-sere catturato da truppe inglesi ad Hammametl'11 maggio 1943.Durante la cerimonia la salma è stata scortatadal Presidente dell' associazione regionale dellaLombardia dei Granatieri di Sardegna in alta

uniforme, cav. Enzico Mezzenzana e dal-l'Alfiere Claudio Dantino presenti con laColonnella (labaro) dei Granatieri della RegioneLombardia.Assistevano alla cerimonia i nipoti di Otello, varieAssociazioni d'Arma e quella dei Paracadutisti, ilsindaco di Tradate, il comandante dei Carabinierie della Polizia Locale, l'Ausiliaria Wanda Bertoniche, subito dopo la guerra, si dedicò alla pietosaopera di ritrovamento dei resti dei Paracadutistidella RSI.

L’urna con i resti di Fusetti scortata dai Granatieri.

IL SERGENTE FUSETTI«A CASA» DOPO 66 ANNI

FOTO IN VENDITAFOTO IN VENDITA

Un nostro affezionato lettore ci ha inviatoquesta fotografia.Si tratta di una foto di una messa celebrata alMuseo dei Granatieri negli anni '50.Il lettore l'ha trovata su ebay dove era statamessa in vendita.Questo ci fa capire il valore, anche venale, checerti ricordi ritenuti insignificanti possonoavere agli occhi dei collezionisti.

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LAUREA PER ELISA SIBILLEMercoledì 9 novembre 2011, presso la facoltà di Medicina eChirurgia «A. Gemelli» dell'Università Cattolica del Sacro Cuore,Presidio Sanitario Ospedale Cottolengo di Torino, Elisa Sibille si èlaureata brillantemente in Scienze Infermieristiche discutendo la tesi«Ipotermia terapeutica: assistenza infermieristica tra protocolli edevidenze scientifiche», relatore la Prof.ssa Cecilia Deiana, correlatoreil Prof. Antonio Sechi.Congratulazioni neo dottoressa! A te ... che sei un importante capitolo dellanostra vita, una persona speciale, seriamente motivata e determinata… ipiù fervidi auguri!I tuoi genitori Claudia e Giancarlo, tuo fratello Giulio, parenti e amici.«Ricordando il giorno della tua laurea, ricorda pure che l'Alma Mater, l'Università Cattolicadel Sacro Cuore, alla quale hai appartenuto, ti ha insegnato come nella vita, nella professionee negli studi devi servire il Regno di Cristo Signore Nostro» (Frà Agostino Gemelli)

Tanti auguri e congratulazioni ad Elisa e al suo papà granatiere.

FIOCCO AZZURRO AL 1° GRANATIERI

La Signora Antonietta, moglie del sergente maggiore Femiano hadato alla luce un bel bambino al quale è stato dato il nome di Matteo.Alla mamma, al papà di Matteo e alla sorellina Miriam, gli auguripiù sinceri dei soci della Sezione di Roma Capitale dell'ANGS e delpersonale del 1° reggimento Granatieri.

CONGRATULAZIONI AL TENENTE CALCAGNILE E AL SUO PAPÀSi avvera un sogno ed una legittima ambizione, il 1°settembre 2011, Matteo, figlio del LuogotenenteGranatiere Luigi Calcagnile, socio della Sezione diRoma Capitale, è stato nominato Sottotenente deiCarabinieri del ruolo normale.Nato a Roma il 24 aprile 1990 ha frequentato laScuola Militare «Teuliè» di Milano negli anni 2006-2009, dove ha conseguito la maturità scientifica eu-ropea. Entrato nell'Arma dei Carabinieri, nel biennio2009-2011, ha frequentato il 191° corso «Fede» pressol'Accademia Militare di Modena. Attualmente frequenta la Scuola di Applicazione UfficialiCarabinieri in Roma per il proseguo degli studi universitari per il conseguimento, nel prossimotriennio, della Laurea magistrale in Giurisprudenza e la promozione al grado di Tenente.

A papà Luigi ed a Matteo, fervidi auguri da parte di tutta la Sezione di Roma Capitale.

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Dopo 32 anni, grazie alla pazienzae alla tenacia dei granatieri Maurizio

Schifano e Angelo Terzoli, alcuni grana-tieri della 4ª compagnia degli scaglioni

degli anni 1978 e 1979 si sono ritrovati dome-nica 11 settembre 2011 a Crema. É vero, oggi grazie ai mezzi di comunicazioneinformatici si riesce a far sì che il passaparoladiventi velocissimo e dia risultati il più dellevolte insperati. E così è stato tant'è che 90 gra-natieri della 4ª cp.mortai pesanti del IBattaglione mecca-nizzato Granatieri«Assietta» sono staticontattati e hanno ri-sposto «presente».E allora in molti diloro è nato il desi-derio di incontrarsi,per rivivere almenoper qualche ora queimomenti, così 30 diloro si sono ritrovatiquasi per incanto atrascorre insieme unagiornata.Quale è stato l'effettonel rivedersi? A sen-tire molti di loroquasi nullo poichésembrava che si fos-sero lasciati per una breve licenza. Si sonoguardati e anche se un po' appesantiti dall'etàhanno ritrovato gli stessi sguardi, gli stessisentimenti, che il tempo ha ancora di più rinvi-goriti, ma più ancora immutato lo spirito gran-tieresco. L'amicizia nata nella «Gandin» deri-vante dal vivere insieme, dal condividere glistessi obiettivi, dove non si guarda al ceto so-ciale, ai soldi che uno possiede, ai titoli distudio conseguiti ecc... non si spezza maiperché VERA e tale rimane anche quando si èlontani.È stato quindi un incontro che si potrebbe defi-nire avvenuto senza soluzione di continuitàdove il passato, gli insegnamenti ricevuti, i co-mandanti erano presenti come allora nella quo-

tidianità della vita.Il S.Ten. Gigi Fratini ha letto lo scritto che l'al-lora Comandante di Compagnia, Tenente Gio-vanni Garassino, aveva inviato non potendoessere presente. Grande è stata l'emozione nel risentire attra-verso la voce di Gigi, il ricordo e l'affetto chelui ha per loro. Non si sono mai sbagliati nel dire che era unComandante massiccio, forse un po' matto

perché aveva lo sguardo verso il futuro e gliinsegnava ad affrontarlo con decisione egrande umanità. La prossima volta ha dettoche sarà assolutamente con loro.Ecco con questi sentimenti al calar della sera gliuomini della 4ª si sono salutati dandosi appun-tamento a Vicenza la prossima volta, che a sen-tire non sarà molto in là nel tempo. Granatierescamente un arrivederci a Vicenza.

Chiunque volesse ritrovare i propri commilitonipuò farlo contattando Maurizio Schifano

cel. 335 [email protected]

DOPO 32 ANNI… E QUANDO SONO PASSATI?

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Luciano, Biagio, Antonio e Aldo: sono passati 35anni da quando ci salutammo un giorno di gennaiodel 1977 alla fine della naja fatta al 1° BattaglioneGranatieri 3° compagnia... con il proposito di rive-derci. Gli impegni della vita, la famiglia, il lavoronon hanno favorito l'occasione... ma la nostra ami-cizia costruita in un anno di vita trascorsa assiemecondividendo guardie, assalti, Quirinale, risate,pianti, rancio e libera uscita non si è mai persa e fi-nalmente ci ha riuniti tutti assieme in una magicagiornata trascorsa come allora. E la cosa più strabi-liante è stata il renderci conto che la vita e gli anninon avevano cambiato la nostra armonia. Sì era-vamo ancora noi... ancora una volta assieme i «mi-tici quattro» della 3ª compagnia.

Nella foto: da destra Luciano Guidarelli, BiagioRenella, Antonio Parente, Aldo Viotti.

[email protected]

Le amicizie nate durante il servizio militare dif-ficilmente si dimenticano. Lo riprovano le duefotografie che pubblichiamo che ritraggono lostesso terzetto di granatieri a cinquantuno annidi distanza. Nella prima foto, quella del 1960, vediamo da si-nistra: Lino Piran, Renato Vallomy, AntonioCecchinato. Nella seconda foto, quella a colori

del 2011, sempre da sinistra: Cecchinato, Piran,Vallomy. Qualcuno potrebbe annotare che, tutto som-mato, «l'uniforme li faceva più eleganti». Con l'occasione speriamo che il gra. Vallomy,che ci inviato le foto, abbia risolto il suo pro-blema di abbonamento alla rivista.

DOPO 35 ANNI…

Roma 1976.I quattro in visitaal Colosseo.

DOPO CINQUANTUNO ANNI

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CENTO ANNI FA L’IMPRESA DI LIBIA

La fine del regime dittatoriale li-bico è giunta nel 1° centenariodella conquista italiana di Tripoli-tania e Cirenaica, che nel 1911 co-stituivano dei possedimenti del-l'Impero ottomano. Preparata dal punto di vista diplo-matico dal ministro degli esteriAntonino di San Giuliano, la spe-dizione fu voluta da Giolitti perchiare esigenze geopolitiche: giu-nti per ultimi negli scacchieri colo-niali e arrestatici nella marciaverso l'Etiopia, non potevamo la-sciare occupare da altri l'ultimospazio libero dell'Africa settentrio-nale senza che il nostro «peso» in-ternazionale non venisse grave-mente compromesso! L'Italia, che celebrava con orgoglioi suoi primi 50 anni di storia uni-taria nel segno di Casa Savoia, il29 settembre 1911 dichiarò guerraall'Impero ottomano (padrone an-cora di gran parte dei Balcani me-ridionali e dell'Asia Minore) colconsenso di quasi tutte le forze po-litiche e dell'opinione pubblica,scossa dagli entusiasmi incande-scenti dei «nazionalisti» di Corra-dini e incitata dall'invocazione diPascoli «la grande proletaria si èmossa»: il tricolore verrà issato il 3ottobre dai nostri marinai a Tripolie il 5 novembre Vittorio EmanueleIII proclamò l'annessione dellaTripolitania e della Cirenaica, checon il Fezzan costituiranno la co-lonia della Libia. Se il conflitto con i turchi, anchegrazie all'efficace azione dellaRegia Marina (che vide distin-guersi Luigi di Savoia, Duca degliAbruzzi, al comando delle silu-ranti) che occuperà il Dodecanesoe violerà lo stretto dei Dardanelli,terminerà con il trattato di pace diOuchy del 18 ottobre 1912, inAfrica lo scontro si radicalizzerà. Come avevano già sperimentatola Francia in Algeria e in Marocco

(assieme alla Spagna) e l'Inghil-terra in Sudan le bande indigene,adottata la tattica della guerriglia,rifornite di armi moderne con ilcontrabbando e inquadrate da exufficiali turchi, infliggeranno pe-santi battute d'arresto alle nostreforze armate, impegnate nell'occu-pazione di tutto il territorio, rin-viata infine per gli impegni as-sunti nel 1915 per la guerra control'Austria.Negli anni ‘20, dopo vari tentatividi natura «politica», si dovetteprocedere alla riconquista militaredi tutta la colonia grazie aglieroismi delle nostre truppe (e fradi esse il giovane Amedeo diSavoia, Duca delle Puglie, allatesta di reparti meharisti), maanche a prezzo di notevoli misuredi prevenzione contro le popola-zioni civili indigene, usate dallaguerriglia come «scudo».Sarà con il governatorato di ItaloBalbo che la «quarta sponda», di-chiarata la 17ª regione del terri-torio nazionale, vivrà un impo-nente sviluppo economico e so-

ciale, celebrato dalla costruzionedel monumentale Arco dei Fileni,e culminato nel 1938-39 con la«marcia dei ventimila» coloni in-sediatisi in moderni villaggi ru-rali, in parte destinati anche ai li-bici. Se le aspettative di una colonizza-zione di massa si realizzarono soloallora (venendo purtroppo inter-rotte dalla seconda guerra mon-diale), la presa di possesso dellaLibia nel riscattare l'Italia dallasconfitta di Adua rinsaldò la posi-zione della nostra nazione nelMediterraneo e le fece acquisireuna rinnovata consapevolezzadelle proprie potenzialità sia al-l'interno che nell'ambito delle rela-zioni internazionali. L'impresa di Libia nel mutare irapporti di forza fra le nazioni eu-ropee fece emergere un giovaneRegno d'Italia, capace di darprova di spirito d’iniziativa e dinon indifferenti capacità militari.

Francesco Atanasioda FERT numero 3/2011

Alla guerra contro la Turchia, che mirava alla conquista della Libia, nelCorpo di spedizione, comandato dal generale Luigi Caneva, fecero parte il IIIbattaglione del 1° Reggimento Granatieri e il III battaglione del 2°Reggimento.Alla campagna d'Africa del 1911-1912 partecipò anche nave «Granatiere» chefra l'altro servì come base di ancoraggio per due dirigibili italiani che segna-rono l'avvento della guerra aerea. Nella guerra di Libia fu impiegata la tenutadi marcia grigioverde già adottata nel 1909.

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ssttoorriiaassttoorriiaaI TRE FRATELLI GIRELLI

« G R A N A« G R A N A T I E R I » T I E R I » DA VERONA A ROMA

La foto mostra i fratelliGirelli, veronesi, tutti e trehanno indossato la divisa con ibianchi Alamari e militato nel1° Reggimento.Da sinistra possiamo vedere,Giuseppe (classe 1924), Dino(classe 1925) e Gino (classe1920) deceduto nel 2001. Dino e Giuseppe sono attual-mente iscritti alla Sezione diVerona.

STORIA DEL MILITE IGNOTO

Al termine della Prima GuerraMondiale, tutti gli Stati si impe-gnarono per il recupero, le ono-ranze e la sepoltura dei propri ca-duti. A tale scopo in Italia vennecostituita la CommissioneNazionale per l'Onoranze aiMilitari d'Italia, presieduta dalMaresciallo d'Italia ArmandoDiaz.A lavori in corso, giunse la pro-posta, formulata dal Col. GiulioDouhet tramite il giornale "DO-VERE" da lui diretto, di onorare isacrifici e gli eroismi della colletti-vità nazionale, nella salma di uncaduto ignoto. La proposta ebbeun enorme successo perché nellafigura del soldato ignoto, ogni fa-migliare vedeva il potenziale con-giunto, caduto ma non identifi-cato. Fu presentato un disegno di legge

che fu approvato l'11 agosto del1921 e divenne immediatamenteoperativo, dando il via alle ri-cerche degli 11 resti ignoti, perchétale era stato il numero stabilito.Uno di questi avrebbe rappresen-tato per l'eternità tutti i suoi col-leghi ignoti.Le ricerche furono lunghe e scru-polose, e furono effettuate su tuttol'arco di territorio interessato allaguerra. Alla fine le undici salme,inserite in altrettante bare assolu-tamente uguali tra di loro, furonotrasportate e collocate su due filenella Basilica di Aquileia. Era il 27ottobre 1921.Il giorno successivo, una popo-lana, Maria Bergamas di Gradiscad'Isonzo, madre di Antonio unsoldato irredento il S. Ten. An-tonio Bontempelli caduto il 18giugno 1916 sul monte Gimone, fu

invitata da quattro decorati diMedaglia d'Oro al Valor Militare,tra i quali era il Tenente AurelioBaruzzi di Lugo, di procedere alla

Maria Bergamas.

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designazione del Milite Ignoto.La scelta, secondo una testimo-nianza diretta giunta fino a noi, sisvolse così: «La donna s'inginoc-chiò in preghiera… , lasciata solaparve per un momento smar-rita…, teneva una mano stretta alcuore mentre con l'altra si strin-geva nervosamente le guance. Poi,sollevando in atto di invocazionegli occhi verso le imponenti na-vate, parve da Dio attendere che Eidesignasse una bara. Con gli occhisbarrati, fissi verso i feretri, in unosguardo intenso, tremante, inco-minciò il suo cammino. Così… trattenendo il respiro, gi-unse di fronte alla penultima, da-vanti alla quale, oscillando sulcorpo e lanciando un grido acuto,chiamando per nome il suo fi-gliolo, si piegò e cadde prostrataed ansimando in ginocchio ab-bracciando quel feretro. Il MiliteIgnoto era stato scelto». Alla ceri-monia era presente anche il Ducad'Aosta.Alle 16 la bara prescelta fu posatasu un affusto di cannone, fu tra-sportata fino alla stazione ferro-viaria e traslata su un treno spe-ciale. Il convoglio mosse da Aqui-leia alle ore 8 del 29 ottobre e per

Udine Venezia Bologna e Firenze,giunse a Roma Termini il 2 no-vembre. Per tutto il tragitto citta-dini inginocchiati lungo i binari,resero omaggio alle spoglie delMilite Ignoto.Alla stazione Termini i decorati diMedaglia d'Oro sol-levarono la bara eda spalla la trasporta-rono all'esterno del-la stazione e la po-sarono su un altroaffusto qui predi-sposto. Tale affustoè conservato al cen-tro della sala ovaledel Museo del Ri-sorgimento al Vit-toriano. Tra due ali di follafu successivamentetrasportata nellaBasilica di S. Mariadegli Angeli.Il 4 novembre 1921,il feretro fu trasfe-rito in PiazzaVenezia. Dal pianostradale, fu portatoa spalla, sempre dadecorati di Meda-glia d'Oro, lungo la

gradinata e quindi posato sullapietra tombale, da dove gli arganilo collocarono nella nicchia,mentre i tamburi delle bande, fa-sciati a lutto, segnarono il mo-mento con il loro straziante rullio.Erano le ore 10,36 del 4 novembre1921.Contemporaneamente alla ceri-monia di Roma, ad Aquileia, le ri-manenti 10 bare venivano tumu-late nel piccolo cimitero retro-stante la Basilica. Sull'altare alle-stito successivamente fu scolpita lascritta: «Dieci Militi Ignoti».Un grande arco, sovrastante l'al-tare, reca ancora oggi la scritta«Omnes isti in generationibus glo-riam adepti sunt - Tutti costorohanno meritato la gloria delle ge-nerazioni».Il 4 novembre 1954 le spoglie diMaria Bergamas vennero tumu-late a fianco di quelle dei 10 MilitiIgnoti. Fu quella l'ultima sepolturaavvenuta in quel Cimitero.

Ten. Col. Flavio Sgubbi

La bara trasportata su un affusto di cannone.

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Il 29 giugno 1916, alle 5 del mat-tino, tra le pendici sud del monteS. Martino del Carso e la cima 7del monte S. Michele, le brigatePisa, Regina e Ferrara sono impe-gnate in una delle periodiche ma-novre di avvicendamento.Una densa nube giallastra si levaimprovvisa dalle postazioni au-striache, dirigendosi verso quelleitaliane, seguendo l'orografia delterreno ed oscurando progressi-vamente le prime luci dell'alba.Una mistura di cloro e fosgene,fuoruscita da 3.000 bombole, siabbatte sulle trincee italiane, rista-gnando tra le prime linee ed ilcorso dell'Isonzo.Privi di qualsiasi presidio protet-tivo, più di 8.000 uomini sonomessi rapidamente fuori combat-timento. Tra decessi immediati equelli differiti di qualche giorno,ne periranno 6.428 di cui 172 uffi-ciali.Dopo qualche ora, un'improvvisavariazione della direzione delvento rimanda al mittente unaparte residua della nube, provo-

cando conseguenze anche agli at-taccanti, che decidono di sospen-dere l'azione e di non utilizzarealtre 3000 bombole già installate.Nel corso del successivo attaccogli austriaci utilizzano mazzechiodate per finire i soldati ita-liani rimasti tramortiti dal gas. L'abbinamento tra un'arma tecno-logicamente avanzata ed un rima-suglio medioevale crea una forteindignazione sulla stampa, un'e-norme impressione tra i combat-tenti, che pure sono abituati alleefferatezze belliche e, soprattutto,genera nell'opinione pubblica enelle famiglie dei combattenti undiffuso aumento dell'odio neiconfronti del nemico.È il primo attacco a gas sul fronteitaliano, preceduto, però da altrimessi in atto da altri belligerantiin vari fronti europei.Eppure numerose conferenze, dicui ricorderemo solo le ultimedue tenutesi all'Aia nel 1899 e1907, su sollecitazione della Ger-mania, si erano concluse con unaconvenzione che vietava l'im-

piego, in azioni belliche, di so-stanze tossiche o armi avvelenate.Tradizionalmente si attribuiscealla Germania la prima violazionedi tale convenzione, mentre inrealtà furono i francesi che già aiprimi di ottobre del 1914 lancia-rono sulle posizioni tedesche gra-nate contenenti gas lacrimogeni.I francesi con tale atto commiserouna grave imprudenza, essendola Germania il massimo e piùavanzato produttore di prodottichimici. Ed in effetti la rispostanon si fece attendere molto. I te-deschi reagirono un mese dopocon altri agenti irritanti. Puravendo, in entrambi i casi, conse-guito risultati assai modesti, i dueeventi costituiscono l'avvio di unacorsa a prodotti sempre più letali. Il muro del divieto è ormai crol-lato.Inizia, quindi, una tragica garache porterà ad un progressivo in-cattivimento e ad uno spasmo-dico tentativo dell'industria chi-mica di mettere in campo com-posti che, mediante effetti ancora

La conca di Plezzo vista da est teatro dell'attacco del I Corpo d'Armata. Foto austro-ungarica. La conca appare maestosamente circondata daisuoi baluardi montuosi che di li a poco verranno rapidamente conquistati dagli austro-tedeschi. La collina nel centro, il promontorio più pic-colo (Ravelnik), servirà come base d'appoggio per il lancio dei gas con una tecnica innovativa e devastante.

LA GUERRA CHIMICA SUL FRONTE ITALIANONELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

dal Monte S. Michele alla Conca di Plezzo

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ignorati dal nemico, ottenganoquella sorpresa che l'impiego ina-spettato della nuova arma nonpuò più conseguire. L'inizio della guerra chimica conagenti letali, in grado di uccidere,oltre che menomare, si colloca adYpres il 22 aprile del 1915 alle ore18.00, allorché i tedeschi contro letruppe francesi, britanniche, cana-desi ed algerine mettono in attoun massiccio attacco con gassoffocanti a base di cloro.È in quell'importante e strategicopunto del fronte occidentale, oveda tempo si cerca di sbloccare lostallo della guerra di posizione, itedeschi iniziano all'alba un lungoed intenso fuoco di artiglieria conproiettili tradizionali, cui segue,nel tardo pomeriggio, un lancio digas tossici, con bombole caricatecon cloro.I difensori francesi, credendo trat-tarsi di una barriera visiva creataper coprire un imminente attacco,anziché sottrarsi alla nube, rad-doppiano le sentinelle. La sor-presa è totale ed i risultati triste-mente grandiosi: nel giro di pochiminuti cominciano a moltiplicarsile perdite: alla fine si contano15.000 gassati con 5.000 morti.L'attacco viene replicato alcunigiorni più tardi nello stesso set-tore di Ypres sulle trincee cana-desi, provocando altri 5.000morti.Si forma, in quella circostanza,una frattura del fronte che i tede-schi, increduli ed impreparati,non sanno però sfruttare.Gli inglesi sono i primi a voler re-stituire la tragica pariglia: la seradel 24 settembre 1915, circa 400"proiettori" lanciagas sono prontia vomitare una densa nube dicloro sulle trincee tedesche diLoos. L'attacco avviene alle primeluci dell'alba del giorno seguente,con risultati a dir poco catastro-fici: il vento già non abbastanzaforte, cambia improvvisamentedirezione, facendo ristagnare

gran parte del gas proprio a ri-dosso delle linee inglesi Da questo momento in poi è tuttoun susseguirsi di ulteriori esperi-menti e di messe a punto di nuovisistemi di lancio e di dispersionedi gas sempre più letali, per arri-vare alla terrificante «Yprite» (dalnome della località in cui eranostati usati gas letali), o «gas mo-starda» (per il suo caratteristicoodore), introdotta dai tedeschidurante la battaglia di Riga, sulFronte Orientale, nel settembredel 1917.Questo gas (in realtà è un liquidooleoso e bollente a 217,5° C), giàsintetizzato dall'industria chimicagermanica nel 1816 per fini indu-striali ed accantonato per la suaestrema pericolosità, oltre adavere effetti vescicanti di inauditapotenza, ristagna per tempi lun-ghissimi sulle divise, sull'interocampo di battaglia e persino nelsottosuolo, aumentando, in talmodo, la sua potenzialità d'of-fesa. Tristemente noti i molteplici casidi contaminazione ai danni dei

portaferiti e degli stessi medicichiamati ad assistere i gasati diYprite.Allorché poi i contendenti si ren-dono conto che i proiettili di arti-glieria caricati con agenti chimicihanno il medesimo comporta-mento balistico di quelli tradizio-nali, l'uso del gas diventa unapratica corrente, tanto che, nellefasi finali del conflitto, le dota-zioni delle artiglierie dei vari ca-libri contengono spesso più del50% di proiettili a gas.I tiri a gas (ingassamenti) ven-gono generalmente effettuati dinotte o nelle prime ore del mat-tino per cogliere nel sonno l'av-versario, per stancarlo con con-tinui allarmi (sovente utilizzandosostanze innocue ma dall'odorepungente), per rendere difficol-tosi i soccorsi, perché di notte èdifficile distinguere un tiro tradi-zionale da uno a gas ed infineperché la calma di vento notturnafavorisce il ristagno del gas sul-l'obbiettivo.Ma ritorniamo al fronte italiano.Se il primo attacco a gas subito

L'attacco si scatenòviolento e simultaneosu tutta la zona stabi-lita, con un bombarda-mento d'artiglieria diestrema violenza ac-compagnato dal lanciodi un nuovo tipo di gasdenominato «croce blu»:si trattava di minuteparticelle di arsine me-scolate al gas che pas-sando attraverso lemaschere, agivano sul-le mucose nasali per

stimolare lo starnuto eindurre i soldati a le-varsela, esponendosicosì all'azione letaledel fosgene.Sui contenitori dellemaschere antigas ita-liane, rivelatesi asso-lutamente inefficacicontro quel tipo di gas,era riportato il se-guente monito: «Chi sileva la maschera muo-re. Tenetela sempre convoi…»

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dalle truppe italiane è da parago-narsi ad un colpo di clava, graveper le forti perdite causate in unbrevissimo lasso di tempo, mamodesto per i vantaggi conseguitidall'attaccante, nel secondo, in-vece, la tecnica messa in campo èassolutamente diversa ed i risul-tati ottenuti sono di enorme va-lore strategico.Lo Stato Maggiore dell'esercitogermanico, venuto in soccorso diquello austriaco dopo la battagliadella Bainsizza (ove gli italiani

avevano fatto uso di gas), studianei minimi particolari un pianostrategico di grande respiro, oveinserire un impiego di gas quasiconfinato, localizzato in un ri-stretto settore, ma il cui successodeve costituire un grimaldello peraprire un varco che avvii un'a-zione di sfondamento e penetra-zione avanzata.Il minuzioso piano d'attacco nontrascura neppure i minimi det-tagli, prevedendo e studiandoogni eventualità. Per spianare la

strada alle fanterie, accanto al pe-sante e intenso bombardamentod'artiglieria, come d'uso dell'arti-glieria germanica, viene previstol'impiego dei gas utilizzando iproiettori «Livens», inventatidagli inglesi e subito copiati daitedeschi. Sono costituiti da tubid'acciaio, del diametro di 18 cm,conficcati nel terreno con inclina-zione di 45 gradi e provvisti di ac-censione elettrica per il lancio si-multaneo dei proiettili.Successivamente, per estendere

A destra: un soldato ita-liano dell'87° reggimentodi fanteria della BrigataFriuli, che da sola si è op-posta all'avanzata austrotedesca nella conca diPlezzo. Essa in particolare fu vit-tima dei devastanti effettidel gas tedesco"croce blu".

Queste alcune delle impietose immaginiche attestano la crudezza del tremendo conflitto mondiale 1915 - 18

Sopra un soldato austro-ungarico entrato tra i primi in una trincea italiana, dove haincontrato il suo destino. Che sia stato tra i primi lo denota il rettangolo bianco di-pinto sul retro dell'elmetto a terra, accanto al suo corpo; tale segno serviva agli osser-vatori «amici» per capire fin dove essi si fossero spinti.

In basso una trincea ita-l i a n a s c o n v o l t a , c o s ìcome si presentava dopol'attacco, all 'obiettivodel fotografo della pro-paganda, in questo casoaustro-tedesca.

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l'effetto venefico alle retrovie e so-prattutto alle postazioni d'arti-glieria in caverna, contro le qualinessun bombardamento sarebbestato efficace, anche i cannoniavrebbero sparato proiettili cari-cati a gas. Tutto il segreto e minuzioso la-voro dei comandi austro-unga-rico e tedesco rischia, però, di es-sere vanificato dalla diserzione, il20 ottobre, di due ufficiali austro-ungarici di nazionalità rumena eil 21 da quella di uno di naziona-lità ceca, che consegnano agli uffi-ciali italiani i piani quasi completi

dell'offensiva, che avrebbero do-vuto aprire gli occhi anche ai ge-nerali più scettici. Ma è troppotardi. Il Generale Cadorna il 23 ottobrecomunica al governo di essereestremamente sicuro, grazie agliordini impartiti, della prepara-zione e delle capacità difensivedel Regio Esercito. Di lì a poco ar-riverà, però, una dolorosa smen-tita.La notte tra il 23 ed il 24 ottobre1917 scende tetra e piovigginosasull'ala sinistra del fronte «Giulia»tenuta dalla IIª Armata. Dal fondo

della valle tra Plezzo e Tolmino lenubi avanzano minacciose, men-tre sulle cime cade la prima neve.Non solo gli alti comandi, ma tuttii combattenti, ufficiali e soldati,sanno che ad una certa ora gli au-striaci avrebbero attaccato sulfronte orientale dell'Alto Isonzoin un tratto rimasto sino a quelgiorno relativamente tranquillo.Alle due, chi veglia negli avam-posti avanzati della Conca diPlezzo vede un razzo rosso le-varsi dal fondo della valle. Subitodopo, ha inizio un furioso canno-neggiamento contro le primelinee italiane. La speranza di sba-gliarsi svanisce. L'attacco è ini-ziato.L'angoscia maggiore è, però, datadalla nostra balbettante e disordi-nata risposta. Cosa aspettano lenostre artiglierie per rispondere?Alle quattro e mezzo, improvvi-samente, il tratto di fronte piombain un assordante silenzio chegrava sulla psiche dei combattentipiù angoscioso delle esplosioni.Solo all'estremo nord del settoresi sente il crepitare di qualche mi-tragliatrice.Intanto albeggia sotto unapioggia che non ha mai smesso dicadere. Sotto la fitta coltre di nubiche nasconde le cime si scorgono,a mezza costa, larghe scie di unanebbia bianca lattiginosa, sfran-giate dal vento. Ma in basso lastessa nebbia appare sempre piùdensa e compatta. E' il gas.Il terribile blauenkroiz - croce blu(una miscela di fosgene e di dife-nilcloroarsina), emesso da mi-gliaia di bombole, è all'opera.Alle sei e mezzo ricomincia ilbombardamento; questa volta leesplosioni sono molto più forti.Sono entrate in funzione le grossebombarde che, col loro tiro forte-mente parabolico, possono rag-giungere meglio gli appresta-menti difensivi. L'assalto è ormaiimminente.Alle nove viene sparata l'ultima

Utlizzo dei gas sul SanMichele 29 giugno 1916.

Soldati con maschere intrincea.

Battaglia della Somme,giugno 1916.

Maschere italiane.

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salva: due ore e mezzo è durato ilprimo cannoneggiamento, dueore e mezzo il secondo. Una pre-cisione teutonica.Immediatamente dopo il fondovalle della conca comincia a bruli-care di divise grigie che, in brevetempo, sono sulle posizioni ita-liane, conquistandole quasi senzacombattere. Perché?Più eloquente di qualsiasi analisitattica o strategica, appare illumi-nante il racconto del tenente FritzWeber che partecipa all'azione: «Le trincee, i ricoveri, i reticolati sonoun groviglio di rovine.Cadaveri giacciono qua e là in mezzoa traverse e sacchetti di terra. Moltisono assolutamente irriconoscibili;altri sono stati lanciati molto lontanodallo scoppio dei proiettili delle bom-barde. Un paio di Schützen mortigiacciono vicinissimi ad un nido dimitragliatrice italiano. Da quel postoalcuni valorosi hanno sparato fino al-l'ultimo.In un ricovero invaso dal gas giac-

ciono circa ottocento uomini. Alcuni,raggiunti dal gas nel vano tentativodi salvezza, sono caduti al suolo conla faccia verso terra, ma i più sonoraggomitolati vicino alle pareti col fu-cile fra le ginocchia.In una specie di baracca si trovano

altri quaranta cadaveri. Presso l'in-gresso stanno gli ufficiali, i sottuffi-ciali e due telefonisti con la cuffia an-

cora attaccata, alcuni fogli davanti ela matita in mano. Dovevano esseremorti senza neppure rendersi contodi quanto stava succedendo.Poco oltre raggiungiamo una cavernail cui ingresso è mascherato da unafila di sacchetti di terra. Ci apriamoun varco e penetriamo all'interno, fa-cendo scivolare la luce delle nostrelampade sulle pareti umide. In fondoscorgiamo una specie di magazzino diarmi e vestiario. Nell'angolo più in-terno, però, c'è un groviglio di cada-veri. Dall'oscurità emergono dellestrisce gialle di visi lividi.Questi sì che hanno sentito il soffiodelle bombe a gas».Il gas, principalmente il gas, fudunque la prima causa del crollodella resistenza italiana da Plezzoa Caporetto. Quando la 22ª divi-sione Schützen e la 3ª divisioneEdelweiss si lanciano a cuneo nelfondo valle non trovano alcunaopposizione. I difensori sono qua-si tutti morti.Erano state poste le premesseperché la rottura del fronte si tra-mutasse in una battaglia di accer-chiamenti progressivi. Da quelmomento molti reparti erano giàvirtualmente prigionieri.Alla luce della testimonianza diun avversario appare ancora piùmacabro e stonato il contenutodel bollettino emanato il 28 ot-tobre da Cadorna, nel tentativo di

scaricare le responsabilità sue edegli alti comandi: «La mancata re-sistenza di reparti della II Armata,vilmente ritiratisi senza combattere,ignominiosamente arresisi al nemicoo dandosi codardamente alla fuga, hapermesso alle forze austro-germa-niche di rompere la nostra ala sinistradel fronte Giulia».Il bollettino di Cadorna, che con-teneva quelle pesanti afferma-zione, non rispondenti a verità, fudal Ministero così corretto, miti-gando ma non mutando le in-giuste accuse: «La violenza del-l'attacco e la deficiente resistenzadi alcuni reparti della II Armatahanno permesso alle forze austro-germaniche di rompere la nostraala sinistra del fronte Giulia».In Italia, fu diramata questa se-conda versione, ma l'estero co-nobbe anche la prima, e il nemiconon mancò di approfittarne lan-ciando ai soldati italiani manife-stini in cui di quel bollettino si fa-cevano aspri commenti (ma nonlontani dal vero) ovviamente ascopo di propaganda sovverti-trice: «Italiani! Italiani! Il comunicato delGen. Cadorna del 28 ottobre vi avràaperto gli occhi sull'enorme cata-strofe che ha colpito il vostro esercito.In questo momento così grave per lavostra nazione, il vostro generalis-simo ricorre ad uno strano espedienteper scusare lo sfacelo. Egli ha l'au-dacia di accusare il vostro esercito chetante volte si è lanciato dietro suo or-dine in inutili e disperati attacchi!Questa è la ricompensa al vostro va-lore!Avete sparso il vostro sangue in tanticombattimenti; il nemico stesso nonvi negò la stima dovuta come avver-sari valorosi. E il vostro generalis-simo vi disonora, v'insulta per discol-pare sé stesso».

Ogni commento appare super-fluo.

Biagio Ferrara

Mazza chiodata austriaca.

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lettere aal ddirettorelleetttteerree aall ddiirreettttoorree

Caro Direttore,

in allegato alla presente mi permetto di inviarle unafoto scattata durante le esercitazioni in prepara-zione alla «Coppa Presidente della Repubblica» del1968.Il luogo in cui è stata scattata è un poligono neipressi dell'Aquila, in quanto il plotone del 1°Reggimento Granatieri impegnato in questa eserci-tazione, agosto 1968, era alloggiato presso la ca-serma degli Alpini dell'Aquila.Nella foto è ritratto il comandante del plotone, ungiovane tenente dei Granatieri Antonio Lattanzio..Nella speranza che la foto venga pubblicata sullanostra rivista vi invio cordiali saluti e colgo l'occa-sione per porgere gli auguri di Buon Natale.

Granatiere Giuseppe BernasconiCell. 348 7848083

Egregio Signor direttore,

Ritengo opportuno ricordare da queste pagine unautentico Granatiere veterano, forte patriota ita-liano, mio compagno d'arme per tre anni e fraternoamico. Ci scriviamo e telefoniamo molto spesso.Si tratta del capitano Nello Bacchia, classe 1921 diPola residente a Melbourne (Australia), esule, daquando gli fu impossibile continuare a vivere inquella terra martoriata caduta sotto il gioco croato.Il Gra. Bacchia conserva inalteratamente la cittadi-nanza e le cultura e la lingua italiana fortementeosservate dalle figlie, generi australiani e nipoti chehanno studiato e lavorato in Italia.Allo scoppio dell'ultimo conflitto mondiale si ar-ruolò volontariamente; come sergente AUC fu inSlovenia nel 2° Reggimento e, da sottotenente, inGrecia per 15 mesi nel 3°.

All'8 settembre 1943 si trovò a Sofia con laCompagnia d'onore, comandata dal cap. EdoardoBassi, ai funerali di Boris re di Bulgaria e finì in unlager tedesco per tutto il resto della guerra.In Australia si è rifatta la vita civile ed ha parteci-pato alla costituzione della Sezione di Melbournedell'Associazione di cui assunse la presidenza nel-l'autunno del 1995.

Saluto cordialmente

Ten. Col. Giovanni Scarpelli

LA TRAGEDIA DEL «CRISPI» È ANCORA VIVA NEL TEMPO

Abbiamo ricevuto dal gra. Gino Montefusco, un reducedel Battaglione Speciale Granatieri sopravvissuto al-l'affondamento del piroscafo «Crispi», le lettere che di se-guito pubblichiamo e che dimostrano come certi avveni-menti della nostra storia siano ancora d'interesse per lenuove generazioni.

«A fine agosto u.s., telefonicamente, una gentile egiovane voce femminile mi informava di aver repe-rito il mio numero telefonico attraverso il sito dellanostra Associazione, in riferimento ad un pensieroda me espresso in memoria dei commilitoni chepersero la vita nel naufragio del "Crispi".Con tono emozionato la voce aggiunse che suononno (granatiere Capanna Giuseppe cl. 1907) eradeceduto proprio a seguito di quella tragedia e chemai altro (particolari, rievocazioni, ricordi) nelcorso degli anni, da allora ai giorni nostri, i fami-liari avevano potuto apprendere dopo che la feralenotizia venne loro notificata dalle autorità compe-tenti dell'epoca.

Il secondo da sinistra è il serg. AUC Giuseppe Bernasconi, ilquarto è il serg AUC P. Girella, il quinto è il ten. Lattanzio.

Il cap. Nello Bacchia della Sezione di Melbourne.

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lettere aal ddirettorelleetttteerree aall ddiirreettttoorree

L'improvviso aggancio attraverso il citato sito el'inaspettato contatto con un testimone del dram-matico accadimento apparve alla giovane comeun miracolo (parole sue) e dovetti più volte rin-cuorarla promettendo, al tempo stesso, l'invio diquanto in mio possesso (materiale cartaceo, ritaglidi giornali, ecc...). Dalla promessa mantenuta ne èscaturita la bellissima lettera indirizzatami dallasignorina Maria Grazia Capanna (nipote del gra-natiere scomparso) che accludo alla presente».

Sparanise, 6 settembre 2011

Gent. mo e preg. mo Sig. Gino,

ho da poche ore ricevuto la sua raccomandatacontenente le informazioni pubblicate in meritoall'affondamento del piroscafo «Crispi» e primadi ogni altra cosa, intendo ringraziarla profonda-mente e di cuore.Nel prendere in consegna un plico ancora chiuso,sono corsa al cimitero, alla tomba che accoglie iresti di mio nonno e purtroppo da solo un meseanche quelli di mio padre che per espressa vo-lontà ha voluto riposare accanto al suo genitoreed ho avvicinato, con gesto simbolico, un grana-tiere ai suoi compagni. Ho provato una commo-zione ed un brivido forte tanto che è stato difficilerestare immobile sulla scala che al cimitero miconsente di avvicinarmi al 5 loculo della Patriaper mostrare quella busta.Come le ho detto al telefono, dopo la tragedia siaa mia nonna sia ai suoi due figli, allora bambini di5 e 6 anni, fu detto che non ci furono sopravvis-suti per cui a me sono pervenute solo poche eframmentane notizie dei fatti dì guerra culminatenel ritrovamento immediato della salma delnonno. E' toccato a me, per inspiegabili percorsi

del destino, ritornare su questo episodio, dopotanto tempo e riuscire, al primo tentativo di in-contrare lei e recuperare pezzi di verità su fatti,luoghi e circostanze che mi hanno aiutato a rico-struire gli ultimi momenti della vita di mio nonnodi cui gelosamente custodisco solo ricordiestranei all'evento finale.E' meraviglioso pensare che, durante l'espletamentodel suo incarico sul «Crispi», lei ha registrato il pas-saggio di mio nonno a bordo e magari immaginareche ci sia stato un saluto o anche solo uno sguardocordiale ed umano che spiegherebbe il senso dellanostra conoscenza, ecco perché le invio la foto delnonno unitamente alla speranza che magari abbiaqualche ricordo di quel volto tra i tanti altri volti. Secosi non fosse mi piace pensare che il nonno, gratoper la sua dedizione nel mantenere vivo il ricordo diun evento, facilmente dimenticato, attraverso me ela mia ricerca, abbia voluto ringraziarla ed onorarlacome uomo e come soldato.A lei devo tutte le conoscenze che apprendo soloora e delle quali serberò per sempre il ricordo: leimi ha restituito ciò che mancava dì un uomo, unsoldato ed un nonno ed io provvederò ad incorni-ciare la sua lettera, le copie degli articoli che mi haspedito e quanto riuscirò a reperire dall'Albo d'Oroe dall'Archivio Storico in merito alla vita militaredel nonno. Dedicherò un angolo della mia casa aivalorosi Granatieri del piroscafo «Crispi». Il mio orgoglio è quello di continuare a tenermi incontatto ed informarla, se lo desidera, di quantoriuscirò a sapere dalle mie ricerche.Affettuosamente la saluto e simbolicamente leinvio il mio abbraccio con tutto il calore di una ni-pote per un nonno ritrovato.

A presto, caro signor Gino.

Maria Grazia CapannaCorso Matteotti, 7

81056 Sparanise (Caserta)

Il Granatiere CapannaGiuseppe classe 1907 de-ceduto a seguito dell’affon-damento del Crispi.

Il piroscafo «Crispi».

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Nove mesi d'inferno per i romani. Da settembre 1943 all'i-nizio di giugno 1944 la città dovette sopportare il giogo deinazisti. Dopo l'armistizio fra Italia e Alleati, un'ordinanzatedesca dichiarò l'Italia «territorio di guerra». II provvedi-mento fu reso noto affiggendolo sui muri. Un manifesto cheè conservato, insieme con altre centinaia di avvisi, nel Museostorico della Liberazione, in via Tasso. Straordinari docu-menti attraverso i quali rivivono le tristi giornate della Romanazista. «Assurdo - ritiene il consigliere comunale, gen.Antonino Torre - lasciarli chiusi nei cassetti del museo». Perrenderli accessibili a ricercatori e studenti li ha fatti racco-gliere in un volume dal titolo «Messi al muro» che, oltre al-

l'affissione, evoca la condizione in cui vi-vevano i romani, tartassati dagli oppres-sori. Manifesti con divieti. Non si potevacircolare in bicicletta, usare il telefono,cambiare casa, fucilazione per «chi verràtrovato in possesso di armi». E guai a farsisorprendere ad ascoltare «emissioni ra-diofoniche nemiche» o, peggio ancora,«propalare notizie di fonte nemica dellaGermania».Ci sono anche avvisi che testimonianocome i fascisti cercavano di recuperareconsenso popolare distribuendo aiuti: «Apartire dal 18 ottobre funzionerà l'assi-stenza fascista in via Zucchetti 9», unatraversa di via del Tritone. «Alle armi,giovani di Roma liberate l'Italia», urlavaun manifesto del Battaglione della morte.E un altro incitava a combattere perché «ilvile si nasconde mentre l'invasore di-strugge la Patria». E allora accorrere al«Campidoglio per informazioni arruola-menti».Spesso i manifesti nazisti rivelavano unareazione agli agguati messi in atto daigruppi romani di resistenza. Dopo un at-tacco contro i tedeschi il 22 ottobre aPietralata, fu emesso un comunicato: «IITribunale militare ha condannato a morte10 membri di questa banda». A dicembre,in seguito a vari assalti dei GAP, gruppi di azione patriottica, un'ordinanza imposeil coprifuoco dalle 19 alle 6 del mattino. Firmata: generale Maelzer, che faceva il na-

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ROMA «MESSA AL MURO» QUEI TERRIBILI NOVE MESI

ARTICOLO DI MARCO NESE

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babbo all'Excelsior. Paolo Monelli lo descrisse come «rubicondo pagliaccio tracanna-tore di vino a tutte le ore».I tedeschi continuavano a essere bersagli di attentati e arrivarono a promettere «unpremio di 200.000 lire» a chi dava informazioni. Bisognava «rivolgersi alla polizia disicurezza germanica, a Roma, via Tasso 155», il regno di Herbert Kappler che avevatrasformato l'edificio in un luogo di tortura.Quasi giorno per giorno la vita dei romani era scandita dalle ordinanze dei manifestitedeschi. A volte invece di minacce, contenevano lusinghe. I nazisti promettevano«pane e benessere» a chi accettava di lavorare per l'organizzazione Todt: «Presenta-tevi presso la ex caserma dell' 8° Reggimento Genio in via Nomentana (filobus 107)».Finché il 4 giugno, con l'arrivo degli Alleati, il generale Roberto Bencivenga assunseil comando della città e fece affiggere il manifesto numero 1 col quale ripristinava lelibertà. E allora sui muri comparvero i primi messaggi dei partiti rimasti a lungoclandestini.Di quei mesi terribili si parlerà domani alle 17,30 nella sala della Protomoteca alCampidoglio. Ci sarà il sindaco Alemanno. E con il consigliere Torre interverrannoAlessandra Olivieri, che ha curato il volume, Antonio Parisella, presidente delMuseo di via Tasso, Aldo Giovanni Ricci, delegato alla Memoria storica di Roma, eGeorges de Canino, autore di opere pittoriche dedicate alla resistenza antinazi.

Dal «CORRIERE DELLA SERA» del 1 dicembre 2011

Il libro non è in vendita poiché è stato realizzato con il contributo di Roma Capitale. Alcunecopie sono disponibili presso la Presidenza nazionale e possono essere ottenute, fino a con-sumazione, previo il versamento di un'offerta che possa coprire le spese vive di segreteria edi spedizione.

La nostra «Madrina di guerra», nonché valente collaboratrice della rivista,non finisce mai di stupirci. Ora ci ha donato una raccolta di poesie che riper-corrono il camino della sua vita dai «Primi sospiri» dell'epoca giovanile, allaguerra vissuta e intesa come «indelebile timbro», al periodo centrale della suavita di insegnante, alle sue esperienze nelle «didattiche speciali» esercitatecon spirito di missione nei confronti appunto di ragazzi »speciali».Il tutto con quella grazia e quella dolcezza che sono tipiche del suo espri-mersi.

Grazie Alba Maria. Vogliamo presentare la tu opera con le tue stesse parole.

LA POESIALA POESIA

La Poesia è musica scritta sul pentagramma della vita.Note, tono, battute, pause, melodie ed armonie sgorgatedal cuore e dalla mente.Semantica, metrica, rime, accenti, hanno valore solo sespontaneamente si liberano per comporsi in comunanzadi versi, suscitando emozione e piacere.Non sempre la poesia si imprime su carta, perché èimprovvisa e varia come le sensazioni e i sentimenti.Più spesso accade che rimane racchiusa nel pensierodel poeta per il godimento della sua anima.

Alba Maria, 1985

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Il Colonnello dei Granatieri Massimo Siragusa ènato a Palermo ed ha frequentato il 168° Corso«Fedeltà» dell'Accademia Militare di Modena.Al termine della Scuola di Applicazione di Torino èstato nominato Ufficiale dei Granatieri ed ha tra-scorso circa 6 anni presso il 1° reggimento«Granatieri di Sardegna» intervallati dal periodo dicomando del plotone Allievi Ufficiali pressol'Accademia Militare.Presso il reggimento ha comandato il plotone fuci-lieri e la 32ª compagnia armi di sostegno ed ha ri-coperto l'incarico di Capo Ufficio OAI. Ha partecipato alle missioni in concorso alle forzedell'ordine per il contrasto della criminalità orga-nizzata «Vespri Siciliani» (Agrigento, Caltanissettae Catania) e per la lotta contro il terrorismo inter-nazionale «Domino» (Lazio e Umbria).Ha frequentato il 125° Corso di Stato Maggiore ed èstato Capo sezione di Stato Maggiore e CapoUfficio OAI presso il Cdo Brigata «Granatieri diSardegna».Dal 2005 al 2007 ha comandato il 1° battaglioneGranatieri «Assietta» in patria ed il Battle GruopSouth West della Task Force «Aquila» nell'ambito

della missione internazionale Joint Enterprise inKosovo.Negli ultimi 4 anni ha prestato servizio presso ilDipartimento Impiego del Personale dello StatoMaggiore dell'Esercito con l'incarico di Capo Uf-ficio Personale Civile in s.v.. È laureato in Scienze dell'Informazione. È sposato con la signora Monica ed hanno avutodue figli.

CONOSCIAMO MEGLIO IL NUOVO COMANDANTE DI REGGIMENTO

Il Colonnello Massimo Siragusa il nuovo comandante.

PADRE PIER LUCA BANCALE:L’AMBASCIATORE DI DIO IN DIVISA

ROMA - Crisi economica, mancanza di opportunitàlavorative, spasmodica ricerca della trasgressione,labile concetto di famiglia. Il periodo che stiamo at-traversando non è certo dei più floridi, da qua-lunque angolazione lo si osservi. La causa di tutti imali, il peccato originale di questa era modernasembra essere l'assoluta mancanza di valori morali.Nel terzo millennio il tempo corre via veloce bru-ciando tutto ciò che trova sulla sua strada: emo-zioni, sentimenti, legami, passioni e fede. Si, fede.Anche questa è in crisi. Immersi nei serrati ritmidella quotidianità targata terzo millennio, sempremeno spesso si trova il tempo, e soprattutto e la se-renità necessaria, per pregare, per parlare con Dio,per confrontarsi con i suoi precetti e conseguente-mente giudicare la propria vita in funzioneCristiana. Sembra un paradosso: quando si navigain un mare in tempesta il desiderio più grande è

quello di approdare in un porto sicuro. Ed invece lechiese, solido ancoraggio morale e religioso dei po-poli, sono sempre più vuote e sempre meno fre-quentate dalle nuove generazioni. Abbiamo decisodi affrontare l'argomento con il Cappellano mili-tare della Brigata Meccanizzata "Granatieri diSardegna": Padre Pier Luca Bancale, il Tenente PierLuca Bancale. L'ambasciatore di Dio con le stellette.Cristo nel cuore e nell'anima, la divisa nel dna. Conun papà pilota dell'Aereonautica e due nonniUfficiali di artiglieria e del genio, l'Esercito Italianonon poteva che essere nel suo destino. Perchiunque incroci la sua strada don Luca ha semprepronto un sorriso sincero, una pacca sulla spalla equalche buon consiglio che tornerà sicuramenteutile. Forte delle sue innumerevoli esperienze comePadre Spirituale, tra quali spiccano quelle all'estero(dal 1998 al 2000 a Città del Messico, dal 2000 al

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2003 in Spagna a Madrid), Padre Pier Luca, dall'a-prile del 2009, ha intrapreso questa nuova mis-sione: Cappellano Militare della Brigata Mecca-nizzata «Granatieri di Sardegna».

Don Luca, gli argomenti da trattare sono tanti; an-diamo con ordine, partiamo dal suo lavoro. La casermaequivale ad una piccola comunità. Gran parte dei sol-dati che prestano servizio alla «Gandin» trascorronopiù tempo con i propri commilitoni che con i familiari. Quanto è difficile essere il Padre Spirituale di questi ra-gazzi?

Non è difficile. I giovani sono sempre aperti e sonoalla ricerca di chi voglia loro bene e sappia offrireloro un aiuto, un'amicizia, una guida. E nelle ForzeArmate, nelle caserme, il «don» ha un suo ruolopreciso ed apprez-zato da tutti, an-che da quei pochiche hanno un rap-porto più proble-matico con Dio. I ragazzi sannobene che per qual-siasi difficoltàpossono rivolgersial «don», che incaserma porta ocerca di portarequel «di più» diumanità, di carità,di benedizione diDio e di saggezza.C'è una frase,u n ' e s p r e s s i o n eche viene usatasempre più spes-so: «Sono Cristia-no/Cattolico nonpraticante».Equivale a dire «Sono tifoso di una squadra dicalcio ma non vedo mai una partita» oppure «Sonosostenitore di un partito politico ma non vado avotare».

I suoi militari sono praticanti? Frequentano la CappellaSan Martino? Vuol fare loro un appello ricordandogli ilvalore della Celebrazione Eucaristica?

L'appello non è una cattiva idea. I giovani militarisono anzitutto figli di questo tempo, che tu hai de-scritto sostanzialmente bene nell'introduzione.Sono quasi tutti sinceramente credenti ma la pra-

tica religiosa è un di più. Ma è sempre stato così.Con l'età, con le esperienze della vita, con la matu-rità, si scopre maggiormente l'importanza di Dio elo si conosce meglio, e lo si apprezza e se ne sentela necessità. I giovani hanno, da sempre, un certo«delirio di onnipotenza» e sono tanto presi datutto ciò che è nuovo e da «ciò che si vede». Poi,con gli anni… si vede che il mondo non è poi cosìmeraviglioso e si scopre Chi lo è veramente.

E il suo appello?

Il mio appello è di volersi bene veramente. E chi sivuole bene si apre a rapporti sani e belli con chi haaccanto, a partire dalla famiglia, agli amici, ai col-leghi. Il mio appello è a non lasciarsi portare dallacorrente che di questi tempi non porta certo a un

bel mare, ma al-l'egoismo, alnon-senso. A mepare chiaro chel'attuale crisi siadovuta all'ab-bandono di Dioe dei suoi co-mandamenti.La società si sen-te molto furba eadulta, pensa dipoter fare ameno di Dio. Mai risultati e loscontento gene-rale dicono chia-ramente che è lastrada sbagliata.E invece invito a

seguire l'esem-pio dei nonni.A fare il proprio

dovere, ad amare e a servire Dio, che ci vuolebene, a essere critici nei confronti delle sirene delmondo, a diventare uomini e donne forti, bellidentro prima che fuori, solidali, sinceri… A pun-tare sulla famiglia, lasciandosi guidare dalSignore, che è il nostro più grande amico e alleato.Con la preghiera di ogni giorno, la Messa festiva ecercando di osservare i comandamenti, che nonsono oneri, ma paletti che ci mantengono sullastrada buona.

Allarghiamo il raggio d'azione della nostra intervista.Oltrepassiamo la porta carraia. Cosa pensa dei giovanid'oggi?

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Il Cappellano Militare della Brigata Meccanizzata Granatieri di Sardegna.

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Penso anzitutto che siano giovani, come dicevopoco fa. La gioventù è una categoria perenne dellospirito, sono sempre stati così. Oggi, rispetto a ieri,hanno qualcosa di più e qualcosa di meno. In piùhanno una grande dimestichezza con tanta infor-mazione; sono, per così dire, meno provinciali, piùaperti al mondo nella sua varietà. In meno hannospesso una formazione umana e spirituale più so-lida. Sono figli della tv e di internet e del telefo-nino, che non sono grandi educatori… Il dimi-nuito peso specifico della famiglia si sente, pur-troppo. E il relativismo (ognuno pensa di poterstabilire ciò che è vero e buono) è un grosso han-dicap. Ma devo dire che nella grande maggioranzai giovani militari oltre a venire da buone e semplicifamiglie, fanno in caserma una preziosa espe-rienza di ordine, disciplina, dovere, solidarietà,idealismo che colma un bel pò' di lacune. Sono fi-ducioso.

Qualche rappresentante delle istituzioni trascura il va-lore sociale, aggregativo e spirituale delle Chiese chie-dendone addirittura il pagamento dell'ICI. Qual è il suopensiero in merito?

Il discorso sarebbe lungo e non è questa la sede.Per rispondere brevemente penso che chi dicequesto anzitutto non conosce la legge, che esentadall'ICI tutti gli immobili di ONG, ONLUS, asso-ciazioni sportive dilettantistiche, di volontariato,

culturali, letterarie, scientifiche, ecc... E credo chel'importanza della funzione sociale della Chiesa inItalia sia apprezzata da tutti: oratori, parrocchie,mense, conventi, scuole, ecc... E le chiese e gli isti-tuti cattolici sono aperti e al servizio della gente,Mi pare un po' come se si volesse fare pagare l'ICIalle caserme... Ma sapendo «chi c'è dietro» aquesta campagna, mi pare chiaro che si voglia at-taccare il portafoglio della Chiesa per minare i va-lori che essa rappresenta e difende. O, e questo èmolto più grave, creare invidia, rancore nei suoiconfronti, facendola passare per una privilegiata.

Vuol dire qualcosa ai lettori de «Il Granatiere»?

Li saluto tutti con molto rispetto e mettendomi perquanto posso a loro disposizione. Ricordo anche chela Cappella della Caserma Gandin, che familiar-mente chiamo «San Martino dei Granatieri» è a di-sposizione per tutta la famiglia militare e special-mente per i Granatieri, in servizio e in congedo,anche e senza spese per matrimoni e altre cerimonie.

1° C.le magg. Benito Tangredi

Per contattare Padre Pier Luca Bancale:Caserma Gandin

Via del Forte di Pietralata, 700158 Roma

E-mail: [email protected]

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I GRANATIERI SULLA «VIA DELLA SETA»Il 20 Settembre 2011 può essere considerato pertutti coloro i quali indossano ed hanno indossato iBianchi Alamari un giorno memorabile!Presso la FOB «El Alamein» di Farah, in Afghani-stan, nella data prima citata è avvenuto il TOA(Trasferimento d'Autorità) tra l'11ª Cp. Bersaglieridi Orcenico e la 2ª Cp. Granatieri «Torino». Alla Compagnia, comandata dal Capitano AndreaPagliaroli, è stata affidato il compito di supportarecon l'assetto VCC80 «DARDO» il reggimento pi-lota della TASK FORCE SOUTH di RC WEST, il152° Reggimento Fanteria della «Sassari». Già in passato i nostri colleghi ed amici Grana-tieri hanno operato nel teatro operativo per ec-cellenza aderendo al programma NATO-ISAFOperational Mentor and Liaison Team (OMLT)a supporto dell'Afghan National Army (ANA),ma nessuna bandiera della più antica specialitàdell'Esercito Italiano ha mai sventolato inqueste terre tanto lontane.

Per la prima volta un intero reparto di Granatieriha messo piede sulla «via della seta» per adem-piere con onore e spirito di sacrificio a tutti i com-

VCC80 «Dardo» in azione.

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piti assegnati. Molti, di tante specialità e di altreforze armate, un po' sorpresi, un pò stupiti, si sonochiesti cosa ci facessero a Herat, appena atterrati,quei gruppi di soldati d'altezza superiore allamedia pronti a prendere il primo aereo o elicotteroper arrivare a Farah. Gli stessi si sono chiesti cosa ci facessero lì con lorouomini di una Specialità nota per le tante cerimoniepresso la Capitale e non solo. Di molti, pochi ave-vano la risposta, ovvero che per questo obiettivo ilReggimento Granatieri ha incanalato molte dellesue energie ed impiegato i suoi uomini al fine diiniziare un ciclo operativo che possa portare i nostri«Bianchi Alamari» nella lista dei reparti protago-nisti dell'Esercito Italiano in territorio nazionale enon.

Gli sforzi, l'impegno profuso e la voglia di partireper una nuova avventura operativa hanno avutovita già pochi mesi dopo il rientro dal teatro opera-tivo libanese dove la stessa Compagnia fu impie-gata per l'operazione LEONTE V, da quel mo-mento è ricominciato il ciclo addestrativo previstoper la nuova immissione in teatro, senza sosta, intutta la Penisola, senza risparmio di energie. A noi, qui a Farah da poco più di un mese, l'inca-rico di tenere alto il nome del Reggimento ed issarela bandiera con la «Granata», confermando la no-stra storia per la quale c'è tanto orgoglio.

Ten. Vincenzo D'ANNAVice Comandate la CHARLIE COY

TF South - RC W

COMUNICATO STAMPANel tardo pomeriggio del 26 ottobre 2011, inAfghanistan, un Veicolo Tattico Leggero Multi-ruolo (VTLM) «Lince» che era in testa ad un con-voglio della Task Force South Charlie Coy, di-retto a FOB TOBRUK, veniva coinvolto nell'e-splosione di un ordigno esplosivo improvvisato(IED STRIKE). Gli «IED» sono ordigni rudimen-tali, a basso costo, posti al bordo delle strade e«mascherati» da mucchi di pietre, buste di pla-stica o pezzi di carta o cartone.Gli attacchi di questo tipo sono molto frequenti,

soprattutto in questa zona, perché si attaglianoperfettamente alla strategia «mordi-e-fuggi» at-tuata dagli insorgenti che vi operano.

I cinque Granatieri di Sardegna del 1° Reggi-mento che costituivano l'equipaggio del mezzo,subito soccorsi, presentavano ferite di medio-lieve intensità e sono stati ricoverati presso lestrutture sanitarie di Herat.

«Penso di interpretare i sentimenti di tutti i col-leghi dell'Assemblea Capitolina e del SindacoAlemanno nell'esprimere la solidarietà e la vici-nanza ai nostri “soldati della Capitale” chiamatiad operare per la pace in quel lontano paese, hadetto il Consigliere capitolino Antonino Torre,incaricato del Sindaco per i rapporti con le ForzeArmate».Ha poi aggiunto: «La nostra vicinanza in questimomenti di dolore vada in particolare alle fami-glie del C.le Magg. Ca. Antonio Baldoni (CapoSquadra); del 1° C.le Magg. Luca Militello(Conduttore del Mezzo); del 1° C.le Magg Pietro

Di Noia (Fuciliere/Cannoniere); del C.le Giu-seppe Russo (Mitragliere) e del C.le PasqualeBasilicata (Fuciliere)».

«Le condizioni dei militari sono nel complessorassicuranti».

Il Comandante del 1° Reggimento Granatieri diSardegna, col. Massimo Siragusa, ha personal-mente tranquillizzato le famiglie dei granatieriferiti.

27 ottobre 2011

Un VTLM «Lince» in movimento.

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FESTA DELLE SEZIONI DI SAN VITO AL TAGLIAMENTO E ZOPPOLA

Perdurando il disinteresse delComune e degli Organi associa-tivi competenti, d'intesa con chiscrive, il solerte granatiere MarioD'Ignazio di L'Aquila si è recatotempo fa a Montereale, epicentrodel disastroso terremoto che il 6aprile 2009 devastò un'ampiazona dell' Abruzzo interno epaese natale dell'eroico plurideco-rato Col. Sila Persichelli, alloscopo di verificare lo stato del mo-numento dedicato a ricordo del-l'eroico granatiere abruzzese dallanostra Associazione. Fu inaugurato solennemente il 29settembre 1985 con una memora-bile adunata nazionale precedutadall'esibizione del Carosello sto-rico nello stadio aquilano e con-clusa con la sfilata del 1° Reggi-mento in armi e di diverse Sezi-oni dell’ANGS, nel centro del ca-poluogo abruzzese.Il gra. D'Ignazio ha riferito di averconstatato che la struttura mar-morea (l'alta stele con la granata

ardente su un robusto basamentorecante la dedica epigrafata) è ri-masta integra. Ma, tuttavia, incompleto abbandono, con il basa-mento e l'area circostante in-gombri di fogliame ed altri rifiuti.Pertanto, egli ha diligentementeprovveduto a farlo rimettere in or-

dine (a proprie spese) senza ceri-monia né foto inutili.Al consocio D'Ignazio espri-miamo un vivo elogio e la sentitagratitudine dei Granatieri abruz-zesi.

Giovanni Scarpelli

CURA DEL NOSTRO PATRIMONIO STORICO

Domenica, 3 aprile 2011, si sono ri-trovati i granatieri in congedo diSan Vito al Tagliamento e Zoppolaper la tradizionale festa annualedelle Sezioni. L'occasione è statapropizia per completare le opera-zioni del tesseramento del 2011.L'incontro è avvenuto nella Cittàdi Casarsa della Delizia (PN) coninizio nella Chiesa Parrocchiale diS. Croce per assistere a una Messacelebrata dal Parroco, Monsignordon Roberto Laurita, il quale hainformato, all'omelia, l'assembleadei fedeli sulla motivazione deitanti granatieri presenti e che glistessi con la partecipazione al RitoEucaristico intendevano suffra-gare i loro commilitoni «andati

avanti» nella gloria del Paradiso.Alla cerimonia erano presenti nu-merosi granatieri di diverse se-zioni con una decina di Colonnelleed inoltre i Presidenti regionaliANGS del Friuli Venezia Giulia,gra. Renzo Ros, del Veneto gran.cav. uff. Lino Marian; i Presidentidelle Sezioni: di Portogruaro,gran. Bruno Cesco, di Tamai gran.Rizzetto Gianni, di jesolo gran.Arnaldo Sfriso e dei Presidentidelle sezioni organizzatrici dell'in-contro, cav. Colussi e gran. Pighin.Era presente anche la Colonnelladella Sez. di Modena con il suo al-fiere gra. Andrea Guizzardi. Al termine della Celebrazione ilgran. Idilio Morassut, dopo l'at-

tenti, ha recitato la «Preghiera delGranatiere».È stata una gradita sorpresa pertutti l'intervento di un militare,tuttora in servizio presso l’11°Bersaglieri di stanza a Casarsa, ilquale si è dichiarato sorpreso eallo stesso tempo orgoglioso ditrovarsi di fronte ad un foltogruppo così bene organizzato digranatieri in congedo, avendoanche lui svolto il primo anno diservizio nel 1° Reggimento Gra-natieri presso la caserma «Gan-din» di Roma.La festa è poi proseguita presso ilRistorante «Campiello» dove si èsvolto il pranzo sociale. All'incontro hanno partecipato

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molte signore, mogli di granatieri,in particolare un gruppo di esse siè distinto per aver indosso il faz-zoletto bianco-rosso e basco rossosimbolo dei Granatieri, segno diaffiatamento verso gli stessi.I Presidenti Ros e Colussi sono in-tervenuti poi nel corso del con-vivio per proporre un minuto diraccoglimento per i commilitoniscomparsi, e quindi ringraziare edare agli ospiti tutti un caloroso edoveroso benvenuto, e fareomaggio alle signore di una rosarossa. Al saluto finale, nell'entusiasmodella festa ben riuscita, all'incita-zione di «EVVIVA I GRANA-TIERI», tutti si sono riproposti dis-ponibili per l'incontro del pros-simo anno.

17ª FESTA DEI GRANATIERI

Granatieri e Granatiere, dopo la S. Messa.

Questa è la cronaca di una giornataparticolare, la cronaca del 29 mag-gio a Palanzano.Una bella giornata di sole accogliei Granatieri e il Presidente dellaSezione di Palanzano, comm. GinoCapitani, che si riuniscono nellachiesa del paese per assistere alla S.Messa. Schierati dietro all'altare spicca laloro Colonnella, attorniata da tantialtri labari: ci sono le sezioni Gra-natieri di Modena, Bologna e Vi-

gnola, la Croce Rossa, l'AVIS, ilGruppo degli Alpini, l'Associa-zione Combattenti di Fontevivo.Sono presenti il sindaco di Palan-zano, Giorgio Maggiali e il vice-sindaco Emilio Pigoni, il mare-sciallo Registro, Comandante dellalocale Stazione dei Carabinieri etutti gli «Amici dei Granatieri». A conclusione della cerimonia reli-giosa, il granatiere Stefano Merlirecita la «Preghiera del Grana-tiere». Il Presidente, incurante del-

la carrozzina che lo costringe fisi-camente seduto, con fierezza èidealmente sull'attenti con tutti isuoi Granatieri.In seguito, tutti si riuniscono da-vanti al monumento dei Caduti,dove viene depositata una corona.Il Sindaco, in un breve ma appas-sionato discorso, ricorda a tutti che«oggi più che mai abbiamo bi-sogno di avere dei punti di riferi-mento. Generalmente gli incontricon persone che si riuniscono in-torno ad una bandiera sono coin-volgenti e pieni di emozioni. Forseperché queste persone riescono atrasmettere a tutti i loro valori:perché per molti di loro quellabandiera rappresenta una parteimportante della loro vita, per imolti sacrifici che dietro quel sim-bolo hanno sostenuto, per le per-dite di amici e commilitoni che, perdifendere quel simbolo, hanno su-bito. Ed è proprio con questo spi-rito che oggi viviamo questa ceri-monia del Corpo dei Granatieri diSardegna. Corpo straordinario,nato a difesa delle Istituzioni, che

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tanto ha dato alla Patria. Corpo chetanto ha dato anche ai propri mi-liti, così come testimonia il loro at-taccamento: espresso anche dallafigura del loro presidente - comm.Gino Capitani - che nonostantequalche acciacco è sempre pre-sente e sempre sull'attenti.In questa cerimonia il nostro pen-siero deve andare anche a tutti glialtri militari che hanno servito laPatria e per la Patria si sono sacrifi-cati».Ci avviamo, quindi, tutti insiemeverso il Palafiera, bella strutturamessa a disposizione dal Comune,per il pranzo.

Il granatiere Claudio Iotti ha giàpredisposto tutti gli strumenti perregalarci, come sempre, un fe-stoso accompagnamento musi-cale, con il coinvolgimento di tuttii commensali che ripetutamentecon lui intonano canzoni tradizio-nali.Il Presidente, con gli occhi pieni difelicità e soddisfazione, conversaamabilmente con tutti e, senzadarlo a vedere, controlla che tuttosi svolga nel migliore dei modi.Il taglio della torta, decorata con glialamari, e il canto dell'Inno deiGranatieri conclude nel tardo po-meriggio la 17ª Festa dei Granatieri

di Palanzano.Nel salire in auto, il Presidenteconfida che una giornata così bellagli fa sentire dieci anni di meno!Un'altra giornata particolare, doposolo tre settimane, ci vede ancoratutti riuniti: i familiari, gli amici, iGranatieri sull'attenti, la recita del-la Preghiera e il canto dell'Inno ciunisce nel dolore per la scomparsadel nostro Presidente.Nel nostro cuore, però, si radica lacertezza che, attraverso un'amore-vole presenza, ci accompagneràsempre con il sostegno della suasaggezza e della sua onestà. Grazie Presidente Gino!

RICORDATI I GRANATIERI DELLA GUERRA DI LIBERAZIONETradizionale Raduno dei Granatieri emiliano-romagnoli

e dei loro amici e simpatizzanti

Casola Valsenio (RA), 11 set-tembre 2011. È sempre sugge-stivo ritrovarsi per compiere ilnobile gesto di commemorarequella generazione di giovanigranatieri che dopo l'8 settembre1943 seppero rimanere fedeli algiuramento dato allo Stato costi-tuito e all'Italia quando preva-leva il sentimento del «tutti acasa». Successivamente, quei giovaniragazzi riuscirono a riscattare -combattendo - l'onore della Pa-tria e del nostro Esercito, vin-cendo, contro le ancora agguer-rite truppe naziste, la battagliasul fiume Senio tra l'autunno1944 e la primavera del 1945.Quella cruenta e aspra battagliatra le colline romagnole portòallo sfondamento della lineaGotica, alla liberazione di Bolo-gna e dell'Italia settentrionale.La liberazione fu pagata dai sol-dati del Gruppo di Combattime-nto «Friuli» al prezzo di centi-naia di morti e migliaia di feriti emutilati. La guerra di liberazione con-

dotta dai reparti e dalle unità re-golari delle Forze Armate ita-liane (quasi 500.000 uomini)resta uno dei momenti più alti eancora poco noti della storia pa-tria. In quei tristi giorni moltis-simi italiani seppero ritrovareunità e forza attorno al proprioEsercito superando, anche conevidenti difficoltà, divisioni eparticolarismi in nome della ne-

cessità di riscattare - agli occhidel mondo e soprattutto deinuovi Alleati - venti anni di dit-tatura fascista e la nefasta al-leanza del regime con laGermania nazista. L'intento eraquello di riuscire a far rivestiredi nuovo all'Italia un proprioruolo fra le nazioni libere e de-mocratiche.Gli avvenimenti nel biennio

La folta rappresntanza tra cui : il gen. Mario Buscemi e il Pres. Regionale Roberto Padovani.

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1944-45, e che videro tra i prota-gonisti anche i granatieri, e-spressero dei valori così fon-danti che segnarono in modo in-delebile quel periodo e che con-tinuano a riflettersi nel presentedella nostra nazione. In queglianni era evidente che gli anglo-americani avrebbero concessoall'Italia, al termine del conflitto,il ritorno alla democrazia, manon era altrettanto sicuro che ciavrebbero restituito anche la no-stra dignità di popolo e di stato. Furono i nostri soldati e grana-tieri che riconquistarono la di-gnità agli italiani attraverso illoro coraggio, i loro sacrifici, ildoloroso tributo di perdite neicombattimenti al fianco delletruppe alleate: la ritrovata li-bertà senza dignità non avrebbeavuto il medesimo valore! Anche quest'anno la splendidavallata in cui scorre il fiume Se-nio ha accolto i Granatieri dell'E-milia Romagna e molti dei loroamici e simpatizzanti in questopellegrinaggio laico alla stele,realizzata nel 1989 dallo scultoreceramista Leandro Lega, che ri-corda i granatieri del «Friuli» e,in particolare, il cap. magg. dei

Granatieri, Medaglia d'Oro alValor Militare alla memoria,Giuseppe Nembrini, caduti nellaprimavera del 1945. Il raduno si è svolto secondo leusuali modalità: deposizione diuna corona al monumento ai ca-duti della città, deposizione diuna corona alla citata stele,Santa Messa di suffragio nellachiesa parrocchiale e rancio gra-natieresco in un ristorante dallatipica cucina romagnola. La presenza del Presidente Na-zionale ANGS Generale MarioBuscemi, il cui padre era un uffi-ciale inquadrato in uno dei duebattaglioni granatieri del «Friu-li», ha sicuramente impreziositoil raduno alamarato. Accanto alui c'erano il Presidente Regio-nale ANGS Roberto Padovani, igranatieri di numerose sezioniemiliano romagnole, con in testaquelli di Bologna, e di altre re-gioni limitrofe con le rispettivevariopinte Colonnelle. Da sottolineare la graditissimapresenza del Presidente dell'Ar-ma di Cavalleria di ReggioEmilia Marco Manganelli con al-cuni commilitoni e deiPresidenti Regionali ANGS di

Veneto e Friuli Venezia Giulia:Marian e Ros. Alle fasi del ra-duno hanno presenziato le auto-rità locali nelle persone dei rap-presentanti del Sindaco diCasola Valsenio e di quello delPresidente della Provincia diRavenna.L'occasione dell'incontro ha fa-vorito la prosecuzione del felicegemellaggio con i fanti reducidel Gruppo di Combattimento«Friuli», capeggiati dal dott.Romano Rossi, presidente dell'o-monima associazione nazionale,e con la gagliarda presenza di al-cuni reduci: fra tutti l'indomito evivacissimo Ivano Cardinali.Erano anche presenti i rappre-sentanti delle associazioni com-battentistiche e d'arma locali trale quali quella degli alpini. Arappresentare i granatieri in ser-vizio il Colonnello MassimoMeinero, oggi docente di arma-menti terrestri dell'AccademiaMilitare di Modena. Un bravotrombettiere della banda comu-nale di Casola Valsenio ha pun-teggiato le fasi degli onori ai ca-duti con l'esecuzione dei suoniprevisti dal cerimoniale. Hanno preso la parola, dopo la

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deposizione delle corone ai mo-numenti, il rappresentante delSindaco, il Generale Buscemi eil dott. Rossi che con interventimisurati ma efficaci hanno ri-cordato il profondo significatospirituale che lega il passato alpresente, le gesta dei combat-tenti per la libertà e le missionisvolte dai nostri soldati all'e-stero con particolare riferi-mento al concomitante 10° an-niversario dell'attacco terrori-stico alle torri gemelle di NewYork. Da sottolineare l'insolita

circostanza che vede attual-mente impiegati in Afghanistanuna compagnia di fanti aero-mobili del 66° rgt. f. «Trieste»della brigata «Friuli» accanto auna compagnia di granatierimeccanizzati su veicolo coraz-zato Dardo del 1° rgt. «Grana-tieri di Sardegna».Questo evento suggella e rinver-disce una fratellanza d'armi for-matasi in questi luoghi ben 66anni orsono. Durante il ranciogranatieresco, che ha raccoltonella sala un numero di grana-

tieri molto elevato rispetto aiprecedenti raduni, si è creato unpiacevole clima cameratesco efluenti si sono intrecciati i col-loqui tra i convenuti. L'appuntamento è fissato perl'anno prossimo, per dare con-creta testimonianza al motto checampeggia sulla stele comme-morativa dei caduti «friulini»(con e senza alamari): «Sino a cheil sole si leverà resterà vivo in noi ilnome dei nostri eroi, il loro onore, laloro gloria».

Emanuel

MARCIA COMMEMORATIVA PINEROLO-BRIANÇON

Non poteva mancare, nell'annodelle celebrazioni per il 150°Anniversario dell'Unità d'Italia,un incontro mirato a ricordare eonorare le migliaia di giovani ita-liani e francesi caduti nella se-conda guerra d'Indipendenza del1859 a Solferino e San Martino.Le popolazioni delle valli alpinepiemontesi coltivano da semprerelazioni di buon vicinato e diamicizia con le popolazioni d'ol-tralpe. Ecco pertanto che leAssociazioni Combattentistiche ed'Arma (tra cui la giovane Se-zione Granatieri di Sardegna)della città di Pinerolo e del suoterritorio - in piena fraternitàd'intenti con le consorelle Asso-ciazioni francesi di Briançon -hanno organizzato una Marciacommemorativa su un percorsodi un centinaio di chilometri , dafare in tre giorni (15-16-17 set-tembre 2011) da Pinerolo (quotam. 376) a Briançon (m. 1321) viaMonginevro (m.1850).Il patrocinio della Regione Pie-monte, della Provincia di Torinoe di tredici Comuni del territorio,ha dato valenza istituzionale al-l'evento.La vigilia della partenza si è te-nuta la cerimonia ufficiale pres-so il Comune di Pinerolo, col sa-

luto del Sindaco, delle Autorità edella popolazione ai partecipantie con deposizione di corona d'al-loro in onore dei Caduti di tuttele guerre.Giovedì 15 settembre, ore 7 par-tenza della pattuglia di undici co-raggiosi camminatori: tre Gra-natieri della sezione di Pinerolo(il presidente Claudio Gariglio,Gianfranco Mourglia e San Pelli-cano), sette Alpini e uno delNizza Cavalleria.Alle 16 viene raggiunto il posto

tappa di Fenestrelle. Il rodaggio èfatto, trenta chilometri sono statipercorsi anche senza allenamen-to preventivo; i tre Granatierihanno tenuto testa brillanteme-nte agli Alpini, il componente delNizza Cavalleria ha superatobene i dislivelli anche senza il ca-vallo.Venerdì 16 per il Colle di Se-strière (m. 2035) si raggiungeCesana, seconda tappa. Tutti pre-senti all'appello. Però, com'è du-ra la montagna!

Da sinistra a destra: i granatieri pinerolesi: Gianfranco Mourglia, Caludio Gariglio, SantoPellicano con il sindaco di Pinerolo davanti all'obelisco del Monginevro.

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Sabato 17 Clavière, si oltrepassail confine Italia-Francia (quelconfine tanto conteso in altritempi) e si conquista il colle delMonginevro (m.1854), dove laspedizione è accolta festosa-mente dai rappresentanti delleassociazioni d'Arma francesi , daGruppi storici, da valligiani e tu-risti. Ma la meta è ormai vicina,risuona l'ordine: «Zaino in spalla!In marcia!». Ancora otto chilo-metri, per fortuna in agevole di-scesa ed ecco Briançon con i suoiantichi forti, le sue mura e la follache applaude questi Italiani, tutti«superbi e fier» di aver compiutol'impresa, un pellegrinaggio dipace. Domenica 18 Arrivano i pullmandal Piemonte con i rinforzi di socidelle varie associazioni d'Arma ,i Granatieri con gli Alamari benein vista. Le vie e le piazze diBriançon sono percorse dai radu-nisti e da militari, tra sventolii divessilli e di bandiere delle duenazioni.Nella grande chiesa, Père Ber-trand celebra nelle due lingue laMessa solenne in memoria deiCaduti delle battaglie di Solfe-rino e San Martino. Segue la sfi-lata commemorativa fino al quar-tiere delle caserme, dove si svol-gono le cerimonie ufficiali:

l'Alzabandiera con l'esecuzionedegli Inni Nazionali francese eitaliano, gli onori ai Caduti, le al-locuzioni del «patron» della gior-nata, Col. Daniel Leportier e delleAutorità, il conferimento dellaMedaglia d'Oro a un Militarefrancese.Infine ha luogo il pranzo dellafraternità rallegrato da duefanfare alpine, italiana e fran-cese, e dall'orchestra di Gap,con le danze folk delle Hautes-Alpes.Il presidente gra. Claudio Gari-glio si è dichiarato orgoglioso di

essersi coinvolto nell'impresa,dalla fase organizzativa al met-tersi in gioco nella marcia con idue amici granatieri e con tuttigli altri, perché le iniziative av-viate di concerto con altre Armisono molto importanti in questitempi di crisi dell'associazio-nismo militare. Doveroso anchericonoscere l'apprezzamento eil sostegno ricevuti dal CentroRegionale ANGS Piemonte edel Centro Provinciale ANGSTorino.

A. Masperone

RADUNO ANNUALE DELLA SEZIONE DI VERCELLI

Arrivo delle delegazioni a Briacon.

Come da abitudine, anche que-st'anno si è svolto il raduno dellaSezione di Vercelli.Contrariamente agli anni passati,quando il nostro incontro si svol-geva nel mese di giugno, que-st'anno, data la concomitanza deivari Raduni Nazionali, si è decisodi posticiparlo al mese di set-tembre, e precisamente il giorno18.Considerando però che il 2011 èl'anno dedicato ai festeggiamentiper il 150° dell'Unità d'Italia,

anche la nostra Sezione ha volutofesteggiare questa importante ri-correnza organizzando qualcosadi diverso e di più coinvolgentein sostituzione del classico«pranzo sociale».Così, approfittando del fatto chetre nostri nuovi soci sono dei bra-vissimi musicisti, e che tuttihanno fatto parte, in diversi pe-riodi, della nostra «Banda Reg-gimentale», ecco farsi largo l'ideadi organizzare una manifesta-zione con sfilata e deposizione di

corona di alloro accompagnatidalla Banda di S. Cecilia diVillata (Presidente della quale è ilGranatiere Pierangelo Canella).Abbiamo allora recuperato lospartito della «Marcia dei Pifferi»e lo abbiamo affidato al validis-simo granatiere, maestro FrancoPerone (direttore della Scuola diMusica «Vallotti» di Vercelli) ilquale, perdendo qualche ora disonno, considerando che il tem-po a disposizione era parecchioridotto, coadiuvato dal grana-

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tiere Canella e avvalendosi dellagrande disponibilità di tutti glielementi della banda, si è riuscitia mettere in repertorio, nel girodi pochi giorni, la nostra bellis-sima marcia.Per festeggiare i nuovi soci si èdeciso di scegliere come luogodel Raduno 2011 il comune diVillata, piccolo e bel paese neipressi di Vercelli. Lanciata la pro-posta, l'Amministrazione Comu-nale ed il Sindaco in prima per-sona, si sono dimostrati subitoentusiasti del nostro progetto,dandoci piena collaborazione siaper quanto riguardava la parteburocratica, sia per la parte tec-nica ed organizzativa.Il giorno 18 di settembre ci siamocosì ritrovati a Villata.Naturalmente, come da tradi-zione, la giornata si annunciavapiovosa, ma visto che neanche leintemperie riescono a fermare iGranatieri, ecco presentarsi al-l'appello ben 10 Sezioni con leloro Colonnelle, con l'aggiuntadella gradita e importante pre-senza della Colonnella Regionaledel Piemonte, accompagnata dalsempre presente Presidente Re-gionale Cav. P.A. Ferro.Le sezioni erano: Vercelli con ilGruppo di Palestro, Torino, Alba,Saluzzo, Cuneo, Tortona, Gri-gnasco, Valsesia e Biella. All'oraprestabilita il suono della Bandaha dato inizio alla cerimonia. La formazione di sfilata era cosìcomposta: in testa il Gonfalonedel Comune che precedeva le au-torità civili, seguivano il nutritogruppo dei Granatieri, le Asso-ciazioni d'arma dei Bersaglieri edegli Alpini e le AssociazioniCivili. In sfilata, ci siamo recati alMonumento ai Caduti dove sonostati resi gli onori ed è stata de-posta una Corona di Alloro; inseguito i partecipanti si sono re-cati alla Cappella del Gesiolo,dove vi è una lapide che ricorda icaduti di Villata nelle due Guerre

Mondiali, qui è stato deposto unmazzo di fiori.Abbiamo quindi sfilato fino allachiesa per assistere alla S. Messacelebrata dal parroco Don An-drea Massarotti che durante l'o-melia ha rimarcato l'importanteruolo svolto dai Granatieri nellastoria della nostra Patria.Durante la S. Messa il maestroPerone al piano ed il maestroMolinaro alla tromba hanno ac-compagnato la Cerimonia conbrani tratti dal repertorio sacro. Al termine, sempre in corteo, cisiamo trasferiti nella piazza prin-cipale del paese dove la BandaMusicale S. Cecilia ha deliziato ipresenti con un bellissimo breveconcerto .Da sottolineare una cosa impor-tante e molto apprezzata da tuttii Granatieri presenti: durante lasfilata, il passo è stato scandito ingran parte dalla nostra «Marciadei Pifferi» suonata magistral-mente dalla Banda alla quale si èunito il nuovo socio, il granatieremaestro Alessio Molinaro. Finito il concerto, tutti hannoespresso il loro apprezzamentoper questa gradita sorpresa, fa-cendo gli elogi a tutti i compo-nenti della Banda.Al termine della Cerimonia, do-po gli interventi da parte delle

autorità presenti, in modo parti-colare del rappresentante del Co-mune e del nostro PresidenteRegionale, e dopo la consegna didue Diplomi a ricordo della ma-nifestazione, che la Sezione diVercelli ha voluto donare al Co-mune di Villata ed alla BandaMusicale «S. Cecilia», è stato datoil «rompete le righe».Ci siamo quindi trasferiti in unRistorante del paese per consu-mare il pranzo sociale e per au-gurarci un arrivederci ai prossimiappuntamenti. Mi sia ora consentito di esprimere,a nome della Sezione di Vercelli edel Presidente cav. Adriano Pavia,un ringraziamento a tutte leSezioni consorelle intervenute, lapresenza delle quali ha dato lustroa tutta la manifestazione, al Sig.Sindaco ed a tutta l'Amministra-zione Comunale di Villata.Un ringraziamento particolarevada al gra. maestro Franco Pe-rone, al Presidente della BandaMusicale «S. Cecilia», gran. Pi-erangelo Canella ed al bravis-simo trombettiere, Gra. mestroAlessio Molinaro che col suonodella sua tromba ha accompa-gnato i momenti salienti dellaCerimonia.

Fulvio Bertoglio

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Anche quest'anno il Comune diCurtatone - Mantova ha celebratolo scorso 24 settembre, il ricordodei tragici fatti della secondaguerra mondiale in cui, per ritor-sione, i tedeschi fucilarono diecipatrioti italiani dietro alla CorteAldriga e sulle rive del lago diMantova. Alla commemorazione erano pre-senti anche i granatieri manto-vani delle Sezioni di Mantova,Marmirolo e Castelgoffredo Ca-stiglione-Alto mantovano con iPresidenti Bellintani, Moioli eCastrini oltre ai fedelissimi

Tonini, Sgarbi, Bonini, Vallicella eMortoni.La cerimonia si è svolta alla pre-senza di alte cariche militari, delvice Prefetto e del Sindaco dott.Badolato oltre a sindaci di altreprovince lombarde coinvolte nelricordo dell'eccidio. Alla fine della cerimonia le auto-rità sono venute a salutare iGranatieri di Sardegna, presentisempre in maggior numero ri-spetto alle altre Armi, ringra-ziando della partecipazione echiedendo loro di avere in ungiorno futuro due guardie in di-visa storica.

I GRANATIERI ALLA COMMEMORAZIONEDEI MARTIRI DELL’ALDRIGA

267° ANNIVERSARIO DELLA BATTAGLIADELLA MADONNA DELL’OLMO

Sabato 24 settembre ore 21,00nel salone della locale Pro Loco èstato presentato il libro Nome dibattaglia: La Chiusa, ottima let-tura esauriente e dettagliata neiparticolari delle autrici Fran-cesca Colognato e Agnese Mat-talia che fanno rivivere il prota-gonista della Battaglia dell'As-sietta 1747, il granatiere EllenaGiobatta di Chiusa Pesio.

Dopo la proiezione di una re-cente rievocazione sul colle del-l'Assietta del cruciale avveni-mento storico, il Presidente Bon-gioanni introduce il relatore del-la serata, il Presidente Regio-nale dell'ANGS Dott. cav. Pier-andrea Ferro, che illustra tatti-che e movimenti della battagliae la vita di quei tempi.A seguire, la premiazione degli

alunni dell'Istituto Comprensi-vo Cuneo Oltrestura, autori deilavori eseguiti in occasione dellecelebrazioni per il 150° Anni-versario dell'Unità d'Italia coor-dinati dai rispettivi docenti, la-vori, ricerche e documentazioniRisorgimentali che verrannoesposti domenica 25 nel parconaturalistico di Villa B. Torna-forte, gentilmente concesso da-

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gli eredi Toselli.La Dirigente scolastica uscentedell'Istituto Comprensivo Cu-neo Oltrestura, Dr.ssa Bellino,viene premiata con targa ricordoper le molteplici collaborazioninelle edizioni precedenti. Infine,un cofanetto di dolci leccornie,gentilmente offerte dalla FerreroSpA., è stato donato a un centi-naio di alunni presenti e ancoradistribuito alle centinaia di bam-bini che domenica affollavano ilparco di Villa B. Tornaforte.Domenica mattina 25 settembre,con tempo incerto e poco pro-mettente, nel parco di Villa B.Tornaforte, inaugurazione dellemostre. L'Assessore alle Finanzedel Comune di Cuneo, Dott.ssaP. Manassero, con un taglio net-to al nastro Tricolore, dava il viaalla intensa giornata. Riscuote successo la mostra foto-grafica delle precedenti rievoca-zioni storiche della Battagliadella Madonna dell'Olmo curatadal Sig. G. Caviglia, ammirazio-ne sconfinata per i padiglioni ri-guardanti, quadri e ritratti Gari-baldini, gentilmente concessi dalcollezionista Cuneese M. Merli-no, cimeli storici Granatiereschi,con la straordinaria esposizionedei soldatini ed altro materialein miniatura allestita dal Presi-dente Regionale. Degna di menzione, la ricercanel tempo del Sig. Viale che ri-scopre con meritevole rispetto lavita Granatieresca del bisnonnoViale Dalmazzo nato a Spinetta(frazione di Cuneo) nel 1840 earruolato nel 5° ReggimentoGranatieri di Napoli nel 1860.Stupefacente l'esposizione di al-cune curatissime carrozze d'e-poca gentilmente concesse dalGranatiere della Sezione di Cu-neo F. Barale. Uno stand per go-losi e non solo, allestito dai mae-stri pasticceri di Chocolat d'Art,riproducevano lo scudetto con iquattro mori su lastra di ciocco-

lato elegante e bello da vedersi,buono da mangiarsi, offerto algentil pubblico riscuotendo me-ritevole successo. Eppoi, duegentili dame con abiti di fine'700, le Signore Ornella e Gian-na, accoglievano il pubblico in-tervenuto allo stand dei Grana-tieri della Sezione di Cuneo. Inbella mostra libri inerenti laSpecialità, gadget offerti daglisponsor, foulard Bianchi e Rossied infine una bottiglia «L'Amarodel Granatiere» creata per l'occa-sione per celebrare la giornataCommemorativa e ricordare il150° Anniversario dell'Unità d'I-

talia. Un fraterno e salutare pranzoconviviale con finale commemo-rativo, una torta tricolore offertada uno sponsor speciale che maici fa mancare il proprio so-stegno. Mentre nel parco di villaB. Tornaforte teatro dell'attesarievocazione, il gruppo «La BelaRosin» di Torino sfoggiava son-tuosi abiti d'epoca ed intratte-neva il pubblico con scene divita di corte, l'epoca di casaSavoia. Nel cinquecentesco chio-stro nei pressi della casa nobi-liare, si esibiva la banda musi-cale orchestra fiati «Antiche

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Contrade» con brani risorgimen-tali e musica classica-leggera ri-scuotendo, al loro debutto, uneccezionale successo.La bella musica allieta e rasse-rena e non solo, perché, anchedal cielo cupo dapprima, arrivaun caldo sole per consentire alcorteo di giungere attraverso iprati il campo di Battaglia.Ma ecco con sorpresa del pub-blico e delirio dei bambini unfuori programma: l'austero in-gresso di due cavalli, uno biancocavalcato da Giuseppe Garibaldieroe del Risorgimento e l'altroimperioso e nero cavalcato daVittorio Emanuele II, rievoca-vano l'incontro di Teano dove sisancì l'Unità d'Italia, mentreGranatieri e pubblico intona-vano l'inno di Mameli e sul pen-none si innalzava il Tricolore asuggellare un atto dovuto per lecelebrazioni del 150° Anniver-sario dell'Unita d'Italia.Prima della rievocazione il Pre-sidente Bongioanni invita sulpalco le Autorità presenti e laSignora Varetto Margherita, ve-dova del Granatiere Giovanni

Barberis veterano iscritto dasempre alla Sezione di Cuneo edecorato con due Croci diGuerra.La Signora aveva appuntata sulpetto la Medaglia consegnataleil 2 giugno in occasione dellafesta della Repubblica dalPrefetto di Cuneo alla memoriadei deportati nei lager, Giova-nni era uno di quelli e l'Asses-sore alla Cultura del Comune diCuneo Dott. A. Spedale le con-segnava, da parte della Sezionedi Cuneo, una targa con foto ri-traente un episodio di Guerrasul fronte Greco-Albanese ove ilnostro indimenticabile commili-tone combatté.A seguire il Consigliere Segre-tario della Regione Piemonte,Dott. T. Ponso, consegnava unatarga beneaugurante alla Diret-trice della apprezzatissima or-chestra fiati «Antiche Contra-de», la Signora E. Bellezza, perla costante partecipazione ai no-stri raduni.Quindi l'attesissimo epilogo: larievocazione della Grande Bat-taglia che un pubblico compren-

sivo e numeroso ha assistito fe-stante.Il Coordinamento RievocazioniStoriche 1600/1700 in costumid'epoca raffiguranti le varie spe-cialità che si sono combattutenel lontanissimo settembre 1744,ha dato vita alle fasi salientidella Battaglia tra Franco-Ispanie Austro-Piemontesi con cruentabelligeranza e con molte perditeumane da ambo gli schieramentie poi il ritiro del nemico per l'ap-prossimarsi dell'inverno, tuttociò accadeva durante il 6° as-sedio alla Città di Cuneo.Ma le schioppettate dei fucilieri,rigorosamente a salve, le dirom-penti e famigliari a noi granatee, soprattutto le roboanti can-nonate, danno fortunatamenteun'idea di socievole connivenza.Infine, tre colpi di cannone,scanditi a tempo debito, ripor-tano alla memoria i caduti ditutte le guerre e concludono lamanifestazione. Complimentarsiin proprio conto non è conve-niente si rischia di essere mal in-terpretati ma pur di apparire su-perbo e fiero, un plauso va allaSezione di Cuneo «S. Ten. L.Eula» per essersi meritato, avanto dei Bianchi Candidi Ala-mari, il beneplacito da: Enti,Sponsor, collaboratori e Cittadi-nanza; tutto questo ci inorgo-glisce e ci proietta verso più am-biziose realizzazioni.Dopo una ricca e dettagliata de-scrizione della manifestazioneda parte del Vice Presidente estorico della Sezione di Cuneo,Renato Notabella, permettetemidi ringraziare di cuore tutti iGranatieri che hanno lavoratoaffinché questa manifestazioneraggiungesse il successo otte-nuto.Sempre più orgoglioso di averindossato i Bianchi Alamari e dipresiedere un simile gruppo, an-cora grazie dal vostro. Presi-dente Bruno Bongioanni.

Allocuzione del Presidente Bongioanni, che ricorda il veterano Giovanni Barberis davanti laSig.ra Veretto Margherita vedova del decorato con due Croci di Guerra.

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In una splendida giornata di soleed entusiasmo granatieresco èstata inaugurata l'8 ottobre 20-11. in località Messigno, nel co-mune di Pompei, una stele mar-morea a ricordo dei caduti ditutte le guerre del luogo.L'iniziativa, posta nell'ambitodelle manifestazioni celebrativedei 150 anni dell'Unità d'Italia èstata frutto della preziosa ricercaeffettuata dal presidente Casco-ne, della locale sezione grana-tieri, in collaborazione con lealtre associazioni combattenti-stiche di Pompei.La manifestazione, perfetta-mente organizzata, con la pre-senza del sindaco di Pompei,Claudio D'Alessio, il generaleGiovanni Albano, il tenente co-lonnello Beniamino Cascone, ilPresidente regionale Formicola euna folta rappresentanza di as-sociati, è iniziata con la celebra-zione di una Santa Messa offi-ciata nella Chiesa dei Sacri Cu-ori, da don Modestino Capodi-lupo che, nella sua omelia, ha

messo in rilievo: «Chi non ri-corda il proprio passato è con-dannato a riviverlo».Al termine del rito religioso,durante lo scoprimento e la be-nedizione della stele, in pre-senza di due granatieri in uni-forme storica, si è vissuto unmomento di commozione testi-moniato dal sindaco nel suo

discorso a ricordo di AnielloSabbatino, cittadino di Messi-gno, che grande impegno avevaprofuso per la realizzazione delmonumento e che, purtroppo,non ne è stato testimone inquanto deceduto pochi mesiprima; e di ciò il Sindaco ha rin-graziato la moglie presente allacerimonia.

MESSIGNO RICORDA I PROPRI CADUTI

INCONTRO DEI GRANATIERI A MADONNA DELLA SCOPERTA

Lo scorso 16 ottobre si è svoltol'annuale ritrovo dei Granatieridi Sardegna sulle colline del-l'alto mantovano-bresciano chefurono teatro di cruente e glo-riose battaglie nel segno della li-berazione dal dominio au-striaco.Qui, a Madonna della Scoperta edi fianco a San Martino dellaBattaglia, i nostri gloriosi ante-nati hanno incrociato quasi in-consapevolmente il 24 giugno1859 le truppe austriache dandoluogo ad efferati duelli e con-quiste di cime collinari che tantohanno contribuito alla disfattadel nemico nella parallela batta-

glia di Solferino.Madonna della Scoperta oggi èun luogo ameno sulle collinemoreniche, visitato da molti tu-risti ma è anche luogo dei ri-cordi di quei tragici momenti,immortalati e ricordati tramiteuna Targa intitolata ai Grana-tieri ed una lapide in memoriadella Brigata Savoia.La manifestazione granatiere-sca, originariamente program-mata per il 10 aprile, è stata spo-stata per lasciare il giusto spazioalla manifestazione nazionaledel 150° anniversario dell'Unitàd'Italia a Torino; qui tanta fie-rezza fu risvegliata in noi tutti

quando i nostri canti ed inniavevano riempito le strade diTorino assieme alla popolazionelocale.A Madonna della Scoperta la ce-rimonia ha visto la presenza di11 Colonnelle e quaranta grana-tieri in rappresentanza delleprovince di Mantova, Brescia,Verona, Modena e Novara, checon la loro partecipazione hannoonorato la memoria dei caduti erinvigorito il senso di apparte-nenza al nostro glorioso corpo.Ha partecipato il Sindaco diLonato che ha tenuto un toc-cante discorso alla fine della S.Messa, così come ha ringraziato

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della nostra presenza il Parrocodella chiesetta attigua.Ha inoltre partecipato il gene-rale Rati del corpo bersaglieri,

appassionato storico-militaresempre presente ed attento al ce-rimoniale, che poi ha ricordatodurante il convivio le gesta sto-

riche qui compiute dai Grana-tieri.È stata deposta un corona di al-loro alla nostra Targa ricordo.A seguire si è tenuto un festoso econviviale pranzo preso la«Trattoria di Arturo» dove oltrealla proiezione di foto e musichedi cerimonie granatieresche pre-cedenti, i granatieri hanno can-tato il loro inno «Siamo Grana-tier… superbi e fier…» e l'innod'Italia, deliziando gli altri com-mensali presenti e risvegliandoin questi un piacevole senso par-tecipativo.La cerimonia e l'incontro sisono conclusi nel tardo pome-riggio, con un arrivederci al2012.

Bellintani, Castrini, Moioli

GRAZIE MARIO!

Lo scorso 23 ottobre, nella sededella sezione ANGS di Monza eBrianza, si è tenuta l'Assembleadel Centro Regionale Lombardiaper il rinnovo del Presidente delCentro regionale. Presente perpresiedere l'Assemblea il Presi-dente Nazionale Gra. Gen. C. A.Mario Buscemi. Dopo il saluto al PresidenteNazionale ai Presidenti dei cen-

tri provinciali e di sezione e aiGranatieri intervenuti, il Gra.Mario Bovati, Presidente uscen-te, che aveva già espresso l'in-tenzione di non più candidarsisoprattutto nell'ottica di un do-veroso avvicendamento dellecariche, legge la relazione del la-voro svolto durante la sua presi-denza. Al termine della lettura,più volte interrotta dagli ap-plausi della platea per coprire i

silenzi dovuti alla commozionedell'oratore, il Gen. Buscemiconsegna al Gra. Bovati unatarga a riconoscenza del lavorosvolto (egregiamente, ndr) nei15 anni di guida al vertice dellaregione. Si procede quindi alladistribuzione delle schede per levotazioni. Lo scrutinio emette ilseguente verdetto: Presidente:Gra. Enrico Mezzenzana, VicePresidenti: Gra. Mario Bugatti e

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Gra. Giampaolo Spagni. Vieneinoltre eletto l'Alfiere del Centroregionale nella persona del Gra.Mario Ponzoni.Le nomine vengono quindi uffi-cializzate dal Presidente Nazio-nale.Prima della conclusione del-l'assemblea viene avanzatadal Presidente del centro pro-vinciale di Como, Gra. PieroBaratelli, la proposta di nomi-nare Presidente Onorario delCentro regionale Lomardia ilGra. Bovati. La proposta è ac-cettata all'unanimità dall'as-semblea. Poiché tutti i salmi finiscono ingloria, i lavori terminano in unristorante del centro di Monzaper il pranzo di commiato.

Interpretando sicuramente i senti-menti dei Granatieri della Lom-bardia, rivolgo un grazie al Presi-dente Nazionale Gra. Gen. Mario

Buscemi per la sua presenza all'as-semblea, dimostrazione della stimadei vertici nazionali della nostraAssociazione nei confronti del Gra.Mario Bovati; un enorme grazie aBovati per il lavoro svolto, e un

buon lavoro al nuovo PresidenteMezzenzana, al quale assicuro lacollaborazione mia e di tutti iGranatieri lombardi.

Carlo Civati

SOSTA A TREVISO DEL CONVOGLIO TRICOLORE

In data 29 ottobre 2011 alle ore17,15 una rappresentanza di gra-natieri era presente sul marcia-piede n.1 della Stazione Ferro-viaria di Treviso per rendereomaggio al convoglio tricolore dirievocazione storica nel 90° anni-versario della traslazione del fe-retro del Milite Ignoto dalla cittàfriulana di Aquileia a Roma.I granatieri presenti all'impor-tante e prestigioso evento ap-partenevano alle Sezioni di:Mogliano Veneto, Monastier diTreviso, Treviso, ed erano gui-dati dal Presidente GianfrancoRosin. Schierati con loro c'erano ilgranatiere Pietro Minato con ilvessillo del Nastro AzzurroProvinciale a lui affidato in cu-stodia, il tricolore della UNUCInonché, in uniforme, il rappre-sentante di ASSOARMA diMogliano Veneto, Generale del-

l'Aeronautica Giuseppe Fra-scella.Rammentiamo che il convogliotricolore, partito da Aquileia, haeffettuato la sua prima sosta a

Treviso dove un gran numero dipersone gli ha reso omaggio e hapotuto visitare la mostra itine-rante organizzata sulle carrozzeferroviarie.

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SERATE CULTURALI ALLA SEZIONE DI ROMA

Mercoledì 26 ottobre 2011, nelsalone delle conferenze della se-zione di Roma Capitale, alla pre-senza di numerosissimi soci esimpatizzanti, ha avuto luogoun incontro dal titolo «I 90Anni del Milite Ignoto».Durante la serata è stato proiet-tato il film documentario «IlPiave Mormorava» che raccontale vicissitudini dell'Esercito Ita-liano durante la Grande Guerra.A seguire è stato proposto aipresenti il film "Il Milite Ignoto,

che, con immagini d'epoca, ri-porta la traslazione della salmadel Milite Ignoto da Aquileia aRoma all'Altare della Patria.Molto apprezzato il commentoai due filmati, fatto con doviziadi particolari, dal Presidentedella Sezione gen. AntonelloFalconi.All'evento si è potuta notare fra itanti la presenza di personalitàdi spicco quali: il gen. MarioBuscemi, Presidente Nazionaledella ANGS, il col. Massimo

Siragusa, Comandante del 1°Rgt. Granatieri di Sardegna, laPresidentessa dell'AssociazioneNazionale Amici della Somalia(AMISON), la Sig.ra Maria Ga-briella Ripa di Meana ed altri ilcui elenco sarebbe lunghissimo.Al termine della serata è statoofferto ai presenti, a cura delbuon gra. Bruno Bucci, un sobriorinfresco annaffiato da un buonvino dei Castelli Romani.

alpha beta

NUOVA SEZIONE DI GRANATIERI A OVADA

Il giorno 30 ottobre 2011 adOvada, ridente cittadina nel-l'Alto Monferrato ai confini conla Liguria in provincia di Ales-sandria, un gruppo di sempregiovani e massicci Granatieri hafondano la Sezione dell'Asso-ciazione nazionale Granatieri diSardegna. «Era da tempo, confida il decanodei soci Silvio Montaiuti (classe1929), che io ed i miei compagnidi leva Martinotti e Carosio pro-gettavamo questo evento consi-derato che nella nostra cittadinasiamo una decina e coinvol-gendo altri residenti nei paesinivicini siamo riusciti a coronare ilnostro sogno. Un sogno moltomusicale visto che ben quattrosoci sono stati componenti dellabanda reggimentale dei Grana-tieri». Alla presenza del Presidente re-gionale ANGS, dott. Cav. An-drea Ferro si è proceduto all'as-semblea costituente e successi-vamente all'elezione del primoconsiglio direttivo.L'assemblea dei soci ha eletto aPresidente Aldo Viotti, Segre-tario Fulvio Bavazzano, Consi-glieri: Emilio Roggero, Silvio

Montaiuti, Domenico Benzi,Giovanni Aloisio. Su propostadel neo Presidente Viotti, è statonominato Presidente OnorarioSilvio Montaiuti.Fra le sue fila la Sezione ovadeseannovera i seguenti soci grana-tieri: Fabio Travaini, DarioScazzola, Alberto Massa, EmilioMartinetti, Tullio Briata, StefanoCarosio, Bartolo Ristuccia, An-tonio Parente, Biagio Renella,Luciano Guidarelli, Alberto Ca-

rosio, Marco Mattioli.Ora per la Sezione ovadeseinizia un periodo di assesta-mento e di promozione sul terri-torio per far conoscere e ritro-vare il mitico Corpo dei Grana-tieri a quanti ne preservano neltempo lo spirito, cercando di av-vicinare alla Sezione i giovanigranatieri congedati per un lorofattivo coinvolgimento in quelleche saranno le attività e le mani-festazioni che verranno pro-

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mosse, nella speranza che il rin-giovanimento necessario portiidee, progetti e partecipazionead un costante adeguamento aitempi che l'associazione Grana-tieri deve adottare per rimanere,come ad oggi, un simbolo, unacasa comune dove tutti noi pos-siamo ritrovarci. «Mi faccio portavoce di tutti isoci nell'essere particolarmentecontenti che la nostra sezionenasce nell'anno in cui si festeg-giano i 150 anni dell'unità d'Ita-lia nella consapevolezza dell'im-portanza che i Granatieri hannoavuto in questa fase storica delnostro paese.Sulla nostra Colonnella saràsempre presente il simbolo diquesta grande festa, ha detto ilPresidente Viotti». Per la cronaca i nostri massicci gra-natieri si sono ritrovati a corona-mento della giornata, presso il ri-storante «Vetta di Cremolino»dove il titolare Fabrizio ci ha fe-steggiati con uno splendido pranzocon specialità locali e un buon vinoDolcetto dell'alto Monferrato.Un particolare saluto ed au-

gurio da tutta la sezione va algranatiere Emilio Martinotti

(classe 1929) assente per mo-tivi di salute.

MONZA HA RICORDATO I CADUTI DI TUTTE LE GUERRE

Come da consuetudine, i grana-tieri della Sezione ANGS diMonza si sono ritrovati all'iniziodel mese di novembre 2011 percommemorare i caduti di tuttele guerre.Alla cerimonia, che si è svolta aCarate Brianza, oltre ai Grana-tieri, erano presenti i rappresen-tanti delle associazioni: Carabi-nieri, Autieri, Bersaglieri e Al-pini.Hanno presenziato, inoltre, allamanifestazione: il Presidentedell'Associazione Nastro Az-zurro, generale Umberto Raza,il maresciallo dei Carabinieri,Salvatore Vetrugno, il Sindaco e

Tutti coloro che vorranno contattare la sezione ANGS di Ovada(Al) troveranno nostre notizie sul sito della sezione di Ovada col-legandosi al seguente link: https://sites.google.com/site/granatie-risezionediovada/

Oppure contattare: Aldo Viotti, Via G. Villa, 2 , 15076 Ovada, Cell.3473553675, tel. 0143 822134Indirizzo email: [email protected]

Il Presidente Viotti al Raduno di Torino 2011.

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il Presidente del Consiglio diCarate Brianza, rispettivamenteavv. Marco Pipino e dott. Giu-seppe Pozzi.Gli organizzatori rivolgono unsentito ringraziamento a tutti ipartecipanti e con l'occasione,

il gra. Alcide Berto, classe 1938- 3° scaglione della CC I batta-glione rivolge un caloroso sa-luto ad alcuni commilitoni checon lui hanno condiviso i 18mesi di naja: gran. Renzo Ros -Presidente ANGS Centro re-

gionale Friuli, gran. RenatoRossi - Udine, gran. FabioZovi - Este, gran. AntonioGalvan - Trecento, gran. Nar-ciso Goldin - Ferrara, gran.Sergio Perissinotto - Gondo-lier Venezia.

LA SEZIONE DI VERCELLI ALLE COMMEMORAZIONI PER IL IV NOVEMBRE

Nella settimana culminata conla celebrazione della festa del 4Novembre, che quest'anno hasegnato anche la conclusione deifesteggiamenti per il 150° anni-versario dell'Unità d'Italia, la se-zione ANGS vercellese ha avutoparte attiva e molto partecipataalle manifestazioni cittadine. Lemanifestazioni sono iniziate ilgiorno 2 novembre con la messain ricordo dei caduti svoltasi alSacrario Militare del cimiterocittadino alla quale ha parteci-pato una nostra delegazione conla Colonnella. Ci siamo poi ri-trovati il giorno 4 per parteci-pare alla cerimonia dell'alzaban-diera e alla celebrazione della S.Messa.Dato il tempo inclemente, la ce-lebrazione liturgica, officiata dalCappellano Militare del 52°Reggimento Artiglieria «Tori-no»di stanza a Vercelli, si èsvolta nella bellissima Basilicadi S. Andrea.Ha fatto seguito un incontro alTeatro Civico Comunale che havisto l'intervento delle varie au-torità presenti tra le quali S.E. ilSig. Prefetto, il Sindaco dellacittà, il Presidente della Pro-vincia ed il Comandante del 52°Artiglieria.Nel pomeriggio il programmaprevedeva il ritrovo davanti allaPrefettura da dove è partito ilcorteo formato dalle autorità,dai sindaci dei paesi dellaProvincia di Vercelli accompa-gnati dai Gonfaloni, dai Labari

delle varie Associazioni Civili edelle Associazioni d'Arma citta-dine e dalla popolazione che havoluto essere presente alla ma-nifestazione . Il corteo ha avuto come puntodi arrivo ancora il TeatroCivico. Qui è stato messo inscena uno spettacolo che avevacome tema l'Unità d'Italia e cheha visto protagonisti i ragazzidelle varie scuole cittadine eprovinciali .Al termine gli in-terventi delle autorità conve-nute, a conclusione di questaimportante ricorrenza.Molto toccante e commoventel'intervento di S.E. il Sig. Prefet-to Salvatore Malfi, che alla fineha voluto ricordare, con un mi-nuto di silenzio, le due bambinevittime dell'alluvione che pro-prio in quel giorno ha sconvoltola Città di Genova.Tutta la manifestazione ha avu-to la sentita partecipazione della

nostra Sezione.Non potevamo però certo fer-marci, e visto l'invito fattoci dalSindaco del vicino Comune diVillata, dove abbiamo tenuto ilnostro Raduno annuale diSezione e dove abbiamo lasciatoun bellissimo ricordo (e non po-teva essere altrimenti), il giorno6 abbiamo vestito nuovamente iBianchi Alamari e abbiamo con-cluso la settimana partecipandoalle manifestazioni svoltesi inquesto comune.La nostra partecipazione a tuttiquesti eventi, oltre ad essere danoi molto sentita, serve anche aportare i Granatieri ad esseresempre presenti e protagonisti,come lo sono stati in tutte leguerre e le importanti battaglieche hanno segnato la storia delnostro glorioso Corpo e dellanostra Patria.

Fulvio Bertoglio

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Nella mattina di domenica 6 no-vembre, sotto una pioggia bat-tente senza interruzione, si èsvolta la cerimonia del IV no-vembre a Susa (TO), dove la de-posizione della corona a Coldi-mosso e le qualificate e commo-venti parole del professor AngeloAinardi hanno dato l'avvio allaFesta dell'Unità d'Italia e allaGiornata dedicata alle ForzeArmate, nel ricordo di coloro chehanno preso parte alle guerre eagli eventi bellici della nostrastoria patria. Terminata la Santa Messa inCattedrale celebrata dal Parroco,cui ha preso parte il CoroPrimavera, le peggiorate condi-zioni atmosferiche hanno consi-gliato la prosecuzione delle cele-brazioni all'interno della Chiesa diSan Giusto. Facevano ala all'al-tare, coordinati dal capo nucleosegusino Giancarlo Sibille, laColonnella della Val Susa con l'al-fiere Elvio Jagodnick e il gruppostorico storico «Granatieri ValSusa 1848-1918» guidato con pas-sione ed abnegazione dal maestroMarcello Oliveri. Le note dellaFanfara ANA, i testi recitati conpartecipazione e bravura da al-cune alunne dell'Istituto Com-prensivo di Susa, preparate dalla

professoressa Claudia Elisa RosaBrusin, hanno coinvolto emotiva-mente le autorità, i rappresentatidelle Associazioni d'Arma ed i cit-tadini presenti. Nel suo intervento il Sindaco haricordato gli ideali, il coraggio ed isacrifici che hanno permessoall'Italia, attraverso sanguinoseguerre, di raggiungere l'UnitàNazionale. Valori che contraddi-stinguono anche l'impegno at-tuale delle Forze Armate in di-verse località del mondo. «È indi-spensabile - ha detto Gemma

Amprino - che quanto festeg-giamo oggi non sia dato per scon-tato e che il comportamento degliadulti sia di esempio ai giovani af-finché l'unità della Nazione e lademocrazia possano essere unbene di fondamentale importanzaanche per le generazioni future».Terminata la cerimonia in Catte-drale, una rappresentanza delleautorità civili e militari ha de-posto la corona al Monumento deiCaduti, quale segno di ricono-scenza e gratitudine di tutta laCittadinanza.

CERIMONIA DEL IV NOVEMBRE A SUSA

II giorno 20 Novembre 2011 laSezione Granatieri di Meolo (VE)ha celebrato, davanti alla sede delMunicipio, l'anniversario del 45°anno di fondazione. Alla cerimonia erano presenti: il:Sindaco, Dott. Michele Basso,l'Assessore Michele Benetton, ilPresidente della Sezione di Musiledi Piave, Cav. Rino Lorenzon e igranatieri delle Sezioni ANGS del

Basso Piave.II Sindaco ha donato al Presidentedella Sezione di Meolo, Gran.Angelo Bortoletto un libro dal ti-

tolo «Ville sul Meolo» molto gra-dito ed ha ringraziato la Sezione etutti i presenti a nome dell'Ammi-nistrazione Comunale.

I QUARANTACINQUEANNI DI MEOLO

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offerte ppervenuteooffffeerrttee ppeerrvveennuuttee

o f f e r t e

pervenute

o f f e r t e

OFFERTE PERVENUTE ALLA DATA DEL 30 DICEMBRE 2011PER IL POTENZIAMENTO DEL GIORNALE:

Euro 50,00 Gra. SELLERI Giorgio (in memoria del Gra. Deserti Luigi)

" 25,00 Sig.ra SLAVIERO Maria (in memoria del marito Gra. Slaverio Augusto)

" 50,00 Sig.ra CARMINA NOVELLO Laura

" 25,00 Sezione di RAVENNA (in memoria del Gra. Aluigi Alfredo)

" 20,00 Sezione di CEREA (in memoria del Gra. Bonadiman Saturno)

" 50,00 Gra. FINEZZO Giorgio

" 15,00 Sezione di FABRIANO (in memoria del Gra. Italo Bregallini)

" 25,00 Sezione di TORINO (in memoria del Gra. Bazzan Felice)

" 50,00 Famiglia UGOLINI (in memoria del proprio caro Ten.Col. Natale Ugolini)

" 30,00 Gra. Dino GIRELLI

" 20,00 Sezione di ERACLEA (in memoria dei Gra. Mazzuia Severino)

" 20,00 Sezione di ERACLEA (in memoria dei Gra. Marinello Mario)

" 50,00 Gra.Col. BOTTAI Emilio Roberto

" 50,00 Sig.ra CAPITANI Patrizia (in memoria del padre Gra. Capitani Gino)

" 20,00 Gra. NIZZETTO Luigi

" 15,00 Gra. BORTOLETTO Angelo

PER IL FONDO DI SOLIDARIETÀ «STENIO CONTIGLIOZZI»:

Euro 30,00 Gra. LEPORE e Sig.ra BALI (bonifici del quarto trimestre 2011)

" 50,00 Sig.ra CARMINA NOVELLO Laura

" 50,00 Sezione di CUNEO (in memoria dei Gra. Barberis Giovanni e Galfrè Pietro)

RETTIFICA: L'Offerta per il Giornale di Euro 50,00 fatta dal Gen. ColettaAldo nel numero precedente, è stata erroneamente scritta due volte.

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sfileranno ssempresfileranno ssempre ccon lle nnostre ccolonnelle

AUGUSTOSLAVIERO

Sezione di Rovigo

Nato il 30 luglio1931, è mancato al-l'affetto dei suoi cari,dei commilitoni della

Sezioni e di tutti gli amici e conoscenti, il 17agosto 2011. Aveva un carattere buono edera benvoluto da tutti.Di leva ha prestato il suo onesto servizionella 12ª compagnia mitraglieri, inquadratanel III Battaglione del 2° ReggimentoGranatieri di Sardegna, combattendo nel ter-ribile fronte dei Balcani.Si trovava, con il suo reggimento, a Romanei momenti difficili della comunicazionedell'armistizio. Partecipò al tentativo di di-fendere la Capitale dall'occupazione tedescafino a quando, dopo il 10 settembre 1943,dal Comandante della divisione Granatieriinsieme ai suoi commilitoni non ebbe il con-gedo. Alla guerra fratricida che seguì lui pre-ferì tornarsene a casa e raggiunse a piedi econ pochi mezzi di fortuna la sua famiglia aRovigo. È stato Consigliere della Sezioneper vari anni. Con la sua amatissima moglie,signora Maria, era sempre presente alle ma-nifestazioni granatieresche. Una rappresentanza di Granatieri, con ilPresidente Carlo Stecca, che ha recitato la«Preghiera del Granatiere», ha partecipatocommossa al rito funebre.

A LUIGI, UN GRANATIERE DELLA VECCHIA GUARDIA

II Gra. Silvano Rinaldini della Sezione di Ra-venna comunica il decesso, avvenuto in data 15aprile 2011, del suocero quasi centenario Gra.Alfredo Aluigi.Nato il 24 febbraio del 1912 a Cerasolo (RM),arruolato di leva nel 1° Rgt. Granatieri a Romadal 1932 fino al congedo nel 1933. Nel gennaiodel 1941 viene richiamato sempre al 1° Rgt. perpoi essere congedato definitivamente nell'apriledello stesso anno.Anche se non iscritto all'associazione Alfredo havissuto la sua vita mantenendo sempre vivo l'or-goglio di appartenenza al corpo dei Granatieri.Egli lascia un caro ricordo a chi lo ha conosciutoe ai famigliari.

PIERLUIGIMODINI

Sezione diCalcinate (BG)

Nato l'11 marzo1958, si è spento im-provvisamente lo

scorso 5 novembre 2011 a Gambolò (PV). Se ne è andato prematuramente a soli 53anni travolto da un male incurabile. Mancherà molto sia a chi lo ha conosciutonella sezione granatieri sia ai commilitonidel mitico 1° contingente del 1978 che inmodo particolare lo ricordano e gli erano vi-cini.Purtroppo se ne è andato in silenzio, comequando arrivava nei vari incontri convivialie non con i suoi toni modesti sempre miti egentili.Egli resterà sempre nei cuori di tutti coloroai quali era legato con la solidarietà.Gli amici e gli appartenenti alla sezioneGranatieri di Calcinate… «e dintorni» lo ri-cordano con grande stima ed affetto e rinno-vano le più sentite condoglianze alla fami-glia.

SATURNOBONADIMAN

Sezionedi Cerea (VR)

Il giorno 21 set-tembre 2011 è ve-nuto a mancare al-

l'affetto dei suoi cari e dei commilitoni.Era nato il 9 giugno 1920 ed aveva militatonelle file del 1° Reggimento partecipandoalla campagna d'Africa.Fiero di essere stato un granatiere, hasempre manifestato uno spiccato senso diappartenenza al Corpo che ha prodotto unattaccamento all'Associazione nella quale hamilitato per molti anni con grande soddisfa-zione.I commilitoni della Sezione dì Cerea ed ilPresidente provinciale Gra. Giuseppe Tof-fanin hanno reso gli onori alle esequie fu-nebri, unendosi con viva commozione al do-lore della famiglia alla quale rinnovano lepiù sentite condoglianze.

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TIZIANO BERTIN

Sez. di Due Carrare (PD)

Nato il 4 novembre1919, ci ha lasciato il20 novembre 2011,data in cui ricorrevail 7° anniversariodalla scomparsa del

nostro amato Padre Chiti del quale era moltodevoto. Chiamato alle armi presta servizio nel 3°Reggimento Granatieri, partecipò al 2° con-flitto mondiale in Albania, dopo di che feritotornò in patria e dislocato nelle varie partid'Italia. Fu il fondatore della Sezione e attualmentene era il Vicepresidente onorario molto at-tivo nonostante l'età nelle varie manifesta-zioni.Tiziano, molto legato ai Bianchi Alamari, inpaese fu l'artefice per intitolare una via alglorioso Corpo e nel 1996, nel giardino delCatello di San Pelagio (PD), sempre su suainiziativa venne inaugurato un cippo dedi-cato ai Sette Giurati di Ronchi dei Legionari,alla cerimonia era presente anche PadreChiti.Al rito del saluto funebre oltre la Colonnellasezionale hanno partecipato numerosi soci ele rappresentanze, con Colonnella delleSezioni di Padova, Rovigo e Monselice. Il presidente Lionello Mauro a nome di tuttii soci commilitoni rinnova le più sentite con-doglianze ai familiari.

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sfileranno ssempre

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sfileranno ssempre ccon lle nnostre ccolonnelle

SEVERINOMAZZUIA

Sezionedi Eraclea (VE)

Apparteneva allaclasse 1934, ed «èandato avanti» (cosìcome soleva dire

Padre Chiti).La Sezione Granatieri si è riunita nel dolorealla famiglia Mazzuia per la scomparsa delcaro Granatiere. Severino aveva scelto di nonsposarsi e viveva con un fratello, la cognatae i nipoti. Amava la famiglia dei Granatiericon fierezza e sino all'anno scorso era semprepresente a tutte le manifestazioni associative.Tra la Sezione di Jesolo e quella di Eracleaha superato i 50 anni di tesseramento all'AN-GS. Per questo a marzo 2011 è stato omag-giato con un attestato. Alle esequie erano presenti molti granatieri,con cinque Colonnelle e molti amici di altreassociazioni. Nella famiglia granatieresca la-scia un gran vuoto.

GINO CAPITANI, PRESIDENTE DELLA SEZIONE DI PALANZANO (PR) CI HA LASCIATO. ERA UNO DEL BATTAGLIONE DA SBARCO GRANATIERI

Nato nel 1916, è chiamato alle armi agli inizi del 1938, assegnato al 1° reggi-mento Granatieri di Roma. Nel 1941 viene trasferito per un anno in Sardegnadove contrae la malaria. Dopo un periodo di convalescenza è inviato a Roma eil 19 aprile 1944 è imbarcato sul piroscafo «Francesco Crispi» con destinazioneCorsica. Dopo poche ore il Crispi è silurato da un sommergibile nemico eaffonda in 12 minuti. Saranno 1.150 i soldati morti e una cinquantina i soprav-vissuti tra i quali Gino che, pur non sapendo nuotare, resistette per molte ore inmare e poi fu raccolto da un peschereccio e portato in salvo all'isola d'Elba. Lasua vita militare per lui termina il 21 giugno 1943, dopo cinque anni e mezzo.Amava molto raccontare questo episodio del naufragio a tutti, perché si ritenevamiracolato dalla Madonna, per la quale ha sempre avuto grande devozione. Dallesue parole traspariva sempre l'orgoglio di avere servito la Patria, e mai parole dilamento o rammarico per quei cinque anni vissuti in guerra.Il suo essere GRANATIERE nasce in quel contesto e non lo lascerà per tutta lavita.

Nel 1994, per sua iniziativa, viene fondata la Sezione di Palanzano dell'Associazione Nazionale Granatieri diSardegna, a cui dedica tutto il suo impegno e passione riunendo intorno a sé tanti Granatieri. Con grande vitalità, no-nostante l'età avanzata, ha sempre organizzato la festa dei Granatieri a Palanzano e, finché ha potuto, ha partecipato amolti raduni di altre sezioni.In riconoscenza della sua rettitudine ed impegno, il Presidente della Repubblica Scalfaro nel 1994 lo insignì del titolodi Cavaliere della Repubblica, e nel 2003 il Presidente Ciampi lo nominò Commendatore.Alle sue esequie era presente una folta rappresentanza di Granatieri e di amici che si sono stretti in un affettuoso ab-braccio ai familiari.

OSVALDO CIAMMARUCONI

Con la morte del «Ciamma» molti e molti, non soltanto la moglie e le quattrofiglie e nipoti, hanno perso colui che non potrannorimpiazzare; e molto abbiamo perso anche noiGranatieri, fra i quali faceva eccezione quanto astatura.Tutti lo ricordano - e giustamente - come il «pro-fessore», ma, da ragazzo, la scuola la «marinava»- detestandola - presentandosi agli esami come«privatista».Altra cosa fu l'università, naturalmente; ed, infine,una scuola la fondò proprio lui; una scuola diteatro che ha avuto, fra gli allievi, in quel campo,ma anche nella grande politica, autentici «perso-naggi» (con tanto di autore, però, per stare al suogioco preferito).Personalmente ci siamo incontrati nel battaglione Granatieri di Sardegna, nellacompagnia agli ordini del Capitano Christin e del Tenente Chiti, in anni diffi-cili della storia patria.Reduce, inventò la sua vita dedicandola alla famiglia ed al teatro, come giàdetto, con buoni frutti e non soltanto in campo artistico.Al termine della Messa, nella sua grande chiesa parrocchiale, il generaleNicola Canarile, che molto lo stimava, ha recitato la «Preghiera delGranatiere».

M. H.

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sfileranno ssempresfileranno ssempre ccon lle nnostre ccolonnelle

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La rubrica «Sfileranno sempre con le nostre Colonnelle» è finalizzata a ricordare i soli soci dell’Associazione che hanno lasciato questo mondo per ritornare alla Casa del Padre. Si sotto-linea: I SOLI SOCI. Chi segnala il triste evento per la pubblicazione, dovrà comunicare le seguenti informazioni necessarie per la stesura del necrologio:sezione d’appartenenza; data di nascita e di morte; motivi del decesso; reparto Granatieri nel quale il defunto ha prestato servizio; eventuali campagne di guerra e decorazioni ricevute;eventuali cariche associative rivestite.È opportuno, inoltre, che venga inviata una foto originale del defunto e non, come spesso avviene, fotocopie o copie riprese da giornali. Tutti i testi, comunque, non dovranno superare le12 righe, salvo le eccezioni che si potranno avere a insindacabile giudizio della Redazione.La Redazione, infine, sarà particolarmente grata a chi, avendone la possibilità, invierà un’offerta come, del resto, è previsto dal comma 5 dell’articolo 13 del Regolamento dell’Associazione.

GRANATIERE FELICE BAZZAN: PRESENTE! NEL PRIMO ANNIVERSARIO E PER SEMPRE

Per celebrare il Raduno nazionale Cuneo 2002- il primo del nuovo millennio - il granatiereFelice Bazzan , classe 1928, pittore per pas-sione, creò un suggestivo quadro di grandi di-mensioni, che ora adorna la sede della Sezionedi Torino. Il dipinto rappresenta un baldo gra-natiere che conduce per mano un bambinoverso il futuro, sullo sfondo campeggia lafrase: «A ME LE GUARDIE PER UN FU-TURO DI PACE!»Felice, da ragazzo, aveva conosciuto davvero i disastri della guerra, la fame, ibombardamenti su Torino (la sua città). Nel dopoguerra, prestò il servizio dileva nei Granatieri, quindi si iscrisse alla Sezione torinese ANGS. Divenne au-tista e factotum di Reiss Romoli (granatiere e manager della nascente telefoniaitaliana, a lui è dedicata un'importante via di Torino), quest'ultimo discreto me-cenate della Sezione di Torino negli anni '50, periodo in cui arrivò a contareoltre mille iscritti. La sede, in un antico palazzo del centro, era diventata luogodi ritrovo non solo per i granatieri e famigliari; vi si svolgevano iniziative cul-turali ma anche feste danzanti, sempre caratterizzate da stile ed eleganza, conl'attenta regia di Felice Bazzan che vi conobbe, in una serata di gala, la signo-rina Franca, che diventò la Signora Bazzan. Due vite unite sotto il segno degliAlamari! Tanto che il rinfresco dopo le nozze (a quei tempi non si usavano igrandi banchetti) si svolse in sede con gli amici granatieri tutti presenti.L'impegno associativo del Granatiere Bazzan fu sempre intenso: fu nelComitato organizzativo dello storico Raduno Nazionale Torino 1959 - 300°della Specialità; nel Comitato organizzativo Raduno Nazionale Cuneo 2002; nelComitato organizzativo del Raduno Nazionale di Torino 2009 -350°. Sempre at-tento al massimo coinvolgimento di tutti, giovani ed anziani, per lavorare allacausa.Il 22 dicembre 2010 fu raggiunto dall'ultima chiamata ad Alba, dove da pochianni si era trasferito per motivi famigliari e dove, iscritto anche lì con la gentilsignora, frequentava la locale Sezione senza dismettere la precedente tessera el'attaccamento alla sua Sezione di Torino. Come alle sue esequie, tutti i Granatieri Piemontesi, stringono in un abbraccioideale la Signora Franca e i famigliari, ricordando quanto è stata importante pertutti l'amicizia, l'esemplare senso della vita, la fedeltà ai valori morali delGranatiere Felice Bazzan. Egli veramente sfilerà per sempre con noi.

MARIOMARINELLO

Sezione di Eraclea (VE)

Apparteneva allaclasse 1929, ed hamilitato, a guerra fi-

nita, nel Corpo dei Granatieri. Ci ha lasciatoed «è andato Avanti».La sezione Granatieri di Eraclea e gli as-sociati del basso Piave si sono riuniti allafamiglia per la scomparsa del grandeAmico.Granatiere sempre attivo, da oltre 50 anni,ha ricoperto molte cariche associative, daquella di Consigliere della Sezione, per unperiodo quella di Vice-Presidente e per unbreve periodo anche quella di Presidente.Alle esequie erano presenti molti Granatierie le Colonnelle del Basso Piave.Il Presidente regionale Lino Marian rinnovaa nome di tutti i commilitoni del Veneto lepiù sentite condoglianze alla famiglia.

PIETROBONOMI

Sezione di Lodi

Nato ad OssagoLodigiano il 3 set-tembre 1912, è ve-

nuto a mancare all'affetto dei suoi cari edei commilitoni il ottobre 2011.Il decesso è avvenuto a San Martino inStrada dove risiedeva.Aveva combattuto in Jugoslavia in qualitàdi granatiere semplice durante il secondoconflitto mondiale. Dal 1955 ha retto lacarica di Vicepresidente della Sezionedella quale era stato socio fondatore.Per le sue doti di umanità è ricordato daquanti lo conobbero con stima ed affetto edai figli come un padre esemplare.

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ALAMARO A SPILLO ARGENTATO

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BAVERO Dl PANNO ROSSO CON ALAMARI

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L’ISCRIZIONE ALL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE GRANATIERI DISARDEGNA DA DIRITTO A USUFRUIRE DI UN SOSTEGNO ECO-NOMICO ALLE CURE MEDICHE CHE, MALAUGURATAMENTE, PO-TREBBERO SERVIRE ALLE FIGLIE DEI GRANATIERI SOCI.

Per Informazioni contattare la sezione di Roma della ANGS - Via Sforzan. 5 00184 Roma, telefono/fax 06 4746395

IL CONTE NICOLÒ GIACCHI

Nato a Novara nel febbraio del 1887, da una famiglia d’anticanobiltà, abbracciò la carriera delle armi percorrendo i varigradi della gerarchia militare nei ranghi del 1° e del 2° reggi-mento Granatieri di Sardegna. Ufficiale di grande valore, par-tecipò alle campagne coloniali e alla Prima Guerra mondialemeritandosi una Medaglia di Bronzo, due Medaglie d’Argentoe l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine militare di Savoia.Giacchi sposò Clotilde Mazzitelli dalla quale ebbe una figlia,Pieretta, che morì di malattia in tenera età. Per espressa vo-lontà del conte Giacchi, due appartamenti di sua proprietà,situati a Roma, furono donati nel 1963 dalla moglie Clotilde ai

Granatieri di Sardegna affinché con la loro renditafosse costituito un fondo da dedicare all’assistenza

sanitaria delle figlie bisognose di cure dei Granatieristessi. Il conte Giacchi morì a Roma il 7 novembre1948; sua moglie, donna Clotilde, a Conca della

Campania il 4 dicembre 1964.Il Fondo, che prende il nome dal donatore,viene gestito da un’apposita commissione isti-tuita presso la sezione ANGS di Roma.