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SEMESTRALE DI CULTURA IN VALDINIEVOLE EDICOLA VOTIVA DEI PASSIONISTI Località Casacce Restaurata dall’Associazione “Amici di Pescia” 21 Settembre 2013 Nebulæ Semestrale di cultura valdinievolina Organo dell’Associazione “Amici di Pescia” Direttore editoriale, Carla Papini Responsabile, Enrico Nistri anno XVIII, n. 55 Gennaio 2014 La rivista viene inviata gratuitamente ai soci Quota annuale Socio ordinario Euro 25,00 Socio sostenitore Euro 60,00 con dono Versamento sul c.c.p. n. 11155512 intestato all’Associazione “Amici di Pescia” Direzione, redazione e amministrazione Via Santa Maria, 1 - 51017 Pescia Casella Postale n. 75 E-mail: [email protected] Tel. 0572 476323 www.amicidipescia.it Autorizzazione del Tribunale di Pistoia n. 472/1995 Stampa “Tipolito Vannini” - Buggiano (PT) SOMMARIO Pag. » » » » » » » » » » » » » » » Editoriale di Carla Papini Luigi (Gigi) Salvagnini Le sue attività di Anna Lia Franchetti Arrivederci Gigi di Alberto Maria Onori Il professor Gigi Salvagnini di Gianfranco Raffaelli Quando conobbi Gigi di Lucia Corradini Guardare con altri occhi: un insegnamento di Anna Maria Franchi Da sempre siamo gli ultimi romantici di Mario Biagioni Gigi Salvagnini “Il professore” di Mauro Mazzoncini e Luigi Angeli In ricordo di Gigi Salvagnini di Carlo Vivaldi Forti Dedicato a Gigi di Giovanni Nocentini “Sol chi non lascia eredità d’affetti poca gioia ha dell’urna” di Lorenzo Puccinelli Sannini Gigi Salvagnini e il seicento pesciatino di Amleto Spicciani A un italiano che non si stancò “di svegliar dalle tombe i padri nostri” di Giampiero Giampieri Gigi Salvagnini e i convegni storici di Buggiano di Vincenza Papini Un ricordo di Salvagnini di Fabrizio Mari Il ricordo di un incontro di Gaia Lavoratti 2 3 11 12 14 15 16 17 18 20 21 22 25 26 28 29 n. 55 Gennaio 2014 FASCICOLO INTERAMENTE DEDICATO AL PROF. GIGI SALVAGNINI Nebulæ

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SEMESTRALE DI CULTURA IN VALDINIEVOLE

EDICOLA VOTIVA DEI PASSIONISTILocalità Casacce

Restaurata dall’Associazione “Amici di Pescia”21 Settembre 2013

NebulæSemestrale di cultura valdinievolina

Organo dell’Associazione“Amici di Pescia”

Direttore editoriale, Carla PapiniResponsabile, Enrico Nistri

anno XVIII, n. 55Gennaio 2014

La rivista viene inviata gratuitamente ai sociQuota annuale

Socio ordinario Euro 25,00Socio sostenitore Euro 60,00 con donoVersamento sul c.c.p. n. 11155512

intestato all’Associazione “Amici di Pescia”Direzione, redazione e amministrazioneVia Santa Maria, 1 - 51017 Pescia

Casella Postale n. 75E-mail: [email protected]

Tel. 0572 476323www.amicidipescia.it

Autorizzazione del Tribunaledi Pistoia n. 472/1995

Stampa “Tipolito Vannini” - Buggiano (PT)

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Editoriale di Carla PapiniLuigi (Gigi) SalvagniniLe sue attività di Anna Lia FranchettiArrivederci Gigi di Alberto Maria OnoriIl professor Gigi Salvagninidi Gianfranco RaffaelliQuando conobbi Gigi di Lucia CorradiniGuardare con altri occhi: un insegnamento di Anna Maria FranchiDa sempre siamo gli ultimi romanticidi Mario BiagioniGigi Salvagnini “Il professore”di Mauro Mazzoncini e Luigi AngeliIn ricordo di Gigi Salvagnini di Carlo Vivaldi FortiDedicato a Gigi di Giovanni Nocentini“Sol chi non lascia eredità d’affettipoca gioia ha dell’urna” di Lorenzo Puccinelli SanniniGigi Salvagnini e il seicento pesciatinodi Amleto SpiccianiA un italiano che non si stancò“di svegliar dalle tombe i padri nostri”di Giampiero GiampieriGigi Salvagnini e i convegni storici di Buggiano di Vincenza PapiniUn ricordo di Salvagnini di Fabrizio MariIl ricordo di un incontro di Gaia Lavoratti

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n. 55 Gennaio 2014

FASCICOLO INTERAMENTE DEDICATO AL PROF.

GIGI SALVAGNINI

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Francesco Salvagnini, figlio delcompianto Prof. Gigi Salvagnini,studioso della nostra città, citta-dino onorario di Pescia, haespresso la volontà di donareall’Associazione “Amici di Pe-scia” i libri da lui scritti e posse-duti sulla nostra città, collezionecompleta della Rivista Nebulae,collana di Ricerche sulla sculturadel primo novecento “Libero”,da lui diretti, nonché la colle-zione di foto e diapositive su Pe-scia e la Valdinievole.L’Associazione grata e ricono-scente per la dimostrazione di at-

taccamento e stima, in alternativaad una collocazione presso la suasede, al fine di garantire una ade-guata e maggiore consultazione,conservazione e divulgazione delmateriale storico, ha inoltrato ri-chiesta formale all’Amministra-zione Comunale di Pescia perottenere un appropriato spaziopresso Villa Sismondi ed istituireil “Fondo Salvagnini” nei localidella Biblioteca Comunale.L’Amministrazione, nel dimo-strare sensibilità ed interesse peruna nobile iniziativa di caratterestorico-culturale che arricchisce

il patrimonio bibliografico di Sto-ria Locale, ha dato la sua dispo-nibilità.Pertanto l’Associazione ringraziasentitamente l’Amministrazionee i Funzionari che si sono interes-sati ed hanno consentito il buonesito dell’iniziativa.

E’ stato organizzato inoltre dal-l’Associazione per sabato 8 feb-braio 2014, ore 15,30 al Palagiodi Pescia un Convegno in ricordodel Prof. Gigi Salvagnini daltema: “La storiografia locale con-temporanea a Pescia”.

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FASCICOLO INTERAMENTE DEDICATO A GIGI SALVAGNINI

I documenti del 1993che attestano la

CITTADINANZA ONORARIA DEL COMUNE DI PESCIA

a Gigi Salvagnini

EDITORIALEdi Carla Papini

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FASCICOLO INTERAMENTE DEDICATO A GIGI SALVAGNINI

Laureato in Lettere e Filosofia,indirizzo storico-artistico, conuna tesi sui centri storici. Assi-duo frequentatore di archivi ebiblioteche, conduce un’intesaattività di ricerca dedicata prin-cipalmente alle vicende storicoartistiche della Toscana. Fondae dirige alcune riviste: “La Val-dera”. Quaderni di storia, arte,costume (1969), “Granducato”.Osservatorio fiorentino di sto-ria, arte, cultura (1976), ”Li-bero”. Ricerche sulla sculturadel primo Novecento” (1993),“Nebulæ”. Quadrimestrale dicultura valdinievolina, organodell’Associazione “Amici di Pe-scia (1995). Dal 1979 al 2011 partecipa atti-vamente ai lavori dei Convegnidell’Associazione culturale Bug-giano Castello.Dal 1980 al 1993 (anno dellasoppressione) è membro dellaCommissione Beni Ambientali(C.B.A.) della Valdinievole; dal1986 Addetto culturale della Se-zione Valdinievole di Pescia del-l’Istituto Storico Lucchese; dal1988 “Ispettore onorario per ibeni architettonici e ambientali”del Ministero per i Beni e le At-tività Culturali”, per il Comunedi Pescia.Nel 1989 fonda e dirige l’Asso-ciazione “Amici di Pescia”, nelcui ambito organizza convegni,tavole rotonde e un ciclo di “In-contri con l’opera d’arte”.Nel 1993 fonda il “Centro Li-bero Andreotti” per lo studiodella scultura del primo Nove-

cento e, con un comitato di stu-diosi della materia, il semestrale“Libero”, che dirige fino allacessazione (1996). Nell’ambitodelle attività del “Centro” curaalcune mostre su artisti delprimo Novecento: Monsum-mano: quattro secoli, dieci scul-

tori, Monsummano, 1993; Regi-naldo Bilancini, scultore di Pe-scia (1820-1907), Pescia, 1994;1920-1940: scultori toscani sco-perti o ritrovati, Firenze, 1998;Siro Walfredo Grassi scultore(1889-1942), Chiesina Uzza-nese, 1998; Corrado Frateschi,

LUIGI (GIGI) SALVAGNINILE SUE ATTIVITÀ

di Anna Lia Franchetti

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pitture, sculture e disegni, Pescia,1998. Nel 1993 il Consiglio comunaledi Pescia gli conferisce, all’una-nimità, la cittadinanza onorariadi Pescia.Dal 1995 al 2013 è Direttoreeditoriale di “Nebulæ”. Quadri-mestrale di cultura valdinievo-lina, organo dell’Associazione“Amici di Pescia”.Dal 1998 è collaboratore del-l’Allgemeines Kunstlerlexikon(SAUR) per il quale redige nu-merose schede sugli scultori delprimo ‘900.Negli ultimi anni conduce ap-profondite ricerche su fascismo,guerra e periodo postbellico inToscana che si concretizzano inuna serie di volumi usciti tra il2004 e il 2010.

Attività didattica

Dal 1975 al 1984 svolge attivitàdidattica presso la Cattedra diArchitettura Sociale della Fa-coltà di Architettura di Firenzetenendo corsi e seminari princi-palmente sulle tipologie teatralie sulla dimora rurale in Toscana;per il “Gabinetto Sperimentaleper la ricerca filmata” dellastessa Facoltà realizza inoltredei film didattico-scientifici tracui, in ambito artistico, “Mooreal Forte Belvedere”, “Ceroli:lettura di una mostra”.Dagli anni ’80 tiene corsi di sto-ria dell’arte nelle Universitàdella terza età di Firenze e dellaValdinievole, lezioni a studentidi scuole di vario ordine e gradoe corsi di aggiornamento perdocenti; su invito delle princi-pali Associazioni culturali dellaValdinievole tiene conferenze

sull’arte e la storia del territorio.

Pubblicazioni principali

Cultura e architettura della casarurale, Firenze, 1974.

Pescia una città, Firenze, 1975.La Madonna di Pescia dal Pontea Piè di Piazza, Firenze, 1977.

Dalle sacre rappresentazioni alteatro di guerriglia, Firenze,1978.

Resedi rurali in Toscana, Fi-renze, 1980.

Il teatro di strada come tipologia,Firenze, 1981.

Gherardo Mechini, architetto diSua Altezza, Firenze, 1983.

Il luogo teatrale, Firenze, 1984.

Storia dell’Arte in Italia, Bolo-gna, 1984.

Guida di Pescia, Firenze, 1984.

Centoundici segreti o misteri rac-colti da Gigi Salvagnini per ilviaggiatore curioso che capiti inquesta straordinaria città di Pe-scia, Firenze, 1985.

Pescia, una comunità nel Sei-cento, Firenze, 1989.

Una famiglia di cartai toscani: iCarrara (in collab. con F. Quiri-coni), Pistoia 1991.

Un secolo di scultura fiorentinasul colle di Trespiano. “Libero”,n. 8, 1996.

Corrado Feroci scultore: gli anniitaliani. “Libero” 11, 1998.

La scultura nei monumenti aiCaduti della prima guerra mon-diale in Toscana. Firenze 1999.

Oreste Chilleri: un monumenta-lista tra Crispi e Mussolini. “Li-bero” n.15, 2000.

Il ‘Novecento’ in periferia; Scul-ture nei cimiteri minori del Co-mune di Firenze. “Libero” n.16, 2000.

Montefoscoli dal Mille al Due-mila, Firenze, 2000.

Pescia storia urbana, in AA.VV.,Pescia, la storia, l’arte e il co-stume, Pisa, 2001.

Porte Sante. Il cimitero di SanMiniato a Firenze, Firenze,2001. Vico Consorti e l’America La-tina, in AA.VV., Vico Consortiscultore, Siena 2002.

Giorgio Rossi. Un lungo viaggioattraverso il Novecento. ”Li-bero” n. 21, 2003.

Armando Zago. Lo scultore deldolore. Centro Libero Andre-otti, 2003.

Storia di un edificio (La ex Casadel Fascio ‘Dante Rossi’ a Fi-renze). Fascicolo per l’Agenziadel territorio ex UTE, Firenze,2003.

Giuseppe Gronchi e il déco a Fi-renze, “Libero” n. 23, 2003.

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FASCICOLO INTERAMENTE DEDICATO A GIGI SALVAGNINI

L’ultima guerra civile: Firenze ela R.S.I., Firenze, 2004.

La dimora rurale in Valdinievole,in AA.VV, Le dimore di Pistoiae della Valdinievole, Firenze,2004.

Storie miti e leggende del Fasci-smo in Valdinievole, Firenze,2004.

Dagli al fascista!… Peripezie po-stbelliche di “repubblichini” to-scani, Firenze, 2005.

Fascisti pratesi. Trent’anni di sto-ria e un massacro, Firenze, 2006.

Diario della Rivoluzione fascistain Toscana. 1919-1925, Firenze,2007.

Guida di Firenze “fascistissima”reale e virtuale, Firenze, 2008.

Il demonio in Valdinievole.Undici storie vere, un pream-bolo e una pinocchieria, Fi-renze, 2009.

“Firenze spetta agli inglesi”. Finedi una città aperta, Firenze,2010.

Ha pubblicato inoltre innume-revoli articoli e saggi di storia earte, sempre previlegiando l’am-bito toscano, su vari giornali eriviste tra cui: “La Valdera”,“Granducato”, “Prato, Storia eArte”, “Erba d’Arno”, “Valdi-nievole ‘80”, “L’Eco di Valdi-nievole”, “Nebulæ”, “Libero”.I suoi interventi a Convegni eTavole rotonde sono reperibilinei relativi Atti.

198713 genn., 25 febbr. - Su incaricodel Comune di Firenze tienedue lezioni ai corsi dell'Univer-sità dell'età libera su "La culturateatrale in Toscana e in Europain epoca barocca".

27 febbr. Su invito dell'IstitutoStorico Lucchese tiene in SanFrancesco di Pescia una confe-renza sul "Martirio di Santa Do-rotea di Jacopo Ligozzi".

Marzo-maggio - Per incaricodel Comune di Pescia tiene unciclo di lezioni di "Storia ur-bana" nelle locali scuole del-l'obbligo.

Aprile-maggio - Cattedra di Ar-chitettura Sociale della Facoltàdi Architettura di Firenze tieneuna serie di lezioni su "La storiadegli spazi. Momenti significativinella storia dell'edificio teatrale.Il teatro medievale. Il teatro eli-sabettiano."

17 maggio - Partecipa con laconversazione "L'uomo e ilmito" al Convegno su "CarloMagnani nel centenario della na-scita" indetto a Pescia dalla lo-cale sezione dell'Istituto StoricoLucchese.

1 sett.-15 sett. - Su invito del-l'Associazione Intercomunaledi Valdinievole, organizza uncor-so di orientamento perneo-diplomati sui "Beni am-bientali del Montalbano" coor-dinandone i docenti e tenendoviun corso su "La dimora rurale ei valori storico-artistici del terri-torio".

1988Genn.-Aprile - Tiene un "Corsodi aggiornamento per insegnantielementari e medi" sul temadella "Storia urbana", organiz-zato dall'Assessorato alla scuoladel Comune di Pescia.

Febbr.-Giugno - Per incaricodell'Associazione Intercomu-nale della Valdinievole tiene aPescia, Monsummano e Monte-catini altrettanti corsi di "Storiadell'arte romana e medievale".

8 marzo - Per l'Istituto StoricoLucchese tiene in San France-sco di Pescia una conferenza su"Il miracolo della mula di Gio-vanni Martinelli".

Aprile-Giugno - Attiva nella Fa-coltà di Architettura di Firenzeun seminario sulla messa in sce-na di alcuni testi teatrali.

17 aprile - partecipa al Conve-gno "Medici e medicina in Valdi-nievole" con la conferenza "IGerini di Camaiore e la profes-sione medica nel Seicento".

Maggio - Per incarico dell'Asso-ciazione intercomunale di Val-dinievole tiene una serie diquattro lezioni sulle "Ville medi-cee" per l'Universita del tempodisponibile (sezione di Lar-ciano).

17-18 maggio. Su incarico delComune di Firenze tiene due le-zioni sul Teatro del Settecentopresso "L'Università del TempoLibero".

1989Genn.-marzo - Tiene un Corsosu "L'Arte gotica" per l'Univer-

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sità del Tempo disponibile in-detto dall'Associazione interco-munale di Valdinievole.

7 Febbr. - Il Consiglio dell'As-sociazione "Amici di Pescia" loelegge Presidente.

Marzo - Per l'Università delTempo libero di Firenze tiene 4lezioni sul "Teatro ottocentesco".1 Aprile - Per l'Associazione"Amici di Pescia" tiene nellachiesa di San Domenico unaconversazione della serie "In-contri con l'opera d'arte" su "Lachiesa di San Domenico e il SanFilippo Neri in estasi del Ma-ratta".

Dic. - Per incarico della Comu-nità montana dell'Amiata tienea Casteldelpiano un Corso su"La dimora rurale in Toscana:storia, tipologia, recupero".

199019 Genn. - Su invito del Co-mune di Firenze tiene due le-zioni all'Università del Tempolibero su "Architettura e Fasci-smo".

Febbr.-Aprile - Tiene un corsosull'"Arte del Quattrocento" aPescia, Montecatini e Monsum-mano per incarico dell'Univer-sità del Tempo disponibile diValdinievole.

3 Febbr. - Coordina ed intro-duce il Convegno "Ivonetto An-dreucci nel centenario dellanascita" organizzato dall'Asso-ciazione "Amici di Pescia".

2 giugno - Per l'Associazioneculturale Sant'Jacopo Soprarno

di Firenze un convegno su "Ar-chitettura, ambiente e paesaggioin Pinocchio" e vi partecipa conla relazione "Pinocchio, Loren-zini e la città discontinua".

23 Giugno - Partecipa al Con-vegno di storia della Valdinie-vole, organizzato in Buggianoda quel Comune e dall'IstitutoStorico lucchese, con la confe-renza "Monsummano, terra difondazione".

1991Per l'Università del Tempo di-sponibile di Valdinievole tiene aMonsummano e Pescia unaserie di lezioni su "L'arte delCinquecento".

23 febbraio - Come Presidentedell'Associazione Amici di Pe-scia organizza il Convegno "PerFrancesco Galeotti: convegno distudi sulle Memorie di Pescia e lastoriografia locale" al quale par-tecipa con la relazione: "L'impe-gno professionale e civile diFrancesco Galeotti (da due epi-stolari inediti)".

20 aprile - Organizza il Conve-gno La pittura del seicento a Pe-scia e l'Ultima Cena dell'exConvento di San Francesco; re-lazione: Cenni sugli artisti localie sulle "Cene" pesciatine.

Nov. - Su incarico della Prov. diGrosseto, attiva presso la Co-munità Montana un Corso su"La dimora rurale nell'Amiata"

1992Per l'Università del Tempo di-sponibile di Valdinievole tiene aMonsummano e Pescia una serie

di lezioni su: "Il Manierismo"

22-24 maggio - Convegno: "IlPadule di Fucecchio: Problemidel passato, scelte del presente"(Stabbia), relazione: "La que-stione del “Fossetto“".

29 sett.- Su invito del Lyonsclub di Montecatini tiene unaconferenza su: La piazza del Po-polo di Montecatini e i "beni am-bientali".

19935 aprile - Il Consiglio comunaledi Pescia con deliberazione n.40 gli conferisce all'unanimità lacittadinanza onoraria.

Genn. - Il "Centro Libero An-dreotti per la documentazione elo studio della scultura del primoNovecento" lo nomina Direttoredel Centro e della rivista "Li-bero".

Per l'Università del Tempo di-sponibile di Valdinievole tiene aMonsummano e Pescia unaserie di lezioni su "Il Barocco inItalia".

Per il "Centro Libero Andreotti"cura la mostra "Monsummanoquattro secoli dieci scultori" cheha luogo nella villa RenaticoMartini di Monsummano dall'8al 30 maggio.

26 giugno - Partecipa con laconferenza "Architettura ed edi-lizia in Valdinievole nel periodogranducale mediceo" al Conve-gno su "Architettura in Valdinie-vole" indetto dal Comune diBuggiano e dall'Associazioneculturale Buggiano Castello.

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1994Per l'Università del tempo di-sponibile della Valdinievoletiene a Monsummano e a Pesciauna serie di lezioni su: "Neoclas-sicismo e Romanticismo".

17 febbr. - Su incarico del Co-mune di Monsummano, tienenella Villa Renatico Martini unaconferenza su Gherardo Me-

chini architetto di Sua Altezza.

12 marzo - Su invito del Lyonsclub di Pescia partecipa al Con-vegno: "La donna nella storia enella vita" con una conferenzasu: La suora pesciatina nel Sei-cento.

Per il "Centro Andreotti" cura,insieme ad A. P. Torresi, una

mostra sullo scultore ottocente-sco Reginaldo Bilancini, apertanei locali della Gipsoteca An-dreotti di Pescia dal 10 al 24aprile 1994.

16 aprile - Su invito dell'Asso-ciazione “Amici di Pescia”, in-sieme alla prof. FrancescaPetrucci, parla di Reginaldo Bi-lancini e la scultura dell'Otto-cento per l'VIII "Incontro conl'opera d'arte".

18 aprile - Il Comune di Pescialo invita ad un Convegno su laCappella Cardini di Pescia, alquale partecipa con la relazione:"Una cappella per il culto"

1995Attività didattica e di ricerca1/3-15/12 - Per incarico del Co-mune di Pescia (Università delTempo Disponibile), Corso distoria dell’arte sul Primo Nove-cento: “I Macchiaioli, l’Espres-sionismo e Picasso (con visita alMuseo Fattori di Livorno). [Pro-segue nel gennaio 1996].

Convegni, Conferenze, Mostre13/5 - Per l’Associazione “Amicidi Pescia” tiene la conferernzacon diapositive: “Il museo dellesculture all’aperto di Pescia”della serie: “Incontri con l’operad’arte”.

1996Attività didattica e di ricerca12/1-6/12 – Per incarico delComune di Pescia (Universitàdel Tempo Disponibile): Prose-guimento del Corso di Storiadell’arte sul Primo Novecento:“Liberty, Secessione, Espressioni-smo, Futurismo, ‘Ritorno all’or-

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dine’ e introduzione all’arte con-temporanea”, con visita guidataalla Gipsoteca Libero Andreotti(23/2).

8/2 e 7/3 – Comune di Firenze,Università dell’Età Libera. Le-zioni su “L’architettura e la scul-tura durante il Fascismo”.

26/4 - Biblioteca Comunale diMonsummano, Corso di Storiadell’arte medievale e moderna,con visita alle chiese romanichedi Lucca, alla Gipsoteca Andre-otti di Pescia e al Museo Fattoridi Villa Mimbelli di Livorno

Convegni, Conferenze, Mostre2/3 - Storia e forma urbana. Re-lazione al Convegno “SalviamoPescia: le ragioni di una opposi-zione alla variante del Piano Re-golatore”, organizzato da “Le-gambiente”, Gruppo Verdi,WWF Valdinievole. Pescia,Sala delle conferenze del-l’Ospedale.

27/4 - La chiesa ottocentesca diPieve a Nievole; intervento allatavola rotonda “La chiesa di SanMarco Evangelista”.

30/5 - L’arredo pittorico dellacappella di San Lorenzo nelduomo di Pescia. Relazione alConvegno: “Il Duomo di Pescia:una chiesa per la città. Trecentoanni dalla costruzione”, e Rela-zione conclusiva al Convegnomedesimo. [vedi Atti, 1998].

28/6 - La chiesa dei SS. Stefanoe Niccolao e l’architetto PietroBernardini. X “Incontro conl’opera d’arte”, Pescia, chiesa diS. Stefano.

1997Attività didattica e di ricerca10/1-18/4 - Università delTempo Disponibile (Comune diPescia). Corso su l’Arte contem-poranea: (“Post-espressionismoe informale, Dada, Pop Art, Artecinetica, Arte Povera, Transa-vanguardia, Post-moderno, Cita-zionismo”. Tre lezioni in aule 3e una visita guidata alle sculturedella chiesa dell’Autostrada(18/4).

18/2 - Corso di aggiornam. in-segnanti medi. Lezione su “Sto-ria urbana di Ponte Buggianesein rapporto ai centri maggiori delterritorio”, scuola Media Cecchidi Ponte Buggianese.

5/3 - Università del Tempo Li-bero di Pistoia. Corso su “Lapittura e la scultura a Pistoia nelprimo Novecento”. Due lezioniin aula e visite guidate alla Mo-stra di Telemaco Signorini (Fi-renze, Palazzo Pitti, 15/3) e allaGipsoteca Libero Andreotti(Pescia, 10/4)

Convegni, Conferenze, Mostre11/4 - Partecipa al Convegno:“Il recupero del moderno” in-detto dal Circolo di Cultura Po-litica “Fratelli Roselli” e dall’U-niversità degli Studi di Firenze,Dipartimento di Processi e Me-todi”, con la relazione “RaffaelloFagnoni: la committenza e ilcantiere”. Villa Arrivabene, Fi-renze.

27/4 - Partecipa alla 2a Tavolarotonda “Pieve a Nievole e le suevicende storiche” con la rela-zione: “La ‘capanna’ come di-mora, nella bassa Valdinievole”.

26/7 - Su invito dell’assessoratoalla cultura del Comune di Pe-scia, presenta con la conferenza“Bice e i Bisordi” la donazione diuna trentina di opere della scul-trice Bice Bisordi alla GipsotecaAndreotti.

8/11 - Su invito dei Comuni diPescia e Uzzano, nell’ambito delConvegno “La via Cassia ed iguadi della Pescia Maggiore e Pe-scia Minore” (Pescia 17/10, Uz-zano 8/11) tiene una relazionedal titolo “I guadi del Pescia inrapporto alla viabilità locale”.

1998Attività didattica e di ricerca28/1-21/4 – Su incarico dellaDiocesi di Pescia, Corso di ag-giornamento insegnanti di reli-gione. Tre lezioni su “Chieseromaniche e rinascimentali inValdinievole”.

31 marzo - Il Ministro dei Beniculturali e ambientali gli rinnovafino al 31dicembre 1999 l’inca-rico di Ispettore onorario per ibeni ambientali e architettonicidel Comune di Pescia.

Convegni, Conferenze, Mostre4-14 giugno 1998 - Per il circolo“Firenze nel Mondo”, allestisceal Parterre di Firenze la mostra“1920-1940: scultori toscani sco-perti o ritrovati”.

29 luglio - 5 agosto – Per il Co-mune di Chiesina Uzzanese, nellocale Xenodochio, cura la mo-stra e ne redige il sommario ca-talogo: “Siro Walfredo Grassiscultore, Chiesina Uzzanese1889-1942”.

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FASCICOLO INTERAMENTE DEDICATO A GIGI SALVAGNINI

13 settembre - Inaugura con unbreve discorso, la Mostra da luicurata sullo scultore CornelioPalmerini, nel complesso monu-mentale la Badia di Camaiore.

12-19 dicembre. Cura per contodell’Associazione ‘Amici di Pe-scia’ una mostra del pittore escultore pesciatino CorradoFrateschi, nell’ex cenacolo delConvento di San Michele, e neredige un depliant illustrativo.

1999Attività didattica e di ricerca12/11-10/12 - Per incarico delComune di Pescia: “Universitàdel tempo disponibile”, 5 lezionisu “Tra Sei e Settecento. L’arte aPescia città nobile”, con visitaguidata alla cattedrale.

2001Attività didattica e di ricerca27 marzo e 3 aprile. Su incaricodella Diocesi di Pescia tiene un

corso di aggiornamento per gliinsegnanti di religione su “Gliedifici chiesastici in Valdinievoledal Manierismo ai giorni nostri”e “Gli affreschi di Pietro Anni-goni nella chiesa di Ponte Bug-gianese”.

18 aprile-23 maggio. Su inca-rico del Comune di Pescia(Università del Tempo disponi-bile) Corso di Storia dell’artesul Rinascimento; tiene quattrolezioni in aule e visita guidataalla chiesa di Santa Maria No-vella (Firenze).

Convegni, Conferenze, Mostre 24 marzo. Su invito del LyonsClub di Pescia tiene, nella lo-cale chiesa di San Domenico,una conferenza sull’edificio esul quadro di San Filippo Neriin estasi del Maratta.

21 aprile. Nel Palagio di Pesciasu incarico dell’Associazione

‘Amici di Pescia’ per la serie “In-contro con l’opera d’arte” tieneuna conferenza su “Il ‘canneto’di Pino Castagna”.

22 maggio. Su invito del LyonsClub di Montecatini tiene nelMuseo della Carta di Pietra-buona una conferenza su: “Gliopifici: un segno nel paesaggiopesciatino”.

17 novembre – Partecipa alconvegno su Giulio Bernardini,organizzato dalla sezione Pesciadell’Istituto Storico Lucchese,con la conferenza: “Alcune ar-chitetture toscane di Giulio Ber-nardini” tenuta nel Palagio diPescia.

2002Attività didattica e di ricercaComune di Pescia (Universitàdel tempo disponibile) Corsodi Storia dell’arte sul tema “Laraffigurazione dell’acqua in scul-tura” (4 lezioni).

Convegni, Conferenze, Mostre 5 maggio – Su invito della Bi-blioteca Comunale di Bug-giano, presenta al pubblico illibro di Omero Nardini, Lachiesa e il convento di SantaMaria in Selva.

2003Attività didattica e di ricerca.7 maggio-11 giugno – Per inca-rico del Comune di Pescia (Uni-versità del tempo disponibile)tiene un corso di Storia dell’artedal titolo “Per la lettura diun’opera d’arte” (5 lezioni).

Convegni, Conferenze, Mostre 28 marzo – Su invito dell’Asso-

Il prof. Salvagnini durante la presentazione dell’acquaforte “Pescia 2000 allesoglie del terzo millennio” del pittore Franco Del Sarto, con il critico d’arteLodovico Gierut nel Dicembre 1999 al Refettorio di S. Michele.

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ciazione dimore storiche ita-liane, partecipa al Convegno“Le dimore di Pistoia e dellaValdinievole” con la relazione“La dimora rurale in Valdinie-vole”.

14 novembre – Per l’Associaz.“Amici di Pescia”: Incontro conl’opera d’arte, La chiesa dellaMaddalena.

Attività didattica e di ricerca19 aprile-17 maggio – Per il Co-mune di Pescia (“Università deltempo disponibile”), Corso diStoria dell’arte. Quattro lezionisu: “L’Arte in Vakldinievole”.

Convegni, Conferenze, Mostre 7 aprile – Alla Pubblica Assi-stenza di Pescia: Conferenza su“Una fontana per PiazzaGrande”.

18/5 – Badia Polesine. Su invitodel Comune presenta la pubbli-cazione “Zago, lo scultore deldolore”.

2005Attività didattica e di ricerca4 - 28 aprile – Per incarico delComune di Pescia, nell’ambitodella “Università del tempo di-sponibile”, tiene quattro lezionidi un corso di storia dell’artesul tema “Il quadro e il qua-draro. Riflessioni sullo spazio”.

Convegni, Conferenze, Mostre 14 gennaio – Per invito dellaPubblica Assistenza di Pescia,tiene una conferenza su: “Il ter-ritorio pesciatino”.

29 febbraio – Per invito del-l’Associazione “Amici di Pe-

scia”, tiene una conferenza su“Incontro con l’opera d’arte: LaChiesa della Madonna di Piè diPiazza”.

2006Attività didattica e di ricercaAprile/maggio – Per incaricodel Comune di Pescia, nell’am-bito dei corsi per l’Universitàdel tempo disponibile, tienequattro lezioni su “GalileoChini nel cinquantenario dellamorte”.

Convegni, Conferenze, Mostre 10 gennaio – Su invito dellaPubblica Assistenza di Pescia,conferenza su: “La cultura a Pe-scia durante il Novecento”.

5 marzo – Per gli “Amici di Pe-scia” tiene una conferenza condiapositive su “La Misericordiae le opere…d’arte” per l’annuale“Incontro con l’opera d’arte”.

26 aprile – Alla Pubblica Assi-stenza di Pescia, conferenza su“Giulio Palamidessi”.

2007Convegni, conferenze, mostre 10 gennaio: Pescia: Conferenzaalla Pubblica Assistenza su“L’Italia 1861-1915”.

25 maggio – Pescia: Conferenzaper gli “Amici di Pescia”:“Mochi e la tramvia”.

10 ottobre – Pescia: Confe-renza alla Pubblica Assistenza:“La Grande Guerra”.

2008Ricerche, conferenze, convegni Conferenza su “Istituzioni e

classi dirigenti valdinievolinenel periodo mediceo”, al Conve-gno di Buggiano Castello, 31maggio.

30 aprile – Pescia, “Pubblica As-sistenza”. Conferenza: “La Ma-donna di Piè di Piazza”.

10 maggio – Pescia, “Amici diPescia”. Conferenza: “Il Nove-cento a Pescia”.

31 maggio – Buggiano Castello.Conferenza: “Istituzioni e classidirigenti valdinievoline nel pe-riodo mediceo”.

8 ottobre – Pescia, “PubblicaAssistenza”. Conferenza: “Illuogo teatrale”.

12 ottobre – Collodi, Chiesa diS. Bartolomeo. Conferenza:“Franco Del Sarto e l’affresco diS. Bartolomeo”.

2009Convegni, conferenze, mostre 21 novembre: Pescia, PalazzoComunale: “Bartolini e Pescia”,relazione alla “Giornata distudi: Sigfrido Bartolini: laForma nel Tempo.”

201028 maggio (ore 15): Conferenzasul Marchesato di Bellavista alconvegno di Buggiano sulle“Giurisdizioni valdinievoline”.

9 settembre: partecipazione alconvegno su “Tantana responsa-bile o no” a Prato sala consiliaredel Comune, con intervento suLa strage di Castello vista da unpost-fascista.

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ARRIVEDERCI GIGIdi Alberto Maria Onori

Era un giovane, allora; alto, impo-nente, occhio limpido e indaga-tore, voce netta e ferma masempre pacata. Costituiva per me,le rare volte che lo incrociavo inbiblioteca, una specie di modello.Per me, il professore universitariodoveva essere così. Aperto, sem-plice, autorevole.Poi una volta per caso ci met-temmo a parlare fra noi; avevavisto che mi occupavo di storia,aveva letto il mio primo, inedito,verosimilmente perduto tentativodi saggio (scritto a sedici anni, unacosa pietosa ma fatta con tuttol’entusiasmo di quell’età) e vollesapere, con interesse vero, chi ero,cosa facevo...Aveva nei miei confronti un atteg-giamento che era insieme amiche-vole e riservato: non voleva darel’impressione di invadere il miocampo. Ed ero un liceale, badatebene, un ragazzino presuntuosoed entusiasta con tutti i pregi e i li-miti dell’adolescenza avanzata. Emi trattava non da pari, no, sa-rebbe stato prendermi in giro; mada allievo, da allievo vero, cioè dapersona che non aspettava altroche di sentire dalle sue labbraqualche risposta alle mille do-mande che si affollavano nella suamente di principiante.E fu maestro. Senza darsene l’aria,solo esistendo e condividendo conme il molto che sapeva, col pocoche potevo.Fu colpito da alcune osservazioniche feci sugli avanzi della città me-dievale, che conoscevo come soloun ragazzino entusiasta poteva co-

noscere, capace di sconfinare nelleproprietà private e di riempirsi diragnatele per infilarsi nei buchipiù infami alla ricerca spesso vanadelle tracce di leggende e di fanta-smi più che di storia quella vera; ericonobbi il segno di alcuni deinostri discorsi in un libretto fraserio e faceto che uscì molti annidopo, dedicato appunto alla di-mensione leggendaria di questanostra città.Mi impressionò vedere come fosseriuscito a cucire i pochi scarnispunti di quella chiacchierata (e diquelle certamente avute con altripesciatini nel corso degli anni) inun libro vero, utile insieme e gra-devole, leggero.Nessuno ho nel mio ricordo piùlontano di lui dall’immagine delbarone. Un avventuriero, piutto-sto, nel senso che viveva la storia,l’architettura, l’urbanistica comeun’affascinante avventura dellospirito; e ti ci portava, con sé, inquell’avventura. E come ogni av-ventura che si rispetti aveva anchenemici da battere, nel suo lavorodi scoperta e di interpretazione,pericoli da evitare, invidie da cuidifendersi. Ma non so come, aimiei occhi sempre più aperti econsapevoli di diplomato, di stu-dente universitario, di laureato instoria lui, Gigi (come alla fine, madopo tanto, com’è giusto che sia,mi costrinse a chiamarlo) apparivasempre vincente. Avrò modo dispiegare scientificamente comequesta mia impressione di neofitafosse in realtà quanto mai fondata.Il giorno che mi permise di dargli

del tu fu per me un giorno memo-rabile, e ancora lo ricordo. Il tri-buto di familiarità e di amicizia aun entusiasta e a un appassionato,irrimediabilmente pervaso, comelui peraltro, dal virus della ricercastorica.

Gli anni son passati, e adesso mitocca commemorarne il passato; enon posso disporne per il pre-sente né pensare per lui ad un fu-turo. Ma devo a lui, anche se nonsolo a lui, tanto metodo, tanta te-nacia, tanto rigore, tanta cultura.In semplicità.E se adesso attorno a Pescia e allaValdinievole si trova radunata unabibliografia storiografica moder-na di centinaia di titoli noi lo dob-biamo a lui, e a quell’altro nostrogrande nume tutelare che fu En-rico Coturri (ma questa è un’altrastoria).Ciao mio gratuito, generoso, in-consapevole maestro. Dal Para-diso degli storici e degli architetti,mentre parli con Marc Bloch eMichelucci, di certo stai dandoanche un’occhiata al ragazzino cheaiutasti a incamminarsi sul vialedel mestiere, e che adesso deve in-dossare gli occhiali se vuol vederequel che scrive. Che molto ha im-parato e sa che tantissimo non ar-riverà mai a sapere, e che cerca,come può, di restituire il favore,facendo come te: andando incon-tro a quanti, vecchi o giovani,amano la conoscenza del passato.Tutto, ma soprattutto il nostro.

Arrivederci Gigi.

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IL PROFESSOR GIGI SALVAGNINIdi Gianfranco Raffaelli

Conobbi Gigi Salvagnini allaFacoltà di Architettura di Fi-renze nel 1977 ed è stato forsel’unico professore del mio pe-riodo universitario con il qualesono rimasto in stretto con-tatto; l’ho sempre stimato e conlui ho avuto un rapporto checertamente non posso definiredi profonda amicizia ma digrande rispetto e simpatia.

Penso, forse con un poco dipresunzione, che la stima fossereciproca e mi ricordo con pia-cere che le sporadiche volteche ci vedevamo affrontavamo,quasi sempre con sintonia, ar-gomenti legati alla nostra città.

Quello che Gigi Salvagnini hafatto per Pescia è ormai risa-puto a tutti; si è sempre impe-gnato partecipando in modocostruttivo alla vita culturaledella città; basti pensare al suoindispensabile contributo perla realizzazione della Gipso-teca Andreotti.

Con la sua profonda cono-scenza storico/artistica, i suoistudi e i suoi scritti ci ha fattoconoscere Pescia non solo dalpunto di vista storico ma ci haaiutato a capire come il fiume ela cerchia muraria hanno in-fluito sia sullo sviluppo urbanoche sul carattere dei suoi citta-dini.

Nel corso degli anni ho rega-

lato alcuni disegni al Profes-sore, così l’ho sempre chia-mato, e mi ricordo che uno locolpì particolarmente (se nonricordo male lo usò per la co-pertina di un suo libro) e rap-

presentava una veduta a volod’uccello del centro storico diPescia con il suo fiume e le suemura all’interno di una cornicepreziosa un po’ kitsch al difuori della quale vi era una vi-

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sione interpretativa dello svi-luppo recente della città.Questo argomento lo appassio-nava in modo particolare equando si affrontava eravamod’accordo nell’affermare cheuno degli errori fondamentalinell’approccio progettuale erastato la trascuratezza storica,nel senso di non tenere mini-mamente conto di come primasi costruiva la città, quandonon esistevano piani regolatori,piani strutturali, regolamentiedilizi assurdi e quando la pro-liferazione normativa non si eraancora distinta come stru-mento di controllo della qualitàarchitettonica e la cui azione haportato anche al rimbambi-

mento di noi progettisti.

Ci trovavamo in sintonia sullabanalizzazione dei nuovi inter-venti edilizi e nell’affermareche la ricerca non deve essereesclusivamente storica maanche rivolta ad esperienzecontemporanee con un occhiodi riguardo a quelle fuori con-fine.

E quando sostenevo che questobanalismo riguardava anchecerte manifestazioni pseudostoriche o baggianate “Medioe-vali”, dove una lieta adesionealla mediocrità sembra esseredi sollievo a chi partecipa comea chi assiste, lui prendeva le di-

stanze e sorridendo mi dicevadi lasciar perdere.Penso che questo fosse dovutoal grande affetto che aveva perPescia e per i pesciatini e forseperché come ospite onorarioma soprattutto educato hasempre cercato di evitare spia-cevoli commenti.

Ecco di Gigi Salvagnini mi pia-ceva anche questo aspetto delsuo carattere, la sua apparentecontraddizione di sospettosachiusura e disponibilità maanche la raffinata capacità dinon far pesare, in qualsiasi oc-casione, la sua profonda cul-tura.

LUCIA CORRADINI PETROCCHIPRESIDENTE ONORARIO

Il giorno 19 Ottobre 2013 (come da delibera del 17 Giugno 2013), in apertura dell’assemblea deisoci, presso l’Archivio di Stato di Pescia, il Presidente dell’Associazione ha insignito della Presi-denza Onoraria la prof.ssa Lucia Corradini Petrocchi con la seguente motivazione: “Per le suemolteplici attività finalizzate alla valorizzazione di Pescia e della Valdinievole”.

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Gigi Salvagnini ci ha lasciato, nonè più con noi! È difficile crederloanche perché non è vero! Salva-gnini è sempre presente con lasua cultura e con l’impegno, intanti anni di “non comuni attivitàsvolte, facendo trasparire in ogniatto amore per la nostra città.”Parole dalla delibera del Consi-glio Comunale con la qualevent’anni or sono gli si conferivala cittadinanza onoraria di Pescia.Non posso e non voglio fare unelenco, sono anni di lavoro stra-ordinario il suo, preferisco ricor-darlo come lo conobbi nellasaletta della Pretura in PiazzaGrande.Sono passati tanti anni, trenta otrentacinque?

Si parlava a scuola diun professore che fa-ceva un corso partico-lare sulla struttura urba-na di Pescia. L’ideam’incuriosiva sicché u-na mattina m’inserii frai ragazzi pensando di passare inosservata. Erano un bel gruppetto.La lezione mi piacqueper la visione originaledella studio, gli argo-menti trattati, la parte-cipazione e il dialogo frai presenti.Cercai in seguito di co-noscere quel professoreper chiedergli se potevafare anche con la miaclasse un lavoro simile.Mi domandò: - Quel

giorno in Pretura venne a sentirese la lezione le piaceva? - Sorri-dendo risposi: - Davvero!La mia intrusione non era passatainosservata.Iniziò così anche con me una ge-nerosa e particolare collabora-zione alle scuole medie inferiori,alle superiori, poi in altre attivitàculturali come quando con il suoaiuto demmo vita all’Istituto Sto-rico Lucchese, sezione di Pesciae infine nel 1989 agli Amici diPescia. Un giorno ho pensato che Pesciafosse una bella addormentata elui, come il principe della favolafosse riuscito a svegliarla. Birindelli dette vita alla mia idea

e con il suo segno arguto e origi-nale immaginò Pescia come unasignora paciosa e assopita, immo-bile, seduta in poltrona, mentreun cavaliere le porge un omaggio,per l’appunto un fiore! Lei non siscompone, ma dallo sguardo fur-betto, in tralice, sembra capire eforse anche gradire!Introducevo quella favola conparole che vorrei riproporre perrinnovare l’ omaggio a Gigi, contanto affetto.C’era una volta una città, unastrana piccola città con due cuoriche pulsavano a ritmo diverso: ilPalagio e la Pieve. Un fiume li di-videva, un ponte li univa e liuniva la gente che lavorava nelle

QUANDO CONOBBI GIGIdi Lucia Corradini

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botteghe, nelle filande, nelle car-tiere, nelle conce, negli orti.Città ricca dove affluisce denaro,crescono case, sorgono nuovechiese e nuovi santi protettori dapregare in caso di bisogno. Nu-merosi i conventi e ospedali, ac-cademie, teatri.Intorno le mura, le torri ben mu-nite, i soldati di guardia.La città ha vita lunga e varia: vit-torie e sconfitte, rinascita e deva-stazioni.Vive periodi di splendore, dà inatali a uomini illustri, ricevel’omaggio di papi e imperatori.Poi col passare del tempo il silen-zio. Perché? Vari i motivi: le vi-cende storiche, la posizionegeografica, le mutate condizionieconomiche. Il carattere stessodella gente cambia: la forza sem-bra esaurirsi in un’arguzia soloverbale, il senso civico nell’ane-lito del privato.La città vive nell’apatia, sembraassopita, talvolta addormentata.Un giorno dalla Porta Fiorentinaarriva qualcuno che la osservacon uno sguardo curioso e com-petente. Si avvicina, la studia, nevuole capire la genesi, la realtà,la vita.Forse quell’ attenzione partico-lare crea come un legame di af-fetto e rompe l’incantesimo, lacittà piano piano si sveglia pigrae sorniona, è ancora immobile,ma sembra capire, guarda e pianopiano risponde...

Con queste parole più che maiattuali per un rinnovato e ur-gente bisogno di risveglio ripro-pongo la favola e l’immagine diBirindelli nel ricordo di duegrandi amici sempre con noi.

GUARDARE CON ALTRIOCCHI: UN INSEGNAMENTO

di Anna Maria Franchi

Vecchi appunti miei ritrovatiper caso nel libro Pescia, unacittà, di Gigi Salvagnini. Alcuniportano la data febbraio 1986,altri sono precedenti. In en-trambi i casi si tratta di annota-zioni rapide ma abbastanzaarticolate, fissate durante alcuniincontri tra le mie classi discuola media e il professore.Erano i tempi in cui il Comunedi Pescia o l’Istituzione scola-stica potevano organizzare e fi-nanziare attività integrative,con la presenza di esperti, perlo studio del territorio o altro. Argomento: “Cenni storici sulleorigini e lo sviluppo di Pescia”,ma anche “Come studiare uncentro abitato”. Ricchezza diinformazioni, quindi, ma ancheopportune note metodologi-che: guardare la pianta che in-dica la forma della città, cercaredi capire perché nasce un cen-tro e perché nasce in un certoluogo, scoprire quali ne sianogli elementi generatori. Quesitipreliminari, solo apparente-mente semplici, comunque im-prescindibili. Così iniziava lalezione. L’atteggiamento bona-rio e sorridente del professoremetteva a proprio agio i ragazzi(ma anche i docenti) e li solle-citava a porre domande, a chie-dere spiegazioni senza timori oreticenze. Quante informa-zioni, quante scoperte, quantecuriosità! Il territorio in cui vi-vevamo mi appariva, ci appa-

riva, uno scrigno colmo di ine-stimabili tesori, la sua storia neemergeva piena di fascino comequella di un libro di avven-ture… Ma il momento piùcoinvolgente ed emozionanteera quello delle visite accompa-gnate: a giro per le strade di Pe-scia con il professore, seguendoun preciso itinerario da lui pre-stabilito. E per la prima volta,sotto la sua guida, anch’io im-paravo a guardare questa cittàcon altri occhi: piazze, strade,chiese, palazzi, stemmi nobi-liari, ponti, tratti di mura con-servatisi, monumenti… tuttoacquistava un altro spessore,tutto sprigionava un respiro di-verso. Devo a quelle esperienze, e alprof. Salvagnini, l’aver matu-rato, da allora in poi, unosguardo più attento e indaga-tore che si accompagna alla miainnata curiosità nei riguardi ditutto ciò che mi circonda, spe-cie sul piano storico-artistico. Ea lui devo anche l’entusiasmo,la passione con cui, ancoraoggi, mi trovo a narrare la storiadella mia città a conoscenti oamici, anche residenti al-l’estero, o a ripercorrere conloro, qui in visita, quegli itine-rari scoperti con sguardo di-verso.Mi auguro che anche qualcunodi quei lontani alunni, ormaiadulti, abbia fatto proprio que-sto prezioso insegnamento.

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Gigi Salvagnini si muoveva in bi-cicletta, la mattina. Non era dif-ficile incontrarlo, con il suo“programmino” ben organiz-zato, che però modificava subitoper parlare di tutto.

In certe zone della più bella cittàdel mondo (si diceva per fare ifanatici), insieme a un gruppo diamici, ho trascorso bellissimi pe-riodi “anche” per studiare.Ecco, ogni volta che ne parlavocon lui mi faceva sentire unignorante integrale, raccontandoo facendomi notare quello cheavevo guardato e non vistochissà quante volte.

Poi, uno di questi miei amici èmorto, e io ho evitato di par-larne. Con tutti.

Quando lo seppe Salvagnini, mifece avere la mezza pagina di unlibriccino scritto da e per la go-liardia fiorentina:…”Ogni tantoqualche amico fraterno ci lascia,e per sempre. Noi lo piangiamosenza vergogna perché “da sem-pre siamo gli ultimi roman-tici”…Anche per onorare lamemoria, noi continueremo conlo stesso entusiasmo di tanti annifa. E con la speranza di poterconsegnare ad altri il testimonedi un’esperienza di vita che no-nostante i dolori, le delusioni, gliaffanni, per noi è stata e rimanemeravigliosa

DA SEMPRE SIAMO GLI ULTIMI ROMANTICIdi Mario Biagioni

Il fronte e il retrodi una cartolina di auguri cheGigi Salvagninispedì all’ing.Mario Biagioninel 1990.Da notare che il fondo della piazza è un prato verde.

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FASCICOLO INTERAMENTE DEDICATO A GIGI SALVAGNINI

Gigi Salvagnini che dire di lui,un uomo di vasta cultura siaumana che artistica. Profondoconoscitore e diffusore della sto-ria dell’arte italiana. Insegnantepremuroso verso i propri allievi.Personalmente mi ha indirizzatoverso una conoscenza dell’arteanche se mai si smette di impa-rare. L’arte era come una suacreatura e la rendeva totalmentefacile a capire da chi affrontaval’apprendimento tanto facile dasembrare una favola. Fin daglianni ’80, quando ho incontrato econosciuto il “Professore” ho su-bito apprezzato in lui anche unaqualità priva di presunzione ac-cogliendo noi, i suoi allievi, conuna semplicità e un’amorevoleumanità imprevedibile. Tantopiù che i partecipanti all’ “Uni-versità del Tempo Libero” eranoquasi tutti impreparati.

Il “Professore” è stato per me unmaestro che mi ha portato adamare ancora di più l’arte e prin-cipalmente la storia dell’arte.Questo nonostante che fossi unoappassionato di questa materia.Durante le innumerevoli lezioni,due alla settimana, con il passaredel tempo mi ha gentilmentesopportato delle mie continue in-terruzioni e domande senza maispazientirsi, anzi, accettando e il-lustrandomi ciò che gli richie-devo. Piacevoli sono state lemolte uscite didattiche per visi-tare posti e luoghi esemplificativi

relativi alle lezioni del periodo.Arguto quanto basta per l’am-biente in cui viveva e insegnavaha sempre tenuto un atteggia-mento affatto dottorale ma sisforzava di fare apprendere aipropri allievi quanto più possi-bile poteva in maniera da riusciresempre ad andare avanti con lelezioni, il suo amore per la to-scana e in particolare per la terradi Pescia e della propria storiaartistica sono state profonde eappassionate tanto da dare lustroe conoscenza della comunità pe-sciatina nel divenire dei secoli.Innumerevoli le sue pubblica-zioni su riviste e libri che non stoad elencare poiché sarà dovere dialtri scrittori a commemorarne lavita al “Professore” come chia-mavamo noi tutti frequentatoridei corsi di storia dell’arte sia aMonsummano, Montecatini ePescia. Mi piace ricordare tra lesue pubblicazioni il libro Pescia,una comunità nel Seicento (1563-1738), un percorso della storiapesciatina di una rara capacitàeducativa e documentaria note-voli.Che dire del “Professore” GigiSalvagnini, solo bene, con il ram-marico per un uomo che pur-troppo non avremo più il piaceredi incontrare e parlargli.

Con rispetto e affetto, un discepolo

Mauro Mazzoncini

Ho conosciuto personalmenteGigi nel 1998. Andammo a tro-varlo a casa sua, a Firenze, Gian-piero ed io. Fu un incontropiacevole in cui si parlò di lette-ratura, arte, politica. Mi colpi-rono la sua schiettezza e la sualucidità nel discutere sui temidella cultura italiana e del suodeclino. Declino imputabile so-prattutto all’invadenza dei partitie al primato del mercato. La mat-tinata si concluse con un pranzoin cui Gigi dimostrò la sua com-petenza culinaria: - penne con un ragù aromatiz-zato con bacche di alloro - braciole al pepe nero con con-torno di spinaciIl tutto condito da un buon vino,pregiato, di cui, oggi, non ri-cordo la marca. Prima di la-sciarci, a me che ero per lui unosconosciuto, disse: “Mandatemiqualcosa per la rivista Nebulae,cosa che feci in seguito. Fu laprima volta che ebbi la possibi-lità di scrivere qualcosa senza do-vermi “arruffianare”. Questo eraGigi: un uomo senza pregiudizi,libero.

Luigi Angeli

GIGI SALVAGNINI “IL PROFESSORE”di Mauro Mazzoncini e Luigi Angeli

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FASCICOLO INTERAMENTE DEDICATO A GIGI SALVAGNINI

Malgrado annunciata da tem-po, la scomparsa dell'amicoGigi Salvagnini ha davvero la-sciato, in tutti coloro che lo ap-prezzavano e lo amavano, unvuoto incolmabile. Personal-mente l'avevo conosciuto piut-tosto tardi, una ventina di annior sono, dopo aver letto lamaggior parte dei suoi dotti edocumentati lavori su Pescia.Tanto più preziosi in un pe-riodo quale il nostro, in cuil'interesse per la storia dellapropria città e più in generaledel passato, fa gravemente di-fetto, come le stesse, recentipolemiche che mi hanno vistoprotagonista dimostrano. Il nostro primo incontro av-venne all'Archivio di Stato, inoccasione di una delle tanteconferenze degli Amici di Pe-scia alla quale egli presenziava.Devo confessare che mi avvici-nai a lui un po' intimorito, peril rispetto che si deve ai grandiaccademici. La paura di direqualcosa di inesatto o censura-bile sulle vicende della città,proprio io che per i due quartimaterni sono pesciatino doc,non mi rendeva molto disin-volto nell'approccio, tenen-domi prudentemente sullegenerali. Penso che egli si ac-corgesse di quell'imbarazzo,tanto che cambiò subito di-scorso, chiedendomi con faredel tutto spontaneo se il miosecondo cognome fosse quellodel celebre giurista Francesco.Alla mia conferma, si gettò in

un'ampia disquisizione chespaziava dagli aspetti letteraria quelli storici e genealogici,mostrando anche in ciò di sa-perne ben più di me. Ad ognibuon conto, lo invitai a dareun'occhiata alle mie carte,quelle stesse da cui Liana EldaFunaro avrebbe tratto il suoarticolo su Francesco Forti nellibro antologico Lettere, diritto,storia pubblicato da Olschkinel 2009. Quando un paio di mesi dopogiunse da noi in visita, ancorprima di entrare in casa pre-mise che avremmo dovutodarci subito del tu. Lo ringra-ziai moltissimo della proposta,che ritenevo oltremodo lusin-

ghiera, sia per la statura intel-lettuale del personaggio, siaper la differenza d'età fra noi,di circa 15-16 anni. Fu allorache mi fece balenare l'ipotesi diuna collaborazione con Nebu-lae, che accettai di buon grado,in quanto mi ha sempre intri-gato scrivere di storia, soprat-tutto se riferita alla mia patriad'origine. All'epoca, però, eroancora troppo impegnato nellemie ricerche e pubblicazioni,e così mi vidi costretto a rin-viare di qualche anno l'iniziodel nostro lavoro insieme. Quest'ultimo, peraltro, mi hapermesso una frequentazionevia via sempre più fitta delprof. Salvagnini. Talvolta, abi-

IN RICORDO DI GIGI SALVAGNINIdi Carlo Vivaldi Forti

Il prof. Salvagnini durante il restauro della cornice medicea della Porta Fio-rentina a Pescia nel 1993

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tando entrambi nella stessacittà, lo andavo a trovare, a Fi-renze, nella sua comoda espaziosa dimora del LungarnoColombo, ove non mancavamai di offrirmi una tazza dithè , un aperitivo o un succo difrutta, secondo la stagione, chela gentilissima e amabilissimasignora Lia si affrettava a pre-sentare su un bel vassoio d'ar-gento. Nei nostri incontri ab-biamo affrontato ogni generedi temi, rivolti sia al passatoche all'attualità. Spesso michiedeva cosa pensassi dellaPescia di oggi e del suo futuro.A tali precise domande rispon-devo in termini fondamental-mente scettici, e non perchénon avessi stima, in linea diprincipio, dei miei concittadinie delle loro doti, ma perché ve-devo la società locale nellemani di una classe dirigenteche non mi ispirava fiducia,tutta assorta com'era nella ri-cerca del guadagno facile e ve-loce, notoriamente la peggiorestrategia per conseguire risul-tati apprezzabili. Non penso di rivelare un se-greto, informando i lettori chele osservazioni di Gigi suona-vano assai più scettiche e pes-simiste delle mie. Egli, dainsigne studioso e profondo co-noscitore di una Pescia che nonesiste più, quella guidata dallecosiddette grandi famiglie, (chegrandi lo erano davvero, e nonperché ricche, come oggi si ri-tiene in omaggio al materiali-smo volgare trionfante, maperché generose, magnanimee consapevoli dei doveri versola comunità che aveva loroschiuso le porte del successo),

si era formato una convinzionein base alla quale ben difficil-mente si sarebbe potuto arre-stare il declino della città,iniziato in sordina già nel se-condo dopoguerra e precipi-tato poi a ruzzoloni dagli anniSessanta in avanti. Più volte mi ha fra l'altro chie-sto se ritenessi concretamentepossibile invertire questa ten-denza, andando alla ricerca dinuove personalità da proporreper i pubblici incarichi, e seio stesso fossi disposto ad im-pegnarmi in tal senso. Credodi averlo deluso rispondendonegativamente a entrambe ledomande, ma non vivendo iola vita quotidiana di Pescia,molti aspetti del problema misfuggivano. Inoltre, essendoimpegnato in regioni lontanedalla Toscana, neppur volendoavrei potuto seguire le vicendecittadine. Ho ritenuto di dovercomunicare ai lettori questi de-sideri del nostro ex-Presidente,nella speranza che qualcunoabbia maggiori possibilità delsottoscritto di affrontare laquestione. Per il resto, ricordo Gigi comeun signore di alto sentire, oltreche raffinato intellettuale, diquella signorilità tipicamentefiorentina, un po' scanzonatae beffarda, sconfinante talvoltacon la goliardia, che permettedi sparare in faccia le più sgra-dite verità, quando la situa-zione lo richiede, ma senzamai offendere, con quel garboe quella delicata ironia che fapiuttosto sorridere che indi-gnare. Non c'è dubbio che egliamasse Firenze svisceratamen-te, non voglio dire più di Pe-

scia, in quanto Pescia rappre-sentava per lui una cotta intel-lettuale di gioventù, ma almenoa pari grado, essendo la Cittàdel Giglio la sua vera patria. Ilibri da lui dedicati al capo-luogo, in particolare quelli chenarrano le drammatiche ederoiche vicende della secondaguerra mondiale, sono forse imeno conosciuti dalle nostreparti. Sappiamo bene, aven-dolo io stesso sperimentato,che i pesciatini, proverbial-mente scettici e disincantati, sepoco si interessano alla pro-pria città, ancor meno lo fannoper le altre. In tal senso hannocertamente torto, perché ilcampanilismo spinto all'ec-cesso diventa una forma di pro-vincialismo, e perciò un graveostacolo alla comunicazione,alla circolazione delle idee eallo sviluppo. Gigi ha combattuto, con learmi che possedeva, quelledella cultura, della scienza edella ricerca, contro ogni formadi pregiudizio e ignoranza.Non spetta a noi stabilire se visia riuscito e in quale misura.Come affermava Manzoni, ilruolo dei grandi lo definisconoi posteri, e Luigi Salvagnini ap-parteneva senza ombra di dub-bio a questa eletta categoria.Attendiamo perciò fiduciosi ilverdetto degli storici, inchinan-doci oggi riverenti e commossial suo ricordo, orgogliosi comepesciatini di averlo avuto con-cittadino onorario, come Amicidi Pescia Presidente e io stessoaffezionato e indimenticabileamico.

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DEDICATO A GIGIdi Giovanni Nocentini

La notizia della scomparsa diLuigi Salvagnini, detto Gigi, miha riempito l’animo di dolore,perché Gigi mi era “più cheamico”; forse durante l’esi-stenza terrena è assai difficiletrovare uomini della staturamorale che fanno ricordare ilversetto evangelico: “Si vis per-fectus esse, vade, vende queshabes, et da pauperibus…”, silegge in Matteo (XIX, 21).Egli vuole un piccolo borgoantico che “lo faccia innamo-rare”.Gira e rigira per monti e pervalli la Toscana alla ricerca diun lembo di terra docile chevenga da lontano, che abbiascritto la sua storia e costruitouna città, un borgo, con l’intel-ligenza e l’opra dei suoi abi-tanti.Alla fine la sua scelta rigorosa,meditata e sapiente, cade suPescia.Pescia è la “sua città” ideale;“Pisciae oppidum adeo fidele”,come ha fatto scrivere il Gran-duca Cosimo I de’ Medici neldipingere in palazzo Vecchio lecittà e le terre del suo dominio.E Pescia è la terra che ameràGigi per tutta la vita.Di Pescia Egli ama le antichecostruzioni di casupole delleCapanne, ma anche alcuni beiPalazzi nobiliari antichi e re-centi; e lì ama il segno delle ve-tuste doppie mura cittadine escrive decine di libri di storia

dell’Arte pesciatina e centinaiadi articoli illustrativi pubblicatisu varie riviste culturali toscanea cominciare da “Nebulae” dicui Egli era incontrastato, pe-renne, Direttore.Gigi amava la gente di questaveneranda terra: amava gli or-

tolani e gli operai: uomini gio-vani o vecchi col volto stretto egli occhi obliqui come dove-vano averli gli antichi liguri egli etruschi che furono i primiabitatori di questa terra. Eamava le colline di vigne e dioliveti, insomma questa vallepercorsa dal fiume, la Pescia,di acque che scorrono da norda sud, chiare e pure che fa-ranno la ricchezza delle car-tiere e delle filande pesciatine.La città di Pescia lo elesse “cit-tadino onorario” e l’antica As-sociazione di Pubblica Assi-stenza, che aveva inventato gli“incontri pubblici culturali”, loelesse suo fedele e sapiente re-latore.Egli accorreva premuroso al-l’invito societario e parlava.Gigi parlava raccontando lastoria pesciatina ai pesciatiniche lo ascoltavano con pas-sione e gratitudine, perché lastoria rappresentava per lui lachiave di lettura della societàumana in cui si è immersi, anziuno strumento per modificarlanel senso più giusto e mo-derno.Per questo tuo attaccamentoalla storia, all’arte, alla gente diquesta nobile terra la Tua me-moria rimarrà sicuramente nel-l’animo dei pesciatini e finchèil sole splenderà sulle sciagureumane.“Excellent in Arte non debetmori”.

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“SOL CHI NON LASCIA EREDITÀ D’AFFETTIPOCA GIOIA HA DELL’URNA”

di Lorenzo Puccinelli Sannini

Il ben noto verso “Dei Sepolcri”del Foscolo si adatta perfetta-mente al ricordo che ha lasciatodi se il professor Gigi Salvagnini:a lui non mancherà di certo ”ere-dità d’affetti”. Dal mio punto divista è senz’altro così perché, so-prattutto nel corso degli ultimianni, la stima e l’affetto che mihanno legato alla sua personasono stati veramente forti.Lascio ad altri che hanno avutoil privilegio di conoscerlo meglioeventuali valutazioni di carattereprofessionale. Io voglio limitarmia ricordarlo nei momenti che cihanno visti uniti.Ho incontrato Salvagnini per laprima volta ai primi del 1994,quando, accompagnato da Lan-do Silvestrini, venne a casa miaalla ricerca di sculture del pescia-tino Reginaldo Bilancini.Ne trovò due che andarono adarricchire la mostra da lui orga-nizzata al Palagio. Ma quello chepiù mi colpì fu che, attraver-sando velocemente un salotto midisse: “quella testa che lei ha re-legato in un angolo è del Giovan-nini; merita sicuramente unacollocazione più dignitosa”. Noncredo esistesse un conoscitoremigliore degli artisti della Valdi-nievole del professor Salvagnini.In quella stessa occasione,avendo visto alcune scultureopera di mio nonno, mi chiese sesarei stato disposto a collaboraread una mostra dedicata alle me-desime. Figuriamoci! Poi non sene fece niente perché il consiglio

direttivo della sua associazionenon gli diede il benestare.Negli anni successivi, essendoambedue membri dell’IstitutoStorico Lucchese, ebbi occasionedi trovarmi con lui nel contestodi riunioni e congressi storici edartistici. Piano piano approfon-dimmo la nostra conoscenza re-ciproca, fino a quando, nelmaggio del 2010, me lo trovai se-duto in prima fila al Palagio inoccasione della presentazione delmio secondo libro. Al termine dell’incontro Salva-gnini si avvicinò e mi disse: ”Ilsuo libro mi è piaciuto, sarebbedisposto a scrivere degli articoliper Nebulae il periodico che iodirigo per l’associazione cultu-rale “Amici di Pescia”? E così a cominciare dal numerodi settembre di quell’anno di-venni uno dei collaboratori fissidella sua rivista. Mi ricordo chetalvolta gli chiedevo di leggere ilmio pezzo prima di mandarlo instampa, ma lui mi rispondeva in-variabilmente che ciò che gli scri-vevo andava sicuramente bene.Spero sinceramente di non aver-lo mai deluso.Quando proposi agli “Amici diPescia” l’organizzazione del con-vegno storico “Ruggiero Bosco-vich ospite di Francesco Pucci-nelli a Pescia”, fu col suo pareredeterminante di Presidente Ono-rario che ottenni l’appoggiodell’Associazione e naturalmenteil professor Salvagnini si offrì dibuon grado come presidente e

moderatore della prima sessionedei lavori. Al termine mi detteuna pacca sulle spalle e mi disse:“Bravo! Era da tempo che Pescianon ospitava un Convegno così”. Ed ora, mentre mi accingo a ter-minare questo breve ricordo de-dicato agli episodi che ci hannovisto lavorare insieme, sento pro-fondamente la mancanza deisuoi consigli e dei suoi incita-menti e l’unico pensiero che miconforta è il sapere che questepoche righe andranno ancora sulsuo Nebulae, perché per me Ne-bulae sarà sempre ”suo” e misembra di risentirlo al telefonoche mi dice:“Non farlo troppo lungo perchése no non mi entra nella pagina”.No, Professore, non credo chequesto mio frammentario ri-cordo della sua immensa perso-nalità risulterà troppo lungo. Leimeriterebbe ben altro solo che ionon l’ho purtroppo conosciutaabbastanza per fare di meglio.Piuttosto voglia perdonarmi seper la prima volta mi rivolgo aLei salutandoLa con quel dimi-nutivo riservato agli amici e cheLei amava tanto:“Addio Gigi, grazie per tuttoquello che in vita hai fatto per Pe-scia, per la Valdinievole, per l’artee per tutti noi; riposa in pace.”

Il tuo amico Lorenzo

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GIGI SALVAGNINI E IL SEICENTO PESCIATINO

di Amleto Spicciani

Gigi Salvagnini nella in-troduzione al suo libroPescia, una comunità nelSeicento (1563-1738),pubblicato nel 1989,volle subito chiarirebene tanto il suo inten-dimento storiograficoquanto l’idea di fondodel libro. Egli ritenevainfatti, cercando nelcorso dell’esposizione didimostrarlo, che il pe-riodo dal 1563 al 1738potesse essere definitol’epoca d’oro della sto-ria pesciatina. Con l’av-vertenza che egli diquesta storia intendeva trac-ciare tanto il senso quanto losvolgimento guardando le cosedal basso, dal quotidiano dellagente, che riteneva sufficiente-mente riflesso, come fon-te di-sponibile, soprattutto neiverbali del consiglio comunaledi allora, da studiare insieme aicorrispettivi registri contabili.

Pericolosa scelta - si può pen-sare - data la natura equivoca equanto mai infida della fontescelta. I verbali di un consesso,qualunque ne sia la natura, re-gistrano le deliberazioni e lepreoccupazioni, ma raramentemanifestano il clima culturale,la mentalità, i reali effettivi in-tendimenti. Registrano, comesi sa, quello che si vuole che ap-paia. Tanto più se il consesso ha

un carattere politico-ammini-strativo, soggetto ad un poteredominante a cui deve rendereconto, come era necessaria-mente il consiglio del comunedi Pescia di allora.

Tuttavia quella del Salvagnini fuuna scelta coscientemente fatta,nella convinzione che gli aspettidel quotidiano vissuto dallagente possano manifestare qual-cosa di umanamente essenziale,che ripetendosi nel tempofonda il vivere sociale, crea in-somma la vita di un villaggio, diun paese, di una città. Il quoti-diano infatti anima e produce lerelazioni umane, che infitten-dosi danno luogo agli insedia-menti urbani. E Gigi Salvagniniera soprattutto uno studioso diurbanistica.

Anch’io mi sono tro-vato nella medesima si-tuazione che - non te-nendo conto degli in-tenti - si potrebbe rim-proverare al Salvagnini.Quando cioè avrei pre-teso di conoscere l’effi-cacia e i risultati dura-turi a Pescia ed in Val-dinievole della riformacattolica, promossa dalconcilio di Trento,guardando attraverso lostudio dei sinodi dioce-sani celebrati durante ilsecolo XVII dai propo-sti di Santa Maria. La

fonte da cui attingevo mi of-friva una normativa così gene-rale che era difficile riferirla inmodo specifico all’ambiente re-ligioso della Valdinievole,anche se io, ad esempio, la po-tevo confrontare con la docu-mentazione rimasta delle localiconfraternite laicali, delle qualiconfraternite avevo i verbalidelle deliberazioni, ma anche, emi parevano più determinanti,le scritture contabili. Tuttavia,imitando il Salvagnini, unafonte più convincente ritengoche, come testimonianza dellariforma devozionale, in questocaso possa essere la commit-tenza artistica, che per confra-ternite e parrocchie è arrivatafino a noi. Ho in mente ancheun altro esempio di verbalizza-zione, che mi pare molto signi-

Convento delle Teatine a Pescia

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ficativo. Per un saggio che stoscrivendo sull’atteggiamentoassunto dall’episcopato toscanodurante i gravi sconvolgimentiecclesiastici prodotti dal Risor-gimento, ho letto i contempo-ranei verbali delle adunanze delCapitolo della cattedrale di Pe-scia. Come se nulla succedesse,ne ricaviamo tante notizie sullavita ordinaria di quella chiesa,riguardo alle funzioni religiose,al sacrestano, all’organista epersino all’orario delle messe.Con qualche notizia, che ap-pare stravagante, di un certo in-carico affidato all’avvocatoLeopoldo Galeotti e di unatassa da pagare, del 30% delpatrimonio. Un piccolo riflessoanonimo della legislazione sullaliquidazione dell’asse ecclesia-stico voluto dal nuovo regno d’Italia.

Scendendo però troppo inbasso, lo storico rischia di frain-tendere e di non comprenderele forze che muovono la storia,che a volte sono così profondeda sfuggire a chi osserva il quo-tidiano, quasi sempre assai mo-notono. Altra cosa è evidente-mente se per quotidiano si in-tendono i comportamenti mo-rali della gente, le convinzionidiffuse che nel lungo periodomuovono davvero la storia. Sipensi oggi alla diffusa scristia-nizzazione che sta palesementesotto i nostri occhi e che viene,come sappiamo, da molto lon-tano.Anche Gigi Salvagnini era per-fettamente conscio dei limiti,diciamo pure della opacità

della sua fonte preferita, tantoè vero che ne vuole ricavare incontroluce gli aspetti, diciamocosì, più curiosi e pettegoli dellavita ordinaria pesciatina. Co-scientemente esclude infatti daisuoi interessi lo studio dei per-sonaggi elevati: le figure dei vi-cari fiorentini, espressione delgoverno politico, e quelle deiproposti, capi della Chiesa lo-cale. Figure di alto rilievo, comesappiamo dai pochi elementiancora emergenti, ma che in-dubbiamente meriterebbero u-na più attenta considerazione,come immagine della identitàlocale e insieme come fattori dimaturazione socio-culturale diquella stessa identità.

Quello del Salvagnini è quindiun libro aneddotico, scrittoanche in forma arguta e piace-vole, quasi si tratti di una ami-chevole conversazione.

Fu dunque un taglio storiogra-fico specificatamente sceltodall’autore, in quegli anni occu-pato anche in una importanteopera di stimolo e di promo-zione culturale del mondo ci-vile valdinievolino, sollecitatocon la fondazione a Pescia diuna associazione e di una rivi-sta, gli “Amici di Pescia”, che ilSalvagnini volle costituire,hanno infatti grande passioneper le cose paesane, per la sto-ria, l’arte e il locale folklore, econ gusto propongono inizia-tive di sensibilizzazione e valo-rizzazione della città. E infattiPescia, una comunità nel Sei-cento ebbe subito i suoi effetti

popolari, suscitando a Pesciainteressi e animazione nei“Rioni” cittadini. Ma ebbeanche una funzione di stimolostoriografico, per alcuni cultoridi storia locale, e perfino per al-cuni storici di professione. Al-meno indirettamente il Salva-gnini ebbe il merito, anche sol-tanto suscitando critiche e os-servazioni, di richiamare l’at-tenzione sul Seicento pescia-tino da parte pure di storicispecialisti di quel periodo. Aquesto proposito non possonon ricordare i contributi nelSeicento pesciatino raccolti neidue volumi, che ho avuto il pia-cere di curare Pescia. La storia,l’arte e il costume (Pisa 2001) ePescia, città tra confini in terratoscana (Milano 2006).

* * *

Altra cosa, rispetto al taglio sto-riografico di Pescia, una comu-nità, è l’idea base dell’autore diritenere gli anni tra il 1563 e il1738 come il periodo propria-mente “pesciatino” della storiadi Pescia. Era questa una con-cezione ben radicata nel pen-siero di Gigi Salvagnini, chevedeva emergere in modo lam-pante da una situazione storicadi equilibrio socio-economico,che avrebbe appunto caratte-rizzato quegli anni, decisa-mente, come li chiamava, “me-dicei”, cioè strettamente dipen-denti dalla politica fiorentina.

Ma appunto per quegli stessimotivi, io ho supposto che in-vece potessimo definire pro-

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priamente e tipicamente pe-sciatini gli anni anteriori al se-colo XVII, entrando in talmodo in amichevole polemicacon Gigi Salvagnini. Mi pareinfatti che il periodo aureo pro-priamente locale, favorito in-dubbiamente da Firenze, possaessere collocato non tanto nelSeicento - che giudico un tem-po toscano, non pesciatino -quanto piuttosto negli anni apartire dalla conquista fioren-tina del 1339, e che culminano

nel 1519 con la fondazionedella prelatura esente di SantaMaria di Pescia: anni che espri-mono appunto la forza propul-siva della ricca borghesiamanifatturiera locale. Sonoanche gli anni in cui la Valdi-nievole è terra di confine“calda” tra Firenze e Lucca, nelcontesto di un superiore movi-mento di uomini e di mercanziatra le due città, con un'unicagrande strada che passava pro-prio in Valdinievole, con soste

anche a Pescia. Nel Seicento èancora fortemente radicato aPescia il senso e l’importanzadella patria (come manifestanoalcuni personaggi ormai trasfe-ritisi a Milano o a Roma), maormai la politica locale è cam-biata, poiché il granducato ac-cetta pacificamente la confinan-te Lucca, e lungo l’Arno nascela nuova grande strada perLucca da Empoli.

Erano queste le mie idee chesottostavano al mio saggio del1987 Scopi politici degli inter-venti fiorentini nelle istituzioniecclesiastiche e nella tradizioneliturgica della Valdinievole, ilcui sottotitolo, Una tesi da di-mostrare, parve al Salvagninicome discorso sospensivo, nonsufficientemente fondato. E inparte era vero, perché il saggioera stato pensato e poi letto inun convegno di archivistica,dedicato appunto alla sottoli-neatura di tematiche non ri-solte. Ricordo con gratitudinequesta polemica pubblica, per-ché fu per me di grande sti-molo storiografico. In realtàperò l’oggetto della diversitàdelle opinioni verteva sul signi-ficato storico da dare allagrande committenza artistica earchitettonica presente a Pe-scia nel corso del secolo XVII.Tanto io quanto il Salvagniniavevamo davanti questa realtàpesciatina, in epoca “medi-cea”: fiorentina e romana perme; propriamente pesciatina,in quanto comunque quotidia-namente vissuta, per il Salva-gnini.

La copertina del libro di Gigi Salvagnini

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Ci si conobbe all'inizio deglianni '90. Si divenne amici, Gigie l'Anna Lia ci invitarono apranzo diverse volte. (Com'erabuona la trippa cucinata daGigi!) Anche loro vennero acena da noi. Poi nacque Nebu-lae; mi pare ieri quando si pre-sentò la rivista a Monsummano,a Casa Giusti. Ero felice di es-sere tra i collaboratori, felice discriverci. Bei tempi! Ma duròpoco, per me. Vennero anni buie io persi ogni entusiasmo. Nonper Nebulae, per tutto un po':scrivere, fare conferenze... Smisidi spedire articoli per la rivista.E Gigi mi diceva: "Tu sei un va-gabondo. Via su, mandami qual-cosa". Ma questi sono gli spiccioli dellamemoria. Dentro di me, nei 'ba-rocchi' meandri del mio rimugi-nare, Gigi splende per due'illuminazioni' che mi regalòquando ancora non lo cono-scevo. Un suo saggio e un suolibro spalancarono nel mio cer-vello una prospettiva nuova, chevoglio definire maestosa, princi-pesca.

Del passato di Monsummano,della nostra storia locale, sapevoben poco. Ero ignorante di quel-l'ignoranza saccente e presun-tuosa che s'impara a scuola, suimanuali della Storia ufficiale,quella delle “magnifiche sorti eprogressive”. Un giorno, sfo-gliando dei volumi degli Atti deiconvegni di Buggiano Castello,vidi scritto: Monsummano terra

di fondazione, e lessi. Il gran-duca Ferdinando I dei Medicidette a Gherardo Mechini l'inca-rico di progettare e di costruireil santuario e il nuovo centro diMonsummano. Quell'architettonon si limitava a progettare, masi sporcava le mani, stava con glioperai, frequentava i cantieri. Inpochi anni fece sorgere il santua-rio della Madonna della Fonte-nuova, l'Osteria dei Pellegrini,l'oratorio di San Carlo, la nostrapiazza... Insomma, eccoti la me-ravigliosa scoperta: Monsum-mano "terra di fondazione","città d'autore"! E chi ci avevamai pensato? Chi se n'era resoconto? Io no, lo confesso. Poveriitaliani!

Quanta ignoranza è quella che cioffende...

Sotto San Carlo noi ci si giocava.E tutti i bimbi di Monsummanoci si consumava i calzoni, scivo-lando col sedere sul travertino!La nostra bella Chiesa con gli af-freschi di Giovanni da San Gio-vanni, mangiati dal tempo! E lanostra scenografica piazza! For-se io ho un'anima barocca per-ché sono nato in una piazzadel'600, grande, scenografica,teatrale! Monsummano fioren-tina e seicentesca! Quale altrocentro, in Valdinievole, deve aiMedici la sua nascita? Che belparadosso: le nostra nascita èfiorentina e barocca. Barocchi efiorentini!E dunque grazie, ottimo Gigi!

Lo dissi tra me, allora. Lo ripetoqui: io ti devo il mio risveglio, lamia presa di coscienza di un'ori-gine gloriosa. Al famoso “Et inArcadia ego” voglio contrap-porre “Et de Florentia nos”!

Ma a Gigi devo anche quest'al-tra emozione. Volevo saperne dipiù, di Gherardo Mechini; per-ciò acquistai, credo da Salim-beni, il volume “Gherardo Me-chini Architetto di sua Altezza”.Mi misi a leggerlo, dando la pre-cedenza -lo confesso- alle paginesu Montevettolini e sulla Valdi-nievole. Però anche il capitolointitolato “Mechini e Parigi: duecarriere a confronto (1593-1616)”, attirò la mia attenzione.Lessi, e rimasi affascinato. Ilconfronto fra i due architetti fio-rentini mi fece assistere alla riap-parizione (una vera e propriaresurrezione) di un protagonistarimasto ignoto per secoli. Lapolvere, il silenzio del passato sel'erano inghiottito. Il nostrobravo ricercatore però, stu-diando in modo serio, rigoroso,ma con bella disinvoltura, ridà aGherardo Mechini quello cheera suo, ma gli era stato sot-tratto. Come l'Angelo Mai dellacanzone leopardiana, anche Gigiaveva svegliato dalla tomba unodei nostri padri. “C'è ancora dasperare”, mi dissi. “Ancora è pio/ dunque all'Italia il cielo; anco sicura / di noi qualche immortale”. Quella “resurrezione” mi inco-raggiò a conoscere Gigi Salva-gnini.

A UN ITALIANO CHE NON SI STANCO’“DI SVEGLIAR DALLE TOMBE I PADRI NOSTRI”

di Giampiero Giampieri

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Dei molti impegni culturaliche il Professor Salvagnini haportato avanti nel corso deglianni merita di essere ricordataanche la sua partecipazionealla Convegnistica Buggianese.Il primo Convegno di ricerchedi storia locale ideato in Valdi-nievole esordì nel lontano1979, a Buggiano, per iniziativadel professor Enrico Coturri.Per quell'importante debutto,destinato ad aprire una tradi-zione che ha dato il via al dif-fondersi di ricerche per lavalorizzazione delle storie locali

del nostro territorio, si decisedi puntare su un noto espo-nente della architettura rinasci-mentale, allievo del Brunelle-schi e nostro conterraneo: An-drea Cavalcanti detto “Il Bug-giano”. Gigi Salvagnini, che giàaveva pubblicato il suo volume“Pescia, una città”, oggi intro-vabile, fu ovviamente chiamatoa parlarne come studioso parti-colarmente esperto di arte e ar-chitettura locale.

Una foto ricordo scattata allafine del Convegno ritrae Gigi

insieme al professor Coturri , alsindaco dell'epoca, Buonamici,e agli altri organizzatori delConvegno.

Questa collaborazione con laconvegnistica Buggianese sirinnovò più volte, anche neglianni successivi, finché, dopo lamorte del professor Coturri,nel 1999, venne insediato unapposito Comitato scientificodeputato, annualmente. allascelta dei temi e dei relatori.Gigi Salvagnini fu chiamato afarne parte, insieme a vari altri

GIGI SALVAGNINI E I CONVEGNI STORICI DI BUGGIANO

di Vincenza Papini

Anno 1979 - Gigi Salvagnini al primo convegno storico di Buggiano Castello dedicato ad Andrea Cavalcanti

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FASCICOLO INTERAMENTE DEDICATO A GIGI SALVAGNINI

GIGI SALVAGNINI:UNA LETTERA DI COMMIATO

Gentilissima Signora Annalia,esprimendole sentite condo-glianze, le confesso che per me“GIGI” è stato sempre “Il Pro-fessor Salvagnini” che ho sti-mato ed a cui, soprattutto, hovoluto bene.Pur distanti ideologicamente,ci siamo ritrovati ad impe-gnarci in sintonia e per lungotempo per la salvaguardia del-l'ambiente ed in particolaredel paesaggio di Pescia.Era attaccatissimo a questacittà ed ha sofferto per le ferite

che le hanno inferto di volta involta i disastrosi piani regola-tori. Quando mi si è presentatal'opportunità gli ho passato al-cuni articoli per Nebulae cheegli ha sempre accompagnatocon foto da lui stesso scattate.Ed a Pescia ha dato, neltempo, significativi ed indi-menticabili contributi di recu-pero e di valorizzazione dellasua storia.Per questo, io e mia moglieVincenza, gli siamo grati per-

ché, pur abitando da ormaiquasi 50 anni a Buggiano, cisentiamo ancora legati a Pe-scia dove siamo nati e dove ab-biamo trascorso la nostragiovinezza.Le siamo vicini e lo ricorde-remo sempre, entrambi, constima ed affetto.

Buggiano 9 Giugno 2013

Giuseppe Franchie famiglia

docenti universitari e ad alcunirappresentanti di associazionistoriche locali. Come membrodi questo comitato, presiedutoda Giovanni Cherubini, desi-dero ricordare la sua puntualepresenza alle riunioni, i suoiinterventi pacati e significativi,e la signorilità e cortesia che,insieme a un innato umorismo,ha sempre saputo evidenziare,anche nei molteplici contatti te-lefonici che ho avuto con luinel ruolo, ricoperto fino al2011 di segretaria del Comi-tato stesso. Il più recente convegno di Bug-giano si è svolto il 25 Maggioscorso. Gigi non era presente,ma sapevamo della sua malat-tia. Ai primi di Giugno la noti-zia della sua morte, ricordatacon dolore dal Presidente Gio-vanni Cherubini e dagli altrimembri del Comitato stessonella successiva riunione estiva.

E, per unanime decisione, aGigi Salvagnini sarà dedicato ilprossimo volume degli ATTI diBuggiano che uscirà il pros-simo Maggio.

Intanto, su questo numero diNebulae a lui dedicato, ci pareopportuno ricordare i vari con-tributi dati da Gigi Salvagninialla Convegnistica buggianesea partire dal 1979:

1979 - Convegno su AndreaCavalcanti detto il Buggiano.Relazione su “Due architetturebrunelleschiane a Pescia ”

1984 - Convegno su La Valdi-nievole nel periodo della civiltàagricola.Relazione su La dimora ruralein Valdinievole

1990 - Convegno su Studi sto-rici sulla Valdinievole.

Relazione su Monsummano,terra di fondazione

1993 - Convegno su Architet-tura in Valdinievole dal X alXX secolo.Relazione su La grande stagioneedilizia ed architettonica in Val-dinievole durante il Granducatomediceo

2008 - Convegno su La rappre-sentanza locale e le sue formein Valdinievole tra Medioevo eEtà Moderna.Relazione su Istituzioni e classidirigenti valdinievoline nel pe-riodo mediceo.

2011 - Convegno su Giustiziae pratiche giudiziarie in Valdi-nievole tra Medioevo e EtàModerna.Relazione su Neofeudalesimo inToscana. Il caso Bellavista

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FASCICOLO INTERAMENTE DEDICATO A GIGI SALVAGNINI

Per motivi di studio e professio-nali non ho grande dimestichezzacon le date e con i numeri in ge-nere, benché debba utilizzarli enon sbagliare quando li uso. Dicoquesto perché non ricordo inquale anno ebbi la fortuna di co-noscere il prof. Gigi Salvagnini,ma credo quasi sicuramente chefosse uno sul finire degli anni No-vanta del secolo scorso. Io, al-l’epoca, stavo scrivendo la tesi dilaurea sulle origini del Comunerurale di Pescia, affidatami dalprof. Amleto Spicciani, Universitàdi Pisa. Ovviamente, di Salvagniniavevo già letto, durante queglianni, i suoi Pescia. Una città, del1975, e Pescia, una comunità nelSeicento, del 1989. Ricordo che nediscutemmo a lungo con Spic-ciani e con un altro mio caroamico, Paolo Vitali, poi mi offri-rono le loro preziose considera-zioni in merito. Don Amleto nel suo studio a Pisauna mattina mi diede il numero ditelefono di casa di Salvagnini, in-vitandomi a chiamarlo per discu-tere di alcuni aspetti della storiadi Pescia che mi sarebbero statiutili per procedere nella stesuradella tesi. Lo ritenni e lo ritengoancora un grande regalo fattomida Spicciani. In effetti, avendo necessità disvolgere ricerche presso alcuni ar-chivi, principalmente quelli di Pe-scia, di Lucca e di Firenze, nonfeci passar molto tempo prima dichiamare Salvagnini. Lui, da quelgrande uomo ironico che era eche fu sempre, mi mise subito in

guardia, non dico da Spicciani,ma dai preti di Pescia, e da quelliche mi avrebbero magari nascostoo solo parzialmente detto o aiu-tato, giusto per rendere ancorapiù difficoltose le mie ricerche. Iltutto dicendo nomi e cognomi, etitolo, se lo avevano. Poi peròebbe splendide parole nei con-fronti di tre preti della nostra dio-cesi: Leone Giani, Franco Biaginie, appunto, Amleto Spicciani.Questo era Salvagnini. Il quale sa-peva distinguere il grano dal lo-glio. Nel corso di quella famosa primatelefonata mi invitò ad esplorarein maniera seria gli archivi pescia-tini, soprattutto quello di Stato equelli ecclesiastici, quello Capito-lare e quello denominato delleParrocchie, a sua detta autenticitesori di informazioni. Alcune settimane dopo trovai Sal-vagnini nella sezione dell’Archiviodi Stato di Pescia, all’epoca an-cora nei pressi del ponte Europa.Lì, tra le altre cose, ebbi a cono-scere chi di quell’archivio cono-sceva tutto, e che in futuro miavrebbe aiutato in modo davveroencomiabile: parlo di MassimoBraccini, persona di rara intelli-genza ed umiltà. Salvagnini, quelgiorno, stava cercando qualcosain riferimento alla Porta fioren-tina, credo. Sapeva che non mioccupavo di storia dell’architet-tura e tanto meno di quella del-l’arte, ma volle lo stesso farmiriflettere a non trascurare questidue ambiti, perché, questa era lasua opinione, un quadro, una

scultura, oppure un edificio, seopportunamente letti ed interpre-tati, potevano dirci molte più cosecirca l’ambiente culturale e so-ciale che li aveva prodotti, piutto-sto che un pur inedito e preziosodocumento d’archivio. Ho fattotesoro di questo suo suggeri-mento nel corso degli anni. Al-meno lo spero. Ho poi avuto occasione di cono-scere meglio Salvagnini sia du-rante gli annuali incontri deiconvegni buggianesi sia quando,sciagurato chi lo fece, fui eletto se-gretario della benemerita associa-zione Amici di Pescia, di cuiSalvagnini era indubbiamente ilpadre. Quindi nel corso deglianni divennero numerose le occa-sioni in cui avevo possibilità di ve-dere e di parlare con Salvagnini enonostante ciò non gli chiesi maii motivi che lo spinsero a scrivererobe pesciatine. E di questo mene rammarico profondamente.Ricordo che avevo ed ho tuttorauna spiegazione, del tutto perso-nale, non affatto discussa con Sal-vagnini. Nonostante avversi inumeri, devo ricordare alcunedate. Il libro cronologicamentepiù vicino a Pescia. Una città, adesempio, e il bel volume di NoriAndreini Galli, La grande Valdi-nievole, del 1970, sebbene questoparli, appunto, anche della cor-nice storica e geografica entro cuista la storia e l’indubbia impor-tanza di Pescia rispetto agli altricentri minori. Ma in questo vo-lume dell’Andreini Galli il tono èpiano e discorsivo, quasi una sto-

UN RICORDO DI SALVAGNINIdi Fabrizio Mari

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ria raccontata appoggiando ipiedi coi calzerotti sugli alari delcaminetto; la sua, insomma, è unanarrazione giusta per il lettore sa-gace e colto, ma il volume nonpuò essere posto insieme conquelli di storia. L’esempio più cal-zante, invece, mi pare essere ilgran bel libro su Pescia di Mi-chele Cecchi ed Enrico Coturridel 1961. Lì è evidente la volontàdi spiegare al lettore colto la storiadi Pescia, affidandosi, ecco la no-vità, alle fatiche delle ricerche ar-chivistiche dei due compiantiautori. Non è un caso che, dopoil celebre Cecchi-Coturri, i vo-

lumi, gli articoli, i saggi di Salva-gnini siano stati il primo esempiodi storiografia pesciatina contem-poranea a far riferimento nellenote ai documenti consultati. Poisarebbe venuta la Brown con ilsuo innovativo lavoro su Pescianel Rinascimento, poi Spicciani epoi, si magna licet componere par-vis, tutti noi dietro.Per Salvagnini il dato archivistico,fosse stato questo un mero elencodi medici impegnati durante lapeste, o un testamento di un riccopresule, oppure uno schizzo apenna di un edificio rurale era unelemento che riusciva a far bril-

lare i suoi occhi vispissimi. Cinicoe disincantato, spirito libero, in-tellettualmente aperto, Salvagniniha marcato la storia di Pescia inmaniera indelebile. È stato unuomo dotato di una grande iro-nia, condita con quella melanco-nia di chi vede il mondo prenderestrade sbagliate. Ci mancherà,Salvagnini, come mancherà la suavena polemica, che spandeva apiene mani, negli articoli che scri-veva per Nebulæ, e non solo, ogniqualvolta riteneva offesa l’intelli-genza umana. Ci mancherà, ilprof. Salvagnini, e mi mancherà.

IL RICORDO DI UN INCONTROdi Gaia Lavoratti

27 Gennaio 2010. Nell’ampiasala della Pubblica Assistenza ilprofessor Salvagnini raccontaalla cittadinanza gli esiti dei suoidecennali studi sulla città di Pe-scia. Il pubblico è numeroso, no-nostante l’orario nonpropriamente agevole, il mal-tempo e la scarsa pubblicità ri-servata all’evento. Succedesempre così: quando la discus-sione viene riportata alla nostracittà di origine, ai luoghi chehanno dato i natali ai nostri avie, più in generale, alle nostre ra-dici, la popolazione si risvegliada un apparente e malcelato di-sinteresse ed accorre numerosaad ascoltare, a domandare, a pro-porre.E questa rinnovata attenzione ilprofessore sa raccoglierla tutta,

raccontando con disarmantesemplicità i fatti più controversidella millenaria storia di Pescia,ragionando ed interrogandosisulle modalità con cui tali eventiabbiano finito per influenzare inmaniera indelebile la stessaforma urbana.Gli elementi generatori dellacittà, la dualità insita nella suastruttura, l’avvicendarsi dei cir-cuiti murari, le trasformazioniseicentesche, gli aneddoti più cu-riosi della tradizione popolare.Ecco i temi più cari al professore,raccontati con una straordinarialeggerezza non certo priva dellanecessaria scientificità, resi frui-bili ad un eterogeneo pubblico diappassionati e curiosi, tutt’altroche “addetti ai lavori”.Seduta tra i molti presenti

ascolto con interesse il discorsofluido, puntuale, ininterrotto;curiosa e rapita dall’amore e dal-l’interesse dimostrato nei con-fronti della nostra “originale”città, dagli attenti studi sulla suastruttura urbana, sempre par-tendo dalle fonti, reinterpretatee rilette secondo il punto di vistadell’architetto, dall’accattivantecapacità di esporre temi com-plessi con parole semplici, dal-l’originalità e dall’indiscutibileemancipazione culturale.In questo breve ricordo del no-stro primo ed unico incontroconfluiscono tutte le ragioni delmio più sentito, sincero, umileringraziamento al Professore perl’inestimabile lavoro svolto e perla profonda passione che trapeladai suoi scritti.

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Locandina del convegno organizzato per Sabato 8 Febbraio 2014dall’Associazione “Amici di Pescia”

con il patrocinio del Comune di Pescia ed il contributo della Banca di Pesciain onore e ricordo del prof. GIGI SALVAGNINI

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