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Pazienti con la valigia FORUM DELL’ORDINE SU MIGRAZIONI SANITARIE E PATOLOGIE ENDOCRINE RIFLETTORI Alcol, droghe e giovani, i dati del progetto “Alto Rischio” ODONTOIATRIA Le nuove sfide della professione PERIODICO FONDATO NEL 1913 - ANNO 81 NUMERO 6 - OTTOBRE / NOVEMBRE 2011 ORDINE WWW . ORDINEMEDICINAPOLI . IT DEI MEDICI CHIRURGHI E ODONTOIATRI DI NAPOLI E PROVINCIA ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E ODONTOIATRI DI NAPOLI E PROVINCIA RICORDA Si vota per rinnovo organismi ordinistici triennio 2012-2014 copertina 6 2011:Layout 1 21-10-2011 21:05 Pagina 1

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Pazienticon la valigiaFORUMDELL’ORDINE SUMIGRAZIONISANITARIE E PATOLOGIE ENDOCRINE

RIFLETTORIAlcol, droghe e giovani,i dati del progetto “Alto Rischio”

ODONTOIATRIALe nuove sfidedella professione

P E R I O D I C O F O N D A T O N E L 1 9 1 3 - A N N O 8 1 N U M E R O 6 - O T T O B R E / N O V E M B R E 2 0 1 1

ORDINE

W W W . O R D I N E M E D I C I N A P O L I . I T

DEI MEDICI CHIRURGHIE ODONTOIATRI

D I N A P O L I E P R O V I N C I A

ORDINEDEI MEDICI CHIRURGHIE ODONTOIATRI

D I N A P O L I E P R O V I N C I A

RICORDASi vota per rinnovoorganismi ordinisticitriennio 2012-2014

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3SOMMARIO Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre / Novembre 2011

EDITORIALEL’Ordine al voto 4Imminenti le elezioni per il rinnovo degliorganismi ordinistici: un esercizio didemocrazia al quale sono invitati tutti gliiscritti. Ma intanto Napoli è stata perquattro giorni la capitale della medicinaitaliana grazie al Convegno UEMS.

PRIMO PIANOMigrazioni sanitarie: ecco il forum 6OMCeO Napoli intensifica la stagione diforum dedicati ai nodi della sanità edinaugurata lo scorso anno con il focus-sull’emergenza cesareo. Stavolta i riflet-tori sono puntati sull’esodo sanitarioextraregionale collegato alle patologieendocrine. A confronto otto addetti ailavori: gli atti all’interno di questo nume-ro.

OPINIONIL’Europa chiama, Napoli risponde 17Quattro giorni da capitale della medicinaeuropea: a Napoli dal 6 all’8 ottobre si ètenuto il Convegno dell’Unione Europeadei Medici Specialisti. 100 delegati da 35paesi: un evento che premia la medicinanapoletana visto che per la prima voltala città prescelta non è la capitale dellostato ospitante.

RIFLETTORIAlcol e droghe, i dati del Rotary 18Il malessere giovanile alle prese conalcol e stupefacenti al centro del pro-getto “ALTO RISCHIO”, promosso dalRotary International Campania Calabriae Territorio di Lauria. Scopo: la preven-zione del fenomeno tra gli adolescenti.

ODONTOIATRIALa professione tra crisi e speranze 20In agenda, il 14 novembre, l’inaugurazio-ne del Corso di Laurea in Odotoiatria eProtesi Dentaria. A caratterizzare l’even-to una riflessione a più voci su “La pro-fessione dell’odontoiatria tra legalità enuove regole”.

CULTURALa spia che cambiò la storia 21Il profilo affascinante di Richard Sorge,alias “Ramsay”, l’agente segreto al ser-vizio dei sovietici, che con i suoi intrighicambiò il corso della II guerra mondiale.

1861-2011, 150 anni di Sanità 23150esimo anniversario dell’Unità d’Italia:in parallelo 150 anni di evoluzione dellostato di malattia e della professionemedica dal 1861 ad oggi. Un libro firmatoda Walter Pasini esplora un secolo emezzo di storia della salute italiana.

NEWSPolitici e Ordini: il gioco delle parti 25La classe medica vittima degli ecces-si dei legislatori: i parlamentariondeggiano tra l’abolizione degli entiordinistici e la superfetazione di nuoviordini. Risultato: caos e tensione.

FNOMCeO: “Pubblicità regresso” 27Medici sotto tiro in tv. La FederazioneNazionale manifesta la sua preoccupa-zione per iniziative mediatiche che scre-ditano i camici bianchi, innescando l’in-cremento del contenzioso tra medici epazienti.

Coma pediatrico, Santobono Record 28Il nosocomio collinare ha di recenteinaugurato il primo Centro per ilRisveglio dallo stato di coma pediatrico.Un successo propiziato anche dall’impe-gno della Onlus Gli Amici di Eleonora.

Sanità e Web, rivoluzione online 32Come internet ha cambiato il rapportotra medici e pazienti. Istruzioni per l’usosu un fenomeno mondiale destinato adincidere profondamente sulla gestionedella salute. Uno scenario raccontatodal libro “Sanità e Web”.

Ricordiamoli insieme 34

È stata recapitata a tuttigli iscritti la prima convo-cazione delle assembleeelettorali (23-24 e 25Ottobre 2011) per il rin-novo del ConsiglioDirettivo-Albo MediciChirurghi, dellaCommissione Odontoiatrie del Collegio dei Revisoridei Conti per il triennio2012/2014.Nel caso che non venisseraggiunto il prescrittoquorum (1/3 degli iscrit-ti), si procederà allaseconda convocazionenei giorni:

Sabato 19 Novembre2011 (dalle ore 9.00 alleore 21.00).

Domenica 20 Novembre2011 (dalle ore 9.00 alleore 21.00.

Lunedì 21 Novembre2011 (dalle ore 9.00 alleore 21.00.

In seconda convocazioneil quorum prescritto èpari a 1/10 degli iscritti.

RINNOVOORGANISMIORDINISTICI2012-2014

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In un precedente editoriale ebbil’occasione di esprimere il miopensiero circa la voglia del

Governatore di militarizzare lasanità campana. Ovviamente il mioera un giudizio negativo non versole persone, ma verso la gestionedella complessa macchina sanitariaregionale. Ritengo che il guidatoredebba essere persona competenteed esperta, poiché il limiteprincipale del ragionamento portatoavanti in questo anno e mezzo èstato quello di pensare ai contisenza tener conto della peculiaritàdelle Aziende che operano incampo sanitario: fornire assistenzae possibilmente di qualità. Per farequesto bisogna coinvolgere coloroche vivono quel mondo sulla propriapelle: i medici ed i cittadini. Invecesi è preferito continuare ademanare decreti commissariali che,al di là dei provvedimenti individuati,hanno evidenziato un percorso diisolamento tra i decisori tecnico-politici e coloro che in qualchemaniera volevano e dovevanocondividere le scelte da attuare:parlo di tutto il personale, medico enon, ma anche delle lororappresentanze associative, per cuinon è stato possibile creare uncontesto di condivisione chepotesse rafforzare le azioni dellaregione nei confronti del tavolo diconfronto nazionale, il famigeratotavolo Massicci, dal nome delfunzionario del MEF che lo dirige. Eda qui lo sconcerto che hoesternato su alcuni organi distampa durante i primi giorni diagosto quando vi fu l’ennesimorinvio delle nomine dei DirettoriGenerali: il rischio concreto, cioè,era quello di perdere fondi per laSanità, inficiando così ulteriormentei piani di assistenza sanitaria per icittadini campani. Il mio auspicioera che “il tavolo Massicci non si

attestasse su posizioni di rigidità eche al più presto si procedesse conle nomine poiché ilcommissariamento non consente laprogrammazione necessaria alleattività di sviluppo. Le criticità vannoaffrontate subito questo non è iltempo dei rimandi, madell’operatività costruttiva e di undecisionismo coraggioso che superii meri giochi politici”. Nel frattempovi sono state tre novità. Innanzituttoai primi di agosto è stata fatta lanomina del Generale dei Carabinieri,Maurizio Scoppa, nuovoCommissario della ASL Na1centro,in sostituzione del dott. MarioVasco, ritornato al suo ruolo difunzionario regionale a tempo pieno.Il nuovo Commissario, che ho avutooccasione di incontrare negli ultimigiorni di agosto ed al quale porsi gliauguri esprimendo al contempo leproblematiche della professione, staaffrontando la difficile situazionedella Asl Na1 con professionalità einsospettata competenza. Mi augurotuttavia che venga ben supportatoda un pool di tecnici che possaindicargli la via migliore perrisolvere le molteplici e particolaritematiche del settore. A metàsettembre sono poi arrivate lenomine (non proprio tutte quelle checi si aspettava) dei nuovi DirettoriGenerali che, sicuramente, almenoper quello che riguarda la nostraprovincia, risultano di buon livellopoiché coniugano competenza edesperienza. Dopo pochi giorni dallenomine, terza novità, è statasbloccata una parte dei fondi (circa322 milioni di euro) dal tavolo diverifica romano. Ai nuovi Direttoried al nuovo Commissario ho offertola collaborazione dei medicinapoletani per lavorare al recuperodella qualità dell’assistenzasanitaria in Campania.

Napoli è stata perquattro giorni la capitaledella medicina europea ed

italiana. Dal giorno 6 al giorno 8ottobre si è riunita al Castel dell’Ovola UEMS (Unione Europea dei MediciSpecialisti). Erano presenti oltre centodelegati in rappresentanza di 35 paesieuropei e del Mediterraneo.L’eccezionalità dell’evento èconsistita nel fatto che la UEMS nonsi riuniva in Italia da almeno trent’annie che negli altri paesi l’evento si èsempre tenuto nella capitale: per laprima volta si è scelta una città chenon fosse la capitale dello statoospitante. Ho interpretato questoevento come un premio per tutti imedici napoletani. Tra l’altro essendoil Congresso elettivo, si è procedutoalla nomina dei membri dell’esecutivoche seguiranno per i prossimi quattroanni le articolate vicende della sanitàeuropea. A far parte dell’esecutivo èstato riconfermato il nostro GiorgioBerchicci in qualità di Tesoriere eSalvatore Ramuscello eletto tra iVicepresidenti. Anche queste elezionihanno rappresentato un eventoeccezionale poiché, per la primavolta, sono stati eletti due membridella stessa nazione nell’esecutivodell’Associazione. Qualcuno haparlato dell’effetto Napoli! Il giorno 9ottobre inoltre si è tenuta presso lasede ordinistica una riunione di tutti iPresidenti delle Associazioni europee(EMOA) di tutela e valorizzazionedella professione. Fanno parte dell’EMOA (European MedicalOrganization’s Alliance) le seguentiOrganizzazioni: European Associationof Senior Hospital Doctors (AEMH);Conseil European des Ordres desMédecins (CEOM); StandingCommittee of European Doctors(CPME); European Working Group ofPractitioners and Specialists in FreePractice (EANA); European MedicalStudents Association (EMSA);

4EDITORIALE Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre / Novembre 2011

Gabriele PeperoniPresidente OMCeO - Napoli[

Si vota! Un esercizio di democraziaper un mandato di forte rappresentanza

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European Federation ofSalaried Doctors (FEMS);

Permanent Working Group ofEuropean Junior Doctors (PWG);

European Union of GeneralPractitioners (UEMO); EuropeanUnion of Medical Specialists(UEMS).

Il giorno 8 ottobre, sempre pressola sala dell’Ordine, si è tenuto ilConsiglio Nazionale, formato dai

106 Presidenti degli Ordiniprovinciali. I temi posti all’odg sonostati attinenti la contestualizzazionedei temi più caldi della professione:anzitutto gli aspetti previdenziali(era presente il dott. Alberto Oliveti,Presidente vicario dell’Enpam, cheha svolto una esaustiva relazionesulla situazione dell’ente), le ultimedue manovre finanziarie e i dannida esse prodotte (con laconseguente manifestazione diprotesta del 13 a Roma), i temirelativi alla pubblicità ingannevole(in particolare la vicenda Groupon),i problemi derivanti dalle ormainumerosissime denunce (spessotemerarie) nei confronti dei medici.Il dibattito è stato lungo eappassionato, alla fine del qualesono state adottate importantidecisioni per contrastare alcunidegli effetti derivanti dalle questionitrattate.In questo numero troverete uninteressante forum che parte dallemalattie tiroidee per accentrarel’attenzione su due spinosiproblemi: l’incapacità di fare retedel sistema e la migrazionesanitaria. La Campania è la regionecon il più alto saldo negativo: 318milioni di euro. Una cifra moltovicina ai 322 sbloccati dal Governo.Anche su questo urge unariflessione da parte di tutti gliaddetti ai lavori, in particolaremedici e politici.

Quando questo Bollettino sarànelle vostre case o nei vostristudi sicuramente si sarà già

svolta la prima tornata elettorale,che si terrà nei giorni 23-25 ottobre.Come sempre non si raggiungerà ilquorum del 30% (circa 7000 votanti)per cui si procederà ad unaseconda votazione,presumibilmente uno degli ultimifine settimana di novembre, in cuisarà necessario solo il 10% degliiscritti (circa 2300 votanti). Nelmomento in cui scrivo non conoscole alleanze e gli schieramenti incampo. Posso tuttavia dirvi che miripresenterò per un secondomandato, sicuro di aver ben operatoper tutta la comunità medica diNapoli e provincia. Essendo, comesempre, ”politicamente corretto”eviterò di elencarvi le tanteiniziative attuate, peraltropuntualmente riportate su questoBollettino e sul sito dell’Ordine;piuttosto vorrei elencarvi quantoancora si debba e possa fare ed imotivi che, in talune situazioni, mihanno frenato. Tutto questo lo potròattuare incontrandomi di personacol maggior numero possibile di voicolleghi per illustrare il progettoavviato e quali sono i motivi che mifanno ritenere che tale progettodebba continuare attraverso larielezione mia e della squadra chemi affiancherà. Un alto numero divotanti sta a significare un chiaroesercizio di democrazia ed unmandato che in modo ancor piùchiaro esprima la forterappresentanza della categoria, percui vi aspetto in tanti.

Bollettino Ordine dei MediciChirurghi e degli Odontoiatridi Napoli e Provincia

Fondato nel 1913 - Anno 81 - n. 6Ottobre/Novembre 2011

DirettoreGabriele Peperoni

Direttore ResponsabileAntonio Di Bellucci

Coordinamento redazionaleUmberto Zito

Comitato di RedazioneSilvestro CanonicoAngelo CastaldoFrancesco Saverio D’AscoliAntonio De RosaOttavio DelfinoGiuseppe GalanoGregorio LainoFabio LucchettiRoberto MartinaSanto MonastraAndrea MontellaMauro MutoGaetano PiccinocchiVincenzo SchiavoSilvestro ScottiLuigi SodanoGiuseppe TortorielloFulvio TurràGiannamaria VallefuocoFrancesco VerdeGennaro VolpeBruno Zuccarelli

Segreteria di redazioneRaffaele Di Lorenzo

Responsabile comunicazionee relazioni esterneAntonio Chiacchio

Progetto grafico e consulenza editorialeAlbatrosNews - Iuppiter Group

StampaVeca Print SrlVia Concordia, 36/38 - Casoria (Na)

AmministrazionePiazza Torretta,9 - Napolitel. 081/660517 - 660544 - 660707

Pubblicazione autorizzata dalla Cancelleriadel Tribunale di Napoli n°99/1948

5EDITORIALE Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre / Novembre 2011

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Sono ancora tanti i pazienti campani enapoletani che ogni anno abbandonano la propriaregione per curarsi altrove nella convinzione che lestrutture di altre regioni siano più efficienti o nellaconsapevolezza che in alcuni casi talune prestazioninon siano disponibili "in loco". Dunque un temadecisamente scottante sul quale ha deciso di puntare iriflettori OMCeO Napoli: in linea, quindi, con la nuovastagione di dibattiti inaugurata lo scorso anno con ilforum sul parto cesareo, pubblicato nel Bollettinoordinistico e salutato dal vivo interesse della plateamedica partenopea, l’Ordine dei Medici e degliOdontoiatri di Napoli ha organizzato, lo scorso 20 luglio,presso la propria sede un forum sulle migrazionisanitarie che ha inteso approfondire la tematica

soprattutto sul versante delle patologie endocrine lequali, sotto il profilo diagnostico, terapeutico echirurgico rappresentano una causale rilevante degliesodi extraregionali. Significativamente intitolato"Migrazioni sanitarie e patologie endocrine", ilconfronto voluto dall’Ordine ha riunito intorno ad unostesso tavolo diverse competenze nella consapevolezzache la soluzione del problema debba decollare proprioda una piattaforma condivisa di esperienze e dicontributi. Al microscopio dei presenti, cui sono stateposte 6 domande, le cause del fenomeno migratorio ingenerale e, nel dettaglio, di quello che investe i pazientiendocrinologici, poi le contromisure e le possibilistrategie di contenimento del trend, infine il ruolo diOMCeO Napoli nelle possibili iniziative di contrasto.

PRIMO PIANO Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre / Novembre 2011

PAZIENTI CON LA

VALIGIAForum dell’Ordine su migrazioni sanitarie e patologie endocrine

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7PRIMO PIANO

Partecipanti:Salvatore Carrino (specialista ambulatoriale Asl Na1 Centro)Annamaria Colao(professore ordinario di Endocrinologia presso l’Università Federico II)Domenico Adinolfi(medico di medicina generale Asl Na 2 Nord)Giovanni Docimo(professore associato di Chirurgia Seconda Università di Napoli) Maurizio De Palma (chirurgo, direttore U.O.C. di Chrurgia GeneraleOspedale Cardarelli)Marina Taurisano(direttore del Distretto32/ Asl Na1 Centro)Maria Luisa Sandomenico(pediatra del Distretto 24/ Asl Na1 Centro)Sergio Lodato(direttore sanitario aziendale Istituto Tumori di Napoli)

Moderatori:Silvestro Canonico (consigliere OMCeO Napoli)Gennaro Volpe(tesoriere Direttivo OMCeO Napoli)

1 Volpe: Migrazioni sanitarie: cosa spinge icittadini campani e napoletani a curarsi nellestrutture del Centronord? Proviamo a tratteg-giare uno scenario delle possibili cause.

Lodato: Una premessa e qualche dato. L’ele-vato tasso di ospedalizzazione è una caratteri-stica delle popolazioni meridionali (220 x mil-le): una propensione dovuta al minor sviluppodel sistema di cure primario. Si aggiunga che inCampania la tendenza alla mobilità sanitaria,ovvero farsi ricoverare altrove, si concretizzanel 7% del totale dei ricoveri. In ogni caso il sal-do di mobilità è negativo: parliamo di 95mila ri-coveri di campani erogati altrove e di 26milaricoveri effettuati in ospedali campani da resi-denti in altre regioni; e di quei 95mila circa56mila si rivolgono alla regioni confinanti. In ge-nerale, comunque, alle radici del comporta-mento migratorio ci sono le condizioni socialidelle popolazioni del Sud, vedi ad esempio ge-nitori anziani con figli residenti al Centronord.Ma sulle "fughe" pesa anche il marketing ag-gressivo della strutture centrosettentrionali

Carrino: Le strutture di ricovero campanespesso offrono disorganizzazione, scarsa acco-glienza, scadente trattamento alberghiero, scar-sa disponibilità delle camere operatorie, conaumento dei tempi di degenza. Le poche "iso-le felici", legate spesso a iniziative individuali, vengonopoco pubblicizzate e sono di difficile individuazione nel-la frequentemente carente conoscenza reciproca delle po-

tenzialità esistenti, adifferenza di moltestrutture fuori regioneche sono in grado diesercitare un forte e benpubblicizzato appeal.

Colao: Due, a mio av-viso, le cause primarie:1) Scarsa informazione.I pazienti non sono a

conoscenza della specifi-cità delle strutture sanitarie operanti in regione.Nessuno si è mai occupato di censire i Centri dieccellenza delle diverse malattie, fornendo unquadro delle opportunità diagnostiche-tera-peutiche esistenti. Ciò pone l’utente al rischiodella pubblicità autoreferente di piattaformecome internet o i giornali. 2) Scarsa organizza-zione. Ciò che in altre regioni è stato organizza-to per un’esecuzione giornaliera, nella nostraregione viene effettuato in più giorni lavorativi,comportando quindi un dispendio economicoche non è giustificabile. Manca, insomma, unorganismo terzo che presieda a tali attività.

Adinolfi: Confermo: il caos organizzativo egestionale che impera da sempre nella nostra re-gione non dà una buona immagine agli altri,ma ancora di più ai campani e ai napoletani, co-stretti a viverci. Sul problema dell’informazioneda decenni i MMG richiedono carte dei servizi,utili a facilitare il loro lavoro quotidiano e le scel-te dei cittadini. Ma si rifletta anche su un’altra

migrazione, la fuga dei cervelli, di tanti medici meridionali,fuori regione o all’estero.

Docimo: Problema complesso e antico e che va analiz-

Salvatore Carrino Annamaria Colao

Maurizio De Palma

Domenico Adinolfi

Giovanni Docimo

Marina Taurisano

Maria Luisa Sandomenico

Sergio Lodato Silvestro Canonico Gennaro Volpe

Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre / Novembre 2011

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8PRIMO PIANO Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre / Novembre 2011

zato in maniera profonda visto che costa al Sud Italia unmiliardo all’anno e oltre 300 milioni di euro ai soli cittadi-ni campani. Individuo 4 cause prioritarie: strutture rara-mente accoglienti dal punto di vista alberghiero; esterofi-lia ovvero errata convinzione che altrove i sanitari, so-prattutto al Nord, siano migliori; mancata pubblicizzazio-ne di quanto di buono, ed è tanto, fa ogni giorno la sanitàcampana; le lunghe liste di attesa.

De Palma: Certo. Ma va precisato che si tratta di un eso-do che non si verifica par la scarsa qualità dei nostri me-dici o dei nostri ospedali. Piuttosto dipende dal "consoli-dato marketing" che alcuni Centri italiani hanno svilup-pato, mettendo in campo logiche esclusivamente im-prenditoriali, ben sostenute sul piano amministrativo/po-litico, per attrarre pazienti/clienti. Si aggiunga il diffusopregiudizio storico-culturale che porta i meridionali a con-siderare negativamente le proprie realtà sanitarie rispettoa quelle del Centronord. E ancora: la "carenza di informa-zione esperta"su tutto ciò che la Campania offre, cioè Cen-tri e operatori dedicati, modelli organizzativi efficienti,protocolli adeguati e casistiche di tutto riguardo. Vero è, pe-rò, che a influenzare i nostri concittadini contribuisconole carenze alberghiere e le lunghe liste di attesa dei Centridi riferimento.

Taurisano: Credo che a spingere altrove siano la libera-lizzazione del mercato dell’offerta sanitaria e la consape-volezza del paziente della trasformazione del proprio ruo-lo, nell’ambito del processo di cura, in quello di cittadino-utente portatore del proprio bisogno di salute da soddi-sfare. Il cittadino campano, sempre più competente, simuove alla ricerca di strutture e professionalità che megliorispondano alle aspettative in termini di qualità, efficacia,accoglienza, confort e rapidità di risposta. Lo stesso citta-dino, poi, è bombardato da informazioni sulle difficoltàeconomiche della Regione Campania, inevitabilmente lepercepisce, in termini di qualità erogabile come segnali di

inefficienza, inadeguatezza e inaffidabilità. E tuttavia da-ti recenti indicano un parziale recupero della fiducia.

Sandomenico: Non è un mistero che esista diffidenzadiffusa verso le strutture pubbliche e aggiungerei anchequelle private. E sono d’accordo sul condizionamento pro-dotto dalle lunghe liste di attesa, innescate in ogni caso dascarsa disponibilità di personale medico, da cattiva utiliz-zazione delle risorse in nostro possesso e dalla carenzadelle strutture di supporto. Sulla disinformazione circa lenostre eccellenze aggiungerei che essa investe non sologli utenti ma a volte anche i medici di base.

Canonico: A questo punto si impone una prima, sinte-tica considerazione. Il cittadino, insomma, esige, qualità,accoglienza e velocità di risposta, ma le cerca altrove acausa di una qualità assistenziale, quella campana, che orisulta carente o, per molteplici motivi, viene percepita co-me tale. Alla scelta esterofila, quindi, sovrintende una dif-fidenza generalizzata.

2 Volpe: Restringiamo il campo. Tra le urgenze sanitarieche portano i pazienti a valicare i confini regionali per pun-tare altrove, figurano indubbiamente le patologie endo-crine, sia sul fronte diagnostico-terapeutico che su quellochirurgico. Ed è esattamente questo il focus del dibattito.Quali allora le carenze oggettive di casa nostra? Quali gliequivoci? I perchè di un fenomeno.

Carrino: Per la patologia tiroidea la meta prevalente èla Toscana. L’Università di Pisa ha svolto negli ultimi anniun ruolo di capofila della ricerca scientifica, insieme ad unaccorto lavoro pubblicitario, attraverso i canali di infor-mazione scientifica e i mass media. Comprensibile che ilcittadino informato possa optare per le strutture sanitariela Toscana dove il paziente viene preso in carico e accom-pagnato fino all’intervento. Di sicuro, però, esistono ec-cellenze anche qui, ormai apprezzate da molti, ma non an-cora in grado di arrestare la migrazione in modo sostan-ziale: l’imperativo è quello di renderle accessibili. .

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9Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre / Novembre 2011PRIMO PIANO

Colao: Il problema maggiore è la carenza di strutture incui opera l’endocrinologia: poca cultura endocrinologicada parte dei MMG che sono i primi a visitare il paziente,pochi specialisti ambulatoriali di endocrinologia con lun-ghe liste d’attesa, poche strutture ospedaliere dedicate al-l’endocrinologia: basti pensare che le sole strutture com-plesse in materia sono nelle aziende ospedaliere univer-sitarie. Peraltro 30 ani fa l’endocrinologia muoveva i pri-mi passi e quindi medici laureati negli anni ’80 hanno unapreparazione endocrinologica molto limitata rispetto al-le conoscenze attuali: per molti colleghi, dunque, il pun-to cruciale è l’aggiornamento. Malgrado tutto, però, anchesul nostro versante, la migrazione registra una contrazio-ne.

Adinolfi: Importante ribadire che stiamo parlando diun’offerta a macchia di leopardo di servizi con le ben no-te lunghe liste d’attesa, alimentate talvolta oltre misurada un convulsa induzione a richieste inutili e ripetitive divisite di controllo in patologie per le quali basterebbe con-dividere tra i vari operatori percorsi diagnostici e tera-peutici.

Docimo: La chirurgia tiroidea è tra i settori che soffro-no di più la migrazione anche se, nella nostra regione, nu-merosi sono i Centri qualificati sia dal punto di vista me-dico che chirurgico: occorre farlo sapere. Spesso si ignorache in Campania i risultati, in termini di tempi operatori,di complicanze e sopravvivenze anche per patologia tu-morale, e di innovazioni tecnologiche, sono sovrapponi-bili ai più qualificati e "ricercati" Centri chirurgici italiani.Per quanto mi riguarda, è da oltre 5 anni che eseguo di rou-tine interventi di chirurgia mini-invasiva tiroidea, e anco-ra mi capita di parlare con colleghi e pazienti che credo-no che questo tipo di chirurgia non si effettui in Campa-nia, malgrado i tanti pazienti da me operati con questa me-todica e nonostante organizzi periodicamente organizzicongressi e corsi di aggiornamento su questo argomento.

De Palma: Vorrei evidenziare, tra le cause, la "carenzadi un percorso codificato" per il paziente tiroideo che spes-so non sa come affrontare il suo problema e quindi emi-gra verso chi gli offre un prodotto finito, dal primo inqua-dramento alla terapia risolutiva. E’ un dato di fatto che danoi manchi interazione tra medico di famiglia, endocri-nologo, radiologo, patologo, medico nucleare e chirurgoendocrino. Vale però la pena precisare che, al di là di ca-renze strutturali e organizzative, nulla abbiamo da invi-diare ai colleghi del Centronord se consideriamo i risulta-ti. In àmbito chirurgico, poi, le ampie casistiche dei nu-merosi Centri campani mostrano ottime performance,connotate da approcci mini-invasivi, degenze contenutee percentuali di complicanze basse anche per la patolo-gia tumorale.

Taurisano: Nonostante in Campania, per le patologieendocrine, ci siano molti Centri di alta specializzazione edelevata qualità assistenziale, il cittadino emigra: ciò a cau-sa delle lunghe liste di attesa, della mancanza di integra-zione e coordinamento tra erogatori delle cure. In endo-crinologia, la qualità percepita è scarsa e inoltre la migra-zione è collegata ad un giudizio oggettivo legato alla ca-renza di un valido sistema locale che integri e valorizzi lerisorse esistenti. Da dove cominciare? Dalle liste d’attesa

e dall’integrazione tra gli erogatori.Sandomenico: Incontrovertibile che sia il Centro Italia,

Pisa appunto, il maggiore alveo di raccolta dei migranticampani con malattie tiroidee, offendo ottima professio-nalità del personale medico e paramedico e un’organiz-zazione collaterale che garantisce assistenza ottimale al pa-ziente: e non è estraneo a ciò certa volontà politica regio-nale. Ecco perché può accadere che altrove l’accesso allaprenotazione abbia ben altra rapidità. A casa nostra, in-vece, a monte c’è soprattutto disorganizzazione.

Canonico: Dunque registriamo uno scenario abba-stanza chiaro nelle patologie tiroidee: organizzazione nonottimale delle risorse che si riflette in lunghe liste d’attesae nella scarsa interazione tra professionalità.

3 Canonico: Procediamo oltre. Dopo le cause, le con-tromosse. Quali provvedimenti possono essere adottati, intermini di indirizzo generale, nei confronti delle migrazionisanitarie innescate da patologie endocrine?

Carrino: Vorrei ribadire che occorre partire dall’ade-guamento culturale della Medicina di Base in tema di pa-tologie tiroidee, da una maggiore fruibilità delle strutturespecialistiche di 2° livello, con abbattimento delle liste diattesa e maggiore accessibilità dei servizi, inoltre dall’in-formatizzazione e dal potenziamento della strumenta-zione diagnostica, specie ecografica, anche portatile, perl’assistenza ai non ambulabili. L’obiettivo è non solo do-veroso ma anche economicamente vantaggioso: l’80%delle patologie tiroidee potrebbe essere curato facilmen-te e a basso costo in poche e ben accorsate strutture..

Colao: La prima risposta è una filiera efficiente e ben col-legata tra MMG e specialisti ambulatoriali affinchè, tral’altro, il paziente risolva il suo problema il più vicino pos-sibile alla propria residenza. Ed è la via giusta per disin-golfare le liste d’attesa ed evitare sprechi di tempo e denaro.I casi che necessitano di un percorso diagnostico com-plesso dovranno essere inviati ai Centri di 2° e 3° livelllo,

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ospedali o università, possibilmente dai MMG o dagli spe-cialisti per scongiurare ridondanze diagnostiche costosee dispersive. Le seconda mossa risiede in un percorso in-formativo e culturale per i MMG, in modo da facilitarel’individuazione del paziente da sottoporre alle indagini di1° livello e migliorare il flusso dei malati che davvero han-no bisogno di un consulto ulteriore verso le strutture aquesto preposte.

Adinolfi: Al Centronord il valore aggiunto è la rapiditàdi risposte esaurienti alla richiesta di visita endocrinolo-gica. Nel dettaglio: ad una semplice richiesta di visita en-docrinologica si replica in una sola seduta con visita, eco-grafia tiroidea, analisi di laboratorio, se necessario FNABe, all’occorrenza, appuntamento col chirurgo, il tutto in unsistema informatizzato. Non solo: si relaziona, poi, la pre-stazione con lettera dattiloscritta, indirizzata al medicocurante, con la seguente conclusione: "Siamo disponibiliper ulteriori ed eventuali chiarimenti presso i seguenti nu-meri…". Con tanto di firma leggibile ed identificazionedell’operatore. E’ tanto difficile?

Docimo: C’è innanzitutto da augurarsi che le nostrestrutture migliorino dal punto di vista ricettivo e alber-ghiero perché a questo aspetto i pazienti sembrano nonderogare anche se sappiamo che per ora son pochi i fon-di da destinare all’edilizia sanitaria. Spesso i pazienti "emi-grati" riferiscono di ricordare solo l’accoglienza e i confortdelle strutture e non rammentano invece né il nome del-l’ospedale in cui sono stati ricoverati né il nome del chi-rurgo. Dunque, non resta che agire, spiegando e pubbli-cizzando gli esiti della buona sanità campana: e in questosenso media, ente ordinistico e associazioni private pos-sono adoperarsi con successo, criticando se necessario, maallo stesso tempo rendendo noti i risultati e gli interventiinnovativi, promuovendo campagne di stampa "positive"su singoli o su strutture se vi è del merito. Insomma: in-vertire la tendenza del sensazionalismo mediatico sulla

malasanità. De Palma: Condivido pienamente. E’ indispensabile

puntare sull’informazione rivolta all’utenza nostrana erender noto che, oggi, per tutta la patologia endocrina cisono risposte di alta qualità, sia sul piano medico che chi-rurgico. E’ bene aggiungere, però, che l’opera d’informa-zione nel settore va rivolta necessariamente, come è sta-to già sottolineato, anche nei confronti dei medici di fa-miglia e poi degli endocrinologi del territorio, per offriread essi percorsi agili ed esaustivi in cui inserire i pazientied evitare così che siano smistati altrove. E’ necessario pe-rò che le Istituzioni investano di più nella creazione di una"rete endocrinologica" con adeguati supporti tecnologiciche copra tutta la regione, e non solo Napoli..

Taurisano: Non posso che essere d’accordo. Credo cheuna buona organizzazione territoriale per la gestione del-le malattie endocrine vada effettuata in base ad indicato-ri di qualità, di struttura, di efficienza di efficacia, di em-powerment e di gradimento dei pazienti. Queste patolo-gie investono la persona nel suo complesso, per cui l’ap-proccio deve essere multidisciplinare con l’apporto deglispecialisti interessati e dei MMG o PLS che devono fun-zionare da cerniera, a garanzia della continuità delle cu-re. Va poi posta attenzione alla gestione delle liste d’atte-sa per risposte appropriate sui tempi e alla dotazione tec-nologica per le strutture 2° livello nel rispetto delle lineeprogrammatiche nazionali e regionali. E’ inoltre necessa-rio promuovere la deospedalizzazione con la definizionedi percorsi condivisi tra livelli diversi, omogeneità degli in-terventi, e buona comunicazione. Le prestazioni più com-plesse, infine, vanno riservate ai Centri di 3° livello, indi-viduati in base a specifici requisiti e da considerare comeparte della rete integrata.

Sandomenico: In sintonia con i colleghi, credo che il pri-mo argine alla migrazione sanitaria, anche in campo en-docrinologico, sia l’integrazione tra professionalità. Il me-dico di base e il PLS vanno informati su tutte le opportu-nità esistenti in loco per poter poi contattare lo speciali-sta al fine di inviare i casi con reali necessità, dopo lo scree-ning di base. Lo specialista ambulatoriale dovrebbe averela possibilità di effettuare indagini fondamentali allo sco-po di smistare al 3° livello solo casi selezionati.

4 Canonico: Mi rivolgo alle singole professionalità pre-senti. Quale contributo specifico può offrire nel suo set-tore di attività l’addetto ai lavori (dal chirurgo al medicodi famiglia, dallo specialista ambulatoriale al pediatra etc.)per contrastare i flussi migratori?

Carrino: La mia figura professionale di specialista am-bulatoriale, operante nelle strutture distrettuali di "se-condo livello" del territorio, è fondamentale per la gestio-ne clinica di quei pazienti che non necessitano di test dia-gnostici particolari o di ricovero, né di interventi chirurgi-ci o di medicina nucleare. Risolvere una buona parte deiproblemi sul territorio (a costi relativamente ridotti) si-gnifica risparmio sanitario e snellimento del lavoro dellestrutture di "terzo livello", consentendo alle stesse di svol-gere meglio il servizio di alta specializzazione cui sonochiamate. Rivendichiamo, però più tecnologia e più per-sonale, anche per l’attività di ricerca scientifica alla qualele attività di 2° livello, allo stato ancora scarsamente pub-

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blicizzate in termini quantitativi e qualitativi, potrebberofacilmente fornire, in collaborazione con l’università e l’o-spedale, un utile apporto.

Colao: Credo che tutte le figure professionali coinvoltenel percorso diagnostico-terapeutico debbano operare inun contesto che deve essere considerato come un "uni-cum" in modo da evitare che il paziente sia costretto ascelte autonome per le quali probabilmente non ha per-fetta conoscenza. Naturalmente è auspicabile che, nel-l’ambito di strutture territoriali ed ospedaliere, il percor-so sia già previsto a monte al fine di ottimizzare i tempi diattesa e di risultato. La "rete", insomma, è indispensabile.

Adinolfi: Il medico di famiglia è lo sportello di accessodel SSR, pertanto deve essere fornito di strumenti infor-mativi validi e idonei a rispondere alle domande di salutedel cittadino. Inoltre i data base della Medicina Generalepossono essere utilizzati per creare una mappa regionale,tuttora mancante, della prevalenza e dell’incidenza dellepatologie endocrine. Con ovvi benefici per una program-mazione che dia risposte esaustive alle reali esigenze delterritorio.

Docimo: Non c’è dubbio che l’integrazione chirur-go/medico di famiglia/specialista ambulatoriale sia fon-damentale, proprio perché tutte queste figure devono la-vorare insieme e devono saper indirizzare i cittadini ver-so quella struttura, quel Centro, quel chirurgo in grado dierogare le prestazioni migliori e più all’avanguardia. Lachirurgia tiroidea non è una chirurgia difficile ma richie-de, per ottenere i migliori risultati, continuità, competen-za ed esperienza adeguate, dedizione nella sua esecuzio-ne, e aggiornamento costante, disponendo di strumenti incontinua evoluzione. In questo senso l’integrazione è in-dispensabile perché consente di evitare inutili "giri" in Ita-lia o, ancora peggio, all’estero, per cercare prestazioni chesi offrono con pari competenza nella nostra città e non acentinaia di chilometri di distanza. Dunque, una road map

per le patologie tiroidee che individui i Centri che da noioffrono chirurgia di riferimento e che deve essere ben pub-blicizzata presso i pazienti e presso l’opinione pubblica..

De Palma: Siamo costretti a ripeterci ma ne vale la pe-na: la premessa decisiva e che vale per tutti è la creazioneindispensabile di un collegamento costante in rete tra ope-ratori, i quali, mettendo al centro il paziente e i suoi biso-gni, cooperino, ciascuno per le proprie competenze, inun’unica direzione In concreto: come abbattere le atteseper entrare in sala operatoria? Ad esempio, attraverso unmeccanismo a progetto con Centri e operatori disponibi-li per attività chirurgica a basso costo.

Taurisano: Concordo su uno scenario dell’assistenzaendocrinologica in cui, partendo da MMG e PLS fino a rag-giungere i Centri di 3° livello, il cittadino sia accompagna-to nel suo percorso, senza mai sentirsi abbandonato: equesto può nascere solo da una concreta presa in caricocondivisa. E, ancora, ribadisco il potente ruolo di MMG ePLS per il raggiungimento dell’obiettivo: ritengo che, se unmedico di medicina generale è ben sostenuto, può con se-renità e autorevolezza dissuadere il malato dall’affronta-re inutili, se non addirittura dannose, migrazioni verso al-tre regioni. Sandomenico: Per quanto mi riguarda, è es-senziale che il pediatra debba essere adeguatamente for-mato per poter effettuare lo screening di base delle pato-logie tiroidee, così da poter inviare allo specialista solo lediagnosi reali. Successivamente, con un buon rapportomediatico, il PLS può anche occuparsi del follow-up del pa-ziente con patologia tiroidea non chirurgica, che rappre-senta la maggior parte delle problematiche pediatriche, in-viando alo specialista esclusivamente i casi di particolaredifficoltà. Anche lo specialista deve intervenire sul mala-to, incoraggiandolo a rivolgersi al proprio PLS, senza af-follare le strutture di 2° e 3° livello.

5 Volpe: Questo forum ha riunito intorno allo stesso ta-volo diverse competenze: ciascuno dei presenti provi ad

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abbozzare un’integrazione assistenziale possibile in mo-do da imbastire una "rete" efficace di prestazioni controla "fuga" dei pazienti.

Carrino: Provo a sintetizzare uno schema praticabile.Ipotizziamo un 1° livello così organizzato: inquadramen-to da parte dei medici e pediatri di base, con eventuale pre-scrizione degli esami diagnostici "minimi", concordati inbase a protocolli condivisi e programmazione degli inter-venti sanitari domiciliari, anche con strumentazione por-tatile. Poi un 2° livello basato su un numero limitato distrutture "integrate" territoriali, con personale distribui-to nelle 12 ore giornaliere, fornite di ecocolordoppler, an-che portatile, facile accessibilità ad accertamenti di labo-ratorio e di diagnostica nucleare in vivo, informatizzate perl’organizzazione delle prenotazioni e per la raccolta di da-ti. Va sottolineato che in Campania buona parte del lavo-ro effettuato in campo endocrinologico al di fuori dellestrutture universitarie ed ospedaliere, non è conosciuto enon viene utilizzato a fini statistici ed epidemiologici. In-fine il 3° livello, vale a dire le strutture ospedaliere e uni-versitarie, per l’esecuzione di test dinamici, trattamenti dimedicina nucleare e interventi chirurgici. Si tratta di unpercorso in cui, in taluni casi, potrebbe essere persino at-tuato un passaggio diretto dal 1° al 3° livello, a patto dicondividere protocolli minimi ed estremamente agili.

Colao: La mia personale interpretazione è che il pa-ziente non ami recarsi al di fuori del suo contesto abitati-vo per risolvere il problema di salute e che ritenga benve-nuta un’iniziativa che serva a facilitare l’accesso alle strut-ture pubbliche e convenzionate, purchè qualitativamen-te valutate all’altezza. L’uso della rete telematica, allo sco-po di mettere in linea tutti gli attori della soluzione delproblema, sembra al momento la via più efficace in terminidi costi/benefici. E proprio in rete deve essere collocata tut-ta la filiera assistenziale. Esiste, del resto, già da tre anni ilProgetto Rete Cre (Campania Rete Endocrinologia), che è

appunto aperto a tutti gli endocrinologi. Serve, poi, unascuola di formazione permanente sulle patologie tiroidee.

Adinolfi: Da qualche mese è nato il progetto "Satellite"che ha come finalità l’integrazione tra l’ambulatorio delmedico di medicina generale e le strutture di eccellenzauniversitarie. Tale impostazione è rivolta a creare un pon-te virtuale tra le esigenze del territorio, di cui è portavocela Medicina Generale, e il patrimonio culturale e tecnolo-gico dell’Università: un sistema, dunque, in grado di for-nire prestazioni di eccellenza nella nostra regione le qua-li, se opportunamente implementate e rese note, potreb-bero ridurre la migrazione sanitaria verso altre regioni. Ta-le obiettivo sarà raggiunto nel riconoscimento reciprocodelle singole professionalità e ruoli, con l‘unico fine di mi-gliorare l’assistenza ai nostri cittadini/pazienti, sia in ter-mini di riduzione delle liste di attesa sia di maggiore ap-propriatezza delle prestazioni diagnostiche e terapeuti-che nel contesto dell’ottimizzazione delle risorse. E si tor-na al punto: tutto ciò sarà possibile con l’adozione di "per-corsi assistenziali condivisi" e attraverso il dialogo conti-nuo ed un confronto alla pari tra i vari protagonisti del si-stema.

Docimo: L’integrazione si basa su buoni risultati e sulfatto che il paziente segua un itinerario in cui non si sen-ta smarrito. Quindi, fin dalla prima visita endocrinologi-ca, il malato deve contare su una rete di professionisti de-dicati che, in rapida sequenza, lo porti ai più qualificatiCentri di diagnosi, poi da questi al chirurgo più esperto, eda questo di nuovo all’endocrinologo o al medico di fa-miglia. Solo così, ed è la mia esperienza quotidiana, il pa-ziente non si demoralizza e non "scappa" alla ricerca diesperti qualificati fuori regione, comprendendo di non es-sere solo nelle sue scelte e di potersi affidare ai sanitari chelo circondano. Credo però di poter affermare che, in defi-nitiva, il cittadino campano stia iniziando a fidarsi di piùdella sanità di casa propria.

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13Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre / Novembre 2011PRIMO PIANO

De Palma: Personalmente credo opportuno rimarcareancora una volta che negli sfondi già tracciati è necessa-rio collocare "il supporto della Politica e delle Ammini-strazioni Sanitarie" affinchè queste investano per colma-re il gap organizzativo-strutturale. Occorrono tecnologieadeguate e personale esperto sul territorio per il primo in-quadramento del paziente e bisogna sostenere i Centri diRiferimento, vedi 3° livello, per accorciare le liste di atte-sa. Un "modello organizzativo" possibile potrebbe esserequello che prevede un primo screening curato dal medi-co di famiglia che, in presenza di patologia accertata, in-via il paziente all’endocrinologo del territorio e che, soloper problemi complessi o per intervento chirurgico, si ri-volge al Centro di Riferimento. Tutto ciò in linea sequen-ziale e per via informatica. E’ opportuno, poi, cominciarea ipotizzare una Unità tiroidea nei grandi ospedali e, sot-to l’aspetto chirurgico, una formazione più pratica in lo-co.

Taurisano: Concordo ma ribadisco che il percorso è ef-ficiente se il cittadino, nei vari momenti del suo processodi cura, trova agevolmente la professionalità necessaria.Mi riferisco ad un percorso condiviso con integrazionefluida e codificata tra le varie figure, ben posizionate e benindividuabili, le quali fin dall’inizio devono individuareinsieme, mettendosi allo stesso tavolo, il proprio postonel percorso terapeutico: come in una orchestra musici-sti diversi suonano leggendo lo stesso spartito. Quindi ilmodello che auspico è la rete tra le strutture sanitarie de-dicate alla cura della patologia con la certezza che tutti ipartecipanti assicurino omogeneità degli interventi e chesia garantita la comunicazione tra un livello e l’altro. Il tut-to va descritto in una "flowchart" in cui sono ben deli-neati compiti e procedure di ciascuno.

Sandomenico: Da pediatra aggiungo che, intanto, sa-rebbe anche opportuno organizzare stage di formazioneper MMG e PLS, nell’àmbito della formazione obbligato-ria, attinenti le patologie tiroidee. E, all’atto pratico, è al-trettanto opportuno che le figure di 1° livello abbiano uncontatto preferenziale, telefonico e via e-mail, con le strut-ture di 2° e 3° livello al fine di impostare la diagnosi e l’a-deguato follow-up del paziente.

Lodato: Consentitemi un focus sul Pascale dove abbia-mo competenze chirurgiche ma non di endocrinologiamedica. Tuttavia la collaborazione in atto con l’Universi-tà Federico II ci consentirà di acquisire la competenza ne-cessaria per indirizzare in modo corretto le cure nei con-fronti di pazienti con altri problemi neoplastici, oltre i tu-mori, di sviluppare il controllo dei malati in terapia sosti-tutiva e l’assistenza di quanti hanno problemi collateraliendocrinologici, prodotti dall’intossicazione della che-mioterapia. E anche da noi esiste il problema di una lun-ga lista d’attesa e il rischio di una domanda eccessiva ri-spetto all’offerta: una situazione che, ovviamente, non po-trebbe che trarre benefico da un’accresciuta funzionalitàdel 1° livello. Poi, naturalmente, andrà adeguatamentepresidiato e migliorato il fronte endocrinologico con per-corsi formativi idonei.

6 Canonico: Tutti d’accordo, allora, che in tema di "mi-grazioni e patologie endocrine" l’auspicio è il decollo di unsistema integrato dell’assistenza, confezionato secondo le

numerose coordinate emerse dal dibattito di oggi. Su que-sto sfondo, però, quale può essere l’azione di OMCeO Na-poli?

Carrino: E’ opportuno che l’Ordine attui stage forma-tivi per i propri iscritti e campagne d’informazione per icittadini. I corsi servono a raggiungere una preparazionescientifica minima da parte degli operatori, per le rispet-tive competenze. La materia endocrinologica è giovane ein rapida evoluzione. Si assiste ancora a richieste di esa-mi diagnostici strumentali superflui o carenti, a terapieinutili od obsolete; si ignorano le problematiche specifi-che legate allo stato gravidico o all’età evolutiva. Le cam-pagne per i cittadini, poi, avrebbero l’obiettivo di pubbli-cizzare la validità dei servizi esistenti e di evitare i depre-cati "viaggi della speranza".

Colao: Incontrovertibile la necessità che tutti gli attoridella linea diagnostico-terapeutica partano da una mini-ma comune conoscenza delle patologie endocrine. Quin-di i corsi sono indispensabili per produrre questa cono-scenza iniziale da cui poter organizzare i percorsi succes-sivi, ottimizzando i risultati. OMCeO, in questo senso, de-ve diventare motore di eventi formativi, magari tematici,ad esempio il cancro della tiroide: ipotizzare, tra l’altro,"scuole di formazione permanente" presso le nostre uni-versità potrebbe costituire un’opzione assai efficace.

Adinolfi: Chi si è laureato negli anni ’80 o, come me, ne-gli anni ’70, ha dovuto aggiornarsi su tecniche, protocol-li, strumenti diagnostici e terapie innovative, per un do-vere professionale ed etico nei confronti dei cittadini-utenti che hanno espresso una libera scelta di fiducia neisuoi confronti. Per noi medici di medicina generale, inol-tre, l’aggiornamento è reso obbligatorio dalla Formazio-ne Continua, prevista negli accordi convenzionali e orga-nizzata nelle Asl dai CTS. Ma non basta: è importante e ir-rinunciabile che l’Ordine si impegni in stage formatici pergli iscritti; corsi che spazino dalla condivisione di percor-

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14PRIMO PIANO Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre / Novembre 2011

Nel 2009 sono stati erogati a cittadini residenti in Campania 1.261.085 ricoveri ospedalieri per acuti; di questi, 86.812, il 6,9%, sonostati effettuati da strutture ospedaliere extraregionali per una spesa di 286 milioni di euro, pari all’11,3% del fatturato totale dei rico-veri di tutti i residenti.Dal 2001 al 2009 la migrazione passiva è diminuita del 7,5%, quella attiva è aumentata del 3,8% ed il saldo di mobilità è calatodell’11%, passando da -68.084 a -60.582 ricoveri. Nel 2008 il tasso di ospedalizzazione in mobilità dei nostri residenti è stato del 15,3per 1000

I CONTI IN TASCA ALL’ESODO (a cura di Sergio Lodato, direttore sanitario aziendale dell’Istituto Tumori di Napoli)

L’84% dei ricoveri in mobilità è erogato in 7 regioni: Lazio 25%, Molise 11%, Lombardia 11% Toscana 10%, Bambino Gesù 8%, Emilia-Romagna 8%, Puglia 6% e Basilicata 6%. Come si vede, figurano 4 regioni di confine che, da sole, accolgono il 56 % dell’intera nostramobilità e nel solo Lazio si concentra il 33 % dei ricoveri. Comunque la complessità media delle patologie per le quali si migra nelle regioni non confinanti, risulta maggiore rispetto a quella che siosserva per le regioni di confine.

Analogamente la distribuzione dei ricoveri in mobili-tà per Asl di residenza, evidenzia un maggiore fre-quenza di mobilità tra i residenti nelle Asl che confi-nano con altre regioni; infatti, mentre la frequenzamedia regionale dei ricoveri in mobilità si attesta,nel 2008, sul 6,7% di tutti i ricoveri, Avellino1 presen-ta il 15,1, Benevento l’11,8%, Caserta 1 il 14,2% eCaserta 2 il 9,2. Nelle Asl della Provincia di Napoli siosserva la frequenza più bassa con il 3,6% di fuga.Ovviamente lo stesso andamento mostrano i tassi diospedalizzazione extraregionali per mille abitantiche per l’intera regione è di 15,2, Avellino1 34,Benevento il 26, Caserta 1 il 29 e Caserta 2 il 18.

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15Tassi di ricovero % di ricovero in Campania e in altre regioni per Asl di residenza Tassi di ricovero per 1000 abitanti Distribuzione Percentuale

dei ricoveri

ASL di residenza in Campania in altre Regioni Totale Campania Altre RegioniAVELLINO 1 192,6 34,244 226,9 84,9% 15,1%AVELLINO 2 220,7 16,097 236,8 93,2% 6,8%BENEVENTO 1 196,5 26,656 223,1 88,1% 11,9%CASERTA 1 175,9 29,078 204,9 85,8% 14,2%CASERTA 2 176,4 17,842 194,2 90,8% 9,2%NAPOLI 1 260,4 9,698 270,1 96,4% 3,6%NAPOLI 2 212,7 8,038 220,8 96,4% 3,6%NAPOLI 3 196,1 7,290 203,3 96,4% 3,6%NAPOLI 4 215,5 8,666 224,1 96,1% 3,9%NAPOLI 5 195,4 11,150 206,5 94,6% 5,4%SALERNO 1 177,4 12,462 189,8 93,4% 6,6%SALERNO 2 217,3 21,145 238,5 91,1% 8,9%SALERNO 3 240,0 27,921 267,9 89,6% 10,4%Campania 210,9 15,2 226,2 93,3% 6,7%

DRG Dimessi % di fugafuoriRegione

[410] CHEMIOTERAPIA NON ASSOCIATA A DIAGNOSI SECONDARIADI LEUCEMIA ACUTA 4.156 10,2[039] INTERVENTI SUL CRISTALLINO CON O SENZA VITRECTOMIA 2.218 6,4[301] MALATTIE ENDOCRINE, SENZA CC 1.502 11,3[209] INTERVENTI SU ARTICOLAZIONI MAGGIORI E REIMPIANTI DI ARTI INFERIORI 1.423 15,7[042] INTERVENTI SULLE STRUTTURE INTRAOCULARI ECCETTO RETINA, IRIDE E CRISTALLINO 1.406 20,3[503] INTERVENTI SUL GINOCCHIO SENZA DIAGNOSI PRINCIPALE DI INFEZIONE 1.072 10,6[467] ALTRI FATTORI CHE INFLUENZANO LO STATO DI SALUTE 992 6,6[316] INSUFFICIENZA RENALE 885 7,9[290] INTERVENTI SULLA TIROIDE 855 22,7[026] CONVULSIONI E CEFALEA ETÀ < 18 ANNI 843 15,4[203] NEOPLASIE MALIGNE DELL'APPARATO EPATOBILIARE O DEL PANCREAS 839 14,4[241] MALATTIE DEL TESSUTO CONNETTIVO, SENZA CC 834 20,0[012] MALATTIE DEGENERATIVE DEL SISTEMA NERVOSO 798 15,7[359] INTERVENTI SU UTERO E ANNESSI NON PER NEOPLASIE MALIGNE, SENZA CC 794 5,5[183] ESOFAGITE, GASTROENTERITE E MISCELLANEA DI MALATTIEDELL'APPARATO DIGERENTE, ETÀ > 17 ANNI SENZA CC 740 2,5

Il 30% dei ricoveri in mobilità èattribuibile ai 15 DRG (DiagnosisRelated Group: RaggruppamentiOmogenei di Diagnosi) elencati e,come si può osservare, si tratta dipatologie non particolarmentecomplesse. Per le patologie piùcomplesse e più rare lanumerosità è minore ma il tassodi dipendenza extraregionale sipresenta relativamente elevato:trapianti d’organo, interventicardiochirurgici, neurochirurgici etoracici, disturbi mentalidell’infanzia

Tra le prime 15 cause di mobilitàper ricoveri compaiono: al 3°posto il “DRG 301-Malattieendocrine” (che comprende quasiesclusivamente patologie tiroideecon 1502 ricoveri pari a un tassodi fuga dell’11,3%), e al 9° posto il“DRG 290-Interventi sulla tiroide”con 855 ricoveri pari ad un tassodi fuga del 22,7%. La stragrandemaggioranza di questi ricoveri èerogata dall’Azienda ospedalieraPisana che è sede di unqualificato Centro di cura dellemalattie della tiroide a cui sirivolgono numerosi cittadini delleregioni meridionali.

I ricoveri dei Campani perinterventi sulla tiroide nell’ultimodecennio sono andati crescendofino al 2005 per poi decrescere.Per i ricoveri in mobilità si èosservata una riduzione lenta macostante che nel 2009 è arrivata a-15% rispetto al 2001.Le patologie che determinano gliinterventi sulla tiroide sono inmassima parte non neoplastiche,76%, mentre il 16% è la quota ditumori maligni In mobilità lafrequenza dei tumori maligni è piùelevata e si attesta al 24%; iltasso di fuga per la patologia nonneoplastica è del 19% mentre peri tumori maligni arriva, invece, al30%.In conclusione la migrazioneverso la regione Toscanacontinua ad essere relativamenteelevata anche se la tendenza è inriduzione e comunque ancora il30% dei cittadini campani affettida tumore maligno della tiroidepreferisce farsi operare in questaregione.

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16PRIMO PIANO Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre / Novembre 2011

si assistenziali a tecniche di management, allo scopo di re-lazionare i vari attori e definirne ruoli e funzioni senzaequivoci. Per l’opera di informazione verso la cittadinan-za, poi, è auspicabile una concertazione tra Ordine e me-dia.

Docimo: Nessun dubbio: l’ arma anti-migrazione più ef-ficace è quella di pubblicizzare la buona sanità e i buonioperatori. Ecco perché Ordine e giornalisti sono fonda-mentali nello spiegare i motivi per cui gli esodi sanitari so-no inutili. Campagne di informazione e di prevenzione,giornate di approfondimento, spazi dedicati sui giornali:informare colleghi e cittadini è basilare al fine di sensibi-lizzare tutti sulla prevenzione e sulle cause di un fenome-no che, oltre ad essere molto spesso immotivato, oggi si ri-vela anche un lusso inutile.

De Palma: D’accordo sulla indispensabilità di OMCeOsul piano formativo e informativo, ma aggiungerei ancheil ruolo di mediazione, sia tra gli operatori che tra questi ele Istituzioni.

Taurisano: Credo che ci sia parere unanime sulla fun-zione di guida e di iniziativa che spetta all’Ordine: i citta-dini vanno fidelizzati e i pregiudizi vanno abbattuti.

Sandomenico: Sul piano concreto suggerirei che, unavolta organizzati i corsi formativi per gli operatori sanita-ri, i cittadini siano messi al corrente di tale organizzazionenon solo attraverso i media ma anche negli Studi dei me-dici

Conclusioni dei moderatori Canonico e VolpeVolendo sintetizzare quanto emerso dall’interessante di-battito, si possono trarre le seguenti conclusioni.Il cittadino-utente-paziente richiede al SSN qualità, effi-cienza, accoglienza, comfort e rapidità di risposta ai pro-pri bisogni: i cittadini campani, ma talvolta gli stessi me-dici di base, nutrono spesso diffidenza e pregiudizi neiconfronti delle strutture regionali, in quanto la qualitàpercepita delle cure prestate è piuttosto bassa, il che fa-vorisce l’emigrazione verso altre regioni. In realtà è undato obiettivo che spesso c’è una utilizzazione non otti-male delle risorse ed una scarsa organizzazione, che si ri-flette soprattutto in liste d’attesa lunghe oltre che nei cro-nici deficit strutturali ed alberghieri.In particolare, con riferimento alle patologie endocrine,a fronte di numerose realtà altamente positive, per non di-re eccellenti, presenti in Campania, c’è una scarsa divul-gazione “esperta” sia nei confronti della cittadinanza chedegli stessi operatori sanitari, una modesta pubblicizza-zione delle strutture di riferimento, una "tortuosa" o as-sente interazione tra le varie figure professionali coinvol-te nella cura di questi pazienti (MMG, endocrinologo, ra-diologo, medico nucleare, patologo, chirurgo endocrino).Quali interventi potrebbero contribuire ad invertire la ten-denza all’emigrazione per patologie endocrine?- Migliorare le conoscenze dei MMG attraverso percorsi

informativi e formativi, che potrebbero essere orga-nizzati dall’Ordine dei Medici, ed eventualmente at-traverso una “Scuola di formazione permanente” pres-so le Università campane.

- Potenziare i servizi territoriali, consentendo eventual-mente agli specialisti ambulatoriali di effettuare anche

alcune indagini diagnostiche (es. ecografia) e promuo-vendo la deospedalizzazione.Migliorare l’integrazione tra le diverse figure profes-sionali, prevedendo percorsi univoci diagnostico-tera-peutici, e creando un sistema informatizzato “in rete”per la gestione dei pazienti.

- Far risaltare la “buona sanità” attraverso i mass media,sviluppando operazioni di “marketing” soprattutto perle strutture di III livello, così da incidere specificamen-te sul trattamento delle patologie neoplastiche (chepresentano un’alta percentuale di emigrazione sanita-ria).

- Costruire una vera e propria “alleanza” tra medici e pa-zienti (empowerment), oltre che fra gli stessi medici, ba-sata sulla efficienza ed efficacia delle cure.

L’ASL Napoli 1 Centro, nell’ottica del costante miglioramentodell’appropriatezza degli interventi assistenziali, ha recentemen-te attivato una Rete Aziendale per la diagnosi e cura delle pato-logie endocrinometaboliche (Network EndocrinometabolicoAziendale). Nell’ambito di tale struttura è stato approvato unprogetto relativo al percorso per la gestione chirurgica delnodulo tiroideo. In particolare tale progettualità, basata sul prin-cipio hub e spokes, ha come obiettivo la presa in carico dipazienti tireopatici (del territorio partenopeo ma anche di prove-nienza regionale), finalizzata alla corretta e globale gestioneclinica dei noduli tiroidei, dalla prima diagnosi (da realizzarepresso ambulatori ospedalieri e/o territoriali) all’approfondimen-to diagnostico ecografico ed anatomo-patologico, al conse-guente eventuale inquadramento chirurgico, al relativo inter-vento, alla successiva fase di follow up. L’integrazione di tutte leattività citate consente un corretto utilizzo delle risorse, l’otteni-mento di risposte più rapide al bisogno di cure, una maggiorequalità percepita da parte del paziente, con conseguente signi-ficativa riduzione di migrazioni sanitarie extraregionali.I Dipartimenti Centrali di Medicina Ospedaliera ed ilDipartimento Territoriale dell’ASL Napoli 1 Centro, con la super-visione del Servizio di Programmazione e Pianificazione ed ilsupporto del Servizio di Formazione, hanno in itinere la realizza-zione di una puntuale informazione su tale percorso per tutti iMedici di Medicina Generale. I professionisti del territoriopotranno così disporre di sicuri riferimenti per i propri pazienti,garantendo allo stesso tempo cure corrette dal punto di vistaclinico e, in più, migliori performances dal punto di vista orga-nizzativo.Qualora i colleghi desiderino avere anticipazioni o maggioriinformazioni sulle attività della rete endocrinometabolica azien-dale, in particolare riguardo l’assistenza integrata ospedale-ter-ritorio per pazienti endocrinopatici affetti da forme nodularitiroidee, altre notizie sui “nodi” della rete e sulle modalità diaccesso per i pazienti, potranno scrivere alla mail dedicata,ovvero:[email protected] Rosa RuggieroCoordinamento Network Endocrinometabolico ASL Napoli 1 Centro

ENDOCRINOPATIE E MIGRAZIONI,L’ASL NA 1 SI ATTREZZA

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Tra il 5 e l’8 ottobre 2011 il Centro Congressi del-l'Hotel Royal-Continetal di Napoli, si è tenuto il Mee-ting dei medici specialisti europei della UEMS (UnionEuropeenne des Medecins Specialistes), istituzione,con sede a Bruxelles, che rappresenta tutti i medici spe-cialisti europei e di cui fanno parte le organizzazionimediche (ordini, albi o collegi) a cui, in Europa, sonoiscritti tutti i medici, e le principali Società Scientifichedei medici specialisti europei. Come ho avuto modo di scrivere anche sul nostro Bol-lettino, l'evento si è tenuto nella nostra città e non nel-la Capitale, come di solito avviene per i Meeting au-tunnali, fortemente voluto dal nostro Presidente Ga-briele Peperoni e anche dal sottoscritto, Luigi Sodano,che da due mandati è delegato della Federazione Na-zionale alla UEMS stessa. Naturalmente non si può na-scondere il forte appoggio del Presidente della FNOM-CeO Amedeo Bianco che, al di là dell'orgoglio per lesue origini napoletane, ben riconosce alla città di Na-poli un importante ruolo nazionale nel campo dellespecialità mediche, sia per la ben conosciuta, forte e ca-pillare presenza di una medicina specialistica territo-riale, sia perché le Facoltà mediche cittadine sono spes-so coinvolte con propri esponenti nelle attività dellastessa UEMS. Il Congresso vero e proprio è stato anticipato dai lavo-ri dell'esecutivo dell'organizzazione che è stato ospita-to nella sala riunioni del Consiglio dell'Ordine dei Me-dici ed Odontoiatri. Relativamente ai lavori congressuali, il risultato è sta-to particolarmente positivo ed ha visto più di cento de-legati provenienti da tutta l'Europa, compresi rappre-sentanti di Paesi non ancora ufficialmente integrati nel-l'Unione stessa, discutere in merito all'adozione di cri-teri comuni nella formazione ed aggiornamento pro-fessionale degli specialisti al fine di assicurare una ga-ranzia sulla qualità delle cure e dell'assistenza sanita-ria specialistica in tutta la Unione Europea. Non è que-sta l'occasione per entrare nel merito delle decisioniprese ma, come sempre avviene, le decisioni approva-te verranno ufficializzate alle istituzioni europee, Com-missione e Parlamento, con le quali da sempre la UEMSha un dialogo costruttivo e continuo, anche per arriva-re nel tempo ad una armonizzazione in tutta l'Unionedei servizi sanitari. Sottolineo con orgoglio partenopeo la presenza di tut-te le 35 delegazioni, cosa che non avevo mai visto in oc-casione degli altri Meeting, dei rappresentanti di tutte

le associazioni mediche europee ufficiali, anche qui as-solutamente una novità, ed infine dei rappresentanti aimassimi livelli delle più importanti Società scientifi-che europee che nella UEMS sono inserite nelle cosid-dette “Section and Board”.Quindi grande successo di partecipazione ma anche,motivo di orgoglio per l'Ordine dei Medici ed Odon-toiatri e per la Città, l'apprezzamento positivo delle de-legazioni straniere sulla città di Napoli, visitata alla fi-ne dei lavori congressuali da tutti i delegati e loro ac-compagnatori. Notevoli gli attestati di stima verso laFNOMCeO ed il nostro Consiglio, organizzatori di unevento che verrà ricordato tra i meglio riusciti degli ul-timi anni. Gli amici e colleghi europei certamente non dimenti-cheranno il “Welcome party” tenutosi sulle terrazze delCastel dell'Ovo, proteso nel mare in una splendida se-rata ancora semiestiva che ha consentito agli ospiti diammirare il nostro Golfo in tutta la sua bellezza not-turna. Ad inizio serata il Presidente Peperoni ha porta-to il benvenuto e gli auguri di buon lavoro a nome di tut-ti i medici napoletani.Infine, cosa non secondaria dal punto di vista politico,il convegno, che prevedeva anche il rinnovo delle cari-che elettive dell'esecutivo, ha visto una grande affer-mazione della delegazione italiana che, cosa mai avve-nuta nel passato, è riuscita a far eleggere ben due suoirappresentanti nell'esecutivo stesso, il Dott. Berchiccialla Tesoreria ed il Dott. Ramuscello alla vicepresiden-za. Il risultato positivo della manifestazione ha portato adipotizzare che nel futuro la città di Napoli possa anchediventare sede permanente di una delle organizzazio-ni mediche europee, il Meeting è stato il primo tassel-lo di qualcosa che renderà sicuramente orgogliosi i me-dici napoletani.

Congresso UEMS, summit internazionale degli specialistiL’Europa chiama, Napoli risponde

Luigi SodanoConsigliere OMCeO Napoli[

OPINIONI Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre / Novembre 2011 17

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“Dieci ragazzi in coma etilico. Quasi tutti mi-norenni. Ricoverati nel centro antiveleni, sono il dop-pio dei feriti da fuochi proibiti trasportati al Cardarel-li nella notte di San Silvestro. E il sorpasso ubriachi-vit-time dei botti scuote l'ospedale: lanciano l'allarme imedici in corsia, chiamati ad assistere pazienti di ognietà e provenienza…..” riferiva l'edizione nazionale deIl Mattino del 2-01-2011. Il Distretto 2100 del Rotary International Campania,Calabria e Territorio di Lauria era già da tempo impe-gnato per contrastare questo fenomeno attraverso ilprogetto ALTO RISCHIO, che, iniziato nel luglio 2010,ha avuto il 14 marzo scorso l'epilogo con la presenta-zione dei dati definitivi alla Mostra d'Oltremare allapresenza del Presidente dell'Ordine dei Medici e degliOdontoiatri di Napoli e Provincia Gabriele Peperoni edel Presidente dell'Ordine dei Farmacisti Giovanni Pi-sano.ALTO RISCHIO, è l'acronimo di “ALcohol, TOxic sub-stances, Rotary International, SCHool, InstitutionalOrganizations”. Coniato da Ugo Oliviero del Rotary Na-poli SudOvest, coordinatore del progetto, il termine neriassume obiettivo, contribuire alla prevenzione delconsumo di alcol e droghe tra gli adolescenti d'etàcompresa tra 16 e 19 anni, e protagonisti: il Rotary In-ternational, le Scuole (Presidi, Docenti e soprattuttoStudenti) e gli Organismi Istituzionali.

Il progetto, è stato articolato in tre momenti princi-pali:

-il primo momento ha previsto l'individuazione di 42Istituti secondari superiori, del Distretto 2100 del Ro-tary International (in particolare nelle province di Avel-lino, Caserta, Cosenza e Napoli), per un totale di 10056studenti cui è stato somministrato un questionarionon identificativo teso a conoscere l'eventuale consu-mo di alcol e/o sostanze psicotrope.

Il questionario è stato realizzato cercando di entrare nelmondo dei ragazzi: le domande sono state presentatein una veste grafica accattivante e ricca di colori, conun primo gruppo focalizzato sugli aspetti generali del-la vita dei ragazzi (la paghetta settimanale, il gruppo,l'orario di ritorno del sabato sera, cosa fanno quandoescono) e successivamente domande più specifiche(frequenza con cui vengono assunti alcol o droghe,consumo personale e quello dei coetanei, tipo di be-

vanda o di droga preferita, pericolo connesso alla gui-da in stato di ubriachezza o sotto l'effetto di sostanzed'abuso, etc.). Tutti i dati sono stati inseriti in un data-base informatico che ne ha permesso la rapida frui-zione e la corretta elaborazione statistica.

-Il secondo momento ha previsto lo svolgimento digiornate divulgative con incontri interattivi tra figureprofessionali facenti parte dei Rotary e dei Rotaractproponenti e gli studenti prescelti. Nel corso di tali in-contri sono stati esposti i rischi dell'uso e/o abuso dialcool e di altre sostanze psicotrope in particolare perquanto riguarda la sicurezza stradale. E' stato dimo-strato come vari spot pubblicitari inducano in manie-ra più o meno manifesta al consumo di alcol e/o didroghe anche in situazioni dove si richiedono perfor-mance di alta concentrazione ed è stato chiesto ai ra-gazzi di realizzare un cortometraggio o uno spot fina-lizzato ad evocare emozioni positive sullo stato di so-brietà e a stigmatizzare i comportamenti socialmentepericolosi indotti dalle droghe.

-Il terzo momento è stato quello delle manifestazioniconclusive a Napoli, Avellino e Cosenza, alla presen-za del Governatore del Distretto 2100 MichelangeloAmbrosio e dei Presidenti dei Rotary Club aderenti,

18RIFLETTORI Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre / Novembre 2011

Il progetto “Alto Rischio” rivela il disagio giovanileAlcol e droghe, i dati del Rotary

Giorgio Bosso, Erminia Falconio, Pierluigi Izzo, Ugo Oliviero[

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19RIFLETTORI Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre / Novembre 2011

per illustrare i dati raccolti ed i risultati conseguiti aglistudenti partecipanti ed alla popolazione generale. Idati, infine, scorporati per singolo istituto, sono staticonsegnati alle Scuole partecipanti per fornire infor-mazioni e strumenti di prevenzione. Nel corso di ognimanifestazione sono inoltre mostrati i cortometraggie gli spot realizzati dagli studenti e premiati i ragazzipropositori ed esecutori dei video.

I risultati finali del progetto “ALTO RISCHIO”, presen-tati nella prima manifestazione conclusiva del 14 mar-zo a Napoli, possono essere così riassunti:

-10056 studenti, 5430 femmine e 4626 maschi hannocompilato compiutamente il questionario, per lo più16-18enni (90% del campione), distribuiti tra Napoli eprovincia (5122 studenti), Avellino e Caserta (2117stu-denti), Cosenza ed aree limitrofe (2817 ragazzi).

Per quanto riguarda “Il Gruppo” :-il 70% dei ragazzi ha dichiarato di avere un gruppo didimensione medio-grande, compreso tra 5 e 20 perso-ne, con elementi molto o piuttosto uniti, per la vita delquale si sente importante o partecipe (90% dei casi)-più della metà dei ragazzi si definisce indifferente al-le regole (42% del campione) o addirittura contro le re-gole (9%);Il Gruppo: soddisfazione e rispetto delle regole Per quanto riguarda il il sabato sera precedente:-il 61% del campione ha trascorso il sabato sera pre-cedente in compagnia del proprio gruppo, il 23%, so-prattutto ragazze, con il proprio partner.-il 71% degli intervistatidichiara di essere stato ingiro, per lo più “a bighel-lonare”.

Per quanto riguarda ilconsumo abituale di al-col:-I “bevitori”, sono 6235ragazzi, (il 62% del totale)tra i quali il 29% beve re-golarmente almeno unavolta a settimana ed il4%, vale a dire 249 ragaz-zi, è già alcol-dipenden-te poiché beve pratica-mente tutti i giorni.

Consumo di alcol -il consumo di alcol è sovrapponibile in entrambi i ses-si a Cosenza, a Napoli e provincia e ad Avellino-Caser-ta ed i ragazzi bevono di più a 16 e a 17 anni, -è in incremento nel territorio di Napoli e provincia ri-spetto ai dati del nostro precedente progetto pilota;-le bevande preferite dai ragazzi sono rappresentatedalla birra (42%) e dai cocktail di superalcolici (41%),mentre solo una piccola parte, il 17%, beve vino;Consumo di Alcolici;

-le dinamiche di gruppo sono fondamentali: i ragazzibevono in gruppo e ad esso sono molto legati.Per quanto riguarda il consumo di droghe:

-I “consumatori di droghe” sono 1810 ragazzi (18% deltotale) dei quali il 63% ne fa uso ma non tutte le setti-mane, il 18% le utilizza regolarmente almeno una vol-ta a settimana e, addirittura, il 19%, vale a dire 344 ra-gazzi, deve essere considerato già tossicomane poichéassume sostanze psicotrope quotidianamente.

-il consumo di droghe è significativamente maggiorenei maschi a Cosenza e ad Avellino-Caserta; a Napolile differenze tra i sessi non sono significative;-i ragazzi consumano droghe già a sedici anni ma i di-ciassettenni sono i maggiori consumatori, con una ini-ziale riduzione del consumo tra i diciannovenni; -il 14% del campione ha fumato cannabis e il 2,6% haassunto “pasticche” il sabato sera antecedente la com-pilazione del questionario;-la maggior parte dei consumatori di droghe consumaanche alcol; non è vero il contrario;-il consumo di droghe avviene al di fuori del gruppo: iconsumatori di droghe non vogliono farne parte ed ilgruppo spesso non ne è a conoscenza.

1207 ragazzi, pari al 12% del campione, hanno dichia-rato di essere policonsumatori, cioè di assumere alcole droghe: tra gli studenti calabri la percentuale è infe-riore (4%), così come tra gli studenti di Avellino-Caserta(5%) mentre a Napoli ben 922 ragazzi (il 18% del cam-pione) sono policonsumatori.

La differenza di comportamento tra giovani prove-nienti da diverse aree geografiche è statisticamente si-gnificativa e rappresenta il dato più allarmante perchérivela la possibilità che tra alcol e droghe possa realiz-zarsi una sorta di sommazione con potenziamento(una abitudine voluttuaria che induce ed alimenta l'al-tra).

Infine interrogati sulle motivazioni una delle rispostepiù frequenti è stata “perché lo fanno tutti”, e questodà ragione di quanto sia importante un intervento con-giunto che possa aumentare la conoscenza degli effet-ti delle sostanze psicotrope, promuovendo, al tempostesso, comportamenti più salutari e finalizzati ad ideee realizzazioni positive.

E che diffondere la conoscenza delle problematicheconnesse all'uso di alcol e/o droga sia la strada mae-stra da seguire con sempre più tenace pervicacia civiene dalla risposta alle domande “quanto è pericolo-so guidare sotto l'effetto dell'alcol e/ delle droghe?”.

Dopo le diverse campagne, anche istituzionali, più del90% degli studenti, con picchi del 100% in alcune scuo-le, conosceva perfettamente la pericolosità ed i rischiconnessi alla guida in stato di ebbrezza o sotto l'effet-to di sostanze stupefacenti.

Diffondere laconoscenza delle problematicheconnesse all’uso dialcol e droga è la stradamaestra da seguire consempre più tenacia.Dopo diversecampagne, ancheistituzionali, più del 90%degli studenti conosceil pericolo

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Pensare nel 1980, anno di istituzione del Corsodi Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria, a quantemodifiche strutturali il Corso stesso avrebbe avutonegli anni a venire, era impresa ardua. Si andavaformando, nel tempo, un percorso scientifico e cultu-rale che vedeva affermarsi la figura professionaledell'odontoiatra con nuove regole che trovavano inprimis l'Accademia, e a seguire le varie Istituzioni, difronte alla necessità di programmare questo grossoimpegno. Si determinava la figura dell'Odontoiatrasvincolato dal percorso “medico”, ma non per questosvincolato da una cultura di base che non potevaprescindere da quelle "acquisizioni" mediche cosìpregnanti nella formazione di un professionista ade-guato alle richieste del mercato del lavoro. Il laureatoin Medicina e Chirurgia sapeva, da quella data, chenon avrebbe più potuto esercitare la professione del"dentista", unitamente alle due specializzazioni stori-che della Radiologia e della Anestesiologia e Rianima-zione. Di lì, nel tempo, la necessità di definire "spe-cialistica" la Laurea in Odontoiatria ed, a seguire,trasformando il percorso didattico, giungere allalaurea "Magistrale" che porta il percorso formativo asei anni di studio, con il sesto anno dedicato alla solapratica clinica. A fianco alle specializzazioni chepotremmo definire “storiche” a cui poteva accedere,negli anni iniziali, anche il laureato in Medicina eChirurgia quali Ortognatodonzia e Chirurgia Odonto-

stomatologica, si determinò la necessità di individua-re come utente di questo ulteriore percorso formativoculturale il solo laureato in Odontoiatria e ProtesiDentaria.Nell'immediato prossimo futuro si attive-ranno altre due scuole di specializzazione qualiOdontoiatria Generale e Odontoiatria Pediatrica equesto per la necessità di formare professionisti chepossano rispondere alle esigenze, sempre più sentite,del Sistema Sanitario Nazionale. La grande problema-tica dei numeri programmati (programmati a livelloeuropeo, nazionale, regionale) considerati nell'acce-zione comune a “numero chiuso", ha determinato ilgrande fenomeno dell'emigrazione culturale, per cuitanti giovani migrano in sedi comunitarie per acquisi-re titoli accademici e professionali per accedere allaprofessione di odontoiatra. Le notevoli difficoltà cheincontra la professione in un momento di crisi econo-mica che è sotto gli occhi di tutti, il rapporto dellaprofessione con le istituzioni preposte al controllo eal rispetto delle regole della stessa, le problematicheordinistiche, le problematiche che scaturiscono dallaRiorganizzazione Accademica (Legge Gelmini), ledifficoltà della strutturazione di una odontoiatriasociale che possa erogare una prestazione sanitariavalida, rappresentano gli argomenti che il Corso diLaurea Magistrale in Odontoiatria e Protesi Dentariadella Seconda Università degli Studi di Napoli, hainteso porre al centro di questa giornata del prossimo14 novembre, data dell'Inaugurazione del suo AnnoAccademico, che prevede la partecipazione delleAutorità Accademiche e le più alte cariche Istituzio-nali preposte alla prevenzione ed al rispetto delleregole nelle quali la nostra professione si cala.

20ODONTOIATRIA Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre / Novembre 2011

La professione tra crisi e speranze

Gregorio LainoPresidente CLMOPDSeconda Università di Napoli[

Obiettivi e strategie da ripensare per le nuove sfide

Seconda Università degli Studi di Napoli, Facoltà di Medicina e Chirurgia: in agenda per il 14 novembre l'inaugurazionedell'Anno Accademico 2011/2012 del Corso di Laurea Magistrale in Odontoiatria e Protesi Dentaria. A caratterizzarel'evento (con start alle ore 9 nella sala Conferenze della Presidenza della Facoltà di Medicina e Chirurgia), organizzatodai docenti del Corso, un'articolata riflessione a più voci su «La professione dell'Odontoiatria tra legalità e nuoveregole». Per il Presidente del Corso, il prof. Gregorio Laino, «la professione e le istituzioni preposte a gestirla hannosubìto una serie di sconvolgimenti e di ridefinizioni che portano anche l'Università a a porsi quesiti cui si intende dareuna risposta proprio in occasione dell'Inaugurazione». «La manifestazione - prosegue il professor Laino - coincide anchecon un momento della vita accademica che vede la stessa struttura universitaria cambiare e riproporsi in logiche eorganizzazioni completamente diverse da quelle attuali». Tra i relatori in scaletta: lo stesso prof. Laino, il prof. Francesco Rossi, il prof. Giuseppe Paolisso, la prof.ssa AntonellaPolimeni, S. E. Antonio Buonajuto, il gen. Giuseppe Mango, il gen. Saverio Cotticelli, il dott. Ottavio Delfino, il dott.Michele Schiano di Visconti e il dott. Pietro Di Michele.

SUN, DECOLLA IL CORSO DI LAUREA IN ODONTOIATRIAINAUGURAZIONE E DIBATTITO SUL FUTURO

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In Unione Sovietica il tentativo di ricostruire la “verità storica”, di eventi anche recenti,

è considerato reato grave”.Col. A.K. Tokaev, 1954.

La guerra è stata sempre il regno della confusione. Nonè noto se essa sia realmente indispensabile al progressodell’umanità, ma è certo che pare come un assillo perl’uomo. La storia militare è stata segnata non solo dastrateghi ed eroi, ma anche dalle bizze del caso e dalla stu-pidità degli uomini. Molte battaglie avrebbero avuto unesito diverso se non fossero intervenuti eventi impreve-dibili, come l’insipienza di Ney e la mancanza di chiodinella battaglia di Waterloo. Questi fattori-chiave si veri-ficarono anche in uno dei più famosi combattimenti del-la II guerra mondiale, come la battaglia di Mosca, e ilprotagonista fu una spia. La spia perfetta è apparente-mente una persona senza qualità, ma capace di parlaree di ascoltare e poi comporre il mosaico della corretta in-

formazione, mettendo insieme tessere apparentementescombinate. Per otto anni un uomo bello, colto, grandeparlatore, fervente nazista, animò i circoli mondani di To-kio, fra il 1933 e il 1941. Affascinò mogli di ambasciatorie di militari, conversò amabilmente con finanzieri e in-dustriali, scrisse brillanti e informati articoli per la Frank-furter Zeitung e mandò numerosi dispacci in codice a Sta-lin, di cui uno fu decisivo per la sconfitta finale della Ger-mania che, nonostante il patto di non aggressione firmatoda Hitler con Stalin, il 22 giugno 1941 attaccò l’UnioneSovietica, facendo assegnamento su una possibile solle-vazione del popolo russo contro il dittatore bolscevico ecommettendo un primo errore (fattore-chiave n. 1): in-fatti, la sollevazione non si verificò e anzi i metodi spie-tati dei nazisti nei territori occupati fecero sì che gliucraini combattessero a favore dei bolscevichi.L’inizio fu folgorante: entro settembre furono fatti tre mi-lioni di prigionieri russi, la più grande vittoria di Hitler.Il regime bolscevico vacillava. Il 2 ottobre Hitler annun-ciò al popolo tedesco: “Il nemico è stato sgominato e nonè più in grado di riprendersi”. Accecati da tanta fortuna,i tedeschi si misero a litigare intorno ai loro prossimiobiettivi, il generale Guderian voleva puntare decisa-mente su Mosca, Hitler decise altrimenti e perse del tem-po prezioso. Infatti, a differenza di Napoleone - che do-

CULTURA Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre / Novembre 2011 21

Richard Sorge, alias “Ramsay”: su questo affascinante agente segreto ruotò l’esito della II guerra mondiale, decretando la vittoria di Stalin

Francesco IodiceGià direttore U.O. sc di Pneumologia, Cardarelli[

LA SPIA CHE CAMBIÒ IL CORSO DELLA STORIA

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po la vittoria di Borodino a settembre aveva immediata-mente puntato su Mosca - Hitler perse tempo e iniziò l’of-fensiva finale per la presa di Mosca solo il 15 novembre,lo stesso giorno in cui Napoleone decise di ritirarsi pertimore del terribile inverno russo (secondo errore = fat-tore chiave n. 2). Le cose comunque andarono bene al-l’inizio perché i panzer tedeschi avanzarono rapidamentee si portarono fino a 100 chilometri da Mosca; una voltasfondata quest’ultima linea, la strada per la capitale sa-rebbe stata aperta.Ma una serie di eventi bloccò i tedeschi. Innanzitutto,Stalin convocò da Leningrado assediata il marescialloZhukov, suo più brillante stratega, e lo mise a capo del-la difesa di Mosca. Inoltre, il “generale inverno “ fu deci-sivo: una pioggia violenta e diffusa fece esondare i fiumiOka e Ugra e una marea di fango inondò le strade. E co-si’ “la corsa precipitosa verso Mosca”, divenne “una mar-cia a passo di lumaca”, la temperatura scese a meno tren-ta gradi, l’esercito tedescoincontrò difficoltà insormon-tabili perché ai soldati, in previsione di una rapida vitto-ria, non erano stati distribuiti indumenti invernali. Il 19novembre Zhukov, piuttosto scettico, chiese a Stalin duearmate e 200 carri armati; inaspettatamente, con suasomma sorpresa, ebbe molto di più. Stalin infatti avevafinalmente deciso di fidarsi di una sua superspia, Ri-chard Sorge, che, attivo in Giappone per conto dell'U-nione Sovietica, lavorava per l’agenzia di spionaggio so-vietico con il nome di “Ramsay”; era cittadino tedesco esvolgeva come copertura il lavoro di corrispondente diun giornale tedesco. L’ agente segreto trasmise a Stalindue informazioni di importanza incommensurabile; laprima del gennaio 1941 riguardava l’invasione tedescasenza preavviso (ma rimase inascoltata, dimostrandoche la "sindrome di Cassandra", predire il futuro e nonessere creduti, colpì anche Richard Sorge), mentre la se-conda - nell’ottobre dello stesso anno - diventò il fatto-re-chiave n.3, decisivo per la vittoria sovietica e diceva:“Il Giappone non aggredirà l’URSS in Siberia perché isuoi piani strategici prevedono espansione solo nel Pa-cifico meridionale; pertanto, sposterà le sue forze nelSudest asiatico". Questa volta il dispaccio di "Ramsay"non fu appannaggio del solo Stalin, ma dell'intera Stav-ka, il Comando Generale delle Forze Armate, costituito

all'indomani dell'invasione. La corretta valutazione del-l’informazione stavolta costrinse Stalin a fidarsi di Sor-ge, per cui furono convogliate convogliò a Mosca tuttele truppe della Siberia e della Mongolia, in totale ottan-ta divisioni, un milione di soldati, reparti scelti e ben ad-destrati che indossavano tute bianche da neve sopra l’u-niforme. Disponevano di nuovi carri armati T34, più po-tenti dei panzer tedeschi. Zhukov gettò queste truppecontro le forze corazzate tedesche: i “katiusha”, i nuovimicidiali lanciarazzi sovietici, lanciavano sibilanti raffi-che di proiettili, migliaia e migliaia di soldati russi veni-vano avanti sulla neve alta e sugli sci: oltrepassando leunità corazzate tedesche nelle zone boscose, con unamanovra a tenaglia, annientarono molti battaglioni ne-mici. I famosi cosacchi del generale Dovator cavalcaro-no in testa ad una delle colonne sovietiche, le loro im-prese furono citate in tutti i bollettini di guerra e furonoparagonate a quelle dei panzer per rapidità e decisione.Alla fine di dicembre le sorti della battaglia di Mosca era-no segnate: i tedeschi subìrono una gravissima sconfit-ta, perdendo un terzo dei loro carri armati ed aeroplani,morirono 750.000 uomini. Per la prima volta il mito del-l’invincibilità tedesca era stato infranto. Il 7 dicembre igiapponesi attaccarono Pearl Harbour, e la seconda guer-ra mondiale assunse una nuova fisionomia. L’informa-zione della superspia si era rivelata esatta. Sorge, dal canto suo, fu scoperto e arrestato; dopo annidi prigionia e un processo a porte chiuse, fu impiccato il7 novembre 1944. Deakin raccontò nel suo “Il caso Sor-ge” che “compì compostamente il tragitto fino al luogodell'esecuzione” per morire impiccato pochi minuti do-po il suo amico Ozaki. Stalin da Mosca non mosse un di-to per salvarlo e si guardò bene dal riconoscergli qualsiasimerito, il nome di Sorge fu sempre taciuto dalla storio-grafia ufficiale, per non intaccare il mito di Stalin come“unico salvatore della patria”. Il silenzio durò fino al 1963allorchè la spia Philby fuggì a Mosca e rivelò tutto sul“mistero Sorge” asserendo: “L’informazione della piùgrande spia di tutti i tempi fornì la chiave per la vittoriadefinitiva di Stalin”. Oggi il volto di Sorge è effigiato su unfrancobollo russo.

CULTURA Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre / Novembre 2011 22

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Nel 150° anniversariodell’Unità d’Italia, rivesteparticolare importanza ri-cordare e riflettere sull’e-voluzione dello stato dimalattia e della professio-ne medica dal 1861 ad og-gi. Quando fu proclamatoil Regno d’Italia, il Paeseera flagellato dalla malaria,dalla tubercolosi, e dallapellagra. Frequenti eranole pandemie di colera, lamortalità materno-infan-tile era molto elevata; era-no diffuse le malattie lega-te alla povertà, rachitismoe tracoma. Giunge pertan-to opportuna la pubblica-zione - esauriente ed inbella veste tipografica, gra-zie alla Alfa Wassermannche l’ha prodotta e che ladistribuirà in Italia allaclasse medica - di WalterPasini: “ 150 anni di Sanitàitaliana, 1861-2011” chefornisce a noi tutti uno sti-molo per una riflessione

sui grandi temi della salu-te pubblica. I cambiamen-ti dello stato sanitario del-la popolazione si verifica-rono - con lo sviluppo del-la situazione economicadel Paese - allorchè furono

scoperti gli agenti eziolo-gici delle malattie, dei me-todi diagnostici, ma so-prattutto delle terapie spe-cifiche. Chi scrive ha par-tecipato - assieme a stu-diosi come Monadi, Curci,Nitti, e De Michele - all’e-norme ridimensionamen-to dell’infezione tuberco-lare – anche se in parte inripresa negli ultimi anni acausa della forte immigra-zione extracomunitaria -con la sperimentazione invivo dei farmaci rifampici-na ed etambutolo che ne-gli anni ’60 e ’70, in ag-giunta ai farmaci già esi-stenti, portarono allosmantellamento della reteconsortile provinciale an-titubercolare e alla quasicompleta chiusura dei sa-natori .L’Unità d’Italia ha giovatoalla sanità pubblica con-sentendo di affrontare leproblematiche sanitarie

con strategie nazionali.Come scrive giustamentel’A. nell’introduzione” IlTerzo Giubileo della Na-zione deve essere un annodi riflessione sulla storiad’Italia inclusa la storiadella sanità….La visioneunitaria dei problemi sa-nitari è stata determinan-te nel risolvere i principaliproblemi della salute pub-blica”. Il libro è rivoltoprincipalmente a tutte leistituzioni sanitarie a li-vello nazionale, regionalee locale, alle organizzazio-ni mediche con lo scopo dimigliorare lo stato di salu-te della popolazione e laqualità dei servizi erogati.eagli operatori della sanità.Ma soprattutto il volume èdedicato al nostro amatoPresidente Giorgio Napo-litano per il rigore e la ca-rica umana con cui rap-presenta la Nazione. (Francesco Iodice)

CULTURA Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre / Novembre 2011 23

1861-2011, 150 anni di sanità

Walter Pasini150 anni

di Sanità Italianaed. Alfa

Wassermann

Francesco Fronte è anche un valoroso storico che, nel bicentenario dellanascita di Giuseppe Garibaldi, ha scritto questo “Ispica nell’epopea garibaldina”,(Kromatografica Ispica ed., 2007), convinto, come è, che Garibaldi fu il primoeuropeista mondiale perché, ben 150 anni prima che statisti come Adenauer eDe Gasperi, nella metà del XX secolo, dessero vita all’idea di un’Europa unita,Garibaldi aveva scritto:” Supponiamo che l’Europa formasse un solo Stato. E in tale supposizione non più eserciti, non più flotte e gli immensicapitali…sarebbero convertiti invece a vantaggio del popolo”. Il libro, più che mai attuale nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia, si occupadei rapporti fra ispicesi o spaccafornesi e Garibaldi, in quanto due avvenimentihanno dato significato a questa relazione: innanzitutto, dodici cittadini di Ispicaaderiurono all’invito del Generale ed entrarono a far parte dell’esercito checombattè contro i Borboni; uomini che diedero il proprio valido apporto ad unacampagna di grande importanza, quale l’Unità della nostra Nazione. Inoltre, a Ispica fu fondata la prima in Italia “Società Operaia di MutuoSoccorso”, intitolata appunto a Giuseppe Garibaldi e creata nel 1865. Plaudiamopertanto alla fatica di Fronte cui i suoi cittadini dovrebbero essere molto gratiper quanto ha fatto(F. I.)

Ispica e Garibaldi, scorcio ignoto di storia patria

Francesco FronteIspica nell’epopea

garibaldinaKromatografica

Ispica ed.

In un libro di Walter Pasini le tappe della salute italiana

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CULTURA Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre / Novembre 2011 24

La storia del Cotugno

Scrivere la storia diun antico ospedale - comehanno fatto Giuseppe Morel-li e Alfonso Bottone - signifi-ca scrivere la storia del pro-gresso culturale e civile del-la città, le cui vicende vengo-no lette meglio attraverso ilracconto delle sue istituzio-ni, fra cui, appunto, un ospe-dale. Ben venga quindi que-sto libro che parla del “Cotu-gno” dalla sua fondazione nel1884, quale ospedale munici-pale per le malattie infettive,ad oggi, anche con qualcheaccenno al futuro.Il volume descrive in speciela funzione avutadall’ospedale nei momenti dicrisi, cioè nel corso diepidemie:il colera, il tifo, ilvaiolo, la poliomielite. Diparticolare interesse sono icapitoli “I giorni dellagrande paura” e

“Testimonianze degli operatori”. Nel primo si parla del colera verificatosi nell’agostodel 1973; nel secondo, si possono leggere lecommoventi testimonianze di colleghi che hannovissuto sul campo le vicende, a volte drammatiche, delnosocomio, fornendo ampia materia di riflessione.Sorprende che nella monografia, documentata, bencurata, ricca di ricerche e piena di nomi che a variotitolo ebbero a che fare con l’ospedale, manchi quellodel professor Gerardo De Michele che almeno duevolte entrò nella storia del Cotugno, prima comeassessore alla Sanità durante la costruzione, e poi,come Sindaco di Napoli, durante l’epidemia di colera.Non esisteva, prima di questo volume, nessunapubblicazione completa a Napoli dedicata all’ospedaleDomenico Cotugno, né ad altri ospedali. Plaudiamoquindi a questa iniziativa voluta dal dottor VincenzoCasalino, Direttore Generale del Cotugno dal 2003 al2006, con il coordinamento del professor Mario Soscia,Direttore dell’ospedale dal 1973 al 2001, che ne avevaproposto l’idea.(Francesco Iodice)

G.MorelliA.Bottone

Storia dell’ospedale

DomenicoCotugno di

Napoli ed. Guida

Il legame mente-corpo-malattia, dilemmadella psicosomatica, è noto da tempo. Il sé siesprime nella pelle e questa ci fornisce gliindizi per comprendere le problematicheinteriori della personalità. D’altronde, la cuteed il sistema nervoso originano dallo stessofoglietto embrionale e quindi sono duestrutture che hanno molto in comune. Gliautori di questo volume Stefano Iurassich(dermatologo) e Anna Maria Iannaccone(psicologa e psicoterapeuta), intitolato“Se…la Psiche parla dalla cute e se…la Cuteagisce nella psiche: osservazioni edesperienze…” (CLU editrice, 2011), dopo averosservato il legame fra la cute e la psiche,hanno trovato conferma e sperimentazionenella pratica ambulatoriale, dove spesso il p.dermatologico è un soggetto ansioso,depresso o irascibile per la sofferenzapercepita e per la delusione e la sfiducianelle terapia praticate.Da qui la determinazione del tentativo dicomprendere e di giustificare dove inizia lanevrosi causa delle lesioni cutanee e dovefinisce il disagio indotto: una ricerca chepossa spiegare come un solo disturbodetermini la comparsa di più lesioni cutaneee come una singola dermatosi possa esserecausa di numerosi disagi psichici (F. I.)

Quando la Psiche parla dalla Cute

A.M. IannacconeS. Iurassich

Se la psiche parladella cute

ed. CooperativaLibraria Università

L'opera è la sintesi, in forma poetica, delleconoscenze dell'autore in psicoanalisi, invegetoterapia-carattero-analitica, in mitologia,nel teatro greco, in sociologia, e nelle scienzeumane, acquisite in 50 anni di professione dipsichiatra e di psicoterapeuta. Nicola Glielmi,infatti, è conoscitore di elementi di archeologiaper quanto riguarda la Villa Dei Misteri, tantoda rivedere in chiave psicoanalitica, modernae attuale, la grande opera di Amedeo Maiuri,autore di un magnifico saggio sulla Villa.Giustamente Alvaro Vitali definisce questo bellibro (Nicola Glielmi: Zanclea nella Villa deiMisteri di Pompei antica. Ed. TommasoMarotta, 2000) “una sorta di ubriacaturamisteriosofica” a metà strada fra il saggio e lanarrativa. Evocazioni che incatenate fra loroproducono l'effetto della macchina del tempo,alla quale Glielmi, fedele al maestro WilhelmReich, ed egli stesso psicoterapeuta, aggiungeun lampo di vitalità energizzante e un faro sulraccordo fra modernità e mito. L'antica Villapompeiana viene vista in una cornice nuova eassolutamente originale per chi ne vogliaancora subire il fascino iniziatico (F.I.)

L’eterno fascino di Villa dei Misteri

Nicola GlielmiZanclea nella Villa

dei Misteri diPompei antica

ed. TommasoMarotta

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Sulla pelle della categoria medica si sta tentando diconsumare l'ennesima prova di debolezza della classepolitica. Nel pomeriggio del 14 settembre un senatore ha evitatoche si varasse un ddl (sostenuto da uno schieramentobipartisan) per l'istituzione di cinque nuovi ordiniprofessionali e di 15 albi delle professioni sanitarie,propedeutici alla costituzione di altrettanti ordiniprofessionali. Le motivazioni addette dal senatore erano costituitedalla necessità invece di smantellare tutti gli ordiniprofessionali. Come si vede si tratta di un bel teatrino,tra chi vuole abolire gli ordini, e chi invece ne vuoleistituire di nuovi. In un clima in cui da anni ritornal'ipotesi di abrogare gli ordini.Non ci sono parole se non un breve commento: lapolitica insegue il massimalismo oppure il consensoponendo ossequio ad una società italiana del “partico-lare” che al contempo la politica utilizza per i propriinteressi e poi la disprezza. La Federazione Nazionale dell'Ordine dei Medici(FNOM) insieme agli altri ordini professionali sostieneda tempo la necessità di una riforma degli Ordini fruttodi un confronto senza riserve e senza pregiudizi, ma lapolitica fugge preferendo rintanarsi nelle non sceltecon il risultato di creare solo confusione e tensione,offrendo di sé l'ennesimo spettacolo deludente.

Gli eccessi del legislatore e l’esigenza di una riformaPolitici e Ordini: il gioco delle parti

Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre / Novembre 2011 25NEWS

Franco Verde Consigliere OMCeO NapoliBruno ZuccarelliSegretario OMCeO Napoli

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Chi voglia affrancarsi per un paio d'ore da tutte le penedella vita d'oggi, deve andare a visitare il complessomonumentale del Pio Monte della Misericordia, in viaTribunali 253. Io ci sono andato stamane, 8 ottobre, conla mia Associazione, AMEC, che raduna buona partedei medici pensionati di Napoli. Siamo entrati nellachiesa, sita al piano terra, dove si ammirano tele dieccezionale valore artistico.

Fra tutte naturalmente spicca quella del Caravaggio,datata 1606 e pagata 400 ducati, che illustra le setteopere di misericordia corporale. Ci siamo sedutidifronte al capolavoro ed abbiamo ascoltato laspiegazione di una guida ufficiale tanto professionalequanto appassionata.

Abbiamo così potuto gustare al meglio, oltre la visioned'insieme, anche i particolari che rivelano tutta lamaestria del grande pittore come la goccia di latte,frantumata in due, sulla barba del vecchio affamato, ilpunto luce al centro, la precisa raffigurazione delleforme anatomiche delle persone, derivante da unostudio accurato di modelli reali, i barbagli di luce sullapunta della spada di S.Martino e la conchiglia delpellegrino. Alla sommità dell'opera vi è una Madonnacol Bambino di straordinaria bellezza, aggiunta inultimo per un preciso invito della committenza, che siaffaccia da un ipotetico balcone ad osservare quantoavviene al di sotto. La successiva visita al pianosuperiore consente di contemplare altri capolavoridonati nei secoli alla prestigiosa istituzione che, natane 1602 per iniziativa di 7 nobili partenopei, continuaancor oggi la sua illuminata opera di beneficenza avantaggio di bisognosi e disabili della città.

Le opere esposte in questa quadreria di Ribera,Giordano, Pitloo, Stanzione, Vaccaro, Fracanzano,Santafede, Caracciolo, danno un'idea dell'importanzanei secoli del Pio Monte della Misericordia al quale taliquadri erano regalati per le esigenze assistenziali delsodalizio. Di grande interesse anche alcuni documentidell'epoca tra i quali alcuni riguardanti la iberazione dischiavi dai turchi mediante pagamento del riscatto.Siamo usciti avendo avuto un'altra dimostrazione dellagrandezza di Napoli antica che nel ‘600, in Europa, eraseconda solo a Parigi.

Renato Cimino

ASSOCIAZIONE AMEC AL PIOMONTE DI MISERICORDIA

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Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre / Novembre 2011 26NEWS

Il calendario illustrato 2012 è dedicato all’arte del farmacoUn anno insieme a Pianeta Salute

È disponibile il Calendario Pianeta Salute 2012, quest’annodedicato a “L’arte del farmaco”. Formato 30 x 42 cm con 12immagini, una per mese, e copertina illustrata. Personalizzazionecon logo e intestazione di OMCeO Napoli. Chiunque fosse interessato all’acquisto al prezzo di euro 4,00

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Il 9 ottobre scorso a Napoli si è tenuta la riunione dei Presidenti delle Organizzazioni Mediche Europee (EMOA)Fanno parte dell’EMOA (European Medical Organization’s Alliance) le seguenti Organizzazioni:European Association of Senior Hospital Doctors (AEMH)Conseil European des Ordres des Médecions (CEOM)Standing Committee of European Doctors (CPME)European Working Group of Practitioners and Specialists in Free Practice (EANA)European Medical Students Association (EMSA)European Federation of Salaried Doctors (FEMS)Permanent Working Group of European Junior Doctors (PWG)European Union of General Practitioners (UEMO)European Union of Medical Specialists (UEMS)

ORGANIZZAZIONI MEDICHE EUROPEE IN RIUNIONE A NAPOLI

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Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre / Novembre 2011 27NEWS

Il presidente FNOMCeO, Amedeo Bianco, ha in-dirizzato una lettera al presidente della Rai, Paolo Ga-limberti e al direttore generale della stessa azienda, Lo-renza Lei, riportando alcune riflessioni su uno spot man-dato in onda recentemente sulle reti Rai. La pubblicità in oggetto, proposta dalla società Obietti-vo Risarcimento, reclamizza servizi destinati ad offrireun sostegno, sia giudiziario che medico-legale, per azio-ni di contenzioso nei confronti dei medici per eventua-li danni derivanti dallo svolgimento dell'attività sanita-ria. “Sono pienamente convinto da sempre - si leggenella missiva del presidente FNOMCeO - che la libertàd'informazione costituisca un presupposto indispen-sabile per la tutela della salute dei cittadini e che, quin-di, informazioni e critiche siano certamente doverose edutili anche nel campo sanitario. Quello che peroccupa, però, è il rischio concreto di sol-lecitare nell'opinione pubblica l'idea che l'esito non at-teso di un intervento sanitario sia o possa essere la con-seguenza di una malpractice professionale o di cattiveorganizzazioni dei sistemi sanitari”.“I diritti dei cittadini - ha proseguito Bianco - sono cer-tamente il punto di riferimento del nostro esercizio pro-fessionale, pertanto, sono pienamente convinto chequesti fenomeni debbano essere affrontati senza reti-cenze, omissioni o atteggiamenti elusivi, ma occorreevitare il rischio di distruggere equilibri fondati sul rap-porto di fiducia medico-paziente, mai dimenticando diricordare le cose buone che, in sanità, per fortuna, nonsono episodiche. Non può dimenticarsi, del resto, che sul contenziososanitario si muovono interessi enormi nella misura in cuisi muove molto denaro, con il rischio però, secondo ilmodello americano, di guardare più al ristoro degli ap-parati di contenzioso che alle vittime del danno”.“Il pericolo più grande, però, - ha sottolineato il nume-ro uno FNOMCeO - consiste nel contribuire a creare unclima di incertezza e di inquietudine nei cittadini e ne-gli stessi medici che sempre di più faticano a sostenerela pressione di questo contenzioso, che li induce ad at-teggiamenti diretti alla cd. medicina difensiva che pre-giudica la qualità e paradossalmente la stessa sicurez-za delle pratiche professionali. Il compito che i medici, i politici, gli amministratori,ma anche la comunicazione, hanno davanti a sé - fer-mo restando il diritto all'informazione e il riconosci-mento delle responsabilità, cui va correlato il giusto ri-sarcimento al danno ingiusto - è quello di irrobustire lafiducia, proprio partendo dalla correzione degli errori,siano essi umani o dei sistemi sanitari”.“È necessario, pertanto, - ha concluso il presidente Bian-co - che queste riflessioni trovino spazi anche nei me-dia che, certamente, devono denunciare e correggere le

insufficienze dei sistemi, promuovendo però una culturache privilegi anche la difesa del rapporto medico- pa-ziente”.L'allarme FNOMCeO riguardo alle iniziative dei mediache hanno l'effetto di minare la fiducia del cittadini neiconfronti del sistema sanitario è approdato anche sul ta-volo del Ministero della Giustizia e del Consiglio Supe-riore della Magistratura, al fine di segnalare l'eccessivoricorso al contenzioso per gli eventuali danni causatidai medici nei confronti dei loro pazienti.“Nessuno intende negare - si legge nella nota indirizza-ta agli organismi di governo di autocontrollo delle toghe- che debba considerarsi fisiologico il ricorso alla giuri-sdizione per i danni derivanti da responsabilità medi-ca, considerato l'elevatissimo numero di prestazioni sa-nitarie che quotidianamente i medici italiani eroganonell'ambito delle loro attività. Preoccupa, tuttavia, il

proliferare di iniziative,anche mediatiche, chehanno il chiaro scopo diincrementare a dismisu-ra questo contenzioso,inducendo l'opinionepubblica a credere chesempre e comunque ilmedico commetta deglierrori, creando addirittu-ra una presunzione dicolpevolezza. I tecnici del diritto sannoperfettamente che quasisempre queste cause ve-dono l'assoluzione delmedico, il quale comun-que è costretto a subire

una pressione psicologica che incide pesantemente sul-la sua serenità umana e professionale”.“Questa Federazione, - ha precisato FNOMCeO - nel ri-spetto ovviamente della piena autonomia dei magistra-ti, sottolinea come l'attuale normativa (art. 91 c.p.c.)consente al giudice di condannare la parte soccombenteal rimborso delle spese a favore dell'altra parte. Troppo spesso, tuttavia, con motivazioni non convin-centi, il giudice compensa tali spese escludendo la ri-petizione delle spese sostenute dalla parte vincitrice.La più estesa applicazione di quanto previsto dall'art. 91c.p.c. permetterebbe almeno al medico di essere risar-cito degli oneri ottenuti per difendere vittoriosamentela propria reputazione professionale. Chiediamo per-tanto, nei limiti di quanto possibile, una riflessione suquanto rappresentato, facendoci portavoce della preoc-cupazione e del malessere di un'intera categoria pro-fessionale”.

Medici sotto tiro in tv, la Federazione protestaFNOMCeO: “Pubblicità regresso”

Preoccupa il proliferaredi iniziative mediaticheche hanno lo scopo diincrementare ilcontenzioso tra medici epazienti, inducendol’opinione pubblica acredere che il medicocommetta sempre errori,creando andirittura unapresunzione dicolpevolezza

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Dopo cinque anni di battaglie, la Onlus Gliamici di Eleonora ce l'ha fatta: alla presenza del Cardi-nale Sepe è stato finalmente inaugurato il primo Cen-tro per il Risveglio dal Coma Pediatrico presso l'ospe-dale Santobono di Napoli. Il Centro colma una grave carenza nel Sud del Paese erappresenta una delle prime realtà sul territorio nazio-nale, visto che in Italia esistono ancora poche struttu-re in grado di assistere e curare i neonati in grave diffi-coltà. Passo fondamentale di un progetto più generaleche ha individuato nell'A.O. Santobono-Pausilipon larealtà in cui realizzare la struttura, l'inaugurazione delcentro rappresenta una speranza per le famiglie dei pic-coli in stato di coma ed è nata anche grazie alla solida-rietà di tanti napoletani che, coinvolti dal Cardinale Se-pe, hanno dimostrato ancora una volta la loro genero-sità, finanziando gli arredi e le strutture. Importanteanche l'impegno della Onlus Gli Amici di Eleonora cheavanzò la proposta, raccolta dall'assessore regionaledella Sanità di allora, nel lontano 2006. Inserito nel Piano Ospedaliero 2007-2009, il progetto èstato ribadito nei Piani sanitari 2008-2010 e nel PianoOspedaliero in vigore per poi arrivare alla realizzazio-ne di un moderno percorso di cura, assistenza e riabi-

litazione che parta dalla TIN (Terapia Intensiva Neona-tale), per arrivare all'unità di risveglio attivato, com-pleto di day hospital, Centro del Risveglio, fino all'ho-spice per i casi più difficili. Il tutto nel rispetto dellemoderne norme in materia che prevedono il coinvolgi-mento e la presenza attiva delle famiglie dei piccoli ma-lati. Grazie al nuovo reparto, infatti, al Santobono saràpossibile per le famiglie dei piccoli ricoverati vivere ac-canto a loro e seguire gli sviluppi del percorso di guari-gione. Un primo, importantissimo passo dunque è stato fattoper rendere più umana l'assistenza ospedaliera e piùpartecipata la gestione delle varie fasi di uscita dal co-ma. Purtroppo, le strutture in grado di operare effica-cemente nel caso di neonati in grave difficoltà restanoancora poche, e ancora tanti sono i drammi che coin-volgono le famiglie. La Onlus Gli amici di Eleonora nasce infatti come as-sociazione che si batte per la realizzazione di modernestrutture per la cura e l'assistenza delle persone colpi-te da coma, di una adeguata assistenza domiciliare al-le persone in stato vegetativo, della definizione di nor-me che riconoscano il valore dell'impegno delle fami-glie nell'assistenza ai loro familiari malati.

Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre / Novembre 2011 28NEWS

Il nosocomio collinare inaugura il Centro per il RisveglioComa pediatrico, Santobono record

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NEWS Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre / Novembre 2011 29

Con la nota inviata lo scorso 8 settembre, laFNOMCeO ha sollecitato la Direzione Generale dellaPrevenzione Sanitaria (Ufficio II) a intervenire per con-trastare la prassi consolidata, adottata dall'Enel, di as-segnare il cd. “Servizio di sorveglianza sanitaria” nelleproprie centrali tramite l'indizione di gare di appalto alribasso: tale pratica viene definita dalla Federazioneuna minaccia per l'efficacia dell'attività di prevenzio-ne sui luoghi di lavoro e al contempo pone spesso imedici, contrattualizzati con tale sistema, in contrastocon i loro principi deontologici. FNOMCeO è scesa in campo in seguito a segnalazionisulla condotta della S.M.A. (Servizi Medici AziendaliSistemi Sanitari) che, avendo vinto la gara d'appaltoindetta dall'Enel, «sta contattando - recita testualmentela nota - tutti i medici competenti, già presenti nellecentrali Enel, proponendo loro un contratto per le man-sioni di sorveglianza sanitaria che prevede un onora-rio onnicomprensivo di 25 euro a persona». In prece-denza, puntualizza la FNOMCeO, «l'Enel riconoscevaper la stessa attività l'onorario di 84 euro a persona piùrimborsi». Nel caso in esame, obietta ancora la nota, pur non con-figurandosi formalmente un bando di gara di appaltoal ribasso, si avvertono tuttavia nella proposta avanza-ta dalla S.M.A. una sostanziale elusione del divieto digare al ribasso ed anche una violazione al codice dideontologia medica il quale innanzitutto prevede che«nell'esercizio libero professionale l'onorario deve es-sere commisurato alla difficoltà, alla complessità e al-la qualità della prestazione, tenendo conto delle com-petenze e dei mezzi impegnati» e dispone poi che «ilmedico dipendente o convenzionato deve esigere daparte della struttura in cui opera ogni garanzia affinchèle modalità del suo impegno non incidano negativa-mente sulla qualità e sull'equità della prestazioni non-ché sul rispetto delle norme deontologiche». Comprensibile dunque la preoccupazione di FNOM-CeO che investe aspetti di carattere deontologico/pro-fessionale e, in parallelo, i risvolti sulla tutela della sa-lute e della sicurezza nel luogo di lavoro. Si osserva, adesempio, che la gara al ribasso non favorisce certo lacorretta concorrenza tra medici ma si pone rischiosa-mente in contrasto con la buona pratica medica. Riserve su cui è allineata anche una nota del Ministe-ro della Salute: «Il Servizio di Sorveglianza Sanitarianon può essere oggetto di gare al ribasso da parte dipubbliche amministrazioni…». FNOMCeO, infine, ri-leva che nella lettera d'incarico è già contenuto un pro-tocollo sanitario e ciò viola la norma vigente che pre-vede che sia il medico competente a valutare ed adot-tare il protocollo sanitario, a suo avviso, più idoneo al-le circostanze in cui opera.

FNOMCeO: no agli appalti al ribasso per la sorveglianzaSalute nei luoghi di lavoro: è polemica

Il professor Giovanbattista Capasso, ordinario diNefrologia presso la Seconda Università di Napoli, è statoeletto con larghissimo consenso Presidente della SocietàItaliana di Nefrologia.Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato inoccasione del 52esimo Congresso Nazionale tenutosi aGenova lo scorso mese di settembre.Il professor Capasso, collaborato da un valido gruppo digiovani ricercatori, porta avanti da molti anni la ricerca dibase sulla fisiologia del tubulo renale con importantisviluppi clinici, in particolare nel campo del renepolicistico.Al professor Capasso, erede della rinomata scuolanefrologica partenopea che fu di Carmelo Giordano, diVittorio E. Andreucci e di Natale De Santo, le felicitazionidell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Napoli edi tutti i colleghi.

SOCIETÀ ITALIANA NEFROLOGIACAPASSO ELETTO PRESIDENTE

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NEWS Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre / Novembre 2011 30

L’intervento del presidente FNOMCeO Amedeo BiancoCernobbio, stati generali sull’ECM

Ai nostri lettori offriamo l'intervento integrale delpresidente della Fnomceo Amedeo Bianco (nella foto)intervenuto alla terza conferenza nazionale sull'edu-cazione continua in medicina tenutasi a Cernobbio loscorso 17 ottobre. La conferenza nazionale sulla for-mazione, organizzata sotto la direzione scientifica del-la Commissione nazionale per la formazione continuae del Ministero della Salute ha focalizzato l'attenzionesulle novità del programma Ecm e sui risultati conse-guiti nel primo anno di accreditamento dei providercon le nuove regole. Fra le novità che sono state pre-sentate: il manuale di accreditamento, gli schemi dicontratto per la sponsorizzazione degli eventi, le speri-mentazioni di metodologie formative innovative sele-zionate e finanziate dalla commissione ed il relativonuovo bando, i modelli regionali di accreditamento.

L’intervento di Amedeo BiancoEcm: la costruzione di un modello di formazione co-erente con il sistema sanitario italiano

La Commissione nazionale Ecm porta quest'anno a Cer-nobbio i frutti di un anno di lavoro intenso: il nuovo Ac-cordo Stato Regioni migliora il precedente, trovando unpunto di equilibrio tra i due sistemi di accreditamento,nazionale e regionale.Il doppio sistema di accreditamento è una palestra in cuisi sperimenta la possibilità di realizzare, su un terreno disintesi e di sinergie, sia il rispetto delle specificità delle sin-gole Regioni sia la coerenza del sistema nel suo com-plesso. La sfida culturale che abbiamo affrontato sta nella capa-cità di sviluppare forme di federalismo maturo efficaceed efficiente. Si tratta di rispettare l'esigenza regionale diorientamento, anche attraverso regole normative con-nesse alle proprie specificità organizzative, trovando unpunto di equilibrio con la coerenza al sistema naziona-le, anche perché il riconoscimento dei titoli è comunquea livello nazionale. Per far sì che i sistemi regionali com-petano tra di loro verso l'alto e non verso il basso, occor-re tenere saldo un asset omogeneo di requisiti e criteri perl'accreditamento, in modo di dare ai professionisti unagaranzia sulla qualità e l'efficacia della formazione.

Credo che il percorso compiuto in questi anni sull'Edu-cazione continua in medicina sia stato tutto orientatoalla costruzione, in termini concreti e reali sia pure contutte le difficoltà che abbiamo visto e che vediamo, di unsistema di offerta di attività formative che fosse coeren-te allo sviluppo del sistema sanitario. Le attività formati-ve, che già prima venivano svolte in ragione dei codicideontologici e della responsabilità di ogni singolo pro-fessionista, sono state ricondotte ad un sistema di for-

mazione capillare, che guardi da una parte ai bisogni delsingolo, sulla base del profilo delle sue esigenze e com-petenze, e dall'altra ai bisogni delle organizzazioni sani-tarie, perché la formazione continua è elemento essen-ziale per la qualità delle prestazioni, per il miglioramen-to delle organizzazioni e dei processi assistenziali, di pre-venzione e di cura.

Intorno a queste esigenze si sono costruite le particola-rità e le specificità del sistema Ecm italiano, che discute-remo insieme a Cernobbio. Il primo elemento caratte-rizzante del nostro sistema è sicuramente l'idea del dos-sier formativo, individuale e regionale, che è già in spe-rimentazione avanzata in alcune realtà. Uno strumentoche disegna, complessivamente, il percorso di aggiorna-mento e studio compiuto, rivelandone la coerenza e an-che le eventuali criticità.L'altro elemento specifico è la messa in rete delle ana-grafiche dei professionisti e la certificazione presso le au-torità di Ordini e Collegi, dei crediti di ogni singolo pro-fessionista. Questo metodo ha realizzato una mappatu-ra straordinaria delle attività formative svolte, visto checoinvolge complessivamente circa un milione di profes-sionisti, dandoci la possibilità di avere una banca dati ditutte le attività realizzate.Il terzo punto caratterizzante è quello di aver affrontatoin modo maturo il rapporto tra autonomia e indipen-denza della formazione e sponsorizzazioni, ovvero il rap-porto tra sponsor e provider. Nel nostro sistema tuttoquesto avviene nell'ottica della trasparenza, attraverso un

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NEWS Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre / Novembre 2011 31

Fare il medico fa bene non solo alla salute dei pazienti, ma anche degli stessi dottori. A dirloè l'Enpam che sta analizzando la sua base previdenziale in vista della riforma dei contributie delle pensioni. I medici vivrebbero più a lungo per questioni culturali e di educazione. Lasperanza di vita negli ultimi venti anni è aumentata per tutta la popolazione. Secondo i datiIstat, gli uomini vivono 2,7 anni in più e le donne 2,6 anni in più. L'aspettativa di vita deimedici rispetto all'aspettativa di vita generale è ancora più alta: un medico od odontoiatramaschio, che ha compiuto 65 anni nel 2007, ha un'attesa di vita di 1,4 anni in più rispettoalla media generale; una donna medico un anno di più. La vita media di unsessantacinquenne può raggiungere gli 82,9 anni se uomo e gli 86,6 anni se donna, i mediciarrivano a 84,3 anni per gli uomini e a 87,6 anni per le donne. Povertà e uno scarso livelloculturale tendono a generare più facilmente malattie, i livelli più evoluti di popolazionetendono invece a stare meglio e a vivere più a lungo. I dottori poi conoscono bene gli effettidegli stili di vita negativi e li evitano più degli altri. Inoltre sono più coscienti delle tecnichedi prevenzione e le applicano con regolarità su se stessi.

ENPAM, FARE IL MEDICO ALLUNGA LA VITA

contratto pubblico. C'è un area di convergenza gli inte-ressi dell'industria e la formazione: le aziende farma-ceutiche o biomedicali hanno prodotti di qualità, inno-vativi, che hanno una loro forza propositiva e che quin-di è utile che entrino in un circuito di comunicazione edi formazione. Per lo sponsor che voglia invece soltantopromuovere i suoi prodotti restano i consueti canali di in-formazione, al di fuori dell'Ecm.Quarto tema proprio dell'Ecm italiana è quello legato al-lo sviluppo delle attività di ricerca sui temi della forma-zione, che svilupperemo proprio a Cernobbio. Questo fi-lone di ricerca deve essere profondamente mirato a obiet-tivi di aggiornamento delle attività formative, di valuta-zione e misurazione dell'impatto della formazione sullaqualità dei servizi e deve avere come obiettivo la creazionedi una cultura di innovazione delle metodologie didatti-che, per rispondere in modo sempre più appropriato al-la domanda, notevole anche sotto il profilo quantitativo,“imparando” anche dalla valutazione degli outcome del-la formazione.Malgrado la soddisfazione per il lavoro compiuto fino adoggi, non possiamo però nascondere le criticità che il si-stema Ecm ancora presenta.Sicuramente, ed è la più rilevante delle criticità, il siste-ma ha delle asimmetrie tra domanda e offerta, perché se-gue in parte una logica di mercato e il mercato ovvia-mente si orienta là dove ci sono legittimi interessi da sod-disfare.

La cabina di regia del sistema può però contare su unamappatura accurata dell'offerta e, di conseguenza, offri-re risposte alla domanda di formazione “inevasa”. Proprio in questa prospettiva la Fnomceo, ma anche l'I-pasvi, quest'anno ha messo a disposizione attività for-mative a distanza, potenzialmente aperte a tutti gli iscrit-ti, in grado di coprire il 50% dei crediti formativi richie-sti, a titolo gratuito. Non credo che questo sia sufficientea risolvere il problema, ma dimostra che non è impossi-bile farlo. Stiamo lavorando a questo in modo sistemati-co, e per l'anno prossimo proporremo diversi eventi for-mativi in materia di deontologia, oltre a progetti legati al-la buona gestione del servizio sanitario.

Inoltre per cogliere i bisogni dei singoli professionisti odelle singole strutture esistono altri strumenti. Il primoè la formazione sul campo aziendale, dove tutti gli obiet-tivi legati al miglioramento della qualità dei processi pos-sono essere affrontati organizzando incontri di audit cli-nico, peer review, gruppi di lavoro, revisione dei casi cli-nici, dei processi ecc.Altra possibilità da sviluppare, soprattutto per risponde-re al bisogno di formazione e di aggiornamento dal pun-to di vista tecnico professionale, è quella che ha come at-tori le Società scientifiche, per coprire sempre più que-sta fetta di bisogno formativo che attiene allo sviluppodelle competenze in ogni singola area specialistica o ul-tra specialistica.Una gamma di offerta, da sviluppare certamente ma giàmolto variegata, nella quale ogni medico e ogni profes-sionista della sanità può trovare risposta alla sua esigen-za di formazione, per il miglioramento della propria qua-lità professionale e quindi dell'intero sistema sanitario.

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Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre / Novembre 2011 32NEWS

“Sanità e Web, come inter-net ha cambiato il modo di es-sere medico e di essere malatoin Italia": questo il titolo delnuovo saggio di Walter Gatti(Springer Verlag), che ruotatutto attorno a questo nuovorapporto medico-paziente nel-l'era di Internet, con storia estorie, passi in avanti e retro-marce, sfide vinte e sfide per-se, per arrivare a oggi, anno digrazia 2011, quando ormai In-ternet è consolidato, quando ilnumero di internauti è in costante aumento, quando an-che Sanità e Medicina sono, in svariate forme e con mol-teplici contenuti, sempre più fortemente presenti nel Web,nella rete globale, con informazioni e comunicazioni vi-sibili a tutti, a una platea sempre più vasta in Italia e nelmondo se solo si pensa che 1,97 miliardi di persone ri-corrono abitualmente a Internet.

Una storia interamente raccontata da Gatti, direttore delportale della FNOMCeO, che segna l'avvento “struttura-to” di Internet al 1992 e 19 anni non sono pochi nella sto-ria di un Paese e del mondo intero. 19 anni durante i qua-li ci sono stati cambiamenti profondi nella società italia-na, rivoluzioni nel mondo, cambiamenti di regimi, guer-re, terrorismo internazionale che ha toccato il culminecon l'attacco alle Torri Gemelle a New York. Un mondo in-tero in movimento e in cambiamento, con l'Italia che inquesti 19 anni ha vissuto spesso in sospensione tra atte-se di svolte che non ci sono state e il rattrappimento nelpresente. Espressione, quest'ultima, coniata dal Censis,ampiamente citata nel libro come del resto molti dei la-vori della Fondazione di Giuseppe De Rita che ripetuta-mente si è occupata dei mass media e della loro trasfor-mazione grazie all'avvento di Internet. E, in effetti, il la-voro di Gatti ripercorre questi 19 anni, senza dimentica-re i pionieri del Web, che, al di là dell'Oceano Atlantico,hanno avviato le prime sperimentazioni di quel che oggiè entrato nel linguaggio comune: mettere in rete. Un'e-spressione che, ormai, usiamo tutti. Si sviluppano cosìnel libro capitoli avvincenti, una lettura che cattura. Per-ché spiega, con linguaggio semplice concetti che sareb-bero complicatissimi per chi non è addetto ai lavori del-l'information and communication technology. Ma nel li-bro si capisce tutto il percorso, a partire dalla cronistoriain pillole della Medicina on-line all'avventura dei mediciitaliani nel web che hanno vissuto, e direi alcuni conti-nuano a vivere, la contraddizione tra coloro che si sonoaggiornati, adeguati, entusiasmati con Internet e coloroche sono rimasti indietro, refrattari all'innovazione e ai

cambiamenti. In questi 19 anni ci sono state esperienzeestremamente positive raccontate nel libro: associazioni,ordini professionali, società scientifiche e non solo, ma an-che branche importanti e significative della cosiddettasocietà civile hanno accettato la sfida di Internet perchéne hanno compreso in tempo le potenzialità e si sonocreati spazi Web dedicati, alcuni di essi ricchi di contenuti,di informazioni e di interattività. E così è stato nel rapportotra Sanità e Internet, valutato nell'ultimo capitolo, ten-dente a un brillante avvenire. Ma a questa considerazio-ne si arriva attraverso gli altri capitoli che raccontano leesperienze del Web italiano, il rapporto tra aziende far-maceutiche e Web, il rapporto dei cittadini con il Web e al-cuni casi emblematici di pandemie informative, come nelcaso della cosiddetta influenza suina. “Sanità e Web” è un libro che apre un mondo anche a chiusa abitualmente Internet senza sapere molto sulle origi-ni, sugli sviluppi di questa esperienza straordinaria, for-se la più positiva e innovativa degli anni '90 del secolo edel Millennio scorsi. E tracce significative vengono ram-mentate nelle pagine scritte da Walter Gatti, ed è eviden-te che chi si è mobilitato per tempo ha conseguito i risul-tati migliori sul piano della diffusione delle notizie, spe-cialmente se alla base dell'esperienza internautica c'era-no finalità e intenzioni di un lavoro nel sociale, con spiri-to di servizio verso la comunità virtuale e/o reale di rife-rimento e verso un pubblico più vasto.

È proprio il caso del portale fnomceo.it che, da una par-tenza condizionata dai tempi (correva l'anno 1998), ha co-nosciuto, di svolta in svolta, uno sviluppo impetuoso fi-no ad arrivare ai nostri giorni in cui è tra i portali più com-pleti e interattivi esistenti, ricco di informazioni, attinen-ti non solo alle specificità ordinistiche, ma all'universomondo della Sanità, della Medicina, dell'Etica e dellaDeontologia, con un approccio degno del Terzo Millennioche stiamo vivendo. Fa riferimento l'autore alla spintaimpressa alla Federazione dal Presidente Amedeo Bian-co, e, per quanto riguarda la comunicazione e il Web, al-l'attività spasmodica in cui si sono impegnati prima Lam-berto Pressato, già Presidente OMCeO di Venezia, quindiLuigi Conte, Presidente OMCeO di Udine, Cosimo Nume,Presidente OMCeO di Taranto, Vito Gaudiano, già Presi-dente OMCeO di Matera e poi, a uno a uno, gli altri Presi-denti degli Ordini provinciali che, con tempistiche diver-se, hanno messo su i siti dei propri Ordini, divenuti inogni singola realtà territoriale punti di riferimento per laprofessione medica e odontoiatrica, nonché per i cittadi-ni. Spazia poi, il libro, sulle tante esperienze nel Web di so-cietà scientifiche, di sindacati medici, di gruppi editoria-li, delle principali agenzie di stampa (Ansa, Agi, Adn-kro-nos), nonché delle qualificate presenze sul Web sia di te-state specializzate, sia generaliste. Esempio per tutti Il So-

Così internet ha cambiato il rapporto tra medico e pazienteSanità e Web, rivoluzione online

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Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre / Novembre 2011 33NEWS

le24ore-Sanità. Appare lontana nel tempo, ed era solol'autunno del 2000 (ed è raccontata nel volume), l'inizia-tiva dell'Associazione Stampa Medica Italiana, presiedu-ta da Mario Bernardini, che lanciava il tema “Internet e Sa-lute” con il chiaro obiettivo di assicurare Qualità, Sicurezzae Garanzia a quanti utilizzano Internet, attraverso un dia-logo tra giornalisti, esperti di comunicazione e ricercato-ri. Solo 11 anni sono passati e sembrano anni-luce, vistoche l'evoluzione e la diffusione di Internet ha conosciu-to ritmi e dimensioni forse inimmaginabili all'epoca deiprimi passi. Ma la realtà è sotto gli occhi di tutti. Chi scri-ve questa recensione pensa che questo “Sanità e Web”non si può comprimere, raccontare in una recensione: valetto. Come anche la narrazione della straordinaria av-ventura di Internet non rende l'idea, che invece chiunquepuò formarsi attraverso colpi di clic, che sono indispen-sabili, purché si abbia la voglia di “navigare” nel mareaperto del Web. Senza la voglia di cambiamento non si fanessun cambiamento e la più grande nemica del cam-biamento è la paura del cambiamento stesso, come af-ferma Franco Cuccurullo, intervistato nel libro come Ret-tore che tra i primi ha avviato l'Università di Chieti-Pescarasulla via dell'informatizzazione. Ma anche il primo, ci-clopico sistema di valutazione della ricerca italiana at-traverso le tecnologie informatiche è stato messo in attoda Cuccurullo, quando era Presidente del Comitato di In-dirizzo per la Valutazione della Ricerca (CIVR) presso ilMIUR.

Questo libro indica,infine,una direzione di marcia chia-ra: non si può esser chiusi all'innovazione. L'esortazioneè andare avanti, anche perché l'avvento di Internet hamodificato anche modi e forme di alleanza terapeutica tramedico e paziente. C'è stato un periodo in cui la visioneeconomicistica e ragionieristica della Sanità aveva addi-rittura modificato l'espressione “paziente” in “cliente”, in“cittadino utente”, come se chi si rivolge a un ospedale oa un ambulatorio lo facesse come chi contrae un con-tratto con le aziende che distribuiscono corrente elettri-ca o gas. Se invece tornassimo a parlare di “persone”? Nel-l'accezione piena di questo termine? Persone, non numeridi clienti-utenti. Che, guarda caso, si presentano semprepiù spesso dal proprio medico di famiglia con un'infari-natura generale sulla propria condizione di salute o sul-la propria presunta o vera sintomatologia. Sempre piùspesso l'approccio con il medico è “dottore, ho letto su In-ternet…..”. Oggi è così, in questa Italia che, nonostante tut-to, è cresciuta tra turbolenze finanziarie e politiche, tra in-novazioni e resistenze al cambiamento. Lontani sono glianni, e nel libro se ne parla, quando l'Italia uscita dallaguerra, e poi quella degli anni '70 e '80 era incollata allaradio e alla Tv. “L'ha detto l'aradio”, proprio così ci si espri-meva cinquant'anni fa. Oggi dire “l'ho letto su Internet”è un bel passo in avanti. Ma la frase emblematica di Dan-te Alighieri, che apre il libro di Walter Gatti è universale:valeva nel passato e vale oggi nel presente e sarà sempreattuale nel futuro di chiunque vuole studiare, crescere,non fermarsi: “…fatti non foste a viver come bruti, maper seguir virtute e canoscenza”.

Secondo quanto emerge dai nuovi dati del Bupa Health Pulse2010, la ricerca internazionale della London School ofEconomics sui servizi sanitari, un italiano su due va suInternet per fare l'autodiagnosi. Otto su dieci (81%) si affidanoa Internet per cercare informazioni su salute e farmaci,mentre uno su due (47%) addirittura ricorre al web perl'autodiagnosi. Eppure tre connazionali su quattro noncontrollano l'attendibilità delle fonti, rischiando così diimbattersi in contenuti poco affidabili. Le donne italianeconsultano il “dottor Web” più degli uomini (83% contro 78%),ma il picco massimo di ricerche legate alla salute,indipendentemente dal sesso, si registra comunque tra igiovani dai 25 ai 34 anni (87%), la generazione evidentementepiù predisposta sia per l'età sia per la confidenza con ilpianeta dell'online. Quando si tratta, invece, di contattare ilproprio medico con un'e-mail o un sms, i più propensirisultano gli uomini (27% contro il 21% delle donne). Dasegnalare, infine, un 13% di italiani che ricorre ai social mediacome Facebook per postare commenti e domande oapprofondire temi medici. In dettaglio, il 65% degli italianicerca in Rete informazioni sui farmaci; il 47% naviga pereffettuare un'autodiagnosi; il 42% si informa su ospedali ocliniche; il 26% cerca a colpi di mouse notizie sui medici; il13% ricorre ai social media come Facebook per postarecommenti e domande o approfondire temi medici. E' gennaioil mese in cui i consigli medici online raggiungono - con l'iniziodel nuovo anno e complice una rinnovata attenzione per lasalute - il loro picco massimo. Inoltre uno studio della LondonSchool of Economics ipotizza nei prossimi anni un'ulteriorecrescita delle informazioni online sulla salute: ciò si spiegaanche con l'incremento delle vendite di smartphone e ipadprevisto entro il 2012. Lo studio spiega che le personerischiano così di imbattersi in contenuti che non hanno unafonte certa e faticano, dunque, a conoscere ciò di cui sipossono fidare. "Se online si reperiscono delle informazioniinaffidabili - ha commentato Sneh Khemka, direttore medicodi 'Bupa International' - le conseguenze possono essereserie. Da una parte le persone possono sentirsi falsamenterassicurate da sintomi potenzialmente pericolosi, noncercando l'aiuto di cui hanno bisogno, dall'altraun'informazione imprecisa può portare la gente apreoccuparsi per nulla, a sottoporsi a esami e trattamenti chenon apportano loro alcun beneficio. Quando si è alla ricercadi informazioni online è davvero importante assicurarsi cheprovengano da una fonte attendibile". "Le nuove tecnologie -ha spiegato David McDaid, ricercatore della London School ofEconomics - stanno aiutando tantissime persone in tutto ilmondo ad approfondire argomenti che riguardano la lorosalute e a prendere decisioni con un bagaglio informativoimplementato. Tuttavia la gente necessita di informazioniottimali. Le persone devono ricercare le fonti online badandoal marchio di qualità, verificando sia la sezione 'Chi siamo' deisiti web, sia la data dell'ultimo aggiornamento delleinformazioni stesse".

UN ITALIANO SU DUE VA SUINTERNET PER L’AUTODIAGNOSI

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34ULTIMA Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre / Novembre 2011

Ricordiamoli insiemeL’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Napoli partecipa commosso al dolore

delle famiglie per la scomparsa dei colleghi

ANTONIO ANGELINI, GIOVANNI APPONI BATTINI ROSARIO PASQUALE CASTORIA, GIUSEPPE NICOLA COPPOLA

PIETRO D'ARIENZO, UGO DEL TORTO ALBERTO DELLA CORTE, GIAN PAOLO FIORETTI, GAETANO PALISI

VINCENZO ROCCO, ANTONIETTA RONGA,GIOVANNI SCAMARDELLA, PELLEGRINO SNICHELOTTO, GIOVANNI VITIELLO.

Il loro ricordo resterà nella memoria dei tanti che hanno avuto il privilegio di conoscerli.

È scomparso un anno fa, il6 dicembre 2010, ed è conprofonda commozione chelo ricordo.C'è in me un'incredibilenostalgia per un uomosemplice, ma indimentica-bile maestro di vita e diimpegno professionale. Erail Corrado per tutti, amicodi tutti.Con atteggiamento pater-no ed entusiasmo preparò isuoi collaboratori, moti-vandoli, seguendoli etrasmettendo loro il pro-prio bagaglio scientifico.Sempre presente nei mo-menti difficili dandosicurezza e coraggio a tutti,medici, pazienti e collabo-ratori che apprezzavanoquesti valori.Da giovane medico, inpenisola sorrentina, sidedicò, come medico difamiglia, all'assistenza deimalati, intuendo la neces-sità di fare qualcosa di piùper gli ammalati più gravi.Col sorgere del NuovoOspedale voleva realizzaretale obiettivo.Qui conobbe il prof. EnricoFregola, primario chirurgodi indiscussa professiona-

lità, a cui si legò con frater-na amicizia e comunionedi intenti e assieme siattivarono alla realizza-zione del complesso opera-torio, della rianimazione edella unità coronaria. Laloro intensa ed instancabi-le attività era illuminatasempre da una coscienzarigorosamente esigente edumana.Nella storia dell'Ospedaledi Sorrento resta impressoin modo indelebile il lororicordo quali pionieri efondatori che hanno dedi-cato la loro vita all'assi-stenza del malato con uncuore generoso.In quel luogo ove hannoben operato per tanti anni,si lascia sempre un po’ di sestessi, preparazione, orga-nizzazione, insegnamenti,cultura e buon cuore.Come vorrei che l'Ospedaledi Sorrento sigillasse il lororicordo!Ricordo affettuoso e grato,riconoscimento a chi èstato modello da seguirenella professione e nellavita.

Rosanna Coccia Menduni de' Rossi

In ricordo diCorrado Gargiulo A settembre si è svolta al Club del Benessere di Napoli la mostra

Arte Accaduta 2, undici "produzioni artistiche" dello psichiatra epsicoterapeuta Maurizio Mottola, scaturite dall'interazione con ilcomputer. Le "produzioni artistiche" esposte sono il prodotto casualedel computer da cui sono scaturite come “errore” (secondo unalogica basata sul principio di causa ed effetto); però sono belle avedersi e, quindi, poiché l'autore non aveva alcuna intenzione néalcuna previsione sul prodotto finale, la migliore definizione trovataè per l'appunto quella di "Arte Accaduta". Dicendo così si esprimeanche la vicinanza dell'autore all'approccio Zen, nel qualel'accadere fa parte della matrice costitutiva del tutto universale. Lanostra tradizione occidentale invece si poggia molto sull'assunto"poietico", cioè del "fare" partendo da un'intenzione ed attraversoun'abilità operativa "artistica". Niente di tutto questo: usando ilcomputer sono scaturite delle "produzioni artistiche", sulle quali nonsi è effettuato nessun intervento (se non quello di riprodurle peraverne 99 copie numerate e firmate). È ciascun visionatore acostruire un senso dell'operazione, che altri possono condividereoppure non condividere. Mottola si occupa da tempo del rapportotra realtà e rappresentazione della stessa, cercando le modalità piùespressive della paradossalità della condizione umana, nella qualel'individuo si sforza incessantemente di trovare un senso oggettivodelle cose, rimanendo poi ogni volta con il solitario e personalesenso della realtà, ineluttabilmente non oggettivo ed al massimocondivisibile con altri. Il rapporto tra fare e accadere diviene lametafora dell'equilibrio tra le forze umane e quindi limitate e le forzedel contesto in cui il soggetto è inserito e quindi sovrastanti. Dunqueanche l'arte si pone tra fare ed accadere, se succede che anchedal computer scaturiscono, al di là delle intenzioni dell'operatore,delle "produzioni" che poi il processo soggettivo di attribuzione disenso può anche definire "artistiche". Già quattro anni fa (sabato 22 settembre 2007) furono esposte inArte Accaduta le prime quattordici “produzioni artistiche” scaturitedall'interazione con il computer, in Arte Accaduta 2 vengonoesposte le successive undici “produzioni artistiche”, che sono leultime, in quanto il computer si è definitivamente rotto. Ciò rendeomaggio al concetto Zen di “impermanenza”, in cui tutto diviene econtinuamente si trasforma, evidenziando il ciclo vitale dellanascita, durata e morte, che oltre gli esseri umani riguarda l’interouniverso in continua trasformazione.

MAGICA “ARTE ACCADUTA”