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260 • ANNO XLV • N. 4 AGOSTO-SETTEMBRE-OTTOBRE 2012 O O O r r r a a a t t t o o o r r r i i i o o o = = = s s s e e e n n n t t t i i i r r r s s s i i i a a a c c c a a a s s s a a a

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260 • ANNO XLV • N. 4AGOSTO-SETTEMBRE-OTTOBRE 2012

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2 LA VOCE - AGOSTO/SETTEMBRE/OTTOBRE 2012

Rivista della ParrocchiaS. Giovanni Battista alla Creta

Milano•

ANNO XLV - N. 4 (260)AGOSTO-SETTEMBRE-OTTOBRE

2012Costo annuo di redazione,

stampa e distribuzione: euro 16,00

Redazione: A. RapomiDirettore responsabile:Massimiliano Taroni

Reg.Trib. di Milano, 22.1.1968 - n.17Con approvazione ecclesiastica

e dell’Ordine

Tipografia Milanese - Corsico

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PARROCCHIA SAN GIOVANNI BATTISTA ALLA CRETAPiazza San Giovanni Battista alla Creta, 11 • 20147 Milanoe-mail: [email protected] • http://www.creta.altervista.org/

Questi i numeri di telefono:Fraternità francescana 02.417.266Ufficio parrocchiale 02.417.267Oratorio 02.41.50.053Cinema-Teatro 02.41.53.404Fax e tel. Centro di ascolto 02.41.50.611

La comunità religiosa è composta da:

Fra Paolo Ferrario guardiano e parroco

Fra Dario Fucilli vicario parrocchiale

Fra Pierino Rubaga collaboratore parrocchiale

Fra Lucio Monti insegnante

La chiesa è aperta:- nei giorni festivi dalle 7 alle 19.30- nei giorni feriali dalle 7 alle 19.30

Le messe sono celebrate:

- nei giorni festivi alle 8.30 - 10 - 11.30 e 18 (vigiliare alle 18)

in estate alle 8.30 - 11 e 18 (vigiliare alle 18)

- nei giorni feriali alle 8 e 18

I confessori sono disponibili:tutti i giorni, a chiesa aperta suonando il campanello appositoprimo venerdì del mese: dalle 21 alle 22.30domenica e festivi: nella mezzora che precede ogni messa

Informazioni e indirizzi utili:

La Segreteria parrocchiale (per certificati e documenti) è aperta da lunedì a venerdì: dalle 9 alle 11.30martedì e venerdì: dalle 15 alle 17.30

Il Centro di ascolto riceve ogni lunedì e venerdì: dalle 9.30 alle 11distribuzione viveri e indumenti: martedì dalle 16 alle 17

Suore della Carità di S. Giovanna AntidaCasa di accoglienza - Via Zurigo, 65 02.41.57.866

Circolo A.C.L.I. "Oscar Romero" 02.36.53.01.01

Centro Diurno Educativo Creta 02.48.300.093

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Cari parrocchiani,dopo la pausa

estiva riprende la vita e l’attività di tutti, anchedella nostra parrocchia. Mi sembra importante ebello di segnalare qui alcune novità e imprevistiche ci accompagnano.

Una grossa eredità da far fruttare: l’insegnamento di Carlo Maria MartiniAbbiamo vissuto tutti con commossa partecipa-zione la morte del card. Carlo Maria Martini,nostro vescovo per più di vent’anni. Di lui ab-biamo sentito e letto tante cose in queste setti-mane: tanti racconti di vita, tante testimonianzedi chi lo ha incontrato o è vissutoi più vicino alui, tanti brani di alcuni suoi scritti più impor-tanti e più famosi. Anche nella nostra parrocchiaabbiamo già pregato insieme per lui, nel giornodel suo funerale, celebrando la Messadelle 8 e delle 18 in suo suffragio.Durante l’anno troveremo il modoper fare nuovamente tesoro del suoinsegnamento e della sua testimo-nianza di vita cristiana. Il primo saràattraverso le pagine di questa nostrarivista. Già in questo numero vieneriproposto quanto ha lasciato halasciato esplicitamente alla nostracomunità parrocchiale al terminadella sua visita pastorale alla Creta, tenutasi nelfebbraio del 1994.

Una stupenda porta da aprire: l’Anno della fedeQuest’anno pastorale è dedicato alla fede. Unadimensione della nostra vita umana e cristianache ha sempre bisogno di essere conosciutameglio, messa in pratica nella realtà quotidianacosì come essa è, testimoniata agli altri con umil-tà e fermezza innanzitutto con la vita e poi con leparole e le opere che dalla fede possono nascere.È questa l’intenzione che ha voluto il papa, comeemerge chiaramente nella sua Lettera apostolicache iniziamo a pubblicare in questo numero. Du-rante l’anno cercheremo momenti e modi pervivere bene insieme questo tempo e aprire anchenoi, meglio e di più, la nostra “porta della fede”.

Un saluto pieno di affetto: partenze e arriviIn occasione dei Giorni della Creta abbiamo

avuto modo di salutare insieme e solennementesuor Anna, che ha lasciato la nostra comunità loscorso 1° luglio. Lei stessa ci ha lasciato parole diaffetto e riconoscenza nella Messa del nostro pa-trono e che possiamo rileggere in queste pagine.È arrivata una nuova sorella, suor Ancilla, cheaccogliamo con affetto e incoraggiamento. An-che frate Guido, lo scorso 23 agosto, in formapiù silenziosa e nascosta, con la nuova obbe-dienza ricevuta dal Ministro Provinciale deifrati, ha lasciato la nostra comunità dopo quattroanni di presenza e lavoro. Lo ringraziamo perquello che ha fatto tra di noi e per noi e lo accom-pagniamo con la nostra amicizia e le nostra pre-ghiera.

Un grosso lavoro da fare: fermare le acque!Non è facile fermare l’acqua che scorre, eppure

dobbiamo farlo, perché ci siamoaccorti che alla Creta scorre acquasotto i nostri piedi e sopra la nostratesta! Infatti nei mesi scorsi si sonoverificate delle perdite nell’impiantodi riscaldamento e nelle conduttureidriche nel seminterrato dei localiparrocchiali, ormai in pessimo stato eusurati dal tempo e abbiamo dovutointervenire con urgenza al rifacimen-to. I lavori sono già iniziati per sman-

tellare il vecchio impianto e sostituirlo con unonuovo. Per ovvie ragioni fino al termine deilavori viene perciò sospesa la raccolta di indu-menti, medicinali e giocattoli fatta dal Gruppomissionario e la distribuzione di generi alimen-tari e indumenti fatta dal Centro di Ascolto, cheutilizzano proprio i locali del seminterrato per laloro attività.. Invitiamo gentilmente tutti a nonlasciare nell’atrio del convento sacchi e scatolonidi questi materiali. Ma anche dall’alto scorreacqua e bisogna fermarla. Dal tetto del campani-le infatti si sono notate alcune infiltrazioni dalcanale di conduttura delle acque piovane equanto prima si dovrà provvedere anche lì.Come si può facilmente comprendere, molto sa-rà l’impegno, il disagio e soprattutto la spesa.Ma come sempre riusciremo, con la partecipa-zione e la buona volontà di tutti, a far fronteanche a questo.

frate Paoloparroco

3LA VOCE - AGOSTO/SETTEMBRE/OTTOBRE 2012

LA VOCE DEL PARROCORipresa accompagnata

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4 LA VOCE - AGOSTO/SETTEMBRE/OTTOBRE 2012

Pubblichiamo a puntate unaantologia dei passaggi piùsignificativi della Lettera apo-

stolica sull’Anno della fede.

1. La porta della fede che intro-duce alla vita di comunione conDio e permette l’ingresso nellasua Chiesa è sempre aperta pernoi. E’ possibile oltrepassarequella soglia quando la Paroladi Dio viene annunciata e ilcuore si lascia plasmare dallagrazia che trasforma. Attra-versare quella porta comportaimmettersi in un cammino chedura tutta la vita. Esso iniziacon il Battesimo, mediante ilquale possiamo chiamare Diocon il nome di Padre, e si con-clude con il passaggio attraver-so la morte alla vita eterna, frut-to della risurrezione del SignoreGesù che, con il dono delloSpirito Santo, ha voluto coin-volgere nella sua stessa gloriaquanti credono in Lui. Profes-sare la fede nella Trinità –Padre, Figlio e Spirito Santo –equivale a credere in un soloDio che è Amore: il Padre, chenella pienezza del tempo hainviato suo Figlio per la nostrasalvezza; Gesù Cristo, che nelmistero della sua morte e risur-rezione ha redento il mondo; loSpirito Santo, che conduce laChiesa attraverso i secoli nel-l’attesa del ritorno glorioso delSignore.

2. Fin dall’inizio del mio mini-stero come Successore di Pietroho ricordato l’esigenza di risco-prire il cammino della fede permettere in luce con sempre

maggiore evidenza la gioia ed ilrinnovato entusiasmo dell’in-contro con Cristo. Nell’Omeliadella santa Messa per l’iniziodel pontificato dicevo: “LaChiesa nel suo insieme, ed iPastori in essa, come Cristodevono mettersi in cammino,per condurre gli uomini fuoridal deserto, verso il luogo dellavita, verso l’amicizia con ilFiglio di Dio, verso Colui che cidona la vita, la vita in pienez-za”. Capita ormai non di radoche i cristiani si diano maggiorpreoccupazione per le conse-guenze sociali, culturali e politi-che del loro impegno, conti-nuando a pensare alla fedecome un presupposto ovvio delvivere comune. In effetti, que-sto presupposto non solo non èpiù tale, ma spesso viene perfi-no negato. Mentre nel passatoera possibile riconoscere un tes-suto culturale unitario, larga-mente accolto nel suo richiamoai contenuti della fede e ai valo-ri da essa ispirati, oggi nonsembra più essere così in grandisettori della società, a motivo diuna profonda crisi di fede cheha toccato molte persone.

3. Non possiamo accettare che ilsale diventi insipido e la lucesia tenuta nascosta. Anche l’uo-mo di oggi può sentire dinuovo il bisogno di recarsicome la samaritana al pozzoper ascoltare Gesù, che invita acredere in Lui e ad attingere allasua sorgente, zampillante diacqua viva. Dobbiamo ritrovareil gusto di nutrirci della Paroladi Dio, trasmessa dalla Chiesa

in modo fedele, e del Pane dellavita, offerti a sostegno di quan-ti sono suoi discepoli. L’in-segnamento di Gesù, infatti,risuona ancora ai nostri giornicon la stessa forza: “Datevi dafare non per il cibo che nondura, ma per il cibo che rimaneper la vita eterna”. L’inter-rogativo posto da quanti loascoltavano è lo stesso ancheper noi oggi: “Che cosa dobbia-mo compiere per fare le operedi Dio?”. Conosciamo la rispo-sta di Gesù: “Questa è l’operadi Dio: che crediate in colui cheegli ha mandato”. Credere inGesù Cristo, dunque, è la viaper poter giungere in mododefinitivo alla salvezza.

4. Alla luce di tutto questo hodeciso di indire un Anno dellafede. Esso avrà inizio l’11 otto-bre 2012, nel cinquantesimoanniversario dell’apertura delConcilio Vaticano II, e termine-rà nella solennità di NostroSignore Gesù Cristo Re del-l’Universo, il 24 novembre2013. Nella data dell’11 ottobre2012, ricorreranno anche i ven-t’anni dalla pubblicazione delCatechismo della Chiesa Catto-lica, testo promulgato dal miopredecessore, il Beato PapaGiovanni Paolo II, allo scopo diillustrare a tutti i fedeli la forzae la bellezza della fede.

5. Ho ritenuto che far iniziarel’Anno della fede in coincidenzacon il cinquantesimo anniversa-rio dell’apertura del ConcilioVaticano II possa essere un’oc-casione propizia per compren-

La Lettera di Benedetto XVI

La portadella fede

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5LA VOCE - AGOSTO/SETTEMBRE/OTTOBRE 2012

dere che i testi lasciati in ereditàdai Padri conciliari non perdo-no il loro valore. È necessarioche essi vengano letti in manie-ra appropriata, che venganoconosciuti e assimilati cometesti qualificati e normativi delMagistero, all’interno della Tra-dizione della Chiesa. Sento piùche mai il dovere di additare ilConcilio come la grande graziadi cui la Chiesa ha beneficiatonel secolo XX: in esso ci è offer-ta una sicura bussola per orien-tarci nel cammino del secoloche si apre e diventare sempredi più una grande forza per ilsempre necessario rinnovamen-to della Chiesa.

6. Il rinnovamento della Chiesapassa anche attraverso la testi-monianza offerta dalla vita deicredenti: con la loro stessa esi-stenza nel mondo i cristianisono infatti chiamati a farrisplendere la Parola di veritàche il Signore Gesù ci ha lascia-to. Proprio il Concilio afferma-va: “Mentre Cristo, santo, inno-cente, senza macchia, non co-

nobbe il peccato e venne soloallo scopo di espiare i peccatidel popolo, la Chiesa, che com-prende nel suo seno peccatoried è perciò santa e insieme sem-pre bisognosa di purificazione,avanza continuamente per ilcammino della penitenza e delrinnovamento. La Chiesa pro-segue il suo pellegrinaggio frale persecuzioni del mondo e leconsolazioni di Dio, annun-ziando la passione e la mortedel Signore fino a che eglivenga. Dalla virtù del Signorerisuscitato trae la forza per vin-cere con pazienza e amore leafflizioni e le difficoltà, che levengono sia dal di dentro chedal di fuori, e per svelare inmezzo al mondo, con fedeltàanche se non perfettamente, ilmistero di lui, fino a che allafine dei tempi esso sarà manife-stato nella pienezza della luce”. L’Anno della fede, in questa pro-spettiva, è un invito ad un’au-tentica e rinnovata conversioneal Signore, unico Salvatore delmondo. Nel mistero della suamorte e risurrezione, Dio ha

rivelato in pienezza l’Amoreche salva e chiama gli uominialla conversione di vita me-diante la remissione dei peccati.Per l’apostolo Paolo, questoAmore introduce l’uomo aduna nuova vita: “Per mezzo delbattesimo siamo stati sepoltiinsieme a lui nella morte, per-ché come Cristo fu risuscitatodai morti per mezzo della glo-ria del Padre, così anche noipossiamo camminare in unanuova vita”. Grazie alla fede,questa vita nuova plasma tuttal’esistenza umana sulla radicalenovità della risurrezione. Nellamisura della sua libera disponi-bilità, i pensieri e gli affetti, lamentalità e il comportamentodell’uomo vengono lentamentepurificati e trasformati, in uncammino mai compiutamenteterminato in questa vita. La“fede che si rende operosa permezzo della carità” diventa unnuovo criterio di intelligenza edi azione che cambia tutta lavita dell’uomo.

(1. CONTINUA)

LLLLAAAA FFFFEEEEDDDDEEEE CCCCRRRRIIIISSSSTTTTIIIIAAAANNNNAAAASSSSEEEECCCCOOOONNNNDDDDOOOO FFFFRRRRAAAANNNNCCCCEEEESSSSCCCCOOOOINTENTOVisto il successodella propostadello scorso annoriproponiamo iSABATI FRANCE-SCANI ALLACRETA. In comu-nione con tutta laChiesa, che dedicaquest’anno pasto-rale alla riscopertadella fede, voglia-mo conosceremeglio e comprendere di più l’e-sperienza di fede vissuta da sanFrancesco, attraverso il confrontodegli episodi più significativi della

sua vita e le con-vinzioni più pro-fonde della suaanima.

LUOGO E ORARIOGli incontri si ten-gono in chiesadalle ore 10.00alle 12.00.

MODALITÀPartendo dalla let-

tura dei primi biografi e dagli stessiScritti di san Francesco metteremoin luce gli elementi più significatividella sua esperienza di vita e le con-

vinzioni più profonde della sua spi-ritualità. Al termine di ogni incon-tro verrà proposta una serie dispunti per la riflessione personaleda approfondire durante il mese e,per chi lo desidera, da mettere periscritto ed eventualmente verifica-re con frate Paolo secondo tempi emodalità da concordare insieme.

DATE E TEMATICHE6 ottobre: IO CREDO

3 novembre: DIO PADRE

1° dicembre: GESÙ CRISTO

gennaio: nessun incontro2 febbraio: LO SPIRITO SANTO

2 marzo: LA CHIESA

6 aprile: LA VITA ETERNA

4 maggio: LA FEDE FRANCESCANA: UN

ABBRACCIO DI MISERICORDIA (presen-tazione del libro di fr. Paolo)1° giugno: LA FEDE FRANCESCANA:UNA “REGOLA DI VITA” (introduzionealla Regola francescana).

Sabati francescani alla Creta

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6 LA VOCE - AGOSTO/SETTEMBRE/OTTOBRE 2012

Ogni anno, in occasione della Festadelle stimmate di san Francesco,che si celebra il 17 settembre, i fran-cescani di Milano delle diversefamiglie religiose (frati minori, cap-puccini e conventuali, fratelli esorelle dell’Ordine Francescanosecolare, frati e suore delTerz’Ordine Regolare, simpatiz-zanti e amici di san Francesco) siriuniscono in un diverso luogofrancescano della città per pregareinsieme il comune padre e ricevereda lui, all’inizio del nuovo annopastorale, una lezione di vita.Quest’anno ci siamo ritrovati nellanostra chiesa e abbiamo vissutoinsieme una Veglia di preghiera.Ecco la testimonianza di un parte-cipante.

Francesco d’Assisi ha volutoin tutto seguire ed imitare ilSignore Gesù e, fin dagli

inizi della sua conversionenella piccola chiesa di SanDamiano, ha avuto una teneris-sima devozione per il SignoreCrocifisso. Questo suo amore lotestimoniò con le parole e con leopere lungo tutta la sua vita,una vita che ha avuto comeregola un unico impegno e uncostante desiderio: osservare ilVangelo del Signore nostroGesù Cristo. Due anni prima dimorire, nel settembre del 1224,mentre sul monte della Vernaera immerso nella meditazionedella Passione, ricevette nel suocorpo, con un singolare prodi-gio, le stimmate di Gesù: nellemani, nei piedi e nel costato siimpressero le ferite della suacrocifissione, segno vivo e verodel suo amore e del suo dolore

per la salvezza dell’uomo.Guardando con ammirato stu-pore questo evento della vita disan Francesco possiamo anchenoi imprimere nel nostro cuoreil desiderio di amare il Cro-cifisso Glorioso come lo haamato lui, possiamo impegnarcia vivere il santo Vangelo con lostesso slancio che ha avuto lui,possiamo imprimere nellanostra anima i vivi segni dellaPassione che lui aveva impres-so nel suo corpo.

La preghiera, accompagnata dalcoro parrocchiale, si è articolata

in diversi momenti che, attra-verso il racconto del primo bio-grafo di Francesco, ci hannoricordato gli elementi fonda-mentali della sua esistenza edella sua spiritualità: l’inizio ditutto davanti al Crocifisso diSan Damiano, la scoperta delVangelo ascoltando la Messaalla Porziuncola, l’evento dellestimmate, la commovente pre-

ghiera dei compagni di sanFrancesco. Abbiamo anche sco-perto una novità della vicendaumana e interiore di Francesco,un aspetto poco conosciuto ep-pure molto significativo: la suadiffidenza. Ecco il racconto del biografo, fraTommaso da Celano:

«Dopo aver ricevuto le stimmatesul monte della Verna, Francesco siera fatto un programma di vita:non manifestare quasi a nessuno ilsuo straordinario segreto, nel timo-re che gli amici non resistessero allatentazione di divulgarlo anche solo

Una lezione di vita dalle Stimmate

La diffidenzadi Francesco

San Francesco riceve le stimmate,Giotto, Basilica Superiore,Assisi

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7LA VOCE - AGOSTO/SETTEMBRE/OTTOBRE 2012

per amicizia, come spesso accade. Ediceva spesso: «Il mio segreto è perme, il mio segreto è di Dio! Beatoquel servo che custodisce nel suocuore i segreti del Gran Re!». Ave-va sperimentato quanto è nocivoall’anima comunicare tutto a tutti.E sapeva che non può essere uomospirituale colui che non possiedenel suo spirito segreti più numero-si e più profondi di quelli che pote-vano essere letti sul viso e cono-sciuti e giudicati dagli altri. Si erainfatti imbattuto in persone cheesteriormente mostravano d’essered’accordo con lui, mentre la pensa-vano diversamente: in sua presenzalo apprezzavano, in sua assenza lodisprezzavano. Questi fecero nasce-re in lui un giudizio di disapprova-zione verso di loro. E qualche voltaquesto fatto gli rese un po’ sospetteanche persone che venivano a luicon sentimenti sinceri. Così pur-troppo spesso capita che la maligni-tà di qualcuno cerca di screditaretutto ciò che è puro. E poiché lamenzogna è un vizio di molti, sifinisce per non credere più alla sin-cerità dei pochi» (cfr. FF 487).

È un’esperienza di vita già fattaa suo tempo da Gesù, che hapatito le mormorazioni e le criti-che, addirittura il tradimento el’abbandono proprio dai suoidiscepoli. È un’esperienza chetalvolta capita anche a noi, traparenti o sul lavoro, nelle nostrecomunità e nelle nostre parroc-chie.Talvolta siamo noi ad assumere,attraverso i pensieri e soprattut-to le parole, un atteggiamentodi falsa benevolenza e di subdo-la ostilità verso le persone piùvicine a noi: quando è cosìabbiamo molto da correggere econvertire le nostre abitudini ela nostra coscienza. Altre volteinvece siamo vittime della mali-gnità altrui: quando è così stia-mo sereni e con umiltà viviamoin pace, gustando anche in que-sto modo la compagnia di Cri-sto e di Francesco e il propositodi seguire le loro orme e imitareil loro esempio.

In questo articolo continuimo conla conoscenza e verifica dei servizicaritativi presenti in parrocchia.Dopo aver visto il “Centro di ascol-to” nel numero precedente dellaVoce, presentiamo qui il “GruppoMissionario” attraverso la testimo-nianza della responsabile.

Quando sono entrata, nel1984, c’era un gruppo digiovani che sensibilizza-

vano i parrocchiani. Mi sonoaffiancata a Maria Bonsanti perfare i pacchi. Li avvolgevamonei sacchi delle patate. QuandoMaria si è ritirata ho continuatocoinvolgendo le amiche, poi ilgruppo si è allargato e le missio-ni sono diventate più numerose.Era un passa parola tra i missio-nari.Il nostro scopo è quello di aiuta-re il più possibile i missionarinelle loro terre di apostolato.Perciò tutto quello che ci chie-dono, se è nelle nostre possibili-tà economiche e materiali, cer-chiamo di esaudirlo secondo leloro necessità.Chi bussa alla porta ed ha biso-gno, facciamo il possibile peraiutarlo.Il lavoro più grosso è la raccoltae la selezione di materiale vario,che viene poi inviato a diversedestinazioni e precisamente:mettiamo da parte tutto quantopuò servire per l’allestimentodei “banchi di beneficenza”organizzati periodicamente nel-la nostra parrocchia; al Carceredi San Vittore diamo indumentiper i carcerati; alla fondazione“Fratelli di San Francesco” pres-so il convento di Sant’Angelo

diamo le medicine che non pos-siamo spedire o quelle a brevescadenza; alle persone bisogno-se assistite dal Centro di Ascoltotutto quello che serve per arre-dare la casa, il vestiario e quellemedicine che altrimenti dovreb-bero essere acquistate; al “Cen-tro aiuto alla vita” di via To-nezza inviamo vestiti e giochiper bambini.E poi, naturalmente, c’è il mate-riale per le missioni: nel 2011abbiamo mandato materiale a 6Missioni per un totole di Kg.1200 spendendo per le spedizio-ni € 2.340. Abbiamo consegnatoall’AIFO € 1.080 per la curacompleta di alcuni lebbrosi.Tramite le Pontificie Opere Mis-sionarie di Roma abbiamo adot-tato diversi seminaristi che sonopoi diventati Sacerdoti. Attual-mente manteniamo agli studi ilSeminarista Felix Antony diBangalore (India) con la rettaannua di € 620. Abbiamo invia-to € 500 a P. Fabian Bebobra delGhana (che è stato un nostroSeminarista) per cambiare leruote della sua auto e abbiamodato € 100 per l’acquisto dimiglio a P. Jack Iacuzzi nel Ciadper aiutare la popolazione affa-mata.Di che cosa ha bisogno il Grup-po Missionario?- di braccia robuste che aiutinotre volte l’anno a montare esmontare i tavoli per il bancovendita e a trasportare il mate-riale;- di persone automunite o concamioncino disposte ad accom-pagnarci alla posta o al PIMEper la spedizione dei pacchi.

La carità della nostra parrocchia - 2

Il «GruppoMissionario»

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8 LA VOCE - AGOSTO/SETTEMBRE/OTTOBRE 2012

scana la mia gratitudine perchéessa dà la vita con quella gioia,con quella letizia, con quell’ab-bondanza di serenità e di paceche è propria dei figli di sanFrancesco. facendo risplenderequi il carisma di san Francesco eil carisma dell’azione pastoraleambrosiana.E la vitalità di questa parrocchiasi mostra nella vitalità delle sueopere: sia dell’Oratorio e di tut-ta la pastorale giovanile, sia ditutta la pastorale per i malati,per le opere caritative e, soprat-tutto, per l’impegno liturgico epastorale, in tante strutture, intante attività dove posso direche ho ammirato l’impegno ditanti laici impegnati sul serio.Così si coglie la sincerità, la leal-tà, la schiettezza dell’impegnodi molti laici in questa vita dellaparrocchia e voglio quindiesprimere il mio ringraziamen-to a tutti quanti. A tutti vogliodire il mio grazie e a tutti vogliodire: continuate con coraggio econ fiducia il vostro lavoro. Lavostra è dunque è una parroc-chia viva, una parrocchia impe-gnata, una parrocchia che tendeal meglio, una parrocchia che hail senso della sfida pastorale deinostri giorni. E, allora, che cosadebbo dirvi se non, anzitutto, dicontinuare con questo impegnoin più grande unità, che tutti igruppi sappiano comprendersi,valorizzarsi, capirsi, accettarsi,così da vivere in unità semprepiù coordinata e collegata, sottola guida del parroco, dei sacer-doti responsabili. Grande amoretra voi, grande amore ai vostrisacerdoti, grande stima e rispet-

to reciproco, grande attenzionea edificarvi gli uni gli altri nellafede, formare quindi una par-rocchia dove la vivacità non è ascapito della carità mutua, maanzi cresce col crescere dellamutua carità e della mutuaattenzione gli uni per gli altri.Auguro, dunque, a questa par-rocchia di essere fonte di vita digrazia, fonte abbondante di vitadivina.A conclusione di questa omeliami permetto di incoraggiarvi aproseguire ed intensificare quel-lo che già avete iniziato, cioè igruppi di ascolto della Parola.Consolidando, moltiplicando igruppi di ascolto della cateche-si, della parola di Dio voi vi pre-parate in modo efficace a viverebene la vostra missione [deca-nale, tenutasi nel 1996 ndr], per-ché la missione avrà frutto seavrà molta partecipazione dilaici - con la moltiplicazione el’ampliamento dei gruppi diascolto - e avrà un frutto dura-turo se questi gruppi di ascoltopotranno perseverare nell’ascol-to della Parola, nella catechesi equindi nella testimonianza dellafede e della carità.È quello che auguro di cuore aquesta bella parrocchia, pregoper voi in questa eucaristia,ricordo le vostre intenzioni, viaffido alla protezione di sanGiovanni Battista, alla protezio-ne di san Francesco e di santaChiara, alla protezione di san-t’Ambrogio, di san Carlo, allaprotezione della Vergine Mariache intercede per noi in questomomento di grazia della visitapastorale».

Per ricordare insieme Carlo MariaMartini, ci sembra bello innanzi-tutto rileggere l’insegnamento cheha lasciato esplicitamente allanostra comunità parrocchiale altermine della sua visita pastorale,tenutasi nel febbraio 1994 e culmi-nata nella celebrazione conclusivapresieduta dall’arcivescovo la seradel sabato 19 marzo. Molti eranopresenti in quell’occasione e hannosentito l’omelia di quella Messa.Ecco alcuni passaggi più significa-tivi e ancora attuali per una verifi-ca della nostra realtà.

«Quando il vescovo visitauna parrocchia, si po-ne questa domanda: è

una parrocchia che è veramentesorgente di vita? è una parroc-chia vitale? è una parrocchiavivace? è una parrocchia nellaquale la vita di Dio cresce e sidiffonde?E dobbiamo dire che, a conclu-sione di questa visita pastorale,possiamo davvero dire congioia: sì, questa parrocchia èuna parrocchia viva, è una par-rocchia che dà vita, è una par-rocchia vitale, è una parrocchiavivace. Ed io, quindi, voglioesprimere alla comunità france-

L’eredità di Carlo Maria Martini - 1

La sua visitaalla Creta

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9LA VOCE - AGOSTO/SETTEMBRE/OTTOBRE 2012

Inoltre nel giugno dell’anno suc-cessivo l’Arcivescovo inviava allanostra comunità parrocchiale la sualettera a “chiusura” della visita pa-storale. A distanza di un po’ di anniè ancora istruttivo sentire il suoparere e i suoi consigli per il benedella nostra parrocchia. Ecco unasintesi del testo, già pubblicato perintero sul n. 167 della Voce:

Carissimo padre Gian Carlo,dopo la Visita pastorale, ti scri-vo per comunicarti alcune ri-flessioni insieme a qualche indi-cazione per il futuro camminodella parrocchia affidata a te e aituoi confratelli. Ho avuto una buona impressio-ne della vostra parrocchia at-tualmente guidata dal padreGian Carlo, particolarmenteattivo e capace di imprimerevivacità e creatività all’azionepastorale e mi compiaccio con ilConsiglio Pastorale Parrocchia-le che lavora con serietà e impe-gno per tradurre in pratica ilProgetto Educativo Parrocchia-le, che va sempre verificato. Vioffro alcune indicazioni.- Vi esorto a valorizzare doni epersone che già vi sono a SanGiovanni Battista.- Il problema che si avvertemaggiormente nel ConsiglioPastorale è di metodo, di comu-nicazione, di fede e di coerenza,e giustamente sente il bisognodi lanciare lo sguardo oltre lasiepe, di respirare aria di oriz-zonti più vasti.- Apprezzo l’impegno che pone-te per il collegamento tra le nu-merose strutture presenti: viincoraggio a continuare in que-sto sforzo e ad avvalervi dellacompetenza e dell’esperienza dimolti laici che vi aiuteranno aconcretizzarlo a beneficio dell’a-zione pastorale comune.- Vi raccomando vivamente l’at-tenzione ai giovani che sono ilfuturo di una parrocchia; perloro occorre spendere ogni pos-sibile energia così da favorirnela crescita nella fede e l’incontrocon Cristo Gesù attraverso gli

itinerari più opportuni.- Lodo i numerosi catechisti chesi dedicano ai ragazzi dell’ini-ziazione cristiana e, mentre liringrazio, voglio ricordare chela catechesi è stretta mente lega-ta alla liturgia nella quale me-diante l’ascolto della Parola e lacomunione al Pane eucaristicosi celebra e si partecipa al miste-ro di Gesù. È la liturgia cheforma nei cuori e nelle menti l’a-more a Cristo e alla Chiesa, eperciò il vostro servizio catechi-stico, che la spiega e l’accompa-gna, è preziosissimo per il cam-mino della vita cristiana.- Conosco le nostre periferie,che presentano situazioni taloramolto difficili e complicate.Sono tuttavia persuaso checompete proprio all’educatore ealla sua passione missionariatentare di portare un aiutomateriale e spirituale a tutti,secondo la nostra capacità didiscernimento.- Vorrei lodare l’impegno di

numerosi laici verso i malati eanche per la preparazione alSacramento del matrimonio,che comporta accoglienza e ri-spetto delle persone.- Infine invito tutti i parrocchia-ni a dare simpatia e collabora-zione sincera ai nuovi fratifrancescani che spendono leloro energie e offrono una sa-piente esperienza per la crescitadella vostra comunità collocatain una zona non facile dellanostra città.Carissimo padre Gian Carlo, tirinnovo viva riconoscenza perlo zelo e la generosità con cuivivi il ministero e sono vicinocon tanta preghiera alla faticapastorale tua e dei tuoi confra-telli. Con affetto vi benedico perintercessione della Madonna, disan Giovanni Battista e di sanFrancesco.

+ Carlo Maria card. MartiniMilano, 22 giugno 1995

CCCCAAAALLLLEEEENNNNDDDDAAAARRRRIIIIOOOO EEEE AAAAGGGGEEEENNNNDDDDIIIINNNNAAAA 2222000011113333Anche quest’anno abbiamo preparato i Calendari e le Agendine con isimpatici disegni di suor Chiara Amata, clarissa di Milano. In questotempo così delicato per la situazione economica e lavorativa il tema è

IIIINNNN PPPPOOOOVVVVEEEERRRRTTTTÀÀÀÀ EEEE LLLLEEEETTTTIIIIZZZZIIIIAAAAOgni mese dell’anno presenta una frase tratta dagli Scritti di sanFrancesco, il “poverello di Assisi”, che ha fatto della povertà non unamaledizione o una sfortuna della vita, ma uno strumento per ritrovarel’essenziale della nostra esistenza, per aprire uno spazio più grande allacondivisione e alla solidarietà.

Il ricavato contribuirà a saldare un’altra parte del debito che la nostraparrocchia sta sostenendo per i nuovi campetti in erba sinteticarealizzati in oratorio per i nostri ragazzi.

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“...che cosa è l’uomo perché te nericordi,/il figlio dell’uomo perché tene curi?// Eppure l’hai fatto pocomeno degli angeli,/di gloria e dionore lo hai coronato:/gli hai datopotere sulle opere delle tue ma-ni,/tutto hai posto sotto i suoipiedi.” (Sal, 8, 5-79) – “Dio creòl’uomo a sua immagine;/a immagi-ne di Dio lo creò; [...] Dio videquanto aveva fatto, ed ecco, era cosamolto buona.”(Gen, 1, 27; 31).

Mi è rimasta impressanella memoria un’im-magine comparsa alla

televisione: un uomo disteso aterra, fermo, disarmato, iner-me, e un poliziotto che lo colpi-sce più volte alla testa con ilmanganello. L’uomo appartene-va a un gruppo di lavoratoriche avevano manifestato perconservare il posto di lavoro. Un’altra immagine ancora. Nonin Italia, questa volta, ma nellontano Sudafrica. Minatoriseduti a terra, reduci da unamanifestazione per chiederemigliori condizioni di lavoro, euna squadra di poliziotti con ifucili puntati: verranno uccisi34 minatori. La reazione delladitta inglese proprietaria dellaminiera, dopo questa tragicamattanza, è stata un netto autaut ai lavoratori in sciopero (aisuperstiti): immediato rientro allavoro o licenziamento. Sembrainoltre che si voglia invocareuna legge, iniqua, del tempodell’apartheid, per accusare iminatori dell’assassinio dei lorocompagniTorniamo in Italia, dove a Ta-ranto operai si vedono costretti

a difendere, per evitare la disoc-cupazione e la fame, un posto dilavoro che sanno pericoloso, perle condizioni in cui si svolge, avolte mortale.Ancora, notizie riportate perio-dicamente dai giornali ricorda-no il “fenomeno” di bambini ebambine costretti a combattere,a prostituirsi, a lavorare in con-dizioni di autentica schiavitù.Né mancano mai articoli o ser-vizi dei media sulleviolenze praticate infamiglia sulle donne(che arrivano a volteall’estrema violen-za, l’uccisione) daimariti, i compagni ogli ex mariti e gli excompagni; sulle dis-umane condizionidelle carceri in Italia; sulle tortu-re praticate abitualmente inmolti paesi.

Poco meno degli angeli

Un triste elenco, che potrebbecontinuare ancora, un elencofatto in larga misura di realtàche continuano nel tempo, e datempo, non di avvenimenti, perquanto deplorevoli, avvenutiuna sola voltaPensando a un tale elenco sem-bra impossibile non porsi unadomanda: che cosa è dunque l’uomo, l’es-sere umano, uomo o donna, peri suoi simili?Di fronte a Dio è poco meno diun angelo, incoronato di gloria edi onore (cfr. il citato Salmo 8).Di fronte a Dio è una creatura dicui compiacersi, creata a Sua

immagine e somiglianza (cfr. laGenesi). Prima ancora, infatti,dell’ammonimento di Gesù –che tutto quanto avremo fatto onon avremo fatto agli altri, loavremo fatto o non lo avremofatto a Lui – è l’Antico Testa-mento a ricordarci, se si può

usare questa parola,la “sacralità” del-l’uomo, creato aimmagine e somi-glianza di Dio.Questo è l’uomo difronte a Dio. E di fronte agli altriuomini?Se dobbiamo crede-

re alle notizie riportate, e allemolte analoghe non riportate,per i suoi simili l’uomo è spessouna “cosa” da umiliare, maltrat-tare, uccidere a freddo, daesporre a rischi anche mortali,da usare come mero strumentodel proprio piacere o della pro-pria volontà di ricchezza e dipotere.Credo sia, questa più o menoesplicita indifferenza di frontealla “sacralità”, alla dignità del-l’uomo, una delle più granditragedie del nostro tempo.Eppure, per certi aspetti, la so-cietà contemporanea apparefortemente antropocentrica: tut-to sembra dover girare attornoall’uomo, a esclusione di quantoè al di sopra e al di là.Ma attorno a quale uomo? Allacreatura che Dio ha fatto pocomeno degli angeli e di cui si

Per i suoisimili l’uo-mo è spesso

una “cosa” daumiliare, mal-trattare, ucci-dere a freddo

I segni dei tempi

Che cosa èl’uomo?

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compiace, oppure attorno aun’immagine umana che lasocietà ha creato – l’uomo-stru-mento – non sapendo o nonvolendo più vedere nell’uomola “persona”, rifiutando di scor-gere e rispettare in lui la scintil-la divina, quel qualcosa che hafatto scrivere a un grandissimopoeta: “Che capolavoro è l’uo-mo. […] È la bellezza del crea-to” (Shakespeare, Amleto, II, 2).

Creatura di Dio

Questo capolavoro, questa crea-tura di poco inferiore agli ange-li, in cui Dio ha impresso la Suaimmagine e di cui si compiace,troppe volte la avviliamo, ladimentichiamo, la opprimiamo,la prostituiamo a falsi idoli(come il potere, il denaro, il pia-cere), la disprezziamo, esplicita-mente o implicitamente.Ogni volta che compiamo un’a-zione che offende, dimentica,avvilisce la dignità umana,nostra e altrui, dovremmo ricor-dare chi e che cosa è la creaturadi cui calpestiamo la dignità: èla creatura in cui Dio si compia-ce, che ha creato di poco inferio-re agli angeli.Ho scritto “compiamo”, inprima persona, e a questo puntosento la possibilità di un’obie-zione.Auspicabilmente, né io né chimi legge (sempre che qualcunomi legga) abbiamo mai picchia-to uomini inermi, torturato,

prostituito bambini, negato legiuste condizioni di lavoro e ilgiusto lavoro agli operai.Ma non è, o non è davvero que-sto, il punto.Non soltanto, accanto alle gran-di, autentiche crudeltà, alleingiustizie che gridano vendet-ta, esistono piccole crudeltà,inavvertite ingiustizie che dav-vero ognuno di noi può trovarsia compiere. Ma il punto, l’elemento difondo, è l’atteggiamento, lamentalità. È il rischio, che tuttipossiamo correre, di prestarescarsa o distratta e intermittenteattenzione alla dignità, alla“sacralità” dell’uomo. È la man-canza di volontà, o la troppodebole volontà, di vedere con-cretamente in ogni essereumano – uomo, donna, bambi-no – una “persona” in cui Diovide, alla creazione, una cosa“molto buona” (cfr.Genesi, I, 31), men-tre noi, semplicimortali, ci permet-tiamo di offenderla.Si intende, nessunodi noi potrebbe spe-rare, presumere, di risanare dasolo le grandi crudeltà, le terri-bili ingiustizie.Tuttavia, bisognerebbe avere ilcoraggio di dirsi alcune cose.

Un cambio di mentalità

In primo luogo: l’atteggiamento:“Molti avvenimenti mi fannoorrore, li deploro, ma non possofarci niente e quindi penso aaltro” è un atteggiamento sba-gliato.Ricordo la frase di un vecchiofilm (una variazione sul mito diFaust), la risposta alla desolataaffermazione “Ormai non si puòfare niente”: “Non è vero, si puòamare.” Si può pregare, si può avere ilcoraggio di condannare quelloche è da condannare. Si possonoaffrontare i problemi e non chiu-dersi in se stessi. Si può sperare,e diffondere la speranza.

In secondo luogo: si può agirenella propria vita, nel proprioambito, prestando la massimaattenzione a evitare quelle pic-cole crudeltà, quelle inavvertiteingiustizie, quelle offese alladignità umana (altrettante offe-se a Dio) che si commettonosenza dare gran peso alla cosa.Infine: si può cambiare la men-talità, l’atteggiamento da cuiderivano le piccole, ma anche legrandi offese all’uomo.Cambiare sinceramente la pro-pria mentalità e, quando è pos-sibile (e sempre con il massimorispetto), quella di chi possiamoraggiungere, è un primo passo,forse piccolo, ma importante enon facile da compiere.Quanti genitori maltrattano ifigli? E non parlo di maltratta-menti che portano in tribunale.Picchiare un bambino “perché èstato cattivo, perché fa i capricci,

perché deve impara-re certe cose”, non èeducarlo: è maltrat-tarlo e umiliarne ladignità. Eppure, unrecente sondaggioha stabilito che in

Italia una percentuale alta digenitori picchia una o due volteal mese i figli piccoli, e una per-centuale molto inferiore ma nonirrilevante li picchia tutti i giorni.Innegabilmente, questi genitoridimenticano, tra l’altro, che,secondo l’insegnamento evan-gelico, dovremmo essere noiadulti a conformarci ai bambinie non viceversa.Non si potrebbe cominciareallora da questa, e da altre ana-loghe situazioni quotidiane(non sempre di violenza fisica,ma di offese morali alla dignitàdell’altro), per cambiare la pro-pria mentalità e ricordare sem-pre, concretamente, che tuttiquanti abitano questa terra sonocoloro che Dio ha fatto “pocomeno degli angeli”, anchequando si tratta di angeli unpo’ “impolverati” dalle circo-stanze della loro vita?

Anna Luisa Zazo

Ormai nonsi può fareniente.

- Non è vero,si può amare

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Quest’anno il CSI (CentroSportivo Italiano) Nazio-nale ha scelto come cam-

pagna di solidarietà “Il Csi perHaiti”. Perché Haiti?Haiti è il paese dove l’età mediadella popolazione supera di po-co i 30 anni. Dimenticata da tuttie dal mondo, colpita dalla trage-dia di un terremoto travolgente,alle prese con epidemie di cole-ra e con baraccopoli che ospita-no oltre 250 mila persone, dovecirca l’80% della popolazionevive in una condizione dipovertà degradante e il 54%vive con meno di un dollaro algiorno, si colloca ai primi postinella triste classifica dei paesipiù poveri.Le condizioni della capitalePort-au-Prince sembrano ripor-tarci indietro di almeno 100anni. Qui persino giocare è unlusso: i bambini non hanno pal-loni da rincorrere, non hannospazi in cui giocare non hannomagliette da indossare. Sembraassurdo ma è così!Perché andare così lontano perportare lo sport come strumentoeducativo? Perché andare adHaiti (o in altri paesi) significasemplicemente aprire la nostrafinestra sul mondo e andaredove c’è bisogno di esserci.Difficile ma possibile. Perché ibambini sono bambini, in ogniparte del mondo.

“I diritti dei deboli non devonoessere diritti deboli” (S.E. Card.Dionigi Tettamanzi).

Il grande obiettivo del CSI èquello di:

- costruire un campo sportivoper il calcio e il basket;- dare la possibilità ai bambinidegli orfanotrofi, delle baracco-poli e delle tendopoli di mo-menti educativi e di gioia trami-te lo sport; - togliere dalla strada il maggiornumero di bambini; - dare lavoro a ragazzi haitianiinviando allenatori per la loroformazione sportiva.

Per realizzare l’ambizioso pro-getto il CSI ha chiesto l’aiuto ditutte le società sportive (che invario modo hanno partecipatofacendo donazioni, inviandoabbigliamento e materiale spor-tivo) e ha proposto a allenatori edirigenti disponibili di vivereun’esperienza unica al serviziodei più deboli.

La ADS Polisportiva Assisi haabbracciato con calore e simpa-tia il Progetto del CSI per Haiti:infatti uno dei ragazzi dellaPolisportiva, Paolo Capozzi, èstato fra i primi allenatori a par-tecipare per dare, con il suo pic-colo ma grande contributo, unasperanza a quei bambini cheattendono solo di poter tornarea sorridere.Al suo ritorno ci ha illustrato,attraverso fotografie e filmati, lasua bellissima esperienza: alcu-ne sue parole che qui riportia-mo, sono veramente significati-ve di quanto vissuto.“Bisognerebbe essere lì come lo sia-mo stati noi per provare a trovarsiassaliti da bambini che non hannoniente ma che ti regalano gioia, sor-risi, abbracci a non finire. Biso-

gnerebbe essere lì per vedere davicino gente, che vive in condizionidisumane, saltare di gioia per l’ideadi mettere insieme una squadret-ta.”

Inoltre, presso il Centro sporti-vo dell’oratorio Assisi e graziealla collaborazione davvero en-comiabile di tutti i dirigenti eallenatori della Polisportiva, sisono tenuti da metà aprile aiprimi di giugno due TorneiTriangolari e quattro Quadran-golari di calcio per le categorieBig Small, Under10, Under11,Under12, Under14 e Juniores.Vihanno preso parte, in modoimpeccabile e con spirito sporti-vo eccezionale, società sportivee oratori che hanno dimostratoagonismo e voglia di stare insie-me. Al termine di ogni torneo sisono tenute le premiazioni ditutte le squadre intervenute. Volendo dare un contributo tan-gibile al Progetto CSI per Haitila Polisportiva si è impegnata araccogliere 1 € per ogni atletapartecipante e 1 € per ogni golrealizzato dalle squadre duran-te tutte le gare: siamo oltremodofelici di aver raggiunto lasomma totale di 690 € a cui, ol-

La voce della Polisportiva Assisi

Per Haiti: sporte solidarietà

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tre al contributo della Poli-sportiva Assisi, si sono somma-te le offerte spontanee di alcunesquadre. Durante la serata organizzatadalla Polisportiva all’interno deifesteggiamenti dei Giorni dellaCreta abbiamo effettuato ancheuna piccola lotteria raccoglien-do ulteriori fondi che sommatiai precedenti hanno raggiuntoun totale di 1.000 € che conimmenso piacere giriamo al CSIper il Progetto Haiti.Un grosso grazie va a tutti colo-ro, dirigenti, allenatori, atleti eamici che con impegno, abnega-zione e sacrificio hanno resopossibile tutto ciò. Organizzare itornei era una bella sfida, ma cisiamo messi in moto, ci abbia-mo provato e ci siamo riusciti.E dovete esserne tutti orgoglio-si!!!Siamo felici di aver contribui-to,in piccola parte, al Progettodel CSI, certi che anche una pic-cola goccia contribuirà sicura-mente al raggiungimento delfine, ed è con piacere che diseguito pubblichiamo la letterainviataci da Massimo Achini,Presidente del CSI.

Carmine

Roma, 9 luglio 2012

Carissimo presidente,

ti scrivo alla vigilia della mia partenza perHaiti. Questa settimana, insieme ad una delegazione del CSI, rag-giungerò la capitale Port-au-Prince per fondare il CSI haitiano. Inquesto viaggio porto con me la Tua Società sportiva.

È difficile trovare le parole per esprimere la gratitudine ditutto il Centro Sportivo Italiano alla Società sportiva ASSISI.

Circa un anno fa avevamo lanciato una follia: nel giro di soli 12mesi aprire il CSI ad Haiti. L’ottimismo è il motore di avviamen-to della vita. E noi eravamo ottimisti. Ma sapevamo che la sfida era“difficile e complicata”. Bene, ancora una volta, siamo rimasti sor-presi ed “spiazzati” dalla sensibilità educativa di tante societàsportive del CSI.

La Società sportiva ASSISI, insieme a tante altre società ha cre-duto in questa avventura ed ha regalato felicità pura a tanti bam-bini “condannati” a vivere in un paese martoriato dalla povertà,dove l’età media di vita non arriva a 40 anni.

Complessivamente abbiamo “raccolto e spedito” ad Haiti(con container via mare) oltre 140 scatoloni di materiale sporti-vo (divise da gioco, scarpe, palloni...) raccolti e donati con gene-rosità dalla Tua e da altre Società sportive. Si tratta della più gran-de raccolta di materiale mai realizzata dal CSI Milano.

Ti chiedo la gentilezza di far pervenire questa lettera a tutti isoci della tua Società sportiva e, se possibile, a tutta la Comunitàdella vostra Parrocchia. Da oggi la Società sportiva ASSISI ha unasquadra in più. Un “pezzetto” della vostra società vive ad Haiti.Dovete essere immensamente orgogliosi di quello che avete“fatto e testimoniato”.

Sinceramente non troviamo le parole per esprimere tutta lagratitudine del CSI. Possiamo solo dire che siamo immensamen-te orgogliosi di voi. Credetemi, al di là dei risultati ottenuti nellascorsa stagione, questa è una vittoria che resterà per sempreimpressa nella storia della vostra società sportiva.

Questa estate circa 15 allenatori e animatori del CSI si alter-neranno ad Haiti garantendo la presenza della nostra associazio-ne da giugno a fine agosto.

Gli amici della Fondazione Rava ci hanno detto che non hannomai trovato un’associazione capace di fare una cosa del genere incosì poco tempo. Proprio così. Aprire il CSI ad Haiti un anno fasembrava una sfida tra “follia e utopia”. Oggi è diventata realtà.Questo grazie a tante Società sportive che hanno dimostrato diessere veri campioni nella vita. Questo grazie all’impegno, allagenerosità, alla sensibilità educativa della Società sportiva ASSISI.

Ora viene il difficile. Continuare a regalare a migliaia di bimbiorfani di Haiti la possibilità di divertirsi giocando e correndo die-tro ad un pallone. Non sarà facile. Ma insieme possiamo conti-nuare a sognare. E siamo sicuri di poter continuare a contare sudi voi.

Con infinita gratitudine e stima.Massimo Achini

Paolo Capozzi ad Haiti

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Anche la nostra parrocchia, quasimensilmente, ospita una particola-re iniziativa di solidarietà promossadalla Caritas Ambrosiana. Voglia-mo qui descriverne la storia e lefinalità.

Nel 1994 nasce a Milanoquesta rivista per un’ini-ziativa imprenditoriale

privata e dopo due anni laCooperativa editoriale “Oltre”,

promossa dalla Caritas Am-brosiana, rileva la testata. Laredazione generale è a Milanoed esistono delle redazionilocali anche a Napoli, Brescia,Bergamo, Monza, Torino,Lecco.

Propositi e finalità

“Scarp de’ tenis” è un’iniziativasenza fini di lucro e intendefavorire la comunicazione con il

mondo della strada, dandovoce alla cultura della strada,includendo in questo tutte letipologie umane che si trovanoa vivere ai margini della socie-tà, le persone cioè che sulla stra-da passano ogni giorno e spes-so anche la notte. L’intento deivari articoli proposti dalla rivi-sta è quello di offrire visibilità evoce ai senza fissa dimora pre-senti nelle nostre città. Infatti“Scarp de’ tenis” esprime unprogetto pensato interamenteper i “Senza Dimora”, avvalen-dosi della loro collaborazione,innanzitutto in qualità di sog-getti principali degli articoliproposti per favorire iniziativedi informazione e sensibilizza-zione sulle reali e dure proble-matiche dell’esclusione sociale.Poi ricorrendo al loro impegno

La solidarietà che cammina

Scarpde’ tenis

N O T I Z I E l N O T I Z E l N O T I Z I E l N O T I Z I E

Centro missionario “La Creta”N O T I Z I E l N O T I Z E l N O T I Z I E l N O T I Z I E

DA “VILLA TRISTE” A ISTITUTO MISSIONARIO

Lo sapevate che gli eleganti per-sonaggi che scendono da lussuo-si pullman per entrare nell’hotela cinque stelle di recente costru-zione in via Masaccio, voltanole spalle ad un cancello che siapre su una villa immersa in ungrazioso e curato giardino? Inquella abitazione, cui una voltasi accedeva da via Paolo Uc-cello, sorge l’Oratorio di SanSiro, “monumento nazionale”dal 2 aprile 1911.L’Oratorio pare risalga al XVIIsecolo ed era proprietà dellafamiglia Pecchio, sorgeva inarea agricola e in seguito passò

in proprietà di Temistocle Fos-sati, che lo trovò in condizionidisastrose, ma dopo la primaguerra mondiale si provvide alrestauro e il 13 novembre 1927fu riaperto al culto.Sembrerebbe una storia di scar-so interesse, ma la villa ha unsuo vissuto particolare in quan-to tra il giugno e il settembre1944 fu occupata dalla famige-rata banda del cosiddetto PietroKoch che con “il Trinca” (avv.Trinca Armati), il tenente Ar-mando Tela e altri soggetti,facenti parte della polizia segre-ta, vi imprigionarono e tortura-rono partigiani o presunti tali.Fu soprannominata Villa Triste:nelle notti di quella tremenda

estate dalle cantine si levavanole urla disperate dei poveraccisottoposti a sevizie inenarrabili;fu luogo di dolore, di sofferen-za, di morte.In quegli anni mons. Balconi delPime cercava una casa, volendotrasferire da Monza a Milano leMissionarie dell’Immacolatacon le quali l’Istituto collabora-va strettamente anche nell’edi-toria. Impensatamente, si feceavanti la signora Adele Fossatiche donò la villa la quale, dopouna parziale ristrutturazione, apartire dall’ottobre del ‘45 fuabitata dalle Missionarie.Il luogo di tanto dolore si riem-pì presto non solo dei gridolinigioiosi dei bimbi dell’asilo, che

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come “redattori” del giornalesotto forma di articoli, fotogra-fie, poesie, lettere aperte e testicomposti per la maggior parteda cittadini costretti a vivere aimargini di quella società. Infineincaricando persone senza fissadimora come venditori del pro-dotto da loro stessi confeziona-to. In questo modo si raggiungeanche un altro importantescopo, oltre a quello informati-vo: quello di dare concretamen-te un’opportunità lavorativavendendo lo stesso per strada opresso le parrocchie. Di fatto tutto questo multifor-me impegno diventa un lavorovero e proprio; un’occasione dipromozione personale e di unnuovo inserimento sociale daparte dei “Senza Dimora” non

più costretti a ricorrere alladeprimente inoperosità e all’u-miliante accattonaggio.Inoltre, attraverso questa rivi-sta, si possono sperimentareforme di intervento finalizzateal raggiungimento dell’autono-mia di vita e dare voce e visibi-lità alle persone senza dimora.

Attività

Ecco le principali attività pro-mosse e realizzate dalla rivista“Scarp de’ tenis”: raccolta dimateriale autobiografico e sag-gistico sulla realtà dell’esclusio-ne sociale; redazione del gior-nale di strada sensibile alletematiche del disagio, con lapartecipazione diretta e attivadi persone che vivono talesituazione in prima persona,

consulenza e formazione perstudenti, volontari e operatoridel settore; mappatura dei ser-vizi e delle risorse presenti sulterritorio cittadino per le perso-ne senza dimora; gestione esperimentazione di progettivolti a migliorare le condizioniabitative e lavorative.

Concorso di collaborazione

In questa opera di sostegno eriscatto alle persone senza fissadimora è fondamentale la colla-borazione di tutti coloro - qualiassociazioni di volontariato edel privato sociale, privati citta-dini, parrocchie, organismi chesi dedicano all’assistenza eall’ospitalità dei “Senza Dimo-ra” - che si sentiranno di pro-muovere questa iniziativa.

le suore accudivano amorosa-mente in attesa di partire per lamissione, ma divenne anchecentro di incessanti e fervorosepreghiere per tutti gli uominiimmersi nella sofferenza.Quest’anno l’Oratorio ha vistol’ultima (forse) ristrutturazione:i resti mortali delle due fonda-trici delle Missionarie dell’Im-macolata, Giuseppina Ridolfi eGiuseppina Dones, ora riposa-no insieme sotto il pavimentodella cappella, tornate “a casa”a vegliare insieme sull’Istitutoche ora conta più di 1.000 mis-sionarie in tutto il mondo.

DAL BRASILE...Buongiorno carissimi,

qui tutto bene: stiamo facen-do pittura su vetro, incollando lacarta per i filtri del caffè e la stof-fa sulle scatole vuote del latte,per trasformarle in contenitoriper regalini. Le cassette di legnodella frutta, una volta dipinte, sitrasformeranno in portariviste oin contenitori per mettere ilmateriale di lavoro. Insomma...stiamo facendo arte!!!Grati per la vostra fiducia... ecomprensione, vi mandiamouna foto di alcuni nostri lavoridi artigianato.

Suor Aparecida

...E DAL CIADCari amici,

la più grossa avventura chestiamo vivendo in questa zonadel Guerà (così si chiama laregione: Guerà, con capoluogoMongo, che non è in Mongoliacome molti credono, ma inCiad). Nelle banche noi non ci mettia-mo i soldi, ma il miglio: sì pro-prio il miglio che in Occidente sidà ai canarini!Ebbene, per ora ne abbiamo unacentrale, che è presso il nostrovicariato (dove abita il vescovo)con migliaia di quintali, e altre350 e più nel raggio di 200 km.

Nei nostri forzieri ci sono alme-no 20.000 quintali di miglio econ piacere posso dire chesiamo buoni azionisti, parteci-pando per circa il 5%, che èquanto ne abbiamo fornito allecasse con i 500 quintali e piùdell’anno scorso.Ora è la stagione delle piogge inCiad. È nel cuore di questoperiodo che le popolazioni rura-li incontrano molte difficoltà nelsettore alimentare. Questa situa-zione impedisce alle popolazio-ni di coltivare i propri campi eprovoca generalmente l’esodorurale, così che questi villaggisono quasi permanentementealla fame. L’esistenza dellabanca di cereali nei differentivillaggi permette di evitare: lafame, i prestiti presso i com-mercianti e gli usurai.Le distribuzioni si svolgono indue fasi: la prima unicamenteper i semi, a giugno, la secondanel mese di luglio per i viveri.Quest’anno, grazie a un buonraccolto, i magazzini contengo-no ancora degli stock e quindi lamaggior parte dei contadini hadelle riserve sufficienti. Questoè il nostro obbiettivo: costituiredegli stock importanti e per unalunga durata. La sensibilizza-

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16 LA VOCE - AGOSTO/SETTEMBRE/OTTOBRE 2012

JJUUMMPP Il salto della fede

C’è un salto che dobbiamo fareperché corrisponde ad una chia-mata che ci viene da Colui che ciama. È il salto della fede, di chicorre incontro al Signore Gesùperché ha sentito la sua voce. Èun salto coraggioso che è segnodi una scelta risoluta, che riem-pie il cuore di gioia. Questo salto diventerà per iragazzi dell’oratorio un gridoforte: «JUMP!».Prepariamo i ragazzi a fare que-sto salto, sproniamoli e animia-moli con tutto l’entusiasmo chela nostra fede sa generare e satrasmettere, dicendo loro: «Sal-ta! Fidati! Balza in piedi, fai“jump!”, come quel cieco sullastrada che parte da Gerico, co-me Bartimeo, e vieni da Gesù,insieme ai tuoi compagni; chie-digli con fiducia quello che hainel cuore, non dare nulla perscontato, prega con semplicità, evedrai che ci sarà una rispostache vale la tua felicità: anche a teGesù dirà: “Va’, la tua fede ti hasalvato”». Insieme, con la fedeche condividiamo nell’unicoDio, il Padre, il Figlio e lo SpiritoSanto, rinnoveremo la nostrascelta di seguire il Signore lungola strada che lui va tracciandoper noi.

L’incontro con il Signore Gesùsarà il cuore di questo Annooratoriano 2012-2013 che coinci-de sostanzialmente con l’Annodella fede voluto da Papa Be-nedetto XVI «per riscoprire lagioia nel credere e ritrovare

l’entusiasmo nel comunicarela fede» (Porta Fidei, 7).Allora diciamo «Jump!», pen-sando allo slancio irrefrenabiledi chi gioca, si diverte, non siferma mai - e nemmeno lo vor-rebbe - perché sta provando labellezza dello stare insieme, stasperimentando cosa significasentirsi a casa, sorretto, amato,accompagnato, animato, spro-nato a fare sempre meglio e adare di più!

L’estensione oratoriana dellafede sta nel costruire una comu-nità a partire dai più piccoli e

zione ai contadini in materia digestione comincia a dare frutto!Da notare che, grazie alla bancadi cereali, le superfici dei campisono aumentate e i raccolti siannunciano buoni, se cavallettee uccelli granivori non cause-ranno guai. Le diverse distribuzioni hannoapportato un cambiamento ali-mentare, soprattutto durante ilperiodo estivo, quando i conta-dini mangiano foglie e radiciper sopravvivere.Le banche di cerali hanno dun-que contribuito alla riduzionedel prezzo sul mercato, maanche a rafforzare i legami diamicizia; alla solidarietà, allastabilità dei villaggi. Ora ci sonoanche dei soldi nelle casse deicomitati di gestione, e sono uti-lizzati per pagare i maestri co-munitari e acquistare il be-stiame, oltre che investiti nellacoltivazione dei campi comuni-tari.Insomma: mentre i vostri soldi-ni in banca vi rendono il cuoreamaro, da noi i semini di migliorendono almeno uno a dieci e ilcuore dolce: meditiamo, gente,meditiamo!Saluti a tutti,

p. Gianfranco

OTTOBRE MISSIONARIO

Questo è un tempo particolareper pensare di più ai lontani, achi ha bisogno di tutto e quindidel nostro aiuto concreto. Ricordiamo che da tanti paesi ciè stato richiesto sostegno e aiutoper persone e bambini malati,assistiti amorevolmente dallenostre missionarie: con l’ado-zione a distanza possiamo dareuna possibilità di vita e di cure atanti bambini già provati dallapovertà. Ringraziamo tutti i parrocchia-ni che non ci abbandonano maicon un grazie particolare perquello che continuerete a fare.

Campo Medieluglio 2012

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17LA VOCE - AGOSTO/SETTEMBRE/OTTOBRE 2012

dai più giovani, una comunitàche mette al centro l’educazionee quindi l’accoglienza, il rispet-to, la libertà, l’intelligenza dellegiovani generazioni per invitar-le a crescere e a maturare nellavita e nella fede, in un equilibrioche non sarà mai precario per-ché si costruisce sul vangelo.L’oratorio è chiamato a essereuna comunità festosa – asfruttare soprattutto la celebra-zione del giorno festivo peresserlo – dove la festa è prepa-rata dai più grandi per i più pic-coli. Pensiamo che questa possaessere una delle eredità di Fa-

mily 2012. Il VII Incontro Mon-diale delle Famiglie segna inevi-tabilmente il cammino anche diquesto Anno della fede, soprat-tutto per la nostra diocesi equindi anche per i nostri orato-ri.

«Jump!» è il salto di qualità chemigliora la cura dell’ambienteoratoriano, il coinvolgimento dinuove figure educative, l’impe-gno degli animatori anche du-rante il tempo «invernale», l’in-vito al gioco, il patto e la colla-borazione con i genitori per unapresenza dei ragazzi in oratorio

durante il loro tempo libero e«informale». È così che la tra-smissione della fede in un «Diovicino» passa attraverso la rela-zione educativa e l’intelligenzadelle proposte, in un luogo e inun tempo favorevole che è l’ora-torio.

Le parole di Papa BenedettoXVI nella sua visita a Milanosono il punto di partenza perfare il nostro salto. Riferendosiall’oratorio nel suo discorso airagazzi della Cresima, nella bel-lissima festa di San Siro il 2 giu-gno scorso, così lo descriveva:«L’oratorio, come dice la parola,è un luogo dove si prega, maanche dove si sta insieme nellagioia della fede, si fa catechesi,si gioca, si organizzano attivitàdi servizio e di altro genere, siimpara a vivere, direi. Siate fre-quentatori assidui del vostrooratorio, per maturare semprepiù nella conoscenza e nellasequela del Signore!» (StadioMeazza, 2 giugno 2012).Il «lavoro» dell’oratorio, che noici assumiamo, consiste nel ge-nerare occasioni in cui «si stainsieme nella gioia della fede»,come ci dice il Papa, e dove ogniattività integra la fede con la vitaperché in oratorio – è sempre ilSanto Padre che ce lo dice – «siimpara a vivere»!

Diciamo «Jump!» e parliamoai ragazzi – come loro possanointenderci – del salto della fedeche parte dall’accorgersi di esse-re amati da Dio, dall’accoglierela sua Parola e obbedire ad essaper poi vivere con costanza isacramenti e il comandamentodell’amore, dentro una comuni-tà in cui ci si vuole bene, ci siperdona e si accolgono tutti, conun’attenzione a rimanere «su»in alto, là dove il salto ci ha con-dotti, in compagnia di Gesù,imparando a pregare ogni gior-no con fiducia e fedeltà e ad affi-darci a Lui, confidando nellasua amicizia!

fr. Dario

VITA ORATORIANA

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18 LA VOCE - AGOSTO/SETTEMBRE/OTTOBRE 2012

Nella festa di S. Giovanni Battista

Suor Annaci saluta

In questo breve saluto vorreiesprimere - se ci riesco - treGRAZIE e un augurio.

Il primo GRAZIE lo rivolgo alSignore. Abbiamo celebratol’Eucaristia, il più alto, sublime

e solenne rendimento di graziee davanti a voi voglio ringrazia-re di cuore il Signore che è sem-pre rimasto presente nella miavita. I passi compiuti, le espe-rienze fatte sono sempre state

da Lui sostenute: ora vado sullamia strada con l’amore Suo chemi guida. Anche ora non ho benchiaro quello che mi aspetta equello che farò, ma ho la certez-za che Egli mi guiderà ancora: ame non resta che mettere la miamano nella Sua e continuare alasciarmi condurre da Lui.Il secondo GRAZIE lo rivolgo atutta la comunità della Creta, atutti voi, quindi, da fra Paolo,fra Dario, Luisa insieme a tutti icoristi, ma veramente, se mifosse possibile, vorrei dire gra-zie a ciascuno in particolare.Con voi non mi sono trovatabene ma benissimo.

Non credo sorprenda troppo se que-sta volta, tra le poesie religiose, inseri-sco quella che è in realtà una canzone.Da tempo, le parole delle canzoni,quando lo meritano, hanno assunto lastessa dignità della poesia. E in questocaso ci si trova di fronte a uno tra i piùgrandi cantautori (chansonnier, dicono ifrancesi) del secolo scorso, premiatoanche da Accademie di poesia.George Brassens (1921-1981), dipadre francese e di madre italiana, purnon avendo seguito studi regolari perle modestissime condizioni della suafamiglia, aveva una rara conoscenzadella poesia francese, dal Medioevo aipoeti suoi contemporanei, e unastraordinaria passione per il linguaggio,per le sonorità della lingua, di cui sfrut-tava tutte le possibilità, ricorrendoanche a arcaismi, giochi di parole,invenzioni verbali. Libertario, anarchi-co, avverso a tutte le istituzioni,soprattutto a quelle, come la polizia,che più esplicitamente rappresentanoo esercitano l’autorità, Brassens non èun poeta religioso; è spesso noto perl’audacia e la maliziosa sfrontatezzadelle sue canzoni (lui stesso ricordavacome la madre, pure fiera della suafama, si dolesse per le “brutte parole”che usava).

Tuttavia, ha scritto, accompagnandolecon i suoi ritmi semplici e cadenzatiche ricordano le ballate medioevali,alcune poesie intrise di autentico spiri-to religioso e, tra queste, la più celebree la più intensa è quella riportata qui.Non soltanto vi risuona una fedeintensa e sicura, nella benedizione trevolte ripetuta ai tre benefattori, ma visi trova una forte eco della paraboladel Samaritano, nel contrasto tra ibenpensanti, che ignorano le sofferen-ze dell’uomo affamato, imprigionato,umiliato, e i tre che si chinano, senzaipocrita benevolenza, senza suonare lafanfara, ma con semplicità e amoreautenticamente evangelici, sulle soffe-renze del loro fratello.

Canzone per l’alvernieseEcco, è per te questa canzone,

per te, alverniese, che semplicementemi hai dato quattro ciocchi di legnoquando il mio corpo tremava in inverno.Tu che mi hai offerto un bel fuoco quando

i benpensanti e le benpensanti,la gente ammodo e i signori per benechiudevano il cuore alle mie pene.

Era soltanto un fuoco di legna,ma mi aveva scaldato il cuore;e nel mio animo arde ancoracome arde un fuoco di gioia.

Alverniese, quando per teverrà il giorno della tua morte,ti si spalanchino in cielo le portedella dimora del Padre celeste.

Ecco, è per te questa canzone,per te, ostessa, che semplicementemi hai dato quattro pezzi di panequando il mio corpo moriva di fame.Tu che mi hai offerto del cibo quando

i benpensanti e le benpensanti,la gente ammodo e i signori per benesi divertivano della mia fame.

Era soltanto un po’ di pane,ma mi aveva scaldato il cuore:e nel mio animo arde ancoracome un festino dato in mio onore

Ostessa, quando per teverrà il giorno della tua morte,ti si spalanchino in cielo le portedella dimora del Padre celeste

Ecco, è per te questa canzone,per te, straniero, che semplicementemi hai sorriso con l’aria tristequando i gendarmi mi han messo incateneTu che non hai applaudito quando

i benpensanti e le benpensanti,la gente ammodo e i signori per benesi rallegravano delle mie pene.

Era soltanto un po’ di miele,ma mi aveva scaldato il cuore;e nel mio animo arde ancoracome arde l’estate più breve.

Straniero, quando per teverrà il giorno della tua morte,ti si spalanchino in cielo le portedella dimora del Padre celeste.

La poesia religiosa attraverso i tempi e le civiltà

LLLL’’’’aaaarrrrtttteeee cccchhhheeee uuuunnnniiiisssscccceeeea cura di Anna Luisa Zazo

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Tra noi sono nate relazioni belle,intense, sincere, a volte anchesenza bisogno di tante parolema fatte di sguardi, di sorrisi, diintesa profonda. Per questo ilrincrescimento di staccarmi davoi si fa sentire, e tanto. Ve lodico dal profondo dell’anima:non sarà facile dimenticarvi, viporterò sicuramente tutti nelcuore e assicuro per ciascuno divoi il mio ricordo nella preghie-ra.E permettetemi un terzo GRA-ZIE, forse più personale, ma misembra bello esprimerlo davan-ti a tutta la comunità. Graziesuor Michelina e grazie suorChiara per questi nove anni tra-scorsi insieme. Vedete, non ab-biamo la stessa provenienza,non abbiamo la medesima età etantomeno abbiamo lo stessocarattere: ma ci siamo volutetanto bene e questo, proprioquesto ci ha permesso di supe-rare tutti i momenti, facili e non,del nostro servizio alla casa diaccoglienza.Le 650 persone che abbiamoospitato in questi anni insiemehanno trovato un momento disollievo e di serenità grazie allacomunione profonda e all’ac-cordo che si sono creati tra noi.Per questo, anche a nome ditutte le donne e i bambini ospi-tati, non potevo tralasciare que-sto grazie.Ed eccomi alla fine: che AUGU-RIO lasciarvi?A cuore aperto vi dico: conti-nuate ad essere una comunitàparrocchiale aperta e sensibile,nutrite in voi il desiderio dimigliorare per essere semprepiù un popolo in cammino checerca la sua guida nel Signore,come dice un canto che cono-sciamo: “il tuo popolo in cam-mino cerca in Te la guida”.Non temete di manifestare lagioia di partecipare insieme allaCelebrazione Eucaristica dome-nicale, fate sì che chi vi incontrapossa dire, come lo dicevano aiprimi cristiani, “guardate comesi vogliono bene”.

A tutti voi ragazzi, giovani, avoi adulti suggerisco: nonescludete mai dalla vostra vitail Signore: non sarà sempre faci-le accogliere la Sua parola, per-

cepire la Sua presenza, ma - cre-detelo! - la vita è certamente piùgioiosa e felice in Sua compa-gnia.GRAZIE!!!

Con il battesimosono diventatifigli di Dio

23 20-05-2012 Paolo CERIOTTI24 26-05-2012 Greta URBINI25 07-06-2012 Catherine LLACZ INCIO26 09-09-2012 Andrea D’AMICO27 10-06-2012 Lodovica CROCE28 10-06-2012 Vuvien LEGGIO29 10/06/2012 Gianluca VELLUCCI30 10-06-2012 Francesco VALLONCINI31 01-07-2012 Andrea CUTICCHIA32 01-07-2012 Francesca PERROTTI33 01-07-2012 Patrick Nathan RIVAS GOMEZ34 16-09-2012 Filippo Nicolò GRASSO

In nome di Diosi sono unitiin matrimonio

6 15-06-2012 Daniele SARCHICaterina FABIANO

7 14-07-2012 Agatino Roberto MIUCCIOClaudia MION

8 21-07-2012 Elia BRUNETTISilvia LEX

9 26-07-2012 Vincenzo GALEAChiara BRIGATTI

1015-09-2012 Andrea MIOTTIIlaria FRANCESCHINI

Sono tornatialla casadel Padre

31 21-05-2012 Rosa Angela UBOLDIVia Berna 11/8 - anni 76

32 24-05-2012 Pia RIZZARDINIVia Inganni 52 - anni 90

33 05-06-2012 Mario DEL PERCIOP.za S.G.B.Creta 2A - anni 79

34 16-06-2012 Ada Maria CALABRESEVia d. Storno 12 - anni 88

35 19-06-2012 Mariano Eliseo BIANCHIVia Capinera 6 - anni 79

36 21-06-2012 Gianalberta MOLTENIVia Quarenghi 26 - anni 80

37 29-06-2012 Vittorio Remo DI BIASEVia Passero 6 - anni 75

38 30-06-2012 Concetta CERTOVia Saint Bon 6 - anni 88

39 01-07-2012 Michelina CIOCIOLAVia Capinera 5 - anni 85

40 04-07-2012 Domenico COGNETTIVia Astri 26 - anni 70

41 04-07-2012 Amabile BRAMBILLAP. A. Trivulzio - anni 78

42 05-07-2012 Cornelia LAMEDICAVia Inganni 64 - anni 88

43 11-07-2012 Claudio MACCHIVia Inganni 64 - anni 59

44 11-07-2012 Maria SAPIENZAVia Zurigo 14 - anni 92

45 12-07-2012 Epifanio RIZZOVia Ciclamini 8 - anni 81

46 25-07-2012 Ernestino P.G.B. GUERRAVia Zurigo 14 - anni 84

47 26-07-2012 Francesco DAL BO’Via Astri 22 - anni 84

48 28-07-2012 Alessandro MIANOVia Lucerna 7 - anni 65

49 31-07-2012 Dario CARCANOVia Zurigo 12/4 - anni 73

50 01-08-2012 Maria Luisa CANEVia Storno 16 - anni 81

51 01-08-2012 Carmen TRENTAVia Inganni 52 - anni 71

52 08-08-2012 Maria Giovanna PETRISVia Cardellino 55 - anni 77

53 09-08-2012 Vincenzo MALCANGIVia Zurigo 12/4 - anni 76

54 18-08-2012 Luigina CERESERVia Capinera 5 - anni 81

55 20-08-2012 Luigi SCOTTIVia Astri 22 - anni 88

56 20-08-2012 Ileana NADORVia Berna 11/8 - anni 78

57 24-08-2012 Rosa BERETTAVia Zurigo 12/2 - anni 105

58 25-08-2012 Angela SFONDRINIVia Cardellino 55 - anni 84

59 02-09-2012 Elena GAGLIARDIVia Berna 21 - anni 69

60 04-09-2012 Angelo Giovanni SANAVia Rondine 6 - anni 79

61 09-09-2012 Giulia Rosa Pasqua BUONAMICOVia Berna 11/8 - anni 75

62 12-09-2012 Francesca ATTOLICOVia Carozzi 5 - anni 63

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PARROCCHIA SAN GIOVANNI BATTISTA ALLA CRETAPiazza San Giovanni Battista alla Creta, 11 • 20147 MilanoTel. 02.41.72.66 • Ufficio parrocchiale: tel. 02.41.72.67

DICEVA GIOVANNI ALLA FOLLA: «IN MEZZO A VOI C’È UNO CHE VOI NON CONOSCETE»

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