Onda durto dicembre2009

22
Indice: Contro la mafie pag. 2 Giornata dell’abbraccio pag. 2 Origini della mafia pag. 3 Intervista al Procuratore pag. 4 Origini di un termine pag. 5 Sopra i diciotto pag. 6 Una scelta politica pag. 7 Ammazzateci tutti pag. 8 Manifesto dell’antimafia pag.9 Lezione con la web cam pag.10 La scuola che vorrei pag. 11 Gruppo Amnesty pag. 12 Artisti &Campioni pag. 13 Ex 7 in condotta pag. 14 Splash pag. 15 Test divertentissimo pag. 16 Musica&film pag.17 Libri pag.18 Diz. Inglese-piemontese pag.19 Una domenica allo stadio pg.20 “Didattica distesapag. 20 Gossip al Porporato pag.21 Vignetta di chiusura pag.21 ONDA DURTO Periodico degli studenti del Liceo ‘Porporato’ di Pinerolo - Anno XII, n.2, Dicembre 2009 www.liceoporporato.it/studenti/onda/onda_d'urto.htm ins. resp. antonio denanni

description

N.2 Giornale degli studenti del Liceo Porporato

Transcript of Onda durto dicembre2009

Page 1: Onda durto dicembre2009

Indice: Contro la mafie pag. 2 Giornata dell’abbraccio pag. 2 Origini della mafia pag. 3

Intervista al Procuratore pag. 4 Origini di un termine pag. 5 Sopra i diciotto pag. 6 Una scelta politica pag. 7 Ammazzateci tutti pag. 8

Manifesto dell’antimafia pag.9 Lezione con la web cam pag.10 La scuola che vorrei pag. 11 Gruppo Amnesty pag. 12 Artisti &Campioni pag. 13

Ex 7 in condotta pag. 14 Splash pag. 15 Test divertentissimo pag. 16 Musica&film pag.17 Libri pag.18

Diz. Inglese-piemontese pag.19 Una domenica allo stadio pg.20 “Didattica distesa” pag. 20 Gossip al Porporato pag.21 Vignetta di chiusura pag.21

ONDA D’URTO Periodico degli studenti del Liceo ‘Porporato’ di Pinerolo - Anno XII, n.2, Dicembre 2009 www.liceoporporato.it/studenti/onda/onda_d'urto.htm ins. resp. antonio denanni

Page 2: Onda durto dicembre2009

2

Contro le mafie In questo numero di Onda d’urto, diversamente da quelli precedenti, ci siamo buttati in modo deciso nel sociale, “Contro le mafie”, per un impegno per la legalità e la giustizia. Già, la legalità e la giustizia, quante volte si confondono i due termini prendendo per giusto ciò che è legale. Invece no, ci teniamo a distinguere in modo netto le due realtà, affermando con le parole di Don Ciotti - da sempre impegnato contro le mafie - “la giustizia è la realizzazione effettiva dell’eguaglianza dei diritti e l’opportunità dei doveri” (discorso a Na-poli per la “Giornata della memoria delle vittime di mafia”, 21 marzo 2009), mentre la legalità è ciò che è permesso o regolato dalla legge (sulla distinzione di questi due termini speriamo discutiate in clas-se, soprattutto nelle ore di Diritto e di Filosofia, ma non solo). Troppo sovente leggiamo di co- me la legge, appunto la le-galità, è piegata a facili stru- mentalizzazioni per fini personali o di gruppo che vanno in direzione contraria a quella della giustizia sociale. Nel nome della lega-lità c’è chi calpesta la giustizia tutti i giorni attraverso favoritismi, lobby… appunto mafie. È p r o p r i o s u quest’ultima che abbia-mo voluto aprire il numero di dicembre di Onda d’urto, tracciando un profilo di questo fenomeno, descrivendo la sua sto-ria e le persone che in qualche modo l’hanno combattuta o la combattono. Abbiamo pro- vato anche noi a guardare questa realtà senza “girarci dall’altra parte”. Abbiamo intervista-to il Procuratore della Repubblica di Pinerolo, dott. Amato, abbiamo dato visibilità a persone ed associazioni come Libera, “Ammazzateci tutti”, Saviano, Pio La Torre, Don Ciotti, ecc. che contro la mafia hanno messo in atto un’azione di contrasto e un percorso culturale e sociale, a volte dando anche la vita. Le soli-te rubriche e articoli completano il giornalino. Buona lettura e.… Buone Vacanze, Buon Natale e Buon Anno a tutti.

La Redazione

Sono ormai quattro anni che vi proponiamo per l’ultimo giorno prima delle vacan-ze di Natale la Giornata dell'Abbraccio Libero, o "Free Hug". Per i primini che ancora non la conoscono ecco un breve riassunto. Si tratta di un'i-

niziativa nata alcuni anni fa dall'idea di un ragazzo australiano, Juan Mann, che annoiato dalla monotonia della vita quotidiana decise di rallegrare con un abbraccio la vita di chiunque incontrasse. Su questo spirito, è nata a livello mondiale la Giornata dell'Abbrac-

cio Libero, accolta con entusiasmo da milioni di persone. Anche noi studenti del Porporato, pieni d'affetto e di allegria, abbiamo pensato 3 anni fa di organizzare una mini Giornata dell'Abbrac-

cio Libero nel nostro Liceo. Ed essendo stata una bella esperienza, capace di sciogliere addirittura il cuore di arcigni professori, abbiamo voluto riproporla anche quest'anno. Il giorno dell’evento sarà sabato 19 dicembre 2009, ovvero l'ultimo giorno di scuola prima della vacanze di Natale. Preparatevi quindi a ricevere e dona-re abbracci: il vostro gesto sarà sicuramente apprezzato! Alcuni (speriamo in tanti) avranno un cartellino da attaccare alla maglia per incitare al "Free Hug". Partecipate numerosi!!!

Sabato 19 dicembre Giornata dell’Abbraccio Libero

Ultimo giorno di scuola prima di Natale: abbracciamoci!

Annuario 2009/10 Anche quest’anno siamo riusci-ti a mantenere l’appuntamento con l’Annuario, con una novità rispetto agli anni precedenti: lo paga la scuola!! È quanto sia-mo riusciti a far passare in Consiglio d’istituto. L’attesa e il gradimento sono sempre alti e il risultato ci sem-bra appropriato. Rosso, verde, blu, giallo sono i colori finora realizzati. Qualcuno propone già i colori per il prossimo an-no: bianco, nero, azzurro… Ve-dremo. Per ora godiamoci il 99/2010. Chi non l’avesse rice-vuto (insegnanti e studenti) venga a prenderlo in Centro stampa della sede.

Page 3: Onda durto dicembre2009

Immaginate una città dove la vendita di gioielli, di moto-ciclette di grossa cilindrata, di automobili come BMW e Jaguar sfiora vette altissime a livello mondiale, dove i co-struttori non hanno bisogno di mutui, dove i consumi sono straordinariamente elevati, dove almeno venti persone, in questo momento, potrebbero firmare su due piedi un assegno di trenta mi-liardi. New York City? Quasi: Palermo. Eppure Palermo ha, nel complesso, un basso reddito medio pro-capite. Ne conosciamo soprattutto i quartieri poveri: mortalità infantile del 20 per mille contro il 5,51 della media nazionale, elevato tasso di disoccupa-zione e conseguente basso tenore di vita. Una povertà non solo econo-mica, che può far ben comprendere come 80.000 giovani siano costante-mente sottoposti alle lusinghe della mafia. Ma cos’è davvero la mafia? L’espressione “organizzazione criminale”, utilizzata spesso in luogo di tale termine, non rende piena giustizia al fenomeno. Impadronitasi con la forza e l’inganno del pluriseco-lare sentimento di ribellione del po-polo siciliano nei confronti del potere statale (sentimento, peraltro, alimentato dalla lunga catena di soprusi ad opera dei diversi dominatori della Sicilia), la mafia è infatti diventata la via, sentita come unica possibile, per un’emancipazione economica della borghesia meridionale. Tale emancipazione trovava nell’unità d’Italia, che si rea-lizzò all’insegna dell’alleanza tra la borghesia industriale del Nord e i soli ceti agrari latifondisti del Meridione, un ostacolo. Lo sviluppo della mafia si è accentuato soprattutto a partire dal dopoguerra, per continuare fino ad oggi. Dalla seconda metà degli anni ’70, in particolare, ha cominciato a influire sulla produzione economica, cancellando la sua impostazione meramente parassitaria, grazie ai capitali accumulati con il commercio mondiale dell’eroina. Attra-verso estorsioni, usura, omertà, omicidi, ecc., essa ha pre-so a gestire l’edilizia, i lavori pubblici, gli appalti statali o degli enti locali, contraendo rapporti sempre più stretti con gli ambienti della politica, via privilegiata per l’accesso alle attività legali redditizie e, quindi, occasione favorevo-le per il riciclaggio del denaro frutto delle attività illecite, in primis il traffico di droga e, recentemente, di armi. A fronte di questi mutamenti, è altresì cambiata l’immagine del boss mafioso, che somiglia ad un affarista in piena regola assai più che al tradizionale “capo” con coppola e basettoni. Il boss si occupa esclusivamente degli affari di maggior rilievo e si serve, per il resto, d’intermediari, attraverso i quali dirige racket, appalti, delitti, ecc. Dal momento che l’“imprenditore illecito” è ben più concorrenziale di quello tradizionale, lo Stato

ha tentato, negli ultimi decenni, di arginare l’espansione mafiosa sul piano economico-finanziario: da ciò derivano le reazioni violente della mafia, che in anni recenti hanno condotto ad attentati di dimensioni sempre maggiori, rivol-ti a personaggi rappresentativi dello Stato.

Il fenomeno mafioso è da tempo di-venuto un problema nazionale e inter-nazionale. Le tradizionali distinzioni tra Cosa Nostra (Sicilia), ‘Ndrangheta (Calabria, detta “l’altra faccia della lu-na” in quanto poco esposta al pentitismo e a infiltrazioni esterne), Camorra (Campania, unico fenomeno mafioso con origini urbane) e Sacra Corona (Puglia, originata da Raffaele Cutolo nel 1981), lasciano, come si suol dire, il tempo che trovano. La cri-minalità organizzata ha filiali in tutto il mondo, a partire dagli Stati Uniti, fi-nendo col Canada e con l’Olanda; e tale è diventata la sua rilevanza, tante sono le opportunità che essa offre alla gente – contrapponendosi a governi che spesso non tengono in conto le reali necessità dei popoli che si trovano a guidare, che forse oggi la più efficace lotta contro la mafia sarebbe il poten-

ziamento delle istituzioni e una politica davvero presente sul territorio. La filosofia del “va tutto bene”, almeno per ora, non sembra aver sortito risultati degni di nota. Gloria Lizza, 1B Cl

3

Le origini della mafia e la sua storia La disoccupazione una lusinga per reclutare giovani alla mafia

Il “Romanzo del pizzo" Alcuni esempi di soprusi mafiosi raccontati alla Confesercen-ti di Palermo e riportati nel libro “Romanzo del pizzo”: - "Sono il titolare di un'azienda di pratiche automobilistiche. Ho rapporti assurdi con l'UFF. della Motorizzazione. Gli impiegati di quell'UFF. sono soci di altre agenzie e mandano avanti solo gli incartamenti dei loro soci. Cioè s'immatricola un camion per gli "amici" dall'oggi al domani, mentre gli altri aspettano settimane. Alla fine perdo tutti i clienti". - "Sono un farmacista. Ho subìto 4 rapine, poi mi è arrivata una telefonata anonima. Mi hanno costretto ad assumere un ex-detenuto che mi fa da guardia". - "Mi costringono a pagare in base al n. delle vetrine - centomila a vetrina - e in base ai mq. del negozio". - "Prima mi hanno detto: Diventiamo soci al 30%. Poi mi hanno alzato il prezzo. Alla fine si sono impadroniti di tutto". - Un commerciante va in banca perché ha problemi economici seri. Non ottiene nulla perché non ha garanzie si-cure da offrire. Si affida a usurai, pagando (a Palermo) il 12,50% al mese! Se non paga, l'usuraio gli porta un suo amico e gli impone di prenderlo come socio. Poi il socio, col tempo, s'impadronisce di tutta l'impresa, che così diventa mafiosa. Il 70% dei negozi di Palermo è stato assalito almeno una volta da rapinatori con pistola in pugno. Il 25% ha subìto sino a 4 assalti. Assai difficilmente ci si rivolge alla polizia. da www.homolaicus.com/storia/contemporanea/mafia.htm

Page 4: Onda durto dicembre2009

Incontro il Procuratore della Repubblica, Dott. Giuseppe Amato, con un gruppo di ragazzi della redazione di “Onda d’urto” presso il seicentesco Palazzo di Giustizia del Tribunale di Pinerolo. Non appena arriviamo il Procuratore ci accoglie nel suo ufficio con molto calore. Si presenta, noi ci presentiamo a lui e gli consegniamo una copia del nostro annuario ed alcune copie di “Onda d’Urto”. Ci racconta con un flashback la sua esperienza scolastica: ha frequentato le scuole a Roma, la sua città natale, e la facoltà di giurisprudenza all’università “La Sapienza”. Si congratula pure con noi (grazie Procuratore!!), sostenendo che saper scrivere è fondamentale e scri-vere per il giornale scolastico è un bell’esercizio. Cos’è la mafia? L’articolo 416 del Codice Penale definisce, regola-menta e punisce le associazioni di tipo mafioso. Esse non si pongono l’obiettivo di sostituirsi allo Stato, ma si occupano di intimorire soggetti che sono deboli, allo scopo di ricavare vantaggi economici il-leciti. Gli individui che sono minacciati hanno difficoltà a denunciare alle istituzioni il danno subìto e restano nel silenzio. La mafia è più un’organizzazione criminale o un’organizzazione di potere? Entrambe: la mafia è sicuramente un’organizzazione criminale poiché agisce con mezzi e pratiche illecite, ma è anche un’organizzazione di potere perché crea un certo condizionamento sulla collettività. È più un feno-meno legato alla cultura o di trasgressione di leggi? Sicuramente la mafia è un fenomeno ille-gale in contrasto con la polizia, la magistratura e l’autorità pub-blica, ma il fe-nomeno culturale è determinante: la nostra società tende ad accettare supinamente il dominio e il rafforzamento di associazioni criminali. La società percepisce il problema mafia come fatto grave o no? Penso che sia una problematica sottostimata: la so-

cietà spesso pensa con una prospettiva egoistica. Tante volte la mafia non agisce con forme plateali di violenza, piuttosto crea fenome-ni latenti, che non so-no evidenti all’esterno, ma che purtroppo basta poco per scoprire. Lo stato fa abbastan-za per combattere le mafie? Il sistema giudiziario è sufficientemente attrezzato per farlo? In Italia la legislazione e la preparazione professio-nale sono presenti, ma stiamo attraversando un perio-do di crisi economica per cui sono carenti i mezzi, le strutture ed il personale. Gli uffici ci sono, mancano i magistrati. Il fenomeno mafia è presente anche nel Pinerolese? Attualmente non sono in atto procedimenti o inve-stigazioni. Pinerolo è una città ricca e con un’attività imprenditoriale ben avviata; teoricamente nulla e-sclude che vi siano attività economiche illecite quali lo spaccio di droga o il difficile problema del rici-claggio. Ci parli del suo progetto di prevenzione della vio-lenza sulle fasce deboli (donne, minori, anziani,

disabili). Dopo qualche mese che mi sono trasferito a Pinerolo, ho notato che vi erano una serie di strutture disponibili per accogliere un intervento a tutela delle fasce deboli. Molte volte chi è vitti-ma di violenze non ha il coraggio di denun-ciarle, e il progetto propone un sostegno sia sul piano psicolo-

gico che materiale coinvolgendo in una collaborazio-ne reciproca tutte le strutture operanti sul territorio. Che ricordo le hanno lasciato magistrati come Falcone e Borsellino? Falcone, Borsellino e molti altri giuristi uccisi dalla mafia rappresentano per me la passione per il proprio

Intervista al Procuratore della Repubblica di Pinerolo, Giuseppe Amato

La scuola “arma” le persone contro la mafia

La definizione di mafia del Codice Penale L'associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comun-que il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali. Art. 416 bis - Associazione di tipo mafioso (estratto)

4 Segue a pag.5

Page 5: Onda durto dicembre2009

La prima volta che compare ufficialmente tale vocabolo accostato al senso tutt'ora in uso, di organizzazione malavitosa organizzata, è in un rapporto del capo procura-tore di Palermo nel 1865, Filippo Antonio Gualtiero. Già due anni prima, nel 1863, viene interpretato da Giuseppe Rizzotto e Gaetano Mosca "I mafiusi di la Vicaria", opera che diffonde i termini mafia, omertà e pizzo in Italia.Tuttavia le effettive origini del termine Mafia ancora sono piuttosto misteriose. Spesso si è voluto associare - a volte anche forzatamen-te - con un qualche vocabolo di origine araba, per la sua radice non facilmente accostabile a termini di origini invece latini o greci, forti del fatto che la Sici-lia - regione ritenuta la "culla" delle principali organizzazioni di questo tipo - fu effettivamente governata dagli arabi lungo il X secolo. […] Tuttavia tale origine è messa in discussione dal fatto che non è dimostrato, né attestato l'uso del vocabolo in questione prima della seconda metà del XIX secolo, lasciando ben 8 secoli di silenzio. Secondo Santi Correnti pertanto sarebbe piuttosto un termine ben più recente, forse deriva-to dal dialetto toscano, trovando un riscontro nella parola maffia. In considerazione della teorica origine siciliana e della sua prima diffusione geografica, un'altra analisi ricollega l'etimologia del termine all'unificazione del Regno italico e alla missione segreta di Mazzini in Sicilia avvenuta l'an-no prima (1860) dell'Unità d'Italia. Secondo tale ipotesi, «MAFIA» non sarebbe altro che l'acronimo di queste pa-role: «Mazzini Autorizza Furti Incendi Avvelenamenti». Fino a che punto sia fondato questo studio, rimane però da

considerare... Sul piano storico e antropologico va comunque osservato che in origine al fenomeno, attecchito sul territorio siciliano, veniva assegnato proprio questo termi-ne esteso poi alle potenti organizzazioni associative a livello mondiale. Rimane comunque il fatto che nell'uso comune il termine mafia è ormai diffuso su larga scala. Per antonomasia e senza qualificazioni si riferisce tuttavia all'organizzazione che ha avuto origine nell'isola come in-sieme di piccole associazioni sviluppate in ambito agreste. Tali aggregazioni rette dalla legge dell'omertà e del silen-

zio consolidarono un'immensa potenza in Sicilia e riemersero dopo la seconda guerra mondia-le. Le analisi moderne del feno-meno della mafia la considerano, prima ancora che una organizza-zione criminale, una "organizza-zione di potere"; ciò evidenzia come la sua principale garanzia di esistenza non stia tanto nei proventi delle attività illegali, quanto nelle alleanze e collabo-razioni con funzionari dello Stato, in particolare politici, non-

ché del supporto di certi strati della popolazione. Di conse-guenza il termine viene spesso usato per indicare un modo di fare o meglio di organizzare attività illecite. Quindi il termine "mafioso" può essere utilizzato nel linguaggio comune per definire, per esempio, un sindaco che dia concessioni edilizie solo ai suoi "amici" o un professore universitario che fa vincere borse di studio a persone anche valide ma a lui legate, o la nomina da parte di un governo di altissimi dirigenti anche capaci ma "politicamente vicini" alla maggioranza di cui il governo è espressione. Da Wikipedia, voce mafia

Origine, storia e significato di un termine

lavoro. Credo che sia Falcone che Borsellino abbiano avuto una percezione del rischio che correvano, ma nonostante tutto hanno fatto un lavoro di coscienza e si sono impegnati senza risparmiarsi. Quindi una grande coerenza, ma anche altri meno famosi e meno avvertiti del pericolo, ad es. Caccia di Torino, hanno svolto il loro lavoro con grande passione. Che cosa può fare la scuola e noi studenti per combattere la mafia? Sono convinto che la più grande arma per sconfigge-re la mafia sia la cultura: la formazione scolastica “arma” le persone dello strumento della cultura, che consente di avvicinarsi al fenomeno della criminalità organizzata parlandone ed approfondendo il tema, pro-prio per migliorare l’approccio mentale e per non te-merla. Chi ha una base culturale ha un pensiero autonomo, dunque è meno portato a diventare facilmente assog-gettabile.

Giulia Antonucci, 5A Soc

Il Palazzo del Tribunale di Pinerolo L’area ove sorge il Tribunale era in origine l'orto del convento dei Frati minori edificato nella metà del se-colo XIII. Le costruzioni attuali vennero realizzate al tempo della seconda dominazione francese (1630-95) nell'ambito di un grande sistema di fortificazioni oggi non più visibile. Nel 1673 Sebastien Le Prestre mare-sciallo di Vauban (1633-1707) disegnò il progetto delle caserme dette "alte", per distinguerle da quelle presso la piazza d'armi, come alloggi per la fanteria. In seguito vennero adibite a Distretto Militare e infi-ne ad abitazione. Dal 1960 il complesso viene acquisito dal Comune di Pinerolo che lo concede in gestione in parte alla Regione e in parte agli Uffici di Giustizia nelle zone. La ristrutturazione curata dagli architetti Gabetti e Isola avvenne negli anni 70-80 per la Regione Piemonte, in origine come sede del Comi-tato Comprensoriale, e intorno al 1992 per il Tribunale.

5

Page 6: Onda durto dicembre2009

Pio La Torre , nato a Palermo nel 1927, è stato un importante politico ita-liano, celebre per la sua lotta contro l’associazione mafiosa. Sin da giovane si impegnò nella lotta a favore dei braccianti e ben presto fece strada in politica, aderendo al Partito Comunista Italiano. Nel 1969 si trasferì a Roma e pochi anni dopo, nel 1972, venne eletto deputato in Parlamento. E’ qui che Pio La Torre iniziò la sua battaglia contro la mafia. Appena eletto, infatti, entrò a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia: insieme al giudice Terranova portò alla luce alcuni legami tra mafia ed importanti uomini politici (soprattutto della Democrazia Cristiana) e propose una legge che introdusse il reato di associazione mafiosa, punibile dai tre ai sei anni per i membri, pena che saliva da quattro a dieci nel caso di gruppo armato. Introdusse inoltre anche la norma che prevedeva la confisca dei beni ai mafiosi e che segnò una vera svolta radicale nella lotta contro la criminalità mafiosa, fino ad allora nemmeno considerata come passibile di condanna penale. Pio La Torre ha una grande conoscenza del fenomeno mafioso e del suo sistema di potere. È consapevole delle sue trasformazioni, dalla mafia agricola e del latifondo, combattuta negli anni dell’adolescenza, alla mafia urbana e dell’edilizia, fino alla mafia imprenditrice dedita al traffico internazionale di droga con agganci nell’alta finanza. Non ha paura di fare chiaramente i nomi e i cognomi dei conniventi politici e di tutte le persone immischiate. Nel 1981 decise di ritornare in Sicilia, dove assunse la carica di segretario del partito regionale. In questi anni combatté forse una delle sue battaglie più memorabili contro la costruzione di una base missilistica NATO in Sicilia, considerata da La Torre una mi-naccia per la pace nel Mediterraneo. Per questo portò al Governo una petizione di ben un milione di firme che subito fu accolta. In una mattina dell’aprile del 1982, mentre stava raggiungendo il suo ufficio, l’auto su cui viaggiava fu presa di mira da alcuni uomini mascherati che spararono decine di colpi. La Torre morì sul colpo. Più di vent’ anni dopo, nel 2007, gli assassini di La Torre vennero arrestati: facevano parte di alcuni dei più noti clan mafiosi che, purtroppo, ancora oggi insanguinano le strade di Palermo.

Selene Evangelisti, 4 A Ginn

Peppino Impastato, un illuso che qualcosa potesse cambiare

A Cinisi, paesino siciliano nei pressi dell’aereoporto di Punta Raisi, cento passi dividono la casa di Peppino Impastato e Tano Badalamenti, uno dei principali

esponenti dell’organismo di Cosa nostra. Peppino insieme ad alcuni amici fonda il circolo “Musica e cultura” con l’intento di promuovere dibattiti culturali e sociali tra i giovani di Cinisi. Realizza inoltre Radio Aut, un’emittente autofinanziata che indirizza i suoi sforzi nel campo della satira mafiosa e si rivolge contro gli esponenti politici locali. Per Pep-pino il boss Badalamenti diventa “Tano seduto esperto in lupare e traffico di coca-ina”, mentre Cinisi è “Mafiopoli: la città della mafia”. Poco dopo la sua candidatura alle elezioni politiche del paese Peppino viene fatto saltare in aria sui binari della ferrovia locale con sei chili di tritolo. La sua

data di morte coincide con il ritrovamento a Roma del corpo di Aldo Moro, il 9 Maggio 1978. Soltanto vent’anni dopo Gaetano Badalamenti viene rinviato a giudizio come mandante dell’omicidio e in seguito processato. Una morte inaccettabile quella di Peppino: ucciso per avere pensato con la propria testa, per essersi opposto al potere rappresentato dalla mafia; un illuso convinto che qualcosa potesse cambiare per delle idee. Anch’io ci credo, e voi?? Cristina P. 3B\Cl

6

Pio La Torre, un piccolo uomo a combattere contro la mafia

Sopra i diciotto

Page 7: Onda durto dicembre2009

100 passi. La distanza tra la casa di Giuseppe, “Peppino”, Impastato e la dimora del boss mafioso Gaetano, “Tano” Badalamenti. La distanza che ancora oggi richiama alla memoria una battaglia tra libertà e paura, tra coraggio e viltà. Una distanza, una vicenda, una realtà conosciuta da pochi e ignorata da molti. La storia di Peppino è ambientata in Sicilia, in un piccolo paesino vicino a Palermo, Cinisi o Mafiopoli come soleva chiamarlo lui; già solo questo appellativo può svelare parte delle caratteristiche della società in cui viveva Giuseppe. Il destino di Peppino sembrava essere già scritto quando nacque, il 5 gennaio 1948. In-fatti, la sua famiglia era fortemente collusa con la mafia: lo zio era diventato un gangster dopo essere emigrato in America e il padre, benché non fosse propriamente un boss, era ben inserito in quell’ambiente tanto odiato da Peppino. Inoltre tutta la famiglia Impastato era a stretto contatto con il “clan Badalamenti”, che annoverava tra le sue file una serie di grandi personalità della mafia locale. Nonostante le influenze interne ed esterne alla sua famiglia, Peppino crebbe sviluppando degli ideali che rispecchiavano sempre di più una mentalità libera e ribelle. Utilizzò tutti i possibili mezzi di comunicazione per denunciare la situazione in cui si trovava Cinisi. La sua continua ricerca di giustizia e verità lo portarono a fondare insieme ai suoi amici (i suoi “compagni”) radio Aut che era molto più che un’emittente radiofonica, era un simbolo di libertà, una luce nel tunnel senza ritorno della paura creato dalla mafia. Forse proprio per questo ebbe successo. Durante la trasmissioni venivano svelati i segreti e le

pagine nere della storia del clan Ba-d a l a m e n t i , m i s t e r i o s i giochi di po-tere e efferati omicidi taciu-ti per tanto

tempo sia per ignoranza che per timore. L’8 maggio 1978, dopo l’ultima trasmissio-ne serale di radio Aut, Peppino scompare. Venne ritrovato il giorno dopo assassinato. I suoi compagni non ebbero dubbi sul mandan-te: è il boss Badalamenti. Peppino era diventato troppo ingombrante, troppo “potente”. Ma, la sua morte che coincise con uno dei giorni più bui della storia italiana, il

ritrovamento del corpo dell’onorevole Aldo Moro rapi-to dalle Brigate Rosse, non fu vana. Un corteo immenso accompagnò i suoi funerali. Cori, inni, striscioni contro la mafia culminarono davanti alla casa di Badalamenti, che venne bombardata di pietre. Peppino ha vinto perché è riuscito a scuotere l’apatia, la coscienza e il cuore del suoi concittadini. La storia dei cento passi nacque alcuni anni dopo la morte di Peppino e diventò col tempo il simbolo della guerra contro la mafia. “…si sa come si nasce ma non come si muore e non se un ideale ti porterà dolore, ma la tua vita adesso puoi cambiare, solo se sei disposto a camminare, gridando forte e senza aver paura, contando cento passi lungo la tua strada…” tratto dai “Cento passi” cantata dai Mo-dena City Ramblers. Lucrezia, 4A Ginn

Era una scelta politica L’alba di un nuovo giorno si sta levando, ed io oltrepasso colonne d’acqua scrosciante. Piazza San Carlo per la prima volta appare vuota, completamente vuota, alle luci dei miei occhi. Non un piccione, non un ragazzo, non una volante a romperne la mattutina quiete. Solo, ad un tratto, un ciclista insonne e comunque silenzioso. Ed infatti passa inosservato dinanzi all’imponente Emanuele Filiberto. La notte nevicò. M’alzai vedendo quei candidi fiocchi irradiare di soave bianchezza tutto il cielo, l’orizzonte, i monti, gli alberi, ed infine il prato, le case, le auto. Levandomi dal letto, m’avviai a cercare conforto di fronte alla legna che scoppiettava nella stufa dell’ampio salotto. Era il primo dell’anno nuovo. O l’ultimo del precedente, non ricordo. E poco importava. E proprio perché poco importava, quella mia sbada-taggine era una scelta politica. Quella stufa accesa era una scelta politica. Quell’anelito di calore di me circondato da candore, era una scelta poli-tica. Quel contrasto, che un po’ era connubio, di caldo e freddo, nel suo ingenuo confortare, sembrava esprimere un disegno forse irregolare, certo naturale, che trascendeva di molto dalle logiche dell’ideologia…

Carlo Guassone, III B Classico

7

Sopra i diciotto

I numeri della mafia Organizzazioni principali * Camorra - Campania * Camorra barese - Puglia * Cosa nostra - Sicilia * 'Ndrangheta - Calabria * Sacra Corona Unita - Puglia * Società foggiana - Puglia * Stidda - Sicilia

Organizzazioni simili * Mala del Brenta - Veneto * Banda della Magliana - Roma * Basilischi - Basilicata (Potenza, Matera, Policoro)

Dati di Struttura * Camorra: 236 cosche, 7.200 affiliati, 82.000 fiancheggiatori. * Cosa nostra: 186 cosche, 5.400 affiliati, 65.000 fiancheggiatori. * 'Ndrangheta: 160 cosche, 6.000 affiliati, 72.000 fiancheggiatori. * Sacra Corona Unita: 47 cosche, 1.600 affiliati.

Da Wikipedia, voce mafia

Prima di Saviano c’era Peppino

Page 8: Onda durto dicembre2009

8

"Libera. Associazioni nomi e numeri contro le mafie" è un organizzazione nata il 25 marzo 1995 con l'intento di solle-citare la società civile nella lotta alle mafie e promuovere legalità e giustizia. Conta oltre 1500 associazioni, gruppi, scuole, realtà di base, territorialmente impegnate per costruire sinergie politico-culturali e or-ganizzative capaci di diffondere la cultura della legalità. Insieme vogliono e possono fare la differenza. Fondatore e trascinatore dell’associazione è Don Luigi Ciotti. Un esempio di ciò che fanno sono i campi lavoro e formazione civile di Libera Terra, che si svolgono nei territori confiscati alle mafie. I campi, oltre che ai lavori dei terreni, prevedono sessioni di studio e informazione sulle tematiche della lotta alle mafie. Qui volontari e volontarie decidono di fare una nuova esperienza, che ha come obbiettivo principale il diffondere una cultura fondata sulla

legalità e sul senso civico che possa efficacemente contrapporsi alla cultu-ra della violenza, qual è la mafia, e dimostrare così che è possibile rico-

struire una società attiva, serena e solidale. Attualmente Libera è un coordinamento di oltre 1500 associazioni, gruppi, scuole, realtà di base,

territorialmente impegnate per costruire sinergie politico-culturali e organizzative capaci di diffondere la cultura della legalità. La legge sull'u-

so sociale dei beni confiscati alle mafie, l'educazione alla legalità democratica, l'impegno contro la corruzione, i campi di formazione antimafia, i progetti sul lavoro e lo sviluppo, le attività antiusura, sono alcuni dei concreti impegni di Li-bera. Libera è riconosciuta come associazione di promozione sociale dal Ministero della Solidarietà Sociale. Nel 2008 è stata inserita dall'Eurispes tra le eccellenze italiane.

Alessia Martino, 3cs

“Ammazzateci tutti” è il nome del movimento anti-'ndrangheta sorto su iniziativa spontanea dei giovani a Locri (RC) negli ultimi mesi del 2005, all'indomani dell'omicidio del vicepresidente del consiglio regionale della Calabria Francesco Fortugno. Inizialmente composto da soli ragazzi (per lo più studenti liceali ed universitari), il Movimento nei mesi successivi alla sua nascita ha incontrato il sostegno fattivo anche degli adul-ti, e nello specifico dei familiari vittime di 'ndrangheta. Ben presto il Movimento, grazie alla rete e ad internet è riuscito ad unire ragazze e ragazzi da tutta Italia che, all'appello di "giovani contro tutte le mafie!" ha unito e continua ad unire in un unico grido ed in un grande movimento antimafie su scala nazionale la meglio gioventù italiana nella lotta contro le mafie e per la legalità: dalla Si-cilia, alla Campania, alla Lombardia, al Lazio, alla Puglia, al Veneto. La prima apparizione pubblica dell'embrio-ne del Movimento è stata fatta a Locri il 19 ot-tobre del 2005. in occasione dei funerali dell'On. Francesco Fortugno, quando un primo nucleo di sette ragazzi espone insieme all'ideatore Aldo Pecora l'ormai famoso striscione di sfida alla mafia "E adesso ammazzateci tutti". Successivamente già alla grande manifesta-zione popolare del 4 novembre 2005 a Locri, a cui partecipa-rono oltre 15.000 persone, il neo-costituito Movimento spontaneo "Ammazzateci tutti" svolse un ruolo chiave nell'organizzazione dell'evento mettendo online il sito internet www.ammazzatecitutti.org, che in una sola settimana dalla messa in rete ha registrato più di 200.000 contatti. Dal marzo 2006 il Movimento sta promuovendo un dise-gno di legge il cui articolato consta di tre semplici dispositivi, è il divieto di propaganda elettorale a chi sottoposto a misure di sorveglianza speciale. Secondo la tesi proposta, infatti, è impensabile che in Italia il mafioso possa perdere l’elettorato

attivo e passivo, ma possa comunque condizionare gli esiti elettorali sponsorizzando candidati di sua fiducia. Il DdL im-pone, qualora accertato il compromesso stretto tra il mafioso ed il candidato eventualmente eletto, il decadimento immediato dalla carica elettiva di quest'ultimo. Il 2 giugno 2006 organizza un "presidio di legalità" con oltre 500 persone presso il ristorante “Al Valantain” in locali-tà Santa Trada di Villa San Giovanni, costretto a chiudere

dopo innumerevoli attentati, tentativi di estorsione e minac-ce di morte, ed i cui titolari, la famiglia Mazza, sono costretti ad emigrare all'estero per tentare di rifarsi una

vita. Il 9 agosto del 2006 promuove ed organizza a Campo Calabro una manifestazione pubblica per il quindicesimo anniversario dall'assassinio del Sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione, Antonino Scopelliti. Il giorno 11 novembre 2006 i ragazzi del Movimento sono tra i promotori ed i soci fondatori di una nuova organizzazione di asso-

ciazioni, movimenti, espressioni del mondo delle cooperative, della Scuola, dell'Università, della Chiesa e dell'imprenditoria, la "Rete per la Cala-

bria", presentata ufficialmente in un Convegno te-nutosi presso l'Auditorium Lamberti di Reggio Cala-

bria il 5 gennaio 2007, con la partecipazione di diver-se personalità calabresi tra i relatori. (…) Attualmente il Movimento, oltre a sostenere con ogni mezzo possibile i testimoni di giustizia come Pino Masciari, sta promuovendo numerose azioni di carattere legislativo in materia di lotta e contrasto alla criminalità organizzata, quali ad esempio l'accelerazione dei processi di mafia, costante-mente a rischio prescrizione. Oggi Ammazzateci tutti è un movimento antimafia nazionale, con coordinamenti periferici in Calabria, Sicilia, Lazio, Lombardia, Veneto e Puglia. http://www.ammazzatecitutti.org/il-movimento.php

2 associazioni in prima linea contro la mafia

Ammazzateci tutti

Libera

Page 9: Onda durto dicembre2009

Noi sottoscritti cittadini e cittadine, uomini e donne di ogni età, ci assumiamo la responsabilità di: affermare nella nostra vita quotidiana i valori della pace, della solidarietà, dei diritti umani, della legalità democratica e della convivenza civile, contro ogni forma di violenza, d’illegalità, di negazione della dignità della persona; promuovere e partecipare a tutte le iniziative, i progetti, le atti-vità necessarie per liberare il mondo dalle mafie; fare vivere la memoria delle vittime di mafia come testimonian-za di un mondo giusto, consapevole, coraggioso e responsabile; Ci impegniamo a: Costruire una larga alleanza globale e di solidarietà internazionale contro le mafie; Costituire una commissione indipenden-te, formata da organizzazioni della società civile, che valuti le leggi italiane alla luce della Dichiarazione universale dei diritti umani; Difendere, in ogni sede, il diritto all’informazione garantito dall’articolo 21 della nostra Costituzione, rafforzando le reti e le esperienze locali, diffondendo il libero acceso alle fonti e sostenendo, anche legalmente, il lavoro dei giornalisti più impegnati ed esposti; Difendere, in ogni sede, il valore assoluto dell’indipendenza della magistratura, autentico patrimonio della nostra democrazia e premessa indispensabile per ogni prospettiva di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e di giustizia per tutti; Promuovere di fronte all’inerzia delle istituzioni una proposta di legge d’iniziativa popolare per l’introduzione nel codice Sostenere le cooperative e le associazioni impegnate nel riutilizzo sociale dei beni confiscati affinchè le loro esperienze, a partire dal mezzogiorno d’Italia, diventino il motore di una nuova economia della solidarietà; Promuovere, in tutti gli enti e le amministrazioni locali, stru-menti legislativi e amministrativi che garantiscano la massima trasparenza negli appalti e nella gestione dei servizi pubblici; Affermare la centralità della scuola, dell’università e delle altre agenzie formative, nella definizione di nuove politiche sociali e di interventi legislativi rispetto a temi fondamentali come la lotta alla criminalità organizzata, l’immigrazione, i diritti umani, il lavoro; Diffondere un sapere di cittadinanza che valorizzi i giovani co-me protagonisti di un processo di educazione permanente alla le-galità, alla partecipazione e alla responsabilità; Garantire uno spazio di confronto tra personalità della letteratu-ra, dello spettacolo e dell’arte che attraverso la musica, il cinema, il teatro, la scrittura, la fiction televisiva, lavorino per una produzione di qualità, una corretta conoscenza dei fenomeni ma-fiosi e la diffusione di un’autentica cultura della legalità democra-tica; Proponiamo al governo italiano, al Parlamento, alle forze politiche, alle istituzioni europee e sovranazionali di: Costruire effettive ed efficaci strategie di contrasto, politiche e normative, alla criminalità transnazionale; Costituire in Italia, secondo quanto previsto dalle Nazioni Unite, la commissione nazionale dei diritti umani, per garantirne il pieno ed effettivo rispetto, a partire da quelli dei migranti; Estendere a livello europeo la normativa che prevede l’utilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie; Recepire la direttiva europea che prevede l’estensione del

reato di corruzione anche a rapporti tra privati; Istituire un’authority indipendente contro la corruzione, dotata di poteri ispettivi e di controllo; Garantire l’effettiva applicazione della legge che prevede l’obbligo di denuncia da parte di chi è vittima del racket; Abolire tutte le discriminazioni a danno dei familiari di vittime innocenti; armonizzare le norme esistenti e garantire un effettivo riconoscimento, in sede civile, del danno biologico, di relazione e morale; Rendere effettivi e tempestivi i benefici previsti per i testimoni di giustizia, che devono essere considerati un modello civile e una

risorsa per il Paese; istituire la figura, specifica e professionalizzata, del tutor quale unico punto di riferimento del testimone; Assicurare nei palinsesti della Rai adeguati spazi d’informazione e approfondimento sui grandi problemi sociali del Paese, nel rispetto di quanto previsto dal contratto di servizio pubbli-co; Ribadiamo l’urgenza di: definire e approvare in tempi rapidi un testo unico della legislazione antimafia, capace di

superare le attuali disfunzioni e garantire una più efficace azione di contrasto da parte delle forze dell’ordine e della magistratura; Istituire un’agenzia nazionale per la gestione dei beni sottratti alle mafie,in modo da assicurare rapidita’ e trasparenza nell’assegnazione delle ricchezze restituite alla collettività; colpire i legami tra mafia e politica attraverso la revisione del reato di voto di scambio e della normativa sui comuni sciolti per mafia; adottare un codice etico che impedisca la presenza nelle istitu-zioni di persone condannate o rinviate a giudizio per gravi reati; Rafforzare l’azione di contrasto alle ecomafie ed ai traffici ille-gali di rifiuti; Rendere concreto e quotidiano il contrasto all’abusivismo edili-zio, eliminando il ricorso ai condoni e sostenendo le attivita’ di demolizione del cemento illegale; riconoscere alle persone oggetto della tratta di esseri umani la condizione di vittime, rafforzare la rete di sostegno sociale e isti-tuzionale agli uomini e alle donne che denunciano i loro sfruttato-ri; combattere il lavoro nero e il caporalato, che vedono spesso la riduzione in schiavitù di un numero crescente di migranti, attraverso l’affermazione dei loro diritti di cittadinanza; promuovere una nuova legge antidroga che abbia come centralità la tutela della salute delle persone e la riduzione della domanda; riscrivere la legge anti-doping, rafforzando gli strumenti di lotta al traffico di sostanze dopanti, estendendo la tutela a tutti i cittadini e promuovendo, a partire dai giovani, i valori di uno sport ispirato ai principi di lealtà e rispetto delle regole; istituire un’authority indipendente per contrastare il fenomeno del riciclaggio di capitali di provenienza illecita; colpire i traffici internazionali di armi, le “zone grigie” e i para-disi fiscali in cui avvengono le triangolazioni, introducendo in particolare il reato di intermediazione; dedicare, con un provvedimento legislativo, la giornata del 21 marzo di ogni anno alla memoria di tutte le vittime di mafia.

Roma, 25 ottobre 2009

Per un mondo liberato dalle mafie Manifesto degli Stati generali dell’antimafia

9

Page 10: Onda durto dicembre2009

A partire da quest’anno scolastico una studentessa del Porporato, con la collaborazione di tutti i suoi insegnanti, sta usufruendo della tecnologia informati-ca e in particolare del collegamento video tramite web cam per seguire le lezioni scolastiche da casa, in mo-do da poter rimanere al passo con i compagni e non dover rinunciare all’istruzione a causa delle sue condizioni di salute. L’utilizzo della web cam per se-guire le lezioni da casa in video è una novità in asso-luto per il nostro liceo. La lezione via web benché sia usata da anni in altre realtà (ad es. nelle conferenze, nelle università, in corsi di aggiornamento, ecc), è da poco che è entrata nel mondo della scuola media e superiore, per ren-dere fruibile il servizio scolastico so-prattutto a chi per motivi di salute non può essere presente in classe. Ho intervistato questa nostra compa-gna, della quale non riporto il nome per motivi di privacy, sull’esperienza pilota che sta vivendo. Cosa ne pensi dell'utilizzo della web cam come mezzo per insegnare agli studenti costretti a casa per problemi di salute? Credo sia una grande opportunità utilizzare un mezzo come skype per seguire le lezioni da casa. È un grande passo avanti per tutti coloro che come me, hanno problemi di salute e non riescono molto spesso a venire a scuola. Un mezzo usato per lo più per svago in questo caso si è dimostrato vitale per superare alcu-ne difficoltà oggettive. Personalmente lo trovi un sistema funzionale? E' un programma molto efficace e nonostante molte volte cada la linea o non si riesca a sentire, dati i nu-merosi problemi della rete. Si è dimostrato un mezzo di comunicazione molto utile. Seguire le lezioni da casa invece che in classe è più semplice o più complesso?

Seguire da casa ha i suoi pro e i suoi contro: il vantaggio è che trovandoti solo, di fronte all'insegnan-te, la concentrazione è maggiore perché non si hanno tutte le distrazioni della classe. Allo stesso tempo pe-rò, non sempre si sentono con chiarezza gli interventi dei compagni, quindi gli insegnanti devono ripetere o far avvicinare il compagno al microfono. Consiglieresti questo metodo ad altri studenti che ne avessero bisogno?

Sì, lo consiglierei vivamente a tutti gli studenti che non riescono a frequentare con regolarità la scuola, data la grande efficacia e funzionalità. I tuoi insegnanti sono stati disponibili verso l’utilizzo di questo nuovo mezzo d’insegnamento? Sì, tutti. Sono molto disponibili e pa-zienti, soprattutto quando ci sono proble-mi di connessione. Se qualche volta chie-

do di potermi scollegare e quindi di chiudere la video-chiamata, perché sto più male non hanno nessun pro-blema. Con questa intervista colgo l'occasione per rin-graziarli. La web cam ti permette solo di seguire le lezioni o anche di fare le interrogazioni? Con skype non solo seguo e intervengo alle lezioni come tutti i miei compagni, ma posso anche essere interrogata e svolgere verifiche. Queste ultime mi vengono inviate via e-mail, io le svolgo e, al termine dell'ora, le scannerizzo e le riinvio all'insegnante. In conclusione si può dire che ora grazie alla tecno-logia è possibile mantenere vivo l’interesse e l’ap-prendimento anche degli studenti che, a causa di pro-blemi di salute, non hanno la possibilità di seguire re-golarmente le lezioni. È un modo nuovo per ribadire sempre e comunque - ora più di prima - che la scuola è un diritto di tutti, ricchi o poveri, sani o malati. Karin Occhetti 5 A Sc.sociali

Porporato News Seguire le lezioni da casa con la web cam

Nujood Ali e Shada Nasser, due sconosciute yemenite, insieme alle più famose Hilary Clinton, Condoleeza Rice, Nicole Kidman sono tra le dieci vincitrici del premio Donne dell'anno 2008, attribuito da Glamour America. La bambina e la donna yemenite sono state premiate per avere dato voce ai diritti dei bambini. La giovane yemenita Nujood Ali, soli 10 anni, ha rotto la tradizione dei matrimoni precoci combinati, riuscendo ad ottenere un divorzio legale, grazie all'avvocato Shada Nasser, che si è battuta per garantire la sua libertà. Dopo aver subito ripetute percosse e violenze sessuali, Nujood, andata in sposa all’età di nove anni a un 37enne, è scappata di casa cer-

cando scampo in tribunale in cerca di aiuto. A differenza delle decine di migliaia di bambine che sopportano la terribile tradizione dei matrimoni in età pressoché infantile, Nujood ha avuto coraggio ed ha avuto la fortuna di trova-

re una avvocata altrettanto coraggiosa nella persona di Shada, specializzata nella difesa dei diritti umani. Grazie all’intervento di Shada, Nujood non solo ha ottenuto il di-vorzio, ma ha visto premiato il suo corag-gio e indicato una strada per la difesa dei diritti umani delle donne e delle bambine.

Nujood è tornata a scuola e quando le hanno chiesto cosa intende fare in futuro ha risposto: «....Voglio esercitare la professione di avvocato». A.D.

10

Nujood Ali e Shada Nasser

Page 11: Onda durto dicembre2009

Intervista doppia “La scuola che vorrei”

La discussione sull’ora da 50-60 minuti e sulla riforma Gelmini, di cui abbiamo parlato anche nello scorso numero del giornalino, ha aperto pure la discussione su temi scolastici più generali. Ripubblichiamo un’intervista doppia su “La scuola che vorrei” con la prof. Chiara Povero e gli studenti Federico Gennaro, Gioachino Roberti della II B classico e Milena Petrarulo della III B Spp che avevamo pubblicato su Onda d’urto, dicembre 2006.

Secondo voi quali sono le materie più interessanti, quelle che si potrebbero approfondire in quinta? Prof.ssa: Non si può fare una classifica, perché l’importante è approfondire lo studio delle materie di indirizzo per completare la formazione liceale. Federico: Storia, perché ci aiuta a capire di più la società o-dierna. Gioachino: Le materie scientifiche. Milena: Filosofia, perché è una materia che ci aiuta a riflettere sul “Perché?” degli avvenimenti.

Non avere compiti durante le vacanze è uno dei desideri della maggior parte degli studenti. Qual è la vostra opinione al riguardo? Prof.ssa: Premesso che le vacanze devono essere un periodo di riposo e di divertimento, non devono però diventare una fase nella quale il cervello va in “pensione”. I compiti devono essere fatti ma, soprattutto, bisogna leggere. Federico: E’ giusto! Le vacanze sono fatte per riposarsi e non per caricarsi di compiti. Fino ad un certo punto vanno bene, ma non bisogna esagerare. Gioachino: Secondo me i compiti sono importanti, perché servono come allenamento. Milena: Un po’ di esercizio mentale è essenziale anche duran-te le vacanze, però troppi compiti sottraggono il tempo che potremmo dedicare ad attività più piacevoli.

Avete idee o progetti per migliorare la scuola? Prof.ssa: Servirebbe “colorare” di più la scuola con disegni e produzioni degli allievi. In più mi piacerebbe poter usare delle lavagne con i pennarelli. A livello dei docenti vorrei maggiore trasparenza, sincerità collaborazione e voglia di fare, badando innanzitutto alla crescita dei ragazzi. Federico: Vorrei una palestra più grande perché in quella attu-ale si sta troppo stretti. Sembra di essere al mercato! Gioachino: Vorrei più attrezzi sportivi. Milena: Bisognerebbe mettere delle tende decenti. Quelle che abbiamo è già tanto definirle tende. Poi mi piacerebbe avere dei sottobanchi. Ancora una cosa, i voti non potrebbero partire dal 5?

Cosa ne pensate del sabato a casa, anche se ciò comporte-rebbe avere più pomeriggi? Prof.ssa: Non saprei, uno svantaggio sarebbe quello di con-centrare tutto il programma in un arco di giorni più ridotto, mentre un vantaggio è avere un giorno in più per riposarsi. Federico: Sì, anche se il pomeriggio può risultare più pesante preferirei avere il sabato libero. Gioachino: No, perché preferisco stare a casa il pomeriggio. Milena: Avere il sabato libero sarebbe stupendo ma il solo pensiero di fare più pomeriggi e, di conseguenza, mangiare più panini al posto di una buona pastasciutta con il ragù mi fa dire di no.

Qualcuno afferma che le gite scolastiche siano poche. Cosa avete da dire al riguardo? Prof.ssa: Da docente non ho mai avvertito questa mancanza di gite. In più esse dovrebbero avere un valore formativo e non

solo di divertimento. Federico: sarebbe bello fare più gite, ma senza esagerare. Gioachino: secondo me le gite sono troppo corte. Bisognereb-be farle di almeno una decina di giorni. Milena: Penso che a noi studenti piacerebbe che la scuola fosse una gita perenne, ma siccome questo non è possibile, bisogna sapersi accontentare.

Sarebbe una buona idea quella di usare dei computer portatili, al posto dei comuni quaderni, per prendere appun-ti? Prof.ssa: Sì, peccato che i costi siano insostenibili. Federico: No, io preferisco scrivere a mano perché sono abi-tuato alle classiche carta e penna. Gioachino: Sarebbe una buona idea, però i computer costano troppo. Milena: Sì, perché si porterebbe solo un peso al posto dei vari libri e quaderni.

Lidia Comparetto III B Spp

Intervista doppia “La scuola che vorrei”

Lo scorso numero del giornalino, per via del nuovo orario, ha innescato in alcune classi la discussione sul-la “Scuola che vorrei”. Un argomento che abbiamo già trattato in passato. Riproponiamo un’intervista doppia alla prof. Chiara Povero ed agli studenti Federico, Gioachino della II B classico e Milena della III B Spp.

Secondo voi quali sono le materie più interessanti, quelle che si potrebbero approfondire in quinta? Prof.ssa: Non si può fare una classifica, perché l’importante è approfondire lo studio delle materie di indirizzo per completare la formazione liceale. Federico: Storia, perché ci aiuta a capire di più la società o-dierna. Gioachino: Le materie scientifiche. Milena: Filosofia, perché è una materia che ci aiuta a riflettere sul “Perché?” degli avvenimenti.

Non avere compiti durante le vacanze è uno dei desideri della maggior parte degli studenti. Qual è la vostra opinione al riguardo? Prof.ssa: Premesso che le vacanze devono essere un periodo di riposo e di divertimento, non devono però diventare una fase nella quale il cervello va in “pensione”. I compiti devono essere fatti ma, soprattutto, bisogna leggere. Federico: E’ giusto! Le vacanze sono fatte per riposarsi e non per caricarsi di compiti. Fino ad un certo punto vanno bene, ma non bisogna esagerare. Gioachino: Secondo me i com-piti sono importanti, perché ser-vono come allenamento. Milena: Un po’ di esercizio mentale è essenziale anche durante le vacanze, però troppi compiti sot-

traggono il tempo che potremmo dedicare ad attività più piacevoli. Avete idee o progetti per migliorare la scuola? Prof.ssa: Servirebbe “colorare” di più la scuola con disegni e produzioni degli allievi. In più mi piacerebbe poter usare delle lavagne con i pennarelli. A livello dei docenti vorrei maggiore trasparenza, sincerità collaborazione e voglia di fare, badando innanzitutto alla crescita dei ragazzi. Federico: Vorrei una palestra più grande perché in quella attu-ale si sta troppo stretti. Sembra di essere al mercato! Gioachino: Vorrei più attrezzi sportivi. Milena: Bisognerebbe mettere delle tende decenti. Quelle che abbiamo è già tanto definirle tende. Poi mi piacerebbe avere dei sottobanchi. Ancora una cosa, i voti non potrebbero partire dal 5?

Cosa ne pensate del sabato a casa, anche se ciò comporte-rebbe avere più pomeriggi?

Prof.ssa: Non saprei, uno svantaggio sareb-be quello di concentra-re tutto il programma in un arco di giorni più ridotto, mentre un vantaggio è avere un

giorno in più per riposarsi.

Federico: Sì, anche se il pomeriggio può risultare più

pesante preferirei avere il sabato libero.

Gioachino: No, perché preferisco stare a casa il pomeriggio. Milena: Avere il sabato libero sarebbe stupendo ma il solo pensiero di fare più pomeriggi e, di conseguenza, mangiare più panini al posto di una buona pastasciutta con il ragù mi fa dire di no.

Qualcuno afferma che le gite scolastiche siano poche. Cosa avete da dire al riguardo? Prof.ssa: Da docente non ho mai avvertito questa man-canza di gite. In più esse dovrebbero avere un valore formativo e non solo di divertimento. Federico: sarebbe bello fare più gite, ma senza esagerare. Gioachino: secondo me le gite sono troppo corte. Biso-gnerebbe farle di almeno una decina di giorni. Milena: Penso che a noi studenti piacerebbe che la scuola fosse una gita perenne, ma siccome questo non è possibile, bisogna sapersi accontentare.

Sarebbe una buona idea quella di usare dei computer portatili, al posto dei comuni quaderni, per prendere appunti? Prof.ssa: Sì, peccato che i costi siano insostenibili. Federico: No, io preferisco scrivere a mano perché sono abituato alle classiche carta e penna. Gioachino: Sarebbe una buona idea, però i computer costano troppo. Milena: Sì, perché si porterebbe solo un peso al posto dei vari libri e quaderni.

Lidia Comparetto, ex III B Spp 2006

L’avevamo già scritto

Onda d’urto dic. 2006

11

Le mille funzioni di una sdraio Una signora entra in un negozio per comprare una sdraio e ne tro-va una bellissima. Interessata, piena di entusiasmo chiede il prezzo al venditore che le rispon-de: «Solo 120 euro, praticamente gliela regalo!». «Le sembra niente?» gli dice la cliente. «Eh sì, questa è una sdraio como-dissima, dalle mille funzioni. Ci si può sedere in giardino, in pisci-na, arreda tantissimo. Se la porta al mare, in macchina non occupa spazio. E per finire ci fa le notti in ospedale» dice l’uomo sdraian-docisi sopra. «Guardi quanto è comoda, quasi quasi mi faccio una bella pennichella..?» La cliente, un po’ scocciata, e si-curamente non stupida quanto il venditore sperava, esclama: "Se vado al mare affitto sdraio e ombrellone sulla spiaggia, il giar-dino dove metterla non ce l'ho e tanto meno la piscina, e per mia

fortuna non prevedo di fare notta-te in ospedale. Vivo in apparta-mento e la volevo mettere in ter-razzo… ma non mi pare che nel suo elenco lo abbia nominato, deduco quindi che non sia adatta a questo tipo d'uso…". Esce e se ne va. Il proprietario della sdraio non può fare altro che usare le mille inutili funzioni che ha nominato XD. Prof che domanda già sa! Ora di Filosofia, la professoressa fa l’appello e segna gli assenti. Professoressa: E' un po' che non vedo P., (rivolta a S., compagna di banco di P.) tu non ne sai nulla? S. «no, prof, non l'ho vista». Prof. «ma io l'ho vista » S. «dove prof. qui a scuola?» Prof. «no, stamattina al bar, men-tre parlava con te…» Ops! .. Attenti, perché il Profes-sore che domanda già sa!!! Alessia Martino, 3C Soc

COMICO MA VERO La rubrica in cui si narrano cose divertenti accadute realmente!!!

Page 12: Onda durto dicembre2009

SUPPLEMENTO D’ANIMA A cura del gruppo di Amnesty International del Porporato

Concerto Amnesty International Sabato 21 Novembre ha avuto luogo il primo evento organizzato per Amnesty International: il concerto! Si sono esibiti tre gruppi di ragazzi, la maggior parte dei quali frequenta la nostra scuola: parlo dei “179STR”, dei “BLACK HORN” e dei “SACS”. Con la loro musi-ca energica e coinvolgente hanno accompagnato il banchetto Amnesty International, in piazza Verdi a Pi-nerolo. Siamo soddisfatti della partecipazione all’evento, delle numerose firme raccolte per i due ap-pelli e ci auguriamo che persone sempre più numerose sosterranno le cause di Amnesty International. Ufficialmente gruppo Domenica 22 Novembre siamo diventati ufficial-mente Gruppo Giovani Amnesty International. Alcuni di noi hanno parteci-pato al consiglio cir- coscrizionale Pie-monte - Val d’Aosta dove siamo stati presentati e registrati davanti ai responsabili… Siamo Arianna, Fe-derica, Alessandro, Marta, Fabio, Massimiliano della 3 B classico, Federica della 4 B linguistico. Stiamo cercando nuovi membri, soprattutto all’interno del Porporato, perché questa iniziativa possa restare legata all’istituto e andare avanti anche nei pros-simi anni. Pensiamo che la scuola debba offrirci una visione sul mondo esterno più vasta possibile. Grazie ad Amnesty, organizzazione apolitica e non a scopo di lucro, possiamo accedere a un’ informazione oggettiva che non troviamo in giornali e telegiornali.

Per informazioni o per aderire potete incontrarci in clas-se, oppure contat-tarci via e-mail all’indi-rizzo: [email protected] Cineforum La prima diretta iniziativa all’interno della scuola è il cineforum, che partirà da marzo e si svolgerà in aula magna, più avanti vi faremo sapere le date precise. Si tratterà della proiezione di quat-tro film, che, es-

sendo legati ad Amnesty, riguarderanno culture e realtà diverse dalla nostra. Banchetti e maratona d’appelli Il 19 e 20 Dicembre sotto i portici di Pi-nerolo allestiremo un banchetto, do-ve si potranno firmare appelli, acquistare materiale Amnesty In-ternational ed eventualmente iscriversi al gruppo. Inoltre ogni anno a Dicembre Amnesty Inter-national promuove una maratona di quattro appelli a cui si può rispondere non solo con la firma, ma

anche mandando lettere ai diretti interessati. Quest’anno la maratona si chiama “write for rights”. Percorsi EDU

Abbiamo infine l’intenzione di attuare percorsi EDU, per sensibilizzare fin da piccoli i bambini con giochi e attività divertenti.

GG Amnesty International di Pinerolo

12

Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

25 novembre 1961. Nella Repubblica Dominicana due attiviste vengono assassinate per essersi fortemente oppo-ste al regime dittatoriale del paese. Da allora la loro storia, segnata dal coraggio e dalla voglia di combattere contro le ingiustizie, è diventata il simbolo della lotta alle violenze sulle donne. 25 novembre. Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Amnesty International risponde con la sua campagna “Mai più violenza sulle donne” incen-trando il problema sul legame tra violenza e povertà. La violenza è spesso frutto di una privazione del diritto all’istruzione, ma può anche significare mancanza di assistenza durante la gravidanza e il parto. Quante donne sono violentate dai propri mariti? Quante non possono nemmeno sperare di uscire dalla loro crudele realtà perché non troveranno mai i mezzi per farlo? Quante donne muoiono per mettere al mondo un bambino frutto di una violenza commessa senza vergogna? Questo è quello che succede in Perù, paese che può vanta-re il più alto tasso di mortalità materna. Il problema principale in questo stato è la differenza di possibilità che ha una donna che abita in un villaggio rurale rispetto a una che vive in città: secondo il Ministero della Sanità peruviano una donna che vive in campagna ha il doppio di probabilità di morire durante la gravidanza o il parto per cause evitabili rispetto ad una donna che vive in città. In realtà questo è quello che succede in una buona parte del mondo e Amnesty ci ricorda che non dobbiamo e non possiamo fare finta di niente.

GG Amnesty International di Pinerolo

Page 13: Onda durto dicembre2009

Artisti e campioni tra noi

Partiamo dalle domande stupide: quali sono il tuo libro ed il tuo au-tore preferiti? Incominciamo bene… difficile tro-vare un libro ed un autore soltanto. Come libro, mi sento di citare Due di due di Andrea De Carlo. Come autore

penso sempre di preferire il grande Charles Baudelaire. Come sei riuscito a farti pubblicare il libro? Ho partecipato, vincendolo, al concorso di pubblica-zione indetto dalla casa editrice Aletti di Roma. Come ci si sente a sapere che tra un po’ circoleran-no nelle librerie delle copie del tuo libro? Beh, è una sensazione strana. Senza dubbio fa piace-re. Oggi il mondo dell’editoria è un mondo strano, fondamentalmente è legato a una questione economica, e oramai anche la stessa letteratura sta an-dando in questa direzione. Non penso di stare facendo la differenza, sono stato fortunato. Comunque è una gran bella soddisfazione. Come hai reagito quando hai ricevuto la lieta no-

vella? Si può dire che sia una reazione attualmente in corso. L’ho detto, sono stato sicuramente fortunato, e comunque ancora mi sto godendo questi momenti che sono sicuramente di grandissima soddisfazione. Qual è la tua poesia preferita tra quelle contenute nella raccolta che andrà in stampa? È una poesia assai breve, ironicamente tragica, giocata su ossimori costanti, ve la riporto In verità vi dico Che la verità non ha profitto E la verità io non ho mai scritto In verità vi dico Chi ha la verità è l’eterno sconfitto Perché alla verità è scaduto l’affitto. Ora che hai realizzato il tuo sogno nel cassetto, ne hai uno di riserva? Fortunatamente, ne ho un’infinità ancora da realizzare, e spero di poterlo fare. Su tutti, probabilmente, quello di non perdere mai la chiave di quel cassetto!

Lara 1 BCl

Per prima cosa: quando hai iniziato a praticare la corsa? Ho cominciato “per gioco” quando facevo le medie. Ho partecipato alla corsa campestre della mia scuola, poi ho continuato e sono sempre arrivata pri-

ma. Ora sono tre anni che sono in questo liceo e gra-zie all’aiuto dei Professori e della Dirigente mi è stata data la possibilità di arrivare ad alti livelli. Perché come sport hai scelto la corsa? Perché amo lo sport e sono molto contenta di essere arrivata alle fasi nazionali diversamente abili, perché così ho potuto dimostrare che anche noi che abbiamo dei problemi possiamo dire la nostra, senza essere ta-gliati fuori. Hai dei modelli a cui ti ispiri? Il mio idolo è Oscar Pistorius, lo ammiro molto. Non credo di arrivare ai suoi livelli, ma è comunque un modello a cui mi ispiro. Sappiamo che hai partecipato di recente ad una competizione a livello nazionale: ci racconti come è andata? Sono andata a partecipare a questa competizione a Lignano Sabbiadoro ed è stato molto bello essere lì. Sia il pregara sia la gara stessa sono state molto emo-zionanti: è stata una grande gratificazione arrivare

prima nella gara individuale e seconda della staffetta. Colgo l’occasione per ringraziare il professor Duval, la Dirigente e tutti quelli che mi hanno aiutato a rag-giungere questo obiettivo. Passando alla vita quotidiana: quante volte alla settimana ti alleni? Non ho dei giorni di allenamenti fissi in quanto mi alleno per conto mio. In genere cerco di allenarmi tutti i giorni, compatibilmente con la scuola. Riesci a conciliare bene scuola e allenamenti? Sì, è difficile, ma in genere riesco a conciliare bene la scuola con questa mia grande passione. Natural-mente al primo posto metto lo studio, ma appena ho un attimo libero cerco di allenarmi. Quali sono stati i periodi più significativi per la tua carriera sportiva? Sicuramente l’inizio e il momento che sto vivendo ora. È un periodo ricco di soddisfazioni e mi sento molto gratifica anche dal punto di vista personale. Un ultima domanda: come vedi la corsa nel tuo fu-turo? Sicuramente continuerò a praticarla e se arriverò a livelli alti coltiverò questa mia passione, naturalmente in modo compatibile con il lavoro.

Lorenzo, V A Ginn.

Carlo Guassone, 3B Cl pubblica il suo primo libro di poesie

13

Elisa Trecastagne, 2A Soc prima nella corsa livello nazionale

Page 14: Onda durto dicembre2009

14

14

Ex 7 in condotta Finite le imprese scolastiche degli studenti da “sette in condotta”, anche perché ora c’è il 5 iniziamo que-sta nuova rubrica, che è una miscellanea di vari argomenti leggeri, umoristici e a volte anche seri. L’obiettivo di far sorridere della rubrica originaria rima- ne. Anche per questo motivo abbiamo mantenuto lo stesso titolo, aggiungendo solo una ex

NOTE DISCIPLINARI Ancora sconvolta dall'accaduto, entro in classe e sorprendo le alunne F. e P. che imitano la pubblicità dei Mikado facendo finta di essere due cavalieri che si affrontano a cavallo, impugnando delle matite. Poteva essere pericoloso. Chiedo l'intervento dello psicologo della scuola. L'alunna P. disegna sul suo quaderno di italiano dei simpatici ritratti tridimensionali della sottoscritta sottoli-neando particolarmente i lineamenti marcati del mio volto. Chiedo cancelli subito questi disegni davanti la sottoscritta. Gli alunni Z., M., e M. lanciano pezzi di cotoletta sulla testa dell'alunna B. Durante l'ora di scienze della terra l'alunno Z., dopo a-ver visto entrare un'ape dalla finestra, la rincorre con il banco. Dopodiché l'ape si posa sulla cattedra e Z. sbatte il banco su di essa per ucciderla. Chiedo seri provvedi-menti e l'intervento dello psicologo della scuola. L'alunno M. T. è stato sorpreso durante la lezione di musica a suonare il flauto con il naso. Richiedo provve-dimenti immediati. L'alunna M. Z. continua ad uscire dalla classe du-rante il cambio dell'ora e si giustifica dicendo che l'ha minacciata uno scoiattolo vestito da Elvis. Chiedo provvedimenti disciplinari.

BARZELLETTE * Tre astronauti devono partire per lo spazio per un viaggio che durerà anni. Naturalmente visto che staranno nello spazio per tanto tempo sono liberi di portarsi quello che vo-gliono, per rendere meno gravoso il passare del tempo. Il primo dice che gli piacciono le donne e così si porta dietro 20 donne bellissime. Il secondo dice che adora mangiare, così gli riempiono l'astronave di ogni possibile alimento. Il terzo confessa di essere un patito per il fumo e così gli riempiono l'astronave di sigari e sigarette. I tre partono quindi ognuno con la sua astronave. Dopo 10 anni finalmente ritorna il primo astronauta. Si apre il portellone ed escono dozzine di bambini.

Gli chiedono come e' andata e lui: "Ah, veramente una bella missione". Dopo un po' arriva il secondo; si apre il portellone e ne esce una sfera

compatta di lardo di 200 Kg che tutto contento se ne và. Dopo un po' arriva il terzo; si apre il portellone ed esce l'astronauta

incavolato come una bestia. Gli chiedono com'e' andata e lui: "I CERINIIIIII....!!!!" * Un figlio di carabiniere torna a casa con la pagella piena di 4. Battendo i pugni sul tavolo (knock, knock) il padre dice: "Ma sei proprio duro, non devi aver preso sicuramente da me". Al che il figlio: "Papà hanno bussato alla porta". "Tu aspetta qui: apro io".

FREDDURE Qual è il colmo per un marziano? Avere l'ernia al disco. Tu sei il mio sole ... io la tua luna ... andiamo a fare un'eclissi? Cosa fa per vivere un astronauta licenziato dalla NASA? Sbarca il lunario! Perché la luna e' pallida? Perché sta alzata tutta la notte!

by Giacomo 3BCl

Capodanno nel mondo Mancano ormai poco più di 15 giorni a Capodanno e inizia già a sentirsi nell’aria la festa che accompagna sempre questa ricorrenza, in ogni angolo del mondo. Eccovi in proposito alcune curiosità. Innanzitutto in molti paesi il Capodanno non coincide con il 1° gen-naio del nostro calendario cioè quello gregoriano. Generalmente que-sta festa indica un periodo temporale particolarmente importante per i suoi contenuti sacrali e per il contemporaneo avvio dell’attività econo-mica. Anticamente nei paesi europei il calendario giuliano fa-ceva coincidere il Capodanno con il 25 marzo, il giorno dell’Annunciazio-ne. Il Capodanno ebraico è chiamato Rosh Hasha-nah, è prescritto nell’Antico Testamento e si festeggia a settembre; quello cinese è commemorato tra il 21 gennaio ed il 19 febbraio con festeggiamenti che durano due settimane. Tra gli eventi più spettaco-lari di questi festeggiamenti vi sono le danze del dragone, compiute per strada al ritmo di gong e di tamburi. Il Capodanno thai che cade a metà aprile coincide con una festa religiosa: la gente nelle strade si spruzza vicendevolmente ed allegramente con acqua, libera gli uccelli dalle gabbie e si reca a far visita agli amici ed ai parenti. Gli indù celebrano il Divoli, il loro Capodanno, nel tardo autunno. Queste sono solo alcune delle feste che si svolgono in momenti di-versi in tutto il mondo per festeggiare il Capodanno. E già che da noi ci siamo quasi… Buon Capodanno!!!

Page 15: Onda durto dicembre2009

15

Ipse Dixit • Alunna J.: “Prof. Posso mettermi il burro di cacao?” Filippucci: “Dove?” Alunna J: “Sulle labbra” Filippucci: “Pensavo sul libretto dei voti per farlo luci- dare…”

• Tedeschi: “Sembra di essere in una osteria del porto”

• Priolo: “Se il vostro occhio cade troppo sul foglio del vicino, ve li faccio cadere io gli occhi”

• Sappè: “Dante si è arrampicato sul Purgatorio e poi è stato sparato con dei fuochi d’artificio in Paradiso”

• Prof. “Il baricentro è il centro dei pesi, non è il centro di Bari, nè quello di Foggia"

• Prof. "il vettore ha un verso, che non è ne baubau, nè miaomiao"

• Prof. “Nietzshe è un polemista, un criticone!!”

Almeno l’italiano sallo # Vorrei un'aspirina in supposte effervescenti. # Devo andare dall' otorinolalinguaiatra. # Vorrei una pomata per l'Irpef. # Se lo sapevo glielo divo! # Usare il DDT fa diventare più grande il buco nell'Orzoro. # Tu non sei proprio uno sterco di santo. # Tu l'hai letto il fu Mattia Bazar? # E' andato a lavorare negli evirati arabi. # Lo scontro ha causato 5 feriti e 10 confusi. # A forza di andare di corpo mi sono quasi di-sintegrata. # Mia nonna ha il morbo di Pakistan. # La mia auto ha la marmitta paralitica. # Verrà in ufficio una stragista per il tirocinio. # Che lingua si parla in Turchia? Il turchese. # Davanti alla sua prepotenza resto illibato. # Le vene vorticose. # Le erezioni cutanee. In cosa posso servirla, signore? – Grazie, davo solo un’occhiata refurtiva qua e là…

Contrappasso...

ALUNNI! (Ebbene sì… anche noi ci siamo!!!) -“voi in italiano non lo dicete!!!” - dovete mettercela almeno tutta! - questo è più migliore!!! - chi vi ha imparato l'italiano?! - futuro di bere? berrerrò! - i virus sono degli omini piccoli , brutti e cattivi che entrano in casa vostra , si nascondono nell'armadio e restano lì per anni ed anni. Poi quando voi sarete vecchi e indifesi loro escono vi uccidono e vi man-giano e poi passano alla casa dei vostri vicini! - Chiarissimo è un superlativo assoluto del verbo chiaro - Col cristianesimo nacquono...

Page 16: Onda durto dicembre2009

16

Enigma Test divertentissimo e domande d’impiego

1. “Amore e Psiche” pubblicato nel 1979 è stato scritto da.. a) Raffaele La Capria b) Umberto Eco c) Alighieri Dante

2. Il lago Ladoga nella Carelia, al confine con la Finlandia, è il più grande lago d’Europa? a) Falso b) Vero

3. La scoliosi, in medicina, viene definita incurvamento late-rale della colonna vertebrale? a) Vero b) Falso

4. Che cos’è il Gattinara? a) Un pregiato vino bianco di uve nebbiolo

b) Il fiume che scorre nella valle del fiume Sesia c) Un vino rosso granato del Vercellese

5. Quando nacquero i crociati? a) Al Primo Concilio di Costantinopoli nel 381 a.C. b) Al Concilio di Trento del 1545 c) Al Concilio di Clermont del 1095

6. Che cos’è un isopodo di terra? a) Il nome comune dei piccoli crostacei terrestri b) I punti sulla superficie terrestre che hanno uguale al- tezza sul livello del mare

c) La variante di un elemento chimico, che differisce dalle altre per il numero di massa.

7. Che cos’è un buco nero? a) Un astro con una struttura atomica così poco con- centrata che ha un’infima forza di attrazione b) Corpo celeste dotato di un campo gravitazionale tal mente intenso da tratte nere anche la radiazione elet- tromagnetica. c) Un 2 nella verifica di matematica

8. Quanto misurava la barba di Janice Deveree, la donna bar-buta? a) 29 cm b) 4 cm c) 36 cm

9. Rifletti su quest’affermazione: il giaguaro è simile al leopardo. Si differenzia per avere il corpo meno tozzo e la coda più lunga. Vero o Falso?

a) Vero b) Falso

10. Chi o che cosa salvò Giuditta, eroina biblica, uccidendo nel sonno il generale Oloferne?

a) Un’antica città b) Il re dell’Assiria Nabucodonosor II c) Ulisse

Risposte: 1-a; 2-b; 3-a; 4-c; 5-c; 6-a; 7-b; 8-c; 9-b;10-a.

Frasi tratte da Curriculum veri e da domande di im-piego. Sono state stampate su "Fortune Magazine" 1. "Richiedo un salario commiserato con la mia va-sta esperienza". 2. "Ho imporoto Word Perfect 6.0 ed altri progrommi come figli di colculo. 3. "Ho ricevuto una tacca come Venditore dell'Anno" 4. "Interamente responsabile per il fallimento di du-e (2) istituzioni finanziarie. 5. "Bocciato all'esame per magistrato con voti rela-tivamente alti". 6. "Consiglio al datore di lavoro di non farmi lavo-rare con altre persone". 7. "Incontriamoci, cosi' potrai meravigliarti della mia esperienza". 8. "Mi farai diventare il tuo Super-Mega Boss in pochissimo tempo". 9. "Sono un perfezzionista, e raramente anzi anzi quasi mai dimentico i dettagli". 10. "Lavoravo per mia madre, finché non ha deciso di trasferirsi". 11. "Stato civile: Nubile. Non sposata. Non fidanzata. Senza relazioni sentimentali. Senza im-pegni futuri. 12. "Sono diventato completamente paranoide, non credo in niente e nessuno". 13. "Il mio obiettivo e' diventare meteorologo, ma poiche' non ho un titolo di studio in quel settore, credo che posso anche provare a diventare agente di borsa". 14. "Interessi personali: Donare il sangue. Finora ne ho donati 50 litri". 15. "Ho rivestito un ruolo essenziale nel rovinare un'intera operazione per l'acquisto di una catena di negozi". 16. "Nota: Si prega di non interpretare male il fatto che ho cambiato 14 lavori. Non ho mai dato le dimissioni da un lavoro". 17. "Sposata: spesso. Bambini: svariati". 18. "Ragione per la quale si e' lasciata l'ultima oc-cupazione: Insistevano che tutti gli impiegati andassero al lavoro alle 8:45 ogni mattina. Non po-tevo lavorare sotto quelle condizioni". 19. "La ditta ha fatto di me un capro espiatorio, proprio come i miei tre precedenti datori di lavoro". 20. "Sono risultato ottavo in un esame al quale hanno partecipato dieci candidati". 21. "Possibili referenze: Nessuna. Ho lasciato un cammino di distruzione dietro di me". 22. "Lingue conosciute: Inglese; ho frequentato

Curriculum & domande d’impiego Riproponiamo alcuni test divertenti di vecchi numeri di Onda d’urto

by Romina Bouvier ex 5° A/L

Page 17: Onda durto dicembre2009

17

Settembre 2009. La scuola inizia con una grossa novità: il Porporato e le altre scuole superiori di Pinerolo deci-dono di adottare le ore da 60 minuti, come prevede la riforma degli Istituti Superiori. Studenti, famiglie e professori si sono ritrovati a fare i conti con uno sconvolgimento improvviso delle proprie abitudini. La prima ide-a degli studenti é stata quella di reagire con una serie di scioperi, mentre alcuni genitori hanno fatto sentire le loro proteste tramite lettere ai giornali locali, alla Preside e al Consiglio d’istituto. Tutte le proteste si sono poi dissolte come nuvolette di fumo per lasciare spazio alla dura realtà. Ufficialmente la "didattica distesa", garantita dalle ore di 60 minuti, dovrebbe permettere lezioni più approfondite, possibili recuperi interni e una quantità di tempo da dedicare ai compiti per alleggerire il lavoro a casa. Sulla carta sembrerebbe funzionare alla perfezione, ma l'applicazione alla realtà è tutt'altra cosa. Ad alcuni professori non sembra vero di poter avere 10 minuti in più per poter terminare l'argomento, se non addirittura per spiegarne uno nuovo da aggiungere all'interro- gazione. Va detto che qualche profes-sore spesso lascia ai suoi studenti 10 minuti necessari per riprendersi e per prepararsi ad affrontare l'ora successiva o per iniziare un po' prima la tanto sospirata pausa pranzo di 25 minuti che, tra l' altro, è l'unica vittoria ottenuta dalle proteste sopra descritte. Anche la vita esterna all'ambiente scolastico ha subito non pochi cambia- menti. Ogni studente ha dovuto fare i conti con una consistente diminuzione delle ore a casa da dedicare allo studio e, di conseguenza, anche ad una ridu-zione di tempo libero da sfruttare per le proprie passioni (tempo libero che, per molti, é diventato un sogno irraggiungibile!!). Se le diffi- coltà da affrontare ci sono per tutti gli indirizzi di studio, più professori hanno affermato che per i ragazzi che hanno iniziato il pri-mo anno del triennio il tutto é stato molto più pesante perché associato ad un aumento delle ore previsto dal piano di studi e dall'inse- rimento di materie finora mai affrontate. Una parte non indifferente delle difficoltà é legata agli orari dei vari mezzi di trasporto per il ritorno a casa, che per molti vogliono dire attese piuttosto lunghe alle fermate o nelle sale d'attesa della stazione, per cui il tanto sospirato rientro a casa avviene anche un'ora dopo l'uscita dalla scuola. Alcuni studenti fanno i salti mortali per poter mantenere la propria media scolastica stabile, conciliando lo studio con una lunga serie di attività esterne; altri hanno dovuto scegliere se affrontare o no possibili corsi aggiuntivi che, se da un lato sono per molti un'opportunità per migliorarsi, dall'altro richiedono un ulteriore impegno e l'aggiunta di circa due ore in più alla settimana da inserire nella normale programmazione scolastica. I sostenitori del nuovo o-rario sono convinti che il nuovo sistema permetta di poter avere le-zioni più complete e più tempo per approfondimenti e chiarimenti. Gli oppositori, invece, sono convinti che 10 minuti in più non siano sufficienti a migliorare una lezione o a garantire recuperi miracolosi, visto e considerato che fino allo scorso anno tutto funzionava alla perfezione e molti studenti hanno comunque ottenuto ottimi risultati senza i fatidici 60 minuti. Nonostante le proteste ed i disagi iniziali, c'é da dire che ognuno sta cercando di organizzarsi per affrontare nel miglio-re dei modi questo cambiamento, che per molti continua co-munque ad essere pesante da sostenere.

Francy 3°A/l

DIZIONARIO INGLESE - PIEMONTESE VAN-COOL-POST : vai a quel paese WHO-REND: orrido, disgustoso TO-SCAN: sigaro italiano THESE-COWS : scalzo THE-CHEESE : deciso TEN : prendi, agguanta SUN-CROW : cavolo/i STACK: stuzzicadenti SPIRIT-WALL : spirituale SINCE-CENT: cinquecento SERVE-I : selvaggio SEVEN-ME, TWENTY? : se vengo io, vieni anche tu? LOOM-AN-COOL-POST: ce l'abbiamo in quel posto REEVE-AT: chiodo ribattuto RANCH-IN : avaro

Lorenzo 5A Ginn

Il terremoto chiamato "Didattica distesa" L’avevamo detto che saremmo tornati sul nuovo orario e sulla “didattica distesa”. Ecco una valutazione di Francesca

Page 18: Onda durto dicembre2009

18

Libri & Cantautori Rubrica per gli amanti della lettura, del racconto, della poesia, dei fumetti...

Sono ormai 12 anni che nel nostro Liceo è stato attivato il progetto di adozioni a distanza in Bangladesh. Per il suo valore educativo e di solidarietà dal 2004 è stato inserito nel Pof d’istituto ed è stato lodato pure dal Presidente della Repubblica Ciampi. Riassumiamo per i primini e per chi ancora non lo conosce la storia e il senso di questo progetto. Alcuni anni fa (appunto 12) in una classe del Linguistico durante l’ora di religione si è parlato di adozioni a distanza lanciando al contempo la proposta di adottare un bambino in un Paese po-vero. La scelta è caduta sul Bangladesh, perché vi operano due cittadini pinerolesi, Laura Melano ed Enzo Falcone, attraverso la missione umanitaria denominata Rishilpi Development Project e perché diversi pinerolesi, compresa una ex insegnante del Porporato (Musarella) e due ex allieve, hanno potuto veverificare sul posto il buon operare di questa missione umanitaria. Da un bambino di allora abbiamo sostenuto l’anno scor-so, tra insegnanti e studenti, 40 bambini/ragazzi. L’adozione a distanza è un modo per aiutare un bambino povero a crescere, nutrirsi, vestirsi ed andare a scuola senza però strapparlo dalla sua famiglia e dalla sua terra d’origine. I genitori adottivi mandano al proprio bambino/ragazzo, tramite la missione umanitaria, una quota annuale pari a 160 €, con la quale vengono pagati: la retta scolastica, i libri di testo, la cancelleria, l’abbigliamento e in più viene sostenuta economicamente tutta la famiglia, con l’acquisto

dei beni di prima necessità. Con i soldi delle adozioni sono pagati gli insegnanti, stipendiati medici e fisioterapisti, costruite scuole, ecc. La missione non dà alle famiglie di-rettamente dei soldi, ma beni e servizi - soprattutto la scuo-la - in base alle esigenze culturali del posto. Dal

Bangladesh ci scrivono due volte l’anno, a Na-tale e Pasqua, inviando anche una foto del bambino/ragazzo seguito. Il Bangladesh è uno dei paesi più poveri del mondo con un alto tasso di analfabetismo. In un territorio poco più grande della metà dell’Italia vi sono 150 milioni di abitanti. È molto diffusa la mortalità infantile, il lavoro minorile e la denutrizione. Chi soffre di più in questa situazione sono le bambine, che vengo-no date in spose in giovanissima età, addirittu-ra anche a 10-12 anni, con gravidanze precoci che possono portare danni irrimediabili. Le

adozioni, seppur nel piccolo, contribuiscono a migliorare queste pessime condizioni di vita. All’interno del Porporato era attivo nel passato un gruppo Bangladesh che si occupava delle adozioni, soprattutto in questo periodo di Natale quando si tratta di raccogliere i soldi da mandare in Bangladesh. Sarebbe importante rivita-lizzarlo. L’adozione a distanza è per noi un piccolo gesto, ma per chi lo riceve è una gioia estrema, oltre che un cambiamento radicale della propria vita. A.D. P.S. Per informazioni e chiarimenti fate riferimento al prof. Denanni

Gomorra. Gomorra è una città citata nella Bibbia, una delle città dei vizi e della corruzione, del piacere e della malavita. Camorra. Camorra è il termine con cui si indica formalmente la criminalità organizzata che è nata in Campania e ha il suo centro a Napoli. Questo libro, Gomorra, definito romanzo, è in realtà un’inchiesta, un documentario, sulla Camorra. L’autore si è documentato personalmente e, nel posto dove lui stesso è nato e ha vissuto, ha incontrato persone, ha visitato luoghi riportando le testimonianze di commercianti e bambini. Ci parla dell’intero Sistema, di come tutto ciò che esso opera sia accettato dalla popo-lazione come l’unica scelta: i ragazzini che entrano nelle bande comandate dalla camorra appena undicenni, i lavoratori cinesi in nero, le ragazze che scelgono come marito il più po-tente, in modo da avere uno stipendio garantito per sempre… Racconta dell’impero economico di questa organizzazione, del suo giro d’affari enorme, che non riusciamo ad immaginare. Della sua rete di controllo capillare a livello mondiale, di come i manufatti tessili cuciti nelle fabbriche illegali napoletane finiscano addosso alle star del cinema, di

come i rifiuti non smaltiti di tutta Italia finiscano in Campa-nia. Possiamo capire come l’illegalità stia alla base di ciò che appare legale nel nostro paese e di come la Camorra, creduta sconfitta, invece sia cresciuta superando anche Cosa Nostra.

È un reportage attento, uno spaccato della nostra società. L’autore è un uomo coraggioso, non aveva ancora trent’anni quando ha pubblicato il suo libro. Ora è un autore di fama mondiale, ha avuto un elevatissimo successo in Italia. Così tanto da avere una scorta di uomini fidati che lo seguono ovunque, così tanto da non poter apparire in pubblico e da non poter rilasciare informazioni personali.

Il libro è interessante, ogni capitolo si legge come una rivela-zione, certo, potevamo aspettarci questo, ma Saviano lo de-scrive in prima persona, sarcastico nei commenti e arrabbiato nei racconti, ma spesso anche freddo nei fatti. È giusto che si conosca quello che ci sta attorno, ma tutto questo lascia l’amaro in bocca, lascia tristezza. L’amarezza di tutta la verità che ci viene scritta così e che non pensavamo di veder svelata. Elisa G, 5C Ginn

Gomorra il libro inchiesta di Roberto Saviano

Da 12 anni un progetto per la vita del Liceo Porporato

Adozioni a distanza in Bangladesh

Page 19: Onda durto dicembre2009

19

Musica & film

9 maggio 1978, muore Peppi-no Impastato. 2000, esce il film di

Marco Tullio Giordana. I cento passi, un nuovo film di Giordana incentrato

sull’impegno civile, sulla lotta. Peppino nasce in una famiglia mafiosa, cresce in una famiglia mafiosa, ma si rifiuta di viverci, se ne andrà di casa, fonderà una radio, tutto per avere liber-tà. . Come alcuni critici e lo stesso Giorda-na spiegano, questo non è un film sulla mafia, ma è un film sulla lotta, sulla libertà, sui giovani. Per anni la vita di Peppino è rimasta sconosciuta, anche perché il giorno della sua morte coincise con quello dell’assassinio Moro, ma questa pellicola torna a far vivere uno dei più grandi eroi ignoti italiani, e lo fa in una maniera toccante e decisa, contrassegnata da grandi attori e da una grande regia, da una grande sto-ria e da un grande protagonista. Non è il classico film, non crea adrenalina, non ti fa

piangere, o almeno non troppo, ma insegna, insegna che se vuoi lottare correrai dei rischi, potrai cadere, potrai farti male. Ma quando non ci sarai più tu a combattere lo farà

qualcun altro: nel film tutti coloro che non avevano potuto parlare, il poliziotto che si era visto costretto a dichiarare accidentale la morte di Peppino; la madre del ragazzo, che aveva visto morire a causa della mafia suo marito e suo figlio e tutta la città, da troppo tempo strangolata dal cappio della mafia. A parte questo non si può dire molto altro su un film che è destinato a diventare leggenda. L’unico a poter parlare è Peppino, attraverso la frase più famosa del film. Credo sia giusto finire così il mio articolo. « Mio padre, la mia famiglia, il mio paese!

Io voglio fottermene! Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente».

Lara 1B Cl

“Cappotto di legno” è un brano di Lucariello, voce degli Alma-megretta, gruppo rapper napoletano. Lucariello descrive nel testo

l’ipotetico omicidio, da parte di un killer del Clan dei Casalesi, dello scrittore campano Roberto Sa-viano, che ha partecipato alla stessa stesura del te-sto. La canzone nasce da una corrispondenza di Lucariello con Saviano, animata dalla grande stima del rapper campani nei suoi confronti. Il cappotto di legno è l’immagine usata in gergo camorristico per definire la bara, quella che nella canzone verrà occupata da Saviano, quella che hanno già occupato per problemi di Camorra troppe persone. Musicalmente parlando, la base è composta unicamente da archi, in netta contrapposizione con la voce del cantante, e con i temi che questi tratta. Nella canzone sono presenti inoltre i campiona-menti della voce di Nicola Schiavone, padre del boss Francesco detto “Sandokan” che definì il suo accusatore, Roberto Saviano, “un buffone, un pagliaccio”.

Il brano ha avuto anche un video nel 2008, prodotto da MTV, diretto da Fabio Scaloni, con la supervi-sione di Gabriele Salvatores, il regista di “Io non ho paura”. La canzone è forte, ribelle e arrabbiata, inneggia alla lotta contro la Camorra, con-tro l’omertà. E se si alza la mano s aizzn tutt quant, e mo sparatec a tutt quant.. E se si alza una mano si alzano tutte quante, e allora sparateci a tutti quanti.. Lara 1B Cl

I cento passi Capolavori del cinema

Cappotto di legno

Page 20: Onda durto dicembre2009

20

E tu cosa ne pensi? Una rubrica per allargare la partecipazione e dibattere l’attualità

Ciao, dal prossimo numero avvieremo una nuova rubrica, ma per farlo ci serve la partecipazione di tutti quanti voi: sarà un dibattito tra studenti su argomenti di attualità. Vi proporremo una frase sempre diversa e pubblicheremo i vostri commenti migliori. Potrete anche aiutarci a scegliere i temi da trattare. La prima frase è: chirurgia plastica: cura o malattia? Scriveteci quello che pensate, le vostre opinioni, le vostre esperienze personali! A [email protected] Federica Noardo, 4Bling

Lettere alla redazione

Proposta di due nuove rubriche

Spero che la critica sia clemente con me, che pro-pongo questa rubrica dedicata solo a noi del Porporato! Si tratta di gossip e avvenimenti strava-ganti. Si sente il bisogno di qualcosa di leggero!!! La rubrica naturalmente è aperta a tutti. Potete scriverci anche voi tramite email a [email protected] e raccontarci le vostre storie che potranno essere pubblicate. Cominciamo dagli avvenimenti stravaganti dicendo che di recente una classe si è trasformata in un frutteto. Gli studenti presi da un improvviso attacco di noia hanno deciso di giocare a “macedonia”. Per chi non sa in cosa consiste il gioco lo spiego. Si sce-glie un frutto dopo di che qualcuno co-mincia a chiamare dei frutti e quando si sente il frutto che si è scelto ci si alza in piedi, se si sente macedonia ci si alza tutti. Così l’ora è trascorsa tra una macedonia e l’altra da quella esotica a quella di stagione. Speriamo solo che non ne abbiano fatto un frullato!!! La stessa classe ha poi partecipato a “Chi l’ha visto?” Una ragazza ha deciso di nascondersi, i compagni sorpresi dalla scomparsa della compagna l’hanno fatto notare alla professoressa che con prontezza di riflessi ha mandato una compagna a cercarla! State tranquilli è stata ritrovata! Per quanto riguarda il gossip, quale argomento migliore se non l’amore? Quindi rassicuro tutte le ragazze e incoraggio quelle che hanno perso la speranza: la cavalleria esiste, è difficile da trovare ma esiste!!! Fidatevi, bisogna solo aspettare con un

po’ di pazienza. Per esempio al secondo piano della sede sembra che la cavalleria abbia attaccato i fragili cuori di alcune fortunate ragazze. Mi di-spiace per ora non potervi dire altro, ma voi non disperate l’amore ha bisogno di tempo e forse non lo immaginerete ma potrebbe sbocciare da un mo-mento all’altro. Forse proprio con quel compagno di classe che snobbavate: in due mesi di cose ne succedono!!! Per le ragazze che vogliono qualcosa di

romantico consiglio, in attesa del prossimo numero con maggiori infor-mazioni sui nostri cavalieri e le nostre corteggiate con cui cupido si diverte a giocare, di guardare “Le pagine della nostra vita” e “Moulin rouge”. Se in-vece volete una play list di canzoni

romantiche: “A moment in a million years”, degli Scorpions; “A very special love song”, di Charlie Rich; “Adesso tu”, di Eros Ramazzotti; “Your song”, Elton John; Always, Bon Jovi; “Wonderful to night”, Eric Clapton! “One in a millien”, Miley Cyrus; “Sai che amarti”, Nek!!! E per esagerare mettiamo anche una frase su cui riflettere: ”Per amore della rosa si sopportano anche le spine”. Che perla di saggezza!! Per chi invece preferisce leggere, quale storia si addice di più a questo tema che “Romeo e Giulietta” con il loro tragico amore? oppure “Cime Tempestose”, e per chi al tragico preferisce il lieto fine, credo che la saga di “Twilight”calzi a pennello. Per questo mese è tutto!!! Buon Natale! (LT)

Umorismo, gossip e stravaganze al Porporato Una rubrica leggera per sorridere e “chiacchierare”

Page 21: Onda durto dicembre2009

21

Calcio, tifo e mazze da baseball

Una tranquilla domenica allo stadio Il calcio. Lo sport più seguito dagli italiani. Incontrarsi il week-end con gli amici, guardare la partita ed esultare insieme per la squadra del cuore è quasi un rito per molti ragazzi, e non solo. Oggi però questo rito si compie a casa, perché andando allo stadio ci si può ritrovare coinvolti in una rissa senza aver provocato o offeso nessuno. È ciò che è successo ad alcuni ragazzi: hanno assistito a una partita di serie A Torino, la squadra per cui tifava-no ha vinto, mentre ancora sugli spalti festeggiavano tra di loro, una parte di tifoseria avversaria li ha raggiunti e li ha assaliti con violenza. Tra gli aggressori c’era infatti chi era munito di mazza da baseball, chi in gruppo attaccava il singolo o addirittura le ragazze. Gli steward addetti alla sicurezza non sembravano preoccuparsi, o meglio, pare che non siano intervenuti come ci si sarebbe aspettato. Ha stupito molto il fatto che nessun gior- nale abbia riportato l’accaduto (ad eccezione di“la gazzetta dello sport”) come se la violenza negli stadi fosse un proble-ma che appartiene al passato e ora risolto. Infatti esso persiste da quando i tifosi negli anni Cinquanta hanno iniziato a orga- nizzarsi e di conseguenza, anche a scontrarsi tra loro: sono i cosiddetti Ultras. Purtroppo oggi questi episodi avvengono anche per mano di comuni spettatori, senza che nulla sia stato premeditato. Il governo nel tempo ha cercato di con- trollare queste risse. Sono state promulgate leggi che vanno via via restrin- gendo le libertà dei tifosi, dal biglietto nominale all’ultimo provvedimento che prevede il divieto di seguire la squadra in trasferta. Nonostante ciò non è ancora stata trovata una soluzione definitiva al problema. Forse sarebbe necessario sottoporre tutti gli spettatori a controlli più rigidi fin dall’ingresso, come d’altronde il regolamento già prevede. Probabilmente la persona che si presenta allo sta-dio con una mazza da baseball non si limiterà a guardare la partita, ma rende palesi ben altre intenzioni. Credo infine che la responsabilità sia esclusiva-mente dei tifosi. Mi chiedo: tutto questo accani-mento per cosa? Per una semplice partita? Non accadono questi fatti per gli altri sport, dal basket e dalla pallavolo, a quelli che richiedono più con-tatto fisico tra i giocatori, come il rugby. Sarà forse che i calciatori danno un cattivo esempio? O forse al calcio viene attribuita troppa importanza dalla pubblicità, dai media, dagli interessi economici e di conseguenza anche i tifosi si esal-tano in modo eccessivo? Federica 4B L

Uomini&animali I TOPOLONI SMINATORI

Nelle guerre odierne si sa che i civili sono il 90% dei morti e feriti. Un ruolo particolare lo giocano le mine antiuomo, che colpiscono soprattutto i bambini, che scambiandole per giocattoli rimangono uccisi o tragicamente feriti. Anche quan-do la guerra è finita, le mi-ne continuano a spargere sofferenza. Rimangono inoltre come mi- naccia per decenni; per questo ven-gono chiamate “armi di di-struzione di massa al ral-lentatore”. Più di 100 mi- lioni di mine sono presenti in oltre 60 paesi del mondo, soprattutto in Africa, nonostante le campagne di sensibilizzazione per la loro messa al bando e diverse risolu-zioni dell’Onu. Da qualche anno l’associazione belga APOPO ha stabilito una base operativa in Tanzania ed ha insegnato a dei topi gigan-ti ad associare l'odore delle banane, il loro cibo preferito, a quel-lo dell'esplosivo TNT. Gli animali perlustrano le aree sospette - 100 mq in 28 minuti - e raschiano il terreno per segnalare la pre-senza di ordigni. I criceti gambiani, ovvero i ratti più grandi del mondo (35 cm di lunghezza per 1,30 kg), si sono rivelati abilissimi cacciatori di mine. Questo lavoro, oltre che sicuro, si è rivelato economico e veloce: costa circa 2000 dollari e dura dai 6 ai 10 mesi. Le bestiole non corrono alcun rischio perché sono troppo leggere per far esplodere la mina. Oltre ai topi, l’Università del Montana ha lavorato all’addestramento delle api. Esse sciamano nelle aree in cui l’odore di esplosivo è presente. Seguendo i loro spostamenti è possibile tracciare una mappa delle zone contaminate. I test so-no riusciti nel 98% dei casi. Anche i delfini si danno da fare, captando gli ordigni in fondo ai mari e oceani.

Lettere alla redazione

Le migliori battute dei film La cena per farli conoscere "Lo sapete come mi ha chiesto di fare quella cosa lì?". "Facciamo sesso?". "Noo, Giulio non si sarebbe mai espresso così… mai. Mi ha chiesto: "Posso farti la festa?" Mi ha detto così: "Posso farti la festa?"". "Bello". "Bellissimo". Mi fido di te Ale all'Ikea: "Con la fila che c'e alla cassa questo mobile lo paghiamo un milione di euro… Ora che tocca a noi è d'epoca!". Rocky Balboa Rocky a Paulie: "Sento ancora che ho delle cartucce da sparare". "E di cosa sono caricate? Di rabbia?".

Page 22: Onda durto dicembre2009