ONCOLOGIA Prevenzioneatuttoscreening

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I programmi di screening organizza- to per la prevenzione del tumore al seno, al collo dell’utero e all’intesti- no sono Livelli essenziali di assistenza. Si tratta di percorsi sanitari che, per esse- re efficaci, devono essere regolarmente offerti ai cittadini. Il sistema regionale toscano ha sem- pre fortemente creduto all’efficacia di questi interventi di sanità pubblica e, sebbene la crisi economica incida in ma- niera sostanziale nelle scelte sanitarie, non si è mai ritenuto opportuno deroga- re a questo impegno. Anzi, le azioni prioritarie sulle quali si sta lavorando da almeno un biennio sono espressione di una forte volontà di mantenere in vita queste attività. Le Aziende sanitarie locali, che sono gli organismi deputati all’erogazione dei percorsi di screening organizzato, non sono meramente chiamate a garantire un invito attivo alla popolazione, ma anche a organizzare le proprie attività in conformità a protocolli clinico-organiz- zativi definiti e secondo criteri di qualità raccomandati a livello regionale, nazio- nale ed europeo. Il monitoraggio con indicatori è uno strumento di cui ogni Azienda si deve avvalere ed è quello che per primo offre occasioni di confron- to e analisi propedeutiche alla adozione di azioni migliorative. I dati relativi al 2013 mostrano alti livelli di estensione e adesione in tutti e tre i programmi di screening. Lo scree- ning mammografico rivolto alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni ha raggiunto il 93% della popolazione ber- saglio, quello della cervice il 100% delle donne in età tra i 25 e i 64 anni e quello con la ricerca del sangue occulto fecale ha interessato il 91% dei cittadini resi- denti di età compresa tra i 50 e i 70 anni. Anche la partecipazione registra buoni risultati con un 73%, un 56% e un 50% per i tre programmi rispettivamente. I dati di estensione e adesione al program- ma di screening per il tumore del collo dell’utero includono anche le donne del- la fascia di età 55-64 anni che sono state per la prima volta invitate a test Hpv dalle Aziende Usl di Grosseto, Firenze e Viareggio, le prime a essere coinvolte nell’implementazione di questo nuovo test. Come il 2012, anche quest’anno è stata analizzata la partecipazione di una popolazione cosiddetta fragile come quella proveniente dai Paesi a forte pres- sione migratoria. A parte alcune particolari realtà, in media la proporzione di persone apparte- nenti a questi Paesi e aderenti ai pro- grammi è inferiore a quella della popola- zione generale con trend a volte anche sensibilmente differente rispetto a quelli conosciuti nella popolazione italiana. A titolo esemplificativo nello screening mammografico e cervicale la partecipa- zione diminuisce con l’avanzare del- l’età nelle donne immigrate, mentre cre- sce in quelle italiane. Le performance clinico-diagnosti- che, benché complessivamente buone, presentano alcune specifiche criticità im- putabili a molteplici fattori. Le logiche di medicina difensiva affliggono il tasso di richiamo ad approfondimento nello screening mammografico ingrossando la quota di falsi positivi, mentre la diffi- coltà di standardizzare la diagnosi citolo- gica rende a volte molto dissimili, fra le varie Aziende, i valori predittivi positivi dello screening cervicale con Pap test. Gli indicatori di esito, considerati end-point surrogati di mortalità, come la proporzione di stadi avanzati nella mammella e gli stadi T1 nel colon retto mostrano valori molto buoni. Rimane critico il problema dei tempi di attesa per la risposta, per la esecuzio- ne degli esami diagnostici e per l’inter- vento chirurgico. La gravità di questi indicatori varia da programma a pro- gramma e da una Azienda all’altra man- tenendosi sempre ben al di fuori degli standard raccomandati. È verosimile che questo dato sia quello che meglio riflette le recenti restrizioni finanziarie e che hanno determinato scarsi investi- menti in termini di risorse umane e infra- strutturali. Paola Mantellini dirigente medico riferimento per la prevenzione oncologica, Ispo, Firenze CONTINUA A PAG. 2 ALTRI SERVIZI A PAG. 3 ONCOLOGIA Il problema dei falsi positivi - Margini da migliorare per gli immigrat i Elevati livelli di adesione per i tumori a colon, mammella e cervice Allattamento, progetti Doc A PAG. 2 E 4-5 Donne&abusi, focus a Lucca A PAG. 6 AVVISI PUBBLICI Un investimento che ripaga in appropriatezza Prevenzione a tutto screenin g Pubblicato il bando per nomine Ssr Pubblicati gli avvisi pubblici per la formazio- ne di elenchi di idonei alla nomina di diretto- re amministrativo, sanitario e dei servizi so- ciali delle aziende sanitarie, direttore ammini- strativo dell’ente di supporto tecnico-ammini- strativo regionale e di direttore generale delle aziende sanitarie e degli enti del servizio sanitario toscano. Gli avvisi pubblici, approvati con decreto dirigenziale n. 5532 e il decreto dirigenziale 5533 del 27 novembre 2014, sono consultabi- li sulle pagine del sito web regionale dedica- te al Servizio sanitario toscano all’indirizzo http://www.regione.toscana.it/sst dove è pos- sibile scaricare il modello di domanda. Gli interessati dovranno inviare la domanda, che deve pervenire entro e non oltre il 31 dicem- bre 2014, indirizzandola al Presidente della Giunta regionale - Direzione generale “Diritti di cittadinanza e coesione sociale” – Settore “Ricerca, innovazione e risorse uma- ne”, Via T. Alderotti, 26/N - 50139 Firenze. La domanda dovrà essere presentata esclusivamente in via telematica attraverso- due modalità: tramite propria casella di posta elettronica certificata (Pec) all’indirizzo re- [email protected] ; tramite interfaccia web Ap@ci collegandosi e regi- strandosi all’indirizzo https://web.e.toscana. it/apaci. Farà fede la data di invio. Per informazioni: 055 4383358-3997, dal lunedì al venerdì, orario 9-13. ALL’INTERNO D iversi fattori contribui- scono a determinare l’andamento favorevole per alcuni tumori in Tosca- na, ma non v’è dubbio che i l costante intelligente impe- gno dei gruppi di Ispo ha giocato e gioca un ruolo es- senzial e nel garantire un al- to profilo di attività effica- ce nel campo degli scree- ni ng, creando un modello apprezzato ed emulato a li- vello nazionale e non solo. E in questo senso, se l’aspetto più evidente e tangi- bile del lavoro di Ispo è rap- presentato dall’enorme mo- le di attività sul campo, non meno importante è la piatta- forma di ricerca e innovazio- ne su cui questa si basa. In Gian Franco Gensini * CONTROCANTO L’adesione agli screening N ell’attuale congiuntu- ra economica, la grande sfida che la sani- tà pubblica è chiamata ad affrontare è quella di lavorare sul fronte del- l’appropriatezza. Soltan- to attraverso l’utilizzo ap- propriato delle risorse di- sponibili, infatti, potremo continuare a garantire quell’universalismo che ormai fa parte della no- stra storia e della nostra cultura. Lo screening, in quan- to modello razionale e va- lutabile di costruzione di percorsi, rappresenta sen- za dubbio un modello ide- ale per il raggiungimento di questo obiettivo. Da anni, la Toscana ha compreso l’importan- za di questo tipo di inter- venti di sanità pubblica e sulla prevenzione secon- daria ha investito profes- sionalità e risorse. I dati del rapporto annuale che Ispo presenterà tra qual- che giorno confermano, ancora una volta, che que- st’impegno si è rivelato proficuo: nel 2013 i pro- grammi di screening re- gionali registrano ottimi valori, sia sul fronte del- l’estensione che su quello dell’adesione. Da una parte, quindi, il sistema ha mantenuto inalterata la sua capacità di offrire ai cittadini l’opportunità di tutelare la propria salu- te attraverso prestazioni assolutamente gratuite e di elevata qualità, dall’al- tra i toscani hanno confer- mato la loro fiducia nel sistema, rispondendo agli inviti. Un circolo virtuoso ormai collaudato nel tem- po, che assolve a una pre- ziosa funzione di riequili- CONTINUA A PAG. 2 Il prossimo numero de “Il Sole-24Ore Sanità Toscana” sarà on line dal 20 gennaio 2015. Auguri di Buone Feste a tutti Gianni Amunni * I l ruolo di Ispo tra ricerca e innovazione Poste Italiane Sped. in A.P. D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004, art. 1, c. 1, DCB Roma Versione Pdf del supplemento al n. 47-48 anno XVII del 23 dic. 2014-12 gen. 2015 per la pubblicazione sul sito della Regione Toscana www.regione.Toscana.it

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Page 1: ONCOLOGIA Prevenzioneatuttoscreening

I programmi di screening organizza-to per la prevenzione del tumore alseno, al collo dell’utero e all’intesti-

no sono Livelli essenziali di assistenza.Si tratta di percorsi sanitari che, per esse-re efficaci, devono essere regolarmenteofferti ai cittadini.

Il sistema regionale toscano ha sem-pre fortemente creduto all’efficacia diquesti interventi di sanità pubblica e,sebbene la crisi economica incida in ma-niera sostanziale nelle scelte sanitarie,non si è mai ritenuto opportuno deroga-re a questo impegno. Anzi, le azioniprioritarie sulle quali si sta lavorando daalmeno un biennio sono espressione diuna forte volontà di mantenere in vitaqueste attività.

Le Aziende sanitarie locali, che sonogli organismi deputati all’erogazione deipercorsi di screening organizzato, nonsono meramente chiamate a garantireun invito attivo alla popolazione, maanche a organizzare le proprie attività inconformità a protocolli clinico-organiz-zativi definiti e secondo criteri di qualitàraccomandati a livello regionale, nazio-nale ed europeo. Il monitoraggio conindicatori è uno strumento di cui ogniAzienda si deve avvalere ed è quelloche per primo offre occasioni di confron-to e analisi propedeutiche alla adozionedi azioni migliorative.

I dati relativi al 2013 mostrano altilivelli di estensione e adesione in tutti etre i programmi di screening. Lo scree-ning mammografico rivolto alle donnedi età compresa tra i 50 e i 69 anni haraggiunto il 93% della popolazione ber-saglio, quello della cervice il 100% delledonne in età tra i 25 e i 64 anni e quellocon la ricerca del sangue occulto fecaleha interessato il 91% dei cittadini resi-denti di età compresa tra i 50 e i 70 anni.Anche la partecipazione registra buonirisultati con un 73%, un 56% e un 50%per i tre programmi rispettivamente. Idati di estensione e adesione al program-ma di screening per il tumore del collodell’utero includono anche le donne del-la fascia di età 55-64 anni che sono stateper la prima volta invitate a test Hpvdalle Aziende Usl di Grosseto, Firenze eViareggio, le prime a essere coinvolte

nell’implementazione di questo nuovotest. Come il 2012, anche quest’anno èstata analizzata la partecipazione di unapopolazione cosiddetta fragile comequella proveniente dai Paesi a forte pres-sione migratoria.

A parte alcune particolari realtà, inmedia la proporzione di persone apparte-nenti a questi Paesi e aderenti ai pro-grammi è inferiore a quella della popola-zione generale con trend a volte anchesensibilmente differente rispetto a quelliconosciuti nella popolazione italiana. Atitolo esemplificativo nello screeningmammografico e cervicale la partecipa-zione diminuisce con l’avanzare del-l’età nelle donne immigrate, mentre cre-sce in quelle italiane.

Le performance clinico-diagnosti-che, benché complessivamente buone,presentano alcune specifiche criticità im-putabili a molteplici fattori. Le logichedi medicina difensiva affliggono il tassodi richiamo ad approfondimento nelloscreening mammografico ingrossandola quota di falsi positivi, mentre la diffi-coltà di standardizzare la diagnosi citolo-gica rende a volte molto dissimili, fra levarie Aziende, i valori predittivi positividello screening cervicale con Pap test.

Gli indicatori di esito, consideratiend-point surrogati di mortalità, comela proporzione di stadi avanzati nellamammella e gli stadi T1 nel colon rettomostrano valori molto buoni.

Rimane critico il problema dei tempidi attesa per la risposta, per la esecuzio-ne degli esami diagnostici e per l’inter-vento chirurgico. La gravità di questiindicatori varia da programma a pro-gramma e da una Azienda all’altra man-tenendosi sempre ben al di fuori deglistandard raccomandati. È verosimileche questo dato sia quello che meglioriflette le recenti restrizioni finanziarie eche hanno determinato scarsi investi-menti in termini di risorse umane e infra-strutturali.

Paola Mantellinidirigente medico

riferimento per la prevenzioneoncologica, Ispo, Firenze

CONTINUA A PAG. 2ALTRI SERVIZI A PAG. 3

ONCOLOGIA

Il problema dei falsi positivi - Margini da migliorare per gli immigrati

Elevati livelli di adesione per i tumori a colon, mammella e cervice

Allattamento,progetti Doc

A PAG. 2 E 4-5

Donne&abusi,focus a Lucca

A PAG. 6

AVVISI PUBBLICI

Un investimentoche ripaga in

appropriatezza Prevenzione a tutto screening

Pubblicato il bandopernomineSsrPubblicati gli avvisi pubblici per la formazio-ne di elenchi di idonei alla nomina di diretto-re amministrativo, sanitario e dei servizi so-ciali delle aziende sanitarie, direttore ammini-strativo dell’ente di supporto tecnico-ammini-strativo regionale e di direttore generale delleaziende sanitarie e degli enti del serviziosanitario toscano.

Gli avvisi pubblici, approvati con decretodirigenziale n. 5532 e il decreto dirigenziale5533 del 27 novembre 2014, sono consultabi-li sulle pagine del sito web regionale dedica-te al Servizio sanitario toscano all’indirizzohttp://www.regione.toscana.it/sst dove è pos-sibile scaricare il modello di domanda. Gli

interessati dovranno inviare la domanda, chedeve pervenire entro e non oltre il 31 dicem-bre 2014, indirizzandola al Presidente dellaGiunta regionale - Direzione generale“Diritti di cittadinanza e coesione sociale” –Settore “Ricerca, innovazione e risorse uma-ne”, Via T. Alderotti, 26/N - 50139 Firenze.

La domanda dovrà essere presentataesclusivamente in via telematica attraverso-due modalità: tramite propria casella di postaelettronica certificata (Pec) all’indirizzo [email protected]; tramiteinterfaccia web Ap@ci collegandosi e regi-strandosi all’indirizzo https://web.e.toscana.it/apaci. Farà fede la data di invio.Per informazioni: 055 4383358-3997, dallunedì al venerdì, orario 9-13.

ALL’INTERNO

D iversi fattori contribui-scono a determinare

l’andamento favorevoleper alcuni tumori in Tosca-na, ma non v’è dubbio cheil costante intelligente impe-gno dei gruppi di Ispo hagiocato e gioca un ruolo es-senziale nel garantire un al-to profilo di attività effica-ce nel campo degli scree-ning, creando un modello

apprezzato ed emulato a li-vello nazionale e non solo.

E in questo senso, sel’aspetto più evidente e tangi-bile del lavoro di Ispo è rap-presentato dall’enorme mo-le di attività sul campo, nonmeno importante è la piatta-forma di ricerca e innovazio-ne su cui questa si basa. In

Gian Franco Gensini *

CONTROCANTO

L’adesione agli screening

N ell’attuale congiuntu-ra economica, la

grande sfida che la sani-tà pubblica è chiamataad affrontare è quella dilavorare sul fronte del-l’appropriatezza. Soltan-to attraverso l’utilizzo ap-propriato delle risorse di-sponibili, infatti, potremocontinuare a garantirequell’universalismo cheormai fa parte della no-stra storia e della nostracultura.

Lo screening, in quan-to modello razionale e va-lutabile di costruzione dipercorsi, rappresenta sen-za dubbio un modello ide-ale per il raggiungimentodi questo obiettivo.

Da anni, la Toscanaha compreso l’importan-za di questo tipo di inter-venti di sanità pubblica esulla prevenzione secon-daria ha investito profes-sionalità e risorse. I datidel rapporto annuale cheIspo presenterà tra qual-che giorno confermano,ancora una volta, che que-st’impegno si è rivelatoproficuo: nel 2013 i pro-grammi di screening re-gionali registrano ottimivalori, sia sul fronte del-l’estensione che su quellodell’adesione. Da unaparte, quindi, il sistemaha mantenuto inalteratala sua capacità di offrireai cittadini l’opportunitàdi tutelare la propria salu-te attraverso prestazioniassolutamente gratuite edi elevata qualità, dall’al-tra i toscani hanno confer-mato la loro fiducia nelsistema, rispondendo agliinviti. Un circolo virtuosoormai collaudato nel tem-po, che assolve a una pre-ziosa funzione di riequili-

CONTINUA A PAG. 2

Il prossimo numero de“Il Sole-24Ore Sanità Toscana”sarà on line dal 20 gennaio2015.Auguri di Buone Feste a tutti

Gianni Amunni *

Il ruolo di Ispo tra ricerca e innovazione

Poste ItalianeSped. in A.P. D.L. 353/2003conv. L. 46/2004, art. 1, c. 1, DCB Roma

Versione Pdf del supplemento al n. 47-48anno XVII del 23 dic. 2014-12 gen. 2015

per la pubblicazione sul sitodella Regione Toscana

www.regione.Toscana.it

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MATERNITÀ ALLATTAMENTO/ Approvato un nuovo protocollo con l’Unicef

La Toscana rinnova e potenzia le misure per sostenere le mamme

INAUGURATO IL PERCORSO ARCHEOLOGICO-MUSEALE CHE PARTE DALLE DOMUS DELL’VIII SECOLO A.C. E ARRIVA AI RICOVERATI DEGLI ANNI ’20

La storia di Lucca dagli scavi dell’ospedale San Luca

Il 5 dicembre 2014 la Regione To-scana ha siglato un nuovo proto-collo d’intesa con Unicef Italia

per la promozione dell’allattamentomaterno. Un protocollo che arriva adieci anni dal precedente e successiva-mente alla conclusione di un Conve-gno che si è tenuto a palazzo Strozzi,e che ha visto la partecipazione ditutte le direzioni delle aziende sanita-rie, dei Dipartimenti materno-infanti-li, delle strutture di ostetricia e gineco-logia, delle strutture di ostetricia pro-fessionale e delle attività consultorialidella Regione. Dopo questo evento,infatti, è seguita la sottoscrizione daparte di tutte le direzioni aziendali diun atto di adesione agli indirizzi regio-nali finalizzati all’attuazione del proto-collo con la consegna dei documentidi policy aziendale per la tutela, lapromozione e il sostegno dell’allatta-mento.

Il convegno è stato una preziosaoccasione sia per ripercorrere diecianni di interventi pro allattamento sia

per valutare le strategie più opportuneper il futuro. Il primo protocollo d’in-tesa, stipulato con l’Unicef nel 2004,ha segnato l’inizio di una sfida ambi-ziosa: far diventare la preferenza perl’allattamento materno una culturacondivisa dalle persone, dai servizi,dalle comunità presenti in Toscana.Da qui sono nate azioni e scelte chehanno coinvolto migliaia di operatori,professionisti, mamme, genitori, fami-glie.

Negli anni, intorno alle politicheper l’allattamento materno, c’è statala promozione del Codice internazio-nale, della pratica del rooming-in, deicorsi di preparazione alla nascita edell’assistenza puerperale. Sono cre-sciute anche collaborazioni proficuetra i diversi livelli istituzionali, dal-l’azienda sanitaria agli organismi eu-ropei, tra cui Unicef e Oms, deputatialla promozione e al sostegno dell’al-lattamento materno, come per esem-pio la partecipazione della RegioneToscana al programma ministeriale

“Promozione dell’allattamento mater-no”, in collaborazione con l’IstitutoSuperiore di Sanità, il progetto euro-peo “ Promotion of Breastfeeding inEurope” o il progetto Oms/Unicef“Ospedali Amici dei Bambini” (BabyFriendly Hospital Initiative). Va dettoche tutti i piani sanitari della Toscanahanno sempre considerato prioritarial’attenzione al percorso nascita e as-

sunto l’impegno di sostenere e pro-muovere l’allattamento al seno.

Ora è stato scelto di ribadire in unnuovo protocollo gli impegni già as-sunti, promuovendo in particolarel’estensione della rete di ospedali ecomunità Amici dei Bambini, ricono-sciuti da Unicef. Rinnovato anche ilsostegno all’Osservatorio regionaleper l’allattamento al seno, la promo-zione della conoscenza e del rispettodel Codice internazionale per la com-mercializzazione dei sostituti del lattematerno, la creazione di spazi dedica-ti e protetti per l’allattamento nellestrutture sanitarie e nelle comunità eovviamente anche l’aggiornamento ela formazione continua e a livello uni-versitario. A oggi, la Toscana è laRegione che conta il maggior numerodi ospedali amici dei Bambini ricono-sciuti in Italia.

Nuovo impulso sarà dato all’Osser-vatorio regionale per l’allattamento,che tra i suoi compiti avrà quello diproporre e monitorare le diverse ini-

ziative, nonché diffondere informazio-ni e raccomandazioni utili a migliora-re e uniformare gli standard assisten-ziali. L’Osservatorio avrà come part-ner privilegiati nelle proprie attività einiziative le comunità e gli Ospedaliriconosciuti Amici dei bambini, la re-te dei referenti aziendali per l’allatta-mento, le associazioni del volontaria-to e dei consumatori, le società scienti-fiche, la pediatria di libera scelta, ilComitato regionale percorso nascita,l’Agenzia regionale di Sanità e il La-boratorio di Management e Sanità del-la Scuola Superiore S.Anna di Pisa.Una rete, insomma, vasta e articolataper nuove alleanze e per crescere an-cora nella cultura e nelle comunità.

Cecilia BerniP.o. Sviluppo assistenza

materno-infantile e malattie raree genetiche

Anna AjelloSettore Programmazione

e organizzazione delle cure

CONTROCANTO (segue dalla prima pagina)

Latte materno: impegno top

Un investimento che... (segue dalla prima pagina)

T remila anni di storia dellaPiana di Lucca sono stati

portati alla luce grazie al nuovoospedale della città. Gli scavipreliminari per la realizzazionedel “San Luca” hanno infatti per-messo di ritrovare materiali digrande valore storico e archeolo-gico, che consentono di propor-re un organico itinerario dall’ot-tavo secolo a.C. fino all’esauri-mento del mondo antico, per poiseguire le vicende dell’area inetà medioevale, moderna e con-temporanea. Queste importantitestimonianze del nostro passatopermettono di dipanare nei loca-li del nuovo ospedale un sugge-stivo percorso espositivo, inau-gurato a fine novembre, che co-stituisce una forte memoria dellevicende del territorio, del rappor-to fra ambiente e insediamento,della vita quotidiana e della cul-tura di chi vi risiedeva.

«Gli scavi archeologici chehanno accompagnato la costru-zione dell’ospedale» evidenziail direttore generale dell’Asl 2 diLucca, Joseph Polimeni, «erano

già stati raccontati nell’apprezza-ta mostra “Emersioni”, allestitanel mese di novembre del 2011nella Casermetta del Museo Na-zionale di Villa Guinigi a Lucca.Il progetto di musealizzazioneviene adesso completato e pre-sentato alla cittadinanza. Questopercorso rappresenta un esem-pio virtuoso di come l’impegnocondiviso di più soggetti, pubbli-ci e privati, si possa trasformarein una duratura acquisizione perla cultura».

Alla realizzazione di questopercorso l’Asl di Lucca, la So-printendenza ai Beni archeologi-ci della Toscana, la Sat Spa cheha realizzato il nuovo ospedale ela Fondazione Cassa di Rispar-mio di Lucca. Giulio Ciampoltri-ni della Soprintendenza archeo-logica della Toscana, oltre a cu-rare l’esposizione nell’atrio del“San Luca”, ha realizzato insie-me ai suoi collaboratori una pub-blicazione che descrive i rapidimutamenti che caratterizzanol’area di Arancio-San Filippo at-traverso 10 storie di grande fasci-

no e suggestione. «Le ricerche -spiega Ciampoltrini - sono parti-te da lontano, con gli accordi diprogramma fra Regione Tosca-na e ministero per i Beni cultura-li per la costruzione dei quattronuovi poli ospedalieri della To-scana settentrionale, nel 2005, econ l’applicazione sperimentaledi una forma di “archeologia ditutela”. La storia che hanno rac-contato anni di scavo, dal 2009al 2012, nel cantiere dell’ospeda-le San Luca e poi - fino a oggi -nei depositi e nei laboratori, ve-de vicende di mutamenti di pae-saggi e di insediamenti, dappri-ma in un ambiente dominato daifiumi, poi dalle strade che nedeterminano il complesso rap-porto con un polo urbano cosìvicino. Sono così stati evidenzia-ti un sepolcreto dell’VIII secoloa.C., un insediamento arcaicodel 600-550 a.C., un abitato delIII secolo a.C., una mansio d’etàromana, un lacus vinarius anco-ra d’età romana, altre forme diinsediamento della tarda antichi-tà, un edificio medievale nel Pae-

saggio della “Casa degli Aran-ci”, ceramiche contadine risalen-ti a fine Ottocento-inizio Nove-cento e una discarica del malatodegli anni 1920-30».

La Lucchesia è da sempre ter-ra ricca di storia e di tradizioniche l’Asl ha sentito il dovere ditramandare alle generazioni futu-re. Ne sono un’ulteriore confer-ma gli scavi archeologici portatiavanti proprio nell’area in cuisorge oggi l’ospedale S.Luca,che hanno restituito materiali digrande valore storico. La condi-visione con i cittadini è la primaforma di tutela del patrimonio el’atrio della struttura ospedalieraè luogo pubblico ideale per ospi-tare questa esposizione perma-nente, che mette in evidenza ilgrande lavoro effettuato in que-sti anni e che permette, tra l’al-tro, di mantenere i reperti neiluoghi in cui sono stati ritrovati.

«Il percorso museale e la pub-blicazione costituiscono unagrande occasione di promozionee diffusione delle conoscenze edi valorizzazione del patrimonio

storico e archeologico, a cui lanostra Fondazione è lieta di con-tribuire», ha detto il presidentedella Fondazione Cassa di Ri-sparmio di Lucca Arturo Lattan-zi, «complimenti, quindi, a tutticoloro che hanno reso possibilel’iniziativa, a cominciare ovvia-mente dai professionisti che han-no eseguito gli scavi».

All’inaugurazione oltre aPolimeni, Ciampoltrini e Lat-tanzi, erano presenti molte au-torità tra cui il capo di gabinet-

to della Prefettura di LuccaSabatina Antonelli e il vice-sindaco Ilaria Vietina. Ha pre-so parte all’inaugurazione an-che l’ex direttore generale del-l’azienda sanitaria luccheseOreste Tavanti, il quale avevadato il via a questo percorso,che aveva avuto come primatappa la mostra “Emersioni”del 2011.

Sirio Del Grandeufficio stampa Asl 2 di Lucca

particolare, l’attenzione alla perso-na, con lo studio dei determinantidi salute e di rischio oncologicolegati alla suscettibilità individualee agli stili di vita, la valutazione deicancerogeni ambientali e lo studiodelle strategie per la riduzione delrischio oncologico nell’ambiente divita e di lavoro; collegate con que-sti ambiti, le ricerche sulla defini-zione e modifica dei fattori di ri-schio legati agli stili di vita, e quellesugli interventi di prevenzione se-condaria.

Come opportuno, Ispo è ancheattivo nell’analisi e valutazioneoperativa di strategie innovativeper la diagnosi e terapia in senolo-gia, con precisa attenzione all’inno-vazione biomolecolare e diagnosti-ca in oncologia. L’intenso impegnoin campo oncologico produce pre-gevoli attività di ricerca che, sorte

all’interno dei temi istituzionali diIspo, si estendono anche alla pato-logia non oncologica, come gli stu-di sulle malattie professionali lega-te agli ambienti di lavoro e sugliincidenti domestici, gli studi sullacorrelazione tra mortalità e fattoriambientali e quelli più generali sul-la valutazione qualitativa e il moni-toraggio per il governo clinico.

D’altra parte una considerazio-ne a mio avviso obbligatoria ri-guarda il divario esistente fra unaprassi, quella degli screening, cheIspo ha messo a punto ed estesocon successo all’intera regione To-scana, e l’effettiva presenza nell’in-segnamento universitario curricu-lare e postcurriculare dei concettidello screening e delle competenzeconnesse con la sua applicazionesul campo. Si tratta di un divarioda colmare con urgenza, eventual-

mente attraverso specifici interven-ti nella programmazione didatticadei corsi. Un’osservazione proposi-tiva: credo sia giunto il momentodi interrogarsi, ma si tratterebbedi una domanda sostanzialmenteretorica, sul ruolo dell’Informa-tion communication technology.

In una fase della medicina incui il ricorso a Internet rappresen-ta un approccio sempre più estesoanche ai non “nativi digitali”, unsupporto importante per l’applica-zione e l’estensione delle azioni discreening potrebbe essere utilmen-te concertato fra Ispo e le Istituzio-ni per garantire una ancora piùampia estensione degli screeningdi successo progettati e gestiti daIspo.

* professore di Medicina internaUniversità di Firenze

Aou Careggi

bratore sociale.Nel corso del 2014, il servizio

sanitario regionale ha compiutodue scelte importanti nell’ambitodello screening ed entrambe ri-spondono al criterio dell’appro-priatezza. Lo scorso settembre laToscana ha deliberato definitiva-mente l’applicazione del test Hpvprimario - più sensibile ed effica-ce del tradizionale Pap test - co-me test di prevenzione per il car-cinoma della cervice uterina nel-le donne di età compresa tra i 34e i 64 anni. Un passaggio chesicuramente sta comportando deicosti, ma i sacrifici richiesti daquesta fase di transizione saran-no presto compensati: una voltaa regime, il nuovo programmapermetterà un risparmio nell’or-dine del 20 per cento.

L’altra importante novità ri-

guarda invece il programma discreening mammografico, che sa-rà esteso a tutte le donne toscanedi età compresa tra i 45 e i 74anni. Si tratta di un cambiamentoepocale nella battaglia contro iltumore al seno, il più diffuso nel-la popolazione femminile. Il fattodi garantire alle donne dei per-corsi organizzati di prevenzionesecondaria avrà sicuramente unaricaduta positiva in termine dirazionalizzazione delle prestazio-ni, riducendo sensibilmente quel-le “inutili”. Perché sia davveroefficace, l’appropriatezza peròdeve andare di pari passo con laricerca e l’innovazione. Anche suquesto fronte, Ispo, ancora unavolta, è pronto a dare il suo con-tributo.

* direttore generale Ispo

Percorso museale

2 23 dic. 2014-12 gen. 2015TOSCANA

Page 3: ONCOLOGIA Prevenzioneatuttoscreening

ONCOLOGIA Risultati positivi ma i programmi di screening risentono della crisi

I punti critici: alto tasso di «richiamo» e tempi d’attesa peggiorati

CARCINOMA COLORETTALE

CERVICE UTERINA

Intestino: popolazione a rischio ancora restia alla colonscopia

Adesione al 100% e ora «tocca» all’Hpv

I programmi di screeningmammografico in Regio-ne Toscana, avviati alla

fine degli anni ’90, sono or-mai una realtà piuttosto benconsolidata. La situazione at-tuale di continua riduzione dirisorse anche in ambito sani-tario suggerisce però di man-tenere alto il livello di guar-dia su queste attività, in mo-do da poter offrire comunqueun servizio di livello elevatoe a tutta la popolazione ogget-to dell’intervento.

Nel 2013 la carenza dirisorse umane e tecnologi-che in alcune Asl ha avutocome conseguenza un sensi-bile calo dell’offerta del ser-vizio rispetto all’anno prece-dente, anche se oltre228.000 donne toscane nellafascia di età 50-69 anni sonostate invitate a sottoporsi auna mammografia di scree-ning (93% della popolazio-ne bersaglio).

La partecipazione si con-ferma stabile e su valori altinell’ultimo quadriennio, conoltre 7 donne su 10 che ri-spondono all’invito. Questidati possono sicuramente mi-gliorare una volta messe inatto iniziative specifiche vol-te a favorire l’adesione dellepopolazioni nate all’esteroin Paesi a forte propensionemigratoria (Pfpm), che mo-strano un diverso atteggia-mento nei confronti di que-sto tipo di prevenzione.

Si mantengono complessi-vamente buoni i parametridi anticipazione diagnosticae di adeguatezza degli accer-tamenti: il tasso di tumoripiccoli identificati (minoridi un centimetro), la percen-tuale di tumori in situ e lafrequenza di tumori in sta-dio precoce rientrano tutti al-l’interno degli standard ac-cettabili, esprimendo nelcomplesso una buona sensi-bilità del programma.

Il programma di scree-ning ha permesso di diagno-

sticare oltre 800 tumori del-la mammella con una propor-zione di stadi avanzati deci-samente contenuta (inferioreal 20.%).

A fronte di questi buonirisultati permangono alcunecriticità legate a una com-plessità di fattori. Risulta an-cora alto e al di fuori deglistandard il tasso di richiamoper ulteriori approfondimen-ti, nonostante ci siano stateiniziative per contenere latendenza al richiamo (con-fronti multidisciplinari e ana-lisi congiunte tra i vari pro-fessionisti coinvolti). Verosi-milmente una nuova regola-mentazione in ambito medi-co-legale e assicurativo po-trebbe dare un grosso impul-so alla soluzione di questo

problema.L’altro punto dolente im-

portante è rappresentato daitempi di attesa che risultano

ulteriormente peggiorati. Ledifficoltà ad acquisire perso-nale dedicato all’attività dilettura e di esecuzione degli

approfondimenti diagnosticirendono ragione di questescarse performance. Per itempi di attesa del 2˚ livello

è stato recentemente attivatoun progetto di abbattimentodelle liste di attesa (Dgrt n.694 del 4 agosto 2014).

I tempi chirurgici sonoquelli che presentano le mag-giori criticità, in quanto, ol-tre ai ritardi maturati all’in-terno del programma di scre-ening, risentono anche deitempi di attesa per la dispo-nibilità delle sale operatorie.È auspicabile che con la pro-gressiva introduzione delleBreast unit a livello azienda-le ci possa essere una mag-giore e più razionale gestio-ne delle tempistiche.

Daniela Giorgidirigente biologo

S.c. Epidemiologia e ScreeningAsl 2 di Lucca

Adesione per luogo di nascita e fasce di età (anno 2013)

Andamento dell’estensione aggiustata * degli inviti (%) nel 2013

Adesione all’invito (%) dello screening cervicale per età (2013)

Seno, check tra luci e ombre

L o screening del carcinoma colorettale in Toscana ha ormai superato i 13anni di attività, dato che la nostra Regione è stata la prima in Italia ad

attivare la campagna per i tumori colorettali, in cui uomini e donne tra i 50 e i69-70 anni sono invitati ogni due anni a effettuare un semplice test (ricercadel sangue occulto fecale).

Nel 2013 sono state invitate in Toscana 447.386 persone, con un’estensio-ne pari al 91,5% della popolazione oggetto di questo intervento di prevenzio-ne. Hanno risposto all’invito 213.554 persone, con una partecipazione mediadi circa il 51%, un dato che da molti anni non mostra purtroppo segni diincremento (si veda grafico). Tra le persone che hanno effettuato il test,10.170 sono risultate positive (4,8%) e sono state invitate a sottoporsi aun’ulteriore indagine, la colonscopia, per capire le cause del sanguinamento.La colonscopia è l’esame diagnostico vero e proprio, che consente anche diasportare sia una buona parte delle lesioni tumorali benigne eventualmentepresenti (polipi adenomatosi o adenomi) che anche alcuni polipi già canceriz-zati, mentre i tumori invasivi vengono inviati a terapia chirurgica.

Nel 2013 in Toscana sono state fatte circa 7.847 colonscopie nelle personepositive al test. In queste, nell’87% circa dei casi è stata fatta un’esplorazionetotale del colon-retto, a testimonianza della qualità delle colonscopie discreening. In totale, in Toscana nel 2013 grazie allo screening si sonodiagnosticati 244 cancri e 1.511 adenomi avanzati (cioè a maggior rischio ditrasformazione tumorale maligna nel corso degli anni). In circa la metà deicasi di cancro, lo screening ha consentito la diagnosi in stadi precoci, cosa cheinvece non accade nella comune pratica clinica al di fuori dello screening.

Purtroppo non tutte le persone risultate positive al test accettano il consi-glio di sottoporsi alla colonscopia: il 22% di loro non risulta aver eseguitoulteriori indagini all’interno del percorso di screening e questo è particolar-mente preoccupante se si pensa che la probabilità che una persona risultatapositiva al test possa essere portatrice di adenomi avanzati o di un cancro èpiuttosto elevata (più di 1 persona su 4 tra quelle che fanno il test per la prima

volta).Molto rapidi sono stati i tempi di invio della risposta negativa del test

(quasi tutti spediti entro 21 giorni), mentre problemi seri si sono avuti perl’attesa dell’esame colonscopico, su cui è necessario intervenire con maggioririsorse.

Lo screening colorettale in Toscana costituisce una grande promessa disalute per i cittadini. In un’altra Regione, il Veneto, in cui sono stati registratibrillanti risultati in termini di partecipazione della popolazione all’invito discreening, già solo dopo 10 anni è stata rilevata una diminuzione dellamortalità per cancro colorettale superiore al 20%, a testimonianza dell’effica-cia di questo screening, che non tarderà a dare gli stessi risultati anche inToscana.

Grazia Grazzinidirigente medico

Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica

I l programma di screening per il tu-more della cervice uterina è un pro-

gramma ben consolidato in Toscana,con un’estensione degli inviti che co-pre il 100% della popolazione aventediritto, raggiungendo così l’obiettivoLea.

Nel 2013 è stata avviata l’imple-mentazione del test Hpv come test discreening primario in Toscana, che èstata una delle prime Regioni italiane aintrodurre questa importante innova-zione tecnologica. Il nuovo program-ma prevede l’implementazione delnuovo test a partire dalla fascia di età55-64 anni, per poi includere l’annosuccessivo la fascia di età 45-54 anni eil terzo anno l’intera fascia target34-64 anni. Una strategia simile perclasse di età è stata recentemente adot-tata anche dal Veneto e dall’EmiliaRomagna.

Il programma Hpv in Toscana nel

2013 è stato attivato in 3 Aziende Usl,una per ogni Area vasta. Complessiva-mente le Aziende Usl 9 Grosseto, Usl10 Firenze e Usl 12 di Viareggio han-no invitato 21.748 donne nella fasciad’età 55-64 anni. Anche l’adesioneall’invito si mantiene alta a confermadella grande fiducia e fedeltà delledonne toscane verso i programmi discreening cervicale. Per quanto riguar-da il test Hpv, i dati di adesione dispo-nibili dimostrano una buona accettabi-lità del nuovo test con valori che sonocomparabili a quelli osservati quandoè offerto il Pap test. Come nel 2012,osserviamo una minore risposta all’in-vito della popolazione migrante, spe-cialmente fra le più giovani e le piùanziane.

Nello screening con Pap test, il tria-ge con test Hpv per le citologie Asc-Us si conferma la migliore strategia digestione in termini di adesione al proto-

collo e di valore predittivo positivo perlesioni CIN2 o più gravi (CIN2+). Itempi di attesa per la lettura del Paptest con risultato negativo sono miglio-rati per molti programmi e il progressi-vo passaggio al test Hpv come test discreening primario per le donne di34-64 anni li ridurrà ulteriormente.

I programmi toscani sempre di piùadottano protocolli e procedure condi-vise non solo per il percorso delloscreening, ma anche per il follow-updopo colposcopia negativa o dopo trat-tamento di lesioni pre-invasive. Segui-re protocolli appropriati è particolar-mente importante in questa fase d’im-plementazione del test Hpv e ne garan-tisce l’efficacia. Effettuare il test Hpvcon intervalli inferiori a 5 anni o fare ilco-testing (test Hpv + Pap test) è uninutile spreco di risorse e rischia digenerare accertamenti e trattamentiinutili. Le lesioni diagnosticate nel

2013 sono state: 661 CIN1, 290 CIN2,346 CIN3, 11 adenocarcinomi in situ,13 carcinomi squamosi microinvasivi,9 carcinomi squamosi invasivi e 3 ade-nocarcinomi invasivi. Il tasso d’identi-ficazione diagnostica di lesioni CIN1 eCIN2+ diminuisce all’aumentare del-l’età, così come atteso in relazione allastoria naturale dell’infezione da Hpv e

ai dati di prevalenza dell’infezione daHpv per classe di età.

Anna Iossastruttura complessa prevenzione

secondaria screening, IspoFrancesca Maria Carozzi

laboratorio prevenzione oncologica,Ispo

23 dic. 2014-12 gen. 2015 TOSCANA 3

Page 4: ONCOLOGIA Prevenzioneatuttoscreening

DOCUMENTI Varata la nuova intesa per promuovere l’allattamento al seno nei punti n

Sì alla creazione di spazi dedicati e protetti per le mamme - Nelle Asl largo

LA GIUNTA REGIONALE

Premesso che l’Oms ha individua-to nel miglioramento della qualitàdella vita della madre e del bambinouno degli obiettivi sanitari prioritaria livello mondiale, indicando nellapromozione dell’allattamento ma-terno una scelta fondamentale, perla salute materno-infantile e dell’in-tera popolazione;

Premesso che la programmazio-ne regionale ha tra i propri obiettiviprioritari, già da molti anni, la tuteladella salute della madre e del bambi-no e indica, fra le azio-ni di Piano, il soste-gno e la promozionedell’allattamento ma-terno;

Visto il Piano sanita-rio e sociale integratoregionale 2012-2015approvato con Delibe-razione del Consiglioregionale n. 91 del5/11/2014, che mantiene tra le azio-ni strategiche per il percorso mater-no-infantile, la promozione dell’allat-tamento materno;

Vista la Dgr 784/2004 avente aoggetto «Azioni per la riqualificazio-ne e lo sviluppo della “rete mater-no- infantile” regionale in attuazio-ne del Psr 2002/2004. Indirizzi alleAziende sanitarie»;

Vista la Dgr 298/2012 avente adoggetto “La rete pediatrica regiona-le: missioni, percorsi e competen-ze”;

Vista la Dgr 381/2014 che appro-va in allegato il documento relativoal sistema regionale per il percorso

nascita;Rilevato che la Regione Toscana

ha partecipato:al programma ministeriale

“Promozione dell’allattamento ma-terno”, in collaborazione con l’Isti-tuto Superiore di Sanità;

al progetto europeo “Promotionof Breastfeeding in Europe”;

al progetto Oms/Unicef“Ospedali Amici dei Bambini” (Ba-by Friendly Hospital Initiative);

Richiamata la Dgr 968/2004 conla quale è stato approvato il proto-collo d’Intesa tra la Regione Tosca-na e il Comitato Italiano per l’Uni-cef-Onlus per la promozione dell’al-lattamento al seno e la candidaturadella Regione Toscana a “RegioneAmica dei Bambini”;

Ritenuto opportuno, a dieci annidi distanza, integrare l’intesa con ilComitato italiano per l’Unicef, attra-verso un nuovo Protocollo di Inte-sa che abbia come obiettivi imple-mentare le politiche regionali dedi-cate e ampliare la rete degli ospeda-li “amici dei bambini” e delle comu-

nità “amiche dei bam-bini”;

Visto lo schema diProtocollo di Intesatra la Regione Tosca-na e il Comitato italia-no per l’Unicef-Onlus, per la protezio-ne, promozione e so-stegno dell’allattamen-to al seno, di cui all’al-

legato A);Ritenuto di dare atto che il pro-

tocollo di cui allo schema in allega-to A non comporta oneri aggiuntivirispetto a quanto previsto nell’ambi-to della programmazione regionale;

Ritenuto di approvare il nuovoschema di Protocollo di Intesa dicui all’allegato A, parte integrante esostanziale del presente atto;

Considerato inoltre, che per ilraggiungimento degli obiettivi ogget-to del protocollo, si ritiene necessa-rio:

dare continuità e nuovo impulsoalle attività dell’Osservatorio regio-nale di cui alla Dgr 784/2004 e allaDgr 381/2014, dedicato al coordina-mento e alla promozione dell’allatta-mento materno nei punti nascita enel territorio della Toscana;

definire policies dedicate alla pro-mozione e al sostegno dell’allatta-mento materno, che coinvolgano,attraverso un protocollo di intesa,tutte le Aziende sanitarie della Re-gione Toscana;Visto il documento dedicato agliindirizzi alle Aziende sanitarie perla promozione e il sostegno dell’al-lattamento materno su tutto il terri-torio regionale di cui all’Allegato B;Ritenuto di approvare il suddettodocumento di cui all’Allegato B, par-te integrante e sostanziale del pre-sente atto;Visto il parere espresso dal Ctd(Comitato tecnico di direzione) nel-la seduta del 6/11/2014;

a voti unanimi

Delibera

1. di rinnovare il proprio impe-gno per la promozione dell’allatta-mento materno quale scelta fonda-mentale per la salute materno-infan-

tile e dell’intera popolazione;2. di approvare lo schema di pro-

tocollo di intesa tra la Regione To-scana e il Comitato italiano perl’Unicef Onlus per la protezione,promozione e sostegno dell’allatta-mento al seno, di cui all’allegato A,parte integrante e sostanziale delpresente atto;

3. di dare atto che il protocollodi cui allo schema in allegato A noncomporta oneri aggiuntivi rispettoa quanto previsto nell’ambito dellaprogrammazione regionale;

4. di approvare il documento de-dicato agli indirizzi alle Aziende sani-tarie per la promozione e il soste-gno dell’allattamento materno sututto il territorio regionale di cuiall’Allegato B; parte integrante e so-stanziale del presente atto;

5. di dare continuità e nuovoimpulso alle attività dell’Osservato-rio regionale di cui alla Dgr784/2004 e alla Dgr 381/2014 dedi-cato al coordinamento e alla pro-mozione dell’allattamento maternonei punti nascita e nel territoriodella Toscana.

ALLEGATO A

REGIONE TOSCANAE COMITATO ITALIANOPER L’UNICEF-ONLUS

PROTOCOLLO D’INTESAPER LA PROTEZIONE,

LA PROMOZIONEE IL SOSTEGNO

DELL’ALLATTAMENTOAL SENO

Premesso cheLa storia dell’uomo e anche la

medicina basata sulla evidenza di-mostrano l’importanza dell’allatta-mento al seno nella promozionedella salute con ricadute positivesul benessere fisico/relazionale dibambini e madri e con grande ri-sparmio di risorse per la comunità.

L’allattamento al seno non è sol-tanto una priorità di salute pubbli-ca ma anche un indicatore straordi-nario delle competenze culturali,professionali e organizzative di unasocietà e di un sistema sanitarioattento ai bisogni dell’infanzia.Considerato che

L’Assemblea mondiale della Sani-tà nella strategia globale per l’ali-mentazione dei neonati e dei bam-bini sollecita gli Stati membri adattuare politiche per l’alimentazio-ne dei neonati e dei bambini, garan-tendo a tutte le madri un sostegnoqualificato per iniziare e mantenerel’allattamento al seno in manieraesclusiva per sei mesi e comple-mentare fino a due anni e oltre ecomunque finché la mamma e ilbambino lo desiderano.

Il ministero della Salute, richia-mando le linee di indirizzo naziona-le sulla promozione, protezione esostegno dell’allattamento al senoinvita gli assessorati alla Sanità delleRegioni ad adoperarsi affinché ospe-dali e strutture territoriali si impe-gnino concretamente su questi te-mi anche aderendo alle iniziativeproposte da Oms/Unicef.

L’Unicef ha da sempre tra le suepriorità la salute e la corretta nutri-zione del bambino, a partire da:

- il Codice sulla commercializza-zione dei sostituti del latte mater-no (1981);

- la Convenzione dei diritti del-l’infanzia e dell’adolescenza (1989);

- la Dichiarazione congiuntaOms/Unicef sulla “Protezione, pro-mozione e sostegno dell’allattamen-to al seno: L’importanza del ruolodei servizi per la maternità” (1989);

- Strategia globale per l’alimenta-zione dei neonati e dei bambini(2002);

- la Dichiarazione degli Innocentidel 1990 e quella del 2005, la Di-chiarazione degli Innocenti del1990 riaffermata negli Obiettivi disviluppo del millennio e nel pro-gramma “2014 Committing to Chi-ld Survival: A Promise Renewed”.

Nelle ultime osservazioni conclu-sive rivolte all’Italia (2011) il Comi-tato Onu sui diritti dell’infanzia haraccomandato al nostro Paese dimigliorare la pratica dell’allattamen-to al seno esclusivo per i primi seimesi di vita del bambino anche me-diante azioni di sensibilizzazione eattività formative del personale chelavora nei reparti maternità, e haaltresì raccomandato allo Stato dirafforzare il monitoraggio della re-golamentazione commerciale vigen-te in materia di alimenti per i bam-bini e delle regole correlate allacommercializzazione dei sostitutidel latte materno.

Il Comitato italiano per l’Unicef-Onlus, coerentemente con questeindicazioni, promuove intese con iGoverni regionali per la promulga-zione di leggi e programmi utili apromuovere e proteggere l’allatta-mento al seno. L’iniziativa “Insiemeper l’Allattamento: Ospedali&Co-munità Amici dei Bambini”, fa partedei programmi internazionali cheaiutano i servizi sanitari a migliora-re con continuità le pratiche assi-stenziali, rendendo protagonisti igenitori e sostenendoli nelle scelteper l’alimentazione e la cura deipropri bambini. “Insieme per l’Allat-tamento” vuol dire anche una mag-giore accoglienza delle donne chesi trovano ad allattare in un luogopubblico e iniziative formative dedi-cate.

Un ospedale e un territorio ot-tengono il riconoscimento “Amicidei Bambini” quando garantisconol’applicazione di norme specifiche,e si impegnano a rispettare il“Codice internazionale per la com-mercializzazione dei sostituti dellatte materno” e le successive riso-luzioni dell’Assemblea Mondiale diSanità.

Nel luglio 1990 la città di Firen-ze ospitò un convegno internazio-nale congiunto Oms/Unicef cheprodusse un documento specificosull’importanza dell’allattamento alseno: prendendo spunto da un’anti-ca Istituzione fiorentina, il docu-mento fu intitolato “Dichiarazionedegli Innocenti”. Gli impegni assun-ti in quel documento sono staticonfermati e precisati in occasionedel 15˚ anniversario celebrato a Fi-renze.

La Regione Toscana ha aderitoper l’Italia alla sperimentazione delpiano d’azione europeo “Blueprint”del Progetto: “Promozione dell’al-

lattamento al seno in Europa” (Pro-getto U.e. n. Spc 2002359) e si èimpegnata a tradurre in pratica leiniziative previste. Il programma, ba-sato su interventi di provata effica-cia, integrati e coordinati, è statoimperniato su:

- Dichiarazione degli Innocenti1990 e 2005;

- Iniziativa Ospedale Amico delBambino;

- Codice internazionale per lacommercializzazione dei sostitutidel latte materno;

- Strategia globale per l’alimenta-zione dei neonati e dei bambini.

I Piani regionali sanitari e dellaprevenzione della Toscana conside-rano prioritaria l’attenzione al per-corso nascita e assumono l’impe-gno di sostenere e promuovere l’al-lattamento al seno. Questo preve-de l’intervento e la partecipazioneconsapevole di una pluralità di sog-getti istituzionali, professionali e so-ciali, impegnati ognuno, in relazio-ne alle proprie competenze e re-sponsabilità, a fare avanzare unalinea di qualità e di innovazionenella sanità toscana, affermando leragioni della collaborazione, dell’in-tegrazione e della formazione se-condo i criteri della medicina basa-ta sull’evidenza.

Fin dal 2004 la Giunta regionaleToscana, al fine di sviluppare e ri-qualificare la Rete materno-infanti-le, ha realizzato un investimentoparticolare sulla promozione dell’al-lattamento al seno in tutto il per-corso nascita, con l’istituzione diun gruppo di lavoro dedicato (Os-servatorio regionale), il sostegnoalla iniziativa Baby Friendly Hospi-tal e la firma di un protocollo diintesa tra Regione Toscana e Comi-tato Italiano Unicef-Onlus.

In Toscana sono 7 gli ospedaliriconosciuti Amici dei Bambini: P.o.Val di Chiana Senese (2002), Ospe-dale Nuovo del Mugello (2006),P.o. di Pistoia (2007), P.o. dell’AltaVal d’Elsa (2007), P.o. della Piana diLucca (2008), P.o. S.M. Annunziatadi Firenze (2008); P.o. delle Apua-ne (2010); altri due, Nuovo Ospe-dale S. Giovanni di Dio di Firenze el’Ospedale del Casentino (Ar), euna comunità (Asl 1 di Massa) han-no iniziato il percorso. A questestrutture si aggiunge l’Aou di Ca-reggi (Fi) che, prima Azienda ospe-daliero-universitaria in Italia a eleva-to numero di nati, ha già superatola “Fase 2” e ricevuto il Certificatodi impegno. La Toscana a tutt’oggiè la Regione che conta il maggiornumero di ospedali riconosciuti.

Tenuto conto dei riferimenti in-ternazionali nazionali e regionali edei molti obiettivi raggiunti dal2004 a oggi la Regione Toscanaintende celebrare i 10 anni di colla-borazione con Comitato italianoper l’Unicef-Onlus e rinnovare l’in-tesa per operare congiuntamentealla promozione, sostegno e difesadell’allattamento al seno.Si conviene di

dare continuità alla collaborazio-ne tra Regione Toscana e Comitatoitaliano per l’Unicef Onlus al fine di:

IL TESTO DEL PROVVEDIMENTO

Asse con l’Unicef per favorire i

(continua a pagina 5)

P ubblichiamo la delibera n.1025, approvata il 18 no-

vembre scorso dalla Giunta,con cui sono stati varati il pro-tocollo d’intesa tra Regione eUnicef Italia e gli indirizzi alleaziende sanitarie locali per lapromozione, il sostegno e latutela dell’allattamento ma-terno.

L’obiettivo è ampliareil network di ospedali«amici dei bambini»

4 23 dic. 2014-12 gen. 2015TOSCANA

direttore responsabileROBERTO NAPOLETANO

vice direttoreROBERTO TURNOcomitato scientificoValtere GiovanniniSusanna Cressati

Sabina NutiLucia Zambelli

reg. Trib. Milano n. 679 del 7/10/98Stampa: Il Sole 24 Ore Spa

Via Tiburtina Valeria (Ss 5) km 68,70067061 Carsoli (Aq)

Versione Pdf dell’Allegato al n. 47-48del 23 dic. 2014-12 gen. 2015 per la

pubblicazione sul sito della Regione Toscanawww.regione.Toscana.it

“Sanità Toscana” è una pubbli-cazione informativa realizzata inbase a un accordo tra Il Sole-24Ore Spa e la Regione Toscana

nascita regionali e nelle strutture del territorio

o all’aggiornamento degli operatori

- operare congiuntamente perdiffondere e sostenere in Toscanala partecipazione delle strutture sa-nitarie all’iniziativa “Insieme perl’Allattamento” estendendo la retedi Ospedali e Comunità “Amici deiBambini”;

- sostenere le competenze deglioperatori sanitari coinvolti nel per-corso nascita, attraverso iniziativeformative, stabili e coerenti con leraccomandazioni Oms/Unicef, nel-l’ambito della formazione continuae possibilmente nell’ambito deglistudi universitari;

- sostenere il ruolo dell’Osserva-torio regionale per l’allattamentoal seno, integrato da una figura desi-gnata dal Comitato italiano perl’Unicef-Onlus, nel coordinamentoe nella valorizzazione delle iniziati-ve già avviate o da avviare nelleAziende sanitarie toscane;

- promuovere la conoscenza e ilrispetto del Codice internazionaleper la commercializzazione dei so-stituti del latte materno e le succes-sive risoluzioni pertinenti dell’As-semblea mondiale della Sanità, valo-re etico strategico per la protezio-ne dell’allattamento al seno, e, nel-lo stesso tempo, la corretta infor-mazione dei consumatori e l’indi-pendenza professionale degli opera-tori;

- favorire la creazione di spazidedicati e protetti per l’allattamen-to nelle strutture sani-tarie e nelle comuni-tà, aderendo al pro-getto “Baby Pit Stop”dell’Unicef;

- organizzare unevento congiunto, acadenza triennale,per il monitoraggio ela valutazione nellaToscana della promo-zione, protezione e sostegno dell’al-lattamento materno.

ALLEGATO B

INDIRIZZI ALLE AZIENDESANITARIE DELLA TOSCANA

PER LA PROMOZIONEE IL SOSTEGNO

DELL’ALLATTAMENTO MATERNONELLA REGIONE TOSCANA

Premesso cheL’Assemblea mondiale della Sani-

tà nella Strategia globale per l’ali-mentazione dei neonati e dei bam-bini sollecita gli Stati membri adattuare politiche per l’alimentazio-ne dei neonati e dei bambini, garan-tendo a tutte le madri un sostegnoqualificato per iniziare e mantene-re l’allattamento al seno in manie-ra esclusiva per sei mesi e comple-mentare fino a due anni e oltre ecomunque finché la mamma e ilbambino lo desiderano.

Il ministero della Salute, richia-mando le linee di indirizzo naziona-le sulla promozione, protezione esostegno dell’allattamento al senoinvita gli assessorati alla Sanità del-le Regioni ad adoperarsi affinchéospedali e strutture territoriali siimpegnino concretamente su que-sti temi anche aderendo alle inizia-tive proposte da Oms/Unicef.

Nelle ultime osservazioni con-clusive rivolte all’Italia (2011) il Co-

mitato Onu sui diritti dell’infanziaha raccomandato al nostro Paesedi migliorare la pratica dell’allatta-mento al seno esclusivo per i primisei mesi di vita del bambino anchemediante azioni di sensibilizzazio-ne e attività formative del persona-le che lavora nei reparti maternità,e ha altresì raccomandato allo Sta-to di rafforzare il monitoraggio del-la regolamentazione commercialevigente in materia di alimenti per ibambini e delle regole correlatealla commercializzazione dei sosti-tuti del latte materno.

Il Comitato italiano per l’Unicef,coerentemente con queste indica-zioni, promuove intese con i Go-verni regionali per la promulgazio-ne di leggi e programmi utili a pro-muovere e proteggere l’allattamen-to al seno.

L’iniziativa “Insieme per l’Allatta-mento: Ospedali&Comunità Amicidei Bambini”, fa parte dei program-mi internazionali che aiutano i ser-vizi sanitari a migliorare con conti-nuità le pratiche assistenziali, ren-dendo protagonisti i genitori e so-stenendoli nelle scelte per l’alimen-tazione e la cura dei propri bambi-ni. “Insieme per l’Allattamento”vuol dire anche una maggiore acco-glienza delle donne che si trovanoad allattare in un luogo pubblico einiziative formative dedicate.

Considerato cheLa Regione Tosca-

na ha promosso giàda molti anni politi-che attive e integrateper la protezione, lapromozione e il so-stegno dell’allatta-mento al seno, qualescelta fondamentaleper la tutela della sa-lute materno-infanti-

le, nonché dell’intera popolazione.La Regione Toscana ha parteci-

pato- al programma ministeriale

“Promozione dell’allattamento ma-terno”, in collaborazione con l’Isti-tuto Superiore di Sanità;

- al progetto europeo“Promotion of Breastfeeding in Eu-rope”;

- al progetto Oms/Unicef“Ospedali Amici dei Bambini” (Ba-by Friendly Hospital Initiative).

Fin dal 2004 la Giunta regionaleToscana, al fine di sviluppare e ri-qualificare la rete materno-infanti-le, ha investito particolarmente sul-la promozione dell’allattamentomaterno in tutto il percorso nasci-ta, con l’istituzione di un gruppo dilavoro dedicato (Osservatorio re-gionale), il sostegno alla iniziativaBaby Friendly Hospital e la firma diun protocollo di intesa RegioneToscana Unicef.

La programmazione regionale eaziendale, da oltre dieci anni e finoall’ultimo Piano sanitario e socialeintegrato regionale 2012-2015, haprevisto azioni strategiche a riguar-do.

In Toscana attualmente sonosette gli ospedali riconosciuti Ami-ci dei Bambini (P.o. delle Apuane,P.o. della Piana di Lucca, P.o. diPistoia, P.o. Val di Chiana Senese,

P.o. dell’Alta Val d’Elsa, OspedaleNuovo del Mugello, P.o. S.M. An-nunziata di Firenze); altri due(Ospedale S. Giovanni di Dio diFirenze, e l’Ospedale del Casenti-no) e una comunità (Asl 1 di Mas-sa) hanno iniziato il percorso. Aqueste strutture si aggiunge l’Aoudi Careggi (Fi) che, prima aziendaospedaliero-universitaria in Italia aelevato numero di nati, ha già supe-rato la “Fase 2” e ricevuto il Certi-ficato di impegno. La Toscana atutt’oggi è la Regione che conta ilmaggior numero di ospedali rico-nosciuti.

Tenuto conto dei riferimenti in-ternazionali nazionali e regionali edei molti obiettivi raggiunti dal2004 a oggi, la Regione Toscana hacelebrato i 10 anni di collaborazio-ne con Comitato italiano per l’Uni-cef rinnovando l’intesa per la pro-mozione, il sostegno e la difesadell’allattamento materno, con lastipula di un nuovo protocollo, icui obiettivi sono:

- operare congiuntamente per lapartecipazione delle strutture sani-tarie all’iniziativa “Insieme per l’Al-lattamento”, estendendo in Tosca-na la rete di Ospedali e Comunità“Amici dei Bambini”;

- sviluppare le competenze deglioperatori sanitari coinvolti nel per-corso nascita, attraverso iniziativeformative, stabili e coerenti con leraccomandazioni Oms/Unicef;

- sostenere il ruolo dell’Osserva-torio regionale per l’allattamento,anche attraverso la presenza diuna figura designata dal Comitato

italiano per l’Unicef Onlus, nel co-ordinamento e nella valorizzazionedelle iniziative già avviate o da av-viare nelle Aziende sanitarie tosca-ne;

- promuovere la conoscenza e ilrispetto del Codice internazionaleper la commercializzazione dei so-stituti del latte materno e le suc-cessive risoluzioni pertinenti del-l’Assemblea mondiale della Sanità,quale valore etico strategico; pro-muovere altresì la corretta infor-mazione dei consumatori e l’indi-pendenza professionale degli ope-ratori;

- favorire la creazione di spazidedicati e protetti per l’allattamen-to nelle strutture sanitarie e nellecomunità, aderendo al progetto“Baby Pit Stop” dell’Unicef;

- organizzare un evento congiun-to, a cadenza triennale, per il moni-toraggio e la valutazione nella To-scana della promozione, protezio-ne e sostegno dell’allattamento ma-terno.

Per il raggiungimento degliobiettivi oggetto del protocollo, siritiene necessario coinvolgere leAziende sanitarie nella definizionedi policies dedicate alla promozio-ne e al sostegno dell’allattamentomaterno.

Le Aziende sanitarie sono per-tanto tenute a indicare gli interven-ti specifici con cui dare ulterioresviluppo alle linee di programma-zione condivise in questi anni, non-ché per raggiungere gli obiettividell’intesa tra Regione Toscana eUnicef Italia.

Si ritiene opportuno- Confermare le scelte aziendali

di programmazione riguardo allapromozione e al sostegno dell’allat-tamento al seno, quali obiettivi fon-damentali di salute materno-infanti-le e per l’intera popolazione tosca-na.

- Consolidare le policies azienda-li a riguardo, e in particolare imple-mentare:

- gli interventi per lo sviluppodella cultura e della pratica dell’al-lattamento materno, in tuttal’Azienda;

- le azioni di monitoraggio, mi-glioramento e sviluppo di percorsidi riconoscimento di struttureospedaliere e territoriali delleAziende sanitarie toscane come“Amici dei Bambini BfhOms/Uni-cef”;

- gli interventi formativi e diaggiornamento per lo sviluppo del-le competenze e delle conoscenzedegli operatori di settore e di per-corso;

- gli interventi di monitoraggiodel rispetto del Codice internazio-nale per la commercializzazionedei sostituti del latte materno;

- la diffusione di buone pratichesviluppate in questi anni dalleAziende sanitarie coerenti con leraccomandazioni Oms/Unicef.

- Prevedere nella organizzazio-ne aziendale, referenti per la colla-borazione con l’Osservatorio re-gionale per l’allattamento, al finedi di dare continuità alle azioni giàavviate.

(segue da pagina 4)

il latte maternoDisco verde al progetto della Società della salute della Versilia: fondi per 60mila euro

INTERVENTI CONTRO IL POLIABUSO DI SOSTANZE

Pubblichiamo la delibera n. 1024 del 18 no-vembre scorso, con cui la Giunta regiona-

le ha approvato il progetto di «Assistenza allapopolazione ad alta marginalità sociale e conpoliabuso di sostanze» presentato dalla Socie-tà della salute della Versilia e volto a costruireinterventi socioassistenziali in rete per i tossi-codipendenti.

Tossicodipendenti,la presa in carico viaggia in rete

LA GIUNTA REGIONALE

Vista la Lr 24 febbraio 2005 n. 40 “Disciplina delservizio sanitario regionale”;

Visto il Piano sanitario regionale 2008-2010, adottatodal Consiglio regionale con deliberazione n. 53 del 16luglio 2008 che, al punto 5.6.2.2, impegna la RegioneToscana al potenziamento della rete dei servizi pubbliciattraverso l’approccio globale a tutte le forme di dipenden-za e l’individuazione di azioni specifiche;

Visto il nuovo Piano sanitario e sociale integrato regio-nale (2012-2015) approvato con deliberazione del Consi-glio regionale 91 del 5 novembre 2014 che attribuiscerilevanza strategica alla presa in carico dei pazienti chepresentano problematiche da abuso di sostanze stupefacen-ti e dipendenze patologiche;

Preso atto del Progetto di “Assistenza alla popolazionead alta marginalità sociale e con poliabuso di sostanze”presentato Società della Salute della Versilia, allegato A)al presente atto quale parte integrante e sostanziale;

Dato atto che il Progetto citato definisce le proprieazioni di presa in carico del paziente mediante la costruzio-ne di un servizio “in rete” teso alla realizzazione di inter-venti socio-assistenziali diretti a soggetti tossicodipendentie in programmi info-educativi sia individuali che di grup-po coinvolgendo anche il contesto familiare e la comunitàdi riferimento;

Verificato che tale progetto riveste, per le sua caratteri-stiche, indubbio interesse regionale;

Valutato che, per far fronte a quanto previsto nell’Alle-gato A), è necessario un finanziamento regionale, a favoredella Azienda sanitaria Usl 12 della Versilia, così quantifi-cato:

- 30.000,00 quale finanziamento per le azioni di cuiall’allegato A), per l’annualità 2014, da prenotarsi sulcapitolo 24187 “Promozione della salute e progetti innova-tivi in Sanità” del bilancio regionale 2014, che presenta lanecessaria disponibilità;

- 30.000,00 quale finanziamento per le azioni di cuiall’allegato A), per l’annualità 2015, da prenotarsi sulcapitolo 24187 “Promozione della salute e progetti innova-tivi in Sanità” del bilancio pluriennale 2014/2016, chepresenta la necessaria disponibilità;

Ritenuto, quindi, di impegnare la società della salutedella Versilia a fornire le relazione sulle attività oggetto difinanziamento e sulle relative spese sostenute;

Vista la Lr n. 78 del 24 dicembre 2013 “Bilancio diprevisione per l’anno finanziario 2014 e pluriennale2014/2016”;

Vista la Dgr n. 2 del 7 gennaio 2014 “ApprovazioneBilancio gestionale per l’esercizio finanziario 2014 e Bilan-cio gestionale pluriennale 2014/2016”;

a voti unanimi

DELIBERA

1. di approvare il Progetto di “Assistenza alla popolazio-ne ad alta marginalità sociale e con poliabuso di sostanze”presentato dalla Società della Salute della Versilia, allegatoA) al presente atto quale parte integrante e sostanziale;

2. di precisare che, per far fronte a quanto previstonell’Allegato A), è necessario un finanziamento regionale,a favore della Azienda Sanitaria Usl 12 della Versilia, cosìquantificato:

- 30.000,00 quale finanziamento per le azioni di cuiall’allegato A), per l’annualità 2014, da prenotarsi sulcapitolo 24187 “Promozione della salute e progetti innova-tivi in Sanità” del bilancio regionale 2014, che presenta lanecessaria disponibilità;

- 30.000,00 quale finanziamento per le azioni di cuiall’allegato A), per l’annualità 2015, da prenotarsi sulcapitolo 24187 “Promozione della salute e progetti innova-tivi in Sanità” del bilancio pluriennale 2014/2016, chepresenta la necessaria disponibilità;

4. di impegnare la società della Salute della Versilia afornire le relazione sulle attività oggetto di finanziamento esulle relative spese sostenute.Cruciale promuovere

l’indipendenzadegli operatori

5 23 dic. 2014-12 gen. 2015 TOSCANA

Page 5: ONCOLOGIA Prevenzioneatuttoscreening

FEMMINICIDI

PARLA L’AUTRICE DEL REPORT

LA RETE

Presentato a Lucca il sesto rapporto toscano sulla violenza di genere

L a Toscana ha fatto sei.Non si tratta dell’ini-zio di una collezione,

quanto di un serio e utilelavoro di conoscenza di unfenomeno che merita di es-sere indagato, approfonditoe seguito nel tempo per po-ter intervenire in manierapiù efficace per ridurne leproporzioni.

Stiamo parlando dellaviolenza di genere e del Se-sto rapporto toscano su que-sto fenomeno, recentementepresentato a Lucca da Da-niela Bagattini e ValentinaPedani, le due curatrici chelo hanno redatto per contodella Regione Toscana attra-verso l’Osservatorio socialeregionale.

Che si tratti di un fenome-no di notevole entità lo dico-no alcuni dati di sintesi, pri-mi fra tutti quelli sui femici-di.

Dal 2006 aoggi sono 63le donne ucci-se in Toscanavittime di vio-lenza: 7 ognianno. Si stimache abbianoperso circa2.000 anni divita e hanno lasciato 38 or-fani. I minori sono anch’es-si vittime: sono oltre 6.000quelli che negli ultimi 4 an-ni hanno assistito a episodidi violenza.

Dal 1˚ luglio 2009 al 30giugno 2014 si sono rivolteai Centri antiviolenza tosca-ni 10.819 donne. Rispettoal 2009 il numero di acces-si è aumentato del 45,7%.Negli ultimi cinque anni leitaliane hanno rappresenta-to il 69,3 dell’utenza, con-tro il 30,7% delle straniere.Il 69,9% delle donne italia-ne è arrivato ai Centri diret-tamente, contro il 49,3%delle straniere. Il 66% delleutenti prima di arrivare aun Centro antiviolenza si èrivolto almeno a un altroservizio territoriale e sonosoprattutto le donne stranie-re a farlo.

L’utente tipo è una don-na “normale”: adulta, nelpieno della vita lavorativa,nel caso delle italiane, piùgiovane e con una situazio-ne lavorativa più incerta sestraniera. Solo un terzo del-le donne ha dichiarato diessere vittima di un unicotipo di violenza (stalking,nel 40,6% dei casi, e mob-bing, 52,5%). La maggiorparte, il 43,7%, di avernesubiti 2 tipi, il 18% di 3tipologie. Fisica, psicologi-ca ed economica sono quel-le tipiche tra le mura dome-stiche e le vittime sono so-prattutto donne straniere.Mobbing e stalking sono dif-fusi soprattutto tra le italia-ne. Chi ha dichiarato diaver subìto violenza econo-mica di solito è conviventee il 24,1% ha un proprio

reddito fisso.Dal 1˚ luglio 2010 al 30

giugno 2014 i ragazzi chehanno visto, prevalente-mente in casa, le propriemadri vittime di un sopru-so sono stati 8.342, 6.084dei quali minorenni. 4.653le donne che hanno dichia-rato di avere figli che han-no preso parte alla violen-za da loro subìta. Oltre5.500 utenti su 7.843 nonavevano sporto denuncia,165 l’avevano ritirata. Lapropensione alla denunciaè correlata positivamentealla presenza di figli testi-moni e alla “lontananza”in termini di relazione af-fettiva o parentale tra vitti-ma e carnefice. Insommale donne sono più propen-se a denunciare se ci sonofigli da difendere dalla vio-lenza e se il denunciato

non è un pa-rente né unamico.

Ai Servizidi ascolto peruomini mal-trattanti, chedopo l’avviodel Cam di Fi-renze, nel2009, sono

poi nati anche a Lucca, Pisae Livorno, gli uomini segui-ti sono circa 350. In un an-no e mezzo sono stati circa3.000 gli accessi ai prontosoccorso a cui è stato attri-buito un Codice rosa, quel-lo che contraddistingue levittime di violenza. E indue anni sono stati 4.000quelli ai consultori per moti-vi di abuso e maltrattamen-to.

Riguardo al fenomenodel femicidio, epidemiologidell’Ispo in collaborazionecon sociologi dell’Osserva-torio sociale regionale, han-no condotto uno studio attra-verso l’analisi dei dati at-tualmente disponibili e uti-lizzando un criterio scientifi-co che ha incrociato i casipresenti nelle rassegne stam-pe di quotidiani e lanci diagenzie con le informazioni

riportate sulle schede Istatdi decesso, documenti chevengono compilati dai medi-ci al momento della consta-tazione della morte di unapersona.

Nella maggior parte dei63 delitti perpetrati dal2006 a oggi in Toscana permotivi di genere si è trattatodi omicidi commessi dalpartner o dall’ex partner del-le vittime. A uccidere sonostati anche familiari, amici,datori di lavoro, killer occa-sionali, oppure clienti nelcaso in cui le donne fosseroprostitute. Vendetta, gelo-sia, incapacità di accettarela fine di un rapporto e vo-lontà di sottomissione: i mo-venti sono i più disparati. Ilpiù delle volte gli omicidisono legati a una relazionesentimentale, ancora in attoo pregressa: nel 55,6% deicasi a commettere il delittoè stato il partner, mentre nel-l’11, 1% la responsabilità èdell’ex. L’età media dellevittime è di 53 anni.

Tra i dati messi in lucedallo studio, vale la penasottolineare che circa il25% delle donne uccise ingiovane età è originaria diun paese straniero: giovanisono tutte le straniere ucci-se e il loro tasso di vittimiz-zazione è molto elevato (ilrischio relativo di femicidionelle straniere residenti inToscana è superiore di 3,4volte rispetto a quello delleitaliane).

Tra le donne italiane idelitti sono distribuiti sututte le classi di età, ma iltasso di mortalità subisceun’impennata dopo gli 80anni. I delitti in cui le vitti-me sono anziane, sono spes-so riconducibili alla soffe-renza o alla malattia invali-dante della donna, una con-dizione a cui gli uominiche sono chiamati a occu-parsene non riescono a farfronte.

A cura diTiziano Carradori

Agenzia Toscana Notizie

Allarme bimbi: in 6mila hanno assistito ai maltrattamenti delle madri

«Tra le mura domestiche il nodo da affrontare»

Concerto rosaper cambiare

E nti locali, Asl, Centri anti-violenza, forze dell’ordi-

ne, prefetture, scuole, associa-zionismo: sono molti i sogget-ti chiamati a lavorare in siner-gia per realizzare quel“concerto rosa” capace di ri-durre la violenza di genere dauna parte e di aiutare le vitti-me dall’altra.

Si parte intanto da una buo-na notizia: per la prima voltaquest’anno ci sono fondi dadistribuire alle strutture e inparte da destinare al finanzia-mento dei progetti di aiuto. Sitratta di oltre 762mila euroche per la prima volta il Dipar-timento per le pari opportuni-tà della Presidenza del Consi-glio ha destinato alle Regioni.

E l’intenzione della Tosca-na è quella di aggiungere aquesta cifra, con la Finanzia-ria regionale, un ulteriore stan-ziamento dal proprio bilancioper il 2015, anno in cui lerisorse romane dovrebbero es-sere confermate. L’obiettivoè quello di favorire lo svilup-po delle reti e delle azioni diprevenzione e contrasto allaviolenza di genere. Stiamoparlando di ascolto, orienta-mento, protezione (anche at-traverso la messa a disposizio-ne di case rifugio o di altriposti d’accoglienza), e di rein-serimento sociale e lavorati-vo.

Un altro ambito al quale sista lavorando da qualche tem-po e che recentemente si èrafforzato attraverso la crea-zione di tre centri nella fasciacostiera, è quello relativo aiprogrammi destinati agli uo-mini autori di violenze. Firen-ze ha fatto da capostipite conil suo Centro di ascolto uomi-ni maltrattanti (Cam) di Firen-ze e cui si sono aggiunti l’As-sociazione Livorno uomini in-sieme (Lui), l’AssociazioneNuovo Maschile di Pisa e loSportello di aiuto uomini mal-trattanti (Sam) di Lucca. Quii numeri sono minori. Stiamoparlando di circa 300-250utenti in tutta la Regione, maè importante intervenire an-che su questo lato del fenome-no. Il primo requisito per chivi accede è la rinuncia al-l’esercizio della violenza. Ilsecondo è il lavoro per ricono-scere le dinamiche che indu-cono a compiere le violenze.

È la “cultura” del possessoe della prevaricazione la piùdifficile da estirpare. Sono glistereotipi maschilisti i piùcomplicati da contrastare econfutare. Ogni anno in To-scana si scatta una fotografiadei loro esiti. La foto apparesempre più nitida e definita.Il lavoro che viene svolto ser-ve a far sì che riguardi unnumero progressivamente mi-nore di vittime.

In otto anni 63 donne ucciseLa fotografia del fenomeno

Le utenti

«L a capacità di far rete è cresciuta. Negli ultimi seianni abbiamo assistito al processo di maturazione

dei vari attori coinvolti. Il territorio regionale era un po’ amacchia di leopardo, mentre adesso abbiamo una situazio-ne più omogenea».

È questo il primo giudizio di Daniela Bagattini, unadelle curatrici del VI Rapporto sulla violenza di genere, maautrice anche dei precedenti cinque, tanto da rappresentareun’osservatrice privilegiata e informata del fenomeno. Checoinvolge in primo luogo le donne, ma anche le altre fascedeboli della popolazione come gli anziani, gli immigrati,gli omosessuali. Per loro in ogni Provincia della Toscana cisono almeno un Centro antiviolenza e uno sportello d’ascol-to, mentre le case rifugio sono presenti in sette Province sudieci. In totale i centri antiviolenza toscani sono circa unaventina e dieci le case rifugio. Ma occorre considerare chequalcuno ha più di una sede e che non esistono né normati-va né un regolamento che ne definiscano esattamente lecaratteristiche.

«Ciò che abbiamo potuto riscontrare - aggiunge Bagatti-ni - è che se aumentano i centri crescono anche gli accessi eche il Codice Rosa ha dato un contributo determinanteall’emersione del fenomeno. Tutto, o quasi, avviene tra lemura domestiche o comunque all’interno dei rapporti inter-familiari. È lì che dovremmo essere capaci di intervenire.Anche perché chi assiste a violenze è più portato a replicar-le. Il problema è come riuscire a coordinare gli sforzi e afar agire in sinergia i servizi territoriali che abbiamo».

E su che cosa vorreste lavorare in vista del settimorapporto? «Vorremmo esaminare le storie delle donne ucci-se per capire se sono passate da qualcuno dei centri esisten-ti. L’obiettivo è cercare di affrontare al meglio i problemi erisolverli. La scommessa da vincere è come fare per esserepiù efficaci. Una delle cose da fare è promuovere sempre dipiù e meglio i servizi e i centri che abbiamo sul territorio.Infine c’è un altro grande tema: quello dei minori cheassistono alle violenze: come si interviene su di loro?Come si vede, la strada da percorrere è ancora molta».

Il killer è quasi sempreil compagno, ilmaritoo l’ex partner

6 23 dic. 2014-12 gen. 2015TOSCANA

Page 6: ONCOLOGIA Prevenzioneatuttoscreening

Iprimi al mondo a descrivere l’infezio-ne da Hiv nei bambini talassemicisono stati gli specialisti del Centro di

riferimento regionale (Crr) per la preven-zione e cura dei bambini affetti da Aidsdell’Ospedale pediatrico Meyer di Firen-ze. Uno dei tanti primati del Centro fioren-tino che dai primi anni ’80 segue i bambi-ni con infezione da Hiv o nati da madreHiv positiva. A ricordarlo è il personaledel Meyer che lunedì 1˚ dicembre, inoccasione della Giornata mondiale control’Aids, ha indossato il simbolico fiocco

rosso. Il Centro, che ha sede presso la Soddi Malattie infettive del Dai di Pediatriainternistica, coordina il Registro naziona-le per l’infezione da Hiv in pediatria, natonel 1985 per iniziativa di Maurizio deMartino, a cui hanno via via aderito fino a106 centri italiani e le cui finalità sonoquelle di studiare gli aspetti epidemiologi-ci, immunologici e clinici dell’infezioneda Hiv in età pediatrica. Un’esperienzapositiva che ha seminato cultura tra i pe-diatri in Italia e nel mondo, consentendouna omogeneità di approccio gestionale

all’infezione da Hiv del bambino e rappre-sentando un modello di sinergia scientifi-ca e organizzativa anche per altre patolo-gie pediatriche. Un impegno che ha datovita allo studio multicentrico che ha svi-luppato importanti linee guida.

Il risultato di questa duratura collabora-zione, una delle più fertili sul piano nazio-nale e internazionale, ha contribuito allaconoscenza di molti aspetti dell’infezioneda Hiv in età pediatrica che si sono con-cretizzati in numerosissime pubblicazioniscientifiche a livello internazionale (quali

Lancet, Jama, Clinical Infectious Disea-ses, Pediatrics, Aids, e molte altre). Pro-prio a seguito di due pubblicazioni suLancet, il Registro nel 1994 è stato convo-cato ad Atlanta per contribuire alla defini-zione delle categorie cliniche e immunolo-giche nel bambino con infezione da Hiv.La classificazione Cdc 1994 che ne deri-vò è ancor oggi attuale e valida in tutto ilmondo. Ed è proprio grazie al Registronazionale per l’infezione da Hiv in pedia-tria, organo di consulenza nazionale delministero della Sanità, dell’Istituto supe-

riore di sanità e della Commissione nazio-nale Aids, che è possibile averne i contor-ni in ambito pediatrico in Italia.

Al Registro sono stati segnalati dal1985 oltre 9.900 bambini con infezioneda Hiv o nati da madre Hiv+. Attualmen-te in Italia sono seguiti oltre 700 bambinie adolescenti con infezione da Hiv, conun’età mediana di 13 anni e oltre 500bambini nati ogni anno da madri Hiv+.

Roberta Rezoalliufficio stampa Aou Meyer Firenze

FIRENZE

EMPOLI FIRENZE/ 2 PRATO

L’ospedale pediatrico è in prima linea nello studio dell’infezione

Il centro di riferimento regionale coordina il Registro nazionale

IN BREVE

Ivolontari delle associazioni chesi occupano di animali adesso

potranno collaborare, tramite unaconvenzione, presso le strutturedel servizio di Igiene urbana veteri-naria della Asl 10 di Firenze.

L’azienda sanitaria di Firenzeha approvato in questi giorni iltesto di un avviso pubblico - pub-blicato sul sito internet e neglialbi dei Comuni richiedenti i ser-vizi - per poter procedere all’isti-tuzione di un albo per associazio-ni di volontariato al quale attinge-re per attivare convenzioni e concui poter eventualmente avviareuna collaborazio-ne ai fini della ge-stione di alcuniservizi di igieneurbana e veterina-ria quali il recu-pero di animali,la tutela delle co-lonie feline e ilservizio di vigi-lanza zoofila.

La novità e la motivazione perla costituzione di un albo è quelladi poter avere una garanzia perl’effettivo possesso dei requisiti ri-chiesti e dunque poter prestarequei servizi, a tutti gli effetti pubbli-ci, di supporto all’attività del servi-zio veterinario. Le convenzioni pre-vedono un rimborso forfettario del-la spesa, per ciascun servizio forni-to dall’associazione quali il recupe-ro animali, la tutela delle coloniefeline, il recupero di soggetti diavifauna presenti nelle città, il ser-

vizio di vigilanza zoofila. I turniper il recupero animali dovrannocoprire il pomeriggio e la nottecon presenza per turno di due vo-lontari formati e addestrati e la se-de del servizio sarà quella dellaAsl in viale Corsica.

Per quanto riguarda la tuteladelle colonie feline il servizio do-vrà essere garantito attraverso lacreazione di uno sportello utenti. Ilservizio, oltre alla gestione dellosportello, dovrà garantire attività disopralluogo, cattura e soccorso gat-ti di colonia in orario diurno, acco-glienza felini in gattili-rifugi di pro-

prietà dell’asso-ciazione, integra-zione delle attivi-tà di soccorso esterilizzazione,nonché counse-ling relativo a pro-blematiche di con-vivenza con gattiin città, d’intesa esu indicazioni del

servizio igiene urbana veterinaria.I servizi di cui sopra, una voltaattivati, sono da considerarsi servi-zi pubblici a tutti gli effetti.

Al termine della prevista sele-zione, sarà formato un albo, aggior-nato a cadenza triennale, attraversoil quale promuovere la collabora-zione del Volontariato nelle attivi-tà operative del Servizio di Igieneurbana veterinaria.

Isabella Fratiufficio stampa Asl 10 Firenze

Hiv e bimbi, primato Meyer

A ll’Asl 4 di Prato si sta speri-mentando la tecnologia v-

Assist nella sanità d’iniziativa.Si tratta di una applicazione diteleassistenza a disposizione deipazienti che potranno comunica-re al proprio infermiere o fisiote-rapista informazioni riguardo al-la corretta assunzione della tera-pia, l’attività fisica praticata esegnalare eventuali alterazionidel proprio stato di salute. Leinformazioni sono trasmessedal paziente vocalmente attivan-do la App disponibile su unosmartphone, consegnato ai pa-zienti che hannoaderito alla speri-mentazione.

L’applicazio-ne è dotata diquestionari voca-li a cui il pazien-te risponde; imessaggi sono ri-cevuti da infer-mieri e fisiotera-pisti che possono monitoraregiornalmente il programma tera-peutico del paziente. L’App per-mette di estendere l’interventodi educazione alla salute già ini-ziato dal paziente in ambulato-rio o nella sede riabilitativa pro-muovendo una maggiore auto-nomia nella persona assistitaper la gestione della malattia. Ipazienti possono interagire congli operatori sanitari con il van-taggio di non spostarsi da casaper eseguire tutte quelle attività

effettuate in ambulatorio mante-nendo un contatto costante e fre-quente.

v-Assist è un progetto speri-mentale rivolto, in questa fase,a pazienti in condizioni di croni-cità, con bronchite cronicaostruttiva o esiti di ictus. Lostudio è condotto dalla Direzio-ne infermieristica e dall’Unitàoperativa recupero e riabilitazio-ne funzionale dell’Asl 4 con ilsupporto gratuito dell’aziendaIntegrazioni e Sistemi S.p.a. diRoma. Il progetto si realizza nelpercorso della Sanità di Iniziati-

va attraverso illavoro integratodi diversi pro-fessionisti (me-dici di medici-na generale,specialisti, infer-mieri, terapisti).

L’obiettivo èquello di favori-re la capacità

delle persone assistite di agirecon livelli propri di autocuranella gestione quotidiana dellapropria malattia cronica in mo-do da sviluppare il maggior li-vello di autonomia possibile. Ilsupporto di una App è utile perverificare nuovi percorsi di curae migliorare i servizi assistenzia-li anche attraverso l’integrazio-ne ospedale-territorio.

Vania Vannucchiufficio stampa Asl 4 Prato

▼ VIAREGGIOSono 14 le Residenze sanitarie assisten-ziali presenti sul territorio della Versilia.Offrono un servizio importante e qualifi-cato che la Asl 12 di Viareggio ha deci-so di promuovere realizzando un praticoed esauriente depliant a colori di 33pagine che vuole rappresentare uno stru-mento utile al cittadino per “orientarsi”nel mondo della residenzialità che laVersilia offre agli anziani e alle lorofamiglie. Un mezzo informativo destina-to all’utenza realizzato in due versioni:cartacea per una capillare distribuzione alargo raggio e in pdf, per una consulta-zione diretta attraverso il sito della Asl.Il depliant contiene indicazioni sulle ca-ratteristiche e sui servizi resi da ognisingola struttura Rsa convenzionata econtiene una sorta di elencazione di tuttele potenzialità offerte.

▼ PISAFirmato il protocollo d’intesa tra So-cietà della Salute, Asl 5 di Pisa ecentro antiviolenza “Le Amiche diMafalda” di Pomarance per realizza-re azioni di coordinamento fra le qua-li la più rilevante è la costituzione diun tavolo permanente territoriale peril contrasto alla violenza di genere,dove istituzioni, servizi pubblici eterzo settore si confronteranno suquesto tema. È inoltre previsto il so-stegno a interventi di prevenzionedella violenza nella relazione affetti-va fra adolescenti che l’associazione“Le Amiche di Mafalda” da alcunianni realizza negli istituti scolasticidella zona Alta Val di Cecina. L’as-sociazione si occupa dal 2009 di of-frire aiuto alle donne coinvolte inmaltrattamenti e violenza.

▼ EMPOLIInaugurato nei locali dell’Agenzia per laformazione della Asl 11 a Sovigliana-Vinci, l’International training center (Itc)dell’American heart association (Aha).L’Itc consente la certificazione Aha deipercorsi formativi di Bls (Basic life sup-port), Pears (Pediatric emergency assess-ment recognition and stabilition), Pals(Pediatric advenced life support) e Acls(Advanced cardiovascular life nSup-port). Con la metodologia Aha sarannoformati 36 istruttori per le varie discipli-ne che, una volta certificati, terranno icorsi per operatori sanitari e non sanitarigarantendo sia l’obbligo formativo sia losviluppo delle competenze dei professio-nisti sanitari. L’innovazione consiste so-prattutto nella metodologia didattica cheunisce alla parte teorica una forma diapprendimento innovativa.

▼ LUCCAAll’Ospedale “San Luca” di Lucca è statafirmata una dichiarazione d’intenti legata alpercorso del Codice rosa, propedeutica allafirma di un protocollo d’intesa per la promo-zione di strategie condivise finalizzate allaprevenzione e al contrasto del fenomenodella violenza nei confronti delle fasce debo-li. Presenti i rappresentanti di tutti gli Entiche costituiscono la task force inter-istituzio-nale già fattivamente operante sul territoriodell’Azienda Usl 2. La firma sul documentoè stata apposta dal prefetto di Lucca Giovan-na Cagliostro, in rappresentanza di tutte leforze dell’ordine, dal Procuratore della Re-pubblica Aldo Cicala, dal vice-sindaco diLucca Ilaria Vietina (per conto della Presi-denza della Conferenza dei Sindaci), dal-l’Assessore Provinciale Federica Maineri edal direttore generale dell’Asl 2 di LuccaJoseph Polimeni.

Nell’Asl 11 di Empoli è attivoun percorso multidisciplina-

re specifico per la diagnosi e laterapia della sindrome fibromialgi-ca, in conformità alla mozione delConsiglio della Regione Toscanadel luglio 2014. A questo scopo,l’azienda sanitaria può contare an-che sul supporto della Aisf onlus(Associazione italiana sindrome fi-bromialgica) sezione di Empoli, lacui presenza sul territorio ha age-volato il processo per la correttagestione di questa malattia.

La fibromialgia è una sindro-me complessa, caratterizzata dadolore cronicodiffuso e preva-lente durante lanotte, disturbidel sonno, stan-chezza al risve-glio e varia sinto-matologia e la pe-culiarità è quelladi non alteraregli esami stru-mentali e di laboratorio.

Il percorso dell’Asl 11 per iltrattamento della fibromialgiaprevede che il medico di fami-glia, qualora sospetti la presenzadi questa patologia, attivi lo spe-cialista reumatologo o l’algologodell’azienda sanitaria, che even-tualmente sottoporrà il pazienteai necessari accertamenti perchiarire il quadro diagnostico eimposterà, in accordo col medicodi famiglia, la strategia terapeuti-ca più adatta al paziente.

Le terapie possono essere far-macologiche, con l’impiego di far-maci in grado di diminuire il dolo-re e migliorare la qualità del son-no, e non farmacologiche, che siconcretizzano in diversi tipi di trat-tamenti, quali l’impiego della me-dicina alternativa con l’agopuntu-ra; il supporto psicologico per l’ap-prendimento di tecniche cogniti-vo-comportamentali utili a control-lare il dolore e a vivere meglio; lariabilitazione tramite l’Afa (Attivi-tà fisica adattata) svolta in piscinae in palestra; la terapia infiltrativaper i dolori localizzati.

La conoscen-za della fibromial-gia e dei farmaciassunti, il rispettodella strategia te-rapeutica previ-sta dallo speciali-sta dell’aziendasanitaria e concor-data con il medi-co di famiglia, la

collaborazione con l’attività disupporto psicologico eventual-mente previsto, ma soprattuttol’adozione di uno stile di vita sa-no, costituiscono le armi vincentiper combattere questa complessasindrome invisibile, che in alcunicasi può arrivare a incidere in mo-do pesante sulla qualità di vita esui rapporti sociali delle personeche ne sono colpite.

Maria Antonietta Cruciataufficio stampa Asl 11 Empoli

Il medico di famigliaattiva il reumatologoo l’algologo della Asl

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