Oggetto: RELAZIONE SULL’ATTUAZIONE DEL DOCUMENTO … · Alessia Benizzi, Fiorella Bighi, Lucia...
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INDICE LIV. 1 LIV. 2 LIV. 3 LIV. 4 LIV. 5 ANNO NUM SUB.
a uso interno: DP/_______/__________ Classif.|___17___| |_______|_______|_______|_______|_______| Fasc. |__2017__|___25___|_______|
Viale Aldo Moro 21
40127 Bologna
tel. 051 527 7156-57-58
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GIUNTA REGIONALE
VICEPRESIDENZA ASSESSORATO WELFARE E POLITICHE ABITATIVE
LA VICEPRESIDENTE
ELISABETTA GUALMINI
Alla Presidente dell’Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna
SIMONETTA SALIERA
Oggetto: RELAZIONE SULL’ATTUAZIONE DEL DOCUMENTO DI INDIRIZZO PROGRAMMATICO PER LA COOPERAZIONE CON I PAESI IN VIA DI SVILUPPO E TRANSIZIONE, LA SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALE E LA PROMOZIONE DI UNA CULTURA DI PACE 2012-2015
Gentile Presidente,
le trasmetto la relazione in oggetto predisposta ai sensi dell’art. 10 c. 4 della L. R. 24
giugno 2002, n. 12.
Cordiali saluti.
TIPO ANNO NUMERO
REG. PG / 2017 / 453919
DEL 19 / 06 / 2017
Regione Emilia-RomagnaAssemblea legislativaFascicolo: 2017.2.3.6.4AL/2017/30737 del 20/06/2017
OGGETTO 4833Comm. referente V
Serv.Coordinamento delle Politiche Europee, Programmazione, Cooperazione e Valutazione
RELAZIONE SULL’ATTUAZIONE DEL DOCUMENTO DI INDIRIZZO PROGRAMMATICO
PER LA COOPERAZIONE CON I PAESI IN VIA DI SVILUPPO E TRANSIZIONE, LA
SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALE E LA PROMOZIONE DI UNA CULTURA DI PACE
2012-2015
Bologna, 15 giugno 2016
A cura del Servizio coordinamento politiche europee, programmazione, valutazione e cooperazione:
Alessia Benizzi, Fiorella Bighi, Lucia Demuro, Luca De Pietri, Patrizio Giordano, Antonella Liberatore, Gianluigi Lio,
Mirella Orlandi, Rossana Preus, Mara Rosselli
Coordinamento: Francesco Raphael Frieri
Sommario
INTRODUZIONE .......................................................................................................................................................... 5
1. EVOLUZIONE DELLE POLITICHE DI COOPERAZIONE INTERNAZIONALE ALLO SVILUPPO E DECENTRATA E
CONSIDERAZIONI VALUTATIVE .................................................................................................................................. 7
2. ATTIVITA’ REALIZZATE NELLE AREE PRIORITARIE ................................................................................................ 11
2.1. Progetti promossi dal territorio regionale .................................................................................................... 11
2.2. Progetti strategici a regia regionale .............................................................................................................. 34
3. INIZIATIVE DI EDUCAZIONE ALLO SVILUPPO, SENSIBILIZZAZIONE E FORMAZIONE SUI TEMI DELLA PACE E DELLA
COOPERAZIONE INTERNAZIONALE - FONDAZIONE SCUOLA DI PACE DI MONTE SOLE ........................................... 41
3.1. Programmi e iniziative regionali, nazionali e internazionali ......................................................................... 41
3.2. Fondazione scuola di pace di Monte Sole .................................................................................................... 43
4. INTERVENTI DI EMERGENZA E AIUTO UMANITARIO ........................................................................................... 45
4.1. Campi profughi Saharawi .............................................................................................................................. 45
4.2. Libano ........................................................................................................................................................... 47
4.3.Burundi .......................................................................................................................................................... 48
4.4.Nepal .............................................................................................................................................................. 49
5. ADVOCACY E DI SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO EUROPEO E INTERNAZIONALE .................................................. 50
6. INTEGRAZIONE CON ALTRE POLITICHE REGIONALI DI SETTORE.......................................................................... 51
6.1. Politiche di genere ........................................................................................................................................ 51
6.2. Politiche migratorie ...................................................................................................................................... 51
6.3. Politiche per la salute ................................................................................................................................... 53
7. PROCESSI PARTECIPATIVI ..................................................................................................................................... 55
8. STRUMENTI DI COORDINAMENTO E DI GOVERNANCE ....................................................................................... 57
8.1. Livello nazionale ........................................................................................................................................... 57
8.2. Livello regionale ............................................................................................................................................ 57
9. PARTECIPAZIONE A RETI ...................................................................................................................................... 59
9.1. Conferenza delle Regioni Periferiche Marittime d'Europa ........................................................................... 59
9.2. Rete Women -“Women of Mediterranean South East and East European Network” ................................. 61
9.3. Osservatorio Interregionale Cooperazione allo Sviluppo ............................................................................. 64
10. INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE ................................................................................................................. 65
CONCLUSIONI .......................................................................................................................................................... 70
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INTRODUZIONE
IL PIANO TRIENNALE PER LA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO 2012-2014
Il presente Report è disciplinato dai provvedimenti della Legge Regionale n. 12/2002, in virtù della quale la
Regione Emilia-Romagna ha sviluppato e adottato il Documento d’indirizzo programmatico per il triennio
2012-2014 per la cooperazione con i paesi in via di sviluppo e in via di transizione, la solidarietà internazionale
e la promozione di una cultura di pace.
Il periodo di analisi del presente rapporto viene esteso anche alla annualità del 2015 in quanto il piano
triennale regionale ha visto la programmazione di risorse anche per questa annualità.
Il documento programmatico era finalizzato a delineare una serie di indirizzi generali per valorizzare le
competenze e le esperienze maturate dai soggetti del territorio (Enti Locali, Organizzazioni non governative,
Terzo settore) nel settore della cooperazione internazionale per consolidare il Sistema Regionale della
Cooperazione Decentrata e rafforzare le sinergie nel contesto internazionale ed europeo.
Il documento ha costituito la base d’indirizzo per l’attuazione di politiche di concertazione e condivisione con
i soggetti del territorio regionale attivi nel settore della cooperazione internazionale rispetto alle scelte
programmatiche e d’implementazione della politica regionale in questa materia.
Nell’ambito del periodo di programmazione considerato, sono numerosi i tratti salienti che meritano di
essere messi in luce: sono state attivate innovazioni, nell’ambito della partecipazione e trasparenza,
attraverso l’informatizzazione dei processi di partecipazione ai nuovi Tavoli Paese e la costituzione del
Gruppo consultivo composto da rappresentanze degli enti locali e del terzo settore. E’ stata avviata una
specifica misura di sperimentazione di sostegno alle progettualità al di fuori dalle aree prioritarie, definita
Gruppo di cooperazione territoriale internazionale con la finalità di favorire quelle iniziative dei territori che,
per la loro valenza di rete e per la loro autonoma iniziativa, da almeno due anni operavano in modo condiviso
con la partecipazione di almeno quattro attori in un rapporto di partenariato con realtà omologhe di Paesi
terzi.
Gli ambiti di azione hanno riguardato le attività di cooperazione internazionale, gli aiuti umanitari e di
emergenza, le iniziative di educazione allo sviluppo, sensibilizzazione, formazione e informazione sul
territorio sui temi della pace.
Il Documento individuava, inoltre, Paesi e settori prioritari di intervento sui quali favorire la convergenza del
processo di partecipazione dei territori della Regione alle attività di cooperazione internazionale. A tal fine
confermava la validità dello strumento dei Tavoli Paese, previsto dalla Legge regionale 12/2002, con la
funzione di:
• favorire il coordinamento di tutti i soggetti protagonisti della Cooperazione Decentrata per area
geografica;
• coordinare il reperimento delle risorse finanziarie;
• coordinare la partecipazione ai programmi di cooperazione promossi a livello nazionale, comunitario
ed internazionale.
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Attraverso questi strumenti di policy, la Regione ha promosso le iniziative ed i progetti realizzati da enti locali,
Organizzazioni non governative, Onlus, associazioni di volontariato, cooperative sociali, associazioni di
promozione sociale, università, istituti di ricerca, fondazioni, imprese di pubblico servizio, sindacati, comunità
di immigrati, istituti di credito e imprese interessate alle finalità della legge regionale 12/2002.
In termini quantitativi sono stati 112 i progetti approvati a finanziamento regionale nel periodo 2012/2015,
con una media di 28 l’anno, con un contributo medio di € 41.250 per progetto.
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1. EVOLUZIONE DELLE POLITICHE DI COOPERAZIONE INTERNAZIONALE ALLO SVILUPPO E DECENTRATA E CONSIDERAZIONI VALUTATIVE
Il periodo 2012-2015 è stato caratterizzato da significativi elementi di trasformazione del contesto nazionale,
europeo ed internazionale in tema di politiche di cooperazione internazionale allo sviluppo. Principale novità
nel panorama nazionale è stata la positiva conclusione dell’iter di approvazione della nuova Legge 11 agosto
2014, n. 125 “Disciplina generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo” che ha rappresentato il
completamento del percorso dell’attesa riforma della previgente Legge 49/87, di cui ripetutamente nel corso
delle precedenti legislature si era affrontata la necessità di revisione, per l’urgenza di aggiornare le previsioni
normative e disciplinari di una normativa frutto degli anni ottanta a un mondo radicalmente cambiato. Dal
punto di vista del sistema delle Regioni il testo non ha visto una significativa valorizzazione della cooperazione
decentrata, così come sarebbe stato auspicabile, presumibilmente sulla scorta del dibattito sulla riforma
istituzionale e del possibile ridimensionamento del ruolo delle Regioni.
Per converso, l’art. 9 dedica uno specifico rilievo al ruolo dei partenariati territoriali come specificità di
intervento del sistema istituzionale regionale nell’ambito della politica governativa. Successivi rimandi
richiamano più volte il ruolo delle Regioni all’interno dei vari organismi costituiti ex novo. Questi elementi
hanno dunque consentito di recuperare una partecipazione attiva dei sistemi regionali ai processi decisionali
del Governo, e in particolare del MAECI, ed in specifico nell’ambito del Consiglio nazionale cooperazione allo
sviluppo, in merito a:
• Processi di programmazione
• Definizione delle priorità di area e di settore
• Integrazione con il settore privato (in particolare le imprese)
In ambito europeo il 2015 ha rappresentato un anno cruciale per la misurazione del raggiungimento degli
Obiettivi di sviluppo del Millennio, e per la definizione della nuova Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e
i conseguenti Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG).
Oltre a questo nuovo orizzonte prospettico va segnalata l’adozione della Comunicazione della Commissione
al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni
“Un ruolo più incisivo del settore privato nella crescita inclusiva e sostenibile dei paesi in via di sviluppo” -
COM(2014) 263, che evidenzia il ruolo del settore privato per lo sviluppo e definisce il futuro orientamento
della politica dell’Unione europea con un approccio differenziato verso il settore privato, al fine di fornire
diversi strumenti volti a favorire lo sviluppo imprenditoriale. Del resto i trend internazionali già segnalavano
come il flusso degli investimenti privati a livello internazionale si fossero triplicati tra il 2008 e il 2011.
Il periodo 2012-2015 si è inoltre caratterizzato per una crescente e drammatica centralità del tema delle
migrazioni sullo scenario e nell’agenda internazionale, e in particolare per le connessioni con quanto oggetto
del presente rapporto, per una crescente attenzione al nesso tra migrazioni e sviluppo. Appare dunque
essenziale quanto deciso a La Valletta con la creazione di un Fondo fiduciario europeo d’emergenza per
l’Africa di cui beneficeranno i Paesi della regione del Sahel e del lago Chad, il Corno d’Africa e il nord Africa.
Il Fondo, che conta su uno stanziamento di 1,8 miliardi di euro, intende affrontare le cause profonde della
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migrazione illegale in Africa e promuovere stabilità nelle regioni di origine delle migrazioni. Il tema delle
migrazioni ha esercitato un poderoso impatto sia dal punto di vista mediatico che per le ricadute sull’opinione
pubblica europea e italiana.
Sono interessanti i risultati di un Eurobarometro pubblicato dalla Commissione europea: nel 2015 è stato
raggiunto il record degli ultimi 6 anni per il sostegno da parte dei cittadini comunitari verso la cooperazione
allo sviluppo nei confronti dei Paesi più poveri del mondo. Il sondaggio mostra come quasi 9 persone su 10,
esattamente l’89%, siano favorevoli alla cooperazione internazionale, aumentando la percentuale di 4 punti
rispetto al 2014. Dati molto incoraggianti, se si osserva che oltre la metà dei cittadini crede fermamente negli
aiuti e vuole che l’Europa mantenga le promesse fatte a questi Paesi. Addirittura il 16% degli intervistati pensa
che l’impegno non sia sufficiente.
In Italia il sondaggio mostra che non solo quelli che ritengono gli aiuti allo sviluppo importanti sono, seppur
in maniera leggerissima, sopra la media Ue (90% contro il 89%), ma nel nostro Paese questa consapevolezza
è cresciuta di più rispetto a tutti gli altri Stati.
Il dato italiano segna addirittura un rialzo di dieci punti percentuali rispetto al 2014, il più grande incremento
osservato in tutta Europa. Ci sono stati aumenti di oltre dieci punti percentuali anche nella quota di persone
d’accordo col fatto che la lotta alla povertà nei Paesi in via di sviluppo dovrebbe essere una delle principali
priorità, sia dell’Ue (+12%) che del governo italiano (+11%).
Parallelamente nel periodo 2012-2014 si è inoltre assistito a un forte ridimensionamento dell’impegno
finanziario a livello nazionale: lo stanziamento del Governo italiano sull’Aiuto pubblico allo sviluppo è sceso,
raggiungendo lo 0,16 del PIL nel 2014 contro impegni internazionali assunti a raggiungere lo 0,7% del reddito
nazionale lordo entro il 2015. Va segnalato che il bilancio 2015 registrava una ripresa degli stanziamenti a cui
corrisponde un impegno anche per i prossimi anni a proseguire con il raddoppio annuale dei fondi in vista di
un riavvicinamento agli obiettivi europei e internazionali.
Analogamente, a livello di bilancio regionale nel quadriennio considerato sono stati effettuati tagli agli
stanziamenti pari a circa il 20%.
Sul territorio regionale il sistema delle organizzazioni non governative e del volontariato ha sostanzialmente
tenuto, grazie soprattutto alla capacità di attrarre fondi dai grandi donatori europei e internazionali, mentre
si è registrato un forte ridimensionamento della presenza degli enti locali, sia per i vincoli di bilancio sempre
più stringenti sia per la carenza di personale addetto al settore, fatta eccezione per alcuni Enti locali
storicamente impegnati in collaborazioni con territori gemellati in aree di cooperazione. La riforma delle
Province, soggetti implementatori dei Programmi per la Pace, ha anch’essa creato incertezze e discontinuità
nella partecipazione di questi soggetti istituzionali e nella loro capacità di mobilitare il territorio.
In ragione di tali elementi di criticità, la Regione Emilia-Romagna ha puntato a valorizzare le esperienze in
atto, stimolando l’introduzione di elementi d’innovazione progettuale, pur mantenendo una continuità di
azione rispetto ad Aree e settori di intervento. La strumentazione operativa e l’articolazione degli strumenti
finanziari non ha registrato significative innovazioni metodologiche, anche se si è cercato di capire come
innovare il rapporto Regione/sistema degli stakeholder nell’ottica di sviluppare un sistema di partenariato
fondato su progettazioni condivise, soprattutto per aree e settori di particolare rilevanza per
l’amministrazione.
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Peraltro una maggiore concentrazione su un minor numero di progettazioni e una maggiore sinergia tra gli
attori regionali, è stata auspicata e incentivata dall’Amministrazione regionale attraverso l’utilizzo,
nell’ambito del bando per contributi, di criteri di selezione premianti su numerosità e qualità del partenariato.
Sul piano delle iniziative dirette della Regione, si è invece potuto dispiegare compiutamente il protagonismo
dell’Amministrazione nell’ambito di programmi di cooperazione e assistenza istituzionale, avviatisi nel
precedente periodo di programmazione, ma giunti a completamento nel periodo 2012-2015.
Di particolare rilievo in area America Latina l'esperienza del Programma Brasil Proximo che ha visto, accanto
a iniziative di sostegno a nuove forme di sviluppo locale, il sostegno e l’assistenza tecnica al processo di
riorganizzazione dei mercati regionali agro-alimentari a partire dal CEASA della città di Curitiba (Stato del
Paranà).
Nell'ottica di internazionalizzazione delle filiere agro-alimentari si è inoltre sostenuto lo scambio tra filiera
dell'ortofrutta regionale e paranaense, che ha portato al consolidamento di un accordo tra la fiera Macfrut e
Sebrae Parana per la partecipazione reciproca di imprese a fiere del settore. Anche la promozione di prodotti
tipici emiliano-romagnoli, in particolare Dop e Igp, si è inserita in tale contesto con la sottoscrizione di una
intesa tra Casa Artusi e Senac Brasile, per la realizzazione di percorsi di formazione rivolti alla qualificazione
del gourmet e dell’uso di prodotti di qualità e di filiere sicure. Il programma ha anche consentito di mantenere
un presidio costante presso Sebrae Paranà per lo sviluppo di relazioni tra sistemi produttivi, settori della
moda e della tecnologia, e particolarmente nel settore agricolo ha consentito di realizzare numerosi scambi
e la partecipazione di imprese in Emilia-Romagna a importanti fiere del settore (Macfrut e Sana).
Nei Balcani si è consolidata l'esperienza di accompagnamento dei processi di riforma di alcune politiche
nazionali, soprattutto sui temi del welfare a favore dei minori, e in ambito formativo per contrastare il
fenomeno della disoccupazione giovanile, particolarmente in Albania. Il capitale relazionale conseguito ha
consentito di avviare un percorso interistituzionale finalizzato a reintegrare socialmente in Albania o a
sfavorire l’esodo dei minori albanesi non accompagnati che in misura crescente arrivano sul territorio
regionale.
Sul piano delle partecipazioni dei territori emiliano-romagnoli, tre sistemi locali in particolare hanno
mantenuto costante ed attivo il loro protagonismo:
• l’Accordo di programma con capofila il Comune di Forlì e che ha visto partecipare dal 2006 al 2012 la
Regione Emilia-Romagna, i Comuni di Forlì, Ravenna, Reggio Emilia, Modena, Bazzano, Guastalla e
Cesena, le Province di Forlì- Cesena, Ravenna, Parma, Modena e Rimini, nonché l’ANCI Emilia-
Romagna, in partenariato con controparti locali di Albania, Serbia e Bosnia Erzegovina; l’accordo ha
rappresentato la sperimentazione di un "sistema" regionale di cooperazione che mettendo in rete gli
Enti locali emiliano - romagnoli e i loro partner, ha messo in pratica una multi-level governance,
basata principalmente sul trasferimento di competenze proprie della cooperazione degli enti locali
in materia di pianificazione territoriale;
• l’articolato network aderente al progetto Maison Parma in Burundi, rete nata nel 2004 attraverso il
sostegno di istituzioni locali, e successivamente sostenuto sia da Regione Emilia-Romagna che dalla
Regione francese partner Pays de la Loire, che può rappresentare una pratica virtuosa di rete
territoriale, da replicare su altri Paesi, sia per la molteplicità di attori del settore privato
imprenditoriale, che per la dimensione programmatica e di lungo periodo delle progettualità
sostenute;
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• il Tavolo Reggio Africa che ha sviluppato significative relazioni multilivello sia sul territorio reggiano
che a livello internazionale, valorizzando il patrimonio di relazioni storiche sia politiche che di
solidarietà che hanno caratterizzato i rapporti di Reggio Emilia con alcune realtà territoriali dell’Africa
australe, anche attraverso lo strumento dei gemellaggi. Va ricordata la valenza metodologica,
intersettoriale ed integrata (dalla cooperazione all’internazionalizzazione responsabile).
Per quanto riguarda le politiche settoriali, relativamente al tema dell'integrazione dei migranti nelle politiche
di cooperazione internazionale si è lavorato utilmente tramite lo strumento dei Tavoli paese, anche se
restano potenzialità inespresse rispetto al ruolo dell'associazionismo migrante.
Permangono elementi positivi per rafforzare questo processo, solo parzialmente compiuto nel periodo di
programmazione, in ragione del fatto che le conseguenze della crisi economica hanno favorito fenomeni di
rientro nel Paese di origine che hanno depauperato alcune associazioni di elementi radicati da maggior tempo
sul territorio regionale e potenzialmente più attivi nei processi partecipativi.
In tema di politiche per la pace sul piano interno il coinvolgimento delle Amministrazioni provinciali si è
rivelato elemento fondamentale di attivazione di risorse e soggetti locali ben articolati sia dal punto di vista
qualitativo che quantitativo, pur nel rispetto delle specifiche vocazioni territoriali.
Tale approccio ha avuto, anche in termini finanziari, un effetto moltiplicatore sul territorio, considerato che
il cofinanziamento regionale ha prodotto un valore progettuale mediamente triplo dell’investimento
regionale (contributi complessivi assegnati nei nove territori provinciali nel periodo 2012-2015 pari a €
740.492, costo progettuale complessivo nello stesso periodo pari a € 2.032.945).
Sono state in tal senso di stringente attualità anche le numerose attività realizzate dalla Scuola di pace di
Monte Sole che hanno continuato a sviluppare un lavoro sulla memoria e di educazione alla pace tra giovani
in ambito europeo ed in particolare con le Regioni europee partner della Regione Emilia-Romagna.
Sul piano internazionale molti progetti di cooperazione hanno affrontato anche il tema dei diritti umani e
dell’inclusione nei processi partecipativi dei Paesi di intervento.
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2. ATTIVITA’ REALIZZATE NELLE AREE PRIORITARIE
Le progettualità realizzate nelle aree prioritarie si sono realizzate con l’utilizzo di risorse del bilancio
regionale, mediante lo strumento del bando annuale per contributi, attraverso cofinanziamenti del Ministero
Affari Esteri e Cooperazione Internazionale (Legge 49/87) e della Commissione europea.
Dal punto di vista tematico si sono privilegiati settori di eccellenza delle specificità regionali, con una forte
concentrazione sui seguenti cinque macro-settori:
2.1. Progetti promossi dal territorio regionale
La concessione di contributi è stata realizzata principalmente attraverso un bando annuale che è divenuto lo
strumento che ha maggiormente caratterizzato l’azione regionale di sostegno ad iniziative esterne
all’amministrazione regionale, sia per la consistenza degli investimenti che per la quantità di progetti, la
numerosità e la qualità dei partenariati territoriali coinvolti.
La distribuzione per aree tra i Paesi è risultata coerente con le priorità indicate nel Documento di
AREA PAESE
AREE TEMATICHE
Politiche di welfare
(sociali/educative/sanitarie)
Sviluppo Locale (sviluppo
rurale, agricoltura familiare, sovranità
alimentare, sicurezza
alimentare, agroalimentare/agroindustria,
economia sociale)
Ambiente (riciclaggio e
gestione dei rifiuti, gestione delle coste, energie
alternative)
Institutional Building
/decentramento amministrativo
Democrazia, diritti umani e rafforzamento della società
civile
Moldavia • •
Ucraina • • •
Senegal • •
Mozambico • •
Etiopia • •
Campi Profughi Saharawi
•
Balcani • • • •
Bacino Sud Mediterraneo (Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto)
• • •
Territori Palestinesi Occupati
• • •
Argentina/Uruguay
• • •
Brasile • • •
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programmazione.
L’area del Mediterraneo nel corso del quadriennio ha visto consolidarsi e rafforzarsi le presenze e le
progettualità, presumibilmente in conseguenza del consolidamento delle relazioni e dei partenariati in alcuni
Paesi come ad esempio la Tunisia, area relativamente più stabile rispetto agli altri territori.
I territori Palestinesi e i campi profughi Saharawi si sono confermati aree di grande interesse regionale, tanto
che in alcuni casi le disponibilità finanziarie non hanno consentito di corrispondere alle richieste di
cofinanziamento ritenute ammissibili.
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Il volume dei cofinanziamenti erogati è diminuito in valori assoluti, da € 1.129.778 del 2012 a € 907.964 del
2015, pur mantenendo costante il fattore di moltiplicazione rispetto al valore complessivo dei progetti (ca.
50%).
L’obiettivo di diversificazione e ampliamento dei partenariati è stato raggiunto: il numero dei partner
progettuali ha raggiunto nel 2015 il numero di 192 soggetti tra territorio regionale e partner internazionali,
con un sostanziale equilibrio tra il numero di partner in Emilia-Romagna e nei paesi beneficiari.
Il dato è interessante in quanto dimostra, come, pur a fronte di una diminuzione del numero di progetti
approvati, e di una contrazione del numero dei soggetti italiani coinvolti nei progetti, la rete internazionale
dei partenariati dei soggetti beneficiari di contributo regionale abbia mantenuto costante il rapporto e
l’interesse al processo di cooperazione.
La partecipazione degli Enti locali in qualità di Enti capofila si è mantenuta molto ridotta (con una contrazione
da 4 a 2 progetti per bando nel quadriennio) in ragione presumibilmente delle difficoltà gestionali e dei
crescenti oneri in termini rendicontativi richiesti ai percettori di contributo regionale.
L’esperienza della nuova fattispecie introdotta nel quadriennio - il cosiddetto Gruppo di cooperazione
territoriale internazionale – nasceva dall’esigenza di far emergere le esperienze già presenti nel territorio,
che per la loro valenza di rete e per la loro autonoma iniziativa operavano in modo condiviso, da almeno due
anni in un territorio non ricompreso tra quelli di priorità. Tali progettualità non hanno superato le poche unità
in nessuno degli anni oggetto del presente rapporto.
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2.1.1 Macroarea geografica Mediterraneo e Medio Oriente
Area Med (Marocco – Algeria - Tunisia – Libia - Egitto)
Con l’avvento della Primavera Araba del 2011, che ha coinvolto principalmente i paesi della sponda sud del
Mediterraneo, la Regione ha iniziato a sostenere progetti di cooperazione nei paesi colpiti da questo evento.
Per sostenere efficacemente le popolazioni nel periodo concomitante le rivolte e in quello immediatamente
successivo, caratterizzato da una forte vulnerabilità propria dei paesi in transizione, la Regione ha individuato
alcuni settori prioritari su cui intervenire:
• Democrazia, diritti umani e rafforzamento della società civile;
• Sviluppo locale (sviluppo rurale, agricoltura familiare, sovranità alimentare, sicurezza alimentare,
agroalimentare/agroindustria, economia sociale);
• Institutional Building /decentramento amministrativo.
I progetti finanziati nel quadriennio 2012-2015 hanno riguardato prioritariamente le seguenti tipologie di
azioni:
- rafforzamento del dialogo e della collaborazione tra società civile e istituzioni;
- formazione di figure professionali specializzate, sulla base di una realistica analisi di prospettive di
inserimento nel mercato del lavoro;
- collegamento e costituzione di legami stabili tra le associazioni dei paesi di destinazione degli
interventi e associazioni di giovani migranti/immigrati di seconda generazione presenti in Emilia-
Romagna (Marocco in primis);
- creazione di impiego, nel settore dello sviluppo rurale integrato collegato anche a iniziative di turismo
sostenibile;
- creazione di attività economiche, particolarmente di forma cooperativa, attraverso il rafforzamento
di forme associative locali;
Il target di riferimento prioritario degli interventi di cooperazione sono stati prevalentemente i giovani (14-
25 anni) e le donne.
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I risultati ottenuti possono essere sintetizzati come segue:
Nel settore del rafforzamento della società civile:
- costituite reti di associazioni marocchine ed italiane;
- rafforzate le associazioni marocchine, tunisine, egiziane e algerine;
- migliorata la conoscenza dei diritti sociali ed economici delle donne;
- attivata una unità dell’Economia Sociale e Solidale (ESS) all’interno dell’UGTT (sindacato tunisino
vincitore del Nobel per la pace nel 2015);
- sostenute e rafforzate le associazioni giovanili di Algeri, Oran, Djanet e Annaba per favorire il
dialogo con le istituzioni.
Nel settore dello sviluppo economico
- formati aspiranti imprenditori e imprese sul sistema del cooperativismo;
- effettuati scambi nord-sud per sostenere il commercio equo e solidale;
- effettuai scambi sud-sud tra associazioni e microimprese tunisine e marocchine;
- migliorate le capacità imprenditoriali tunisine e marocchine;
- create microimprese cooperative in Tunisia e Marocco;
- costituiti fondi di start up per l’ESS;
- create associazioni di guide turistiche e di produttori agricoli in Marocco;
- costituite associazioni di imprese di prodotti artigianali in Marocco e Tunisia;
- valorizzate e rafforzate le capacità e inclinazioni personali di giovani provenienti dagli orfanotrofi a
Fez e Meknes (Marocco);
- aperti sportelli di orientamento e accesso al lavoro a Fez e Meknes;
- costituiti e rafforzati Gruppi di Sviluppo Agricolo (GDA) in Tunisia;
- ragazzi di età compresa tra 19 e 25 anni provenienti da tutto l'Egitto sono stati selezionati per
un'attività di formazione sull’ auto-imprenditorialità nel tema dello sviluppo sostenibile;
- organizzata la partecipazione a Fotovoltaica 2016 a Casablanca.
Nel settore dell’institutional building
- creati gruppi di lavoro tra le unità dell’ESS del Ministero della Formazione Professionale ed Impiego
e l’UGTT.
- partecipazione all’Iniziativa nazionale per la promozione di una Legge quadro per l’ESS.
In sintesi si può rilevare che, mentre in Marocco le azioni riguardano soprattutto lo sviluppo di attività
economiche, in Tunisia, Egitto e Algeria il tema ricorrente è quello del rafforzamento della società civile. È
evidente che tale risultato dipende dalla diversa intensità degli effetti della Primavera Araba nei paesi del
Bacino sud del Mediterraneo. Il paese dove si è registrato un reale avanzamento nei processi di
democratizzazione è la Tunisia. In Libia non sono stati realizzati progetti a causa della difficile situazione
politica in cui versa il paese.
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Campi profughi Saharawi in Algeria e Tifariti
L'impegno a fianco del popolo Saharawi è uno dei più longevi e sentiti fra quelli di cooperazione e
solidarietà internazionale della Regione Emilia-Romagna. Numerosi sono gli enti locali, Ong,
associazioni e gruppi di privati cittadini, strutture sanitarie e dei sindacati, per non parlare del sistema
scolastico e universitario del nostro territorio che, in questi anni, hanno dedicato e dedicano impegno
ed attività alla solidarietà con il popolo Saharawi.
Tale impegno non riguarda solo il contributo a progetti e iniziative promosse e sostenute dalla Giunta,
ma anche un importante e costante lavoro politico dell'Assemblea Legislativa regionale che
rappresenta un esempio non eguagliato di ripetuta convergenza - a volte di unanimità - fra tutti i gruppi
consiliari su un tema politico di forte interesse internazionale.
Nel caso degli interventi a favore del popolo Saharawi non si è trattato di un’opera meramente
umanitaria ma di una vera e propria azione di cooperazione decentrata e territoriale in uno scambio a
due vie. Infatti l’esperienza ricavata da questa collaborazione ha arricchito anche la Regione stessa,
rafforzandone la capacità di agire e programmare.
Ma ancora di più l’impegno della Regione è stata una testimonianza, sentita e diffusa, di sostegno del
principio dell'autodeterminazione dei popoli, e di quello Saharawi in particolare. Il popolo Saharawi si
è sempre contraddistinto per la ricerca di una soluzione negoziata al conflitto, rifiutando ogni ipotesi
terroristica o di fanatismo, chiedendo che la comunità internazionale si prenda le proprie
responsabilità, nell'incredibile situazione per la quale nel terzo millennio ancora non sono state risolte
le ultime pesanti eredità del colonialismo.
Da un punto di vista progettuale gli interventi si sono concentrati sui seguenti settori:
• Salute, relativamente al settore materno-infantile, agli screening sanitari sui bambini, ai programmi
di vaccinazione sulle epatiti, al sostegno alla sanità di base, al sostegno alla Farmacia nazionale
Saharawi
• Educazione, fornitura di materiale didattico, integrazione alimentare per i bambini delle scuole
• Attività generatrici di reddito per i giovani Saharawi
• Sport per tutti, sia nelle scuole che nelle Case dello sport delle principali Wilayas
• Integrazione alla scarsa dieta alimentare delle famiglie Saharawi
Le attività realizzate riguardano:
Ambito sanitario
- Formazione ostetriche e ginecologi dei dispensari di Smara per programmi materno-infantili e
accompagnamento pediatrico dei nuovi nati
- Formazione di personale sanitario in materia di salute riproduttiva e materno infantile, prevenzione
delle malattie femminili dell’apparato genitale
- Formazione e fornitura attrezzature sanitarie a équipe Saharawi titolare degli screening su tutti i
bambini delle scuole
- Sensibilizzazione su temi sanitari, a partire dalle malattie trasmissibili sessualmente e malattie
epatiche
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- Rafforzamento e potenziamento delle attività dei dispensari
- Sensibilizzazione e formazione della popolazione per migliorare l’accesso ai servizi sanitari di base
- Offerta di prestazioni sanitarie di alta specializzazione ai bambini saharawi, nelle Strutture sanitarie
della Regione Emilia-Romagna
- Formazione e fornitura di principi attivi farmacologici per gli operatori della Farmacia nazionale
Saharawi
Ambito educativo
- Aggiornamento professionale per le insegnanti delle scuole primarie
- Redazione condivisa e fornitura di libri di testo saharawi di Geografia e di Storia
- Creazione e mantenimento di una mensa scolastica a Tifariti per favorire la frequenza dei bambini
- Fornitura di pasti a integrazione della dieta alimentare dei bambini delle scuole
- Ristrutturazione di scuole
- Attivazione di gemellaggi tra scuole Saharawi e del territorio regionale
Ambito formazione professionale
- Formazione per i giovani Saharawi su attività di falegnameria, taglio e cucito, meccanica, cucina,
gastronomia
- Formazione e sostegno a cooperative di giovani Saharawi
- Rafforzamento del Centro di Formazione Sauro Mantellini
Ambito dello Sport non agonistico
- Rafforzamento attività delle case dello Sport di El Ayoun e Ausserd
- Formazione di giovani Saharawi, principalmente donne, su attività sportive non agonistiche a
favore dei bambini e ragazzi Saharawi
- Realizzazione attività sportive nelle scuole
Risultati raggiunti:
- Rafforzate le competenze ostetrico-ginecologiche e aumentato il numero delle donne saharawi che
partoriscono in struttura piuttosto che in tenda
- Potenziata l’equipe sanitaria Saharawi che effettua screening sanitari su tutti i bambini delle scuole
primarie e dotata di equipaggiamenti e attrezzature sanitarie
- Ristrutturati 2 dispensari post alluvione e migliorate le relative dotazioni strumentali
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- Fidelizzata la popolazione femminile di Smara alle strutture sanitarie di base (dispensari)
- Migliorate le competenze del personale medico adibito alle campagne di vaccinazione e rafforzata la
consapevolezza delle famiglie su malattie epatiche e malattie trasmissibili sessualmente
- Rafforzato il ruolo e le competenze del personale della Farmacia nazionale Saharawi e ampliata la
quantità di farmaci prodotti
- Curati in Emilia-Romagna circa 10 bambini Saharawi ogni anno
- Dotati i bambini delle scuole primarie di libri di testo Saharawi su Storia e Geografia
- Rafforzate le competenze del personale della scuola e di quello del Centro Didattico nazionale
- Migliorata l’alimentazione dei bambini delle scuole anche con la creazione di orti scolastici in alcune
scuole e migliorate le mense scolastiche
- Ristrutturata una scuola a Smara distrutta dalle alluvioni
- Create cooperative di lavoro di giovani Saharawi in settori idonei a garantire reddito
- Rafforzato il ruolo di educatrici delle donne nello sport e ampliato il bacino di utenza tra i bambini e
i ragazzi Saharawi
- Ampliata la disponibilità di bestiame per le famiglie e il Governo Saharawi
Fondamentale il lavoro di raccordo con l’Intergruppo “amici del popolo Saharawi” dell’Assemblea Legislativa
regionale che ha realizzato una missione l'anno per effettuare un monitoraggio continuo dei progetti
realizzati anche grazie al contributo regionale, consolidare le relazioni politiche con il Governo Saharawi e
mettere in atto azioni finalizzate a sensibilizzare l’opinione pubblica sul Piano di pace dell’Onu e sul diritto
all’autodeterminazione del popolo Saharawi.
Molto importanti, infine, le tante iniziative politiche realizzate dalla Regione per chiedere il rilancio del Piano
di pace dell’ONU e il rispetto dei diritti umani nel Sahara Occidentale, a partire dai diritti delle donne
Saharawi.
Territori dell’Autonomia Palestinese
Le attività prioritarie della Regione Emilia-Romagna in Palestina sono state nei seguenti settori di intervento;
• Sostegno delle categorie più deboli e svantaggiate della popolazione (donne, bambini, disabili), con la
realizzazione di attività mirate all’ auto sostentamento e/o alla produzione di reddito
• azioni rivolti ai minori per migliorare le loro condizioni di vita quotidiana e per garantirne il diritto
all’educazione
• attività a favore delle donne, nell'ottica del superamento delle questioni di genere
Le attività realizzate riguardano nello specifico:
Attività generatrici di reddito per categorie svantaggiate (donne, bambini, disabili)
- Percorsi formativi per le donne (con moduli sia tecnici che di accompagnamento per situazioni di
disabilità in famiglia
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- Avvio di cooperative al femminile
- Sostegno ad attività generatrici di reddito in ambito agricolo e di produzione alimentare
- Corsi di rafforzamento capacità tecniche nella filiera del cibo.
Ambito educativo
- Proposte formative per giovani-disabili
- Scambi tra realtà italiane e palestinesi
- scambio tra realtà educative italiane e palestinesi
Interventi di genere
- Sostegno a micro imprese femminili e ad attività generatrici di reddito.
- Sviluppo di attività che permettano una pacifica convivenza tra donne israeliane e donne palestinesi
- Attività di sensibilizzazione al ruolo della donna nella famiglia e più in generale nella società
palestinese
Risultati raggiunti:
- Aumentato l’utilizzo di sementi autoctone coltivate con tecniche biologiche, con corsi di formazione
ai produttori per sperimentare nuovi canali di commercializzazione dei prodotti bio;
- Rafforzato l'empowerment femminile tra le artigiane di due cooperative (una israeliana e una
palestinese) e realizzata una nuova linea di prodotti artigianali del commercio equo e solidale;
- Incremento, tramite azioni di formazione, della consapevolezza delle donne palestinesi sui loro diritti
all’interno della famiglia, nella società e nella scuola, coinvolgendo soprattutto le madri di figli disabili
in età scolare che vivono in situazione di disagio sociale ed economico ;
- Creazione di 4 cooperative di donne secondo i principi internazionali del cooperativismo e nel
rispetto della legislazione locale;
- Incremento del benessere psicofisico e delle capacità di resilienza dei minori con un'attenzione
particolare verso i ragazzi con maggiori difficoltà, legate sia a difficoltà di apprendimento sia al luogo
geografico (aree rurali o disagiate, campi profughi);
- Rafforzamento delle capacità produttive di famiglie contadine tra le più poveri e vulnerabili dell’area,
reinserite nuovamente nel mercato del lavoro con conseguente riduzione della loro emarginazione
sociale;
- Aumento delle capacità in materia di sicurezza alimentare e dei livelli nutrizionali di 50 famiglie rurali
- Rafforzamento delle competenze tecniche, economiche e organizzative nella filiera della
trasformazione alimentare a livello locale. Ciò ha permesso di aumentare e diversificare l’offerta di
prodotti trasformati, migliorare la commercializzazione e la sostenibilità economica;
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- Miglioramento delle capacità imprenditoriali delle donne, e di conseguenza migliorate le condizioni
economiche delle stesse e delle loro famiglie;
- Garantito l'accesso alla scuola primaria di 500 bambini con deficit uditivo;
Da notare l’alto valore dei progetti realizzati nei territori dell’Autonomia Palestinese, viste le notevoli
difficoltà di portare a termine le attività in loco. Tali difficoltà sono dovute al progressivo deterioramento
delle condizioni di sicurezza e all'inasprimento delle relazioni israelo-palestinesi in tutte le zone del paese,
dove si è registrato nel periodo preso in esame, un aumento delle limitazioni alla circolazione. La libertà di
movimento è infatti stata fortemente limitata in diverse aree della Cisgiordania, dopo l’operazione militare
dell'estate 2014.
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2.1.2 Macroarea geografica Paesi orientali di prossimità
Ucraina
Nel corso del quadriennio 2012-2015 la progettazione in Ucraina ha avuto una positiva evoluzione, sia in
termini quantitativi e qualitativi, che nella creazione di nuovi partenariati in loco e sul territorio emiliano
romagnolo (Zhitomir - Reggio Emilia; Rzsciv e Kagarlik – Modena; Kiev – Educaid di Rimini; Kitsman/Chernivets
– Ibo Ferrara e Associazione Donne ucraine Bologna).
I settori maggiormente coinvolti nella progettazione sono stati:
• prevenzione sanitaria nelle zone contaminate dall’incidente nucleare di Chernobyl, attuate anche
tramite l’informazione e la formazione sui rischi collegati ai contaminanti nucleari;
• interventi per il sostegno delle scuole; inserimento di minori disabili nelle scuole e abbattimento delle
barriere architettoniche; superamento degli istituti per orfani e creazione di “case famiglia”;
• prevenzione alla tratta di minori e donne.
Aree e settori di collaborazione:
Municipalità di Zithomir
Molto attiva la collaborazione con la Municipalità di Zithomir (circa 300.000 abitanti) per interventi
principalmente nelle scuole e nel settore dell’inserimento dei disabili e della prevenzione alla tratta di minori.
Zithomir conta anche un importante insediamento industriale italiano e il corso di laurea in lingua italiana
presso l’Università statale Ivan Franko. La collaborazione vede coinvolto principalmente il territorio di Reggio
Emilia, con l’Associazione CEIS di Reggio Emilia capofila e l’Ong Iscos E.R, impegnati in prima linea insieme a
una rete di operatori e istituzioni che coinvolgono, anche, l’Università di Bologna. Sono stati realizzati progetti
all’interno della scuola Svesvit, dove si insegna anche la lingua italiana, nonché in Scuole statali della
Municipalità di Zithomir. Numerosi i contatti con l’Ambasciatore italiano in Ucraina, anche grazie alla
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realizzazione di delegazioni tecniche e, nel 2013, di una Delegazione istituzionale, la prima di una regione
italiana in Ucraina, guidata dall’Assessore regionale Donatella Bortolazzi e con la partecipazione del
Consigliere Giuseppe Pagani.
Distretto di Kagarlik (Kiev)
La progettazione nel Distretto di Kagarlik è stata realizzata, dall’Associazione Polisportiva 87 e G. Pini di
Modena, in collaborazione con la Provincia di Modena e la Fondazione Carisbo (co-finanziatori dei progetti).
Molto importante la progettazione che ha permesso la formazione degli insegnanti di sostegno per bambini
diversamente abili, gli interventi di abbattimento delle barriere architettoniche, la sensibilizzazione alla
comunità per l’abbattimento delle “barriere culturali” per l’inserimento dei bambini diversamente abili nelle
scuole. Tale attività è stata inserita dal Governo ucraino quale progetto pilota per l’implementazione di
politiche di superamento delle “scuole speciali”.
Molto importante, inoltre, il progetto regionale contro il traffico di minori che consisteva nella formazione
degli operatori sociali e nella sensibilizzazione nelle scuole sulla tematica, che ha coinvolto Ucraina e
Moldavia.
E’ stata inoltre realizzata una collaborazione con l’Università Ivan Franko di Zithomir per la realizzazione di
un percorso curriculare rivolto agli studenti universitari della Facoltà di Pedagogia Sociale sulla prevenzione
al traffico dei minori.
Kitsman, Regione di Chernivtsi
Il progetto "Riabilitazione ed inclusione sociale dei minori disabili in Ucraina" nasce dalla co-progettazione
condivisa tra soggetti privati e pubblici dell'Emilia-Romagna - ong IBO Italia, associazione di donne immigrate
Italia-Ucraina (Bologna) e Comune di Ferrara- ed il Centro di riabilitazione Dzvinochok "Campanellino" di
Kitsman, Regione di Chernivtsi (sud dell'Ucraina). L'obiettivo era quello di contribuire alla salute ed alla
promozione dell'inclusione sociale dei bambini disabili nell'area di intervento attraverso: la crescita delle
competenze degli operatori ucraini che si occupano della riabilitazione dei bambini con disabilità e la
promozione dell'inserimento scolastico di questi ultimi. Sono stati realizzati cicli di formazione in Ucraina
grazie al lavoro di esperti italiani della riabilitazione e dell'integrazione scolastica e, parallelamente,
delegazioni ucraine del settore hanno effettuato visite studio in Italia. Molto importante il lavoro di diffusione
dei risultati di progetto con attività che hanno coinvolto gli studenti emiliano-romagnoli e la popolazione
ucraina immigrata in Emilia-Romagna.
Collaborazioni con le Istituzioni italiane
Il 9 settembre 2015 si è svolta una riunione a Roma presso il Ministero Affari Esteri e Cooperazione
Internazionale con il Consigliere Gianclemente De Felice, Vice Capo Unità Federazione Russa, Europa
Orientale, Caucaso e Asia Centrale, e il Consigliere Sergio Monti, Vicario Ufficio II DG Promozione Sistema
Paese, sulle strategie paese in Ucraina. Entrambi i consiglieri auspicano che la Regione Emilia-Romagna non
sospenda le collaborazioni in atto (Municipalità di Zithomir; Regione di Kiev; Regione di Cernisky) perché a
loro parere non bisogna lasciare il Paese, in questo momento di grande difficoltà, segnato dal conflitto con
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la Russia. Bisogna solo monitorare con attenzione i cambiamenti in atto e le zone d’intervento, vista la
velocità di cambiamento del quadro politico ucraino. I rappresentanti del Maeci consigliano di non
sospendere la cooperazione internazionale e lo scambio di delegazioni con l’Ucraina, ma, al contrario, di
incrementare progettazione e scambio di delegazioni.
Progetto regionale Chernobyl
Un progetto a forte impatto sulla popolazione regionale e di grande visibilità mediatica è stato, senza dubbio,
il Progetto regionale Chernobyl che coinvolge ogni anno non meno di 500 famiglie emiliano-romagnole che
accolgono, temporaneamente, bambini provenienti dalle aree contaminate della Bielorussia e dell’Ucraina.
A questi bambini sono state offerte prestazioni sanitarie gratuite (ecografia tiroidea e visita pediatrica),
nonché l’iscrizione al Servizio Sanitario regionale. Durante il periodo di accoglienza i bambini realizzano
incontri sul territorio e condividono momenti di gioco e integrazione con bambini della nostra regione. I costi
di viaggio, produzione della documentazione, vitto e alloggio in Emilia-Romagna, attività sul territorio, sono
di esclusiva competenza delle associazioni accoglienti.
In vent'anni più di 11.000 bambini hanno preso parte ai soggiorni estivi presso le famiglie della regione e
hanno potuto usufruire delle cure delle AUSL, ponendo la Regione Emilia-Romagna in posizione di leadership
nel quadro di solidarietà in questo settore.
Risultati raggiunti:
- Modificato l’approccio culturale sulla frequenza dei bambini disabili nelle scuole normali e
permesso un loro graduale inserimento;
- Avviato un percorso pilota nazionale di inserimento dei minori disabili nelle scuole normali;
- Abbattute barriere architettoniche nelle scuole di Kagarlik e Rizsciv, nonché in quelle di Zithomir;
- Aumentate le competenze degli operatori degli istituti per orfani e delle case famiglia a Chernivtsi,
Kagarlik e Rizsciv;
- Migliorata la conoscenza della lingua italiana nella città di Zithomir grazie al lavoro nella Scuole
Svevsit e nell’Università Ivan Franko di Zithomir;
- Aumentata la consapevolezza sui rischi legati alla tratta di minori e modalità di prevenzione, sia tra i
giovani che all’interno delle comunità;
- Attivate reti di collaborazione e partenariato con associazioni di donne migranti provenienti
dall’Ucraina;
- Centinaia di bambini in accoglienza temporanea nella nostra Regione hanno ricevuto cure mediche
presso le strutture sanitarie regionali;
- Centinaia di famiglie hanno stretto relazioni con famiglie ucraine.
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Moldavia
In Moldavia la priorità è stata la protezione e tutela dei minori e il sostegno alle Amministrazioni pubbliche
nel miglioramento e nel decentramento dei servizi rivolti ai minori.
Il partner principale è stato il Comune di Chisinau e le attività realizzate sono state :
• mappatura delle esigenze formative e formazione degli operatori sociali
• attività di networking per rafforzare la rete dei soggetti della società civile e i partenariati con le
istituzioni.
• accompagnamento sul percorso di decentramento dei servizi sociali
Risultati raggiunti:
- maggiore consapevolezza e migliore preparazione degli operatori e funzionari pubblici sulle
tematiche del disagio minorile;
- creazione di reti tra gli operatori, la polizia e gli educatori.
Fondamentale è stato il coinvolgimento della comunità moldava in Emilia-Romagna che ha collaborato con
la regione nell’organizzazione degli eventi sul territorio regionale.
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2.1.3 Macroarea geografica Africa Sub-Sahariana
Senegal
In Senegal la Regione ha promosso interventi in linea con il Documento di Strategia Paese 2008-2013 della
Comunità Europea e in particolare:
• Agricoltura e Sicurezza Alimentare
• Salute, promozione e accesso ai servizi sociali di base.
• Educazione, prevenzione dell’abbandono scolastico, scolarizzazione delle ragazze.
La promozione dei diritti delle donne, dei bambini e le tematiche relative all’ambiente sono state trasversali
a tutti i progetti. Sono inoltre state promosse attività ed iniziative per coinvolgere le comunità dei migranti
del territorio dell’Emilia Romagna per promuovere processi di co-sviluppo e di collaborazione.
Le attività realizzate riguardano:
Ambito agricolo
- Formazione e aggiornamento professionale del personale per garantire il buon uso delle risorse a
disposizione e l’acquisizione di nuove competenze.
- Sostegno a micro imprese femminili e ad attività generatrici di reddito.
- Sensibilizzazione sulle tecniche di produzione e su corretti stili di alimentazione.
Ambito sanitario
- Formazione infermieristica e per volontari del pronto soccorso.
- Sensibilizzazione su temi sanitari.
- Rafforzamento e potenziamento delle attività dei dispensari.
- Formazione di personale sanitario in materia di salute riproduttiva e materno infantile, prevenzione
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delle malattie femminili dell’apparato genitale.
- Sensibilizzazione e formazione per migliorare l’accesso ai servizi sanitari.
Ambito educativo
- Rafforzamento della mensa scolastica per favorire la frequenza dei bambini
- Promozione della scolarizzazione femminile e alfabetizzazione delle donne
- Attivazione di gemellaggi tra scuole
Risultati raggiunti:
- Creati orti scolastici in alcune scuole e migliorate le mense scolastiche
- Create micro imprese femminili e consolidata la banca delle sementi
- Realizzazione di campagna “porte aperte per la salute”
- Migliorata la scolarizzazione di ragazze fragili
- Creazione di credito rotativo
- Migliorata la conoscenza dei giovani sulla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili
Un importante risultato è anche la collaborazione con l’Assemblea Legislativa sul programma Universitas
della Scuola Internazionale Kip (Knowledge, Innovations, Policies and territorial practises for the UN
millennium plattform) sul tema della governance partecipativa tra Emilia Romagna e Senegal. Nel 2014 una
delegazione istituzionale del Senegal ha visitato la nostra Regione ed il territorio per frequentare un
seminario formativo rivolto a funzionari governativi responsabili delle politiche nazionali a favore del
decentramento e dello sviluppo locale del Senegal mentre per la Regione Emilia-Romagna sono stati coinvolti
consiglieri regionali, amministratori pubblici della Regione e di Enti Locali, tecnici e ricercatori con ruoli
importanti nella pianificazione partecipativa dello sviluppo territoriale e dell’economia locale e sociale.
La collaborazione tra la Kip International School e l’Assemblea Legislativa in riferimento al Senegal è
proseguita nell’ambito di Expo 2015. Nelle giornate senegalesi tenutesi dal 27 al 30 luglio 2015 nel Padiglione
KIP all’Expo, il Padiglione ha ospitato una delegazione del Governo Senegalese (Ministero della Governance
Locale, dello Sviluppo e della Pianificazione Territoriale) e sono stati realizzati incontri per illustrare le riforme
in corso e le buone pratiche di sviluppo locale, di partecipazione cittadina e di cooperazione decentrata
realizzate nell’ambito del Programma «Conoscenze Innovative e Sviluppo Locale» (CIDEL), frutto della
cooperazione tra il governo italiano e quello senegalese. La KIP International School e la Regione Emilia
Romagna hanno contribuito alla realizzazione del Programma CIDEL. L’obiettivo di queste giornate è stato
favorire il dialogo fra gli attori della cooperazione decentrata e promuovere partenariati di co-sviluppo tra le
collettività locali Italiane, Europee e Senegalesi. Si è discusso in particolare di collegamenti tra territori che
vogliono essere attraenti e che imparano a usare meglio i flussi migratori come fattori di reciproco sviluppo
di qualità. La Regione Emilia-Romagna con l’esposizione in anteprima della mostra didattica “L’uomo contro
la fame. La lezione di Alberto Manzi” e l’incontro/scambio di una ventina di amministratori emiliano-
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romagnoli e di due macroregioni del Senegal, assieme a cittadini di entrambe le nazionalità hanno simulato
il funzionamento di un comitato locale di sviluppo partecipato. La delegazione senegalese è stata
positivamente colpita dalla figura di Alberto Manzi ed ha richiesto di far gemellare alcune scuole del Senegal
con le cinque scuole Manzi in Emilia Romagna.
Mozambico
Le attività prioritarie della Regione Emilia-Romagna in Mozambico sono state nei seguenti settori di
intervento;
• Settore agricolo, con interventi specifici in contesti rurali ad alta vulnerabilità, che hanno coinvolto
donne e giovani per incentivare attività generatrici di reddito
• Educazione; tramite interventi per prevenire abbandono scolastico
• Sanitario, con azioni a supporto dei servizi sanitari di base
Nel settore dell’agricoltura, si sono realizzati interventi volti al miglioramento delle condizioni di vita delle
fasce più povere della popolazione rurale, nonché della popolazione residente, ed in aree particolarmente
disagiate, attraverso l’incremento di attività generatrici di reddito, gestite da donne e/o da giovani e con
azioni mirate al rafforzamento delle associazioni di giovani e donne, sempre in ambito rurale.
Nel settore dell’educazione, si sono realizzati interventi volti alla prevenzione dell’abbandono scolastico
(soprattutto femminile), al miglioramento dell’alfabetizzazione delle bambine (favorendone l’accesso alla
scuola primaria), nonché alla riduzione dell’indice di analfabetismo delle donne in età post-scolastica.
In campo sanitario, sono state realizzate azioni mirate ad agevolare l’accesso ai servizi sanitari di base, in
particolare le azioni rivolte alle fasce più povere ed emarginate della popolazione.
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Le attività realizzate riguardano nello specifico:
• Settore agricolo, con interventi specifici in contesti rurali ad alta vulnerabilità, che hanno
coinvolto donne e giovani per incentivare attività generatrici di reddito
• Attività generatrici di reddito in ambito agricolo
• Azioni volte al rafforzamento della sicurezza alimentare
• Formazione delle fasce più vulnerabili della popolazione rurale ai temi dell’agro-ecologia, per
garantire nel tempo la continuità l’uso sempre più diffuso di tecniche e pratiche di agro-ecologia
• Rafforzamento della produzione e vendita di ortaggi e frutta;
• Rafforzamento della produzione del miele;
• Sensibilizzazione e formazione su protezione dell’ambiente e gestione sostenibile delle risorse
forestali;
Educazione
- interventi per prevenire abbandono scolastico
- dotare di adeguato materiale scolastico- didattico bambini da 5 a 16 anni
- azioni a supporto dell’educazione alimentari di giovani e bambini
- azioni di alfabetizzazione di adulti, e donne in primis
- formazione di insegnanti/alfabetizzatori/formatori tecnici,
- percorsi extra-curriculari nelle scuole e laboratori di arti e mestieri nei penitenziari
- elaborazione di nuovi materiali di formazione tecnico-professionale comunitario,
- implementazione corsi di alfabetizzazione adulta,
- Rafforzamento del ruolo delle istituzioni locali (Provincia, Comune, scuole/centri di formazione)
nel realizzare percorsi educativi
Sanitario, con azioni a supporto dei servizi sanitari di base
- Aumento del livello di consapevolezza sui temi della prevenzione infezione HIV, tubercolosi e
lebbra
- Visite domiciliari per pazienti terminali di AIDS
- Corsi di formazione per personale sanitario realizzati in collaborazione con il Ministero della
Salute mozambicano, su prevenzione delle patologie maggiormente diffuse
- Realizzazione interventi chirurgici in loco
Risultati raggiunti
- Fornita assistenza tecnica e distribuzione di materiale e cibo per famiglie vulnerabili
- Realizzazione di sessioni informative e di prevenzione alla popolazione di comunità rurali, con
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particolare attenzione ai ragazzi in età scolare, sui temi della prevenzione dell’infezione dell’
HIV, tubercolosi e lebbra
- Fornitura a bambini orfani e indigenti di materiale scolastico, didattico e di consumo;
- Supporto alimentare per bambini da 5 a 16 anni; latte in polvere per bambini da 0 a 2 anni.
- Corsi di formazione per personale sanitario realizzati in collaborazione con il Ministero della
Salute mozambicano, su prevenzione e riabilitazione delle complicazioni oftalmiche della lebbra
a tecnici e fisioterapisti, su prevenzione e trattamento delle complicazioni causate dalla lebbra,
tubercolosi e HIV/AIDS, e sulla promozione dell'educazione sanitaria comunitaria
- Realizzati interventi di chirurgia oftalmica, chirurgia riabilitative e trattamenti
- Avviate attività generatrici di reddito in campo agricolo, soprattutto coltivazioni di mais e
fagioli, per famiglie con persone affette da HIV, lebbra e tubercolosi
- Migliorata la situazione economica di comunità rurali, in linea con lo sviluppo e la promozione
dell'agricoltura come fonte alternativa di reddito
- Migliorata la sicurezza alimentare e la qualità dell’alimentazione delle fasce più deboli delle
comunità forestali
- Migliorata l’autosufficienza alimentare e la qualità della produzione agricola, dell’offerta dei
prodotti di trasformazione agro-zootecnica, della redditività e la commercializzazione delle
produzioni locali
- Incrementata l’ecosostenibilità delle colture e la produttività sostenibile dei terreni
- Valorizzato il lavoro femminile nell’ambito delle produzioni rurali
- Sostegno al sistema scolastico locale e prevenzione dell’abbandono scolastico
- Miglioramento dell’alfabetizzazione delle bambine e riduzione dell’indice di analfabetismo
delle donne in età post-scolastica
- Mappatura di attori formali e non capaci di contribuire a percorsi di educazione/formazione
- Costituiti Forum locali di dialogo comunità-istituzioni
- Realizzate attività di capacity building in ambito educativo (seminari/workshop, scambi di
esperienze in Italia) per insegnanti e rappresentanti
- Realizzati centri per l'alfabetizzazione di adulti, soprattutto donne
- Avviata produzione sostenibile di prodotti agricoli e di miele, curando anche la predisposizione
delle condizioni per la loro vendita sul mercato urbano e turistico
- Realizzate azioni concrete per la salvaguardia dell’ambiente locale e per l’aumento della
conoscenza dei rischi legati all’erosione delle risorse naturali e alle alternative per una loro
gestione sostenibile in Mozambico e in Italia.
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Etiopia
Le priorità regionali per il quadriennio 2012-2015 sono state:
• Agricoltura e sviluppo rurale
• Tutela dei diritti umani e in particolare delle donne.
• Tematiche trasversali: empowerment femminile, tutela dei gruppi vulnerabili.
In Etiopia, l’intervento della Regione si struttura in diversi progetti nell’ottica di contribuire alla povertà nelle
aree rurali a basso reddito del Sud dell’Etiopia, con l’obiettivo della formazione al lavoro, anche
esclusivamente per le donne, prevalentemente in agricoltura.
Le attività realizzate riguardano:
Agricoltura e sicurezza alimentare
- Sicurezza alimentare e rafforzamento dell’associazionismo di base per le comunità rurali più povere
con un approccio di genere.
- Filiere agro-alimentari per lo sviluppo integrato delle aree rurali.
- Fonti di reddito diversificate-apicoltura moderna e diversificazione delle fonti di reddito.
Sviluppo umano (con particolare riferimento a istruzione/formazione)
- Coltivare i diritti: particolare attenzione alle norme sui temi fondamentali legati alla sicurezza sul
lavoro.
Risultati raggiunti:
- Promozione dello sviluppo in aree rurali decentrate del Sud dell’Etiopia, potenziando la filiera di
produzione del miele, la raccolta e la lavorazione della cera, il recupero e la commercializzazione
della propoli oltre che la produzione orticola.
- Coinvolti gruppi femminili, per favorire l’autonomia sociale ed economica delle donne in aree rurali,
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mettendole in condizione di avviare o consolidare attività generatrici di reddito con l’offerta di una
formazione tecnica, la fornitura di materiali e attrezzature per le fasi di start up delle attività
(formazione orticola).
- Acquistati e distribuiti semi e germogli e forniture per la realizzazione di orti didattici comunitari nelle
scuole, allo scopo di valorizzare i mestieri tradizionali per contrastare l’esodo delle aree rurali verso
le città.
- Creazione di un sistema di associazionismo formalizzato, introduzione di buone pratiche, sviluppo di
attività generatrici di reddito, rafforzando le capacità di sostentamento dei piccoli agricoltori e
aumentando la produttività agricola dei loro terreni ed i loro redditi famigliari.
- Realizzazione di cicli di formazione sui temi inerenti alla sicurezza sul lavoro, all'utilizzo dei pesticidi
nelle serre, norme vigenti in materia, al fine di potenziare le capacità individuali e collettive dei
lavoratori e delle lavoratrici delle serre e per la tutela dei propri diritti per un lavoro dignitoso in
ambito agricolo.
E’ stato prodotto e diffuso un documentario associato ad attività di promozione e sensibilizzazione sul tema
del consumo critico di fiori freschi organizzate insieme ad altri attori regionali e nazionali in Italia (Fairtrade
Italia, COOP Italia, Distretto dei Fiori del Ponente Ligure). Sono state realizzate attività di sensibilizzazione in
loco dirette alle nuove generazioni sull'orticoltura e sulla sicurezza alimentare tramite anche la costruzione
di orti didattici nelle scuole. In Emilia Romagna gli studenti delle scuole elementari e medie dei Comuni di
Parma e Modena sono stati sensibilizzati sui vantaggi della produzione orticola e ai principi del diritto al cibo.
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2.1.4 Gruppi di cooperazione territoriale internazionale
I progetti finanziati hanno riguardato le seguenti aree:
- Haiti: 1 progetto 2012
- Kosovo: 1 progetto 2013
- Cambogia: 1 progetto 2014
- Rwanda: 1 progetto 2014
- Tanzania: 3 progetti 2013/2015
- Sud Sudan: 3 progetti 2012/2015
- Burundi: 4 progetti 2012/2015
Le attività realizzate hanno riguardato:
- Haiti: Wash - Water, Sanitation & Hygiene
- Kosovo: sostegno alle donne e servizi di supporto alle vittime di violenza domestica
- Cambogia: formazione ai migranti cambogiani in Tailandia e sensibilizzazione sui diritti
- Rwanda: promozione dell’accesso scolastico dei bambini alla scuola primaria
- Tanzania:
Adeguamento di una centrale idroelettrica per migliorare la disponibilità di energia
Promozione dell’inserimento scolastico alla scuola primaria dei minori con disabilità
Formazione ed assistenza tecnica agli agricoltori per incrementare le competenze tecniche
- Sud Sudan:
Formazione ai produttori delle cooperative agricole e dotazione di materiali
Corsi di formazione sulla leadership e sulla organizzazione di gruppi di produttori
Formazione in tecniche di orticoltura e messa a dimora delle piante da frutto
Fornitura mezzi ai gruppi di contadini per la trasformazione dei prodotti
- Burundi:
Formazione sulle tecniche produttive e sulla filiera dell'ortofrutta
Rafforzamento della Banca delle Sementi con gli attrezzi necessari agli agricoltori e concimi di qualità
Formazione sulle capacità gestionali delle cooperative di produttori di riso, manioca e ortofrutta
Supporto alla commercializzazione dei prodotti delle cooperative
Supporto nella gestione dei gruppi collettivi di apprendimento e di riabilitazione nutrizionale (FARN)
Creazione di un piccolo laboratorio per 'assemblaggio di sistemi solari fotovoltaici completi
Risultati raggiunti:
- Haiti: fornita una cisterna di raccolta di acqua piovana per servire circa 80 famiglie.
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- Kosovo:
fornita assistenza tecnica e finanziaria allo start up di iniziative pilota per il reinserimento lavorativo
e abitativo delle vittime,
pubblicazione di un manuale e di materiale informativo in loco e realizzazione di un seminario
nazionale sulla violenza domestica
- Cambogia: creato materiale per le scuole e video per la sensibilizzazione
- Rwanda: riabilitazione di un centro socio-educativo con creazione di orto scolastico
- Tanzania:
aumento fornitura di energia elettrica per la gestione e trasformazione dei prodotti
struttura scolastica adeguata alla ricezione di bambini disabili e realizzata formazione agli insegnanti
- Sud Sudan:
aumento della produzione sostegno alla ricostruzione della filiera agroalimentare della manioca
costruiti centri di trasformazione e deposito del prodotto
realizzati percorsi di formazione e assistenza tecnica agli agricoltori dell'area e l'ampliamento del
fondo rotativo
creazione di associazione di gruppi di contadini
miglioramento delle capacità tecniche dei contadini
- Burundi
Migliorata l’autosufficienza alimentare grazie allo sviluppo della filiera dell’ortofrutta
Redatte linee guida e formazione per la conservazione dei prodotti ortofrutticoli e la corretta
gestione della cella frigorifera
Consolidate le filiere produttive di riso e manioca
Migliorato l’aspetto nutrizionale dei bambini e delle giovani madri
Creato laboratorio per l'assemblaggio di sistemi solari fotovoltaici completi
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2.2. Progetti strategici a regia regionale
I progetti e le iniziative dirette sono stati realizzati attraverso il cofinanziamento regionale (che ha raggiunto
la misura massima del 36%) di risorse nazionali ed europee. Si tratta dunque di una gestione diretta di
progetti finanziati da fondi esterni al bilancio regionale (Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale
- MAECI, Unione Europea, Organizzazioni Multilaterali).
Progetti realizzati
Brasil Proximo Progetto G “Appoggio allo sviluppo del cooperativismo” (fondi Ministero Affari Esteri e
Cooperazione internazionale ex legge 49/87)
Periodo di svolgimento: 2010-2015; Costo: 1.134.625 € (di cui 728.425 € contributo MAECI, 406.200 €
contributo RER). Il partenariato ha visto la Regione Umbria quale capofila ed enti esecutori le Regioni Emilia-
Romagna, Toscana, Liguria e Marche). Partner tecnici italiani: ICEA, Nexus Emilia-Romagna, Cospe, Ervet
(Agenzia di sviluppo territoriale della Regione Emiia-Romagna), Legacoop Emilia-Romagna, AGCI,
CONFCOOPERATIVE Innovacoop, Università di Bologna, Mercato di Bologna, Fiera Macfrut, Cooperfidi ER.
Il progetto si prefiggeva l’obiettivo di migliorare la politica federativa brasiliana per il cooperativismo
perfezionando la legislazione e realizzando esperienze regionali e locali ad alto valore dimostrativo per lo
sviluppo locale e replicabili.
La Regione Emilia-Romagna, in particolare, ha sviluppato insieme ai partner azioni volte al supporto del
sistema cooperativo e nello specifico:
- miglioramento del quadro normativo relativo al cooperativismo, che ha portato alla definizione di
cinque progetti di legge attualmente in fase di discussione a livello federale e all'approvazione della
legge sulle cooperative lavoro;
- rafforzamento della filiera produttiva del settore ortofrutta nello Stato del Paranà con l'assistenza
tecnica delle nostre imprese del settore e la collaborazione del CAAB di Bologna, dell'Università di
Bologna e di Legacoop;
- contributo alla realizzazione della fiera Hortifruti Brasil Show a Curitiba - Paranà, che si ispira alla
fiera Macfrut, con cui è in essere una collaborazione;
- assistenza tecnica ad oltre 480 imprese agroindustriali, in collaborazione con il Governo dello Stato
del Paranà e con il Sebrae, Servizio di Appoggio per le micro e piccole imprese brasiliane;
- formazione ai quadri cooperativi nella grande Sao Paolo in collaborazione con la prefettura di Sao
Bernardo do Campo, l'Università Metodista di Sao Paolo e il sistema delle cooperative locali;
- supporto alla creazione di un osservatorio sul cooperativismo;
- costituzione di un ente di certificazione etica, strumento strategico per l'agricoltura famigliare, in
collaborazione con ICEA (Istituto di certificazione etica e ambientale) e con le ONG Nexus e Cospe;
- approfondimenti sulle esperienze di inclusione lavorativa di disabili psichici con il Ministero della
Salute e la Segreteria per l'economia solidale brasiliani, per rafforzare il quadro normativo
finalizzato al riconoscimento delle cooperative sociali di tipo B;
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- realizzazione di attività di assistenza tecnica alla filiera del cotone biologico nello stato del Paraiba
(uno dei più poveri del Brasile), per rafforzare la capacità produttiva dei numerosi piccoli produttori
locali di cotone e la potenziale penetrazione e permanenza sul mercato;
- supporto alla creazione di un sistema di Società di Garanzie per l'accesso al credito in collaborazione
con Cooperfidi;
- attivazione di una collaborazione con il Sebrae Parana e CNA Federmoda per l'avvio di scambi tra il
sistema moda dei due territori ed il gemellaggio tra l'evento moda Riccione moda Italia e Parana
Business Collection (Curitiba), che ha permesso lo scambio di studenti di moda dei due paesi, con
l’offerta di momenti formativi dei due Paesi e possibilità di incontri business.
Inoltre si è supportato il dialogo tra fiere della nostra Regione e del Paranà, per l’internazionalizzazione degli
stessi e per sondare l’opportunità di nuovi mercati per le nostre imprese.
Programma Politiche Minorili in Serbia AID 8814 (fondi Ministero Affari Esteri e Cooperazione
internazionale ex legge 49/87)
Periodo di svolgimento: 2010-2015; Costo totale: 1.176.000€ (di cui 980.000 € contributo MAECI 196.000 €
contributo RER).
Capofila: Regione Emilia-Romagna; partner Ministero al Lavoro e Politiche Sociali della repubblica di Serbia,
Emilia Romagna Teatro fondazione; enti esecutori: Comune di Reggio Emilia e Comune di Modena, Comune
di Novi Sad, Kragujevac e Loznica.
Il Programma si proponeva di promuovere nella Repubblica di Serbia - Municipalità di Kragujevac, Novi Sad
e Loznica i processi di decentramento amministrativo dei servizi sociali rivolti ai minori con esperienze pilota
sul tema disabilità (Novi Sad e Kragujevac), aggregazione giovanile, formazione ed avvio al lavoro (Loznica) e
modellizzazione dei servizi rivolti ai minori e famiglie in una logica di welfare mix nelle tre città.
L’affiancamento delle municipalità di Reggio Emilia e Modena hanno garantito occasioni di trasferimento di
competenze, sistemi di pianificazione dei servizi ed organizzazione territoriale. Il programma ha costruito
anche rapporti con i diversi Ministeri serbi comunque coinvolti nella gestione dei servizi decentrati (Ministero
al Lavoro e Politiche Sociali, Ministero alla Sanità, Ministero all’Istruzione , Ministero alle Finanze) con la
finalità di costruire percorsi che favoriscono il dialogo tecnico ed amministrativo tra governo e territorio. A
tal fine il programma termina con un forum sui minori (previsto nel prossimo settembre a conclusione del
programma), con l’intenzione di promuovere strumenti operativi e legislativi adeguati al coinvolgimento del
privato sociale, all’integrazione dei servizi, all’ottimizzazione ed implementazione dell’offerta, al
coinvolgimento ai processi di pianificazione territoriale.
IADSA 2 MECAVET – Mechanical Vocational Education and Training for Youth – (fondi Ministero Affari
Esteri e Cooperazione internazionale per la riconversione del debito con l’Albania)
Capofila: Ministero del Welfare e della Gioventù albanese – importo complessivo 489.282 €- Riorganizzazione
della formazione professionale in Albania nel settore della meccanica e meccatronica e in particolar modo
nel territorio della città di Scutari (progetto pilota). Il progetto si è avviato nel dicembre 2015 ed ha durata
biennale.
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Obiettivo strategico è l'incremento delle opportunità d'occupazione in Albania attraverso l'introduzione di
strumenti formativi innovativi e l'implementazione d'interazione tra le scuole professionali e il mercato del
lavoro ed il supporto all'organizzazione educativa e formazione di un istituto professionale di Scutari. Il
progetto è indirizzato in particolar modo agli studenti delle scuole professionali, alla scuola stessa, agli
insegnanti e ai formatori dei settori della meccanica e meccatronica supportandoli nel migliorare l'offerta
didattica e adattando la stessa in modo che possa servire al meglio al territorio e alle necessità delle PMI
locali.
Ne beneficeranno indirettamente il territorio e il Ministero del Welfare attraverso la formazione e
l'occupazione dei giovani.
Innovative social services for vulnerable groups: standards for decentralization (fondi Ministero Affari
Esteri e Cooperazione internazionale per la riconversione del debito con l’Albania)
Capofila: Ministero del Welfare e della gioventù albanese. Partner: Regione Emilia-Romagna, Regione Liguria.
Durata: 2 anni. Budget complessivo: 537.880 €. Periodo di svolgimento: 2012-2014
Obiettivo strategico del progetto: impostazione di percorsi di governance multilivello/multiprogramma nel
settore del sociale a sostegno del processo di de-istituzionalizzazione e decentramento dei servizi per minori,
anziani e disabili.
Attività realizzate:
- Supporto e assistenza tecnica per dirigenti dei servizi sociali e le istituzioni regionali/locali in materia
di gestione e di decentramento dei servizi sociali.
- Partecipazione alle attività di raccordo istituzionale tra i partner di progetto per la programmazione
e il monitoraggio delle attività realizzate.
- Definizione delle linee guida in materia di deistituzionalizzazione, ipotesi di livelli essenziali e
standard per i nuovi servizi progettati
- Comparazione fra il costo degli istituti ed il costo dei servizi per la deistituzionalizzazione
- Definizione di percorsi di governance e standard per il rapporto fra istituzioni e servizi
Programma Seenet-Una rete translocale per la cooperazione tra Italia e Sud Est Europa (fondi Ministero
Affari Esteri e Cooperazione internazionale ex Legge 49/87)
Periodo di svolgimento: 2009-2013. Costo totale 11.040.000 €, cofinanziamento MAECI 8.280.000 €, Regioni
2.760.000 €, fondi gestiti dalla Regione Emilia-Romagna 2.144.000. Capofila: Regione Toscana in partenariato
con le Regioni Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Veneto e la Provincia Autonoma di
Trento.
SeeNet è un Programma che ha costituito una rete di 46 enti locali italiani e del Sud Est europeo che hanno
unito le proprie esperienze con l’obiettivo di rafforzare le competenze di governance dei territori e di
promuovere lo sviluppo locale sostenibile. Il Programma poneva al centro della propria azione il
consolidamento del partenariato di lungo termine tra le due sponde del Mare Adriatico e il sostegno al
processo di integrazione nell’Unione europea dei Paesi del Sud Est Europa.
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Risultati conseguiti:
- Supporto alla pianificazione in ambito sociale: è stato agevolato il processo di avvicinamento agli
standard dell’UE nelle politiche sociali in Serbia e Albania e sostenuto il processo di decentramento
istituzionale delle stesse. L’azione ha migliorato le capacità di programmazione e pianificazione
integrata delle Amministrazioni locali, in particolare per quanto riguarda l’integrazione delle
politiche sociali con quelle sanitarie e delle politiche sociali con la formazione-lavoro, con azioni di
tutoraggio e con la realizzazione di azioni pilota.
- Consolidata la Pianificazione sociale integrata dei servizi con un approccio di rete pubblico-privata,
supportando le Amministrazioni di Scutari e Elbasan nell’aggiornamento dei Piani Sociali di Zona.
- Realizzato il Percorso nascita ad Elbasan, finalizzato alla riduzione della mortalità perinatale e al
parto sicuro, mettendo in rete i servizi sociali e sanitari che seguono le donne prima, durante e dopo
il parto.
- Consolidata la Rete antiviolenza a Novi Sad (NORA), un servizio di secondo livello per la prevenzione
della violenza sulle donne e la presa in carico delle donne che hanno subito violenza attraverso
l’integrazione e la messa in rete dei servizi, pubblici e del privato sociale.
- Qualificate le attività di formazione professionale del CFP di Scutari quale Centro Regionale di
Formazione Professionale, in linea con l’orientamento del Ministero Albanese del Lavoro e Affari
Sociali, con percorsi finalizzati all’inserimento lavorativo. Considerata l’alta percentuale di
disoccupazione giovanile e femminile di quel territorio, la qualificazione del CFP di Scutari, ha
agevolato il percorso di formazione e inserimento lavorativo di giovani e donne.
Progetto Eulawin - Unione Europea e America Latina per le politiche Integrate di Welfare co-finanziato
nell’ambito del programma comunitario URBAL III.
Capofila: Regione Emilia-Romagna. Periodo di svolgimento: 2009-2014. Costo totale: 3.049.747,40 €.
Cofinanziamento UE: 2.287.310,55 €. Partner: Stato del Paranà (Brasile), Provincia di Buenos Aires e il
Municipio de General Pueyrredón - Mar del Plata (Argentina), Distretto di Antioquia (Colombia),
RegioneMarche, Municipio di Roma XVII, ONG CISP e CESTAS e Mancomunidad de la Ribera Alta (Spagna). Il
progetto aveva l’obiettivo di sostenere i governi subnazionali dell’America Latina nel consolidare e innovare
politiche di welfare integrate al fine di ridurre le diseguaglianze economiche, contribuire alla coesione e
inclusione sociale, rafforzare il ruolo delle comunità locali e delle organizzazioni della società civile,
incrementando così la competitività del territorio. Il Progetto, articolandosi in maniera differente sui diversi
territori beneficiari, ha contribuito alla pianificazione, formulazione ed implementazione di politiche di
sviluppo locale integrate attraverso il supporto al processo di sussidiarietà, il sostegno al decentramento, il
rafforzamento della collaborazione pubblico-privata, il rafforzamento delle competenze dei funzionari
pubblici e delle organizzazioni locali e la promozione della partecipazione degli attori della società civile.
Concretamente ha portato alla realizzazione delle seguenti azioni:
- Costituzione di gruppi di lavoro multi-settoriali e multi-livello tra amministrazioni pubbliche e attori
chiave di ciascun territorio
- Firma di accordi territoriali per promuovere il decentramento nell’implementazione delle politiche
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locali
- Supporto all’elaborazione di programmi di pianificazione strategica territoriale e realizzazione di
seminari di socializzazione
- Rafforzamento di reti socio-economiche a livello territoriale e tra UE e America Latina
- Creazione e rafforzamento di Agenzie di Sviluppo Locale e inserimento della coesione sociale come
elemento che supera la visione strettamente produttiva dello sviluppo locale
- Corsi di formazione teorico-professionale, corsi di alta formazione, master, e formazione
professionale rivolti a gruppi vulnerabili, intercambi transnazionali Sud-Sud e UE-LA
- Creazione di imprese agricole familiari e cooperative per generare nuovi sbocchi occupazionali
Assistenza tecnica tramite l’invio di esperti nell’ambito di programmi UNDP - Libano
Il Programma Community recovery and development iniziative – Sistema Italia – UNDP Libano è promosso
da due anni per coadiuvare le istituzioni nazionali e locali libanesi nel fronteggiare l’emergenza umanitaria
dei rifugiati siriani che ha comportato squilibri sociali ed economici molto rilevanti nella società libanese, nel
contesto della difficile situazione politica conseguente alla instabile situazione della Siria.
La Regione ha svolto nel corso del 2015 una missione di studio ed analisi del contesto finalizzata alla
definizione di uno studio di fattibilità per un progetto di supporto all’erogazione di servizi integrati a livello
locale” e alla formulazione di nuovi servizi socio-sanitari, o alla diversa articolazione degli stessi, in relazione
alla gravissima emergenza umanitaria creatasi in Libano in conseguenza dell’arrivo sul territorio nazionale di
circa 1,2 milioni di profughi su una popolazione di 4 milioni.
Programma di assistenza sanitaria a cittadini stranieri trasferiti in Italia nell’ambito di programmi
umanitari delle Regioni, ai sensi dell’art. 32 della Legge 449/97 ed interventi in ambito sanitario nei paesi
d’origine.
Le strutture sanitarie della nostra regione si fanno carico, nell’ambito del fondo sanitario regionale, di
interventi sanitari di alta specializzazione a favore di cittadini stranieri provenienti da Paesi extracomunitari
nei quali non esistono, o non sono facilmente accessibili, competenze medico specialistiche per il
trattamento di specifiche gravi patologie e con i quali non sono in vigore accordi di reciprocità relativi
all’assistenza sanitaria.
Ciò è compatibile col quadro normativo esistente, che prevede (art. 32, comma 15, della Legge 449/1997) la
possibilità che le Regioni, nell’ambito della quota del Fondo Sanitario Nazionale ad esse destinata, autorizzino
le Aziende Sanitarie e gli Istituti Ortopedici Rizzoli ad erogare prestazioni di alta specializzazione che rientrino
in programmi assistenziali approvati dalle Regioni, a favore di:
- cittadini stranieri provenienti da Paesi extracomunitari nei quali non esistono, o non sono
facilmente accessibili, competenze medico specialistiche per il trattamento di specifiche gravi
patologie e con i quali non sono in vigore accordi di reciprocità relativi all’assistenza sanitaria;
- cittadini provenienti da Paesi la cui particolare situazione contingente non rende attuabili, per
ragioni politiche, militari o di altra natura, gli accordi in vigore per l’erogazione dell’assistenza
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sanitaria da parte del Servizio Sanitario Nazionale.
Il Programma Assistenziale, adottato con specifiche Deliberazioni di Giunta regionale, con le quali sono state
determinate, tra l’altro, le procedure di presa in carico dei pazienti, ha avuto l’obiettivo di pianificare gli
interventi umanitari e sostenere i sistemi sanitari dei Paesi individuati attraverso le seguente azioni:
- specializzare le risposte individuando le strutture qualificanti del sistema sanitario regionale, in
rapporto alla tipologia di domanda verso la quale si vuole privilegiare l’intervento: area geografica,
età, patologie;
- selezionare le patologie, per interventi mirati a quelle non adeguatamente trattabili nei paesi di
provenienza dei cittadini interessati;
- garantire prioritariamente interventi in favore di soggetti stranieri in età pediatrica;
- definire i criteri per regolare l’accesso degli utenti alle prestazioni, prevedendo l’intervento di
istituzioni, organismi operanti a livello internazionale, nazionale o locale, di provata affidabilità, o
di strutture sanitarie pubbliche del paese terzo, d’intesa con la sede diplomatica, o consolare, dello
Stato italiano ivi presente, e/o associazioni a scopo non lucrativo operanti nell’ambito del territorio
della Regione Emilia-Romagna;
- determinare che ogni segnalazione debba essere corredata da una relazione clinica sulle condizioni
del paziente, predisposta da una struttura ospedaliera pubblica del sistema sanitario regionale o
del paese di provenienza;
- verificare l’attivazione di servizi di supporto all’assistenza sanitaria per quanto riguarda in
particolare l’organizzazione del soggiorno dei minori assistiti e del loro accompagnatore, ed il
rientro nei Paesi di origine, da parte di organizzazioni di volontariato, presenti sul territorio
regionale;
- sviluppare interventi nei paesi d’origine;
- intervenire strutturalmente e con aiuti materiali, anche attraverso l’invio e l’impiego nelle strutture
ospedaliere dei paesi terzi di materiali ed attrezzature medico-chirurgiche dismesse che si rendono
disponibili presso le Aziende sanitarie regionali e gli Istituti Ortopedici Rizzoli, nell’ambito delle
iniziative di cooperazione internazionale;
- sviluppare un’azione di informazione e relazioni istituzionali nei confronti dei mediatori
(Ambasciate, Istituzioni, Organismi internazionali), per un’informazione sulle scelte politiche e sui
contenuti materiali del Programma umanitario approvato dalla Regione Emilia-Romagna.
Nel 2012 si è infine concluso il Programma di sostegno alla cooperazione regionale che ha visto la Regione
Emilia-Romagna partecipare, nell’ambito dell’APQ per i Balcani e per il Mediterraneo, alla realizzazione di
linee di intervento di cooperazione internazionale di mutuo interesse nei Balcani occidentali, in partnership
con le Regioni e con altri soggetti pubblici e privati anche esteri. Nello specifico, la Regione ha partecipato
all’implementazione di tre macrotematiche: Sviluppo Socio Economico e Interconnessioni materiali e
immateriali - in collaborazione con ITL (Istituto sui trasporti e la logistica) - e Ambiente e sviluppo sostenibile
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- in collaborazione con la Provincia di Ravenna - sul rafforzamento della cooperazione interistituzionale in
materia di monitoraggio, gestione e bonifica di siti inquinati e sulla facilitazione dell'avvio di opere di
risanamento di aree contaminate alla luce dei futuri finanziamenti IPA (Instrument for Pre-accession
Assistance). Infine, in ambito di Sanità e Welfare, per il rafforzamento delle competenze e delle capacità
organizzative e gestionali delle amministrazioni e degli operatori del settore e la promozione di partnership
per contribuire all'omogeneizzazione di modelli per la valutazione dei bisogni e la pianificazione degli
interventi, sono stati coinvolti il Comune di Forlì e l’ITL.
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3. INIZIATIVE DI EDUCAZIONE ALLO SVILUPPO, SENSIBILIZZAZIONE E FORMAZIONE SUI TEMI DELLA PACE E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE - FONDAZIONE SCUOLA DI PACE DI MONTE SOLE
3.1. Programmi e iniziative regionali, nazionali e internazionali
La legge regionale 12/2002 all’art. 5 stabilisce che la Regione intervenga nell'ambito delle proprie
competenze promuovendo e sostenendo, anche mediante la concessione di contributi, coordinando o
realizzando iniziative di educazione e sensibilizzazione della comunità regionale ai temi della solidarietà
internazionale, dell'interculturalità e della pace, iniziative culturali, di ricerca ed informazione sui temi della
pace e della tutela dei diritti umani, volte a prevenire e combattere la discriminazione fondata in particolare
sulla razza e l'origine etnica, la religione, le opinioni politiche o le condizioni personali e sociali;
Le Province dal 2004 hanno svolto un ruolo di coordinamento dei territori e di raccordo, all’interno del
territorio, delle progettazioni e delle iniziative degli enti locali e delle associazioni.
Annualmente è stato emanato un bando con linee guida che indicano le priorità tematiche, in base al quale
le Province hanno presentato programmi annuali che vengono valutati e co-finanziati per un massimo del
50% del costo complessivo.
Le Province attraverso i programmi annuali hanno favorito il coinvolgimento degli Enti locali, Scuole,
Associazioni e Organizzazioni non governative dei loro territori promuovendo, ove possibile, Tavoli di
coordinamento per valorizzare, promuovere e capitalizzare tutte le esperienze e le attività realizzate.
Le tipologie di azioni promosse hanno riguardato:
- percorsi di cittadinanza attiva per promuovere lo sviluppo di una convivenza civile e pacifica fra le
persone attraverso una riflessione comune sui temi della giustizia, della verità storica, della
convivialità e della collaborazione tra individui;
- riflessioni sui temi della migrazione e dell’incontro fra culture, corsi di formazione per insegnanti sul
tema della discriminazione;
- i temi del Dialogo e dell’apertura attraverso attività laboratoriali su pregiudizi e stereotipi, sulla
gestione non violenta e costruttiva dei conflitti;
- percorsi di comunicazione per dare visibilità ai progetti di cooperazione internazionale, al
volontariato internazionale e solidale;
- corsi di formazione per operatori di pace, seminari formativi aperti alla cittadinanza e alla scuola sui
temi della pace, del dialogo interculturale e della trasformazione dei conflitti.
- iniziative volte a promuovere il valore della memoria storica per una nuova coscienza democratica;
- progetti nelle scuole volti all’educazione ai diritti umani e alla cittadinanza che hanno coinvolto
diverse scuole primarie e secondarie;
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Il coinvolgimento degli enti locali, delle scuole ha permesso di raggiungere un numero elevato di giovani e
di cittadini promuovendo e diffondendo nel territorio regionale una cultura della pace come mezzo unico
ed efficace per la gestione e risoluzione non violenta dei conflitti.
Nel periodo 2012-2015 sono stati approvati:
- 2012 otto programmi
- 2013 nove programmi
- 2014 otto programmi
- 2015 sette programmi
per complessivi € 740.492,00 di cofinanziamento regionale a fronte di un valore complessivo della
progettazione di oltre € 2.032.945,55, con un coefficiente di moltiplicazione superiore a 2,5 e quindi una
contribuzione media inferiore al massimo previsto dal documento di programmazione (50%) che si attesta
intorno al 36% circa. Nel grafico sono a confronto per ciascuna Provincia i costi complessivi dei programmi e
il contributo regionale.
Nel corso del 2015 si è confermato l’approccio previsto dalla programmazione 2012-2014. Tuttavia, alla luce
della riforma istituzionale e del bilancio, sono iniziati i lavori di riconfigurazione del processo di progettazione
in questo ambito, consolidando le esperienze formative e di sensibilizzazione nelle scuole ed allo stesso
tempo promuovendo iniziative di rete su un tema specifico. Sono altresì iniziate le consultazioni con gli
stakeholders per una condivisione progettuale sul dialogo interreligioso. In conseguenza delle difficoltà che
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le amministrazioni provinciali hanno riscontrato ad assumere impegni programmatici e progettuali, nel 2015
i programmi approvati sono stati solo sette.
La Regione ha inoltre partecipato alle iniziative organizzate a livello nazionale dal Coordinamento Nazionale
degli Enti Locali per la Pace ed a momenti di confronto tra Regioni e Enti locali italiani, per creare percorsi
condivisi che hanno messo in luce quanto tematiche come l'educazione alla cittadinanza mondiale deve
essere messa al centro delle politiche, nazionali e internazionali, sia di educazione che di cooperazione
internazionale allo sviluppo.
Infine nel 2015 sono iniziate le attività relative al nuovo progetto finanziato dal Ministero Affari Esteri e della
Cooperazione Internazionale “Un solo mondo, un solo futuro. Educare alla cittadinanza mondiale nella
scuola" di cui la Regione è partner associato.
La Regione ha inoltre assicurato il coordinamento con le attività dell’Assemblea Legislativa svolte nell’ambito
del programma “Pace&Diritti”, con il programma KIP UNESCO Knowledge, Innovation, Policies and Territorial
practises, nonchè il proprio contributo agli organismi istituzionali di coordinamento in sede nazionale.
Infine si segnala che fra i partner locali dei progetti di cooperazione allo sviluppo finanziati nell’ambito della
LR 12/02 c'è e c’è stato anche l'UGTT, il sindacato tunisino che ha vinto il premio Nobel per la Pace 2015
(assieme ad altre tre organizzazioni tunisine).
3.2. Fondazione scuola di pace di Monte Sole
La Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole è istituzione di testimonianza e memoria dei tragici fatti che
hanno interessato il nostro territorio nella seconda guerra mondiale. Nel corso del quadriennio Monte Sole
ha visto il rafforzamento delle attività rivolte ai progetti educativi sulla memoria, sulla cittadinanza attiva,
sull’educazione ai diritti umani e alla non-violenza, attraverso campi di pace per i giovani, attività di
sensibilizzazione rivolte alle nuove generazioni e più in generale alle scuole dell’Emilia-Romagna. L’attività
formativa sta assumendo un ruolo sempre più importante nell’attività pedagogica svolta dalla Scuola, in
quanto completa l’attività di educazione attraverso l’indagine dei comportamenti che hanno portato allo
svolgersi di tali fatti.
Le attività annualmente svolte nell’ambito del cofinanziamento regionale hanno riguardato:
• Laboratori di educazione per bambini e giovani a Monte Sole e nelle scuole del territorio regionale e
nazionale
• Laboratori per gruppi della società civile dal territorio locale e nazionale, insegnanti e formatori
• Rete di associazioni per la promozione di una cultura di pace e luoghi di memoria
• Progetti di ricerca, di tutoraggio e di formazione educativa e storica nazionale e Internazionale
• Progettazione culturale e di eventi
• Promozione e diffusione dei risultati della propria attività. Di particolare rilievo, per la quantità di
documentazione messa a disposizione anche delle scuole che desiderino continuare o preparare il
lavoro di approfondimento svolto o da svolgere nell’ambito dei lavoratori, il sito
www.montesole.org.
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L’attività internazionale della Fondazione si è sviluppata attraverso la partecipazione a reti internazionali che
approfondiscono le tematiche della memoria. Nel periodo considerato sono aumentate le attività ed i
progetti svolti insieme alla regione tedesca dell’Assia, che è anche socio fondatore della Scuola di Pace. In
questa prospettiva sono stati presi contatti per iniziative comuni anche con la regione francese dell'Aquitania
e Wielkopolska.
La scuola realizza anche campi di dialogo della Scuola di Pace di Monte Sole organizzati in collaborazione con
i propri partners, sono campi rivolti prevalentemente a giovani tra i 16 e i 25 anni provenienti da differenti
realtà e si svolgono o presso la sede della Fondazione o all’estero, in sedi identificate dalle organizzazioni
partner. Da qualche anno la Fondazione promuove progetti residenziali anche per adulti/e.
Nel corso del quadriennio, infine, si è provveduto all'aggiornamento della legge regionale 13 novembre 2001,
n. 35 (Partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla costituzione della Fondazione Scuola di pace di
Monte Sole) della L.R. 35/2001 per consentire alla Regione Emilia-Romagna, in qualità di socio fondatore, di
rafforzare il ruolo della Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole permettendole di sviluppare pienamente le
iniziative ed i progetti che nascono dall’approfondimento e dall’elaborazione delle finalità proprie della
Fondazione.
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4. INTERVENTI DI EMERGENZA E AIUTO UMANITARIO
Interventi di aiuto umanitario si sono resi necessari in modo periodico nei campi profughi Saharawi, sia per
le condizioni di emergenza endemica in cui versano i campi, nel deserto algerino, con condizioni di estrema
variabilità termica, giornaliera e stagionale, sia come conseguenza della diminuzione dei fondi dei donatori
internazionali, cui è conseguita una diminuzione degli stock di alimenti e farmaci. A ciò si è aggiunta
l’emergenza derivante dal cambiamento climatico che negli ultimi anni in misura crescente ha visto
abbattersi anche all’interno del deserto sahariano violente tempeste provenienti dall’Oceano, che hanno
distrutto alcune delle precarie infrastrutture pubbliche.
Sempre il cambiamento climatico è stato all’origine dell’intervento resosi necessario e ed urgente in Burundi,
dove il territorio parmense, anche con il sostegno della Regione, da molti anni è presente con il Progetto
Maison Parma.
Infine, due progetti di emergenza umanitaria si sono realizzati in occasione della prima ondata di profughi
siriani in Libano e per ripristinare le strutture scolastiche in Nepal in occasione del violento terremoto del
marzo 2015.
4.1. Campi profughi Saharawi
Nel corso del 2012 è stato finanziato il progetto "UNA SCUOLA A TIFARITI; FAME DI CULTURA, VOGLIA DI
LIBERTÀ” gestito dal Comune di Nonantola, ha raggiunto l’obiettivo che si era posto di rendere fruibile e
funzionale la scuola già esistente a Tifariti, luogo simbolo nei Territori Liberati del Sahara Occidentale, ma
soprattutto zone estremamente periferica rispetto ai campi profughi.
La struttura, ancorché già esistente, non aveva le potenzialità per garantire la scolarizzazione, ma soprattutto
il supporto logistico di permanenza per i bambini potenziali fruitori del servizio scolastico, essendo il
problema logistico determinante per una popolazione nomade. Ne conseguiva una scolarizzazione
discontinua e un forte rischio di abbandono scolastico da parte dei minori.
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Il progetto, origina da una situazione di emergenza segnalata dai soggetti dell’intero Tavolo Paese volendo
proporsi di affrontare il problema della frequenza scolastica non solo da un punto di vista didattico, ma anche
con l’obiettivo di costruire un modello di scuola di facile accesso per favorire la partecipazione del maggior
numero possibile di studenti all’interno di un contesto di cultura nomade.
Il servizio di trasporto degli alunni è stato il primo intervento ad essere stato pensato e realizzato per ovviare
alle distanze delle famiglie in un’area vasta. Secondo servizio centrale del progetto per garantire la
permanenza degli alunni è stata la creazione di un punto mensa come servizio chiave per favorire la frequenza
degli alunni provenienti dal vasto territorio circostante. Mancando completamente il servizio, il progetto si è
occupato di garantire tutti i passaggi necessari per la sua ideazione: produzione/reperimento dell’energia
necessaria, raccolta delle materie prime, organizzazione della produzione dei pasti, formazione del
personale, gestione dei rifiuti.
Al termine della prima fase del progetto biennale, la scuola è stata resa funzionante tramite adeguamento
dei locali e dell’attrezzatura necessaria nell’edificio esistente, approvvigionamento di materie prime
alimentari, trasporto alunni e approvvigionamenti (individuati 12 punti raccolta in un raggio di 10km intorno
a Tifariti), selezione e formazione del personale (una cuoca, un aiuto cuoca, un guardiano, un autista),
approvvigionamento di energia e di acqua, individuazione di forme di produzione in loco di prodotti
alimentari. La scuola a fine progetto aveva una media di 60 alunni presenti e i risultati raggiunti confermano
non solo la necessità del prolungamento nel tempo del progetto in quanto si è verificata non solo la conferma
dell’importanza della tipologia dell’intervento ma anche la funzionalità dell’organizzazione creata per il
raggiungimento degli obiettivi raggiunti. La creazione di servizi funzionali per la scuola ha infatti
rappresentato una prospettiva di futuro per l’intera zona in quanto la comunità locale ha contribuito
attivamente realizzando una modalità di sviluppo partecipato e condiviso.
Nel corso del 2013 è stato avviato un secondo intervento di aiuto umanitario per la fornitura di farmaci
pediatrici agli ospedali dei campi profughi, vista la carenza endemica di medicinali, causata anche dalla forte
contrazioni degli aiuti per la crisi economica internazionale. Tale emergenza umanitaria nel settore sanitario
è stata segnalata dal Ministro della Salute Pubblica Saharawi
I farmaci, richiesti dal Governo Saharawi, sono stati inviati tramite una associazione che ha curato la
realizzazione delle attività logistiche finalizzate all’acquisto, alla raccolta dei farmaci, e al loro invio nei campi
profughi Saharawi in Algeria e alla redazione di tutte le pratiche documentali finalizzate al trasporto,
consegna e la verifica sulla corretta distribuzione dei farmaci ai gruppi target.
Nel corso del 2014 è proseguito l’impegno per la prevenzione sanitaria materno-infantile e il sostegno
alimentare. Si tratta di un progetto per arginare l’emergenza alimentare che colpisce le fasce più deboli della
popolazione, come donne in gravidanza e sole, neonati e anziani. Il progetto ha l’obiettivo di fornire delle
cammelle da latte per dare sostentamento ai neonati e alle giovani mamme sole e fornire anche piccoli
animali da cortile, ad esempio le capre, per l’avviamento di piccole attività generatrici di reddito. Viene anche
comprato e fornito foraggio per gli animali soprattutto in vista dell’impossibilità di coltivarlo nel deserto. Ogni
anno i capi di bestiame vengono distribuiti in occasione della Sahara Marathon di febbraio per dare più
visibilità internazionale all’iniziativa e al problema endemico della sicurezza alimentare nei Campi Profughi.
Nel 2014 c’è stata una forte siccità che ha causato un’emergenza, aggravata dalla diminuzione degli aiuti
internazionali determinati dalla crisi economica. L’emergenza nei Campi Saharawi è stata lanciata da PAM e
UNICEF.
47
A fine 2015 è stato inoltre avviato il progetto per il ripristino d’urgenza di strutture pubbliche di servizi di
base in risposta all’emergenza alluvionale dell’ottobre 2015 nei campi saharawi in Algeria. Il progetto si è
occupato del ripristino d’urgenza di strutture pubbliche adibite a servizi di base quali l’educazione primaria e
la sanità, e in particolare nella Wilaya di Smara delle seguenti Strutture sanitarie di base: il dispensario di
riferimento della daira di Tifariti, il dispensario di riferimento della daira di Farsia, l’Ospedale Regionale. Le
strutture educative di base ripristinate sono: Scuola primaria “Abda”, collocata nella daira di Tifariti, la Scuola
primaria Mostafa Ahmed, collocata nella daira di Igderia.
Una seconda attività ha r la definizione di linee-guida per la ricostruzione, riabilitazione e messa in sicurezza
di edifici pubblici e privati, ad uso immediato per emergenza e post emergenza. Questa attività ha incluso
una parte di sessioni tecniche riguardanti l’incontro tra ingegneri , tecnici e costruttori edili per studiare i
criteri costruttivi più appropriati e momenti di confronto con la popolazione locale per la valorizzazione delle
tecniche costruttive locali nell’ambito di criteri costruttivi di maggiore tenuta e sicurezza. L’obiettivo è la
scrittura di Linee Guida per la costruzione delle abitazioni e degli edifici pubblici che mantenga i connotati
della tradizione edilizia Saharawi, ma allo stesso tempo resista ad avversità climatiche imponenti.
4.2. Libano
Nel 2013, in coincidenza con la grave crisi umanitaria venutasi a creare in Libano a causa dei rifugiati siriani è
stato inoltre sostenuto il progetto di emergenza a favore dei profughi siriani rifugiati nella valle del Bekaa.
Sono state installate 64 cisterne da 1000 litri di acqua, distribuiti 547 kit igienici per famiglie e per bambini
1094 taniche per l'acqua e 547 secchi, 110 filtri in ceramica per la potabilizzazione, 80 latrine d'emergenza, e
60 docce di emergenza per gruppi di famiglie. Sono stati realizzati inoltre lavori di riabilitazione degli impianti
igienico-sanitari in 2 scuole primarie del distretto ed è stata realizzata una campagna di promozione di igiene
a livello comunitario. Beneficiari finali individuali raggiunti: 6.094
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Assistenza tecnica tramite l’invio di esperti nell’ambito di programmi UNDP - Libano
Il Programma Community recovery and development initiative – Sistema Italia – UNDP Libano è promosso
da due anni per coadiuvare le istituzioni nazionali e locali libanesi nel fronteggiare l’emergenza umanitaria
dei rifugiati siriani che ha comportato squilibri sociali ed economici molto rilevanti nella società libanese, nel
contesto della difficile situazione politica conseguente alla instabile situazione della Siria.
Nel corso del 2014 è stato firmato un memorandum di intenti tra Regione Emilia-Romagna e UNDP finalizzato
alla collaborazione sui temi delle politiche sociali.
Successivamente è stato siglato un Memorandum di intesa tra UNDP Libano e Conferenza delle Regioni e
Province autonome.
La Regione ha svolto nel corso del 2015 una missione di studio ed analisi del contesto finalizzata alla
definizione di un progetto di emergenza di supporto all’erogazione di servizi integrati a livello locale,
destinato alla formulazione di nuovi servizi socio-sanitari o alla diversa articolazione degli stessi, in relazione
alla gravissima emergenza umanitaria creatasi in Libano in conseguenza dell’arrivo sul territorio nazionale di
circa 1,2 milioni di profughi su una popolazione di 4 milioni.
4.3.Burundi
Maison Parma è un Centro agroalimentare nella zona nord di Bujumbura. E’ stato inaugurato nel 2011 dal
Ministro dell’Agricoltura del Burundi e offre supporto agli agricoltori nella produzione, nella trasformazione,
nella conservazione e nella vendita dei loro prodotti.
Nel febbraio 2014 la zona è stata colpita da una grave alluvione che ha falcidiato le coltivazioni essenziali alla
sopravvivenza della popolazione. E’ stato quindi sostenuto un progetto di sostegno alla produzione di riso,
manioca e mais e ortofrutta.
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Grazie all’avvio di una nuova coltivazione, dopo il raccolto i risicoltori hanno potuto ripagare i debiti che
avevano fatto prima dell’inondazione per avviare la coltivazione. Hanno avuto a disposizione una parte della
produzione per il consumo famigliare ed hanno conservato le sementi per la stagione successiva. Anche per
il settore ortofrutta si è avviata una nuova coltivazione.
I beneficiari coinvolti sono stati 170 risicoltori e 35 produttori di ortofrutta.
4.4.Nepal
A maggio 2015, a seguito del terremoto che ha sconvolto il Nepal, è stato sostenuto il progetto dal titolo: “A
Rasuwa si torna a scuola" nel Distretto di Rasuwa nel villaggio di Yarsa e Saramthali, zona dell’entroterra
particolarmente colpita dal sisma.
Al fine di creare le condizioni per la rapida ripresa delle attività scolastiche di bambini e ragazzi, interrotte dal
terremoto del 25 aprile 2015, il progetto ha realizzato un complesso di azioni ed interventi nelle aree
maggiormente colpite attraverso la costruzione di temporary schools dotate di bagni e l'acquisto e
distribuzione di materiale didattico ed educativo.
Le strutture educative, leggere e costruite in modo da assicurare la sicurezza di studenti ed insegnanti di
fronte allo sciame sismico di assestamento, sono state destinate anche a reggere le forti piogge monsoniche
dei mesi estivi. Sono anche dotate di servizi igienici e di hand wash facilities, oltre che dei prodotti per la
prima igiene e la potabilizzazione dell'acqua, fondamentali in un contesto in cui tali condizioni possono essere
difficilmente garantite.
Ogni struttura è stata fornita di un kit didattico/educativo composto di lavagne con gessetti, carta, penne,
colori, quaderni e ove possibile si provvederà anche con libri di testo.
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5. ADVOCACY E DI SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO EUROPEO E INTERNAZIONALE
La partecipazione a eventi di livello nazionale, europeo ed internazionale è strumento di lavoro
imprescindibile per lo sviluppo di azioni di networking, per il benchmarking con altri attori attivi nel campo
delle politiche di cooperazione internazionale e per l’individuazione di opportunità di accesso a finanziamenti
esterni al bilancio regionale.
Con cadenza biennale si è garantita la partecipazione della Regione alle Assise della Cooperazione
Decentrata organizzate dal Comitato delle Regioni e che in particolare nel 2015 sono state strettamente
collegate all’Anno Europeo dello Sviluppo. Nell’ambito delle Assise 2015 il Comune di Reggio Emilia in
partenariato con la Regione dell’Andalusia ha organizzato il seminario associato “Territories and
governance”.
Annualmente, altresì, si sono seguiti i lavori degli European Development Days che costituiscono l’evento
principale organizzato dalla Commissione UE per fare il punto sullo stato globale delle politiche di
cooperazione internazionale allo sviluppo.
Nel 2015 entrambi gli eventi sono stati un’altra tappa importante per la definizione della nuova Agenda dello
Sviluppo Globale post 2015.
Approvata in luglio 2015, l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile ha identificato 17 obiettivi che mirano a
porre fine alla povertà, a lottare contro l'ineguaglianza e allo sviluppo sociale ed economico. Di particolare
interesse per le regioni è l’obiettivo n.11 “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, flessibili
e sostenibili”, che prevede 7 “action target” e 3 target d’implementazione.
Nel 2015 è stata supportata la partecipazione di alcune ong regionali agli eventi organizzati dalla Regione
nella Piazzetta di Expo 2015. Le ong si sono susseguite per 5 giorni, nella settimana dedicata alla cooperazione
a fine agosto, e hanno presentato i loro progetti e le iniziative più esemplari.
A settembre dello stesso anno la Regione ha partecipato alla High Level Stakeholder Conference on the
Syrian Refugee Crisis, “From Resilience to Development” organizzato a Marsiglia dalla Banca Mondiale, AFD,
alcune Agenzie ONU (UN ESCWA, UN HCR, UNDP) e dal Center for Mediterranean Integration (CMI).
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6. INTEGRAZIONE CON ALTRE POLITICHE REGIONALI DI SETTORE
6.1. Politiche di genere
Nell’ambito del Piano interno integrato delle azioni regionali in materia di Pari opportunità di genere 2014-
2016 una specifica sezione è stata dedicata ai progetti cofinanziati sui bandi annuali della legge 12/2002 ed
al relativo monitoraggio.
L’approvazione della legge regionale n. 6 del 27 giugno 2014 Legge quadro per la parità e la lotta contro le
discriminazioni di genere ha visto un contributo al lavoro di redazione con la previsione di un apposito
TITOLO IX dedicato allo specifico approccio di genere nell’ambito delle politiche di cooperazione
internazionale1:
6.2. Politiche migratorie
Nell’ambito del PIANO TRIENNALE PER L’INTEGRAZIONE DELLE PERSONE STRANIERE IN EMILIA-ROMAGNA
2014-2016 un’apposita linea di azione è dedicato alla connessione tra politiche migratorie e politiche di
cooperazione internazionale. Il tema ha visto una duplice valenza di approccio:
• aumentare la partecipazione dei migranti ai processi partecipativi previsti dalla legge 12/2002 sia
attraverso lo strumento dei Tavoli paese che attraverso progetti condivisi;
• incrementare la partecipazione a progettualità di cooperazione allo sviluppo.
Nel corso del quadriennio sono stati sostenuti numerosi progetti di cooperazione che hanno visto un ruolo
attivo delle associazioni di migranti presenti sul territorio regionale sia nella fase di progettazione degli
interventi che nell’ambito della partecipazione a specifiche attività di progetto in Emilia-Romagna e nei
territori di destinazione.
Sono inoltre stati avviati progetti in Marocco e in alcuni Paesi del Bacino sud del Mediterraneo coinvolti dalla
cosiddetta “primavera araba” finalizzati a rafforzare una cultura dei diritti, del lavoro e della partecipazione,
1 Cooperazione internazionale Art. 35 Relazioni globali per la parità 1. La Regione, ritenendo imprescindibile lo sviluppo dei rapporti tra i popoli diretto alla promozione di una cultura di pace, equità, parità e rispetto
reciproco, opera a sostegno di progetti di cooperazione e solidarietà internazionale per promuovere l'empowerment femminile, prevenire e
contrastare la violenza sulle donne, agire sulla reciprocità dello scambio dei saperi e delle esperienze anche di amministrazione pubblica, mediante
l'attività e l'iniziativa dei soggetti di cui all'articolo 4 della legge regionale 24 giugno 2002, n. 12 (Interventi regionali per la cooperazione con i paesi in
via di sviluppo e i paesi in via di transizione, la solidarietà internazionale e la promozione di una cultura di pace), oltre alle associazioni femminili, reti
di donne impegnate nella cooperazione internazionale e network transnazionali di riconosciuta valenza europea.
2. La programmazione e il coordinamento degli interventi sulle politiche di genere faranno parte integrante dei lavori dei Tavoli-Paese di cui all'articolo
12 della legge regionale n. 12 del 2002, nonché della banca dati e delle funzioni dell'osservatorio regionale sulle politiche di cooperazione.
3. La Regione nel documento di indirizzo programmatico triennale, nonché nei bandi di contributo predisposti ai sensi della legge regionale n. 12 del
2002 assume i valori, i principi e le finalità della presente legge al fine della individuazione degli obiettivi e della destinazione dei contributi. La proposta
programmatica è presentata in sede referente alla Commissione per la parità, alla quale viene rendicontato l'esito con cadenza annuale.
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la cittadinanza attiva, il protagonismo economico, l’inserimento sociale e professionale dei giovani e delle
donne. Caratteristica innovativa di alcuni degli interventi è la finalità di far crescere e unire le competenze
delle associazioni dei territori di provenienza dei migranti in Regione Emilia-Romagna con i quali costruire un
ponte in un'ottica di creazione delle condizioni base per favorire il co-sviluppo.
Il tema del miglioramento delle strategie di comunicazione pubblica nel campo dell'educazione allo sviluppo,
per rafforzare o creare condizioni, opportunità e strumenti al fine di accrescere la consapevolezza pubblica
sulle questioni legate allo sviluppo, coinvolgere le comunità di immigrati come soggetti attivi e non come
semplici ricettori delle azioni di comunicazione è stato al centro del progetto Progetto Amitié – Awareness
on Migration, development and human rights through local partnerships, finanziato nell’ambito del
Programma dell'Unione europea "Attori non statali e autorità locali nello sviluppo” Obiettivo 2:
Consapevolezza pubblica delle questioni legate all’educazione allo sviluppo e alla sensibilizzazione in Europa
avviato nel 2011.
Il progetto è stato coordinato dal Comune di Bologna e ne erano partner: Regione Emilia Romagna, Comune
di Riga, Asociatia Serviciul Apel – Romania, Felcos Umbria – Fondo di Enti Locali per la Cooperazione
Decentrata e lo Sviluppo Sostenibile, Famsi – Spagna – Fondo Andaluso dei Municipi per la Solidarietà
Internazionale, Prefettura di Recife – Brasile, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, GVC – Gruppo
Volontariato Civile – Italia, Latvian Human RIghts Centre, Grupo de Apoyo Mutuo – Brasile.
L’obiettivo del progetto consisteva nel mobilitare un più ampio supporto pubblico e aumentare la
comprensione e la confidenza dei cittadini europei verso i processi di sviluppo migliorando le strategie di
comunicazione pubblica nel campo dell'educazione allo sviluppo; rafforzare o creare condizioni, opportunità
e strumenti per accrescere la consapevolezza pubblica sulle questioni legate allo sviluppo; coinvolgere le
comunità di immigrati come soggetti attivi e non come semplici ricettori delle azioni di comunicazione.
Nel corso del progetto è stata realizzata un’analisi di contesto multi-disciplinare identificando delle buone
pratiche in materia di migrazione e sviluppo e coinvolgendo le comunità locali di immigrati attraverso dei
Focus Group, una formazione nazionale e trans-nazionale per operatori delle autorità locali e delle ONG, dei
workshop nelle scuole per studenti e insegnanti e sono state redatte le linee guida sull’uso di strumenti e
tecniche di comunicazione nel settore dell’immigrazione, dello sviluppo e dei diritti umani. Sono state inoltre
avviate una campagna di comunicazione transnazionale congiunta e azioni di sensibilizzazione nei quattro
paesi europei partner (Italia, Spagna, Lettonia e Romania) che hanno visto la partecipazione di scuole, enti
locali e comunità.
Nel 2015 ha preso avvio il progetto Amitié Code finanziato dalla Commissione europea che ha come capofila
il Comune di Bologna e la Regione Emilia-Romagna come partner. Altri Paesi europei coinvolti sono Germania,
Lettonia, Portogallo, Spagna e Francia.
L'obiettivo dell'azione è la capitalizzazione dei risultati del progetto AMITIE, attraverso la sensibilizzazione
dei cittadini, delle autorità locali, degli insegnanti, dei dipendenti pubblici e delle associazioni di migranti per
promuovere la consapevolezza e la conoscenza di tutti i processi legati al fenomeno migratorio al fine di
permettere una comunicazione sociale più efficace sui temi del contrasto al pregiudizio e della promozione
interculturale.
I diretti beneficiari dell’azione saranno le Autorità locali e le Associazioni di Autorità locali, gli studenti e i
giovani, le scuole secondarie e i loro insegnanti, le associazioni di migranti, gli stakeholders della
cooperazione allo sviluppo e i cittadini.
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Le principali attività previste:
• Capitalizzazione dei risultati del precedente progetto AMITIE e mappatura delle esperienze dei
partner per definire le linee guida del progetto.
• Realizzazione di corsi di formazione per insegnanti della scuola superiore e per dipendenti pubblici,
produzione di opuscoli e documenti riassuntivi in più lingue.
• Creazione di laboratori per studenti tra i 14 e i 18 anni, elaborazione di materiale audiovisivo.
• Realizzazione del Festival Internazionale dello Sviluppo a Bologna.
• Tour di proiezione dei documentari realizzati in ambito del progetto, concorso per la produzione di
una web serie, creazione di sito web e web app scaricabile con i materiali del progetto.
Nel 2015 sono stati realizzati incontri di coordinamento tra i partner di progetto, un seminario di
capitalizzazione per valorizzare i risultati del precedente progetto e sono state realizzate le linee guida di
implementazione del progetto.
L’obiettivo del progetto che ha la durata di 32 mesi è sensibilizzare i cittadini europei e le Autorità locali
sull'impatto della cooperazione allo sviluppo come fattore chiave per fronteggiare i cambiamenti globali e
migliorare l'interdipendenza a livello globale tra le comunità locali, rafforzare le politiche locali e regionali
sulle migrazioni e sullo sviluppo per indirizzare, in maniera appropriata, le politiche locali su migrazioni,
sviluppo e diritti umani, aumentare il coinvolgimento di studenti e giovani nella promozione dei diritti umani
e di stili di vita sostenibili, aumentare il numero di insegnanti, funzionari pubblici e associazioni di migranti
qualificati sui legami tra le migrazioni e lo sviluppo, in modo da costruire alleanze locali innovative su
tematiche globali e sulle migrazioni e promuovere la cooperazione tra le comunità di migranti, gli
stakeholders dello sviluppo e i loro partners nei Paesi in via di sviluppo.
La Regione ha inoltre sostenuto il progetto del COONGER (Coordinamento delle organizzazioni non
governative dell’Emilia-Romagna) “Iniziativa Regionale di Dialogo e Valutazione - Cooperazione Decentrata”,
che ha permesso, in sinergia con il progetto “CoMiDe”, finanziato dalla Comunità europea, ad una
organizzazione non governativa bolognese di realizzare incontri e formazione congiunta tra ong e associazioni
migranti per la costruzione di relazioni consolidate e di una visione comune, anche nell’ottica di future
progettualità congiunte. Nell’ambito di tale iniziativa sono state prodotte specifiche raccomandazioni
sull’attuazione a livello locale di politiche che inneschino un circolo virtuoso tra migrazione e sviluppo.
6.3. Politiche per la salute
Programma umanitario di assistenza sanitaria a persone straniere presenti sul territorio regionale ai sensi
art. 32 Legge 449/1997
Il Programma è stato gestito in coordinamento con l’Assessorato politiche per la salute tramite il Gruppo di
lavoro tra Assessorato alla salute e Servizio politiche europee e relazioni internazionali per la gestione dei
casi di ricovero umanitario c/o le Aziende sanitare prioritariamente di minori dai Paesi prioritari per la
Regione ai sensi del Documento di programmazione triennale.
Sono stati inoltre garantiti l’assistenza primaria, l’ecografia tiroidea e la messa a disposizione del tesserino
sanitario ai minori provenienti dalle aree colpite dal disastro della centrale di Chernobyl in Ucraina e
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Bielorussia ed ai minori provenienti dai Campi profughi Saharawi nell’ambito dei programmi di accoglienza
estiva.
La Regione per Chernobyl
Dal 1999 sono 11.434 (circa 600 l’anno) i bambini con meno di 14 anni provenienti dalle zone più coinvolte
dal disastro nucleare accolti in regione sottoposti durante il periodo di accoglienza, agli accertamenti sanitari
previsti dalla Regione Emilia-Romagna e non eseguibili nei loro Paesi di origine, mentre l’accoglienza è a
carico delle associazioni regionali di solidarietà.
La Regione, inoltre, iscrive i bambini al Servizio sanitario regionale per il periodo di permanenza nel territorio
regionale. L’attività sanitaria prevede l’accertamento – attraverso visite mediche specialistiche e controlli
diagnostici adeguati - di patologie conseguenti all’esposizione alle radiazioni o al contatto con sostanze
contaminate.
Sul piano della prevenzione i bambini, ospiti nella nostra regione, sono sottoposti a visite pediatriche e a
ecografie tiroidee.
Il progetto Chernobyl prevede, inoltre, che contestualmente all’accoglienza dei minori in Emilia-Romagna si
realizzino anche interventi di cooperazione nelle loro zone di provenienza, soprattutto in Bielorussia
dove Legambiente Emilia Romagna porta avanti il Progetto “Rugiada” cofinanziato dalla Regione Emilia-
Romagna con la collaborazione di Arpa Emilia Romagna, dell’AUSL di Modena, del Policlinico di Modena e
dell’Università di Bologna.
E’ stata inoltre presidiata la partecipazione a Progetto Mattone internazionale. L’iniziativa coordinata dalla
Regione Toscana promuove progettazione condivisa sul tema della salute nella cooperazione internazionale
e seminari per la capitalizzazione di esperienze e per l’identificazione di temi e la ricerca di finanziamenti
europei ed internazionali.
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7. PROCESSI PARTECIPATIVI
Gli enti iscritti ai tavoli di consultazione sono circa 250, di cui circa un terzo della Provincia di Bologna, mentre
le altre Province sono così rappresentate (escluso Piacenza che non è rappresentata):
TAVOLI PAESE. Si sono svolti periodicamente, in particolare in concomitanza con la definizione di priorità
tematiche e Paese per il bando a contributi, con cadenza almeno semestrale, fatta eccezione per il Tavolo
Paese Saharawi che si riunisce con frequenza maggiore in considerazione sia delle situazioni di emergenza
quasiendemiche nei campi profughi che della presenza di delegazioni istituzionali.
Complessivamente nel quadriennio si sono svolte 56 riunioni di tavoli Paese. Partecipano ca. 270
rappresentanti di altrettante organizzazioni e distribuite come segue:
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La rete dei partner internazionali consta di circa 85 istituzioni ed organizzazioni della società civile per anno.
Ovviamente il dato può oscillare annualmente in relazione a complessità e numero dei progetti presentati.
Le circa 115 organizzazioni di volontariato che partecipano ai tavoli paese occupano almeno 2.760 volontari,
oltre a qualche dipendente. A ciò va segnalato che si aggiungono le reti familiari coinvolte nelle iniziative di
adozione a distanza, raccolta fondi e nell’ospitalità di minori stranieri per programmi di accoglienza di
carattere umanitario (ogni anno sul territorio regionale sono ospitati, nell’ambito di programmi monitorati
dalla Regione, 350 bambini in altrettante famiglie o strutture), che producono reti lunghe e durevoli di
relazione tra i territori dell’Emilia-Romagna e i Paesi di provenienza dei minori.
Per quanto riguarda le organizzazioni più consolidate (le circa 20 organizzazioni non governative dell’Emilia-
Romagna, di cui 15 costituiscono il Coordinamento delle organizzazioni non governative dell’Emilia-Romagna
- Coonger) i dati disponibili solo per il Coonger al 2011 attestavano a circa 1.170 persone occupate in Italia
ed all’estero (italiani e locali). A questi vanno aggiunti i volontari, stimati per ca. 360 persone.
Una stima cautelativa dell’indotto occupazionale per il settore in Emilia-Romagna raggiunge quindi le 4.500
persone tra occupati e volontari coinvolti direttamente nelle organizzazioni.
Gruppo consultivo. In seguito alla previsione contenuta nel Documento di programmazione triennale 2012-
2014 per la cooperazione allo sviluppo ex legge 12/2002 è stato costituito un “gruppo consultivo composto
da 5 rappresentanti della Conferenza delle Autonomie Locali e da 5 rappresentanti della Conferenza
regionale del terzo settore” (artt 25 e 35 L.R. 3/1999 e succ. mod.).
Il lavoro del Gruppo consultivo si è rivelato particolarmente proficuo (nel periodo di programmazione si sono
svolte 22 riunioni), come strumento di confronto e discussione ed informazione su iniziative internazionali,
posizionamento nell’ambito di fora internazionali in materia di cooperazione internazionale e decentrata,
modalità di accesso a contributi e finanziamenti regionali, sviluppo di relazioni di partenariato più strette tra
sistema delle organizzazioni non governative e sistema degli Enti locali e definizione di un sistema di
monitoraggio e valutazione del Documento di programmazione triennale.
Assemblea consultiva. Cosi come previsto dall’art 11, comma 5, della L.R.12/02, l’Assemblea consultiva ha la
finalità di garantire la massima partecipazione al processo di programmazione degli interventi. E’composta
dai soggetti partecipanti ai tavoli paese e gli altri di cui all’ art 4, comma 1 lettera a) della L.R. 12/02 che
abbiano comunque dichiarato l’interesse alle attività di cooperazione internazionale della Regione. Le
organizzazioni iscritte sono 154, di cui circa 15 gli enti locali.
Inoltre annualmente si sono svolti seminari per progettisti finalizzati a favorire una migliore informazione e
comprensione dei meccanismi di valutazione dei progetti da presentare sul bando per contributi ex legge
12/2002.
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8. STRUMENTI DI COORDINAMENTO E DI GOVERNANCE
8.1. Livello nazionale
La Regione Emilia-Romagna ha assicurato il proprio contributo agli organismi istituzionali di coordinamento
con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) nell’ambito degli incontri
relativi alla programmazione, con riferimento alle diverse aree geografiche prioritarie.
Ha inoltre garantito la partecipazione agli incontri del Tavolo permanente (art. 5 dell’Intesa Governo Regioni
244/CSR del 18 dicembre 2008 in materia di rapporti internazionali) ed alla costruzione di documenti di lavoro
ed elaborazioni di dati relativamente ad aree paese prioritarie per il sistema regionale partecipando anche ai
Tavoli geografici di coordinamento ed alle riunioni tecniche della Commissione Affari comunitari ed
Internazionali della Conferenza dei Presidenti. In tale sede ha contributo a proposte e osservazioni nella fase
di redazione del Documento triennale di programmazione e di indirizzo della politica di cooperazione allo
sviluppo 2017-2018, in sede di prima applicazione della nuova legge 125/2014.
Nel corso del 2015 è stata approvata la legge nazionale 125/2014 “Disciplina generale sulla cooperazione
internazionale per lo sviluppo” che istituisce il Consiglio Nazionale per la Cooperazione allo Sviluppo (CNCS),
composto dai principali soggetti pubblici e privati, profit e non profit, ivi inclusi rappresentanti dei Ministeri
coinvolti, delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano, degli enti locali, dell'Agenzia, delle
principali reti di organizzazioni della società civile di cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario, delle
Università e del volontariato . Il Consiglio Nazionale, strumento permanente di partecipazione, consultazione
e proposta, si riunisce almeno annualmente su convocazione del MAECI o del vice ministro della
cooperazione allo sviluppo, per esprimere pareri sulle materie attinenti la cooperazione allo sviluppo ed in
particolare sulla coerenza delle scelte politiche, sulle strategie, sulle linee di indirizzo, sulla programmazione,
sulle forme di intervento, sulla loro efficacia, sulla valutazione.
Nell’ambito del CNCS sono stati istituiti gruppi di lavoro dedicati a specifici temi:
1. Seguiti dell'agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile:
coerenza delle politiche, efficacia e valutazione
2. Strategie e linee di indirizzo della cooperazione italiana allo
sviluppo
3. Ruolo del settore privato nella
cooperazione allo sviluppo
4. Migrazioni e sviluppo
Attualmente la Regione Emilia-Romagna partecipa al Gruppo 1 e al Gruppo 3, in quest’ultimo in qualità di Vice-Coordinatore, congiuntamente a CNA nazionale.
8.2. Livello regionale
Il coinvolgimento degli attori del territorio regionale nelle sue diverse espressioni (enti locali, organizzazioni
non governative, associazioni imprenditoriali e di categoria, associazioni della società civile, enti pubblici e
privati, comunità di immigrati, enti di formazione) ha costituito una delle leve strategiche nella realizzazione
delle attività di cooperazione internazionale.
Gli strumenti di coinvolgimento sono stati i seguenti:
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Tavoli/gruppo di lavoro per il coordinamento geografico/tematico in sede interdirezionale all’interno
dell’amministrazione regionale, che hanno stimolato il dialogo, la condivisione ed identificazione di obiettivi,
di progettualità e di iniziative comuni. Ne sono esempi il Tavolo Balcani e il Tavolo America Latina composti
dalle associazioni imprenditoriali, sistema delle centrali cooperative, CNA, le organizzazioni non governative,
l’Università di Bologna, centri ricerca come AICCON, agenzie di sviluppo locale, il CAAB di Bologna, ICEA ente
di certificazione ambientale e gli enti locali.
Tavoli Paese della cooperazione decentrata (ex Art. 12 della L.R. 12/2002). Ai Tavoli paese (art. 12, comma
1, Legge regionale 12/02) è affidato il compito di sviluppare ed accompagnare un programma di intervento
che includa ed armonizzi le iniziative dei soggetti partecipanti e definisca, ove possibile, un vero e proprio
“Programma-Paese”. A tutt’oggi tale strumento ha consentito lo scambio di informazioni in merito alle
rispettive esperienze, e in alcuni casi la condivisione delle rispettive competenze e relazioni strutturate
nell’ambito di progettualità comuni. Le aree paese su cui si è concentrata tale attività sono: Bielorussia,
Brasile, Bacino Sud del Mediterraneo, Mozambico, Saharawi, Senegal e Territori palestinesi.
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9. PARTECIPAZIONE A RETI
Il networking ha continuato a rappresentare una delle principali attività al fine di garantire collaborazioni
strategiche con altri partner italiani ed europei. In particolare attraverso la partecipazione alle reti europee
la Regione ha contribuito alla fase ascendente delle politiche europee e alla promozione della progettazione
comunitaria del territorio attraverso scambi di esperienze, accesso alle consultazioni della Commissione
europea, presentazione di progetti comunitari, costituzione di partenariati strategici. Questo sistema
reticolare consente alle Regioni di presentarsi alle Istituzioni comunitarie e a tutti gli altri attori che operano
a Bruxelles come interlocutori stabili e strategici. Tali reti hanno inoltre permesso lo scambio di buone
pratiche e informazioni che sono state poi utilizzate nella riprogrammazione della politica regionale e allo
stesso tempo hanno costituito uno strumento di promozione delle attività del Sistema Regione a livello
internazionale.
9.1. Conferenza delle Regioni Periferiche Marittime d'Europa
La Conferenza delle Regioni Periferiche Marittime d’Europa raggruppa 160 regioni
europee appartenenti a 25 Stati, membri e non dell’Unione Europea. In rappresentanza di circa 200 milioni
di abitanti, si batte per favorire uno sviluppo più equilibrato del territorio comunitario. Sito di riferimento
www.crpm.org
La CRPM, in qualità di interlocutore dei Governi nazionali e delle Istituzioni comunitarie, dal 1973 svolge la
propria attività affinché le esigenze e gli interessi delle Regioni che ne fanno parte siano presi in
considerazione in tutte le politiche a forte impatto territoriale: regionale e marittima, sviluppo sostenibile,
trasporti e pianificazione territoriale, pesca e ambiente, agricoltura e sviluppo rurale, ricerca e innovazione,
energia e cambiamenti climatici, immigrazione, turismo.
L’organizzazione si articola in sei commissioni geografiche, sulla base dei bacini marittimi dell’Unione
europea (Isole, Atlantico, Mediterraneo, Baltico, Mare del Nord, Balcani e Mar Nero) e promuove progetti
di cooperazione tra le regioni su problematiche comuni, puntando a favorire lo sviluppo regionale e la
coesione territoriale in Europa.
Di particolare interesse per le tematiche della cooperazione internazionale allo sviluppo il Gruppo di Lavoro
Cooperazione Esterna anche se tale tema attraversa anche alcuni gruppi tematici nei quali si articola altresì
il lavoro della CRPM: Politiche di Coesione, Energia, Ricerca e Innovazione, Turismo sostenibile, TEN-T, Vasco
de Gama, ICZM/MSP, Sicurezza marittima/Erika 4, Industria nautica e marittima, Pesca, Task Force Adriatico
Ionica, Task Force Macroregioni, Task Force Allocazioni metodologica dei Fondi strutturali e Task Force
Immigrazione.
La Regione Emilia-Romagna fa parte della Commissione Inter-Mediterranea (CIM). Creata in Andalusia nel
1990, la CIM ha come scopo di rappresentare gli interessi delle regioni mediterranee all'interno delle
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principali negoziazioni europee. Successivamente alla dichiarazione di Barcellona del 1995, la missione della
Commissione si è estesa alle problematiche dell'insieme delle regioni del Mediterraneo. Oggi la CIM
raggruppa una cinquantina di regioni appartenenti a dieci Stati (Cipro, Spagna, Francia, Grecia, Italia, Libano,
Malta, Marocco, Portogallo, Tunisia).
I lavori della CIM si sviluppano all’interno di un’azione aperta al partenariato con le organizzazioni
internazionali attive nella zona (Commissione europea, Agenzia delle Nazioni Unite, OCDE, Unione per il
Mediterraneo), gli Stati membri e le loro reti, le altre organizzazioni di collettività territoriali (Arco latino,
Med-città, Commissione Med del CGLU, Organizzazione delle città arabe).
La CIM è presieduta attualmente da Apostolos Katsifaras, Governatore della Regione Dytiki (Grecia).
Nell’Ufficio Politico 2016-2018 della CIM siede l’Assessore Patrizio Bianchi come componente della
rappresentanza italiana (Campania, Toscana, Lazio, Puglia, Sardegna, Emilia-Romagna).
Seminari tematici sono organizzati regolarmente sia dalla CIM che per iniziativa di una delle regioni su di un
tema di interesse focale. Inoltre, attualmente sono operativi 4 gruppi di lavoro (Cooperazione territoriale e
strategie macroregionali; Coesione Economica e Sociale, Trasporti e Politica Marittima Integrata, Acqua e
Energia).
Di recente, il ruolo più attivo degli uffici regionali lo si è avuto nella partecipazione alla Commissione
Intermediterranea e nei gruppi di lavoro Macroregioni e Cooperazione Esterna.
L'Area Cooperazione allo Sviluppo della Regione Emilia-Romagna è parte attiva nel Gruppo Cooperazione
Esterna che dal 2014 è coordinato dai Paesi Baschi ed ha adottato un nuovo action plan, le cui aree tematiche
sono:
• Politica Europea dello Sviluppo, che considera anche il valore aggiunto della cooperazione decentrata
per l'Agenda Europea e Globale;
• Politica di vicinato e collegamenti con la Politica di Coesione: Dimensione Nordica, Partenariato
dell'Est, Unione per il Mediterraneo, Regioni Atlantiche, Regioni d'Oltremare;
• Agenda Globale Post 2015;
• Expertise e Innovazione nei processi di cooperazione;
• Efficienza e responsabilità nella cooperazione allo sviluppo.
La relazione con il Gruppo di lavoro è stata proficua e continuativa e congiuntamente al segretariato di CRPM,
con base a Bruxelles, sono stati curati documenti europei e di organizzazione internazionali; richiesti
contributi su tematiche di nostro interesse come il CPMR Policy Position on Decentralised Cooperation for the
Post 2015 Development Agenda and SDGs presentato nel corso dell’Assemblea Generale che si è tenuta a
Firenze; inviti a convegni su tematiche di nostro interesse; inviti a partecipare a progettazioni europee come
il progetto capofilato da ARLEM sul Capacity Building nei temi dello Sviluppo Urbano; richieste di contributi
a progetti europei di cui CRPM è partner; informazioni sulla partecipazione di CRPM a eventi di portata
europea e internazionale; inviti a partecipare alle riunioni del Gruppo che si sono tenute a Bruxelles nelle
quali ci vengono illustrate attività in corso e azioni future nonché approfondimenti sulla partecipazione a
specifici progetti; richieste di pareri e commenti su documenti necessari a rafforzare azioni di lobby come ad
esempio la compilazione di un questionario sull’economia sociale e solidale; richieste di condivisioni di buone
pratiche sulla cooperazione internazionale e decentrata.
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Di particolare rilievo prospettico la partecipazione di CRPM a PLATFORMA (altra rete di regioni) che nel
gennaio 2015 ha firmato una Partnership Strategica con la Commissione “Empowering Local Authorities in
partner countries for enhanced governance and more effective development outcomes”. CRPM ha il compito
di realizzare specifiche attività:
1. Dare forma a una nuova generazione di cooperazione decentralizzata;
2. Verso una nuova generazione di public-private partnership nella cooperazione decentrata;
3. Southern neighbourhood – promuovere uno sviluppo territoriale integrato a livello regionale
attraverso la cooperazione decentrata.
9.2. Rete Women -“Women of Mediterranean South East and East European Network”
L’Associazione senza fini di lucro “Women-Women of Mediterranean
coast and south European Network” si è costituita nel 2004 come naturale evoluzione del lavoro di
costruzione di rete avviatosi sin dal 1999, per la realizzazione di progetti al femminile di scambio, di
solidarietà e di cooperazione decentrata tra una serie di soggetti pubblici e privati del territorio dell’Emilia-
Romagna e realtà dei Balcani, del Mediterraneo e dell’Est Europa.
Ne sono soci: la Regione Emilia-Romagna, il Comune di Forlì, il Comune di Imola, l’Università di Bologna,
l’Associazione Orlando, Trama di Terre di Imola, l’Associazione RACHDA (Algeri), il Forum Indipendente
Donne Albanesi (FIDA), il Palestinian Women Working Society (PWWSD) ed il Palestinian Youth Union
(Territori Palestinesi) le ong COSPE e CISP, la Coalition for gender Equality (Lettonia), la Federacion Mujeres
Progresistas (Spagna), le ong albanesi Tjeter Vision e Hapa th Lethe, la SWEA e IIDA (Somalia) e l’Associazione
Maghrebina (AMERM) di studi e ricerche sulla migrazione.
La Rete ha sostenuto, realizzato e finanziato numerose attività e progetti con le seguenti finalità:
a) diffusione dei principi di pari opportunità fra uomini e donne e di valorizzazione della differenza sessuale;
b) promozione delle culture di genere,
c)valorizzazione delle differenze culturali,
ed opera per realizzare tali obiettivi anche all’interno delle politiche di aiuto pubblico e cooperazione allo
sviluppo.
La Regione Emilia-Romagna ha sostenuto le attività della rete sin dalla sua costituzione, promuovendo il
partenariato con soggetti pubblici e privati dei Paesi di destinazione degli interventi di cooperazione
internazionale dell'Emilia-Romagna, sostenendo progetti di cooperazione decentrata, favorendo l'incontro e
la partecipazione di altri soggetti del territorio regionale.
Le aree nelle quali si sono concentrati i progetti della Rete nel periodo di programmazione considerato sono
state:
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• Medio Oriente
• Balcani ed Est Europa
• Africa
Medio Oriente:
Il progetto Fair trade fair peace – le donne per la pace, lo sviluppo locale, l’economia sociale - Betlemme –
Ganaa di Galilea
Obiettivo: promuovere opportunità lavorative per artigiani nell’area di Betlemme e per le minoranze
palestinesi che vivono nell’area di Cana di Galilea.
Azioni:
• Realizzare una linea comune di prodotti per il commercio equo solidale prodotta dalla cooperazione
tra le organizzazioni israeliane e palestinesi;
• Promuovere la partecipazione delle donne alla produzione;
• Formazione ad hoc ed empowerment economico e sociale;
• Produrre e promuovere dei prodotti per il circuito del commercio equo solidale composti da un
oggetto realizzato nei Territori Palestinesi Occupati e da uno in Israele: 7 differenti tipologie di
prodotti artigianali;
• Favorire la commercializzazione dei prodotti nel circuito Fair Trade nazionale;
• Costruire una rete informativa in collaborazione con le Botteghe del Mondo;
• Rafforzare il processo di empowerment delle donne artigiane palestinesi, attraverso un percorso
formativo sulla salute delle donne nei luoghi di lavoro e sul contributo delle donne alla promozione
delle esperienze di economia sociale.
Balcani occidentali - Albania e Montenegro:
Si è concluso nel 2013 il progetto “PROGETTO GRCOPQ – SEWAM Gender Resources Centres for Orientation
and Professional Qualification of Socially excluded Women in Albania and Montenegro” finanziato sul
programma IPA Adriatico, implementato dalla Rete Women in collaborazione con organizzazioni albanesi e
montenegrine. Il progetto aveva lo scopo di integrare ed innovare le reti che normalmente offrono le risorse
ordinarie e le politiche nazionali, avendo come obiettivo macro il miglioramento degli strumenti di welfare
nell’area balcanica Montenegrina e Albanese, dove le donne si trovano in una difficile situazione di esclusione
sociale, fornendo informazioni, competenze e opportunità di inserimento lavorativo.
Obiettivo: migliorare gli strumenti di protezione sociale della zona dei Balcani del Montenegro e dell’Albania
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Azioni:
• formazione professionale nel settore tessile/sartoriale, turistico, informatica;
• formazione operatrici sportelli di counseling (10 + 10);
• apertura 2 sportelli a Durazzo e Ulcini;
• rafforzamento delle reti per ridurre le disparità di genere
Beneficiarie 600 donne della zona di Durazzo e 300 donne della zona di Ulcinj
Africa Sub-Sahariana:
Azioni di emergenza e sostegno alla Somali Women Agenda, in collaborazione con l’Associazione IIDA Women
Development Organisation e con la SWEA (Scebeli Women Enterpreneurs Association), Associazioni di donne
somale partner della rete Women.
Obiettivo: sostegno socio-sanitario alle donne somale per i traumi subiti a Mogadiscio nella guerra civile.
Azioni:
• riattivazione reparto maternità ospedale Carlo Forlanini di Mogadiscio;
• creazione di un Centro Counselling rivolto alle donne vittime di violenza.
Animazione e networking
La rete Women ha svolto iniziative di promozione all’interno della Settimana del Buon Vivere che si svolge
annualmente a Forlì e coinvolge tutto il territorio romagnolo ed in particolare il 3 ottobre 2015 ha organizzato
l’iniziativa pubblica su “Nord e Sud del mondo - Donne e crescita sostenibile non c’è sviluppo globale equo
senza l’accesso delle donne alle risorse economiche in tutte le sue forme (impresa/lavoro dipendente)”.
Erano presenti le ospiti internazionali dell’associazione provenienti dai Balcani e dal Mediterraneo.
L’evento ha messo a confronto alcune esperienze di impresa/lavoro femminile (Palestina-Israele, Somalia,
Albania), con esperienze del territorio di Forlì-Cesena. Erano presenti: SWEA e IIDA (Somalia), FIDA (Albania),
Bethlehem Fair Trade Artisans e Sindyanna of Galilee di Cana (Palestina/Israele). Paola Sansoni, Impresa
Donna CNA nazionale e l'Ambassador di Women for Expo 2015.
L’Associazione ha inoltre prodotto e realizzato dal 20 settembre al 18 ottobre 2015 presso l’oratorio S.
Sebastiano, con un buon afflusso di pubblico e una buona eco stampa una mostra inedita sulle donne
migranti e rifugiate “Volti Invisibili” del fotografo Francesco Francaviglia con scatti inediti realizzati con
metodo partecipativa (presso CAD Onlus, cooperativa che gestisce centri accoglienza e occupa manodopera
migrante e Trame di Terra, associazione storica di Imola che si occupa di donne migranti, rifugiate) e con il
sostegno di sponsor privati (CAD, Formula Servizi, Camera di Commercio e Comune di Forlì.
Sono state altresì svolte attività finalizzate alla ridefinizione della mission ed al rafforzamento del
partenariato. In particolare nel corso del 2015 si sono svolti incontri finalizzati ad allargare la base associativa
della rete: adesione di associazione Trame di Terra (Imola); associazione Passi Leggeri di Scutari (Albania);
Safia Ali (ufficio del Procuratore Generale sulla violenza di Genere a Mogadiscio.)
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9.3. Osservatorio Interregionale Cooperazione allo Sviluppo
La partecipazione all’Osservatorio Interregionale sulla Cooperazione allo Sviluppo (OICS),
organismo promosso dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, si è potuta giovare dei
seguenti supporti in tema di cooperazione internazionale allo sviluppo:
1. erogazione da parte dell’OICS di servizi istituzionali e realizzazione di iniziative di promozione e proposta,
di coordinamento, formazione e informazione;
2. gestione di iniziative di cooperazione di interesse di tutte le Regioni e Province autonome.
Relativamente al primo asse (servizi istituzionali e iniziative di promozione e proposta, di coordinamento,
formazione e informazione), le principali attività svolte nel periodo 2012-2015 hanno riguardato:
Supporto alla Commissione interregionale per la Cooperazione internazionale – Tra i compiti istituzionali
dell’OICS vi è l’azione di supporto tecnico alla Commissione Interregionale per gli affari comunitari e le
relazioni internazionali, e in particolare alla Commissione speciale per la Cooperazione internazionale, che fa
capo alla Sardegna.
Sito web www.oics.it - Nel corso del triennio è stato assicurato il mantenimento e sistematico aggiornamento
del sito.
Relativamente all’Asse due (realizzazione di iniziative per conto delle Regioni, su loro richiesta), la Regione
Emilia-Romagna ha utilizzato i servizi di OICS per agevolare l’assistenza tecnica all’implementazione dei
seguenti programmi:
Programma di sostegno alla cooperazione regionale nei Balcani e nel Mediterraneo. Il Programma,
finanziato dal CIPE ha messo a disposizione del MAE un totale di 28 milioni di euro per la cooperazione
regionale nel Mediterraneo e nei Balcani. Il programma è stato gestito da un Comitato misto
MAE/MEF/Regioni (CIM), cui hanno partecipato, su designazione della Conferenza, 4 Regioni titolari
(Piemonte, Umbria, Campania e Sicilia) e 4 supplenti (rispettivamente Emilia Romagna, Lazio, Basilicata e
Sardegna). L’OICS ha svolto per conto del sistema regionale funzioni di erogazione dei fondi ai soggetti
implementatori (v. capitolo 2.2)
Assistenza tecnica al programma MAECI intitolato “Supporto in favore delle politiche minorili in Serbia”
conclusosi nel 2015 (v.capitolo 2.2)
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10. INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE
Secondo il Commissario europeo Neven Mimica in questo momento storico l’Europa è chiamata a dimostrare
la propria importanza per la vita dei suoi cittadini, “ecco perché - ha concluso - dobbiamo cogliere questa
opportunità, evidenziando i risultati di ciò che facciamo e il loro impatto sul terreno, richiamando l’attenzione
sulla differenza che comportano per la vita delle persone e sui vantaggi che apportano ai valori e agli interessi
dell’Europa”.
Anche la nutrita partecipazione del sistema regionale ad Expo Milano 2015 ha indiscutibilmente contribuito
ad aumentare l’interesse e la consapevolezza della società regionale ai temi della sostenibilità e della
globalizzazione responsabile.
Nello specifico il Programma Brasil Proximo, centrato sulla valorizzazione delle filiere agricole di alta qualità
in Brasile e sul rafforzamento del cooperativismo, ha avuto alcuni momenti dedicati in modo specifio.
Il giorno 20.09.2015 ad Expo è stato realizzato il seminario internazionale “Qualità degli alimenti, qualità delle
filiere, sicurezza alimentare e dei lavoratori. Quali benefici dalla collaborazione tra Italia e Brasile?”. Tra i
relatori sono state invitate le figure chiave del programma Brasil Proximo (sia brasiliani che italiani), che
hanno contribuito a sviluppare l’attività di rafforzamento del settore agroalimentare in Brasile (produzione)
e distribuzione degli prodotti agroalimentari, nonché i rappresentanti delle principali fiere del settore, sia del
Brasile che dell’Italia.
Seminario conclusivo del Progetto ‘Appoggio alla costruzione del quadro normativo e degli strumenti
operativi per il cooperativismo in Brasile’, Programma Brasil Proximo. Milano Expo, Palazzo Italia, 20.09.2015.
Attività di Expo in ER, connesse alla cooperazione internazionale; Settimana di attività sul settore
Agroalimentare del Sebrae Paranà
Approfittando delle molte opportunità offerte sul territorio emiliano romagnolo, aperto a ricevere imprese
del settore, è stata realizzata una settimana di visite in Emilia Romagna per il Sebrae (Servizio di appoggio
alla micro e piccola impresa) Paranà. Le visite sono state incentrate sui temi della certificazione DOC, Dop ,
IGP, alimenti di qualità, e partecipazione e incontri B2B tra il Sebrae e le nostre imprese a Macfrut, e visita a
Casa Artusi
Il tema dell’accountability riveste un crescente interesse in ambito europeo ed internazionale ed anche a
livello della Regione Emilia-Romagna vi è particolare attenzione a rendere maggiormente disponibili le
informazioni sia verso l’interno dell’Amministrazione che verso l’esterno, a comunità di operatori e di esperti
sino al singolo cittadino.
A questo fine la Regione ha realizzato il rinnovamento del sito www.spaziocooperazionedecentrata.it e
l’implementazione della banca dati regionale delle attività di cooperazione internazionale e decentrata (che
include i progetti finanziati tramite la L.R. 12/2002).
Tali attività hanno permesso da un lato un maggiore livello di monitoraggio degli interventi e dall’altro hanno
potenziato la funzione di diffusione e comunicazione delle informazioni sulle attività di cooperazione
decentrata del territorio, nonché di raccordo delle stesse.
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È stato realizzato uno specifico numero del bollettino della Cooperazione italiana dedicato alle attività della
Regione Emilia-Romagna.
Annualmente l’Amministrazione elabora e fornisce i dati finanziari ed articolati per settore ed area di
intervento degli stanziamenti quale contributo alla rilevazione OCSE-DAC del Ministero Affari Esteri e
cooperazione internazionale che raccoglie i dati degli aiuti pubblici allo sviluppo di tutti i donatori, anche
decentrati, del territorio italiano al fine di comporre il quadro complessivo dell’Aiuto pubblico allo sviluppo
dell’Italia che costituisce la base per il monitoraggio in sede OCSE-DAC del livello di raggiungimento degli
standard ed obiettivi definiti a livello internazionale.
Anche i Tavoli paese si sono confermati luoghi ove realizzare uno scambio continuo di informazioni ed il
coordinamento tra le iniziative realizzate da parte della vasta pluralità di attori (ONG, Enti Locali, Terzo
Settore) che sul territorio regionale svolgono interventi di solidarietà e di cooperazione. Tale strumento ha
consentito da un lato di fare emergere sovrapposizioni e complementarietà tra le attività promosse dai singoli
soggetti, dall’altro di avviare un processo di progettualità condivise nel rispetto delle specifiche competenze.
Infine, la Regione ha assicurato la rappresentanza a varie iniziative organizzate sul territorio e nelle scuole, la
comunicazione ed informazione tramite i siti regionali “Europamondo”, “Spaziocooperazionedecentrata.it”,
pagina facebook RER cooperazionedecentrata, anche in coordinamento con il sito dell’Assemblea legislativa
“Pace&Diritti” per quanto riguarda le informazioni relative ai temi della pace e dell’educazione alla
cittadinanza globale.
Ha inoltre promosso, dal 2013, congiuntamente a Comune e Provincia di Modena, Fondazione Cassa di
Risparmio di Modena, il Corso per volontari della Cooperazione Internazionale rivolto a giovani già occupati
e inoccupati.
Sono stati altresì organizzati i seguenti eventi, aperti al grande pubblico e ad operatori di settore:
21-23 novembre 2012 “Bosnia Erzegovina e Balcani.Venti anni dopo. Percorsi di cooperazione, tra memoria
ed integrazioni in collaborazione con Comune di Bologna, Centro per l’Europa centro-orientale e balcanica,
Scuola di pace di Monte Sole, Coonger, Osservatorio Balcani e Caucaso, Provincia di Bologna, European
Regional Master in democracy and Human rights in South East Europe.
27 settembre 2013 - Responsabilità sociale d’impresa: opportunità per le imprese e per la cooperazione
internazionale allo sviluppo. Una tavola rotonda che ha messo a confronto diversi stakeholder del territorio
regionale interessati alle tematiche e al rapporto tra la RSI e gli strumenti e le competenze della cooperazione
internazionale
24 e 25 ottobre 2013 Tirana Convegno Riforma Servizio Sociale in Albania. In collaborazione con il Ministero
del Lavoro, Affari Sociali e Pari Opportunità l'appuntamento ha inteso avviare un primo percorso di confronto
e condivisione sulle proposte emerse dal coinvolgimento di istituzioni regionali e locali albanesi ed istituzioni
europee sui temi del decentramento. Le proposte avanzate scaturiscono dall'attività di "assistenza tecnica"
al Ministero del Lavoro, Affari Sociali e Pari Opportunità, alle Regioni e alle città partner (Valona, Scutari,
Elbasan), che la Regione Emilia-Romagna - nell'ambito del programma di Cooperazione "SEENET" - ha
sviluppato nel corso degli anni 2011 e 2012 con l'obiettivo di contribuire, con idee e progetti innovativi, alla
crescita e al rafforzamento della qualità del Welfare in Albania, costruire una capacita di governance
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regionale decentrata e un più avanzato sistema di servizi e interventi sociali sul territorio (Municipi/Comuni).
Alla conferenza erano presenti: il Ministro del Lavoro, Affari Sociali e Pari Opportunità, l'Ambasciatore d'Italia
in Albania, il Presidente della Regione di Scutari il Presidente della Regione di Valona, sindaci e vice sindaci
dei Comuni.
6 marzo 2014 Il protagonismo delle donne nella cooperazione internazionale. L'iniziativa è stata organizzata
dall'Assessorato regionale Sviluppo delle Risorse umane e Organizzazione - Cooperazione allo sviluppo -
Progetto giovani - Pari opportunità, in collaborazione con la Scuola di Pace Monte Sole, Rete Women e Cospe.
L’evento ha inteso portare all’attenzione, in occasione della giornata della donna, i progetti sostenuti e
realizzati dalla Regione Emilia-Romagna sui temi della imprenditorialità, salute, accesso ai diritti delle e per
le donne, ed è stato corredato da una pubblicazione che raccoglieva tutti i progetti finanziati su questi temi
negli anni 2010 - 2013, nonché da una Mostra di fotografie dedicata ai progetti e con soggetti femminili, che
è stata esposta presso la sede dell’Assemblea legislativa per una settimana.
23 maggio 2014 Incontro su nuova programmazione europea 2014-2020
25-26 settembre 2014 - Bologna, seminario “Dalla cooperazione alla collaborazione internazionale tra i territori.
Presentazione dei risultati del progetto”
Dal 23 al 27 settembre 2014 è stato realizzato il seminario “L'Emilia-Romagna e la collaborazione fra
territori: Brasile e non solo”, un’iniziativa, con il coinvolgimento delle ONG e Associazioni imprenditoriali e
Università e di altri rappresentanti del nostro territorio, articolata in due importanti eventi pubblici: il primo
a Bologna, il 25 settembre, con una conferenza di lavoro sul tema della trasformazione della cooperazione
in collaborazione internazionale tra territori - dove sono state analizzate esperienze sviluppate non solo con
il Brasile ma anche con l'Albania e l'Egitto - e sul sostegno al cooperativismo e politiche di sviluppo
territoriale. Il secondo è stato la mattina del 26 settembre a Cesena nell'ambito di MacFrut, con un incontro
dedicato alle opportunità di cooperazione con il Brasile nel settore agroindustriale.
Le due giornate di lavoro avevano la finalità di evidenziare come da progetti aventi originariamente finalità
di cooperazione allo sviluppo sia stato possibile avviare e consolidare percorsi di co-sviluppo e collaborazione
internazionale tra istituzioni, imprese e sistemi territoriali in diversi settori e tra diversi paesi allargando così
l'orizzonte delle relazioni internazionali.
6 dicembre 2014 - Workshop internazionale: L’approccio dell‘Unione Europea alla questione del Sahara
Occidentale presso Università di Bologna – sede di Forlì.
L’iniziativa ha inteso riunire per la prima volta esperti e personalità, formalmente incaricate di svolgere un
ruolo significativo nella vicenda, per discutere insieme dell’approccio che l’Unione europea ha tenuto sino
ad oggi sulla questione del Sahara Occidentale, in particolare in relazione a quegli aspetti che suscitano
maggiore dibattito e controversia nella comunità scientifica. Oltre a costituire un momento importante per
fare il punto sugli aspetti scientifici, l’evento ha rappresentato un’occasione per favorire la ripresa dei colloqui
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in coincidenza del ruolo dell’’Italia, in qualità di presidente di turno dell’UE.
L’iniziativa è stata sostenuta dalle associazioni e dagli enti che fanno parte del Tavolo Paese Sahrawi
coordinato dalla Regione Emilia-Romagna: Comune di Nonantola, Comune di Forlì, Comune di Ravenna,
Comune di Ponte San Nicolò (Padova) Associazione El Ouali (Bologna), CISP Emilia-Romagna (Granarolo
dell’Emilia), CGIL (Emilia Romagna), Nexus Emilia-Romagna (Bologna), Peace Games (Bologna), Associazione
Kabara Lagdaf (Modena), AUSER Emilia-Romagna (Bologna), Associazione 1514 Oltre il muro (Ponte S.Nicolò),
Associazione TreCaSma (Trento).
2 marzo 2015 presso l'Università di Bologna, incontro con i docenti e gli studenti della Scuola di Psicologia
e Scienze della Formazione dell'Alma Mater e successivamente incontri con i Ministeri degli Affari Esteri e
del Lavoro e delle Politiche Sociali, sia con associazioni impegnate a livello della società civile nella tutela e
promozione dei diritti delle persone con disabilità di una delegazione di 5 donne palestinesi con disabilità,
in rappresentanza di altrettante organizzazioni di persone con disabilità di Gaza. La visita rientrava nelle
attività dei progetti INCLUDE e IDEE cofinanziati dalla Regione Emilia-Romagna, insieme a RIDS (Rete Italiana
Disabilità e Sviluppo), per attività volte al miglioramento delle condizioni di vita delle donne disabili nella
Striscia di Gaza attraverso un approccio inclusivo ed emancipatorio.
27 maggio 2015 – Ferrara "Agricoltura e sicurezza alimentare in Africa - Il ruolo della cooperazione
decentrata", previsto per il promosso da Regione Emilia Romagna, Action Aid, Nexus Emilia-Romagna Festival
dei diritti.
EXPO Milano 2015 “Valori e idee per nutrire la terra”
La partecipazione della Regione Emilia-Romagna ad Expo Milan 2015 ha visto protagonista in Piazzetta per
quattro giornate la cooperazione internazionale made in Emilia-Romagna con progetti in linea con lo spirito
di Expo e coerenti con l’impostazione valoriale, non solo economica, che la Regione Emilia-Romagna ha
voluto dare alla sua partecipazione a Expo 2015. Ad essere ospitate in piazzetta, a seguito di selezione
attraverso un bando per la presentazione di progetti di animazione, le ong Cefa, Parmaalimenta e Gvc.
25-26 agosto. OLIVO è un progetto per la promozione e tutela dell’oliva autoctona "Picciolina" nella zona
della Tadla Azilal (Marocco). Il progetto prevede di accompagnare l’agricoltore durante l’intera filiera
produttiva. Del progetto OLIVO fanno parte sette cooperative per un totale di circa 300 coltivatori. Cuore del
progetto è l’organizzazione di un centro servizi (GIE) a disposizione delle cooperative.
27 agosto. Maison Parma è un’iniziativa per la creazione di un’impresa agroalimentare, il cui scopo è quello
di combattere la povertà in Burundi. Maison Parma è un Centro agroalimentare nella zona nord di
Bujumbura. E’ stato inaugurato nel 2011 dal Ministro dell’Agricoltura del Burundi e offre supporto agli
agricoltori nella produzione, nella trasformazione, nella conservazione e nella vendita dei loro prodotti. Nella
Piazzetta della Regione sono stati “ricreati” alcuni spazi del centro e sono state realizzate una serie di
animazioni sui temi del cibo e della sicurezza alimentare.
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28 agosto. Eco de femmes. Un angolo del Magreb. L’ obiettivo era di promuovere il progetto di cooperazione
allo sviluppo a favore delle donne rurali nella sponda sud del Mediterraneo, ECO DE FEMMES, realizzato in
collaborazione con la Regione Emilia-Romagna e l’Unione Europea in Tunisia e Marocco.
La piazzetta si è trasformata in un angolo del Maghreb dedicato alle donne, protagoniste di un progetto di
riscatto sociale ed economico. Un’installazione multimediale di testi, foto e video nei vari punti della piazzetta
ha ricreato le esperienze di vita delle donne e il loro percorso di emancipazione
La partecipazione delle organizzazioni non governative dell’Emilia-Romagna ad Expo Milano 2015 si è potuta
pregiare, inoltre, dell’Assegnazione del Premio come uno dei progetti vincitori del Bando internazionale
sulle Best Sustainable Development Practices for Food di Expo Milano 2015 al progetto Africa Milk Project
dell’organizzazionenon governativa CEFA:
17 dicembre 2015 – Bologna - Presentazione dello Human Development Report 2015
Sviluppo umano e lavoro sono stati i temi al centro del Convegno “Lavoro e sviluppo umano: il ruolo della
cooperazione internazionale per lo sviluppo”, per presentare l’annuale Rapporto sullo Sviluppo Umano
dell’UNDP (United Nation Development Programme).
Da 25 anni, il Rapporto offre l’occasione per approfondire il tema dello sviluppo a livello globale, oltre la
misura della ricchezza delle economie. “Il cuore del rapporto è l’integrazione tra lavoro e sviluppo della
persona, tra dimensione della crescita e della occupabilità, e l’inclusione sociale – ha sottolineato Elisabetta
Gualmini, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e assessore al Welfare e Politiche abitative, in
apertura dei lavori.
L’edizione di quest’anno guarda alle persone, alle opportunità di cui godono, alle scelte che assumono ed
evidenzia come il lavoro possa essere stimolo allo sviluppo umano, soprattutto quando le politiche pubbliche
ampliano le opportunità di occupazione, nel rispetto dei diritti, della sicurezza e del benessere dei lavoratori.
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CONCLUSIONI
La recente approvazione del nuovo “European Consensus on Development” ha definito con precisione gli
obiettivi, i valori e principi condivisi per cui l’UE e gli Stati membri si sono impegnati nell’adozione dell’Agenda
2030 ribadendo il principio che investire nello sviluppo sostenibile significa investire nella sicurezza comune
e nella prosperità.
L’uguaglianza di genere, la lotta alla povertà, il dialogo politico, la cooperazione allo sviluppo con un
approccio basato sui diritti, la salute, l’educazione, il valore delle migrazioni, devono rimanere priorità
assolute per tutti i paesi migliorando il dialogo inter - istituzionale sia nelle attività di sviluppo che in quelle
di emergenza umanitaria.
L’impegno dell’Amministrazione regionale nel campo della cooperazione internazionale è continuativo da
anni. Sono tanti e variegati i risultati raggiunti in termini di progetti realizzati nei vari paesi oggetto
d’intervento degli aiuti di carattere umanitario e di emergenza.
Con questo report si vuole in particolare focalizzare l’attenzione su alcuni importanti risultati raggiunti e che
sono riferiti all’intero sistema regionale. In particolare:
- Miglioramento della ownership democratica delle comunità e dei soggetti partner, attraverso la
valorizzazione della soggettività e le capacità degli attori locali,
- Sviluppo di rapporti e relazioni fattive e collaborative con reti ed organismi nazionali ed europei che
rappresentano canali strategici da presidiare per mantenere e capitalizzare processi democratici
diffusi;
- Forte capitalizzazione di esperienze e competenze delle reti di collaborazione sia regionali sia locali,
pur mantenendo la propria specificità, professionalità e capacità propositiva;
- Buon livello di integrazione delle politiche regionali (politiche sociali, sanità, pace e diritti, sviluppo
economico, formazione), che nel loro insieme costituiscono un elemento distintivo di attrattività
del sistema regionale e possono innalzare il valore aggiunto delle attività da condurre nei paesi
beneficiari;
- Facilitazione di partenariati territoriali nel rispetto e nell’interesse reciproco, per il bene comune e
per uno sviluppo sostenibile a mutuo vantaggio;
- Coordinamento e valorizzazione dei soggetti che hanno in essere relazioni con paesi terzi: comunità
di immigrati, organizzazioni della società civile, territori e amministrazioni locali, associazioni
- Ampliamento delle collaborazioni e relazioni internazionali in aree paese strategiche ancorché
caratterizzate da situazioni complesse dal punto di vista geopolitico.
La Regione Emilia Romagna in questo scenario si impegnerà nel prossimo triennio a perseguire interventi
caratterizzati da una forte propensione alla pluridimensionalità delle politiche. Appare evidente che
interventi di supporto a politiche sociali o sanitarie hanno collegamenti diretti con i sistemi formativi sanitari
della regione, così come interventi di sviluppo locale si inseriscono nella pluralità di politiche a maggiore
valenza settoriale quali li sviluppo di piccole e medie imprese, micro imprenditoria, filiere produttive ecc.
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In questa visione di insieme il tema dell’efficacia degli aiuti e dello sviluppo verrà affrontato con la messa a
punto di un programma di monitoraggio e valutazione sulle azioni e i risultati conseguiti, cercando la massima
integrazione tra politiche e strumenti, attivando azioni di coordinando e collaborazione con tutti gli attori
della cooperazione.
Un ulteriore obiettivo si colloca nel rafforzare e consolidare il modello di concertazione inter-istituzionale
coinvolgente le rappresentanze del pubblico e del privato, profit e non profit, nel riconoscimento e nella
valorizzazione dei diversi attori della cooperazione e della loro capacità di iniziativa: in sintesi facilitare i
partenariati pubblico-privato.
Il tema della trasparenza nelle finalità, nei partenariati posti in essere, nella gestione, nella valutazione e nella
comunicazione caratterizzerà sempre più la nuova programmazione in corrispondenza con l’evoluzione del
modello di amministrazione pubblica verso l’open government, la condivisione e la partecipazione.