Occhio Magazine n.9 Settembre 2009

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ANNO 1 _ N. 9 SETTEMBRE 2009 1,50 MENSILE DI INFORMAZIONE DI SAN VITO DEI NORMANNI - SAN MICHELE SALENTINO - CAROVIGNO - LATIANO RIFORMA in punta di penna CAROVIGNO Tutta colpa della mamma! SAN MICHELE SALENTINO Un fico? Meglio mandorlato SAN VITO DEI NORMANNI Il festival Barocco La scuola vista da vicino. Polemiche e risposte istituzionali sul polverone sollevato dalla riforma Gelmini. Ritorno al passato o slancio verso il futuro?

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Mensile d'informazione

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ANNO 1 _ N. 9SETTEMBRE 2009€ 1,50

M E N S I L E D I I N F O R M A Z I O N E D I S A N V I T O D E I N O R M A N N I -S A N M I C H E L E S A L E N T I N O - C A R O V I G N O - L AT I A N O

RIFORMAin puntadi penna

CAROVIGNOTutta colpa della mamma!

SAN MICHELESALENTINOUn fico? Meglio mandorlato

SAN VITODEI NORMANNIIl festival Barocco

La scuola vista da vicino. Polemiche e risposteistituzionali sul polverone sollevato dalla riforma Gelmini.Ritorno al passato o slancio verso il futuro?

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RiepilogoIN QUESTO NUMERO

Direttore Editoriale Vito ValenteDirettore Responsabile Doriana SantoroHanno collaborato Claudio Argentieri, Marica Argentiero, Emanuele Chiariello, Giuseppe De Simone, Avv. Giuseppe Di Viesto, Giuseppe Fagiano, Giovanni Gigliola, Marilena Locorotondo, Michelangelo Nigro, Antonio Passante, Francesca Presto, Cosimo Prontera, Antonello PutignanoUn ringraziamento a Clementina Ancora; Grazia Bifaro; Donato Gambatesa, CHE MI DAI CHE TI DO - San Vito dei Normanni;Concessonaria per la Pubblicità Artemotive via V. Azzariti, 19 San Vito dei Normanni - tel. 0831.986314 Fotografia foto a cura di Giuseppe Di Viesto, foto Trofeo delle 2 Torri: Francioso, foto Maria Argentieri: Antonio Passante, foto Barocco Festival: organizzazione festivalGrafica e impaginazione Emanuela Verrienti, Giuseppe Di Viesto - Artemotive - [email protected] copertina a cura di Giuseppe Di ViestoWebmaster Emanuele Chiariello, Antonio Passante - www.occhiomagazine.itEdito da Sandei Communication Mediamonitor / via V. Azzariti, 19 - 72019 - San Vito dei N.nni BR - tel. 0831 986314

Stampato da: ERREBI Grafiche RIPESI - Via del Lavoro, 23 - 60015 Falconara Marittima - ANChiuso il 14.09.2009Sandei srl - Occhio magazine - Registrato presso il tribunale di Brindisi n. 1/09 del 04.02.09 3

Doriana Santoro

È ormai tempo di riporre teli da mare e ciabatte, di riprendere il tran tran quotidiano che scandisce le nostre vite. Prima di dedicarci al cambio di stagione, però, ricordiamo gli eventi ed i fatti che hanno caratterizzato il mese di agosto. Un occhio, poi, all’at-tualità con la riforma della scuola, ancora da metabolizzare, ma già ca-ratterizzata da malcontento e proteste da parte di docenti precari, che vedo-no sfumare la possibilità di lavorare. La scuola è uno degli argomenti che, oltre a welfare e sanità, coinvolge tut-ti trasversalmente e quindi abbiamo voluto incontrare il dirigente dell’uf-ficio scolastico provinciale. Qualche domanda rivolta al dott. Capobianco ha aperto uno spiraglio di luce sulla riforma e sulla sua apllicazione. La scuola subisce tagli di fondi stabiliti con la Finanziaria, ma ai genitori e agli universitari l’istruzione costa cara: ecco il carolibri che fa capolino tra le tante difficoltà di un tiepido settembre. I tempi non sono maturi per giudizi definitivi sulla riforma, ma lo sono per fare il punto e porsi domande.

nota del direttoreCopertina• Scuola da interpretare pag. 4• Caro libro, quanto mi costi? pag. 7San Vito dei Normanni• Dove siete? pag. 9• Saldi senza soldi pag. 12Carovigno• Di gambe e di testa pag. 14• Una vita nell’arte pag. 16• Fotografando il passato pag. 18• Iat che passione! pag. 20Latiano• L’agricoltura in vendita pag. 21• Ronde ecologiche pag. 23San Michele Salentino• Verso la nuova Europa pag. 24• Un francescano alla Sardedda pag. 26• Un fico? Meglio mandorlato pag. 28Salute• Appesi ad un cordone pag. 30Riflessioni• …Ma la notte NO! pag. 32• Io, Irina, badante rumena pag. 34Teneteli d’Occhio• Appuntamenti cult di settembre pag. 35Spettacolo• ’Ttacca la rezz(ic)a pag. 26• Il Festival Barocco pag. 39Talent war• Tutta colpa della mamma! pag. 40• Colpo su colpo pag. 42Sport• Due calci ad un pallone pag. 44• Il Volley ha bisogno anche di te! pag. 45

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Per orientarsi nella giungla di novità, un aiuto dal dirigente dell'ufficio scolastico provincialeSCUOLA DA INTERPRETARE

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Durante un corteo di pro-testa contro il decreto Gelmini (D.L. 137/08)

un bambino ha mostrato un car-tello con su scritto la Gelmini mangia i bambini. Lasciando da parte la presunta pantagruelica fame del ministro, cerchiamo di fare il punto, con l’inizio del nuo-vo anno scolastico, sulle novità apportate dalla legge 169/08 che il 30/10/08 ha sostanzial-mente confermato i provvedi-menti previsti nel decreto Gelmi-ni. Non si può capire la legge 169 senza considerare la legge finanziaria dell’anno scorso (leg-ge 133/08), la quale prevedeva tra l’altro una razionalizzazione della spesa in ambito scolastico e quindi dei tagli. Il decreto Gelmi-ni ha, quindi, cercato di tradurre le esigenze di razionalizzazione della spesa portandole sul piano organizzativo e delle nomine dei docenti. I provvedimenti hanno riguardato non solo la scuola pri-maria e secondaria, ma anche il mondo dell’università (D.L. 180, successivamente convertito in legge). Consideriamo tuttavia le sole novità riguardanti la scuola secondaria e soprattutto la scuo-la primaria.Alcune delle novità introdotte le abbiamo già incontrate durante l’anno scolastico 2008/2009, per esempio il voto numerico deci-male in pagella alle elementari (affiancato da un giudizio) e me-die ed il voto in condotta, sempre espresso in decimi, che è torna-

to a fare media portando conse-guenze nell’ammissione all’anno scolastico successivo o all’esame conclusivo del ciclo. Il voto in condotta dovrebbe essere, nelle intenzioni del Ministro Gelmini, una risposta forte al bullismo dilangante nelle scuole. L’anno scolastico che inizia porterà al-tre novità, la più importante è forse l’introduzione del maestro unico (affiancato dal docente di religione e di lingua inglese). L’educazione civica diverrà ma-teria obbligatoria, sotto la deno-minazione Cittadinanza e Co-stituzione. I libri di testo, per far fronte all’annoso problema del caro libri dovranno essere utiliz-zati, senza essere cambiati, per 5 anni alle elementari e 6 anni alle scuole medie e superiori, fatta eccezione per eventuali appendi-ci di aggiornamento. Altri prov-vedimenti hanno riguardato e riguarderanno stanziamenti per l’edilizia scolastica, problema evi-denziato da fatti di cronaca che

hanno mostrato l’inadeguatezza di molte strutture, l’utilizzo di in-ternet nelle scuole e di versioni digitalizzate dei libri di testo. Ma occorre, forse, soffermarsi con maggiore attenzione sulla novità principale del nuovo anno scolastico, una novità che riguar-da le classi prime delle scuole elementari: il maestro unico. La legge prevede che le classi siano assegnate ad un unico docente sulla base di un orario settima-nale di 24 ore. Il maestro unico dovrebbe garantire quegli obiet-tivi di contenimento previsti dalla

Finanziaria: al vecchio modulo che prevedeva 3 insegnanti su 2 classi se ne sostituisce uno per classe. Si prevede inoltre la pos-sibilità di venire incontro alle esi-genze delle famiglie qualora esse scegliessero un orario settimana-le di 27 ore, di 30 o il tempo pieno di 40 ore. Il problema che si pone è: chi coprirà le ore necessarie

e con quali fondi? Inoltre le fa-miglie, stando ai dati diffusi dal Ministero sulle iscrizioni all’anno scolastico 2009/2010, hanno pre-diletto il modello attuale con le 30 ore settimanali (il 56%) o le 40 ore (il 34%). Problemi organizza-tivi, dunque, ma non solo. I molti cortei di protesta in piazza si sono opposti ai tagli previsti dalla legge 133 che, secondo alcune stime, porterebbero a 87.400 esuberi per il personale docente e 44.500 per il personale ATA nel corso dei prossimi 3 anni. Per orientarci in questa giungla

di novità, spesso non facili da interpretare, ci rivolgiamo al diri-gente dell’Ufficio Scolastico Pro-vinciale di Brindisi (ovvero l’ex Provveditore), dott. Francesco Capobianco.Con l’anno scolastico alle por-te, quali sono le novità per il mondo della scuola, alla luce delle proposte del Ministro

La riforma GeLmini riporta in auGe iL voto in condotta. farà media e sarà deterrente contro iL buLLismo

di Giuseppe De Simone

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Gelmini?Faccio un discorso riferito sempli-cemente alla provincia di Brindisi. Tutto sommato i temutissimi tagli di cui si parlava in primavera non sono stati così dolorosi come si temeva, ma complessivamente si va incontro alle esigenze della

scuola esattamente come gli altri anni. È ovvio che, se nelle future prime ci sarà un maestro unico mentre prima su 2 classi ce n’era-no 3, a partire dall’anno prossimo per ogni classe si perderà mezzo maestro, per cui ogni 2 classi si perde un posto. Questo rallenterà o farà diminuire le nuove nomi-ne, ma la situazione complessiva di soprannumero non è così ele-vata come si temeva in un primo momento.Un anno difficile quindi per i

nuovi docenti ma non quanto si temeva…Per i nuovi docenti ci sarà la conferma di gran parte di loro, almeno l’80%. Per gli altri le po-sizioni sono state valutate succes-sivamente perché occorre consi-derare l’organico di fatto. Mentre c’è un organico di diritto che si fa in primavera sulla base di dati presumibili, adesso, alla luce de-gli scrutini, alla luce degli esami di stato, possiamo sapere se nella scuola media X o nella scuola elementare Y gli alunni di prima saranno 100 o 101.Con l’introduzione del mae-stro unico e della settimana di 24 ore, chi coprirà le ore ulteriori per venire incontro alle esigenze delle famiglie?Non è una questione complicata.Per la scuola primaria noi avre-mo un sistema non diverso da quello della scuola media e su-periore. Le 27 ore vanno smem-brate. In un primo scientifico o quarta ginnasiale sono 27 ore composte da 5 ore di italiano, 4 di latino, 4 di matematica e così via. Le 27 ore della scuola primaria vengono sbriciolate e scomposte in vari insegnamenti. Naturalmente poi, è competenza del dirigente, in base all’organico, assegnare al docente tal dei tali tante ore in 1ªA e tante ore di completamento

in 1ªB all’altro maestro e così via. Esattamente come si fa nelle scuo-le medie di primo e secondo grado. Per esempio il professore di mate-matica insegna per 4 ore in prima A, per 5 ore in seconda A fino al completamento delle ore della sua cattedra, che lì è di 18 ore e qui è di 22 - 24.E i fondi per coprire le ore di insegnamento oltre alle 24 previste dalla legge?Vengono coperti dall’altro inse-gnante di ruolo, retribuito dalla Direzione Provinciale del Teso-ro. Ecco perché ho detto “in base all’organico in possesso di quella scuola”. Cioè: se io ho 10 maestri, ho a disposizione un pacchetto di 220 ore settimanali o 240, se calcoliamo le 2 ore per attività di programmazione didattica. Queste ore cosa comportano? In 10 classi: otto ore di italiano, otto di matematica e tot di lingua straniera e così via. Con questi frammenti io compongo la catte-dra: possiamo parlare di cattedra anche per il maestro della scuola primaria. Quindi pochi inconvenienti?C’è un altro aspetto positivo: se qualche insegnante non riesce a coprire le sue ore nella classe, rimane a disposizione della scuo-la, ad esempio per le supplenze. Sarebbe uno spreco avere un

insegnante libero e al contempo andare ad attingere da altro per-sonale. Il docente resta quindi a disposizione innanzitutto per le supplenze e poi per altre attività organizzate dalla scuola. Nei mesi scorsi due argomen-ti hanno movimentato l’opi-nione pubblica, il grembiule obbligatorio ma soprattutto le classi differenziate…Sono due delle ipotesi che si fan-no. Il discorso degli immigrati differenziati non va preso assolu-tamente in considerazione perché torneremmo indietro di 30-40 anni. Ma riunirli, per esempio, nelle scuole medie per l’ora di ap-profondimento di italiano, non mi sembra una cosa delittuosa. Oltre l’orario curricolare, gli extraco-munitari, con carenze linguisti-che, vengono riuniti. Lo facciamo anche con i nostri ragazzi che hanno carenze in matematica. I dieci studenti con carenze in mate-matica fanno dei corsi di sostegno, recupero o approfondmento, che dir si voglia. Non è discriminante: si tratta soltanto di potenziare le competenze nelle discipline nelle quali hanno rivelato lacune.Il grembiule? Io non lo so… per-ché questi sono quasi dei dettagli, che tuttavia possono avere la loro importanza. Ciò significherebbe superare la differenza tra il ragaz-

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CopertinaOCCHIO

zo decorosamente vestito e l’altro completamente griffato. Ma que-sto non è quello che fa la scuola. Io ho frequentato la scuola elemen-tare con il grembiule e la scuola media e il liceo senza. Ognuno si vestiva come poteva: non è una questione determinante.Nella legge 133/08 si parla-va di versioni online dei libri di testo e successivi stanzia-menti sono stati approvati per l’acquisto di lavagne in-terattive multimediali ecc. Com’è la situazione nella provincia di Brindisi. Siamo al passo con le nuove tecno-logie?Qui il discorso si differenzia da scuola a scuola. I fondi non sa-ranno certamente sufficienti per strumenti didattici d’avanguar-dia, ma le scuole più attente che si vedono approvati dei PON (Progetti Operativi Nazionali), avranno sicuramente strumenti finanziari più consistenti rispetto a una scuola che sta alla finestra a guardare. Non bisogna lasciarsi sfuggire le tante opportunità che ci sono. Io me ne accorgo: ci sono tante scuole attente a queste cose, che in un anno rivoluzionano gli strumenti didattici a loro dispo-sizione e scuole che, da 40 anni arrancano, con lo stesso computer arrugginito. Devono saper sfruttare i vari finanziamenti…Sì, soprattutto i finanziamenti eu-ropei che sono molto interessanti.Secondo i dati OCSE 2007 gli studenti del sud sono indietro di 2 anni rispetto alla media dei paesi svilup-pati. Considerando la sua esperienza nella provincia di Brindisi, lei crede che i no-

stri ragazzi siano davvero agli ultimi posti in Italia?No, assolutamente no! Lo dico per-ché io sono stato preside fino a un anno fa, fino a settembre scorso, perciò conosco realtà scolastiche che sono veramente all’avanguar-dia. Fra l’altro mi chiedo come facciano i giovani delle grandi città Milano, Roma, dove il cosid-detto calendario di 200 giorni si riduce di 4 settimane, perché sono sempre in agitazione, ad essere più bravi dei nostri. Per il resto la scuola della provincia di Brindisi è una scuola attiva, che funziona. Ovviamente con le eccezioni, ma le eccezioni riguardano quelle scuole dove non si fa attenzione alla crescita personale, non si hanno gli strumenti e le potenzia-lità per programmare un percorso didattico serio e formativo.La legge prevede stanziamen-ti per l’edilizia scolastica al fine di mettere in sicurezza gli edifici scolastici. Come si pongono le scuole della pro-vincia di Brindisi?Dell’edilizia scolastica si occu-pano gli enti locali. Anche qui ci sono comuni attentissimi alle strutture delle varie scuole e co-muni meno attenti. Abbiamo un’amministrazione provincia-le molto attenta e ci sono delle scuole che sono state adeguate alla normativa sulla sicurezza. Mi fa piacere che anche il nuovo presidente della Provincia, insie-me con tutto il suo staff e l’uffi-cio tecnico, sia andato in giro in alcune scuole per rendersi conto delle necessità che ci sono. Infatti ci sono delle carenze, tantissime purtroppo, sul piano degli ade-guamenti alle norme sulla sicu-rezza sul posto di lavoro.

LA SCUOLA che VERRÀdi Michelangelo nigro

Tirocinio di un anno dopo la laurea quinquennale, conoscen-za dell’inglese, competenza nell’uso degli strumenti infor-matici: questo il profilo dell’in-segnante targato Gelmini. Le novità, annunciate dal Ministro della Pubblica Istruzione lo scorso 28 agosto, saranno cer-to dibattute e riviste nei pros-simi mesi. Ma chiara sembra una cosa: il reclutamento dei docenti verrà ridimensionato e l’accesso all’insegnamento sarà a numero chiuso. Un tentativo di tamponare quella piaga so-ciale che è il precariato. “E’ ancora presto per esprime-re un giudizio complessivo sul-la riforma - commenta il prof.

Giuseppe Elefante, dirigente scolastico della scuola secon-daria Buonsanto-Meo - certo, è giusto disciplinare l’ingresso dei laureati nel mondo della scuola. Tale ingresso sta diven-tando, di anno in anno, sempre più caotico. La scuola non può accogliere chiunque: bisogna tornare all’idea dell’insegna-mento come vocazione e i do-centi devono essere disponibili ad aggiornarsi di continuo, in un mondo come quello attuale che cambia rapidamente. E’ importante, comunque, pen-sare la riforma in una “logica di sistema”: tutte le parti della scuola sono chiamate alla ri-flessione ed al cambiamento”.

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Tra le tante attività che accompagnano l’inizio dell’anno scolastico la più

frenetica è di sicuro la caccia al libro usato. Armati di elenco e di evidenziatore, fin dai primi giorni di settembre, i ragazzi si dedicano a pellegrinaggi inter-minabili tra librerie, mercatini dei libri usati, case di amici, di amici degli amici, pur di rispar-miare qualche euro. Ma quanto pesa su una famiglia l’acquisto dei libri scolastici?Il Ministero della Pubblica Istru-zione stabilisce un tetto massi-mo di spesa per ogni classe, di cui il personale docente deve tener conto nello stilare l’elenco dei libri. Per la scuola secon-daria di primo grado (la scuola media, per intenderci), la spesa complessiva per i libri di testo non dovrà superare, in base al decreto ministeriale dell’8 aprile scorso, i 286 euro per le prime classi, 111 per le seconde, 127 per le terze. E’ possibile sfonda-re questa soglia al massimo di un 10 % solo in casi di compro-vata necessità giusti-ficata dai docenti. Il Ministero controlla per via te-lemati -ca l’os-s e r -

vanza di questa regola. Dall’anno scolastico 2009/10 i docenti dovranno tener conto anche del decreto del 30 ottobre 2008, in base al quale gli stessi libri di testo dovranno essere adottati per almeno 5 anni nelle scuole elementari e 6 nelle scuo-le medie e superiori. In base a questi parametri avvie-ne la scelta dei libri che prevede un iter ben preciso. Ogni docen-te segnala i libri che preferisce per la sua materia. Questi testi vengono poi analizzati nei cosid-detti dipartimenti disciplinari, i quali non sono altro che grup-pi composti da docenti della stessa materia che confrontano le proprie scelte e verificano le caratteristiche dei testi (qualità dei contenuti, accessibilità del linguaggio, chiarezza della grafi-ca). Il Consiglio di classe espri-me il suo parere sui libri scelti dai diversi dipartimenti e infine il Collegio dei docenti delibera definitivamente sull’adozione. Per le famiglie meno abbienti è possibile fare la richiesta di un

b o n u s

per l’acquisto dei testi scolastici. Le domande vanno consegnate alla scuola che si frequenta. La segreteria si preoccuperà poi di inoltrare queste domande agli uffici comunali. Per le scuole di San Vito dei Normanni quest’an-no il termine ultimo per la con-segna della domanda era il 22 agosto. Possono fare richiesta dei buoni acquisto le famiglie che non superano un reddito ISEE di 10.632, 94 euro. Tutti i richiedenti vengono divisi in tre fasce di reddito e ricevono una somma congrua alla fascia di appartenenza. La somma che si riceve dipende, oltre che dal reddito, dal numero delle domande pervenute e dalla en-tità della somma erogata dalle Regione Puglia. Quest’anno sono stati destinati alle scuole sanvitesi 46.278 euro per i libri scolastici. Se si pensa che sono circa 800 le domande che arriva-no ogni anno all’Ufficio Cultura tra ragazzi di scuola media e Liceo Scientifico, il bonus che tocca mediamente ad ognuno, ammesso che tutti i richiedenti

siano idonei, è di circa 57 euro. Un aiuto minimo, insomma. Un altro sostegno arriva diret-tamente nelle scuole che for-niscono i ragazzi con evidenti difficoltà economiche di libri in giacenza. Ma è un aiuto ri-servato a pochi, soprattutto perché pochi sono i libri di cui dispongono le biblioteche delle scuole.La vera ancora di salvezza rima-ne dunque il caro vecchio libro usato, che, oltre al notevole risparmio economico, ha un fascino tutto suo, perché con-serva nelle sue pagine ingiallite e imbrattate, i segni delle mani che lo hanno sfogliato: firme ap-pariscenti e compiaciute, segni di matite, evidenziatori, colori a pastello, macchie di alimenti. Libri che passano di mano in mano fino a diventare brandelli di carta. Il vero affare, però, è quello di incappare in un libro, apparte-nuto a chi a scuola l’anno prima ci è andato per dedicarsi allo sport sempre più in voga, “ri-scaldare il banco” .

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Strumento didattico insostituibile. Ma anche batosta per i bilanci di molte famiglie Caro libro, quanto mi costi?

di Michelangelo nigro

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Conto alla rovescia per l’avvio di un nuovo anno scolastico. Famiglie e ragazzi impegnati nella corsa agli acquisti di zaini e libri. Nasce spontaneo chie-dersi, però, quale sarà la sede che ospiterà i ragazzi della scuola media Meo, chiusa cir-ca un anno fa per lavori di ri-strutturazione necessari e im-

prorogabili?. Come per l’anno scorso, l’Amministrazione Comunale ha indi-viduato nei locali, al I e II piano, dell’edi-ficio di via De Ga-speri il luogo più idoneo per ospitare le aule della scuola media Meo. Al pri-mo piano, di sud-detto edificio, erano ospitati - sino a poco tempo fa - alcuni uf-fici comunali, che ora sono stati spo-stati al piano terra, per rendere ancora più confortevole la permanenza dei ragazzi e del corpo docente all’interno della struttura. Per quanto riguarda i lavori, di consolida-mento dell’edificio scolastico di via Be-nedetto Croce, sono ripresi da qualche giorno dopo un’in-terruzione dovuta

alle modalità di esecuzione dell’appalto. Risolto il pomo della discordia con la rinuncia da parte della ditta vincitrice dell’appalto, la Edil Meridio-nale. L’Amministrazione Co-munale ha così proceduto a dare incarico alla ditta Romano Sabino della provincia di Bari, che si è impegnata a consegna-re i lavori entro il mese di di-cembre. Indubbiamente gli in-terventi previsti nella struttura sono sostanziali e prevedono: ristrutturazione e adeguamen-to palestra, costruzione vano caldaia e riserva idrica, conso-lidamento solai, sostituzione porte ed infissi, ricostruzione e messa a norma dei servizi igie-nici, sostituzione pavimentazio-ne atrio e piano terra. Il costo complessivo dei lavori si aggira intorno ai 500 mila euro. Visti i tempi che corrono, la scuola Meo è stata fortunata a poter usufruire di un finanziamento provinciale per rifarsi il look. A conclusione degli interventi, San Vito potrà vantare un’edi-lizia scolastica di spicco, visto anche il finanziamento appro-vato dalla Provincia di Brindisi per la realizzazione della pale-stra (entro dicembre 2010) del liceo scientifico, inaugurato ap-pena un anno fa. Armiamoci di pazienza e aspettiamo dicem-bre, pensando che è sempre meglio pazientare che mettere a rischio l’incolumità dei nostri ragazzi.

LAVORI ALLA MEONuova ditta e ripresa dei lavori

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OCCHIO Copertina

OCCHIO ALL'IDEASi chiama Book in progress ed è l’iniziativa più originale adottata per combattere il ca-rolibri.L’idea è venuta ai docenti dell’Istituto Tecnico Industria-le Ettore Majorana di Brindi-si che si sono messi a scrivere di loro pugno i testi scolastici per i loro allievi. Stampati e autoprodotti dalla scuola i li-bri uniscono a un buon livello

scientifico un linguaggio chia-ro e accessibile agli studenti. Per non parlare del notevole risparmio economico: 200 euro in meno rispetto ai testi canonici, che restano comun-que “consigliati” agli studen-ti. L’iniziativa ha ricevuto il riconoscimento del Ministero della Pubblica Istruzione e il placet delle associazioni dei consumatori. M.N.

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Colgo due occasioni.La prima per ringraziare tutti quanti mi hanno fatto complimenti, congratulazioni e felicitazioni varie per il corto e per il premio ricevuto. Sono stati tutti graditissimi e, spero, mi pare, ma sì mi fido, sentiti. La seconda occasione invece la colgo per spendere due parole su quanti, poi, amano espettorare filippiche sulla cultura sanvitese ed italiana in generale… e poi, nei giorni del festival Salento Finibus Terrae, mentre l’audio delle casse nell’arena Don Tonino Bello rimbomba all’impazzata tra le sedie vuote, se ne stanno seduti ai tavolini dei vari bar dello struscio sanvitese a crogiolarsi nel nulla.Non è una colpa. Ma bisognerebbe riflettere sul fatto che quei tavolini (Dio voglia che ci siano sempre), non scompaiono se per un attimo vi scol-liamo le propaggini “naticali” per andare a vivere un po’ di quella cultura che poi in inverno si invoca con toni indignati. Invece il festival, se non trova linfa tra la gente, quello sì che scompare. Ieri sera (giovedì 23 luglio ndr) alle proiezioni c’era pochissima gente e praticamente tutti della generazione dei nostri genitori e nonni. Di quella generazione “senza vento” (per dirla con Omar Pedrini) che rappresentiamo non c’era traccia. E già prevedo, come è capitato gli altri anni, che l’ultima serata, quella nella quale i corti a mala pena ci sono ed abbondano invece i personaggi illustri, il glamour insomma, l’arena si riempirà e staremo tutti in piedi a sbavare per sbirciare da lontano gli attori. Ma mi domando e dico: non si vedono meglio sullo schermo? A fine festival, poi, ma in realtà già da ora, prolifereranno sulle pagine dei giornali locali articoli tronfi ed entusiasti. Ovviamente queste sono solo le mie impressioni e magari poi mi sbaglio. Perciò questa sera, cari giornalisti, professori, critici, censori, intellighenzia sanvitese, alla fioca luce riflessa dallo schermo cinematografico, tra le sedie vuote dell’arena, cercherò i vostri visi e, se sbaglio… scusatemi.

I giovani sanvitesi inquadrati dalla telecamera di Luca Nestoladi Giuseppe Di VieSto - avvocato

SIETE?DOVE

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Quella che leggete è una nota pubblicata su Facebook da Luca Nestola, Nato e cresciuto in Puglia, studia Scienze della Comunicazione a Torino, poi lavora a Roma come operatore

video freelance e video-maker e partecipa a diverse produzioni nazionali ed internazionali.Già autore di videoclip, documentari, opere di video-arte e di due cortometraggi, vive attualmente in Puglia,

a San Vito dei Normanni.

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OCCHIO San Vito dei Normanni

Luca alla fine della manife-stazione, traccia un bilancio dei visi a te familiari, presen-ti nell’arena.Premetto che, per motivi di la-voro, sono tornato a San Vito in

tempo per poter assistere soltanto alle ultime serate di Mesagne, ol-tre che a quelle di San Vito.Nelle serate sanvitesi, i volti pre-senti erano quelli della genera-zione dei nostri genitori e nonni. Praticamente assenti (tranne qualche “mosca bianca”) gli esponenti della cultura sanvitese, anche quelli che nel corso dell’an-no scrivono e parlano di cinema o che, addirittura, fanno corti o danno lezioni.Più arrabbiato o deluso con i tuoi concittadini?Un po’ sorpreso. Tra le sette arti, il cinema è probabilmente quella più popolare. Se nonostante que-ste premesse non si riesce ad incu-riosire la nostra gente, temo per il futuro della cultura in questo pa-ese. Abbiamo la fortuna di vivere in una piccola città molto attiva in ambito culturale, ma spesso non ci rendiamo conto dell’op-portunità che questo comporta: il resto della provincia di Brindisi ci riconosce il merito di sapere e di voler essere attivi in un settore che storicamente nel nostro territorio stenta a decollare.

Si è fatto e si sta facendo tanto. Non molliamo la presa.Lamenti la scarsa partecipa-zione dei giovani: colpa della nostra apatia o la causa può essere cercata anche nel pro-dotto? (festival non accatti-vante)La responsabilità la attribuisco so-prattutto all’apatia. Da più parti ho sentito dire che il festival non fa nulla per attirare la gente. Io non credo che un festival per fun-

zionare debba inventare “flauti magici”. In qualunque parte del mondo, salvo qualche caso spora-dico, i festival si fanno così. Per-ché proprio a San Vito si ritiene di dover ricorrere a giochi di pre-stigio per far arrivare la gente?Devo riconoscere che la formula del Salento Finibus Terrae com-porta un programma corposo che si dipana in un periodo piuttosto lungo. Capisco anche che i corti possano non piacere a tutti, ma parliamo comunque di un evento

gratuito, cui non si è obbligati ad assistere in blocco. Il pubblico ha il potere di auto-dosarne la frui-zione.Mi sono anche sentito rimprove-rare da qualcuno che non era sta-to avvisato personalmente della proiezione del mio corto. Ed allo-ra mi chiedo, com’è possibile non essere informati su orari, date, programmi del Salento Finibus Terrae? C’è un intero sito dedica-to, ci sono le pagine su Facebook

ed i giornali. Queste informazioni ormai sono alla portata di tutti. Forse l’unico giustificato è il non-no di un mio amico che non ha internet e ci vede poco.Come la chiameresti questa?La tua nota su fb ha stimo-lato pagine di commenti, ma scorrendo ci si accorge che gli interlocutori si contano sulle dita di una mano: "il corto" argomento per pochi?In effetti anch’io ho fatto questa riflessione. Ad essere onesti, basta

la mano di un Simpson per con-tare quanti hanno partecipato a quella discussione.Devo dire che non mi sono reso molto popolare con quella nota su Facebook. Ho subìto critiche anche a tratti aspre e davvero nessuno ha alzato un fiato per so-stenere la mia tesi. E’ ovvio che a San Vito sono in pochi a pensarla come me.Sicuramente il corto non è un argomento per tutti. Ma non c’è bisogno di essere un esperto di musica per andare ad un concer-to. Lo stesso vale per i corti.Per qualche strana legge sociale, nei periodi di crisi, la cultura viene relegata al ruolo scomodo di risorsa sacrificabile, se non di strumento da assoggettare ad esigenze utilitaristiche, quando invece proprio l’informazione e l’arte potrebbero offrire alla gente un punto di vista diverso, nuovo, utile su quello che le accade attor-no a loro.Oggi l’Italia economica ha scelto di sacrificare la cultura e questo rientra in logiche politiche e di mercato di cui non voglio parlare in questa sede. Voglio invece parlare del fatto che anche l’Italia della gente “co-mune” abbia scelto di chiudere gli occhi, coprire le orecchie e… tapparsi il naso. Assistiamo im-potenti al proliferare di contenuti televisivi e spesso anche cinemato-grafici di scarsissimo valore tecni-co ed artistico, ma ai festival non ci andiamo, neanche quando ce li portano sotto casa.Quando ero più giovane, ai tempi del liceo, non si faceva altro che piangere miseria di cultura, ini-ziative ed eventi nel nostro paese. Esasperato ho scelto una città lon-

QuaLcuno mi ha rimproverato perchè non era stato avvisato deLLa proiezione deL mio corto

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tana per l’università, credendo di trovare qualcosa che qui mi man-cava. Tutto ciò che ho trovato in-vece è stata la consapevolezza di quello che stavo perdendo. Oggi di occasioni per incontrarsi, conoscere, divertirsi e nutrire la mente ce ne sono tante… soprat-tutto in estate. Per una forma di rispetto e di affetto nei confronti di quel ragazzino che è fuggito da San Vito, credo di dover dedicare a queste occasioni tutto il valore e l’attenzione che sono in grado di offrire.Tutto sommato io non lavoro per il Salento Finibus Terrae e non

sono direttamente o indirettamen-te collegato all’organizzazione. Ci sono decine di altre occasioni in tutta Italia ed all’estero per pre-sentare i miei lavori.Sono solo un videomaker che sof-fre nel vedere un evento impor-tante come questo annaspare per restare a galla. Certo, il festival ha bisogno di risorse economiche per sopravvivere, ma potrebbe es-sere altrimenti? O forse dovrei credere che a San Vito dei Normanni il Salento Finibus Terrae abbia più oppo-sitori che sostenitori? Rischia di diventare una grande occasione

persa.Ogni tua pro-duzione ha ri-cevuto vari ri-conoscimenti, tanto da poter dire che il tuo nome è ormai conosciuto nel campo. Il corto comincia a star-ti stretto?Non esageriamo.Ho ancora tan-ta strada da fare prima di poter

pensare a qualunque altro sal-to. Per ora ho diverse idee che stiamo sviluppando con i miei fedelissimi ed insostituibili col-laboratori Dario Di Viesto e Willy Giangrande. Con Dario abbiamo già scritto Zibaldone (che nasceva da una sua idea). Willy è uno sceneggiatore che opera nel settore ormai da di-versi anni e, nel prossimo futu-ro, mi sostituirà alla scrittura. Credo fermamente nella divi-sione dei ruoli e nella valorizza-zione delle competenze.Assieme, Dario e Willy costitui-ranno il reparto sceneggiatura.

Prima però, tanto per cambia-re, ci sarà da superare il solito “spartiacque” economico prima di poter cominciare a pensare ad una prossima produzione.Progetti per il futuro?Tanti. Da poche settimane mi sono trasferito, spero in pianta stabile, a San Vito, dopo aver vissuto diversi anni a Roma.Non intendo fare altro che quel-lo che ho sempre fatto. Ma in-tendo farlo qui.Progetti ce ne sono, ma dei pro-getti conviene parlare quando smettono di essere idea e diven-

tano azione.Ti va di andare a bere qual-cosa su quei “tavolini”?Mi trovi lì.

E Zibaldone continua a correre…

Dopo aver vinto il premio come miglior film al Salento Finibus Terrae nella sezione Laboratorio Cinema Giovani di San Vito dei Normanni, “Zibaldone”, il corto-metraggio girato da Luca Nestola ha incassato un altro riconosci-mento: il premio speciale della giuria al Videolab Film Festival di Vittoria, in provincia di Ragu-sa. Il premio è stato consegnato al regista e al co-sceneggiatore Dario Di Viesto dal presidente della giuria Maurizio Nichetti lo scorso 23 agosto. Zibaldone è un cortometraggio interamente girato a San Vito, con il patrocinio del Comune e della Provincia di Brindisi e per la produzione della Oz Film. La vicenda è narrata dalla voce del protagonista Tonino, chiamato ironicamente Zibaldone dai suoi concittadini per la sua evidente “diversità”. Seguendo le imprese di Pantani al giro d’Italia, Tonino, che aiuta il padre in una falegna-meria, intravede nella profes-sione del ciclista la possibilità di una vita diversa. Percorrendo in bicicletta le strade cittadine e ex-tra urbane, sogna una gara in cui diventa protagonista di una fuga dal gruppo e, metaforicamente, dalla realtà.

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San Vito dei NormanniOCCHIO

SALDI SENZA SOLDICalo di presenze e commercianti preoccupati. L’allarme di ADOC e FIPE

Agosto, si sà, è il mese delle ferie e delle va-canze per antonomasia,

ma è anche il mese dei bilanci soprattutto per quelle attività commerciali che, trovandosi in zone particolarmente turisti-che, dovrebbero trarre ulterio-ri vantaggi (o vista la crisi qual-che vantaggio) dalle vendite di fine stagione. I saldi, infatti, sono attesi per i primi giorni di luglio (a deciderlo è la Regione Puglia) e terminano con la fine del mese di agosto. Secondo l’ADOC (associazione nazio-nale per la difesa e l’orienta-mento dei consumatori) solo il 53% dei consumatori ha fatto acquisti, per una spesa media di 100 euro a persona e solo il 19,6% ha avuto un budget di spesa superiore. La contra-zione della spesa è una conse-guenza della crisi economica in corso. Le famiglie tagliano i propri consumi sopratutto sui beni secondari, quali ab-bigliamento e calzature. Sem-pre secondo l’ADOC, a patire

maggiormente lo stato di crisi sono i piccoli commercianti, svantaggiati rispetto alla Gdo (grande distribuzione organiz-zata). Gli acquisti dei consu-matori nei negozi al dettaglio di abbigliamento e calzature sono complessivamente calati dell’11% rispetto allo scorso anno. Anche gli outlet e i centri commerciali stanno registran-do un calo di presenze, pari al 3%. Questi dati confermano le preoccupazioni espresse dall’Adoc: i piccoli esercizi stanno attraversando una crisi nera, c’è il rischio di un grave collasso. Soprattutto nei centri storici, dove i turisti presenti nel periodo estivo non bastano a far registrare l’aumento delle vendite, che si riducono note-volmente durante i mesi inver-nali e nelle basse stagioni. Gli esercenti a tal proposito de-nunciano un calo di turisti pari all’ 1,3% per quanto riguarda il mese di luglio. Anche la FIPE (federazione italiana pubblici esercizi) parla di stagione esti-va debole, ma non dramma-tica. “L’estate turistica mostra qualche prevedibile debolezza, ma non sarà così disperata - af-ferma Lino Enrico Stoppani, presidente della Fipe - perché alle ferie estive non si rinuncia, nemmeno in un periodo di cri-si. Le nuove tendenze dei turisti si sono però tradotte in termini di fatturato in una perdita di circa 1,2 miliardi di euro per i

di Francesca PreSto

non resta che aspettare e sperare neL periodo nataLizio per La ripresa deLLe vendite

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primi due mesi estivi, pari a un 3,7% rispetto al 2008”. Abbiamo tastato il polso dell’economia sanvitese, per poter tracciare un sommario bilancio della stagione delle vendite promozionali nella cit-tadina. In generale abbiamo sentito solo delle lamentele: i saldi vanno bene, ma i guada-gni dei commercianti sono de-cisamente inferiori in questo periodo e servono ad ammor-tizzare spese già sostenute per l’acquisto della merce. I piccoli commercianti sono già preoccupati per i mesi più difficili, che sono proprio quelli a venire in quanto occorrerà ri-acquistare merce per riempire i negozi e quindi nuove uscite che si spera possano essere ac-compagnate da nuove entrate economiche. Indubbiamente si spera sempre nel periodo nata-lizio, ma nel contempo anche che la paventata crisi lasci il passo alla ripresa.

L e v e n -dite di fine stagione o saldi devono essere presenta-te al pubblico come tali ed effet-tuate nei periodi dal pri-mo sabato del mese di genna-io al 28 febbraio successivo e dal primo s a b a t o d e l m e s e di luglio al 15 set-tembre suc-cessivo. La Giunta Regionale, su proposta delle Associazioni di categoria mag-giormente rappresentative a li-vello regionale, può modificare i periodi e le date delle vendite di fine stagione o saldi con del-le procedure di consultazione.Le vendite promozionali, inve-

c e , s o n o

e f f e t t u a t e dall’operatore commerciale

al fine di promuovere gli acqui-sti di alcuni prodotti merceo-logici per un periodo di tempo limitato, praticando uno sconto sul prezzo normale di vendita. Le vendite promozionali non possono essere effettuate nei

quaranta giorni an-

tecedenti ai saldi e duran-

te i saldi stessi. Gli orari di aper-

tura e di chiusura al pubblico degli

esercizi di vendita al dettaglio sono rimessi

alla libera determina-zione degli

e s e r -cen-

t i

n e l r i -

s p e t t o delle disposi-

zioni dell’art. 18 della l. r. 11/2003, tenendo conto che non si possono superare le tre-dici ore.Nei comuni ad economia pre-valentemente turistica e nelle città d’arte, gli esercenti de-terminano liberamente gli ora-ri di apertura e di chiusura e possono derogare dall’obbligo della chiusura festiva e domeni-cale nelle domeniche e festività comprese nel periodo maggio-settembre.

http://www.confcommercio.it

AL LINK

NUOVE DISPOSIZIONI PER LE VENDITE STRAORDINARIE

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CarovignoOCCHIO

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DI GAMBE E DI TESTAIV° Trofeo delle 2 Torri. Dalle dune di Torre Guaceto al centro di Santa Sabina

di Marilena LocorotonDo

Circa 12km di percorso mi-sto da attraversare nelle calde ore di un pomerig-

gio d’agosto. Vigore e sacrificio mescolati nei 602 atleti in corsa, tra sabbia, asfalto e sterpaglie. La Gara Podistica nazionale più accesa dello sport brindisino, il Trofeo delle 2 Torri, si è svolta per la quarta volta con successo e grandi emozioni, lo scorso 9 agosto. La gara, inserita nel calendario nazionale F.I.D.A.L., e realizza-ta con il patrocinio del Comune di Carovigno, si è disputata tra la marina di Santa Sabina e l’oasi di Torre Guaceto, in un percorso atletico che ha unito ancora una volta le due torri carovignesi.

“Credo sia difficile riunire 602 atleti per una gara podistica in agosto. Quasi 100 società sono intervenute, 46 atleti fuori regio-ne tra cui 2 stranieri e 13 asso-luti (professionisti) e soprattutto 48 donne. Tutti in gara. Siamo soddisfatti di offrire un appunta-mento che per certi versi è l’evento sportivo dell’estate, a cui fanno ri-ferimento atleti di tutte le regioni italiane.” Il carovignese Fran-cesco Valente, tecnico federale FIDAL (preparatore di ragazzi), nonché presidente della Società Sportiva Dilettantistica “Po-distica Carovigno” racconta con queste parole la sua soddi-sfazione. “Buona la partecipa-zione delle donne. Il numero delle atlete si incrementa ogni anno - continua Valente - realizzando risultati sempre migliori per uno sport apparentemente mascolino. Lo spirito di squadra è forte per la preparazione, ci si incoraggia tut-ti a vicenda, ma nel pieno della gara subentra la competizione, enfasi dell’atletica”. L’intero percorso è stato moni-

torato da volontari, Protezione Civile, giudici F.I.D.A.L. e forze dell’ordine, che per tutta la du-rata della gara hanno garantito assistenza e controllo. Ancora una volta lo sport ha sposato l’ambiente in una gara podistica per la seconda volta di grado nazionale, presso le località bal-neari più amate dai carovignesi e più baciate dalla natura. La partenza dall’oasi di Torre Gua-

ceto, tra l’incantevole paesag-gio di dune selvagge, il vento e il fascino del mare. Poi Punta Penna Grossa, Lido Specchiolla e Pantanagianni, fino alla Torre di Santa Sabina. Come da previ-sione, il vincitore del 4° Trofeo delle 2 Torri è stato il monopo-litano Vito Sardella, tesserato per il Violetta Club di Lamezia Terme, già campione negli altri anni. Al secondo posto Gennaro

La 4° edizione deLLa Gara podistica che percorre L'intera marina caroviGnese

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Bonvino (Nuova Atletica Gio-vinazzo) e Rocco Nitti (Man-zari Casamassima). A seguire, nell’ordine, giungono: Andrea Franco (Maxicar Civitanova), Massimo Corrado (Cremona Sportiva), Michele Insalata (Atl. Cisternino), Gianluca Scarcia (Alba 13 Taurisano), Rocco Ancora (Atalas S. Vito), Vito Graziosi (Nicolaus Bari) e Michele Gallo (S. Michele Salentino) in decima posizione.

Prima donna al traguardo, 25^ assoluta, è Teresa Montrone (Alteratletica Locorotondo), che precede la compagna di squadra Paola Castellana, arrivata se-conda, e Viola Giustino (Nuova Atl. Acquaviva), terza. Il primo a salire sul podio è il vincitore Vito Sardella premiato con tro-feo e buono per soggiorno in un villaggio. Come anche per Teresa Montrone, la prima delle donne. Per le categorie assolute premiato Andrea Franco e per il titolo di primo atleta carovignese giunto al traguardo Sergio Simi-li. Premiate le società Atletica Città Bianca Ostuni, S. Michele Salentino e Top Running Brindi-si con targa. Francesco Valente continua: “Sono stati premiati i primi tre della classifica generale e poi i primi tre di tutte le cate-gorie, femminili e maschili. La manifestazione è stata carica di successi e per questo ringrazio tut-ti i membri dell’associazione podi-stica di Carovigno, quelli presenti e quelli non presenti. È stato un lavoro di squadra, lontano dalle logiche individualistiche e teso a trasformare un evento apparen-temente sportivo in una risorsa socio-economica del territorio, in

sinergia con le strutture turistiche locali”. Ma oltre alla gara dei grandi c’è stata la minigara dei più piccoli, il 2°Memorial in onore del gio-vanissimo scomparso Giuseppe Andriola. Una gara non compe-titiva ma simbolica, dove i bam-bini sono stati divisi in categorie per età: i piccoli atleti dai 2 agli 8 anni hanno percorso anche con i propri genitori 700m (il centro di Santa Sabina); dagli 8 agli 11 an-ni1.400 m (2 giri del centro); dai 12 ai 14 anni 2.100 metri (3 giri del centro). Alla fine della simpa-tica gara che ha visto emozionati anche i più piccini, le premiazioni di tutti i piccoli atleti con meda-glia e Gatorade e tanta soddisfa-zione. “L’idea del coinvolgimento dei più piccoli- aggiunge Valente- nasce proprio dalla voglia di inne-scare nel nostro paese quella sana mentalità sportiva che manca, so-prattutto nei giovani. Negli scorsi mesi abbiamo anche collaborato con le scuole medie di Carovigno, proprio con questo spirito e chissà se proprio qui potrebbe nascere il nuovo campione di podismo… Sono un preparatore atletico per ragazzi e lo confesso: questo è il nostro sogno!”

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OCCHIO

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Carovigno

Molti automobilisti per-correndo la SP34 che da Carovigno conduce

a Santa Sabina avranno notato uno strano castello che si erge sopra un leggero promontorio. In cima sventolano bandiere di tutte le nazioni. Ce n’è anche una del Giappone. Ma cosa sarà mai questo edificio? È il prodotto del percorso artistico ed umano di Franco Paolo Saponaro. Fran-co Saponaro ha iniziato la sua carriera artistica muovendo i pri-mi passi a Carovigno con piccole opere regalate in cambio di mo-desti compensi ai parenti, per poi trasferirsi adolescente a Taranto. Qui trascorrerà 3 anni di pratica artistica e dura vita fino a quan-do, all’età di 17 anni, decide di fare il grande salto, si trasferisce a Firenze, dove il fratello svolge la professione di sarto. Nella città toscana respira a pieni polmoni l’atmosfera ricca di cultura ed arte fatta di opere di Leonardo, Miche-langelo, Giambologna, ammira la basilica di Santa Croce e tutte le

altre meraviglie del rinascimento fiorentino. “Firenze è stato il punto di svolta. La città mi è stata subito ospitale: mi sono detto questa è la città che fa per me” ricorda Franco. Attraverso le sue esperienze ha maturato una personalissima idea di arte che richiama la - - - - greca: “Che cos’è l’arte? Arte è il pizzaio-lo, è un contadino, è il meccanico. Io scrivo agli amici rivolgendomi loro con un caro artista. Mi rispon-dono: ma io non sono artista! Tutti siamo artisti. Michelangelo e Le-onardo sono grandi artisti perché hanno sfruttato il 100% delle loro potenzialità. Noi ne sfruttiamo meno dell’1 per cento”. La passione artistica si è coniugata negli anni con l’altra passione di Franco, la città di Carovigno. Ha promosso ad esempio delle iniziative riguar-danti la grotta di Belvedere gran-de quanto le grotte di Castellana secondo i suoi studi. Ma forse il progetto più ambizioso è proprio quello strano castello che guarda il mare di Santa Sabina regalando uno splendido panorama. L’edifi-cio è il C.l.m., casa - laboratorio - museo, vale a dire un edificio composito suddiviso in tre zone che permettono rispettivamente di apprezare i cibi e i vini locali, creare opere pittoriche o sculto-ree, esporre le proprie creazioni e quelle provenienti da artisti di tut-to il mondo. La C.l.m. inoltre com-prende un teatro all’aperto pronto per tutti gli usi artistici compatibili con la struttura (cantare, decla-mare poesie, ecc.) e prevede la

futura creazione di una piscina, adornata di sculture. L’intero complesso della C.l.m. è circon-dato da statue. Il progetto, nato nel 2004, è quello di promuovere la cultura a Carovigno. “Io invito gli artisti nella C.l.m.. Soggiorna-

no qua, sono ospiti miei; prendono la pietra gentile, la scolpiscono e la portano in tutto il mondo. Poi mi danno le bandiere dei loro paesi che io espongo. Il nome di Caro-vigno echeggia in tutto il mondo, Turchia, Polonia, Giappone, ecc...

UNA VITA NELL’ARTEL’affascinante esperienza di un artista tra Carovigno e Firenze

di Giuseppe De Simone

suLLa sp34 caroviGno - santa sabina si erGe iL cLm che ospita artisti di tutto iL mondo e Le Loro creazioni

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La sera si discute di tutto, si fa cultura, si legge: l’hanno insegna-to i greci, i romani, gli etruschi, gli indiani”. Franco crede nelle potenzialità di Carovigno e dei carovignesi: siamo tutti artisti e se superiamo stupide invidie e banali difficoltà si può andare lon-tano, “gli uomini unendosi, hanno schiacciato un bottone e sono ar-rivati sulla luna”. Prosegue: “la C.l.m. deve essere il cuore pulsante per creare lavoro o solo un incon-tro conviviale per discutere e fare cultura. Fare cultura, vuol dire capire noi stessi e scambiare con l’altro: si impara a vivere meglio, soprattutto con uomini di altre na-zioni”. Un progetto affascinante che però pone problemi circa i finanziamenti necessari. “L’asso-ciazione ha bisogno di sostenta-mento. Mi rivolgo ai mecenati, ai Medici di Carovigno, industriali che hanno potenzialità enormi di

denaro. Dovrebbero capire che io sono di questa terra ed aiutarmi, ma questo non succede quasi mai”. Se il rapporto con i Medici caro-vignesi è così ostile, com’è invece la reazione della cittadinanza ca-rovignese? “Mi chiamano pazzo ed ho delle difficoltà a creare un aiuto accanto a me per andare avanti. Alcuni mi stimano ma non ricevo aiuti di nessun tipo, è come se fossero fantasmi. Se chiedo un aiuto lo devo pagare”. Franco confessa inoltre di essere stato ripetutamente vittima di furti. Ma nell’idea di arte e di vita che ha maturato negli anni non c’è spazio per soffermarsi troppo sull’astio e il rimpianto. I finanziamenti Franco li cerca anche dal suo sito internet, convinto che moderni Mecenati si aggirino per il cyber-spazio. Inoltre coltiva il suo ideale di solidarietà e pace attraverso l’arte. Le parole affascinano, ma cosa può significare, in concreto, cercare la pace attraverso l’arte? “Durante le guerre si depredavano gli oggetti d’arte, l’arte circolava al di là delle divisioni create dal con-flitto. Che cos’è l’arte? Io chiamo lo scultore turco che viene qui a fare la sua scultura. Lui viene in senso di pace. Io gli do il vino locale. È un senso di scambio, è questa la pace. Occorre partire dall’arte che è globale per creare un gemellaggio tra i popoli. L’arte è una sorta di zona franca: posso invitare qui tutti gli artisti del mondo ma nes-suno sfodererà mai un pugnale”. Conversando pacatamente, tra il frinire delle cicale con lo strano castello alle nostre spalle, ci ren-diamo conto che Franco è davve-ro pazzo. Una lucida, visionaria follia di cui Erasmo da Rotterdam andrebbe fiero. Rovistando tra

le pagine del suo sito internet ci imbattiamo in una stimolante ini-ziativa, La Donnarte. “L’idea mi è venuta da una galleria chiamata La donna arte. La donna è ma-dre natura. Storicamente è sempre stata sottomessa, ma al tempo stes-so ha diretto l’azienda familiare. La donna si é dovuta arrangiare, è stata un’arte anche quella. La donna è entrata nell’arte solo negli ultimi 2 secoli. Solo Artemisia è riuscita a sfondare nel XVII secolo. Fare la Donnarte vuol dire che la donna esce dall’ambiente familiare per esprimere, attraverso l’arte, quel che sente dentro. È una ras-segna dedicata esclusivamente alle donne. Vanno ascoltate: devono far fruttare i loro talenti”. Tante idee meritorie, tante inizia-tive moderne e affascinanti. L’arte può molto, avvicinando popoli e culture.

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CarovignoOCCHIO

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FOTOGRAFANDO IL PASSATOIn mostra le bellezze archeologiche e i luoghi della memoria storica di Carovigno

di Marilena LocorotonDo

Come noto l’archeologia (dal greco “antico discor-so”) è la scienza che stu-

dia le civiltà e le culture umane del passato e le loro relazioni con l’ambiente circostante, attraverso la raccolta e l’analisi delle tracce materiali che queste hanno lascia-to. Una scienza che può appassio-nare, raccontare, emozionare e attecchire anche nel caldo mese di agosto. La mostra archeologi-co - fotografica, ospitata per ben venti giorni nel castello Dentice di Frasso, ha risvegliato un po’ tutto questo in molti brindisini strappati alle seduzioni del mare dal fascino dell’ archeologia. Ab-biamo incontrato le ideatrici del

progetto legato al Comitato arti-stico - culturale Com.Arte e pa-trocinato dal comune di Carovi-gno, il presidente Carmela Iaia e la collaboratrice Rosemarie Filomena, che con molto entu-siasmo ci hanno raccontato tutte

le chicche della mostra.Perché una mostra archeolo-gica in agosto?Questo è il mese più caldo dell’an-no, ma anche il mese in cui il no-stro territorio è più visitato, vissu-to e amato da turisti e dagli stessi cittadini del posto. Per questo motivo abbiamo voluto raccontare attraverso l’obiettivo le bellezze cul-turali del territorio, ancora poco conosciute e valorizzate. Ogni scatto era un prezioso frammento, un documento in grado di rivelare il segreto di un bene culturale, sia esso archeologico, storico, artistico o ambientale.Come era allestita la mostra?L’allestimento della mostra è stato

fatto secondo gli standard previsti dall’ICOM. Abbiamo diviso il tutto in tre unità ideate come percorsi monotemati-ci dell’ esposizione. Gli scatti han-no raccontato nell’ordine: i resti e le testimonianze archeologiche presenti sul territorio, frutto di la-voro scientifico di scavi e ricerche condotte in seno all’ Università del Salento; i luoghi della memoria storica e religiosa, attraverso i mo-numenti che li rivelano; scorci di paesaggi, angoli incantati, spazi di vita passata ancora conservati e soprattutto salvi dalla frenesia della modernità e dallo scorrere inesorabile del tempo. Ogni sezio-ne era contraddistinta da un pan-nello introduttivo che incuriosiva il pubblico spiegando in ogni det-taglio le foto presentate. Quali sono in particolare i luoghi indagati dalla mostra fotografica?La mostra è stata ulteriormente di-visa in due diverse sezioni proprio per approfondire la conoscenza dei luoghi indagati dall’esposizione. Le due sale della sezione archeologica tra terra e mare, hanno presenta-to tutto il materiale riguardante i due siti attualmente indagati dall’Università del Salento: Torre Santa Sabina e l’isolotto di Apani, nella Riserva di Torre Guaceto. Nella sala proiezione sono state invece mostrate le immagini dei beni culturali del territorio di Ca-rovigno. Il segreto del vostro succes-so?

L'archeoLoGia è una scienza che racconta, emoziona e LeGa passato e presente in modo indissoLubiLe

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Non parlerei di successo ma di gusto. I luoghi scelti ed indagati dalla mostra sono naturalmente meravigliosi e noi non abbiamo dovuto impreziosirli con effetti spe-ciali, solo raccontarli con umiltà e professionalità. Il nostro territo-rio premia ancora, bisognerebbe solo prendersene cura ed avere più rispetto di certi luoghi che anche una mostra fotografico - archeolo-gica riesce a svelare.Ma da dove provengono le foto esposte?Per la realizzazione della mostra si è fatto ricorso a fotografie di libe-ri autori e di molti professionisti di cui abbiamo voluto in ogni modo tutelare i diritti d’autore. In par-ticolare siamo grati alla prof.ssa Rita Auriemma, docente di Arche-ologia Subacquea presso l’Univer-

sità del Salento che ha fornito foto e dati relativi alla campagna di scavo subacqueo 2007 a Torre S. Sabina; al prof. Riccardo Gugliel-mino, docente di Archeologia Egea presso l’Università del Salento e al dottore di ricerca Rino Scarano, per i dati e le foto relative alle campagne di scavo 2008- 2009 sull’isolotto di Apani, Riserva di Torre Guaceto.Qual è lo spirito di Com. Arte?Com.Arte, primo e unico comitato in Carovigno per la tutela, la con-servazione, il ripristino e la valo-rizzazione dei beni archeologici, storici e artistici presenti sul terri-torio è nato l’anno scorso. È un co-mitato apartitico e senza scopo di lucro, con obiettivi chiari e mirati alla sensibilizzazione della cittadi-

nanza e delle istituzioni competen-ti verso il rispetto e il recupero dei tesori archeologici, architettonici e culturali del territorio. Questa

mostra ha voluto per venti giorni risvegliare tutto questo, regalando al pubblico un’esposizione piacevo-le e carica di significato.

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CarovignoOCCHIO

Informare e accogliere il turista: ecco la ragion d’essere dello sportello I.A.T. Oltre 1500

visitatori nei due diversi punti di informazione a Carovigno e Santa Sabina. Grande professionalità ed impegno per le ragazze della nuo-va struttura I.A.T che hanno accol-to i turisti della città della ’Nzegna per tutto il periodo estivo. “Siamo un gruppo di 7 volontari co-

stituitisi lo scorso 24 aprile nell’As-sociazione turistica Porta a Sud. Volevamo occuparci della promo-zione del territorio e abbiamo chie-sto al Sindaco Zizza l’incarico della gestione gratuita dello I.A.T. La convenzione è stata attivata dal 1 luglio scorso e scadrà il 31 dicembre 2009, ma noi ci ricandideremo e speriamo di continuare a gestire la struttura. Abbiamo lavorato moltis-simo e le soddisfazioni sono arrivate perché il nostro lavoro è stato più volte apprezzato. Inoltre siamo riu-sciti ad autofinanziarci almeno in parte organizzando eventi e attività parallele al nostro quotidiano lavo-ro”. Il presidente dell’Associazione turistica Porta a Sud, Daniela

Brancasi, ci spiega il percorso seguito dalla sua associazione e le funzioni delle 5 ragazze che han-no partecipato alla gestione dello I.A.T: Vitalina Baccaro, Andrei-na Convertino, Titti Quartulli e Concetta Lanzilotti. Il presidente continua:“Siamo ri-usciti ad ottenere ben due punti di informazione turistica, la sede in Piazza dello I.A.T e una stanza del primo Soccorso a Santa Sabina e

abbiamo cercato di sfruttarli al me-glio. L’APT di Brindisi ci ha fornito moltissimo materiale informativo, inoltre avevamo a disposizione gadget e brochure provenienti dal Consorzio di Torre Guaceto e gui-de turistiche ed enogastronomiche firmate Congedo Editore. Insomma hanno collaborato con noi enti pub-blici e privati ed è stata una bella esperienza professionale. In tutto ab-biamo accolto quasi 1.400 persone alle quali abbiamo somministrato un questionario di valutazione dei servizi offerti dal territorio carovi-gnese”. L’ attuale sede dello I.A.T è appar-sa ai turisti preziosa ed accoglien-te. Dopo un lungo periodo di chiu-

sura, grazie ad un finanziamento regionale di circa 76.000 euro, l’amministrazione Zizza ha ristrut-turato nei mesi invernali i locali dimessi della ex Pro-Loco di via C.so Vittorio Emanuele, a ridosso della piazza municipale, istituendo lo sportello informativo. “Abbiamo accolto l’esigenza di queste giovani di trovare una collocazione collabo-rativa nel settore dell’informazione turistica affidandogli la gestione

sperimentale dello sportello turisti-co per 6 mesi, incaricando loro di presentare ai fruitori del territorio il patrimonio artistico-culturale carovignese, offrendo un servizio in sinergia con le strutture alberghiere e ristoratrici locali”. Il sindaco Vit-torio Zizza esplica chiaramente la natura della convenzione che ha indotto le ragazze ad impegnar-si a fondo per offrire un servizio adeguato e crearsi dei proventi tramite guide turistiche e piccoli eventi. “Per farci conoscere e cerca-re un autofinanziamento- continua Daniela Brancasi - abbiamo orga-nizzato due eventi molto impor-tanti, all’inizio dell’estate è stato indetto un concorso di fotografia

Carovigno in cartolina, dove 10 aspiranti fotografi, non solo di Ca-rovigno, hanno portato 3 scatti ri-guardanti centro storico, marine e paesaggio rurale carovignese. Le 7 foto premiate sono diventate carto-line che chiunque può acquistare. Infine per chiudere una stagione tanto fruttuosa abbiamo organiz-zato Con la testa sulla luna, una serata di osservazione del piane-ta lunare trascorsa nel maestoso

uliveto della struttura ricettiva Settimo Cielo. Grazie al noto astrofilo Cosimo Galasso abbiamo approfondito alcune conoscenze in omaggio ai 400 anni di utilizzo del cannocchiale, in un momento di formazione allietato dalla poesia-filastrocca di Gianni Rodari Sulla Luna”. Si conclude così l’espe-rienza estiva delle ragazze dello I.A.T che armate di buona volon-tà e tanto entusiasmo sperano di essere riconfermate per la gestio-ne dello I.A.T, ma promettono di muoversi comunque anche solo con la loro associazione Porta a Sud, organizzando eventi legati alle maggiori festività annuali e a stretto contatto con i bambini.

IAT CHE PASSIONE!Professionalità ed impegno accolgono i turisti nella città della ’Nzegna

di Marilena LocorotonDo

vitaLina, andreina, titti, concetta e danieLa impeGnate neLLa Gestione deLLo iat per promuovere iL territorio

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Da qualche mese a que-sta parte si assiste ad un fenomeno nuovo, in

parte inatteso, che ha colpito le zone del brindisino storicamen-te legate al mondo dell’agricol-tura e all’economia che ne de-riva. Sempre più spesso, infatti, capita di soffermare il nostro sguardo di disattenti automobi-listi su cartelli con la scritta ven-desi che campeggiano su tendo-ni e vigneti, ma anche dinanzi a distese di ulivi secolari. La problematica appare chia-ramente legata al momento generale negativo attraversato dall’economia mondiale, ma pare che mai si era assistito ad una corsa generale alla vendita o per meglio dire svendita del proprio appezzamento di terre-no, magari ereditato dai genitori e dai nonni che su quelle terre avevano condotto la propria esi-stenza, e sulle quali erano cadu-te per anni e anni gocce di sudo-re e di orgoglio contadino. Si tratta certamente di un feno-meno anche culturale oltreché sociologico, poiché certi terreni narrano la storia stessa delle nostre cittadine. Cerchiamo dunque di capire, aiutati dalle parole degli esperti del settore, che cosa sta accadendo al com-parto agricolo. Il nostro viaggio non può che soffermarsi sul comparto vi-tivinicolo, dal momento che il periodo di pubblicazione e dif-fusione di Occhio Magazine cor-

L'AGRICOLTURA IN VENDITAAgricoltori in difficoltà. Fuga di massa dalle campagne e nessuna via d’uscita

di Claudio Argentieri

LatianoOCCHIO

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LatianoOCCHIO

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risponde proprio a quello della vendemmia, con i dati stimati per la raccolta 2009.Secondo l’Assoenologi, quella del 2009 sarà per i viticoltori italiani una vendemmia all’inse-gna della crisi, non tanto per le quantità dei vini - che dovreb-bero essere contenute ma cor-rispondenti a quelle dell’annata precedente - né per la qualità - che pare sarà di gran lunga su-periore a quella passata - ma per i prezzi all’ingrosso, che rispet-to allo scorso anno potrebbero subire ribassi “con punte del 15-20%”. Questo emerge dun-que dai primi dati statistici uffi-

ciali elaborati dall’Assoenologi, e validi (conviene specificarlo) solo fino alla fine di Ottobre, quando l’Organizzazione dei tecnici del settore vitivinicolo presenterà i dati definitivi. Scendendo nel dettaglio, se-condo i dati di stima elaborati dall’associazione, nel 2009 avre-mo una produzione complessi-va di uva tra i 63 e 65 milioni di quintali, da cui usciranno circa 46,3 milioni di ettolitri di vini e mosti, in linea dunque con il 2008. Questo per quanto con-cerne il dato nazionale. In Pu-glia, in particolare, la previsio-ne per il 2009 parla di 6.250.000 ettolitri prodotti (terza regione in Italia dopo Veneto ed Emilia

Romagna, ndr) con un decre-mento rispetto al 2008 pari al 10%. E’ stata dunque stimata una variazione percentuale pari al 10% di produzione in meno per la nostra regione, rispetto al +5% fatto registrare dall’Emi-lia Romagna. Questo dipende anche e soprattutto dal conti-nuo sradicamento dei vigneti nelle nostre zone. Sempre più spesso - dichiara un imprendito-re agricolo latianese - vengono sradicati vigneti a volte anche molto antichi, per fare posto magari a distese di pannelli so-lari, sistema sicuramente molto più redditizio ma che riduce le possibilità di lavoro distruggen-do il nostro territorio. C’è però chi la pensa diversamente: nel mio caso – afferma un agricol-tore di San Michele Salentino – la scelta di estirpare il vigneto è stata dettata più che altro dai crescenti costi di gestione, senza alcun altro fine. Il discorso è pressoché similare per quanto riguarda gli uliveti. L’aumento dei costi di gestio-ne, con la conseguente diminu-zione del prezzo d’acquisto del prodotto, determinano sempre più spesso la vendita di appez-zamenti di terreno, se non l’ab-bandono degli stessi al proprio destino. La situazione appare sempre più grave, e necessita di in-terventi risolutivi immediati. Le organizzazioni di categoria fanno quel che possono per arginare questa fuga di massa dalle campagne, ma non si ve-dono per il momento spiragli o vie d’uscita da uno stato di fatto che si aggrava col passare de-gli anni.

sempre più spesso viGneti sradicati per far posto maGari a distese di panneLLi soLari

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L’estate 2009 probabilmente verrà ricordata dai latianesi come l’esta-te in cui è stata sperimentata per la prima volta la raccolta a domici-lio dei rifiuti differenziati, con tut-te le problematiche connesse, e le immancabili polemiche. Se infatti nel centro cittadino la raccolta a domicilio è stata immediatamente recepita e assimilata dai latiane-si, con il rispetto degli orari e dei giorni di raccolta, lo stesso non è avvenuto nelle campagne, luogo di villeggiatura per eccellenza.Nelle contrade latianesi, sia nelle immediate vicinanze della cittadi-na, che più distante da essa, sin dal mese di giugno sono notati cumuli di rifiuti gettati alla rinfusa fino a formare delle vere e proprie discariche a cielo aperto. La situa-zione si è aggravata nel momento in cui sono stati rimossi i vecchi cassonetti della raccolta proprio per far largo alla nuova raccol ta dif feren-ziata che avviene a do-micilio. Da qui le numerose rimostranze e le lettere invia-te dai cittadini al Comando di Polizia Munici-pale ed all’Ufficio tecnico comunale al fine di segnalare lo stato dei fatti e ri-

chiedere un intervento urgente.L’intervento, in verità, non si è fatto attendere ed è stato anche efficace. La Polizia Municipale, di concerto con la ditta incaricata Monteco, sono intervenuti per tentare di arginare il malcostume e l’inciviltà di quanti cercavano di sbarazzarsi dei rifiuti gettandoli

nell’aperta campagna. Numero-se le iniziative prese a tal fine: dal pattugliamento delle contrade, all’ispezione delle buste (nel ten-tativo di individuare e sanzionare gli indisciplinati), fino all’installa-zione di telecamere nei posti rite-nuti più a rischio. Insomma, gli agenti del Coman-do di Polizia Municipale hanno avuto proprio un gran da fare in questa estate ormai al termine. In agosto, poi, sono anche fioccate le prime sanzioni, per violazione dell’ordinanza n. 84 emessa il 12 giugno 2009.La nostra azione - hanno affermato al Comando di Polizia Municipale - è stata diret-ta non al fine di far cassa a spese dei cittadini, ma con l’obiettivo di sensibilizzarli alla raccolta diffe-renziata, contribuendo a mante-nere l’agro più pulito e accogliente

possibile. E’ incomprensibile il motivo che spinge al-

cuni concittadini a gettare nelle cam-pagne la busta della spazzatura

dal finestrino della propria automobile in corsa. Basterebbe re-stare a casa e servirsi del più comodo servizio a domicilio, rispettando i giorni e gli orari pre-stabiliti per la raccolta porta a porta.Insomma, i controlli serrati condotti duran-te l’estate pare abbiano dato i frutti sperati, nel

senso di una maggiore educa-zione e rispetto delle regole per il bene di tutta la collettività.

RONDE ECOLOGICHEControlli dei Vigili nelle campagne per arginare il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti

di Claudio Argentieri

fioccate Le prime sanzioni per vioLazione deLL’ordinanzan. 84 emessaiL 12 GiuGnoscorso

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OCCHIO San Michele Salentino

Non capita certo tutti i gior-ni di scoprire che ci sono giovani ai quali non inte-

ressa andare soltanto a divertirsi in posti come Ibiza e simili, luoghi simbolo di mero divertimento fine a se stesso… Ed ancora più sor-prendente è stato scorgere negli occhi di questi ragazzi qualcosa di nuovo, una specie di entusiasmo difficile da spiegare in due paro-le. Loro sono Angelica D’Urso, Pierantonio Guglielmo, Fa-biana Ligorio e Luigi Madaro, che insieme ad altri otto ragazzi provenienti quasi tutti dal Salento e dal Lazio, sono partiti il quattro agosto alla volta di Wasilkow, in Polonia, più precisamente nella Podlachia, per partecipare ad un progetto di una decina di giorni finanziato dall’Unione Europea. Gli scambi europei hanno lo scopo di favorire la mobilità dei giovani volta al conoscimento di nuove culture, persone e comunità, pro-cessi fondamentali per la costru-zione delle Nuova Europa e dei nuovi Cittadini Europei.Ragazzi, prima di partire, qua-li erano i vostri timori? Angelica: Io personalmente avevo paura di non riuscire a comunica-re bene con gli altri, dovendo parla-re solo in inglese, del quale non ho la piena padronanza.Pierantonio: Io invece temevo che il tutto potesse essere troppo preimpo-stato e di facciata.Su cosa era incentrato questo scambio?L’argomento principale era l’ecolo-

gia, la natura e la sensibilizzazione al riciclaggio, con il secondo fine di conoscere e integrarci con ragazzi appartenenti a realtà e nazioni di-verse: Polonia, Olanda, Turchia ed ovviamente noi italiani, dodici per ciascun gruppo.

Quali sono state le attività principali?Il programma era davvero molto ricco! Ci siamo dovuti cimentare con il teatro (principalmente ge-stuale), il body painting, il disegno, la pittura, lo sport, giardinaggio

(abbiamo piantato degli alberi), il riciclaggio della carta e la crea-zione di vestiti ed oggetti con mate-riali di recupero, vari giochi e quiz di conoscenza, fatti per rompere il ghiaccio e combattere la diffidenza iniziale.A giorni alterni abbiamo fatto delle escursioni nelle foreste incontami-nate di Knysznska e Bialowieza, dove abbiamo avuto modo di in-contrare fabbri e falegnami abitua-ti a vivere nel cuore della foresta. È stato bellissimo anche poter visitare una riserva protetta con cinghiali, cervi e bisonti ed il Museo natu-rale di Poczopek. Abbiamo inoltre visitato la città di Bialystok, la più popolosa della Podlachia.Ogni sera poi ogni gruppo aveva il compito di presentare la propria cultura attraverso i balli, i canti, la gastronomia e giochi tipici (il tutto con il fine di mettere in evidenza le differenze ed eventualmente su-perarle in un secondo momento). Noi personalmente abbiamo por-tato con noi da San Michele: fichi mandorlati, friselline preparate con il pomodoro, vino, tarallini, spaghetti con il nostro sugo ed al-tro ancora… ovviamente è andato tutto a ruba! Gli altri ragazzi ita-liani avevano portato altri prodotti tipici. Abbiamo ballato la Pizzica, coinvolgendo quasi tutti i ragazzi, cantato stornelli e Nel blu dipinto di blu di Modugno. Per quanto riguarda la parte teatrale abbia-mo inscenato una mini-parodia comica sulla mafia, anche per far capire agli altri ragazzi che non la

VERSO LA NUOVA EUROPA4 ragazzi di San Michele in Polonia grazie a un progetto finanziato dall’UE

di Marica Argentiero

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condividiamo e la disprezziamo, ri-dicolizzandola: la nostra opinione è infatti che “Il potere è come una grossa vescica che va sgonfiata con la risata”.Anche Mistero buffo, di Dario Fo è piaciuto molto, come anche le scenette di Bozzetto sulle differenze tra le maniere degli italiani e degli europei, e la nostra personale sfila-ta comica Gli italiani dalla prei-storia fino ad oggi.E gli altri ragazzi cosa vi hanno mostrato?Gli olandesi si sono dimostrati in-superabili nelle attività teatrali, anche perché erano ragazzi con un passato difficile alle spalle e recupe-rati nel loro Paese proprio grazie al teatro ed alle attività artistiche in generale. I ragazzi polacchi, in-vece , hanno inscenato il loro ma-trimonio tradizionale, nel quale i testimoni hanno il dovere di restare tutto il giorno con gli sposi, anche durante la prima notte di nozze!Cosa vi ha colpito di più in po-sitivo?I ragazzi della Turchia. Anche se non fanno ancora parte della co-munità europea, sono stati inclusi nel progetto. Con loro abbiamo in-staurato un legame molto forte, è stato sorprendente scoprire quanto sono simili a noi anche nel modo di approcciare. Ci ha fatto piacere notare che avevano imparato delle frasi in italiano prima di partire, proprio per comunicarci la loro voglia di conoscerci e dimostrare la loro simpatia nei nostri confronti. Così anche noi abbiamo tentato di imparare qualcosa in turco, come le forme di saluto ed i numeri. Con loro abbiamo parlato e discusso molto della scuola, del Ramadan, anche sulla questione del velo! Ci piaceva tantissimo riunirci tutti

insieme nelle camere a giocare e scherzare alla fine delle attività. Stiamo già mantenendo i contat-ti, soprattutto grazie a Facebook e speriamo un giorno, non troppo lontano, di ritrovarci nuovamente tutti insieme.Cosa invece non vi è piaciuto?Forse il cibo lasciava un po’ a desiderare, e il posto nel quale ci trovavamo era lontano dalle città più grandi. Ci è dispiaciuto anche constatare che i ragazzi polacchi non conoscevano nemmeno una parola di inglese e per questo abbia-mo comunicato pochissimo e legato anche meno, d’altronde è mancato il tempo sufficiente per far sì che ciò potesse accadere.Cosa mi sapete dire in breve sulla Podlachia?La Podlachia, o Podlasie, come la chiamano i polacchi è una regione dell’est della Polonia. Fin dall’ini-zio fu occupata da varie tribù di diverse etnie, motivo per il quale ancora oggi vi si trovano polacchi, bielorussi, ucraini e lituani, appar-tenenti a diverse confessioni religio-

se (ortodossi, cattolici, ebrei…). Come abbiamo detto prima, la città più grande e densamente popolata della regione è Bialystok.Vi piacerebbe poter ripetere questa esperienza?Certo! Sarebbe stupendo rifare que-sta esperienza in qualsiasi altro po-sto, anzi, sicuramente tenteremo di rifarla! La consigliamo soprattutto a chi trova difficoltà nel socializ-zare o tende ad avere preconcetti verso il prossimo. Se vissuto nel modo giusto questo viaggio può anche cambiarti dentro, aprirti nuovi orizzonti, ribaltare le tue certezze ed opinioni… L’unica cosa che riusciamo a dire a chi ci chiede

in questi giorni del nostro viaggio è che è stato bellissimo, indimenti-cabile, ed è riuscito a farci sentire tutti uguali, seppure con le nostre differenze, a farci sentire tutti parte di una realtà non più così lontana: l’Europa!Se volete saperne di più sull’espe-rienza di questi ragazzi o siete interessati al progetto della comu-nità europea:

http://www.midiesis.itAL LINK

www.scambieuropei.com

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San Michele SalentinoOCCHIO

A metà percorso della Pro-vinciale tra Latiano e S.Michele, l’attenzione del-

l’automobilista viene attratta dalla singolare bellezza di una chiesetta in stile neoclassico in una radura con alti pini: San Francesco alla Sardella. La sua erezione risale al 16 settembre del 1900, quando l’allora vescovo di Oria, mons. Te-odosio M.Gargiulo pose la prima pietra del tempietto dedicato al po-verello d’Assisi. L’opera era stata promossa e fortemente voluta dal prof. T.Fuortes e dal Beato Bar-tolo Longo, illustre latianese, che avrebbe poi legato la sua celebrità alla devozione del Rosario ed al

magnifico tempio di Pompei.Sul finire del XX° secolo la chie-setta, abbandonata all’incuria e priva di manutenzione, squalli-damente decaduta, somigliava più ad un rudere che ad un edifi-cio di culto. Restaurata nel 2003 con i fondi di destinazione dell’8 per mille dell’Irpef, la chiesa di S.Francesco alla Sardella è stata restituita al culto da S.Ecc.Mons. Marcello Semeraro il 21 settem-bre 2003. Da allora la rettoria della chiesa è stata affidata a Don Anto-nio De Stradis, fervente ed infati-cabile sacerdote che, nonostante i suoi validi 80 anni, annualmente organizza sul posto nei mesi estivi

conferenze, dibattiti, incontri, mo-stre, rassegne teatrali, gare, sagre e quant’altro, tutto allo scopo di offrire un’opportunità di crescita culturale “per vivere il tempo libe-ro come tempo liberato dal vuoto chiacchiericcio…”.Il prelato, noto peraltro ai radioa-scoltatori di IDEA RADIO con la sua rubrica Colpo d’ala, in onda ogni mattina alle 7,27 circa, con replica alle 13,30, invita vari stu-diosi, esperti, relatori, pedagoghi, ecclesiastici…(vedasi Occhio ma-gazine n.7 pagg.24-25).Tra gli invitati di quest’anno, ospite d’eccezione è stato un missionario francescano originario di Cisterni-

no, P. Quirico Calella, che da 44 anni opera nella Custodia di Terra Santa come religioso, educatore, cappellano militare e dirigente scolastico.P. Quirico, da 14 anni direttore del Collegio di T.S. a S.Giovanni d’Acri (Israele), il 30 luglio scorso ha tenuto la conferenza "Ebrei, musulmani e cattolici cordialmen-te insieme", sulla base della sua longeva esperienza di formatore e missionario.Il "veilleur de S. Jean d’Acre", come immaginificamente defini-to dalla rivista francese "La Terre Sainte" n.597, 74° anno, del 2008, fra Quirico, già direttore del Colle-

Un francescano alla SardeddaOspite d’eccezione il missionario P. Quirico Calella che opera nella Custodia di Terra Santa

di Giovanni gigLioLA

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gio in Nazareth di Galilea per 18 anni, si è soffermato a lumeggiare l’importanza delle scuole cattoli-che in Medio Oriente, dove la pre-senza e la fede dei cristiani sono messe a dura prova per l’atavica rivalità tra arabi ed ebrei.Le scuole tenute dai P P. France-scani della Custodia sono nate per garantire l’istruzione religiosa nei territori dei Luoghi Santi delle fa-miglie cristiane, che sono in netta diminuzione poiché vivono in uno

stato di soggezione e sono osteg-giati sia dagli ebrei che, in misura minore, dai musulmani.“I cristiani - ha ribadito il missiona-rio - vengono, purtroppo discrimi-nati due volte, una in quanto arabi ed un’altra in quanto cristiani”.

Acri, AKKO per gli israeliani, fa-mosa per essere stata la secon-da capitale e il porto dei Crociati, conta oggi circa 44.000 abitanti. La città è divisa nella zona vecchia, che ospita 6.000 arabi e nella zona nuova, abitata da 31.000 ebrei e da altri 7.000 arabi.La parte vecchia è sede dei quar-tieri storici delle Repubbliche ma-rinare, di cui, peraltro, il giovane architetto D’Errico, sanvitese, con un gruppo di ricercatori dell’uni-

versità di Bari ha eseguito rileva-menti topografici nel quartiere veneziano.I seguaci di San Francesco si stabi-lirono ad Acri nel 1217 per esplici-to volere del loro fondatore che si proponeva non solo la custodia dei

luoghi benedetti dalla presenza di Cristo, ma anche la conversione dei musulmani. I cristiani ad Akko sono circa 1.500, sparsi nelle due zone della città ed appartengono a varie confessioni religiose: orto-dossi, maroniti, melchiti e latini. Il collegio di Acri, aperto nella I metà del 1600, accoglie oggi 550 alunni, di cui 160 cristiani e 390 musulmani. Le classi vanno dalla scuola dell’infanzia fino al diplo-ma (Bagrut israeliano). Dal 1962

la scuola è mista. Acri rappre-senta in tutto Israele un esempio di convivenza pacifica e rispetto reciproco fra le tre religioni mo-noteiste.“La presenza di cristiani e musul-mani è importante - sostiene P.

Quirico - per imparare a vivere insieme, a conoscersi e rispettarsi. Siamo una scuola cattolica e gli alunni lo sanno. C’è un crocifisso in ogni aula e, in occasione delle feste più importanti, i valori essenziali del cristianesimo come universalità dell’amore, perdono, tolleranza e giustizia vengono ri-vissuti da tutti”.Fra Quirico, dottore in comuni-cazione sociale, si avvale di uno staff pegagogico-amministrativo di circa 40 persone, conosce tutti gli alunni e veglia sul buon funzio-namento della scuola e sul livello di apprendimento degli allievi.Nel corso degli anni ha installato un laboratorio scientifico ed ha logisticamente attrezzato due sale di materiale informatico.Il sogno di P. Calella resta quel-lo di costruire ad Acri un centro sportivo con palestra, pista di atletica e campi da gioco perché i suoi alunni dopo tre anni non po-tranno più utilizzare il cortile del caravanserraglio. “Noi abbiamo già disponibile un terreno per farlo - conclude il super dinamico frate cistranese - ora bisogna trovare i finanziamenti…”.P. Quirico non è nuovo a questi ed altri progetti che, solo per chi non lo conosce, possono sembrare utopistici.

In questo momento abbiamo catturato la tua attenzione.Se vuoi anche tu diventare protagonista, contattaci per la

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San Michele SalentinoOCCHIO

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29 e 30 settembre, ottava edizione della Fiera del Fico Mandorlato e dei

prodotti tipici a San Michele Salentino.Dopo la festa patronale, quella del Fico mandorlato è stata la manifestazione che ha attirato il maggior numero di visitatori, turisti ed operatori.Questa peculiare fiera, unica o quasi nel suo genere, promos-sa in sordina dall’amministra-

zione comunale di S.Michele NEL 2002 è giunta a catalizza-re l’attenzione di tanti visitatori dei paesi vicini e svariati opera-tori del settore.S.Michele Salentino è oggi ca-pofila del progetto FICUSNET, che riunisce gli interessi di vari comuni italiani, come Car-pignano - Prato -, con cui da tre anni si è stabilito un gemel-laggio, Diso (LE), Cisternino (BR), Giungano (SA), e quelli della francese Vezenobres e della montenegrina Niksic.Stante l’enorme ed indiscusso successo riportato da questo

evento, per Occhio Magazine abbiamo posto alcune doman-de al giovane ed entusiasta delegato per l’immagine e lo Sviluppo del Territorio sanmi-chelano, Pierangelo Argen-tieri, come nell’ordine.Signor Argentieri, com’è nata l’idea di promuovere

a S .Michele Salentino una fiera del Fico Mandorlato ?San Michele è un comune re-lativamente giovane, ed in quanto tale, non ha particolari tradizioni storiche, ma se osser-viamo il paesaggio agrario del nostro comune, notiamo , oltre alla presenza dei secolari olivi,

piante di fico e mandorlo.E’ nato così il nostro progetto iniziale di valorizzare questi due prodotti tipici del territo-rio. Anzi, a tal proposito, l’am-ministrazione sanmichelana , numerose famiglie ed operatori agricoli si stanno attivando per promuovere un disegno di legge

Un fico? Meglio mandorlatoUn bilancio della nota fiera sanmichelana sempre più in espansione

p. arGentieri, deLeGato aLLo sviLuppo deL territorio, Guarda aL futuro deLLa fiera

di Giovanni gigLioLA

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d’iniziativa popolare che dia sovvenzioni a tutti coloro che reimpiantano fichi e mandorli, dal momento che da un trenten-nio si sono verificati numerosi espianti, dovuti alla caduta dei prezzi di mandorle e fichi.Sig. Delegato, a suo pare-re, sono stati raggiunti gli scopi che vi eravate prefissi nell’ormai lontano 2002 ?Gli scopi sono stati ampiamen-te raggiunti. Basti pensare che nelle due serate della fiera c’era-no ben 20 stands eno-oleogastro-nomici in piazza Marconi e che al recente Mercatino del Gusto di Maglie (LE) i prodotti tipici dello stand di San Michele era-no andati a ruba dopo solo due ore di esposizione.Oltre ai risultati concreti, c’è

stata la visibilità del fenomeno sia tra gli abitanti del paese che tra quelli dei comuni limitrofi !La nostra fiera oggi è collegata con altre istituzioni come l’Uni-versità di Lecce, la Camera di Commercio di Brindisi, Came-ra di Commercio di Prato, pro-vince di Brindisi e di Prato.Perciò è stata organizzata, per il secondo anno, un’apprezzata mostra pomarica, ed è stata al-largata ai vini. E’ stato bandito anche un concorso enologico ed un’apposita giuria ha premia-to il Madrigale di Manduria (TA), che ben si lega al gusto del fico mandorlato.La fiera ha persino avvicinato le nuove generazioni ai prodotti agricoli del territorio e certa-mente favorirà l’incremento di

nuove aziende produttive.Pierangelo, tenendo presen-ti i bisogni della gente che preferisce mangiare meno e mangiare sano, ci sarà un futuro per questa Fiera?Considerate le aspettative della gente e le caratteristiche del no-stro territorio, ci sarà senz’altro un futuro per questa Fiera, nel senso che aumenteranno gli

stands espositivi, di degustazio-ne e le linee di vendita, come pure il numero degli operatori del settore economico dei pro-dotti tipici locali.Tutto sommato, una fiera in netta espansione e, chissà che la “città dell’auto usata” non diventi anche , com’è nei pro-positi, città mediterranea del Fico?

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SaluteOCCHIO

Esiste un argomento che oggi ci riguarda tutti da vicino: l’applicazione tera-

peutica delle cellule staminali. Tan-ti i passi avanti fatti dalla ricerca in questo campo. Tutto cominciò nel 1988, quando ci fu il primo trapian-to di cellule staminali da cordone ombelicale da donatore familiare, eseguito dalla Dr.ssa E. Gluckman a Parigi, in un bambino affetto da una malattia genetica (anemia di Fanconi). L’evento ha cambiato le prospettive di molti pazienti, ini-zialmente in prevalenza bambini. Il trapianto delle cellule staminali è reso possibile da una organizza-ta equipe sanitaria che raccoglie e congela il sangue cordonale, ma soprattutto dalla donazione altrui-stica e gratuita delle mamme, che al momento del parto, decidono di mettere a disposizione dell’umanità questa preziosa sorgente. Fonte di

cellule staminali è anche il sangue periferico ed il midollo osseo, ma entrambi i metodi non sono scevri di rischio per il donatore e com-portano tempi lunghi per l’impie-go. La donazione da sangue cordo-nale perciò rimane la sorgente più immediata, semplice ed innocua. C’è da differenziare la donazione effettuata ad una banca pubblica o ad una privata. In quella pubblica è un atto solidale che avviene in modo volontario, anonimo e gratu-ito mettendo a disposizione di tutti le cellule donate. La procedura di raccolta, semplice ed innocua per madre e bambino, è garantita da un’equipe di medici trasfusionisti, neonatologi, ginecologi ed ostetri-ci. Il sangue cordonale raccolto viene conservato ed inviato entro 30 ore alla banca regionale e sarà utilizzato, se necessario, per la cura di un ricevente compatibile

(trapianto allogenico, cioè da do-natore). La legge Italiana prevede la donazione destinata alle fami-glie in cui ci siano persone affette

da patologie neoplastiche che pos-sono essere curate con trapianto di staminali e alle famiglie ad alto rischio di talassemia. La donazione alla banca privata è volontaria, ma a pagamento per i costi di manteni-mento delle cellule in azoto liquido per almeno vent’anni. Prevede la conservazione delle cellule solo per il neonato che le ha donate e si parla di un trapianto autologo,(il donatore dona per se stesso), con compatibilità del 100%. Attualmen-te in Italia ci sono 18 banche di cel-lule cordonali e 260 centri di rac-colta che hanno già prodotto circa 230.000 unità. Il Ministero della Sa-lute stima che, per la domanda na-zionale, i numeri dovrebbero esse-re triplicati, raggiungendo almeno le 100.000 unità per rispondere al fabbisogno nazionale. Attualmente le donazioni in Italia sono in cresci-ta, ma bisognerebbe fare di più,

con una maggiore informazione dei mass media, ed una maggiore collaborazione di quelle figure pro-fessionali che ruotano intorno ad una partoriente: medici di famiglia, ginecologi, ostetriche, consultori. Le prime banche di conservazio-ne di sangue cordonale, sono nate nel 1993 a New York, Dusseldorf e Milano. Per fare maggiore chia-rezza sull’argomento, di importan-za vitale per alcune patologie gra-vi, ho incontrato la dott.ssa Maria Antonietta De Sangro referente del centro di raccolta del presidio ospedaliero A. Perrino di Brindisi, per rivolgerle alcune domande: Perché è importante donare il sangue di cordone ombelicale o placentare? Perché è ricco di cellule staminali.Perché è importante donare le cellule staminali?Perché sono uniche. Le cellule sta-minali da cordone si possono dona-re solo al momento della nascita. Donarle è innocuo per madre e bambino. Possono curare diverse malattie ematologiche: leucemie, linfomi, etc.; neurovegetative; me-taboliche; muscolo-scheletriche; os-see e diversi tumori solidi. Donarle aiuta la ricerca scientifica, che sta facendo progressi continui riguardo ai loro ulteriori usi. Il nostro centro di raccolta, presso il P.O. Perrino di Brindisi, è uno dei 13 centri rico-nosciuti sul territorio dalla Regione Puglia e come gli altri raccoglie ed invia il sangue placentare all’unica Banca Regionale sita a San Gio-vanni Rotondo, presso il P.O.“Casa

APPESI AD UN CORDONESperanza nella ricerca, attendendo la cura che verrà dallo studio delle cellule staminali

di Giuseppe FAgiAno

La dott.ssa m. a. de sanGro è La referente per iL centro di raccoLta deL presidio ospedaLiero

a. perrino di brindisi

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A N N O 1 N . 9 - S E T T E M B R E 2 0 0 9

Sollievo della Sofferenza”.Cos’è il cordone ombelicale?È una formazione anatomica che mette in comunicazione la placenta con il feto. E’ costituito da due ar-terie ombelicali, una vena ombeli-cale e da una sostanza gelatinosa, la “gelatina di Wharton”. Normal-mente dopo la nascita, il cordone, la placenta ed il sangue placentare vengono gettati via tra i rifiuti spe-ciali. Tuttavia il sangue placentare è ricco di cellule staminali.Cosa sono le cellule staminali?Sono elementi primitivi dotate di due caratteristiche importanti: l’automantenimento e la capacità di autodifferenziarsi in diversi tipi cellulari emopoietici e non, quali cellule nervose, epatiche, cardiache, etc…Come vengono prelevate?Subito dopo la nascita il cordone viene reciso a circa 5-15 cm dal pia-no cutaneo del neonato che viene affidato alle cure del neonatologo e solo successivamente si incanula la vena ombelicale e si fa defluire il sangue placentare in una sacca in plastica sterile e sigillata. Tengo a precisare ancora una volta che que-sta procedura è innocua per madre e bambino.Come vengono conservate e per quanto tempo?Le unità raccolte vengono, entro 30 ore, trasportate alla Banca Re-

gionale, dove verranno conservate in criocontenitori ad azoto liquido alla temperatura di -196C°. Sa-ranno patrimonio nazionale ed internazionale. L’unità raccolta non sarà prontamente disponibile, rimarrà in quarantena fino a 6-12 mesi dal parto permettendo così ai sanitari di accertarsi dello stato di salute di madre e bambino. La mamma sarà sottoposta agli esami ematochimici obbligatori per legge ed il pediatra verificherà la buona

salute del bambino. Le unità posso-no rimanervi teoricamente per un tempo illimitato, ma praticamente le unità vengono conservate per un massimo di 15-20 anni.Ma tutte le unità prelevate sono idonee e se no quali i motivi di esclusione?Non tutte le unità prelevate risul-tano idonee alla conservazione. Le principali limitazioni sono rappre-sentati dallo scarso volume e dalla scarsa cellularità del campione

raccolto. In tal caso l’unità non sarà distrutta, ma verrà destinata alla ricerca. Come avviene l’arruolamento delle donatrici?Si comincia con le dovute infor-mazioni alla donatrice, per la valutazione dell’idoneità e succes-sivo arruolamento. In seguito si fa compilare un questionario con relative firme della coppia per il consenso informato, secondo la normativa di legge attuale. Alla

donatrice viene dedicato un kit che viene consegnato al reparto di Ostetricia/Ginecologia, dove in corso dell’espletamento del parto verrà raccolto il sangue placenta-re dall’equipe ostetrica, e succes-sivamente consegnato al Centro Trasfusionale, per poi essere in-viato alla Banca Regionale.Sono in corso di stampa delle bro-chure informative sull’argomen-to. Sarà operativo quanto prima un indirizzo di posta elettroni-

ca al quale poter chiedere ogni informazione sulla donazione:[email protected] operativi anche due nu-meri verde: 800 295691 e 800 553166.Allo stato attuale il centro di rac-colta del P.O. Perrino di Brindisi ha arruolato solo il 10% delle don-ne che hanno partorito su 1500 parti all’anno. E’ un numero molto esiguo che potrebbe invece

diventare molto più alto con l’im-pegno di tutti e con la solidarietà che ci contraddistingue.Se vogliamo un futuro di buona salute, abbiamo una possibilità: donare il sangue del cordone om-belicale al momento del parto che altrimenti verrà considerato materiale di scarto. Le cellule sta-minali in esso contenute hanno qualcosa di unico e di magico.Con questa scelta ridiamo vita alla vita!

per ulteriori informazioni contattare la redazione ai numeri: 0831 986314 - 347 1839556

cerca nuovi collaboratoriper i territori di Latiano e Oria

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Occhio magazine

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RiflessioniOCCHIO

Come Arbore tutti gli auto-mobilisti italiani potrebbe-ro canticchiare ma la notte

no, difatti a partire dall’8 agosto,

sono in vigore le modifiche al co-dice della strada introdotte dalla legge n. 94 del 15 luglio 2009, con-tenute all’interno del cosiddetto pacchetto sicurezza, dove spicca una sorta di aggravante notturna. L’elenco delle violazioni che com-porteranno l’aumento di un terzo delle rispettive sanzioni pecunia-rie, se commesse dopo le ore 22,00 e prima delle ore 07,00, è vasto e comprende una miriade di situa-zioni come: gli eccessi di velocità, mancate precedenze, il mancato rispetto della segnaletica stradale, la distanza di sicurezza tra veicoli, cambiamento di direzione o di cor-sia e altre manovre, sulle autostra-de e sulle strade extraurbane prin-cipali, come circolare contromano

o invertire il senso di marcia, ef-fettuare la retromarcia, circolare sulla corsia di emergenza, violare le norme che regolano la sosta di

emergenza od omettere di far uso delle luci di posizione durante la sosta e la fermata di notte o in caso di scarsa visibilità e, infine, violare le disposizioni che disciplinano l’uso del libretto individuale di con-trollo ovvero non rispettare i tempi di guida e di riposo con veicoli per trasporti professionali non muniti di cronotachigrafo. Tale incremen-to, andrà ad incrementare il Fondo contro l’incidentalità notturna.Polemiche potrebbe suscitare l’applicazione del neonato art. 209 bis cds laddove stabilisce che “Se il conducente è persona munita di patente di guida, nell’ipotesi in cui, ai sensi del presente codice, sono stabilite le sanzioni amministrative accessorie del ritiro, della sospen-

sione o della revoca della patente di guida, le stesse sanzioni ammi-nistrative accessorie si applicano anche quando le violazioni sono

commesse alla guida di un veicolo per il quale non è richiesta la paten-te di guida”. In pratica, in assenza di una interpretazione autentica,

gli agenti dovrebbero applicare tali sanzioni, oltre ai conducenti dei ciclomotori, anche ai ciclisti in pos-sesso di patente di guida. Credo

che creare una difformità tra cicli-sti patentati e ciclisti non patentati (che sarebbero di fatto una catego-ria favorita) sarà motivo di ricorsi

…MA LA NOTTE NO!Modifiche al Codice della Strada con aggravante notturna

di Giuseppe Di VieSto - avvocato

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sino alla Corte Costituzionale.Restano ferme le quote 0,5 gram-mi per litro di tasso alcolemico che comporta la sola sanzione pecuna-ria e sospensione della patente da tre a sei mesi, e 0,8 g/l la soglia oltre la quale si è soggetti altresì all’arresto. Nel caso in cui si supe-rasse il limite 1,5 grammi per litro e l’auto fosse intestata a persona di-versa, la sospensione della patente sarà raddoppiata così si rischia di dover trovare mezzi alternativi di locomozione per un periodo da due a quattro anni.Stessa sorte tocca al conducente di veicolo non proprietario, che sia trovato positivo all’uso di sostanze stupefacenti.Tutte le ammende previste per il reato di guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefa-centi aumentano anch’esse da un terzo alla metà se il reato è com-messo dopo le ore 22,00 e prima delle 07,00.I soggetti che, trovati in possesso di sostanze stupefacenti, fossero destinatari da parte del prefetto, ai sensi dell’art. 75 co. 1 lett. a) DPR 9 ottobre 1990 n. 309, del divieto di conseguire la patente o la revo-ca nel caso ne fossero già in pos-sesso, non potranno conseguirne una nuova prima di tre anni. Viene introdotto l’obbligo della confisca amministrativa per il vei-colo, di proprietà del conducente, trovato a circolare con i documen-ti assicurativi falsi o contraffatti. È colpito, invece, dalla sanzione amministrativa della sospensione della patente di guida per un anno, colui che ha contraffatto o alterato i documenti assicurativi.Per quanto riguarda il decoro del-le strade è stato introdotto l’arti-colo 34-bis che punisce chiunque

insozza le strade pubbliche me-diante getto di rifiuti o di oggetti dai veicoli in sosta o in movimento. Il comportamento poco civico po-trà costare agli automobilisti colti sul fatto una maxi multa fra i 500 ed i 1.000 euro, pertanto laddove non si riesce con l’educazione e il buon senso, vi riuscirà il portafo-gli. Anche in questo caso potreb-bero sorgere diversi problemi, poiché un medesimo comporta-mento, l’insozzare, verrà punito differentemente, a seconda se si è automobilisti o pedoni: per questi ultimi la sanzione è di euro 23.Ancora in tema è il potenziamento dei poteri dei sindaci per mante-nere il decoro delle strade urbane e dei prefetti per quelle extraurba-ne. I sindaci potranno disporre lo sgombero di occupazioni abusive delle strade, con gli oneri a carico del trasgressore. Se il suolo pub-blico è indebitamente occupato per scopi commerciali, come nel caso dei tavoli di un bar che supe-rino i confini concessi, l’esercizio responsabile sarà chiuso per un periodo non inferiore a cinque giorni. Se appare condivisibile la scelta di inasprire le sanzioni di notte, con l’intento di limitare l’uso di alcool e di stupefacenti proprio nel periodo in cui statisticamen-te se ne abusa, più difficile mi sembra la motivazione che por-ta al raddoppio della sanzione in quelle particolari ipotesi sopra esposte, quando il conducente non sia anche proprietario. Si è detto che la volontà è quella di responsabilizzare i genitori nell’affidamento del mezzo ai propri figli. Solo il tempo ci dirà se tali disposizioni porteranno dei benefici.

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RiflessioniOCCHIO

Scade il 30 settembre il temine ultimo entro il quale si può beneficiare della procedura

di emersione del lavoro irregolare per le colf e le badanti. Potranno effettuare la dichiarazio-ne di emersione i datori di lavoro per i cittadini italiani e comunitari; cittadini extracomunitari in pos-sesso del titolo di soggiorno CE di lungo periodo; familiari extraco-munitari di cittadino comunitario che siano in possesso di carta di soggiorno.La dichiarazione di emersione: può essere presentata a favore dei lavoratori extracomunitari che al 30 giugno 2009 erano occupati irregolarmente da almeno 3 mesi, pagando un contributo forfettario di euro 500.I procedimenti penali ed ammini-strativi relativi alla violazione delle norme sull’ingresso e soggiorno nel territorio nazionale sono sospe-si dall’entrata in vigore del provve-dimento fino alla conclusione del procedimento. La sottoscrizione del contratto di soggiorno, con-giuntamente alla comunicazione obbligatoria di assunzione all’IN-PS, ed il rilascio del permesso di soggiorno comportano, per il dato-re di lavoro e per il lavoratore extra-comunitario, l’estinzione dei reati e degli illeciti amministrativi. Requisiti per l’emersione: Lavoro di sostegno al bisogno fami-liare - ColfPossono presentare la domanda i datori di lavoro in possesso di un reddito annuo, per il 2008, non in-

feriore a 20 mila euro (se famiglia monoreddito), 25 mila se i redditi percepiti sono più di uno. Si può presentare una sola domanda per ciascun nucleo familiare.Assistenza a persone affette da pa-tologie o handicap - BadantiPossono presentare la domanda i soggetti in grado di dimostrare la limitazione dell’autosufficienza - propria o della persona per cui si ri-chiede l’assistenza - al momento in cui è sorto il rapporto di lavoro, tra-mite la documentazione rilasciata da una struttura sanitaria pubblica o da un medico convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale. Per i cittadini in precedenza riconosciu-ti invalidi, invece, sarà sufficiente presentare la documentazione di invalidità civile. Si possono presentare massimo due domande per nucleo familiare. Nel caso in cui si presentino due domande per assistere la stessa persona, la certificazione medica dovrà attestarne la necessità.Ciascun nucleo familiare può, quin-di, chiedere la regolarizzazione di massimo tre lavoratori (1 colf e 2 badanti).Prima di iniziare la procedura di emersione on line è necessario pagare un contributo di 500,00 euro per ciascun lavoratore. Il pa-gamento potrà avvenire utilizzan-do il modello F24 che potrà essere scaricato dal sito dell’Agenzia delle Entrate - www.agenziaentrate.gov.it o su www.interno.it oppure sul sito del ministero del lavoro o su quello dell’Inps, unitamente alle istruzio-

ni per la compilazione.I datori di lavoro potranno richie-dere assistenza ai Comuni per la

compilazione e la spedizione delle dichiarazioni di emersione in via informatica.

IO, IRINA, BADANTE RUMENARequisiti e scadenze per l’emersione delle badanti dal lavoro nero

di Giuseppe Di VieSto - avvocato

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CONCERTI

FIERA DEL LEVANTE

MarleneKuntzin concerto

Corrado Guzzanti"Recital" (Politeama Greco)

I Dialoghidi TraniManifestazione culturale sul tema “Coscienza e democrazia”

Max Fest 09Rassegna di cinema, fotografia, musica

Ecologico Film Festival

99 Possein concerto(Teatro Impero)

RenatoZeroin concerto

1° Gran Fondo Mountain BikeTrulli e Masserie

La notte degli ImperialiNotte bianca

12-20 SETTEMBRE - BARI

17 SETTEMBRE - FOGGIA

18-19 SETTEMBRE - MASSAFRA

25-27 SETTEMBRE - TRANI 03 OTTOBRE - CEGLIE M.

16-20 SETTEMBRE - NARDÒ

19 SETTEMBRE - BRINDISI

26 SETTEMBRE - FRANCAVILLA

20-21 OTTOBRE - BARLETTA12 OTTOBRE - LECCE

Voglia di PugliaFinisce l'estate e diminuiscono le manifestazioni... Concerti, spettacoli, mostre, conferenze.

Occhio Magazine continua a scegliere per voi il meglio del meglio.A cura di Michelangelo nigro

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SpettacoloOCCHIO

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'TTACCA LA REZZ(IC)AUn successo da ogni angolatura. Tra pettegolezzi sussurrati e sguardi curiosi pizzicati

di Francesca PreSto

Cala nuovamente la rez-za sulla porta dell’even-to che ha fatto rivivere,

almeno per una sera, le stratod-de cittadine. La prima edizione di Rezzica si è tenuta il 13 ago-sto scorso. Oramai è noto che la manifestazione è dedicata interamente alla tradizione ed al folklore, quindi alla rezza ed alla Pizzica. La serata ha visto una grande affluenza di pub-blico che si è riversato in quel delle stratodde, luogo alquanto inusuale per l’estate sanvitese, dato che la maggior parte del-le manifestazioni si tengono in piazza Municipio e nell’arena

don Tonino Bello. Qualche giorno prima della serata si è tenuta una conferenza stampa, che ha visto partecipare alcu-ni componenti dei Magazzini Teatrali Dardagnam e della Redazione del nostro giorna-le - ideatori ed organizzatori della festa - e alcuni rappre-sentanti dell’Amministrazione Comunale, che ha patrocina-to l’iniziativa. La manifesta-zione si è svolta secondo un programma fatto di musica e sketch a tema. Lungo le pic-cole strade si sono tenuti due tipici momenti caratterizzanti tutti i paesini di provincia: la

Serenata alla futura sposa ed il Pettegolezzo dietro la rezza. Per aiutare i turisti a orientarsi è stata realizzata una brochu-re informativa dell’evento.L’evento ha coinvolto l’associa-zione di volontariato Unitalsi, la Locanda di Nonna Mena per la degustazione di piatti e vini tipici e Saloon, dove si poteva sedare la sete con un buon boccale di birra.Grande successo ha riscosso la mostra Cretu la Rezza di Carmelo Garofalo. A degna conclusione di una serata ben riuscita, si è tenuto il concerto degli Jazzabanna nella piaz-

zetta dell’Arciprete. L’idea, nata per festeggiare la rezza, simbolo tipico del nostro pa-ese, ha inteso ricordare innan-zitutto a cosa serviva la rezza in passato. Abbiamo cercato di capire come sia nata l’idea a Vituc-cio Bifaro, il primo a intuire cha la rezza avrebbe potuto diventare un business e che ha improntato la sua attività di artigiano proprio sulla cre-azione della stessa. La moglie, Grazia Filomeno, ci ha par-lato di come Vituccio Bifaro, da falegname ti l’arti crossa, diventò costruttore di rezze

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nel lontano 1956. Con il lavoro di mio marito non potevamo andare avanti, era diventato difficile vivere, allora un gior-no Vituccio mi disse di aver visto delle stecche attaccate con lo spago e mi disse: perché non proviamo a mettere insieme queste strisce con le cinghie dei paracaduti che vendono al mercato per fare delle tende? Queste potrebbero servire a proteggere i portoni dal sole e dalla pioggia.La prima rezza l’abbiamo re-alizzata mettendo insieme con dei piccoli chiodini le strisce di legno con le cinghie. Nel tempo abbiamo utilizzato bacchette di legno di puro pino russo.

La prima - continua la si-gnora Grazia Bifaro - che abbiamo realizzato è ser-vita proprio per coprire la porta d’ingresso di casa nostra. Io la notte per an-

ticipare parte del lavoro cucivo tutte le cinghie,

in modo che fossero pronte per l’indomani mattina, così Vituccio le trovava disposte già per chiodarle insieme al legno. Grazie al passaparola ed all’ingegno di mio marito, la gente cominciò ad ordinarle. Vituccio, la domenica mattina, si recava con la bicicletta sul sagrato della chiesa portando con sè un esemplare di rezza. Cominciava a parlare con qualcuno in modo che le donne lo notassero e gli chiedessero di andare a casa per prendere le misure delle loro porte. Lui per invogliarle diceva che, metten-do una rezza davanti alla por-ta, potevano vedere fuori senza essere viste. Il nostro lavoro è

stato molto redditizio, siamo arrivati a fare trenta rezze a settimana, ma anche molto duro dato che molti non paga-vano in contanti. Alcune rezze sono state spedite in Australia e con il tempo ci siamo specializ-zati anche con le riparazioni, sostituendo quelle stecche che si spezzavano con quelle nuove. Per dipingerle veniva utilizzato il ducotone, generalmente ver-de (più scuro fuori e più chia-ro dentro) per permettere alla luce di filtrare ed illuminare al meglio i locali. Per motivi di salute di mio marito, il nostro lavoro è passato a Calvelli, che ha preso tutti i nostri macchi-nari. Questo mestiere è stato ricordato anche da Vitantonio Stanisci in una poesia.Il presidente dell’Unitalsi, Enzo Nigro, si è detto entu-siasta della riuscita dell’inizia-tiva: Per noi è stato una lode-vole iniziativa, apprezziamo il fatto che vengano valorizzati questi simboli, la rezza e la Pizzica. Non potevamo non partecipare. A noi questo serve per svolgere il nostro lavoro sociale e, in-nanzitutto, per raccogliere fon-di. Stare in piazza serve per far conoscere l’associazione a chi non conosce le nostre attività. Dal punto di vista economico è andata bene. Sono stati molto apprezzati i piatti tipici che ab-biamo servito, accompagnati da un volantino che spiegava le finalità della nostra Associa-zione. Questa manifestazione, come le altre, serve da stimolo alle famiglie che devono vedere in noi un sostegno per sconfig-gere la disabilità.

Poesia che Vitantonio Stanisci ha dedicato a Vituccio Bifaro. La stampa originale riportata in alto è stata realizzata dalla tipografia Vergine, in cambio della realizzazione di una rezza.

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Anche Luigi Errico, pro-prietario de La Locanda di Nonna Mena ha trac-

ciato un suo bilancio della se-rata: Penso che la serata sia an-data molto bene. L’anno scorso abbiamo fatto un lavoro diverso con diverse situazioni di gruppi di Pizzica, come ad esempio il Circolo Mandolinistico, L’Eco di San Vito e qualche elemento della Taricata, ma quest’anno con Rezzica si è creato un movi-mento inaspettato che ha portato nuovamente vivacità e brio nelle viuzze che sembravano destinate all’oblio. Io credo che il centro storico vada rivalutato. Mi com-plimento con gli organizzatori di Rezzica in quanto hanno scelto proprio questo luogo per la ma-nifestazione, pur rischiando. Sarebbe stato molto più facile or-ganizzarla in piazza per assicu-rarsi la riuscita. Il luogo piccolo ha consentito a tutti di sentirsi parte integrante del territorio, di riassaporare vecchie atmosfere e di rivivere antichi riti. Spero tan-to che diventi un appuntamento

fisso e che l’Amministrazione si faccia promotrice di eventi di questa portata. Si potrebbe pen-sare di rendere questa zona a traffico limitato per permettere ai turisti di trascorrere serena-mente lontano da smog e rumore le calde serate afose. Credo che la gente che ha partecipato all’ini-ziativa sia stata entusiasta, visto che molto spesso si rimane un po’ fuori dell’evento in sé, ma questa volta non è stato così.

L’assessore alla cultura, Er-nesto Marinò, ha dichiarato: Questa manifestazione è stata veramente interessante ed è sta-

ta la novità di quest’estate. Si colloca all’interno di una rasse-gna di musica popolare. Per me è stato un esperimento, un labo-

ratorio creativo e giovanile tra i più interessanti e che, a poste-riori, possiamo definire valido. Un binomio, rezza e pizzica, che

ha dato modo agli organizzatori di coniare un nuovo termine che speriamo abbia grande eco: Rezzica.

SpettacoloOCCHIO

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LE SERATE ESTIVE DI NONNA MENA

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di Cosimo PronterA

Riposti gli strumenti si riprogramma un ricco cartellone ambendo a dimensioni europeeIL FESTIVAL BAROCCO

Chiedere ad un direttore artistico di tracciare un bilancio di una sua crea-

tura potrebbe sembrare semplice e soprattutto scontato, ma per chi mi conosce sa che non è così.C’è da dire che i numeri parlano chiaro: un’opera eseguita in pri-ma esecuzione in tempi moderni; uno spettacolo coreutico rinasci-mentale; una commedia armoni-ca; quattro concerti. Quattro cit-tà ospitanti, 140 brani ascoltati tra arie, recitativi, sinfonie, ma-drigali, sonate; 66 musicisti im-pegnati nelle diverse esecuzioni, solisti di calibro internazionale. Il sito web www.baroccofestival.it visitato circa 9000 volte, e so-prattutto circa 2200 presenze di pubblico intervenuto nei diversi appuntamenti.Non potevamo tradire le aspetta-tive consegnateci, con il premio di rappresentanza, dal Presiden-te della Repubblica Giorgio Na-politano e quelle dell’assessore Regionale al Mediterraneo la Prof.ssa Silvia Godelli che ci in-dica come un gioiello incastona-to tra le diverse realtà musicali della nostra Puglia.

Non potevamo tradire le aspet-tative di quel pubblico ormai numerosissimo, stanziale e turi-stico, che sceglie la nostra terra per trascorrere le vacanze anche perché esiste il Barocco Festival (sono considerazioni tratte da i cosiddetti commenti alle pagine web).Tutto questo è accaduto per il magico incrocio tra musica anti-ca, esecutori e location strepitose. Affascinanti anche per gli ese-cutori che arrivavano dal nord Europa. Si perché quest’anno il festival si è qualificato come In-ternazionale grazie alla presenza di due ensemble, uno svedese col fuoriclasse il flautista Dan Lau-rin e uno olandese con l’elegan-tissimo e bravissimo mezzosopra-no Mirjam Schreur.Ciò che sta avvenendo sa di inve-rosimile ma al contempo di pie-na normalità perché così deve essere: il pubblico si riunisce per dialogare su cosa ha ascoltato, critica se è piaciuta o no l’esecu-zione, se questo solista ha inter-pretato in maniera appropriata, e non dimentichiamocelo, con un ascolto - questo non mi stan-

cherò di ripeterlo - che deriva da esecuzioni su strumenti dell’epo-ca o con le copie di essi in una parola: filologiche.Va da se che i bilanci sono fat-ti anche per individuare quali

sono state le criticità, una per tutte: poter programmare con il dovuto tempo, ossia quello che pretende un festival che ambisce a dimensioni europee, è una ne-cessità ineluttabile.

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Talent warOCCHIO

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Tutta colpa della mammaAngelo, un giovane cantante, potrebbe entrare a far parte della carovana di X-Factor?

di Giuseppe De Simone

X Factor è un programma RAI che cerca di scopri-re nei suoi concorrenti il

fattore X, vale a dire quel parti-colare talento in grado di trasfor-mare un aspirante cantante in un cantante di successo. A giu-dicare è una giuria composta da

3 giudici (Mara Maionchi, Mor-gan e, quest’anno, al posto di Simona Ventura, Claudia Mori). Il premio finale è un contratto di-scografico del valore di 300.000 euro. Fiumi di giovani cantanti affollano i provini in tutta Italia, tutti convinti di avere delle carte da giocarsi. Ma cosa succede quando è una

madre a scoprire nel figlio il fat-tore X? Questa è la storia di Angelo, giovane carovignese, che sta vivendo con leggerezza e buon senso la sua possibilità di essere selezionato per entrare nel talent show musicale.

Come ti è venuto in mente di partecipare?È cominciato tutto l’anno scorso, con l’inizio del programma. Mia madre non conosceva Morgan (musicalmente lei è rimasta a Lucio Battisti!). Però si è inna-morata del personaggio e della sua intelligenza. Ha iniziato a tormentarmi affinché parteci-

passi anch’io. Faccio l’animatore nei villaggi turistici e quindi mi sono sempre divertito a cantare, recitare, ballare. Per mia madre allora sono il primo ballerino del mondo, il primo cantante del mondo, ecc. Poi quest’anno con X Factor lei, seduta sul divano,

era come un giudice: “ma quello secondo me non canta bene, se ci fossi tu al posto suo…”. E io “mà, tanto non ci vado!”. Quest’esta-te, all’inizio di giugno stavamo a casa e lei: “Angelo accendi un attimo il computer! Vammi a vedere la pagina di Morgan! No, anzi vai al sito di X Factor! Vai a vedere il numero… chiama…”.

“No mà non chiamo”. “Chiama!”. Alla fine ho chiamato, mi ha ri-sposto una voce registrata che mi chiedeva dati vari. Poi dopo qual-che giorno mi hanno richiamato. Fra l’altro ha risposto mio padre, proprio lui che è contrarissimo e vorrebbe che io studiassi solamen-te. Mi ha riferito che mi avevano contattato per farmi sapere quan-do fare i provini. Io alla fine ero un po’ titubante perché pensavo “ è una cosa che vuole mia madre, non è una cosa che voglio io…”. Poi una volta lì mi son detto: “che lo faccia per me o per mia madre…io comunque mi butto, canto, vedo come va. Senza nien-te da perdere”.Com’è stata l’attesa per fare il provino?Mi sono presentato al provino dalla mattina alle 6, ma hanno aperto i cancelli solo alle 9:30. Sono rimasto fino alle 14 e un quarto ad aspettare. Alle 10:30 ero già con jeans e maglietta sudatissimi. Infatti la prima do-manda che mi hanno fatto al pro-vino, vedendomi così conciato, è stata: “ma sei emozionato”? È stato stressante ma alla fine è una bella esperienza.Com’è stata l’esibizione al provino?Mi avevano detto di preparare due canzoni, una in inglese e una in italiano. Io ho portato “Living on my own” di Freddie Mercury e “Brava Giulia” di Vasco Rossi ma in realtà non mi ero preparato più di tanto. Me ne hanno chiesto

“mà, tanto non ci vado!” …e poi L'attesa sin daLLe

6 deL mattino

per fare iL provino a bari

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una terza, che ho improvvisato, “Uomini soli” dei Pooh, e poi una quarta, “A kind of magic” dei Queen. Mi hanno fatto fare le foto dicendomi “ricordati di venire vestito come oggi al pros-simo provino e ti chiameremo”. Però già allora mi spiegarono che l’arco di tempo in cui avrei potuto essere chiamato andava da luglio fino a dicembre. Poi mi è arriva-ta una mail in cui mi dicevano che mi avrebbero chiamato o a fine settembre-inizio ottobre o, al più tardi, a dicembre.Se ti chiamano farai un altro provino?Mi sono informato sul forum del programma: potrei fare un pro-vino ulteriore o entrare diretta-mente. Tua madre è stata contenta quando ha saputo come è andato il provino?Mia madre è stata contentissima

quando ha saputo che ho fatto le foto.Che ne pensi del programma X Factor? È uno dei programmi più validi. È diverso da Amici perché Amici spesso sconfina fuori dalla musi-ca, o dal ballo, ecc.. A X factor c’è più cultura musicale, c’è molta più voglia di scoprire talenti.Tu ce l’hai il fattore X?Sinceramente il fattore X io non pensavo di averlo. Sono state le persone attorno a me a dirmi che ho talento.Hai lasciato tutto per intra-prendere una carriera come cantante? Certo che no, ho iniziato tutto per gioco! Io studio architettura all’università. Sinceramente pre-ferirei più diventare architetto anziché cantare.Che ne pensi dei talent show? Sono pochi i concorrenti che hanno davvero successo nel mondo discografico...Spesso è più una questione di immagine. Secondo me non sempre arriva in fondo chi ha ta-lento, arriva in fondo chi si crea un’immagine, un personaggio. Potessi tornare indietro punterei anch’io un po’ più sull’immagine. Ma alla fine è sempre una cosa falsa perché col tempo viene fuori la verità. A sentire i ragazzi che nell’attesa del provino cantavano per scaldare la voce a volte veni-va da chiedersi “che ci sono ve-nuti a fare qui?”. Ma a livello di immagine si vedeva che avevano creato un personaggio, si sapeva-no vendere. Che clima c’è tra i parteci-panti durante l’attesa del provino? Vi odiate? No, il clima è abbastanza bello

nel senso che cantavamo tutti insieme. Io poi ho preso la chi-tarra e ho fatto qualche canzone di Rino Gaetano. Comunque ci sono anche concorrenti che se la tirano e se ne stanno da soli.C’è il rischio di illudersi con questi provini? Si tantissimo. Anche se alla fine i migliori non escono dai talent show, ma fanno altri percorsi. Lì un po’ ci vanno i raccomandati, un po’ ci vanno i bellocci della situazione, ma alla fine in fondo in fondo non c’è niente. Quindi il contratto discogra-fico da 300 000 euro secon-do te non lo vince davvero chi merita? Sinceramente quest’anno ho vi-sto X Factor e il vincitore credo meritasse. Ma il fatto è che gioca-no tanti fattori oltre al talento. Consigli per chi è indeciso se partecipare o meno a un provino? Consiglierei di farlo perché è un’esperienza molto bella. Co-nosci tantissime persone. Io lo faccio per divertimento perché mi piace cantare, ascoltare mu-sica, mi piace stare in compa-gnia della musica. Per chi vuole intraprendere una carriera, per chi ci crede davvero, anche pas-

sare questo primo step e poi fer-marsi dà fiducia, dà la forza per andare avanti. Di cosa pensi ci sia bisogno per arrivare al successo a parte il fattore X?La fortuna innanzitutto: trovar-ti nel luogo giusto al momento giusto con la persona giusta. Bisogna anche fregarsene del-le opinioni degli altri e andare contro amici e colleghi. Io non penso che sarei in grado di frega-re qualcuno per andare avanti. Ma secondo me ci vuole un ca-rattere del genere per arrivare al successo.Dai un titolo a questo arti-colo.“Tutta colpa della mamma!”. Ok fatto.

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Talent warOCCHIO

COLPO SU COLPONel 2005 e nel 2007 campionessa italiana in 2 diverse specialità di tiro a segno

di Antonio PASSAnte

Una ragazza che pra-tica questo sport, non si trova tutti

i giorni. Come ti è venuta questa passione?Ho iniziato questo sport grazie a mio padre che, già da quando avevo 12 anni, mi ha insegna-to per la prima volta a sparare con la carabina.Che cos’è una carabina?

È simile ad un fucile. Pesa cir-ca 5 kg. ed è un’arma ad alta precisione.Nell’arco di questi anni, che obiettivi hai raggiunto? Quando avevo la possibilità di allenarmi con costanza, i risultati erano abbastanza po-sitivi, tanto che, per 8 anni consecutivi, ho sempre vinto le gare regionali aggiudicandomi

coppe e medaglie. Nel 2005 la soddisfazione più grande è stata quella di diventare campiones-sa italiana a Bologna di tiro a segno ad aria compressa 10 mt. Nel 2007 altra soddisfazione: campionessa italiana ma nella specialità a fuoco CST (cara-bina sportiva a terra) 50 mt. Nel 2008 invece mi son dovuta accontentare di essere “solo” nei primi otto nella specialità a fuo-co CS3P (Carabina Sportiva 3 posizioni) 50 mt. Le specialità a fuoco, sono state di grande soddisfazione, in quanto me le sono aggiudicate senza allena-mento, poiché non vi è ancora un poligono adatto in zona. Ora mio padre, con tutta la sua passione, si è impegnato per realizzarne uno proprio qui, a Carovigno. A breve, quindi, potrò iniziare questo tipo di al-lenamento.Quali difficoltà hai incon-trato?Siccome questo è uno sport in cui la calma deve predomina-re su tutto, la voglia di dare il massimo, faceva abbassare la mia concentrazione e i miei ri-sultati calavano gradatamente. Grazie all’esperienza ed al sup-porto di mio padre,sono riusci-ta a superare questo gup.Sei anche una studentessa universitaria presso la fa-coltà di Farmacia a Bari. Come sei riuscita a coniu-gare studio e sport?Studiando lontano da casa, e

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rientrando solo il fine settima-na, ho poco tempo da dedicare a questa mia passione. Quando posso, però, mi alleno al po-ligono almeno per 4 ore. Nel periodo estivo gli allenamenti si intensificano.Dove ti alleni?Mi alleno nel mio poligono, an-che questo opera di mio padre, nonché presidente della sezione di Carovigno. Quindi, posso dire che mi alleno in casa.È difficile avere il proprio padre come allenatore?La cosa buona è che non mi ha mai elogiato più di tanto, in quanto i complimenti potreb-bero suscitare sicurezze inesi-

stenti. La frase che mi ripete co-stantemente è “fai quello che sai fare, perché lo sai fare bene”.Hai mai pensato di entrare a far parte della Nazionale italiana?Sì, ovviamente. Devo dire che ci sono andata abbastanza vi-

cino, in quanto ho raggiunto risultati soddisfacenti. A causa di questo sono entrata in una crisi che non mi ha permesso di mantenere costanti i risultati.Quanta concentrazione e calma ci vuole in questo sport?Calma e concentrazione sono alla base. Mentre negli altri sport si ha la possibilità di sfo-garsi, nel mio non è possibile perchè si deve pensare, solo e soltanto, al fatto che la carabi-na deve essere ben puntata per colpire il puntino che vale 10.E’ difficile l’approccio a questo sport?Può sembrare difficile all’ini-zio: quando pensi di aver fatto centro, ti accorgi di non aver preso neanche il bersaglio. Con la dovuta costanza, poi, i risul-tati iniziano a vedersi da soli e si raggiungono punteggi alti.Dai qualche consiglio a chi vorrebbe iniziare questo sport.Inizio col dire che non è uno sport pericoloso. La prima cosa che ti viene insegnata, appena varchi la soglia del poligono, è come utilizzare un’arma in si-curezza.Il mio consiglio è di non arren-dersi alle prime difficoltà, che senza dubbio si presentano. Se

si riesce a raggiungere un certo grado di sicurezza, si può fare bene ed ottenere grandi risul-tati.Diamo la parola al coach Giu-seppe Argentieri, (padre e alle-natore di Maria).Lei sta realizzando, a sue spese, un poligono a fuoco tra Carovigno e Serranova.È un’opera pubblica che isti-tuzionalmente serve a gestire l’utenza territoriale di tutti coloro che operano nel servizio armato, in più darà modo di incentivare lo sport del tiro a segno.Chi può usufruire di questa nuova struttura?Per quello ad aria compressa non ci sono limitazioni: tutti possono accedervi, dal ragazzo di 10 anni sino a quello di 65. Per quello a fuoco, invece, si può accedere a partire dai 16 anni, previa autorizzazione dei genitori.

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SportOCCHIO

di Antonello PutignAno

Ottava edizione del torneo di calcio a 7 a Pianeta Verde a San Vito dei NormanniDUE CALCI AD UN PALLONE

In mancanza dei vari campio-nati dilettantistici o professio-nistici, i calciofili sanvitesi in

estate curano la propria astinenza dal pallone seguendo i tornei che, come consuetudine ormai con-solidata, si organizzano presso il centro sportivo Pianeta Verde, in Via Latiano, a San Vito dei Nor-

manni.Venerdi 21 agosto si è giocata la fi-nale dell’ “8° edizione del torneo di calcio a 7”. Circa 200 tifosi hanno fatto da cornice ad una splendida finale che ha visto scontrarsi Brio Impianti (Carovigno) e La locanda di nonna Mena (San Vito), vinta sul filo di lana dai Carovignesi.

La stessa squadra Domenica 19 Luglio aveva vinto il Torneo di calcio a 5.Durante i tornei, oltre alla stra-grande maggioranza di calciato-ri Sanvitesi che, come sempre hanno onorato l’impegno, molti giocatori dei vari paesi limitrofi (Carovigno, Latiano, San Michele,

Brindisi, Tuturano) hanno preso parte ai tornei.L’organizzazione ringrazia tutti i calciatori e tutti i tifosi che hanno contribuito alla riuscita di entram-bi i tornei e vi dà appuntamento alla prossima stagione estiva.Di seguito l’elenco delle premia-zioni dei 2 tornei:

TORNEO DI CALCIO A “5”Squadre classificatesi ai quarti di finale:• Baby Luna• Leonedil• Bar Rouge & Noir• Linea stockMigliori giovani• Turrisi Gianluca (Turrisi Team)• Lo rè francesco (Linea Stock)Miglior Portiere• termite Ivan (Celino Ecologia)Capocannoniere• Lanzilloti tony (Brio Impianti)Migliori calciatori• Galasso Daniele (celino Ecologia)• Vignola Dario (Brio Impianti)Coppa disciplina• Turrisi TeamSquadre classificatesi alle semifinali• Locanda di “Nonna ’Mena”• Archetto della braceSquadra 2° classificata • celino Ecologia• squadra vincitrice del Torneo • Brio Impianti..

TORNEO DI CALCIO A “7”Squadre classificate ai quarti di fi-nale:• Isy car• Archetto della brace• Centro bet• Celino EcologiaMigliori giovani• Damuri Giancarlo (Celino Ecologia)• D’agnano Mino (Bar Piazzetta)Miglior portiere• D’agnano Mino(La locanda di nonna ’Mena)Capocannoniere • Lanzillotti Tony(Brio Impianti)Migliori giocatori• Cecere Pietro (Bar Piazzetta)• De benedictis Antonio (Starmitur)• D’ignazio Francesco (La locanda di nonna ’Mena)• Vignola giuseppe (Brio Impianti)Coppa disciplina• Focacceria TommySquadre classificatesi alle semifinali• bar Piazzetta• Starmitur2° Classificata • La locanda di nonna ’MenaSquadra vincitrice del torneo• Brio impianti

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di Emanuele chiArieLLo

Ha preso il via la campagna abbonamenti della Cedat 85 San Vito realizzata dalla SandeiIL VOLLEY HA BISOGNO ANCHE DI TE

La Cedat 85 San Vito è già a lavoro da qualche setti-mana e, con l’ultimo arrivo

(quello della brasiliana Elisange-la) coach Lo Re può lavorare con la rosa al completo. Ma andiamo

con ordine.Dopo gli ultimi acquisti prima di Ferragosto, le ragazze del Presi-dente Sabatelli si sono ritrovate per la prima volta il 21 agosto, per dare inizio alla preparazione atleti-ca e tecnica in vista del campiona-to di serie A2. All’appello mancava

la serba Hanusic e la brasiliana Elisangela, che hanno raggiunto le compagne rispettivamente il 30 agosto ed il 5 settembre. Si è dato così inizio all’allenamento tra pa-lestra, piscina e Palamacchitella. Dalle prime battute le impressioni dello staff tecnico e dei dirigenti è stato molto positivo. Le ragazze si sono subito ambientate ed hanno stretto amicizia tra loro. Alcune di loro avevano già giocato assieme in altre realtà, quindi sono state felici di ritrovarsi. I tifosi non hanno esitato a farsi ve-dere e sentire durante le sedute di allenamento.Con questi presupposti e con la sicurezza di poter contare su un gruppo di atlete di tutto rispetto, uno staff tecnico all’altezza della categoria ed una dirigenza sem-pre attenta, i vertici della Cedat 85 San Vito non nascondo che, per la stagione sportiva che inizierà il

prossimo 11 ottobre, l’obiettivo sarà sicuramente quello di puntare ai play-off con un buon piazzamento.Oltre all’aspetto puramente tecnico, la società si è mossa anche dal punto di vista del marketing e della comuni-cazione. Alla fine di agosto la so-cietà bian-coazzur-ra si è r i v o l t a alla società Sandei Com-munication Media-monitor, che si occupa da anni di comunicazione e monito-raggio dei mezzi di informazione. Proprio la Sandei ha ideato e rea-lizzato la campagna abbonamenti 2009/2010.“Abbiamo inteso realizzare una

campagna ab-bonamenti diretta a q u a n t i

amano lo sport - spiega

Vito Valente, direttore della Sandei Com-munication M e d i a m o -nitor - e, in particolare, la pallavolo. Le persone

coinvolte nella campagna pubbli-

citaria ricoprono i più svariati ruoli nella società, proprio per

uLtimo arrivo La brasiLiana eLisanGeLa. La rosa ora è aL compLeto

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sottolineare che lo sport non ha classi o estrazioni di alcun genere”.La comunicazione relativa alla campagna abbonamenti - come si

diceva - è solo il primo prodotto di questa nuova collaborazione.“Lo staff della Sandei, in sinergia con l’Ufficio Stampa della Cedat 85 San Vito - aggiunge Valente - è già a lavoro per ideare e realizzare nuove iniziative editoriali e pubbli-citarie per rafforzare l’importante presenza di una squadra di serie A2 sul territorio”. La ssd Volley San Vito ricorda, inoltre, che sono aperte le iscri-zioni per i corsi di mini-volley ma-schile e femminile. Informazioni possono essere richieste diretta-mente presso la sede sociale di via Vito Oronzo Errico 25, aperta tutti i giorni feriali dalle ore 18 alle ore 20 (tel. 0831 984773).

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Lo staff della Sandei communi-cation mediamonitor spiega come è nata l'idea L’idea della campagna abbona-menti di quest’anno - spiega Pa-trizio Epifani, copywriter della campagna di comunicazione - è arrivata innanzitutto dall’esigen-za della società di lanciare un messaggio dai toni più caldi ri-spetto al passato. Si voleva, insom-ma - continua Epifani -- tentare di coinvolgere con più decisione il pubblico, facendogli capire quanto sia importante per le ragazze della A2, e di tutta la società, l’apporto che si può dare con la “semplice” sottoscrizione dell’abbonamento.Per parlare direttamente al cuore della gente serve un linguaggio semplice, ma d’impatto. L’idea di attingere direttamente alla vita pulsante della città per i testimo-nial della campagna - sottolinea ancora - risponde molto bene sia all’esigenza di semplicità sia all’esigenza di creare qualcosa di memorabile, di immediatamente riconoscibile. Un’impaginazione impeccabile, una serie di ritratti ben riusciti, un titolo coinvolgente e una buona dose d’ironia, sono gli ingredienti di questa campagna multisoggetto che - conclude Epi-fani - speriamo porti alla nostra società di volley tanti nuovi abbo-nati pronti a entrare in campo con le ragazze.Hanno collaborato inoltre alla re-alizzazione della campagna: Giuseppe Di Viesto (fotografia)Emanuela Verrienti (grafica e im-paginazione).

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