Occhio all'Arte (giugno 2014)

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A cura dell’Associazione Arte Mediterranea - anno VIII N° 75 giugno 2014 Mensile d’informazione d’arte n in mostra: Musée d’Orsay. Capolavori n in mostra: Pasolini e Roma n occhio al libro: The monuments men www.artemediterranea.org n dedicato a: Galleria Borghese Andy Warhol, “Self portrait”, 1986

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Occhio all'Arte è il mensile culturale dell'Associazione Arte Mediterranea. www.artemediterranea.org

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A cura dell’Associazione Arte Mediterranea - anno VIII N° 75 giugno 2014

Mensile d’informazione d’arte

nin mostra: Musée d’Orsay. Capolavori

nin mostra: Pasolini e Roma nocchio al libro: The monuments men

www.artemediterranea.org

ndedicato a:Galleria Borghese Andy Warhol, “Self portrait”, 1986

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Mensile culturale edito dallaAssociazione Arte Mediterranea

via Dei Peri, 45 ApriliaTel.347/1748542

[email protected]. del Tribunale di Latina N.1056/06, del 13/02/2007

FondatoriAntonio De Waure, Maria Chiara

LorentiCristina Simoncini

AmministratoreAntonio De Waure

Direttore responsabileRossana Gabrieli

Responsabile di Redazione Maria Chiara Lorenti

RedazioneMaria Chiara Lorenti, Cristina

Simoncini, Giuseppe Di Pasquale, Eleonora Spataro

CollaboratoriLuigia Piacentini, Stefania Servillo, Patrizia Vaccaro, Daniele Falcioni,

Laura Siconolfi, Maurizio Montuschi, Greta Marchese, Giulia Gabiati

Valerio Lucantonio, Martina Tedeschi,Marilena Parrino, Nicola Fasciano,

Simona Cagnazzo, Stefano Cagnazzo

Responsabile MarketingCristina Simoncini

Composizione e Desktop Publishing

Giuseppe Di Pasquale

Stampa Associazione Arte Mediterranea

via Dei Peri, 45 Aprilia

Tutti i diritti riservati. E’ vietata la riproduzione anche

parziale senza il consenso dell’editore

Sommario

Archeologia, architettura, paesaggio e storia di AnzioEmergenti Espo 2014

Musée d’Orsay. CapolavoriPasolini Roma

“The monuments men”Adriano e la Grecia

Galleria Borghese, 6° ed ultima parte Oculus

Semplicemente Andy WarholTra liberty e déco: Paolo Antonio Paschetto

L’artista ed il computerFortified School

“Signorine in trans”Pittura inglese verso la modernità

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C on MARILENART inizia il percorso espositivo del 2014 di Marilena Parrino, una esposizione organizzata nel periodo Pasquale in Sicilia nei

pressi di Palermo, in una piccola realta’ Arbëreshë ricca di storia, al Museo Civico Barbato. La mostra personale, patrocinata anche dal Fai (Fondo Ambiente Italiano), è incentrata sulle tradizioni popolari del luogo, usi e costumi. Nelle opere si acquisiscono elementi formali, iconografici delle origini concetti di storia e identità, viene elaborato criticamente il rapporto con la tradizione e allo stesso tempo si ricerca il presente sperimentando l’uso di nuovi pigmenti acrilici. I temi delle opere sono incentrati sulla figura umana e sul suo essere, attraverso visioni che cercano di mostrare oltre il visibile fino alla concretezza di base della materia.Contatto e-mail: [email protected]

Emergenti Espo 2014 di Marilena Parrino

Passeggiando per le vie limitrofe al porto di Anzio, ci si può imbattere, tra un ristorante di pesce ed un negozio di oggettistica marina, in una galleria d’arte

che, già da qualche anno, tra gli estimatori, si è ritagliata un certo rispetto in questa città: Arteincontro. Il proprietario, Giorgio de Santis, è un pittore che si definisce cubo-futurista, ispirandosi alle correnti del cubismo e del futurismo. Le sue opere hanno una doppia identità artistica, mentre alcune rispecchiano il formalismo rigoroso della prima, con le sue tonalità acromatiche e le sue linee nette, decise, altre se ne liberano completamente, per librarsi vorticosamente con ampie volute su un cielo variopinto dalle calde tinte della sua tavolozza . Del suo atelier fanno parte diversi artisti, e non solo locali, e quattro tra loro il 15 di giugno inaugureranno una mostra collettiva presso la prestigiosa sede del Museo Civico Archeologico di Anzio. “Archeologia, architettura, paesaggio e storia di Anzio” è la rassegna che

vede Antonietta Capecchi, Riccardo Chirici, Ascanio De Gattis e Giorgio de Santis esporre le loro opere ispirate alla città dei Volsci. La Capecchi è una pittrice formatasi alla scuola di Marino Marini, e nelle sue opere si può evincere tale matrice. Infatti in “Il circo di Anzio” la figura, posta al vertice di un immaginario triangolo, si erge virtualmente sui cavalli posti alla base, la trasposizione libera da ogni sovrastruttura e da riferimenti iconografici che trascendono il soggetto, richiamano alla mente la semplicità e la purezza del suo celebre maestro. Chirici, invece, è un fine paesaggista, dal felice pennello, molto apprezzato nella cittadina costiera, ove più volte ha esposto le sue opere che ne colgono l’intima essenza, riuscendo a penetrare la scorza superficiale, mostrandone l’anima.De Gattis è, tra i quattro, quello che ha più esperienza artistica, è il più eclettico, colui che ha sperimentato più tecniche, dal modellato in terracotta, all’acquerello, al disegno, e proprio quest’ultimo mezzo, unito al carboncino e ad alcuni tocchi di tempera, è quello utilizzato in questa mostra, dove, lasciato il figurativo, trova un’altra maniera di esprimere se stesso, le sue emozioni, attraverso le forme geometriche astratte che meglio riflettono sensazioni non tangibili.Giorgio de Santis libera il suo pensiero inseguendo il vento che scompiglia le onde e gonfia le vele di una regata che si svolge davanti alla sua finestra, seduto la osserva e nella sua mente già la traduce in colore.Questa sarà una mostra dove Anzio è la protagonista assoluta, vista in un caleidoscopio cromatico ove il soggetto si scompone in tessere che ogni artista poi ricompone con il suo pennello. C’è tempo sino al 30 agosto per visitarla.

di Maria Chiara Lorenti

in mostranArcheologia, architettura, paesaggio e storia di AnzioCapecchi, Chirici, De Gattis, De Santis: Arteincontro in mostra

Pagina adottata da: “Pendol Art”

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E’ un ponentino d’arte quello che soffia in questa primavera romana. Uno zefiro che sospinge l’estimatore presso i numerosi musei, gallerie e siti preposti che espongono

mostre interessanti ed a volte uniche nella capitale. Tra queste, per la prima volta nell’urbe, un compendio di una tra le più prestigiose collezioni museali al mondo, quella che comprende l’arte prima, dopo e durante l’Impressionismo, un iter esaustivo per capire come nacquero le condizioni giuste per far esplodere questo movimento che tanto rivoluzionò il mondo dell’arte. “Musée d’Orsay. Capolavori”, è una rassegna di opere che, come si evince dal titolo, provengono dal prestigioso museo parigino, e che sono in prestito presso il Complesso del Vittoriano fino all’8 giugno. Il percorso espositivo ha un preludio visivo che ci introduce sull’origine del Musèe d’Orsay e sul suo successivo ruolo. La trasformazione della preesistente stazione ferroviaria, Gare d’Orsay, ebbe una gestazione lunga e sofferta. Riconvertita per esigenze tecniche, la struttura inaugurata il 14 luglio del 1900 e divenuta a metà del secolo ormai obsoleta, fu per anni al centro di discussioni e progetti sulla sua nuova destinazione d’uso, fino ad arrivare nel 1972 all’idea di trasformarla in un museo. Posta di fronte al Louvre, poteva esserne il proseguimento ideale, per esporre le opere della seconda metà dell’800 che questo per competenza aveva escluso (visto che le sue collezioni si fermano al periodo del Romanticismo). Dal 2008 il suo presidente è Guy Cogeval e da allora ha posto in atto una vera e propria rivoluzione per rendere il museo competitivo e all’avanguardia. Archiviata la restaurazione dell’architetto Gae Aulenti, il museo si sta vestendo a nuovo, rinnovando pavimenti, illuminazioni soft e colori nelle sale che valorizzano appieno i capolavori esposti;

in più, per poter autofinanziare la struttura, sono stati potenziati i prestiti internazionali, promuovendo mostre itineranti. Così quest’anno in Italia sono ben tre le esposizioni che beneficiano della “ricetta” di Guy Cogeval, Torino, Venezia e Roma. Dall’arte accademica del Salon all’Impressionismo, dal Puntinismo ai simbolisti ai Nabis, la rassegna mette in relazione le varie correnti e permette al visitatore di avere una visione cognitiva e, per quanto possibile, completa. Passare dai patinati dipinti classicheggianti, dai colori perfettamente sfumati alle pennellate libere e spezzate degli Impressionisti, che catturano i riflessi della luce imprigionati nella neve, come nei paesaggi invernali di Sisley, o rifrangenti come nelle onde del mare, ora placide in bonaccia o impetuose e spumeggianti ad Argenteuil, così emozionanti nei dipinti di Monet, dà l’occasione di studiare i passaggi cromatici che rendono i soggetti assolutamente unici ed irripetibili. Le variazioni di luce, colte nell’attimo in cui vengono dipinte, colorano anche le ombre, e i personaggi ritratti sono più spontanei, perdendo la posa teatrale tipica della pittura accademica, quel che conta è catturare l’espressione e la personalità e non la perfezione fotografica. Successivamente, con Seurat, la tecnica impressionista viene rielaborata, perde la libertà e diviene rigorosa, i tratti variopinti si frammentano in punti, sino a creare la campitura del quadro. Con il Simbolismo, invece, si da importanza alla sfera dei sentimenti, all’interiorità, alla fantasia, proponendo una realtà più profonda rispetto alla ricerca soprattutto della percezione cromatica della luce. Alla fine del percorso espositivo però lasci il Vittoriano con un po’ di amarezza, come se ti sentissi un tantino defraudato, manca sempre quel quid che rende una bella mostra anche una grande mostra.

Musée d’Orsay. CapolavoriDa Parigi a Roma un filo diretto con gli Impressionisti di Maria Chiara Lorenti

in mostran

Pagina adottata da: Corso di anatomia

Claude Monet, “Barche - Regata ad Argentteuil”, 1874

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di Eleonora Spataro

in mostranPasolini RomaI luoghi, la poesia, il cinema a Palazzo delle Esposizioni

S ei sezioni organizzate cronologicamente, dall’arrivo a Roma alla morte e una serie di incontri dedicati a musica, cinema e

approfondimento: Palazzo delle Esposizioni e la capitale celebrano così Pierpaolo Pasolini. La mostra “Pasolini Roma”, aperta fino al 20 luglio 2014, racconta l’ intellettuale e l’uomo in un percorso che restituisce al visitatore la sua poesia, le lotte, l’ impegno e i luoghi in cui ha vissuto, che sono diventati i protagonisti dei suoi romanzi.Si susseguono e intrecciano molteplici materiali: disegni e dipinti, suoi autoritratti affiancati da una galleria ideale che raccoglie i pittori contemporanei da lui raccontati: Morandi, Mafai, De Pisis, Rosai, Guttuso. In concomitanza con l’esposizione sono in programma tre tipologie di eventi ad ingresso libero. Ultimo degli appuntamenti con esperti e conoscitori dell’opera dell’autore il 5 giugno si terrà l’ incontro con Ninetto Davoli e Dacia Maraini che racconteranno al pubblico viaggi, cene, chiacchierate e giochi nel dialogo semiserio Ricordando Pier Paolo. Il 13 giugno, all’ interno della rotonda del Palazzo delle Esposizioni, proprio nel cuore del percorso espositivo, verranno eseguite in concerto le musiche dei film di Pasolini, l’ ingresso è compreso nel prezzo del biglietto. Infine, in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale, una rassegna cinematografica, conclusasi nel mese di maggio, ha reso completo il quadro disegnato dalla costellazione di iniziative messe in campo per proporre ai visitatori uno sguardo sulla vita e l’opera del maestro.

Pagina adottata da: Paolo Boccardi

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“The monuments men”La più grande caccia al tesoro della storia, romanzata da Robert Edsel di Giulia Gabiati

occhio al libron

Robert Edsel, scrittore e buisnessman americano, è il presidente e fondatore della associazione Monuments Men Foundation for the Preservation of Art, fondata nel

2007. Il suo libro, pubblicato nel 2009, “The monuments men” narra la straordinaria vicenda di questi uomini amanti dell’arte che, radunati dallo studioso Frank Stokes, si impegnano nel ritrovamento delle opere trafugate dai nazisti durante la loro avanzata in Europa. “Una volta lo si chiamava saccheggio. Ma oggi le cose devono avere un aspetto più umano. A onta di ciò io intendo saccheggiare, e intendo farlo in maniera totale.”6 agosto 1942, Hermann Goring, maresciallo del Reich, espone così ai comandanti militari e ai commissari del regime il suo programma, o meglio ciò che Hitler in quegli anni voleva portare a compimento: la creazione di un Fhϋrer Museum nella città di Linz, che secondo i suoi progetti, avrebbe superato e offuscato la tanto da lui detestata capitale austriaca, Vienna. Riprogettato in grande, il nuovo centro culturale della città avrebbe così ospitato la più spettacolare raccolta di opere d’arte del mondo. Ma come? Gia dal 1938 le collezioni artistiche ebree erano state

confiscate ed a mano a mano che il potere di Adolf Hitler andò espandendosi, le SS non ebbero molti problemi a scovare le più grandi opere nascoste, e derubarle. È qui che entrano in gioco i Monuments men, un gruppo di uomini e donne di tredici nazionalità diverse, che decisero di entrare a far parte della sezione Monumenti, belle arti e archivi dell’ esercito anglo-americano. È grazie a loro se ancora oggi è possibile ammirare i più grandi capolavori della storia dell’arte. Sono loro che cercarono di limitare i danni che il conflitto armato stava infliggendo al nostro patrimonio artistico. Direttori di musei, insegnanti, architetti scendono così in campo, cimentandosi nella più grande caccia al tesoro della storia. Come si evince anche dall’omonimo film, uscito nelle sale non molto tempo fa, con la regia di George Clooney ed un cast altrettanto importante tra cui Matt Daemon, Bill Murray, John Goodman, Jean Dujardin, Bob Balaban, Hugh Bonneville, un ruolo chiave nella vicenda lo ebbe Rose Valland, amministratrice temporanea del museo Teu de Paume di Parigi. Interpretata da Care Blanchett, l’eroina francese, durante l’occupazione tedesca della città e dello stesso museo, riuscì a raccogliere le più importanti informazioni sugli spostamenti e l’ubicazione delle opere in un diario che divenne preziosissimo per il loro ritrovamento. Il perché questi uomini rischiarono la loro vita per il nostro patrimonio artistico è commovente e degno di riflessione. Chiunque non riesca ad apprezzare l’arte al giorno d’ oggi, forse, non sarebbe in grado di comprendere a pieno il loro messaggio. La guerra è portatrice di sofferenza, atrocità, distruzione. Durante il secondo conflitto mondiale morirono 55 milioni di persone. Una guerra totale in cui non solo soldati ma anche civili si trovarono coinvolti. Ma, saccheggiare ciò che rappresenta la nostra civiltà, la nostra storia passata, le nostre origini, nasconde un significato più sottile del semplice desiderio di possedere le più importanti bellezze dell’arte nel proprio museo. È privarci della nostra identità, delle nostre radici, necessarie per comprendere chi siamo realmente. Il libro di Robert Edsel, romanzando le gesta di questi eroi improbabili, è un importante spunto di riflessione. “Puoi sterminare un’intera nazione e le persone troveranno la via di ritorno, ma se distruggi la loro storia è come se non fossero mai esistiti.”

Pagina adottata da: Maria Chiara Lorenti

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archeologian

di Luigia Piacentini

Adriano e la GreciaVilla Adriana ospita ancora una volta il suo proprietario

Il 9 aprile si è inaugurata la mostra “Adriano e la Grecia. Villa Adriana tra classicità ed ellenismo” a Villa Adriana, Tivoli. L’area archeologica propone spesso mostre

dedicate a colui che ha voluto la villa e grande imperatore romano: Publio Elio Traiano Adriano. La rassegna mette in luce il rapporto tra Adriano e la Grecia, letto sotto la particolare angolazione di Villa Adriana, luogo che rispecchia la nazione ellenica così come la vede e la conosce l’imperatore. L’area comprende la sontuosa villa imperiale, costituita da un complesso di edifici che include terme, teatri, piazze e torri, in un’area che doveva coprire circa 120 ettari a partire dal 117 d.C., dichiarata Patrimonio dell’umanità dall’Unesco sin dal 1999. L’esposizione è promossa dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio e la Direzione Generale per le Antichità, si avvale della collaborazione con la Scuola Archeologica Italiana di Atene e la Direzione Musei, Mostre e Programmi Educativi del Ministero della Cultura e dello Sport della Grecia. La mostra espone più di cinquanta opere, che provengono da musei greci come quelli di Atene, Loukou,

Maratona, Pireo e Corinto, e molte di queste non hanno mai varcano il confine. Appena il suo potere fu sufficientemente consolidato, Adriano intraprese una serie di viaggi in tutto l’Impero; al contrario di altri imperatori, che praticamente governarono l’impero senza muoversi. La Grecia ebbe un posto particolare nell’animo dell’imperatore e proprio nella sua villa extraurbana volle portare un pezzo di quella terra (all’epoca!) molto lontana. Nelle architetture, nelle decorazioni, nei complessi statuari tutto ricordava la perfezione e l’origine dell’arte greca. Adriano comunque amava l’arte in generale e fu anche un discreto poeta in stile ellenistico; in omaggio ai filosofi greci, fu il primo imperatore a portare sempre la barba, un uso che verrà poi ripreso da molti suoi successori. Purtroppo sono temporaneamente chiusi al pubblico il Teatro Marittimo e le strutture architettoniche limitrofe, dove sono iniziati i lavori di restauro. Questo intervento, reso possibile da un finanziamento ministeriale straordinario, riporterà in evidenza il fascino e la particolare bellezza storico-artistica di uno degli edifici simbolo della residenza imperiale e dell’architettura romana. In occasione della mostra la Soc. Coopculture propone al pubblico delle famiglie e alle scuole di Tivoli due iniziative volte a potenziare la funzione della villa come centro attivo di cultura e di educazione. In più, dal 18 giugno al 15 luglio, il luogo ospiterà il VI Festival di Villa Adriana 2014 con 14 spettacoli serali: una buona occasione per attraversare parte della splendida villa fuori orario godendosi gli spettacolo serali di musica, teatro e danza, in programma, con interpreti che vanno da Richard Galliano e Ute Lemper, a Urbano Barberini e Danilo Rea, passando per un un cameo della grande Franca Valeri, e lo sconto di 15 euro sull’acquisto di 3 spettacoli di danza a scelta (per info sul festival: www.villaadriana.beniculturali.it).

Adriano e la Grecia. Villa Adriana tra classicità ed ellenismo9 aprile – 2 novembre 2014Largo Marguerite Yourcenar 1, 00010 Tivoli (Roma)Orario: 9,00 – 19,00Biglietti: 11 € intero; 7 € ridottoInformazioni: 0774382733, 0639967900, www.coopculture.it

Pagina adottata da: Maria Chiara Lorenti

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Galleria Borghese, 6° ed ultima parte Musei Romani, 10° articolo di Laura Siconolfi e Maurizio Montuschi

La Pittura che, nell’Olimpo delle Arti, occupa il terzo posto, negli spazi museali forse più famosi al mondo, si affianca e valorizza la scultura e le altre forme di arte applicata. Tutte le

sale, infatti, come già precisato nel nostro primo articolo dedicato alla Galleria Borghese, traboccano di statue, oggetti di arredamento finemente “cesellati”, affreschi, dipinti, stucchi, ori e pietre “preziose”. A questo nostro ultimo scritto dedicato alla creatura di Paolo V, affidiamo l’arduo compito di offrire una panoramica che, pur nella più assoluta incompletezza, possa suscitare nel lettore il

desiderio di scoprire o di approfondire la conoscenza di un ”tesoro”, che ci rende orgogliosi di essere Italiani.Il nostro percorso “pittorico” non potrebbe non prendere l’avvio da cinque dei capolavori di Michelangelo Merisi detto Caravaggio, presenti nella Sala del Sileno, la numero 8, del pianoterra. Stupore, tanta malinconia e, forse, meraviglia nei grandi occhi scuri che ci osservano e animano il pallore, quasi cereo, di un volto malato, accentuato da livide labbra. Precarietà e caducità della vita nel corpo imperfetto e in alcuni degli acini, ormai marci, del pur succoso grappolo d’uva, che il giovane accosta alla bocca. La vita e la morte o il peccato e la resurrezione, nella tela “Autoritratto in veste di Bacco”, dipinta, nel 1593, dal grande pittore lombardo, miracolosamente scampato ad una gravissima malattia. Sensualità nello sguardo languido, nelle labbra tumide, nella camicia che, nel suo scivolare, rivela una pelle liscia e delle spalle ben tornite, nel suo offrirci uno

G. L. Bernini , “Autoritratto in età matura”, 1630-1635

Caravaggio, “Ragazzo col canestro di frutta “, 1594

Correggio, “Danae”, 1531

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n dedicato a

Galleria Borghese, 6° ed ultima parte Musei Romani, 10° articolo

splendido cesto di frutta, nel dipinto “ Ragazzo con canestro di frutta”, 1594. Umanità e carnalità nella prosperosa Madonna che sorregge un Bambino, troppo cresciuto, per essere ritratto completamente nudo in “Madonna dei palafrenieri”, 1605. Compassione sul volto di un giovane dal corpo snello, che contempla, senza baldanza, una testa urlante, “David con la testa di Golia”, 1609-1610. Sospensione tra la vita e la morte, nello straordinario dipinto “San Girolamo in atto di scrivere”: da una parte, il santo con la testa calva, avvolto nel rossore vivo del suo mantello, dall’altra un teschio e un panno bianco a mo’ di falce.Morbida sensualità, trasfigurazione poetica nella fanciulla, dal corpo color di perla, che accoglie dolcemente nel grembo la pioggia d’oro, nell’opera di Correggio “Danae”, del 1531, presente nella sala n.10, al primo piano. Non c’è timore nella bella figlia di Acrisio, re di Argo, ma solo il palese desiderio di avvolgere il fedifrago Zeus, nel candore delle

sue membra, in un’atmosfera dolce e serena. Sguardo sempre ipnotico, guance scavate ma ancora rosate, a indicare un temperamento sanguigno, un virtuosismo realistico che, però, si addentra nei meandri dell’animo umano; innovazione nel taglio e nell’orientamento della figura connota il dipinto di G. L. Bernini (1630-1635) “Autoritratto in età matura”, sala 14. L’espressione intelligente, lo sguardo vivace e un po’ canzonatorio di un giovane dall’abbigliamento tipico del patrizio veneziano, veste rossa e copricapo nero, coinvolgono ed incuriosiscono l’astante, che si accosta ad una delle opere più famose di Antonello da Messina “Ritratto d’uomo”, 1475, sala 20. Un paesaggio bucolico, aperto, immerso nella luce, accoglie una statuaria Venere Celeste, senza veli, simbolo della purezza; un ambiente montuoso, un sentiero in salita alle spalle di una donna sontuosamente abbigliata, Venere terrena, simbolo della forza generatrice della Natura, nel celeberrimo “Amore sacro e profano” di Tiziano Vecellio.

Tiziano, ”Amor Sacro e Profano”, 1514 - particolare

Tiziano, “Venere che benda Amore”, 1565 - particolare

Pagina adottata da: F.lli Cavalieri S.r.l., Nettuno

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di Greta Marchese

cinema

OculusIl male, undici anni dopo

n

D a i p rodut to r i d i “Pa ranorma l Ac t i v i ty ” e “ Ins id ious”, ques t ’ anno a r r i va in sa la l ’ u l t imo hor ro r f i rmato M ike F lanagan . Na to

da un co r tomet ragg io de l 2006 in t i t o l a to : “Ocu lus : Chapte r 3 - The man w i th the p lan”, s c r i t to e d i re t to da F lanagan s tesso ; l a p r ima t raspos i z i one fu rea l i z za ta in un ’un i ca s tanza b ianca , con un so lo pe rsonagg io e duemi la do l l a r i d i budge t . E ’ i l l ungomet ragg io pe rò , a sca tenare l a cu r ios i t à de l pubb l i co che s i r i ve r sa cop iosamente ne l l e sa le c inematogra f i che , fo r se a t t ra t to da un t ra i l e r p iù che appe t ib i l e . Per anni montatore cinematografico, Flanagan sa come si racconta una storia e padroneggia con sicurezza i meccanismi chiave della narrazione. Con Karen Gilliam, Brenton Thwaites, Katee Sackhoff, James Lafferty, Rory Cochrane, Annalise Basso, Garrett Ryan e Miguel Sandoval; entriamo nella casa dei Russel, una famiglia segnata per sempre da una tragedia alla quale è difficile persino dare un nome. I p ro tagon i s t i d i ques ta s to r i a , i f ra te l l i T imbo e Kay l i e Russe l , hanno perso i gen i to r i ne l co rso d i i nenar rab i l i v i cende che i l reg i s ta dec ide d i non r i spa rm ia rc i a suon d i f l a shback . Ora , dopo und i c i ann i d i t e rap ia pe r ave r ucc i so i l padre in c i r cos tanze m is te r i ose , T imbo esce da l l ’ o speda le ps i ch ia t r i co . Ad a t tender lo c ’ è sua so re l l a Kay l i e , dec i sa a d imos t ra re che que l l ’ om ic id io non è s ta ta co lpa de l f ra te l l o , ma d i qua l cosa d i oscu ro che g rav i ta a t to rno ad un an t i co specch io che l a fam ig l i a Russe l aveva compra to ann i p r ima . Un capo lavoro d ’an t iquar i a to che con l a sua ma levo la i n f l uenza

aveva sp in to i l padre de i p ro tagon i s t i , a l l o ra bamb in i , i n un p rogress i vo de l i r i o ps i co log i co degno d i Jack Tor rance in Sh in ing ; de l i r i o ne l qua le aveva sac r i f i ca to l a v i t a de l l a mog l i e , p r ima d i pe rdere l a sua . Ann i d i t e rap ia e suppor to ps i co log i co hanno conv in to T im a r i e l abora re e d iment i ca re que l l e te r r i b i l i v i cende , ment re Kay l i e è p iù de te rm ina ta d i qua l s i as i a l t ra p ro tagon i s ta

femmin i l e ad ucc ide re f i s i camente i l ma le che ha f ran tumato l a sua famig l i a . Lo specch io v i ene r in t racc ia to ed a r r i va i l momento d i r i spe t ta re una p romessa fa t ta und i c i ann i p r ima: “Un g io rno s i s temeremo ques ta faccenda e vend i cheremo mamma e papà”. Ne l l a vecch ia casa d i fam ig l i a , T im e Kay l i e sembrano r i co rda re due v i cende comp le tamente d i ve r se e co l l abora re sembra d i f f i c i l e . P resen te e passa to s i passano i l t e s t imone da l l ’ i n i z i o a l l a f i ne dando v i t a ad un comp l i ca to in t recc io , ne l qua le nessuno de i due può es i s te re senza l ’ a l t ro e che por ta a l l a l uce tu t to i l t a l en to de l reg i s ta . A lu i va ino l t re i l mer i to d i ave r saputo c rea re immag in i , se non comp le tamente innova t i ve , v i v ide e , ne l l o ro p i cco lo , memorab i l i . Nonos tan te l a c r i t i ca s i d i v ida pe r

quanto r i guarda i l f i na le , non c ’ è dubb io che i l f i lm van t i , ne l comp lesso, una ce r ta o r ig ina l i t à . Ma è p ropr io quando l a pe l l i co la vo lge a l t e rm ine in un u l t imo bagno d i r i co rd i che l a domanda so rge spontanea: “Lo specch io è l a rea l tà o so lamente l a so luz ione p iù fac i l e? ”

Pagina adottata da: “Bella la vita”

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in mostran

Tra liberty e déco: Paolo Antonio PaschettoIl materiale inedito dell’artista approda a Villa Torlonia

di Stefania Servillo

Il 26 febbraio si è inaugurata a Roma, presso il Casino dei Principi di Villa Torlonia, l’esposizione: “Paolo Antonio Paschetto. Artista, grafico e decoratore tra liberty e déco”, visitabile sino

al 28 settembre 2014. La mostra monografica è dedicata all’artista e presenta moltissime opere inedite conservate presso gli eredi a Torre Pellice, inoltre, era dal 1938 che non si allestiva un’esposizione sull’artista a Roma.La riscoperta dell’operato di Paschetto, nell’anniversario del cinquantesimo anno dalla sua morte, si snoda in questi mesi a Roma attraverso due eventi: il primo è quello di cui stiamo trattando, il secondo si svolge presso la sede dell’Istituto Nazionale per la Grafica.Artista poco noto, ma molto attivo a Roma nel primo ‘900, si adoperò per la creazione di cicli pittorici laici e religiosi; è maggiormente citato come decoratore e per l’ideazione dell’Emblema identificativo ufficiale (5 maggio 1948) della Repubblica Italiana.Un artista a tutto tondo che è indispensabile conoscere per poter comprendere appieno le molte sfaccettature dell’arte italiana contemporanea.

Semplicemente Andy WarholIl più famoso esponente pop torna a Roma

P alazzo Cipolla (Fondazione Roma Museo) ospita in questi giorni la mostra “Warhol”; non ci sono sottotitoli, esplicazioni o altri chiarimenti su ciò

che lo spettatore potrebbe trovare esposto. Una scelta di questo genere trova la sua naturale spiegazione se si pensa che le opere esposte sono di proprietà di Peter Brant (Brant Foundations), intimo amico dell’artista la cui fondazione possiede una delle più numerose raccolte di opere di Warhol. Il percorso rappresenta il rapporto tra il collezionista e l’artista, la loro amicizia, lo scambio culturale, gli stimoli reciproci che sfoceranno nella fondazione della rivista “Interview” (1969). 150 opere tra illustrazioni, fotografie, tele e sculture, per raccontare gli anni condivisi dai due: dai primi disegni da illustratore ai celebri ritratti di star. Particolarmente interessante la presenza del ritratto di Marylin il cui restauro, ancora visibile tra le sopracciglia dell’attrice, è stato causato da un colpo di pistola sparato da un’amica dell’artista nel 1964. Sono inoltre presentate per la prima volta in Europa una serie di polaroid generalmente poco conosciute, ma non per questo meno interessanti.Un’occasione certamente imperdibile per gli estimatori di Warhol che desiderano rivedere i “grandi classici” e osservare per la prima volta pezzi inediti.“Warhol” è visitabile fino al 28 settembre con aperture straordinarie il 19 giugno e il 15 agosto, sono inoltre proposti percorsi didattici per scolaresche e gruppi di

adulti ma soprattutto una visita interattiva per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria. Per ulteriori informazioni e prevendite: www.warholroma.it.

Pagina adottata da: Corso di pittura del mattino

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di Cristina Simoncini

Il Museo Andy Warhol ha recuperato un set di immagini, schizzi e foto create dall’artista pop sul computer Commodore Amiga. Le opere d’arte, realizzate da Warhol come parte di una

collaborazione con la Commodore, sono rimaste memorizzate su dischetti per quasi 20 anni, dopo che l’artista le ha salvate nella metà degli anni 1980. Sono stati scoperte e recuperate dal loro obsoleto formato, grazie alla casuale visualizzazione di una clip di YouTube .La clip, parte della collezione ospitata presso il Andy Warhol Museum di Pittsburg, mostra Warhol nel 1985 all’evento lancio del Commodore Amiga (computer per allora rivoluzionario, con grafica a più di 4000 colori, mentre il PC IMB ne offriva appena 16). Warhol, utilizzando il mouse dell’Amiga, comincia a manipolare l’immagine digitalizzata di Blondie Debbie Harry, cantante pop-punk degli annhi ‘80. La visione del video ha suscitato la curiosità dell’artista di new media Cory Arcangel, che si è chiesto se esistessero altre opere simili. Nel 2011, Arcangel insieme a Tina Kukielski, curatore presso il Carnegie Museum of Art hanno chiesto a Matt Wrbican , capo archivista del Museo Warhol, se potessero analizzare i dischi dell’artista, quasi 40 floppy che non erano mai stati esplorati. Venne contattato il Carnegie Mellon University Computer Club, noto per la sua collezione di “hardware di

computer obsoleti” e il suo “premiato sviluppo di software per ‘retro-compuning’“Il lavoro di recupero, che ha richiesto mesi, è stato reso difficile dall’età dei dischi, più di 20 anni, per cui i tentativi di lettura potevano invece distruggere le informazioni contenute ed il formato sconosciuto dei files. Le immagini recuperate sono scarabocchi, fotografie e gli esperimenti con opere d’arte esistenti di Warhol. Una immagine è una ricreazione grezza della sua famosa “Zuppa Campbell”. Un altro pezzo è l’esperimento di inserire un terzo occhio su una versione digitalizzata della “Nascita di Venere” di Botticelli.Il video, che ha ispirato Arcangel e gli altri a cercare dimenticati esperimenti Amiga di Warhol, è una strana giustapposizione di vecchio e nuovo, la visione di un artista che ha posto gli anni ‘60 faccia a faccia con la nuova tecnologia degli anni ‘80, in rapido movimento. Ma, come direttore del Warhol Museum Eric Shiner spiega, Warhol si interessò a questa innovativa tecnologia per tutta la vita, “Warhol vide limiti alla sua pratica artistica. Queste immagini generate al computer sottolineano il suo spirito di sperimentazione e la sua volontà di abbracciare nuovi media.“Fonti:www.theverge.com

curiosARTnL’artista ed il computerOpere di Andy Warhol riscoperte su dischetti Amiga

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architetturamangaarchitettura

di Valerio Lucantonio

mangan

F ortified School (storia di Takeshi Narumi disegnata da Sin-ichi Hiromoto per Kodansha nel 1994) è un fumetto giapponese per un pubblico maturo(sono

infatti molto presenti elementi da adulti come il sesso, la violenza cruda e una forte messa in discussione della religione e del sistema sociale nipponico), tra i primi che arrivarono in Italia. Questo fattore, aggiunto alla durata della storia(7 volumi) e ai toni e alle tematiche che potrebbero non piacere a tutti, determina la scarsa conoscenza e diffusione di tale opera nel nostro paese.C’è da dire però che Fortified School è un manga consigliatissimo ai lettori che vogliono prendersi una pausa dalle solite trame per una lettura breve, ma intensa di un fumetto fortemente contaminato dalla cultura occidentale, sia per quanto riguarda la concezione della pagina sia per lo stile di disegno e il genere. Un genere che in verità ne racchiude molti altri, dato che troveremo momenti più vicini alla fantascienza o all’horror e altri dove l’azione, il mistero e la riflessione su temi come il rapporto tra uomo, scienza e divinità,

o la violenza giovanile e il distorto mondo scolastico giapponese saranno le colonne portanti di un fumetto che è difficile inquadrare sia nel contesto del Sol Levante che in quello mondiale.La storia, ambientata in un futuro prossimo, segue le gesta di tre ragazzi dei quali sappiamo poco o niente che sono stati rinchiusi nel Liceo Kyokujito, situato in mezzo alla foresta di un’ isola disabitata, dove le lezioni vengono svolte in una maniera, a dir poco, poco ortodossa, basandosi i sadici professori su violenza psicologica e punizioni corporali per tenere sotto scacco gli alunni. La situazione si rivela anche peggiore, dopo che i protagonisti scoprono le conseguenze di un esperimento andato male, in quella che sembra un’enorme laboratorio-prigione piuttosto che una scuola. È sicuramente una lettura adatta a chi cerca qualcosa che stoni dal coro dell’editoria giapponese, grazie soprattuto ai disegni molto personali del maestro Hiromoto e all’ insolita gestione del vasto cast di personaggi bizzarri e terrificanti.

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Fortified SchoolSeinen Sci-Fi di nicchia

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occhio al palcoscenicondi Rossana Gabrieli

“Signorine in trans”

In scena al “Teatro de’ Servi” (la cui brillante stagione si sta avviando a conclusione con il prossimo spettacolo “Mi ama, non mi ama…e viceversa), sta andando in questi giorni una deliziosa commedia dal titolo “Signorine in trans”.

Le mature signorine sono due sorelle, Ada e Ida, che, al di là dei nomi, non sono tra loro affatto simili, tant’è che Ida dipende in tutto e per tutto da Ada, che la lava, la nutre, la veste, lavora per entrambe. Fino a quando, improvvisamente, viene a mancare e Ida si trova, suo malgrado, ad essere catapultata nella vita reale, che sembra affrontare con l’innocenza, ma anche con l’incoscienza, tipica dei bambini. A poco, peraltro, vale l’offerta di aiuto del vicino di casa, Gianni, lavoratore al mercato del pesce, omosessuale, che, preso dai propri problemi e dai propri sogni e desideri, non riesce a scuotere la povera Ida più di tanto.E’ proprio per questo che Ada ottiene dal Paradiso un “permesso speciale” e ritorna come splendido fantasma (un po’ Carrà, un po’ Lady Gaga) sulla terra, per un breve periodo che condurrà Ida a risolvere i suoi problemi, a trovare l’uomo dei suoi sogni ed a convolare con lui a giuste nozze.Spettacolo divertente, battute mai banali, interpreti al massimo della recitazione comica.

in mostranPittura inglese verso la modernitàHogarth, Reynolds, Turner a Palazzo Sciarra

Fino al 20 luglio, Palazzo Sciarra, a Roma, ospiterà la mostra “Hogarth, Reynolds, Turner. Pittura inglese verso la modernità”. Si tratta di un corpus di oltre cento opere provenienti da

prestigiose istituzioni museali come il British Museum, la Tate Britain, il Victoria & Albert Museum, la Royal Academy, la National Portrait Gallery, il Museum of London, la Galleria degli Uffizi. Le sette sezioni dell’esposizione propongono allo spettatore una selezione dei più importanti pittori inglesi che nel Settecento furono artefici in particolare dei generi del

paesaggio e della ritrattistica. Proprio questi due generi raccontano di quella rivoluzione, che avveniva in Gran Bretagna, contemporanea agli autori dei dipinti: la modernità. E’ nel paesaggio e nel ritratto che si riflettono infatti i cambiamenti sul piano politico, storico ed economico. Nascono nuove figure professionali, industriali e mercanti, scienziati e filosofi che saranno mecenati di quei maestri che contribuiranno alla definizione di una scuola artistica inglese e nelle cui opere troveranno un importante supporto all’affermazione del loro nuovo status.

di Eleonora Spataro

William Turner, “Paesaggio a Nepi, Lazio con acquedotto e cascata”

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nApriliaArte Mediterranea - Mostra di fine annofine giugnoRassegna Concertistica 2013 - 2014, Ass.ne Vaso di Pandora,Ass.ne Liberi Cantores, Ass.ne Arte Medterranea

“Sud... (E... cammenammo a pede)” Tammurriate, pizziche e tarantelle, Pandora Ensemble e Marisa Camboni, 8 giugno

Spazio 47La giornata del libroSala Manzù, dal 31 maggio all’8 giugnoMostra degli allievi della School Comix Aprilia - Scuola del fumettoinaugurazione sabato 24 maggio ore 18.00dal 24 maggio al 7 giugno, via Aldo Moro 41/A info e orari 3497182756 - ingresso libero“E’ di scena ... il colore” mostra personale di Franca ZaccarinSpazio 47, fino al 12 giugnoGianna Formato Cavuoto Paganelli, vincitrice del “Concorso Nazionale di Poesia ‘Rosa Formisano’”Ercolano Napoli

nAnzioArchitettura - Archeologia - Paesaggio e storia di Anzio (articolo a pag. 3)Museo Civico Archeologico, fino al 30 agosto

nLavinioMostra di pittura sulle donne, con la collaborazione dell’Ass. Arte MediterraneaScuola Collodi, dal 4 al 5 giugno

nTivoliAdriano e la Grecia (articolo a pag. 7)Scuola Collodi, dal 4 al 5 giugno

nRomaMusée d’Orsay. Capolavori (articolo a pag. 4)Complesso del Vittoriano, fino al 8 giugnoEduardo Kobra, “Peace” Doroty Circus Gallery, ingresso libero, fino al 25 giugnoShannon Ebner, “Auto body collision”Fondazione Memmo, Palazzo Ruspoli, ingresso gratuito, fino al 27 giugnoPrincipi immortali. Fasti dell’aristocrazia etrusca a VulciMuseo Nazionale Etrusco di villa Giulia, fino al 29 giugno

Salvator Rosa, “LIl barocco inciso su rame”Istituto per la grafica, ingresso gratuito, fino al 28 giugnoWim EndersPalazzo Incontro, fino al 6 luglioNational Geographic, “125 anni, La grande avventura”Palazzo delle Esposizioni, fino al 13 luglio“Classicitàed Europa. Il destino della Grecia e l’Italia”Palazzo del Quirinale, ingresso gratuito,f ino al 15 luglioGli Etruschi e il Mediterraneo. La città di Cerveteri Palazzo delle Esposizioni, fino al 20 luglioPasolini Roma (articolo a pag. 5) Palazzo delle Esposizioni, fino al 20 luglio“Hogart, Reynolds, Turner, pittura inglese verso la modernità” (articolo a pag. 14)Fondazione Roma, Palazzo Sciarra, fino al 20 luglio“Frida Kahlo” Scuderie del Quirinale, fino al 31 agostoL’arte del comando, l’eredità di AugustoMuseo del’Ara Pacis, fino al 7 settembreGiacinto Cerone (1957 - 2004)MACRO, fino al 14 settembreRoma interrottaMAXXI, fino al 21 settembreAndy Warhol (articoli a pagg. 11 e 12)Fondazione Roma, Palazzo Cipolla, fino al 28 settembrePaolo Antonio Paschetto. Artista, grafico e decoratore tra liberty e déco” (articolo a pag. 11)Casino dei Principi di villa Torlonia, fino al 28 settembre

nChietiSironi e la Grande Guerra. L’arte e la prima guerra mondiale, dai futiristi a Grosz e DixPalazzo de Mayo, fino al 25 giugno

nFerraraMatisse, la figura, la forza della linea, l’emozione del colore Palazzo dei Diamanti, fino al 15 giugno

nFirenzePontormo e Rosso Fiorentino divergenti vie della maniera Palazzo Strozzi, fino al 20 luglioBaccio Bandinelli scultore e maestro (1493 - 1560) Museo del Bargello, fino al 13 luglio

nVeneziaLèger. La visione della città contemporanea. 1910-1930Museo Correr, fino al 12 giugno

Eventin

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Potete trovare la vostra copia di “Occhio all’Arte” presso i seguenti distributori:Aprilia: Biblioteca Comunale (Largo Marconi), Comune di Aprilia - Palazzo di vetro (p.zza dei Bersaglieri), edicola di p.zza Roma, Casa del libro (Via dei Lauri 91), Abbigliamento Alibi (via Marconi 52), Banca Intesa (via delle Margherite 121), edicola di Largo dello Sport, edicola di p.zza della Repubblica, teatro Spazio 47 (via Pontina km 47), palestra Sensazione (via del Pianoro 6), Ottica Catanesi (Largo Marconi 8), parrucchiera Rina (via di Crollalanza 31), Latitudine 42 (via degli Aranci, 65)Lavinio mare: Bar Lavinia (p.zza Lavinia 1) - Anzio: Biblioteca comunale (Comune di Anzio)Nettuno: F.lli Cavalieri (P.zza IX Settembre)