Occhio all'Arte (gennaio 2011)

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A cura dell’Associazione Arte Mediterranea - anno IV N° 40 gennaio 2011 Mensile d’informazione d’arte n curiosART: “La tempesta” di Giorgione n In mostra: I “Signori di Maremma” a Frenze n Dedicato a: Giorgione: un genio enigmatico dell’arte n Cosa vostra L’arte del presente è l’anima del futuro: nutriamola

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rivista culturale

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A cura dell’Associazione Arte Mediterranea - anno IV N° 40 gennaio 2011

Mensile d’informazione d’arte

ncuriosART:“La tempesta” di Giorgione

nIn mostra:I “Signori di Maremma” a Frenze

nDedicato a:Giorgione: un genio enigmatico dell’arte

nCosa vostra L’arte del presente è l’anima del futuro: nutriamola

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Mensile culturale edito dallaAssociazione Arte Mediterranea

via Dei Peri, 45 ApriliaTel.347/1748542

[email protected]. del Tribunale di Latina N.1056/06, del 13/02/2007

FondatoriAntonio De Waure, Maria Chiara

LorentiCristina Simoncini

AmministratoreAntonio De Waure

Direttore responsabileRossana Gabrieli

Responsabile di Redazione Maria Chiara Lorenti

RedazioneMaria Chiara Lorenti, Cristina

Simoncini, Giuseppe Di Pasquale, Eleonora Spataro, Giuseppe Grasso,

Alessandra Matera

Collaboratori Alba Giulia Casciotta, Luigia

Piacentini, Stefania Servillo, Patrizia Vaccaro, Nicola Fasciano

Responsabile MarketingCristina Simoncini

Composizione e Desktop Publishing

Giuseppe Di Pasquale

Stampa Associazione Arte Mediterranea

via Dei Peri, 45 Aprilia

Tutti i diritti riservati. E’ vietata la riproduzione anche

parziale senza il consenso dell’editore

Sommario

Buon anno! PsicoSofia

Sul filo di chinaCosa vostra

La grammatica delle figure a Palazzo delle EsposizioniIl MACRO delle meraviglie

I “Signori di Maremma” a FirenzeGiorgione

Rapunzel, L’intreccio della torreG come gioco. Nomi, cose, città...animali feroci

Ah, che rebus!La Tempesta di Giorgione

“Handimals”Occhio all’arte…del “croquis”

Report e le “Transition Towns”

editorialen

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Per sponsorizzare “Occhio all’Arte” Telefona al 349.7790097

Auguro di vero cuore un grandioso 2011 a tutti voi dell’Associazione, allo staff del giornale “Occhio all’Arte”, a quello tecnico, a tutti i soci, gli insegnanti, gli allievi e a tutti coloro che hanno lavorato con noi e ci sono stati vicini dandoci la forza necessaria a continuare.

Che possa essere realmente l’anno positivo e costruttivo che speriamo!Che possa dare ad ognuno di noi la spinta ulteriore per realizzare tutti i nostri sogni e che le speranze possano diventare realtà. Vi ringrazio tantissimo perché con la vostra sensibilità, forza d’animo ed entusiasmo avete contribuito a rendere quest’Associazione veramente solida ed importante. Vi auguro di poter continuare anche quest’anno con la determinazione e l’ entusiasmo che avete manifestato nell’appena trascorso 2010.

di Antonio De Waure

Buon anno!

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PsicoSofia Percorsi di conoscenza psicologica e filosofica con “Arte Mediterranea”

La ghiandaia Il Colosseo

di Cristina Farina

Gustav Jung, verso la fine degli anni cinquanta, nell’ultima fase della sua attività, condannerà la massificazione e la perdita di spiritualità del mondo

moderno. La straordinaria capacità profetica del grande psicanalista oggi trova ragione nel nostro impellente bisogno di riscoprire la propria identità e individualità. Socrate, padre della filosofia occidentale, visse quattro secoli prima di Cristo e spese la sua esistenza ad orientare gli ateniesi alla ricerca della verità a partire da se stessi. Eraclito, cento anni prima di lui assecondando l’illuminata intuizione del divenire, cioè il costante mutamento dell’esistenza umana e dell’universo, considerava prassi usuale la seguente autoaffermazione: ‘Ho indagato me stesso’. S’impone in certi periodi storici, particolarmente critici e svuotati di contenuti vitali, il bisogno urgente di fare luce su ciò che accade intorno ma soprattutto in quel mondo oscuro e sempre più sommerso che grida per farsi spazio: la psiche e l’anima. Oggi, tempo definito decadente, questa rapida discesa assume i connotati linguistici di ansia, paura, stress. Insicurezze (di carattere professionale, sociale, politico, affettivo) che generano angoscia e incertezza. Riaffiorano pertanto (e per fortuna) le ataviche domande: chi sono? dove vado? cosa mi sta accadendo? perché?

In questo quadro si propone PsicoSofia – percorsi di conoscenza psicologica e filosofica -. Due ore settimanali di piacevole indagine in cui si affronteranno argomenti correlati a problematiche attualmente ricorrenti (le relazioni affettive, l’autostima, la felicità, genitori e figli, ecc.) ma strettamente connessi alla condizione dell’essere e dell’esistere nel pensiero di grandi analisti e filosofi del passato e del presente. Gli incontri saranno curati dalle Prof.sse Rossana Gabrieli, docente e psicologa e Pina Farina docente, entrambe scrittrici e giornaliste. Il corso, che prevede dieci appuntamenti, è patrocinato dall’Assessorato alla Cultura e alla Pubblica Istruzione di Aprilia nella persona dell’Assessore Patricia Renzi e sarà presentato sabato 15 gennaio alle ore 17,00 presso la sala Manzù della Biblioteca comunale di Aprilia. L’iniziativa nasce in collaborazione con l’Associazione Arte Mediterranea di Aprilia dove avranno luogo gli incontri e che, con il suo lungo ed instancabile impegno artistico ad Aprilia, costituisce già una prima risposta creativa al disagio che affligge la realtà contemporanea.

Per iscrizione e ulteriori informazioni rivolgersi direttamente alle docenti: [email protected] – facebook – 3284615887; Rossana Gabrieli 3409823318 - [email protected] - [email protected]

dall’associazionen

Buon anno!

Sul filo di china

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Cosa vostra L’arte del presente è l’anima del futuro: nutriamola

in mostran

di Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani (AMACI)

AMACI, Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, alla luce dei tagli alla cultura previsti dalla Finanziaria 2011, promuove una campagna di

sensibilizzazione pubblica a sostegno dell’arte contemporanea attraverso la realizzazione di undici “manifesti” proposti da undici artisti italiani. Carla Accardi, Stefano Arienti, Maurizio Cattelan, Enzo Cucchi, Marisa Merz, Luigi Ontani, Giulio Paolini,

Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, Paola Pivi e Francesco Vezzoli hanno risposto all’invito mettendo le loro creazioni a sostegno dell’arte del nostro tempo. Con il titolo scelto per la campagna, “Cosa vostra. L’arte del presente è l’anima del futuro: nutriamola”, promossa dall’AMACI i musei associati hanno voluto ribadire al pubblico la natura collettiva del patrimonio e della produzione artistica nazionale. L’arte contemporanea è l’anima del futuro perché, con la sua capacità di offrire nuovi scenari e nuove prospettive, rappresenta uno stimolo costante alla creatività degli italiani e all’innovazione sociale ed economica. L’arte contemporanea è un modo attraverso il quale, anche grazie alle relazioni costruite con i più importanti musei internazionali, il nostro Paese consegna all’estero un’immagine di sé fatta non di stereotipi bensì di intelligenze creative e dinamiche. L’arte contemporanea è motore attivo della nostra economia, poiché fonda la propria attività su una catena del valore che è costituita da ricercatori, conservatori, piccoli artigiani, editori locali e nazionali, restauratori, assicuratori, trasportatori, architetti, professionisti, nonché dal sistema di ristoratori, albergatori, commercianti, che, anche nelle realtà più piccole, beneficiano dell’indotto economico e turistico generato dalle realtà museali. Un patrimonio collettivo di opere, di relazioni, di immagine, di sapere e di stimolo all’innovazione, portatore di un valore aggiunto agli investimenti pubblici che lo sostengono. Di fronte alla riduzione dei finanziamenti pubblici, che si inserisce in una politica generale di decurtazioni già registrate negli ultimi anni e in un contesto di stanziamenti pubblici alla cultura considerevolmente inferiore rispetto agli altri stati europei, AMACI vuole sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto alla centralità che l’arte del nostro tempo assume per lo sviluppo culturale, sociale ed economico del nostro Paese.

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Cosa vostra L’arte del presente è l’anima del futuro: nutriamola

La grammatica delle figure a Palazzo delle Esposizioni

La mostra, nata per festeggiare i 40 anni del Premio Andersen a Gianni Rodari, racconta personaggi e storie dello scrittore, attraverso i disegni di 33 giovani e 10 maestri dell’illustrazione europea. Sono previsti anche laboratori didattici per bambini.Forum Palazzo delle Esposizioni, via Milano 13, martedì - venerdì e domenica h.15-20; sabato h.10-15/18.30-22.30, ingresso

libero. www.palazzoesposizioni.it

in mostran

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Il MACRO delle meraviglieVere farfalle VS Film fittizi

in mostran

di Stefania Servillo

I l MACRO è un museo d’arte contemporanea di Roma, ma non è un museo qualunque. La caratteristica distintiva di questo luogo è infatti la spazialità, dalla hall alle gallerie tutto è

pensato per far respirare l’opera d’arte; i lavori, soprattutto quelli che rientrano nella categoria “contemporaneo”, si sviluppano spiritualmente e concettualmente poiché è il messaggio ciò che le caratterizza, molto più dell’estetica o della forma… c’è sempre qualcosa in più rispetto a ciò che si vede! Grazie ad ampi spazi le opere possono espletare appieno le proprie funzioni comunicative e non è da sottovalutare che molte di esse sono state pensate appositamente per questa architettura. Sul cosiddetto “livello 0” si ha una grande sala (la sala Enel) ed è proprio qui che è stato ospitato un piccolo prodigio fino al 16 gennaio. L’opera di cui sto parlando ha come titolo Are you sure that a floor can’t also be a ceiling? e rientra in un progetto lanciato da Enel nel 2007 per promuovere una riflessione sull’energia sfruttando il potente e universale linguaggio artistico. Bik Van der Pol è lo pseudonimo del duo composto da Liesbeth Bik e Jos Van der Pol che lavorano assieme dal 1995 e che sono i vincitori dell’Enel Contemporanea Award 2010, il lavoro presenta un’architettura di stampo modernista composta da pareti trasparenti all’interno delle quali troviamo ricreato un habitat quasi tropicale, non solo per la temperatura ma anche per le piante ed i fiori presenti, inoltre risulta chiaro all’osservatore sin da quando s’inoltra che questa è (almeno momentaneamente)

una casa per le farfalle! Farfalle vere che in essa compiono il proprio ciclo vitale e fanno da padrone di casa; bellissime, rare, colorate e mai viste probabilmente dalla maggior parte degli abitanti di città ci trasportano in un mondo altro portando con se il proprio messaggio: abbandonare l’idea del progresso a tutti i costi poiché è indispensabile preservare la natura attraverso energie rinnovabili e progetti ecosostenibili. Spostandoci al piano superiore (“livello 1”) facciamo la conoscenza di Jamie Shovlin; il suo progetto visibile fino al 6 febbraio è la dimostrazione tangibile di come al giorno d’oggi tutto possa essere falsato compresa la memoria. L’opera, composta di vari elementi tutti legati tra loro dall’idea d’essere la ricostruzione di film (che in realtà non è mai stato realizzato), è un omaggio al cinema d’exploitation degli anni ’70, oggetto dopo oggetto lo spettatore creerà da sé il film immaginandolo sempre più vividamente… Hiker Meat non è solo un’opera che trasmette un messaggio, è un urlo talmente forte che per arrivare a più persone possibili si è materializzato in un opera attraverso l’intuizione dell’artista. Unico avvertimento, come riportato sull’informativa del museo, non è consigliabile sottoporre quest’opera ai bambini essendo presenti video con immagini molto crude.Al MACRO è, dunque, a disposizione del visitatore un’ampia gamma tipologica di opere di cui questi sono solo due esempi, visitarlo sarà certamente un’esperienza unica per tutti coloro che si sentono fortemente stimolati dall’arte contemporanea.

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archeologianI “Signori di Maremma” a FirenzeDopo l’allestimento del 2009 a Grosseto la mostra viene riproposta a Firenze fino al 30 aprile 2011 di Luigia Piacentini

Venerdì 8 ottobre 2010 è stata inaugurata al Museo Archeologico Nazionale di Firenze la mostra che ripercorre la vita e la morte dei “Signori di Maremma”,

di quelle èlites etrusche che emersero nel periodo di massimo splendore della civiltà etrusca, l’Orientalizzante (700 – 600 a.C.), e che hanno lasciato testimonianze di particolare rilievo nell’area maremmana. La mostra è nata a Grosseto nel 2009 nel Museo Archeologico e d’Arte della Maremma e per il successo ricevuto hanno pensato ad un “bis”. Il periodo Orientalizzante porta in Italia manufatti provenienti dal Vicino Oriente di raffinata bellezza e di grande valore commerciale; la maggioranza di questi reperti è stata ritrovata nelle tombe etrusche, soprattutto di quella parte della popolazione che all’epoca aveva formato il nuovo ceto emergente. Questi signori erano proprietari terrieri, capi militari e politici che accumularono enormi ricchezze con il commercio dei metalli, di cui la costa toscana e l’isola d’Elba abbondavano, ricevendo in cambio prodotti eccellenti artigianali delle civiltà del Mediterraneo e del Vicino Oriente. Tutte queste influenze però non furono assorbite passivamente dagli Etruschi che, come già successo ai Greci, rielaboravano e rimodellavano queste influenze per adattarle alla loro civiltà, ben diversa da quella orientale, obiettivamente più antica e quindi superiore a quelle occidentali. I materiali provengono dai maggiori centri della Maremma: Populonia, Vetulonia, Marsiliana d’Albegna, Pitigliano-Poggio Buco. In mostra infatti i corredi funerari di alcune delle tombe principesche più importanti della Toscana: la tomba dei Flabelli e il tumulo dei Carri a Populonia (LI), le tombe del Duce e del Littore e il tumulo della Pietrera a Vetulonia (GR), il Circolo degli Avori

di Marsiliana (GR), le tombe delle Ficaie di Magliano (GR), la necropoli di Poggio Buco a Pitigliano (GR), la necropoli di Casa Nocera a Casale Marittimo (GR). I pannelli espositivi accompagnano il visitatore con brevi saggi che permettono di comprendere i diversificati aspetti di questo periodo come il rito funebre, il banchetto, la guerra, il commercio e la vita domestica. “A prescindere dalla indubbia spettacolarità della mostra” scrive il Direttore del Museo Giuseppina Carlotta Cianferoni “quello che preme sottolineare è che l’esposizione che qui si presenta costituisce l’occasione di far tornare a casa alcuni tra i più significativi contesti dai più importanti centri dell’Etruria tirrenica. Gli spazi che ospitano la Mostra sono infatti gli stessi nei quali, fino alla disastrosa alluvione del 1966, aveva sede il Museo Topografico Centrale dell’Etruria, dove tali reperti erano originariamente custoditi; l’augurio è che la mostra possa costituire una prima tappa per la restituzione del Museo alla città di Firenze“. La mostra ospita inoltre una rassegna di opere dell’artista contemporanea, Anna di Volo, i cui quadri si inseriscono nel percorso archeologico prendendo spunto dagli oggetti antichi e dai temi illustrati. Si crea così un connubio indissolubile tra il grandioso passato etrusco e il non meno significativo presente dell’arte contemporanea.

“Signori di Maremma. Élites etrusche tra Populonia e Vulci”Museo Archeolgico Nazionale di FirenzeInfo: 055 – 23575e-mail: [email protected]

Flabello (ventaglio), Tomba dei Flabelli, Populonia Urna cineraria in argento decorata a sbalzo, Tomba del Duce, Vetulonia.

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GiorgioneUn genio enigmatico dell’Arte di Maria Chiara Lorenti

“Egli appare piuttosto come un mito che come un uomo. Nessun destino di poeta è comparabile al suo, in terra. Tutto, o quasi, di lui s’ignora; e taluno giunge a negare

la sua esistenza. Il suo nome non è scritto in alcuna opera; e taluno non gli riconosce alcuna opera certa. Pure, tutta l’arte veneziana sembra infiammata dalla sua rivelazione” così Gabriele D’Annunzio, ne Il fuoco, acclamava Giorgione, genio indiscusso del Rinascimento veneto.Poco si sa di lui, e quel poco è incerto ed avvolto nel mistero, persino il suo nome, Zorzo o Zorzi di Castelfranco, la data di nascita e quella della sua morte, poco più che trentenne, avvenuta a Venezia per peste nel 1510, come attestato da Isabella D’Este o nel 1511, contagiato dalla sua amata, come affermato dal Vasari?Nessuna opera porta la sua firma, poche quelle attestate, molte le attribuite, dovute in gran parte all’abitudine di collaborare

spesso con altri artisti suoi contemporanei, ma tutte pervase da una tale forza creativa, da una nota poetica così pura che parla direttamente al cuore, che nessuno, avendo potuto godere di tale partecipazione, potrà più dimenticarle.Per primo Giorgione capta l’armonia della natura e comprende che l’uomo è parte di essa, egli ha una peculiare sensibilità per il paesaggio, che da sfondo, come veniva relegato nelle opere dell’epoca, promuove a protagonista assoluto, così come mai prima nell’arte.Nella prima metà del ‘500, la pittura veneziana diviene famosa per l’intensità del colore, facilmente reperibile per la ricchezza di minerali che si trovavano in commercio. È tutta rivolta verso la luce e le infinite possibilità cromatiche che assumono un’importanza decisiva ed innovativa nello stile compositivo di quella zona.Giorgione come una meteora attraversa l’arte stravolgendola

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Dedicato an

completamente, dando una lezione ai suoi contemporanei, ancora legati ai dettami classici, declinando le tonalità da loro utilizzate nella sua visione poetica.Il disegno è nella testa, il colore dà la forza e crea la vita, così egli modifica la concezione figurativa basata sul tratto, utilizzando direttamente il pigmento sulla tela, senza bozzetto preparatorio, affidandosi unicamente alla vivacità cromatica e, come evidenziato dalle rilevazioni ai raggi X, cambiando posizione ai soggetti, man mano che procedeva nell’esecuzione dell’opera; per lui era importante iniziare senza un’idea chiara di dove arrivare, una sperimentazione unica mai realizzata prima. Con lui lo stile veneto diviene momento di passaggio per l’arte occidentale. A cinquecento anni dalla sua scomparsa, dopo l’importante rassegna che la sua città, Castelfranco, gli ha dedicato a Casa

Giorgione, uno spazio suggestivo che suggeriva alla mente la presenza del Maestro intento nel suo lavoro, Padova, ospita ora una grande mostra, allestita nei musei Civici degli Eremitani, incentrata soprattutto sull’indagine toponomastica che ipotizza Padova stessa come la città raffigurata nel suo capolavoro La tempesta. L’esposizione, allestita e curata da Ugo Soragni, Davide Banzato e Franca Pellegrini, è articolata in varie sezioni che accompagnano il visitatore attraverso l’iter temporale del grande artista, cercando di penetrare nel mistero che avvolge tuttora la sua vita e le sue opere, attraverso principalmente il confronto con i grandi artisti del suo tempo, da Tiziano, suo allievo ed a volte alter ego, a Giulio Campagnola, da Girolamo Vicentino a Niccolò de’ Barbari, da Andrea Previtali a Boccaccio Boccaccino. La rassegna intitolata “Giorgione e Padova, L’enigma del carro” è visibile sino al 16 gennaio.

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Rapunzel, L’intreccio della torre”Ora vedo la realtà e la nebbia si è dissolta...”

cARToonsn

di Alba Giulia Casciotta

“Rapunzel, L’intreccio della torre” è un film d’animazione 3D prodotto dalla Walt Disney e realizzato con la tecnica computer-generated

imagery.Siamo giunti al 50º prodotto Disney ed ancora in questa nuova storia si possono ritrovare tutte le migliori qualità che hanno distinto quei classici capaci di restare nei nostri ricordi per lunghi anni, prima tra tutte la capacità di emozionare i più piccini e trasmettere valori importanti quali la necessità per crescere di affrontare il mondo e che pure il più grande dono, se custodito con egoismo, può provocare sofferenza.Rapunzel non sa quali siano le sue origini e non conosce la vera ragione per cui ha passato anni ed anni chiusa in un altissima torre in completa solitudine ad eccezione delle visite della madre Gothel.Le è sempre stato raccontato, infatti, che il mondo avrebbe approfittato di lei e che fuori da lì ci sarebbero stati in agguato pericoli che non avrebbe mai saputo affrontare da sola; meglio dunque ascoltare le raccomandazioni e restare al sicuro, lontano da ogni rischio. Di questo l’hanno convinta e a questo lei crederà fin quando il caso non porterà un pericoloso intruso nel suo rifugio ed un preciso colpo di padella metterà in moto un destino cui non potrà sfuggire e verso il quale lei stessa dovrà incamminarsi trovando la forza di realizzare i propri sogni.Flynn Rider è un ladro abile, non certo modesto, che persegue unicamente il sogno di diventare ricco per potersi permettere

tutto ciò che vuole, ma solo dopo questo magico incontro imparerà quale sia la cosa più importante da desiderare.Anni di solitudine e noia, il desiderio irrefrenabile che ha sempre custodito nel cuore di vedere da vicino, almeno una volta, la scia di luci che compaiono nello stesso giorno del suo compleanno e la consapevolezza di essere in grado di difendersi da sola, porteranno Rapunzel dopo diciotto anni a disubbidire per la prima volta all’ordine di non uscire mai dalla torre. Così finalmente dirà addio alla sofferenza di vivere reclusa per andare incontro all’ignoto che tanto la spaventa. Scoprirà di essere molto più di una ragazzetta ingenua e pavida e che il mondo non è solo quello che immaginava, un luogo oscuro dove si annidano cupidigia e violenza, ma vi si trovano anche cose ben più importanti di un’assoluta sicurezza, alcune perfino più importanti della propria vita.Certo non tutto ciò che vedrà sarà piacevole ed i pericoli da affrontare saranno numerosi, ma fare esperienza delle proprie capacità, trovare nuovi amici ed una persona in cui riporre la più completa fiducia, anche se comporta grandi rischi, è l’unico modo nel quale sia possibile crescere. Non è proprio il caso di sottovalutare ragazze armate di una buona padella e capaci di tirare fin in cima ad una torre una persona. Fate largo a Rapunzel ed ai suoi biondissimi magici capelli.Un desiderio che si realizza non deve spaventarci, segna il momento di cercare un nuovo sogno da inseguire.“...so cos’è la libertà ora per la prima volta...”

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Rapunzel, L’intreccio della torre”Ora vedo la realtà e la nebbia si è dissolta...”

“Giappone” “I soldi”

di Eleonora Spataro

I l tema è quello del riciclaggio artistico, il recupero dei vecchi oggetti per salvare una memoria storica in un’ottica contemporanea, un po’ ironica e un po’ provocatoria; così la

mostra “G come gioco. Nomi, cose, città...animali feroci” affronta

un argomento attualissimo mostrando come riciclare può diventare un modo per salvare “esperienze e memorie degli oggetti”. Il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari in collaborazione col Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia, è riuscito con questa esposizione a collegare tra loro i temi dell’arte e della valorizzazione del patrimonio culturale, della tutela dell’ambiente e della didattica per bambini e ragazzi. La mostra è stata, ideata da Mook, Carlo Nannetti e Francesca Crisafulli “moderni esploratori in cerca di materiali “scaricati dal tempo”, trovati e raccolti in spiagge o discariche o in fabbriche e luoghi abbandonati le cose e gli oggetti trovano nuova vita, e nuovi significati, in composizioni-creature stupefacenti; assemblati e rimodellati, tagliati e incisi diventano pezzi unici nati dalla esuberante verve creativa, scherzosa e talvolta irriverente degli autori”. Fino al 30 gennaio, oltre agli oggetti-scultura, sono in programma attività didattiche, laboratori e un concorso per le scuole in visita alla mostra: “G COME…? Nomi, cose, città… animali feroci. ABECEDARIO SCUOLE”. Prevede la realizzazione di un Abecedario con materiali di recupero e le opere vincitrici saranno esposte nel museo.

G come gioco. Nomi, cose, città...animali ferociMuseo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, piazza Marconi, 8 Roma; orari: martedì-domenica 9:00-20:00 (lunedì chiuso)sito web: www.beniculturali.it e www.mook.it

Ah, che rebus!In mostra al Palazzo Poli di Roma cinque secoli di enigmi tra arte e gioco in Italia

“Cercando di te in un vecchio caffè/ho visto uno specchio e dentro/ho visto il mare e dentro al mare/una piccola barca per me.

Per farmi arrivare a un altro caffè/con dentro uno specchio

che dentro/si vede il mare e dentro al mare/una piccola barca pronta per me./Ai che rebus, ah che rebus!” (Paolo Conte, Rebus, 1979)Nel 1979 Paolo Conte, cantautore ed enigmista per passione, scriveva la canzone Rebus dalla quale trae il titolo la mostra “Ah, che rebus! Cinque secoli di enigmi tra arte e gioco in Italia” ospitata nei locali di Palazzo Poli, alle spalle di Fontana di Trevi, a Roma. Un viaggio tra antico e moderno scandito in un percorso che parte da Leonardo da Vinci, attraversa gli anni Sessanta e Settanta del Novecento fino alle proposte di artisti contemporanei come Tommaso Binga e l’immancabile Settimana enigmistica. Ma che cos’è un rebus? Un piccolo enigma da decifrare, un disegno che nasconde una frase, un passatempo. Un gioco. Lo scoprirete visitando l’esposizione che rimarrà aperta fino all’8 marzo 2011 e che prevede biglietto a ingresso gratuito.

Ah, che rebus! Cinque secoli di enigmi tra arte e gioco in Italia, Palazzo Poli, via Poli 54, Roma (tutti i giorni 10.00-19.00fino all’8 marzo 2011, lunedì chiuso), ingresso gratuito; sito web: http://www.grafica.arti.beniculturali.it

G come gioco. Nomi, cose, città...animali ferociAl Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari

in mostran

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La Tempesta di GiorgioneAlcune tra le, numerosissime, interpretazioni del soggetto del quadro di Giorgione

curiosARTn

di Cristina Simoncini

Un paesaggio di alberi, rovine ed edifici viene illuminato dal bagliore di un lampo, che squarcia nuvole scure cariche di pioggia.

Sullo sfondo c’è una città fortificata, che si affaccia su un fiume; in primo piano, a destra una donna seminuda che, seduta a terra, allatta un bambino e a sinistra un giovane soldato in piedi. E poi alberi, cespugli e rocce riprodotti con grande naturalezza, e un’antica rovina.È una rappresentazione emozionante e misteriosa della realtà, grazie ai colori che si fondono con l’atmosfera densa e carica di vapori, cosicché le forme appaiono morbide, quasi sfumate. Una natura da “sentire” con l’anima più che da vedere con gli occhi.“La Tempesta di Giorgione” è una delle opere più controverse della pittura occidentale.Il patrizio veneziano Marcantonio Michiel cita nel suo “Notizie d’opere del disegno” un quadro visto nel Palazzo Vendramin di Venezia nel 1530: “el paesetto in tela cun la tempesta, cum la cingana [zingara] et soldato ... de man de Zorzi de Castefranco”.Tutti i critici identificano il quadro descritto con questo di Giorgione. Almeno fino al XVIII secolo fa parte della collezione Vendramin.Nel 1875 diventa proprietà dei principi Giovannelli che, nel 1932, lo vendono allo Stato Italiano. Attualmente si trova nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia.

Generazioni di studiosi hanno versato fiumi di inchiostro nel tentativo di comprendere cosa rappresenti “veramente” il quadro.Che relazione lega le persone dipinte in quel bellissimo paesaggio? La città fortificata è reale o immaginaria? E perché sta per scatenarsi un temporale? Si tratta di un racconto (mitologico, biblico...), di una allegoria o, addirittura, di una pura fantasia dell’artista?Non è la prima volta che un dipinto è oggetto di interpretazioni diverse (basti ricordare “La Primavera” di Botticelli, ma anche “La Flagellazione di Urbino” di Piero della Francesca e “L’Amor Sacro e l’Amor profano” di Tiziano), ma sulla “Tempesta” le posizioni dei critici sono addirittura inconciliabili. E ogni studioso nel proporre la “sua” interpretazione demolisce quelle che lo hanno preceduto... venendo a sua volta demolito dal critico successivo.Quello che segue è un breve elenco, non completo, delle varie ipotesi.Fino alla metà del XIX secolo la scena era interpretata, forse un po’ ingenuamente, come un ritratto dell’artista con la sua famiglia, e il dipinto era intitolato La famiglia di Giorgione.Poi, si è pensato a una rappresentazione derivata dalla mitologia antica: o dalla “Tebaide” di Stazio (Adrasto scopre in un bosco Hypsipyle che sta allattando Ofelte, figlio di Licurgo) o dalle “Metamorfosi” di Ovidio (Deucalione e Pirra, i progenitori dell’umanità, sopravvissuti al diluvio universale).Qualcuno l’ha considerato un collage di “personificazioni” astratte: la Fortezza (il soldato) e la Carità (la donna) in perenne lotta contro l’imprevedibilità della Fortuna (il fulmine che squarcia le nubi).Qualche altro ci ha visto una complicata interpretazione esoterica del biblico racconto del “Ritrovamento di Mosè” sulle rive del Nilo. E ugualmente complicata è l’interpretazione di chi mette la scena in rapporto con un romanzo allegorico rinascimentale di Francesco Colonna (Hypnerotomachia Poliphili), carico di richiami all’ermetismo egittizzante: la donna è Iside e Venere insieme, “madre di tutte le cose”, origine e fine di tutto.C’è chi scommette che si tratta di Adamo ed Eva dopo la cacciata dall’Eden: Adamo si riposa dalle sue fatiche, Eva allatta il piccolo Caino, partorito con dolore, la città sullo sfondo è l’Eden perduto, il fulmine simboleggia l’ira divina. E chi sostiene che la “Tempesta” è la “coperta” del ritratto del capitano veneziano Erasmo da Narni detto il Gattamelata e rappresenta proprio lui vicino a Treviso, la città di cui doveva ricostruire le mura.Anche il libro di J. Manuel de Prada, edito nel 1998, intitolato appunto “La Tempesta”, ha proposto una nuova, sia pur romanzata, lettura del quadro.

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“Handimals”Le sorprendenti mani dipinte di Guido Daniele

I l fotografo e artista Guido Daniele ha iniziato nel 1970 combinando body painting con fotografia. Le sue fotografie di modelli dipinti hanno abbellito le pagine

delle riviste di moda a partire dal 1990, quando fu incaricato, per una pubblicità di giolielli, di dipingere una modella in modo che apparisse come fatta di marmo.Dieci anni dopo, fu incaricato di dipingere la testa di un animale su una mano. I risultati furono così soddisfacenti che egli proseguì il lavoro per il cliente fino al 2002, continuando a sperimentare usando mani e braccia come una tela su cui dipingere animali ed altri soggetti, culminando nella creazione di immagini per la campagna pubblicitaria di una

importante compagnia telefonica internazionale.La applicazione magistrale di Daniele del trucco teatrale e delle vernici ricrea le teste di molti animali, tra cui elefanti, giraffe e aquile. I suoi soggetti, che ha battezzato “handimals” comprendono anche pesci, tartarughe, serpenti e alligatori. Tuttavia non si è limitato agli animali; tra le sue creazioni sorprendenti vi è una serie di alberi, utilizzando il polso e le dita di un modello come il tronco e i rami di un albero.In aggiunta al suo lavoro fotografico e al body ed hand painting, Daniele ha una reputazione come uno dei più importanti pittori di murales e di trompe l’oeil.

arte nel mondon

d Giuseppe Di Pasquale

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Occhio all’ambientendi Nicola Fasciano

Occhio all’arte…del “croquis”

Report e le “Transition Towns”

in mostran

Stephane Alric, ovvero un ingegnere col “vizio” del disegno. Così potremmo definire in una battuta Alric, nato nel 1961 a Montpelier, ingegnere che si occupa di grafica applicata al settore odontoiatrico, con la passione del disegno

e dell’oggettistica realizzata con materiali da recupero.“Ogni giorno vado a lavorare in metrò – racconta di sé Stephane Arlic – e disegno velocemente i miei croquis (schizzi), in brevi istanti, cercando di non farmi accorgere da colui o colei che sto disegnando, perché altrimenti inizierebbe a fissarmi e perderebbe di naturalezza”.Ed infatti, i suoi ritratti – primi piani, ma anche piani americani o figure sedute – ci riportano donne e uomini “persi” nei loro pensieri, immersi nelle letture, assenti al loro disegnatore e forse assenti anche a se stessi, ignari di continuare ad esistere sui fogli di un taccuino, precipitati colà in punta di matita.C’è qualcosa di immemore ed al tempo stesso assorto, nei croquis di Alric. Qualcosa che ci “costringe ad interrogarci, a porci domande sulle esistenze fugaci, momentanee di questi passeggeri di metrò, immortalati e consegnati ai nostri sguardi. Cosa pensano, dove vanno, che sogni coltivano queste persone?”Forse, le stesse domande del disegnatore, attratto dall’anonimato dei suoi ignari modelli, che continuano a tentare la nostra fantasia di osservatori, inducendoci a diventare una sorta di “lettori dell’animo umano”, in un delicato gioco di specchi, che continua nelle pagine del blog di questo ariginalissimo artista: www.chezsteve.jimdo.com.

di Rossana Gabrieli

In questo periodo di instabilità politica e, ancor più, di instabilità economica, la trasmissione di Report (Rai tre) del 12 dicembre, si è occupata, almeno per una sua parte, di

alcune tematiche di carattere economico-ambientale, che hanno rappresentato una boccata d’aria fresca in un panorama generale piuttosto asfittico. L’input è partito da una domanda della sempre brava Gabbanelli che chiedeva se il PIL (prodotto interno lordo) potesse essere ancora l’unico indicatore della ricchezza dei paesi, oppure se fosse necessario introdurre altri indicatori di benessere, soprattutto in una situazione in cui l’ambiente, che risulta sempre essere più tradito e martoriato, ci sta restituendo frutti avvelenati.

Il discorso, dopo alcuni interventi autorevoli di economisti, è stato fatto scivolare sulla presentazione di alcune affascinanti realtà che sembrano essere portatrici sane di novità ed energia positiva. La prima riguarda la città di Totnes (sud del Devonshire, Inghilterra) che è stata una delle prime in assoluto che ha promosso e sviluppato una “Transition Initiative”, dove la comunità è impegnata in un processo di nuova immaginazione e creazione del futuro che affronta la doppia sfida della diminuzione del petrolio e del gas e del notevole cambiamento climatico in atto, creando un nuovo tipo di collettività alla quale noi tutti vorremmo far parte. Il progetto innovativo, che sta riscuotendo grande interesse e successo in tutto il mondo, si è sviluppato intorno all’idea di creare una nuova visione per la città di Totnes che, attraverso la presa di coscienza da parte di tutta la cittadinanza dei problemi che ci angosciano su scala planetaria – il cambiamento climatico, la progressiva scarsità di fonti di energia non rinnovabili, la questione dello sfruttamento delle risorse idriche, etc.. – si possa arrivare alla produzione, distribuzione e consumo di energia, di acqua e di cibo, il più possibile locali e indipendenti da fattori esterni. La trasmissione si è occupata poi dei Bilanci di giustizia, ovvero di gruppi di nuclei familiari sparsi per la penisola, che hanno sostituito i consumi dannosi per la salute, l’ambiente e per le popolazioni del Sud del mondo, con prodotti più sani che non incidono in modo irreparabile sulle risorse naturali e che riducono i meccanismi di sfruttamento nelle regioni sottosviluppate. Oppure della campagna Computer solidali e dell’associazione Informatici senza frontiere, dove si è raccontato come sia possibile, da un lato, recuperare pc funzionanti a partire da vecchi computer ritenuti inutilizzabili e, ancora, come professionisti informatici offrano gratuitamente le proprie competenze per far sviluppare nei paesi più poveri le conoscenze e gli strumenti informatici portando un aiuto concreto a chi vive situazioni di emarginazione e difficoltà. Appunto sostenibilità, solidarietà, attenzione all’ambiente e ai più deboli.

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nApriliaFranco Massei - Esposizione permanente opere ad intarsioTrattoria - Pizzeria Sorgente di Carano, via Rosselli 5

Adriano Bisetti - Mostra personale di intarsioRistorante “l’escargot”, via Torino 22/24, fno al 15 febbraio 2011

Teatro Europa - Stagione teatrale 2011- mercoledi 5 gennaio “Ben Hur “ - sabato 22 gennaio “La bisbetica domata“ - martedi 1 febbraio “Musicanti” - sabato 19 febbraio “Die Panne“ - lunedi 21 marzo “Chat a due piazze”

nRomaI grandi Veneti. Da Pisanello a Tiziano, da Tintoretto a Tiepolo Chiostro del Bramante, fino al 30 gennaio 2011

Van Gogh. Campagna senza tempo- Città modernaComplesso del Vittoriano, fino al 6 febbraio 2011

Lucas Cranach. L’altro RinascimentoGalleria Borghese, fino al 13 febbraio 2011

Laboratorio SchifanoMACRO, fino al 6 febbraio 2011

Antony Gormley. Drawing SpaceMACRO, fino al 6 febbraio 2011

Mario Ballocco. Odissea dell’homo sapiensMACRO, fino al 6 febbraio 2011

L’Attico di Fabio Sargentini 1966-1978MACRO, fino al 6 febbraio 2011

Rommates/Coinquilini. Carola Bonfili e Luana PerilliMACRO, fino al 6 febbraio 2011

Jamie Shovlin. Hiker MeatMACRO, fino al 6 febbraio 2011

Nico Vascellari. BlondeMACRO, fino al 6 febbraio 2011

Incontri in tv. I documentari di Franco SimonginiMACRO, fino al 6 febbraio 2011

Nicola Carrino. RicostruttivoMACRO, fino al 6 febbraio 2011

Origine, Forma, Natura. Opere della collezione MACRO MACRO, fino al 6 febbraio 2011

José de Guimarães. Mondi, Corpo e AnimaArt Forum Würth, fino al 5 marzo 2011

Cobra e l’ItaliaGNAM, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, fino 13 febbraio 2011

Spazio. Dalle collezioni di arte e architettura del MaXXIMaXXI, fino al 23 gennaio 2011

Carlos Amorales Palazzo delle Esposizioni, fino al 27 febbraio 2011Teotihuacan, la Città degli DeiPalazzo delle Esposizioni, fino al 27 febbraio 2011

L’attico di Fabio Sargentini, 1966-1978MACRO, Museo d’Arte Contemporanea Moderna, fino al 6 febbraio 2011

Palazzo Farnese dalle collezioni rinascimentali ad Ambasciata di FranciaPalazzo Farnese, fino al 27 aprilie 2011

Gli ori antichi della RomaniaMercati di Traiano, fino al 3 aprile 2011

Labirinto Fellini, MACRO Testaccio, fino al 27 febbraio 2011

Roma e l’antico. Realtà e visione nel 700 Palazzo Sciarra, fino 6 marzo 2011

Giuseppe Caccavale / Alfonso GattoCalcografia - Istituto Nazionale per la Grafica, fino al 10 febbraio

Ah che rebus! Percorso nell’arte del ‘500 ad oggi Calcografia – Istituto Nazionale per la Grafica, fino al 8 marzo

I Pulcinella di Luzzati Casa dei Teatri, Villino Corsini, fino al 8 marzo

Aritmolithòs. Numero e pietra Casa dell’Architettura, Acquario Romano, fino al 28 gennaio

Iela Mari. Il mondo attraverso una lente Casina di Raffaello, fino al 30 gennaio

I Grandi Veneti. Da Pisanello a Tiziano, da Tintoretto a TiepoloChiostro del Bramante, fino al 30 gennaio

Il viaggio di Eleonora Duse intorno al mondo Complesso del Vittoriano, fino al 23 gennaio

Pablo Echaurren. Chromo SapiensFondazione Roma Museo – Palazzo Cipolla, fino al 13 marzo

Kostantin Grcic. Black and SquareIstituto Svizzero, fino al 12 febbraio

Pier Luigi Nervi. Architettura come sfidaMaxxi, fino al 20 marzo

Premio Italia Arte Contemporanea 2010Maxxi, fino al 20 marzo

Contemporaneo.doc/DOCVA. L’Archivio di Careof & ViafariniMaxxi, fino al 27 febbraio

Maxxi Cantiere d’autore. Racconto fotograficoMaxxi, fino al 6 marzo

Ritratto di Musico di Leonardo da VinciMusei Capitolini, fino al 16 febbraio

Carla Accardi. Spazio, ritmo, coloreMuseo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese, fino al 27 febbraio

Chagall. Il mondo sottosopraMuseo dell’Ara Pacis, fino 27 marzo

Un secolo di clic in cronaca di RomaMuseo di Roma in Trastevere, fino al 6 febbraio

In nome della rosa. La rosa tra liberty e déco, simbolismi e geometrie nelle arti applicate del primo ‘900Museo di Villa Torlonia – Casina delle Civette, fino al 30 gennaio

Trieste Biedermeier. L’Ottocento nelle collezioni dei Civici Musei di Storia e ArteMuseo Mario Praz, fino al 2 maggio

I vini dell’Imperatrice. La cantina di Joséphine alla Malmaison (1800-1814)Museo Napoleonico, fino al 27 febbraio

G come Gioco. Nomi, cose, città… animali feroci. Abecedario Mook Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, fino al 30 gennaio

L’Italia e il restauro del “Magnifico Cratere”. Capolavori dal Museo Nazionale di BelgradoPalazzo del Quirinale, fino al 6 febbraio

Teotihuaca. La Città degli DeiPalazzo delle Esposizioni, fino al 27 febbraio Mexico. Immagini di una rivoluzionePalazzo delle Esposizioni, fino al 27 febbraio

Mexico. Carlos Amorales. RemixPalazzo delle Esposizioni, fino al 27 febbraio

Palazzo Farnese. Dalle collezioni rinascimentali ad Ambasciata di FranciaPalazzo Farnese, fino al 27 aprile

I due Imperi. L’Aquila e il DragonePalazzo Venezia, fino al 6 febbraio

nFirenzeVinum nostrumMuseo degli Argenti, Palazzo Pitti, fino al 30 aprile 2011

Bronzino. Pittore e poeta alla corte dei MediciPalazzo Strozzi, fino al 23 gennaio 2011

Occhio all’arte…del “croquis”

Report e le “Transition Towns”

di Cristina Simoncini

Eventin

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L’Associazione Arte Mediterranea organizza, al mattino, pomeriggio e sera, corsi di:

Via Dei Peri, 45 April ia - Tel.347/1748542 www.artemediterranea.org

• Disegno• Disegno per bambini• Acquerello• Olio• Intarsio• Decorazione

• Anatomia per artisti• Prospettiva per artisti • Illustrazione di favole • Xilografia• Modellazione della plastilina e creta

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