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Siamo portatori di luce… Pasqua è leggerezza. È essere portati dal vento. Leggi i racconti della risurrezione: sono processioni del cuore, corse col fiato in gola alle prime luci dell'alba, sussurri lievi di parole, odore di pesce arrostito sulla sabbia, un esserci e scomparire. "Non mi trattenere" dice Gesù a Maria di Magdala. E le parole, tutte, a togliere peso. A sciogliere, non a legare, ad aprire, non a chiudere. Un bisogno di vento leggero, di un vento che ti sfiori il viso. Perché questa è stagione di pesantezze. Insopportabili. E ogni giorno sono parole come pietre, come macigni. E dove si è mai rifugiato, ti chiedi, mi chiedo, il vento leggero della Pasqua? Costretto a spietato esilio. "Come siete pesanti" ti, mi vien detto da alcuni. E dove è mai la gioia di cui fa dono il Risorto? Lo cantate "vivente"… e parlate come se fosse "morto". Cantate nelle chiese a squarciagola: "I cieli e la terra sono pieni della tua gloria…". Pieni! E poi giudicate e parlate dei nostri cieli e della nostra terra come se fossero vuoti. Come se lui si fosse ritratto, fosse rientrato nella tomba. All'ombra dei morti e non nell'aria aperta dei viventi. Come se il suo Spirito, quello che soffiò il Risorto, si fosse esaurito ed oggi non fosse più vero che là dove abbondò il peccato sovrabbondò la grazia. Non vogliamo certo cadere in un facile, ingenuo, astratto ottimismo. Ci piace, ci sembra doveroso, stare, sano realismo, ad occhi aperti su ciò che accade dentro di noi e fuori di noi. Ma vi sembrano esempi di sano realismo, vi sembrano fotografia corretta della realtà i notiziari dei nostri telegiornali? Da ingenuo sognatore a volte mi sorprendo a pensare che cosa succederebbe se ad ogni notizia più o meno funerea aggiungessimo un "forse" e un "ma". Un forse che va a interrogare se non ci sia dell'al- tro. A ridimensionare quel giudizio che sembra così totale e così perentorio. O forse potremmo spesso aggiungere un "ma": è vero, questo è un segno negativo, ma leggi, guarda, altri segni. O sei cieco? Cieco perché il bene tu lo vedi solo nel tuo territorio, a casa tua? E se cominciassimo a fare esercizio di racconti positivi? Di passaggi segreti della grazia? Di sconfina- menti del vento della risurrezione? Raccontatori impenitenti e testardi di un'altra cronaca, che non è meno vera. Stento a pensare che sia vera solo per me:l 'avventura della realtà non è forse in sorte a tutti? L' avventura dello Spirito non dovrebbe essere data a tutti sorprenderla? Comincio anche a pensare che, quando il lamento prende il sopravvento nei nostri pronunciamenti, nelle no- stre assemblee siamo in perdita certa di fede. Per miopia di cuore e di visione. Sul bisogno di raccontare con la vita, con i nostri volti, troppo spesso incupiti, la gioia, insiste il Cardi- nal Martini, ricordando come "già nel tempo presente che ci è dato dobbiamo vivere questa gioia, questa esultanza, questa serenità, questa pace, qualunque siano le circostanze in cui ci troviamo, an- che se molto sofferte e dolorose. Ciò non significa passare sopra alle sofferenze ,ma rendere più acuto il nostro sguardo…" . E aggiunge: "Credo che di serenità ci sia tanto bisogno per ciascuno di noi, ma anche per la nostra società e per le nostre comunità che troppo spesso si lamentano, magari con buoni motivi, ma ri- schiando di rimanere come imprigionate in questa lamentosità, senza accorgersi che proprio questo è il gioco del demonio. Invece il Signore vuole che guardiamo alla nostra vita, qualunque essa sia, con gratitudine, con riconoscenza, con fiducia, provando gioia per il bene che facciamo, e per quello che molti altri fanno". Anno 3 Numero 14 Giugno 2011 ....INSIEME , CAMMINIAMO ! periodico di informazione della Parrocchia Gesù Adolescente …..continua la lettura a pagina 16

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Siamo portatori di luce…

Pasqua è leggerezza.

È essere portati dal vento. Leggi i racconti della risurrezione: sono processioni del cuore, corse col fiato in gola alle prime luci dell'alba, sussurri lievi di parole, odore di pesce arrostito sulla sabbia, un esserci e scomparire. "Non mi trattenere" dice Gesù a Maria di Magdala. E le parole, tutte, a togliere peso. A sciogliere, non a legare, ad aprire, non a chiudere. Un bisogno di vento leggero, di un vento che ti sfiori il viso. Perché questa è stagione di pesantezze. Insopportabili. E ogni giorno sono parole come pietre, come macigni. E dove si è mai rifugiato, ti chiedi, mi chiedo, il vento leggero della Pasqua? Costretto a spietato esilio. "Come siete pesanti" ti, mi vien detto da alcuni. E dove è mai la gioia di cui fa dono il Risorto? Lo cantate "vivente"… e parlate come se fosse "morto". Cantate nelle chiese a squarciagola: "I cieli e la terra sono pieni della tua gloria…". Pieni! E poi giudicate e parlate dei nostri cieli e della nostra terra come se fossero vuoti. Come se lui si fosse ritratto, fosse rientrato nella tomba. All'ombra dei morti e non nell'aria aperta dei viventi. Come se il suo Spirito, quello che soffiò il Risorto, si fosse esaurito ed oggi non fosse più vero che là dove abbondò il peccato sovrabbondò la grazia. Non vogliamo certo cadere in un facile, ingenuo, astratto ottimismo. Ci piace, ci sembra doveroso, stare, sano realismo, ad occhi aperti su ciò che accade dentro di noi e fuori di noi. Ma vi sembrano esempi di sano realismo, vi sembrano fotografia corretta della realtà i notiziari dei nostri telegiornali? Da ingenuo sognatore a volte mi sorprendo a pensare che cosa succederebbe se ad ogni notizia più o meno funerea aggiungessimo un "forse" e un "ma". Un forse che va a interrogare se non ci sia dell'al-tro. A ridimensionare quel giudizio che sembra così totale e così perentorio. O forse potremmo spesso aggiungere un "ma": è vero, questo è un segno negativo, ma leggi, guarda, altri segni. O sei cieco? Cieco perché il bene tu lo vedi solo nel tuo territorio, a casa tua? E se cominciassimo a fare esercizio di racconti positivi? Di passaggi segreti della grazia? Di sconfina-menti del vento della risurrezione? Raccontatori impenitenti e testardi di un'altra cronaca, che non è meno vera. Stento a pensare che sia vera solo per me:l 'avventura della realtà non è forse in sorte a tutti? L' avventura dello Spirito non dovrebbe essere data a tutti sorprenderla? Comincio anche a pensare che, quando il lamento prende il sopravvento nei nostri pronunciamenti, nelle no-stre assemblee siamo in perdita certa di fede. Per miopia di cuore e di visione. Sul bisogno di raccontare con la vita, con i nostri volti, troppo spesso incupiti, la gioia, insiste il Cardi-nal Martini, ricordando come "già nel tempo presente che ci è dato dobbiamo vivere questa gioia, questa esultanza, questa serenità, questa pace, qualunque siano le circostanze in cui ci troviamo, an-che se molto sofferte e dolorose. Ciò non significa passare sopra alle sofferenze ,ma rendere più acuto il nostro sguardo…" . E aggiunge: "Credo che di serenità ci sia tanto bisogno per ciascuno di noi, ma anche per la nostra società e per le nostre comunità che troppo spesso si lamentano, magari con buoni motivi, ma ri-schiando di rimanere come imprigionate in questa lamentosità, senza accorgersi che proprio questo è il gioco del demonio. Invece il Signore vuole che guardiamo alla nostra vita, qualunque essa sia, con gratitudine, con riconoscenza, con fiducia, provando gioia per il bene che facciamo, e per quello che molti altri fanno".

Anno 3

Numero 14

Giugno 2011

....INSIEME ,

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Parrocchia Gesù Adolescente

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Anno 3

Numero 14

CINEBARNAB.forum

il Cinema d’argomento religioso

Mi è giunta direttamente da un parrocchiano maturo, che conosco da sem-pre e stimo, una richiesta di cinematografia a sfondo religioso, come a dirmi che, essendo la nostra un’iniziativa in ambito parrocchiale, almeno una par-

te dei lavori proposti dovrebbe essere di tale argomento; mi sono permesso di rispondere che, in “commissione”, quella che seleziona le opere da proiettare, si organizzano le scelte tenendo conto di alcuni principi che tutti rite-niamo di “buon cinema” e cioè “che rispetti lo spettatore”, “che ami i propri personaggi”, “che non abbia paura di imboccare strade ardue”, “che sappia dire qualcosa del mondo che ci circonda” e direi che, se esiste, come esiste, una cinematografia “religiosa” con queste caratteristiche non ci lasciamo certo sfuggire l’occasione per assecon-darne la proiezione.

Un bell’esempio di tale cinema lo abbiamo proposto di recente ed era “Uomini di Dio” di Xavier Beauvois, un sog-getto non certo commerciale che comunque ha avuto un importante riscontro di critica e di pubblico e questo, sono d’accordo con i critici, perché a volerlo e confezionarlo così è stato un regista “non credente” e, ciò nono-stante, non insensibile rispetto ad una vicenda terribile e significativa come quella dei monaci cistercensi vittime nel 1996 di un oscuro momento politico in Algeria; senza eccedere con la polemica, molta critica autorevole attri-buisce la qualità e quindi il successo del lavoro alla sensibilità e al tipo di approccio di una personalità lontana, per scelta meditata, dalla Chiesa nel senso, e qui occorre riflettere, che un “credente”, più o meno inquadrato ed allineato con la Chiesa cattolica, non sarebbe riuscito a cogliere il senso profondo dell’”avamposto cristiano in ter-ra musulmana”, convinto com’è che la Religione cristiana sia anche cattolica e quindi rivesta grande importanza anche l’aspetto, per così dire, “politico” della presenza missionaria; in questo lavoro emerge invece l’umanità in-discutibile di persone, anche se “religiosi”, la cui fede muove veramente le montagne, si libera dal proselitismo e si propone in senso evangelico, limpido e scevro da condizionamenti; i monaci protagonisti fanno fiorire il loro “credo” senza dimenticarne gli aspetti formali e spirituali ma improntando il loro quotidiano ad una grande so-brietà, mettendo a disposizione di una comunità umile sia economicamente che culturalmente un presidio medico e sociale di notevole spessore, condividendo la “responsabilità religiosa” con le autorità musulmane di comunità con grande rispetto e stima reciproci; tutto questo in modo naturale, integrandosi e partecipando della vita co-munitaria in modo condiviso e familiare, senza pretendere nulla in cambio.

Uno degli aspetti portanti, ben espressi nel film, della loro personalità che non è quella di superuomini in odore di santità, è l’umana debolezza che si evince dal travaglio che ognuno di loro vive prima di dichiararsi pronto ad ac-cogliere il proprio destino con grande coerenza; ciò li rende uomini tra gli uomini e solo la furia cieca dell’irrazionale riesce a strapparli al “bene” mentre il “male”, lo si percepisce nell’economia del racconto, arriva più dalle “forze governative” che non dai cosiddetti “fondamentalisti” e questo è da spiegare: un’altra caratteristi-ca dei monaci, che fa luce appunto sull’epilogo, è lo studio e la conoscenza del Corano che il Padre priore coltiva con quotidiana dedizione; tale conoscenza che diventa cammin facendo sensibilità , gli consente, come dicevamo, di conseguire stima ed autorevolezza con i capi religiosi della comunità ma, in un drammatico contatto con i ter-roristi, grazie ad una citazione coranica, gli fa guadagnare anche la stima di un capo terrorista la cui vis rivoluzio-naria non prescindeva evidentemente dalla propria formazione religiosa.

Ora, riuscire a cogliere tutte queste sfumature edificanti, come dicevo, secondo i critici, è più da “non credente” che da “credente”; è discutibile; io la prendo come provocazione; certo il film è stupendo e consiglio chi non lo avesse già fatto di andarlo a vedere e di prestare, tra l’altro, attenzione alla bellissima scena dell’”ultima cena” sottolineata dalla musica celestiale del “Lago dei cigni” di Ciaicovski; una scena da storia del cinema, emozionan-te, poetica, luminosa, veramente da “pelle d’oca”.

Tornando alla richiesta iniziale che ha ispirato tutto quest’ordine di considerazioni posso aggiungere che le nostre scelte vanno sempre nella direzione del cinema autoriale e i nostri “canoni” che ho citato direi che possono ga-rantire ai nostri affezionati che non si troveranno mai di fronte a lavori vuoti o commerciali; religione, e forse me-glio, religiosità si trovano comunque anche in tanti altri lavori che proponiamo e non potrebbe essere altrimenti

perché le abbiamo dentro. Lino Giorgini

Si è conclusa la stagione 2010/2011 con il film “Hereafter” di Clint Eastwood.Abbiamo proiettato 28

films d’autore,raccogliendo offerte libere per i lavori svolti nel Teatro per circa 2000,00 euro!

Grazie a TUTTI per la partecipazione ed un ARRIVEDERCI ad OTTOBRE Films commission

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Recensione libraria a cura di Ines C. P.Kaeppelin: “Il silenzio vitale” (ed.Mess.Padova), euro 7 In un mondo dove le parole dette a sproposito non hanno piu’ peso e dissolvono ogni relazione affettiva ecco una proposta per parlare invece in modo vitale, per

ascoltare e dare ascolto…Il silenzio diventa spazio per le parole interiori, luogo dell’anima e delle emozioni… “Immateriale come un canto, il silenzio contiene il ru-more dello scorrere dell’acqua o il crepitio di un ceppo nel camino”…Lo si trova su una vetta, nel deserto, racchiuso in un paesaggio e recuperato nel proprio cuore…è ascolto di cio’ che ci supera, contemplazione e mistero…è porta per aprirsi a Dio…è incontro col Padre .

Spunti di riflessione :La curva dell’amore

L’amore non si diffonde in linea retta.

L’amore nasce e vive in una linea curva e comincia con il ventre tondeg-giante della madre che aspetta. L’amore è l’abbraccio generoso di chi ama; è il sorriso trepidante di due labbra piegate in su; è lo sguardo generoso appena appoggiato sulle mani concave di chi chiede un’offerta.

La curva dell’amore è nella sagoma di un cuore che perdona, contro ogni evidenza; ma è anche nelle ciglia bagnate di quelli che non sperano piu’, ai quali non tornano i conti, che si chiedono perché e che non si danno pace…

La curva dell’amore è la forma della schiena dei vecchi, piegati dalla vita e dalle difficolta’, ma anche quella dei malati, inclinati dal peso degli affanni e dalla fatica di vivere…; è anche la pesante tunica francescana, curvata dalle rinunce, dai digiuni, dalle veglie di preghiera…Anche questo è amore.

La curva dell’amore che conosco è quella delle ali degli uccelli, protesi e festosi in un volo azzurrino, ma anche la scia increspata dalla brezza marina, lieve e impalpabile come l’onda su cui scivola- ac-canto a me- la canoa della mia cara L.

E ancora l’arcobaleno evanescente che è ponte misterioso tra le colline e il cielo e, salendo, si illumina intensamente di una tavolozza variopinta; è anche il volo a spirale dell’ultima foglia accartocciata, staccata dall’albero che non sa nutrirla piu’…

La curva dell’amore è il mantello di Martino, diviso in due per il fratello infreddolito e per tutti gli umili meno fortunati; ma è anche quella tra le ali del mio angelo, che mi avvolge e fa profumare di eterno la mia vita…

L’amore si curva anche nella pieta’ di Maria e nel silenzio di Dio…

La linea curva dell’amore è il significato e il senso stesso della nostra esistenza ed è il valore della nostra umanita’.

Se io mi curvo su di te e mi prendo cura di te non posso che essere in pace.

Ogni uomo puo’ provare, curvandosi, ad amare nella misura di Dio.

Solo in questa curva d’amore è la felicita’ irrinunciabile: essere innamorati della vita e per questo es-serne grati a Dio!

Ines Caminiti

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Le ricette di ANNA

Insalata russa Ingredienti per circa 1.100 gr di insalata russa

1 busta da 450 gr di misto per insalata russa surgelato (oppure misto di pa-tate e carote a cubetti e piselli)

200 gr di patate—1 barattolo da 225ml di maionese Calvè—1 barattolo da 225ml di giardiniera di verdure

3 uova—olio extravergine di oliva—aceto balsamico—1 spicchio di limone - gamberi surgelati (facoltativi)

Preparazione

Alcune ore prima (meglio la sera prima se deve essere pronta per pranzo) cuocere a vapore il misto per russa porlo in un contenitore capiente e condirlo con poco olio, sale, uno spruzzo di aceto balsamico e il succo di uno spicchio limone; coprire il contenitore e mettere in frigo a raffreddare.

Cuocere a vapore le patate intere dopo aver bucherellato la buccia con la forchetta, sbucciarle, schiacciarle con la forchetta, condirle con olio e sale e aggiungerle al misto di verdure, riponendo il tutto in frigo a raffreddare.

Preparare le uova sode mettendo le uova in acqua fredda, portando ad ebollizione e lasciandole bollire non più di 12 minuti altrimenti il tuorlo diventa verde; farle raffreddare cambiando spesso l'acqua nel pentolino quindi met-terle in frigo ancora col guscio.

Scolare la giardiniera recuperando il liquido, tenere da parte un po' di pezzetti colorati per la decorazione, ad e-sempio alcune cipolline tagliate a metà, dei pezzetti di carota, di peperone e di cetriolo, dei ciuffi di cavolfiore che rimetterete in frigo nello stesso barattolo con il loro liquido originale. Passare nel mixer il resto della giardiniera tritandola in modo grossolano e quindi aggiungerla alle altre verdure mescolando bene e riponendo nuovamente in frigo.

Quando il tutto sarà ben freddo aggiungere mescolando con cura circa 2/3 della maionese e disporre artistica-mente in un piatto da portata. Sgusciare con attenzione le uova e tagliarle a spicchi o a fettine con l'apposito ta-gliauova. Decorare l'insalata con le uova, i pezzetti di giardiniera scolati dal liquido; volendo si possono aggiunge-re alla decorazione alcuni gamberi leggermente scottati e sgusciati. Completare alcuni ciuffi di maionese usando una siringa o una tasca da pasticciere oppure utilizzare la maionese in tubetto.

Anna Rossi

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A TEATRO !! 4 Giugno 2011

La nuova commedia della Compagnia del Muretto è stata presentata nel nuovo

Teatro Parrocchiale.La regia di Angelo Cubeda e la bella prova recitativa dei ragazzi ci hanno regalato due ore di sa-

no divertimento. Le offerte libere raccolte sono state intera-mente devolute alla Parrocchia per gli one-rosi costi sostenuti per il rinnovamento della

sala teatro.

Replica ad Ottobre

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Numero 14

“Non ho più alcuna paura, dedico la mia vita a Gesù” di Riccardo Giammarini, tratto da un articolo di Aldo Maria Valli su Nuovo Progetto n° 4 – aprile 2011

La parola martire purtroppo non appartiene solo al passato, ce ne sono tanti, troppi, e Shahbaz Bhatti lo è in ogni senso.

Ha pagato con la vita la sua coerenza di servitore dello Stato e cattolico fedele al Vangelo: ministro pachistano per le minoranze religiose, difensore di Asia, la donna condannata a morte per blasfemia.

Non si è mai preoccupato di proteggersi, esponendosi sempre per gli altri, soprattutto per la gente più povera: ha combattuto per i diritti dei cristiani e di tutte le minoranze oppresse, in particolare contro la legge sulla bla-sfemia che condanna a morte chi offende Maometto.

Laureato in legge, iniziò ad occuparsi di politica perché toccò con mano le ingiustizie del Pakistan: aveva 23 anni quando il Governo propose una carta di identità diversa per cristiani e musulmani. Lui si oppose, protestò senza paura, guidando diverse manifestazioni, e da allora capì che quella doveva essere la sua strada.

Una volta spiegò a chi gli chiedeva perché non si facesse sacerdote, che restare laico gli permetteva di vivere più facilmente tra la gente bisognosa, perché i preti in Pakistan sono sottoposti a troppe limitazioni.

Nel febbraio di quest’anno fu minacciato di morte e gli amici gli consigliarono di trasferirsi in Italia, ma lui non ne volle sapere, il suo posto era in Pakistan, a battersi per i diritti degli oppressi: era perfettamente consapevo-le del pericolo, ma una sua fuga sarebbe stata una vittoria per gli intolleranti.

I suoi assassini lo hanno colpito il 2 marzo con 25 colpi di kalashnikov mentre risaliva in macchina dopo essere stato a trovare la madre; hanno lasciato volantini di rivendicazione firmati da Al Qaeda e dai talebani del Pun-jab, in cui promettono la stessa fine a chi si oppone alla legge sulla blasfemia introdotta nel 1986.

Più di ogni parola e di ogni commozione, il senso della sua vita e della sua morte è riportato nel suo testamento spirituale:

“Il mio nome è Shahbaz Bhatti. Sono nato in una famiglia cattolica.

Mio padre, insegnante in pensione, e mia madre, casalinga, mi hanno educato secondo i valori cristiani e gli insegnamenti della Bibbia, che hanno influenzato la mia infanzia. Fin da bambino ero solito andare in chiesa e trovare profonda ispirazione negli insegnamenti, nel sacrificio e nella crocifissione di Gesù. Fu l’amore di Gesù che mi indusse ad offrire i miei servizi alla Chiesa.

Le spaventose condizioni in cui versavano i cristiani del Pakistan mi sconvolsero. Ricordo un venerdì di Pasqua quando avevo solo tredici anni: ascoltai un sermone sul sacrificio di Gesù per la nostra redenzione e per la sal-vezza del mondo. E pensai di corrispondere a quel suo amore donando amore ai nostri fratelli e sorelle, ponen-domi al servizio dei cristiani, specialmente dei poveri, dei bisognosi e dei perseguitati che vivono in questo Pae-se islamico.

Mi è stato richiesto di porre fine alla mia battaglia, ma io ho sempre rifiutato, persino a rischio della mia stessa vita. La mia risposta è sempre stata la stessa. Non voglio popolarità, non voglio posizioni di potere. Voglio solo un posto ai piedi di Gesù. Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino per me e dicano che sto seguendo Gesù Cristo. Tale desiderio è così forte in me che mi considererei privilegiato qualora – in questo mio battagliero sforzo di aiutare i bisognosi, i poveri, i cristiani perseguitati del Pakistan – Gesù volesse accettare il sacrificio della mia vita. Voglio vivere per Cristo e per Lui voglio morire. Non provo alcuna paura in questo Pae-se. Molte volte gli estremisti hanno desiderato uccidermi, imprigionarmi; mi hanno minacciato, perseguitato e hanno terrorizzato la mia famiglia. Io dico che, finché avrò vita, fino al mio ultimo respiro, continuerò a servire Gesù e questa povera, sofferente umanità, i cristiani, i bisognosi, i poveri. Credo che i cristiani del mondo che hanno teso la mano ai musulmani colpiti dalla tragedia del terremoto del 2005 abbiano costruito dei ponti di solidarietà, d’amore, di comprensione, di cooperazione e di tolleranza tra le due religioni. Se tali sforzi conti-nueranno, sono convinto che riusciremo a vincere i cuori e le menti degli estremisti. Ciò produrrà un cambia-mento in positivo: le genti non si odieranno, non uccideranno nel nome della religione, ma si ameranno le une le altre, porteranno armonia, coltiveranno la pace e la comprensione in questa regione.

Credo che i bisognosi, i poveri, gli orfani qualunque sia la loro religione vadano considerati innanzitutto come esseri umani. Penso che quelle persone siano parte del mio corpo in Cristo, che siano la parte perseguitata e bisognosa del corpo di Cristo. Se noi portiamo a termine questa missione, allora ci saremo guadagnati un posto ai piedi di Gesù ed io potrò guardarLo senza provare vergogna.”

Shahbaz Bhatti, ministro pachistano per le minoranze, assassinato il 2 marzo 2011 a Islamabad.

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POLISPORTIVA CITTA’ dei RAGAZZI—Comunicazioni e riflessioni

Martedì 24 maggio si è riunito il consiglio direttivo della PCDR.

Da queste righe ringraziamo per il lavoro svolto Angelo De Lucchi che ha rassegnato dimissioni irrevocabili da vice presidente;al suo posto,votata all’unanimità, subentra Cristina Bertoli .

E’ importante segnalare che il numero dei soci adulti è salito a 150 e che sono stati tesserati 71 ra-gazzi;

Quindi un risultato più che lusinghiero che ci consente di programmare i necessari investimenti per la messa in sicurezza ed il miglioramento delle strutture esistenti.

Purtroppo non sono mancate le polemiche legate alla decisione insieme alla necessità ,pare non capita da alcuni, di consentire SOLO AI SOCI l’ingresso alle strutture ricreative della PCDR.

Dispiace rilevare che anche nella nostra comunità talvolta c’è chi non riesce ad esprimere critiche costruttive e serene, non pregiudiziali;

di lavoro cari amici, ne è stato fatto tanto ed è sotto gli occhi di tutti…

perché allora con spirito collaborativo non si cerca il dialogo, il confronto e piuttosto si preferisce tirare il sasso nascondendo la mano?’

perché un semplice cartello che indica in modo chiaro che l’ingresso è riservato ai soci scatena ed alimenta inutili malumori e critiche pesanti ?

Ribadiamo, pare necessario , le linee guida che ispirano la nostra attività, frutto di impegno perso-nale e di tempo sottratto al nostro vivere quotidiano, ai nostri impegni di famiglia e lavoro

L’accesso è riservato ai soci in regola con il pagamento della quota annuale

Perché la tessera?

Facile capirlo!

• la tessera permette l’individuazione del soggetto, al quale è richiesto un comportamen-to consono ed il rispetto delle regole:

• la tessera permette di assicurare il socio e di tutelarlo nello svolgimento delle attività; in quest’ottica la polisportiva si pone l’obiettivo di perseguire , in linea con le normative vigenti, l’organizzazione di attività ricreative e sportive ad arricchimento della proposta educativa e formativa della parrocchia che ispirano ed ispireranno sempre la PCDR.

Chiariti questi punti essenziali , invitiamo tutti a partecipare attivamente, a collaborare, ad esprime-re suggerimenti e critiche che sostengano la crescita di una realtà di aggregazione nella quale cre-diamo tutti fortemente

Remare contro non serve a nessuno…..

l’ASSEMBLEA DEI SOCI per l’adozione del nuovo statuto sociale, assoluta-mente necessario per la crescita della PCDR ,si terrà il giorno

14 giugno alle ore 20,45

Vi aspettiamo tutti, è importante esserci e partecipare con idee suggerimenti critiche e tanta voglia di fare

Il CONSIGLIO DIRETTIVO della Polisportiva Città dei Ragazzi

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Anno 3

Numero 14

Camminare sulle acque Noi cristiani siamo cristiani solo se camminiamo sulle acque.

Cosa vuol dire? Semplice: sentirsi amati senza riserve da Dio e poi, per amore, senza retorica, vivere il nostro cristianesimo da convertiti all’amore là dove sia-mo. Siamo bancari, dottori, casalinghe, insegnanti, operai? Svolgiamo il nostro lavoro da cristiani! Il cristiano non ruba, paga le tasse, ama la giustizia, non lascia solo nessuno, non diventa uomo di potere, ma è a servizio del bene. Il cristiano che vive secondo la legge dell’amore non lascia morire il proprio vicino di casa da solo, disperato, ma fa di quella situazione di solitudine una grande occasione di bene per tanti. Dovremmo fare di tutti i condomìni dei condomìni di solidarietà, dove nessuno è abbandonato, dove ognuno è curato.

Noi siamo fatti per camminare sulle acque: un cristiano filosofo è filosofo con Dio, un cristiano scien-ziato è scienziato con Dio e fa della scienza uno strumento preziosissimo per accudire e curare me-glio le persone, rispettando sempre la vita. Ma se ci facciamo prendere dalla paura, entriamo nella mentalità del mondo. Al contrario, a chi ci chiede conto di quanto stiamo facendo, dovremmo ri-spondere come lo scalpellino: “Sto costruendo una cattedrale, un mondo nuovo, un mondo ispirato alle beatitudini evangeliche”.

Ogni volta che qualcuno ha un problema dovrebbe dire: vado a casa mia. Una casa dove incontra cristiani accoglienti come un fuoco che scalda e illumina, che sono occhi per il cieco, piedi per lo zoppo, padri e madri per i poveri, consolazione per gli afflitti, compagnia per l’abbandono, speranza per il disperato, maestri buoni per i giovani, difensori dei bambini.

Un giorno, Giacomo, un ragazzo di diciassette anni che non pensava minimamente di porsi domande di fondo sulla vita, mi ha chiesto: “ma Dio esiste?”. Cercando di rispondergli, mi sono detto che si può arrivare a credere in Dio per un dono di fede, ma anche attraverso la ragione. Anzi forse, per ragionamento, è anche più facile.

Dio esiste perché il mio cuore me lo conferma. Dio esiste perché vedo che quando provo rancore contro una persona e prego, riesco a trasformare quel sentimento in pazienza. Il giudizio scompare, mi acquieto, ritrovo la pace. Dio esiste perché quando ho dei soldi, che potrei usare per me, donan-doli mi sento più felice. Ecco, in quella felicità, Dio esiste. E se Dio esiste, allora mi dono.

Se Dio esiste veramente, ho pazienza. Se Dio esiste veramente, allora ricomincio da capo. Se Dio esiste veramente, il mio peccato si ferma. Dio esiste e non ha bisogno né di me né di nessuno per dimostrare se stesso, ma ha bisogno di me, di noi per dimostrare il suo amore. Vuole ricominciare da noi perché la Chiesa torni ad essere un segno, torni a far parlare di sé non per gli scandali, ma attraverso le belle persone che ce la mettono tutta.

Emanuela Balbis

OSPITI A MENSA Una settimana come segno di carità. Tanti di voi ci conoscono ma mai abbastanza! Siamo una sessantina di volontari che si alternano per offrire un pasto completo a circa una decina di ospiti.Fino ad ora riusciamo a coprire cin-que giorni alla settimana. Vorremmo fare di più:aggiungere il mercoledì e perchè no? anche il lunedì! E' un'impresa impossibile? Forse no se anche altri di voi ci regalassero tre ore di un solo giorno al mese. Dai! Per così poco! Per saperne di più o per iscriversi: e-mail [email protected] o direttamente a Costante 3470667772. Contiamo sull'aiuto di tutti perchè non dimentichiamoci che "...quando avete dato da mangiare al più piccolo dei miei fratelli lo avete dato a me..." (Mt.25. 31,47) Emilia Spallarossa

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Prima Comunione : la LETTERA dei bambini al PAPA

Caro Papa Benedetto XVI,siamo un gruppo di bambini di catechismo della Parrocchia Gesu' Adolescente di Geno-va, via Padre G. Semeria 38 e quest’anno, il 15 Maggio alle ore 10.45, vivremo l'esperienza bellissima degli invi-tati alla cena di Gesu'.

Gesu' ci chiama a seguirlo, sin dal giorno del nostro Battesimo, richiesto dai nostri genitori.

Noi stiamo imparando a conoscerlo e desideriamo essere amici con lui.

Quest'anno saremo gli invitati, i beati, alla sua mensa. E' un invito importantissimo e degno di onore. Egli ci sta accanto, ci guida nelle nostre giornate e si da' come nutrimento delle nostre anime nel pane e nel vino eucaristi-co.

Nel Vangelo di Luca 18, 16-17 parla cosi': “Lasciate che i fanciulli vengano a me, non glielo impedite perche' a chi e' come loro e' permesso entrare nel regno dei cieli”.

Caro Papa, il tuo predecessore, Giovanni Paolo II ha scritto una bella lettera indirizzata a tutti i bambini, in cui dice: “ Quanto e' importante il bambino agli occhi di Gesu'. Al cielo sono destinati quanti sono semplici come i bambini, quanti come loro sono pieni di fiducioso abbandono, ricchi di bonta' e puri. Alza la tua manina, divino bambino, benedici i bambini di tutta la terra!”.

Grazie Papa Giovanni Paolo II, anche se non abbiamo avuto l'occasione di ringraziarti allora e di conoscerti, se non per mezzo dei nostri genitori, insegnanti e catechisti.

Ci e' stata data tanta importanza: Gesu' ci prediligeva! Tu lo hai ricordato e dimostrato con questo scritto. Da parte nostra, l'impegno nel nostro dovere e amore per Gesu' e per ogni fratello, anche se abbiamo paura che non sia mai abbastanza e che venga meno.

Abbiamo pero' l'aiuto di tante valide persone! Tu stesso per primo sostienici con la tua preghiera e benedizione dall'alto, e poi tutti quelli che concorrono a diffondere il Suo amore: il nostro parroco, le catechiste, i nostri geni-tori, gli amici.

Le tue parole hanno suscitato in noi coraggio e speranza, grazie per la fiducia che ci dai, speriamo che la sensibi-lita' e l'ingenuita' che ora abbiamo rimangano in noi per sempre!

Caro Benedetto XVI, ora sei tu il nostro Papa, e siamo certi che anche tu la pensi cosi'. Sei dalla nostra parte e delle persone che sono piene di fiducioso abbandono in Gesu', ricchi di bonta' e puri di cuore.

Donaci allora anche tu la tua benedizione e predilezione: e' come se fosse Gesu' stesso a farlo!

Sentiamo di portarti rispetto, di ricambiare la tua benedizione e ti vogliamo bene. CIAO!!!

…. La “TUA” Prima Comunione

... a distanza di pochi giorni dalla Prima Comunione della nostra bambina, condividiamo con voi pensieri e senti-menti di preghiera dedicati a lei, ma non solo….. per quel giorno così speciale e denso dell’attesa e del percorso di crescita nella conoscenza di Gesù di questi anni…

“Eccoci qua tesoro, eccoci al giorno della tua Prima Comunione.

Oggi, come nel giorno del tuo Battesimo, portiamo te che sei la nostra gioia profonda e il dono grande che abbia-mo ricevuto in custodia, all’altare del Signore, per farti incontrare con Gesù… E lo preghiamo perché ti guidi e ti nutra nel tuo cammino per sempre.

Abbiamo radicato in Dio la nostra fiducia, e con te oggi la rinnoviamo. Lui è il Salvatore ed è più potente degli uomini.. eppure abita la loro vita, segue con amore la storia e la semplice vita di ogni persona. Il Signore cono-sce i segreti dei cuori e i veri sentimenti che li animano, combatte i violenti e ama gli uomini onesti e costruttori di pace. A loro manifesta il suo volto, il sorriso di un amore che li rende liberi.

A te, tesoro, in questo giorno così intimamente gioioso ed emozionante, diciamo di non avere paura, di amare e di fare sempre il bene, e ti auguriamo che la forza che da oggi in poi sentirai ogni volta che avrai Gesù nel cuore, ti sostenga , giorno dopo giorno, nelle tue scelte di vita e ti maturi nell’impegno cristiano . Buona Prima Comunione, tesoro, da Mamma e Papà

Francesca Lacapra.e Alessandro Pozzi

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Anno 3

Numero 14

Prima Comunione…

I nostri pensieri...le nostre emozioni

• Ero molto agitata, ma la cosa che piu' mi e' piaciuta e' stata mangiare l'ostia, cioe' ricevere Gesu' dentro di me (Ilaria Z.)

• E’ stato bellissimo quando ho fatto la Comunione (Tommaso)

• E' stato emozionante ricevere Gesu' nel cuore (GianLuca)

• Il giorno della mia Prima Comunione, ho provato molta emozione, gioia e felicita', nel ricevere per la prima volta nel mio cuore Ge-su' (Benedetta)

• Ero molto emozionata, mi batteva il cuore molto forte, non riuscivo a stare ferma e quasi mi tremavano le mani (Margherita)

• E' stato bello sentire dentro di me Gesu' (Federico S.)

• E' stato molto emozionante fare la Prima Comunione e mi e' piaciuto molto prendere il corpo di Gesu' e il vino (Arianna)

• Ero molto emozionato quel giorno, e non era per l'ostia buona o cattiva, ma l'importante e' che mi e' entra-to dentro Gesu' (Leonardo)

• Sono felicissima, perche' questa Domenica ho finalmente ricevuto Gesu' nel mio cuore pieno d'amore solo per lui. (Carola)

• Il 15 Maggio ho fatto la mia Prima Comunione, ero veramente agitata, ma appena mi hanno passato il gra-no coltivato a catechismo, tutta l'agitazione se n'e' andata e al suo posto si e' trasferita la gioia (Laura)

• L'emozione che ho provato il giorno della mia Comunione e' stato immenso, soprattutto quando ho ricevuto l'ostia consacrata (Daniele)

• Il giorno della mia Prima Comunione ero molto teso e agitato, comunque l'emozione che ho avuto nel rice-vere Gesu' nel cuore e' stata grande. Ho provato molta gioia non solo nei regali e nella festa al ristorante, ma ero gioioso di Gesu' che ora e' dentro il mio cuoricino (Massimiliano)

• La Prima Comunione e' una cosa stupenda, un'emozione mai provata prima e se penso che questo gesto lo ripetero' piu' di una volta, mi emoziono ancora di piu' (Rodolfo)

• Ho vissuto un momento di felicita' e allegria, alla Prima Comunione, ero anche agitatissima (Chiara)

• Ero felice, ma anche molto emozionata di ricevere Gesu', perche' io credo in lui, e' molto buono e perdona tutti, inoltre ero al decimo cielo al momento di prendere l'ostia, pensavo di svenire, fortunatamente avevo Gesu' al mio fianco che mi ha dato la forza, ed ero super contenta (Bianca)

• Mi sono emozionata tantissimo, avevo anche paura di dire la frase davanti a tutti. Il momento in cui mi sono emozionata di piu' e' stato quando ho preso l'ostia e il vino (Viviana)

• La cosa piu' bella e' stata ricevere Gesu', ero molto felice e agitata, ero la prima a prendere l'ostia, e tutti mi guardavano (Silvia)

• Ero contento e cosciente di ricevere Gesu', anche se il vino era un po' amaro (Filippo)

• Ero felice di accogliere Gesu' nel mio cuore perche' credo in Lui. Ero emozionato e contento, cri-stallino e puro quando ho mangiato l'ostia sottoforma di Gesu' (Matteo)

• Al momento di prendere l'ostia le gambe mi tremavano perche' ero emozionata. Poi ero felice di aver ricevuto Gesu' in me (Ilaria M.)

• La cosa che mi e' piaciuta di piu' della mia Comunione e' stata il ricevere Gesu' nel cuore. Non mi importava tanto dei regali, ma solo di Lui (Elena)

I BAMBINI della Prima Comunione

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Anno 3

Numero 14

“ IL NOSTRO INCONTRARCI ” ...agenda Parrocchiale

GIUGNO • Venerdì 3 Primo venerdì del mese ore 17,00 Adorazione Eucaristica per le vocazioni sa-

cerdotali e religiose, Vespri

• Sabato 4 ore 21,00 Teatro la compagnia “I ragazzi del muretto” in : “Vinsanto”, com-media brillante in due atti

• Domenica 5 Festa della Parrocchia e chiusura dell’anno Pastorale. Pranzo comunitario, giochi alla Città dei Ragazzi.

• Mercoledi 8 ore 18,00 riunione per il Campo estivo 2011 aperta a genitori e ragaz-zi;ultime informazioni e SALDO quota

Da giovedì 23 a Domenica 03 luglio

Campo estivo per bambini/e e ragazzi/e a DEGIOZ, Valsavarenche (Val d’Aosta)

ORARI delle SANTE MESSE 2011

Giugno

Feriali ore 8.30; 18.00 *** Festive ore 9.00;11.00;18.00

Luglio:

Feriali ore 8.30; 18.00 *** Festive ore 9.00; 11.00

Agosto:

Feriali ore 8.30 *** Festive ore 9.00; 11.00

Settembre:

Feriali ore 8.30; 18,00 *** Festive ore 9.00; 11.00

Messe Prefestive sempre alle ore 18.00

L’ANGOLO DELLA POESIA Dammi la serenità – Reinhold Niebuhr

O Dio, dammi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare; il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare; la saggezza per distinguer le une dalle altre. Concedimi di vivere un giorno alla volta, assaporare un momento per volta, accettare le prove come un sentiero verso la pace; prendere, come Egli ha fatto, questo mondo di peccato così come è, e non come io lo vorrei; credere che Egli opererà tutto bene se io mi arrenderò alla Sua volontà. Fa’ che io possa essere abbastanza felice in questa vita e sommamente felice in quella eterna, con Lui per sempre. Amen.

Scelta per noi da Luisa Montalto

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Cari genitori di……. sono padre Enrico Gandini, il vostro parroco e con questa lettera pensata insie-me alle catechiste vorrei iniziare ad intraprendere un dialogo con la vostra fami-glia. Siccome vostro figlio/a è nato nel 2004 e frequenta la seconda classe ele-mentare, la nostra comunità vi vuole proporre un cammino di iniziazione cristia-na, il catechismo. Ci offriamo quindi per collaborare assieme a voi nell’educazione alla fede di vostro figlio/a, anche e soprattutto con la vostra atti-va partecipazione. Ai vostri figli faremo vivere importanti e significativi momenti in questa bella avventura che è l’incontro con Gesù, Via, Verità e Vita. Il clima che gli faremo respirare sarà di amicizia, armonia, e gioia nell’accoglienza dell’altro. Da quest’anno il catechismo presenterà un nuovo andamento: gli incontri, che si ter-ranno sempre e comunque nel giorno e nell’ora stabiliti, avranno una cadenza mensi-le -durante il Tempo Ordinario- e settimanale nei tempi forti (Avvento e Quaresima), per la preparazione al Natale e alla Pasqua. Inoltre i vostri figli avranno anche la pos-sibilità di partecipare con voi alla S.Messa Domenicale delle ore 11.00 in Parrocchia e alle altre attività ludiche-ricreative-culturali che saranno presentate. Questa proposta formativa che vi presentiamo si inserisce in un cammino di cateche-si che riguarda, a diversi livelli, tutte le persone che vivono la parrocchia. La Parrocchia è il luogo dove la Comunità Cristiana si impegna attraverso la cateche-si ed altre diverse iniziative a far crescere bambini, ragazzi, giovani e adulti nell’amicizia, nel rispetto reciproco e nella conoscenza di Gesù. Noi crediamo in questa proposta educativa e formativa e pertanto siamo lieti di acco-gliere voi e i vostri figli all’interno delle varie attività che man mano si svilupperanno nel corso dell’anno pastorale. Vi ringraziamo anticipatamente per la fiducia che ci accorderete e per la vostra attiva collaborazione che sarà sempre gradita e necessaria affinché la vita comunitaria par-rocchiale possa procedere al meglio e possa sempre farci sentire a casa nostra. Avre-mo quindi il piacere di incontrarvi e conoscervi in parrocchia, presso il salone-teatro:

GIOVEDI’ 6 Ottobre alle ore 19.00

Nell’ attesa, porgiamo i nostri più cordiali saluti. p.Enrico Gandini e le Catechiste Genova, lì 2 giugno 2011

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Anno 3

Numero 14

PARROCCHIA GESU’ ADOLESCENTEPARROCCHIA GESU’ ADOLESCENTEPARROCCHIA GESU’ ADOLESCENTE

PADRI BARNABITI

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Anno 3

Numero 14

AVVISO AI GENITORI DEI BAMBINI E RAGAZZI DELL'INIZIAZIONE CRISTIANA

Vi informiamo che per l'anno 2011/12, per i bambini/e ed i ragazzi/e che intendono fre-quentare gli incontri di catechismo, occorre effettuare l'ISCRIZIONE per il primo anno o la CONFERMA di iscrizione per gli anni successivi. Questo, sia per motivi organizzativi, sia co-me segno di adesione consapevole all’itinerario di Iniziazione Cristiana, prima di tutto da par-te dei genitori, che sono i primi educatori alla fede dei loro figli.

Perché il catechismo?

Perché i nostri bambini e ragazzi incontrino Cristo, Via, Verità e Vita e non

per abitudine,

per tradizione,

per imposizione.

Vi aspettiamo in Parrocchia a partire

da lunedì 3 ottobre fino a venerdì 7 ottobre

dalle 17,00 alle 18,30.

Per l'iscrizione è necessario consegnare:

Modulo di iscrizione compilato e firmato da entrambi i genitori;

Quota di iscrizione € 20,00 (+ €15,00 per ogni altro fratello iscritto), comprensiva di testi e sussidi, a parziale copertura del materiale didattico e spese generali.

Coloro che si iscrivono per la prima volta devono inoltre portare :

Certificato di Battesimo;

Nulla osta del proprio Parroco, per i fuori Parrocchia.

L'iscrizione al catechismo comporta per i bambini: la frequenza agli incontri settimanali e alle altre proposte, in particolare a quelle specifiche del proprio anno. Ai genitori chiediamo la partecipazione agli incontri legati al percorso di Iniziazione Cristiana dei loro figli e li invi-tiamo a vivere, il più possibile, la vita della comunità parrocchiale nei suoi diversi a-spetti di formazione, crescita umana, spirituale e culturale.

Ringraziamo per la collaborazione

Il Parroco e le Catechiste

PARROCCHIA GESU’ ADOLESCENTEPARROCCHIA GESU’ ADOLESCENTEPARROCCHIA GESU’ ADOLESCENTE

PADRI BARNABITIPADRI BARNABITIPADRI BARNABITI

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MODULO DI ISCRIZIONE AL CATECHISMO 2011-2012 (Si prega di compilare in stampatello)

NOI GENITORI_____________________________________________________________________

(COGNOME E NOME DEL PADRE)

E ______________________________________________________________________________

(COGNOME E NOME DELLA MADRE)

ISCRIVIAMO NOSTRO/A FIGLIO/A___________________________________AL

□ PRIMO ANNO □ QUARTO ANNO

□ SECONDO ANNO □ QUINTO ANNO

□ TERZO ANNO □ SESTO ANNO

Siamo consapevoli che l’itinerario di Iniziazione Cristiana comporta:

• la frequenza assidua agli incontri di catechismo e alle altre iniziative proposte;

• la partecipazione alla S.Messa festiva;

• il nostro sostegno e la nostra testimonianza di fede.

ALCUNI DATI DI NOSTRO/A FIGLIO/A:

cognome______________________________________nome_____________________

nato/a a__________________________________il_____________________________

residente in_____________________________________________CAP________

telefono casa__________________ e-mail_____________________________________

cell.papà_______________________ cell.mamma_______________________________

parrocchia di appartenenza_________________________________________________

scuola________________________________________________classe_____________

Si allega: □ la quota annuale di € 20.00 (+ € 15,00 per ogni altro fratello iscritto);

Coloro che si iscrivono per la prima volta devono inoltre portare :

□ Certificato di Battesimo;

□ Nulla osta del proprio Parroco, per i fuori Parrocchia.

Il/La sottoscritto/a dichiara di essere consapevole che gli oratori, le parrocchie, potranno utilizzare i dati contenuti nel presente modulo esclusivamente nell’ambito e per fini istituzionali propri e della pubblica amministrazione (legge 31/12/1996, n.675 “Tutela della Privacy”-art.27)

Firma del padre______________________ Firma della madre________________________

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Anno 3

Numero 14

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Anno 3

Numero 14

Libro o “e-book” ? Il piacere della lettura oggi...

Che faccia farebbero i vari Dante, Manzoni e Shakespeare, non ci è dato saperlo. Allibita? Senz'altro. Divertita? Probabile. E se osservassero meglio il giovane mentre “sfoglia” i loro capolavori per mezzo di un e-book, sicu-ramente inizierebbero a confabulare su quella strana lavagnetta metallica luminosa. Tablet, i-pad, pdf, libri vir-tuali, ecc : tutti termini che hanno poco a che fare con la letteratura, eppure quanto mai attuali. Vi immaginate se il buon Don Abbondio, prima di essere interrotto da Perpetua, “ruminasse” sull'identità di Carneade, strin-gendo tra le mani un e-book ? E se il capitano Achab, alla ricerca della temibile Moby Dick, aggiornasse il suo diario di bordo...virtuale? Ci chiederemmo se stessimo leggendo il racconto Herman Melville oppure uno di Isa-ac Asimov, prima di tutto. Dopodichè una domanda balenerebbe nella nostra mente: ma che fine hanno fatto i libri?

Ed è la questione che sta coinvolgendo un po' tutti i “puristi” della lettura, di fronte all'avanzata prepotente del-le nuove tecnologie multimediali studiate per riprodurre, in via digitale, uno dei piaceri più intensi ed affasci-nanti della società umana.

Steve Jobs, fondatore della Apple, ci ha visto lungo. Prima con il telefono touch screen più famoso del mondo, ora con l'I-pad, ha sicuramente rivoluzionato il modo di concepire la lettura. Con una semplice ma molto costo-sa “tavoletta” possiamo viaggiare su internet, redigere un documento, guardare un film e, appunto, “divorare” la nostra opera letteraria preferita. Una pacchia, non c'è che dire! Senza considerare i notevoli vantaggi che porta un oggetto così leggero e maneggevole: molto più spazio nelle nostre borse e multimedialità allo stato puro.

Tante scuole nel mondo hanno sposato con entusiasmo l'ascesa al successo dei Tablet, sostituendo i pesanti testi scolastici con questi luminosissimi schermi portatili. E se il Pierino di turno dimenticasse il dizionario a ca-sa, la mamma rimedierebbe prontamente inviandoglielo via posta elettronica, oppure acquistandolo diretta-mente dall'apposito negozio virtuale.

Siete affascinati? Increduli? Ma è questa la realtà di oggi.

Ora, dopo questa mole di termini tecnici di chiara origine anglosassone, fate un semplicissimo gesto: andate dalla vostra libreria che gelosamente custodite, e osservatela bene.Un giorno potrebbe non esistere più, ridotta ad un semplice CD. Prendete un libro in mano, quello che preferite. E dopo averlo aperto, sfiorate le pagine, annusate l'odore che queste emanano: vi assicuro che accarezzare un freddo schermo non è la stessa cosa. Volete forse che il piacere di passare un pomeriggio in libreria, da Feltrinelli, alla Berio, non faccia parte più della vostra vita? Io non credo. E allora, come novelli Montag in Farenheit, dove il protagonista lotta con tutte le sue forze per difendere il diritto alla lettura, il diritto di poter leggere fisicamente un racconto, salvate i libri. Quelli elettronici sono comodi, leggeri, rapidi ed intuitivi...forse troppo. I tablet hanno invaso il mercato con prepotenza, ma non sono riusciti ad abbattere il muro che le pagine ingiallite hanno innalzato in più di due mil-lenni: e mai lo faranno. La Magna Charta Libertatum, la Bibbia, la nostra Costituzione. L'uomo sancisce la sua realtà e la scolpisce nel marmo dei libri di carta. E non c'è batteria da ricaricare, perchè è la nostra storia che alimenta i nostri pensieri, i nostri sogni, le nostre speranze. Che trovano casa in un vero libro, oggi e sempre.

Francesco Colombo

LA BELLA ITALIA - Arte e cultura delle citta' capitali - Sino all'11 SETTEMBRE 2011 alle SCUDERIE JUVARINE della REGGIA DI VENARIA,si puo' visitare una stupen-da mostra che costituisce un PERCORSO CULTURALE DALL'ANTICHITA' ALL'UNIFICAZIONE ITALIA-NA,attraverso le citta' capitali culturali e politiche della nostra BELLA ITALIA.

Oltre 360 opere opere sono esposte nelle scuderie progettate da FILIPPO JU-VARA in un progetto scenografico ideato magistralmente da LUCA RONCONI con la la coordinazione del grande critico d'arte ANTONIO PAOLUCCI. Il per-corso di visita si snoda in dieci sezioni,ognuna in corrispondenza delle citta'che hanno fatto l'unione del nostro amato paese.

Si passa da reperti archeologici a grandi autori come GIOTTO, BOTTICELLI VERROCCHIO, LEONARDO,CARAVAGGIO, RUBENS. VAN DYCK-etc...

APERTURA: DALLE 9 ALLE 20 escluso il LUNEDI’ -WWW.LAVENARIA.IT Roberto Peruch Per ulteriori informazioni [email protected] tel.010357754

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Ho trovato un tesoro…

Qualche tempo fa ero in sala a cercare una cosa che (nel disordine che immagino comune a tutti o tanti di noi..) non ho trovato..

Mi è capitato fra le mani, però, un articolo che non ho potuto non leggere e che vorrei condividere con chi leggerà queste pagine del nostro giornalino..e che penso si possa ben collegare alla consegna delle Beatitudini della nostra Messa di domenica scorsa..

“Poi dirà a quelli di sinistra: ”Via , lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché

Ero affamato nel Darfur e non mi avete dato da mangiare

ero baby soldato in Uganda e non mi avete liberato

ero scomparso in Argentina e non mi avete cercato

ero schiavo del sesso in Thailandia e non mi avete salvato

ero chiuso nelle miniere d’oro in Costa d’Avorio e mi ci avete lasciato

ero accusato di stregoneria in Congo e non mi avete difeso

ero orfano da aids in Mozambico e non mi avete adottato

ero spaccatore di pietre in Nepal e non mi avete protetto

ero zingaro in Ungheria e non mi avete salvato

ero menino da rua in Brasile e non mi avete ospitato

ero denutrito in Ucraina e non mi avete sfamato

ero malato di morbillo in Amazzonia e non mi avete vaccinato

ero schiavo nelle piantagioni in Tanzania e non mi avete riscattato

ero lavavetri in Francia e non mi avete aiutato

ero tessitore di tappeti in Turchia e ve ne siete approfittati

ero corriere della droga in Messico e mi avete sfruttato

ero vittima del racket dell’elemosina in Spagna e non mi avete guardato

ero conteso da genitori divisi in ogni parte del mondo e mi avete abbandonato

ero maltrattato in famiglia in Italia e mi avete dimenticato

ero mini prostituto a Calcutta e non mi avete recuperato

ero analfabeta, nudo, malato, in agonia, abortito, ucciso in ogni parte del mondo e mi avete ignorato

mentre Dio ha detto ”se non diventerete come me non entrerete nel regno dei Cieli”……

Ho letto questo articolo insieme a mia figlia, le ho spiegato alcune parole, e insieme abbiamo pianto perché l’orrore della vita di tanti bambini nel mondo è troppo grande anche solo da immaginare.

E insieme abbiamo pregato che nessuno, ma proprio nessuno di noi, possa essere maledetto da Dio.

E’ stato un momento forte e inaspettato in quel giorno e non importa davvero se non ho trovato quel cercavo.

Francesca Lacapra e Benedetta Pozzi

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Anno 3

Numero 14

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…..INSIEME , CAMMINIAMO!

Periodico trimestrale della Comunità Parrocchiale

….scrivi i tuoi commenti,suggerimenti alla Redazione:

[email protected]

Parrocchia Gesù Adolescente

Padri Barnabiti Via Padre G Semeria, 38-GENOVA

tel 010358177

[email protected]

Sono diventati Figli di Dio… VILLA ELISA, V. Fabrizi 64/10;

GIAMMARINI MATTEO FEDERICO EMANUELE, P.za Remondini 4/18;

AVENA GIULIA ELISA, C.SO Europa 50/26;

ROTOLO MARTINA, V. Borgoratti 63/10.

ANAGRAFE PARROCCHIALE

Sono tornati alla Casa del Padre… DRAGO CARLO, anni 64, V. S. Martino 4/1;

SCIUTTO ANGELO, anni 88, V.Sacchi 8;

ATTISANO IOLE, anni 81, V. Papigliano 1/10;

MARCHIORI GINO, anni 83;

MELANDRI GUIDO, anni 59;

BRANCHETTA GIULIANA, anni 94, V. Semeria 28B1;

MOSCATELLI MARIA, anni 70;

COCCO SERGIO, anni 82;

BOSIO SERAFINA, anni 73, V. Papigliano 3/2.

CRISTOFOLINI GIULIANO, anni 97, V Semeria 9/12

…..continua da pagina 1 Oggi sembra prevalere il lamento e la paura. Così facendo ci rendiamo, occorre dirlo con coraggio e fortezza, insignificanti. Quale vangelo, quale buona notizia darebbe una chiesa che allungasse la litania delle cose che non vanno? Riprendete, sembra dirci il Signore, un viso fiducioso. Non mi annunciate con un volto smunto e tetro. Passo per le strade, vedo mugugni e visi abbuiati. Come se avessimo disimparato a sorridere, come se, come cristiani, avessimo disimparato la leggerezza del Risorto. E quasi non ci accorgiamo che questi volti impenetra-bili sono in stretta inscindibile connessione con il vizio ricorrente di dare a noi stessi, agli altri, alle cose troppa importanza. Ho ritrovato questo invito al sorriso, il sacramento del sorriso, nelle seguenti parole: “Ecco un elogio di quel prezioso sacramento della fraternità riconciliata che è il sorriso, prima di tutto, su se stessi, e poi donato agli altri. Il sorriso è sempre espressione di tenerezza e misericordia. Chi sorride si rende disponibile, accogliente, apre uno spazio alla relazione. Il sorriso è attenzione, invito, un segno di incoraggia-mento. Chi sorride all'altro e dell'altro, non chi lo deride, rende effettiva l'accoglienza, porta comprensione e conforto. Il sorriso è sguardo indulgente e misericordioso sull'altrui debolezza, è lo sguardo di chi sa bene di essere altrettanto dolorosamente afflitto dalla propria precarietà. La capacità di sorridere sul proprio dolore, sul non senso, ha il potere di frenare la caduta nel baratro della disperazione, da un lato, e, dall'altro, di salvaguar-dare dal cinismo corrosivo della disillusione. La vita, interpretata nella luce di un sorriso sofferto, ci faccia scoprire che ognuno è assoluto e assolutamente relativo. Chiediamo al Signore di tutti la pace e la capacità di venerare la bellezza del mondo senza diventare esteti, ve-nerare la verità senza diventare fanatici, amare il bene senza diventare grigi moralisti mancanti di pietà, amare il mistero senza diventare troppo pii, accettare la contingenza e la fragilità senza andare alla deriva. Forse pro-prio in questo "senza" è nascosto quel sovrappiù di grazia che ci fa chiamare e riconoscere fratelli, che ci fa dire che mai potremmo vivere gli uni senza gli altri". Ciao ,buon periodo estivo a tutti,. p. Enricop. Enricop. Enricop. Enrico.