Il Gazzettino di Roma numero 14

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N. 14 • Ottobre 2012 Impaginazione e stampa Miligraf S.r.l. Via degli Olmetti, 36 - 00060 Formello (Rm) Tel. 069075142 - Fax 0690400189 [email protected] - www.miligraf.it Direttore Responsabile Maria Chiara Mingiacchi Hanno collaborato Sergio Allegra, Federica Costa, Clementina D’Eramo, Roberto Di Carlo, Marina Giangiuliani, Simone Nastasi, Daria Onofri, Marta Ruggeri, Laura Solari Editore Pasquino Editrice Srl Via Sabotino n° 46 - 00195 Roma [email protected] Cod. Fisc. e P.Iva 11749291008 N. REA: RM 1325299 Chiuso in redazione il 5 ottobre 2012 GLOSSARIO ECONOMICO DRAGHI PER L’EUROPA di Sergio Allegra D opo poco più di un mese di attesa, tanti tentativi di prevedere le mosse di Draghi, molte voci di corridoio e poche e sintetiche anticipazioni, final- mente siamo arrivati al 6 set- tembre, al Consiglio europeo durante il quale il numero 1 della BCE ha esposto con chia- rezza e senza lasciare spazio ad equivoci e fraintendimenti, cosa la BCE può fare e farà per sal- vare una “realtà imprescindibile”: l’euro. Come ben sappiamo il primo ostacolo al salvataggio dell’euro da parte della BCE è stato Jens Weidmann, il Presidente della Banca Centrale Tedesca, che è arrivato anche a sostenere che l’azione diretta da parte della BCE non fosse costituzionale. Dunque Draghi, probabil- mente per neutralizzare nuovamente qualsiasi nuovo attacco, dopo aver premesso che un’azione diretta da parte della BCE è possibile sulla base dell’art. 18 dello Statuto della BCE ha pre- sentato il suo piano di salvataggio. Le nuove operazioni di ac- quisto sul mercato secondario dei titoli di Stato da parte della BCE saranno illimitate. Potranno essere acquistati, sempre sul mercato secondario, anche bond la cui maturità residua rientri nella scadenza da 1 a 3 anni. La BCE pubblicherà, su base set- timanale, quantità e valore dei titoli di Stato detenuti nell’am- bito del programma Omt. Per quanto riguarda l’acquisto di bond, sarà legato alla stretta ed efficace condizionalità annessa a un programma di salvataggio dell’Efsf/Esm. L’Eurosistema (BCE + banche centrali) nelle Otm accetterà lo stesso trattamento degli altri creditori, rinunciando allo status di creditore privile- giato e in caso di default, anche parziale, del debitore subirà la stessa sorte degli altri possessori, anche privati, di titoli emessi nell’Eurozona e acquistati nell’ambito del programma Omt. La BCE ha sospeso l’applicazione di una soglia minima di rating per i titoli che vengono presentati come collaterali quando si tratti di strumenti di debito emessi o garantiti dai Governi cen- trali di paesi sotto programma europeo e di ammettere alle aste strumenti di debito denominati in valuta diversa dall’euro (dol- lari, sterline, yen). Così Draghi ha senz’altro salvato l’euro ma ha fatto molto di più: tramite questo salvataggio ha poggiato le basi per un’Unione Europea che ha bisogno, ora, di essere soste- nuta da un’integrazione politica, economica e fiscale per dare re- spiro all’Europa ed uscire, finalmente e definitivamente, da una crisi che, se così non dovesse accadere, finirebbe, comunque, per mettere in crisi anche gli Stati considerati più forti dell’area euro. E proprio in questi ultimi giorni, in un intervento durante un convegno della Confindustria tedesca e in un incontro con Angela Merkel ha precisato che le azioni di salvataggio tramite l’acquisto di titoli sul secondo mercato non sono un finanzia- mento dei Governi e pertanto non risolutive ma rappresenta- vano l’unica possibilità per salvare l’eurozona e il numero 1 della BCE si è assunto la responsabilità di intraprendere questo per- corso. Oggi, però, egli stesso fa appello ai Governi e chiede che l’impulso della BCE sia d’esempio per dare avvio ad azioni con- crete senza che ci si lasci sopraffare dall’inerzia. Draghi, dunque, ha preso in mano la situazione, ha fatto tutto ciò che era in suo potere ed ora ha assicurato la separazione della politica mone- taria dai compiti di supervisione delle banche. Cosa dedurre? Ad ognuno i suoi poteri e le sue competenze: forse la ricetta giusta per uscire da questa situazione drammatica? PERIODICO DI POLITICA ECONOMIA E INFORMAZIONE www.ilgazzettinodiroma.it Ottobre 2012 Anno 1 n. 14 Autorizzazione N° 40/2012 del 13/02/2012 Copia gratuita AAA: CERCASI LEADER Tra le dimissioni della Polverini, la data incerta delle Regionali, l’election day, il secondo mandato di Monti e l’incognita Grillo, la macchina Italia resta in totale impasse di Laura Solari CONSULENZA LEGALE CONSULENZA E ASSISTENZA FISCALE CONSULENZA SOCIETARIA CONSULENZA DEL LAVORO PIANIFICAZIONE FINANZIARIA (COMMERCIO E INDUSTRIA) CONVENZIONE CON ASSOCREDIT PER CONTENZIOSO BANCARIO CONTENZIOSO EQUITALIA SPA CONTENZIOSO TRIBUTARIO Turisti attorno a Fontana di Trevi Sipa S.r.l. Servizi Integrati per Aziende Via Sabotino, 46 00195 Roma Tel. 06.3728693 Fax. 06.37352861 PER GUADAGNARE SMETTO DI LAVORARE Sono un imprenditore. Produco in Italia lampadari di pregio realizzati a mano. Il mio reddito complessivo nel 2012 è di 56.900,00 euro, l’imponibile di 49.045,00. A quanto ammon terà l’importo delle tasse? Ben 47.847,25 euro. Quanto gua dagnerò? Meno di 10.000,00, in un anno! Tra IRAP, IRPEF, INPS, addizionali comunali e regionali, cedolare io quest’an no potrei non riuscire a fare la spesa. Da 8 dipendenti nell’arco di pochi mesi, mi sono ritrovato a dover lavorare da solo. Il costo del lavoro è troppo alto e la richiesta diminuisce quindi ho dovuto licenziare tutti. E poi, il locale in cui lavoro è di mia proprietà quindi non posso non aggiungere l’IMU! Cosa mi resta? CHIUDERE! Stando così le cose, eettivamente, tutto questo è o non è un “in vito a chiudere”!? Sembrerebbe quasi che il sco, non potendo inviare lettere alle aziende dove invita alla chiusura abbia deciso di farlo tramite le tasse! Ma c’è di più. Non tutti pagano le fatture che emetto con la con seguenza che il reddito che io dichiaro non corrisponde al mio reddito eettivo! Inoltre, recuperare le fatture richiede un procedimento lungo, tor tuoso e nella maggior parte dei casi è necessario l’intervento di un avvocato. Cosa vuol dire? Spese sul mancato guadagno! Basta? No, non basta: cosa suc cede se non pago le tasse? Ar riva un vero, autentico, spa ventoso mostro… EQUITALIA. Nel mio caso in particolare, ho maturato un debito di 40000 che dal 2008 è quasi raddop piato. Data la mia storia ho chiesto una rateizzazione. La prima istanza è stata ri utata. La seconda volta non ho rice vuto alcuna risposta. Il direttore di Equitalia di zona mi ha co municato che era stata accolta e che a giorni avrei ricevuto la comunicazione. Dopo pochi giorni, però, invece che l’ac cettazione che aspettavo, ho ricevuto la comunicazione che i miei conti correnti erano stati bloccati. Fuori di senno, torno immediatamente dal direttore di Equitalia il quale mi comunica che la mia istanza aveva viag giato su “binari paralleli” e che dovevo pagare la prima rata per attivare la rateizzazione. Peccato che… i miei conti era no stati bloccati! Ridere o pian gere? Non saprei. Chiudere l’azienda e smettere di lavorare? Sicuramente! Segue sul forum: www.ilgazzettino diroma.it/lavocedipasquino P arola d’ordine “spari- gliare”. E così ha fatto il Pd che ha lanciato la can- didatura alla Regione Lazio del Presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti. “A patto che si voti entro dicem- bre”, chiarisce lui, che intanto lascia libera la casella-poltrona del sindaco del comune di Roma, carica per la quale fino a ieri era il candidato in pectore. Il Pd gioca d’anticipo e lascia il Pdl, almeno per ora, a rincor- rere. Nodo da sciogliere la data delle elezioni regionali che la Presidente uscente Renata Pol- verini vorrebbe indire il più tardi possibile, forse per avere più tempo per recuperare ter- reno, dopo lo scandalo dei soldi ai partiti. Una bufera dalla quale neppure il Partito Demo- cratico è uscito indenne visto che - nonostante le dimissioni in massa - i suoi rappresentanti alla Regione, all’opposizione, primo organo di controllo di giunta e consiglio, in questi due anni avrebbero assistito placi- damente al continuo aumento dei fondi destinati ai partiti, senza battere ciglio. E non sono bastate le acrobazie di Esterino Montino, capogruppo del Pd alla Regione, per giustificare fondi che loro avrebbero usato per fare politica e non per le feste in maschera, cene, viaggi e acqui- sti di suv. Intanto i cittadini, vessati dal salvatore Monti che per non affondare affama tutti, stavolta sono rimasti basiti e in- dignati per uno scandalo che ha portato alla luce milioni di euro sperperati, quando a loro si chiede di vivere con mille e cin- quecento euro al mese. E sto. Anche il Partito Democratico, dunque, non sarebbe esente dal fare pulizia e gestire, insieme a Zingaretti, un’opera di rinnova- mento radicale, senza rottama- zioni inconsulte ma certo con scelte coraggiose e innovative. Un primo passo del cambia- mento potrebbe essere quello, proposto da Renzi, di non rican- didare gli uscenti dal Consiglio Regionale. Ma “rinnovamento” resta ancora sulla bocca di tanti e nelle menti di pochi, per que- sto forse sarebbe ora di acquisire nuovi diritti di cittadinanza at- traverso una coscienza tutta nuova sul diritto di voto e il po- tere di esercitarlo. Bisognerebbe far sentire la propria voce contro partiti che decidono inciuci senza mettere in conto che l’ul- tima parola spetterebbe agli elettori e che l’esasperazione dei tempi attuali potrebbe davvero riservare sorprese. L’incognita Grillo, nonostante tutto, resta un nodo che potrebbe fare lo sgambetto a molti e distruggere i piani in ogni competizione: da quella comunale, alla regionale, fino anche a livello nazionale. Sarebbe venuto il momento di non mascherare l’indignazione, ma di urlarla forte e di rico- struire nel tessuto cittadino una nuova coscienza civica in grado di pretendere rappresentanti nelle istituzioni che siano degni di questo nome. E se la confu- sione cresce nel Pdl, spaccato, anche il Pd non naviga in acque tranquille, in questi giorni alle prese con il nuovo statuto delle primarie - dicono per permet- tere a Matteo Renzi di parteci- pare, ma anche forte intralcio alla vittoria del giovane fioren- tino - , motivo di crescenti dis- sapori e di ipotesi di scissione. Ipotesi su ipotesi, toto-nomi an- che al nazionale come la possi- bilità di un secondo mandato a super Mario Monti che, nono- stante vessi tanto, resta ancora nei sondaggi primo nelle prefe- renze degli italiani come Presi- dente del Consiglio, a dimostra- zione che i cittadini, anche se annaspano e faticano, tra spre- chi e scandali preferiscano es- sere guidati da un tecnico fuori dai giochi, politici, anche se forse non libero da altri condiziona- menti. Nella confusione più to- tale resta un’unica drammatica certezza: la mancanza di una nuova legge elettorale che resti- tuisca ai cittadini la possibilità di scegliere, democraticamente, i propri candidati, senza impo- sizioni dall’alto, senza giovani di buone speranze e senza espe- rienza politica che diventano de- putati, accanto a segretarie e capi ufficio stampa vari, senza che ai transfughi dai consigli re- gionali sia garantita la buonu- scita di un seggio in Parla- mento, senza che ci si appropri di cariche per cui molti, oggi, sembrano essere inadeguati. La parola adesso passa ai cittadini e il primo, grande rinnovamento sarà la profonda consapevolezza che ogni singolo voto, stavolta, potrà essere un passo decisivo verso una nuova politica degna di questo nome. Jens Weidmann Matteo Renzi

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14^ numero del periodico: il gazzettino di roma

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N. 14 • Ottobre 2012

Impaginazione e stampaMiligraf S.r.l.Via degli Olmetti, 36 - 00060 Formello (Rm)Tel. 069075142 - Fax [email protected] - www.miligraf.it

Direttore ResponsabileMaria Chiara Mingiacchi

Hanno collaboratoSergio Allegra, Federica Costa, Clementina D’Eramo, Roberto Di Carlo, Marina Giangiuliani, Simone Nastasi, Daria Onofri, Marta Ruggeri, Laura Solari

EditorePasquino Editrice SrlVia Sabotino n° 46 - 00195 [email protected]. Fisc. e P.Iva 11749291008N. REA: RM 1325299

Chiuso in redazione il5 ottobre 2012

G L O S S A R I O E C O N O M I C O

DRAGHI PER L’EUROPAdi Sergio Allegra

Dopo poco più di un mese diattesa, tanti tentativi di

prevedere le mosse di Draghi,molte voci di corridoio e poche esintetiche anticipazioni, final-mente siamo arrivati al 6 set-tembre, al Consiglio europeodurante il quale il numero 1della BCE ha esposto con chia-rezza e senza lasciare spazio ad

equivoci e fraintendimenti, cosa la BCE può fare e farà per sal-vare una “realtà imprescindibile”: l’euro. Come ben sappiamo ilprimo ostacolo al salvataggio dell’euro da parte della BCE è statoJens Weidmann, il Presidente della Banca Centrale Tedesca,che è arrivato anche a sostenere che l’azione diretta da partedella BCE non fosse costituzionale. Dunque Draghi, probabil-mente per neutralizzare nuovamente qualsiasi nuovo attacco,dopo aver premesso che un’azione diretta da parte della BCE èpossibile sulla base dell’art. 18 dello Statuto della BCE ha pre-sentato il suo piano di salvataggio. Le nuove operazioni di ac-quisto sul mercato secondario dei titoli di Stato da parte dellaBCE saranno illimitate. Potranno essere acquistati, sempre sulmercato secondario, anche bond la cui maturità residua rientrinella scadenza da 1 a 3 anni. La BCE pubblicherà, su base set-timanale, quantità e valore dei titoli di Stato detenuti nell’am-bito del programma Omt. Per quanto riguarda l’acquisto di bond,sarà legato alla stretta ed efficace condizionalità annessa a unprogramma di salvataggio dell’Efsf/Esm. L’Eurosistema (BCE+ banche centrali) nelle Otm accetterà lo stesso trattamentodegli altri creditori, rinunciando allo status di creditore privile-giato e in caso di default, anche parziale, del debitore subirà lastessa sorte degli altri possessori, anche privati, di titoli emessinell’Eurozona e acquistati nell’ambito del programma Omt. LaBCE ha sospeso l’applicazione di una soglia minima di ratingper i titoli che vengono presentati come collaterali quando sitratti di strumenti di debito emessi o garantiti dai Governi cen-trali di paesi sotto programma europeo e di ammettere alle astestrumenti di debito denominati in valuta diversa dall’euro (dol-lari, sterline, yen). Così Draghi ha senz’altro salvato l’euro maha fatto molto di più: tramite questo salvataggio ha poggiato lebasi per un’Unione Europea che ha bisogno, ora, di essere soste-nuta da un’integrazione politica, economica e fiscale per dare re-spiro all’Europa ed uscire, finalmente e definitivamente, da unacrisi che, se così non dovesse accadere, finirebbe, comunque, permettere in crisi anche gli Stati considerati più forti dell’areaeuro. E proprio in questi ultimi giorni, in un intervento duranteun convegno della Confindustria tedesca e in un incontro conAngela Merkel ha precisato che le azioni di salvataggio tramitel’acquisto di titoli sul secondo mercato non sono un finanzia-mento dei Governi e pertanto non risolutive ma rappresenta-vano l’unica possibilità per salvare l’eurozona e il numero 1 dellaBCE si è assunto la responsabilità di intraprendere questo per-corso. Oggi, però, egli stesso fa appello ai Governi e chiede chel’impulso della BCE sia d’esempio per dare avvio ad azioni con-crete senza che ci si lasci sopraffare dall’inerzia. Draghi, dunque,ha preso in mano la situazione, ha fatto tutto ciò che era in suopotere ed ora ha assicurato la separazione della politica mone-taria dai compiti di supervisione delle banche. Cosa dedurre? Adognuno i suoi poteri e le sue competenze: forse la ricetta giustaper uscire da questa situazione drammatica?

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Ottobre 2012 • Anno 1 • n. 14 Autorizzazione N° 40/2012 del 13/02/2012 • Copia gratuita

AAA: CERCASI LEADERTra le dimissioni della Polverini, la data incerta delle Regionali,l’election day, il secondo mandato di Monti e l’incognitaGrillo, la macchina Italia resta in totale impasse

di Laura Solari

CONSULENZA LEGALE CONSULENZA E ASSISTENZA FISCALECONSULENZA SOCIETARIACONSULENZA DEL LAVOROPIANIFICAZIONE FINANZIARIA (COMMERCIO E INDUSTRIA)CONVENZIONE CON ASSOCREDIT PER CONTENZIOSO BANCARIOCONTENZIOSO EQUITALIA SPA CONTENZIOSO TRIBUTARIO

Turisti attorno a Fontana di Trevi

Sipa S.r.l. Servizi Integrati per AziendeVia Sabotino, 46 ­ 00195 Roma ­ Tel. 06.3728693 ­ Fax. 06.37352861

PER GUADAGNARE

SMETTO DI LAVORARE

Sono un imprenditore. Producoin Italia lampadari di pregiorealizzati a mano. Il mio redditocomplessivo nel 2012 è di56.900,00 euro, l’imponibile di49.045,00. A quanto ammon­terà l’importo delle tasse? Ben47.847,25 euro. Quanto gua­dagnerò? Meno di 10.000,00,in un anno! Tra IRAP, IRPEF,INPS, addizionali comunali eregionali, cedolare io quest’an­no potrei non riuscire a fare laspesa. Da 8 dipendenti nell’arcodi pochi mesi, mi sono ritrovatoa dover lavorare da solo. Ilcosto del lavoro è troppo altoe la richiesta diminuisce quindiho dovuto licenziare tutti. Epoi, il locale in cui lavoro è dimia proprietà quindi non possonon aggiungere l’IMU! Cosami resta? CHIUDERE! Standocosì le cose, effettivamente,tutto questo è o non è un “in­vito a chiudere”!? Sembrerebbequasi che il fisco, non potendoinviare lettere alle aziende doveinvita alla chiusura abbia decisodi farlo tramite le tasse! Mac’è di più. Non tutti pagano lefatture che emetto con la con­seguenza che il reddito che iodichiaro non corrisponde almio reddito effettivo! Inoltre,recuperare le fatture richiedeun procedimento lungo, tor­tuoso e nella maggior partedei casi è necessario l’interventodi un avvocato. Cosa vuol dire?Spese sul mancato guadagno!Basta? No, non basta: cosa suc­cede se non pago le tasse? Ar­riva un vero, autentico, spa­ventoso mostro… EQUITALIA.Nel mio caso in particolare, homaturato un debito di 40000che dal 2008 è quasi raddop­piato. Data la mia storia hochiesto una rateizzazione. Laprima istanza è stata rifiutata.La seconda volta non ho rice­vuto alcuna risposta. Il direttoredi Equitalia di zona mi ha co­municato che era stata accoltae che a giorni avrei ricevuto lacomunicazione. Dopo pochigiorni, però, invece che l’ac­cettazione che aspettavo, horicevuto la comunicazione chei miei conti correnti erano statibloccati. Fuori di senno, tornoimmediatamente dal direttoredi Equitalia il quale mi comunicache la mia istanza aveva viag­giato su “binari paralleli” e chedovevo pagare la prima rataper attivare la rateizzazione.Peccato che… i miei conti era­no stati bloccati! Ridere o pian­gere? Non saprei. Chiuderel’azienda e smettere di lavorare?Sicuramente!

Segue sul forum: www.ilgazzettino­diroma.it/lavocedipasquino

Parola d’ordine “spari-gliare”. E così ha fatto ilPd che ha lanciato la can-

didatura alla Regione Lazio delPresidente della Provincia diRoma, Nicola Zingaretti. “Apatto che si voti entro dicem-bre”, chiarisce lui, che intantolascia libera la casella-poltronadel sindaco del comune diRoma, carica per la quale fino aieri era il candidato in pectore.Il Pd gioca d’anticipo e lascia ilPdl, almeno per ora, a rincor-rere. Nodo da sciogliere la datadelle elezioni regionali che laPresidente uscente Renata Pol-verini vorrebbe indire il piùtardi possibile, forse per averepiù tempo per recuperare ter-reno, dopo lo scandalo dei soldiai partiti. Una bufera dallaquale neppure il Partito Demo-cratico è uscito indenne vistoche - nonostante le dimissioniin massa - i suoi rappresentantialla Regione, all’opposizione,primo organo di controllo digiunta e consiglio, in questi dueanni avrebbero assistito placi-damente al continuo aumentodei fondi destinati ai partiti,senza battere ciglio. E non sonobastate le acrobazie di EsterinoMontino, capogruppo del Pd allaRegione, per giustificare fondiche loro avrebbero usato perfare politica e non per le feste inmaschera, cene, viaggi e acqui-sti di suv. Intanto i cittadini,vessati dal salvatore Monti cheper non affondare affama tutti,stavolta sono rimasti basiti e in-dignati per uno scandalo che haportato alla luce milioni di eurosperperati, quando a loro sichiede di vivere con mille e cin-quecento euro al mese. E sto.Anche il Partito Democratico,dunque, non sarebbe esente dalfare pulizia e gestire, insieme aZingaretti, un’opera di rinnova-mento radicale, senza rottama-zioni inconsulte ma certo conscelte coraggiose e innovative.Un primo passo del cambia-mento potrebbe essere quello,

proposto da Renzi, di non rican-didare gli uscenti dal ConsiglioRegionale. Ma “rinnovamento”resta ancora sulla bocca di tantie nelle menti di pochi, per que-sto forse sarebbe ora di acquisirenuovi diritti di cittadinanza at-traverso una coscienza tuttanuova sul diritto di voto e il po-tere di esercitarlo. Bisognerebbefar sentire la propria voce contropartiti che decidono inciucisenza mettere in conto che l’ul-tima parola spetterebbe aglielettori e che l’esasperazione deitempi attuali potrebbe davveroriservare sorprese. L’incognitaGrillo, nonostante tutto, restaun nodo che potrebbe fare losgambetto a molti e distruggerei piani in ogni competizione: daquella comunale, alla regionale,fino anche a livello nazionale.Sarebbe venuto il momento dinon mascherare l’indignazione,ma di urlarla forte e di rico-struire nel tessuto cittadino unanuova coscienza civica in gradodi pretendere rappresentantinelle istituzioni che siano degnidi questo nome. E se la confu-sione cresce nel Pdl, spaccato,anche il Pd non naviga in acquetranquille, in questi giorni alleprese con il nuovo statuto delleprimarie - dicono per permet-tere a Matteo Renzi di parteci-pare, ma anche forte intralcioalla vittoria del giovane fioren-tino - , motivo di crescenti dis-

sapori e di ipotesi di scissione.Ipotesi su ipotesi, toto-nomi an-che al nazionale come la possi-bilità di un secondo mandato asuper Mario Monti che, nono-stante vessi tanto, resta ancoranei sondaggi primo nelle prefe-renze degli italiani come Presi-dente del Consiglio, a dimostra-zione che i cittadini, anche seannaspano e faticano, tra spre-chi e scandali preferiscano es-sere guidati da un tecnico fuoridai giochi, politici, anche se forsenon libero da altri condiziona-menti. Nella confusione più to-tale resta un’unica drammaticacertezza: la mancanza di unanuova legge elettorale che resti-tuisca ai cittadini la possibilitàdi scegliere, democraticamente,i propri candidati, senza impo-sizioni dall’alto, senza giovanidi buone speranze e senza espe-rienza politica che diventano de-putati, accanto a segretarie ecapi ufficio stampa vari, senzache ai transfughi dai consigli re-gionali sia garantita la buonu-scita di un seggio in Parla-mento, senza che ci si appropridi cariche per cui molti, oggi,sembrano essere inadeguati. Laparola adesso passa ai cittadinie il primo, grande rinnovamentosarà la profonda consapevolezzache ogni singolo voto, stavolta,potrà essere un passo decisivoverso una nuova politica degnadi questo nome.

Jens Weidmann

Matteo Renzi

Page 2: Il Gazzettino di Roma numero 14

On.Cucunato quanto resta ancora da fare per la “cittàmetropolitana”? In questa legislatura è stato compiuto un passo decisivo per dareun nuovo assetto istituzionale a Roma con la Riforma su RomaCapitale prima e con l’Istituzione della Città metropolitana poi.Un nuovo modello organizzativo per una migliore governabilitàdel territorio che da un punto di vista amministrativo e gestionaledarà effetti positivi concreti in un prossimo futuro. Cosa Cambia in concreto con Roma Capitale?Roma aveva bisogno di uno status di Capitale, con funzioni epoteri autonomi degni di una capitale Europea, per questo lenuove funzioni su turismo, sviluppo economico, mobilità e politicheurbanistiche cambieranno e miglioreranno la vita e i servizi per icittadini.Lei è stato promotore della Città Metropolitana da subito,anche quando molti erano scettici. Perché ha sostenuto evoluto questa riforma? È vero, rivendico come Presidente della Commissione di averavuto un ruolo importante nell'accelerazione di questo processoperché credo che il nostro territorio abbia bisogno di un giustoequilibrio tra la città e il suo vasto hinterland e ciò è possibile solose si fanno delle scelte strategiche lungimiranti su alcune politichecome la mobilità, l’urbanistica e i servizi alla persone con un'unicalinea di indirizzo amministrativo. Si spieghi meglio. Vuole dire che Roma ha le stesse esi-genze dei comuni limitrofi come Fiumicino, Ciampino ePomezia per fare un esempio? Ritengo che Roma debba innanzitutto attivare politiche di decen-tramento concrete e reali a favore dei Municipi periferici, cheoggi sono grandi città nella città, condividere e gestire con iComuni limitrofi alcune politiche sui servizi primari in tema diviabilità, mobilità, rifiuti, sviluppo e urbanistica imprescindibiliper una crescita armonica tra centro e periferia.La “Città Metropolitana” può svolgere questo compito? La Città Metropolitana di Roma Capitale cosi come pensata avràsuccesso solo se ci sarà un' equa rappresentanza di amministratoritra il Centro e la periferia con un forte ruolo dei Presidenti deiMunicipi che potrebbero rappresentare, insieme ad alcuni Rap-

presentanti dei Comuni, il Consiglio Metropolitano.Il Decreto del Governo stabilisce che debbano essere no-minati e non eletti. Lei cosa ne pensa?Solo se eletti avranno un ruolo di rappresentanza vera e unaforte spinta a rappresentare i bisogni e le esigenze dei territori.Ritengo che vadano salvaguardati il principio democratico e lafacoltà di scelta dei cittadini.Mi dica tre motivi perché è importante questa riforma?Innanzitutto per la semplificazione amministrativa, per la forteriduzione dei costi politico -amministrativi che si avrebbe con lariforma e infine perché il nuovo modello organizzativo sarebbe ingrado di rispondere ai bisogni della città, oggi diversi rispetto alpassato , per l'evoluzione dinamica della città di Roma a cui tutti

abbiamo assistito negli ultimi anni , che investe il centro cosìcome le periferie sempre più ampie ed eterogenee. Ci fa un esempio di cosa dovrebbe essere dotato un Muni-cipio in futuro per soddisfare i bisogni sui servizi primaridei cittadini?I municipi dovrebbero innanzitutto avere maggiori risorse e per-sonale rispetto ad oggi a fronte di uno snellimento della macchinaamministrativa centrale dei dipartimenti, autonomia finanziariae potere decisionale su quelle funzioni che consentono di garantirei servizi ai cittadini. Per esempio? Potrebbero e dovrebbero creare risorse, avere la possibilità di ge-stire direttamente le entrate e attivare circuiti virtuosi, control-lando direttamente tante risorse che oggi vengono impiegate alivello centrale senza una pianificazione fatta da parte degli am-ministratori dei Municipi e non in linea con le esigenze dei cittadinidi quel territorio. E i Comuni della Città Metropolitana come dovrebberointeragire con il centro? I comuni dovrebbero rimanere autonomi nella gestione delle atti-vità dirette e del miro territorio e concordare con l’Ente centralela pianificazione strategica e i servizi complessi che oggi spessohanno una duplicazione e una sovrapposizione di costi a distanzadi pochi km.È stato ipotizzato un risparmio con questa riforma? La riduzione dei costi diretti ed indiretti è circa del 30 % rispettoalla spesa attuale, si potrebbero risparmiare qualche centinaia dimilioni di Euro. Presidente è soddisfatto del lavoro svolto finora? Sono sicuro che ricorderemo questi anni che hanno visto l’aboli-zione delle Provincie, l’istituzione di Roma Capitale e la riformadella città metropolitana . Tutto questo passerà alla storia edaver fatto parte di questo processo di riforma, stimolandolo, migratifica molto soprattutto se in futuro quattro milioni di cittadinine avranno un vantaggio. Fare politica significa per me crearevalore e questa riforma, attraverso un nuovo modello di gover-nance, crea valore attraverso una migliore gestione del territorioe garantisce qualità di vita migliore.

ottobre Periodico di politica, economia e informazione

CUCUNATO: LA CITTÀ METROPOLITINA OCCASIONE PER ROMAIntervista al Presidente della Commissione Riforme della Provincia di Roma, promotore di un nuovo concetto digovernance per lo sviluppo del territorio

di Marina Giangiuliani

BAT-MAN O FAT-MAN?

Esorbitante. In tutti i sensi. Il personag-gio di Franco Fiorito non può che essere

altrimenti definito. Un omaccione la cui pre-stanza fisica rispecchia il tenore di vita e leabitudini sociali. Non è possibile immagi-nare una presenza come quella dell’ex sin-daco di Anagni lontano dalle sue passioniquotidiane: siano esse il cibo o quei gigante-schi fuoristrada per i quali egli stesso dicedi avere un debole. D’altronde come tradi-zione vuole, anche Batman possedeva la bat-mobile come personale vettura di riconosci-mento. Da qualche settimana anche la cittàdi Roma, proprio come Gotham City, haavuto modo di conoscere il suo “Batman”senza maschera né mantello. Nel caso diFranco Fiorito non c’è bisogno di fingere, ètutto vero. Come vera sembra essere a que-sto punto, dopo le conferme della moglie,l’ammissione dello stesso di aver mangiatoin una volta sola la bellezza di quattro bi-stecche, una dietro l’altra, durante la stessacena. Come veri sembrano essere i soldi delpartito, dunque denaro di provenienza pub-blica - malgrado a qualcuno piaccia ribadireche i partiti sono enti di diritto privato - cheegli stesso ha detto di aver utilizzato inte-stando a se stesso alcuni bonifici effettuatiin qualità di “tesoriere” del gruppo regionalepiddiellino. Soldi utilizzati in tutto per untotale di 264 bonifici eseguiti e che gli sonostati addebitati: dai 4mila euro spesi dentrouna cartoleria, ai 3mila per un soggiorno inun villaggio turistico passando per gli oltre

4mila erogati ad una società venditrice diquadri. Non badava spese “er Batmann”,anche perché, a quanto pare, se lo potevapermettere. Dentro il partito godeva, infatti,di tutti quei particolari poteri che di solitovengono conferiti ai preposti in materia dielargizioni di cassa. Era lui l’addetto allacassa all’interno della pattuglia di consiglieriazzurri al seguito della Polverini. Era luiche avrebbe dovuto vigilare sulle operazionidi cassa eseguite sul bilancio del suo gruppo

consigliare che a quanto sembra in fatto dispese non ha niente da invidiare ad unapattuglia di calciatori in vacanza. Il contofinale si aggirerebbe intorno al milione dieuro. “Spiccioli se paragonati alle spese diLusi”, hanno risposto dal Pdl a quanti si af-frettavano, come nel caso di Bersani, ad in-vocare all’interno delle proprie fila l’assenzadi un personaggio alla Franco Fiorito. Matanti, troppi, se invece si considerano le fi-nalità alle quali questi soldi sembrano es-

sere stati destinati: ristoranti, feste, mac-chine, e per cifre che difficilmente possonosi giustificano di fronte a questa crisi e difronte ai cittadini che pagano onestamentetasse, tante tasse. Già da questo quindi sipotrebbe capire che, nel caso di Fiorito, nontrattasi di un uomo qualunque. O per usareun’espressione cara alle stanze del poteredi uno “con poco peso”. Peso politico s’in-tende. Poi però a guardare la foto del perso-naggio in questione si capisce che il pesopolitico, nel caso di Franco Fiorito, fa il paiocon quello corporeo. L’immagine del potereche l’ex sindaco di Anagni aveva di distri-buire per sé o per gli altri i soldi del partitoche transitavano dalle sue mani, è racchiusain una delle tante istantanee che lo ritrag-gono seduto comodamente attovagliato al-l’interno di una sala dentro uno dei tanti ri-storanti bazzicati. Un’immagine che poco oniente può avere a che fare con il personag-gio televisivo che tutti i bambini ricordanocome Batman, l’ “uomo pipistrello”. Un tipoagile, veloce, scattante. Tutto il contrario dilui, almeno in apparenza. Eppure, ancheFranco Fiorito, lo chiamavano “er Batman”.Ma perché? Si dice proprio per ironizzaresu quella sua incapacità di essere agile ve-loce e scattante come il suo omonimo “uomopipistrello”. Qualcuno ha pure sollevato ildubbio che anziché Batman il suo vero so-prannome fosse un altro: FAT-MAN, sem-plicemente “uomo-grasso”. E se fosse dav-vero così? N.S.

ALLA REGIONE

Triste epilogo di Franco Fiorito, ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio, arrestato per peculato

On. Piero CUCUNATO ­ Presidente dellaCommissione Riforme Istituzionali

Provincia di Roma

Franco Fiorito

DALLA PROVINCIA DI ROMA

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ottobrePeriodico di politica, economia e informazione

UN ALTRO GRILLO DOPO IL MARCHESE

Atrentatré anni di di-stanza dal celebre mar-chese, la città di Roma

si appresta a ricevere l’arrivodi un altro grillo. Meno sorri-dente del nobile sfaccendato eirriverente interpretato da Al-berto Sordi e meno innamoratodella “città eterna” rispetto alsuo predecessore. BeppeGrillo, ex comico bramoso dicambiare la politica italiana,non è originario della capitalema nella capitale vuole venirea vivere per fare politica con lasua creatura: “Il Movimento 5Stelle”. Arriva da GenovaBeppe Grillo, e con il Marcheseinterpretato da Sordi ha vera-mente poco in comune se nonla capacità che li accomuna difar divertire la gente. L’uno,Beppe, perché di mestiere hasempre fatto il comico seppurimpegnato anche in passato astuzzicare in un modo o in unaltro il potere politico deltempo. Celebri furono i suoiattacchi al presidente del Con-siglio di allora Bettino Craxi alquale Grillo, in primis ma nonsolo, imputa il suo allontana-

mento professionale daglischermi della televisione pub-blica. L’altro, Onorio del Grillodetto il Marchese, perché, seb-bene appartenente ad una po-tente famiglia aristocraticadella Roma papalina, era de-dito a trascorrere le sue gior-nate all’insegna dello scherzo edella mondanità. A quasi undecennio dalla morte di Alber-tone, Roma e i romani nonhanno dimenticato le gesta delMarchese e per i romani veri,tutto ciò che sia riconducibilealla parola grillo non può cheevocare lui, il personaggio delmarchese, simbolo di una ro-manità poco volgare e allostesso tempo intelligente.Beppe Grillo nel parlare diRoma, della Roma politica at-tuale, non ha mai dato l’im-pressione di riferirsi almarchese. Né tanto meno dielogiare i personaggi che con ilmarchese avevano e hanno incomune il privilegio di poteresercitare un potere sul restodel popolo. Quando parla diRoma, Beppe Grillo sgrana gliocchi, s’indiavola, si dimentica

qualsiasi minima formale re-gola di rispetto istituzionale.Se fosse per lui i politici, presi-dente della Repubblica com-preso, dovrebbero andare tuttia quel paese. Anche lui adesso,accusato dai alcuni del suo mo-vimento di assumere nei con-fronti degli altri posizioni allimite della dittatura, vuole“marciare su Roma” per man-dare a casa politici e partiti.Per questo sta preparando lasua campagna elettorale chenecessariamente non può, nondeve avere niente in comune,con i modi e gli strumenti dellapolitica tradizionale. Sul suoblog personale, Grillo enunciai requisiti per essere candidatielettorali tra le fila del Movi-mento 5 Stelle: “non avere pre-cedenti penali, non essere incarica da oltre un mandato,non appartenere a partiti poli-tici”. Per Grillo dunque, tuttociò che sa di politica - vecchia onuova non fa differenza - deveessere per dirla con MatteoRenzi “rottamato”. Compreso ilsindaco di Firenze e tutti queivolti nuovi che a suo modo di

vedere dicono di voler cam-biare tutto della politica, masono poco credibili perché ap-partenendo ai partiti stessi chevogliono riformare. Nel comu-nicato che porta la firma diMarco Giustini, leggibile suRoma5stelle.com il social net-work del movimento, vienespiegato il “programma” delmovimento che vuole restaretale senza nutrire l’aspirazionedi essere partito. Non c’è trac-cia di candidature preconfezio-nate, comitati elettorali, o sedidi partito in cui andare a cer-care informazioni. Tutto dovràsvolgersi sul web e la novitàpiù importante riguarda il“programma” politico stesso: a

scriverlo saranno i cittadiniche potranno dare un contri-buto diretto attraverso il web,consigliando le azioni più ur-genti da promuovere. Il websarà anche lo strumento di se-lezione dei candidati che do-vranno tassativamente esserescelti dai cittadini. L’obiettivoprimario sarà quello di creareun legame diretto tra cittadinied eletti. Ma in tutto questo,Beppe Grillo cosa farà, il sin-daco? Lui per adesso, giura dinon volersi candidare. L’ex co-mico ha sempre ribadito di nonvoler ricoprire cariche politichené tantomeno ricevere denaropubblico. Dovrà essere presosul serio?

L’ELZEVIRO

“BEPPE STRILLO” E …LA MICCIA SU

ROMA“Bomba o non bomba” arrive­ranno a Roma. La canzone di An­tonello Venditti venne scritta intempi di contestazioni giovanili,quando Roma era la meta ambitadi scioperi e cortei. Circa qua­rant’anni dopo, sono diverse lesigle, è cambiata la forma, ma aRoma si contesta ancora. I me­talmeccanici sono sempre loro,ma non ci sono più i figli dei fiori.Al posto loro, contro il sistemapolitico e la classe dirigente, oggici sono i “grillini”. Non è un casoallora che la canzone di Vendittisia stata ripresa come slogan dalfondatore del Movimento 5stelle.Roma rischia seriamente di essereminacciata dalla deflagrazione diun nuovo fenomeno della politicaitaliana: una vera bomba ad oro­logeria, con il conto alla rovesciagià iniziato e scoppio program­mato per la primavera del 2013.Dopo la marcia, la miccia suRoma. Ad accenderla lui, l’ex co­mico che non ha più voglia di ri­dere e far ridere gli altri: barbagrigia, pancia in fuori, riccioli alvento, signore e signori BeppeStrillo da Genova. L’uomo, pas­sato dagli schermi televisivi allepiazze italiane, che a forza di in­sulti e schiamazzi contro questoo quello della politica italiana èriuscito a trascinarsi dietro il con­senso di migliaia di persone.Dopo il dito medio di UmbertoBossi, il Beppe nazionale ha in­trodotto la nuova dialettica po­litica dello strillo, a tal punto daricavarne il nomignolo di Beppenon più Grillo ma strillo. BeppeStrillo. Ha eliminato i gesti perconsacrare le parole. Niente ditamedie. Si va direttamente al sodo.Il Vaffa day fu il primo grandesuccesso dell’ex comico dalleambizioni politiche. Quel giornoBeppe Grillo parlò mandando aquel paese tutti. Fu un succes­sone però. Quel paese era l’Italia.Roma è avvisata.

VISTI DA VICINO

Il “Movimento a 5 stelle” a Roma si organizza per mandare tutti a casa e nelle prossime sfide elettorali del Laziopotrebbe riservare sorpresedi Simone Nastasi

Il 13 settembre scorso il Centro Studidi Confindustria ha presentato,

presso la Sala Andrea Pininfarina inRoma, un interessante quanto preoccu-pante studio sulla situazione economicaattuale e sulle "sfide" che dovremo af-frontare nel brevissimo periodo. I punti cardi-nali dello scenario delineato da Confindustriapossono sintetizzarsi in: contesto attuale, no-tevolmente peggiorato, dove si accentua lacontrazione dell'industria globale, la reces-sione del manifatturiero ed il settore terziariosostanzialmente fermo; anche la locomotivatedesca si è fermata, negli USA la ripresa è ti-mida, i paesi emergenti hanno ormai frenatola crescita ed il mercato globale è in panne,complici il prezzo record del petrolio e dellematerie prime in genere. Nel nostro Paese larecessione perdura ormai da ben sette trime-stri, la frenata degli ordini unitamente alla di-minuzione di acquisto di beni strumentalinelle imprese anticipa la prossima caduta deiconsumi. L'attuale crisi economico-finanziaria,iniziata nel 2007 caratterizzata da una pro-fonda contrazione del PIL nel biennio 2008-2009 ha iniziato a riverberare i suoi effetti intermini di recessione dal 2011, siamo quindinell'occhio del ciclone; ci vorranno diversi anniper riportare il PIL a valori precrisi. Dal se-condo conflitto mondiale il PIL non era maisceso così bruscamente ed allora ci vollero ben11 anni per riportarlo a valori prebellici; in

considerazione del fatto che non avremo un se-condo Piano Marshall, la ripresa sarà certa-mente più difficile. Venti contrari,rappresentati dal debito delle famiglie, dal cre-dit crunch e dalle difficoltà ormai conclamatedel mercato immobiliare, incapace di uscire dauna situazione di stallo, dove il reddito dei po-tenziali acquirenti è inadeguato a sopportareeventuali mutui ipotecari volti all'acquisto; ladisoccupazione italiana supera la media del-l'eurozona ed il ricorso alla CIG è ormai panequotidiano per le nostre imprese. Fattori perinvestire, criticità tutta italica, dove il contestoè caratterizzato da una burocrazia che frenale imprese, da ritardi inaccettabili nei paga-menti da parte delle PA e da una produttivitàdel lavoro lontana anni luce da quella dell'Eu-rozona. In questo scenario elementi fonda-mentali per esser competitivi sul mercatoglobale sono l'innovazione, la ricerca, i mercatiesteri e l'investimento in capitale umano. Pre-visioni, sintetizzabili in una lunga caduta edin una lenta risalita; in buona sostanzaemerge un cauto ottimismo per una ripresa in-certa e lenta, dove uno scenario alternativonon è contemplabile.

VERSO LE AMMINISTRATIVE 2013

Beppe Grillo

Giorgio Squinzi, Presidente di Confindustria

CONFINDUSTRIA: SETTE TRIMESTRI DI RECESSIONEDa un’analisi del Centro Studi emerge che siamonell’occhio del ciclone e che per la ripresa undecennio non basterà

di Roberto Di Carlo

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