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MENSILE DELLE PARROCCHIE DI CASTELNUOVO SCRIVIA, ALZANO, GUAZZORA, OVA Giornale dell’Unità Pastorale S. Luigi Orione Iscritto al Tribunale al n° 4/69 il 22 giugno 1969 - Spedizione in a. p. art.2 comma 20/c legge 662/96 - Aut. Dir. Prov. P.T. Filiale AL Direttore editoriale: il parroco Don Costantino Marostegan Direttore Responsabile: Dott. Roberto Carlo Delconte Impaginazione e stampa: Dieffe s.n.c. - Castelnuovo Scrivia (AL) BOLLETTINO PARROCCHIALE Il restauro della volta è terminato Vos estis sal terrae G iovedì 14 dicembre, alle ore 20,45 avrà inizio la serata dedicata alla riapertura totale della chiesa parrocchiale. In tale occasione sarà offerto un libretto con tutta la documentazione dei restauri e del ciclo pittorico delle volte. Seicento copie offerte a 5 euro lʼuna con lo scopo di fare unʼultima raccolta di fondi per coprire le notevoli spese affrontate e per fornire ai castelnovesi immagini e dati che non conoscono. Pubblichiamo a pag. 2 del Bollettino la Prefazione di don Costantino. Anno 93, n. 11 - 12 NOVEMBRE - DICEMBRE 2006 A tre anni dallʼinizio della presenza a Castelnuovo in qualità di parroco, in prossimità della riapertura della Parrocchiale a restauri terminati per Natale, come vi avevo promesso, ringrazio le tante persone che si impegnano nella vita comunitaria della Parrocchia: nella catechesi, nella animazione liturgica con il canto e le letture, nella gestione dellʼoratorio, nel volontariato per gli anziani, nella cura delle chiese, nellʼattenzione ai più bisognosi, nella visita agli ammalati, nella preparazione dei momenti di festa, nel rendersi disponibili per ogni evenienza. Un buon Natale e felice 2007 a loro e a tutta la popolazione della Bassa Valle Scrivia, con lʼauspicio che cresca sempre di più la partecipazione alla vita ecclesiale, al servizio dellʼunico Signore. don Costantino Particolare della Natività di Cesare Ligari, secondo quarto del Settecento. Chiesa di S. Ignazio, sopra alla teca del Cristo deposto. Lʼaugurio di un Natale gioioso: un anno di pace e di speranza

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Vos estis sal terrae Lʼaugurio di un Natale gioioso: un anno di pace e di speranza Giornale dell’Unità Pastorale S. Luigi Orione Il restauro della volta è terminato Anno 93, n. 11 - 12 NOVEMBRE - DICEMBRE 2006 MENSILE DELLE PARROCCHIE DI CASTELNUOVO SCRIVIA, ALZANO, GUAZZORA, OVA Particolare della Nativitàdi Cesare Ligari, secondo quarto del Settecento. Chiesa di S. Ignazio, sopra alla teca del Cristo deposto. Bollettino Parrocchiale 2 Novembre - Dicembre 2006

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MENSILE DELLE PARROCCHIE DI CASTELNUOVO SCRIVIA, ALZANO, GUAZZORA, OVA

Giornale dell’Unità Pastorale S. Luigi Orione

Iscritto al Tribunale al n° 4/69 il 22 giugno 1969 -Spedizione in a. p. art.2 comma 20/c legge662/96 - Aut. Dir. Prov. P.T. Filiale ALDirettore editoriale: il parroco Don CostantinoMarostegan Direttore Responsabile: Dott. Roberto CarloDelconte Impaginazione e stampa: Dieffe s.n.c. -Castelnuovo Scrivia (AL)

BOLLETTINOPARROCCHIALE

Il restauro della volta è terminato

V o s e s t i s s a l t e r r a e

Giovedì 14dicembre, alleore 20,45

avrà inizio la seratadedicata alla riaperturatotale della chiesaparrocchiale. In taleoccasione sarà offertoun libretto con tutta ladocumentazione deirestauri e del ciclopittorico delle volte.Seicento copie offerte a5 euro lʼuna con loscopo di fare unʼultimaraccolta di fondi percoprire le notevolispese affrontate e perfornire ai castelnovesiimmagini e dati chenon conoscono.Pubblichiamo a pag. 2del Bollettino laPrefazione di donCostantino.

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Atre anni dallʼinizio della presenza a Castelnuovo in qualità diparroco, in prossimità della riapertura della Parrocchiale arestauri terminati per Natale, come vi avevo promesso,

ringrazio le tante persone che si impegnano nella vita comunitariadella Parrocchia: nella catechesi, nella animazione liturgica con ilcanto e le letture, nella gestione dellʼoratorio, nel volontariato pergli anziani, nella cura delle chiese, nellʼattenzione ai più bisognosi,nella visita agli ammalati, nella preparazione dei momenti di festa,nel rendersi disponibili per ogni evenienza.Un buon Natale e felice 2007 a loro e a tutta la popolazione dellaBassa Valle Scrivia, con lʼauspicio che cresca sempre di più lapartecipazione alla vita ecclesiale, al servizio dellʼunico Signore.

don Costantino

Particolare della Natività di Cesare Ligari, secondo quarto del Settecento.Chiesa di S. Ignazio, sopra alla teca del Cristo deposto.

Lʼaugurio di un Natale gioioso: un anno di pace e di speranza

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Sono stato a lungo indeciso sullascelta di affrontare o meno un annodi forti disagi e una spesa consi-

stente in conseguenza del restauro totaledella volta della nostra Parrocchiale.Avevamo un anno di tempo per deciderese accettare o meno il contributo dellaCompagnia San Paolo di Torino, unabella sommetta di 70.000 euro, ma com-plessivamente ne occorrevano 190.000.Per di più cʼerano alcune urgenze e lavo-ri da affrontare senza alcuna esitazione,come ad esempio la bonifica dellʼimpian-to di riscaldamento, una sgradevole sor-presa che ci costrinse nellʼinverno 2005ad una spesa supplementare di 80.000euro per eliminare ogni traccia di amian-to dai cunicoli di aerazione e alla sistema-zione ottimale della Cappella del SSSacramento (la Cappella lunga).Alcuni mi suggerivano di lasciar perdere,tanto non cʼera alcuna necessità o urgen-za di avviare il restauro della volta dellanavata centrale; altri con la loro indiffe-renza attestavano scarsa fiducia sullapossibilità mia di affrontare lʼopera; altriancora mi sollecitavano con un generico“Ma non si preoccupi della spesa chetanto qualche castelnovese generososalterà fuori”. Verso la scadenza dellʼanno concessocivenne fatta una riunione coinvolgentetutte le realtà della parrocchia ed emerse-ro le diverse opinioni, con anche atteg-giamenti ostili per cui la soluzione piùfacile sarebbe stata quella di lasciar per-dere.

Ciò che mi convinse a dare il via a questointervento fu un incontro, nel marzo 2006,richiestomi da un gruppetto di personeche, senza alcuna polemica, con fermez-za e chiarezza di idee mi presentaronoun piano progettuale preciso, si assunse-ro degli impegni e mi assicurarono chesino alla conclusione dellʼopera avrebbe-ro seguito in prima persona - e in accor-do con me - tutti gli aspetti dellʼintervento.E così in effetti è stato sia per i moltepliciproblemi sorti durante i lavori, sia per idisagi conseguenti la chiusura parzialedella Parrocchiale, sia per i rapporti congli esecutori e gli organi di controllo, siaper risolvere gli aspetti economici.Di questo gruppo di volontari dellaCommissione lavori che affiancòAntonello Brunetti, il quale dallʼepoca didon Bruno Bottallo coordina gli interventidi restauro, devo citare i nomi per lʼimpe-gno profuso costantemente per tutto lʼan-no e, mi auguro, per gli anni a venire.Sono Patrizia Ferrari, Marì Botta, MarioSpinola, Renato Stella, Renata Taverna,Tonino Bloise, Giuseppe Scaffino, PaoloSaieva. A loro va aggiunto Pier LuigiZeme che, in rappresentanza delConsiglio parrocchiale affari economici, siè occupato di tutti gli aspetti contabili.Stipulato un accordo per un fido banca-rio, firmati tutti i contratti con gli esecuto-ri, definiti i particolari con leSoprintendenze, il primo maggio unaventina di persone ha provveduto a svuo-tare la chiesa e a trasferire il tutto inSantʼIgnazio. Il due maggio ecco sorgerele prime impalcature.

A distanza di sette mesi, senza alcunainterruzione di ferie, con un impegno gior-naliero di almeno 7-8 addetti, il restauro èpressoché ultimato.La Commissione lavori ha ritenuto oppor-tuno provvedere a questa piccola pubbli-cazione con due precise finalità:- integrare il corposo libro LaParrocchiale “Santi Pietro e Paolo”, editonel settembre 2005, aggiungendo al capi-tolo 1994-2004: ventʼanni di restauri ladocumentazione di questo importanteintervento del 2006:- dare un segno tangibile della nostrariconoscenza a tutti coloro che hannorisposto allʼappello Dieci euro per diecipennellate e che per un totale di quasi40.000 euro hanno dimostrato di crederenella iniziativa avviata e ci hanno aiutati acoprire parte delle spese e tutto ciò appe-na dopo aver ricevuto nellʼinverno 2005-2006 offerte per oltre 40.000 euro finaliz-zati alla bonifica dellʼimpianto di riscalda-mento.A tutte queste persone e ai componentidella Commissione lavori mi pare siaattribuibile, in merito alla conservazione eallʼabbellimento di questo luogo di culto, ilmessaggio che appare sulla volta in pros-simità della controfacciata, Vos estis salterrae ( Mt .5 ,13 ).Non se ne abbia a male lʼapostoloMatteo, ma vorrei includere fra il saledella terra anche coloro che hanno presocoscienza della responsabilità collettivadel tutelare, amare e far vivere la casa ditutti.

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Lʼorgano, non compreso nella fase attuale dei restauri, è statocomunque spolverato ed esaminato con cura scoprendo chepresenta tre strati di tinta come attesta il saggio effettuato sul

telamone addossato al lato interno del pilastro dellʼorgano.La statua di San Pietro, posta sul timpano, è stata smontata e fattascendere per esaminarla. Alta m. 1,56 e scolpita su un tronco rossiccio(ciliegio od ontano) e chiaramente finalizzata per quella posizione (retronon lavorato, piede destro arretrato non terminato), si è rivelata piena dibuchi causati da insetti xilofagi. Immersa in una soluzione di paraloid e sottoposta a iniezioni e aggiuntedi resine particolari, è stata consolidata. Sotto due strati di colore (avorio e rosa) ha evidenziato il coloreoriginario che è stato riportato interamente allo scoperto. Sul mantello,allʼaltezza del polpaccio destro, è apparsa lʼindicazione dellʼautore,Scarabelli Domenico, abitante in contrada Tavernelle ove nacque nel1537.Alcune parti della statua sono smontabili, ad esempio le due chiavi,simbolo di san Pietro.Dopo essere stata offerta per alcuni giorni alla ammirazione deicastelnovesi, è rientrata nella sua collocazione originaria, al di sopradelle canne dellʼorgano e fissata con una staffa al muro (in precedenzaera legata al collo con un fil di ferro). Lʼintero restauro è stato eseguitoda Francesca Regoli nel suo laboratorio di Gavi.

La statua di S. Pietro

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Questa simpaticastoria è tratta dallibro “Sono come il

fiume che scorre” delloscrittore brasiliano PauloCoelho, uscito questa pri-mavera. Ed è una dimo-strazione evidente dicome si possa (e sidebba) essere chiari enello stesso tempo capacidi toccare argomenti pro-fondi (in questo senso iomi attengo sempre allamassima di AlbertEinstein: “non hai vera-mente capito qualcosafino a quando non sei ingrado di spiegarlo a tuanonna”).Ciascuno di noi ha dellepreziose risorse interiori –naturali e soprannaturali –elargite dalla generosamano della divinaProvvidenza. Il punto èperò quello della consa-

pevolezza, della faticosaconoscenza di se stessi edellʼallenamento, quoti-diano e gravoso, ad usaree sviluppare quei doni. Aquesto riguardo è insupe-rabile la lezione offerta dalgesuita indiano AnthonyDe Mello, il quale (nel suofamoso libro “Messaggioper un aquila che si credeun pollo”) ci esorta adevitare il cambiamento (dinoi stessi) a tutti i costi,accanitamente e avida-mente (ma, in fondo,s u p e r f i c i a l m e n t e ) .Cambiare noi stessi:come? Non facendo pro-prio niente! “Più fate, peg-gio è. Non dovete far altroche capire”. Ecco la famo-sa “consapevolezza”descritta da De Mello:lʼessere e diventare reali,persone che vivono il con-tatto con la realtà. “Ecco

cosa porta la felicità: uncontatto con la realtàistante per istante”; vale adire “entrare nel presente”del nostro tempo (perquesto qualcuno ha detto:“La vita è quella cosa checi accade mentre siamooccupati a fare altri pro-getti”). In questo sensoanche gli ideali – ci avvisaDe Mello – possono fareun sacco di danni! “Ci siconcentra tutto il temposu come dovrebberoessere le cose, invece dicome sono. Così, si impo-ne ciò che dovrebbeessere sulla realtà attua-le, senza aver mai capitoprima cosʼè la realtàattuale”. E, anziché cam-biare le cose e gli altri,rendersi conto che quan-do noi saremo diversi(“svegli”, “consapevoli”),anche loro saranno diver-

si. “Eʼ una cura miracolo-sa e infallibile. Il giorno incui voi cambiate, cambie-ranno anche loro. Chi viappariva spaventoso visembrerà ora impaurito.Chi vi appariva scontrosovi sembrerà spaventato.Improvvisamente, nessu-no avrà più il potere difarvi del male”. Ed è sol-tanto la consapevolezzache permette alla realtà dicambiarci, quando sarà ilmomento, non stabilitodal nostro ego, ma dallastessa realtà.De Mello – a propositodella necessità del nostrocambiamento interiorecosì come del contattocon la realtà, senza fugheprecipitose e condannepresuntuose – ci ricordaun detto giapponese: “ilgiorno in cui smetterai diviaggiare, sarai arrivato”!

Oblòdi R. C. D.

“Oggi, un acquazzone mi ha colto di sorpresa mentrecamminavo per strada… Per fortuna, avevo unombrello e un impermeabile. Ma erano chiusi nelbagagliaio dellʼauto, posteggiata piuttosto lontano.Mentre correvo a prenderli, ho pensato allo stranosegnale che Dio mi stava inviando: abbiamo semprele risorse necessarie per affrontare le tempeste che lavita ci riserva ma, nella maggior parte dei casi, sonorinchiuse in fondo al nostro cuore – e impieghiamomoltissimo tempo per arrivare a scoprirle. Quandoriusciamo a impossessarcene, le avversità ci hannoormai sconfitto” (P. Coelho).

Il nostro Bollettino, ormai giunto al suonovantatreesimo anno di vita, si è moltorinnovato, sia nella veste grafica che neicontenuti. In particolare, la scelta distamparlo parzialmente a colori ha com-portato una maggiore spesa. Pertanto,per proseguire e migliorare il camminointrapreso, è anche necessaria la vostrapartecipazione.

Se volete aiutare il Bollettino potete recarvinellʼUfficio Parrocchiale, oppure utilizzare ilconto corrente postale n° 11692159, intestatoalla Parrocchia S.S. Pietro e Paolo - via M.DʼAzeglio n° 9, 15053 Castelnuovo Scrivia.

Vi preghiamo, inoltre, di segnalarci eventuali disguidi postali.

Un contr ibuto per i l “ tuo” Bol let t ino

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“Mi si chiede di scriveredue righe su quello che

maggiormente mi ha colpito aLourdes: Per me è stata laprima esperienza e per di più hoscelto di andare come barellie-re; potete ben intuire la miarisposta. Personalmente e sin-ceramente è stato tutto stupen-do ed affascinante. Ho avutodubbi nel partire ma poi la deci-sione è scattata fulminea: comemi è sempre stato detto da miamadre e da altri: “Devi provarlosulla tua pelle!”. Ed è propriostato così! Non cʼè racconto chetenga se non la tua esperienzapersonale; sono stato letteral-mente rapito da quel luogo. Nonsono mai stato lasciato solo datutto il personale OFTAL masoprattutto dai malati, che mihanno dato veramente la spin-ta.Il mio pensiero ricorrente finoalla partenza da Tortona è stato:“ come mi comporterò? Sarò ingrado di aiutare a dovere?”Tutte queste risposte me lehanno date loro. Sono stati pro-prio i malati a farmi sentire amio agio e farmi capire quantosono fortunato. Non li ho maisentiti lamentarsi, nonostante inumerosi spostamenti di tutti igiorni. Ho avuto un grande inse-gnamento da loro e sono statidei grandi compagni di viaggio.Tutte le dame e i barellieri mihanno fatto subito sentire parte

della famiglia e ogni mia pauraè scomparsa facendomi vivereuna esperienza fantastica coro-nata da momenti toccanti comela processione del Flambeaux ela gioia della consegna per noiprimi viaggi della mitica “mozza-rella”! Ma lʼamore più grande eforte lo senti quando sei tu conMaria alla Grotta. Ti senti scal-dato da un abbraccio immensoche ti fa star bene anche se seilì a tarda notte. Mentre passisotto la statua della Madonna eti bagni di quel rigagnolo dʼac-qua che scende dalla roccia,preghi per tutte le persone checonosci e che hanno bisogno,quando sei di fronte e la guardifissa, piangi senza quasi accor-gertene. Queste sono state lemie sensazioni forti, la miagioia. Spero che molti mieiamici mi seguano ma mi augurodue in particolare! Credetemi: èbello ammalarsi di “lourdite”!!!!Ci vediamo sul treno!”

Marco – barelliere

“Eʼ stato il mio primo pelle-grinaggio a Lourdes e non

lo dimenticherò mai. Tutto mi hasorpreso, emozionata; è diffici-le, con le parole, esprimere imiei sentimenti. Ho visto unamoltitudine di gente che prega-va con tanta fede e devozionedurante le bellissime funzioni enei momenti davanti alla Grotta.Mi fa piacere pensare che nel

mondo di oggi non ci siano solocose brutte e spiacevoli.”

Pinetta

“La Grotta è senzʼaltro ilcuore di Lourdes: è là che

la “Mamma” ci accoglie, ciascolta e ci dona conforto. Io,però, sono stata molto colpitaanche dal servizio e dallo spiritodel personale: erano tutti genti-li, premurosi, attenti e disponibi-li sempre, anche sotto la piog-gia battente. Cʼerano molti gio-vani! Hanno lavorato tanto, masempre con il sorriso.”

Dina

“Per me questo è il secondopellegrinaggio a Lourdes

come dama e, devo dire, che lesensazioni che si provano neicinque giorni di permanenzasono sempre intense, commo-venti e piene di attimi indimenti-cabili. Il momento speciale, perme, è quello di preghiera perso-nale sotto la Grotta, dove pensoche, tutti noi, ai piedi di Maria,rivolgiamo i dubbi, le difficoltà,le stanchezze, ricordiamo inostri cari, sia quelli che abbia-mo a fianco sia quelli, purtrop-po, che portiamo nel cuore.Ai piedi della bella “Signora inbianco”, come disseBernadette, sono toccanti lapreghiera, la meditazione, lariflessione ed il silenzio! Là siprova un senso di protezione da

un mondo che non dà la possi-bilità di fermarci a meditare eriflettere, un mondo legato alconsumismo, alla frenesia delfare e al rumore. Il silenzio e lapreghiera che avvolgono le per-sone sotto la Grotta è occasio-ne di rinascita interiore. Potrà,questo, sembrare strano allepersone che non hanno maipartecipato ad un pellegrinag-gio ma, credetemi, è difficilespiegare con le parole la com-mozione che sgorga dal cuore.Poi, è arrivata la mattina dellapartenza, del ritorno a casa:avevamo i visi stanchi ma, spiri-tualmente, ci sentivamo ricari-cati e pronti a trasmettere laluce di questa magnifica espe-rienza.”

Cinzia – dama

“Eʼstato tutto molto bello,sembrava di essere in

Paradiso; canti preghiere, tantefunzioni commoventi; ma iosono tornata a casa portandonel cuore tutti gli ammalati.Erano tanti: file interminabili dicarrozzelle e di barelle. Nonposso dimenticarli e allora, ognigiorno, prego per loro recitandoil s. rosario. Prego anche per lecare persone che mi hannodato la possibilità di andare alpellegrinaggio, per le damine edi barellieri che ci hanno assistitocon amorevole cura.”

Urma

Aqualche mese di distanza dallʼannuale pellegrinaggio a Lourdes dellasezione di Tortona-Voghera dellʼOFTAL (Opera Federativa TrasportoAmmalati a Lourdes) tenutosi questʼanno dal 29 luglio al 4 agosto,

abbiamo voluto raccogliere alcune testimonianze tra i malati, i pellegrini ed ilpersonale che hanno partecipato al pellegrinaggio.Per alcuni è stato il primo viaggio, per altri un atteso ritorno, un appuntamento annuale a cui si cerca di non mancare.Chiedere a chi ha partecipato al pellegrinaggio quali siano i ricordi che sono rimasti nel cuore è vedere schiudersi un sereno sorri-so e gli occhi illuminarsi al solo pensiero dei giorni trascorsi a Lourdes.I momenti significativi del pellegrinaggio sono molti: le belle funzioni animate dai canti, la processione dei Flambeaux con le fiacco-le accese, la Messa Internazionale, il momento del sacramento di Riconciliazione, la via Crucis, i momenti di comunione fra malati,personale e pellegrini: ma è certamente il ricordo del tempo passato in preghiera davanti alla Grotta dove Maria è apparsa aBernadette ciò che rimane scolpito nei cuori di ciascuno di noi che, insieme, abbiamo partecipato al pellegrinaggio.Davanti alla Grotta, Maria ci ha aiutato a “tenere accese le nostre lampade”, come esorta il tema pastorale scelto per il 2006 aLourdes: la lampada della fede, la lampada della preghiera.

Chiara Setti – dama

Lourdes 2006: tenete accese le vostre lampade

L e t e s t i m o n i a n z e

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“Imiei ricordi del pellegrinag-gio sono tanti e, tutti belli.

Se chiudo gli occhi, però, rive-do come in un sogno la pro-cessione serale deiFlambeaux. Cʼera una moltitu-dine di gente di tutte le nazio-nalità, ognuno si esprimevanella propria lingua ma tuttilodavano la Madonna cantan-do “Ave..Ave…Ave Maria”! Inogni fiaccola accesa si vedevala luce della fede. Che bello!”

Alessandro – barelliere

“Mi sono commossa moltoquando sono salita per

la prima volta sulla carrozzella;avrei voluto, infatti, andare allaGrotta camminando come nelmio primo Pellegrinaggio maero ugualmente contenta diessere ancora a Lourdes epartecipare a tutte le belle fun-zioni con il nostro Vescovo. Eʼstato molto toccante la cerimo-nia della consegna del distinti-vo dellʼOFTAL al personale delI° viaggio. Quanti giovani!Avevano tutti una candelaaccesa ed ognuno doveva por-tare la “luce” ad un ammalato.Quando ho visto il “nostro”Marco che veniva verso di me,

mi sono commossa moltissi-mo.”

Agnese

“Iricordi di un viaggio aLourdes sono difficili da

raccontare con le parole: certeemozioni bisogna viverle dipersona ed io consiglio a tuttidi andare in quel bellissimoSantuario almeno una voltanella vita. Qual è il mio ricordopiù bello? Direi proprio tutto,ma lʼarrivo sullʼEsplanade dellaprocessione dei Flambeaux èstata spettacolare; il buio dellasera era rischiarato da migliaiadi fiaccole luminose che simuovevano a zig zag.Abbiamo visto sfilare tantagente che cantava e pregava.Eʼ stato un grande spettacolodi fede che a Lourdes si ripeteogni sera. Se ci ripenso misembra ancora di aver fatto unsogno.”

Giuseppe

“Sono andata a Lourdesper accompagnare mia

mamma che ha qualche diffi-coltà, non avevo un richiamoparticolare ma ho vissutounʼesperienza bellissima che

non avrei mai immaginato.Tutto era nuovo per me, tuttoera bello, tutto era commoven-te, ma sono stata molto colpitadalla presenza di così tanti gio-vani. Siamo abituati a pensarlisulle spiagge, nelle discote-che, invece là ce nʼerano tan-tissimi, italiani e stranieri chefacevano il loro servizio con gliammalati e che pregavano inginocchio davanti alla Grotta

con fede e raccoglimento. Unaltro momento che non possodimenticare è la MessaInternazionale: ero seduta vici-no ad una signora spagnola edavanti a me cʼera una famigliadi indiani. Mi sono commossapensando che eravamo unitidalla stessa fede, lodando lostesso Dio, chiamati dallaMadonna.”

Giuliana

Come tutti i ragazzini,anche noi, “ragazzidel cortile del parro-

co”, aspettavamo con ansialʼarrivo del Natale. La nove-na portava sempre abbon-danti nevicate. Dalla finestraammiravamo i tetti dellecase, le strade, i campicoperti di un bianco cheabbagliava. Dai comignoli,sui quali la neve aveva for-mato cupole bianche, usci-vano nuvolette di fumo chesalivano al cielo facendocisognare. I fili elettrici e deltelefono, che allora attraver-savano le strade, sembrava-no funi bianche e le piante

giganti coperti da un gigan-tesco, candido mantello.Nel giorno della vigilia, ilpaese si animava. I venditoriambulanti giravano per lestrade, si sentiva la trombet-ta del lattaio Bobbio “u san-darm”, il gridare diMaddalena la pescivendola,dei pastori che offrivano i“siras” (ricotte), di Augusto “uranè” che veniva dallaBalossa e decantava le suerane per la cena di magro.Le voci animate dei ragazziche facevano a palle di nevesi confondevano con quelledei carrettieri, Bragagì,Vanè, Barò, Busardè,Marchè, Purò, che sgombra-vano la neve mentre lagente, infreddolita, cammi-nava a passo svelto.

Pensando agli inverni diquegli anni mi convinco cheerano più rigidi di quelli diadesso. Gli uomini eranofasciati da larghi mantelli adoppia ruota, portavano“Mufar” (guantoni di lana) espesse calze fatte a mano,calzoni di fustagno e pesanticappelli sotto i quali alcunivecchi avevano “ra calota”(coppola di lana). Le donneerano infagottate nello “scia-lò” (grande scialle) e la testacoperta da un altro più leg-gero. Nella notte della vigilia,non di rado, nevicava sulnevicato.Di buon ora, gli uominitoglievano la neve dai mar-ciapiedi, davanti alle lorocase, affinché le donnepotessero andare alla nove-

na. Si sentiva il rumore dellepale ed il tic tac secco dei“suclè” (zoccoli) delle donneche frettolose andavano inchiesa.Nel pomeriggio, PietroBarbieri, il sacrestano, salivasul campanile a suonare afesta, annunciando lʼarrivodella festa del perdono, dellapace e dellʼamore che porta-va letizia in ogni cuore.Devo, però, confessare chea me, quel gioioso scampa-nellio, portava un velo di tri-stezza. Mi ricordava il rac-conto del vecchio campana-ro “Ciciò”, tramandatomidalle donne cernitrici delmagazzino, solite a parlaredi cose vecchie. “Ciciò”, umile e generoso,per tutta la vita era stato

i c o r d i d i R NLelio Sottotetti

a t a l e

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campanaro nella parrocchia-le. Per lui era una missionee, con il sol leone dellʼestateo il gelo dellʼinverno, allavigilia delle feste solenni,saliva sul campanile conanimo di ragazzo e diffonde-va note gioiose. Alla vigilia diun Natale, salì sul campanileper dar concerto. Era unagiornata rigida, il vento geli-do sollevava la neve dal tettodella chiesa e la faceva svo-lazzare per lʼaria sino allecampane. “Ciciò”, con i mar-telletti, iniziò il concerto, ilsuono dei bronzi arrivava inogni angolo del paese. Ad untratto, bruscamente, le cam-pane tacquero. La gente sidomandava cosa fosse suc-cesso. Il parroco, DonLugano, preso da funestipensieri, salì sul campanile epianse davanti al vecchio,morto fra le sue campane.La fatica nel salire le scaledel campanile e lʼaria rigida,avevano stroncato il suovecchio e stanco cuore.La gente gli voleva bene ene fu addolorata e con tri-stezza andava ripetendo:“Povero vecchio Ciciò, ègelato fra le sue campane”.Nacque così il detto: “Lè sràCiciò!” (il maestro Guerra,nel suo bel libro “Io, la dolcecasetta, lʼamato paesone”,ricordando questʼepisodio,scrive che non morì sul cam-panile; io, però, continuo apensarlo secondo il raccontodelle vecchie cernitrici).Ritornando a noi ragazzi,nellʼultima sera della nove-na, andavamo in sacrestia equi, quale rito, arrivava lasignora Clara, mamma delParroco mons. Bianchi, conlʼabituale grembiule nerocolmo, per lʼoccasione, di

torroncini, caramelle e cioc-colatini. Il nostro compagno,il vivace Felice Colombassi,il più espansivo del gruppo,gli correva incontro, lʼab-bracciava, non la mollavapiù, mentre lei, che era unpoʼ la nostra buona nonna,contenta gridava: “Felice,piantala! Fai cadere tutto aterra!”. Il Parroco osservavae sorrideva.Dopo cena tornavamo inchiesa per la messa dellamezzanotte. Indossavamo ilcamice bianco e a tracolla lafascia dei “Sanluigini”. Citenevano a bada le signorineMaria Luisa Torre, AdelinaBettini, Luisa Bassi e LetiziaBozzini. Finita la funzione,stanchi, prendevamo la stra-da di casa. Infatti, la mattinadopo, giorno di Natale, già dibuon ora, dovevamo andare,come da antica usanza, aportare la fortuna bussandoa tutte le porte. Ormai, lʼoraera tarda, lʼorologio dellatorre rintoccava le ore invi-tandoci a rincasare.Camminavamo fra le caseimmerse nel candore dellaneve. Le strade si eranofatte silenziose, di un silen-zio sacrale che faceva senti-re che Dio ci camminavaaccanto.Aperta la porta, ci accoglievail dolce tepore della casa.Nel camino cʼera ancora labrace, si sentiva qualchescoppiettio seguito da favilleche salivano come stellineper la cappa; il ciocco sistava lentamente consu-mando formando una cene-re quasi bianca. Correvamosotto le coperte che la bracedello scaldino, posta nel“prete” (trabiccolo), avevaintiepidito e ci addormenta-

vamo con un sonno profon-do e sereno.La mattina seguente, già allesette del mattino, ci trovava-mo con gli altri ragazzi sullabella piazza, incorniciatadalla chiesa, dal castello edalla ciminiera della filandache allora faceva ancorabella mostra. Ci sparpaglia-vamo per tutto il paese, bus-savamo a tutte le porte:“Buon Natale e BuonaFortuna!”. La gente ci atten-deva e ricambiava gli auguri,alcuni, offrendo soltanto ilcalore del cuore, altri anchequalche dolcetto o monetina.Ricordo che mio nonnoPedar, già qualche giornoprima, si preparava la mone-ta, erano “dubiò” (moneta dirame da due soldi) e “niclè”(moneta di nichel da quattrosoldi).A quellʼora i caffè e le botte-ghe erano già illuminati, apri-vano alle sette del mattino.Erano: il Caffè Umberto, lʼal-bergo Savoia “adBurlaschè”, il barbiereColonna, il Caffè di Sacco, ilCaffè della Posta, la bottegadi ortaggi “ad Delaidè”, labottega di Mogni (con lavetrina piena zeppa di gio-cattoli fra i quali primeggia-vano cavallini di legno ebambole di stoffa), la dro-gheria Maggi, il CaffèEuropa, la farmacia Poggi, laselleria Canobbio (con labella testa di cavallo sullafacciata), la ferramentaCoda, il negozio di tessuti diMartinelli e, nellʼangolo convia Garibaldi (cantò adBigialu), la drogheria diNicolina Bovari. Nicolina, molto cordiale, ciaspettava sulla porta. Cifaceva entrare e ci regalava

carboncini, mentine e tavo-lette di “Brut e bò” che sape-vano di erbe. Il marito CiprioCiprino, corpulento e rossoin volto, con il suo perennesorriso, ricambiava gli augurie continuava a ripetere:“Ragazzi fate i bravi! Fate ibravi!”.A mezzogiorno tutti a casaper il pranzo di Natale. Almomento del panettone toc-cava a mio fratello GianPietro, che era il più piccolo,il dovere di recitare la poe-sia; poi tutti in chiesa, poichéprima dei vespri e dellabenedizione noi ragazziandavamo a pregare davan-ti al presepe, allestito nella“Cappella Lunga”. Un grantelone sul quale stava dipin-to il cielo pieno di stellecopriva lʼaltare e “Lʼultimacena” del Berri. Su una mon-tagnola si ergeva il castellodi cartapesta di Re Erodeche sovrastava il paesaggio,il degradare delle colline, illaghetto e il ruscello. In ungrande spiazzo la capannadel Divino Bambino postonella mangiatoia fra Maria eGiuseppe, con il bue e lʼasi-nello che li scaldano colfiato. Disseminati lungo ilviottolo, i pastori, fra i qualispiccava Gelindo conlʼagnellino sulle spalle. Inlontananza i Re Magi scen-devano dalle colline verso lacapanna. Il vecchio organi-sta Andrea “lʼorb” (Andrea ilcieco) che da anni, allatastiera del monumentaleorgano, sapeva rendereemozionanti e solenni lecerimonie, diffondeva le notedelle più dolci “nenie” natali-zie. In quel clima di pace edamore, anche lui si sentivaragazzo fra i ragazzi.

L e c t i o D i v i n a c o n i l V a n g e l o s e c o n d o L u c aLʼanno liturgico si svolge considerando, nello spazio di un triennio, il Vangelo di Matteo (anno A), di Marco (anno B),di Luca (anno C):Il prossimo sarà anno C. In seminario, con ritmo mensile, si considera il Vangelo di Luca: Si è iniziato il 13 ottobre. I prossimi incontri saranno,la sera del venerdì alle ore 21, i giorni 17 novembre, 15 dicembre, 12 gennaio e 19 febbraio.Per i castelnovesi, che ebbero la ventura, in un passato triennio, di fruire della Lectio con periodicità settimanale insede, sarà lʼoccasione per ricordare quanto appreso o perfezionare la propria cultura religiosa

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B o l l e t t i n o P a r r o c c h i a l e 7Novembre - Dicembre 2006

c r o n a c h e c a s t e l n o v e s idi L. Stella

Berto

Il bimbo del Bosco di casta-gne si è allontanato da que-

sta Terra, secondo il suo stiledi uomo sicuro, un poʼ guasco-ne, aperto ad ogni genere disfide.Stava ispezionando qualcosain alto, più vicino al cielo, luiche, nato in quello splendidoluogo che chiamanoValbrevenna, era abituato asalire in alto. Del resto, quelpaese nella realtà non esiste,è un insieme di località diver-se, anche nella fisionomia,che ha in comune il trovarsi acavallo dʼun torrente, laBrevenna, primo affluente didestra della nostra Scrivia.Superfluo forse precisare didestra, la Scrivia non haaffluenti a sinistra.Visse i primi anni di vita inmomenti difficili. Per tutti, madi più per quel piccolo monta-naro che neppure aveva com-presa la ragione della lonta-nanza del papà, alpino primain Albania, poi in Russia, unalotta continua per la vita, chenon bastano testimonianzedʼun Don Cerutti, di un DonAldo Del Monte, dʼun prof.Renato Gatti, dʼun RigoniStern per farci capire. La real-tà fu molto più terribile dellʼim-maginazione.La giovane mamma andavanel bosco a raccogliere casta-gne, perché indispensabiliallʼesistenza, come il lattedella mucca e quel poʼ di ver-dura che si riusciva a coltivarein quei fazzoletti di terra, chegli antenati, con enorme fatica,avevano strappato alla monta-gna con incredibili terrazza-menti. Si rendano conto i sac-centi puristi della lingua, che aquarantʼanni non sapevanodistinguere unʼoca da unʼana-tra, che il titolo del libretto dicui Berto è stato piccolo prota-gonista, è stato voluto così,perché i montanari andavanonel bosco per castagne, per-ché esse erano una dellepoche risorse per vivere. Aloro non importava il nomedellʼalbero…Crebbe il nostro Berto sicuro eforte. Il papà tornò dalla guer-

ra, e gli donò due fratellini.Poi scese a valle, tra noi.Diventò un protagonista.Quanto riduttivo il racconto delcronista dʼun pensionato checade dal tetto e muore.Legalmente aveva lasciato illavoro attivo, ma mai lʼavrestiimmaginato a consumare lasua vita giocando a carte. Fuin vita un artista: con in manoun martello o una chiave crea-va capolavori, non era un sem-plice esecutore. Un pavimen-to, un solaio, un tetto diventa-vano unʼesecuzione persona-le, unica, quella che in gergosi chiama capolavoro. Chi lovide allʼopera, sa che egli vivein quello che ci ha lasciato.Nei suoi ultimi momenti osòtroppo, sicuro di raggiungerequel fine, per il quale si senti-va preparato. Qualcuno incielo aveva bisogno di lui. Lasua anima rispose “Presente!”.Mentre il corpo inerte raggiun-geva il suolo, lui era già con il“Signore delle cime”, quelloche ben conoscono i montana-ri, così diversi da chi è abitua-to a vivere al pian di babi.Quando lo ritroveremo, ciaccoglierà con quel sorriso iro-nico che mi mostrava quando,andando a funghi, mi lasciavaper la via più difficile, e poi tor-nava carico di porcini, mentreio potevo mostrare solo una“mazza da tamburo”, comme-stibile sì, ma solo perché nonero riuscito a trovare altro.

Natale 2006

Un breve pensiero natalizio.La nostra comunità,

lʼItalia, il mondo hanno biso-gno di fratellanza, di pace. Leluminarie, gli omaccioni barbu-ti vestiti di rosso (anche se siispirano a san Nicola) , letavolate tra amici, o beneficheper chi ha bisogno (ma lanecessità non è di un sologiorno) sanno tanto di profu-mo, che è gradevole, ma spes-so nasconde i cattivi odori.Dobbiamo vedere nel prossi-mo una persona umana,apprezzarne la qualità, atte-nuarne i difetti.La gente in continuo litigio, il

legarsi al dito un presentetorto con il proposito di farglie-la pagare, non ci prepara alNatale, che è “Gloria a Dio nel-lʼalto dei cieli e pace in Terratra gli uomini di buona volontà”Vogliamo spegnere qualcheluce fuori, abbassare il tonodella nostra voce, vedere inchi ci sta vicino lʼamico, con lesue debolezze, con la suaincapacità ad essere perfettosempre, per tutti, quali chesiano gli ostacoli da superare.Se Natale portasse in politica,nello sport, nella mente deigiornalisti e dei cronisti televi-sivi la voglia, almeno per ungiorno, di pensare in positivo,avrebbe un senso. Così vollesignificare un Bimbo che nac-que in una grotta, perché igenitori, nella loro situazione,non trovarono un posto ade-guato. Alla messa di Natale(dove sono presenti quasitutti), scambiamoci, con unattimo di riflessione, un verosegno di pace. Che possa pro-trarsi per i giorni successivi.Come sarebbe bello se, ognigiorno, fosse Natale. Quellovero, cristiano, umano.

Il messaggio religioso della volta

Quando allʼinizio del secoloscorso il Prevosto Mons.

Lauro Ferrari decise di affre-scare la volta centrale dellachiesa, pensò di trasmettereun messaggio, un compendiodella fede cristiana, rappre-sentandolo sulla volta stessa.Si basò su un fatto storico eprese spunti dalle sacre scrit-ture. Allʼingresso dellaParrocchiale, nella destra,sulla controfacciata, ilPrevosto Giulio Antonio Costaricorda che nel 1622 al titolareSan Pietro si è unito SanPaolo. Sulla volta è ricordatolʼavvenimento. Al centro, SanPietro è incoronato Ponteficeda un angelo, mentre un altroangelo gli presenta la basilicavaticana. Ai due lati sono pre-senti un gallo (segno di debo-lezza, quando Pietro rinnegòGesù (Marco, XIV, 30 –

Giovanni XIII, 34) e le chiavi,simbolo dellʼautorità papale. Ilbrevetto di capo degli aposto-li ha due riferimenti evangelici.Prima della morte di Cristo,Matteo XVI , 18-19: Io ti dicoTU SEI PIETRO e su questapietra edificherò la mia chiesae le porte degli inferi NONPREVARRANNO contro diessa. In latino: TU ESPETRUS …NON PRAEVALE-BUNT . Dopo la resurrezione,Giovanni XXI,17: PASCI LEMIE PECORE; in latinoPASCE OVES MEAS. Inbasso, alcuni angeli sorreggo-no la croce del martirio delSanto. Sulle pareti laterali,sono riportate le otto beatitudi-ni (Matteo V –9, 10 ). Sono ildiscorso programmatico delcristianesimo. Negli Atti degliapostoli (1,26) troviamo la giu-stificazione della presenza diMattia, scelto per sorte a sosti-tuire Giuda il traditore, e diBarnaba (4, 96), il cipriota chevendette tutti i suoi averi emise il ricavato a disposizionedella comunità, conquistando-si una dignità vicina a quelladegli apostoli. Lʼinvestitura diSan Paolo venne direttamenteda Dio che proclamò: è lo stru-mento che mi sono scelto perportare al mondo il mio nome(in latino VAS ELECTIONISEST MIHI ISTE…). Atti, 9,15..Un angelo regge un libro, sulquale è riportata la designa-zione ,il brevetto di SanPaolo, che è effigiato ai piedidi San Pietro. Troviamo infinela proclamazione dʼun Diounico (HONOR VIRTUS SOLIDEO) e due figure di animali, ilpellicano (antico testamento,salmo 101), che ispirò indiret-tamente S.Tommaso DʼAquinonellʼInno Adoro Te devote (PIEPELLICANE, JESU DOMINE),e lʼagnello su un libro consette sigilli (Giovanni,Apocalisse 5) .In realtà, il pescatore diGalilea, Pietro , non ricevettemai in vita, una corona sulcapo. Furono reali solo il galloe la croce, segni di amarezzae martirio.Completano lʼopera cinquevetrate, che presentano i quat-tro evangelisti ed il re biblicoDavide.

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B o l l e t t i n o P a r r o c c h i a l e 8 Novembre - Dicembre 2006

RIAPERTURAChiesa parrocchiale santi Pietro e Paolo

Dal primo maggio la Chiesa parrocchiale di Castelnuovo Scrivia è interessata allʼinterno daimponenti lavori di restauro che sono ora in fase conclusiva. La Commissione lavori organizzauna serata dedicata alla riapertura della chiesa e alla presentazione dellʼintervento svolto

Giovedì 14 dicembreore 20,45

- I lavori in corso nella Parrocchiale e i costiIntervento di Marì Botta

- La documentazione del restauro della navata centraleIntervento di Antonello Brunetti

- ore 21,30 - ACCENSIONE DELLE LUCI SULLE VOLTE- Le caratteristiche del ciclo pittorico delle volte della Parrocchiale

Intervento di Valeria Brunetti- Le tecniche di restauro

Intervento di Giovanni Bonardi e Francesca Regoli- Saluto di un delegato della Compagnia San Paolo di Torino- Saluto di don Gianfranco Maggi- Conclusione di don Costantino Marostegan- ore 22,30 - INAUGURAZIONE DELLA CAPPELLA LUNGA RESTAURATA

Per il Comitato di Gestione deilavori della chiesa Parrocchiale

il parrocodon Costantino Marostegan

A conclusione della serata sarà disponibile per il pubblico un librettocontenente la documentazione scritta e fotografica del restauro.

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B o l l e t t i n o P a r r o c c h i a l e 9Novembre - Dicembre 2006

Nel mese di giugno, durante i lavori dicreazione di un nuovo condotto per ilriscaldamento, appena alla base degliscalini che portano alla grotta diLourdes, ci si è imbattuti in una serie ditombe, una delle quali è stata scavataper consentire la collocazione dellagrata di fuoruscita dellʼaria Sulla basedei documenti si tratta delle tombe degliAcerbi, Nicolao e Agostino. Ormai èassodato che, quando vennero toltetutte le lapidi funerarie sul pavimentodella chiesa nella prima metàdellʼOttocento, le tombe non vennerocolmate e si conservano su tutta lasuperficie della chiesa. Nellʼarchivio esi-ste un documento che le elenca tutte,circa un centinaio, suddivise per tombesingole, di famiglia e di confraternite.In merito alla tomba rinvenuta riportiamoil verbale scritto da don Fulvio e colloca-to in un tubo dʼacciaio unitamente a unBollettino parrocchiale e a un grano delrosario del defunto

“Lʼanno del Signore 2006, il 27giugno, compiendosi i lavori discavo per realizzare una

bocca di uscita dellʼ impianto di riscalda-mento di questa chiesa parrocchiale deiSanti Pietro e Paolo in CastelnuovoScrivia e precisamente nellʼarea anti-stante la balaustra destra che dà acces-so alla “Cappella lunga”, venne ritrovatauna sepoltura.Dalla consultazione delle carte dellʼarchivio parrocchiale sembra si possaaffermare che in quella parte dellʼauladella chiesa venissero sepolti i membridella famiglia Acerbi.Venne avvertita la competenteSoprintendenza archeologica delPiemonte la quale, a seguito di sopral-luogo del dottor Alberto Crosetto in data19 luglio 2006, dispose che i lavori discavo venissero affidati ad un archeolo-go.Lʼincarico venne affidato alla ditta Arkaiadi Genova, diretta dallʼarcheologo dottorRinaldo Prosperi nella persona delladottoressa Sciamanna la quale provvi-de, assistita dal signor AlessandroAsinardi, impiegato nei lavori di restauropittorico della navata centrale, allo scavodella tomba il giorno tre agosto 2006,dopo che il signor Mario Spinola avevarimosso il voltino di copertura costruitocon mattoni pieni legati tra loro da malta.Assistettero ai lavori di scavo il signorMario Spinola, il prof. Antonello Brunetti,le signore Mari Botta e Renata Taverna.

e don Fulvio Berti.Il coperchio del feretro apparve sfondatoe vennero rinvenuti tre mattoni, appa-rentemente non facenti parte il voltino dicopertura.Rimosse le tavole si iniziò a rimuovere ilmateriale frutto della decomposizionedelle tavole fino a quando iniziarono adapparire i resti mortali del defunto dispo-sti parallelamente alla balaustra, con ilcapo rivolto verso la Cappella delSuffragio.Le ossa risultavano ormai polveriz-zate e per questo non facilmenteseparabili, tramite un bisturi, dalterriccio. Vennero rinvenuti, allʼal-tezza delle costole, alcuni brandel-li dellʼabito che doveva rivestire lasalma. Attorno ai resti delle mani siritrovarono 64 grani lignei sfaccet-tati già costituenti la corona delSanto Rosario e poco al di sopraun resto bronzeo non meglio iden-tificato. Da ultimo si ritrovò uningente quantità di capelli.Compiuta lʼopera di scavo il lavorovenne documentato con fotografie,dopodiché i resti mortali venneroraccolti in un sacco di plastica esuccessivamente trasferiti in que-sta cassetta di zinco. Sul fondodella sepoltura si ritrovò un matto-ne, su cui doveva appoggiare ilcapo del defunto.Il feretro appariva composto dauna doppia cassa lignea, costituitada tavole spesse circa quattro cen-timetri. A lato destro della sepoltu-ra si presume ne sia presenteunʼaltra, in quanto appare evidenteuna parete con imposta di voltino.I resti dellʼabito, il mattone allabase del capo, i grani del rosario,ad eccezione di uno trattenuto dalprof Antonello Brunetti e collocatoin questa cassetta a testimonianzadel Santo Rosario originale, ven-nero presi in custodia dallʼarcheo-loga affinché fossero consegnatialla Soprintendenza archeologicadi Torino, mentre i resti mortali ven-nero destinati allʼossario del cimite-ro comunale di Castelnuovo.In deroga a questa disposizione iosottoscritto don CostantinoMarostegan parroco disposi che iresti mortali opportunamente collo-cati in una cassa di zinco, venisse-ro ricollocati nella parte originale disepolcro (alla base delle colonnebinate) non interessata dai lavori

dellʼimpianto di riscaldamento.A suffragio dellʼanima del defunto vennecelebrata una Santa Messa il quindiciagosto 2006, alle ore 18, nellaChiesa di SantʼIgnazio.Disposi che don Fulvio Berti redigessequesto verbale ed avendolo trovatorispondente a verità lo ho firmato lʼottoagosto dellʼanno del Signore duemila-sei”.

La tomba (Nicolao Acerbi?) duran-te lo scavo

Il tubo di acciaio, preparato e inci-so da Renato Stella, in cui sonostati inseriti il verbale, un Bollettinoe un grano del rosario. Il tubo,insieme ai resti del defunto (un poʼdi polvere biancastra, la massa dicapelli e del terriccio), è stato collo-cato in una cassetta di zinco nellaparte di tomba non interessatadalla nuova uscita di aria caldadinanzi alla Cappella lunga.

D a l l a r e l a z i o n e d i d o n F u l v i o B e r t i

SCAVO ARCHEOLOGICO NELLA PARROCCHIALE

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B o l l e t t i n o P a r r o c c h i a l e 10 Novembre - Dicembre 2006

Chi ha cercato diconoscere le vicendestoriche di

Castelnuovo si è imbattutoin molti personaggi chehanno dedicato tutta o partedella vita ad aiutare ilprossimo.A partire, duemila anni fa, daFadia Esperide e poi via viatanti altri, ad esempioMasnaco Nicolosio,Giovanni Ferrari, AntonioTorti, Teseo Grassi, PaolinaLeardi Bersani, VittoreLuraghi. Sono molti anche coloro chehanno deciso di lasciare, inpunto di morte, lascitinotevoli alle istituzionibenefiche locali; fra gli ultimicasi vanno citati quelli diAntonio De Agostini edEmilio Arzani.Ora lʼelenco si allungapoiché Italo Cammarata hascoperto di recente uninteressantissimotestamento depositatopresso lʼArchivio di Stato diMilano.Vediamo di che si tratta.Allʼinizio di febbraio 1437 ilcastelnovese Robino Torti fuEdoardo si trovava a lettoammalato a Milano in unacamera della Canonica dellaBasilica di San Lorenzo inPorta Ticinese. Sentendosimancare, chiese di faretestamento e fece chiamareil notaio Lorenzo Martignoneperché, disse, voleva “morireda buono e vero cristiano”.Dalle quattro pagine che ilNotaio vergò con la suapenna dʼoca e che sonoconservate allʼArchivio diStato di Milano viene fuoriun quadro significativo dellavita di Castelnuovo nellaprima metà del ʻ400.Torti era un usuraio cioè un

benestante che prestavadenaro a chi ne avevabisogno, ma pretendendo uninteresse elevatissimo.Dichiarò infatti al notaio “diavere per molto tempo fattoprestiti usurari e di avereesercitato la pravitàusuraria”. Nel tempo, perquesta sua attivitàʻparabancariaʼ, avevaricevuto “da diverse personegran quantità di denari e dicose”. Delle persone nonricordava tutti i nomi manella sua casa diCastelnuovo cʼerano “libri ecodici” dove tutto eraregistrato con nome ecognome, somme prestate esomme (o cose) restituite.Di fronte al Notaio, Robino sipentì mettendo adisposizione “tutti i suoi benimobili e immobili, perfino gliutensili e le suppellettili dicasa” e incaricò il Vescovodi Tortona di provvedere arimborsare tutti coloro cheerano stati suoi debitori eche ora diventavano i suoicreditori. Si costituironocome fidejussori duecastelnovesi, entrambidottori in legge, che erano lìpresenti: suo fratello AntonioTorti e Gaspare Bandello,figlio del fu Bandellino.Fecero da testimoni unostuolo di castelnovesi che sitrovavano a Milano perlavoro o per affari: il dottorGianMarco Grassi fuGaspare, esecutore ducale,Luca Bandello del fuBandellino, Antonio Bassi fuZanino, GioAgostino Ricci,GioAntonio Grassi fuCristoforo e Marco Torti diManfredino.Cammarata è ora sulla pistadi questi libri e codici perpoter meglio definire una

vicenda a lieto fine diestrema importanza poichécoinvolge il Vescovo, alcuniantenati di Matteo eVincenzo Bandello, ilcapitano di giustiziaGianMarco Grassi che fuuomo di fiducia dei Visconti,dei Dal Verme e diFrancesco Sforza oltre chegovernatore dellʼOltrepò consedi ad Alessandria,Voghera e Tortona.Tre prime considerazionicuriose, che verranno poiapprofondite, affidiamo aquesta pagina del“Bollettino” 1- Matteo Bandello, nellaNovella LIII della Terzaparte, racconta di SanBernardino da Sienaraggirato (al fine di ridurre laconcorrenza) da un usuraio,di nome Tommasone Grassi,divenuto “oltre misuraricchissimo” e chegiustificava la sua attivitàdicendo: “Io non sforzonessuno né astringo avenire a prendere denari inprestito da me”. Tommasonevisse realmente, ma nellaprima parte del ʻ500, mentreBandello data questa argutanovella allʼepoca di FilippoMaria Visconti e diBernardino da Siena cheeffettivamente fu aCastelnuovo nel 1418, comeindicava fra gli altri ancheSan Luigi Orione.Quando Bandello scrisse lanovella, dai tempi di RobinoTorti erano passati quasicentʼanni, ma non èimprobabile che Matteo neabbia sentito parlare quandoviveva ancora a Castelnuovoe fosse a conoscenza diquesto testamento, comelascia intendere laconclusione della novella

“…poi si convertì e restituìtutto il mal tolto certo eincerto e lasciò tanteelemosine e cose pie…sevisse male, almeno morìbene e da cristiano”.2- In una pubblicazione del1984 sugli Statuti diCastelnuovo Scrivia, datati1450, a pag.53 si legge:“Lʼusura viene definita comeattività illecita, senza peròstranamente configurarlacome reato. Vien quasi dachiedersi se gli estensoridegli Statuti castelnovesinon provassero simpatia pergli usurai”. Alla luce diquesto documento vienproprio da pensare chefosse così, ovviamente pergli usurai pentiti e dellapropria parte politica (quelladei Grassi, Bandello, Torti,Ricci, Lazaro, Guerra,Granoto, Quattrogio).3- Fra le famiglie Torti eBandello vi erano rapportistrettissimi come dimostranole firme a piede deltestamento, ma comeattesta anchelʼaccostamento degli stemmidelle due famiglie sulletavolette del bellissimosoffitto quattrocentescoscoperto e restaurato inquesti anni nella abitazionedi Virginia Rossi e RenzoFerrari in piazza VittorioVeneto, di fronte allʼexconvento dei francescani.Per di più a suffragareulteriormente lʼipotesi di unacastelnovesità di questanovella sullʼusuraio, unadelle 73 tavolette riporta iltrigramma di Bernardino daSiena, segno evidente, nellecase dei Bandello e dei Torti,di un forte ricordo dellapredicazione di questosanto.

Da uno straordinario documento del 1437 rinvenuto da Italo Cammarata

LE TANTE PER DIVENTAREVIEBENEFATTORIAntonello Brunetti

Italo Cammarata

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B o l l e t t i n o P a r r o c c h i a l e 11Novembre - Dicembre 2006

A l z a n o

Domenica otto ottobre scorso ci siamorecati in gita pellegrinaggio al SacroMonte di Varallo. Il gruppo era com-

posto da 32 parrocchiani di Alzano, treguazzoresi e tre castelnovesi.Accompagnati dal diacono Ernesto siamopartiti dalla piazza della chiesa di Alzanoalle ore 7 con una fitta nebbia che oltreCasale ha lasciato il posto a uno splendidosole. A Varallo, raggiunto il Santuario delSacro Monte con la funivia e, dopo averpartecipato alla santa Messa, abbiamo visi-tato le varie cappelle e ammirato lo splendi-do panorama della catena del monte Rosa. Arrivati quindi a Orta San Giulio, con il bat-tello ci siamo trasferiti sullʼisola omonimaove, nel Monastero benedettino MaterEcclesiae abbiamo partecipato alla preghie-ra dellʼora nona con le suore di clausura.Successivamente siamo stati ricevuti da

Suor Anna Maria Cànopi, badessa, nativadella nostra diocesi. Dopo la visita ad Orta,con degustazione di un buon gelato e qual-che acquisto di specialità locali, alle ore17,30 siamo ripartiti per Alzano.Durante il viaggio di ritorno, fermata dʼobbli-

go nel parcheggio di un autogrill per uno spuntino….. si fa per dire…. di un buon salame (produzione Domenico e MauroTorti), ottimo gorgonzola e le torte preparate da alcune giovani alzanesi e dalle loro mamme. Il tutto annaffiato da un otti-mo vino Bonarda gentilmente offerto dal Sindaco PierAngelo Cisi. Fra canti e musica siamo arrivati ad Alzano alle ore20,30, contenti e soddisfatti per una bella giornata passata insieme nella preghiera e nellʼallegria. Un grazie sincero e di cuore al nostro diacono per lʼottima organizzazione, ad Anna Maria Cassola, solerte e precisa cas-siera, e a tutte le persone che hanno contribuito in modo fattivo alla riuscita della giornata. Grazie della partecipazione e…….. alla prossima !!!

Gita Pellegrinaggio al Sacro Monte di Varallo

L A P R E S E N Z A D E L D I V I N O

I l m o r m o r i o d i u n v e n t o l e g g e r oIl primo Libro dei Re (1Re 19,9) contiene uno dei passi più belli e significativi dellʼAntico Testamento. Proviamo a rileg-gerlo.In quei giorni, essendo giunto Elia al monte di Dio, lʼOreb, entrò in una caverna per passarvi la notte, quandʼecco ilSignore gli disse: “Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore”. Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuo-so e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo ilvento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non eranel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. Come lʼudì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e sifermò allʼingresso della caverna.Il passo biblico sopra riportato è stato oggetto di moltissime disquisizioni teologiche, che non è il caso ora di riprende-re. Ciò che invece non si può fare a meno di notare è la bellezza, quasi poetica, colla quale vengono narrati i fatti e siè introdotti alla presenza di Dio. Il profeta Elia, in fuga dai suoi nemici, si rifugia in una caverna sul monte Oreb, il montedi Dio. Qui viene ammesso alla presenza dellʼAltissimo. Eʼ una Presenza insolita per lʼAntico Testamento: non è il “Diodegli eserciti” tutto fuoco e fiamme che Elia deve cercare, ma una Presenza consolatoria, che ci avvolge e ci affasci-na, ci sfiora e ci coinvolge con tutti i sensi. Anche la traduzione in italiano (una fra le tante proposte) non può fare ameno di usare perifrasi e figure retoriche per esprimere tale esperienza, come per sottolineare lʼimpossibilità di descri-ve la scena solo con le parole. Il “mormorio” non è solo un rumore per lʼorecchio, ma è una sorta di “brusio” per lʼani-ma: è il sottofondo del Creato, è lʼalito dello Spirito che permea tutte le cose, è la presenza discreta e costante di Dio.Presenza, alla fine, rassicurante e consolatoria, che si completa nel passo evangelico: “Coraggio, sono io, non abbia-te paura”.

G. CHICHINO

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B o l l e t t i n o P a r r o c c h i a l e 12 Novembre - Dicembre 2006

G u a z z o r a

Il numeroso gruppo della classe 1946 di Guazzora si èritrovato domenica 15 ottobre per festeggiare il sessan-tesimo compleanno. Nella Parrocchiale, il diacono

Ernesto, coscritto, ha celebrato la Liturgia durante laquale sono stati ricordati con una particolare preghieracoloro che in questi anni sono venuti a mancare: GianniPorcu, Paolo Bertin, Donatella Bertolini e FedericoGicardi. Dopo il rito religioso il gruppo si è ritrovato al ristorantedove ha trascorso il resto della giornata in convivialità eallegria.La Parrocchia di Guazzora ringrazia i coscritti del 1946per la cospicua somma offerta e devoluta per sostenere iprossimi lavori di ristrutturazione della Casa Canonica.

Nella foto da sinistra: Ernesto Stramesi, Mario Taverna,Angela Allegri, Gianni Minio, Margherita Fiscaletti,Francesco Gatti, Vincenzina Cervetti, Franco Cervetti,Mary Cervetti, Domenico Angeleri, Rosanna Balladore,Angelo Stringa, Paola Parravicini, M. Teresa Baraldi.

AGuazzora le ricorrenze dei primi giorni di novembresono state celebrate allʼinterno del Cimitero, nella cen-trale Chiesetta, fatta edificare dallʼAmministrazione

Comunale in occasione dei lavori di ampliamento del CampoSanto, effettuati alcuni anni or sono.Nel pomeriggio del giorno dei Santi il Vice Parroco DonFabrizio ha celebrato la S. Messa ed è passato nelle adiacen-ze di ogni tomba per una particolare preghiera. La mattina delgiorno dei Morti il diacono Ernesto ha celebrato la liturgia e,oltre ai defunti, in accordo con lʼAmministrazione Comunale,sono stati ricordati i caduti, in occasione dellʼanniversario del4 novembre. Sia il diacono che il sindaco hanno proposto toc-canti riflessioni sul significato della giornata e sullʼimportanzadel ricordo di chi ci ha preceduto.La sera dei giorni dei Santi e dei Morti il diacono ha recitato ilrosario nella chiesetta del Cimitero alla presenza di un gruppodi persone che ogni anno non manca a questo momento lega-to ad una particolare tradizione, istituita da don Opilio, moltianni or sono. La sera del 2 novembre, i partecipanti hannoaccolto con piacere la presenza del parroco Don Costantino,il quale ha espresso parole di compiacimento e stimolo a pro-seguire in questo annuale momento di incontro accanto aidefunti.

I c o s c r i t t i d e l l a c l a s s e 1 9 4 6 i n f e s t a

Nelle foto: il Cimitero e la Chiesetta durante i giornidelle celebrazioni.

LE RICORRENZE DEI SANTI, DEI DEFUNTI E DEL 4 NOVEMBRE

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B o l l e t t i n o P a r r o c c h i a l e 13Novembre - Dicembre 2006

FabrizioPESSINA nato a Broni (PV)lʼ08.06.1968Ordinato presbiteroil 04.06.2006Durante il seminarioho fatto esperienzapastorale presso leparrocchie diBressana Bottaronee di Sale.Dal Vescovodiocesano sonostato nominatoviceparroco diCastelnuovo Scriviaa partire dal25.09.2006Sono molto contentodi essere in questopaese, mi auguro dipoter svolgere unministero fecondo inmezzo alla comunitàe grazie a tutti perlʼaccoglienza e lastima!

Il nuovo viceparroco

Festeggiata Domenica 5 novembre la ricorrenza diS. Carlo nella chiesetta omonima. Al termine dellaS. Messa celebrata dal Parroco è seguito unsimpatico rinfresco offerto dal Gruppo di S. Carlo.

IV Novembre, Festa a S. Carlo

LʼImmacolata Concezione di Maria è stataproclamata nel 1854, dal Papa Pio IX. Mala storia della devozione per Maria

Immacolata è molto più antica. Precede di seco-li la proclamazione del dogma che come semprenon ha introdotto una novità, ma ha semplice-mente coronato una lunghissima tradizione.Già i Padri della Chiesa dʼOriente, nellʼesaltarela Madre di Dio, avevano avuto espressioni chela ponevano al di sopra del peccato originale.Lʼavevano chiamata: “ Intemerata, incolpata, bel-lezza dellʼinnocenza, più pura degli Angioli, gigliopurissimo, germe non avvelenato, nube piùsplendida del sole, immacolata “.In Occidente, però, la teoria dellʼimmacolatezzatrovò una forte resistenza, non per avversionealla Madonna, che restava la più sublime dellecreature, ma per mantenere salda la dottrinadella Redenzione, operata soltanto in virtù delsacrificio di Gesù.Se Maria fosse stata immacolata, se cioè fossestata concepita da Dio al di fuori della legge delpeccato originale, comune a tutti i figli di Eva,Ella non avrebbe avuto bisogno dellaRedenzione, e questa dunque non si poteva piùdire universale. Il francescano Giovanni Duns,detto Scoto perché nativo della Scozia, e chia-mato il “ Dottor Sottile “, riuscì a superare questoscoglio dottrinale con una sottile ma convincen-te distinzione. Anche la Madonna era stataredenta da Gesù, ma con una Redenzione pre-ventiva, prima e fuori del tempo. Ella fu preser-vata dal peccato originale in previsione dei meri-ti del suo figlio divino.Giovanni Duns Scoto morì sui primi del ʻ300.Dopo di lui, la dottrina dellʼImmacolata fece gran-di progressi, e la sua devozione si diffuse sem-pre di più. Dal 1476, la festa della Concezione diMaria venne introdotta nel Calendario romano.Sulle piazze dʼItalia, predicatori celebri tesseva-no le lodi della Vergine immacolata: tra questi,San Leonardo da Porto Maurizio e SanBernardino da Siena, che con la sua voce argu-ta e commossa diceva ai Senesi: “ Or mi diʼ : chediremo noi del conoscimento di Maria essendoripiena di Spirito Santo, essendo nata senzaalcun peccato, e così sempre mantenendosinetta e pura, servendo sempre a Dio? “.Nel 1830, la Vergine apparve a Santa CaterinaLabouré, la quale diffuse poi una “ medagliamiracolosa “ con lʼimmagine dellʼImmacolata,cioè della “ concepita senza peccato “. Questamedaglia suscitò unʼintensa devozione, e moltiVescovi chiesero a Roma la definizione di queldogma che ormai era nel cuore di quasi tutti i cri-stiani.Così, lʼ8 dicembre 1854, Pio IX proclamava la “donna vestita di sole “ esente dal peccato origi-nale, tutta pura, cioè Immacolata.

LʼImmacolataConcezione di Maria Ernesto Stramesi

segue a pag. 14

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B o l l e t t i n o P a r r o c c h i a l e 14 Novembre - Dicembre 2006

Fu un atto di grande fede e di estremocoraggio, che suscitò gioia tra i fedelidella Madonna, e indignazione tra inemici del cristianesimo, perché ildogma dellʼImmacolata era una direttasmentita dei naturalisti e dei materiali-sti.Ma quattro anni dopo, le apparizioni diLourdes apparvero una prodigiosaconferma del dogma che aveva pro-clamato la Vergine “ tutta bella “, “piena di grazia “ e priva di ogni mac-chia del peccato originale. Una confer-ma che sembrò un ringraziamento, perlʼabbondanza di grazie che dal cuoredellʼImmacolata piovvero sullʼumanità.Il dogma dellʼImmacolata Concezione,proclamato dal beato Pio IX lʼ8 dicem-bre del 1854, propone come verità difede divina rivelata “la dottrina chesostiene che la beatissima VergineMaria nel primo istante della sua con-cezione, per singolare grazia e privile-gio di Dio onnipotente, in vista deimeriti di Gesù Cristo, salvatore delgenere umano, è stata preservataimmune da ogni macchia di peccatooriginale”.Il peccato, retaggio di ogni nato dadonna, si arresta davanti a Maria. SeGesù Cristo è il tutto santo perché lasua umanità viene interamente santifi-cata dalla sua persona divina, Maria èla tutta santa in virtù della grazia pro-veniente dal Padre, dalla carità delloSpirito e dai meriti del suo divin Figlio.Se Gesù è il redentore, Maria è la suaprima redenta. La redenzione di Marianon fu per liberazione dal peccato, maper preservazione. Essa cioè non fuper nulla segnata dal peccato, ma nefu preservata, per singolare privilegiodivino. In Maria non ci fu liberazione,ma preservazione. Secondo la genialeintuizione del dottore dellʼImmacolata,il beato Duns Scoto, Gesù Cristo haesercitato in lei lʼatto di mediazione piùeccelso, preservandola dal peccatooriginale. Diceva il Santo Padre Giovanni PaoloII in una sua catechesi mariana: “AMaria, prima redenta da Cristo, che haavuto il privilegio di non essere sotto-posta neppure per un istante al poteredel male e del peccato, guardano i cri-stiani, come al perfetto modello edallʼicona di quella santità, che sonochiamati a raggiungere, con lʼaiutodella grazia del Signore, nella lorovita”.Maria Immacolata ricorda a tutti i bat-tezzati la perfezione della santità. Latutta santa è stata e continua a esserenella Chiesa la guida sicura che con-duce alle alte vette della perfezioneevangelica.

LʼImmacolata Concezioneda pag. 13

“Ho conosciuto Lelio Sottotetti circa tren-tʼanni fa, si trovava in vacanza con la suafamiglia a Monterosso.La domenica era venuto con la sua fami-glia al convento per assistere alla SantaMessa. Io ero un giovane CappuccinoMissionario che si trovava lì per lʼomeliadomenicale.Parlai delle missioni, della RepubblicaCentro Africana, dei bambini malati, dellescuole da costruire e chiedevose qualcuno poteva in qualchemodo darmi una mano.Lelio ascoltò la predica e nonsi tirò indietro. Al pomeriggiotornò al convento con lamoglie Luigina, chiese di ungiovane frate che aveva predi-cato nella mattinata e gli pre-sentarono me: da quel giornonacque una forte e sinceraamicizia!Finimmo per chiacchierare eassaporare un buon vino cheLelio mi fece omaggio.Ci eravamo messi dʼaccordoche ogni anno avrebbe donatoalle missioni alcuni sacchi disemenze, questo avvenne fin-ché non cessò lʼattività; ora,anche se lʼazienda non cʼè più, lʼamicizia èrestata viva e accesa come una volta…”.

Queste sono le parole di Padre EnzoCanozzi, Missionario Cappuccino,quando due anni fa era venuto a

Castelnuovo per vendere i suoi libri di poe-sie, ben 140 copie vendute nella nostraparrocchia!Padre Enzo, per me, è quasi uno di fami-glia, ogni tanto passa a Castelnuovo persalutare il nonno e la nonna e dice di esse-re contento anche quando riesce a cele-brare la Santa Messa nella nostra comuni-tà. Dice che in un certo qual modo è affe-zionato a Castelnuovo ed ai Castelnovesi,li vede attivi e che reagiscono sempre inmodo positivo alle attività che gli vengonoproposte.La scorsa primavera lo andammo a trova-re nel convento di Genova dove adessosvolge il compito di segretario delle mis-sioni della provincia di Genova.Lì scoprimmo il grosso magazzino, tuttopieno di oggettistica proveniente dal Perùe dalla Repubblica Centro Africana, i duestati dove i Padri Francescani di Genova

hanno collocato le loro missioni.Padre Enzo ci propose di organizzare unagiornata missionaria nella parrocchia diCastelnuovo magari facendo anche unamostra missionaria.Lʼidea ci sembrò carina, ne parlammo conDon Costantino, Don Fabrizio, con il grup-po dei catechisti e con il gruppo degli ani-matori. La cosa pensarono potesse esse-re originale, qualcuno disse che si potevaorganizzare in concomitanza con il giornodi apertura dellʼanno catechistico.La proposta fu accolta, si farà il 7 e 8 otto-bre!Sabato 7 Padre Enzo fece una chiacchie-

rata con i ragazzi del catechismo facendoparagoni su come fanno catechismo nellemissioni e come lo facciamo noi; la chiac-chierata venne arricchita da proiezioni didiverse fotografie e dal racconto di alcunesue esperienze vissute in Africa.La mostra suscitò molto interesse sia neigiovani che negli adulti. Piacquero molto ipresepi fatti e dipinti a mano, come anchele variopinte borse, borsette, astuccimaglioni e sciarpe confezionate nelle mis-sioni, anche le ceramiche ed i lavoretti inlegno fecero da protagonisti.La vendita degli oggetti è stata fatta trasabato e domenica in oratorio e sui sagra-ti della chiesa parrocchiale e diSantʼIgnazio. Il ricavato è andato in favoredelle missioni del Perù e della RepubblicaCentro Africana. Lʼesperienza oltre ad essere stata positivaper Padre Enzo è stata positiva anche pertutti noi, arricchiti dalle sue avventure.Partì con il sorriso sulle labbra salutando-ci con la speranza di poter collaborareancora in futuro con Castelnuovo chesempre gli ha dato tanto, sia materialmen-te che spiritualmente!

P a d r e E n z o C a n o z z i

UN SIMPATICO ED ORIGINALE MISSIONARIO

Pietro Zeme

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Suffragio defuntiSergio Rossi 100 - N.N. 400 - N.N.20 - Carmela Cotroneo 20 -Mariangela e Ugo Ricci 25 - ArzaniGiuseppe 150 - Tollentino 40 -Familiari di Rita Cusan 250 -Cirimele 20 - Alfarano Ippazio 20 -Antonietta Crivellari 20 - N.N. 20 -N.N. 35 - Giuseppe Marsiglia 30 -Familiari di Vincenzo Simone 100 -Rita Milanese 50 - Helenio Pasquali50 - Mario ed Eufemia Vanzillotta 30- Burlon 20 - Maria Giaccari 30 -Anna Emanuelli, ricordando il maritoAngiolino) 50 - Esterina Mantoan evicini di casa di via Nicolosio, ricordan-do Nando Peschieri 100, ed AlbertoSalvi 50 - Giuseppe Leva 20 -

Famiglia Furlanetto 60 - AnnaCurone 30 - Angela De Siato 50 -N.N. 20 - Severina Strametto, ricor-dando Agostino e Silvana 40 -Burlon 20 - Aldo Secondo 100 - Lafiglia, in suffragio dei genitori 100 -Burlon 15 - N.N. 50 - N.N. 20 -Chiesa della Croce 50 - Ida Nori 50- Giovannina Rolandi 20 -Francesca Bassi 50 - Coscritti clas-se 1965 80 - Tino Spinetta 40 -Francesco Chilelli 25 - Mara 50 -Agnese ed Anna Bramato 50 -Famiglia Lavezzari 50 - Balduzzi-Taverna 50 - Teresio Gatti 20 - PiaGiorgi 50 - Carlo Rossi 50 -Francesca R. 20 - Corti 20 -Cadamuro 20 - Bordon 20 - Bloise

50 - Renzo Calcagni 150 - LuiginaGavio 25 - Laura Trovamala 30 -Piera Curone 30 - N.N. 15 - N.N.20, ricordando Mariuccia Civelli -Carmela Cotroneo 20 - N.N. 50 -Cesare Bruni 100 - N.N. 50 - Amicidi Marco Reale 100 – Cugine diMarco Reale 50 - Montagner 20 -Famiglia Serafino 20 - FabrizioPasquale, ricordando la mammaSantina 100 – La figlia, ricordandoPietro Lugano 10 - N.N. 20 -

B o l l e t t i n o P a r r o c c h i a l e 15Novembre - Dicembre 2006

Le vostre offertedal 20 settembre 2006, in euro

Ci scusiamo per eventuali errori e omissioni

Le suore contemplative diGesù Crocifisso, dellʼOperaDon Orione, sono presenti

nella struttura che, a suo tempo, ilSanto Fondatore aprì aCastelnuovo, e per volontà dellaProvvidenza è ancora aperta. Conuna lettera ai castelnovesi, chepubblichiamo dopo la presentazio-ne, spiegano i motivi della loroscelta e la gioia di trovarsi tra lemura dellʼedificio dove, in unrecente passato, si aiutò concreta-mente chi era in difficoltà. Nellospirito di Don Orione.Il centro non è un museo, una casadi ricordi. Si propone un program-ma immane, lʼaccoglienza alla vita.Vuole creare le condizioni, nellequali un nuovo nato abbia un postonel presente e nel futuro. Nonbasta renderci conto che esiste ilproblema. Sono necessarie lasoluzioni. Che non sono quellesbrigative di eliminare il problema.Dicono che Alessandro Magno, difronte ad un nodo estremamentedifficile da sciogliere, con un colpodi spada tagliò la corda annodata.Troppo facile,eliminò, non risolse ilcaso. Pazientemente, dobbiamocostruire una nuova mentalità. Lesuore contemplative, con le loropreghiere, ci aiutano.

L. S.

Il significato diuna presenza

T r a p i a n t a t e a C a s t e l n u o v oNoi Suore Contemplative di Don Orione, dal sei settembre ci troviamo a CastelnuovoScrivia a causa dei lavori in corso nel monastero, situato in Tortona. Questasistemazione provvisoria non ci ha allontanato molto dalla nostra sede e ci ha offertola possibilità di usufruire degli ambienti dove altre consorelle hanno profuso le loroenergie, prima verso gli orfani, poi verso gli anziani.Per il nostro Fondatore, questa casa rappresentava uno dei rifugi più cari; chiamavaCastelnuovo la sua “Cafarnao” (luogo dove Gesù amava ritirarsi, perché ospite deicari amici).Entrando nellʼIstituto, ci ha accolto una bella immagine della Madonna del Rosario,un quadro portato a suo tempo dallo stesso Don Orione; in questo mese di ottobreci torna utile per ravvivare la pratica del Rosario e per sentirci missionarie con lapreghiera.Chiamate dal Signore a vivere nel raccoglimento di un monastero di clausura, lanostra vita, fino ad un mese fa, era stata abbastanza regolare e poi: “Esci dalla tuaterra e và dove ti mostrerò!” Il breve viaggio che abbiamo fatto (in auto) non si puòparagonare al cammini di Abramo dalla Mesopotamia alla Palestina, però un poʼ didifficoltà ce lʼha create; difficoltà che il Parroco e i buoni fedeli di Castelnuovo hannocercato di attenuare aiutandoci in tante maniere.Con la nostra presenza, è ripresa la celebrazione quotidiana della Santa Messa,richiamando ogni mattina un gruppetto di donne, contente di iniziare la giornatapregando con le suore.I vecchi amici e benefattori dellʼIstituto hanno visto nella nostra presenza un segnoche lascia ben sperare per il futuro della struttura, che noi occupiamo solo in minimaparte.La nostra comunità attuale è formata da due suore italiane, da quattro argentine eda una brasiliana; inoltre a breve scadenza dovrebbe ritornare dal Kenya la nostranovizia, poi in mezzo alla corrispondenza di questi ultimi tempi, si trovano alcunedomande di ragazze che desiderano venire da noi perché si sentono chiamate allavita religiosa dentro la clausura. Per una risposta in questo senso sono necessari tempo lunghi, non basta la buonavolontà della persone interessate, è necessario capire i disegni che Dio ha suciascuna persona.

Suore Contemplative di Gesù Crocifisso

Errata corrige

Da Le vostre offerte (in euro) delnumero scorso:

Navata centraleCarmelita e Pinetta Prandi 20 - Ritae Sandra 40 - Bloise Giovanni 20 -Balduzzi Giancarla 30 - AcerbiMarta 30.

Suffragio defuntiVirginio e Piera 200.

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Coscritti 1981 40 - Maria De Siato15 - Giuliana Verga 30 - LilianaNovelli 50 - Maria Curone 50 - Alda,Francesco e Cristina 50 - GiulianaGhione 30 - Vincenza Corbo 20 -Rosetta Gavio 100 - Famiglia Pesci50 - Giuseppina Frattini 20 - C.P.10 - N.N. 10 - Maria Ede Santafede50 - Piera Gavio 20 - T.M. 15 -Famiglia Benedetto 15 - N.N. 10 -Francesco Lenti 50 - N.N. in suffra-gio di Maurizio 30 - Maurizio Rizzo30 - Musarò Teresa 30 - N.N. 20 -Mario e Rosy Celotti 100 - N.N. 20- N.N. 50 - Ghibaudi 50 -Giuseppina Berengan 50 -Sacco/Curone 50 - N.N. 250 -Ersilia Paolino 30 - N.N. 30 - A.R.10 - Teresa Stramesi 40 -Giuseppino Leva 60 - Maria Ida DeVecchi 50 - Famiglia Ferrari 30 -Maria Bessi 10 - N.N. 10 - N.N. 50- Maria Pisa 15 - Cesare Bruni 100 -N.N. 20 - Francesca Bensi 50 - N.N.15.

Restauro navata centrale chiesaparrocchialeAngiolino Novelli 100 - FernandoPeschieri 30 - Mary, Piero e PinucciaTaverna 100 - Mariuccia e RitaFerrari 50 - Angela Pavan 10 -Ippazio Alfarano 30 - Pietro Novelli50 - I genitori, in occasione del batte-simo di Irene 150 - Famiglia Brenzi200 - Zanchetta 20 - N.N. 50 -Carla Bottamino 20 - FamigliaAccattino 40 - Famiglia Anversa 50- Aldo Secondo 100 - FrancaBarbero Santafede 40 -Andrea/Paolo/Valeria 50 - Luisa eGiorgio 50 - Mario Spinola 200 -Famiglia Portaluppi 50 - FamiglieCairo e Grugni 1000 - Ada e PaolaIsetta 50 - Coscritti 1951 100 -Coscritti 1940, ricordando AlbertoSalvi 440 - Teresa Stramesi 100 -Vittorina Viceconte 20 - Carolina,Sebastiano e Ludovico 100 - AlbertoOcchi 100 - Amelia Gaggero 50 -Rosangela e Laura 20 - B.G. 20 -Confraternita di San Desiderio 5000 -Marilena e Peppino Leva 150 -Coscritte e coscritti 1936 215 -Coscritti 1966 50 - Carla e Carlo 20- Cesare Bruni 50 - Mauro ed ElvisQuaglia 20 - Fedeli della Cappellettain strada Viguzzolo 250 - AnnaFerrari 30 .

OratorioCISL SNP 90 - Claudio Trovamala70 N.N. 30 - N.N. 50 - CISL SNP

90 - Condominio DʼAzeglio 20 -Animatori oratorio 20.BollettinoAngiolina Campiglio 20 - Felicina 20- Luigi Celotti 10 - N.N. 50 - TeresaStramesi 10.

San RoccoRenza e Renata Rossi 50 -Mariangela e Ugo Ricci 25 - I figliricordando Maria Grassi 200.

San DamianoFamiliari di Antonio Mario 100 -Alessia Ferrante, Carolina Basiglio,Luigina Cairo e N.N. 115 - AnnaSimonelli. Riccardo Moretti, EnricaBona, Mario Trovamala, Mauro Rossi,Simonelli/Acerbi , N.N., B e A 400.

Varie N.N. in onore di Padre Pio 20 -Viotti/Gagliardi per necessità parroc-chia 20 - N.N. per le parrocchia 20Zanchetta 10 - Setti/Milanese inoccasione del 50° di matrimonio 100- Famiglia Lavezzari 50 - FamigliaGrupillo per opere parrocchiali 100 -Papà e mamma in occasione del bat-tesimo di Christian 100 - Coscritti1981 40 - N.N. per i poveri 150 -Fedeli di via Marconi per S. Messa 67- Coniugi Bassi/Rapetti, in occasionedel matrimonio 100 - FamigliaBelletti per la chiesa 20 - Familiaridi Maria Grassi per San Carlo 100 -N.M. per opere parrocchiali 50 -Katia e Pierangelo Curone per SanDomenico 100 - T.M. per SanDomenico 10 - Famiglia Piccininiper opere parrocchiali 20 - Nonno, inoccasione del battesimo di LorenzoCatapano 250 - Maria e Nino, allaMadonna di Lourdes in occasione del57° anniversario 50 - Massimo Gerae Norma Cioccale 500 alla Chiesa diOva e 500 per opere assistenziali.

Chiesa della CroceN.N. 50 - Carluccio e Pinetta Vignoli,in occasione del matrimonio diCristina e Gian Piero 500 - MartinaBononi, in occasione della primacomunione 30 - N.N. 50 -Mansueto Goggi 100 - TavernaPinetta Stringa 55 - N.N. 100 - N.N., ricordando i cari defunti 25 -Genitori Granotti, ricordando Claudio150 - N.N. in suffragio dei defunti 20- Franca Chicchino Isetta 50 - MariaMassa Curone 50 - N.N. 20 -Andrea e Luigi Stringa, Dott. Granata150 - N.N. 25 - Carlo e Lea 50 -

Giuseppina Granelli 50 - AngeloNovelli 50 - Serafina Novelli 50 -Teresa Stramesi 20 - N.N. 200 -N.N. 50 - Gianni e Dino Granelli 100- Rosetta Novelli Granelli 50 -Mansueto 30 - Gabriella Torti 10 -Lina Torti Contardi 50 - FamigliaAntonio Comelli 50 - Liliana Novelli,ricordando Luigi Sacchi 50 - N.N. 50- Duilio Alessandrin 50 - PietroNovelli 50 - Mario Verna 20 - N.N.20 - N.N. 50 - N.N. 20.

B o l l e t t i n o P a r r o c c h i a l e 16 Novembre - Dicembre 2006

TORNATI AL PADRERina Cusan Geretto 31.08.21 / 22.09.06Ernesto Acerbi 29.11.22 / 03.10.06Santina Mantovani Pasquali 21.12.33 /19.10.06Maria Grassi Cairo 13.09.17 / 25.10.06Leone De Siato 03.05.26 / 06.11.06Pasqualina Giordano Freddo 05.04.31 /09.11.06Riccardo Chiodi 14.08.18 / 15.11.06Amelia Taverna Novelli 27.02.22 /13.11.06.

BATTESIMI 15 ottobre: Pietro Giorgi, ChristianPatricola, Maria Miriam Festinese.19 novembre: Andrea TommasoCarlot, Alice Bassi, Tommaso Vecchi.

MATRIMONIOVA, 24 Giugno: Massimo Gera conNorma Cioccale14 ottobre: Diego Rapetti con MaricaBassi.

C a s t e l n u o v o S c r i v i a

BATTESIMI Pedrini Daniele, 8 ottobre 2006

A l z a n o S c r i v i a

BATTESIMI Mogliati Alessandra, 15 ottobre 2006

G u a z z o r a