NOVEMBRE, DICEMBRE 2014 e - Rotary Club Trieste · Alberto Cappel: “Quante sigle! ICI, IMU, TASI,...
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3 ROTARY CLUB TRIESTE
NOVEMBRE, DICEMBRE 2014 e GENNAIO 2015
Anno di fondazione: 1924 Distretto 2060 Segreteria Via Giustiniano 9 - 34133 Trieste Tel. e fax 0039 040 362801 e-mail: [email protected] www.rotary2060.eu ROTARY INTERNATIONAL 2014-15 Presidente: Gary C. K. Huang MOTTO INTERNAZIONALE 2014-15 Light up Rotary MOTTO DISTRETTUALE 2014-15 Il Rotary: un Futuro per i Giovani I Giovani: il Futuro del Rotary DISTRETTO 2060 2014-15 Governatore: Ezio Lanteri ROTARY CLUB TRIESTE Presidente: Fabio Santorini COMMISSIONE PER IL BOLLETTINO Presidente Fulvio Gon Componenti Vincenzo Armenio Giorgio Cappel Fulvia Costantinides Gianpaolo Centuori Francesco Granbassi CONVIVIALI Hotel Greif Maria Theresia (Viale Miramare 109 – tel. 040 410115) giovedì ore 13 terzo giovedì del mese ore 20.30
(dal 15 giugno al 15 settembre e ogni terzo giovedì del mese alle 20.30 con familiari) Notiziario mensile Registrazione del Tribunale di Trieste n. 740 del 2 settembre 1988
Direttore responsabile: Giorgio Cappel POSTE ITALIANE SPA - Spedizione in abbonamento postale, 70% - n. DCB “TS” Stampa: Tipografia Alabarda, Trieste
SOMMARIO PROGRAMMI PAG. 2 VITA DEL CLUB PAG. 4 VITA ROTARIANA PAG. 14 PARLA IL ROTARY PAG. 18
ASSIDUITA’ PAG. 31
3
LA LETTERA DEL PRESIDENTE Cari Amici,
questo Bollettino riassume, con qualche ritardo, le notizie relative a novembre e dicembre 2014 assieme a
quelle di gennaio 2015.
I mesi passano veloci, gli eventi nella vita del club, conviviali e service, anche.
Ci evolviamo di continuo, rapidamente e in regime di continua centrifugazione, sui fronti delle attività intra-
distrettuali, delle location, dei conferenzieri, delle informazioni sul web, delle relazioni inter-distrettuali e
internazionali.
Abbiamo messo in pratica alcune innovazioni. Una volta al mese abbiamo iniziato l’esperienza di conviviali
itineranti, standing, gli “Apericlub”, che portano il club a visitare i caffè storici della città e, di converso, a far
vedere il club alla città, mettendolo in certo modo “in vetrina”. Vorrebbero essere un accenno e una
preparazione a quell’ evento di pubblicizzazione che, nel Rotary Day, intende festeggiare nelle piazze il 110°
anniversario della fondazione della nostra organizzazione internazionale. Nel corso degli stessi promuoviamo
la trattazione speditiva di temi di grande attualità sui più rilevanti Argomenti del Giorno che vengono affrontati
di volta in volta, con grande immediatezza e incisività, da nostri Consoci.
L’ iniziativa, dopo qualche iniziale perplessità, sta riscuotendo notevole gradimento.
Lo stesso tipo di interventi speditivi, una manciata di minuti, un decina, non di più, è stato esteso anche alle
conviviali al Caminetto in sede, che in precedenza non beneficiavano sistematicamente di alcuna relazione di
accompagno.
Altra novità: abbiamo cominciato ad ospitare in sede la Segreteria Distrettuale che ha dato inizio in ottobre alla
sua operatività, in vista di diventare nel prossimo anno rotariano 2015-2016, il “ponte di comando” del nuovo
Governatore triestino, Giuliano Cecovini. E con lui, di tutto il suo staff di dirigenza distrettuale: Segretario,
Prefetto, Tesoriere, Assistenti del Governatore, ecc.
Ciò ha comportato un laborioso riassetto della nostra Sede e, in certa maniera, una limitazione dei suoi spazi
operativi. Per altro, siamo ben lieti di essere in così buona e autorevole compagnia.
I service in programma procedono con impegno e positive ricadute: ve ne darò notizia la prossima volta.
Nel quadro delle attività della Commissione per la R.F. e le Relazioni internazionali, presieduta da Paolo
Davanzo, grazie ai fattivi contatti stabiliti da Etta Carignani il club ha ricevuto già in dicembre la visita di Marta
Turk, past-president del RC di Ljubljana-Nike con cui si prospetta l’evenienza di avviare in comune service
internazionali a carattere umanitario. Analogamente in virtù dell’impegno e dei buoni uffici di Ulrike Andres
sono in corso di avvio contatti di collaborazione con il RC di Villach-Park con obiettivi analoghi.
Il Concerto di Natale, tenutosi tradizionalmente il primo venerdì di dicembre in S. Antonio, è stato, anche in
questa nuova edizione, un grande successo di partecipazione della cittadinanza e di preparazione allo spirito
gioioso e sereno delle Festività di fine anno.
Le giornate cominciano ad allungarsi e si comincia a percepire una speranza di primavera.
L’augurio di un po’ di più gioia per tutti, dopo le tormentate vicende mondiali di questi mesi d’autunno.
Un cordialissimo abbraccio a tutti dal vostro
FabioFabioFabioFabio
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0 PROGRAMMI Gennaio
GIOVEDÌ 8 - ore 13
Hotel Greif Maria Theresia
Conviviale a buffet Mitja Gialuz, Presidente della Società Velica Barcola Grignano: “La regata Barcolana”
GIOVEDÌ 15 - ore 13
Sede del Club
Conviviale al caminetto - Argomento del giorno Michael Hatzakis e Amm. Stelio Ritzos: “Incidente al traghetto “Norman Atlantic” e i soccorsi”
GIOVEDÌ 22 - ore 20.30
Hotel Greif Maria Theresia
Conviviale a buffet con familiari Carlo Someda: “Le comunicazioni ottiche da Agamennone a Charlie Kao”
GIOVEDÌ 29 – dalle 18.30 alle 20 Caffè Tommaseo
Apericlub – Argomento del giorno Sergio Bonifacio: “L’operazione “Quantitative easing” annunciata dal Governatore della BCE Mario Draghi”
Febbraio
GIOVEDÌ 5 - ore 20.30
Hotel Greif Maria Theresia
Conviviale a buffet con familiari Fouad Allam, sociologo e islamista: “Islam, Europa e terrorismo”
GIOVEDÌ 12 - ore 13
Sede del Club
Conviviale al caminetto - Argomento del giorno
Alberto Cappel: “Quante sigle! ICI, IMU, TASI, TARI, TARES, TARSU, IUC, IRPEF Unico e/o 730…”
GIOVEDÌ 19 - ore 20.30
Hotel Greif Maria Theresia
Conviviale a buffet con familiari Arch. Giorgio Berni: “Il jazz” - Seguirà dopo cena l’esibizione
della Ragtime Jazz Band
DOMENICA 22 - 10 – 17 Galleria Tergesteo: ROTARY DAY
In Interclub con i Rotary Trieste Nord, Muggia e Monfalcone-Grado
GIOVEDÌ 26 – dalle 18.30 alle 20 Caffè San Marco
Apericlub – Argomento del giorno Ulrike Andres: “Perché il prezzo del barile scende ancora?”
Marzo
GIOVEDÌ 5 - ore 13
Hotel Greif Maria Theresia
Conviviale a buffet Massimiliano de Lindegg: “Trasporti ferroviari merci in Europa”
GIOVEDÌ 12 - ore 13
Sede del Club
Conviviale al caminetto - Argomento del giorno
Nico Guerrini, Lelio Triolo e Fulvio Zorzut: “La riforma sanitaria in Friuli Venezia Giulia”
GIOVEDÌ 19 - ore 20.30
Hotel Greif Maria Theresia
Conviviale a buffet con familiari Varietà per la Festa del Papà: Alessio Colautti e Cecchelin
GIOVEDÌ 26 – ore 20.30 Hotel Greif Maria Theresia
Conviviale a buffet con familiari Franco Però, Direttore artistico del Teatro Stabile Rossetti: “Teatri nazionali e teatri di preminente interesse culturale”
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ROTARY CLUB ROTARY CLUB TRIESTE NORD MUGGIA
Gennaio
MARTEDÌ 13 – ore 13 Sede del Club Conviviale a mini-buffet – Argomenti rotariani
MERCOLEDÌ 7 – ore 20
Conviviale al caminetto da Boris Mihalic
MARTEDÌ 20 – ore 20.30 StarHotel Savoia Excelsior Conviviale con familiari – Pietro Spirito: “Trieste è un’altra”
MERCOLEDÌ 14 – ore 20 Hotel Lido
Conviviale con familiari – Giovanni Borsetti sul progetto distrettuale “Emergenza lavoro”
MARTEDÌ 27 – ore 20.30 Ristorante “Ai Fiori” Buffet con familiari – Nino Trovato: “Arte oggi: la bella addormentata”
MERCOLEDÌ 21 – ore 20 Hotel Lido
Conviviale con familiari – Francesco Comotti “Piano strategico per il rilancio del turismo di Muggia”
MERCOLEDÌ 28 – ore 20 Hotel Lido
Conviviale di argomenti rotariani
Febbraio
MARTEDÌ 3 – ore 20.30 StarHotel Savoia Excelsior Conviviale a buffet – Paolo Tassinari, Assessore comunale alla Cultura: “Iniziative culturali a Trieste”
MERCOLEDÌ 4 – ore 20 Hotel Lido - Conviviale con familiari – Mauro Melato e Stefano Graziani: “L’immagine di un ente pubblico: la scelta del Burlo”
MARTEDÌ 10 – ore 20.30 Nuova Fenice Conviviale con familiari – Serata con esibizione di tango
MERCOLEDÌ 11 – ore 20 Hotel Lido
Conviviale con familiari – Dott. Nicola Delli Quadri: “La riforma sanitaria e le prospettive della sanità triestina”
MARTEDÌ 17 – ore 13 Sede del Club Conviviale a mini-buffet – Argomenti rotariani
MERCOLEDÌ 18 – ore 20 Hotel Lido - Conviviale con familiari – dott. Marisa Manzini, magistrato antimafia: “La ‘ndrangheta e le sue ramificazioni al Nord”
MARTEDÌ 24 Conviviale anticipata MERCOLEDÌ 25 – ore 20 Hotel Lido - Conviviale con familiari – dott. Rocco Lauria, direttore reg. INPS: “La crisi economica e profili di intervento in Regione FVG”
Marzo
MARTEDÌ 3 – ore 20.30 StarHotel Savoia Excelsior Conviviale a buffet con familiari – Ettore Campailla: “Mangiare… con amore”
MERCOLEDÌ 4 – ore 20 Hotel Lido - Conviviale con familiari – Conviviale con familiari – Andrea Oddi: “Il Rotary International e al sua evoluzione”
MARTEDÌ 10 – ore 13 StarHotel Savoia Excelsior Conviviale a buffet – Andrea Dapretto: “I programmi del Comune di Trieste nel campo dei lavori pubblici”
MERCOLEDÌ 11 – ore 20 Hotel Lido
Conviviale con familiari – Gianluca Aiello: “Il brokeraggio assicurativo”
MARTEDÌ 17 – ore 20.30 StarHotel Savoia Excelsior Conviviale a buffet con familiari – Mons. Giampaolo
Crepaldi: “La famiglia e il lavoro: germoglio di pace”
MERCOLEDÌ 18 – ore 20 Hotel Lido - Conviviale con familiari – Interclub con l’Accademia Italiana della
Cucina, delegazione di Muggia e Capodistria: “Cena a tema”
MARTEDÌ 24 – ORE 20.30 StarHotel Savoia Excelsior Conviviale a buffet – Roberto Sponza e Paolo Zelco: “I grandi yacht!
MERCOLEDÌ 25 – ore 20 Hotel Lido - Conviviale di argomenti rotariani
MARTEDÌ 31 – ore 19.30 Sede del Club - Aperitivo
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VITA DEL CLUB
Conviviale n. 3277
6 novembre 2014 – ORE 18.30 CAFFE’ DEGLI SPECCHI
Presiede
Fabio Santorini
Ospiti dei soci
di Augusto Grube: dott. Alessandro Ranieri
Soci presso altri Club
G. Cappel e Cividin (RC Trieste Nord, 21 ottobre) Vidali, ospite e relatore, e Predonzani (RC Trieste Nord, 28 ottobre)
Soci presenti: 63
Familiari 2
Caffè degli Specchi, secondo Apericlub
Secondo Apericlub, questa volta al Caffè degli Specchi. Dopo aver dato il benve-nuto ai numerosi presenti, il Presidente informa quindi dei prossimi appuntamenti istituzionali: il 15 a Mestre per il Seminario sulla Rotary Foundation e il 22 a Gradiscutta di Varmo per il pre SIPE. Comunica che il 5 dicembre riproporremo il Concerto di Natale nella chiesa di S. Antonio Nuovo, che il 10 avrà luogo una tavola rotonda sui malanni
del cuore presso la sede di Allianz e infine che venerdì 19 si svolgerà la tradizionale Cena degli Auguri. La conviviale a buffet prosegue quindi in un piacevole clima di amicizia e si conclude verso le 20.
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Conviviale n. 3278
13 novembre 2014 – ORE 13 HOTEL GREIF MARIA THERESIA
Presiede
Fabio Santorini
Ospiti del Club
Andrea Oddi
Soci presso altri Club
F. Granbassi (RC London, 3 novembre) Cerruti e Predonzani, (RC Muggia, 5 novembre)
Soci Presenti: 78
Assemblea per le elezioni
Cristina Pedicchio presidente per l’anno 2016/17
Ecco il Consiglio direttivo della presidenza Sergio Cecovini
Cristina Pedicchio è stata eletta presidente del Rotary Club Trieste al
termine della votazione che si è svolta il 13 novembre 2014 all’Hotel Greif.
Entrerà in carica il 1° luglio 2016.
Per il Consiglio direttivo della presidenza Sergio Cecovini, che succederà il
1° luglio 2015 al presidente Fabio Santorini, questi i nomi dei componenti:
Marcello Billè, Giulio Bonivento, Serena Cividin, Giorgio Cossutti, Paolo
Davanzo, Chiara Modricky, Marino Predonzani, Giuseppe Ravalico
Revisori dei conti:
Alberto Cappel e Vladimiro Dolgan
Dopo il saluto alle bandiere, la past President Benussi consegna a Alberto Pasino un riconoscimento dal Rotary International per aver presentato al Club, negli ultimi 2 anni, ben 3 nuovi soci. Constatato il numero legale dei presenti, il Presidente dichiara aperta l’assemblea. I soci quindi procedono alle votazioni terminate le quali, i 3 scrutatori Umberto Cesca, Pippo de Curtis e Maurizio De Vanna (nella foto qui sotto), procedono allo spoglio delle schede.
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Conviviale n. 3279
20 novembre 2014 – ORE 20.30 HOTEL GREIF MARIA THERESIA
Presiede
Fabio Santorini
Ospiti del Club
Magris e Cavalieri del RC Trieste Nord
Ospiti dei soci
di Dalla Palma: signora Annamaria Luciani di Del Piccolo: signora Maria Silva Del Piccolo
Visitatori
Cavarero del RC Savigliano (D. 2032) Luciani e Pasino del RC Trieste Nord
Soci presso altri Club
Billè e Davanzo (Comm. Rotarycamp Ancarano,
7 novembre) Cecovini, Davanzo e Predonzani (Seminario RF a
Mestre, 15 novembre) Gei (Rotaract, 17 novembre) Debenedetti (RC Genova Centro Storico,
18 novembre) Armenio, Billè, Cossutti, Pasino, Santorini e Sornig (RC Muggia, 19 novembre)
Soci presenti: 53
Familiari: 12
Quarant’anni di operetta
Leit motiv dei tre grandi imperi
Graditissimo ospite questa sera il past President del Rotary Club Trieste Nord,
accompagnato dalla consorte Nicoletta cavalieri, socia anche lei dello stesso
Club.
Dopo il consueto saluto alle bandiere, Santorini dà un caloroso benvenuto ai
numerosi soci, ospiti e visitatori e invita a partecipare al Concerto di Natale,
alla tavola rotonda sul cuore e alla Cena degli Auguri.
Cede quindi la parola a Alberto Pasino per un breve intervento
sull’argomento del giorno, la “Tonnage Tax” (riportato in “Parla il Rotary”).
Al termine dell’assai interessante e precisa esposizione, il Presidente augura
a tutti buon appetito.
E’ la volta quindi di Magris che, con la consueta verve e chiarezza ci parla
della nascita dell’operetta, genere musicale al quale noi triestini soprattutto
siamo molto affezionati. Calorosi applausi di apprezzamento al relatore e il
dono di un mazzo di fiori alla consorte chiudono la bella serata.
Roberto Magris con Chiara Modricky
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Conviviale n. 3280
27 novembre 2014 – ORE 13 SEDE DEL CLUB
Presiede
Fabio Santorini
Soci presso altri Club
Cecovini e Davanzo (Pre SIPE, 22 novembre)
Pasino (Interact,
22 novembre)
Predonzani (RC Trieste Nord,
25 novembre)
Soci presenti: 59
Ore 6 del 24 novembre, Samantha
entra nella storia dello spazio
Come di consueto, l’ultima conviviale del mese è dedicata alla riunione al
caminetto presso la sede del Club.
Dopo essersi congratulato con Ulrike Andres che è entrata, per voto del
Senato accademico, nel Consiglio di amministrazione del nostro Ateneo, il
Presidente esorta i soci a partecipare numerosi ai prossimi eventi.
Invita quindi Giorgio Sedmak a prendere la parola per parlarci di Samantha
Cristoforetti, la prima astronauta italiana sull’International Space Station.
La brillante e interessante esposizione è pubblicata nella rubrica “Parla il
Rotary”.
Samantha Cristoforetti
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Conviviale n. 3281
4 dicembre 2014 – ORE 13 HOTEL GREIF MARIA THERESIA
Presiede
Sergio Cecovini
Ospiti del Club
Gen. Francesco Bonaventura
Soci presso altri Club
Davanzo (pre SIPE a Abano
Terme, 29 novembre) Armenio e Predonzani (RC Muggia, 3 dicembre)
Soci presenti: 54
Isis, ne parla il generale Bonaventura La conviviale, presieduta dal vice Presidente Sergio Cecovini (il Presidente per contingente impedimento ne ha dato delega al suo vice) si apre puntualmente con il saluto alle bandiere e il tocco della campana. Cecovini ricorda che il giorno seguente si svolgerà il Concerto di Natale in S. Antonio Nuovo, giunto alla sua seconda edizione, che il 10 dicembre avrà luogo una tavola rotonda sulla prevenzione dei malanni del cuore ed infine esorta a prenotarsi per la Cena degli Auguri del prossimo 19 dicembre, che si svolgerà al Ridotto del Verdi. Terminato il pranzo, presenta l’illustre relatore, il gen. Francesco Bonaventura, che tratta un argomento particolarmente attuale ed interessante: l’ISIS. Al termine dell’interessante e dettagliata esposizione, alcuni soci hanno rivolto domande al relatore (in calce alla relazione in “Parla il Rotary”).
9
Conviviale n. 3282
11 dicembre 2014 – ORE 13 HOTEL GREIF MARIA THERESIA
Presiede
Fabio Santorini
Soci presso altri Club
Gei (RC Trieste Nord, 2 dicembre) Liguori (RC Trieste Nord,
9 dicembre)
Soci Presenti: 64
Luciano Renni “colora” la conviviale Penultima conviviale dell’anno: Santorini apre la riunione ringraziando sentitamente Gianfranco Granbassi per la realizzazione delle locandine per la tavola rotonda sul cuore che si è svolta con gran successo il giorno precedente; invita poi i soci a partecipare numerosi alla Cena degli Auguri. Cede quindi la parola al consocio Massimo Debenedetti affinché esponga brevemente ai presenti il service “Và dove ti porta il talento” a favore delle scuole e che prevede la partecipazione dei nostri soci. Dopo il pranzo a buffet, Santorini invita il consocio Luciano Renni ad esporre la sua relazione sul tema del colore. L’interessante conferenza viene calorosamente applaudita dai presenti.
Luciano Renni
10
Conviviale n. 3283
19 dicembre 2014 – ORE 20 RIDOTTO DEL VERDI
Cena degli Auguri
Presiede
Fabio Santorini
Ospiti del Club
Claudio Orazi Andrea e Cristina Oddi Giuliano e Erica Cecovini Giacomo e Sabrina Sardina Massimo e Anna Pasino Claudio Cressati Nerio e Grazia Benelli Roberto e Nicoletta Magris Fulvia Costantinides Sonia e Alessandro Piazzi Marianna Vitale Alessandra Goina Fabrizia Carboni Rita Susovsky Trayana Nikolova, Sikai Lai Gabriele Avian Autusa Pardisi Gianni Mohor
Auguri! Auguri! Auguri! La festa
al Ridotto del Verdi. Tre PHF Siamo giunti all’ultima conviviale del 2014, la tradizionale Cena degli Auguri,
che anche quest’anno si svolge nella splendida cornice del Ridotto del Verdi.
Il Presidente rivolge un caloroso benvenuto ai numerosissimi soci e ospiti presenti e cede la parola alla prof.ssa Susovsky, docente del Conservatorio Tartini, che presenta brevemente il concerto che subito dopo eseguiranno i suoi allievi, la soprano Trayana Nikolova, il baritono Sikai Lai e al pianoforte Gabriele Avian. Il concerto viene ampiamente apprezzato dai presenti che applaudono calorosamente i ragazzi.
11
Ospiti dei soci
di Armenio, Debenedetti, Ferrante e Pasino: Giovanni e Francesca Liverani di Del Piccolo: Maria Silva Del Piccolo di Di Martino: Elena Di Martino di Marchesi: Gianluigi Gelmetti di Modricky: Roberto Carollo di Renni: Fiammetta Renni di Pianciamore: Edvige Rubinato
Soci presso altri Club
Gei (Rotaract, 15 dicembre) Santorini, Benelli, Cividin e Modricky (RC Trieste Nord,
16 dicembre) Santorini, Armenio, Giraldi (RC Muggia,
17 dicembre)
Soci presenti: 65
Familiari: 47
Al termine della prima portata, il consocio Giulio Bonivento, accompagnato
dalla Presidente del Rotaract Marianna Vitale, ha raccolto una somma da
donare in beneficenza all’Ospedale di Ikonda (Tanzania) offrendo ai presenti
dei calendari realizzati con foto scattate da lui stesso.
Al termine della cena, Santorini consegna l’onorificenza del PHF a Paolo
Marchesi, Lelio Triolo e Bruno Norbedo, al primo per la realizzazione del
Concerto di Natale del 5 dicembre scorso, al secondo per l’impegno profuso
nel riordino della sede ai fini dell’insediamento della segreteria distrettuale
2015/16 e al terzo per il coordinamento dell’organizzazione della serata e
delle altre conviviali, nella sua veste di Prefetto.
La piacevole serata si conclude con un brindisi e i rituali auguri.
La consegna dei PHF a Lelio Triolo…
… A Paolo Marchesi
12
… E a Bruno Norbedo
Da sin.: Marianna Vitale, Autusa Pardisi e Alessandra Goina
Il nostro Presidente incoming Sergio Cecovini con la signora Giannella
13
Fulvia Costantinides al taglio della torta
Auguri a tutti!!!
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Conviviale n. 3284
8 gennaio 2015 – ORE 13 HOTEL GREIF MARIA THERESIA
Presiede
Fabio Santorini
Ospite del Club
Mitja Gialuz
Soci presso altri Club
Cerruti, Tombesi (RC Muggia, 10 dicembre)
Soci presenti: 67
Con Mitja Gialuz nel golfo
tra le mille e mille vele della Barcolana
La prima conviviale del 2015 si apre purtroppo con un minuto di silenzio in
ricordo delle vittime del vile attentato alla redazione di “Charlie Hebdo” a
Parigi.
Al termine del pranzo, Santorini presenta il nuovo socio, Andrea Oddi,
trasferito dal Club di Milano Sud Ovest. I presenti applaudono calorosamente
apprezzando vivamente l’ingresso al Club di un rotariano così illustre (CV in
“Vita rotariana”).
Infine il Presidente invita Mitja Gialuz, presidente della Società Velica Barcola
Grignano, a raccontare ai soci la storia e l’evoluzione della famosissima
regata Barcolana, manifestazione che coinvolge direttamente molti nostri
soci. Al termine dell’interessante intervento, alcuni rivolgono domande a
Gialuz, il quale risponde a tutti puntualmente.
15
Conviviale n. 3285
15 gennaio 2015 – ORE 13 SEDE DEL CLUB
Presiede
Fabio Santorini
Ospiti del Club
Peter Klaus Roehler Stelio Ritsos Dimistra Theodossiou
Ospiti dei wsoci
di F. Pastori: Alessandro Mitri Soci presso altri Club
Debenedetti (RC Muggia, 14
gennaio)
Soci presenti: 62
L’incendio del traghetto greco spiegato
da Hatzakis e dall’ammiraglio Ritsos
La soprano Theodossiou: ho rischiato di morire
Da sinistra nella foto: Ritsos, Theodossiou e Hatzakis
Il socio Michael Hatzakis insieme alla Sig.ra Dimitra Theodossiou e all'Ammiraglio Stelios Ritsos ci informano, sinteticamente, riguardo le circostanze relative all'incidente avvenuto nei giorni scorsi nel mare Adriatico alla nave ferry, Norman Atlantic, sulla quale si è sviluppato un incendio di drammatiche dimensioni che ha messo in pericolo la vita di 500 passeggeri presenti a bordo, incendio che - purtroppo - è stato la causa di quasi 50 morti o dispersi. Michael Hatzakis ci ha descritto come si è realizzata l'assistenza di soccorso da parte della nave "Cruise Europa", grande nave traghetto della MINOAN LINES (della quale lo stesso Hatzakis è Vice Presidente) che ha prestato soccorso a 60 "naufraghi". L'ammiraglio Ritsos - integrando l'intervento - ci ha informato circa i sistemi di sicurezza esistenti sulle navi contemporanee, sottolineando il fatto che pur con un devastante incendio durato per più di 48 ore, lo scafo non ha avuto problemi di galleggiamento; i problemi si sono riscontrati sfortunatamente nelle operazioni di soccorso, nonostante la nave si trovasse molto vicina alle coste di ben tre paesi (Grecia - Albania - Italia). La "prima donna" dell'incontro conviviale è stata però la Soprano Dimitra Theodossiou, a Trieste come protagonista principale dell'opera "Nabucco", in scena al Teatro Verdi. E’ stata la cantante lirica ad avvertire amici e parenti - come ella stessa ci ha riferito- chiamandoli al telefono la mattina dell'incendio per informarli che una parte della nave stava prendendo fuoco, mentre lei si stava recando sul ponte esterno in attesa dei soccorsi. La Signora, emozionatissima, ha ricordato ai presenti la telefonata fatta a suo figlio per quello che poteva essere "l'ultimo saluto", per fortuna, poi non rivelatosi tale.
16
Conviviale n. 3286
22 gennaio 2015 – ORE 20.30 HOTEL GREIF MARIA THERESIA
Presiede
Fabio Santorini
Ospiti del Club
Carlo Someda
Visitatori
Bernardino de Hassek, del RC Monza Est, e signora
Soci presso altri Club
Gei (Rotaract, 19 gennaio)
Debenedetti (RC Trieste
Nord, 20 gennaio)
Giraldi (RC Westminster East,
21 gennaio)
Armenio, Debenedetti, Pedicchio (RC Muggia,
21 gennaio)
Soci presenti: 54
Someda: le comunicazioni ottiche
da Agamennone a Charlie Kao Il Presidente apre la conviviale con il tradizionale saluto alle bandiere e
procede con alcune comunicazioni di servizio: ricorda il terzo Apericlub del
giovedì seguente che si svolgerà al Tommaseo e informa che la prima
conviviale di febbraio, contrariamente a quanto stabilito, si svolgerà alla sera,
per consentire la partecipazione dell’ospite, il prof. Fouad Allam.
Invita quindi Federico Pastor a presentare un nuovo socio, il dott. Alessandro
Mitri (CV in “Vita rotariana”). Al termine degli applausi di benvenuto,
Santorini invita i soci al tavolo del buffet.
E’ la volta quindi dell’intervento dell’ospite, il prof. Carlo Someda, già
ordinario di Campi Elettromagnetici all’Università di Padova, che viene
presentato dal consocio Gianfranco Guarnieri. La conferenza sulle
comunicazioni ottiche, dalle origini ai giorni nostri, molto dettagliata ed
esaustiva, induce i soci a rivolgere alcune domande al prof. Someda.
Gianfranco Guarnieri presenta il prof. Carlo Someda
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Conviviale n. 3287
29 gennaio 2015 – ORE 18.30 CAFFE’ TOMMASEO
Presiede
Fabio Santorini
Ospite del Club
Giorgio Berni
Ospiti dei soci
di Cattaruzza: Carlo Nicolò Drigo di de Carli: Noretta Gerolimich di Della Casa: Laura Battaglia di Pallini: Klaus Peter Roehler
Soci presso altri Club
Giraldi (RC Westminster East, 28 gennaio)
Soci presenti: 56
Al Tommaseo il terzo Apericlub
Bonifacio sul quantitative easing
Terzo Apericlub, questa volta al Caffè Tommaseo. Dopo aver salutato i numerosi soci ed ospiti presenti, Santorini invita Sergio Bonifacio ad effettuare il programmato intervento sull’argomento del giorno; oggi si parla di “quantitative easing”, un tema attuale e assai complicato, ma che viene affrontato e spiegato da Bonifacio con la consueta chiarezza.
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VITA ROTARIANA
Congratulazioni Le nostre più vive congratulazioni a Ulrike
Andres, Marina Bortul e Diego Bravar, che sono entrati a far parte del Consiglio di Amministrazione dell’Università di Trieste. Ricordiamo anche Enrico Tongiorgi, Delegato su Aree speciali, per la Divulgazione scientifica, e i Collaboratori del Rettore: Cristina Benussi, per i Rapporti culturali con il territorio ed iniziative culturali di Ateneo, e Giorgio Sulligoi, per le Politiche territoriali e rapporti con le attività produttive.
Visitate il sito del Club! Digitando “Rotary Club Trieste” su qualsiasi motore di ricerca, si aprirà il sito del nostro Club, completamente rinnovato e arricchito. Avrete modi di trovare, oltre ad una breve storia del Rotary e del nostro Club, i bollettini delle annate precedenti e quelli dell’anno in corso, il calendario delle conviviali passate e future, le ultime notizie per quanto riguarda manifestazioni, eventi, ecc. e, nell’area riservata ai soci (basta seguire le istruzioni e registrarsi) l’annuario 2015/15 con tutte le informazioni relative ai nostri soci.
Trofeo di Golf a favore della campagna “End Polio Now” in Sardegna Il Rotary Club Cagliari ha organizzato, per il prossimo 18 aprile, lo svolgimento di una gara di golf (18 buche Stableford), che verrà ospitata presso il Golf Club di Is Molas (Pula - CA), con lo scopo di raccogliere fondi da destinare alla campagna “END POLIO NOW”, sostenuta dal Rotary International per l’eradicazione della poliomielite. La locandina, le informazioni dettagliate sulla gara e i contatti per l’iscrizione sono disponibili nel sito www.rotarygolf.it.
“Premio Pierino Addobbati” con annessa manifestazione culturale di Medicina Preventiva su “Prevenzione del disagio giovanile” di Lelio Triolo
Venerdì 14 novembre 2014 alle ore 17,30 presso il Circolo Ufficiali di Trieste, presenti le Autorità civili, militari, religiose e un folto pubblico, il Comandante dell’Esercito nel FVG e presidente dello stesso Circolo Gen. Alessandro Guarisco ha salutato gli intervenuti e ha introdotto l’ottava edizione del “Premio Pierino Addobbati”, presentandola come attività istituzionale del Circolo collegata anche alle celebrazioni commemorative storiche del 2014. Quest’anno infatti, per la ricorrenza dei due importanti eventi storici, la manifestazione ha assunto un connotato più pregnante di significato. In effetti la Sezione di Trieste dell’ANSMI, avendo intitolato la propria sede e l’istituzione del premio a Pierino Addobbati Medaglia d’Oro al Merito Civile, è intimamente legata alla ricorrenza del 60° anniversario del ritorno di Trieste all’Italia. Ideale per il quale Pierino a 15 anni ha perso la vita, assieme ad altri cinque triestini: Erminio Bassa, Leonardo Manzi, Saverio Montano, Francesco Paglia, Antonio Zavadil. Rievocazione e risveglio del sentimento patriottico, premio ai giovani che si distinguono per sentimenti umanitari e manifestazione culturale sono in sintonia con i tre principi dello statuto dell’ANSMI: amor di Patria, pietà fraterna e aggiornamento culturale. Le conferenze di Medicina Preventiva, così come la pubblicazione del Testo Unico di
primo soccorso e Protezione Civile concepite con rotariano spirito di servizio, sono dedicate principalmente ai giovani.
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Ed è proprio dalle attività costantemente svolte a favore dei giovani che è scaturito il motto della nostra Sezione: “Prendersi cura
dei giovani è la più alta espressione di amor
patrio”; che si è aggiunto al motto dell’Associazione Nazionale della Sanità Militare Italiana “Arma pietati cedant”. L’altro importante evento storico ricordato quest’anno è l’anniversario del centenario della Grande guerra, che nella sofferenza e nei lutti ha suggellato l’Unità linguistica e culturale dell’Italia. Quest’anno sono state molte le cerimonie commemorative, soprattutto concentrate a Trieste e al Sacrario di Redipuglia, dove nella grande scalinata di pietra, sotto la reiterata parola PRESENTE giacciono i resti di 100.187 soldati caduti. Questo grande monumento mi fa ricordare la poesia al Milite Ignoto che mia mamma, lucida fino a 104 anni sempre ricordava e recitava:
Milite ignoto, tu,
sperduto tra i
meandri del
destino!
Mucchio senza
piastrina,
eroe senza
medaglia,
il nome tuo non
esisteva più.
Finita la
battaglia, fu
chiesto
inutilmente,
nessun per Te
potea dir:
“PRESENTE” !
Concluse le doverose rievocazioni dei due eventi storici del 2014, le Autorità presenti hanno rivolto il saluto a premiandi e convenuti con discorsi sempre molto efficaci, in particolare quello di S.E. il Commissario del Governo e Prefetto di Trieste Dott. Francesca Garufi che, presente alla manifestazione per la terza volta, oltre all’apprezzamento del costante impegno dell’ANSMI di Trieste per i giovani ha auspicato la partecipazione attiva e
responsabile di tutti i cittadini nella solidarietà e nella tutela della convivenza civile e sicura in collaborazione con le Istituzioni. Quindi sono state chiamate ad una ad una le cinque alunne vincitrici per la consegna dei premi. Da notare che, nella storia del “Premio Pierino Addobbati” le donne sono state sempre in netta prevalenza. I consoci curiosi di spiegarsi il perché leggano il libro della nostra Past President Cristina Benussi: “Cambiare il mondo. Viaggio nel pensiero
femminile”.
Il Past President Giorgio Cossutti, in sostituzione del Presidente Fabio Santorini, ha consegnato il premio del Rotary Club Trieste all’alunna Giulia FRANCO della classe 4 F del Liceo Scientifico Statale “Guglielmo Oberdan” premiata con la motivazione: <L’alunna
FRANCO Giulia ha svolto, regolarmente e con
entusiasmo nel corso dell’anno scolastico
2013/2014, un’attività educativa a favore dei
bambini della scuola della pace con la
Comunità di sant’Egidio, attività di sostegno
scolastico, amicizia ed educazione reale e
concreta alla pace. Ha dimostrato inoltre
sempre grande disponibilità ad aiutare i suoi
compagni di classe quando manifestavano
difficoltà nelle materie di studio>. Terminata la cerimonia di premiazione il bravo consocio e collega Lelio Triolo, cultore della medicina ippocratica olistica e plurispecialista, sebbene coinvolto pochi giorni prima della
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manifestazione, ha saputo trattare da autentico specialista il difficile e complesso argomento psico - sociologico di Medicina Preventiva in programma dal titolo “prevenzione del disagio giovanile”, conquistando per la terza volta la stima da parte dell’attento uditorio che segue le nostre conferenze di Medicina preventiva. Gli altri due argomenti trattati dall’amico Lelio sono stati: “danni d’organo da alcool” nel 2010 al Circolo Ufficiali di Trieste e “danni d’organo da fumo di sigaretta” nel 2011 al salone di rappresentanza del Palazzo del Governo. Ha concluso la manifestazione il “Duo “Insolito”, formato dai giovani musicisti del Conservatorio Giuseppe Tartini di Trieste: Valentina Vargiu al pianoforte e Ghenadie Rotari con la fisarmonica, studenti, già noti per i loro concerti anche presso la RAI e distintisi per aver conseguito il secondo premio ai
concorsi internazionali “Strumenti & Musica festival” di Spoleto e “Citta’ di Treviso”. Nell’attuale grave crisi economica e sociale per la perdita dei valori etici e le preoccupanti sorti della nostra Patria l’impegno nella società dell’ideale rotariano del service a favore dei giovani andrebbe auspicabilmente potenziato ed esteso. Pertanto si confida che il premio abbia lunga vita. La gratuita donazione del 5 x mille al “Premio Pierino Addobbati” C.F. : 9 0 1 1 3 6 4
0 3 2 1 consentirebbe l’estensione del premio e la prosecuzione delle conferenze di Medicina Preventiva.
Pippo Reina
La consegna del riconoscimento a Alberto Pasino
Da sinistra: Andrea Oddi, Alberto Pasino, Cristina Benussi e Fabio Santorini
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SHELTERBOX
Shelterbox, “first project partner” del Rotary,
è un’organizzazione umanitaria internazionale fondata dai Rotariani del Rotary Club di Cornovaglia, con lo scopo di aiutare le popolazioni colpite da disastri naturali oppure da conflitti. La missione di ShelterBox è portare velocemente e in tutto il mondo un riparo, calore e dignità a famiglie rimaste senza casa. ShelterBox porta, entro 24/48 ore, ripari di emergenza e materiali salvavita a famiglie rimaste senza casa per calamità o conflitti. ShelterBox è stata fondata nel 2000 da Tom Henderson (Rotary Club Cornovaglia). La prima consegna fu di 143 box a Gujarat (India) nel 2001, cui seguì l’intervento nell’Oceano Indiano (Tsunami) nel 2004. L’allestimento e lo stoccaggio dei box avviene in Gran Bretagna. ShelterBox ha organizzato nel mondo diversi depositi di materiali, in modo da rendere più veloce e pronto l’intervento al presentarsi delle calamità che lo richiedono. ShelterBox è un'organizzazione snella che si basa su un gruppo appassionato e fortemente impegnato sia del personale che dei volontari. E’ stata istituita una vera e propria “Academy”
Cosa c’è nella tenda
per la formazione dei volontari rotariani (i cosiddetti “SRTs”: ShelterBox Response Teams) che si recano sui luoghi del disastro per consegnare ed allestire tende ed aiuti alle popolazioni colpite. Alla base di ogni ShelterBox c’è una tenda per una intera famiglia che diventa più di un semplice rifugio: diventa una casa (fino a 10 persone). La ShelterBox associa ad ogni scatola un numero attraverso il quale ciascun donatore può conoscere la destinazione della propria scatola tramite il sito Internet www.shelterbox.org 1 box = 750 euro. Tale importo comprende il costo delle attrezzature, dell'imballaggio, dello stoccaggio e della distribuzione nelle zone del disastro. Ogni Shelterbox ha un numero con il quale si potrà monitorare la sua destinazione. E’ già avvenuto che un donatore sia stato contattato e ringraziato da un padre di famiglia che ha ricevuto quella tenda. Alcuni numeri: Pakistan, 2008: 7.700 tende
Haiti, 2010: 28.400 tende
Tsunami in Giappone, 2011: il terremoto di magnitudo 8,9 causa uno tsunami con onde di 5 metri, 90.000 case distrutte.
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ShelterBox fu tra i primi a rispondere con 1.680 Box Siccità del Corno d’Africa, 2011: siccità, carestia e conflitti hanno spazzato l’Africa dell’Est; oltre 860.000 Somali rifugiati in campi in Etiopia e Kenya (dati ONU). SRT hanno raggiunto immediatamente la regione per verificare i bisogni; in pochi giorni gli aiuti ShelterBox erano in viaggio. Più di 8.000 tende sono state distribuite ospitando 8.000 famiglie. Fu la più grande distribuzione di aiuti ShelterBox nel 2011. Filippine, 2013: Tifone Haiyan, la più grande tempesta mai registrata: 5.700 tende
Conflitto siriano: Turchia/Siria: 150 box, Iraq/Kurdistan: 514 box, Libano: 1.053 box, Giordania: 100 box
Zimbabwe, 2014: cedimento della diga Tokwe-Mukorsi. ShelterBox ha mandato tende per soccorrere 800 famiglie che hanno perso la propria casa a seguito dell’inondazione nella provincia di Masvingo Bolivia, 2014: 500 box
Niger - ottobre 2014 – alluvioni. Oltre 200 vittime e mezzo milione di senzatetto. Stagione delle piogge (luglio-ottobre) la peggiore degli ultimi 80 anni. Il nostro obiettivo è quello di essere in grado
di fornire rifugi per 50.000 famiglie ogni
anno.
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Il Concerto di Natale
Anche quest’anno i Rotary Club di Trieste, Trieste Nord e Muggia hanno voluto offrire alla città ed ai suoi abitanti un concerto che si è tenuto sempre nella magica atmosfera della Chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo venerdì 5 dicembre. L’Orchestra filarmonica del Teatro Giuseppe Verdi, con direttore e violino solista Stefano Furini, ha eseguito musiche di Tartini, Wolfang Amadeus Mozart e Franz Schubert per chiudere con la solista soprano Silvia Verzier che ha intonato tre famosi canti natalizi: Nanita Nana, Tu scendi dalle stelle e Stille Nacht. La Chiesa era piena ed il pubblico ha applaudito a lungo, dimostrando di avere gradito sia il concerto che il nostro omaggio alla città di Trieste.
In un momento in cui la crisi economica non allenta la propria morsa i Rotary Club hanno voluto trasmettere, attraverso un’iniziativa culturale, un chiaro segnale che rimarchi l’importanza dei valori fondanti del Rotary, ovvero comportamento etico, amicizia, sostegno e impegno professionale messi a disposizione del prossimo. Valori che specialmente in occasione di una festività importante quale il Santo Natale devono
essere percepiti con maggiore intensità. Quale mezzo migliore, quindi, della musica come linguaggio universale per comunicarli con eleganza ed efficacia uniche. Appuntamento al prossimo anno!
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La past President del Rotary Klub Ljubljana-Nike in visita
L’11 dicembre la past President del Rotary Klub Ljubljana-Nike Marta Turk è venuta in visita alla sede del nostro club. Nella foto si riconoscono, in piedi da sinistra: Giorgio Cossutti, Luisa Ravizza, Paolo Davanzo, Fabio Santorini, Sergio Cecovini e Marino Predonzani; sedute, da sinistra, Paola Bardi, Etta Carignani e Marta Turk.
Nuovi ingressi nel Club
ANDREA ODDI, presentato da Fabio Santorini
8 gennaio 2015
C.V. professionale
Nato a Genova, laureato in Ingegneria meccanica all’Università di Genova. Ha ricoperto numerosi incarichi di prestigio nei gruppi: Ansaldo Nucleare (Genova e Londra, progettista per la centrale nucleare di Caorso), Gruppo Mannessmann A.G. [Milano, Dusseldorf), Gruppo Pirelli (Presidente e Amministratore Delegato della Solari di Udine;
Direttore Centrale per lo sviluppo dell'Optoelettronica). Partner in Spencer & Stuart International e successivamente per 10 anni in KPMG Advisory. Negli ultimi 8 anni Senior Advisor del Fondo multinazionale di Private Equity Argos Soditic. Presidente di 4 società tra cui in FVG Mangiarotti spa.
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C.V. rotariano
Socio del R.C. Milano Sud Ovest dal 1986 al 2014, Segretario e poi Presidente del Club, Segretario Distrettuale del Distretto 2040 (2 volte), 2 volte Assistente del Governatore, Governatore del Distretto 2040 (Milano e tutta la Lombardia Nord Est) nell’anno 2007-2008, Training Leader a San Diego per la formazione dei Governatori internazionali, Training Leader a Parigi, Montecarlo e quest'anno a Berlino per i Governatori Europei. Dal 2013 al 2016 è Rotary International Coordinator dei 18 Governatori di Italia, Spagna e Portogallo. Presidente dell’Associazione Italiana Rotariani Golfisti.
Nuovi ingressi nel Club
ALESSANDRO MITRI, presentato da Federico Pastor
22 gennaio 2015
Nato nel 1966, laureato in Economia a Trieste nel 1993, dal 1996 è Dottore Commercialista e Revisore
Legale in Trieste, e ricopre incarichi in Società ed Enti, per lo più legati all’attività di Sindaco e/o Revisore. E' specializzato nel contenzioso tributario, nella revisione dei bilanci e presta assistenza contabile-fiscale, oltre che a Società di capitali, anche ad enti pubblici. Dal 1998 al 2003, tramite l’ISFOL del Ministero del Lavoro, ha collaborato con la Regione FVG nell’ambito del controllo dei progetti formativi europei. Successivamente e fino al 2015 gli sono state affidate le verifiche delle spese inerenti i contributi concessi a valere sul POR 2007-2013. Per un quinquennio è stato membro del Collegio dei Revisori dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Trieste, e, dal 2012, è attualmente un membro del Consiglio Direttivo dell'Ordine medesimo. E’ stato membro per un quadriennio del Collegio per la garanzia elettorale istituito presso la Corte di Appello del Tribunale di Trieste. Ha presieduto nel triennio 2012-2014 il Collegio Nazionale dei Revisori dei Conti dell’Ente Pubblico Club Alpino Italiano con sede a Milano. Dal 2013 è Amministratore della storica Società Ginnastica Triestina. Conosce l'inglese e lo spagnolo. E' coniugato, ha due figli, pratica il jogging, lo sci, il calcio e l'escursionismo.
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PARLA IL ROTARY ROBERTO MAGRIS
L’Operetta Giovedì 20 novembre
Nel breve volger di anni compreso fra il 1850
e il 1930 l’Europa intera è percorsa da un
fiume di musica che con la sua onda di
nostalgia e di felicità dolceamara segna
profondamente il gusto e la storia di un’epoca
intera. E’ l’avvenuta dell’operetta, questo
simbolo del nostro recente passato capace
come poco altro di evocare ancora oggi
sentimenti di rimpianto e ricordi.
Genere musicale tipicamente europeo,
l’operetta deve la sua nascita e la sua storia
alle vicende di tre grandi imperi: il
movimentato Secondo Impero Francese, il
paludato Impero Britannico ed il solenne
Impero Asburgico, quasi che tre rami distinti
di quel grande fiume (la Senna, il Tamigi e il
Danubio) portino ciascuno il proprio peculiare
apporto alla costruzione di quello che al
giorno d’oggi ha assunto quasi i contorni di un
mito nella cultura europea.
L’operetta francese (siamo nella Parigi del
Secondo Impero di Napoleone III) vede una
società intera, quella borghesia orleanista
comodamente assestata nel proprio lusso e
nei propri privilegi, letteralmente travolta
dalla satira frutto del genio di Jacques
Offenbach. Questo ebreo franco-tedesco,
nativo di Colonia ma giunto giovanissimo a
Parigi, saprà suscitare entusiasmi irripetibili
proprio da parte dell’oggetto della sua
spietata irrisione: nelle sue operette (“Orfeo
all’Inferno”, “La Belle Hélène”, “La grande-
duchesse de Gerolstein”) ogni personaggio,
ogni vicenda, ogni dettaglio è lo specchio
fedele della “buona società” parigina, il tutto
all’insegna della satira più corrosiva. Nulla e
nessuno si salva dagli strali velenosi
allegramente scoccati contro la società di
Napoleone III e le sue consuetudini morali.
Quanto più è feroce l’irrisione satirica, tanto
più clamoroso è il successo, e non a caso nasce
ben presto il neologismo di “offenbachiade”,
che definisce l’insieme delle operette di
Offenbach ed il chiassoso entusiasmo con cui
la società parigina le accoglie. Ma la storia, in
quegli anni, corre veloce e con la disfatta
militare di Sedan del 1870 il Secondo Impero
si sgretola e con esso anche l’offenbachiade.
Una stagione più misurata (la Terza
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Repubblica Francese) seguirà anche nel gusto
musicale, con risultati anche degni di nota
(Jacques Lecocq con “La fille de Madame
Angot” e Robert Planquette con “Le cloches
de Corneville” sono autori d’obbligo da
citare), ma il gran turbine festoso
dell’offenbachiade, tanto geniale quanto
irripetibile, non tornerà mai più.
Lungo il Tamigi invece, (siamo nell’epoca
vittoriana), la breve storia dell’operetta
inglese è “un interludio senza valzer”. Nella
vecchia Inghilterra è il primato della parola,
prima che della musica, a improntare la
nascita e lo sviluppo dell’operetta, grazie
all’originale inventiva di uno scrittore, William
S. Gilbert. Umorista e autore teatrale, Gilbert
è maestro inarrivabile di un eccezionale
funambolismo verbale e letterario, tutto
giocato su allitterazioni, onomatopee, rime
interne, calembour.
Con l’apporto straordinariamente comple-
mentare della musica di Arthur S. Sullivan
(foto sotto), si definisce la cifra affatto
peculiare dell’operetta inglese, autentica-
mente permeata di vero humor britannico,
elegantemente satirica nel colpire tutte le
liturgie tipicamente “british” come ammiragli,
zitelle, dandy e circoli femminili ma anche
l’Union Jack e la Regia Marina. “The Mikado”,
“HMS Pinafore”, “The pirates of Penzance”
sono alcuni dei tanti titoli di un’ispirazione
satirica coerente e inimitabile, nella quale si
esaurisce però tutto il capitolo dell’operetta
inglese.
Nata con Gilbert e Sullivan, con loro si spense,
ma per rimanere forse uno degli esempi più
perfetti di una società autenticamente capace
di ridere di sé stessa e della propria maschera.
Lungo il Danubio l’operetta asburgica vive
invece di altre atmosfere. E’ l’operetta-valzer,
è la Finis Austriae, è l’affascinante dualismo
tra consapevolezza del declino e gioia di vivere
di un impero morente e felice. Si deve al
grande genio di Johann Strauss figlio, “il re del
valzer”, quello che è considerato il capolavoro
assoluto del genere: “Il pipistrello”, che
sembra incarnare lo spirito stesso
dell’operetta e racchiudere il segreto intimo
della cultura viennese. “Scordare l’irre-
parabile: è la divisa con cui la monarchia
danubiana si avvicina alla fine” ha scritto
Claudio Magris (Il mito asburgico nella
letteratura austriaca moderna, 1963). Titoli
come “Una notte a Venezia” e “Lo zingaro
barone” ci danno ulteriore misura del genio
straussiano, emblema del cosiddetto “periodo
d’oro dell’operetta” (che peraltro vede anche
altri autori come Karl Millocker e Franz von
Suppè). Ma non meno smagliante è la qualità
del successivo “periodo d’argento”, in ispecie
grazie a Franz Lehar. Con la sua immortale “La
vedova allegra” (1905), Lehar ci annuncia che
l’inquieto Novecento è ormai iniziato, ed apre
un prodigioso ventennio creativo (“Il conte di
Lussemburgo”, “Eva”, “Frasquita” e altri titoli)
che si concluderà solo nel 1925-29 con i
capolavori estremi come “Paganini”,
“Federica”, “Il paese del sorriso”, dove, per la
prima volta, con sorprendente modernità,
all’operetta rimane negata la convenzione del
lieto fine.
Citazione d’obbligo per l’ungherese Imre
Kàlmàn, sempre legato ai temi del folklore
magiaro, che con la sua linea melodica tanto
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incendiaria quanto inconfondibile edifica nel
1915, con “La principessa della czarda”, uno
dei più splendidi monumenti della tarda
operetta asburgica, seguita da “La bajadera”
(1921) e da “La contessa Maritza” (1924).
Si arriva così al 1930, segnato dal miracoloso
anacronismo dell’unico capolavoro di Ralph
Benatzky: “Al Cavallino Bianco”, delizioso
idillio d’altri tempi, ma in realtà smagliante
epitaffio funebre per un mondo ormai
accantonato dalla storia. E’ il capolavoro
estremo, dopo il quale tutto veramente si
chiude.
Al di fuori di questo schema storico-artistico
rimane l’operetta italiana, che vive la sua
stagione negli anni 1910-1925, quando la
grande operetta europea è ormai prossima a
venir meno. Un po’ schiacciata dalla grande
tradizione del melo-dramma italiano e dalla
prudenza intellettuale piccolo-borghese
dell’Italia umbertina, l’operetta italiana vede
grazie ad un unico autore, il toscano Giuseppe
Pietri, definire una propria autonomia e
dignità artistica, un vero e proprio “piccolo
genere” e non già un genere “minore” rispetto
a qualcos’altro. Coni due minuti capolavori del
1915 e del 1920, “Addio giovinezza” e “Acqua
cheta”, Pietri è l’unico a definire un’accezione
squisitamente italiana dell’idea di operetta. I
successori immediati, i Ranzato, i Costa, i
Lombardo, non andranno al di là di una
spregiudicata e superficiale mistura di talento
e mediocrità.
Tutto finisce dunque nel 1930. Nuove voci
vengono da molto lontano; da oltreoceano si
affacciano i primi bagliori di una nuova
stagione del teatro in musica, i cui protagonisti
saranno del tutto diversi e nuovi: è la
commedia musicale, sarà il musical. Ed è
ormai evidente che se la ambigua, deliziosa
inattendibilità dell’operetta era consentanea
alla sensibilità europea, i dinamici eroi della
nuova musica d’oltreoceano appartengono,
tutto sommato, ad un’altra storia.
DOMANDE E RISPOSTE
Nerio Benelli: Complimenti per il bell'intervento. Volevo ricordare, inoltre, la situazione francese degli anni 1950 – 1970 ed in particolare di Francis Lopez che scrisse diverse canzoni e operette. Roberto Magris: Si vero, si potrebbe quasi trovare un “epilogo” dell'operetta classica o addirittura ipotizzare una corrente propria. Paolo Alberti: Vorrei ricordare che il figlio del citato Giuseppe Pietri è stato anche socio del nostro Club. Lucio Delcaro: A Trieste per ani vi è stato un importantissimo Festival dell'Operetta: visti i tempi di difficoltà economica avrebbe ancora senso? E, soprattutto, ci sarebbe ancora un pubblico per un festival simile? Roberto Magris: lascio rispondere mia moglie... Nicoletta Cavalieri: Come membro dello staff del Teatro Verdi che il Festival dell'Operetta ha goduto di un pubblico “popolare” proveniente sia dall'Italia che dall'estero (Slovenia, Croazia ed Austria). Purtroppo oggi, a causa dei recenti decreti di Legge, siamo costretti a puntare sull'opera lirica.
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ALBERTO PASINO
Tonnage Tax: da Trieste venti di tempesta
per il naviglio italiano Giovedì 20 novembre
Mi è stato chiesto di commentare la notizia,
apparsa sul Piccolo lo scorso 15 novembre,
concernente l’esistenza di una pretesa
dell’Erario nei confronti dell’Italia Marittima pari
a 60 milioni di euro, per indebita applicazione ai
redditi d’impresa della c.d. tonnage tax.
La notizia ha fatto scalpore soprattutto per la
reazione dell’Evergreen, impresa che, come
sapete, controlla l’Italia Marittima. Cito dal
Piccolo: “Taiwan […] ha trasmesso un segnale
inquietante: tre unità, inizialmente destinate
alla flotta di Italia Marittima, andranno invece a
rafforzare la controllata britannica Evergreen
UK, probabile candidata ad accogliere la flotta
battente bandiera tricolore, se le cose dovessero
precipitare”. Ed ancora: “Italia Marittima «nel
caso della conferma della sanzione sposterebbe
la sede legale e le sue attività in altro Paese
comunitario»”, con un danno grave ed
immediato per l’economia della Regione, che –
stando sempre a quanto riferito dal quotidiano
locale – perderebbe il 6,5% del proprio Prodotto
Interno Lordo, generato appunto dall’Italia
Marittima, il cui fatturato nel 2014 toccherà il
miliardo e quattrocento milioni.
Le opinioni che formulerò sono basate su
quanto emerso dalla stampa e sulla normativa
in vigore; non ho avuto il privilegio di poter
esaminare gli atti del procedimento, sicché se il
mio ragionamento presentasse errori o
imprecisioni, vi chiedo che mi scusiate e che
accettiate di ascriverli alla scarsità
d’informazioni delle quali (come, credo, la gran
parte di voi) dispongo.
Per comprendere la vicenda, occorre in primo
luogo capire cos’è la Tonnage Tax. Ebbene, si
tratta di un regime di tassazione agevolato,
alternativo alla tassazione ordinaria (Ires), che è
stato introdotto in Italia (con D.Lgs 344/03),
come in gran parte dei paesi europei, allo scopo
di permettere il ritorno sotto la bandiera italiana
del naviglio in precedenza registrato in Paesi che
offrivano, nel settore dello shipping, una
fiscalità agevolata.
Esso opera esclusivamente a favore degli
armatori che utilizzino le navi di cui dispongono
in prevalenza in traffici internazionali.
Ulteriore profilo che è opportuno esaminare per
comprendere la notizia, consiste nelle modalità
con cui operano i vettori marittimi
internazionali. Le navi portacontainer (quali
quelle dell’Italia Marittima), nell’ambito del
medesimo viaggio su una rotta internazionale,
sbarcano e imbarcano container ad ogni porto
di toccata e spesso effettuano molteplici soste
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nei due Paesi posti agli estremi iniziale e finale
del viaggio, sicché è ben possibile che una nave
impiegata su un traffico di linea internazionale,
oltre a trasportare la maggior parte del carico
con destinazione estera, imbarchi alcuni
container in un porto domestico per poi
sbarcarli in un altro porto domestico,
effettuando in tal modo alcuni trasporti
rientranti nel c.d. “cabotaggio”.
Date queste premesse, pare la normativa in
materia di Tonnage Tax si presti a due soluzioni
applicative.
L’articolo fornisce una descrizione non del tutto
precisa dell’addebito. Ove si correggano alcuni
riferimenti inesatti, si perviene all’ipotesi che, in
realtà, l’addebito consista nel fatto che Italia
Marittima avrebbe indebitamente applicato la
Tonnage Tax anche a quella quota di base
imponibile consistente nei proventi di trasporti
nazionali che a giudizio dell’Agenzia delle
Entrate andrebbero invece assoggettati a Ires.
La prima soluzione applicativa, dunque, ossia
quella apparentemente fatta propria
dall’Agenzia delle Entrate, vedrebbe funzionare
la Tonnage Tax come segue: l’armatore
dovrebbe suddividere il fatturato generato
dall’utilizzo delle sue navi in traffici
internazionali in due parti. La parte prodotta dai
traffici internazionali (ossia con partenza ed
arrivo in porti situati in Paesi diversi) potrebbe
essere soggetta al regime agevolato della TT,
mentre la quota generata dai traffici nazionali
(ossia con partenza ed arrivo in porti situati in
Italia) dovrebbe essere assoggettata ad IRES. Da
quel che è dato comprendere dall’articolo
comparso sul Piccolo, l’ipotesi presa in esame
dall’Agenzia delle Entrate sembrerebbe
esattamente questa.
La Circolare dell’Agenzia delle Entrate n° 72/E
del 2007, offre peraltro spazio alla formulazione
di una seconda soluzione applicativa. Essa infatti
stabilisce che il “requisito dell’«utilizzo in traffico
internazionale delle navi»”, il cui avveramento
giustifica l’applicazione della TT, “risulti
comunque soddisfatto anche se la nave è
utilizzata per effettuare servizi di cabotaggio c.d.
“nazionale” […], sempre che, nel corso del
periodo d’imposta, l’utilizzo in traffico
internazionale sia prevalente rispetto a quello
effettuato in traffico nazionale” aggiungendo
che “la prevalenza dell’utilizzo in traffico
internazionale va valutata, in definitiva,
considerando i giorni di effettiva navigazione e
senza conteggiare i giorni di mancato utilizzo
della nave. Qualora, durante il periodo
d’imposta, i giorni di effettiva navigazione in
traffico nazionale siano superiori a quelli in
traffico internazionale, la tonnage tax non è
applicabile”.
La Circolare pare dunque suggerire una
soluzione difforme rispetto a quella che –
leggendo il Piccolo – sembrerebbe essere stata
fatta propria dall’Agenzia delle Entrate:
piuttosto che ripartire il traffico in domestico e
internazionale, assoggettando il primo a IRES e
il secondo a Tonnage Tax, occorrerebbe
valutare quale sia il traffico prevalente e
assoggettare tutto il reddito a Tonnage Tax o a
IRES, a seconda di quale dei due prevalga.
Si tratta, com’è chiaro, di uno scenario che offre
difformi soluzioni ricostruttive, ed è evidente
che Italia Marittima si difenderà dagli addebiti,
impugnando l’avviso d’accertamento innanzi
alla competente Commissione Tributaria
Provinciale.
E’ lecito, tuttavia, chiedersi per quale ragione
l’impresa, anziché lasciare che la vicenda segua
il proprio naturale corso giudiziario, abbia alzato
i toni del confronto, minacciando di
abbandonare l’Italia in ipotesi la pretesa
dell’Agenzia delle Entrate risultasse fondata, e
spostando sulla stampa il confronto altrimenti
destinato alle aule di giustizia.
La spiegazione che mi do, e che vi offro come
personalissima ipotesi, sta nella sfiducia
dell’armatore nella giustizia italiana che, come
noto e conclamato, è grandemente inefficiente.
La giustizia civile italiana è la più lenta nel
contesto dei 34 paesi dell’OCSE e l’odierna
[20.11.2014; ndr] notizia dell’esito del processo
Eternit non fa che confermare quello che tutti
ben sanno, ossia che, con un bravo avvocato,
l’eventualità che il processo penale non
pervenga alla sentenza di condanna è altamente
probabile.
Il maggior limite delle controversie tributarie
probabilmente non è la lentezza, ma il fatto che
l’Erario – nonostante l’impugnazione – nella
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gran parte delle ipotesi riesca ad introitare, nelle
more del giudizio, una parte cospicua
dell’importo preteso. Il contribuente ha infatti la
possibilità di chiedere la sospensione del
provvedimento nelle more della definizione del
giudizio. Nella prassi la sospensiva tuttavia viene
concessa con parsimonia: quando il
provvedimento non viene sospeso il
contribuente è costretto a pagare, nelle more
del giudizio, un importo oscillante tra un terzo e
la metà della pretesa erariale.
Probabilmente a Taiwan (dove vi è convinzione
che l’Italia Marittima abbia agito correttamente)
hanno scarsa fiducia nella giustizia italiana.
Certamente anche lì ritengono che in un Paese
civile i processi contro gli atti illegittimi vengono
celebrati non sui giornali, ma nelle aule
giudiziarie. Solo che, evidentemente, a Taipei
convengono su quello che in Italia è chiaro a
tutti, ossia che la giustizia italiana non sia
all’altezza della civiltà che il nostro Paese in altri
campi sa esprimere, e si difendono con le armi
che hanno a disposizione, per quanto “extra
ordinem”.
In questo contesto, la spettacolarizzazione del
processo, alla quale il pubblico italiano è
purtroppo aduso da decenni, è parsa un’arma
plausibile, e credo sia difficile, se non
giustificare, almeno comprendere la posizione
assunta dell’Italia Marittima. Rammarica la
consapevolezza che se il nostro sistema
giudiziario fosse più efficiente (ma forse sarebbe
più corretto dire: se fosse efficiente tout court),
i processi si farebbero nel loro luogo naturale,
ossia nelle aule di giustizia, e non sui giornali.
Termino con un auspicio: c’è da sperare che
l’interpretazione data dall’Agenzia delle Entrate
all’applicazione della Tonnage Tax sia corretta e,
soprattutto, ne siano ben ponderati gli effetti,
perché se così non fosse presto altri armatori
imiteranno l’Italia Marittima, portando le loro
navi sotto altri registri, così decretando il
fallimento del tentativo, operato nel 2003 dal
Governo italiano con l’introduzione della
Tonnage Tax, di rendere attraente il Registro
Navale internazionale italiano. Un grave
nocumento per l’economia regionale e
nazionale che nessuno desidera si avveri.
P.S.: Leggo sul Piccolo del 28 novembre in merito alle ragioni della maxi multa: “Secondo la tesi sostenuta
dalla Guardia di finanza quando l’unità opera al di fuori delle acque territoriali di un Paese straniero è
soggetta al regime fiscale ordinario nazionale” e questo perché sarebbe applicabile l’art. 4 Cod. Nav.,
secondo il cui disposto “le navi italiane in alto mare […] sono considerati come territorio italiano”.
La tesi dell’Amministrazione, seppur diversa rispetto a quanto traspariva dalla notizia che avevo
commentato, lascia comunque perplessi, laddove pretende di discernere se la nave esegua un traffico
internazionale o di cabotaggio, sulla scorta di un principio che nulla ha a che vedere con la disciplina di
tali fenomeni, regolando esso invece la soggezione alla sovranità dello Stato Italiano anche quando si
trovino in acque internazionali.
Ben venga il chiarimento normativo provvidenzialmente sollecitato da alcuni nostri parlamentari, che
eviterà che questa paradossale situazione si risolva in un danno per l’economia del nostro territorio e
della nostra Nazione.
Alberto Pasino
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GIORGIO SEDMAK
Samantha Cristoforetti, la prima astronauta
italiana sulla International Space Station Giovedì 27 novembre
Alle ore 06:00 (tempo Italia) del 24 novembre 2014 la missione E42 lanciata su Soyuz con a bordo la prima astronauta italiana Samantha Cristoforetti ha agganciato con successo la Stazione Spaziale Internazionale ISS. Il primo modulo di ISS ha iniziato il suo viaggio a 400 km dalla Terra nel 1998, con l’immissione in orbita di una capsula russa Soyuz lanciata dall’omonimo vettore. La stazione ISS, oggi grande come un campo di calcio (109 metri di lunghezza, 51 metri di larghezza, 388 metri cubi abitabili, 84 kilowatt di energia elettrica da pannelli solari e 420 tonnellate) è stata completata nel 2011 con l’aggiunta di vari moduli realizzati dalle Agenzie Spaziali NASA, ESA, RKA, JAXA e CSA trasportati sulla ISS dalle Soyuz russe e dagli
Shuttle NASA. L’Italia partecipa tramite l’Agenzia Spaziale Italiana ASI, membro dell’Agenzia Spaziale Europea ESA. La tecnologia Soyuz usata per la missione 2014 risale al 1966, epoca della competizione USA – URSS per lo sbarco del primo uomo sulla Luna, vinta dagli USA. La spettacolare durata operativa delle Soyuz, oltre 100 lanci da Terra alla ISS e ritorno, ha dimostrato una validità tale da renderle uno standard e proporle perfino per il turismo spaziale civile. Oggi è l’unica tecnologia consolidata disponibile dopo il ritiro degli Shuttle NASA nel 2011 e fino all’entrata in servizio delle future navette spaziali di nuova generazione. L’Italia ha selezionato, preparato e contribuito ai programmi spaziali internazionali gli astronauti Franco Malerba (1992), Maurizio Cheli (1996), Umberto Guidoni (2001),
Roberto Vittori (2005, 2008 2011), Paolo Nespoli (2007, 2010) e Samantha Cristoforetti (2014). Samantha ha 34 anni, è una trentina nata a Milano e cresciuta a Malè, è pilota militare, capitano dell'aeronautica e ingegnere. Contribuirà allo svolgimento di ricerca, sperimentazione e manutenzione del laboratorio spaziale operativo sulla stazione ISS assieme ai suoi compagni di lancio, il russo Anton Shkaplerov e l'americano Terry Virts. L’equipaggio ISS E42 2014 - 2015 ha 6 membri fra cui una seconda donna, la russa Elena Serova. L’Italia partecipa alla missione con il programma FUTURA, dieci ricerche che vanno dallo studio della sclerosi multipla ai sensori
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per il cuore e il respiro nel sonno alla stampante in 3D alle tecniche di decontaminazione dai batteri. Fra le “curiosità” della missione l’omino di neve peluche Olaf usato per “sentire” l’ingresso in microgravità, il test della macchina per caffè
ISSpresso di Lavazza e Argoten, società italiana specializzata in sistemi aeronautici e alimenti per lo spazio e il test della stampante 3D NASA Made in Space, che ha già stampato il suo primo oggetto zero-g, lo stemma della missione.
La macchina per caffè a zero-g ISSpress
La prima stampa a zero-g della
stampante 3D NASA Made in Space
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FRANCESCO BONAVENTURA
Jihad – is… un cerchio che si sta chiudendo? Giovedì 4 dicembre
Il Generale di Brigata (aus) dott. Francesco Bonaventura è nato a Cerveteri il 4 dicembre 1950. E’ laureato in Scienze
politiche, Strategiche ed è in possesso di specializzazione in Organizzazioni internazionali, Tutela dei diritti umani e del
Patrimonio culturale. Durante la sua carriera ha espletato tutte le funzioni di comando di Ufficiale da Comandante di plotone
a Comandante di battaglione meccanizzato e reggimento. In ambito nazionale ha svolto funzioni di Ufficiale di Stato
Maggiore presso il Comando Brigata “Granatieri di Sardegna”, lo Stato Maggiore Esercito, lo Stato Maggiore della Difesa
e la Presidenza della Repubblica, dove è stato responsabile dell’impiego dell’aviazione dell’esercito sul territorio nazionale
e in operazioni all’estero. E’ stato coordinatore delle attività di Esercito e Polizia contro il crimine organizzato, in Sicilia ha
svolto incarichi di coordinamento tra esercito e forse dell’ordine e di Comandante di battaglione operante nella lotta alla
mafia nell’isola. Ha partecipato alla fondazione del Centro di selezione nazionale dell’esercito in Foligno, dove ha svolto
l’incarico di Capo reparto organizzazione concorsi, avendo la responsabilità della selezione del personale volontario,
Sottufficiali e Ufficiali dell’Esercito e dei carabinieri. Sotto il suo mandato ha iniziato la selezione per l’ingresso delle donne
nelle Forze Armate nei ranghi dei Volontari, Sottufficiali, Allievi Ufficiale, selezione per ufficiali concorrenti alle funzioni di
Stato Maggiore dell’Esercito e Ufficiali a nomina diretta.
Più volte inviato in missione all’estero, ha ricoperto i seguenti incarichi:
Responsabile delle operazioni nel contingente italiano in Libano (1983-84);
Capo delegazione italiana nella ECMM in Belgrado, Zara e Spalato durante la guerra nei Balcani (1991-92);
Ufficiale J 2 in Somalia, Mozambico, Namibia e Zaire;
Capo dell’intelligence nel Comando italiano in Kosovo e in KFOR in FYROM (1999-2000);
Capo della Missione UE nella Slavonia e nella Bosnia Herzegovina (2001-2);
Capo dell’Intelligence dell’Alto Comando NATO dell’Europa del Nord in Stavanger (NO) dove ha anche ricoperto la carica
di Ambasciatore – Consigliere politico dello stesso Alto Comando NATO;
Capo di Stato Maggiore delle Unità di manovra della Divisione inglese in Iraq, operando nelle zone di Bassora e Falluja;
Capo Divisione responsabile delle attività di coordinamento delle attività delle forze di polizia del contingente NATO
(KFOR) e della Serbia nelle aree di confine fra Kosovo e Repubblica Serba;
Capo della Divisione intelligence nel Comando NATO ISAF in Afghanistan;
Attualmente è a disposizione del Ministero della Difesa, opera in collaborazione e cooperazione con il Ministero dei Beni
Culturali per l’Etruria meridionale per la tutela e protezione dei siti archeologici esistenti nell’area tra Viterbo e la costa
tirrenica a nord di Roma. Nella sua attività collabora con riviste specializzate in archeologia.
Sul terreno l’ormai definito “Stato islamico”
(IS) controlla ancora parte di Kobane, la città
siriana al confine con la Turchia. Ankara non
interviene, temendo di aiutare indiretta-
mente Asad e i curdi. Il vero terreno di scontro
tra i jihadisti e la coalizione guidata dagli Usa
è la regione irachena vicina a Baghdad.
L’offensiva contro Is (ex Isis, Islamic State of
Iraq and Syria), s’intensifica su due fronti:
Kobane in Siria e la regione dell’Anbar in Iraq.
L’obiettivo della coalizione anti-Is è
smantellare i centri di comando e controllo e
le infrastrutture dell’organizzazione terro-
ristica. Il Presidente degli Usa Barack Obama
spera che gli Stati arabi della coalizione
persuadano le tribù sunnite della regione a
combattere lo Stato Islamico. Tuttavia, queste
non gradiscono la presenza di milizie sciite
(che pure combattono contro l’Is) nella
regione, una situazione che vede soluzioni
“complicate” distanti nel tempo. Ma nel
campo avverso cosa succede? E’ paradossale
ma i Jihaddisti non sono stati mai così
pericolosi e così divisi. Questa è la singolare
situazione in cui versa il movimento jihadista
internazionale. Mentre il mondo guarda
atterrito i fulminei successi militari dello Stato
Islamico (Is) in Iraq e Siria, infuria la lotta
interna tra l’Is stesso e al Qaida, che fino a
meno di un anno fa era l’incontrastata
organizzazione di riferimento per ogni
succursale jihadista del globo.
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Quello che all’apparenza sembra il conflitto
tra due organizzazioni rivali è in realtà
qualcosa di molto più complesso e trasversale:
uno scontro intergenerazionale interno alla
galassia jihadista. È passata molta acqua sotto
i ponti dai tempi dalle videocassette
consegnate alle redazioni di Aljazeera con i
lunghi sermoni di Osama bin Laden e del suo
vice (attuale leader di al Qaida) Ayman
Zawahiri. Messaggi intrisi di citazioni religiose.
La vecchia guardia oggi stenta a tenere sotto
controllo le nuove leve, affascinate dai
messaggi dello Stato Islamico che ha saputo
riprendere e portare ai massimi livelli i frutti
delle prime sperimentazioni comunicative
della galassia jihadista. Quei ragazzi
provenienti dai sobborghi più poveri dei loro
paesi, che spesso non conoscono i testi sacri a
memoria ma hanno un’idea molto precisa - e
molto brutale - della propria missione,
difficilmente riescono ad accontentarsi di un
processo graduale, fatto di lotta ma anche di
progressiva predicazione, propugnato dai
jihadisti di prima generazione. Cresciuti fra
programmi occidentali satellitari e social
media, questi giovani sono oggi i più attratti
dalla “rivoluzione simbolica” di al Baghdadi ed
è possibile quasi immaginarli mentre fremono
d’invidia alla vista dei loro coetanei dell’Is che
su twitter postano immagini
e video dei loro successi sul
campo, nel nome di quel
califfato che i vecchi leader
delle loro organizzazioni
definiscono apostata,
irraggiungibile, quasi
mitologico. La stessa
autodefinizione di "califfato"
scelta dall'Is è un'aperta
sfida fra due modi diversi di
intendere il jihad. Da una
parte quello di al Qaida che
prevede l'uso della violenza
unito a un paziente lavoro di
islamizzazione e studio che deve portare, in un
futuro quasi messianico, alla rifondazione del
califfato purificato. Dall'altra il jihad dell'Is:
brutale, territoriale, che cerca fatti immediati,
per il quale il califfato è qualcosa da ricercare
e creare qui e ora, da ampliare e difendere con
le armi. Ampliare fino a chiudere un ipotetico
cerchio che va dal Golfo all’Europa? Qui gioca
molto la miopia politica, purtroppo. Giovedì
scorso, il giorno in cui tutto il mondo guardava
Parigi, in Libia un gruppo jihadista annunciava
l’esecuzione di due giornalisti tunisini (e
musulmani) rapiti tre mesi fa. Coincidenze
tragiche che confermano all’Italia, una volta di
più la gravità della crisi libica. Dalla caduta di
Gheddafi — un clamoroso errore strategico —
il paese nordafricano si è disintegrato,
frantumato: il risultato al momento è un
“governo” laico, riconosciuto dall’Occidente e
dai paesi arabi moderati, con sede a Tobruk e
un altro a Tripoli, formato dai fondamentalisti
islamici che hanno conquistato la capitale lo
scorso agosto. I due “governi” annaspano nel
caos più assoluto e l’unica cosa che sembra
funzionare sono i rispettivi ministri del
petrolio che pretendono di essere i legittimi e
unici responsabili dei giacimenti nazionali. E
una domanda sorge spontanea, almeno per
noi: “Cosa fare seriamente?”.
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DOMANDE E RISPOSTE
Cecovini: ho sentito dire che l'auto-nominato “califfo” dell'ISIS provenga da un campo di addestramento americano. Corrisponde al vero? Bonaventura: è stato imprigionato dagli Stati Uniti e poi liberato. Purtroppo bisogna ricordare che la politica in queste zone del mondo è estremamente cinica e i mutamenti sono repentini (così i nemici possono diventare amici e ritornare nemici).
Pasino: vi è discontinuità nella politica estera degli Stati Uniti d'America?
Bonaventura: la domanda è complessa. Vi è la volontà di destabilizzare alcune aree sensibili...ma
purtroppo manca la cultura per farlo. Emblematico, per capire la discontinuità della politica
americana nella lotta contro il terrorismo, è il caso del generale David Petraeus e la sue dimissioni
dopo la riconferma di Barack Obama. A mio avviso, il presidente degli Stati Uniti si è dimostrato non
idoneo a gestire la complessità dei problemi della politica estera nel medio oriente.
Reina: il nostro Ministero della Difesa ha un piano contro l'ISIS?
Bonaventura: da alcuni anni vi sono diverse “incomprensioni” e difficoltà nella politica estera
italiana. Vi è una totale discontinuità fra i vari governi che porta a decisioni non continuative anche
per quanto concerne gli effetti delle problematiche estere sul nostro paese.
LUCIANO RENNI
Il colore Giovedì 11 dicembre
Lo studio del colore è un argomento estremamente affascinante e complesso, che coinvolge varie discipline, quali la fisica, la chimica, la fisiologia, la psicologia, la psicofisica, la filosofia, la matematica e l’arte. Nella vita comune, noi associamo ai colori dei significati, dal rosso caldo, eccitante e sanguigno, al giallo leggero e luminoso, al verde rilassante, fino alla spirituale e nobile porpora. Queste associazioni, collegate ai vari aspetti della vita reale, costituiscono le basi della cromoterapia. Il colore può essere definito come una sensazione prodotta sul cervello, tramite l’occhio, quando un corpo opaco colpito dalla luce entra nel campo visivo. Il punto di vista del fisico è sostanzialmente diverso da quello del pittore. Il primo ‘vede’ la tonalità mediante quanto è codificato e trasmesso dalla retina al cervello dai recettori dell’occhio, mentre il pittore crea l’immagine utilizzando pigmenti ’cromatici’, utilizza cioè sostanze o materiali colorati adatti alla pittura. Entrambi gli approcci hanno dimostrato che sono tre i colori di base dai quali, con opportune miscele, si possono ricavare infinite tonalità.
Adottando un approccio scientifico, le radiazioni spettrali primarie sono il rosso-arancio, il verde ed il blu-violetto (Thomas Young, 1807), e sovrapponendo le luci rossa e verde si ottiene una luce gialla. Al contrario, i tre i colori di base per l’artista (pigmenti) sono il rosso Magenta, il giallo ed il blu-ciano (David Brewster, 1831) e mescolando i pigmenti si ottiene un grigio scuro o un nero, a seconda della saturazione (intensità di tinta) dei componenti (Leggi additive e sottrattive di Hemholtz 1855, figura 1). L’artista vede il nero ed il bianco come due colori, per quanto acromatici, mentre lo scienziato non li considera tali, in quanto il bianco è inteso come somma di tutti i colori dello spettro visibile, mentre il nero ne è l’assenza totale. Mescolando i pigmenti primari utilizzati dai pittori si ottiene il nero mentre dalla sovrapposizione delle radiazioni primarie dello spettro visibile si ottiene il bianco. Come chimico, tuttavia, sono portato a considerare inizialmente quelle discipline scientifiche che consentono di capire, analizzare la genesi del colore e caratterizzare una data tonalità, per poterla infine riprodurre in maniera oggettiva.
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Figura 1. Confronto fra il risultato della sintesi sottrattiva e della sintesi additiva dei colori primari.
A tale scopo sono stati resi disponibili nel corso degli anni modelli matematici sempre più sofisticati che tengono conto, nella riproduzione di una certa tinta, dello strumento utilizzato per la lettura, dell’angolo di osservazione, del tipo di illuminante, del tipo di coloranti coinvolti, del relativo spazio-colore utilizzato per lo sviluppo del software, in modo che la visione fosse la più rappresentativa per il tipo di ricerca. Ma come viene classificato un colore?
Esistono sistemi basati sulla percezione, fondati su basi scientifiche, che descrivono come il colore viene percepito (CIE, NCS,ecc.), ed altri legati alla produzione, costituiti da cartelle colori, quali Pantone Matching System, RAL, British Standard ecc. Il metodo standard utilizzato per misurare e confrontare tinte diverse è lo spazio CIELab., visualizzabile con l’immagine fornita da Konica-Minolta (figura 2).
Figura 2 . Konica-Minolta : rappresentazione dello spazio CIE Lab
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In questo spazio viene misurata la distanza che intercorre fra il campione desiderato e la tonalità riprodotta e, mediante l’uso di adeguata strumentazione spettrofotometrica, il software consente, con opportune successive correzioni, di ridurre questa distanza fino ad annullarla, duplicando la tonalità richiesta. Nonostante l’attuale avanzamento tecnico, la capacità dell’occhio di riconoscere una tonalità è tale da arrivare a vedere differenze (in particolare nella scala dei grigi) considerate minimali (e quindi accettabili) dall’analisi strumentale. Questa analisi, sebbene affascinante per un tecnico, non rispecchia che una parte del mondo del colore, in quanto tralascia, ad esempio, la
percezione soggettiva, espressa con eccellenza dall’arte. Il colore nasce, per mano dell’uomo, quando questi inizia a decorare con segni e figure i luoghi della propria esistenza (un esempio importante è il dipinto rupestre rinvenuto nella grotta di Altamira, figura 3).
Figura 3. Bisonte policromo, c.a. 12.000 a.C.
Grotta di Altamira, Spagna
Nell’Antico Egitto, il colore di un oggetto è considerato parte della sua natura e fornisce indizi sulla sostanza di ogni cosa o sul significato dell’evento descritto (figura 4).
Figura 4. Verde: colore della nuova vita, indica la
rinascita. Il bianco rappresenta una mancanza di
colore considerata come un segno di purezza e di
santità. Il giallo simboleggia l’immortalità,
l’eternità e l’indistruttibilità.
I templi greci e romani, così come statue e bassorilievi, erano decorati con pitture ottenute per miscelazione di varie terre colorate, agglutinanti, sostanze collose, lattici di gomma e albume d’uovo, materiali tutti scarsamente resistenti alle intemperie. Il colore applicato all’esterno è pertanto praticamente scomparso,
tanto da far credere agli artisti del ‘700 che fossero stati progettati bianchi. Sono invece arrivati fino a noi i mosaici, che accostando tessere di diverse sfumature conferiscono tridimensionalità e profondità a soggetti e paesaggi (figura 5).
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Figura 5. Teoria delle Vergini, Sant’Apollinare Nuovo, Ravenna. I fondi dorati del mosaico di alludono al
mondo ultraterreno.
Proseguendo nel tempo, il colore viene reso estremamente vivo grazie alla trasparenza delle vetrate gotiche, che si lasciano attraversare dalla luce che colpisce l’osservatore (figura 6).
Figura 6. Cattedrale di Chartres, Francia
Dal medioevo la carta pergamena dei testi sacri accoglie preziose miniature dalle numerose tonalità cromatiche (figura 7).
Figura 7. ‘il libro delle ore’ versione datata 1350-
1400.
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Interessante la tecnica delle velature, utilizzata negli affreschi, dove i colori si vedono anche per trasparenza, mantenendo la luminosità e la vivacità delle varie tonalità di colore. Nel Rinascimento, con l’avvento dei colori ad olio, viene aumentato il contrasto tra i vari colori e si rendono meglio le sfumature per sovrapposizione di uno strato sull’altro. Nel corso dei secoli vengono utilizzate varie tecniche pittoriche per esaltare i concetti espressi dalle varie scuole. Alla fine dell’800, la scuola cosiddetta ‘divisionista’ riesce ad aumentare la brillantezza dei pigmenti usati, avvicinandola all’intensità luminosa dei colori spettrali, altrimenti irraggiungibile. Ciò viene realizzato grazie a punti (figura 8) o tratti di due o più tinte, alternati su una superficie e divisi da separazioni minime, che vengono percepiti dall’osservatore come un unico colore di elevata brillantezza. Il maggior riverbero risultante viene infatti trasmesso all’occhio come un’addizione di luce.
Figura 8 . Seurat (1887); Modella seduta di schiena
Nell’arte moderna vengono utilizzati materiali, anche polimaterici, in cui le diverse composizioni colorate creano suggestioni sia estetiche che
emotive. Un esempio fra tutti sono le opere dalla ripetitività ossessiva di Andy Warhol. Vi sono svariati modi di usare le diverse nuance nel quotidiano, basti pensare all’uso in architettura, dove le finiture sul paramento murario rappresentano un modo estremamente espressivo di impiegare il colore, come le decorazioni ‘trompe l’oeil’ (figura 9), le finiture decorative a base grassello di calce o silicati, gli stucchi di finitura a calce o metallici oro, argento, rame ecc.
Figura 9 . Bologna - Piazzetta Betlemme
Infine, un omaggio a Bruno Chersicla (figura 10), artista triestino, che ha ottenuto il guinness dei primati nel 2001, creando il graffito più grande del mondo. La partecipazione di tutta la cittadinanza alla realizzazione dell’opera, dimostra come il piacere che deriva dal colore e dall’abbellire ciò che ci circonda, alberghi in adulti e bambini. Questa opera particolarissima, realizzata nel passaggio dalla vecchia alla nuova pavimentazione di Piazza dell’Unità d’Italia, ha saputo stimolare nella nostra città delle sensazioni che in alcuni non saranno mai sopite.
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Figura 10. Bruno Chersicla: ‘Il ratto d’Europa’ graffito di 10.368 m2, eseguito da 4.700 persone (2001)
Bibliografia
R. Arnheim, Arte e percezione visiva, Milano, Feltrinelli, 1962 S. Fabris, E. Germani, Colore, Torino, S.E.I., 1964 G. Previati, I principi scientifici del divisionismo, Torino, Bocca, 1906 G. Piva, Manuale pratico di tecnica pittorica, Enc. Ricettario, Milano Hoepli, 1975 R. Granit, Receptors and Sensory Perception, New Haven, Yale Un. Press, 1955 D. Katz, La psicologia della forma, Torino, Boringhieri, 1966 L’ Arte dell’antico Egitto,Garzanti Libri, 2000 A. Hardy, Handbook of Colorimetry, MIT press, 1963 M. Marcantoni, Teoria del colore, Sovera, 2005 N. Podzemskaia, Colore, Simbolo, Immagine, Origine della Teoria di Kandinsky, Alinea, 2000 L. Renni, ‘il Colore’, Presentazione all’Istituto Europeo di Design, Milano, 2004 Konica Minolta ‘La comunicazione precisa del colore’, 2003
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CARLO SOMEDA
Le comunicazioni ottiche da Agamennone a Charlie Kao Giovedì 22 gennaio
Professore già ordinario di Campi elettromagnetici nell'Università di Padova, è nato il 20.07.1941a Padova. Studi, carriera accademica 1959 Maturità Classica, Liceo Tito Livio, Padova 1964 Laurea in Ingegneria Elettronica, Università di Padova (lode e medaglia Sarpi) 1964-67 Assistente di ruolo, Università di Trieste 1965-66 Vincitore delle Volta Fellowship dell’IEEE presso la Stanford University, Stanford, CA. Master of Science (1966); ricerche in ottica non lineare con il Prof. S.E. Harris. 1968-75 Assistente di ruolo e Professore incaricato, Università di Bologna. 1971 Libera Docenza in Campi Elettromagnetici. 1972 Borsa NATO. 1979-82 Professore ordinario, Facoltà di Ingegneria, Università di Bologna. 1979-81 Direttore dell’Istituto di Elettronica, Università di Bologna. 1982-- Professore ordinario, Università di Padova. Socio effettivo dell’Accademia Galileiana di Scienze Lettere ed Arti, Padova; Socio corrispondente dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, Venezia; Senior Member, IEEE, New York; Socio AEI (Associazione Elettrotecnica ed Elettronica Italiana); fondatore e primo presidente (1982--86) del Gruppo Specialistico Optoelettronica. Attività professionale 1971-1983 Consulente di CSELT Centro Studi e Laboratori Telecomunicazioni, Torino; 1974-1976 Consulente del Consiglio Nazionale delle Ricerche; 1976-1992 Consulente (poi Presidente) di Siatem spa, Padova; 1979-1985 Consulente di Telettra spa, Vimercate (MI); 1985-- Responsabile scientifico di SAIFO srl, Padova. Autore di circa 140 memorie scientifiche e di 5 libri. Titolare di 12 brevetti per invenzione industriale.
Atene, anno 458 a.c. Le Feste di Dioniso sono all’apice. Siamo all’imbrunire. Il teatro dell’Acropoli è stracolmo di folla… in trepidante attesa di assistere a una “première” di portata storica: il concit-tadino Eschilo sta per presentare una nuova trilogia, la cui prima tragedia si intitola “Agamennone”. Lo spettacolo inizia: la scena si apre, siamo ad Argo, davanti alla reggia.
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E’ l’alba, irrompe un armigero trafelato: sta correndo ad annunciare a Clitemnestra che in quella stessa notte Troia è caduta, dopo dieci anni di assedio: la guerra è finita! Ma come fa l’armigero a saperlo per certo? Una serie di fuochi, accesi in sequenza sulle cime di montagne, ha trasmesso il messaggio da Troia ad Argo: sono nate le comunicazioni ottiche! Distanza totale: circa 250 km Numero di ripetitori: 8 Contenuto d’informazione del messaggio: 1 bit Velocità di trasmissione: 1 bit/notte Eschilo, per indicare i fuochi, si serve della parola “simbolo”. Ora spicchiamo un balzo di circa 2200 anni e di circa 2000 km. Atterriamo a Parigi, nel bel mezzo della Rivoluzione Francese. Il nostro nuovo protagonista è un giovanotto della piccola aristocrazia di campagna: il suo nome è Claude Chappe. E’ stato espropriato di tutti i suoi averi e deve trovarsi un’attività remunerativa. Sceglie allora di dedicarsi alla costruzione di un telegrafo ottico. E’ un’idea già abbozzata più volte in tempi remoti, ma mai tradotta in una realizzazione tecnica. Grazie anche all’appoggio del fratello Ignace, deputato alla Assemblea Legislativa, il progetto di Claude Chappe è approvato dal governo repubblicano. La prima linea, Parigi - Lilla, entra in servizio nel 1792. Alcuni dati tecnici sul telegrafo di Chappe: Numero dei simboli trasmissibili: 196 (>8 bit/simbolo). Lunghezza dei bracci: da 1 a 10 m. Distanza tra i ripetitori (torri): da 12 a 25 km. Lunghezza del primo collegamento: circa 220 km (Parigi - Lilla). Viene usato su vasta scala da Napoleone per coordinare le sue armate e poi l’Impero. Nonostante tutto ciò, non genera un successo commerciale. Claude Chappe muore suicida nel 1805. Questo segna l’inizio di un brusco declino delle comunicazioni ottiche, le quali andranno via via scomparendo nel corso del XIX Secolo. Fra i killers delle comunicazioni ottiche, spiccano: Samuel Morse (di professione,
pittore), Antonio Meucci, Guglielmo Marconi, ma non Alexander Graham Bell, il quale nel 1880 inventò e brevettò un sistema di comunicazione vocale che sfruttava la luce solare e lo battezzò fotofono. Fu l’invenzione del laser (1960-61) ad attirare nuovamente l’attenzione del mondo delle comunicazioni verso l’ottica. I primi tentativi si basarono sulla propagazione libera, in atmosfera. Ma fu immediato constatare che le condizioni meteo potevano avere effetti disastrosi. Iniziò allora la ricerca sulla propagazione guidata della luce: sequenze periodiche di lenti, all’interno di un tubo metallico. In particolare, i Bell Labs si concentrano su lenti gassose. Il risultato fu un sistema che funzionava bene in laboratorio, ma era troppo ingombrante, delicato e costoso per funzionare in campo. Nonostante l’avvento del laser, le comunicazioni ottiche sembravano in stallo. Ma nel contempo, nei Laboratori IIT di Harlow, Essex, Regno Unito, un giovane ingegnere nato in Cina, approdato in UK passando attraverso Hong Kong, appena conseguito (1965) il dottorato a University College London, lanciò una proposta provocatoria: perché non guidare la luce mediante fibre di vetro? Come ben sappiamo, fu una storia a lieto fine: il Prof. Charles Kao ricevette nel 2009 il Premio Nobel per la Fisica “for groundbreaking achievements concerning the transmission of light in fibers for optical communication”. Forse è meno noto che nel frattempo, il 18 ottobre 1996, a Charles Kao era stata conferita dall’Università di Padova la Laurea Honoris Causa in Ingegneria delle Telecomunicazioni. All’inizio, nulla lasciava presagire che quella delle fibre ottiche sarebbe stata una storia a lieto fine. La proposta di Kao venne osteggiata, addirittura sbeffeggiata. Perchè? Nelle fibre di vetro del 1966, la propagazione della luce era ostacolata da un’attenuazione assolutamente inaccettabile: impossibile trasmettere oltre pochi metri. Kao scrisse che l’attenuazione doveva calare di un fattore 50. Sembrava un traguardo terribilmente ambizioso e lontano, ma… nel giro di soli 4
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anni, un favoloso “dream team” fece il grande balzo: Don Keck, Bob Maurer, Peter Schultz - Corning Glass Works. Quale fu la loro arma magica? La chimica: la “chimica” del vetro tradizionale è rimasta pressoché immutata dalla preistoria ai giorni nostri, mentre nel vetro delle fibre ottiche si raggiungono i livelli di purezza tipici dei Semiconduttori. Un altro componente fondamentale delle moderne comunicazioni ottiche è il laser a
semiconduttore. Molto piccolo e leggero, funziona a temperatura ambiente, a basso consumo energetico, dal costo contenuto; modulabile a grande velocità, eccezionalmente affidabile: durata di vita media di un miliardo di ore! Disponibile commercialmente con “codino di maiale” in fibra ottica incorporato. A che punto siamo oggi?
.... Ma certamente non siamo ancora al capolinea! DOMANDE E RISPOSTE
Santorini: Si pensava che le comunicazioni sarebbero dovute passare tutte per i satelliti ed ora si ritorna ai cavi: riemergono i “vecchi” cavi transatlantici? Someda: Ebbene sì. Si pensi che l’imbando (rapporto tra la differenza della lunghezza effettiva del
cavi e la distanza in linea retta fra i suoi estremi rispetto alla distanza stessa) è del 1-2%; qualcuno
diceva che aiutava a fermare la deriva dei continenti.
G. Cappel: Ritornando a Troia… in una sola notte… il sistema è stato efficiente! C’era già qualcuno
che se lo aspettava?
Someda: Certamente! Già prima della partenza erano d’accordo, sapevano cosa e come decifrare i
segnali.
Guarnieri: Cosa sarà in futuro? A noi una città cablata cosa ci porterà?
Someda: Di preciso non si può dire. Se uno sapesse di preciso quali risultati si riuscirà a raggiungere
e a quale prezzo, l’operazione sarebbe fatta. I capitali da investire sono molto grandi. Cablare una
città prevede rischi imprenditoriali, incertezze normative e quant’altro. Investire e poi i frutti di chi
sono? Il tutto è fortemente legato allo stallo degli investimenti privati. Certo è che una volta
disponibile, la larga banda viene usata.
Camus: Viene in mente che ormai più di dieci anni fa la città di Trieste veniva cablata otticamente. Il
progetto è finito miseramente, le strutture dell’epoca possono essere riprese per un efficiente
riutilizzo?
Someda: Progetto Socrate: soluzione ottico coassiale per la rete di accesso di Telecom Italia;
all’epoca sono stati posati solo i cavidotti e l’operazione ha salvato per decenni Telecom Italia dal
fallimento.
Santorini ricorda: La regione Valle d’Aosta risulta interamente cablata ma, come all’epoca del primo
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telegrafo ottico, non si sa cosa trasmettere… Modricky: Mi chiedo perché invece dei cavi non si potenzi il WiFi. Someda: La quantità di informazioni trasmessa in rapporto spazio/tempo del WiFi è di gran lunga inferiore rispetto a quella trasmessa con il sistema di fibre ottiche. Facendo una similitudine con il sistema nervoso umano, iI WiFi può essere paragonato all’innervazione di un polpastrello e le fibre ottiche a quella della spina dorsale. Kostoris: Una curiosità: nell’oceano questi cavi come stanno? Someda: Le aziende che posano i cavi sono gelose del loro know-how; comunque a grandi linee si può dire che la nave scava un solco di circa 20 cm. dove poi viene posato il cavo, la ricopertura avviene automaticamente con il moto delle correnti sottomarine. Vengono posati circa 200 km di cavo in un giorno. Il rischio maggiore è la rottura dei cavi sotto costa (pescatori con reti a strascico). In Italia si è avuto un progetto di posa sotto costa ben riuscito detto “progetto festoni” (a richiamare la geometria dei festoni appesi) sviluppatosi grazie ad un evento importante per il nostro paese: Italia ’90. Precisa ulteriormente:
Succedeva che in alcune zone come ad esempio le Bahamas, i cavi venissero tranciati dai pescecani. Questo fenomeno era dovuto al sistema impiegato che prevedeva un solo cavo di mandata (il ritorno era garantito dall’acqua di mare stessa). Questo cavo percorso da corrente formava un campo magnetico che confondeva i pescecani (essi si orientano in profondità grazie ai campi magnetici). Resi coassiali, e dunque schermati, i cavi non producevano più i fenomeni magnetici e la questione si è di gran lunga risolta.
SERGIO BONIFACIO
Il “Quantitative easing”, un aiuto straordinario di Draghi al rilancio della crescita in Europa Giovedì 29 gennaio Il “QE” è uno speciale rifinanziamento concesso dalla BCE alle banche dell’Eurosistema, in attuazione dell’impegno formale assunto da Draghi il 27 luglio 2012 con il famoso annuncio “whatever it takes”, il cui effetto mediatico fu sorprendente: abbattimento repentino dello “spread” di oltre 200 punti base. L’operazione è speciale per 3 motivi: 1) per l’obiettivo (aumento del tasso di inflazione sino al 2%), in quanto è tradizione delle Banche Centrali “contrastare” l’inflazione, non “favorirla”. Ma ciò è coerente sia con il fine istituzionale della BCE, sia con l’esigenza di eliminare la eccezionale e diffusa “deflazione”, condizione che inibisce la
crescita del prodotto ed aggrava l’onere dei debiti sovrani 2) per l’entità (1140/mld di euro), cioè più che doppia rispetto a quella degli interventi realizzati in precedenza 3) per le modalità, cioè l’impegno ad iniettare liquidità nel sistema bancario da marzo 2015 a settembre 2016 (comunque sino al raggiungimento del tasso di inflazione del 2%), con erogazioni mensili di 60/mld €, contro cessione di titoli di stato, derivati ed obbligazioni. Su pressante richiesta della Bundesbank il rischio dei titoli acquisiti in garanzia verrà ripartito tra BCE (20%) e Banche Centrali Nazionali (80%). L’importo complessivo dell’agevolazione verrà suddiviso tra le 19 BCN dell’eurosistema
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in proporzione alla rispettiva quota di partecipazione al capitale della BCE (Italia 12,3%, quindi 140/mld). Gli effetti della manovra sul PIL, attraverso i prevedibili aumenti degli investimenti, dei consumi e delle esportazioni e sulla base delle attuali valutazioni, sono ritenuti significativi: incrementi dall’1% al 2% (per Confindustria addirittura + 2,1% nel 2015 e + 2,5% nel 2016), in considerazione del congiunto operare di altre due condizioni favorevoli, il calo del petrolio ed il deprezzamento dell’euro.
Questa buona prospettiva per l’Italia è molto importante perché potrebbe rappresentare l’inizio di una fase di crescita dopo 3 anni di recessione, che ha contribuito ad appesantire il già rilevante collasso della nostra capacità produttiva (dal 2007: meno 10 punti percentuali, Francia -2, Spagna – 5, Germania + 5). Ma c’è purtroppo anche un rovescio della medaglia: il “QE”, grazie alla diminuzione dei tassi di interesse, favorirà indubbiamente i debitori (Stato e privati), ma non i risparmiatori, che potranno anzi subire
un’ulteriore contrazione dei già modesti rendimenti sia dei depositi che dei titoli di Stato (i BOT potranno avere addirittura rendimenti negativi). Sussistono inoltre dei rischi in merito al buon esito dell’intera operazione, rivenienti da un eventuale declassamento del “rating” dell’Italia (che la escluderebbe automati-camente dall’agevolazione) e dalla possibilità che la liquidità rimanga “parcheggiata” presso il sistema bancario anziché essere utilizzata dalle famiglie e dalle imprese.
Come noto, sull’opportunità di attuare questa “QE” la Germania, in particolare la Bundesbank si è sempre dichiarata contraria. I motivi di tale opposizione sono essenzialmente due: il timore che essa inneschi un processo inflazionistico fuori controllo (l’incubo dell’iperinflazione della Repubblica di Weimar è tuttora fortemente radicato nella memoria della popolazione tedesca) e, soprattutto, che essa costituisca un alibi per i paesi con elevato debito pubblico a non realizzare le riforme. In definitiva, il “QE” sarà nel complesso molto utile per il
nostro Paese, ma non risolutivo, per due ragioni. In primo luogo perché, in generale, la politica monetaria è molto più efficace nella manovra restrittiva (quando combatte l’inflazione) che in quella espansiva (quando combatte la deflazione). In secondo luogo, perché i problemi di fondo dell’Italia (eccesso di burocrazia, mercato del lavoro ingessato, evasione fiscale, corruzione, criminalità organizzata, ecc.) son risolvibili solo con riforme ed idonei interventi di politica fiscale e di bilancio.